IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXIX N. 1 gennaio-febbraio 2014
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Lodi Mantova Sondrio
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Spedizione in a.p. 70% - Filiale di Brescia
IL GEOMETRA BRESCIANO
Contiene I.R. e I.P.
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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Lara Baghino, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Andrea Raccagni, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Maria Allocca, Beppe Battaglia, Armido Bellotti, Andrea Botti, Andrea Colombo, Egidio De Maron, Andrea Maestri, Dario Piotti, Franco Robecchi, Isidoro Trovato
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Sommario
EDITORIALE - Cultura e professione
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INTERVISTA - Provveditore agli Studi: la scuola ha bisogno della professionalità dei geometri 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Considerazioni sul decreto riguardante pagamenti con carta di debito 10 Schema di “Regolamento Formazione Professionale Continua” 18 DALLA CASSA - Riepilogo dei contributi minimi 2014 da versare alla Cassa Nazionale di Previdenza 24 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Le Commissioni del Collegio: le attività di programmazione ed intervento per la categoria 25 Responsabilità civile: aspetti cruciali per i contraenti geometri 26 SUED: il nuovo sistema telematico per presentare le pratiche edilizie in Valtrompia 30 Il Fondo di garanzia Pmi esteso anche ai geometri professionisti 32 Grazie, avvocato Cuzzetti 33 DAL COLLEGIO DI LODI - Il lungo travagliato percorso del P.G.T. in un contesto economico già incerto 34
MEDIAZIONE - Modifiche alla mediazione: le novità introdotte dal “Decreto del fare” 62 Il geometra, conciliatore per natura 64 TECNICA - Marcatura CE per prodotti in pietra dopo il nuovo Regolamento 305/2011 66 Guerra aperta contro il radon sia negli uffici, sia nelle abitazioni 70 GEOLOGIA - Il ruolo e l’importanza del geologo nelle emergenze di Protezione civile 72 CONDOMINIO- Corso pratico di introduzione all’amministrazione dei condomini 76 Case e negozi, il fisco si prende 52 miliardi. Ma ora la registrazione è più facile 79 AGRICOLTURA - Agricoltura italiana sempre più giovane e “rosa” 80 CULTURA - Foto di famiglia nelle costruzioni: il ferro 82 TEMPO LIBERO - XIX Campionato Italiano di Sci alpino e nordico per geometri a Bardonecchia 88 Novità di legge Aggiornamento Albo
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FORMAZIONE CONTINUA - Corsi di formazione alternativi al praticantato 37 CATASTO - Catasto: unità immobiliari di categoria D ed E: dubbi e chiarimenti 38 Dai costruttori ai proprietari riforma del catasto nel mirino di 14 associazioni 41 LAVORI DI GEOMETRI - Abitazioni di paglia, la sfida naturale che viene dalla Valcamonica 42 URBANISTICA - Il ciclostile, la lametta e l’era digitale 54 Piccola nomenclatura. Ripasso dei titoli abilitativi in edilizia 56 LEGISLAZIONE - Sentenza del Tar Verona favorevole ai geometri. Respinto ricorso degli ingegneri 60 IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 1
EDITORIALE Bruno Bossini
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n un momento di profonda crisi economica che penalizza i redditi professionali pur mantenendo invariati i tempi di lavoro (che anzi si sono dilatati con il complicarsi delle procedure), soffermarsi sul perché cultura e professione devono andare di pari passo può sembrare un non senso, una inutile perdita di tempo. Ma non è così se solo si pensa a quanto l’interesse verso le tematiche del vivere comune e del miglioramento delle nostre città continui a mantenersi vivo. E venga ripreso quasi giornalmente dai mass-media, che anche nell’imminenza di expo 2015 chiedono concrete risposte alla politica, alle amministrazioni e alle élite economiche, fra le quali ad ampio titolo rientra anche la nostra
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Cultura e professione
categoria. Ma cosa c’entra tutto ciò con il lavoro di geometra? E cosa in concreto significa per la nostra categoria fare cultura? Significa non solo possedere il necessario bagaglio tecnico, ma disporre anche di sicuri riferimenti storici del territorio nel quale si opera. Qualità queste che si acquisiscono con la formazione scolastica, ma che si arricchiscono e si perfezionano giorno dopo giorno durante l’attività lavorativa. Tante, forse troppe, sono le variabili del nostro lavoro e altrettante sono le cognizioni tecniche e le norme che regolano l’esercizio, e senza il presupposto di una costante formazione continua che accresce la cultura professionale, qualunque intervento del geometra difficil-
mente porta a risultati soddisfacenti. Ed è un impegno giornaliero quest’ultimo, che non può prescindere dalla voglia di imparare e da una naturale predisposizione (la passione del lavoro) per la specializzazione che si è scelta. Ma cultura professionale per noi geometri è anche altro. Significa apertura alle novità operative, alle innovazioni tecniche, a quelle “scelte” di modernità, senza le quali diventa sempre più arduo capire e praticare le evoluzioni tecnologiche che quasi in tempo reale mutano e si modificano nelle loro applicazioni. Il persistere nelle proprie convinzioni, anche se consolidate da decenni di onorata carriera, non è la strada maestra da percorrere nel lavoro professionale; e quasi mai è
d’aiuto nella risoluzione dei problemi che si è costretti ad affrontare giorno per giorno. Invece la capacità di superamento delle proprie convinzioni è indice di quell’elasticità mentale che via via pone le basi del possibile raggiungimento dei traguardi prefissati.
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ultura nel lavoro presuppone necessariamente una predisposizione allo studio all’approfondimento nella storia e nelle consuetudini dei luoghi ove si intende operare. Qualunque progetto architettonico o di modifica territoriale, non può prescindere dalla conoscenza storica, dalle modificazioni che si sono succedute, dalle necessità della gente che ha vissuto in quei luoghi. Senza tali presupposti il progetto manca di quell’animmus necessario sia alla risoluzione di tutela del territorio sia delle necessità del committente. Cultura significa infine facilità e semplicità di espressione e di linguaggio sia scritto che parlato: qualità operative queste spesso essenziali nei rapporti di lavoro. La lucidità espositiva, la chiarezza dei termini, la precisione dei grafici progettuali costituiscono il caposaldo principale per l’immediata comprensione delle scelte di progetto e per un più semplice approccio ai costi dell’opera che sono quasi sempre determinanti per le scelte della committenza. Viene perciò naturale chiedersi
EDITORIALE La nota del Presidente Tecnico e nuove tecnologie uale sarà il futuro del tecnico con le nuove tecnologie? Le tecnologie aumenteranno l’occupazione o diminuirà il numero degli addetti? Dobbiamo distinguere la preparazione degli addetti. La manovalanza ed il lavoratore della classe media, non possono competere con i robot e con software intelligenti, mentre avrà sempre più spazio il tecnico specialista nell’utilizzo di detti strumenti. Il geometra in che posizione si trova? È un tecnico specializzato non solo nelle varie materie professionali della propria polivalenza, ma è altresì specializzato nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Con le specializzazioni che la categoria ha programmato e con la continuità dei corsi costantemente sviluppati, si raggiungono le competenze indispensabili per competere sul mercato del lavoro e delle professioni. Qualcuno si pone la domanda se le nuove tecnologie diminuiscano l’apporto di lavoro. È mia convinzione che sia esattamente il contrario. Anche con la rivoluzione industriale di fine Ottocento, pervadeva il pessimismo sull’occupazione, ma i risultati conseguiti con maggior profitto delle aziende e la loro espansione, hanno consentito un maggior utilizzo di manodopera sempre più scolarizzata e preparata al funzionamento di strutture, di macchinari ed apparati industriali.
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quale sia l’apporto che il nostro Collegio offre ai suoi iscritti sul tema fondamentale della cultura professionale. Sintetizzando eccone gli aspetti più significativi : 1) scuola secondaria: affiancamento di esperti professionisti alla docenza su aspetti tecnico-pratici delle materie trattate; 2) esami di Stato: corsi di preparazione specifica tenuti da esperti sulle materie d’esame; 3) Internet: utilizzo della rete informatica per l’aggiornamento giornaliero delle leggi e delle circolai operative in materia di edilizia con pareri legali e disposizioni di enti am-
ministrativi Regionali e Nazionali; 4) rivista “Il geometra bresciano” con ampie ed esaustive trattazioni suddivise in rubriche tecnicoculturali e aggiornamenti puntuali di notizie, convegni, seminari, incontri di interesse professionale; 5) pubblicazione annuale di studi e ricerche storiche su monumenti e luoghi di interesse culturale e paesaggistico esistenti sul territorio provinciale a beneficio di iscritti e praticanti; 6) corsi specialistici e lezioni di tecnica operativa per gli iscritti sui temi più nuovi e attuali alla base
Le categorie che non avranno sufficienti specializzazioni all’altezza delle necessità, si troveranno in seria difficoltà nel mercato del lavoro e delle professioni. L’impatto delle tecnologie nella vita delle persone, conduce all’ottimismo se ciascuno nel proprio campo saprà specializzarsi ed aggiornarsi costantemente. Oggi il geometra lavora coi droni, con stazioni di rlevamento satellitari, con software sempre più aggiornati in qualsiasi campo della propria professione ed in queste condizioni sarà facile affrontare il mercato del lavoro e sostenere la concorrenza. La qualità del tecnico geometra bene si inserisce nel mondo tecnologico globale e contribuirà a migliorare lo sviluppo ed il benessere personale. Se chi si ferma è perduto, chi non si aggiornerà si perderà inevitabilmente per strada. Scuola e specializzazione per il saper fare il binomio vincente del futuro. Il geometra, figura professionale consolidata nel passato, ha tutte le caratteristiche per essere comprimario anche per il futuro. Quindi ottimismo e preparazione, la ricetta per affrontare l’oggi ed il domani. Il Presidente Giovanni Platto
dell’operatività quotidiana dei geometri. Tutto ciò rappresenta l’impegno più qualificante al quale il Collegio non intende venire meno, nella convinzione che costituisca, al presente e in prospettiva, il necessario “alimento” cul-
turale della nostra categoria. Quella specificità cioè, che rende il geometra essenziale nella tutela del territorio e che va a beneficio in special modo dei giovani e del loro futuro professionale. ❑
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INTERVISTA
Provveditore agli Studi: la scuola ha bisogno della professionalità dei geometri Un uomo di scuola a tutto tondo, docente, ispettore, dirigente presso l’Ufficio scolastico regionale ed oggi massimo rappresentante della vasta struttura formativa bresciana: il prof. Mario Maviglia è da pochi mesi al vertice di quello che un tempo si chiamava Provveditorato ma la realtà scolastica bresciana la conosce bene. A Brescia infatti risiede dal 1977 e salvo la parentesi nei ruoli dirigenziali dell’istruzione regionale, ha salito tutti i gradini della responsabilità formativa nella nostra provincia fino ad arrivare proprio pochi mesi fa alla nomina a massimo dirigente scolastico provinciale. È stato pertanto un grande onore averlo ospite per una mattinata al Collegio e poter parlare con lui di istruzione e formazione, dei nodi e dei problemi della scuola bresciana, con particolare riferimento all’iter formativo dei futuri geometri, toccando tutti i temi da quelli
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rof. Maviglia, grazie innanzitutto per quest’incontro nel quale vorremmo approfittare della sua presenza per cercare di inquadrare al meglio alcune delle questioni formative che interessano la categoria. E senza infingimenti vorremmo partire dal fenomeno che più preoccupa i geometri, non solo bresciani: il calo consistente di iscrizioni ai nuovi istituti superiori per la formazione dei tecnici delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio. Vorremo in sostanza chiederle, anche alla luce della sua esperienza regionale e nazionale – e dunque da uno sguardo più alto ed insieme più penetrante – qual è il suo parere su questa per noi inattesa contrazione? «La mia sensazione è che siamo di fronte ad un problema serio, molto serio, ma 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
insieme che si tratti di un fenomeno più contingente che strutturale. La considerazione di fondo che i dati generali e bresciani in particolare ci trasmettono è che negli ultimi tre/quattro anni le iscrizioni alla scuola superiore hanno avuto un andamento singolare. Infatti, proprio mentre Governo, Parlamento e Ministero investivano sui poli tecnici, rafforzavano (forse ancora in maniera insufficiente) i diversi percorsi della formazione tecnica, abbiamo dovuto registrare una decisa contrazione delle iscrizioni agli istituti tecnici e non solo a quelli legati all’edilizia. In buona sostanza, anche a Brescia, a tenere sono solo
dell’orientamento, al possibile arricchimento della proposta degli istituti superiori a valenza tecnica fino alla decisiva partita del postdiploma. Un incontro al quale hanno partecipato insieme al prof. Maviglia, il direttore del “Geometra bresciano” Bruno Bossini, il direttore del Collegio di Brescia Stefano Benedini ed il prof. Fulvio Negri, a lungo preside del “Tartaglia” e da qualche anno consulente del Collegio per le questioni legate alla formazione. Un incontro intenso che abbiamo riassunto qui di seguito in un’intervista, uno scambio fecondo di considerazioni, idee e valutazioni con la precisa volontà di mantenere pervio il canale di dialogo tra la scuola e la nostra categoria per incrementare una collaborazione che il prof. Maviglia considera fondamentale per legare al meglio gli iter formativi alla realtà economica e produttiva del territorio. gli istituti per l’agricoltura, mentre in controtendenza con exploit di crescita significativi si muovono solo gli indirizzi legati alla ristorazione». E Lei che spiegazione si è dato? «Per i trend non negativi e positivi, come agricoltura e ristorazione è presto detto: l’agricoltura ha un suo riferimento storico e territoriale preciso, la ristorazione è invece influenzata da una moda pervasiva nella nostra società, basta dire che non c’è ora del giorno e della notte nella quale facendo zapping in tv non si incappi in un cuoco ai fornelli (non c’è invece traccia di un geometra, di un architetto, di un
ingegnere o di un qualsivoglia perito)». Se invece guardiamo ai trend negativi, in particolare a quello che ci riguarda più direttamente degli istituti per geometri? «Qui, a mio avviso, la risposta è più complessa. Non sottovaluterei, ad esempio, la crisi profonda del settore dell’edilizia che non sprona certo alcun giovane ad inserirsi in un ambito nel quale paiono prevalere fermo dei cantieri, cassa integrazione ed incertezza complessiva. In secondo luogo penalizza, a mio avviso, un po’ tutti gli istituti tecnici ed in particolare il vostro, la diffusa coscienza che si tratta di studi impegnativi. In altre parole
INTERVISTA Il prof. Mario Maviglia, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, accolto al Collegio dal Segretario Armido Belotti e (sotto) dal direttore de “Il geometra bresciano” Bruno Bossini.
ad uno studente che sceglie questi istituti si richiede costanza d’applicazione ed impegno determinato a far proprie le conoscenze ed a metterle in pratica, gli si chiede non solo di sapere, ma pure di dimostrare di saper fare. E tra i ragazzi e nelle famiglie questi concetti non sono molto popolari, soprattutto in una società che ricopre d’oro chi è fortunato e risponde a quiz idioti, che premia in genere il furbo e non il competente. Di più, a fronte di tanto impegno nel quinquennio scolastico non c’è la garanzia di un titolo immediatamente spendibile, di un diploma che apra le porte del mondo del lavoro. In terzo luogo in-
fine, proprio l’ex istituto per geometri è stato ulteriormente penalizzato nelle scelte di orientamento generali dal cambio della denominazione, dal fatto che assai rapidamente è passato da istituto tecnico superiore per geometri a istituto tecnico superiore per costruzioni, ambiente e territorio».
zione non è ancora entrata compiutamente nell’immaginario collettivo. Fino a ieri tutti sapevano cos’era un geometra, quale ruolo aveva
nella società, quale professionalità esprimeva, mentre il CAT, almeno fino ad oggi, ha una riconoscibilità sociale più nebulosa. E que-
Vero: stiamo pagando a caro prezzo anche la follia del CAT. «State pagando il fatto che questa nuova denominaIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 5
INTERVISTA Il prof. Mario Maviglia.
continua ad investire in ogni branca della sua attività sulla formazione tecnica, anche perché la vivacità, l’attrattiva degli istituti tecnici superiori è la condizione necessaria perché ci sia poi anche un cospicuo numero di giovani preparati ad intraprendere l’iter universitario di carattere tecnico, un ambito quest’ultimo nel quale si continua a registrare una carenza endemica di iscrizioni. Occorre in pratica ristabilire una forte continuità nella filiera della formazione tecnica tra la scuola superiore e lo sbocco accademico corrispondente. E per far questo io credo si debba continuare con la massima determinazione a dare consistenza e spendibilità lavorativa alla scelta dell’iter formativo tecnico». sto, si badi bene, anche se il CAT apre concretamente maggiori e più specifici ambiti d’attività avendo esplicitamente aggiunto all’edilizia anche il settore della salvaguardia dell’ambiente e della gestione del territorio. Tutti campi di possibile impiego che rimandano a professioni moderne, delle quali la società contemporanea ha estremo bisogno; si pensi ad esempio al campo della sostenibilità ambientale, dei rischi che ogni giorno corre il territorio, della sicurezza… Ma proprio questa nuova spendibilità professionale e sociale non è stata assolutamente percepita dalle famiglie». È un’analisi che condividiano pienamente e che ci ha portato a richiedere 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
in tutte le sedi il ritorno alla vecchia denominazione, una strada che purtroppo appare difficilmente percorribile. Lei diceva però prima che è convinto si tratti di un fenomeno contingente, temporaneo passeggero. Ma da dove trae questa convinzione? «Sono almeno due gli aspetti dei quali si deve tener conto. Il primo riguarda essenzialmente la natura stessa della crisi. Sappiamo infatti tutti, voi più e meglio di me, che la crisi è profonda, dura da ormai più d’un lustro e sta sgretolando molte delle nostre certezze. Ma credo siamo tutti convinti che prima o poi da questa situazione drammatica anche l’edilizia uscirà, ridando speranza di futuro a chi sceglierà di impegnarsi in questo settore. Saranno magari richieste professio-
nalità nuove, di nicchia, diverse da quelle che conosciamo e la scuola dovrà fare la sua parte per fornirle, ma è sicuro che l’edilizia, magari più le ristrutturazioni che le nuove costruzioni, tornerà ad essere una attività di alto valore per il Pil nazionale». Ma non è questa evidentemente l’unica considerazione. «No. Un secondo aspetto, che suggerisce di ritenere temporanea l’attuale contrazione delle iscrizioni agli istituti tecnici, attiene invece allo sforzo che anche la scuola nel suo complesso sta continuando a fare per rafforzare i poli tecnici, uno sforzo evidente tanto a livello ministeriale quanto nelle articolazioni periferiche. La scuola in sostanza
In verità, molti di noi pensano che l’impostazione scolastica generale continui a privilegiare i licei, che si prosegua nella liceizzazione della scuola superiore dando per scontato ormai il necessario approdo per la maggioranza degli studenti all’Università. «No, quella che voi chiamate liceizzazione è un’idea ormai superata tanto a livello ministeriale quanto in ogni valutazione educativa. In questi anni, attraverso più d’una riforma, si è infatti consolidata la struttura della formazione superiore basata su tre diversi percorsi, ovvero i licei, gli istituti tecnici, gli istituti professionali. C’è ancora molto da fare per rafforzare la parte tecnica e professionale immediatamente spendibile nel mer-
INTERVISTA Il prof. Maviglia a colloquio con il direttore della rivista Bruno Bossini (di spalle) e con il prof. Fulvio Negri, consulente del Collegio per le questioni legate alla formazione.
cato del lavoro rispetto ai licei, ma la direzione di marcia è segnata. E senza ripensamenti. Solo nel biennio si è preferito omogeneizzare il più possibile i percorsi formativi, con l’intento, a mio avviso condivisibile e fondamentale, di offrire ai ragazzi gli strumenti per essere cittadini a tutto tondo, per potersi muovere con cognizione di causa in una società complessa con la piena coscienza della propria cittadinanza. Ma negli anni successivi del triennio c’è una specializzazione variamente orientata, con differenze reali ed effettive». Anche su questo tema però molti pensano che si sia ridotto il contenuto professionale del triennio, anche per la contrazione dell’orario scolastico.
«A questo proposito conviene forse fare qualche precisazione. Ci sono infatti alcuni elementi dei quali non si può non tener conto. Offerti nel biennio i rudimenti della cittadinanza piena, non era pensabile concentrare nel triennio tutti i contenuti professionalizzanti necessari ad operare in una società complessa e che vede ad ogni stagione arricchirsi il bagaglio di conoscenze e di capacità esecutive ritenute fondamentali per lavorare. Il sapere ed il saper fare il professionista lo deve acquisire dunque nel post diploma ed in quella prospettiva di formazione permanente che il vostro Collegio bene interpreta con l’organizzazione di decine di corsi ogni anno. Gli
stadi della formazione tecnica sono dunque così delineati: biennio per la cittadinanza, triennio di orientamento alla professione, post-diploma e formazione permanente sui contenuti professionali più specifici ed attuali, cosicché la società possa contare su professionisti preparati ed aggiornati allo stato dell’arte del loro lavoro». E come si lega questa scansione con la riduzione dell’orario scolastico? «Si è pensato che con questo percorso sostanzialmente comune a tutti i Paesi europei – che prolunga di fatto la formazione del professionista almeno ad un biennio o ad un triennio post-diploma – si potesse seguire l’esempio del resto
d’Europa anche sulla riduzione dell’orario scolastico che è ovunque attorno alle 30 ore. Ma attenzione: anche a questo proposito occorre chiarire alcuni elementi, L’essere passati dalle 40 ore di qualche istituto tecnico d’un tempo alle 30 di oggi, non significa esaurire in 30 ore l’offerta formativa di quell’istituto. Oltre le 30 ore ci sono infatti un’infinità di attività organizzabili in autonomia dalla singola scuola, o meglio ancora da un gruppo di scuole. Attività che esaltano ed enfatizzano l’autonomia scolastica e che oggi molti istituti già praticano». Vero, perché ad esempio ad Edolo e Iseo alcuni nostri colleghi sono al fianco dei docenti in ore aggiuntive pomeridiane destinate all’approfonIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 7
INTERVISTA
dimento delle questioni catastali e molto altro si potrebbe fare in ogni istituto. «Molto altro già si fa e l’autonomia scolastica già pienamente dispiegata, enfatizza, ripeto, il ruolo del singolo istituto caratterizzandolo maggiormente e legandolo più strettamente alle peculiarità ed alle esigenze del territorio. E proprio nel proficuo rapporto con realtà di categoria come la vostra, possono nascere corsi aggiuntivi di formazione e approfondimento nelle ore pomeridiane per gli studenti più interessati, per i più meritevoli, per chi ha talento, insomma per chi non si accontenta delle 30 ore. Ci sono poi le ore fuori dall’istituto, le attività in campagna, gli stage ma pure il tempo da destinare alla formazione più completa in campo letterario, musicale, del Diritto… Certo la scuola non ha spesso le energie e le risorse necessarie per tutto questo, ma anche a questo proposito, proprio nel Bresciano ho visto in questi anni autentici prodigi di fantasia e di creatività con il coinvolgimento di tanti attori esterni, a cominciare proprio dal Collegio. E voglio qui ripeterlo esplicitamente: la scuola ha bisogno anche delle idee, delle energie e delle risorse dei geometri bresciani». Comunque, come già Lei diceva prima, anche un CAT ricco e pieno di iniziative formative non è in grado di fornire il passaporto per il mondo del lavoro. Resta ancora tutto da sciogliere il grande nodo della forma8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
zione post diploma. «Non direi, perché anche su questo versante qualcosa di più chiaro adesso c’è, soprattutto dopo la nascita dei Poli tecnici, ovvero dell’aggregazione sovraprovinciale con il contributo di scuola e organizzazione territoriali e di categoria di alcuni per-
corsi professionalizzanti post diploma in ambito prettamente tecnico». Partecipiamo anche noi ad un paio di questi Poli che dovrebbero stabilizzare alcuni iter professionali di due/tre anni dopo il diploma, dando così continuità ad esperienze che anche nel Bresciano si sono rivelate molto positive con esiti gratificanti per gli esami finali e, soprattutto, ingresso immediato nel mondo del lavoro visto che era proprio il mondo del lavoro a chiedere quei determinati profili professionali.
«In termini generali si tratta di rendere più flessibile l’uscita dal periodo di formazione e l’ingresso nel sistema produttivo. La proposta dei Poli tecnici sull’onda di quanto già fatto con gli Its, in buona sostanza scardina un sistema che prevedeva l’università o il prati-
cantato come unici sbocchi professionalizzanti dopo la scuola superiore. Sulle criticità del praticantato già molto avete detto voi in questi anni, anche sulla vostra rivista, mentre, anche se non è il mio campo di attività, penso che si possa tranquillamente dire che è abbondantemente superato lo schema del 3+2 universitario così come l’abbiamo conosciuto finora, almeno nella percezione di coloro che accedono all’Univer-
sità». Proprio così: chi raggiungeva la laurea triennale in questi anni ha avuto solo l’opportunità di iscriversi ad un elenco professionale “B” dei laureati magistrali oppure nei Collegi dei non laureati. Una soluzione che non ha soddisfatto nessuno. «Ripeto, non è il mio settore di competenza, ma credo si possa dire che alcune lauree triennali hanno risposto alle esigenze della società soprattutto in ambito sanitario (penso in particolare a scienze infermieristiche e ad odontotecnica) mentre altrove non hanno colto nel segno». Il nostro presidente Giovanni Platto sostiene ad esempio con grande fervore la laurea triennale del geometra… «E probabilmente fa bene, perché uno spazio in questo senso c’è, lo dico da cittadino più che da uomo di scuola, ma non vanno trascurati certamente neppure altri percorsi post-diploma che i Poli tecnici possono organizzare per dare professionalità agli studenti già in possesso di diploma e che vogliono specializzarsi in determinate materie. Qui io ho qualche competenza in più e dico che c’è l’opportunità nella scuola superiore, grazie anche al contributo delle categorie a cominciare dalla vostra, per allestire due anni post-diploma utilizzando in parte gli stessi docenti della scuola superiore ed i professionisti, abbinando lezioni e molta esperienza sul campo, in una parola costruendo passo
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passo – e al di fuori ma con la collaborazione dell’università – quel bagaglio di sapere e saper fare fondamentale per i professionisti di domani che la società ci chiede già oggi». Osserviamo con piacere che anche Lei insiste molto sul rapporto tra scuola e mondo del lavoro, tra scuola e territorio. «Non credo si possa fare diversamente, questa non è una via per avviare a soluzione alcuni dei nostri problemi, questa è la via. Non a caso abbiamo ad esempio varato da qualche tempo le reti scolastiche, ovvero il raggruppamento territoriale di tutti gli istituti di un’area omogenea. A Brescia ne abbiamo disegnate sei, sei reti che debbono curare i rapporti con il territorio ed organizzare la formazione in quell’area specifica. E non è altrettanto casuale che oggi i finanziamenti non vadano alla singola scuola, bensì alla rete che poi può distribuire alle singole scuole oppure, più intelligentemente, organizzare progetti comuni a più scuole potendo così contare su risorse e professionalità maggiori al servizio dell’intera area». Ci resta ancora una preoccupazione riguardo alla scuola superiore ed attiene all’orientamento, ovvero a come far arrivare ai ragazzi ed alle famiglie la proposta di un iter formativo che porti alla fine alla professione di geometra. Molto dobbiamo fare, Lei ce l’ha già detto, per dare sostanza al CAT e legarlo alla nostra professione, e quanto questo argomento ci interessi è dimostrato dal
fatto che, ad esempio quest’anno, come Collegio abbiamo integrato le borse di studio previste dal nostro Consiglio nazionale per i migliori che si iscrivono al CAT: ne era prevista una e noi ne abbiamo finanziate altre otto per la sola nostra provincia. Resta però il nodo delle occasioni di orientamento, di come arrivare alle famiglie ed ai ragazzi delle medie. Ci può dare una mano? «Io sono a vostra disposizione per ogni iniziativa e sono convinto che anche l’orientamento debba uscire dalla fase sperimentale che abbiamo vissuto in questi anni. Occorre infatti che l’orientamento non sia solo lo spot pubblicitario di una scuola superiore per garantirsi un maggior numero di iscritti, ma debba dare alle famiglie la nozione precisa di quell’iter formativo, del suo appeal non solo estetico o strutturale ma con una prospettiva professionale ed occupazionale. Ecco perché
vedrei bene un vostro rapporto diretto con le scuole medie, la possibilità che i professionisti si presentino alle famiglie dei ragazzi delle medie». Non è facile perché le scuole medie in provincia sono 166… «Non è facile ma si può fare cercando ad esempio una interlocuzione diretta con le sei reti che nel Bresciano raggruppano anche le varie scuole medie. Dovete cercare e curare sempre di più una interlocuzione diretta con le reti che non sono una sovrastruttura, ma la chiave per interagire con la scuola in un preciso territorio. E non mi stanco di ripeterlo, anche le reti hanno bisogno del vostro contributo di idee e risorse». Da ultimo non ci resta che chiederle se riguardo alla scuola italiana ed ai suoi problemi, lei è ottimista o pessimista.
«Io sono ottimista per vocazione, anche se non mi nascondo certo le criticità che abbiamo dinanzi. In particolare vedo con sofferenza il depauperamento subìto dalla scuola in virtù dei tagli che sono stati decisi in questi ultimi anni e che ci hanno costretto alla soppressione di tante iniziative di formazione; inoltre non mi sfugge il fatto che oggi fare l’insegnante non è per nulla gratificante. Non lo è sul piano economico e non lo è più neppure su quello della considerazione e del ruolo sociale. Sono criticità che ho ben presenti e che pesano sulla nostra capacità di rispondere al compito formativo al quale siamo chiamati. Ma resto ottimista e profondamente convinto che questa è una sfida che vale la pena di combattere». ❑
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Considerazioni sul decreto riguardante pagamenti con carte di debito
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iceviamo dal Consiglio Nazionale geometri chiarimenti sull’obblgo per i professionisti di accettare anche pagamenti con carte di debito (bancomat) e prime considerazioni sui contenuti dello “Schema di decreto attuativo” elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che qui sotto vi proponiamo: Come è noto, il l0 gennaio 2014 è entrata in vigore la disposizione di cui all’art. 15, comma 4 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n.179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, 179/2012, che prevede l’obbligo «per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, anche professionali» di accettare “anche” pagamenti effettuati attraverso carte di debito (bancomat) e, conseguentemente, dotarsi di PoS (Point of Sale). Occorre rimarcare che, allo stato attuale, tale obbligo, pur essendo formalmente in vigore, non può trovare concreta applicazione in quanto il ministro dello Sviluppo Economico non ha ancora emanano i decreti con i quali, ai sensi dell’articolo 15, comma 5, del D.L. 179/2012, devono essere «disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui alcomma 4». Per questa ragione, fino all’emanazione di tali decreti attuativi e fino alla loro successiva entrata in vigore, non è obbligatorio per i professionisti accettare pagamenti con carte di debito e, conseguentemente, dotarsi di PoS. Il CNGeGL, in raccordo con le professioni aderenti alla Rete delle Professioni Tecniche, si è attivato per ridurre al minimo l’impatto di tale disposizione sugli iscritti. Anche a seguito di tale azione, lo scorso 13 dicembre, il ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato l’allegato schema di decreto recante il «Regolamento per la disciplina degli importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, relativamente all’obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, ai sensi dell’articolo 15, comma 5 del decreto-legge 18 ottobre 2012, 11. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221» che risponde appieno alle istanze manifestate dal CNGeGL e dalla Rete delle Professioni Tecniche. Tale schema di decreto è stato inviato lo scorso 17 dicembre alla Banca d’Italia per acquisire il previsto parere e al ministro dell’Economia e delle Finanze per ottenere il concerto. Al momento non risulta che la Banca d’Italia e il Ministero dell’Economia e delle Finanze si siano ancora espressi sullo schema di decreto. Nel dettaglio, lo schema di decreto si compone di 3 articoli: l’art. l elenca le definizioni utilizzate nel testo, l’articolo 2 definisce l’ambito di applicazione dell’obbligo e l’art.3 ne di10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
sciplina la data di entrata in vigore e le disposizioni finali. Il comma l dell’ art. 2 stabilisce l’importo minimo da cui scaturisce l’obbligo di accettare pagamenti con carte di debito precisando che esso «si applica a tutti i pagamenti superiori alla soglia minima di venti euro (...)»; il comma 2 precisa poi che tale obbligo trova applicazione solo per «i pagamenti effettuati all’interno dei locali destinati allo svolgimento dell’attività di vendita o di prestazione di servizio» escludendo, di fatto, dall’obbligo i pagamenti ricevuti all’esterno dello studio (ad esempio nel caso di prestazioni a domicilio del cliente). In tale modo si evita di «complicare le prestazioni al domicilio effettuate dai professionisti ed altre prestazioni in cui avere un Pos implica anche i costi e le complicazioni di un collegamento mobile (…)». Sempre il comma 2, al fine di restringere la portata applicativa della disposizione, precisa che, per i primi 6 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, l’obbligo di accettare pagamenti con carta di debito sussiste «esclusivamente nel caso in cui il fatturato del soggetto che effettua l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, come risultante dall’ultima dichiarazione presentata ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e, in mancanza, dalle scritture contabili dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, per la parte riferibile alle sole transazioni con consumatori o utenti (ndr., al sensi dell’art. 3 del D.Lgs. n. 206/2005 “Codice del consumo”) è superiore a 300.000,00 euro». Decorsi sei mesi dalla entrata in vigore del Decreto, tale limite è ridotto a 200.000,00 euro. L’articolo 3, infine, dispone che il decreto entri in vigore dopo centoventi giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Come è evidente lo schema di decreto elaborato dal MiSE (Ministero Sviluppo Economico???????) circoscrive l’obbligo di accettare pagamenti con carte di debito ai soli professionisti che abbiano non solo un fatturato significativamente elevato, ma soprattutto derivante esclusivamente da transazioni con consumatori o utenti. I tempi di attuazione del provvedimento non paiono, allo stato attuale, particolarmente immediati. Infatti, una volta ottenuto il parere della Banca d’Italia, lo schema di decreto dovrà acquisire il concerto del Ministero dell’Economia e delle Finanze ed essere inoltrato, poi, per il parere al Consiglio di Stato. Solo allora il decreto potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore dopo centoventi giorni dalla sua pubblicazione. Ragionevolmente la misura, salvo eventi al momento non prevedibili, potrebbe diventare operativa non prima di maggio/giugno 2014. In sintesi, fino all’entrata in vigore del regolamento attuativo di cui sopra non sarà obbligatorio per i professionisti accet-
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tare pagamenti con carte di debito e, quindi, dotarsi di PoSo Stante gli attuali contenuti dello schema di regolamento predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, anche dopo la sua entrata in vigore, l’obbligo di accettare pagamenti con carte di debito riguarderà esclusivamente i pagamenti effettuati all’interno degli studi professionali e i professionisti che, nell’anno precedente, hanno registrato
un fatturato per prestazioni erogate a consumatori e utenti (con esclusione di quello derivante da prestazioni erogate a imprese o altri professionisti) superiore a 300.000,00 euro. Con i migliori saluti. Il Presidente geom. Maurizio Savoncelli
Schema di decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, recante il regolamento per la disciplina degli importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione al soggetti interessati, relativamente all'obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, ai sensi dell'articolo 15, comma 5 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221. Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. VISTO l’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 20 12, n. 221, il quale ha stabilito che a decorrere dal 1 gennaio 2014 i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito; VISTO l’articolo 15, comma 5, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, il quale ha stabilito che «Con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia vengono disciplinati gli eventuali importi minimi. Le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui al comma 4. Con i medesimi decreti può essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili»; VISTA la nota n .... del … con la quale la Banca d’Italia esprime parere favorevole sul contenuto del decreto in oggetto; VISTO il decreto ... del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentite la Banca d’Italia e l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, che ha attuato l’articolo 12, comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n.214, il quale ha definito le misure di cui al comma 9 del medesimo articolo; CONSIDERATO che l’uso del contante comporta per la collettività rilevanti costi legati alla minore tracciabilità delle
operazioni e al conseguente maggior rischio di elusione della normativa fiscale e antiriciclaggio, nonché costi anche per gli esercenti, legati sia alla gestione del contante sia all’incremento di rischio di essere vittime di reati; RITENUTO, stante gli effetti e il rilevante numero dei soggetti destinatari delle disposizioni, di dover individuare, secondo criteri di gradualità e sostenibilità, inizialmente e in via transitoria le categorie di operatori nei confronti delle quali trova applicazione il presente decreto, nonché gli importi e la relativa decorrenza, rinviando ad un successivo provvedimento per la definitiva attuazione; VISTO l’art. 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988; VISTO il parere reso dal Consiglio di Stato, Sezione Atti Normativi, nell’Adunanza del…;_ VISTA la comunicazione resa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con nota n. ... del ...; DECRETA Art. l (Definizioni) I. Ai fini del presente decreto si intendono per: a) carta di debito: strumento di pagamento che consente al titolare di effettuare transazioni presso un esercente abilitato all’accettazione della medesima carta, emessa da un istituto di credito, previo deposito di fondi in via anticipata da parte dell’utilizzatore, che non finanzia l’acquisto ma consente l’addebito in tempo reale; b) circuito: piattaforma costituita dal complesso di regole e procedure che consentono di effettuare e ricevere IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 11
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pagamenti attraverso l’utilizzo di una determinata carta di pagamento; c) consumatore o utente: la persona fisica che ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta; d) esercente: il beneficiario, impresa o professionista, di un pagamento abilitato all’accettazione di carte di pagamento anche attraverso canali telematici; e) fatturato: l’importo determinato ai sensi dell’articolo 1 comma 1, lettera l) del decreto del Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 11 maggio 2001, n. 359, o, in ogni altro caso, la somma dei ricavi delle vendite e delle prestazioni e degli altri ricavi e proventi ordinari, come dichiarati ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e, in mancanza, come rappresentati nelle scritture contabili previste dagli articoli 2214 e seguenti del codice civile; f) terminale evoluto di accettazione multipla: terminale POS con tecnologia di accettazione multipla ovvero che consente l’accettazione di strumenti di pagamento tramite diverse tecnologie, in aggiunta a quella “a banda magnetica” o a “microchip”. Art. 2 (Ambito di applicazione) 1) L’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito di cui all’articolo 15, comma 4, del decretolegge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, si applica a tutti i pagamenti superiori alla soglia minima di venti euro per la vendita di prodotti o la prestazione di servizi. Resta fermo quanto previsto dall’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, come modificato dall’articolo 12 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
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2. In sede di prima applicazione l’obbligo di cui al comma 1 si applica limitatamente ai pagamenti effettuati all’interno dei locali destinati allo svolgimento dell’attività di vendita o di prestazione di servizio, ed esclusivamente nel caso in cui il fatturato del soggetto che effettua l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, come risultante dall’ultima dichiarazione presentata ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e, in mancanza, dalle scritture contabili dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, per la parte riferibile alle sole transazioni con consumatori o utenti, è superiore a 300.000,00 euro. 3. Decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto il limite di cui al comma 2 è ridotto a 200.000,00 euro. Art. 3 (Disposizioni finali) 1) Con successivo decreto da emanarsi entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono individuate le ulteriori modalità, nonché i termini e gli eventuali importi minimi, ai fini dell’applicazione dell’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 . 2. Con il medesimo decreto può essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili. 3. Il presente decreto entra in vigore decorsi centoventi giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il presente decreto, munito del sigillo di Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Roma, IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
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Schema di decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, recante il regolamento per la disciplina degli importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, relativamente all'obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, ai sensi dell'articolo 15, comma 5 dei decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L’IMPRESA E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE Direzione Generale per il Mercato, la concorrenza, il Consumatore, la Vigilanza e la Normativa Tecnica Divisione iV – Promozione della Concorrenza
Relazione illustrativa La cornice di riferimento dell’allegato regolamento – predisposto ai sensi dell’art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 – è costituita, in via preliminare, dal disposto dei commi 4 e 5 dell’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221. Nello specifico il citato comma 4 ha stabilito che a decorrere dal 1 gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Il successivo comma 5 ha stabilito che con uno o più decreti del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia, vengono disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui al comma 4. Con i medesimi decreti può essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili. Non può tuttavia non rilevarsi che iI testo va collocato altresì nel contesto delle azioni dirette a promuovere gli strumenti di pagamento elettronico, tra le quali, a livello comunitario, vanno citate la recente proposta di Regolamento relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento tramite carta e la proposta di Direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, con l’intento di contribuire allo sviluppo di un mercato unico dei pagamenti nella UE, al fine di garantire ai consumatori, ai dettaglianti e ad altre imprese di beneficiare dei vantaggi derivanti dal mercato interno e dal commercio elettronico. Al riguardo va evidenziato che tra le principali criticità alla diffusione dei pagamenti elettronici, come emerso nel corso dei lavori per la realizzazione del programma denominato
“Agenda Digitale Europea”, vi è lo scarso utilizzo di detti strumenti soprattutto da parte dei consumatori nei rapporti con le imprese e i professionisti. L’utilizzo di tali sistemi di pagamento nel nostro Paese, infatti, è ancora in una posizione comparativamente arretrata rispetto ai principali Paesi dell’Unione europea. In Italia il 31% dei consumatori utilizza contante per spese tra i 200 e i 1.000 euro, rispetto al 3% in Francia e il 21 % in Germania. Lo stesso uso del bancomat è spesso legato al ritiro presso lo sportello del contante e non a un suo utilizzo per pagamento tramite POS. Infatti, anche se l’Italia risulta sostanzialmente allineata ai Paesi europei come numero di POS pro capite (25 punti ogni 1.000 abitanti), il numero di pagamenti per terminale risulta inferiore. Quanto sopra è confermato dalla circostanza che nonostante il 31 % circa delle imprese di servizi risulti dotata di un terminale POS (a fronte del 44% nei Paesi europei con livelli medio-alti di utilizzo delle carte di pagamento), in alcune categorie (attività professionali, immobiliari, servizi sanitari e assistenziali) la percentuale scende al di sotto del 10%. Si riscontrano, invece, percentuali superiori al 50% nel caso della grande distribuzione organizzata ma, escludendola dalle statistiche, si scende al 20% nei piccoli e medi esercizi alimentari e nei pubblici esercizi (bar, ristoranti). Riguardo a quanto sopra evidenziato, comunque, va rilevato che un elemento di criticità, indubbiamente, è rappresentato dai costi delle commissioni sulle transazioni con carte elettroniche, sulle quali potrebbe avere effetti l’emanazione del decreto attuativo dell’articolo 12, comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, finalizzato, appunto, a definire le regole generali per assicurare una riIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 13
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duzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, al quale si farà cenno nel prosieguo della presente relazione. Anche nello studio della Banca d’Italia del novembre 2013, avente ad oggetto “SEPA e i suoi riflessi sul sistema dei pagamenti italiano”, si rileva che, rispetto all’Eurosistema, l’Italia si caratterizza per un uso limitato di strumenti di pagamento alternativi al contante. Nello studio, infatti, si legge che «(…) solo 71 operazioni annue a fronte di una media europea di 187 (Area Euro 194)» caratterizzano il dato del nostro Paese. Non solo, nello studio si precisa che il «(…) dato va letto congiuntamente a quello sull’utilizzo del contante: in Italia l’83 per conto delle transazioni complessive è eseguito in contante a fronte di una media europea del 65 per cento (ECB 2012). Se la realizzazione della SEPA allineasse l’Italia al dato medio europeo sull’utilizzo di strumenti di pagamento, il mercato s’incrementerebbe di circa 4 miliardi di transazioni elettroniche all’anno. In Italia, inoltre, fra gli strumenti di pagamento alternativi al contante vengono utilizzati in prevalenza quelli più costosi, come assegni e altri strumenti esclusi dallo SEPA. Sebbene nel nostro Paese ci sia una discreta diffusione delle transazioni con carte (il 40% circa del totale), bonifico e addebito diretto sono utilizzati solo per il 15-17 per cento, dato inferiore allo media europea (30 per cento. I dati analizzati confermano l’importanza per l’Italia di una piena realizzazione della SEPA e, più in generale, dell’ammodernamento del sistema del pagamenti, volto a ridurre l’uso del contante, potenziare la diffusione di strumenti elettronici e ridurre i costi dei servizi di pagamento per la collettività. Tale evoluzione potrebbe avere effetti positivi sull’economia nel suo complesso e sarebbe in linea con le politiche europee ed italiane volte a favorire una maggiore diffusione della tecnologia presso il pubblico». In tal senso, l’analisi condotta nello studio dimostra come nei Paesi a più elevata diffusione di strumenti elettronici il costo per transazione per l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici sia inferiore a quello del pagamento in contanti; ciò riflette la maggiore incidenza dei costi fissi per i pagamenti elettronici. Queste evidenze confermano, altresì, l’importanza di interventi, volti a promuovere l’utilizzo degli strumenti elettronici, caratterizzati da un’efficienza operativa ed economica potenzialmente maggiore rispetto al contante e agli strumenti cartacei: la migrazione verso tali strumenti, infatti, favorisce una riduzione dei loro costi unitari grazie alla possi14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
bilità di sfruttare economie di scala. Tutti gli interventi finalizzati a tali esigenze, sia il presente, sia il già richiamato regolamento attuativo dell’articolo 12, comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, costituiscono interventi connessi e funzionali alla riduzione dell’uso del contante e dei conseguenti costi legati alla minore tracciabilità delle operazioni e al conseguente maggior rischio di elusione della normativa fiscale e antiriciclaggio. Da altro punto di vista, come già evidenziato, la limitazione all’uso del contante è, inoltre, finalizzata anche alla riduzione dei costi sostenuti dagli stessi esercenti legati alla gestione del contante e all’incremento di rischi di essere vittime di reati. È evidente, quindi, che sia la tempistica nell’adozione del presente regolamento che i suoi contenuti sono stati fortemente influenzati dalla necessità di ricondurre ad unità complessiva la disciplina dei pagamenti con strumenti elettronici (recata dall’articolo 15 del citato decreto-legge n. 179 del 2012) ed armonizzarla con la più ampia regolamentazione dei profili di trasparenza e costo delle commissioni (recata, invece, in attuazione del citato decreto-legge n. 201 del 2011). L’allegato decreto, infatti, non poteva essere adottato se non alla luce della regolamentazione richiesta dal citato decreto del 2011, al fine di valutare, per ogni settore di vendita coinvolto dall’obbligo in discorso, l’incidenza e gli effetti degli oneri di trasparenza generali recati dal predetto regolamento adottato dal Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, sentite la Banca d’Italia e l’Antitrust. In considerazione, quindi, della portata complessiva e dell’impatto economico sui mercati di riferimento della prevista obbligatorietà di accettazione delle cosiddette carte di debito, da parte dei soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono in fase di ulteriore approfondimento le diverse modalità di attuazione delle disposizioni (disciplinati gli eventuali successivi importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati) in modo da pervenire a una regolamentazione che, minimizzando al massimo ipotetici effetti distorsivi della concorrenza (anche avuto riguardo ai costi connessi all’attuazione del predetto obbligo, a carico dei citati operatori), possa garantire l’adozione dei previsti provvedimenti per un’efficace entrata in vigore dell’obbligo del comma 4 dell’articolo 15.
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L’allegato regolamento, quindi, individua, in fase di prima applicazione, le categorie di soggetti e gli importi minimi ai quali si applica la disciplina dallo stesso provvedimento recata. Nello specifico, fa riferimento alle attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, effettuate all’interno dei soli locali destinati allo svolgimento dell’attività di vendita o di servizio, per evitare di complicare le prestazioni al domicilio effettuate dai professionisti e altre situazioni in cui avere un POS (Poin of sale) implica anche i costi e le complicazioni di un collegamento mobile, problematiche, quest’ultime, affrontabili nella stesura di un successivo provvedimento (al riguardo cfr. art. 3, comma 1 dello schema allegato che reca tale precisazione). Basti pensare in proposito, anche, alle complicazioni connesse all’applicazione immediata di tale norma alle professionalità senza sedi operative fisiche o aperte al pubblico o delle forniture di beni e servizi a distanza. Va evidenziato, inoltre, che la norma primaria (cfr. comma 4 dell’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221) fa riferimento alle sole carte di debito (i cosiddetti bancomat) ossia alle carte di pagamento che prevedono l’addebito contestualmente all’effettuazione dell’operazione. A ben vedere, nell’ambito degli acquisti in rete il bancomat non è una modalità di pagamento accettata, a differenza della carta di debito. L’allegato regolamento, inoltre, individua, un importo minimo pari a euro venti, tenuto conto che l’indicazione di un importo superiore avrebbe vanificato la disposizione volta a facilitare i pagamenti al di sotto dei trenta euro prevista dall’articolo 7 del citato regolamento, in corso di adozione, del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico. La scelta di detto importo, o comunque di una soglia di importo basso, inoltre, è giustificata anche dalla considerazione che per i pagamenti superiori ai mille euro la previsione dell’obbligo di accertare pagamenti con carte di debito è comunque in parte inutile e in parte inefficace, in quanto la normativa vigente comunque limita l’uso del contante e dei titoli al portatore (clr. art. 49 del d.lgs. 231/2007 cosi come modificato dal d.l. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214/2011 e considerati comunque i limiti di spesa unitaria normalmente autorizzati per le carte di debito dai soggetti emittenti. Al fine di restringere almeno nella prima fase il campo di applicazione della disposizione, consentendo un graduale adeguamento per i soggetti interessati, la disposizione proposta prescrive, quale presupposto ulteriore di applicazione, in aggiunta, che siano obbligati solo i soggetti il cui
fatturato come risultante dall’ultima dichiarazione a fini IRAP ovvero dalle scritture contabili dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, sia superiore a 300.000,00 euro. Inoltre, ai predetti fini è previsto sia presa in considerazione la sola parte di fatturato riferibile alle transazioni con consumatori o utenti, nel convincimento che per i pagamenti fra, imprese o fra imprese e professionisti, le garanzie di tracciabilità sono previste in altra sede e l’opportunità di una modalità facile di pagamento (che avvengono normalmente mediante bonifici o assegni) sia da rimettere ai normali rapporti fra soggetti “professionali”. La norma proposta specifica, inoltre, che decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento stesso la predetta soglia di fatturato pari a euro 300.000,00 alla quale fare riferimento per l’applicazione della disciplina in discorso, è abbassata a euro 200.000,00 in modo da calibrare una graduale entrata a regime dell’obbligo stesso. Inoltre, tenuto conto degli effetti e del rilevante numero dei soggetti destinatari delle disposizioni in argomento e rilevata, quindi, la necessità di dover individuare, secondo criteri di gradualità e sostenibilità, inizialmente e in via transitoria le categorie di operatori nei confronti delle quali trova applicazione il decreto in discorso, nonché gli importi e la relativa decorrenza, rinvia ad un successivo provvedimento la definitiva attuazione della norma recante l’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite carte di debito, mediante la massima estensione possibile ed utile di tale obbligo. Detto rinvio, infatti, è funzionale a consentire agli operatori di apportare i necessari adattamenti tecnico-organizzativi volti a garantire l’adempimento degli obblighi di legge. Di seguito si dà in breve conto del contenuto degli articoli: Articolo 1: contiene le definizioni dei termini utilizzati nel provvedimento. Articolo 2: individua l’ambito di applicazione. In particolare, l’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito riguardante tutti i pagamenti superiori alla soglia minima di venti euro per la vendita di prodotti o la prestazione di servizi, in sede di prima applicazione, è limitato ai pagamenti effettuati all’interno dei locali destinati allo svolgimento dell’attività di vendita o di prestazione di servizio, a condizione che il fatturato dell’anno di riferimento o precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, per la parte riferibile alle sole transazioni con consumatori o utenti, sia superiore a 300.000,00 euro. Il comma 3, specifica, inoltre, che decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento la soglia di fatturato passa ad euro 200.000,00. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 15
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Articolo 3: reca le disposizioni finali, prevedendo, preliminarmente che con successivo decreto da emanarsi entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del regolamento in discorso, sono individuate le ulteriori modalità, nonché i termini e gli eventuali importi minimi, ai fini dell’applicazione più di dettaglio dell’obbligo di accettazione dei pagamenti mediante carte di debito. Viene ribadita, poi, la possibilità già prevista dal comma 5 dell’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modi-
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ficazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sempre tramite successivi decreti, di estendere l’obbligo in argomento a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili. In ultimo, sempre al fine di consentire le attività organizzative necessarie all’adempimento dell’obbligo una volta che ne sia noto l’ambito di applicazione, fissa la data di entrata in vigore del decreto medesimo decorsi centoventi giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
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Schema di “Regolamento Formazione Professionale Continua”
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l Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ci ha fatto pervenire, a firma del Presidente Nazionale Maurizio Savoncelli, la bozza di “Schema di Regolamento Formazione Professionale Continua”. Tale documento è stato esaminato durante la seduta di Consiglio del 28 gennaio u.s. e sarà discusso durante la prossima Assemblea dei Presidenti, prevista per il 26 marzo prossimo venturo. Lo pubblichiamo integralmente a beneficio dei lettori. Regolamento per la formazione professionale continua ai sensi dell’articolo 7, del Dpr 7 agosto 2012, n. 137 Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (Consiglio Nazionale) considerato quanto segue: (1) AI fine di garantire la qualità e l’efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività, e per conseguire l’obiettivo dello sviluppo professionale, ogni professionista ha l’obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale (articolo 7, comma 1, Dpr. 7 agosto 2012, n. 137); (2) Il codice deontologico, approvato dal Consiglio Nazionale nella seduta del 3 aprile 2007 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 maggio 2007, n. 121, prevede all’articolo 23 che l’iscritto deve "svolgere la prestazione professionale, per il cui espletamento è stato incaricato, nel rispetto dello standard di qualità stabilito dal CNGeGL..." e "mantenere costantemente aggiornata la propria preparazione profeSSionale attraverso lo svolgimento e la frequenza delle attività di informazione, di formazione e di aggiornamento..."; (3) La direttiva Europea n. 200S/36/CE, recepita con Decreto Legislativo del 9 novembre 2007, n. 206, individua nella formazione e istruzione permanente lo strumento per mantenere prestazioni professionali sicure ed efficaci (considerando 39 e articolo 22); (4) La formazione assicura ai professionisti di ogni età e situazione occupazionale, in un’ottica di pari opportunità, condizioni che facilitano l’apprendimento permanente, al fine di evitare rischi di esclusione sociale e professionale; Vista: la delibera n. ??? del ??/??/???? con cui è stato approvato lo schema di regolamento per la formazione continua e il parere favorevole del Ministero della Giustizia del ??/71/???? ai sensi dell’articolo 7, comma 3, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137; adotta il seguente regolamento per la formazione professionale continua. 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Articolo 1 (Definizioni) Ai fini del presente regolamento si applicano le seguenti definizioni: Professione: attività, o insieme delle attività, riservate per espressa disposizione di legge o non riservate, Il cui esercizio è consentito solo a seguito d’iscrizione in Ordini o in Collegi, subordinatamente al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento delle specifiche professionalità (articolo 1, comma 1, lettera a, Dpr. 7 agosto 2012, n. 137); Professionista: soggetto iscritto all’Albo; Conoscenza: risultato dell’assimiliazione di informazioni attraverso l’apprendimento; le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio; Competenza: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e attitudini personali, sociali e/o metodologiche, per ottenere risultati misurabili; Abilità: capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; Professionalità: caratteristica della professione intesa come competenza qualificata e riconosciuta quale insieme di apparati teorici e normatlvi di riferimento, acquisita attraverso un processo di apprendimento prolungato e sistematico; capacità progettuali e pluralità di esperienze che si estrinsecano come pratica organizzativa e capacità realizzative distintive; Modalità propedeutica: procedura che consente la possibilità di accedere al modulo o sezione successiva mediante superamento di un test auto-valutativo. Articolo 2 (Obbligo formativo) 1. In attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 7, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, il presente regolamento disciplina la formazione professionale continua degli iscritti all’Albo dei geometri e geometri laureati ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di aggiornamento professionale. 2. Sono soggetti all’obbligo formativo tutti gli iscritti all’Albo ad eccezione dei soggetti esonerati ai sensi dell’articolo 13 del presente regolamento. 3. La violazione dell’obbligo della formazione continua costituisce illecito disciplinare (articolo 7, comma 1, Dpr. 7 agosto 2012, n. 137). Articolo 3 (Attività formativa) 1. Gli eventi formativi sono finalizzati a migliorare e/o aggiornare le conoscenze, le abilità e le competenze degli iscritti all’Albo, per esercitare l’attività con la professio-
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nalità necessaria a garantire i servizi da prestare alla committenza. 2. Costituiscono eventi formativi le seguenti attività: a) corsi di formazione e aggiornamento; b) corsi di formazione previsti da norme specifiche, nel quali possono essere previsti anche esami finali; c) corsi o esami universitari (di laurea, di specializzazione, di perfezionamento e di master); d) seminari, convegni e giornate di studio; e) visite tecniche e viaggi di studio; f) partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato per l’esercizio della professione g) relazioni o lezioni negli eventi formativi; h) articoli scientifici o tecnico-professionali pubblicati su riviste a diffusione nazionale; i) professionista affidatario ai fini di un contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca di cui al Testo Unico, articolo 5, D.Lgs. 14 settembre 2011, n.167 (apprendistato) ; l) frequenza a corsi di alta formazione post secondaria compresa Istruzione Tecnica Superiore (ITS) nelle discipline tecnico scientifiche, di cui al successivo comma del presente articolo;
m) professionista affidatario (articolo 6, comma 3, Dpr. 7 agosto 2012, n. 137) il cui praticante ha iniziato e concluso il tirocinio professionale, e superato l’esame di Stato. 3. Gli eventi formativi devono comprendere: I) le discipline tecnico-scientifiche inerenti l’attività professionale del geometra e geometra laureato; II) le norme di deontologia e ordinamento professionale; III) le altre discipline comunque funzionali all’esercizio della professione. 4. Per quanto attiene il comma 3, lettera i) del presente articolo, è possibile fare riferimento allo Standard di Qualità della professione del geometra e geometra laureato approvato dal Consiglio Nazionale. 5. Il Consiglio Nazionale predispone il Sistema Informativo Nazionale sulla Formazione Continua (SINF) al fine di garantire uniformità e trasparenza, nonché la più ampia pubblicità a livello nazionale degli eventi formativi, compresi quelli organizzati da associazioni professionali e soggetti terzi. 6. Il Consiglio Nazionale si riserva la possibilità di organizzare direttamente eventi formativi. Articolo 4 (Attività formativa a distanza) 1. È ammessa la formazione a distanza (FAD) per gli eventi di cui all’articolo 3, comma 2, lettera a), b), c) e d) del presente regolamento, a condizione che sia verificabile l’effettiva partecipazione e l’acquisizione delle nozioni impartite. 2. È previsto uno specifico sistema di ”Formazione a Distanza Qualificata” (FAD-Q) nel caso in cui la modalità di erogazione rispetti tutte le seguenti prescrizioni: a) la piattaforma formativa deve avere i requisiti minimi secondo le linee guida che saranno emanate dal Consiglio Nazionale; b) i moduli formativi che compongono i corsi, devono essere svolti dai discenti in modalità propedeutica, attraverso il superamento di appositi questionari di valutazione intermedi e finali; c) ogni attività didattica erogata deve essere conservata su un apposito registro dati. Su richiesta del Consiglio Nazionale deve essere fornito il dettaglio delle attività formative condotte da ciascun discente. Articolo 5 (Credito formativo professionale e adempimento obbligo) 1. L’unità di misura della formazione continua è il credito formativo professionale (CFP). 2. Il CFP corrisponde, generalmente, ad un’ora di formazione, salvo quanto previsto nel successivo articolo 7. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 19
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Tabella 1 - Valutazione degli eventi formativi Evento formativo
CFP
Limiti max triennali (CFP)
Corsi di formazione e aggiornamento
1 CFP ogni ora
nessuno
Corsi di formazione e aggiornamento (art. 4, comma 1)
1CFP ogni ora
nessuno
3 CFP
nessuno
8 CFP ogni 1 CFU
nessuno
Esame nei corsi previsti da norme specifiche Corsi o esami universitari (art. 3, comma 2, lett. c) Diploma (art. 3, comma 2, lett. l)30 CFP Corsi di formazione e aggiornamento (art. 4, comma 2)
nessuno 3 CFP ogni ora
nessuno
Seminari, convegni, giornate di studio (max 3 CFP)
1 CFP ogni 2 ore
24 CFP
Visite tecniche e viaggi di studio (max 3 CFP)
1 CFP ogni 2 ore
12 CFP
6 CFP
12 CFP
Fino a 3 CFP
18 CFP
2 CFP ogni ora
30 CFP
Fino a 6 CFP
18 CFP
Commissioni per gli esami di Stato Relazione eventi formativi (art. 3, comma 2, lett. g) Docenza negli eventi formativi Articoli scientifici e tecnico professionali Attività affidatario (art. 3, comma 2, lett. m)
10 CFP ogni Prat.
30 CFP
Attività affidatario (art. 3, comma 2, lett. i)
10 CFP ogni appr.
30 CFP
Articolo 6 (Assolvimento obbligo formativo) 1. L’obbligo della formazione continua decorre dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello di iscrizione all’Albo. 2. Ogni iscritto sceglie liberamente gli eventi formativi da svolgere, in relazione alle preferenze personali nell’ambito dei settori disciplinari professionali di cui all’articolo 3 del presente regolamento. 3. Ai fini dell’assolvimento dell’obbligo, ogni iscritto deve conseguire nel triennio almeno 60 (sessanta) CFP. Articolo 7 (Valutazione eventi formativi) 1. La valutazione degli eventi formativi di cui all’articolo 3, comma 2 del presente Regolamento, è effettuata secondo i criteri riportati nella tabella che segue: I criteri di valutazione, di cui alla tabella 1, sono aggiornati dal Consiglio Nazionale con apposita deliberazione. 2. Il riconoscimento dei CFP matura nell’anno solare in cui si è concluso l’evento formativo. Articolo 8 (Curriculum Professionale Certificato) 1. È istituito il Curriculum Professionale Certificato (CPC) sulla formazione professionale, consultabile on line, che può essere oggetto di divulgazione a terzi, in quanto trat20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
tasi di pubblicità informativa che risponde al solo interesse della collettività. 2. Il CPC contiene: a) gli eventi formativi svolti dal singolo iscritto conformemente al presente regolamento; b) la formazione e le esperienze maturate prima dell’entrata in vigore del presente regolamento; c) le qualifiche professionali acquisite; d) i titoli professionali acquisiti. Articolo 9 (Commissione nazionale formazione professionale continua) 1. La commissione nazionale sulla formazione continua è nominata dal Consiglio Nazionale ed è composta da cinque membri, compreso il Presidente del Consiglio Nazionale o suo delegato, che la presiede. 2. La commissione dura in carica per la durata del Consiglio Nazionale e rimane in essere fino alla nomina della nuova commissione. 3. I compiti della commissione nazionale formazione professionale continua, sono i seguenti: a) supportare il Consiglio Nazionale nelle attività di promozione, monitoraggio e coordinamento generale; b) esaminare e istruire le richieste di accreditamento da parte delle associazioni professionali e soggetti terzi
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ed esprimere motivato parere al Consiglio Nazionale; c) certificare, su istanza dell’iscritto, la formazione e le esperienze maturate prima dell’entrata in vigore del presente regolamento; d) gestire il CPC attraverso il SINF; e) svolgere, su mandato del Consiglio Nazionale, attività di vigilanza e di ispezione sull’adempimento degli eventi formativi; f) predisporre e definire, ai fini dell’uniformità su tutto il territorio nazionale, un piano annuale dell’offerta formativa, individuando programmi e le caratteristiche descritte nello standard di qualità, dei corsi di cui all’articolo 3, comma 2, lettera a), che saranno successivamente pubblicizzati sul SINF; g) riconoscere e attribuire, su richiesta dell’interessato, i CFP per gli eventi formativi non previsti nell’articolo 3 del presente regolamento, comunque ritenuti tali per la professionalità dei contenuti; h) riconoscere e attribuire, su richiesta del Consiglio Nazionale, i CFP per particolari, e specifici eventi formativi, ritenuti tali per la professionalità dei contenuti dell’evento stesso, anche in deroga all’articolo 7, tabella 1, del presente regolamento; i) riconoscere e attribuire, su richiesta dell’interessato, CFP per eventi formativi riguardanti corsi previsti da
specifiche normative. 4. I componenti della commissione di cui al precedente comma 1 che, senza giustificato motivo, non partecipano a tre riunioni consecutive, decadono automaticamente dalla carica. Articolo 10 (Accreditamento associazione degli iscritti e altri soggetti) 1. Ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, i corsi fomativi possono essere organizzati da associazioni di iscritti e altri soggetti (ivi compresi Enti Pubblici). 2. La domanda di accreditamento da parte di associazione di iscritti o altri soggetti (ivi compresi Enti Pubblici), è compilata direttamente sul SINF e deve contenere, previa verifica del piano di formazione annuale, per ogni corso: a) caratteristiche, struttura, certificazione, del soggetto proponente; b) titolo; c) esauriente descrizione dei contenuti, con specifico riferimento agli obiettivi che si intendono raggiungere in merito alla conoscenza, qualità e abilità; d) materiale didattico previsto; e) durata; f) modalità di svolgimento; IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 21
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g) qualifica e il curriculum dei docenti; h) numero massimo dei discenti ammessi; i) oneri a carico dei partecipanti; l) modalità di verifica della rilevazione dei presenti; m) durata minima di partecipazione ai fini del riconoscimento dei crediti; n) specifiche tecniche per l’eventuale erogazione nella modalità FAO di cui all’articolo 4, comma 2; o) altre informazioni ritenute utili. 3. Il Consiglio Nazionale, acquisito Il parere della commissione nazionale formazione professionale continua, di cui all’articolo 9 del presente regolamento, esprime motivata proposta di delibera e la trasmette al Ministero vigilante, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137. 4. Acquisito il parere vincolante del Ministero vigilante, il Consiglio Nazionale delibera e comunica al richiedente l’autorizzazione allo svolgimento del corso e le modalità di accesso per l’utilizzo del SINF, o il diniego. 5. Il Consiglio Nazionale può stipulare con associazioni di iscritti o Enti pubblici specifiche convenzioni, volte a semplificare le procedure di autorizzazione e programmare gli eventi formativi, promossi dal predetti soggetti, in un periodo di tempo prestabilito. Articolo 11 (Compiti e attribuzioni al Consiglio Nazionale) 1. Il Consiglio Nazionale indirizza e coordina lo svolgimento della formazione continua a livello nazionale, in particolare: a) nomina la commissione formazione professionale continua di cui all’articolo 9 del presente regolamento; b) definisce lo standard di qualità della categoria professionale; c) definisce il sistema di qualificazione delle competenze degli iscritti (articolo 8, comma 2, lettera c); d) istituisce e gestisce il SINF di cui all’articolo 3, comma 5 del presente regolamento; e) approva, previo parere vincolante del Ministero vigilante, i corsi proposti da associazioni di iscritti e altri soggetti; f) pubblica sull’Albo Unico, di cui all’articolo 3, comma 1, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, I CPC degli iscritti; g) definisce e stipula convenzioni con le Università, ai sensi dall’articolo 7, comma 4, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, ai fini del riconoscimento reciproco dei crediti formativi professionali e universitari; h) approva regolamenti comuni, previo parere favorevole dei Ministeri vigilanti, per individuare crediti formativi professionali interdisciplinari, stabilendone il loro valore, ai sensi dall’articolo 7, comma 4, del Dpr. 7 agosto 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
2012, n. 137; i) organizza direttamente eventi formativi, anche in cooperazione o convenzione con altri soggetti; l) emana le linee guida in merito ai requisiti minimi per lo svolgimento dei corsi con modalità FAD-Q, come previsto dall’articolo 4, comma 2 del presente regolamento; m) emana delibere di attuazione, coordinamento e indirizzo che definiscono modalità e procedure di svolgimento delle attività di formazione professionale continua; Articolo 12 (Compiti e attribuzioni ai Collegi Territoriali) 1. I Collegi Territoriali, a norma dell’articolo 7, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137: a) organizzano le attività formative di cui all’articolo 3 comma 2 del presente regolamento lettere a), b), d), ed e); b) propongono l’organizzazione, per specifiche e motivate esigenze, al Consiglio Nazionale corsi di formazione e aggiornamento (articolo 3 comma 2, lettera a) non previsti nel piano annuale di formazione; c) attribuiscono i CFP sul SINF, per gli eventi dagli stessi organizzati, previsti alle lettere a), b), d), e) ed f), dell’articolo 3 del presente regolamento; d) attribuiscono i CFP sul SINF, a richiesta dell’iscritto, per gli eventi previsti alle lettere c), g), h), i), I), m), dell’articolo 3 del presente regolamento; e) verificano e controllano, mediante il SINF, l’assolvimento triennale dell’obbligo formativo dell’iscritto; nell’ipotesi di inadempimento, sentito prima l’iscritto e, se del caso, comunicano l’inosservanza al Consiglio di Disciplina; f) deliberano in ordine alle richieste di cui al successivo articolo 13; g) certificano, a domanda, l’assolvimento dell’obbligo formativo dell’iscritto; h) rendono pubbliche le informazioni essenziali relative all’assolvimento dell’obbligo formativo; i) possono istituire forme incentivanti o premianti per gli iscritti che abbiano svolto la formazione professionale continua oltre i limiti dei crediti formativi professionali stabiliti dal presente regolamento; j) possono istituire commissioni territoriali per lo svolgimento delle attività inerenti il presente regolamento. 2. I Collegi Territoriali sono autorizzati ad accedere al SINF secondo le procedure previste dal Consiglio Nazionale. 3. Gli eventi formativi, organizzati dai Collegi Territoriali, possono essere realizzati anche in cooperazione o convenzione con altri soggetti, ai sensi dell’articolo 7, comma
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5, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137. Articolo 13 (Esoneri) 1. Il Consiglio del Collegio Territoriale, su domanda dell’interessato, può esonerare con delibera, anche parzialmente, l’iscritto dallo svolgimento dell’attività formativa nei seguenti casi : a) maternità/paternità, per un anno; b) grave malattia o infortunio; c) servizio militare volontario o servizio civile; d) altri casi di documentato impedimento, derivante da accertate cause oggettive e di forza maggiore; e) comprovato assolvimento dell’obbligo di formazione continua svolto regolarmente in quanto iscritto anche ad altro Ordine/Collegio. All’esonero temporaneo, di cui ai precedenti punti b), c), d), consegue la riduzione del totale dei crediti formativi da acquisire nel corso del triennio, proporzionalmente alla durata dell’esonero. 2. Sono esonerati dall’obbligo della formazione continua coloro che hanno oltre quaranta anni di anzianità d’iscrizione all’Albo. Articolo 14 (Entrata in vigore) 1. Il presente regolamento entra in vigore il 1 gennaio 2015. 2. Il presente regolamento può essere soggetto a revisione con la procedura prevista dall’articolo 7, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137. 3. Con l’entrata in vigore del presente regolamento è abrogato il regolamento di formazione professionale continua approvato dal Consiglio Nazionale con delibera in data 10 novembre 2009 e s.m .i. ❑
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DALLA CASSA Simonetta Vescovi
Riepilogo dei contributi minimi 2014 da versare alla Cassa Nazionale di Previdenza
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on delibera n. 159/2013 sono stati definiti, da parte del Consiglio di Amministrazione della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza Geometri (Cipag), i contributi minimi obbligatori. Li riportiamo nella tabella sottostante, ricordando che negli anni si è cercato di agevolare i giovani neodiplomati per aiutarli nell’inserimento nel
mondo del lavoro come liberi professionisti. Nel comitato di novembre 2013 si è deliberato di utilizzare i risparmi per il welfare di categoria, soprattutto destinando le risorse ai giovani. Nei prossimi anni Cipag attuerà nuove proposte per lo sviluppo della categoria e per implementare il lavoro soprattutto aiutando i giovani che sono il nostro punto di forza.
CONTRIBUTI OBBLIGATORI MINIMI ANNO 2014 Contributo soggettivo minimo iscritti obbligatorio (art. 1, comma 2, Regolamento Contribuzione)
€ 2.500,00
Contributo soggettivo minimo neodiplomati (art. 1, comma 5, Regolamento Contribuzione)
625,00 per i primi due anni di iscrizione (riduzione di 1/4 rispetto all’iscritto obbligatorio) € 1.250,00 per i successivi tre anni di iscrizione (riduzione di 1/2 rispetto all’iscritto obbligatorio)
Contributo soggettivo praticanti (art. 1, comma 5, Regolamento Contribuzione)
€ 625,00 (riduzione di 1/4 rispetto all’iscritto obbligatorio)
Contributo soggettivo minimo pensionati (art. 1, comma 4, Regolamento Contribuzione)
€ 1.250,00 (riduzione di 1/2 rispetto all’iscritto obbligatorio)
Aliquota percentuale contributivo soggettivo (art. 1, comma 1, lett.a, Regolamento Contribuzione)
12% Oltre il limite reddituale di € 150.700,00 l’aliquota diventa 3,5%
Limite reddito contribuzione soggettiva (art. 1, comma 1, lett.a, Regolamento Contribuzione
€ 150.700,00
Contributo integrativo minimo (art. 2, comma 4, Regolamento Contribuzione)
€ 1.000,00
RIVALUTAZIONE TRATTAMENTI PENSIONISTICI ANNO 2014 Importo pensione minima annua lorda 2014 (art. 2, comma 4, Regolamento Previdenza)
€ 8.500,00
Coefficienti rivalutazione pensioni anno 2014 (art. 25, Regolamento Previdenza)
3,0% interno 0,90% ridotto
Limite volume d’affari IVA per le pensioni d’anzianità 2014 (art. 3, comma 8, Regolamento Previdenza) Media reddituale per beneficio pensioni inabilità (art. 4, comma 4, Regolamento Previdenza)
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€ 8.850,00 € 28.900,00
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini
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ome disposto dal nuovo Consiglio Direttivo si è proceduto nei mesi scorsi alla raccolta tra gli iscritti delle disponibilità a far parte delle Commissioni del Collegio. Diverse le novità rispetto alla precedente organizzazione: innanzitutto l’istituzione della Commissione Amministratori Immobiliari. A proposito di questo ambito lavorativo, ricordiamo che la maggioranza dei tecnici che vi si dedica sono geometri. La Commissione è stata creata per aggiornarli professionalmente e per aprire nuove opportunità a chi intenda sviluppare la propria professionalità in questo settore. C’è da segnalare anche la decisione di dedicare maggior attenzione che in passato all’ambito professionale della Prevenzione Incendi, differenziandola dalla Commissione sicurezza. Altra novità, voluta dal geom. Bossini, Direttore de “Il geometra bresciano”, è quella del Comitato per lo sviluppo della comunicazione del Collegio: un gruppo di colleghi, soprattutto giovani, impegnati a proporre spunti, idee nuove ed efficaci per agevolare la comunicazione con gli iscritti e con la società civile attraverso il periodico, il sito internet, le newsletter o altro strumento. Desiderando allargare il più possibile la partecipazione alla vita del Collegio dei propri iscritti, il Consiglio direttivo, ha disposto di acco-
Le Commissioni del Collegio: le attività di programmazione ed intervento per la categoria Proposta per la sostituzione del membro del Consiglio Territoriale del Collegio geometri di Brescia Il Consiglio Direttivo del Collegio geometri della provincia di Brescia nella seduta del 18 novembre 2013, in riferimento all’art. 5, comma 6, del Regolamento per la designazione dei componenti dei Consigli di Disciplina Territoriali, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia n. 23 del 15 dicembre 2012, preso atto della rinuncia della geom. Roberta Abbiatici dall’incarico di membro di disciplina, in relazione a quanto previsto dall’art. 3 del medesimo Regolamento, che prevede l’incompatibilità tra il suddetto incarico e quello di membro del Consiglio Direttivo, propone al Presidente del Tribunale di Brescia, per la scelta del nuovo consigliere, i seguenti due nominativi: 1. geom. Giovanni Ricci 2. geom. Bruno Bossini e segnala il nominativo da integrare all’elenco dei componenti supplenti, in sostituzione di quello scelto dal Presidente del Tribunale per la composizione del Consiglio di Disciplina il geom. Maurizio Ferrari
gliere, senza alcuna eccezione, tutte le segnalazioni di disponibilità, ipotizzando la creazione, all’interno delle Commissioni, di gruppi di lavoro specializzati in singoli ambiti professionali, con il compito di facilitare la risoluzione di problemi tecnici a vantaggio della categoria. Il Presidente geom. Giovanni Platto ha sottolineato come la partecipazione alle Commissioni debba rimanere aperta a tutti gli iscritti che desiderano collaborare all’individuazione dei problemi più contingenti, proponendo soluzioni e azioni di intervento e pianificando la formazione e l’aggiornamento professionale. Per ogni Commissione si è identificato, tra gli iscritti con maggior esperienza nello specifico ambito professio-
nale, un coordinatore con il compito di convocarne le riunioni, e un membro del Consiglio Direttivo, chiamato a rappresentare il Collegio negli ambiti istituzionali ed a riferire in Consiglio quanto emerso nelle riunioni della Commissione. Nel ringraziare tutti coloro che hanno sin qui segnalato la propria disponibilità, forniamo un riepilogo dei coordinatori e dei responsabili delle Commissioni: – Comitato Sviluppo della Comunicazione. Coordinatore: Bruno Bossini; Responsabile: Maurizio Luteriani. – Commissione Agricoltura Ambiente. Coordinatore: Andrea Comincin; Responsabile: Paolo Fappani. – Commissione Amministra-
tori Immobiliari. Coordinatore: Silvio Maruffi; Responsabile: Dario Piotti . – Commissione Catasto, Topografia e Territorio. Coordinatore: Alessandro Rizzi; Responsabili: Angelo Este, Piergiovanni Lissana, Maurizio Pierfulvio Luteriani, Riccardo Zanotti . – Commissione Consulenti Tecnici e Mediatori. Coordinatore: Alberto Fortunato; Responsabile: Roberta Abbiatici . – Commissione Edilizia Sostenibile, Efficienza Energetica ed Acustica in Edilizia. Coordinatore: Roberto Manella; Responsabile: Silvano Orio. – Commissione Estimo e Valutazioni Immobiliari.Coordinatore: Matteo Negri; Responsabile: Gabriella Sala. – Commissione Prevenzione Incendi. Coordinatore: Giuliano Vacchi; Responsabile: Silvano Bonicelli. – Commissione Sicurezza. Coordinatore: Nadia Bettari; Responsabile: Corrado Martinelli. – Commissione Urbanistica ed Edilizia. Coordinatore: Stefano Santini; Responsabile: Giuseppe Zipponi; Segretario: Antonella Piotti. – Gruppo Esperti Protezione Civile. Coordinatore e responsabile: Italo Giovanni Albertoni. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 25
DAL COLLEGIO DI BRESCIA A cura di Armido Bellotti
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Responsabilità civile: aspetti cruciali per i contraenti geometri
econdo quanto stabilito dal testo sulla riforma delle professioni (Dpr. 137/2012), dal 15 agosto 2013 i professionisti tecnici avranno l’obbligo di stipulare una adeguata polizza di responsabilità civile.
tività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente stesso. Il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi della polizza professionale, il relativo massimale e ogni variazione successiva. La violazione della disposizione costituisce illecito disciplinare.
Dpr. 7 agosto 2012 , n. 137 Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell’articolo 3, comma 5, del decretolegge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148.
L’assicurazione responsabilità civile professionale non è un contratto di semplice lettura per i non addetti ai lavori. Di seguito alcune nozioni necessarie a stipulare un buon contratto di responsabilità civile professionale.
Art. 5 Obbligo di assicurazione Il professionista è tenuto a stipulare, anche per il tramite di convenzioni collettive negoziate dai consigli nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti, idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall’esercizio dell’attività professionale, comprese le at-
Oggetto dell’assicurazione È quella parte della polizza che definisce la portata delle garanzie prestate. Può fornire una definizione limitativa (elenco attività assicurate) o estensiva della pro-
fessione. Può distinguere tra danno materiale/lesione corporale e danno patrimoniale, fornendo già importanti indicazioni sulla portata della copertura. I geometri possono assumere ruoli diversi, anche molto distanti tra loro, operando o in fase di progettazione o in fase di esecuzione (con compiti di direzione), o addirittura ricoprendo il ruolo di coordinatori della sicurezza. La garanzia sarà ovviamente operante a condizione che il professionista risulti regolarmente iscritto all’albo del relativo Collegio e che svolga l’attività nel rispetto delle Leggi e dei Regolamenti che la disciplinano. Questa molteplicità di mansioni e le responsabilità connesse rendono quindi necessaria una copertura assi-
curativa quanto più confacente alle situazioni che possono mutare a seconda del singolo caso. È necessario controllare con attenzione quali siano i rischi concretamente compresi nel contratto (spesso estremamente differenziati dalle singole compagnie) e quelli invece non coperti, per i quali sarà necessario, quindi, una integrazione delle condizioni di polizza con eventuale pagamento di sovrappremio (condizioni aggiuntive o particolari) . Il mercato assicurativo è distinto tra le polizze offerte dalle compagnie nazionali e quelle di “matrice” anglosassone. Le polizze italiane sono analitiche e complesse, il massimale è sempre affiancato da limiti specifici (ad esempio, spesso i danni patrimoniali sono compresi sino ad 1/3 del massimale complessivo) e le garanzie possono essere strutturate tenendo conto delle specifiche attività ma con molta attenzione. In queste tipologie di coperture, spesso i danni alle opere, con il richiamo all'art. 1669 C.c., sono limitate ai soli danni derivanti da crollo, rovina totale o parziale e gravi difetti, escludendo quindi tutti i danni minori.
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uelle anglosassoni sono “all inclusive” o “all risks”, a massimale unico per qualunque tipologia di danno (letteralmente “tutti i rischi”, si tratta di una forma assicurativa basata sul principio 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
che è «tutto compreso ciò che non è esplicitamente escluso»). Generalmente non sono previsti limitazioni per i danni alle opere. Validità temporale della garanzia Loss Occurence e Claims Made: le differenze sostanziali L’evoluzione commerciale realizzatasi in tempi recenti ha visto il passaggio delle polizze per la responsabilità civile dei professionisti dal sistema “Loss Occurance” a quello “Claims Made”, modificando di conseguenza il periodo di efficacia assicurativa. Nelle polizze in Loss Occurence, ormai rarissime, risulta fondamentale cristallizzare il momento in cui la negligenza si realizza, mentre nell’assicurazione RC professionale in regime di Claims Made assume fondamentale rilievo la data in cui la richiesta risarcitoria viene ricevuta dall’assicurato. Quindi, se la negligenza contestata al professionista risale a un periodo antecedente alla stipula di una polizza contratta in regime di Loss Occurrence, non ci sarà copertura assicurativa. Invece, in caso di polizza in regime di Claims Made sarà garantita copertura assicurativa, posto ovviamente che la richiesta di risarcimento sia pervenuta al professionista in vigenza di contratto di assicurazione. La forma Claims Made, quindi, delimita l’operatività della garanzia alle richieste di risarcimento avanzate nei confronti dell’assicurato e da questi denunciate all’assicuratore
entro il periodo di efficacia della polizza. Retroattività e Postuma All’atto di sottoscrizione del contratto, oggetto di particolare attenzione deve essere quindi la verifica della possibilità di inserimento nella copertura assicurativa di apposite clausole finalizzate alla estensione della garanzia per i periodi antecedenti la stipula della polizza o successivi alla cessazione contrattuale. È, comunque, diffusa la possibilità di inglobare nell’assicurazione le condotte lesive verificatesi anteriormente all’inizio della copertura, attraverso il richiamo della cosiddetta “garanzia pregressa” o “retroattività”. Questa clausola prevede un periodo di tempo determinato (meglio se illimitato) anteriore alla decorrenza della polizza, entro il quale deve realizzarsi la condotta lesiva affinché la richiesta di risarcimento possa godere della garanzia assicurativa. È evidente che, per un professionista in attività da molti anni che decide di cambiare compagnia di assicurazione (o magari disdettato dalla stessa), la ricerca di una polizza con la retroattività almeno decennale risulta indispensabile. La garanzia Postuma o Ultrattività è un periodo di tempo, di durata determinata (raramente illimitata) e successivo al termine della polizza, entro il quale saranno accolti, ovviamente in assenza di eccezioni di copertura sollevabili, i reclami rivolti al
professionista assicurato. La postuma, sostanzialmente, conferisce una garanzia operante per le condotte colpose poste in essere durante il periodo di validità della polizza RC che hanno generato una richiesta di risarcimento dopo la cessazione dell’assicurazione. Questa garanzia, solitamente a pagamento, si deve richiedere entro un certo lasso di tempo (normalmente entro un mese dalla scadenza del contratto) e si deve sempre dichiarare di non essere a conoscenza di fatti che potrebbero dare o-
rigine a richieste di risarcimento. È quasi sempre prevista in caso di morte, gravi invalidità permanenti, cessata attività, pensionamento. È invece perentoriamente esclusa quando l’assicurato sia stato radiato dall’ordine, licenziato, allontanato, sospeso, in genere per qualsiasi altro motivo disciplinare. Generalmente il massimale è unico per tutto il periodo concesso. Per comprendere l’importanza di questa garanzia sono sufficienti alcune considerazioni. Se la polizza professionale scade ed il IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 27
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
professionista non la rinnova, una eventuale richiesta di risarcimento giunta dopo la scadenza non verrà più coperta dalla compagnia, anche se il fatto che ha originato la richiesta è posto in essere durante la vigenza della polizza RC che non è stata più rinnovata.
Va da sè che l’abbinamento retroattività e postuma illimitate permette all’assicurato di non correre alcun rischio di mancanza di copertura, non solo tenuto conto del tempo intercorrente fra condotta colposa, denuncia di sinistro, accertamento e liquidazione del danno, ma anche nel caso di successione di polizze nel tempo con diversi assicuratori. In questo contesto è importante anche verificare nelle condizioni di polizza la “definizione di sinistro”: molte compagnie definiscono il si28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
nistro la richiesta formale e scritta di risarcimento del danno. L’assicurato si può trovare nella spiacevole situazione di essere a conoscenza di un fatto che può originare la richiesta di risarcimento ma di non poterla denunciare perché materialmente non gli è arrivata ma
al momento del cambio con il nuovo assicuratore quest’ultimo sulla base del 1892/1893 del codice civile esclude eventuali richieste danni relative a fatti, atti, notizie e circostanze delle quali l’assicurato era già a conoscenza. Scoperti e franchigie Una particolare attenzione dovrà essere dedicata alle franchigie e soprattutto agli scoperti. Si tratta di previsioni contrattuali che limitano, sul piano quantitativo, le garanzie prestate dalla
compagnia facendo sì che una parte del risarcimento del danno permanga in capo all’assicurato. – La franchigia, espressa in cifra fissa o in percentuale sulla somma assicurata (massimale) è determinata a priori (es. massimale 1.000.000 euro con franchigia all’1% significa che i primi 10.000 euro di danno resteranno a carico dell’assicurato), ma a volte la franchigia è stabilita anche in cifra fissa (es. 2.500 euro, sicuramente preferibile). – Lo scoperto, è invece, espresso in percentuale del danno, per cui il suo ammontare non è predeterminabile ed esso varia, di norma, dal 5 al 20% (con eventuali minimi assoluti). In pratica, se lo scoperto, che certe assicurazioni pongono, è addirittura pari al 20%, a fronte di un danno addebitabile alla compagnia per 1.000.000 di euro, ben 200.000 rimarrebbero in capo all’assicurato. È opportuno verificare, pertanto che esista, per lo scoperto, un massimo assoluto o chiedere all’assicuratore di inserirlo (ad esempio nel caso di specie lo si potrebbe quantificare
entro un massimo di 20.000 euro). Premio Normalmente le polizze prevedono un meccanismo di regolazione del premio, il cui importo viene parametrato al volume di affari dichiarato inizialmente dall’assicurato. Si tratta di una clausola contrattuale che suddivide il costo della polizza in una parte fissa, corrisposta in via provvisoria al momento della stipula del contratto (e alle successive scadenze annuali), e in una a saldo, mediante la regolazione del premio alla scadenza di ciascun periodo assicurativo, sulla base della variazione intervenuta sul fatturato del progettista nello stesso periodo.
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l contratto prevede un termine per la comunicazione da parte dell’assicurato alla compagnia del valore del fatturato (di solito 90 giorni dalla scadenza della polizza) e un termine per versare il conguaglio dovuto all’assicuratore (di norma 30 giorni dalla comunicazione ricevuta dalla compagnia). Va sottolineato che il mancato rispetto di questi due termini comporta la sospensione o la riduzione proporzionale (in base al premio effettivamente versato) della copertura assicurativa. Le recenti evoluzioni in materia di RC Professionale, hanno fatto sì che oggi sul mercato assicurativo si possano reperire delle polizze prive della Clausola di Rego-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
lazione, cd a “premio flat”. In questo caso, l’assicuratore tara il rischio sul volume d’affari che viene dichiarato ad ogni annualità assicurativa, adeguando contestualmente il premio dovuto. Tale formulazione è sempre da preferire, poiché non sono previsti obblighi in
capo all’assicurato successivi alla scadenza dell’annualità assicurativa, che se non rispettati, possono determinare “la sospensione o la riduzione proporzionale della garanzia”. Sottoscrizione della polizza Il questionario pre-assuntivo In primo luogo è da ricordare che di norma ai professionisti anche agli effetti degli artt. 1892, 1893 e 1894 del Codice civile viene imposto di dichiarare, tutte quelle circostanze che possono influire sulla valutazione del
rischio. La clausola, più o meno standard del contratto è del seguente tenore: «Le dichiarazioni inesatte o le reticenze del Contraente e/o dell’Assicurato relativo a circostanze che influenzano la valutazione del rischio, possono comportare la perdita totale o parziale del di-
ritto di indennizzo», nonché la stessa cessazione dell’assicurazione. In virtù di quanto sopra, nell’ambito dell’assicurazione RC professionale, viene comunemente richiesto un questionario pre-assuntivo, cioè la redazione di un documento che precede la stipula del contratto di assicurazione e che viene compilato a cura del professionista. Una volta sottoscritta la polizza assicurativa, il questionario diventa parte integrante del contratto. Sul tema va rilevato che la
non corretta compilazione del questionario, potrebbe risultare di ostacolo all’ottenimento della copertura assicurativa riducendola o addirittura, azzerandola.
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isulta importante, dunque, avere ben chiaro la definizione di dichiarazione inesatta e di reticenza. – Per dichiarazione inesatta si intende una dichiarazione o una rappresentanza falsa che l’assicurando fa su uno o più elementi del rischio rilevanti ai fini della stipula del contratto di assicurazione (esempio numerosità dei clienti e fatturato). – Per reticenza si intendono, invece, quelle dichiarazioni attinenti la descrizione del rischio, nelle quali si omettono degli elementi sempre rilevanti ai fini di consentire alla compagnia di assicurazione se decidere o meno di accollarsi il rischio (esempio dichiarazione di fallimento di una società in cui si è svolta l’attività di sindaco o di revisore). Dichiarazioni inesatte o reticenze, se fornite con dolo o colpa grave (art. 1892 del c.c.), provocano l’annullamento
del contratto di assicurazione RC professionale. Se, invece, tali dichiarazioni sono fornite senza colpa grave o dolo (art. 1893 del C.c.) hanno come conseguenza, non l’annullamento, ma la possibilità da parte della compagnia di assicurazione di recedere dal contratto. Solido Non è improbabile essere coinvolti in richieste di risarcimento “in solido” con altri soggetti indipendentemente dal tipo di prestazione effettuata. Alcuni assicuratori prevedono clausola specifica tenendo indenne il proprio assicurato per l’importo totale del “solido” per poi rivalersi nei confronti degli altri soggetti coinvolti. Competenze L’attività del geometra è regolamentata dal Regio decreto del 1929 che tante contestazioni ha generato negli ultimi anni in merito alle attività che possono essere esercitate. Altrettante contestazioni sull’operatività della garanzia sono arrivate dagli Assicuratori. Importante ovviamente una clausola di tutela in merito.
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l Consiglio Nazionale della categoria si è mosso per tempo ed ha interpellato Marsh, un broker di esperienza e ha stipulato una convenzione sottoscritta dalla compagnia di assicurazioni internazionale AIG, compagnia che ha Rappresentanza Generale per l’Italia a Milano. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 29
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Dario Piotti
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el teatro “San Faustino” di Sarezzo la Comunità Montana di Valle Trompia il 27 febbraio scorso ha organizzato un seminario formativo per la presentazione del SUED (Sportello Unico dell’Edilizia Digitale). La nuova procedura per la presentazione di tutte le pratiche edilizie è entrata in vigore il 1° marzo 2014 e riguarda tutti i Comuni della Valle Trompia e il Comune di Ospitaletto. La mattinata è stata riservata alla parte ufficiale della presentazione con l’intervento dei Presidenti delle Comunità Montane di Valle Trompia e di Valle Sabbia, rispettivamente i signori Bruno Bettinsoli e Giovanmaria Flocchini. Alla manifestazione sono intervenuti: per la Regione Lombardia, gli Assessori Viviana Beccalossi e Massimo Caravaglia, il rappresentante della “Globo srl” dell’Area digitale della Regione Lombardia, nonché l’arch. Fabrizio Veronesi, dirigente dell’Area tecnica della Comunità di Valle Trompia. Questi ha illustrato egregiamente ed esaustivamente le finalità e gli obiettivi che il nuovo programma digitale si prefigge. Veronesi ha anche precisato che, per facilitare la presentazione delle pratiche, metterà a disposizione dei professionisti, per due pomeriggi alla settimana previo appuntamento telefonico, un tecnico della Comunità che affiancherà l’utente nella compilazione delle istanze digitali. Erano anche presenti i presidenti degli Ordini degli in30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
SUED: il nuovo sistema telematico per presentare le pratiche edilizie in Valtrompia gegneri, degli architetti, degli agronomi e forestali, oltre a chi scrive, in rappresentanza del Presidente del Collegio dei geometri di Brescia. Nella sezione pomeridiana dei lavori, i tecnici della società incaricata “Globo srl” hanno presentato all’uditorio il nuovo programma per l’informatizzazione totale della gestione delle istanze dell’edilizia e delle attività produttive. In sala erano presenti più di 250 persone, delle quali oltre 100 erano geometri. Ciò dimostra quanto il geometra sia figura professionale radicata nel territorio e
primo interlocutore tra il cittadino e l’Amministrazione pubblica e quanto sia interessato all’apprendimento di ogni novità riguardante la sua professione. Non vi è dubbio che con lo sviluppo della telematica le procedure poste in atto contribuiranno alla riduzione delle lungaggini procedurali; ma questo risultato lo si avvertirà nel tempo, quando saranno migliorati quei passaggi che, alla luce della pratica, riveleranno i difetti del nuovo programma. Difatti il Collegio dei geometri, su suggerimento della Commissione urbanistica, è
Lo sportello telematico unificato per l’edilizia e le attività produttive è già una realtà in Valle Trompia e Ospitaletto La Comunità Montana della Valle Trompia, in collaborazione con la GLOBO srl ed in attuazione del bando ACI (Accordi di Collaborazione Interistituzionale) di Regione Lombardia, ha realizzato uno sportello telematico unificato per l’edilizia e le attività produttive. Il progetto ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza degli uffici comunali nella gestione del territorio e di erogare servizi online a cittadini, professionisti e imprese. Durante l’incontro di giovedì 27 febbraio 2014, sono stati presentati i risultati ottenuti che hanno permesso di informatizzare totalmente la gestione delle istanze dell’edilizia e delle attività produttive. Sono stati realizzati un GeoPortale ed uno sportello telematico comunale che permettono di svolgere numerose attività online: inoltrare e consultare le istanze dell’edilizia e delle attività produttive, effettuare pagamenti, accedere ai servizi cartografici avanzati come lo scarico della cartografia comunale finalizzato al mantenimento del database topografico. Tutto ciò è stato possibile poiché il sistema rispetta i dettami del Codice dell’Amministrazione Digitale: gli utenti sono identificati attraverso la Carta Nazionale dei Servizi o la Carta Regionale dei Servizi e le istanze sono inviate tramite posta elettronica certificata. Il progetto è stato realizzato rispettando i medesimi standard tecnologici usati dalla Regione Lombardia, dalla Provincia e dalla CCIAA di Brescia e da numerosi enti del territorio.
intervenuto, mio tramite, evidenziando quelle situazioni che, dopo un primo esame del SUED, sono apparse subito problematiche. Innanzitutto si è sottolineato come sia stata richiesta al Collegio dei geometri e agli altri Ordini professionali una valutazione del nuovo geoportale solo dopo la sua presentazione; sarebbe stato invece auspicabile un tavolo di lavoro preventivo, che avrebbe consigliato una semplificazione del programma attraverso un’attenta analisi delle mille difficoltà che ogni professionista incontra giornalmente presso i vari enti.
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i è notato che al momento della presentazione della pratica per opere edilizie, idraulico-forestali, geologiche, ecc. il geoportale richiede l’inserimento della zona interessata e poi, alla fine dei lavori, vuole siano inseriti i dati tecnici: planimetria con coordinate, ecc. Ciò costringe il professionista a un doppio intervento con aggravio dei costi. Pensiamo ai dati da conferire per aggiornare la cartografia a seguito della realizzazione di una strada, di un’opera geologica di mutamento del territorio, ecc. Quanto tutto ciò inciderà sui costi? Il programma prevede il pagamento dei diritti di segreteria di tutte le pratiche, in contrasto con le norme della legge del 1993, che prescrive il pagamento solo per i permessi di costruire e per
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
i certificati (ogni amministrazione, in materia, ha deliberato senza conoscere gli obblighi previsti dalle norme). Pensiamo a quali costi va incontro un cittadino che intenda eseguire semplici opere di manutenzione ordinaria, o un intervento di edilizia libera …
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a modulistica che il nuovo programma informatico richiede è alquanto numerosa e complessa da compilare. Vi è inoltre previsto l’obbligo della firma digitale del cliente, il quale dovrà lasciare al professionista la sua Carta regionale servizi e il PIN. Si sarebbe, invece, potuto introdurre la stessa procedura usata per il SUAP, rilasciando una specifica procura del cliente al professionista. Insomma, il programma SUED sembra studiato su misura più per favorire la comodità della pubblica amministrazione che quella dei cittadini e dei professionisti. Le amministrazioni disporranno, infatti, di tutti i dati in formato digitale forniti direttamente dai cittadini; diminuiranno così i costi della P.A., ma è quasi certo che aumenteranno quelli per il cittadino e per l’utenza in generale. Affinchè questa nuova iniziativa si traduca in un vera occasione per la semplificazione burocratica, sarà necessario che l’Amministrazione realizzi lo snellimento delle sue procedure, ponendosi veramente al servizio del cittadino, comprenden-
done necessità ed esigenze. Ogni pubblica amministrazione deve ottenere dagli organi superiori e nelle sedi
più opportune che la Conferenza dei Servizi diventi “obbligatoria e vincolante” per tutti gli Enti che vi parte-
cipano, per esprimere collegialmente un unico parere sulle pratiche sottoposte ai vari vincoli. Questa sì che sarebbe una vera semplificazione e una forte deburocratizzazione. Solo con una esatta, puntuale e trasparente informazione a tutti i livelli a favore dei cittadini si potranno raggiungere i risultati sperati e desiderati. Oggi, anche sull’onda della rivisitazione in atto dell’intero “mondo politico”, viene data agli enti, ai cittadini, e a tutti noi una grossa opportunità di cambiamento. L’auspicio è che i nostri rappresentanti politici e delle categorie professionali non se la lascino sfuggire. ❑
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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Isidoro Trovato Da “Corriere della Sera” 11/03/2014
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l nuovo corso è già iniziato. Da ieri il Fondo di garanzia delle Pmi è esteso anche ai professionisti e non solo a chi appartiene agli Ordini professionali, ma anche alle associazioni professionali, quelle iscritte nell’elenco tenuto dal ministero dello Sviluppo economico (tributaristi, grafologi, osteopati, ecc.). La valutazione dei professionisti avverrà sulla base di due indici calcolati su dati contabili riportati nelle due ultime dichiarazioni fiscali presentate. Il mondo delle
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Il Fondo di garanzia Pmi esteso anche ai geometri professionisti professioni potrà avere accesso ai fondi fino ad una cifra che non sia superiore al 5% delle risorse totali del fondo. Si tratta di un provvedimento auspicato e atteso da tempo dai professionisti che ottengono così un accesso al credito agevolato e privilegiato, un passo che riconosce lo stato di crisi profonda che ha colpito tutte le categorie e che, fatalmente, incide soprattutto sui più giovani. Da ieri, quindi, sul sito del ministero dello Sviluppo economico (www.fondidigaranzia.it) è
stata aperta una nuova sezione in cui i professionisti potranno registrarsi e ottenere che sia lo Stato a farsi garante per l’accesso al credito. E il tutto con un percorso semplificato che non richiede documenti cartacei ma che si svolge interamente online. Si tratta di un bel passo avanti per chi si presentava in banca a chiedere un prestito per aprire uno studio, per ingrandire quello vecchio o magari per avere liquidità e far fronte al ritardo dei pagamenti (spesso causati dalla pubblica
amministrazione). L’equiparazione dei professionisti alle piccole e medie imprese è un percorso intrapreso da tempo anche dall’Europa che infatti destina fondi anche alla formazione. Non a caso il mondo delle professioni ha già fatto richiesta alle Regioni perché non sprechino i fondi comunitari che potrebbero servire a finanziare la formazione dei giovani professionisti e l’aggiornamento continuo per tutti. ❑
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Bruno Bossini
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on la mail qui sotto riprodotta l’Avvocato Francesco Cuzzetti, nostro illustre e prezioso collaboratore, dopo quarant’anni di perseverante contributo alla nostra rivista, ci comunica la sua volontà di concludere il suo apprezzatissimo impegno, anche se noi sappiamo che, visto il suo attaccamento alla nostra categoria, non ci priverà di suoi saltuari e sempre graditi interventi. A noi non resta che prendere atto, pur con rammarico, della sua decisione che ci sottrae il suo sempre illuminante parere su le più varie argomentazioni giuridiche, con le quali ha, per così lungo tempo, onorato “Il geometra bresciano”. Vogliamo esprimergli il nostro vivo ringraziamento, quello del nostro Presidente geom. Giovanni Platto, dell’intero Consiglio Direttivo, della Redazione
Grazie, avvocato Cuzzetti
della rivista e di tutti i geometri bresciani che hanno sempre seguito con interesse e attesa la sua puntualissima rubrica. Sappiamo
che ci mancherà il suo consiglio, la sua guida sicura, la limpidezza dei suoi chiarimenti in una materia per sua stessa natura criptica, ostica
e che nello stesso tempo è pane quotidiano per il geometra libero professionista. ❑
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DAL COLLEGIO DI LODI Andrea Maestri
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on l’emanazione da parte di Regione Lombardia della Legge Regionale n.12 del 11 marzo 2005, in ottemperanza all’articolo 117 comma 3 della Costituzione della Repubblica Italiana, si è sostanzialmente rinnovata la disciplina urbanistica nella nostra Regione; strada già percorsa dallo Stato Centrale con l’introduzione qualche anno prima del Dpr 380/2001 o meglio conosciuto come Testo Unico in Materia Edilizia; LeggeQuadro all’interno della quale le Regioni possono legiferare a seconda delle proprie specificità del territorio. La Legge Regionale 12 ha sostituito in Regione Lombardia la Legge n. 51 del 15 aprile 1975; essa va a formare una sorta di “Testo Unico Regionale” che unifica gran parte delle norme regionali in materia edilizia. Tra le novità di questa legge (tra cui: Sistema Informativo Territoriale – SIT, la Valutazione ambientale dei piani ) si introduce l’obbligo per i Comuni di rinnovare il proprio strumento urbanistico attraverso il Piano di Governo del Territorio o P.G.T. che sostituirà il vecchio Piano Regolatore Generale o P.R.G. Questo nuovo strumento urbanistico, a sua volta, è composto da: – Documento di Piano: contiene gli elementi conoscitivi del territorio e le linee di sviluppo che l’Amministrazione Comunale intende perseguire. 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Il lungo e travagliato percorso del P.G.T. in un contesto economico già incerto
DAL COLLEGIO DI LODI
– Piano dei Servizi: riguarda le modalità di inserimento delle attrezzature di interesse pubblico o generale nel quadro insediativo. – Piano delle Regole: sono contenuti gli aspetti regolamentativi e gli elementi di qualità della città costruita. (Qui sono inserite le norme tecniche che permettono quindi la regolamentazione dell’edilizia, soprattutto privata, che è quella maggiormente a contatto con noi professionisti.)
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e deriva che questo strumento urbanistico, disposto dalla vigente legislazione, risulta molto più completo rispetto al vecchio Piano Regolatore Generale. Da qui un lungo e travagliato percorso è iniziato per i Comuni lombardi, infatti, la scadenza definita dall’originaria legge regionale 12 per l’introduzione del P.G.T. da parte dei Comuni era il marzo 2009, ma solo il 5% dei 1.546 Comuni l’aveva adottato. La Giunta Regionale, preso atto della situazione, ha prorogato diverse volte la scadenza del vecchio strumento urbanistico spostandola prima al 31 marzo 2011 e poi al 31 dicembre 2012. Per meglio osservare la situazione aggiornata al 31 Dicembre 2012 vengono riportati alcuni grafici esplicativi che ben sottolineano l’andamento di Avviamento, Adozione e Approvazione del Piano di Governo del Territorio in Regione Lombardia.
Si può notare che il 41% dei Comuni Lombardi non ha ancora approvato in via definitiva il P.G.T. alla, ormai penultima, scadenza data dalla stessa Regione. Infatti dal 1 Gennaio 2013 il vecchio Piano Regolatore Generale ha perso di efficacia, tuttavia molti Comuni Lombardi sono ancora sprovvisti del nuovo Piano di Governo del Territorio. Si è quindi creata una situazione particolarmente critica, anche per tutti i ProfesIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 35
DAL COLLEGIO DI LODI
sionisti del settore. Infatti, per diversi mesi, precisamente dal 1 Gennaio 2013 al 1 Giugno 2013, non si è potuto operare in tanti Comuni di Regione Lombardia andando a gravare notevolmente sulla situazione economica di questo settore, già in crisi da diverso tempo, causando sicuramente ripercussioni sull’intera economia regionale. La Giunta Lombarda ancora una volta è intervenuta modificando la L.R. 12 emanando la Legge Regionale n° 1 del Giugno 2013 “Disposizioni transitorie per la pianificazione Comunale. “ differendo nuovamente la scadenza per l’adozione del P.G.T. al 30 Giugno 2014, introducendo altresì delle disposizioni sanzionatorie per i Comuni privi del nuovo strumento urbanistico che si applicano a far tempo dal 1 Gennaio 2014.
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iferendoci a tutti quei Comuni che non hanno ancora approvato definitivamente il P.G.T. ci auguriamo vivamente che possano rispettare l’ultima scadenza imposta nel 2014, tenuto conto altresì del contesto economico ancora del tutto incerto. ❑
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FORMAZIONE CONTINUA Stefano Benedini
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a pubblicazione negli ultimi due numeri de “Il geometra bresciano” del comunicato del Consiglio Nazionale uscente, nel quale si informava di aver approvato e inviato (5 settembre 2013) al ministero della Giustizia una bozza di Regolamento redatto ai sensi dell’art. 6, comma 11, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, in materia di praticantato, ha suscitato grande risonanza tra gli iscritti. Vi si leggeva: «Il Ministro vigilante previa verifica – su indicazione del Consiglio nazionale dell’Ordine o Collegio – dell’idoneità dei corsi organizzati a norma del comma 9 sul territorio nazionale, dichiara la data a decorrere dalla quale la disposizione di cui al medesimo comma è applicabile al tirocinio». E poi, con riferimento al comma 9: «Il tirocinio, oltre che nella pratica svolta presso un professionista, può consistere altresì nella frequenza con profitto, per un periodo non superiore a sei mesi, di specifici corsi di formazione professionale organizzati da Ordini o Collegi. I corsi di formazione possono essere organizzati anche da associazioni di iscritti agli Albi e da altri soggetti, autorizzati dai Consigli Nazionali degli Ordini o Collegi. Quando deliberano sulla domanda di autorizzazione di cui al periodo precedente, i consigli nazionali trasmettono motivata proposta di delibera al Ministro vigilante al fine di acquisire il parere vincolante dello stesso».
Corsi di formazione alternativi al praticantato
Desideriamo mettere in evidenza come a tale bozza di Regolamento non sia ancora seguita la sua approvazione definitiva, e come la sua prevista decorrenza («con ogni probabilità per l’1 gennaio 2014»), non è tuttora confermata. Il Consiglio Direttivo del Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia, pur cogliendo positivamente in tale iniziativa il concretizzarsi dei suggerimenti più volte forniti al CNGeGL di produrre indicazioni utili alla istituzione di un corso che sostenesse il praticante nello sviluppo delle compe-
tenze utili al superamento dell’esame di Stato e alla conseguente possibilità di operare nella libera professione con adeguate basi di conoscenza da ampliare con l’esperienza e perfezionare con la formazione professionale continua e obbligatoria, pur apprezzando l’inserimento nel programma del corso di momenti di prova pratica, non può che esprimere le proprie perplessità sulla possibilità che tale formazione possa essere acquisita anche nella modalità e-learning. Questa, se pur ritenuta vantaggiosa in termini economici – o almeno così dovrebbe essere – e di ge-
stione dei tempi, tuttavia non sembra rappresentare risposta adeguata alle esigenze formative del praticante, mancando dello scambio e del confronto di idee, altamente valorizzate, viceversa, dalla didattica con presenza diretta del docente e dei corsisti. Segnaliamo agli iscritti all’Albo e al Registro praticanti che non mancheremo di aggiornare i lettori sugli sviluppi della questione più sopra trattata e che si concretizzerà – si presume – nei prossimi mesi con le indicazioni proposte dal nuovo Consiglio Nazionale. ❑
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CATASTO Andrea Raccagni
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a ormai famosa circolare 6/2012, che si concentra sulla determinazione della rendita catastale delle unità immobiliari a destinazione speciale e particolare (categorie D ed E), ha creato una notevole agitazione tra i colleghi che si occupano principalmente di catasto; recentemente, infatti, è tornata in primo piano complice la sua più precisa attuazione da parte dell’ Agenzia delle Entrate-Territorio. Per miglior conoscenza della materia lo scorso 22 gennaio presso l’ Istituto Tartaglia si è tenuto un incontro con i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate-Territorio, con
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Catasto: unità immobiliari di categoria D ed E: dubbi e chiarimenti l’obiettivo di chiarire alcuni punti chiave della circolare, definire la sua corretta applicazione e portare all’attenzione dell’Agenzia alcune problematiche sorte finora. Erano presenti in sala circa 450 geometri. Punto fermo, chiarito subito dall’Agenzia delle EntrateTerritorio, è la non retroattività della circolare; il pregresso non verrà riesaminato secondo la nuova circolare, allo stesso tempo ci si può aspettare una costante applicazione della nuova circolare a partire dalla data del convegno. Ma vediamo più dettagliatamente i punti esaminati durante il convegno.
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nelle due pagine, da sinistra e in senso orario: l’ing. Raffaella Rabaioli, Capo Settore Territorio Agenzia delle Entrate di Brescia, l’ing. Stefano Pompilio e l’ing. Elena Dancelli del Settore Territorio dell’Agenzia delle Entrate e il geom. Giuseppe Bellavia del Collegio geometri di Brescia. L’aula magna dell’Istituto Tartaglia durante l’affollatissimo incontro.
L’ing. Raffaella Rabaioli, afferma l’indispensabilità di utilizzare le “unità tipo”, per esempio, per assegnare la categoria D ad un fabbricato con superficie superiore ai 700 mq, unità tipo che però, come fatto notare dal coordinatore della commissione Catasto geom. Alessandro Rizzi, non sono mai state a disposizione del professionista. È utile ricordare che la Circolare 6 di fatto modifica la prassi che si applica da tempo. Ciò sarà la causa di parecchie discrepanze tra i valori ottenibili applicando le procedure descritte nella circolare e ciò che veniva valutato precedentemente. Durante la discussione uno dei concetti che hanno stimolato di più il dibattito è stato il sistema di calcolo del valore delle aree pertinenziali; secondo quanto affer-
mato dalla circolare, questo valore si calcola prima in base percentuale al valore del fabbricato, a cui viene poi aggiunto il costo di trasformazione/finitura dell’area nuda. Ciò viene percepito come una doppia valutazione dell’area; applicando questo metodo i valori risultano molto superiori a quanto stimato in passato. Nel caso di immobili in affitto, viene portata all’attenzione dei rappresentati dell’Agenzia delle Entrate-Territorio anche la valutazione dell’impiantistica installata dall’inquilino; richiedendo il suo inserimento si va infatti a gravare il proprietario con un’imposizione su un reddito non percepito; tale misura, secondo il parere dei geometri professionisti, pare iniqua e perciò da modificare. Ci sono poi alcuni punti inerenti la valutazione dell’ob-
solescenza degli impianti stabilmente fissi che è opportuno evidenziare. È bene ricordare che la Circolare 6 include nel calcolo una detrazione dovuta al-
l’obsolescenza degli impianti, che, però, non viene inspiegabilmente considerata nel calcolo; ne è esempio lampante il caso degli impianti fotovoltaici. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 39
CATASTO Da sinistra, il geom. Giuseppe Bellavia, l’ing. Raffaella Rabaioli, l’ing. Stefano Pompilio e l’ing. Elena Dancelli Sotto, il colpo d’occhio dell’aula magna del Tartaglia stracolma di geometri.
I valori presi a modello oggi non sono più attuali, sono indicativi di un periodo in cui i costi di realizzazione erano molto più elevati rispetto ad oggi e, inoltre, nell’accertamento vengono considerati
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solo i costi, ma non le eventuali detrazioni come i costi per manutenzione e smaltimento. Portiamo un solo esempio rappresentativo: nell’allegato 3 della Circolare si men-
ziona una detrazione del 25% per la vita breve dell’impianto: tale detrazione non viene considerata. Non giova alla situazione attuale anche la difficoltà testimoniata da molti colleghi di poter parlare con i tecnici dell’Agenzia delle EntrateTerritorio. Poche sono le ore e i giorni dedicati al confronto con il pubblico; il professionista, spesso, si vede costretto a lunghe code o ad attendere parecchi giorni prima di poter discutere della propria pratica. In caso di accertamenti sarebbe invece auspicabile la massima urgenza. A fronte di questi problemi,
i geometri professionisti chiedono di tenere aperto un tavolo di confronto con l’Agenzia delle Entrate-Territorio come già richiesto da tempo. Da professionisti che operano spesso nel settore non vogliamo essere solo spettatori, ma contribuire attivamente con idee e proposte, prima tra tutte quella di dedicare più tempo al confronto tra tecnici. Un rapporto conflittuale tra professionisti ed Agenzia delle Entrate-Territorio finirebbe per portare disagi a ogni figura coinvolta, dal cittadino al professionista. ❑
CATASTO Da “Corriere della Sera”
Dai costruttori ai proprietari riforma del catasto nel mirino di 14 associazioni
Quattordici associazioni che operano nel settore dell’edilizia “alleate” nell’attività di monitoraggio nella raccolta dati dei valori di compravendita e locativi 2011-2013 propedeutica all’ottenimento del valore delle unità immobiliari e del valore delle rendite da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non sono presenti i geometri (pare!) ed è un nonsenso. Il Consiglio Nazionale si sarà allertato per garantire la nostra insostituibile presenza?
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uattordici associazioni che operano nel settore immobiliare si sono “alleate” per monitorare gli sviluppi della riforma del catasto, in vista dell’arrivo dei decreti attuativi. Aib, Ance, Ania, Casartigiani, Cia, Cna,
Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confindustria e Fiaip si sono riunite a Roma nella sede di Confedilizia. E hanno deciso di portare avanti una sorta di vigilanza ombra sulla riforma del ca-
tasto. Il primo passo sarà la raccolta dei dati dei valori delle compravendite e dei canoni delle locazioni nel triennio 2011-2013. Si tratta delle informazioni base da cui anche l’Agenzia delle Entrate dovrà partire per attribuire a ciscuna unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita. L’intenzione delle 14 organizzazioni è confrontare i propri valori con quelli scelti a riferimento dall’Agenzia delle Entrate. Il coordinamento dei quattordici ha già fissato in agenda un incontro con il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.
«Finché non sarà svelato l’algoritmo alla base dei calcoli non sarà possibile definire rendite e valori patrimoniali», constata Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, associazione dei proprietari immobiliari capofila del raggruppamento. «Certo è importante che i valori immobiliari di partenza rispecchino davvero il mercato», continua Fogliani. Rapido nel punzecchiare l’Agenzia delle Entrate: «Quelli dell’osservatorio sul;mercato immobiliare dell’Agenzia spesso sono il triplo delle somme battute alle aste». ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 41
LAVORI DI GEOMETRI
Abitazioni di paglia la sfida naturale che viene dalla Valcamonica olti di noi se sentono parlare di case di paglia pensano a qualche remoto villaggio africano o al più, stando in ambiti più vicini, ai reperti archeologici degli insediamenti della Valvestino e dell’Alto Garda. Ed invece proprio nel Bresciano, a Cedegolo in Valcamonica, è stata realizzata in questi anni un’abitazione perfettamente inserita nell’ecosistema del parco dell’Adamello, a stretto contatto con le balze coperte di prati ed i castagneti secolari, che fa della paglia il suo elemento costitutivo principale. Una casa calda, che “respira” proprio grazie alle pareti di paglia e sfrutta poi molte altre materie prime locali, dal legno di castagno alla lana delle pecore, dalla calce prodotta nella calchera riattivata di Ono San Pietro alle argille e sabbie del Bresciano. A progettarla, realizzarla ed in gran parte pure costruirla un geometra di Capodiponte, Andrea Grappoli, che si è avvalso del lavoro del suo studio tecnico, quello che conduce con la moglie ing. Sara Tosini ed il cognato architetto Matteo Tosini. Una realizzazione che non solo ha coronato il suo sogno d’una abitazione in sintonia perfetta con l’ambiente, attento alla eco-sostenibilità ed alla valorizzazione massima dei materiali locali, al risparmio energetico ed all’aspetto tecnologico e del design, ma è oggi testimonianza tangibile e visitabile d’una possibile diversa edilizia. Non una provocazione, ma un esempio che è già stato seguito per altri immobili nella stessa nostra provincia, a Desenzano ed a Darfo.
M
Il geom. Andrea Grappoli si è diplomato all’Istituto Tecnico “Teresio Olivelli”, sezione distaccata di Edolo, e tre anni dopo si è iscritto all’Albo dei geometri della provincia di Brescia. Svolge l’attività professionale a Capo di Ponte, suo paese natale, nel settore della progettazione civile. Ha fatto esperienze lavorative anche all’estero: nel 2005 con il gruppo di ricerca del prof. R. Gettu presso l’Indian Institute Tecnology of Madras per diagnosticare i danni causati dallo tsunami e nel 2008 con la progettazione di un acquedotto per il Villaggio di Wjia in Togo. Anche a seguito di queste esperienze ha voluto sperimentare l’impiego di tecniche e materiali tradizionali nell’edilizia sostenibile per la realizzazione di edifici “vivibili e sani”. 42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Ecco un giovane collega, diplomato ad Edolo nel 1997 ed iscritto all’albo del nostro Collegio dal 2000 che ha realizzato il sogno di molti: la costruzione d’una casa armonicamente inserita nell’ecosistema montano che la circonda. E l’ha fatto usando la paglia. Una realizzazione troppo inusuale ed affascinante per non chiederti subito come ti è venuta quest’idea. «Il punto di partenza è ovviamente la sensibilità di mia moglie e mia per i temi della bioedilizia, l’interesse per tutto quanto si studia e si realizza avendo a cuore i valori del costruire eco-sostenibile, l’amore per la nostra terra, la Valcamonica, ed il legame forte con la natura che ci circonda. Dopo aver letto tanto, studiato tanto, visitato tanto abbiamo deciso di provare sulla nostra
pelle la funzionalità di tante suggestioni, idee, progetti. L’idea era a suo modo semplice: costruire la nostra casa di montagna riaprendo il dialogo mai interrotto tra l’uomo e la sua terra e sfruttando al meglio un sistema costruttivo sano e senza costi eccessivi». I costi sono un grande tema – forse il maggiore anche se non il più importante – ma prima d’arrivarci mi piacerebbe capire come da tutte queste premesse, di una sensibilità e di una curiosità comunque diffusa soprattutto tra i giovani colleghi, si arriva alla paglia. «Per noi il cammino è stato graduale ma insieme determinato ed, in definitiva neppure tanto rivoluzionario. Le costruzioni in paglia non sono infatti un retaggio del
LAVORI DI GEOMETRI Modello tridimensionale del progetto preliminare; sotto, vista dell’interno durante la posa delle balle di paglia
passato, ma realizzazioni già presenti vicino e lontano da noi. In Francia e Germania non sono così rare, mentre negli Stati Uniti d’America si è celebrato non molto tempo fa il centenario d’una casa in paglia ancora perfetta ed abitata dopo tanti decenni. Ed anche in Italia se ne contano almeno una trentina, molte concentrate in Veneto dove, a Pramaggiore, c’è pure l’esperto che più e meglio di altri ha affinato le tecniche costruttive, gli accorgimenti tecnici necessari per evitare deterioramenti, minimizzare i rischi d’incendio e sfruttare
convenientemente tutte le peculiari caratteristiche della paglia». Ma con la paglia si costruisce dalle fondamenta al tetto? «All’estero si realizzano tranquillamente anche le strutture portanti in paglia (la resistenza meccanica di una balla di paglia ben compressa è di 15 ton. a metro quadro e dunque è autoportante fino a tre piani); in Italia invece le strutture portanti sono in legno o cemento, mentre la paglia è il materiale costitutivo di tutti i tamponamenti. In particolare nel mio caso, sono interIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 43
LAVORI DI GEOMETRI Particolare di parete in paglia vista dall’esterno
venuto su una costruzione in pietra precedente che era ormai ridotta a poco più d’un rudere, avvalendomi quindi poi di una struttura portante a telaio a pilastri e travi in legno massiccio di castagno locale. E la paglia è stata utilizzata per tutte le murature di tamponamento esterno». E il risultato finale? «Il risultato è una costruzione su tre piani di cui uno seminterrato, a volte in pietra e calce, e due fuori terra in legno e paglia di circa 90 metri quadrati per piano per un totale di 480 metri cubi di volume». Indubbiamente una casa spaziosa e funzionale. Delle fondamenta e del seminterrato poco o nulla ti chiedo, così come mi pare inutile insistere sulla struttura in legno. Tutta la mia curiosità è per i muri in paglia: come sono fatti? «Semplice: la nostra materia prima è la paglia. Attenzione: la paglia, ovvero lo stelo della pianta di frumento o di riso (e non ad esempio l’erba ed il fieno) che è lo scarto ottenuto durante la raccolta appunto di riso e frumento. Si presenta nella forma di una parallelepipedo di 100x50x35 cm che il macchinario di raccolta già pressa durante la lavorazione. Ognuna di queste balle di paglia deve essere poi ulteriormente pressata in cantiere, con l’uso di comuni martinetti, giacché più è pressata e più è efficiente da ogni punto di vista: meccanico e d’isolamento. Le balle di paglia pressate vengono quindi impilate se44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
LAVORI DI GEOMETRI A destra, il cantiere; nella foto grande, dettaglio della parete esterna pronta a ricevere il primo strato di intonaco.
guendo uno schema preciso ad incastro fino a formare il muro di tamponamento ed ulteriormente pressata così che il muro stesso aderisca al meglio alle strutture portanti in legno. Se invece la paglia ha, per ragioni costruttive, un contatto con altri materiali, come ad esempio il cemento, occorre frapporre tra i due materiali un isolante che impedisca il passaggio di umidità». Così viene realizzato il muro che, però, a questo punto ha un aspetto grezzo. Resta il problema delle aperture, degli impianti e delle finiture. Come si procede? «Le aperture, come ad esempio porte e finestre, sono costituite da telai in legno che aderiscono perfettamente alla paglia e devono avere una profondità di non meno di 60 centimetri. Su questi telai montiamo poi porte e finestre. Per gli impianti invece ci si può ancorare a polloni di sostegno conficcati nel muro di paglia, oppure, ed è stato il nostro caso ad una intelaiatura in legno più o meno pesante che consente anche di migliorare la posa dell’intonaco di finitura. Noi in particolare per le partizioni interne abbiamo realizzato una intelaiatura abbastanza fitta utilizzando bancali di scarto». E l’intonaco appunto? IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 45
LAVORI DI GEOMETRI Vista del fronte sud del cantiere
«L’intonaco è realizzato in materiale naturale utilizzando l’argilla e, vista la carenza di questo materiale in Valle, da un mix di sabbia e calce. Per queste finiture si può ricorrere in verità a diversi materiali ed anche a sistemi diversificati per ancorarli al meglio alla paglia. L’imperativo categorico è comunque sempre il medesimo: consentire al muro di respirare, non impedire lo scambio d’aria tra l’interno della balla di paglia e 46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
l’esterno o l’interno dell’abitazione». In pratica voi come avete finito i muri? «Il muro in paglia con l’intelaiatura in legno delle pareti è stato ricoperto da un primo strato di intonaco in argilla e da una struttura portaintonaco realizzata mediante un cannicciato di canna palustrerivestito a sua volta da un secondo spesso strato in argilla che isola completa-
mente l’interno e rende impossibile il formarsi di nidi di insetti o animali. L’intonaco interno è realizzato fin nella finitura con intonaco a base di argilla di differenti granulometrie (per uno spessore totale di circa 5 centimetri) di cui lo strato più fine è aggrappato su una rete di juta. Quello esterno è invece composto da una miscela di calce e sabbia , spesso tra i 4 ed i 6 centimetri applicato a più mani».
E per i piani orizzontali della casa a cosa siete ricorsi? «Abbiamo scelto un sistema a secco con una orditura principale in legno di castagno a doppio assito con una intercapedine in lana di pecora (anche questa prodotto locale) dalla ottime proprietà termiche ed insonorizzanti abbinate ad un’alta igroscopicità, con pavimenti in assi di abete massiccio e terra cruda per i piani intermedi ed in su-
LAVORI DI GEOMETRI Pianta del livello semi-interrato. Sotto: il fronte nord-ovest del cantiere con aperture ridotte al minimo e, a destra, l’inizio della posa dell’intonaco.
ghero per la copertura. Su tutto poi un tetto ventilato a due falde, con una copertura verde che grazie allo strato di terriccio e con la piantumazione di differenti specie di sedum apporta anche un buon isolamento termico». Ma per fare tutto questo dove avete trovato la manodopera specializzata con queste specifiche conoscenze? «Per la lavorazione delle balle di paglia abbiamo chiamato un esperto (Stefano Soldati) da Premaggiore Veneto che ha istruito le maestranze, mentre per gli intonaci siamo ricorsi ai muratori più vecchi che avevano dimestichezza con la calce. Ed a proposito di calce, per realizzare la nostra casa abbiamo anche contribuito a far ripartire la calchera di Ono San Pietro
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LAVORI DI GEOMETRI Pianta del piano terra e del primo piano. A destra: le sezioni A-A e B-B
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LAVORI DI GEOMETRI
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LAVORI DI GEOMETRI I prospetti Ovest e Nord
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LAVORI DI GEOMETRI Il fabbricato finito nella suoi prospetti Est, Ovest e Sud
che era ferma da molti anni. Qui abbiamo cotto la calce con 1.500 fascine di legna che hanno bruciato per un’intera settimana. Ed il prodotto è stato una calce molto pregiata, proprio perché cotta a legna, che viene utilizzata in particolare per i restauri». Tornando per un momento ai muri, par di capire che una volta finiti siamo di fronte a spessori consistenti, dell’ordine dei 60-70 centimetri… «E anche di più. Ma posso assicurare che non disturbano». E l’efficienza dell’isolamento quant’è? «Siamo attorno ad una trasmittanza pari a 0,13-0,16». Ottima, davvero ottima. Ma i costi? «Il paragone va ovviamente fatto con un muro di analoga trasmittanza, ovvero un muro realizzato con termolaterizi Poroton e cappotto. Ebbene un tamponamento di questo genere può costare complessivamente attorno ai 120 euro a metro quadro, mentre il nostro in paglia, intelaiato, intonacato e finito è attorno ai 4050 euro al metro quadro (dei quali circa 10 euro sono il costo della paglia)». Dunque una scelta anche conveniente. Ma non c’è il pericolo di incendi? «In Italia i test non sono ancora stati fatti, ma quelli fatti in Germania ci dicono che il muro in paglia intonacato a regola d’arte con l’argilla è paragonabile ad un normale calcestruzzo perché non vi è
ossigeno che favorisca lo sviluppo delle fiamme. Per la prova di resistenza al fuoco siamo comunque attorno a R90». Non mi resta che farti i complimenti e chiederti se questo vostro esempio sta facendo scuola. «C’è molto interesse attorno a questa nostra realizzazione: spesso abbiamo tecnici in visita, abbiamo anche realizzato un Cd con fotografie e spiegazioni tecniche, così come siamo disponibili ad incontrare studenti singoli e intere classi. Ma in verità su quest’ultimo versante non abbiamo avuto molti riscontri. A tal proposito vorrei sfruttare proprio questo vostro interesse per rivolgere un invito alle docenze delle scuole a partecipare agli eventi che organizziamo presso la “casa di paglia”, non solo per apprendere la teoria costruttiva, ma anche per “imparare facendo”». E altri lavori simili? «Tra chi è venuto a trovarci abbiamo trovato in questi mesi due altri clienti che ci hanno chiesto di replicare l’intervento. In particolare, a Desenzano stiamo realizzando una grande struttura con gli elementi portanti in calcestruzzo ed i muri in paglia, mentre a Darfo abbiamo lavorato ad un progetto con strutture portanti in legno e tamponamenti in paglia. La crisi ovviamente non ci aiuta, ma l’interesse di molti c’è e se son rose…». ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 51
LAVORI DI GEOMETRI Una volta completata, la casa di paglia non si distingue da una costruzione convenzionale
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LAVORI DI GEOMETRI
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URBANISTICA Giuseppe Zipponi
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Il ciclostile, la lametta e l’era digitale
n paio di volte l’anno Gioàn Candrina scendeva nell’interrato del municipio di Lumezzane, accendeva il (suo) poderoso ciclostile e, tempo pochi minuti, erano bell’e pronti un migliaio di moduli per le licenze o concessioni edilizie. Il ciclostile ogni tanto si inceppava, ma Gioàn Candrina sapeva dove mettere le sue mani forzute; ogni fine settimana tornava ad Acquafredda, ma questa è un’altra storia. I moduli venivano utilizzati da Bruno Donini, tre alla volta, con due fogli di carta carbone. Impilava le pratiche sulla scrivania dell’Assessore che firmava tutto, una volta a settimana. Sulla fiducia. Bruno Donini poi, per ogni progetto approvato, estraeva dal cassettone un grande foglio di radex, con la lametta grattava via un paio di curve di livello e con un rapido, a china, disegnava il perimetro del nuovo edificio. Erano gli anni ’70 e ’80. Gioàn Candrina e Bruno Donini, facilmente senza rendersene conto, avevano appena inventato lo “sportello unico per l’edilizia”. E perfino il “data base topografico”. Adesso lo “sportello unico per l’edilizia” è diventato “digitale” e obbligatorio per legge. Così pure il “data base topografico”; anche se molti non se ne sono ancora accorti. Certo era scritto che il digitale dovesse prendere il posto del ciclostile e, ancora, era scritto che il “data base topografico” dovesse rimpiazzare la lametta e la china. Ovvio! Ma dipende da come, però! Sono riusciti (riusciranno) i nostri Comuni a centrare l’obiettivo? Oppure, nel segno dell’innovazione, arriveranno, come al solito, a complicare ancora le cose? Questo è il dilemma! Di certo, in questi anni, si sono spesi milioni di euro in stipendi, consulenze, applicativi, programmi, aggiornamenti, manutenzioni e incarichi a società esterne. Decine di Comuni si sono dotati di potenti programmi che non utilizzano a cento. 54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Perché? Perché, appunto, troppo potenti. Nondimeno, tanti Comuni si sono dotati di “data base topografico”. I più senza averne cognizione, ma all’insegna del «associamoci che tanto la Regione paga». Il rischio, ora, è che il contributo del digitale al sistema sia intralciato dall’introduzione di inverosimili adempimenti ad opera dei soliti ignoti dell’Ufficio Complicazione Affari Semplici. Mi spiego meglio con alcuni esempi pratici partendo dal livello regionale. Regione Lombardia ha introdotto l’obbligo che i Pgt siano caricati sul PgtWeb. Avanti tutta, quindi, con spese per software, trasformazione dei file, accreditamenti, attestazioni, mesi di lavoro che ritardano l’entrata in vigore dello strumento urbanistico. Risultato: un mega marchingegno mai aggiornato (con i Pgt o varianti adottate) che nessuno consulta. Qualcuno dirà: é, maaaaa... peroooò... che bello un sito dove vedere tutti i Pgt della Lombardia?! Risposta: ma se non è aggiornato e nessuno lo consulta... un motivo ci sarà!
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arere personale: non serve a nulla. E poi, se devo consultare il Pgt di un Comune cerco sul sito di quel Comune. O no? Passiamo al livello comunale. Che è quello che più ci interessa. La tendenza di molti Comuni è di obbligare a caricare le pratiche sul geoportale prima ancora di presentare i progetti. Poi, dopo l’approvazione, altro passaggio sul geoportale. Quancuno dirà: vuoi mettre un bel programmone dove puoi vedere la casa dal cielo, sovrapporre il Pgt, assegnare il numero civico, produrre un certificato di destinazione urbanistica, vedere le planimetrie catastali di quella casa, sapere chi risiede lì, calcolare la tassa dello sporco e, nientemeno, vedere il numero di scarpe del progettista. Risposta: ma se nessuno lo
URBANISTICA
aggiorna e nessuno lo utilizza... un motivo ci sarà! Badate bene, rispetto al PgtWeb, relativamente recente, siamo in presenza di fatiche ventennali per questi programmoni mai approdati a nulla di concreto. Quindi è anche la storia che li giudica sproporzionati ai nostri territori. Beninteso, io non sono contro le banche dati. Di questi tempi di Imu, Tares, figurarsi... Ma perché sforzarsi a produrre una banca dati che c’è già: il Catasto. Piuttosto, qualche sforzo in più andrebbe speso per l’aggiornamento del Catasto. In fondo basta fermarsi un attimo e pensare (non in grande)? Se io costruisco una casa poi la accatasto (se non la accatasto, il Comune mi può scoprire e diffidare quando vuole). Dal Catasto posso vedere la mappa, le planimetrie catastali, sapere i metri quadri. Se collego il mappale o il proprietario con la pratica edilizia (digitale) e relative varianti posso scrutare le piante, le sezioni e pure qualche particolare costruttivo. Non è più semplice? Poi, se qualcuno mi dimostrerà che ha ricevuto il numero civico di casa dal geoportale, allora comincerò a dividere i milioni di euro che è costato e così sapremo quanto è costato ogni numero civico. Se invece qualcuno mi dimostrerà di aver ricevuto un certificato di destinazione urbanistica dal geoportale, allora gli rimborserò personalmente il costo dei diritti di segreteria. Poi ci sono le scaramucce dei primi sportelli digitali. Mamma mia! Moduli a manetta scritti in piccolo, decine di procedimenti, accreditamenti, versamenti in anticipo dei diritti di segreteria, sfilze di allegati. Ma dico io, era mica meglio, per una volta, seguire semplicemente ciò che dice la legge: «Lo sportello unico per l’edilizia accetta le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni, le comunicazioni e i relativi elaborati tecnici o allegati presentati dal richiedente con modalità telematica e provvede...»? Tradotto: non è più semplice mandare una mail-pec al Comune con la
domanda, la Dia, la Scia o quant’altro con relativi allegati? E se proprio non se ne può fare a meno: che si facciano programmi semplici, chiari ed essenziali! E scrivete un po’ in grande! E metteteci un po’ di colore! Ostiss!
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n appello, quindi, a tutti gli attori del digitale. Amministratori, dirigenti, funzionari, professionisti: fate le cose semplici! Per di più risparmierete (i nostri soldi). Ve lo chiede un mondo economico fiaccato da decenni di buoni propositi, ma risultati... strampalati. In ugual modo ai geometri sollecito un po’ d’iniziativa. Se avete proposte, osservazioni, esempi in positivo o in negativo, anche critiche, fatele avere al Collegio. Mandate una mail a sede@collegio.geometri.bs.it. La Commissione Edilizia-Urbanistica, da poco rinnovata, potrà valutare il tutto e attivare eventuali azioni dirette da parte del Collegio. Non fateci rimpiangere il ciclostile e la lametta. ❑
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URBANISTICA A cura di Giuseppe Zipponi
Piccola nomenclatura Ripasso dei titoli abilitativi in edilizia (Dpr. 380/2001 - L.R. 12/2005 - Legge 98/2013)
Attività edilizia libera Art. 6, comma 1 Dpr. 380/2001
Comunicazione Art. 6, comma 2 lettere a-b-c-d-e-ebis Dpr. 380/2001
Comunicazione Art. 52, L.R. 12/2005 Cambio d’uso senza opere
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a) interventi di manutenzione ordinaria; b) interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di acsensori esterni, ovvero di manufatti che non alterino la sagoma dell’edificio; c) opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico, ad esclusione di attività di ricerca di idrocarburi, e che siano eseguite in aree esterne al centro edificato; d) movimenti di terra strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola e le pratiche agro-silvo-pastorali, compresi gli interventi su impianti idraulici agrari; e) serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola; f) installazione di depositi di gas di petrolio liquefatti di capacità complessiva non superiore a 13 m3 (art. 17, D.Lvo 128/2006).
Contributo di costruzione:
a) interventi di manutenzione straordinaria, ivi compresa l’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti interne, sempre che non riguardino le parti strutturali dell’edificio, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento dei parametri urbanistici; b) opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee e ad essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a 90 giorni; c) opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, che siano contenute entro l’indice di permeabilità, ove stabilito dallo strumento urbanistico comunale, ivi compresa la realizzazione di intercapedini interamente interrate e non accessibili, vasche di raccolta delle acque, locali tombati; d) pannelli solari, fotovoltaici, a servizio degli edifici, da realizzare non in zona A); e) aree ludiche senza fine di lucro e gli elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici; e bis) modifiche interne di carattere edilizio sulla superficie coperta di fabbricati adibiti ad esercizio di impresa, ovvero le modifiche della destinazione d’uso dei locali adibiti ad esercizio di impresa.
Contributo di costruzione:
Mutamenti di destinazione d’uso di immobili non comportanti la realizzazione di opere edilizie, purché conformi alle previsioni urbanistiche comunali ed alla normativa igienicosanitaria, fatte salve le previsioni dell’articolo 20, comma 1, del d.lgs. 42/2004 in ordine alle limitazioni delle destinazioni d’uso dei beni culturali. (*) Qualora la destinazione
Contributo di costruzione:
NO
NO
NO (*)
URBANISTICA
d’uso sia comunque modificata nei dieci anni successivi all’ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinata con riferimento al momento dell’intervenuta variazione. I mutamenti di destinazione d’uso di immobili, anche non comportanti la realizzazione di opere edilizie, finalizzati alla creazione di luoghi di culto e luoghi destinati a centri sociali, sono soggetti a permesso di costruire.
Segnalazione Certificata di Inizio Attività SCIA Art. 19, L. 241/1990 e Art. 5 L. 106/2011
Denuncia di Inizio Attività DIA Art. 42, L.R. 12/2005
Interventi assoggettati a SCIA in via principale Tutti gli interventi non previsti dagli artt. 6 e 10 (per quanto, quest’ultimo, disapplicato in Regione Lombardia) del Dpr. n. 380/2001, più precisamente: – interventi di manutenzione straordinaria non liberalizzati, ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’articolo 6, comma 2, lett. a), del Dpr. n. 380/2001; – interventi di restauro e di risanamento conservativo; – interventi di ristrutturazione edilizia non rientranti nella fattispecie di cui all’art. 10, comma 1, lett. c), Dpr n. 380/2001; Interventi assoggettati a SCIA in alternativa al permesso di costruire – interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso, nonché gli interventi che comportino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del D.L.vo 42/2004; – interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano disciplinati da piani attuativi comunque denominati che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive, la cui sussistenza sia stata esplicitamente dichiarata dal competente organo comunale in sede di approvazione degli stessi piani o di ricognizione di quelli vigenti; – interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche.
Contributo di costruzione: Interventi assoggettati a SCIA in via prncipale
Alternativa al permesso di costruire, fatta eccezione per gli interventi assoggettati in via principale a SCIA, nonché per i nuovi fabbricati in zona agricola e per i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3-bis, della L.R. n. 12/2005 (cambi destinazione d’uso finalizzati alla creazione di luoghi di culto e centri sociali) assoggettati unicamente al permesso di costruire.
Contributo di costruzione:
NO salvo ristrutturazione Interventi assoggettati a SCIA in alternativa al permesso di costruire:
SÍ (salvo i casi esenti)
SÍ (salvo i casi esenti) IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 57
URBANISTICA
Denuncia di Inizio Attività DIA a intervento in corso
La denuncia di inizio attività spontaneamente effettuata quando l’intervento è in corso di esecuzione, comporta il pagamento, a titolo di sanzione, della somma di 516 euro.
Contributo di costruzione:
Contributo di costruzione:
alla segnalazione e/o comunicazione Art. 23 bis, Dpr. 380/2001
Nei casi in cui si applica la segnalazione certificata di inizio attività o la comunicazione dell’inizio dei lavori di cui all’art. 6, comma 2, del Dpr. 380, prima della presentazione della segnalazione, l’interessato può richiedere allo sportello unico di provvedere all’acquisizione di tutti gli atti di assenso, comunque denominati, necessari per l’intervento edilizio, o presentare istanza di acquisizione dei medesimi atti di assenso contestualmente alla segnalazione.
Permesso di costruire
Tutti gli interventi edilizi, compresi i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3 bis, della L.R. n. 12/2005 e i nuovi fabbricati in zona agricola.
Contributo di costruzione:
Permesso di costruire in Sanatoria
Interventi conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda.
Contributo di costruzione:
SÍ (salvo i casi esenti)
Art. 37, comma 5, Dpr. 380/2001
Autorizzazioni preliminari
Art. 41, comma 2, L.R. 12/2005
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SÍ (salvo i casi esenti) SÍ in ragione del doppio (nei casi esenti: si paga una volta)
(accertamento di compatibilità) Art. 36 Dpr. 380/2001
Comunicazione di Eseguita Attività o Variante in corso d’Opera
NO
Nel caso di interventi assentiti in forza di permesso di costruire o di denuncia di inizio attività, è data facoltà all’interessato di presentare comunicazione di eseguita attività sottoscritta da tecnico abilitato, per varianti che non incidano sugli indici urbanistici e sulle volumetrie, che non modifichino la destinazione d’uso e la categoria edilizia, non alterino la sagoma dell’edificio e non violino le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire. Può essere presentata prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori.
Contributo di costruzione:
NO salvo eventuale conguaglio della quota sul costo di costruzione
URBANISTICA
Accertamento di Compatibilità Paesaggistica Art. 167, comma 4, D. Lgvo 42/04
Collaudo della denuncia inizio attività Art. 42, comma 14, L.R. 12/2005
Richiesta di certificato di Agibilità
a) lavori, realizzati in assenza o difformità dall’autorizzazione paesaggistica, che non abbiano determinato creazione di superfici utili o volumi ovvero aumento di quelli legittimamente realizzati; b) impiego di materiali in difformità dall’autorizzazione paesaggistica; c) lavori comunque configurabili quali interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria ai sensi dell’articolo 3 del Dpr. 6 giugno 2001, n. 380; d) si intendono sanabili (in base alla circolare n. 33 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 29/06/2009) anche i portici collegati al fabbricato aperti su tre lati contenuti entro il 25% dell’area di sedime del fabbricato stesso.
SÍ Maggior somma tra il
Nel caso di opera eseguita in base a denuncia di inizio attività edilizia: il direttore lavori attesta la conformità dell’opera al progetto presentato con la denuncia di inizio attività.
Contributo di costruzione:
Nel caso di richiesta di agibilità per destinazione residenziale: il richiedente dichiara la conformità dell’opera realizzata rispetto al progetto approvato, nonché la avvenuta prosciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti.
Contributo di costruzione:
Nel caso di attestazione di agibilità per tutte le destinazioni: il direttore dei lavori o professionista abilitato attesta la conformità dell’opera al progetto approvato e la sua agibilità. Nel caso di attività economica (non residenziale): il dichiarante attesta la conformità o la regolarità degli interventi o delle attività e che sussistono le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti di cui alla normativa vigente, così come attestato dal direttore dei lavori.
Contributo di costruzione:
danno ambientale e il profitto
NO NO
Art. 24, Dpr. 380/2001
Attestazione dell’Agibilità Art. 25, comma 5 bis, Dpr. 380/2001
Dichiarazione dell’Agibilità Art. 5, L.R. 1/2007
Interventi esenti dal contributo di costruzione (in base all’Art. 17, Dpr. 380/2001) a) Interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo a titolo principale; b) interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al 20%, di edifici unifamiliari; c) impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti, nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici; d) interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità; e) nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all’uso razionale dell’energia, nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale.
NO
In base all’art. 69, L.R. 12/2005: I parcheggi, pertinenziali e non pertinenziali, realizzati anche in eccedenza rispetto alla quota minima richiesta per legge, costituiscono opere di urbanizzazine e il relativo titolo abilitativo è gratuito ai fini del calcolo del costo di costruzione, le superfici destinate a parcheggi non concorrono alla definizione della classe dell’edificio. Altri casi di riduzione: Nei casi di edilizia abitativa convenzionata: è ridotto alla sola quota degli oneri di urbanizzazione. Per gli interventi da realizzare su immobili di proprietà dello Stato: è commisurato alla incidenza delle sole opere di urbanizzazione. Per costruzioni o impianti destinati ad attività industriali o artigianali: non si paga la quota sul costo di costruzione. Infine: il contributo è calcolato con le tariffe vigenti al momento della presentazione nel caso di segnalazione/denuncia o al momento del rilascio nel caso di permesso.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 59
LEGISLAZIONE Maria Allocca Da “Il Triangolo” n. 4/2013
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on una sentenza emessa nelle scorse settimane, il Tar del Veneto ha respinto il ricorso proposto dall’Ordine degli ingegneri di Verona per ottenere l’annullamento della delibera con la quale il Comune di Torri del Benaco aveva stabilito che tra le competenze professionali dei geometri rientrava la “progettazione e direzione lavori di modeste costruzioni almeno fino 1.500 metri cubi adottando quindi il criterio tecnico-qualitativo in relazione alle caratteristiche dell’opera da realizzare…”. Con il loro provvedimento, i giudici amministrativi – nel qualificare la delibera comunale impugnata «quale atto di indirizzo politico amministrativo che fissa le linee generali cui gli uffici devono attenersi nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali» e dando atto che la stessa è stata anche accuratamente motivata, chiarisce che la misura di 1.500 metri cubi non deve essere intesa come un limite quantitativo entro il quale una costruzione in conglomerato cementizio possa essere progettata e firmata da un geometra, «posto che a tenore della citata delibera, la progettazione dell’opera da realizzare da parte dei geometri rimane comunque subordinata all’applicazione del fondamentale parametro tecnico-qualitativo». Nella medesima pronuncia è stata inoltre evidenziata l’abrogazione del Regio Decreto n. 2229/1939 per effetto del D.Lgs. n. 212/2010 60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Sentenza del Tar Verona favorevole ai geometri Respinto ricorso degli ingegneri e, conseguentemente, riconosciuta la legittimazione del geometra in ordine alla progettazione di costruzioni civili in cemento armato, ferma restando l’applicazione del suddetto criterio tecnico-qualitativo. L’intervento dei giudici si era reso necessario dopo il ricorso dell’Ordine degli ingegneri di Verona e provincia che aveva citato in giudizio sia il Sindaco del Comune di Torri del Benaco, sia il presidente del Collegio dei geometri e dei geometri laureati di Verona. Nello specifico ecco il provvedimento adottato dalla prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto. Il fatto «Con l’odierno gravame – hanno scritto i giudici – l’Ordine degli ingegneri di Verona e provincia ha chiesto l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della delibera del Comune di Torri del Benaco in data 9 luglio 2012, n. 96, con la quale la giunta comunale ha stabilito che “ tra le competenze professionali dei geometri e dei geometri laureati iscritti al Collegio professionale, possa rientrare la progettazione e direzione lavori di modeste costruzioni almeno fino a mc 1.500 adottando quindi il criterio tec-
nico-qualitativo in relazione alle caratteristiche dell’opera da realizzare che deve avere caratteristiche strutturali semplici con moduli ripetitivi sia pur con la presenza del cemento armato, che non richiedono competenze tecniche particolari e specifiche, riservate per legge ad un diverso professionista”.
dizio per resistere al ricorso, contestando le censure ex adverso svolte e rilevando, in via pregiudiziale, il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, nonché il difetto di legittimazione e la carenza di interesse di parte ricorrente». Con ordinanza cautelare n. 24/2013, emessa nella camera di consiglio, del giorno
Nei confronti dell’impugnata delibera, la parte ricorrente ha eccepito, in via principale, la carenza assoluta di potere in capo alla giunta comunale per aver esercitato de facto funzioni a carattere normativo in tema di competenze professionali, in assenza di una norma attributiva di tale potere; in subordine, è stata dedotta la violazione di legge e l’eccesso di potere nelle forme dell’illogicità dello sviamento di potere e del difetto di motivazione». «Il Comune resistente e il contro interessato Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Verona, si sono costituiti in giu-
18 gennaio 2013, il Collegio aveva accolto l’istanza di sospensione del provvedimento impugnato, sotto il profila del pregiudizio grave e irreparabile che avrebbe potuto eventualmente scaturire dall’applicazione della delibera. Il diritto Hanno spiegato i giudici: «In via pregiudiziale, deve anzitutto essere respinta l’eccezione concernente l’asserito difetto di giurisdizione dell’adito giudice amministrativo, posto che la posizione soggettiva di cui la parte ricorrente lamenta la lesione consiste nell’interesse facente capo all’Ordine degli
LEGISLAZIONE
ingegneri di Verona e provincia alla legittimità dell’azione amministrativa nell’ambito dei procedimenti di rilascio del permesso a costruire. In via preliminare, il Collegio ritiene invece di poter prescindere dall’esaminare le ulteriori eccezioni in rito proposte avverso l’atto introduttivo del presente gravame, attesa l’infondatezza, nel merito, delle doglianze con esso dedotte».
questi dovranno pur sempre verificare, in base alla normativa di riferimento, se i progetti sottoposti al loro esame rientrino nella competenza professionale dei geometri, sulla scorta delle caratteristiche dell’opera da relaizzare». «Sotto altro profilo – scrivono i giudici nella loro sentenza – deve nondimeno es-
del quale il progetto non deve implicare la soluzione di problemi particolari (devoluti esclusivamente ai professionisti di rango superiore) con riguardo alla struttura dell’edificio e alle modalità costruttive». I magistrati hanno anche respinto il secondo motivo di ricorso con cui l’Ordine degli ingegneri «deduce che la
armato, posto che il D.lgs. 13 dicembre 2010, n. 212, ha abrogato il R.D. 16 novembre 1939, n. 2229, ai sensi del quale «Ogni opera di conglomerato cementizio semplice o armato, la cui stabilità possa comunque interessate l’incolumità delle persone, deve essere costruita in base ad un progetto esecutivo firmato da un ingegnere, ovvero da un architetto iscritto all’albo». Dopo aver rigettato anche la censura con la quale l’Ordine degli ingegneri ha rilevato il difetto di motivazione della delibera in esame, «avendo in vero la giunta comunale accuratamente specifi-
sere rilevato che, nel caso di specie, la misura di mc 1.500, che la delibera impugnata assume quale criterio di indirizzo ai fini della determinazione della competenza professionale dei geometri in materia di progettazione edilizia, non rappresenta un limite quantitativo entro il quale una costruzione in conglomerato cementizio possa essere progettata e firmata da un geometra, posto che a tenore della citata delibera, la progettazione dell’opera da realizzare da parte dei geometri rimane comunque subordinata all’applicazione del fondamentale parametro tecnico qualitativo, in virtù
normativa di specie escluderebbe in toto la competenza del geometra in ordine alla progettazione di costruzioni civili in cemento
cato le ragioni sottese all’adozione di tale atto», i magistrati hanno rigettato il ricorso “in quanto infondato”. ❑
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anno poi sottolineato entrando nel merito: «Con il primo motivo di ricorso, parte ricorrente ha asserito la nullità della delibera per il difetto assoluto di attribuzione, deducendo che la giunta comunale avrebbe esercitato de facto funzioni a carattere normativo in tema di competenze professionali, in assenza di una norma attributiva di tale potere. Il motivo è infondato e, pertanto, deve essere rigettato». Infatti, per i magistrati amministrativi, la decisione della giunta rientra nell’ambito degli atti di indirizzo politico amministrativo con i quali gli organi politici degli enti comunali (sindaco, consiglio e giunta) fissano le linee generali con cui gli uffici devono attenersi nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali. Trattandosi, dunque, di atto di indirizzo hanno altresì evidenziato che la stessa delibera «non assume carattere vincolante per gli uffici amministrativi cui essa è rivolta, atteso che
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 61
MEDIAZIONE Lara Baghino
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l Decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013 (il cosiddetto “Decreto del fare”) ha apportato numerose modifiche alla procedura di mediazione che era stata introdotta con il Decreto legislativo n. 28 del 4 marzo 2010 e successivamente modificato agli artt. 5 e 17 dalla Corte Costituzionale per eccesso di delega. Il “decreto del fare” stabilisce che chiunque intenda conciliare le controversie civili e commerciali relative ai diritti cosiddetti disponibili, può accedere alla mediazione attivando una domanda con un’istanza da depositarsi presso l’organismo di mediazione del luogo del giudice competente ad esaminare l’eventuale successiva controvresia. Il decreto 69/2013 convalida l’obbligatorietà ad «esperire il procedimento di mediazione o di conciliazione della procedura di mediazione» per tutte le controversie riguardanti le materie di condominio, diritti reali, divisione, successione, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento danno da responsabilità medica e sanitaria, diffamazione a mezzo stampa, contratti assicurativi, bancari e finanziari. L’esperimento di mediazione diventa quindi “condizione di procedibilità” della domanda giudiziale; significa cioè che si può proseguire per vie giudiziarie solo se, avvenuto il primo incontro di mediazione, l’esperimento si concluda senza accordo tra le parti. 62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Modifiche alla Mediazione: le novità introdotte dal “Decreto del fare” Quindi, chi intende avviare una causa civile per le materie obbligatorie sopra citate, deve tentare una conciliazione con un primo incontro davanti al mediatore presso un organismo di mediazione liberamente scelto.
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l primo incontro serve alle parti per ben comprendere cosa è la mediazione, quale è il compito del mediatore e quali sono i vantaggi di trovare un accordo in mediazione rispetto a quelli di una causa civile. Qualora le parti, al primo incontro, decidano di proseguire nel tentativo di conciliazione, il mediatore avvia
la procedura di mediazione. Il decreto 69/2013 ha modificato nel suo articolo 6 la durata del procedimento di mediazione, riducendolo a tre mesi a partire dalla data del deposito della domanda del procedimento. La novità più significativa la troviamo nell’articolo 8:«la parti devono partecipare con i loro avvocati durante tutti gli incontri della procedura di mediazione». Gli avvocati presenti durante tutta la procedura di mediazione – incluso il primo incontro – firmano, così come i loro assistiti, tutti i verbali redatti dal mediatore necessari alla procedura di mediazione. La presenza degli avvocati
durante la procedura può portare vantaggi o svantaggi. È certo che, qualora le parti raggiugano un accordo, gli avvocati ne redigeranno il testo che dovrà essere d’obbligo allegato al verbale di avvenuta conciliazione. Questo è un modulo prestampato sul quale il mediatore compila i dati dei presenti e ne certifica le firme, astenendosi da ogni riferimento agli accordi presi dalle parti.
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el caso in cui tra le parti non si addivenga ad alcun accordo, esse, se lo ritenessero opportuno, possono richiedere al mediatore la formulazione di una proposta
MEDIAZIONE
di conciliazione. Il comma 3 dell’articolo 11 del decreto di cui si parla dispone che «nel caso di accordi amichevoli» inerenti contratti o atti previsti dall’articolo 2643 del Codice civile, per trascrivere l’ac-
cordo sia obbligo rivolgersi a un pubblico ufficiale che autentichi la sottoscrizione dello stesso. Nello specifico, all’articolo 2643 del C.c. è stato aggiunto il comma 12 bis: «sono “atti soggetti a trascrizione” gli
accordi di mediazione che accertano l’usucapione con la sottoscrizione del processo verbale autenticata da pubblico ufficiale a ciò autorizzato». L’accordo, sottoscritto da tutte le parti e dai loro avvocati, costituisce titolo esecutivo per i casi qui specificati: espropriazione forzata, esecuzione di rilascio, esecuzione di obblighi di fare e non fare, iscrizione ipoteca giudiziale.
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a conformità dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico è certificata e attestata dagli avvocati delle parti. In tutti gli altri casi non citati l’accordo allegato al verbale di conciliazione è omologato dal Presidente del Tribunale.
L’art. 16, comma 4 bis del decreto 69/2013 specifica che tutti gli avvocati iscritti all’Albo sono di diritto “mediatori”. Le parti che accedono alla procedura della mediazione hanno due vantaggi economici: 1) in caso di avvenuta conciliazione il verbale di accordo è esente dall’imposta di registro fino al valore di euro 50.000 e, quindi, l’imposta è dovuta per la sola parte eccedente; 2) in caso di mancato accordo all’esito del primo incontro obbligatorio, nessun compenso è dovuto all’organismo di mediazione. ❑
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MEDIAZIONE Da “Giornale di Brescia” del 20 dicembre 2013
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ediare significa accompagnare due persone, due famiglie o due imprese, nel lavoro di confronto per trovare un accordo in tema di eredità, liti di condominio, divisioni di proprietà e diritti reali. Nonostante una radicata tendenza culturale, è decisamente sbagliato pensare che il mestiere del mediatore sia solo ad appannagio dei legali. Ci sono professionisti come il geometra, che non solo sanno eguagliare le doti di concilianza dei colleghi esperti in giurisprudenza, ma in questioni più tecniche li possono superare, diventando un punto di riferimento per chi si trova ad affrontare e cercare soluzioni a problemi edilizi e urbanistici. Perché affidare a un geometra il compito di mediare? «Abbiamo due caratteristiche che ci rendono particolarmente competitivi – spiega Giovanni Platto, presidente del Collegio geometri di Brescia – La perizia in fatto di tecnica e la socialità. Cosa intendo? Innanzi tutto che nessuno è esperto come noi quando si tratta di decidere e tracciare nuovi confini alle proprietà terriere, di dividerle o di decidere cosa sia equo o meno nelle successioni ereditarie degli immobili. Ma si pensi anche a quanti problemi possono nascere in fatto di servitù prediali. Chi meglio di noi sa muoversi in dispute sulle distanze dai confini di alberi ingombranti o siepi, di viste 64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Il geometra, conciliatore per natura
sul paesaggio che c’erano e sono sparite, o ancora, di luci venute a mancare per la realizzazione di nuovi immobili, o di distanze rispettate o meno tra gli stessi? In più il geometra è in genere il massimo esperto quando si tratta di regole di convivenza in condominio, viabilità e diritti di passaggio su strade ponderali o private, distanze di cinte o muri dai confini dei terreni privati, e fabbricati rurali».
Completa il quadro la caratteristica “sociale”. «I nostri professionisti sono presenti sul territorio capillarmente – continua il presidente Platto –. In quale paese non c’è un geometra? Questo ci rende estremamente capaci nel dirimere liti e altrettanto autorevoli nel condurre verso soluzioni equilibrate. Per impostare una mediazione in modo efficace serve infatti una adeguata cono-
scenza delle situazioni radicate sul territorio, serve conoscere la storia di aree e paesi, come anche il carattere delle persone o delle famiglie che si affidano al percorso di mediazione per risolvere le loro dispute. È quasi inutile dire che in alcuni paesi di pianura è abitudine operare in un modo, mentre magari in montagna in un altro. Tanti geometri perfettamente inseriti nelle loro comunità, sono quanto di meglio nello svolgimento del compito».
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l lavoro per trovare spazi e fornire possibilità agli iscritti al Collegio cittadino comunque procede anche in altre direzioni, tra formazione e accordi con altre categorie professionali. «Di recente abbiamo fatto un accordo di reciproca collaborazione con l’Odine degli avvocati – rivela il presidente –. Niente di particolare, ma qualcosa di utile per procacciarsi lavoro. In parole povere: se a noi capiterà di avere a che fare con un argomento (oggetto di mediazione) principalmente legale, ci impegneremo a coinvolgere loro, e allo stesso modo se a loro capiterà un lavoro con caratteristiche più tecniche, ricambieranno il favore». Ancora una volta potrebbe rivelarsi virtuoso agire perché “una mano lavi l’altra”. ❑
TECNICA Andrea Botti
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a quando nel 2012 venne affrontato, proprio su queste pagine, il tema attualissimo della marcatura CE dei prodotti in pietra naturale poco è cambiato nelle abitudini dei produttori, dei progettisti e degli acquirenti che operano nel settore delle costruzioni e si occupano di materiali lapidei. Tuttavia si ritiene doveroso rammentare che il primo luglio 2013, dopo 23 anni di servizio, la Direttiva Europea 89/106/ CEE sui prodotti da costruzione, conosciuta anche come Construction Products Di-
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Marcatura CE per prodotti in pietra dopo il nuovo Regolamento 305/2011 rective - CPD, è stata sostituita dal Regolamento dell’Unione Europea 305/2011, Construction Products Regulation CPR. La novità è di quelle destinate ad alimentare il dibattito già in corso, meritevole di alcune riflessioni su quanto prescritto dal nuovo regolamento, i cui effetti non tarderanno ad influenzare l’attività edilizia nel suo complesso: dalla progettazione alla Direzione lavori; dalla redazione dei capitolati alla gestione di una C.T.U. Come è noto, il Regolamento dell’Unione Europea
non richiede meccanismi di recepimento da parte degli stati membri; è entrato in vigore successivamente alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è dunque concretamente applicabile da quasi otto mesi. L’obbiettivo fondamentale del CPR è quello di fissare i criteri generali per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, fra i quali anche la pietra naturale, attraverso una serie di iniziative destinate a chiarire ulteriormente significato ed uso della marcatura CE; facilitarne l’attuazione semplificando le pro-
cedure per l’ottenimento; ridurre gli oneri delle piccole imprese; facilitare la designazione di organismi di sorveglianza, valutazione e verifica delle prestazioni, nonché assecondare l’impiego di un linguaggio comune nell’Unione Europea. Rispetto alla Direttiva 89/106, ai sei requisiti di base per la valutazione del prodotto da costruzione: - Resistenza meccanica e stabilità; - Sicurezza in caso d’incendio; - Igiene e salute ambientale; - Sicurezza ed accessibilità all’uso; - Protezione contro il rumore; - Risparmio energetico,
TECNICA Nella pagina di sinistra: Cava di marmo Botticino Classico
In questa pagina, sopra: Blocco di marmo Botticino Classico. Sotto: lastre di marmo Botticino
ne viene ora aggiunto un settimo (vedi all. I): - Uso sostenibile delle risorse naturali, che diverrà cogente negli stati membri solo se questi lo renderanno obbligatorio per legge. Tale requisito stabilisce che «le opere da costruzione devono essere concepite, realizzate e demolite in modo che l’uso delle risorse naturali sia sostenibile e garantisca in particolare quanto segue: a) il riutilizzo e la riciclabilità delle opere di costruzione, dei loro materiali e delle loro parti dopo la demolizione; b) la durabilità delle opere di costruzione; c) l’uso nelle opere di costruzione, di materie prime e secondarie ecologicamente compatibili».
lingue richieste dallo stato membro in cui il prodotto è messo in circolazione. (vedi all. III, art. 6 comma 4), corrisponde ad una dichiarazione di conformità mediante la quale il produttore dovrà dichiarare le prestazioni dei propri prodotti e non più soltanto la ”conformità” dei materiali ad una specifica tecnica. Sarà redatta dal fabbricante secondo uno schema tipologico specifico e conterrà numerose informazioni riguardanti in particolare: - un sistema di identificazione del prodotto di riferimento (numero, lotto, etc); - il sistema di valutazione applicato e la verifica della costanza della prestazione; - il riferimento alla norma armonizzata o alla valutazione tecnica europea usata; - l’uso previsto del prodotto. Dovrà inoltre riportare i riferimenti dell’organismo notificato che ha eseguito le ”prove di tipo” e i riferimenti dei report di prova che attestano le prestazioni dichiarate. Nel caso di prodotti in pietra naturale riguarderà i seguenti lavorati: EN 1341 – Lastre di pietra naturale per pavimentazioni esterne; EN 1342 – Cubetti di pietra naturale per pavimentazioni esterne; EN 1343 – Cordoli di pietra naturale per pavimentazioni esterne; EN 1469 – Lastre per rivestimenti; EN 12057 – Marmette Modulari;
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da notare che il CPR introduce il termine caratteristiche essenziali per definire quelle riferite ai requisiti di base sopra elencati. Ciò implica che i prodotti in commercio possano avere anche altre caratteristiche “non essenziali”, comunque importanti, tali da non comportare implicazioni giuridiche e quindi non costituiscano barriera legale alla libera commercializzazione. Rispetto alla direttiva europea precedente il Regolamento 305/2011 introduce l’obbligo della Dichiarazione di prestazione (DoP) accompagnata dalla marcatura CE. La DoP, redatta in forma cartacea o su supporto elettronico, nella lingua o nelle
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TECNICA Marcatura CE per prodotto in pietra naturale
tura CE assicurandosi che i loro prodotti presentino un numero o una sigla, in grado di consentirne l’identificazione. Gli eventuali mandatari tengono la DoP e la documentazione tecnica a disposizione delle autorità di vigilanza al fine di dimostrare la conformità del prodotto (ma chi risponde è sempre il fabbricante); gli importatori assicurano e garantiscono che fabbricante e mandatario abbiano soddisfatto gli obblighi che li riguardano ed a loro volta i distributori hanno l’onere di assicurarsi che fabbricante, mandatario ed importatore abbiano assolto agli obblighi. Se un importatore o un distributore modifica un prodotto in modo da comprometterne la conformità rispetto alla Dichiarazione di prestazione è considerato alla stregua di un fabbricante e quindi soggetto agli stessi obblighi.
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EN 12058 – Lastre per pavimentazioni e scale. Prodotti finiti come piani cucina, piani bagno, elementi di arredo, ecc. non sono soggetti alla marcatura CE e per i prodotti semilavorati, blocchi grezzi e lastre grezze, la marcatura CE è volontaria. Inoltre, non è attualmente prevista la Dichiara68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
zione di prestazione per la realizzazione di manufatti a carattere strutturale quali pilastri/colonne, balconi, mensole, balaustre, etc. Con la marcatura CE il fabbricante dichiara di assumersi la responsabilità della conformità del prodotto da costruzione alla Dichiarazione di prestazione e a tutti i requisiti
stabiliti con il Regolamento 305/2011, dunque il marchio CE deve accompagnare tutti i prodotti per i quali è stato redatto un DoP, in assenza del quale non è prevista neppure la marcatura del prodotto stesso. I fabbricanti di un determinato prodotto redigono una DoP e appongono la marca-
on l’approvazione del Regolamento dell’Unione Europea 305/2011, la marcatura CE assume quindi un nuovo significato: non attesta più la conformità di un prodotto ma «…rappresenta la conclusione di un iter armonizzato attraverso il quale si valuta, si accerta, si garantisce – mediante procedure di prova/calcolo e di controllo della produzione – e infine si dichiara, la prestazione di un prodotto da costruzione». È possibile chiedere al fornitore la dimostrazione della corretta applicazione della
TECNICA In senso orario: rivestimenti interni in marmo Botticino Classico, Associati Associati, Botticino. Palazzo della Cassa Nazionale Assicurazioni Sociali, M. Piacentini, Brescia. Teatro del Centro Lucia, S. Pascolo, Botticino. Museo della Scienza, R. Piano, Trento.
marcatura CE che sarà apposta in modo visibile, leggibile e indelebile sul prodotto da costruzione o su un'etichetta ad esso applicata. Se ciò fosse impossibile o ingiustificato a causa della natura del prodotto, essa sarà apposta sull'imballaggio o sui documenti di accompagnamento (soluzione preferibile). Gli strumenti introdotti con il nuovo regolamento non definiscono la sicurezza dei prodotti e non attestano neppure l’idoneità all’uso di un prodotto, ma garanti-
scono informazioni precise ed affidabili sulle prestazioni. L’idoneità all’uso del prodotto sarà valutata dall’utilizzatore o dall’autorità di controllo in base alle prestazioni dichiarate e in confronto a quelle richieste. Quest’ultimo è un aspetto che, in futuro, dovrà essere approfondito in sede di capitolati d’appalto,
ambito nel quale il settore lapideo registra ancora preoccupanti carenze. Correttezza d’impiego e selezione dei materiali lapidei a-
deguati sono questioni sulle quali c’è ancora molto da dire. ❑
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TECNICA Da “Corriere della Sera” 2 febbraio 2014
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irca la metà delle radiazioni che assorbiamo nell’arco della vita deriva dal radon, un gas che si sprigiona naturalmente dalle rocce, riconosciuto come cancerogeno certo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione. Per questo, la decisione di includere nella direttiva europea sulla radioprotezione limiti precisi alla sua presenza negli ambienti indoor è senz’altro la novità destinata ad avere il maggiore impatto sulla salute della popolazione. Si stima che in tutto il continente circa il 10% dei tumori al polmone sia dovuto a questo agente, e in Italia la conta dei casi arriva a quasi 3.300 all’anno. I numerosi studi sull’argomento non hanno invece trovato relazioni con altre forme tumorali o altre malattie. La concentrazione di radon nell’aria si misura in Bequerel al metro cubo (Bq/m3) e la direttiva fissa il limite di 300 per tutti gli ambienti indoor, senza distinzioni tra luoghi di lavoro e abitazioni. Questo valore infatti è ritenuto sufficiente a contenere il rischio entro valori accettabili (azzerarlo sarebbe impossibile), tenuto conto dei costi delle bonifiche che saranno necessarie per rispettarlo, e di quelli dei nuovi standard per la costruzione degli edifici, che dovranno essere messi a punto. «La direttiva colma una lacuna, perché nelle leggi precedenti la questione radon era appena accennata e li70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
Guerra aperta contro il radon sia negli uffici sia nelle abitazioni miti veri, ma molto più alti di quelli attuali, erano stabiliti solo per i luoghi di lavoro» osserva Roberto Bochicchio, responsabile del Piano nazionale radon all’Istituto Superiore di sanità. In Italia, poi, la situazione è più difficile che altrove, giacché da noi la concentrazione media di questo inquinante è pari a 70 Bq/m3, contro i 56 del resto d’Europa (seppure con variazioni notevoli fra Paese e Paese). Anche lungo la panisola c’è comunque una certa eterogeneità, con valori più elevati nel Lazio, in Lombardia, nel Friuli Venezia Giulia e in Campania (rispettivamente 119, 111, 99 e 95 Bq/m 3 ), e ben al di sotto della media nazionale in Calabria, Marche, Basilicata, Sicilia, Liguria, Molise, Emilia Romagna e Valle d’Aosta.
Questa mappatura è stata elaborata grazie a una serie di rilevamenti condotti tra il 1989 e il 1998, ma negli anni successivi diverse Regioni e lo stesso Piano nazionale hanno eseguito moltissime altre misure. In tutto, sono state coinvolte 38 mila abitazioni, 8.500 edifici scolastici e 12 mila luoghi di lavoro. «Nelle scuole i valori sono risultati un po’ superiori rispetto alla media nazionale, perché spesso queste strutture si trovano al piano terra» risponde Bochicchio. Per i luoghi di lavoro, si sono invece registrati valori maggiori in ambienti sotterranei (come i caveau delle banLivelli medi di concentrazione del radon in Italia per regione
che), ma la variabilità è comunque elevata e, tutto sommato, non dissimile da quella riscontrata per le abitazioni, dove i livelli di radon dipendono da moltissime variabili. «Per questo motivo le mappe che indicano le concetrazioni medie dell’inquinante in una zona non possono essere estrapolate ai singoli edifici, ma servono piuttosto alle autorità, per capire come indirizzare gli interventi – dice l’esperto –. Le caratteristiche costruttive, ma anche le abitudini degli occupanti influenzano moltissimo la concentrazione del gas: il solo modo di sapere quanto radon c’è in uno specifico ambiente è misurarlo». La direttiva obbliga infine gli Stati membri a dotarsi di un Piano nazionale che coordini le attività sul territorio. Quello italiano, partito alla metà degli anni Duemila, è però oggi in fortissima difficoltà. ❑
TECNICA Tre apparecchi rilevatori di radon.
A destra e dall’alto: Vie di ingresso e uscita del radon in una abitazione. Abbattimento attivo del radon in una abitazione; il ventilatore instaura una depressione nel locale favorendo il richiamo di aria ricca di radon e la sua concomitante espulsione. Aspirazione e successiva espulsione dell’aria ricca di radon dopo raccolta tramite pozzetto interrato realizzato centralmente all’edificio.
La misurazione del radon Per determinare la concentrazione di radon presente in un locale ci si può rivolgere all'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente ARPA della propria regione, all'ENEA oppure ad aziende private che svolgono questo tipo di misure tramite appositi rivelatori. Gli strumenti di misura vanno posizionati preferibilmente nei locali dove si soggiorna più a lungo (tipicamente le camere da letto o il soggiorno). Poiché la concentrazione di radon varia sia in funzione della distanza dal terreno, sia nel corso della giornata e con il variare delle stagioni, si utilizzano generalmente dei cosiddetti rivelatori passivi che forniscono dei valori medi in un periodo di tempo sufficientemente lungo (dai tre ai sei mesi). Inoltre, poiché specialmente nel periodo invernale l'abitazione aspira aria - che potrebbe essere ricca di radon - dal sottosuolo per differenza di pressione tra l'interno e l'esterno (effetto camino) e si ha una minore aerazione, è preferibile effettuare le misurazioni in questa stagione. La bonifica degli edifici inquinati Nelle situazioni in cui dopo aver effettuato una misurazione si dovesse rivelare una concentrazione di radon superiore ai livelli di riferimento è opportuno effettuare degli interventi di bonifica. Ci sono interventi di facile realizzazione e poco invasivi per gli edifici ed altri via via sempre più pesanti. Alcuni interventi sono volti a limitare o eliminare i punti di infiltrazione, ma di solito si consiglia sempre di accompagnare questi rimedi con metodi di depressurizzazione del suolo per impedire la risalita del gas, in quanto i primi da soli risultano generalmente insufficienti. Un rimedio immediato, anche se non sempre efficace, consiste nel continuo ricambio d'aria degli ambienti. Una corretta quanto continua ventilazione può contrastare gli accumuli del gas che tendono a far aumentare la concentrazione di radon negli ambienti. Oggi è possibile effettuare uno screening autonomo dei propri locali attraverso dei dosimetri economici (da Wikipedia)
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GEOLOGIA Egidio De Maron
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olto spesso mi chiedo, a seguito delle numerose e diffuse emergenze di natura idrogeologica e sismica, perché mai nel 2014 dobbiamo ancora assistere a devastazioni del territorio, morti tra la popolazione. Personalmente potrei fornire delle risposte che credo potrebbero suscitare indignazione da parte di alcuni Amministratori pubblici, tuttavia da tecnico di Protezione Civile, cito la più evidente che, senza dubbio, è la mancanza di attività di prevenzione.
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Il ruolo e l’importanza del geologo nelle emergenze di Protezione Civile Attualmente quasi tutte le Pubbliche Amministrazioni dispongono di strumenti conoscitivi del proprio territorio, professionali e qualitativi elevati in termini di analisi della pericolosità idrogeologica e sismica (cfr. Studi Geologici allegati ai singoli PGT) ma, non di rado, questi strumenti sono relegati al ruolo di belle immagini cartografiche o, peggio, giacciono chiusi in faldoni in qualche armadio. L’utilizzo degli studi geologici consente alle Pubbliche Amministrazioni la predisposizione dei Piani di E-
mergenza di Protezione Civile e la loro successiva adozione. Oggi, la redazione dei Piani di Emergenza di Protezione Civile non solo è un obbligo legislativo, ma, cosa più importante, costituisce il primo strumento da utilizzare per informare la popolazione affinché conosca i pericoli a cui è soggetta e impari quelle procedure di comportamento da adottare in specifiche situazioni di emergenza. Sarebbe un obbligo, almeno morale, per chi amministra un territorio comunicare e
rendere partecipe di questa mole di informazioni tutta la popolazione per diffondere una cultura di Protezione Civile. Raramente, però, sento di iniziative finalizzate a questo tipo di attività educativa. Mi si potrebbe contestare che questa documentazione è messa a disposizione su tutti i siti internet delle Amministrazioni. Premesso che ciò vale per le Amministrazioni virtuose e solo per quella frazione della popolazione che “naviga su internet”, permettetemi di dire però che l’informazione
GEOLOGIA
diretta è un’altra cosa. Il confronto tra i cittadini e gli Amministratori e i tecnici che hanno prodotto gli studi contribuisce a fornire quei dettagli e quelle sfumature che un sito internet non può certo dare, insomma, l’incontro diretto … vale molto di più. In questo contesto di comunicazione e valutazione dei rischi il ruolo del geologo (professionista e/o tecnico abilitato) consulente dell’Amministrazione Pubblica deve considerarsi molto importante, non solo per la conoscenza della materia trattata, ma anche perché può svolgere una funzione sociale altamente qualificata nell’esposizione delle condizioni di pericolosità del territorio.
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attività e la funzione del geologo/consulente per le Pubbliche Amministrazioni non dovrebbe essere limitata alla sola predisposizione di studi geologici di carattere generale e/o più specialistici (considerata come una “fase previsionale”), ma dovrebbe poter proseguire in tutte quelle attività successive volte alla prevenzione e alla mitigazione di un possibile pericolo, fornendo – in una fase di emergenza o di post-emergenza – un valido contributo tecnico. Personalmente ritengo che il rapporto che si dovrebbe instaurare tra un geologo progessionista/consulente e una Amministrazione Pubblica dovrebbe essere di
tipo fiduciario, intendendo con questo termine la fiducia che l’Ammistrazione ripone nelle competenze tecniche del geologo/consulente individuato in virtù della sua preparazione e conoscenza del territorio e, non da ultimo, anche per la sua personalità, e non su base esclusivamente economica di contenimento delle spese – o peggio – per mero adempimento burocratico e/o amministrativo; il tutto a scapito della qualità tecnica del lavoro. Il geologo è una figura tecnica/professionale che in occasione di eventi, attività, emergenze di Protezione Civile (idrogeologiche e sismiche) può svolgere attività, in un intervallo di tempo limitato, di supporto
ai responsabili della gestione emergenziale nelle scelte tecnico-decisionali delle prime fasi dell’emergenza. Nello specifico, per quanto riguarda il “rischio idrogeologico” l’utilizzo da parte di una Amministrazione Pubblica del geologo/consulente può iniziare già dalla fase di Allarme-codice 3 (emesso dall’U.O. di P.C. della Regione Lombardia in occasione di eventi meteorologici previsti che superino la soglia di allarme dell’area omogenea in cui è inserito il territorio); in questo caso, se sul territorio è presente una situazione di potenziale pericolo idrogeologico conosciuto (frana, colata di detrito, ecc.) e che è identificato come un possibile sce-
nario di Protezione Civile all’interno del Piano di Emergenza Comunale, il geologo/consulente può essere utilizzato durante la fase di monitoraggio nello svolgimento delle attività previste nel cosiddetto presidio territoriale (attivato ed attuato dall’Amministrazione in questa occasione di allerta). Questo supporto tecnico specialistico consentirebbe di seguire l’evoluzione del fenomeno idrogeologico individuato (frana, smottamento, colata di detrito, ecc.) e fornire indicazioni relative al movimento in atto al responsabile amministrativo così che lo stesso possa intraprendere le iniziative necessarie per proteggere la popolazione finanche alla evacuazione preventiva di IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 73
GEOLOGIA
un’area soggetta al pericolo. Durante la fase di emergenza - codice 4, ovvero ad accadimento dell’evento idrogeologico, o nel post emergenza l’impiego del tecnico geologo/consulente è finalizzato alla prosecuzione delle attività di controllo e monitoraggio del fenomeno ed alla valutazione del possibile rischio residuale. Per il rischio sismico, l’utilizzo del geologo/consulente avviene generalmente nel post-emergenza on quanto l’evento risulta essere imprevedibile; l’attività geologica in questo tipo di emergenza è il complesso delle indagini, studi e rilievi che il
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geologo/consulente è chiamato a svolgere in un intervallo di tempo limitato (post evento sismico) al fine di supportare i responsabili della gestione emergenziale nelle scelte tecnicodecisionali delle prime fasi dell’emergenza. L’impiego del professionista è strettamente legato alla individuazione ed analisi delle situazioni con condizioni di pericolosità e rischio post-evento (rischio residuo), alla definizione delle linee programmatiche sulla sistemazione della popolazione senzatetto in aree appositamente attrezzate ed è di supporto alle valutazioni
tecniche finalizzate al più rapido rientro della popolazione nelle abitazioni valutate “agibili”.
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ostanzialmente i principali campi di intervento nei quali possono essere coinvolti i geologi in emergenza di natura sismica o idrogeologica possono riguardare: 1) controllo della sicurezza geologico-tecnica dei centri abitati e delle infrastrutture viarie per l’individuazione delle zone a rischio e per il supporto alla definizione degli interventi di messa in sicurezza, per il pronto ripristino della circolazione;
2) supporto per la verifica di agibilità di edifici interessati dagli effetti di eventi sismici o idrogeologici, con particolare riguardo alle deformazioni permanenti e alla stabilità geologico-tecnica dei terreni di fondazione; 3) controllo e verifica dell’idoneità geologica delle aree di emergenza previste dai piani di protezione civile comunale; 4) controllo delle atre infrastrutture quali elettrodotti, condotte idriche, dighe e altre opere di ritenuta, rilevati artificiali, ecc., e supporto per la loro messa in sicurezza da eseguire di concerto con gli enti gestori. ❑
CONDOMINIO
Corso pratico di introduzione all’amministrazione dei condomini È in corso di svolgimento un corso pratico di introduzione alla professione di Amministratore di Condominio organizzato congiuntamente dal Collegio geometri di Brescia e dall’Associazione Bresciana Amministratori di Beni Immobiliari, che ha preso il via martedì 14 gennaio e che si concluderà dopo 20 lezioni il 20 marzo prossimo con la consegna degli attestati finali di partecipazione. Vediamone il programma e il calendario delle lezioni.
– Rettifica e/o modifica delle tabelle millesimali; – Coefficienti incrementativi e decrementativi.
I lezione, martedì 14 gennaio Docenti: avv. Sacchini e geom. Squassina “Presentazione del corso: Il condominio” – Presentazione del corso; – Organizzazione delle lezioni e predisposizione del materiale didattico; – La comunione e il condominio; – La costituzione del condominio; – Parti comuni (srt 1117 C.c.; – Il condominio parziale e il supercondominio.
VI lezione, giovedì 30 gennaio Docenti: avv. Sacchini e rag. Bertocchi “L’assemblea di condominio” (Disamina art. 1136 C.c.) – Attribuzioni; – Costituzione e validità delle delibere; – Impugnazioni; – Nullità ed annullabilità delle delibere assembleari; – Il verbale dell’assemblea; – Le maggioranze in assemblea condominiale; – Commenti e considerazioni.
II lezione, giovedì 16 gennaio Docenti: avv. Sacchini e geom. Squassina “L’amministratore di condominio” (artt. 1129, 1130, 1131 C.c.) – Requisiti – Natura giuridica; – Nomina e revoca da parte dell’Assemblea; – Nomina e revoca da parte dell’Autorità Giudiziaria; – Attribuzioni; – Rappresentanza e poteri; – Responsabilità; – Passaggio di consegne.
VII lezione, martedì 4 febbraio Docenti: rag. Grassini, geom. Squassina Prova pratica: “Convocazione Assemblea condominiale, tenuta Assemblea e redazione del relativo verbale” – Verbalizzazione; – Mozioni d’ordine; – Assunzione di delibere assembleari.
III lezione, martedì 21 gennaio Docenti: avv. Sacchini e avv. Premoli “Il regolamento di condominio, diritto dei partecipanti sulle cose comuni”, (Disamina art. 1117) – Tipologia di regolamento; – Meccanismi di approvazione; – Indivisibilità; – Costruzione sopra l’ultimo piano dell’edificio; – Perimetro totale e parziale dell’edificio. IV lezione, giovedì 23 gennaio Docenti: geom. Squassina e rag. Grassini “Le tabelle millesimali” – Elaborato di subalternazione; – Modalità di calcolo delle tabelle di proprietà (criteri oggettivi e soggettivi, coefficienti); – Le tabelle di riparto spese scale/ascensore; – Le tabelle di riparto spese riscaldamento; – L’approvazione delle tabelle millesimali; 76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
V lezione, martedì 28 gennaio Docenti: rag. Grassini, arch. Premoli, geom. Squassina Prova pratica: “Redazione di una tabella millesimale di proprietà; Redazione di un riparto di gestione” – Commenti e considerazioni.
VIII lezione, giovedì 6 febbraio Docenti: rag. Grassini, geom. Squassina “La ripartizione e gestione delle spese” – La contabilità del condominio; – Ripartizione delle spese; – Riscossione dei contributi; – Erogazione delle spese; – Piani di riparto; – Le quote di partecipazione in funzione degli interventi; – Il bilancio preventivo; – Il bilancio consuntivo. IX lezione, martedì 11 febbraio Docenti: avv. Sacchini, arch. Premoli “Le innovazioni” (Disamina art. 1120 e 1121 C.c. - Innovazione in genere) – Parti comuni dell’edificio (art. 1117 C.c.); – Le innovazioni gravose e voluttuarie; – Le innovazioni vietate. X lezione, giovedì 13 febbraio Docenti: rag. Cunego, rag. Grassini, geom. Squassina Prova pratica “Redazione di un riparto di spesa” (ordinaria
CONDOMINIO
e straordinaria) – Commenti e considerazioni. XI lezione, martedì 18 febbraio Docenti: avv. Sacchini “Dissenso dei condomini rispetto alle liti” (Disamina art. 1132 C.c.) e “Le azioni giudiziarie nel condominio” – Le modalità. – Le legittimazioni; – Ricorsi ed ingiunzioni di pagamento; – Solidarietà appaltatori; – Nomina giudiziaria dell’Amministratore. XII lezione, giovedì 20 febbraio Docenti: arch. Premoli “Patologia dei fabbricati” – Nomenclatura delle strutture; – Impianti idrici-termici-elettrici; – Metodi di controllo e di intervento; – Impermeabilizzazione e coibentazione; – Principali cause di degrado e interventi di restauro.
XIII lezione, martedì 25 febbraio Docenti: arch. Premoli “Tecniche e gestione, Normativa sugli impianti condominiali” – Normativa riguardante gli impianti; – Legge 46/90 Sicurezza degli impianti elettrici; – Gestione e programmazione degli interventi; – Legge 13/89 Barriere architettoniche; – Legge 122/89; – Normativa ascensori; – Conduzione centrale termica; – Appalti e sicurezza (D.Lgs. 81/2008). XIV lezione, giovedì 27 febbraio Docenti: arch. Mazzocchi “Opere di manutenzione straordinaria” (Lastrici solari Tetto - Facciate - Balconi) (Disamina art. 1126 C.c.) – Maggioranze deliberative; – Ripartizione delle spese e richiesta quote; – Normativa fiscale (detrazioni IRPEF, IVA da applicare, co-
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CONDOMINIO
municazioni ai condomini); – Incarichi professionali (progettista, direttore dei lavori, coordinatore della sicurezza); – Appalti e contratti; – Responsabilità dell’Amministratore quale committente delle opere (D.Lgs. 81/2008). XV lezione, martedì 4 marzo Docenti: sig. Zubiani, rag. Bertocchi “L’Assicurazione del Condominio” e “Normativa fiscale del Condominio” – Adempimenti; – Responsabilità; – Garanzie e franchigie. – Redazione 770 - Quadro AC - Elenco fornitori - F24 - Ritenute d’acconto. XVI lezione, giovedì 6 marzo Docenti: rag. Grassini, rag. Gabelli “Normativa sulla privacy” e “Web e condominio” – Obblighi; – Adempimenti e responsabilità. – Sito Web condominiale. XVII lezione, martedì 11 marzo Docenti: rag. Cunego “Etica e psicologia del Condominio” – Nozioni comportamentali; 78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
– L’etica dell’Amministratore; – Strategia di acquisizione dei condomini; – Conduzione e comportamento in assemblea; XVIII lezione, giovedì 13 marzo Docenti: rag. Grassini, geom. Squassina, rag. Cunego “Ripasso generale, Prova pratica finale” – Relatori rispondono alle domande dei corsisti; – Consegna scheda di valutazione e prova pratica finale. IXX lezione, martedì 18 marzo Docenti: arc. Mazzocchi, ing. Monticone “Sicurezza del Condominio” – Problematiche (canne fumarie, cisterne gasolio, pozzi, fognature, amianto, linne vita); – Certificato prevenzione incendi; – Documento valutazione dei rischi (DVR); – Documentazione dei rischi interferenti (DVRI). XX lezione, giovedì 20 marzo Docenti: avv. Sacchini, geom. Squassina, Rag. Grassini “Correzione prova pratica” e “Consegna degli attestati finali di partecipazione” – Correzione congiunta della prova; – Consegna degli attestati finali di partecipazione; – Saluti.
CONDOMINIO Da “Giornale di Brescia” del 2 febbraio 2014
I
l peso fiscale sugli immobili supererà quest’anno i 52 milardi di euro: ben 2,9 miliardi in più rispetto al 2013. Dall’inizio della crisi il livello di tassazione sulle case, i negozi, gli uffici e i capannoni è aumentato di 10 miliardi. Sono i dati elaborati dall’Ufficio studi della Cgia. In un panorama così difficile però una nota positiva per chi deve registrare i contratti di locazione immobiliare c’è. A partire dal 3 febbraio 2014, infatti, i contribuenti potranno adempiere a tutti gli obblighi legati alle locazioni direttamente online grazie al nuovo modello RLI che, tra le altre novità, consentirà di allegare una copia del testo contrattuale. È quanto annuncia l’agenzia delle Entrate in una nota. I contribuenti potranno usare questo modello per richiedere agli uffici dell’Agenzia delle Entrate la registra-
Case e negozi, il fisco si prende 52 miliardi. Ma ora la registrazione è più facile zione dei contratti di locazione e affitto di immobili e comunicarne eventuali proroghe, cessioni o risoluzioni. Il modello RLI può essere utilizzato anche per esercitare l’opzione e la revoca della cedolare secca e per comunicare i dati catastali dell’immobile oggetto di locazione o affitto. Nel modello, quindi, confluiscono tutti gli adempimenti fiscali legati alla registrazione dei contratti di locazione e affitto immobiliare. Il modello potrà essere inviato direttamente via internet, attraverso i servizi online dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, sarà possibile versare online le imposte connesse alla registrazione con addebito sul conto del contribuente o dell’intermediario, secondo le regole per il modello F24. ❑
Imposte sull’acquisto: da gennaio favorite le vendite tra privati L’imposta di registro scenderà dal 3% al 2%, mentre l’imposta ipotecaria e quella catastale vengono ridotte da 168 euro a 50 euro Lo scorso settembre 2013 sono state approvate dal Consiglio dei Ministri le modifiche alle imposte di registro, ipotecaria e catastali applicate sul valore dell’immobile acquistato. Il Decreto Istruzione (Dl. 104/2013) ha infatti introdotto modifiche essenziali alle imposte indirette e il cambiamento, avvenuto dal 1° gennaio del 2014, favorirà in particolar modo le compravendite tra privati delle abitazioni utilizzate come prima casa: in questo caso l’imposta di registro scenderà dal 3% al 2%, mentre l’imposta ipotecaria e quella catastale vengono ridotte da 168 euro a 50 euro. Passeranno ad un importo fisso di 50 euro anche le imposte ipotecaria e catastale che fino ad ora vengono applicate con valori proporzionali rispettivamente dell’1% e 2%. Per quanto riguarda invece gli immobili di lusso (anche se prima casa) e per tutte le seconde case, l’imposta di registro passerà dal 7% al 9%. L’imposta ipotecarie e l’imposta catastale subiranno una modifica al rialzo a 200 euro nei casi in cui il loro importo chi dichiara il vero valore di scambio degli immobili. è di 168 euro. Una riduzione dei costi dav- Attenti però perché questa vero notevole e che premia nuova tassazione agevolata si applicherà solo per l’acquisto della prima casa quindi per poterne beneficiare non devono risultare intestati altri immobili anche se in comunione. Queste misure hanno lo scopo di limitare l’evasione fiscale connessa all’acquisto di immobili il cui valore dichiarato è spesso inferiore al valore reale. Un’evasione subdola e difficile da provare se non con costi di 2indagine” da parte dell’Agenzia delle entrate spesso coinvolta in liti giudiziarie che si trascinano per anni di riuscire a riscuotere il dovuto. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 79
AGRICOLTURA Andrea Colombo Dal “Giornale di Brescia”
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Agricoltura italiana sempre più giovane e “rosa”
lteriori conferme sulla complessiva solidità dell’agricoltura italiana arrivano dalla società ålthesys che, per il gruppo Nestlè, ha fotografato l’imprenditoria agricola italiana nell’attuale crisi economica. Come sottolineato più volte dal ministero e dalle principali rappresentanze del settore, il comparto agricolo regge gli urti della concorrenza puntando sull’orgoglio nazionale del proprio made in Italy. A ciò si aggiuge un progressivo ringiovanimento dell’imprenditoria agricola, sempre più dotata di adeguata preparazione teorica. Infatti, oltre il 40% delle imprese agricole nate nei primi sei mesi del 2013 sono guidate da giovani sotto i 40 anni e, di questi, il 19% è laureato contro il 6% del totale degli agricoltori. Sui campi e nelle stalle italiane si sta creando una nuova occupazione, legata anche all’incremento delle imprese: + 2,8% rispetto al 2012, circa 11.485 nuove aziende. E il 33% dei nuovi imprenditori è di sesso femminile. I numeri restano importanti anche in relazione al lavoro, che vede nell’agricoltura l’impegno di oltre 851.000 soggetti, il
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4% degli occupati della penisola. In questo contesto, la ricerca innovativa e lo sviluppo tecnologico svolgono un ruolo fondamentale che spesso può fare la differenza nell’affermazione del proprio prodotto. Per questo motivo il gruppo Nestlè in Italia ha finanziato uno studio dell’Università La Sapienza, il cui risultato è stato la creazione di un nuovo strumento per migliorare l’efficacia e la competitività del mercato agricolo italiano. La Food Reputation Map (Frm) permette ora di misurare la reputazione di qualsiasi produzione alimentare, constatando i punti di forza che nascono nella percezione del consumatore. Ciò facilita quindi la preliminare decisione sulle opzioni di business da perseguire, puntando su processi produttivi e comunicativi ben più precisi di prima. Gioventù e agricoltura possono finalmente trovare spazio all’interno della stessa ricerca, mentre gruppi come Neslè stanno comprendendo a fondo la posizione strategica del settore primario. ❑
CULTURA
Foto di famiglia nelle costruzioni: il ferro Franco Robecchi
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olti geometri sono tra i professionisti che hanno come attività il produrre oggetti materiali. Non è così per chi si interessa di questioni amministrative, burocratiche o commerciali, ma chi produce case, strade, impianti si confronta con i materiali, con le loro esigenze, le loro qualità, le loro insidie. Tra i mille materiali di nuova generazione, che la tecnologia contemporanea ci ha abituati a vedere sorgere ogni poco, ve ne sono però altri che sono antichi, e sempre validissimi. Non si può prescindere dal ferro. Sono circa 3000 anni – ma gli sporadici esordi risalgono a 4000 anni fa – che gli uomini del Mediterraneo sanno estrarre e lavorare questo fondamentale metallo. Rispetto al rame e al bronzo il passaggio alla conoscenza del ferro fu fondamentale nella storia, anche se l’uso rimase, per
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moltissimi secoli, molto marginale, quasi esclusivamente limitato alle armi e ad alcuni utensili agricoli o artigiani. Bisogna attendere il primo Ottocento per vedere l’esordio significativo del ferro nella sfera dei grandi usi: nella meccanica, nelle costruzioni edili, nelle costruzioni navali. A partire da quella data il ferro è divenuto centrale nella nostra civiltà. Nonostante i molti concorrenti, nel campo dei metalli, ma anche nell’ambito di nuovi materiali non metallici, il ferro domina la nostra vita. Le sue forme storiche, la ghisa e l’acciaio, sono state affinate in una grande varietà di soluzioni, di leghe adatte agli usi più specialistici. Ma restando alla forma classica del cosiddetto ferro, lanciamo qualche sguardo sulla vicenda. Una grande realtà, quella del ferro, impregnò la vita dei regni e dei popoli, attraverso la produ-
CULTURA Nella pagina di sinistra: un’abilissima raffigurazione di inizio ’900, di un’officina per la lavorazione del ferro, con la dominante presenza del maglio, ben conosciuto nel Bresciano.
zione di armi, ma anche dei singoli cittadini e contadini, attraverso l’uso di chiavi e di aratri, di martelli e di chiodi, di seghe e di posate. La personalità artigiana bene identificata, che aveva la sua bottega in ogni contrada, era quella del fabbro ferraio o del maniscalco, entrambi abili nel sottomettere il durissimo metallo alla volontà dell’uomo. Non a caso addirittura un dio dell’empireo greco era un fabbro, un dominatore del fuoco, un fondatore dell’ingegneria e della tecnologia: Efesto. Benché brutto e decentrato rispetto all’Olimpo, si meritò in moglie la più seducente delle dee, la bella per antonomasia: Venere. La sua fucina scatenava i fuochi magmatici dal profondo della terra, tanto che dal suo nome derivò quello della montagna delle isole Lipari e quindi il nome dei vulcani, adottato in tutto il mondo.
Sotto: splendida tavola ottocentesca raffigurante il lavoro e alcuni prodotti del mangano, costruttore di molti oggetti in ferro e anche di pentole.
Era uno dei pochi dei a svolgere un lavoro, un duro lavoro, che consentiva a Giove di lanciare sulla terra i fulmini, accanto al suo privilegiato prodotto, la pioggia: fulmini prodotti dalle faticose martellate e dai sudori di Vulcano- Efesto. La sua apprezzatissima immagine ricadde sui reali artigiani del ferro, ai quali ci si rivolgeva per la costruzione di una spada o di una zappa, di un catenaccio o di un paiolo. Parallela era l’attività, altrettanto essenziale, del maniscalco, il cui nome coincide con quello di maresciallo, il maniscalco militare. Il maniscalco per eccellenza fu S. Eligio, anche orafo e perciò patrono degli uni e degli altri. Proprio S. Eligio fu uno dei protagonisti della nutrita iconografia sui lavoratori del ferro. Sino dal Medioevo S. Eligio offrì l’occasione per miniature e dipinti che hanno documentato la bot-
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CULTURA L’officina oscura del maglio, con il nerboruto fabbro e la sua famiglia, in un quadro ottocentesco dell’inglese Joseph Wrigt;
tega di fabbri e maniscalchi, soprattutto grazie al celebrato episodio in cui si vede Eligio mentre lavora su zoccoli e ferri di un cavallo in un modo singolarmente comodo. Per rendere l’operazione della ferratura più facile, Eligio tagliò la zampa del cavallo e su quella intervenne, andando poi a saldarla nuovamente all’animale, a ferratura avvenuta. La vi-
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cenda è più complessa, ma sostanzialmente la scena raffigurata è quella citata. Una variante dell’attività del fabbro con martello e incudine, di grande fascino ambientale, fu scelta da alcuni artisti per creare dipinti tenebrosi, dove il fuoco si mescola all’acqua, in un’officina scura, nella quale rimbalzano i bagliori rossi
CULTURA L’officina tugurio di un fabbro ottocentesco, in un quadro tedesco.
delle fiamme. È l’antro del maglio, il grande martello (malleus in latino) che ha nel Bresciano importanti testimonianze. Proprio la terra bresciana si riconosce nella millenaria avventura del ferro, che ha costituito le radici industriali di un successo poi esteso a settori collaterali e anche a nuovi filoni. Le valli, con le loro miniere, hanno posto il ferro fra i
materiali principi dell’economia bresciana, e quindi anche della maturazione di professionalità specifiche. Le capacità manuali si sono ingranate nell’energia imprenditoriale, passando dalle canne di fucile agli ingranaggi meccanici, dai badili ai telai per camion. Quando si seppe utilizzare il ferro per produrre l’acciaio il panorama degli usi si dilatò im-
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CULTURA Scena di lavoro di un fabbro medievale
mensamente e i Bresciani trovarono un’altra importante occasione che i geometri ben conoscono: quella dei profilati per costruzioni e, soprattutto, del tondino. Le barre per il cemento armato sono state alla base di una fortuna imprenditoriale e occupazionale straordinaria, per Brescia. Anche quella fase è andata esaurendosi, per molte ragioni economico-internazionali, ma lo sviluppo dell’alluminio bresciano è figlio di quella stagione, così come il primato bresciano nell’automotive italiano. La crisi attuale non offusca questa epopea bresciana, che trae le sue origini dalle immagini che qui si pubblicano, nella celebrazione del faber, l’uomo che forza il ferro. Questi virili artigiani sono stati spesso raffigurati nello sforzo e nella fatica, con schiene possenti e braccia muscolose, nella pesante battaglia con la controparte che oppone una “ferrea” resistenza, rovente, minacciosa, veloce nel ritrarsi entro le temperature che rendono impossibile ogni trattamento, fulminea nello sprizzare faville velenose e nel portare brucianti ferite. Talora, per affrontare il ferro, è necessario essere possenti e anche sfigurati da tante lotte e da una vita di violenza. Non a caso erano i giganteschi ciclopi ad aiutare Vulcano nella sua fucina. Ma in altri casi il fabbro è invece un sensibile creatore d’oggetti d’arte, il maestro di quel ferro battuto che, nella storia europea, ha una lunga chioma di realizzazioni stupende, che si stende sino al Medioevo, per trionfare nel Barocco e nuovamente esplodere nel Liberty e ancora continuare in una vicenda costellata di gloria. Nel Bresciano abbiamo i maestri del ferro battuto, che erano chiamati brüsafer, noti soprattutto in Franciacorta. I fabbri che “bruciano il ferro” hanno prodotto bellissime opere per cancelli, inferriate, tombe, lampadari e mille altri oggetti. L’architettura si è avvalsa in ogni epoca dell’opera dei fabbri, ponendo le loro opere d’arte in luoghi eleganti o tenebrosi; talora eleganti e tenebrosi allo stesso tempo, come nel caso delle grandi cerniere per portoni di carceri o di castelli. Spostando solo un po’ la visuale troviamo uno speciale tipo di lavoratore del ferro, il magnano, che era specializzato in opere minute, spesso utilizzando la lamiera. Era soprattutto disponibile per costruire o riparare pentole e padelle e si imparentava 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
con un settore particolare di questi artigiani: quello dei gitani che spesso avevano come unica attività lecita proprio quella di riparatori di pentole. Nell’edilizia conosciamo il lattoniere, che trae il suo nome dalla latta, un prodotto che si usa per canali di gronda, pluviali, scossaline, ma che è servito anche per prodotti più decisamente artistici, come nell’industria dei vecchi giocattoli. Chi non conosce le piccole automobili o le giostrine in latta? Queste attività trapassavano infine nel mondo dei fonditori, che non avevano una storia meno antica alle spalle. Pensiamo solo che è ad essi che dobbiamo la meraviglia di miracoli dell’intelletto umano come i Bronzi di Riace. La fusione di statue in bronzo, con la tecnica della cera persa, è stata una delle attività forti dell’uomo antico, grazie alla quale si è costituito il patrimonio immenso della scultura e non solo. Fonditori erano anche i campanari, più diffusi e presenti nella vita quotidiana. La campana è stata, almeno dal Medioevo, un oggetto simbolo dell’aggregazione comunitaria, sotto i grandi valori civili e religiosi. Al rintocco si focalizzava l’attenzione, la disponibilità sociale, la commiserazione e la festosità, il lutto e l’avviso politico, l’allarme e il tripudio. L’abilità dei campanari era, ed è, questione di sfumature e di sapienza, di tradizione e di sensibilità, perché si dice che basti un nonnulla per vanificare un lungo e potente lavoro. Nonostante la solidità e il fascino artistico del bronzo e le mille virtù, anche elettriche del rame, le quasi dimenticate virtù idrauliche del piombo e le brillanti virtù dell’alluminio, il ferro resta un grande padre e un grande alleato dell’uomo costruttore. Pensiamo alle esaltanti architetture in metallo, a partire dall’acciaio di Eiffel per giungere al titanio di Frank Gehry, ai grattacieli anche alti 800 metri e ai grandi ponti sospesi. Avremo ancora bisogno per molti secoli del ferro e ancora su di esso marcerà il progresso. ❑
TEMPO LIBERO Andrea Raccagni
T
anta neve, piste magnifiche e ottima organizzazione, a distanza di nove anni dall’ultima occasione, la città di Bardonecchia ha nuovamente ospitato un’edizione dei Campionati Italiani di Sci per geometri nelle giornate dal 24 al 26 gennaio 2014. Nella cornice delle montagne che ospitarono i Giochi olimpici invernali di Torino 2006 gli organizzatori hanno curato un ottimo evento, intenso e ben gestito, seppure spalmato su meno giorni rispetto al passato. L’ edizione di quest’anno è stata caratterizzata da un programma più concentrato rispetto agli altri anni; ciò
XIX Campionato Italiano di Sci alpino e nordico per geometri a Bardonecchia non ha però sminuito l’evento che ha visto la partecipazione di sedici Collegi con numerosi atleti ed accompagnatori, con una buona partecipazione alle gare. La vittoria è andata al Collegio ospitante; Torino prendeva parte alla manifestazione con un notevole numero di atleti che hanno primeggiato in numerose categorie, soprattutto in campo femminile. Al secondo posto Aosta, sempre numerosa e ben equipaggiata e davvero temibile nelle discipline del fondo, seguita da un’ottima Piacenza che da qualche edizione ormai occupa sempre le posizioni alte della classifica.
Le competizioni di quest’anno, cinque in tutto, sono state le seguenti: slalom gigante, slalom speciale, combinata, 5km di
fondo tecnica classica e 10 km di fondo tecnica libera; di cui in allegato trovate le classifiche relativamente agli atleti bresciani.
Gli atleti e gli accompagnatori che assistevano allo svolgimento delle prove hanno potuto godere di un piccolo punto ristoro all’arrivo delle gare allestito con prodotti tipici di alcuni Collegi, e per chi voleva portarsi a casa un ricordo delle gare un fotografo era presente a immortalare le discese. Tali foto sono visibili tramite il sito Geosport o anche su Facebook .
B
rescia quest’ anno ha chiuso la manifestazione con un buon quinto posto; non di certo uno dei migliori piazzamenti ottenuti, ma considerato il numero di atleti iscritti alle gare possiamo affermare di esserci difesi molto bene. A tal proposito è giusto menzionare gli ottimi risultati del collega 88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
TEMPO LIBERO Alcune istantanee dai campi di gara di Bardonecchia
dente Gian Luca Musso, che ha organizzato insieme al Collegio di Torino un ottimo evento, sapendo gestire bene alcuni inconvenienti sorti durante le tre giornate di gare. La domenica, nel salutarci dopo le premiazioni e la proclamazione del collegio vincitore, il Collegio di Aosta ha espresso la propria intenzione di organizzare i prossimi Campionati; la XX edizione avrà quindi luogo a Cogne. La speranza per il prossimo
anno è quella di vedere più colleghi bresciani iscritti alla manifestazione; soprattutto giovani e donne; non solo perché da un punto di vista strettamente agonistico queste categorie porterebbero preziosi punti, ma soprattutto perché il Campionato Nazionale di Sci è occasione di incontro e di scambio di idee tra colleghi che condividono la stessa passione, in una cornice naturale che spesso lascia senza fiato. ❑
La classifica dei geometri bresciani Categoria Veterani A1 7° Paolo Orsatti Categoria Seniores 4° Andrea Raccagni
Per lo Slalom speciale Categoria Veterani A3 1° Silvio Maruffi Categoria Veterani A2 3° Dario Piotti 7° Enrico Raccagni 9° Pietro Giovanni Lissana
Per il Fondo 5 km Per la Combinata Categoria Veterani A2 2° Riccardo Zanotti
Silvio Maruffi, primo nella sua categoria sia in slalom sia in gigante, e Riccardo Zanotti, che ha riscosso ottimi risultati sia nelle discipline del fondo, che nel gigante. Assieme a Dario Piotti ed Enrico e Andrea Raccagni hanno portato parecchi
punti al nostro Collegio. Onore al merito anche a Cristina Piaser di Torino che, oltre al duro lavoro dell’organizzazione, ha conseguito anche ottime prestazioni in gigante, slalom e combinata. Doveroso ringraziare la Geosport, nella figura del presi-
Per lo Slalom Gigante Categoria Veterani A3 1° Silvio Maruffi Categoria Veterani A2 4° Riccardo Zanotti 5° Dario Piotti 9° Enrico Raccagni 15° Giovanbattista Zammarchi
Categoria Veterani A2 2° Riccardo Zanotti
Per il Fondo 10 km Categoria Veterani A2 3° Riccardo Zanotti
Classifica per Collegi 1° 2° 3° 5°
Collegio di Torino Collegio di Aosta Collegio di Piacenza Collegio di Brescia
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 89
Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. Legge 30/10/2013 n. 125 (Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2013 n. 255) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013 n.101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. (In vigore dal 31 ottobre 2013) Il decreto ha introdotto importanti novità nella disciplina del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. È prevista una fase transitoria di sperimentazione per soggetti operanti in relazione ai rifiuti urbani pericolosi, che prenderà avvio dal 30/6/2014 e la definizione di un periodo transitorio di 10 mesi in cui si applica un doppio regime degli adempimenti e delle relative sanzioni.
Legge 7 ottobre 2013 n.112 (Gazzetta Ufficiale 8 ottobre 2013 n. 236) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2013 n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione ed il rilascio dei beni e delle attività culturali e del turismo. (In vigore dal 9 ottobre 2013)
Legge 28 ottobre 2013 n. 124 (Gazzetta Ufficiale 29 ottobre 2013 n. 254) Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013 n.102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici. (In vigore dal 30/10/2013)
Decreto Ministero Sviluppo Economico 1 ottobre 2013 (Gazzetta Ufficiale 17 ottobre 2013 n. 244) Specifiche tecniche delle operazioni di scavo e ripristino per la posa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali. (In vigore dal 1 novembre 2013)
Decreto Ministero Giustizia 31 ottobre 2013 n. 143 (Gazzetta Ufficiale 20dicembre 2013 n. 298) Regolamento recante determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all’architettura e all’ingegneria. (In vigore dal 21 90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
dicembre 2013) Lettera-circolare 27 dicembre 2013 n. 17381. Il dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno hanno fornito un prospetto riepilogativo delle norme di prova ritenute accettabili ai fini della certificazione della resistenza al fuoco dei sistemi di protezione degli elementi costruttivi in acciaio, intonaci spruzzati, vernici intumescenti, rivestimenti in lastre. Dal 30 novembre 2013 sono in vigore in forma esclusiva le norme EN 13381-4:2013 ed EN 13381-8:2013 Circolare Ministero Ambiente e Tutela Territoriale e Mare 7 novembre 2013 n. 49801 Recante chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’autorizzazione unica ambientale “AUA” nella fase di prima applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2013 n.59 Con la citata circolare il ministero dell’ambiente fornisce chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase di prima applicazione del Dpr sopraindicato per la disciplina dell’autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempimenti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale. Deliberazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 23 maggio 2013 n. 24 Indicazioni alle stazioni appaltanti, alle Soa ed alle imprese in materia di emissioni dei certificati di esecuzione lavori.
Aggiornamento Albo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 15 novembre 2013 N. Albo Nominativo
4444
Luogo e data di nascita
Livornesi Maria Grazia Cremona 27/05/1962
Residenza
Motivo
25027 Quinzano d’Oglio (Bs) Via Matteotti 23
Trasferimento
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 28 novembre 2013 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
3725
Paderno F.C. (Bs) 11/05/1962
25064 Gussago (Bs) Vicolo Canale 14
Decesso
Moretti Alessandro
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 dicembre 2013 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5344
Orzinuovi (Bs) 30/06/1981
24040 Boltiere (Bg) Via Donizetti 8
Trasferimento
Boni Pietro
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2013 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
6232
Abeni Gianenrico
Brescia 21/02/1984
25040 Corte Franca (Bs) Via Villa 9
Dimissioni
3034
Azzini Alberto
Fiesse (Bs) 21/12/1957
25020 Fiesse (Bs) Via Europa 1/A
Dimissioni
3660
Ballardini Ciro
Breno (Bs) 13/11/1963
25040 Bienno (Bs) Via Luzzana Superiore 11
Dimissioni
4016
Bendinoni Luciano
Salò (Bs) 08/01/1953
25084 Gargnano (Bs) Via Repubblica 38
Dimissioni
2669
Bianchetti Benedetto Gardone V.T. (Bs) 11/02/1953
25063 Gardone V.T. (Bs) Via X Giornate 137
Dimissioni
5970
Bocchi Renata
Brescia 19/08/1988
25030 Trenzano (Bs) Via G. Carducci 22/B
Dimissioni
5906
Braga Marco
Desenzano d. Garda (Bs) 04/11/1983
25012 Calvisano (Bs) Via Zilie Superiori 32
Dimissioni
4915
Capra Samanta
Brescia 03/06/1975
25082 Botticino (Bs) Via G. Soldi 64
Dimissioni
6121
Carioni Bernardo
Crema (Cr) 15/10/1969
25030 Paratico (Bs) Via Mazzini 44/A-int. 15
Dimissioni
5860
Carlesso Stefano
Desenzano d. Garda (Bs) 16/01/1983
25015 Desenzano d. Garda (Bs) Via Minelli 21
Dimissioni
1897
Castagna Carlo
Remedello (Bs) 07/10/1947
25010 Remedello (Bs) Via Silvio Pellico 75
Dimissioni
3309
Cavedaghi Daniela
Salò (Bs) 24/09/1956
25087 Salò (Bs) Via V. da Feltre 9
Dimissioni
5862
Cenini Marzia
Edolo (Bs) 15/04/1986
25056 Ponte di Legno (Bs) Via Arnaldo Berni 13
Dimissioni
5863
Cerutti Sara
Manerbio (Bs) 27/02/1987
25024 Leno (Bs) Via Aldo Moro 10
Dimissioni
2560
Cornacchiari Giovanni Brescia 07/06/1950
25020 Flero (Bs) Piazza 4 Novembre 63
Dimissioni
2028
Corsini Giambattista
Rovato (Bs) 19/09/1944
25075 Nave (Bs) Via Borano Trav. II 19/A
Dimissioni
6031
Corsini Nicola
Castiglione Stiviere (Mn) 6/02/1983
25018 Montichiari (Bs) Viale Marconi 89
Dimissioni
4465
Dieli Riccardo
Brescia 06/02/1967
25045 Castegnato (Bs) Via S. Martino 72
Dimissioni
3131
Dondelli Enzo
Ghedi (Bs) 26/01/1948
25016 Ghedi (Bs) Via S. Francesco d’Assisi 16
Dimissioni
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5609
Fasolo Daniele
Desenzano d. Garda (Bs) 21/01/1969
25019 Sirmione (Bs) Via Chiodi 91
Dimissioni
4517
Ferrari Vittorio
Leno (Bs) 05/07/1975
25020 Milzano (Bs) Via Cesare Battisti 62
Dimissioni
5640
Festa Renzo
Brescia 24/10/1985
25045 Castegnato (Bs) Via della Pace 32
Dimissioni
5738
Frassi Ivan
Iseo (Bs) 07/11/1981
25055 Pisogne (Bs) Via Trighetto 55
Dimissioni
4404
Gabanetti Marusca
Manerbio (Bs) 26/03/1967
25024 Leno (Bs) Via R. Bacchelli 12
Dimlissioni
1872
Gabrieli Giovanni
Leno (Bs) 18/08/1946
25134 Brescia Via G.B. Bossini 51
Dimissioni
4191
Gadeschi Giuseppe
Brescia 19/08/1951
25070 Caino (Bs) Via Villa Sera 39
Dimissioni
5574
Gavezzoli Simone
Brescia 28/07/1978
25134 Brescia Via Cadizzoni 1/bis
Dimissioni
5515
Gentilini Riccardo
Brescia 11/12/1970
25128 Brescia Via Sauro 2
Dimissioni
2912
Gheno Roberto
Brescia 05/10/1950
25127 Brescia Via Zoccolo 40
Dimissioni
2782
Ghizzini Sergio
Orzinuovi (Bs) 07/10/1949
25034 Orzinuovi (Bs) Via S. Martinelli 2
Dimissioni
5647
Guerini Moira
Iseo (Bs) 24/09/1983
25054 Marone (Bs) Via S. Pietro 4/G
Dimissioni
1615
Legrenzi Angiolino
Brescia 29/07/1943
25126 Brescia Via Stoppani 23
Dimissioni
1063
Levrangi Giovan Maria Vestone (Bs) 18/07/1935
25078 Vestone (Bs) Via Mocenigo 78
Dimissioni
5252
Macobatti Oscar
Brescia 12/08/1971
25030 Pompiano (Bs) Via A. Moro 1/A
Dimissioni
3027
Martinelli Enrico
Palazzolo s.Oglio (Bs) 11/02/1949
25036 Palazzolo s.Oglio (Bs) Viale Italia 14
Dimissioni
4798
Moraschetti Fabio
Breno (Bs) 01/03/1975
25030 Castrezzato (Bs) Via Ortigara 4
Dimissioni
4662
Moraschini Mirella
Esine (Bs) 16/04/1972
25040 Angolo Terme (Bs) Via S. Silvestro 36
Dimissioni
5082
Noci Tiziano
Chiari (Bs) 11/12/1977
25035 Ospitaletto (Bs) Via Don Patelli 20
Dimissioni
2468
Ometto Valeriano
Carmignano Di B. (Pd) 18/03/1945
25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Garibaldi 62
Dimissioni
3062
Paroletti Gianfranco
Cedegolo (Bs) 10/03/1956
25051 Cedegolo (Bs) Via Moiolo 2
Dimissioni
6014
Piacentini Federico
Brescia 07/04/1977
25030 Roncadelle (Bs) Via Martin Luther King-Tr.I-11/B
Dimissioni
2260
Piai Claudio
Orzinuovi (Bs) 02/09/1951
25083 Gardone Riviera (Bs) Via Valle Fiorita 42
Dimissioni
6200
Poli Daliel
Gardone v. Trompia (Bs) 23/08/1988
25065 Lumezzane (Bs) Via San Rocco 1/A
Dimissioni
4807
Presti Giovanni
Iseo (Bs) 03/10/1971
25049 Iseo (Bs) Via Papa Giovanni XXIII 22
Dimissioni
1376
Raineri Gustavo
Bengasi (Libia) 08/06/1940
25133 Brescia Via Valotti 4
Dimissioni
2928
Richini Alberto
Darfo B.T. (Bs) 21/10/1942
25047 Darfo (Bs) Via San Bernardo 15
Dimissioni
2156
Rivadossi Giuseppe
Borno (Bs) 30/01/1951
25042 Borno (Bs) Via Cirese 9
Dimissioni
3863
Rubini Giovanni
Treviglio (Bg) 06/11/1946
25034 Orzinuovi (Bs) Via Chierica 22
Dimissioni
1492
Saleri Marco
Poncarale-Flero (Bs) 05/12/1935
25122 Brescia Via Solferino 55
Dimissioni
5685
Salvi Luca
Brescia 03/03/1974
25030 Castelmella (Bs) Via Roma 19
Dimissioni
3813
Scansani Paolo
Motteggiana (Mn) 24/02/1962
25010 Sirmione (Bs) Via Lazzarini 11
Dimissioni
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 93
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5610
Simoncelli Paolo
Castiglione Stiviere (Mn) 07/12/1977
25080 Calvagese d.Riv. (Bs) Via della Fornace 7
Dimissioni
5503
Stain Gianvittorio
Breno (Bs) 13/07/1979
25048 Edolo (Bs) Via Vidilini 58
Dimissioni
1381
Stevanato Oscar
Brescia 11/09/1943
25063 Gardone V.T. (Bs) Via G. Pascoli 39
Dimissioni
3653
Tartari Armando
Brescia 22/06/1942
25085 Gavardo (Bs) Via del Roccolo 3
Dimissioni
2455
Tomasoni Angelo
Trenzano (Bs) 29/01/1943
25038 Rovato (Bs) Via M. L. King 7
Dimissioni
1197
Trainini Angelo
Brescia 23/04/1934
25133 Brescia Via Fontane 45
Dimissioni
5005
Ventura Vitale
Vezza d’Oglio (Bs) 15/03/1967
25073 Bovezzo (Bs) Via dei Prati 37/C
Dimissioni
6114
Vitali Fabio Enrico
Brescia 21/08/1988
25030 Corzano (Bs) Via A. Manzoni 9
Dimissioni
2501
Zanetti Pier Luigi
Sarezzo (Bs) 26/08/1947
25068 Sarezzo (Bs) Via G. Zanardelli 54
Dimissioni
3717
Zappa Sergio
Brescia 17/12/1948
25030 Roncadelle (Bs) Via Bachelet 2
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 27 gennaio 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5012
Albertani Mirella
Edolo (Bs) 13/08/1981
25059 Vezza d’Oglio (Bs) Via Grano 4/A
Dimissioni
5258
Bettoni Maurizio
Brescia 09/05/1974
25039 Travagliato (Bs) Via San Domenico Di Guzman 10
Dimissioni
5512
Caldara Claudio
Lovere (Bg) 28/09/1981
25047 Drfo (Bs) Via Don Filippo Bassi 9
Dimissioni
5759
Gazzara Emanuele
Chiari (Bs) 18/03/1984
25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via Don Giovanni Lussardi 5/A Dimissioni
5376
Glisenti Marco
Cernusco s./Naviglio (Mi) 21/03/1983
25080 Prevalle (Bs) Via Don G. Beccalossi 31
Dimissioni
5762
Magro Malosso Consuelo Milano 16/01/1983
25030 Castrezzato (Bs) Via Piave 45/43
Dimissioni
3418
Merelli Aldo
Orzinuovi (Bs) 16/09/1946
25030 Roccafranca (Bs) Via Francesca Nord 11
Dimissioni
5718
Noris Micol Enrico
Lovere (Bg) 24/04/1985
25040 Artogne (Bs) Via XXV Aprile 59
Dimissioni
5242
Pagani Alessandro
Calcinate (Bg) 27/11/1970
25037 Pontoglio (Bs) Via Aldo Moro 19
Dimissioni
2485
Pedersoli Caterina
Darfo (Bs) 14/01/1954
25040 Berzo Inferiore (Bs) Via Archimede 25
Dimissioni
6086
Rosa Isabella
Iseo (Bs) 31/08/1989
25054 Marone (Bs) Via G. Guerini 31
Dimissioni
2739
Rota Angelo Guido
Martinengo (Bg) 09/07/1946
25037 Pontoglio (Bs) Via I Maggio 2
Dimissioni
4821
Scalvini Sara
Chiari (Bs) 26/06/1979
25030 Castelcovati (Bs) Via Rudiano 13/C
Dimissioni
1979
Vezzoli Giovanni
Castelmella (Bs) 09/08/1947
25020 Azzano Mella (Bs) Via Don Sturzo 36
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 24 febbraio 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5061
Barbieri Cristian
Brescia 03/02/1975
28080 Botticino (Bs) Via Bellini 2/A
Dimissioni
4903
Bertazzoli Saverio C. Pontoglio (Bs) 18/08/1956
25037 Pontoglio (Bs) Via Piave 23
Dimissioni
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5510
Biasi Andrea
Brescia 13/04/1978
25010 Montirone (Bs) Via Campagna 82
Dimissioni
5621
Botta Ines
Brescia 27/12/1982
25124 Brescia Via della Volta 90
Dimissioni
5073
Ducoli Alessandro
Iseo (Bs) 17/06/1975
25047 Darfo (Bs) Via Fucine 24/B
Dimissioni
4598
Foglia Loredana
Chiari (Bs) 05/05/1978
25128 Brescia Via G. Galilei 57
Dimissioni
5380
Lanzini Daniele Luigi Chiari (Bs) 15/01/1981
25031 Capriolo (Bs) Via Brede Alte 79
Dimissioni
5950
Lorini Eleonora
25127 Brescia Via delle Longure 53
Dimissioni
4236
Macobatti Giambattista Travagliato (Bs) 28/03/1968
25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Tito Speri 7
Dimissioni
4655
Magri Stefano
Montichiari (Bs) 31/10/1976
25018 Montichiari (Bs) Via Mons. Abate Quaranta 99
Dimissioni
3441
Mombelli Mariano
Chiari (Bs) 28/06/1958
25032 Chiari (Bs) Via A. Ricci 16
Dimissioni
6209
Polonioli Alice
Breno (Bs) 21/04/1990
25047 Darfo (Bs) Via Nazario Sauro 7
Dimissioni
6111
Rossini Alessandro
Manerbio (Bs) 28/05/1987
25020 Pavone Mella (Bs) Via Don Minzoni 4/A
Dimissioni
Brescia 28/10/1976
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 27 gennaio 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6326
Monteverdi Alfonso
Orzinuovi (Bs) 21/03/1973
25027 Quinzano d’Oglio Via Bernardo da Quinzano 29
6327
Beschi Andrea
Brescia 23/07/1981
25088 Toscolano Maderno (Bs) Via Vitali 29
6328
Ghidini Simone
Lovere (Bg) 14/03/1988
25047 Darfo B.T. (Bs) Località Bersaglio 4
6329
Gottardi Lorenzo
Palazzolo s.Oglio (Bs) 18/03/1987
25030 Paratico (Bs) Via Gorizia 16
6330
Mosconi Franco
Cividate Camuno (Bs) 22/06/1964
25081 Bedizzole (Bs) Via Macesina di Sotto 1/B
6331
Girelli Daniele
Brescia 05/04/1990
25010 Montirone (Bs) Via Michelangelo 1
6332
Zeni Manuel
Desenzano d. Garda (Bs) 23/03/1990
25080 Puegnago (Bs) Via Provinciale 8/A
6333
Amadei Michelle
Desenzano d. Garda (Bs) 29/01/1990
25081 Bedizzole (Bs) Via Signorina 40
6334
Baffelli Ilario
Breno (Bs) 28/11/1991
25053 Malegno (Bs) Via Sergola 4
6335
Bergomi Giulia
Brescia 16/01/1991
25020 Poncarale (Bs) Via Paganini 11
6336
Bertuzzi Agata
Brescia 14/07/1992
25010 Visano (Bs) Via G. Pascoli 9
6337
Bignotti Andrea
Castiglione Stiviere (Mn) 16/08/1992
46043 Castiglione Stiviere (Mn) Via Tiziano 31
6338
Bortolameolli Stefano
Brescia 26/01/1986
25125 Brescia Via Ancona 16
6339
Buttinoni Alberto
Orzinuovi (Bs) 01/12/1985
25030 Orzivecchi (Bs) Via XXV Aprile 16
6340
Cadei Mattia
Orzinuovi (Bs) 06/09/1991
25030 Castelcovati (Bs) Via dell’Isola 27/D
6341
Canedoli Roberto
Brescia 28/07/1989
25030 Mairano (Bs) Via Mazzini 79
6342
Canesi Michele
Chiari (Bs) 06/12/1992
25030 Castrezzato (Bs) Via dei Gelsi 20
6343
Conzadori Filippo Alberto Manerbio (Bs) 03/10/1992
25020 Gambara (Bs) Cascina Cicalino 59
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 95
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6344
Ferrari Gianni Pietro
Brescia 16/05/1992
25056 Ponte di Legno (Bs) Via Roma 35
6345
Franceschetti Giovanni
Breno (Bs) 10/04/1992
25056 Ponte di Legno (Bs) Via Don G. Ragazzi 27
6346
Guerra Valeria
Gavardo (Bs) 17/09/1992
25070 Sabbio Chiese (Bs) Via Sandro Pertini 6
6347
Lieta Alessandro
Brescia 26/04/1992
25040 Malonno (Bs) Via Miravalle 14
6348
Lorusso Antonio
Montichiari (Bs) 26/03/1969
25018 Montichiari (Bs) Via Padre Annibale Di Francia 8
6349
Mari Nicola
Napoli 26/11/1990
25013 Carpenedolo (Bs) Via Cesare Battisti 3
6350
Martino Andrea
Iseo (Bs) 17/04/1991
25030 Erbusco (Bs) Via Costa 33
6351
Ministrini Cristina
Brescia 11/03/1992
25030 Paratico (Bs) Vicolo Centro 3
6352
Monese Sebastiano
Peschiera d.Garda (Vr) 18/05/1990
25019 Sirmione (Bs) Via Caravaggio 1
6353
Olini Alessandro
Breno (Bs) 27/04/1990
25010 Corteno Golgi (Bs) Via G. Garibaldi 18 - Fr. Santicolo
6354
Ortogni Denny
Manerbio (Bs) 13/11/1988
25020 Milzano (Bs) Via Donatori di Sangue 15
6355
Pedeni Luca
Manerbio (Bs) 30/03/1991
25020 Pavone Mella (Bs) Via Giuseppe Verdi 2
6356
Perletti Paolo
Trescore Balneario (Bg) 13/02/1992
25031 Capriolo (Bs) Via Mazzini 29
6357
Reboldi Marco
Brescia 14/05/1991
25066 Lumezzane (Bs) Via Fonte Fano 44
6358
Rizzi Andrea
Brescia 05/02/1990
25011 Calcinato (Bs) Via Manzoni 12
6359
Rossini Christian
Brescia 24/09/1992
25038 Rovato (Bs) Via Valle Marzia 17/B
6360
Serreli Simone
Gavardo (Bs) 30/12/1992
25070 Preseglie (Bs) Via Provinciale 13
6361
Tocchella Marco
Brescia 23/04/1992
25050 Passirano (Bs) Via Rondinella 5
6362
Zanetti Simone
Brescia 18/07/1991
25070 Sabbio Chiese (Bs) Via San Martino 6
6363
Zanola Riccardo
Brescia 17/06/1988
25128 Brescia Via A. Pigafetta 21
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 24 febbraio 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6364
Rinetti Roberto
Breno (Bs) 21/05/1977
25047 Darfo (Bs) Vicolo Primula 3
6365
Lorini Devis
Orzinuovi (Bs) 17/04/1978
25030 Castelcovati (Bs) Via Cizzago 4/A
6366
Faccin Juri
Brescia 27/01/1986
25050 Paderno Franciacorta (Bs) Via Canossi 14/A
6367
Fontana Filippo
Manerbio (Bs) 06/05/1990
25028 Verolanuova (Bs) Via IV Novembre 20
6368
Milanesio Francesco
Gavardo (Bs) 13/03/1991
25080 Mazzano (Bs) Via San Zeno 29
6369
Rivetti Francesco
Brescia 13/03/1990
25030 Adro (Bs) Via Provinciale 71
6370
Bianchi Enrico
Gavardo (Bs) 02/12/1992
25070 Sabbio Chiese (Bs) Via S. Lorenzo 110
6371
Bulferetti Nicole
Breno (Bs) 10/02/1992
25056 Ponte di Legno (Bs) Via A. Bozzi 3
96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6372
Manca Francesco
Gavardo (Bs) 15/09/1989
25087 Salò (Bs) Via Chiesa 9
6373
Statuto Paolo
Gavardo (Bs) 04/05/1990
25079 Vobarno (Bs) Via Don T. Vezzola 14
Il mondo di B. Bat.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 97
IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXIX N. 1 gennaio-febbraio 2014
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Lodi Mantova Sondrio
2014
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IL GEOMETRA BRESCIANO
Contiene I.R. e I.P.
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