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Mensile ufficiale di:

Forlì-Cesena

Mensile ufficiale di Legacoop Forlì-Cesena - Editore: Sapim soc.coop. - Anno XI n.10 ottobre 2007 - Aut.Trib. di Forlì del 20/10/97 - Reg.Stampa n.28/97 - Poste Italiane spa - spedizione in a.p. D.L.353/03 (Conv. L.46/04) art.1 comma 1, DCB Forlì - Tassa pagata - La presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale e i dati relativi a nominativi e indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art.7 D. Lgs. 196/2003, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, l’aggiornamento la rettifica o la cancellazione oppure opporsi gratuitamente al loro utilizzo scrivendo a: Legacoop Forlì-Cesena, via Monteverdi 6/b, 47100 Forlì. codice ISSN 1971-6842

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EDITORIALE

Venerdì 19 ottobre alla cooperativa COCIF si è svolto un dibattito particolarmente interessante sul senso, sulla natura e sul ruolo della cooperazione. Le tesi che si sono confrontate fra i diversi relatori e che più hanno attirato l’attenzione del pubblico sono state quelle del dottor Mazzuca, direttore del Resto del Carlino, e del professor Sapelli, autore del libro “Il futuro dell’impresa cooperativa”. Mazzuca, sottolineati positivamente i valori distintivi della cooperazione, li ha però legati alla dimensione dell’impresa cooperativa, manifestando forti dubbi sul loro mantenimento e sulla loro reale autenticità quando l’impresa è grande. Concludendo, Mazzuca ha sostenuto che l’impresa cooperativa è distinguibile per quei valori solo quando le sue dimensioni sono piccole. Sapelli, di contro, partendo dalla considerazione (statistica) che il tessuto imprenditoriale italiano è piccolo e che nel contesto di questa dimensione diffusa l’impresa cooperativa è mediamente la più grande (la media degli addetti nelle imprese private è di 7, in quelle cooperative è di 14), non ha attribuito alle dimensioni alcuna valenza distintiva. E ha concluso che in generale il mondo delle imprese cooperative mantiene vivi quei valori e quei principi e quindi la funzione della cooperazione non è valutabile in relazione alle sue dimensioni; mentre è valutabile in relazione alla modernità della sua organizzazione. Sapelli, semmai, ha stigmatizzato con forza l’incapacità dei cooperatori di farsi conoscere. Entrambe le tesi, a mio parere, nella loro diversità radicale, peccano di un limite comune. Non si sottraggono alla suggestione di coniugare (con significato negativo, la prima, con significato positivo la seconda) la dimensione con i valori. Questo limite, che vizia la prospettiva di ogni ragionamento, discende da un pregiudizio politico. I critici giudicano la cooperazione, l’impresa cooperativa ed il suo ruolo nel mercato, con l’occhio e il pensiero rivolto alle sue origini politiche, e in realtà sono queste che vogliono avversare. Per questi la cooperazione (in particolare quella definita rossa) non è vista per i suoi connotati organizzativi e imprenditoriali, ma è considerata uno strumento economico al servizio di una parte politica. “Falce e carrello” è un esempio prosaico esplicito ed emblematico. Questi, al massimo, concede alla cooperativa una funzione imprenditoriale residuale, in quanto funzionale a ricoprire quelle fette di mercato marginali che non interessano all’impresa privata. (segue a pagina 5)

Legacoop in cifre: 100 mila soci, 250 imprese, 12 mila occupati, due miliardi di euro di fatturato. Ma i numeri non dicono tutto: il bilancio di sostenibilità delinea i contorni di un modello condiviso di responsabilità sociale delle imprese, tra crescita economica, rispetto dell’ambiente e solidarietà diffusa.

La responsabilità di essere grandi SERVIZIO A PAGINA 4

ALL’INTERNO

Intervista a Vasco Errani

_____________ a pag. 3

COAP a lezione con il campione

_____________ a pag. 7

Apofruit sbarca in Sicilia

_____________ a pag.8

Fon.Coop: cresce la formazione

_____________ a pag. 9

C.A.C. forma i soci più giovani

____________ a pag. 12

In cooperativa la casa costa meno

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ULTIM’ORA :: La struttura sarà un punto di eccellenza nazionale

Conscoop vince l’appalto per l’ospedale di Lagonegro

È

destinato a diventare un punto di eccellenza nazionale l’ospedale per acuti di Lagonegro, in provincia di Potenza, di cui l’associazione temporanea di imprese guidata da Conscoop si è appena aggiudicata l’appalto. La notizia è della fine di ottobre: la giunta regionale ha appro-

vato gli atti di gara della struttura, che sorgerà in località “Castagnareto”, nei pressi dello svincolo della Salerno-Reggio Calabria. L’ospedale avrà 235 posti letto e un costo complessivo di circa 62 milioni di euro. La superficie è di circa 20 mila metri quadri, per un volume di 230 mila metri cubi.

Secondo le previsio ni saranno necessari tre o quattro anni per arrivare al taglio del nastro. Il nosocomio ha però già un nome: si chiamerà “Monna Lisa il tempio della salute”, un appellativo ideato per rispondere alle aspettative di nuovi e qualificati servizi per un vasto comprensorio qual è l’area sud lucana.

Foto Pippo

La relazione di Pasolini all’assemblea di Legacoop


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