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La Società Cooperativa Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena - Editore: Sapim soc.coop. - Anno X n.7/8 luglio/agosto 2006 - Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 . Reg.Stampa n.28/97 - Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata - La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop Forlì-Cesena, via Hercolani 2, 47100 Forlì.

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Il valore di un sistema È pari al 5,26% l’apporto delle cooperative aderenti a Legacoop al Prodotto Interno Lordo dell’Emilia Romagna. Il dato si riferisce al 2004 e riguarda le oltre 1.600 cooperative che in Regione hanno realizzato un fatturato di oltre 26 miliardi di euro nel 2005. La crescita Legacoop è del 6,91% nel 2003 contro un aumento dello 0,3% in Italia e dello 0 in Emilia Romagna, e del 9,36 % nel 2004 contro un aumento del 1,3% in Italia e dello 0,6% in Emilia Romagna. È quanto risulta dal “Rapporto sullo stato delle cooperative” presentato, in occasione dell’Assemblea dei Delegati Legacoop del 17 luglio 2006 tenutasi a Bologna. Altro dato significativo è la crescita dell’occupazione pari al 17% nel quinquennio 2000-2005.

Il tasso di incremento dell’occupazione è costantemente superiore a quello medio regionale e «caratterizzato da un alto indice di stabilità del rapporto di lavoro - rileva Mauro Giordani, Direttore Generale di Legacoop E.R. - anche nei settori, come quello dei servizi, maggiormente esposti a condizioni di precarietà». Al dicembre 2005 gli occupati risultavano 140.548. I soci sono quasi 3 milioni, su una popolazione complessiva regionale di circa 4,2 milioni di cittadini. «Per la cooperazione, è motivo di grande soddisfazione constatare che i valori del lavoro e dell’occupazione stabile sono vitali e producono crescita. Ad essi si aggiunge un altro dato significativo: la longevità media delle imprese cooperative a dimostrazione del forte radicamento territoriale e della intergenerazionalità, che fa dell’impresa cooperativa una risorsa che non si delocalizza né si trasferisce», afferma Paolo Cattabiani, Presidente di Legacoop Emilia Romagna, riferendosi ai dati che attestano che l’11% circa delle imprese cooperative ha oltre 50 anni di vita contro una media del 2,10% delle società di capitali e dell’0,8% del totale delle imprese emiliano romagnole. Significativo anche l’apporto delle cooperative emiliano-romagnole all’erario: nel 2004 le stesse hanno versato circa 225 milioni di euro di imposte su utili realizzati per circa 700 milioni, con una incidenza pari al 32%. «Le coop sono in buona salute - spiega Cattabiani - e per il prossimo futuro non abbiamo motivo di preoccupazione; difficoltà cominciano a presentarsi per il medio periodo senza scalfire tuttavia l’importanza della cooperazione come componente strutturale ed essenziale del tessuto economico regionale.

Per questo, ma anche per i valori che rappresentiamo che sono tuttora “in corso”, ci candidiamo ad essere sempre più un soggetto interlocutore delle altre forze imprenditoriali e della Pubblica Amministrazione a livello regionale e locale.

Crediamo nella collaborazione tra le imprese per essere più forti e competitivi come sistema Emilia-Romagna e crediamo nella concertazione che, ciascuno con il proprio ruolo e responsabilità, deve contribuire ad individuare le giuste scelte per lo sviluppo. In questo quadro Legacoop Emilia-Romagna è pronta a fare i passi necessari per ulteriori convergenze unitarie tra le organizzazioni della cooperazione».

Forlì-Cesena

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La fine dei monopoli energetici rende possibile un consistente risparmio sulla bolletta energetica per cittadini e imprese. Alcune società, come Con Energia, cominciano a proporsi come fornitore a tariffe competitive.

Rivoluzione Gas Servizio a pagina 4

INFORMATICA

SOASI adatta il software libero alle esigenze delle cooperative

PRODUZIONE LAVORO

CEIF fattura 49 milioni di euro e adotta la rotonda del Pierantoni

Pagine 6

Pagina 8

CULTURA

SAPIM

La Malatestiana riconosciuta dall’Unesco memoria del mondo Pagina 6

Dopo il successo del “Party” si prepara il trentesimo

CELEBRAZIONE UNITARIA

FORMAZIONE

Giornata ONU delle cooperative, l’intervento delle tre centrali

Sicurezza aziendale, nuovi corsi promossi da Legacoop ed Efeso

Pagina 3

Pagina 5

Pagine 7

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Bollettino ufficiale di:

RUBRICHE

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La Società Cooperativa

Comunicazioni di servizio

UNIVERSITÀ:: Aziende e neolaureati hanno spesso aspettative diverse

Titolo due righe Orroresu quotidiano rubrica edella buone intenzioni

Più concertazione per la formazione

di Emanuele Chesi Si può scivolare nell’orrore anche con le migliori intenzioni. Per gli operatori dell’informazione è un pericolo costante. E quando si prendono in prestito le buone motivazioni di qualcuno per mascherare la propria spregiudicatezza, questo risultato è assicurato.

L’informazione si è data limiti che bisognerebbe fare rispettare È il caso della pubblicazione su un quotidiano di provincia delle foto di un feto di sette mesi. Il figlio della donna incinta massacrata dall’amante a Olmo di Martellago. Le foto sono state diramate dai genitori della povera vittima nell’imminenza del processo all’assassino. Un modo per dimostrare che quell’uomo aveva troncato due vite. Ci si è chiesti se quella foto doveva o no essere pubblicata.

C’è chi dice che all’informazione non possono essere messi limiti. E chi dice che la foto di un feto è comunque una barbarie, come quella della decapitazione di un ostaggio. Se i genitori della vittima hanno diffuso quella foto per una ‘nobile causa’, è però difficile pensare che chi l’ha pubblicata lo abbia fatto per lo stesso motivo e non semplicemente per solleticare il voyerismo dei lettori. Nelle norme deontologiche della professione giornalistica per quanto riguarda l’infanzia (la cosiddetta Carta di Treviso) ci sono già sufficienti indicazioni sui limiti da non superare. Forse sarebbe l’ora che questi limiti venissero fatti rispettare.

Indispensabile il dialogo con tutti gli attori coinvolti

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i interroghiamo da lunga data circa l’adeguatezza dei profili curriculari dei giovani laureati, spesso trascurando il tema della qualità dell’offerta occupazionale.

La naturale propensione di una istituzione come l’Università verso la produzione di sapere e alla sua trasmissione attraverso le persone, i laureati, pur essendo necessaria, non è evidentemente sufficiente a consentire un adeguato livello di crescita del territorio in cui questa opera.

Si aprono così diversi fronti di riflessione. Risulta spontaneo ad esempio chiedersi cosa radichi al territorio, oltre al benessere diffuso, se non un lavoro al-

l’altezza delle proprie aspettative.

Potrebbe dunque non essere di secondaria importanza agire anche sulla qualità dei posti di lavoro, e quindi sulla capacità delle aziende di rispondere alle aspettative dei nuovi laureati. È importante non cadere in tentazione. Un livellamento verso il basso della preparazione universitaria non è infatti una buona soluzione. Risolve, forse, un problema di occupazione (leggi radicamento), ma non di crescita.

I nuovi schemi di sviluppo dell’economia - inutile fare dei distinguo territoriali - si stanno aprendo ad orizzonti dove l’immateriale, la conoscenza, acquisiscono un’importanza crescente. Si

parla non a caso di “produttività totale dei fattori”, un indicatore complesso che consentirebbe di cogliere quegli aspetti del sistema produttivo che non sono necessariamente attribuibili alle quantità di capitale e di lavoro utilizzati, ma piuttosto al progresso tecnologico, alla qualità dell’istruzione e della formazione, all’efficienza organizzativa delle aziende e alla burocrazia.

Una sfida da non trascurare dunque!

Venendo ai fatti, e con un po’ di sano ottimismo, quell’intreccio di attori economico-istituzionali e quel concertare che talvolta l’osservatore distratto interpreta come farraginosa burocrazia, è in realtà il mezzo necessario, e speriamo anche

PROGETTO DI CRESCITA PROFESSIONALE MULTIFOR

Multifor (www.multifor.it) si occupa di formazione e di avvio alla carriera di figure manageriali di alto profilo. Il “Progetto di Crescita Professionale” ha coinvolto in questi anni numerose realtà aziendali della nostra provincia e altrettanti tirocinanti, rappresentando una modalità di approccio qualificato fra mondo produttivo e universo studentesco. Le cooperative interessate ad attivare tirocinii (durata sei mesi) presso le proprie strutture possono contattare la segreteria di Legacoop per l’invio del materiale informativo, tel. 0543 378211, email: legacoop@sapim.it

sufficiente, per traghettare l’intero “sistema” verso livelli di produttività capaci di far registrare incrementi del tasso di conoscenza diffusa (la produttività dei fattori p.e.) che rendono un territorio competitivo e appetibile sia in un’ottica nazionale, sia in una europea. Tornando in conclusione agli aspetti legati allo sviluppo economico brevemente accennati qui sopra, non si tratta di burocrazia fine a se stessa, ma di veri accordi in cui le scommesse fatte prendono forma e i protagonisti candidati ad agire il cambiamento finalmente si trovano a dialogare, costruendo i passi della strategia. Tirocinii di qualità, commissioni di monitoraggio sul lavoro etico, alta

Romagna Particolarmente

La Basilica del Monte di Cesena Di origine medievale, ma con elementi architettonici e di arredo di epoche e stili assai diversi, sorge su una collina a 131 metri di altitudine, che i Cesenati chiamano “il Monte”. L’unica fonte storica che faccia cenno alle origini del complesso è la “Vita mauri” di Pier Damiani, scritta probabilmente nel periodo fra il 1042 e il 1053.

In essa, lo storico fa cenno al luogo di romitaggio scelto da San Mauro sul colle detto “Saltus Spatiani” e alla sua sepoltura in un’arca di pietra nei pressi della chiesetta che egli stesso aveva costruito.

di Luciano Liuzzi

La Società Cooperativa Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena Editore: Sapim coop. Via Hercolani 2 Forlì Tel. 0543.378211 - Fax 0543.35383 www.sapim.it - info@sapim.it

Direttore Responsabile: Emilio Gelosi Redazione: Monica Fantini, Guglielmo Russo, Valdes Onofri, Massimo Brusaporci, Francesca Fiorini, Enrica Mancini, Davide Cortesi Foto: Fotogiornale Sabatini, Fabio Blaco, Archivio Ufficio stampa Legacoop Pubblicità: in proprio Impaginazione: Uff. Stampa Legacoop FC Stampa: Stab. Tipografico dei Comuni soc.coop. via P. Nefetti 55 - S.Sofia - tel. 0543 973016

formazione, network dei giovani imprenditori, tavoli di concertazione universitàimpresa, master brevi, mobilità universitaria, ricerca applicata, accordi di programma per lo sviluppo del territorio, sono alcuni degli elementi della scommessa per il futuro. Una complessità di strumenti che alla luce di una altrettanto complessa struttura del sistema economico sembra necessaria.

Senza un disegno condiviso non è possibile pensare di dare risposte ai due quesiti evocati in apertura di questa breve riflessione, incompleta, parziale, e forse anche approssimativa, che pertanto merita di essere aggiornata con i risultati che ci aspettiamo di ottenere nei prossimi anni.

COOPERAZIONE

La Società Cooperativa

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UNITARIO :: Il comunicato emesso da Legacoop, AGCI e Confcooperative in occasione della Giornata ONU delle coop

Aforismi Cooperativi

La riflessione delle tre centrali sull’andamento economico

Un club per dieci

Il movimento provinciale conta 590 imprese, 156 mila soci e 26 mila occupati vati, portatori di strategie di coerenza che nell’impegno alla concertazione consentano la valorizzazione del nostro bene primario, il territorio, tramite la valorizzazione di chi ne rappresenta prioritariamente la distintività: il sistema delle imprese locali.

La “ripresina” in atto, inoltre, non deve nascondere i problemi strutturali che si sono manifestati con forza nel corso dei dodici mesi appena trascorsi. Si avverte la pericolosa tendenza ad avvertire come “ineluttabili” certi avvenimenti, in quanto legati a scenari internazionali, come il rincaro dell’energia, o a fenomeni mediatici, come l’influenza aviaria.

Le cooperative ritengono invece che pianificare una strategia di crescita condivisa sia assolutamente possibile, purché questa sia frutto di un lavoro di “rete” che parta da valori e obiettivi comuni. Quest’anno il tema della Giornata della Cooperazione è la “costruzione della Pace”. È un argomento che alle cooperative sta particolarmente a cuore, non solo perché diverse aziende associate sono impegnate in progetti di ricostruzione in zone di guerra, come la Bosnia, ma anche perché i valori dell’impresa mutualistica mirano a creare convivenza, rispetto e ricchezza distribuita, senza riguardo al profitto fine a se stesso.

Le condizioni di partenza, insomma, di quella “pace sociale”, che consente di continuare a crescere e costruire il futuro.

Mauro Pasolini (Legacoop) Valter Rusticali (AGCI) Amedeo Scozzoli (Confcooperative)

UN Photo/Paulo Filgueiras - Fabio Blaco

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n occasione della Giornata Internazionale ONU della Co o p era zione AGCI, Confcooperative e Legacoop Forlì-Cesena hanno presentato, in termini aggregati, il valore economico-sociale che la cooperazione assume per il territorio.

L’appuntamento rappresenta la valorizzazione internazionale di un diverso modo di essere impresa che si è celebrato, nella sua dodicesima edizione, in tutto il mondo sabato primo luglio.

Le imprese associate sono 590, i soci 156 mila, gli occupati hanno superato quota 26mila (quasi 2mila in più rispetto al 2004) che significa oltre il 10% dell’intera occupazione provinciale. Il valore della produzione è di circa 4,6 miliardi di euro che ci attesta a circa il 30% del Valore aggiunto del territorio.

L’appuntamento diviene spunto per una riflessione unitaria sull’economia della nostra provincia e sui temi di solidarietà e di mutualità che la cooperazione non solo esprime ma incarna come elementi di sua identità che si ripercuotono sul territorio in termini di coesione sociale. Oggi che anche il presidente del Consiglio torna a parlare di “concertazione”, riconosciamo che proprio in un momento di ristrettezze finanziarie come questo le cooperative possono dare il loro maggior apporto, contribuendo a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici attraverso l’esternalizzazione.

Questo significa divenire, insieme agli altri attori sociali sia pubblici che pri-

di Pietro Caruso

IL MESSAGGIO DI KOFI ANNAN

«I Governi di tutto il mondo riconoscano il contributo delle cooperative alla pace» Il tema scelto quest’anno per celebrare la giornata Internazionale delle Cooperative, “Costruire la Pace attraverso le Cooperative”, evidenzia il crescente significato di queste imprese nel promuovere la pace e lo sviluppo.

Il movimento cooperativo internazionale è sempre stato una voce per la pace. Se torniamo indietro negli anni, al periodo turbolento che portò alla Prima Guerra mondiale, il movimento cooperativo si schierò fermamente contro il militarismo. Negli anni successivi, l’Alleanza Cooperativa Internazionale sostenne fortemente sia la Lega delle Nazioni e, in seguito, le Nazioni Unite. Oggi le cooperative contribuiscono alla costruzione della pace promuovendo lo sviluppo locale economico e sociale. Nelle società post-conflitto, esse reintroducono sistemi equi di distribuzione, creano sistemi di approvvigionamento e marketing, forniscono accesso ai servizi finanziari e generano occupazione. Il loro modello di sviluppo- ponendo l’enfasi sull’auto-aiuto e la mutualità – facilita la riconciliazione sociale e politica.Allo stesso tempo, le cooperative danno potere agli individui e forniscono occasioni di dialogo per processi democratici che partano dal basso. La loro natura collaborativa promuove la fiducia e aiuta a sviluppare il capitale sociale all’interno delle comunità. I loro benefici sono spesso maggiori laddove vi è un grande bisogno - da parte delle vittime dei conflitti, delle donne, e di altri gruppi vulnerabili, come pure nelle crisi umanitarie. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ad esempio, le cooperative hanno giocato un ruolo prezioso nell’opera di riabilitazione dei sopravvissuti allo Tsunami che ha colpito l’area Est Asiatica.

In occasione di questa giornata internazionale, Io incoraggio i governi e la società civile a riconoscere il prezioso contributo che danno le cooperative verso la costruzione della pace e a collaborare con esse in quanto partners vitali nel perseguire lo sviluppo sostenibile e nel creare un mondo più giusto e più pacifico.

L’idea che l’ultimo G8, interamente dedicato a contenere gli effetti deflagranti della crisi medio-orientale, non fornisca un quadro di esauriente risposta ai problemi politici ed economici del mondo, ormai colpisce anche gli analisti meno attrezzati. L’Occidente capitalistico è in grado di informare con le sue leggi generali economiche e politiche gran parte del mondo, ma è come se, almeno in parte, avesse perso un carattere propulsivo. La crisi in cui si dibattono gli Stati Uniti è grave e assomiglia alle torsioni che un grande Impero (del quale per altro l’Italia fa parte almeno dal 1944) subisce nelle sue fasi convulsive, quelle che precedono a travagli e nuove nascite. Né l’Europa che tarda ad unirsi sembra comprendere che la stessa sua presenza in un consesso come il Consiglio di sicurezza dell’Onu o in ambiti di confronto sovranazionale come il G8 dovrebbero vederla con un unico seggio.

Impedire che Cina e India siedano nel club più esclusivo della terra, sebbene lasci sul terreno dei diritti umani più di una perplessità, non può frenare un ulteriore passaggio e trasformazione della realtà. Felici e smemorati abbiamo festeggiato con l’azzurro della nazionale di calcio la nostra tradizione calcistica vittoriosa, ma non abbiamo trovato le parole giuste per mettere a maggiore agio coloro che si danno con generosità per unire il mondo su ideali di libertà ed anche di pace.

Il club dei Dieci non risolverebbe tutti i problemi sul tappeto. È però vero che senza questa nuova speranza di armonia fra le nazioni l’affamata belva del diritto del più forte non si sentirà sazia.

Solo che il cibo che reclama è la nostra carne, le nostre case, la nostra tranquillità. Il partito del terrore, al di là delle utopie dissolutive che persegue, sa che colpendo i grandi Paesi della Terra può vincere. In questo modo creerebbe un nuovo ordine inverso a quello degli ideali di Kant.

Solo che l’Occidente si salva se rinasce, con una nuova politica.

Prima ancora che rispolverando memorie di Crociate.

ENERGIA E AMBIENTE

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La Società Cooperativa

LIBERALIZZAZIONI :: La società del Gruppo Conscoop si propone come venditore di metano per aziende e cittadini

COME FUNZIONA

Cambiare fornitore del gas?

Le opportunità di Con Energia Stipulare il contratto e semplice: non si cambiano né contatori né tubature bilità a tutte le aziende di comprare gas metano a prezzi competitivi rispetto al mercato. L’opportunità viene offerta non solo alle imprese, ma anche ai privati cittadini.

Cambiare il proprio fornitore di energia è semplice.

Non si devono cambiare i vecchi contatori nè installare nuove tubature: basta stipulare un nuovo contratto con il gestore, che provvederà ad inoltrare le nuove bollette all’utente.

Un meccanismo semplice già sperimentato nella telefonia. Sarà compito del nuovo venditore pagare un affitto al gestore della rete di distribuzione gas. Con Energia ha la possibilità di utilizzare reti già esistenti, e dunque può vendere gas naturale in tutta Italia senza alcuna limitazione territoriale.

Francesca Fiorini

Fabio Blaco

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on Energia è una società di vendita di gas naturale che ha iniziato l’attività il 1° gennaio 2003, da quando cioè tutti i consumatori hanno potuto scegliere liberamente il loro fornitore di metano per usi domestici e industriali.

Infatti, tutti i consumatori di gas metano, ai sensi del D.Lgs.164/2000 (Decreto Letta), possono stipulare contratti di acquisto con qualsiasi distributore del territorio italiano.

Con Energia (www.conenergia.net) è presente da anni in Calabria, Molise, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna ed Abruzzo. Oggi questa società di vendita, che fa parte del Gruppo Conscoop e ha aderito a Legacoop Forlì-Cesena, è presente anche sul nostro territorio e offre la possi-

RISPARMIO :: I distributori di elettricità e gas devono installare tecnologie per l’efficienza energetica

“E.S.Co” a risparmiare un po’ di energia Previsti risparmi in bolletta dal 10% al 50% senza costi aggiuntivi per l’utente

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decreti ministeriali del 20 luglio 2004 sull’efficienza energetica istituiscono un innovativo sistema di promozione delle tecnologie energeticamente efficienti.

Fissano infatti l’obbligo, per i distributori di energia elettrica e gas con bacini di utenza superiori ai 100.000 clienti, di effettuare interventi di installazione di tecnologie per

l’uso efficiente dell’energia presso gli utenti finali, in modo da ottenere un risparmio prefissato di energia primaria nei cinque anni successivi.

A tal fine, le aziende distributrici possono acquistare titoli di efficienza energetica rilasciati dal Gestore del Mercato Elettrico alle società di servizi energetici (E.S.Co.) che abbiano effettuato interventi fra quelli ammessi

dai Decreti stessi. E.S.Co. è l’acronimo di “Energy Service Company”, ovvero Società di Servizi Energetici. Gli obblighi imposti ai distributori di energia elettrica e gas per il periodo 2005-2009, nei recenti decreti del 20 luglio 2004 con decorrenza dal 1 gennaio 2005, sono segnali concreti di una dovuta attenzione al risparmio energetico.

Lo scopo della E.S.Co.

è quello di ridurre la bolletta energetica degli utenti finali di una percentuale variabile dal 10 al 50%, tramite interventi di risparmio energetico e finanziario.

L’originalità dell’attività della E.S.Co. consiste nel fatto che gli interventi materiali necessari a conseguire gli obiettivi di risparmio energetico sono sostenuti dalle stesse E.S.Co., e non dal cliente

o utente finale.

L’utente energetico è sgravato da ogni forma di investimento, e non dovrà preoccuparsi di finanziare gli interventi migliorativi dell’efficienza dei propri impianti.

La E.S.Co. si ripaga l’investimento e il costo dei servizi erogati con una parte del risparmio energetico effetto dell’intervento.

(F.F.)

Dal 1° gennaio 2003 il mercato del gas naturale in Italia è stato completamente liberalizzato, completando il processo iniziato nel 1999: tutti i clienti finali hanno ora la possibilità di acquistare il gas da fornitori direttamente selezionati sul mercato. In pratica il mercato del gas, che prima era gestito in regime di monopolio, si è avviato a divenire concorrenziale grazie alla liberalizzazione di alcuni settori, come ad esempio la vendita: più operatori sul territorio venderanno il gas proponendo offerte diverse, in regime di concorrenza. Come è già avvenuto per il settore elettrico, il Decreto Letta ha istituito la figura del “cliente idoneo”, ossia la persona fisica o giuridica che può stipulare contratti di fornitura di energia elettrica con qualsiasi produttore, distributore e grossista, in Italia e all’estero. Vediamo come funziona il meccanismo: il distributore, che opera sul territorio in regime di monopolio legale (ovvero ottiene la concessione dall’ente locale di riferimento), gestisce la rete di distribuzione e provvede, per conto del cliente finale o del venditore, ad allacciare il cliente alla rete del gas e a fare, per conto del cliente o del venditore, tutte le operazioni connesse alla gestione dell’impianto del gas, fino al contatore. Il distributore è anche responsabile di posa, manutenzione, verifica e lettura periodica del contatore del cliente. Il venditore, invece, compra il gas all’ingrosso e lo vende al cliente finale. Per far giungere il gas acquistato al cliente finale, il venditore ha la necessità di trasportarlo sulle reti di trasporto nazionale, regionale e locale; il venditore, quindi, oltre a sostenere il costo di acquisto del gas, paga al gestore delle reti l’uso della rete e delle altre infrastrutture, secondo una tariffa fissata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Il venditore è colui che si può proporre al cliente per la fornitura di gas, ed è il soggetto con cui il cliente stipulerà il contratto per l’acquisto di gas.

Ne consegue un’importante opportunità per l’ottimizzazione delle forniture energetiche nelle aziende e, in teoria, per tutti i consumatori.

SICUREZZA

La Società Cooperativa

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LEGACOOP :: L’associazione, in collaborazione con Efeso, propone tre percorsi formativi per adeguare le figure di RSPP e ASPP

Nuovi corsi per i responsabili sicurezza La consulenza tecnica è fornita da Formula Risorse

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ambiano le regole e i requisiti per chi si occupa di sicurezza nel posto di lavoro e Legacoop Forlì-Cesena si attrezza per attivare i percorsi formativi opportuni a costi agevolati. Il Decreto Legislativo 195/2003 ha infatti introdotto una norma per cui gli addetti e i responsabili dei servizi di prevenzione e protezione (RSPP, in breve), devono avere capacità e requisiti professionali adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro, essere in possesso di un titolo di studio non inferiore al

diploma superiore, e infine essere in possesso di attestato di frequenza a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi e alle attività lavorative.

In attuazione del D.Lgs. 195/2003 sono stati definiti i contenuti minimi dei corsi di formazione per RSPP e ASPP, con il provvedimento del 26 gennaio 2006 della Conferenza Stato-Regioni.

I corsi organizzati secondo quanto determinato dal provvedimento hanno pertanto l’obiettivo di formare adeguatamente i Responsabili e gli Addetti ai servizi

di prevenzione e protezione (ASPP, in breve), fornendo competenze specifiche in aggiunta a capacità e attitudini professionali. Legacoop Forlì-Cesena in collaborazione con Efeso e con la consulenza tecnica di Formula Risorse promuove l’attivazione di percorsi formativi rivolti alle Cooperative aderenti a Legacoop Forlì-Cesena, con costi agevolati rispetto a quelli a libero mercato. Legacoop Forlì-Cesena ed Efeso sono, infatti, enti accreditati alla formazione per le figure in oggetto. I corsi sono strutturati in tre moduli (A B e C):

LA FORMAZIONE È TRA I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA “626”

«Così si crea una cultura della prevenzione» Il decreto legislativo 626/1994, ovvero “la legge sulla sicurezza nel lavoro”, ha introdotto importanti novità nel campo della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, cambiando completamente l’impostazione della tecnica di prevenzione.

Con la 626/94 si passa da una normativa incentrata su un tipo di intervento “a posteriori” dell’infortunio a un decreto focalizzato sulla prevenzione e sull’informazione. Questa legge, infatti, coinvolge tutti i lavoratori nella gestione del sistema di sicurezza, definendo così il passaggio da un sistema incentrato sulle regole ad uno incentrato principalmente sul lavoratore. L’obiettivo è quello di minimizzare i rischi connessi alle mansioni lavorative attraverso due tipologie d’azione tra loro connesse: lo sviluppo di sistemi di gestione della salute e della sicurezza e l’informazione e la formazione dei lavoratori. In primo luogo, il D.Lgs. 626/94 prevede un intervento organico che coinvolge tutti i soggetti del processo produttivo nel coordinamento della prevenzione mediante un “servizio di prevenzione e protezione” dai rischi professionali, che provvede all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro.

Questo processo viene portato avanti da una serie di figure professionali in-

trodotte dalla nuova normativa e coordinate dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), un incaricato dal datore di lavoro che deve essere in possesso di capacità e requisiti professionali definiti per legge. L’RSPP elabora le misure preventive e protettive e i sistemi di controllo di tali misure.

La legge è inoltre incentrata sull’obbligo del datore di lavoro di far conoscere ai dipendenti i rischi connessi alla prestazione lavorativa: “informare e formare per prevenire e quindi ridurre al minimo i rischi”. La formazione rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo di una cultura della sicurezza all’interno del luogo di lavoro. L’attenzione alle azioni che sensibilizzano i lavoratori è testimoniata dall’organizzazione di percorsi formativi incentrati sulla sicurezza in ambito di lavoro e sulle mansioni specifiche, che il datore di lavoro deve attivare sia in fase preventiva all’assunzione che in fase di sostanziali cambiamenti nelle condizioni di sicurezza o nella mansione di lavoro. Proprio questa attenzione alla salute e al benessere dei lavoratori rende la promozione della salute nei luoghi di lavoro un elemento molto importante, che contribuisce non solo al benessere del singolo lavoratore, ma anche alla sicurezza delle imprese presso le quali essi lavorano.

Francesca Fiorini

il modulo A è il corso di base e dura 28 ore; il modulo B (corso di specializzazione) tratta della natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative, e la sua durata varia da 12 a 68 ore, a seconda del macrosettore di riferimento; il modulo C (corso specializzazione per RSPP) è solo per RSPP e dura 24 ore. In aggiunta ai corsi di cui sopra sono previsti corsi di aggiornamento da effettuarsi con periodicità quinquennale e di durata variabile secondo il macrosettore di competenza (60 ore per RSPP dei settori 3-4-5-7; 40 ore per RSPP dei settori 1-2-6-8-9; 28 ore per ASPP). Al termine dei corsi verrà rilasciato un attestato di frequenza con relativa verifica dell’apprendimento.

Per il Datore di Lavoro, che ai sensi dell’art. 10 del D. Lgs. 626/94 assume in proprio l’incarico di RSPP, resta in vigore solo l’obbligo di seguire un corso di formazione specifico della durata di 16 ore. Per chi fosse interessato ai corsi può contattare gli uffici di Legacoop Forlì-Cesena. Il termine ultimo per le iscrizioni al corso è stato fissato al 4 agosto 2006. (F.F.)

IL PROGRAMMA E I COSTI DEI CORSI

Modulo A - Corso di Base Docente: Durata: Sede: Inizio Attività:

Esperti Accreditati di settore 28 ore Legacoop Forlì-Cesena Settembre/Ottobre 2006

Quote di Partecipazione: Costo Associati Costo non Associati

440,00 Euro + IVA 540,00 Euro + IVA

Modulo B - Corso di Specializzazione Docente: Durata: Sede: Inizio Attività:

Esperti Accreditati di settore da 12 a 68 ore Legacoop Forlì-Cesena novembre/Dicembre 2006

Quote di Partecipazione: 12 ore Costo Associati non Associati

200,00 Euro + IVA 280,00 Euro + IVA

24 ore

Costo Associati non Associati

420,00 Euro + IVA 500,00 Euro + IVA

36 ore

Costo Associati non Associati

630,00 Euro + IVA 690,00 Euro + IVA

48 ore

Costo Associati non Associati

850,00 Euro + IVA 900,00 Euro + IVA

Modulo C - Corso di specializzazione per RSPP Docente: Durata: Sede: Inizio Attività:

Esperti Accreditati di settore 24 ore Legacoop Forlì-Cesena Settembre 2006

Quote di Partecipazione: Costo Associati Costo non Associati

380,00 Euro + IVA 470,00 Euro + IVA

ATTUALITÀ

6 Roma, Romagna

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NUOVE ADESIONI :: Entra in Legacoop un sodalizio dedicato all’Open Source informatico

Globale e Solidale

Una SOASI per i computer di Cristian Maretti Roma, martedì 4 luglio ’06, a seguito del Decreto Bersani c’è il blocco spontaneo dei taxi, all’aeroporto di Fiumicino, non c’è un solo cartello che indichi questo problema. Probabilmente si pensa che il turista in arrivo da New York o da Londra sia stato avvisato dalla CNN o dalla BBC. Arrivo sul famoso Leonardo Express, stracolmo, gente in piedi o seduta alla meglio sulle proprie valigie. Nel nostro vagone l’aria condizionata non funziona. Fuori ci sono appena 36 gradi e il carrello con le bibite e l’acqua è tragicamente bloccato dalla ressa. Chiedo al controllore: «Con il blocco dei taxi avete previsto corse supplementari?». Il suo sguardo mi fa capire che è come se gli avessi chiesto il nome della nonna di Garibaldi. Cerco di consolarmi pensando che l’ATAC avrà sicuramente aumentato le corse dei pullman. Arrivo a Termini nel punto più lontano dagli altri treni, il tapis roulant del sottopassaggio non funziona, avanti a piedi con le borse. Avanzatissime telecamere a circuito chiuso vigilano su viaggiatori che imprecano in tutte le lingue. Finalmente arrivo ai treni: l’Eurostar per Bologna è in ritardo di dieci minuti. Passano i dieci minuti ed il ritardo diventa di trenta minuti. Nessun tipo di comunicazione segnala se il treno prima o poi arriverà, oppure se convenga prenderne un altro di quelli in partenza. Finalmente si parte. Arrivo a Bologna: la voce del capotreno ci annuncia che il ritardo è di 23 minuti invece dei 25 che sarebbero stati necessari per avere il bonus del 50% per il rimborso del biglietto. Sconsolato recupero l’auto dal parcheggio, accendo la radio, l’Italia vince 2-0 con la Germania. Esulto, anche con la Francia. Ma se abbiamo vinto davvero qualcosa ve lo faccio sapere la prossima volta che atterro a Fiumicino.

In portafoglio collaborazioni per Salastampa.info e Casafc.it

S

i chiama Soasi ed opera nel settore dell’amministrazione di reti e servizi informatici e nello sviluppo di software libero (open source), oltre che in quello dei corsi di formazione in materia: è una cooperativa di Forlì, nuova entrata in Legacoop, nata dall’idea di quattro ragazzi di fare della loro passione per l’information technology una vera e propria professione.

A costituirla sono Alessandro Boschi (presidente), Alessandro Ronchi, Stefano e Davide Giunchi (nella foto).

Al suo attivo, nonostante la giovane età (Soasi è infatti nata nel marzo 2005), la cooperativa ha già importanti progetti e collaborazioni, tra cui quelle con Sapim e Input per la realizzazione dei portali www.salastampa.info e www.casafc.it, commissioni da enti pubblici e aziende

private. Ma è soprattutto nel settore del software libero (Linux e analoghi) che Soasi punta maggiormente: «acquistare un software open source – ci spiega Alessandro Ronchi – significa in pratica non dover pagare i costi delle licenze, ma solo quello della progettazione iniziale.

Questo garantisce, inoltre, la possibilità di adattare il prodot to alle e sigenze del cliente, con la possibilità di ap p or t ar e le modifiche necessarie». «L’open source – continua Ronchi – può essere una grande opportunità anche per il mondo cooperativo: basti pensare al risparmio che potrebbe assicurare ad aziende che si costituiscano in gruppi di acquisto per far sviluppare una soluzione che tutti potranno utilizzare senza limitazioni». (E.M.)

ENOTECA REGIONALE

di Fabio Gavelli

L’amministratore delegato di Due Tigli, Lauro Giovannini (foto), è entrato a far parte del CDA dell’Enoteca regionale dell’Emilia-Romagna, in rappresentanza del Gruppo Cevico.

A Giovannini vanno le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro dei cooperatori di Legacoop Forlì-Cesena.

CULTURA :: La Biblioteca di Cesena riconosciuta “Mémoire du Monde” a livello mondiale

L’Unesco premia la Malatestiana

L

a Biblioteca Malatestiana di Cesena è stata riconosciuta dall’Unesco Mémoire du monde: lo “scrigno” cesenate di codici miniati e volumi di età rinascimentale è il primo bene culturale italiano a fare la sua comparsa nella lista dei patrimoni documentari unici e di rilievo per la storia dell’umanità, come “raro esempio di una completa e meravigliosa collezione conservata dalla metà del XV sec., appena prima dell’avvento della stampa in Europa.

La collezione è un esempio unico di biblioteca umanistica del Rinascimento, momento in cui le prime valutazioni sugli scritti e

sugli insegnamenti cristiani lasciavano la strada a varie considerazioni secolari.

La collezione è contenuta nell’originale edificio di Cesena”.

A suggellare ufficialmente la registrazione della Malatestiana è stata, lo scorso 19 maggio, una cerimonia pubblica alla quale hanno preso parte, oltre alle autorità cittadine, il vice direttore generale Unesco per la comunicazione e l’informazione, Abdul Waheed Khan, e il presidente della Commissione Italiana Unesco, Giovanni Puglisi. «È un riconoscimento che ci onora e dà lustro all’intera città di Cesena – commenta Daniela Savoia, di-

rettrice dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana – e si configura idealmente come il coronamento del percorso avviato con le celebrazioni per i 550 anni della Biblioteca. Un percorso che è stato scandito da una serie di tappe importanti, tra cui il ritorno dell’ottavo codice del Bessarione, acquistato nel 2002 in occasione di un’asta da Christie’s; la grande mostra dedicata a “Malatesta Novello magnifico signore”, allestita fra il dicembre 2002 e la primavera 2003; il convegno di studi “Il dono di Malatesta Novello” e l’avvio del progetto del “Catalogo aperto dei manoscritti malatestiani”, attraverso il quale la Bi-

Quando il fornaio batte McDonald’s

Foto Sabatini

L’Italia mondiale non viaggia in taxi

blioteca mette a disposizione in rete il suo patrimonio codicologico».

Senza dimenticare le altre grandi mostre che in questi anni, grazie al contributo di molte aziende del territorio, tra cui diverse cooperative, hanno riscosso enorme interesse e grande successo di pubblico: “Le belle forme della natura - La pittura di Bartolomeo Bimbi tra scienza e ‘maraviglia’ (20012002), “Amilcare Zavatti ingegnere architetto” (2002), “Scritte dal dito di Dio” (2002), “Storie barocche” (2004); “ Mauro Guidi tra utopia e realtà (1761-1829)” (2005) e infine “Corrado Giaquinto. Il cielo e la terra” (2005-2006). (E.M.)

La notizia del fornaio di Altamura che ha “sconfitto” Mc Donald’s è finita persino sul New York Times. È accaduto che nel paesino pugliese la grande catena americana di fast food ha chiuso il suo ristorante perché la gente preferiva i cibi locali. Dov’è la notizia visto che chiunque abbia un palato non può avere dubbi in proposito? Il fatto è che in giro per il mondo a partire dagli anni Ottanta è successo il contrario. L’alimentazione industriale spesso ha spazzato via le culture gastronomiche artigiane e familiari.

La lotta è impari perché alla potenza economica e commerciale si associa la pubblicità che promuove l’agrobusiness.

Da qualche anno è però in atto un’inversione di tendenza, sostenuta da associazioni internazionali come Via Campesina, che mira alla riscoperta e alla valorizzazione dei patrimoni gastronomici locali. Su questo versante in Italia spiccano le iniziative di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che in autunno presenterà la seconda edizione di Terra Madre (www. terramadre2006.org) incontro fra comunità di piccoli produttori di tutto il mondo che rischiano la scomparsa di un patrimonio di ingredienti e saperi; nel 2004 arrivarono in Piemonte 5 mila delegati di 130 Paesi, c’erano anche gli esquimesi. L’immagine molto americana di panino e bibita sul vassoio di plastica non è più così in auge, se è vero che Mc Donald’s ha modificato gli storici menù proponendo surrogati di piatti regionali. L’Italia poi non si è rivelata terra di conquista per hot dog e hamburger, ma è fondamentale che si costruisca e consolidi la rete internazionale delle comunità del cibo, che si propone anche di cambiare le norme messe a punto dal WTO su pressioni delle multinazionali. Uno degli obiettivi è mettere le produzioni tipiche al riparo da un’estinzione che potrebbe rivelarsi altrettanto grave di quella delle specie animali e vegetali.

La Società Cooperativa

ANNIVERSARI

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EVENTI :: Circa 400 clienti, soci e fornitori di Sapim si sono dati appuntamento a Ca’ di Giorgio e Maria per festeggiare l’arrivo dell’estate

Sapim Party, arrivederci al 2007 Già iniziati i preparativi per il prossimo anno, quando la festa coinciderà col trentesimo

Foto Sapim

È

solo al terzo anno di vita, ma è già diventato un appuntamento imperdibile: il “Sapim Party”, la festa dell’agenzia di servizi avanzati di Legacoop ForlìCesena, anche quest’anno ha richiamato circa 400 presidenti, soci, fornitori, clienti e amici del movimento cooperativo, oltre alla consueta carrellata di cooperatori, opinion leader e rappresentanti del mondo dei media.

Alla serata del 15 giugno a Ca’ di Giorgio e Maria hanno partecipato, fra gli altri, anche il Sindaco di Cesena, Giordano Conti, il presidente di Legacoop Forlì-Cesena, Mauro Pasolini, i parlamentari Giuliano Pedulli e Sandro Brandolini, il consigliere regionale Paolo Lucchi, l’assessore provinciale al Turismo, Luciana Garbuglia, il neosindaco di Cesenatico, Nivardo Panzavolta, il consigliere di Hera Spa Roberto Sacchetti, oltre a numerosi assessori e consiglieri comunali del comprensorio.

Non si sono ancora spenti del tutto gli echi della festa che già si è al lavoro per organizzare il Sapim Party del giugno 2007. L’evento rappresenterà il culmine delle iniziative per il trentesimo anniversario della cooperativa.

REDAZIONALE A CURA DI SAPIM

La Società Cooperativa

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:: Portano la firma della cooperativa gli impianti elettrici di edifici di prestigio, come il Teatro alla Scala e l’aeroporto di Catania

Per CEIF grandi opere in tutta Italia con competenza e professionalità li che detengono le quote maggioritarie, occorre mettere in campo una grande professionalità tecnica abbinata a capacità di gestione. Emerge con particolare evidenza l’importanza strategica di poter contare su persone esperte, preparate e fortemente motivate.

«La cooperativa - prosegue Bonamici - ha da sempre adottato la politica di porre il lavoratore, e la sua soddisfazione, al centro di ogni obiettivo perseguendo le migliori condizioni di sicurezza e salubrità nei propri cantieri e in tutti gli ambienti di lavoro e fornendo la migliore dotazione tecnica per la continua ricerca dell’eccellenza sul lavoro. Per queste ragioni investe in formazione. Nel 2005 sono state impiegate 1.140 ore per la formazione in aula nell’ambito di 6 corsi organizzati con l’ausilio di docenti esterni».

La nota solidità patrimoniale e finanziaria della cooperativa, l’erogazione, come ogni anno, dell’inte-

grazione salariale (ristorno) e la vantaggiosa remunerazione del prestito sociale, contribuiscono a rafforzare il legame fra cooperativa e soci. «Per i giovani - afferma con orgoglio Bonamici - diventare soci in CEIF è un punto di arrivo; dopo tre anni di lavoro in cooperativa, avendo comprese la filosofia e la missione, quasi

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La rotonda “adottata” da CEIF davanti all’Ospedale Pierantoni di Forlì. A destra: il presidente di CEIF, Alberto Bonamici, consegna la targa della Cooperativa a Gilberto Billi, andato in pensione alla fine del 2005.

tutti scelgono di diventare soci e di stare in CEIF, il più delle volte fino alla pensione».

Al 31 dicembre 2005 l’anzianità media era di 41 anni e 27 dipendenti avevano maturato più di 25 anni di servizio in CEIF. Ma lavorare in CEIF vuol dire anche sacrificio personale.

L’anno scorso solo il 20% del lavoro è stato realizzato nell’area di sede mentre il rimanente proviene dagli altri cantieri sparsi in tutto il territorio nazionale. Complessivamente sono stati attivi circa 30 cantieri.

I più significativi sono il Villaggio olimpico di Torino, l’aerostazione di Catania, gli ospedali di Empoli, Marsala e Meldola, le Terme di Merano e i centri commerciali “le Befane” e “Malatesta” di Rimini, “Due

Archivio CEIF

N

el 2005 la CEIF ha realizzato oltre 49 milioni di euro di lavoro, con un utile netto di 620 mila euro. Si evidenzia un incremento della produzione del 48% rispetto al 2004 e del 110% rispetto al 2003.

Il dato contabile della produzione è dunque raddoppiato in soli due anni, ma in buona misura per effetto della doppia fatturazione dello stesso lavoro al committente e alla società consortile che affida l’esecuzione ai soci. «È il mercato - spiega il presidente, Alberto Bonamici - che ci ha portato a partecipare a grandi lavori in ATI (Associazione Temporanea di imprese) con le imprese edili. Lavori sempre più grandi, dove è necessario costituire apposite società consortili per la gestione del cantiere, ma con redditività sempre più povera».

In contesti come questi, per non essere sopraffatti dalle grandi imprese edi-

Foto Blaco

La cooperativa non dimentica il radicamento sul territorio: “adottata” la rotonda del Pierantoni

Pini” di Pomezia.

«Il portafoglio ordini spiega il presidente - contiene attualmente lavori per circa 70 milioni: di essi 36 milioni circa sono previsti nel budget del 2006 e i rimanenti saranno realizzati nel 2007 e successivi.

Siamo lieti di aver acquisito, in questi ultimi giorni, l’appalto per la realizzazione dell’ampliamento della centrale di termovalorizzazione rifiuti solidi urbani di Forlì in partnership con altre imprese locali».

Anche se non si chiama

più Cooperativa Elettricisti Forlivesi ,ma più semplicemente CEIF Società Cooperativa, essa è profondamente legata al territorio e alla città, dove spesso partecipa alla vita sociale attraverso contributi alle varie iniziative locali. Tra le ultime, in ordine di tempo, la convenzione con l’Università di Forlì per l’accoglimento di studenti in stage, e l’”adozione” della rotonda all’ingresso dell’Ospedale cittadino dove la CEIF ha realizzato gli impianti elettrici.