Welfare
WELFARE in tempi di pandemia
meno svago, più assistenza e sanità
L
a situazione emergenziale in cui ci troviamo ormai da più di un anno ha rivoluzionato il nostro modo di vivere. Le chiusure di ristoranti, bar, cinema e palestre, così come la diffusione dello smart working, hanno cambiato profondamente le nostre priorità e abitudini. Di conseguenza anche i beni e i servizi Welfare sfruttati dai lavoratori e dalle loro famiglie hanno subito un forte cambiamento. Ormai da un anno sono fermi infatti i servizi ricreativi come ludoteche e cinema, o i servizi sportivi come le palestre, i corsi di nuoto per i figli o i servizi legati all’apprendimento, come corsi di lingua e lezioni serali in presenza. Per contro, invece,
sono aumentate le richieste relative all’assistenza agli anziani e all’assistenza genitoriale per i figli minori, causata proprio dalla chiusura delle scuole. Le imprese, in ottica di aggiornare la propria utilità sociale, hanno messo a disposizione sempre più servizi legati alle prestazioni sanitarie. Sono riconducibili al Welfare Aziendale anche alcune misure adottate dalle imprese contro la diffusione del contagio sui luoghi di lavoro. È cresciuta ad esempio la disponibilità di dispositivi di protezione individuale ma anche dei test gratuiti per accertare la positività al covid per sé e per il nucleo familiare, oltre ai servizi navetta per evitare ai
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16 BRESCIA ARTIGIANA magazine
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