Il Geometra Bresciano - n.2 del 2016

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Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di

Lodi Sondrio

IL GEOMETRA BRESCIANO

o così

Anno XLI N. 2 marzo-aprile 2016

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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della Provincia di Brescia

Il quadro della pittrice professoressa Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Stefano Benedini, Nadia Bettari, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Antonio Gnecchi, Franco Manfredini, Fulvio Negri, Giovanni Platto, Andrea Raccagni, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Andrea Botti, Alberto Buizza, Franco Chiriacò, Luigi Doninelli, Gina Ducoli, Emanuela Farisoglio, Vittorina Ferrari, Angelo Grazioli, Piergiovanni Lissana, Gabriele Mercanti, Dezio Paoletti, Franco Robecchi, Roberto Palù, Nicolò Sarzi Sartori, Sezione Provinciale UNITEL Brescia, Gilberto Zaina Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing e impaginazione Francesca Bossini - landau Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Arturo Toscanini, 41 - 25010 Borgosatollo (Bs) Tel. 030/6186578 - Fax 030/2053376 Stampa IGB Group/Grafo Via Alessandro Volta, 21/A - 25010 San Zeno Naviglio (Bs) Tel. 030/3542997 - Fax 030/3546207 Di questa rivista sono state stampate 8.337 copie, che vengono inviate agli iscritti dei Collegi di Brescia, Lodi e Sondrio oltre che ai principali Enti regionali, provinciali e nazionali e a tutti i Collegi d'Italia. N. 2 – 2016 marzo-aprile Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI

EDITORIALE L'alternanza scuola-lavoro presso gli studi professionali

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INTERVISTA All'Antonietti di Iseo l'alternanza scuola-lavoro è già realtà. E funziona 4 L'opinione del nostro consulente per la Formazione 8 DAL CONSIGLIO NAZIONALE Continue le variazioni negli studi di settore News DALLA CASSA DI PREVIDENZA Audizione al Senato per i geometri News

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Meeting immobiliare 19-20 marzo 2016 18 Borse di studio agli studenti dell’Istituto “Tartaglia” 20 Assemblea Annuale Associazione Geometri di Valle Camonica 22 SINDACATO Sulla sburocratizzazione degli atti pubblici Presa di posizione del sindacato 24 SCUOLA Premiato il corso geometri dell’Istituto “Einaudi” di Chiari 26 Studio di muri contro-terra e locali interrati in presenza di falda acquifera 30

SICUREZZA I funzionari dell'Agenzia di Tutela della Salute (ex ASL) in cantiere

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CONDOMINIO Condomini e Loggia Confronto sulla raccolta differenziata

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CATASTO L'accatastamento dei fabbricati in Categoria D: nuove norme sugli “imbullonati” La mediazione arriva anche ai contenziosi catastali URBANISTICA .PEJmDIF alla legge regionale n. 12 del 2005

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AGRICOLTURA L’architettura rurale nel Territorio bresciano 56 PREVENZIONE INCENDI Il nuovo Codice di Prevenzione Incendi: indicazioni professionali e prospettive di applicabilità

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GEOLOGIA Le nuove norme della prevenzione antisismica sul territorio bresciano 62 La valorizzazione dei siti minerari dismessi in Val Camonica 70 TECNICA La pietra che ospita

FORMAZIONE La mediazione per le controversie catastali nella riforma del processo tributario

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CULTURA Fondazione Calzari Trebeschi La diffusione della cultura come antidoto alla barbarie L'universo è fatto di cerchi e triangoli

LEGALE La successione testamentaria

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Novità di Legge Aggiornamento Albo

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Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 1


EDITORIALE Bruno Bossini

U

na efficace e corretta attuazione dell’alternanza scuola-lavoro, che costituisce una delle principali novità legislative della così detta “buona scuola” (la L.107 del 13/07/2015), presuppone come ben si sa il sinergico e condiviso intervento nel nuovo percorso didattico, sia della scuola sia dei professionisti. Più preponderante, e non potrebbe essere altrimenti visto che stiamo parlando di attività didattica, quello della prima, ma altrettanto importante quello dei professionisti “ospitanti”, nel nostro caso i geometri. Proprio quest’ultimo aspetto vorremmo trattare in questa sede, anche per offrire ai colleghi volonterosi che intenderanno sperimentare in casa loro questa particolare attività formativa, la possibilità di individuare quali saranno gli effettivi passaggi che dovranno intraprendere per adempiere a quanto loro richiesto. Tre sono sostanzialmente le problematiche che emergono: • la predisposizione alle attività formative; • gli obblighi, quali datori di lavoro ai sensi del D.Lgs 81/2008; • la gestione del tutoraggio prima e durante lo stage; La prima, che di primo acchito può sembrare cosa ovvia, costituisce invece il cardine sul quale il geometra dovrà fondare il suo impegno formativo e riguarda essenzialmente alcuni aspetti, 2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

L'alternanza scuola-lavoro presso gli studi professionali come la possibilità di mettere a disposizione gli spazi e le attrezzature necessarie alla formazione, la disponibilità di ore di lavoro da dedicare al training e all’addestramento operativo, l’intento di garantire una disinteressata e reale predisposizione all’attività di formazione prevista dalla legge. E mi spiego meglio. Se il geometra non è in grado di trasmettere quella passione che lo anima verso la sua professione, e non ha la possibilità materiale di dedicare il tempo necessario all’insegnamento, quali potranno essere i contributi tecnico-professionali che potrà mettere a disposizione del giovane futuro geometra? Sappiamo del resto che l’attività di alternanza scuola-lavoro deve essere offerta gratuitamente e quindi i presupposti per una tale meritoria finalità possono giustificarsi solo con il desiderio di garantire – insieme alla scuola – la continuità della propria professione o anche, perché no, di verificare la possibilità di un futuro coinvolgimento dell’allievo nelle attività di studio. Non si può, in buona sostanza, ritenere questa specifica attività formativa un business con guadagno economico. L'unico beneficio, in tal senso, potrà essere costituito dalla possibilità di acquisizione di alcuni crediti formativi (il regolamento sulla formazione deliberato dal CNGeGL prevede 3 crediti ogni 15 giorni di attività formativa). L’alternanza scuola-lavoro

deve essere dunque attuata quale contributo ai giovani studenti che si stanno orientando nella scelta del loro futuro professionale, un contributo che può indirizzarli anche verso la nostra professione. Quel nostro mestiere che peraltro può evolversi e migliorarsi solo attraverso l’inserimento delle nuove leve nei suoi ranghi professionali. Veniamo alla seconda questione, non meno importante della prima, anche se più tecnica in quanto riguarda essenzialmente un obbligo logistico previsto per legge. Lo studente che accede alla struttura professionale per l’attività pratica, seppur temporanea, è a tutti gli effetti considerato alla stregua di un lavoratore operativo. Dispone infatti il Ministero del Lavoro che chi svolge attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, deve essere ritenuto quale tirocinante equiparato al lavoratore. Conseguentemente lo studio deve essere dotato di un servizio di prevenzione e protezione (SPP) che individui il responsabile inerente (RSPP) ai sensi dell’Art.31 del D.Lgs. 81/08. Responsabile, quest’ultimo, che dovrà dotarsi dei requisiti legali ottenibili attraverso un apposito corso di 16 ore. A tale proposito il nostro Collegio, al fine di organizzare a spese molto limitate un corso

di tal fatta, ha inviato la circolare telematica n°40 del 01/10/2015 a tutti gli iscritti al fine di raccogliere l’interesse specifico al riguardo da parte degli stessi. Va anche detto che tutti gli studi ove si esercita attività con personale dipendente devono o dovrebbero aver già garantita tale attività preventiva e quindi l’obbligo di legge riguarda solo coloro che ancora non vi si sono adeguati. Resta l’ultima problematica, quella che riguarda l’attività formativa che sarà monitorata della costante presenza dei due tutor previsti dalla legge (quello individuato dalla scuola e quello previsto dallo studio ospitante) . Essi dovranno, in sintesi: • predisporre il progetto formativo in funzione del grado di preparazione dell’allievo; • garantire l’apprendimento delle cognizioni della sicurezza e salute dei luoghi di lavoro; • controllare la frequenza dello studente durante lo stage raccordando le esperienze scolastiche dell’allievo con quelle specifiche della pratica professionale; • elaborare un report finale sull’esperienza svolta e sulle acquisizioni professionali ricavate dall’allievo stesso. Questo costituisce l’aspetto forse più problematico che i geometri devono affrontare, considerando che essi non posseggono una particolare dimestichezza con gli specifici aspetti didattici.


EDITORIALE

RIPRESA EDILIZIA? Si è appena concluso il Meeting Immobiliare organizzato dal Giornale di Brescia presso Villa Fenaroli in Rezzato (Bs). Presenti Imprese Costruttrici, Agenzie Immobiliari ed organizzazioni professionali. Sembra che la crisi in campo edilizio si stia attenuando; molti i visitatori, molto interesse fra gli ospiti, molta curiositĂ , ma impegni di compravendita molto scarsi. Sul mercato bresciano parcheggiano oltre diecimila immobili le cui caratteristiche costruttive sono di tipo medio o medio-scarso. FinchĂŠ rimarranno sul mercato immobiliare fabbricati del tipo sopra accennato, che difficilmente si riescono a vendere, le imprese costruttrici resteranno NYH]H[L KH PTTVIPSP MVU[P KP NYHUKP KPɉJVS[n LJVUVTPJV gestionali per le imprese stesse. Il mercato degli immobili residenziali, da sempre appannaggio del ceto medio, vede ora un calo degli acquisti PU X\HU[V SV Z[LZZV u Z[H[V PTWV]LYP[V Ă„UHUaPHYPHTLU[L KHSSÂťHUKHTLU[V LJVUVTPJV Ă„ZJHSL KP X\LZ[P \S[PTP HUUP Si stanno invece muovendo positivamente le imprese industriali ed artigianali che hanno conquistato una parte del mercato internazionale con le loro esportazioni. La ripartenza del mercato dell’industria, dell’artigianato e del commercio, è base essenziale per la ricostruzione del portafoglio del ceto medio che non può essere ricostruito in tempi brevissimi. Che fare quindi delle unitĂ residenziali ferme sul mercato immobiliare? Le banche concedono mutui con un tasso d’interesse ai minimi storici, intervengono nell’acquisto i leasing immobiliari, ma alla base dell'operazione resta comunque la capacitĂ dell’acquirente, necessaria per garantire i ratei di mutuo o di leasing. Essendo io molto avanti negli anni e proveniente dal mondo agricolo, ricordo ciò che successe negli anni 1960-1970 con il cambiamento dei rapporti fra proprietari terrieri ed Hɉ[[\HYP Questi ultimi hanno acquistato le aziende agricole tramite

Ma le difficoltĂ che incontreranno non possono allentare il loro impegno, in quanto solo con tale presupposto il “meritoâ€? della nuova Legge sulle Scuole superiori – ossia

l’aver inserito l’esercizio della pratica professionale nella didattica dell’apprendimento – non rischierà di risultare vano. E la nostra Categoria non avrà allora perso

SH *HZZH +LWVZP[P L 7YLZ[P[P JVU \U Ă„UHUaPHTLU[V HNL]VSH[V per la durata di trent’anni con ratei di mutuo all’interesse KLS \UV WLYJLU[V YH[H KP T\[\V PUMLYPVYL HSSÂťHɉ[[V PU essere. Da queste operazioni è ripartita l’agricoltura, con costruzione di stalle nuove, grande selezione genetica dei bovini da latte ed un avvicendamento agricolo fra i primi al mondo. Circa il problema dell’edilizia, specialmente quella residenziale, proporre lo stesso schema avvenuto in agricoltura potrebbe essere una soluzione specialmente WLY SÂťPU]LUK\[V <U Ă„UHUaPHTLU[V [V[HSL WLY SÂťHJX\PZ[V dell’appartamento in affitto o invenduto, della durata trentennale con l’interesse dell’1% (uno percento) tramite la Cassa Depositi e Prestiti, rata di mutuo inferiore alla YH[H KÂťHɉ[[V JVZ[P[\PYLIIL \U UV[L]VSL PUJYLTLU[V HSSL Ă„UHUaL KLSSL PTWYLZL JVZ[Y\[[YPJP 0S TLYJH[V KLSSÂťLKPSPaPH residenziale verrebbe pulito dall’invenduto obsoleto, dando spazio a nuove costruzioni che rispettano i criteri di edilizia residenziale moderna (antisismica, risparmio energetico, rispetto acustico, superamento delle barriere architettoniche, antincendio, sicurezza, impiantistica ecc.), con una progettazione architettonica piĂš rispondente al rispetto del paesaggio e dell’ambiente. Un considerevole aiuto alla Cassa Depositi e Prestiti, potrebbe avvenire dalla BCE dove il Presidente Draghi, con l’interesse all’utente dell’1% sarebbe ben contento KP MHYL HYYP]HYL KPYL[[HTLU[L P Ă„UHUaPHTLU[P HNSP \[LU[P L con l’interesse dell’uno per cento, sarebbe disponibile a UV[L]VSP ¸YLNHSPš Ă„UHUaPHYP La proposta non è soltanto un colpo di fantasia, ma potrebbe essere l’inizio delle risoluzioni degli attuali problemi in campo edilizio. In attesa di tempi migliori, che coinvolgerebbero anche le attivitĂ professionali, porgo a tutti i migliori auguri particolarmente per la categoria che rappresento. Giovanni Platto

un’importante occasione per ottenere lo scopo che sempre si è prefissa: quello di favorire una miglior sinergia tra il mondo della formazione scolastica e quello professio-

nale, al fine di ottenere un effettivo miglioramento delle nozioni pratico-professionali dei suoi futuri addetti e dei suoi futuri iscritti. T IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 3


INTERVISTA

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All'Antonietti di Iseo l'alternanza scuola-lavoro è già realtà. E funziona

Quasi tutti gli Istituti di Formazione Superiore per Geometri che abbiamo sinora avuto modo di conoscere e presentare ai lettori, offrono alcune diversità di approccio alla formazione che li differenziano l’un dall’altro e che si caratterizzano nelle positive credenziali riconosciute dai giovani che ad essi si "affidano" per realizzare il loro futuro professionale. È anche per queste specifiche caratteristiche che la nostra “scuola”, pur privata della sua denominazione originaria di geometra, a favore di un incomprensibile titolo di tecnico C.A.T., riesce a mantenere i numeri necessari – pur ridotti, rispetto ad un passato non lontano – che garantiscono alla nostra professione quella continuità che si è conquistata in decenni di apprezzata attività. Dopo gli Istituti “Capirola” di Leno, “Einaudi” di Chiari, “Levi” di Sarezzo vi presentiamo in questo numero l’Istituto Superiore “Antonietti” di Iseo che si accredita nel programma formativo provinciale di una sua peculiarità didatticoformativa di assoluto rilievo. 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Quella di aver, ante litteram e nel 2015, quando ancora la Legge sulla Buona Scuola non l’aveva resa obbligatoria, dato luogo ad un momento didattico fondamentale come l’alternanza scuolalavoro. Di tutto ciò va reso merito principalmente ai suoi docenti. Abbiamo voluto approfondire un tema così attuale con i professori Vincenzo Carola (vicepreside dell’Istituto), Claudio Franchini e Claudio Preti (docenti di Progettazione, Costruzioni e Impianti), Veronica Gianesini e Davide Ravelli (docenti di Topografia) e con alcuni futuri geometri che hanno vissuto questa nuova esperienza: Stefano Guerrini, Silvia Guerini, Emanuele Martinelli, Davide Faustini, Alberto Tengattini e Luca Rossi. Vi diamo di seguito il resoconto di tale “chiaccherata”, come di consueto condotta dal nostro Direttore Bruno Bossini coadiuvato per l'occasione dal professor Fulvio Negri (referente del Collegio sulla Formazione e ben conosciuto ex Preside del “Tartaglia”) .


INTERVISTA

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Nella pagina precedente. I docenti dell'area tecnica coinvolti durante l'incontro con il Direttore Bossini e il Professor Negri. In questa pagina. Uno scorcio dell'ingresso principale dell'Istituto "Antonietti".

perativi che giorno per giorno vengono svolti negli studi professionali e nelle ditte.

D

overosi anzitutto i ringraziamenti per averci accolti nella sede del vostro Istituto che non conoscevamo. Vorremmo da voi alcuni dati significativi sulla vostra attività formativa ed una panoramica della vostra organizzazione. Il nostro Istituto è diretto dal Dirigente Scolastico professor Diego Parzani e contempla corsi di studio ad indirizzo liceale, tecnico e professionale per circa 1.500 iscritti che provengono da tutta la zona del lago d’Iseo e da tutto il basso Sebino, anche con presenze della vicina bergamasca. Fra di essi si annoverano circa 180 studenti geometri divisi nelle 5 classi che frequentano il corso base C.A.T. (costruzioni, ambiente territorio), con un rapporto tra maschi e femmine del 75 e 25%. La scuola dispone ed utilizza per il corso geometri una sala tematica con 22 postazioni dotata di autocad e di tutti i programmi che i docenti intendono via via utiliz-

zare. In questi ultimi anni – come in tutta la provincia – l’Istituto ha visto contrarsi le iscrizioni al corso C.A.T. tanto che l’anno scorso con sole 20 iscrizioni non si è potuto dar luogo alla seconda prima classe che per Iseo era diventata usuale. Quest’anno però, probabilmente per l’allentamento della crisi edilizia ma anche e sopratutto per l’impegno rivolto all’attività informativa degli open day presso le scuole medie inferiori sulla mantenuta potenzialità della professione geometra, le nuove iscrizioni hanno raggiunto il numero di 28 (ancora non si potrà istituire una seconda classe, ne occorrerebbero almeno 31) ma il dato, già di per se stesso positivo , è in controtendenza. Ottima cosa quella che ci avete detto, ma veniamo al nocciolo della nostra “chiacchierata” che è costituito dall’attività dell’alternanza scuola-lavoro come è prevista dalla L.107/15 che come sappiamo com-

plessivamente impone 400 ore nel triennio e che nel 2016 obbligatoriamente dovrà partire dalla terza classe, ed ai dati effettivi della vostra esperienza anticipata nel 2015. Sono stati coinvolti 32 studenti delle 2 classi quarte ai quali si sono aggiunti 2 allievi di una classe terza. Le aziende coinvolte sono state 22 con 21 studi professionali dei quali 15 costituiti da geometri. Non possiamo tralasciare il fatto che oltre all’alternanza organizzata per il corso C.A.T. il nostro Istituto ha anche offerto tale esperienza a 177 studenti di altri corsi coinvolgendo per essi 120 tra aziende ed enti locali. Perché partire anticipatamente? Ci siamo convinti anche forti dell’appoggio della dirigenza e dei Consigli di classe della validità di una attività didattica strettamente legata agli aspetti professionali e di quanto sarebbe stato importante far toccare con mano ai futuri geometri gli aspetti o-

Quali erano le certezze che tutto si sarebbe svolto nel modo auspicato? In effetti i timori non sono stati pochi. In parte legati alla limitatezza dei mezzi a disposizione dallo Stato, notoriamente molto scarsi, ma anche al concreto dubbio che la risposta delle famiglie e degli studenti oltre che dei professionisti e i titolari delle ditte non sarebbe stata positiva. Non va dimenticato al riguardo che questi ultimi hanno dovuto offrire la loro logistica ed il loro tempo-lavoro in un momento di perdurante crisi del settore edilizio nel quale i costi aziendali assumono una rilevanza sostanziale. C’era infine la necessità di una corretta preparazione degli studenti ai nuovi eventi didattici che allora non era stata ancora sperimentata a dovere. Possiamo dire che tutto si sia risolto al meglio? Sì, fortunatamente è andato tutto bene. Possiamo dire che le tre settimane di esperienza continuativa extra scolastica hanno prodotto risultati molto positivi anche per diretta ammissione dei geometri interessati e per le risultanze delle valutazioni finali dei tutor ospitanti e ciò dovuto essenzialmente ad alcuni fatti che non era dato sperare sarebbero stati certi. Quali sono questi fatti? Molto importante è risultata la disponibilità di noi docenti nel ritagliarci uno spazio opeIL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 5


rativo-didattico non usuale che ancora non avevamo sperimentato, vincendo anche quella tendenza al “chi me lo fa fare” che avrebbe bloccato sin dal nascere tutto il processo innovativo. Essenziale poi si è rivelato l’entusiasmo degli studenti e delle loro famiglie che da subito si sono industriate – aggiungendosi alle conoscenze e ai contatti instaurati con il mondo professionale del corpo insegnante – nel trovare gli spazi professionali più adatti anche in termini logistici alle loro aspettative sull’alternanza scuola-lavoro. E non va infine dimenticata la disponibilità gratuita dei professionisti ospitanti e dei responsabili degli enti interpellati nel mettere a disposizione il loro tempo lavorativo per un’incombenza anche onerosa volta al solo desiderio di contribuire a facilitare la conoscenza del “mestiere” giornalmente da loro praticato. Ora possiamo ammetterlo: la nuova esperienza didattica ha dato a tutti – a noi e agli studenti – una risposta insperata in termini sia di risultato che di condivisione di intenti da parte di tutti i soggetti impegnati. C’è ancora un aspetto che andrebbe approfondito ed è quello che si riferisce al valore che è stato dato all’esperienza risultata in certi casi molto positiva di quegli studenti che invece durante l’anno avevano dato risultati non all’altezza. Nel curriculum annuale di questi ultimi l’alternanza scuola-lavori ha avuto il suo peso valutativo? Certamente sì. La valutazione 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

annuale espressa dal Consiglio di classe ha tenuto conto anche dei giudizi espressi sia dal tutor ospitante sia da quello della scuola superiore. Tutto ciò sarà anche determinante per il completamento del curriculum che l’allievo porterà all’esame di maturità, anche se alla fine del corso scolastico i risultati del suo apprendimento non saranno stati totalmente positivi. Che previsioni avete per la ripetizione nel 2016 dell’alternanza scuola-lavoro? Quest’anno l’esperienza di pratica professionale è divenuta obbligatoria per legge, e come prevede quest’ultima l’alternanza scuola-lavoro inizierà con le terze classi al fine di poter completare nel triennio le previste 400 ore. Cambieranno perciò in parte gli obiettivi formativi tenuto conto della diversa preparazione degli studenti ammessi alla prova dell’alternanza. Confidiamoanchequest’anno nella condivisione da parte di tutti i soggetti del progetto didattico. Si renderà comunque necessario un nostro ulteriore impegno finalizzato a migliorare la sinergia con il mondo del lavoro sopratutto con il coinvolgimento dell’AIB e delle imprese costruttrici che l’anno scorso a causa non solo della crisi settoriale, ma anche di tutti i vincoli legati alla sicurezza del cantiere, hanno "preferito" rinunciare. Noi docenti dovremo anche accentuare l’attività informativa preparatoria durante l’anno didattico (l’alternanza

scuola-lavoro si terrà nelle ultime 3 settimane di attività scolastica) sia nei confronti degli studenti che delle loro famiglie al fine di rendere ancor più proficuo il loro impegno nella pratica professionale.

E non poteva questo interessante dialogo su un tema così nuovo e di attualità non concludersi dando voce agli studenti che l’hanno vissuta in prima persona e che sono parsi al riguardo molto soddisfatti dell’esperienza. Ad essi avevamo chiesto di illustrarci perché avevano scelto una sede piuttosto che un’altra, quale tipo di contatto lavorativo avevano vissuto e se le loro aspettative erano state soddisfatte anche in funzione del loro futuro professionale. Ecco le loro considerazioni al riguardo. Stefano Guerrini Ho sempre preferito gli aspetti relativi al calcolo ed in particolare della progettazione dei C.A., e quindi è stato per me giocoforza scegliere uno studio di ingegneria che peraltro mi ha accolto da subito con benevolenza ma anche con molta professionalità. Non ho avuto, nelle 3 settimane di esperienza extra scolastica, difficoltà nell’affrontare gli aspetti strutturali del C.A. provandomi con tutti i mezzi informatici che mi sono stati messi a disposizione. Ho anche toccato se pur abbozzato il tema del rilevamento architettonico ai fini progettuali. Credo che proseguirò la mia formazione professionale con studi universitari di ingegneria.

Silvia Guerini Ho scelto il confronto diretto con la realtà professionale del geometra avendo avuto sempre in cuor mio l’idea che avrei svolto tale attività. Al riguardo devo solo ancora convincere la mia famiglia anche se l’esperienza sembra abbia portato punti a favore di tale scelta. Nello studio di geometra che ho praticato ho avuto modo di rendermi conto che la realtà professionale – molto più variegata rispetto a quello che pensavo – è molto diversa rispetto a quella che la scuola mi aveva prospettato. Ho anche avuto modo di confrontarmi, insieme al geometra, con la committenza e tutte le sue aspettative e di verificare con mano gli aspetti progettuali costruttivi e di rilievo. Credo che in futuro sarò una geometra, magari se mi sarà possibile anche professionista. Emanuele Martinelli Mi è stata consigliata la pratica lavorativa presso lo studio di un geometra e di un architetto. Anch’io ho sperimentato dal vivo la progettazione, ma anche la D. L. insieme alla verifica degli aspetti cantieristici che da esse derivano. Al riguardo ho avuto modo di verificare la normativa di applicazione della prevenzione incendi. Esperienza interessante, la mia, anche perché ho avuto modo di verificare anche con mano la potenzialità della professione del geometra. Non sono ancora in grado di esprimere una scelta definitiva sul mio futuro anche se

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INTERVISTA


INTERVISTA

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Dall'alto. Un momento della "chiacchierata" con docenti e studenti dell'Istituto "Antonietti". Gli studenti coinvolti nell'alternanza scuola lavoro 2014-15 intervistati dal Direttore Bossini.

Alberto Tengattini Mi sono trovato molto a mio agio nella struttura (studio di progettazione con 3 architetti) che avevo scelto. Ho praticato molto autocad anche con progettazione di particolari costruttivi e con pratica di rilevamento finalizzata alle nuove progettazioni, anche impegnandomi con rilievi di aree realizzati con una stazione totale. Ho vissuto sulla mia pelle la “faticosità” delle 8 ore giornaliere, rispetto all’impegno della quotidiana didattica scolastica. Non so se farò il geometra, credo che mi indirizzerò per il mio futuro professionale anche su altre esperienze lavorative di altro genere.

alla fine del corso, che completerò quest’anno, credo che sarò pronto al riguardo per fare le scelte definitive. Davide Faustini D’accordo con la mia famiglia ho scelto per la pratica lo studio di architettura in Gardone V.T. di nostri conoscenti, padre e figlio.

Ho svolto molta attività informatica utilizzando per tutta la prima settimana – questo mi è stato richiesto – un programma specifico che con la scuola non avevo avuto modo di usare. Ho molto apprezzato la parte grafico-progettuale della professione. Sono stato trattato, al di là dei rapporti di conoscenza, come un

vero professionista e ho avuto modo di verificare che la quotidiana attività professionale prevede anche frequenti relazioni con tecnici specialisti extra studio. Non so ancora quale sarà il mio futuro professionale ma sono convinto che l’esperienza mi sarà molto utile in tal senso.

Luca Rossi Con il mio collega Marko Vidic, ho fatto pratica presso lo studio associato del geometra Strano, in Iseo. Ho sperimentato dal vivo la polivalenza del geometra toccando molti degli aspetti che costituiscono la pratica giornaliera di questa professione. Sono passato dal computo metrico alla progettazione anche di ristrutturazioni, nonché alla D. L. con visite sistematiche presso i cantieri. Ho avuto modo di accedere agli uffici pubblici per il disbrigo delle pratiche da evadere verificandone la completezza e la complessità della documentazione. Credo che quella del geometra sarà la mia professione e, vista l’esperienza utile affrontata, vorrei anche suggerire alla scuola una formazione più specifica sui T temi professionali. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 7


INTERVISTA

L'opinione del nostro consulente per la Formazione Foto © Foto Eden

Fulvio Negri

U

n’opinione sull’impostazione data all’alternanza scuola-lavoro dal settore CAT dell’Istituto “Antonietti” di Iseo mi viene richiesta dal Direttore Bossini che nell'articolo precedente ne ha descritto l’iter intervistando i protagonisti. Immediatamente emerge un elemento, in apparenza marginale, ma che già candida quell’interpretazione alla definizione di buona pratica: è la struttura del suo impianto che ne rende possibile, dopo l’esame dei risultati, la replicabilità eventualmente adattata, implementata o emendata per adeguarla ad altre situazioni. Il progetto non si fonda su improvvisazioni e sortite casuali ma procede secondo un approccio processuale che, fin dall’ideazione, si dipana per gradi conseguenti che ne consentono il monitoraggio dell’avanzamento, l’autocor8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

rezione in itinere ove se ne ravvisasse la necessità, la valutazione intermedia e finale degli effetti prodotti sui destinatari ed in generale il grado di soddisfazione di tutti i portatori di interesse. Così la stipula di specifiche convenzioni dedicate, l’allestimento di procedure snelle ma puntuali nella codificazione dei passaggi favoriscono il costante controllo della macchina organizzativa, condizione di notevole rilevanza per dar corpo alla traduzione di quello che comunque è il cuore pulsante della propositività dell’iniziativa, vale a dire il carattere fortemente innovativo che l’intersezione scuola-mondo del lavoro induce nella didattica che non può che evolvere in termini di maggiore capacità di attrazione dell’attenzione dei discenti dalla contiguità della dimensione esperienziale. Appare chiaro che l’espe-

rienza in situazione tipica dell’alternanza viene assunta: a. come fattore di implementazione di competenze di indirizzo che la sola lezione in aula non può fornire anche per difetto di tecnologie e di pratiche applicative b.come occasione di crescita integrale del giovane che dall’ovattato clima dell’istituto viene guidato al contatto con ambienti molto simili al suo habitat futuro. L’operazione si è resa possibile, a mio avviso, soprattutto in virtù di un’intelligente apertura dei consigli delle due classi, coinvolti nella loro interezza, che, accantonata ogni tentazione autoreferenziale, hanno vissuto costruttivamente l’apertura al superamento e all’ampliamento della metodologia, dei riti e degli attori tradizionali. Ciò determina ulteriori punti di forza. Anzitutto il coinvolgi-

mento fin dagli esordi dell’azione dei partners datoriali nella co-progettazione dei percorsi produce l’individuazione di obiettivi comuni da proporre come esito unitario dell’applicazione dei singoli allievi impegnati in luoghi differenti e converte quello che poteva essere un potenziale rischio di frammentazione in capacità di trarre il massimo profitto dalla disponibilità offerta dal contesto. La varietà degli interlocutori aperti all’accoglienza si è così tradotta in una campionatura esauriente delle risorse culturali e professionali (nonché delle opportunità occupazionali) del territorio. Dal che poi originano armonicamente i successivi passaggi: i due versanti dell’impresa paiono interagire in continuità grazie anche ad una accurata definizione dei rispettivi compiti e responsabilità nonché del ruolo delle figure tutoriali, interna ed e-


INTERVISTA

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Nella pagina precedente. Uno scorcio della palestra "Barca" intitolata al velista iseano Giorgio Zuccoli. In questa pagina. Un momento dell'intervista nei locali della Mediateca dell'Istituto "Antonietti".

sterna, deputate a rappresentare i rispettivi soggetti formativi . A snellire l’interlocuzione interviene poi un’efficace piattaforma informatica che permette la rapidità e la continuità dello scambio di informazioni. La partnership si materializza anche in documenti programmatici vincolanti intesi a declinare concretamente i ritorni di indirizzo attesi (con annesse competenze professionali da acquisire in esito) e quelli, non meno importanti, trasversali riferiti principalmente all’area della cittadinanza (per esempio rispetto di orari, scadenze e consegne, senso di responsabilità ed autonomia di lavoro, capacità relazionali per lavorare in gruppo e collaborare con altri, disponibilità a misurarsi con situazioni nuove con duttilità a risolvere le problematicità e così via). Tutto quanto sopra detto approda ad un altro decisivo

momento finale di condivisione: l’impegno profuso e i risultati conseguiti dai ragazzi nel corso dello stage vengono valutati e fatti oggetto di relazioni individualizzate opportunamente modellizzate in primis dalle figure tutoriali, per concorrere poi, in misura ponderata, al giudizio complessivo elaborato nello scrutinio. La mia personale esperienza in segmenti formativi post-diploma, ove la parte pratica è ancora più ampia, mi ha mostrato quasi sempre che l’apprendimento in situazione lavorativa, normalmente certificato su livelli ottimi dalle aziende ospitanti, stimola considerevolmente gli allievi e li motiva anche ad un’applicazione più intensa quando ritornano in classe, avendo i giovani compreso che lo studio teorico ha un senso fondamentale nel rinforzo alla risoluzione dei problemi empirici. Del resto è quanto hanno

concordemente dichiarato gli studenti dell’Antonietti intervistati, decisamente soddisfatti della prova affrontata, grazie alla quale hanno potuto avere anche maggiore certezza sulla complessità della realtà socio-economica e qualche chiarezza in più sulla loro futura vocazione professionale. Già quanto esposto penso possa incoraggiare il Collegio dei Geometri a proseguire sulla via già collaudata della generosa collaborazione con gli Istituti di riferimento anche per quel che riguarda questa particolare tipologia di tirocinio anticipato. Ma l’appello è tanto più attuale quando si consideri il fattore umano che, al di là della funzionalità organizzativa, è all’origine dell’azione appena esaminata. Il successo dell’impresa non si sarebbe materializzato senza il clima di cooperazione che si è creato fra studenti (e loro famiglie) intel-

lettualmente vivaci, curiosi al punto da aderire convintamente ad un’idea che hanno subito intuito utile, imprenditori e professionisti che hanno con lungimiranza capito che la formazione compartecipata dei giovani è un investimento redditizio nel tempo ed infine docenti ( e quanti altri operatori scolastici hanno collaborato) capaci ed appassionati, che si sono resi disponibili a mettersi in giuoco ben al di là degli obblighi contrattuali. Tale concorso di comune sentire ha permesso di superare criticità e ritardi della politica. Mancano ancora infatti le strutture provinciali di sostegno all’alternanza, così come non sono attivi i centri territoriali di orientamento e i finanziamenti a sostegno delle iniziative certo non abbondano: ciò non di meno gli attori del progetto dell’Antonietti hanno saputo comunque allestire un’operazione di lodevole spessore. Pertanto confido che mi venga perdonata dall’Antonietti la trasgressione del mio abituale costume di non emettere giudizi, ancorché positivi, su temi ed ambienti che sono stati familiari alla mia pregressa attività: colpa più grave sarebbe stato l’omettere l’apprezzamento per un lavoro che certamente contribuisce all’inversione di troppi stucchevoli pregiudizi sulla incapacità della scuola di relazionarsi con il proprio tessuto sociale e di fornire ai ragazzi una formazione adeguata al loro avvenire di cittadini e lavoratori. T IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 9


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Continue le variazioni negli studi di settore

Gli studi di settore per la nostra categoria sono in continua evoluzione in particolare le modifiche più significative in merito, apportate dal Decreto 22/12/15 – supplemento straordinario n. 18/301, riguardano l’analisi della coerenza dei redditi che ora, per l’anno 2016 viene impostata sui 5 indicatori: - Incidenza dei compensi sulle spese - Resa oraria per addetto - Rendimento lordo per addetto - Margine del professionista geometra - Indice di copertura del costo per godimento dei beni di tersi e degli ammortamenti Si potrebbe pensare che questi nuovi dettagli costituiscano notizie prettamente fiscali a solo uso dei fiscalisti che gestiscono le denuncie dei redditi dei professionisti, ma noi crediamo che ogni geometra debba se pur succintamente “capire” quali sono le tematiche reddituali cui può andare incontro il proprio studio e per ciò che riteniamo opportuno darvi un contributo sull’argomento pubblicandovi, qui sotto, la relazione della riunione della Commissione problematiche fiscali, tenutasi recentemente presso il Consiglio Nazionale a Roma. Roma, 15/03/2016 Oggetto : Sunto della riunione della Commissione Problematiche Fiscali tenutasi presso la sede della Fondazione Geometri Italiani, sita in Roma, via Cavour n°179/A. Riunione presieduta da : Geom. Giuseppe Foresto (Responsabile Commissione e Consigliere Nazionale). Ordine del giorno : 1. L’evoluzione dello studio di settore WK03U in YK03U; 2. Presentazione delle nuove metodologie per i professionisti; 3. Modifiche normative riguardanti il lavoro autonomo : lavoro preparatorio del Gruppo di fiscalità della Rete delle Professioni Tecniche; 4. Varie ed eventuali. 1. L’evoluzione dello studio di settore WK03U in YK03U; Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto 22 dicembre ’15 (supplemento straordinario n°18, serie generale n°301, in data 29.12.’15) sono state apportate alcune modifiche all’applicazione dello S.d.S. dell’anno in corso, riguardante i redditi 2015. Escludendo la rinomina dello studio concernente le attività dei geometri, che passa da WK03U a YK03U, la variazione più significativa riguarda “l’Analisi della Coerenza”, che è una delle quattro fasi utilizzate che contemplano anche : - Analisi Discriminante; - Analisi della Normalità Economica; - Analisi della Congruità. Per la citata fase, gli indicatori utilizzati diventano cinque. Infatti, ai confermati = - Incidenza sulle spese dei compensi; e - Resa oraria per addetto; sono state aggiunte : a. Rendimento lordo per addetto – in presenza di spese per prestazioni da lavoro dipendente o assimilato. La cui formula è = (Valore creato dallo studio professionale/1000)/(addetti); 10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2


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b.Margine del professionista – in assenza di spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato = (Margine/1000)/ (professionisti titolari dello studio); c. Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti = (margine netto)/(canoni di locazione finanziaria e non finanziaria relativi a beni immobili + canoni di locazione finanziaria e non finanziaria relativi a beni strumentali mobili + ammortamenti); Dove si intende per : - margine = il valore creato dallo studio professionale – spese per prestazioni di lavoro dipendente; - margine netto = margine – (soglia minima di coerenza del margine del professionista) * 1000 * (professionisti titolari dello studio); - valore creato dallo studio professionale = compensi dichiarati – spese per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa – compensi corrisposti a terzi per prestazioni direttamente afferenti l’attività professionale e artistica – consumi – altre spese – altre componenti negative nette; - altre componenti negative nette = altre componenti negative – canoni di locazione finanziaria e non finanziaria relativi a beni immobili - canoni di locazione finanziaria e non finanziaria relativi a beni strumentali mobili; Dopo aver ricordato le prerogative dei riferimenti delle altre tre fasi delle analisi, il geometra Foresto ha spiegato alcuni esempi pratici di calcolo, ovvero : - “a prestazioni”; - “con l’indicazione dei maggiori compensi da normalità economica”. Ha mostrato quindi la bozza del modello unico 2016 per la parte concernente gli studi di settore. Infine, dopo avere precisato che sono stati confermati i gruppi omogenei di categoria (undici cluster) ha commentato le (peraltro lievi) “Variazioni dei valori di soglia inferiore a livello provinciale della tipologia di attività” (rif. G.U. suppl. straord. n°18, serie gen. n°301, del 29.12.’15). 2. Presentazione delle nuove metodologie per i professionisti; Il relatore ha dato notizia che è allo studio una nuova metodologia che dovrà utilizzare l’Agenzia delle Entrate per verificare l’attività dei geometri. Dalle prime indiscrezioni e da quanto emerso in una recente riunione tra esperti del settore, parrebbe trattarsi del “modello di business” che tuttavia, da un sommario esame, sarebbe lontano dall’adattarsi alla tipologia di una categoria particolare come quella dei geometri. Sembrerebbe invece più affine ai settori imprenditoriali e commerciali. Tuttavia, essendo il progetto ancora in embrione, si dovranno attendere le prossime riunioni per approfondire meglio gli aspetti considerati e l’impostazione che il fisco vorrà dare al nuovo modello, che comunque non avrà attuazione in tempi brevissimi. 3. Modifiche normative riguardanti il lavoro autonomo: lavoro preparatorio del Gruppo di fiscalità della Rete delle Professioni Tecniche; All’interno della Rete delle Professioni Tecniche è attivo un Gruppo di lavoro che si occupa in generale dei vari aspetti della fiscalità legata alle professioni. Tale organismo, del quale fa parte anche il geometra Foresto, sta predisponendo una relazione che possa essere di ausilio per la modifica delle normative in essere, spesse volte molto penalizzanti, nei confronti dei professionisti. Il documento si propone di suggerire la modifica o la eliminazione di alcuni articoli di legge, a proposito di temi che riguardino tra gli altri, la limitata deducibilità dei costi, degli ammortamenti, ecc. Si attende la stesura definitiva del testo per eventualmente confrontarsi e proporre alcune indicazioni in merito. 4. Varie ed eventuali; Il Consigliere Nazionale suggerisce di comunicare al Presidente Savoncelli l’intenzione di calendarizzare le riunioni della Commissione Problematiche Fiscali, possibilmente con cadenza che sia preordinata, così da dar la possibilità ai membri di essere costantemente informati e poter fornire un significativo apporto. La riunione si scioglie alle ore 13.00. Roberto Palù (Componente Commissione Problematiche Fiscali per la Lombardia) IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 11


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Finanziamenti alle scuole per i progetti di efficientamento

Guida alle agevolazioni per l’efficienza energetica e per le ristrutturazioni edilizie

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha firmato il decreto che riapre lo sportello per l’accesso ai finanziamenti agevolati a valere sul Fondo rotativo “Kyoto”, mettendo così a disposizione circa 250 milioni di euro per interventi di efficienza energetica nelle scuole. Le domande di ammissione potranno essere presentate entro sei mesi dalla pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale”. “Il nuovo bando – afferma il ministro Galletti – ci consente di dare nuove opportunità a quel tessuto imprenditoriale che lavora sull’efficienza energetica e la qualità ambientale nelle nostre città: scuole più sostenibili non sono solo più adeguate per l’attività dei nostri ragazzi, ma anche punto qualificante di una seria politica di contrasto dell’inquinamento e di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico”. Con l’annuncio del referente del dicastero, si riaprono dunque i termini per presentare le domande di accesso ai finanziamenti a tasso agevolato dello 0,25%, come previsto dal decreto dello scorso aprile, per gli interventi che consentano un miglioramento di due classi del parametro di efficienza energetica dell’edificio scolastico in un arco temporale di massimo 3 anni. Sono inclusi gli interventi che riguardano immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica e universitaria e ad asili nido. Questa riprogrammazione fa parte delle misure previste nel “Protocollo d’intesa per migliorare la qualità dell’aria” sottoscritto il 30 dicembre scorso dal ministro dell’Ambiente, dal Presidente della Conferenza delle Regioni e dal Presidente dell’Anci e offre occasioni di lavoro per i professionisti. Per informazioni: http://www.cng.it/it/consiglio-nazionale/ comunicazione/news/postdetail/news/finanziamenti-alle-scuole-per-i-progetti-di-efficientamento

Sono state prorogate fino al 31 dicembre 2016 sia la detrazione fiscale del 65% per gli interventi di efficientamento energetico Le agevolazioni previste dalla Legge di Stabilità vengono concesse quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e contemplano sia la detrazione fiscale del 65% per gli interventi di efficientamento energetico e di adeguamento antisismico degli edifici, sia la detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie. In particolare, la detrazione pari al 65% per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016, è riconosciuta se le spese sono state sostenute per: • la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento • il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre, comprensive di infissi) • l’installazione di pannelli solari • la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

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A questo proposito, è opportuno precisare che • dal 1 gennaio 2017 il beneficio sarà del 36%, cioè quello ordinariamente previsto per i lavori di ristrutturazione edilizia • la detrazione deve essere ripartita in dieci rate annuali di pari importo • le spese sostenute prima del 6 giugno 2013 fruivano della detrazione del 55% • è aumentata dal 4 all’8% della percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l’obbligo di operare all’impresa che effettua i lavori. Inoltre, fra le detrazioni a carico del contribuente, ricordiamo alcuni esempi, quali interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali. Per informazioni: http://www.cng.it/it/consiglio-nazionale/comunicazione/news/ postdetail/news/guida-alle-agevolazioni-per-lefficienza-energetica-e-per-le-ristrutturazioni-edilizie


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“Imbullonati” e Fondi Europei, la giornata formativa dei Geometri Italiani 2 marzo 2016: un doppio appuntamento per la categoria professionale dei Geometri Italiani. Il primo, un incontro formativo sulla Legge di Stabilità in tema di Imbullonati e la caratterizzazione delle unità immobiliari nel sistema catastale, organizzato dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Il secondo, un incontro formativo sul tema dei Liberi professionisti e Fondi europei come concreta opportunità di sviluppo per il geometra, organizzato da CNGeGL (Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati), CIPAG (Cassa Previdenza e Assistenza Geometri Italiani) e Fondazione Geometri Italiani. Sul tema degli “imbullonati”, per la categoria dei Geometri Italiani, la stima degli immobili speciali e particolari, insieme alle relative variazioni di rendita, sono una misura che potrebbe rappresentare l’anticamera della riforma del Catasto: l’ampiezza della platea coinvolta (si stima che siano circa un milione gli immobili assoggettati, presenti nelle zone industriali e artigianali) e la significatività dei risultati attesi (le rendite catastali potrebbero subire tagli fino al 50%) sono fattori destinati a fornire una nuova visione del panorama immobiliare. Una consapevolezza che CNGeGL ha condiviso con l’Agenzia delle Entrate sin dalle prime battute, e che si è tradotta nella qualità dei contributi che i due organismi hanno apportato congiuntamente nelle fasi di definizione del provvedimento. Una best practice basata su una sinergia che può essere replicata con altri soggetti direttamente interessati, in rappresentanza del mondo artigianale e industriale (Confindustria, Confartigianato, CNA). Sul tema Fondi Europei, la categoria dei Geometri Italiani raggiunge un altro importante risultato. Dopo l’impegno profuso in ambito istituzionale, sia a livello nazionale sia comunitario, per l’equiparazione dei professionisti alle PMI, forma un gruppo di lavoro di esperti che si occupano del monitoraggio e della segnalazione agli iscritti dei bandi regionali che assegnano misure ai professionisti. Per l’aggiornamento e la consultazione sulle pubblicazioni degli incentivi lancia la rubrica “a misura di geometra” e la documentazione è messa a disposizione periodicamente nell’area riservata del sito Geometri in Rete. Un altro passo in avanti viene fatto con il corso in progettazione, gestione e rendicontazione dei progetti messo a punto dalla Fondazione Geometri e Geometri Laureati dell’Emilia Romagna, finora presentato a oltre 400 professionisti del nostro Paese. E ora, i primi 32 Geometri Italiani hanno ricevuto dal Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli l’attestato che li laurea per il futuro, dopo aver sviluppato le competenze necessarie per essere ideatori e promotori di progetti di sviluppo, di investimento, di innovazione tecnologica, da realizzare in proprio o in partnership con imprese, associazioni e istituzioni. Fra loro, una professionista di Bologna: Silvia Rosano. Sul podio, infine, la testimonianza del geometra Massimiliano Losacco, 45 anni di Bologna, componente di un pool di tecnici di una società di ingegneria, che si è aggiudicato un finanziamento per l’innovazione tecnologica. Nel corso del suo intervento Gabriella Alemanno ha voluto cogliere l’occasione dell’incontro con la categoria dei Geometri Italiani per ricordare: “Quest’anno si celebrano i 130 anni della promulgazione delle Legge

Messedaglia che il 1 marzo 1886 ha istituito l’Amministrazione del Catasto Terreni e Edilizio Urbano. È stato un lungo cammino, quello che ha portato la nostra Amministrazione a essere una importante realtà oggi al servizio del cittadino, dei professionisti, delle imprese e degli altri enti e altre amministrazioni. Nella costante attività istituzionale e nel consueto impegno per il miglioramento dei servizi, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile la nuova release della procedura DCFA che, come sappiamo, si è resa necessaria dall’avvenuta variazione del processo estimativo di una particolare categoria di immobili: i cosiddetti “imbullonati” o meglio, gli immobili censiti nel gruppi catastali D ed E. È una delle procedure storiche dell’Agenzia delle Entrate per la presentazione degli atti di aggiornamento del Catasto fabbricati. Basti pensare che nel 2015 ai nostri uffici territoriali risultano essere state presentate oltre 1 milione e 800mila procedure, di cui il 93% per via telematica”. Nelle parole del Presidente Maurizio Savoncelli, l’esortazione ai colleghi geometri: “Tra le misure contenute nella Legge di Stabilità 2016, due sono destinate ad avere un impatto diretto sulla Categoria e, più in generale, sui professionisti di area tecnica: l’aggiornamento della rendita catastale sugli imbullonati e l’accesso ai fondi strutturali europei. I due provvedimenti, differenti per contenuti e finalità, presentano caratteristiche comuni: sono il risultato di una collaborazione fattiva tra la politica e le parti interessate, che hanno così potuto mettere a fattor comune le reciproche competenze; possono trasformarsi in nuove opportunità di lavoro, unico antidoto per reagire ad una crisi dalla quale non siamo ancora usciti. Altrettanto dirompente il “via libera” garantito dal comma 474: i professionisti possono accedere ai fondi strutturali europei rientranti nella programmazione 2014/2020 (PON e POR dei fondi FSE e FESR)”. Mirato l’intervento del Presidente Fausto Amadasi che ha precisato: “Pur occupandoci di welfare a 360 gradi, il tema del lavoro, in particolare per i giovani, è al centro del nostro impegno e di questa giornata. L’occupazione è determinante per la sostenibilità della categoria e della sua previdenza. Negli ultimi 7 anni anni il settore dell’edilizia ha pagato pesantemente la crisi e gli iscritti di conseguenza sono diminuiti. Oggi i primi segnali di ripresa ci incoraggiano e riteniamo che, nel giro di alcuni anni, la nostra categoria potrebbe tornare in prima linea fra le professioni intellettuali”. La scheda del corso in progettazione europea. Le finalità del corso sono lo sviluppo delle competenze necessarie ai professionisti per partecipare ai programmi di finanziamento. Il percorso di formazione prevede anche esercitazioni pratiche per la simulazione della gestione degli strumenti di gestione e rendicontazione dei contratti. La durata complessiva è di 17 mezze giornate, i crediti riconosciuti 68. Il corso è stato in parte finanziato dalla Fondazione Geometri e Geometri Laureati dell’Emilia Romagna per ridurre il costo a 250,00 euro. Per informazioni: http://www.cng.it/it/consiglio-nazionale/comunicazione/ news/postdetail/news/imbullonati-e-fondi-europei-la-giornata-formativa-dei-geometri-italiani

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Dal 2017 le nuove lauree professionalizzanti

Pietro Baratono: l’adozione del BIM è un’esigenza improcrastinabile per l’Italia

Formazione, al via il tavolo tecnico

Il Presidente CNGeGL Savoncelli è intervenuto sulla proposta di Gaetano Manfredi, Presidente della Conferenza dei Rettori (CRUI) In un recente intervento pubblico, il Presidente della Conferenza dei rettori (CRUI), Gaetano Manfredi, ha dichiarato: “Il sistema universitario è pronto per costruire un percorso triennale professionalizzante strutturato per un terzo come formazione formale, per un terzo come formazione tecnica e per un terzo on the job”. L’obiettivo è “costruire un triennio che sia davvero formativo, con una governance composta non solo dai professori universitari, ma in maniera paritetica dai rappresentanti del mondo del lavoro e delle professioni”. Se è questo l’identikit delle future lauree triennali professionalizzanti, è lecito affermare che il percorso di riforma indicato dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati in occasione del suo insediamento è un candidato autorevole al ruolo di progetto pilota: le linee strategiche e operative sono state presentate al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sin dal 2014, originando un dialogo costruttivo con le forze politiche divenuto nell’ultimo anno un vero e proprio confronto serrato, preludio all’auspicato “ultimo miglio”.

Sul BIM, una delle novità previste dalla bozza di decreto del Nuovo Codice degli Appalti, l’opinione di Pietro Baratono, Provveditore Interregionale alle OO.PP. Lombardia ed Emilia Romagna Il 18 aprile il decreto legislativo che riforma il Codice degli Appalti è tornato in Consiglio dei Ministri e, ancora oggi, si discute molto di una delle novità più significative: l’introduzione del Building Information Modeling (BIM) negli appalti pubblici. Ne abbiamo parlato con Pietro Baratono, Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche Lombardia ed Emilia Romagna e capo della delegazione italiana presso l’European BIM Task Group, che sull’argomento si sta confrontando con il Presidente CNGeGL, Maurizio Savoncelli, trovando piena sintonia sulla necessità di promuovere una metodologia di lavoro basata sulla digitalizzazione dei processi nell’industria delle costruzioni in grado di gestire l’intero ciclo di vita dell’edificio: dalla pianificazione alla progettazione, alla costruzione, alla gestione, alla manutenzione. “L’adozione del BIM” è la sua premessa “è un’esigenza improcrastinabile per l’Italia. La sinergia tra il settore delle costruzioni e l’Information Technology favorisce la crescita produttiva ed economica perché consente di migliorare la qualità del prodotto abbassando drasticamente l’incidenza degli errori sulla progettazione, realizzazione e la gestione dell’opera, riducendo di conseguenza i costi; di assegnare certezza ai tempi. Senza contare che l’arretratezza che contraddistingue il nostro Paese in termini di progettazione e gestione digitale costituisce un ostacolo talvolta insormontabile per imprese e professionisti alla prova dell’internazionalizzazione”. A tal proposito, si ricorda che CIPAG ha già inserito tra i progetti formativi finanziati il percorso BIM. Il contributo è destinato a tutti gli iscritti CIPAG ed è pari al 50% del costo del corso con un limite massimo di 200 euro. Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso al contributo gli iscritti possono rivolgersi al proprio Collegio di appartenenza.

Presentato alla UE il Piano Nazionale di Riforma delle Professioni dal Dipartimento delle politiche europee della Presidenza del Consiglio Il piano di riforma delle professioni parla chiaro. Come primo step: revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche per meglio delineare gli ambiti di attività e le competenze; come secondo step: valutazione adeguamento degli esami di Stato per i titoli di studio, al fine di rendere gli attestati più aderenti all’attività professionale che si andrà a svolgere (questo in coordinamento con il MIUR e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali); come terzo step: l’istituzione di un tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro, il MIUR, le Regioni e l’Isfol, per due ragioni, sia per individuare standard minimi nazionali per le professioni la cui formazione è rimessa da norma statale alle Regioni e sia per individuare figure professionali che, non discendendo da norma statale, non sono propriamente legittime. Ecco, in sintesi le novità contenute nel Piano Nazionale di Riforma delle Professioni presentato alla UE dal Dipartimento delle politiche europee della Presidenza del Consiglio. Passaggio successivo, la riunione del tavolo tecnico per definire gli obiettivi.

Incarichi professionali, il position paper della Rete delle Professioni Tecniche In occasione del convegno “Iscrizione del consulente tecnico agli albi professionali: garanzia di Giustizia più efficiente” la Rete delle Professioni Tecniche ha presentato un Position Paper sul tema dei consulenti tecnici. L’appuntamento si è tenuto il 19/4/2016 a Roma Eur, presso il Salone delle Fontane, nell’ambito del “Salone della Giustizia”. Una serie di proposte atte a definire i nuovi principi generali per l’affidamento di incarichi professionali agli ausiliari del giudice. Le ha elaborate la Rete delle Professioni Tecniche e sono a supporto dei magistrati nell’individuazione dei consulenti tecnici nel giudizio civile, degli esperti nominati dal giudice, dei periti del giudice e dei consulenti del pubblico ministero. Il primo principio al quale, a parere della RPT, occorrerà attenersi è il rafforzamento dell’obbligo d’iscrizione ad un albo o registro professionale, al fine di garantire un adeguato livello di professionalità. Inoltre, gli elenchi degli ausiliari andranno costantemente aggiornati e suddivisi per macro-aree di riferimento. Senza contare l’introduzione di maggiori garanzie di trasparenza nel conferimento degli incarichi e un’equa rotazione e distribuzione degli stessi. La Rete, infine, propone anche di prevedere, nel momento della rotazione degli incarichi, maggiori garanzie per i giovani professionisti. Oltre a questo, la Rete propone di valorizzare il contributo dei professionisti tecnici nei procedimenti giurisdizionali. Attraverso l’istituzione, ad esempio, di sezioni specializzate, a composizione mista, per la risoluzione di giudizi di natura tecnico-scientifica che prevedano anche la partecipazione di esperti in materia. Allo stesso modo, nei giudizi aventi ad oggetto temi di natura tecnico-scientifica, la Rete propone l’integrazione della giuria popolare con professionisti dell’area tecnica. Infine, chiede che vengano aggiornati i compensi degli ausiliari del giudice, penalizzati dal mancato adeguamento degli onorari di periti e consulenti tecnici. Tutte queste proposte sono contenute nel Position Paper che la Rete delle Professioni Tecniche ha presentato e discusso in occasione dell’evento “Iscrizione del consulente tecnico agli albi professionali: garanzia di Giustizia più efficiente” organizzato dalla stessa Rete, nell’ambito del Salone della Giustizia 2016. Al convegno hanno partecipato tutti i Presidenti degli Ordini e Collegi nazionali aderenti alla RPT: Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori; Chimici, Dottori Agronomi e Dottori Forestali; Geologi; Geometri e Geometri Laureati; Ingegneri; Periti Agrari e Periti Agrari Laureati; Periti Industriali e Periti Industriali Laureati; Tecnologi Alimentari.

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Foto di Bert Kaufmann from Roermond, Netherlands - Rome Skyline, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24299913

DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Il Catasto nazionale delle infrastrutture Per i professionisti dell’edilizia il SINFI si rivelerà ben presto un importante punto di riferimento La conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al testo del decreto ministeriale che ha istituito il Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture, meglio denominato “Catasto Nazionale delle Infrastrutture”. In sostanza si mettono comune le informazioni sulle reti (elettricità, acqua, gas e telecomunicazioni, teleriscaldamento, ecc.) al fine di velocizzare la posa delle reti in fibra ottica per la banda ultralarga e risparmiare sui costi. Il Catasto sarà anche un importante strumento di trasparenza nei confronti di cittadini e imprese e aiuterà a seguire i tempi di applicazione del Piano banda ultralarga e, di conseguenza, diventerà fondamentale per monitorare sia l’avanzamento dell’etichettatura “broadband ready” per gli edifici di nuova costruzione, sia la cablatura in fibra ottica delle scuole primarie e secondarie, come previsto nel protocollo che il Mise ha firmato con il Miur. Il Sottosegretario di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, in una più ampia intervista a Geocentro Magazine, a proposito dell’importanza del Catasto nazionale delle infrastrutture per i professionisti dell’edilizia, ha dichiarato: “se ne parla da dieci anni. Ora finalmente si fa”

Il catasto compie 130 anni Per la ricorrenza, l’Agenzia delle Entrate ha promosso un appuntamento celebrativo il 20 aprile 2016. All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero e il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli Affascina persino i profondi conoscitori del sistema, la definizione di Catasto espressa da Flavio Ferrante. Secondo il Capo Area Servizi Cartografici della Direzione Centrale Catasto e Cartografia dell’Agenzia delle Entrate: “Si può affermare che la realizzazione del Catasto e, in particolare, della cartografia catastale che ne rappresenta la base geometrica, costituisce per lo Stato uno dei momenti in cui manifesta e afferma la propria sovranità e autorità sull’intero territorio nazionale, offrendo allo Stato quasi una seconda appropriazione del territorio, e coinvolge i cittadini in un’opera di alto profilo giuridico con la chiarificazione e la pubblicizzazione dei diritti reali sui beni immobili, mentre sotto il profilo squisitamente fiscale emerge la ricerca di equità di trattamento mediante l’identificazione di elementi oggettivi da tutti riconosciuti e accettati. È anche occasione in cui si coglie il ruolo sociale che può assumere la scienza, nella fattispecie quando conferisce solide basi alla cartografia catastale che diventa inoppugnabile strumento di governo del territorio”. All’insegna di questa descrizione che fonde abilmente l’intreccio fra storia e tecnologia che caratterizza il Catasto, è stato fissato il convegno promosso dall’Agenzia delle Entrate per la speciale ricorrenza. Fra i presenti, insieme a Rossella Orlandi e a Gabriella Alemanno, rispettivamente Direttore e Vice Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sono intervenuti il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero, il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli e il Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato Maurizio D’Errico. L’incontro è stato moderato dal giornalista de Il Sole 24 Ore Cristiano dell’Oste ed è stato trasmesso in diretta streaming nei Collegi Provinciali dei Geometri.

Valore alla professione, presentato il Bilancio di Mandato Nell’Assemblea dei Presidenti del 13 Aprile 2016, con una sua relazione il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli ha voluto illustrare la pubblicazione che, per il secondo anno consecutivo, riassume l’impegno profuso e i risultati raggiunti nel corso dell’ultimo anno. “Bilancio di Mandato, Valore alla Professione” con il suo titolo e il suo contenuto vuole unire alle tappe superate l’indicazione dei passi successivi, affinché ciascun geometra possa sentirsi coinvolto e partecipe nel raggiungimento di una meta comune. Una figura professionale tecnica di riferimento nel passaggio dalla “modernizzazione incompiuta ad un sistema amministrativo ispirato alla semplificazione e al principio di sussidiarietà” (così Dario Di Vico nell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera, Nel Paese complicato torna il geometra). Ecco il profilo del geometra che vorremmo delineare insieme, un obiettivo per il quale ci impegniamo quotidianamente, in costante collaborazione con la Cassa Italiana Previdenza e Assistenza Geometri e la Rete delle Professioni Tecniche, nell’intento di affrontare la sfida del futuro e del presente: il lavoro. E se da un lato è necessario presidiare le aree immediatamente riconducibili alle competenze di tipo tradizionale – prime fra tutte quelle catastali ed estimative – dall’altro è fondamentale conquistare un ruolo da protagonista all’interno della nuova filiera dell’edilizia. È necessario scommettere sul business del risparmio, dell’efficienza energetica, della qualità del costruito. Per questo motivo il geometra deve valorizzare il suo primo e riconosciuto punto di forza: la polivalenza tecnica. Non esistono scorciatoie allo studio, sia in fase d’istruzione curriculare – che vogliamo approdi verso un percorso d’istruzione post secondario di livello universitario – sia di formazione professionale continua, allineata agli standard internazionali. Il Paese ha bisogno dei geometri, e noi non intendiamo deluderlo. Maurizio Savoncelli Presidente CNGeGL

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DALLA CASSA DI PREVIDENZA

Audizione al Senato per i geometri

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a Cassa di Previdenza ed il Consiglio Nazionale dei Geometri in stretta collaborazione tra loro, hanno ottenuto un'audizione presso la 10a Commissione del Senato della Repubblica (Industria, commercio, artigianato) il 17 novembre del 2015. L'importante evento è avvenuto nell'ambito dell'esame in sede referente del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza (AS 2085 Art. 46 - Svolgimento di attività professionali in forma associata). Le argomentazioni offerte dai nostri dirigenti sul merito intendono modificaree meglio disciplinare il già licenziato D.L. sulla questione dei rapporti contrattuali che le società di ingegneria possono intrattenere con i loro committenti, anche privati, che allo stato risultano estremamente vantaggiose, per loro, rispetto alleregole cui invece devono sottostare le “semplici” società tra professionisti o i singoli liberi professionisti. Tre i i punti in discussione. Le società di ingegneria: a. possono svolgere anche attività commerciale; b.non hanno vincoli di composizione della compagine sociale; c. non hanno obblighi di esclusiva in capo ai soci e di limiti, per gli stessi, di partecipazione in altre SI; d.non sono iscritte all’albo professionale; e. non rischiano lo scioglimento in caso di mancato rispetto della relativa disciplina; 16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

f. non hanno obblighi di informativa nei confronti del cliente; g. non prevedono criteri e modalità di esecuzione dell’incarico professionale; h. non prevedono requisiti specifici e limiti in capo ai soci di investimento. La pubblicazione nel solo elenco ANAC sembra non prevedere quel ruolo di monitoraggio che ad oggi viene garantito dall’iscrizione ad un albo professionale. Infatti, non si esclude che possa essere iscritta un’ulteriore società di ingegneria che continui l’attività anche in ipotesi di radiazione del professionista dal relativo albo. Differenze in ambito previdenziale. Con riferimento agli aspetti contributivi appare opportuno evidenziare una forte disomogeneità

degli oneri previdenziali previsti per le società di ingegneria. Nell'intento di una giusta risoluzione dei temi sopra esposti i geometri italiani propongono da subito di delegare il governo ad emanare disposizioni che disciplinino l’attività professionale nel rispetto dei seguenti criteri: 1. Riconoscimento della preminenza dell’attività professionale svolta in tutte le sue forme; 2. Definizione di un di trattamento fiscale e contributivo uniforme per tutte le forme societarie in cui si esercita l’attività professionale; 3. Avviamento di un percorso di reale ed equa concorrenza riconoscendo ai professionisti la possibilità di: a. costituire ed accedere alle provvidenze in materia di reti di professio-

nisti e di partecipare alle reti di impresa; b.costituire consorzi stabili professionali e di partecipare a consorzi di imprese (consorzi misti) per la partecipazione alle gare nazionali ed internazionali di servizi di ingegneria; c. verificare il riconoscimento digitale dei regolari requisiti del professionista abilitato; d.effettuare attività di intermediazione immobiliare (art. 5 c. 3 let. b L.39/89 per i professionisti del settore tecnico); e. rappresentare il contribuente nel contenzioso tributario riferito anche a tutta la fiscalità immobiliare (da estendere ad ingegneri, architetti, geometri iscritti all’albo); f. costituire ATP secondo le regole dell’ATI. T


DALLA CASSA DI PREVIDENZA

News

Dal 22 febbraio disponibile il nuovo servizio online per la domanda di riscatto Da lunedì 22 febbraio è disponibile nell’area riservata del sito Cipag il nuovo servizio on line “domanda riscatto” per l’inoltro diretto delle istanze volte al riconoscimento di tale beneficio da parte degli associati. Il servizio – aperto sia agli associati che ai Collegi – riguarda tutti gli istituti di riscatto previsti dall’ordinamento della Cipag e quindi il praticantato (art. 36 reg. contr), il servizio militare o civile e la laurea (art. 36 bis reg. contr.), la sanatoria degli anni irregolari prescritti parzialmente (art. 24 reg. contr.) e di quelli di iscrizione cd. di solidarietà (art. 50 reg. contr.). Nella stessa area riservata è disponibile una guida con tutte le istruzioni per l’inoltro on line della domanda. L’introduzione di questo ulteriore servizio on line si pone nell’ambito delle molteplici iniziative volte ad agevolare il rapporto con gli associati, semplificando e rendendo più snella la comunicazione con la Cipag. http://www.cipag.it/it/cassa/comunicazione/archivio-news/postdetail/cipag-news/servizio-riscatto-online

Formazione: agevolazioni per i corsi BIM (Building Information Modeling) Il Consiglio di Amministrazione della CIPAG, con l’obiettivo di valorizzare la professione del geometra e contribuire a mantenere costantemente aggiornata la sua preparazione professionale, ha deliberato di includere tra i progetti formativi da finanziare, anche il percorso BIM (Building Information Modeling). Il BIM ha l’obiettivo di formare tecnici capaci di essere integrati nel processo attivo di progettazione, verifica, esecuzione e gestione della costruzione. La CIPAG, prevedendo il sostegno anche per questi corsi, prosegue nel suo impegno per la formazione degli iscritti con particolare attenzione alle nuove ed emergenti istanze di aggiornamento su una materia in continua evoluzione. Il contributo è destinato a tutti i geometri e geometri laureati iscritti alla CIPAG, senza limiti di età, ed è pari al 50% del costo del corso con un limite massimo di 200 Euro. Per maggiori informazioni e per le modalità di accesso al contributo gli iscritti possono rivolgersi al proprio Collegio di appartenenza.

La CIPAG rinnova dal 1° marzo 2016 la polizza Long Term Care che offre gratuitamente a tutti gli iscritti Dal 1° marzo 2016 la polizza Long Term Care (LTC), che la CIPAG offre gratuitamente a tutti gli iscritti, è stata rinnovata con il Gruppo Assicurativo “Poste Vita”. Il piano di copertura assicurativa si articola in 2 forme: La Copertura Base, che prevede l’erogazione di una somma mensile garantita al professionista di 1.380 euro, laddove l’assicurato si trovi in una condizione di non autosufficienza secondo la definizione indicata nelle “Condizioni Generali di Assicurazione”; La Copertura Facoltativa, con cui ogni iscritto, che già fruisce della Copertura Base, può, a titolo individuale e con onere a proprio carico, scegliere di aumentare la somma assicurata. Con la copertura facoltativa si può, quindi, elevare la rendita mensile in caso di non autosufficienza stabilita dalla Copertura Base (€ 1.380), scegliendo tra tre opzioni, i cui premi, altamente competitivi sul mercato, sono legati all’età dell’assicurato. È possibile aderire o rinnovare l’adesione al piano di copertura aggiuntiva individuale dal 1° marzo 2016 al 1° giugno 2016. Per maggiori approfondimenti e informazioni è possibile consultare la pagina dedicata alla Long Term Care, sul sito http://www.cipag.it/it.

Accesso al credito per gli iscritti: la CIPAG amplia la copertura territoriale degli sportelli bancari per l’erogazione di prestiti siglando una convenzione con FidiProf Nord e FidiProf CentroSud Proseguendo nello sviluppo di iniziative di sostegno degli iscritti, la CIPAG ha stipulato un accordo con FidiProf Nord e FidiProf CentroSud, costituiti su iniziativa di Confprofessioni (la principale organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia), per rafforzare sul territorio e facilitare le opportunità di accesso al credito per il professionista ed affiancarlo con la consulenza relativa al bisogno di credito e alle migliori modalità per soddisfarlo. Questa iniziativa va ad integrarsi alla convenzione, già siglata nel 2013 con Confidi Professionisti, per garantire l’intera gamma delle operazioni finanziarie utili ai geometri nello svolgimento della propria attività professionale. In particolare con questo nuovo accordo si amplia e si rafforza la copertura territoriale del servizio con un numero molto più ampio di sportelli bancari di riferimento per l’erogazione dei prestiti (tramite gli istituti bancari convenzionati Unicredit).

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Bruno Bossini

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econdo gli auspici dei mass-media è “adesso”, finalmente il tempo più propizio per l’acquisto di una casa. Secondo la realtà delle cose... vedremo. Per ora prendiamo atto con prudenza di un evidente cambio di tendenza nel mercato immobiliare tenuto conto che il 2015 ha fatto registrare in termini di effettive vendite quel più che da anni non si vedeva visti i riflessi di una crisi economica in edilizia che dal 2008 al 2014 aveva invece ribadito un costante meno. La crisi però continua a permanere e sopratutto i consumi interni che 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Meeting immobiliare 19-20 marzo 2016

continuano a latitare pur in leggero progresso lasciano ancora poco spazio ad ipotesi ancora lontane di una effettiva ripresa degli scambi immobiliari. E ciò vale sia per le vendite in ambito residenziale che ora presentano più visibili segni di ripresa sia negli ambiti dell’edilizia commerciale ed industriale che ancora paiono in chiara difficoltà Il meeting immobiliare che anche quest’anno si è svolto nei pregevoli locali della sontuosa Villa Fenaroli di Rezzato, con i suoi 34 espositori specializzati (con il nostro Collegio dei Geometri di Brescia erano presenti Agenzie

Immobiliari, Banche, Collegi Professionali, Imprese Costruttrici ed Artigiane di settore) vede comunque in positivo e quest’anno ha presentato le novità che “toccano” il settore insieme allo slogan sulle 10 buone ragioni che dovrebbero incentivare l’acquisto di un immobile, che vi presentiamo a lato. Il meeting ci ha ribadito il fatto incontestabile che, per quanto paradossale possa apparire in tempo di crisi, le Banche sono piene di liquidità inutilizzata e che la BCE continua nel loro sostegno con finanziamenti praticamente a tasso zero purché tale aiuto economico sia indi-

rizzato al sostegno di imprese e famiglie ai fini di incentivare quella ripresa del mercato interno che allo stato risulta essere ancora molto labile. La novità di quest’anno, oltre al mantenimento dei bonus e di tutti gli incentivi già messi in atto dallo Stato, è costituito – introdotto dalla Finanziaria 2016 e contrattabile dall’1/1/16 al 31/12/20 – dal “nuovo” leasing abitativo. Un’opportunità in più che il mercato dovrebbe favorevolmente accogliere, basata su tre punti di forza: • detrazione dall’IRPEF del 19% (per coppie o singoli under 35) con un max di Euro 8.000/anno


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

• detraibilità al momento del riscatto definitivo di un ulterriore 19% del valore dell’immobile con un max Euro 20.000 • rapporto tra valore finanziato e valore del bene da acquisire dal 75 al 80% Il Collegio dei Geometri di Brescia ha invece presentato con i suoi esperti Raffaella Cavalleri e Lorenzo Bossini, le Linee-Guida di un nuovo più elaborato scientifico sistema di valutazione degli immobili: il cosiddetto sistema Comparativo di astrazione anglosassone (vedi al riguardo il n.1/16 della nostra rivista a pag. 52). Il nuovo

modo di operare che si aggiunge al tutt’ora vigente per legge sistema expertise (che continua a basarsi come sappiamo su dati e calcoli garantiti dall’esperienza del perito valutatore) anch’esso basa le sue stime sui seguenti metodi di procedimento che dovrebbero giungere al risultato del più consono prezzo di mercato da attribuire al bene stimato: • confronto con il valore di mercato di 2/3 immobili di simili caratteristiche e segmento di mercato • capitalizzazione della rendita nel caso in cui l’immobile sia affittato in locazione • somma del valore tra l’area ed il costo del costruito Il nuovo procedimento estimativo si incentra sulla compilazione di rigidi modelli di dimostrabilità sostenibile e trasparenza rigorosamente legati a valori certificati da atti notarili pubblici. Sembra che l’ABI abbia assunto questo rigoroso metodo di stima per la determinazione del valore degli immobili che passano attraverso il sistema creditizio o delle esecuzioni immobiliari (aste). Vedremo nel tempo, vista la rigidità con la quale l’esperto deve rapportarsi nelle stime, ai requisiti, alle note esplicative e all’appendice previsti dalle Linee Guida, quale potrà essere il suo effettivo sviluppo presso gli esperti valutatori o se si renderanno necessari alcuni correttivi da porre in essere per la effettiva realizzabilità della nuova procedura estimativa. T

10 BUONE RAGIONI PER VALUTARE L'ACQUISTO DI UNA CASA

ADESSO 1. Prezzi mai così bassi 2. Tassi al minimi storici 3. Tasse sugli immobili ridotte: annullamento della TASI e dell'IMU sulle prime case e riduzione dell'IMU del 50% se concessa in uso al figli

4. Detrazione IVA del 50% su abitazioni in classe A-B 5. C'è il leasing abitativo. Compri senza anticipi significativi e sulle rate hai la detrazione del 19% se hai meno di 35 anni, della metà se li superi

6. Se compri una casa e poi l'affitti a canone concordato il fisco ti sconta il 20% dall'irpef in 8 anni 7. Se compri casa e la ristrutturi hai il 50% di detrazione dall'irpef. Inoltre hai il 50% di detrazione sul valore di costruzione delle autorimesse 8. Se affitti a canone concordato il fisco si accontenta del 10% 9. Puoi acquistare con le agevolazioni della prima casa anche se già ne possiedi una (purché poi entro 1 anno tu la venda)

10. Sul mercato c'è ampia scelta di abitazioni performanti IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 19


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Borse di studio agli studenti dell’Istituto “Tartaglia” Foto © Foto Eden

Stefano Benedini

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a tradizionale cerimonia per la consegna delle borse di studio per gli studenti meritevoli dell’Istituto Tecnico “Tartaglia” - settore Tecnologico ad indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, dall’importo di 300 euro l’una, si è svolta Sabato 27 Febbraio alla presenza della Dirigente dell’Istituto, professoressa Rosa Vitale, di un rappresentante del corpo docente, l’ingegnere Matteo Cominelli, del Presidente e del Segretario del Collegio, geometri Giovanni Platto e Armido Belotti. I premiati, accompagnati dalle rispettive classi, hanno particolarmente apprezzato il discorso della professoressa Vitale che ha ricordato loro come gli studi scolastici rappresentino un terreno di prova delle sfide e delle gratificazioni che li attendono nel mondo del lavoro; gratificazioni di cui godranno per l’impegno, la serietà professionale e le competenze che riusciranno ad esprimere nella loro attività, qualunque sia il settore in cui sceglieranno di specializzarsi. Opportuno quindi che tali aspetti premianti il coinvolgimento dei ragazzi secondo la valutazione dei loro docenti vengano riconosciuti e valorizzati, offrendo anche un modesto contributo alle necessità delle famiglie di sostenerli nello studio in questo momento particolarmente gravoso. Il geometra Platto, nel suo saluto agli studenti convenuti, ha voluto rincuorarli: quella del geometra, è una profes20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

sione che offre tuttora una forte spendibilità nel mercato del lavoro, rara da riscontrare in altri percorsi di studio secondari superiori. La polivalenza del geometra continua a rappresentare un elemento prezioso che consente sbocchi lavorativi negli studi professionali, negli Enti Pubblici e, come dipendenti, nelle imprese. La predisposizione di un numero sempre

maggiore di percorsi di specializzazione post-secondari alternativi agli studi universitari per la formazione di tecnici superiori, apre grandi spazi alle possibilità di lavoro del geometra. Tali percorsi, realizzati in stretta collaborazione con i rappresentanti delle realtà professionali e imprenditoriali con l’obiettivo di pianificare l’attività di stage pratico che caratterizza

questi percorsi e di offrire anche un percorso universitario secondo le direttive europee che impongono la laurea a tutti i liberi professionisti, sono ulteriori elementi utili per segnalare ai ragazzi le diverse opportunità alle quali il diploma consentirà loro di accedere. L’ingegner Cominelli, accolto con un saluto particolarmente caloroso dai ragazzi, nel con-


DAL COLLEGIO DI BRESCIA

Foto © Foto Eden

Nella pagina precedente. Il pubblico che ha assistito alla premiazione. In questa pagina, dall'alto. Il Tesoriere Armido Belotti, l'ingegner Matteo Cominelli la Dirigente dell'Istituto Rosa Vitale, il Presidente Platto. Una foto di gruppo dei ragazzi premiati

cludere il breve momento dedicato ai saluti istituzionali ha sostenuto l’importanza l’intervento del geometra Platto ricordando il fondamentale apporto dell’istruzione tecnica per il rilancio del Paese ed in particolare per l’Istituto per Geometri Tartaglia che “ha fatto la storia di Brescia e della sua provincia”. È quindi seguito l’atteso momento della premiazione dei

ragazzi. Di loro riportiamo i nominativi, in ordine alfabetico, con la segnalazione delle borse di studio eventualmente conseguite nei precedenti anni, a riprova di un impegno sostenuto nel tempo: • Andreis Davide Vittorio classe III sezione B (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 ed Anno scolastico 20142015

• Arici Silvia classe V sezione E (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 • Belleri Francesca classe IV sezione D (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 • Bonometti Simone classe V sezione B (A.S. 2014/2015) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 • Chebab Ahmad classe IV

sezione C (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 ed Anno scolastico 2014-2015 Huz Maksyri classe V sezione E (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 Mangano Lorenzo classe V sezione D (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 ed Anno scolastico 2014-2015 Mereghetti Marco classe II sezione B (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 Neva Marzia classe II sezione C (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 Orizio Elena classe III sezione B (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 Redana Mirko classe V sezione C (A.S. 2014/2015) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 Sabadini Fabio classe IV sezione E (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 ed Anno scolastico 2014-2015 Tizniti Saadia classe V sezione A (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 Velaj Elmelissa classe IV sezione D (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2014-2015 Verzelletti Sara classe V sezione D (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 Yousaf Raheela classe III sezione B (A.S. 2015/2016) borsa di studio Anno scolastico 2013-2014 T IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 21


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Gina Ducoli

Assemblea Annuale Associazione Geometri di Valle Camonica

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rande affluenza all’Assemblea Annuale dell’Associazione Geometri di Valle Camonica che si è svolta venerdì 26 febbraio 2016 presso la sede di Breno. Ciò dimostra l’interesse dei colleghi geometri alla nostra realtà e che il Consiglio Direttivo e tutti i volontari dell’Associazione sono riusciti a trasmettere il messaggio fondamentale: unire le energie per migliorare il lavoro! Durante tale Assemblea si sono svolte le votazioni del nuovo Consiglio Direttivo, in carica dal 2011. È stata riconfermata la fiducia a 6 consiglieri: Emanuela Farisoglio, Ducoli Gina, Matteo Furloni, Pezzotti Claudio, Fabio Rivadossi e Salvetti Diego; 3 i nuovi eletti: Ballardini Diego, Gianpaolo Pedretti e Roberto Sola. Le votazioni del nuovo Consiglio Direttivo sono state l’occasione per fare un bilancio del lavoro svolto in questi anni. Ripercorriamo le tappe principali dell’Associazione Geometri di Valle Camonica dalla sua fondazione. Luglio 2009: è stata ufficialmente costituita l’Associazione. L’idea della sua creazione è nata dalla volontà di migliorare le condizioni dell’esercizio della professione sul territorio valligiano, proprio perché la Valle Camonica, tanto da un punto di vista geografico quanto sotto l’aspetto della professione, è una realtà con peculiarità proprie e diverse rispetto a quelle di una città o di altre aree della provincia. L’intenzione era quella di fondare un’Associazione senza scopo di lucro, estranea a qualunque orientamento politico, per facilitare e migliorare lo svolgimento della professione in Valle. Come dimostrato nel tempo i geometri camuni non intendono sostituirsi in alcun modo all’ordinamento provinciale di appartenenza, bensì affiancarsi come organismo di sostegno, per colmare le distanze che realisticamente il Collegio non può coprire. In tutti questi anni c’è sempre stato un riscontro positivo ed una grande sinergia con il Collegio di Brescia, non solo nell’organizzazione dei corsi di formazione. Tale collaborazione fa da tramite tra il Collegio e i suoi iscritti. Anni 2009-2010: fino all’Assemblea del 2011, come da statuto, l’Associazione è stata composta da un Consiglio Direttivo provvisorio. Marzo 2011: si è tenuta la prima Assemblea Annuale dell’Associazione Geometri di Valle Camonica con le votazioni del Consiglio Direttivo Ufficiale. Gennaio 2012: l’Associazione Geometri di Valle Camonica ha una nuova sede grazie all’amministrazione comunale di Breno che concede in comodato d’uso gratuito i locali posti nell’edificio in Via G. Mazzini n. 12/A e l’impegno di colleghi volenterosi nell’esecuzione di alcuni lavori di sistemazione. 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Febbraio 2016: si è svolta l’Assemblea Annuale dell’Associazione Geometri di Valle Camonica che oltre alla sintesi dell’attività svolta ed alla presentazione del bilancio consuntivo 2015 e preventivo 2016, quest’anno ha coinciso anche con la scadenza del mandato del Consiglio Direttivo. Si è quindi provveduto alla votazione dei nove nuovi consiglieri. Le preferenze dei 55 votanti hanno portato al seguente esito elettorale: 1. Emanuela Farisoglio 46 preferenze (neo eletto consigliere) 2. Gina Ducoli 41 preferenze (neo eletto consigliere) 3. Matteo Furloni 39 preferenze (neo eletto consigliere) 4. Claudio Pezzotti 36 preferenze (neo eletto consigliere) 5. Fabio Rivadossi 34 preferenze (neo eletto consigliere) 6. Gianpaolo Pedretti 31 preferenze (neo eletto consigliere) 7. Diego Salvetti 29 preferenze (neo eletto consigliere)


DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina precedente. I partecipanti all'Assemblea e il tavolo dei relatori. In questa pagina, da sinistra. I geometri Emanuela Farisoglio (Presidente rieletto) e Diego Salvetti (vice-presidente uscente) durante i saluti e i ringraziamenti. I geometri Silvano Bonicelli (consigliere uscente), Riccardo Massaroni (segretario uscente) e Pietro Mazzoli che hanno ricoperto il ruolo di scrutinatori.

8. Diego Ballardini 28 preferenze (neo eletto consigliere) 9. Roberto Sola 24 preferenze (neo eletto consigliere) 10. Gino Ruggeri 24 preferenze 11. Elena Richini 16 preferenze 12. Roberta Guizzetti 16 preferenze 13. Giacomo Scalvinoni 8 preferenze Marzo 2016: i neo Consiglieri hanno designato le cariche del nuovo Consiglio Direttivo: Presidente: Emanuela Farisoglio Vice-presidente: Matteo Furloni Tesoriere: Roberto Sola Segretario: Gian Paolo Pedretti nonché i membri del Collegio dei Revisori dei Conti: Presidente: Gino Ruggeri Revisore: Silvano Bonicelli Revisore: Riccardo Massaroni. Gli obiettivi dell’Associazione GVC non sono cambiati e restano: tutelare la professione, incentivare lo spirito associativo, supportare il Collegio Provinciale, organizzare corsi per la formazione professionale, aiutare nell’inserimento dell’attività lavorativa i giovani geometri e sostenere gli Istituti Tecnici Scolastici della Valle Camonica. In tutti questi anni si è lavorato insieme per fare in modo che tali obiettivi venissero raggiunti con diverse iniziative: numerosi sono stati gli eventi formativi organizzati, sia in autonomia che con l’appoggio del Collegio di Brescia; l’Associazione Geometri di Valle Camonica si è dedicata con diverse attività all’inserimento dei giovani geometri tra le quali, da 3 anni, alcuni Consiglieri tengono gratuitamente un corso di approfondimento sul catasto agli alunni dell’Istituto “Meneghini” di E-

dolo, ha collaborato gratuitamente con il Comune di Breno per la sistemazione della sede dell’Unione Antichi Borghi di Valle Camonica, fornisce un servizio di consulenze catastali direttamente in sede, ha favorito la collaborazione con le analoghe associazioni di liberi professionisti presenti sul territorio (AIC e ARCA) e tanto altro. La valutazione è senz’altro positiva, anche maggiore delle iniziali aspettative. Attualmente l’Associazione conta 119 iscritti ma si spera di riuscire ad incrementare tale numero. Ricordiamo che possono iscriversi all’Associazione i colleghi iscritti al Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Brescia e Bergamo, residenti o che esercitano la libera professione in Valle Camonica, Val di Scalve e nei Comuni di Lovere, Costa Volpino e Rogno. Sono ammessi anche i geometri diplomati o iscritti all’elenco dei praticanti delle medesime zone. Inoltre, sul nostro sito internet: www.geometrivallecamonica.it trovate numerose informazioni tra le quali i corsi in programma e le convenzioni che danno diritto a scontistiche in alcune realtà della Valle Camonica. È comunque garantita l’apertura della sede il martedì dalle ore 10 alle ore 12 e il venerdì dalle ore 16 alle ore 18. Per ringraziare i colleghi che decideranno di sostenere la nostra l’Associazione, anche quest’anno, con il rinnovo dell’iscrizione per il 2016 regaleremo un gadget ritirabile in sede. Non ci resta che augurare ai Consiglieri un buon lavoro e lunga vita alla nostra Associazione. Per informazioni: Associazione Geometri di Valle Camonica Via G. Mazzini 12/A 25043 – Breno (BS) www.geometridivallecamonica.it info@geometridivallecamonica.it

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SINDACATO

Sulla sburocratizzazione degli atti pubblici Presa di posizione del sindacato Nell’attività del geometra professionista il tempo dedicato agli aspetti burocratici ed a tutte le complicazioni ad essi inerenti continua purtroppo a mantenersi molto rilevante. La farraginosità delle norme legislative unite alla loro interpretazione ed alla scelta di volta in volta della modulistica necessaria determinano procedure molto divergenti da Comune a Comune, in alcuni casi addirittura paradossali. Bene ha fatto il Sindacato dei Geometri Bresciani a predisporre il documento che vi anticipiamo, che precisa con chiarezza il problema e che sarà trasmesso a tutti gli enti pubblici alle amministrazioni comunali oltre che agli iscritti, nella speranza che quanto denunciato possa trovare ragionevolmente una soluzione. 24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Oggetto: Semplificazione delle pratiche edilizie. A tutti gli addetti ai lavori, il Sindacato Geometri della Provincia di Brescia, raccogliendo alcune lamentele dei suoi iscritti, intende con la presente denunciare la perdurante e inarrestabile avanzata delle complicazioni nelle procedure attinenti l’edilizia. Difficoltà burocratiche di cui francamente non si sentiva il bisogno, in un momento come quello che viviamo, di perdurante crisi del settore, tanto più che spesso esse vengono imposte nel dichiarato intento di semplificare ai cittadini le procedure d’istanze e di eccesso agli atti pubblici. Va precisato per altro che quanto intendiamo denunciare non investe la totalità delle amministrazioni comunali, molte delle quali con l’impegno dei loro solerti responsabili dei procedimenti, si attivano per contenere al massimo gli effetti della burocrazia, in alcuni casi devastanti. Ecco alcuni esempi, pur non esaustivi, di “condotte” da parte degli enti pubblici che a nostro parere dovrebbero essere modificate o quanto meno semplificate: -

Modulistica complessa, spesso traboccante di dati anche ripetitivi;

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Richiesta di doppie o triple copie di elaborati, spesso inutili ai fini della corretta esecuzione del procedimento;

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Possibilità di applicazione, per regolamento interno di sanzioni ai quei professionisti che ad un appuntamento prefissato, sono risultati assenti, con possibilità anche di segnalazione del fatto ai committenti (SIC);

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Richiesta integrativa di documentazione su istanze già protocollate con dati che risultano già in possesso dell’ amministrazione comunale;

-

Obbligo di utilizzo di modulistica diversa rispetto a quella già inoltrata, anche se quella utilizzata risulta idonea allo scopo del richiedente;

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Richiesta integrativa di allegati non espressamente richiesti dalla legge;

-

Obbligo d’inoltro di relazioni specialistiche anche per interventi di limitata entità ( ad es. relazione geologica ai fini idrogeologici anche in caso di piccoli emplementi);

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Richieste di diritti di segreteria, anche quando essi non sono obbligatori per legge (es. attività libere);

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Procedimenti sui pareri di vincolo idrogeologico delegati ad altri enti e con ciò onerosi anche se tale procedura autorizzativa è ora abolita per legge.

Con l’avvento poi degli Sportelli telematici per l’edilizia, per certi versi le procedure e gli oneri a carico dei cittadini sono anche “peggiorate”, come in questi casi: -

Obbligo per i professionisti di accreditamento nel portale anche per l’inoltro di un’unica pratica.

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Obbligo di accreditamento anche per la semplice richiesta di appuntamenti informativi con Ufficio Tecnico.


Foto © Foto Eden

SINDACATO

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Obbligo per i cittadini di firma digitale delle istanze, senza possibilità di procura in tal senso al proprio professionista.

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Firma digitale anche per allegati di certificazione già emessi in data anteriore, dagli installatori sulla regolarità esecutiva degli impianti

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Obbligo di georeferenziare i progetti con introduzione dei dati anche negli elaborati cartografici Comunali.

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Programmi informatici molto complessi che spesso si “bloccano”, determinando per i professionisti ed i cittadini, consistenti perdite di tempo durante il loro utilizzo.

C’è, infine, il “tema” della scelta dei modelli necessari all’inoltro delle istanze che è lasciata alla valutazione dei singoli responsabili del procedimento. Spesso avviene, che per la presentazione di una semplice DIA/SCIA per la quale sarebbe necessaria la sola indicazione dei soggetti richiedenti, dei mappali, del progetto con asseverazione, vengano invece richiesti modelli di 24 pagine con 200 dichiarazioni che necessariamente devono essere compilate (rif. delibera della Giunta Regionale n. 17/12/2015). Chiediamo quindi, a tutela dell’attività dei professionisti e quindi per ridurre gli oneri a carico dei cittadini richiedenti, che vengano superate e risolte in termini di essenzialità e brevità, tutte le innumerevoli procedure non obbligatorie che ora continuano ad “appesantire” le istanze di accesso alla pubblica funzione degli Enti proposti.

Il Sindacato dei Geometri Bresciani (Presidente Geom. Dario Piotti

ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI 2016 Come da Circolare Telematica N. 19/16 Prot. N. 0001159/16: Tutti i Geometri iscritti all’Albo della Provincia di Brescia sono stati convocati in ASSEMBLEA ORDINARIA presso la sede del Collegio Geometri in Brescia - P.za C. Battisti 12, alle ore 9.00 del giorno 11.04.2016 in prima convocazione e in seconda convocazione venerdi’ 22 aprile 2016 alle ore 10.00 per deliberare il seguente ORDINE DEL GIORNO Relazione del Presidente del Collegio Approvazione del bilancio Consuntivo 2015 Approvazione del bilancio Preventivo 2016 e quota associativa Varie ed eventuali La documentazione del bilancio e la relazione del revisore contabile è stata messa a disposizione per tutti gli iscritti nei giorni 4 e 5 aprile p.v. dalle ore 14,30 alle ore 16,30. La premiazione per gli Iscritti e la successiva Cena sociale sono invece previste per venerdì 10/06/15 a partire dalle ore 18.00 c/o Ristorante Corte Francesco in Viale Europa, 76 Montichiari (BS). Ampio risalto ai due eventi sarà dato nel prossimo numero.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 25


SCUOLA Vittorina Ferrari

A

lla studentessa Sara Sievoli è stata consegnata la borsa di studio quale vincitrice, a livello provinciale, della seconda edizione del concorso nazionale “Georientiamoci. La mia città di domani”, rivolto a tutti gli studenti del territorio nazionale delle classi prime dell’indirizzo Costruzioni Ambiente Territorio. Presenti alla cerimonia il Presidente del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Brescia, Giovanni Platto, il referente territoriale e consigliere per il Collegio dei geometri, Piergiovanni Lissana, il consigliere del Collegio, Dario Piotti, il Presidente del Consiglio di Istituto, Gabriele Zotti, la Dirigente scolastica Vittorina Ferrari, la vincitrice della borsa di studio, Sara Sievoli e la sua famiglia, la coordinatrice del progetto, professoressa Sabrina Corsini. Al primo posto a livello nazionale, per la Provincia di Brescia, e per la seconda edizione 2015/2016, si è classificato l’Istituto Superiore “Luigi Einaudi” di Chiari. Il concorso è stato promosso dalla Fondazione Nazionale Geometri Italiani, nell’ambito del proHFUUP EJEBUUJDPÞi(FPSJFOUJBmoci. Una rotta per l’orientamento”. Numerosissimi gli elaborati provenienti da tutta Italia, valutati da un’apposita Commissione di Concorso, composta dai rappresentanti della Fondazione Geometri Italiani, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di Ellesse Edu e da esperti della 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Premiato il corso geometri dell’Istituto “Einaudi” di Chiari comunicazione che, unitamente, hanno decretato un vincitore per ciascuna provincia d’Italia. Il video premiato, intitolato “Sarai bellissima”, racconta la trasformazione di un vecchio rudere in una nuova e luminosa palestra per le atlete della ginnastica artistica. Al concorso hanno partecipato tutti gli alunni della classe 1 A Geometri e per ciascuno di loro l’iniziativa ha rappresentato un’occasione di riflessione e di confronto sulle proprie aspirazioni. Gli studenti hanno sviluppato una loro idea progettuale, resa in diversi formati (video e testi narrativi) con i quali hanno raccontato o descritto in che modo avrebbero voluto trasformare un’area urbana, un edificio o un’infrastruttura del territorio della Franciacorta, ispirandosi ad un futuro smart, inclusivo ed eco-sostenibile. Con il concorso si è voluto incentivare e incoraggiare il percorso di studi degli studenti che hanno scelto di frequentare l’indirizzo Costruzioni Ambiente Territorio ( CAT). Grande apprezzamento hanno ricevuto anche i testi narrativi degli studenti Alberto Luis Raccagni, Ron Krasniqi, Elia Lucchini, Michele Ransenigo, rispettivamente con le composizioni “La casa”, “Cambiamento”, “A nuovo”, “Per caso”, che pubblichiamo nelle prossime pagine. Il Presidente del Collegio

Giovanni Platto ha espresso viva soddisfazione per il traguardo raggiunto e si è fatto portavoce del costante supporto del Collegio dei Geometri a tutte le iniziative che la scuola oggi sta attivando per promuovere l’indirizzo geometri. Ha ribadito che gli attuali studenti sono il futuro per la nostra società e che per loro devono essere potenziate le occasioni di partecipazione e di crescita culturale

e professionale quale quella di Georientiamoci. La Dirigente scolastica dell’Istituto “Einaudi”, professoressa Vittorina Ferrari, ha richiamato il valore territoriale della libera professione del Geometra quale tecnico e professionista, esperto conoscitore delle specifiche normative e del proprio territorio e ha invitato gli studenti ad intraprendere un simile e valorizzante percorso scolastico. T


SCUOLA

Foto © Foto Eden

Nella pagina precedente. Due frame del video vincitore “Sarai bellissima” dell’alunna Sara Sievoli). In questa pagine. Alcuni momenti della cerimonia di consegna della borsa di studio "Georientiamoci. La mia città di domani" a Sara Sievoli.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 27


SCUOLA

LA CASA di Luis Alberto Raccagni Non ha sempre avuto gli occhi chiusi questa casa. Nel 1950 ci vedeva benissimo. Almeno lei. A Pontoglio nel 1950 in questa casa, collocata tuttora sulla strada principale che porta a Palazzolo vivevano sei famiglie di cui due ebree. La casa le aveva protette durante la guerra, ma non dopo, quando tutto sembrava risolto e tranquillo. Delle minacce di morte, attraverso lettere da parte di sconosciuti, avevano cominciato a rendere grigie le loro giornate. Le due famiglie si erano recate dal Sindaco, avevano fatto denuncia, raccontate le loro paure. La polizia aveva altre preoccupazioni, poco tempo, non riusciva a individuare i mittenti delle lettere misteriose, che continuavano ad arrivare. Trasferirsi sembrò proprio l'unica soluzione. Le due famiglie attesero che i figli finissero la scuola elementare (i più piccoli) e le medie (i più grandi), per poi cambiare paese, alla ricerca della tranquillità. Resistere alla paura non era semplice. Un giorno, mentre i due figli delle due famiglie tornavano a scuola insieme ricevettero da due sconosciuti un altro foglietto con scritto "Non esiste rifugio dove scappare". I genitori presi dal panico decisero di partire il giorno dopo, senza attendere oltre. Nella stessa sera dai due appartamenti rimbombarono degli spari. I due appartamenti furono resi inaccessibili a tutti per settimane, la polizia non trovò nemmeno una traccia e il caso rimase in sospeso, il corpo senza vita delle due famiglie lasciò per sempre quella casa. Nessuno vi è vissuto più. La casa inagibile è stata chiusa, chiusi gli occhi, chiusi i ricordi. Solo qualche nonno racconta ancora a voce bassa la storia nascosta tra le mura della casa, ora cieca e muta. A Pontoglio si dice che è stato necessario murare le finestre per impedire a gente senza tetto di entrare in questa casa disabitata dove avrebbero trovato un tetto. A Pontoglio nel 2016 io e alcuni amici vinciamo un progetto. Armati di martelli apriamo le finestre murate: la casa respira. Geometri, volontari, muratori, gente comune lavorano con noi a ridare voce al dolore. Pareti di vetro, luce naturale all'interno, verde verticale sulle pareti, tetto scintillante con pannelli, giardino zen all'interno e all'esterno. Ricordi delle famiglie scomparse, una grande sala per incontri sulla violenza nei nostri piccoli comuni, informazioni sul mondo e sulle culture... la casa del 1950 ha ricominciato a parlare e Pontoglio riflette sui suoi silenzi di ieri e di oggi.

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CAMBIAMENTI di Ron Krasniqi Sin dalla mia nascita abitavo a Rovato in Italia ed era un posto bellissimo, stupendo. In Italia non abbiamo mai cambiato città. Da piccolo andavo a giocare in un parco, non molto distante da casa mia, a circa 100 metri. Il parco era bellissimo, c'era il campo da calcio con porte piccole, un campo da basket con canestri alti color rosso e poi c'erano anche le altalene e varie giostre per giocare. Io ci andavo ogni giorno con mio fratello e i suoi amici ormai grandi. Era un parco perfetto: d'autunno non ci giocavano molti bambini perché faceva freddo e pioveva, d'estate invece si riempiva tutto il parco, bambini qua e là che giocavano per conto proprio e noi da un lato giocavamo a calcio, in squadre contro altre squadre. Insomma era bellissimo. Poi c'è stata la crisi. Io con la mia famiglia ero tornato in Kossovo, mio paese d'origine, perché là la vita era molto più economica. Solo dopo 2 anni e mezzo ritornai in Italia e tornai al parco a giocare, non vedevo l'ora di giocare su quel bel campo, era da tanto che non ci andavo! Rivederlo mi fece impressione: era tutto distrutto, non c'era più niente, né porte né altalene, mancava tutto, tutte le belle cose. Il don della chiesa era stato cambiato e quello nuovo, per motivi di sicurezza, ha fatto togliere tutto. È da allora che ho iniziato a pensare a una cosa, anche se forse irrealizzabile. Vorrei che in paese progettassimo almeno di rendere utilizzabile il vecchio campetto da calcio. Un'area verde, ora cintata e non calpestabile. Lì ci starebbe proprio un bel campo con porte grandi, disegni qua e là sui muri limitrofi e palloni dovunque. La misura del campo è 70x40 m, insomma perfetto! Noi ci potremmo divertire di nuovo come prima.


SCUOLA

A NUOVO

PER CASO

di Elia Lucchini

di Michele Ransenigo

Gara con la bicicletta. Luoghi nascoosti. Petardi. Risate. Ecco la sintesi di un tipico pomeriggio con gli amici. Scoviamo sempre qualche posto dimenticato, come quel giorno in cui dietro una sbarra coperta di edera, oltre due grandi querce vedemmo un cascinale immenso in rovina.

Ho sempre sognato che nel mio paese ci fosse un campetto da calcio,anche piccolo, ma in cui tutti potessero andarci, per giocare. È stato un giorno, per caso, che, camminando a zonzo, ho visto un parco senza nessuno, con molto spazio verde libero. Ci sono tornato più volte a immaginare come potesse nascervi un campetto da calcio. Sarebbe bastato aggiungere due porte da calcio e due panchine su cui sedersi. Col tempo inizio a pensare più tecnicamente, per rendere quel posto uno dei migliori parchi. Oltre alle porte da calcio ci andrebbe messa anche una recinzione, non molto alta, solo per delimitarlo. E andrebbero fatte migliorie al fondo erboso. Aggiungerei anche un piccolo bar nel parco, con delle sedie e tavoli. Immagino già me e i miei amici giocare interi pomeriggi d'estate e ritrovarci in quel bellissimo bar. Vagando per il parco mi convinco, ogni giorno di più, che è proprio il posto perfetto in cui costruirci un campetto da calcio e un piccolo bar. Torno a casa molto felice pensando che un giorno si possa fare e magari sarò io a disegnare il progetto.

Tetto crollato, porte scardinate e consumate dal tempo, stalle deserte, silos rotti, trattori arrugginiti. Come archeologi di fronte a un tempio antico, l'adrelina ci riempì di entusiasmo e immaginammo di riportarlo ai suoi vecchi giorni di vita e di bellezza. L'interno è luminoso, circa cinquanta metri per trenta di aria e luce. Ci starebbe una palestra intera, con tanto di piscina olimpionica, campo da calcio e da basket, oltre a tutte le tipiche attrezzature sportive. Siamo tornati a casa e io subito mi sono messo a disegnare quel cascinale rifatto a nuovo.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 29


SCUOLA Praticante: Franco Chiriacò Relatore: Piero Fiaccavento

Studio di muri contro-terra e locali interrati in presenza di falda acquifera

I

ntroduzione In questo secondo lavoro riguardante l’umidità riscontrata negli edifici si è voluto indagare sulle cause della presenza di acqua o di terreni umidi a contatto con muri contro terra o in ambienti interrati. Tali indagini sono consistite nell’individuazione di falde acquifere presenti nel sottosuolo che possono interessare i suddetti edifici. Quindi si sono analizzati i vari tipi di suolo presenti in natura e l’eventuale presenza d’acqua attraverso metodi geofisici e meccanici, con posizionamento di piezometri per analizzare l’oscillazione delle falde acquifere sotterranee. Una volta individuata la presenza d’acqua nel sottosuolo e il suo comportamento nel sottosuolo, si è provveduto ad un’analisi della presenza di umidità negli edifici e nei muri controterra, al fine di poter determinare le metodologie d’intervento più opportune per il bloccaggio ed eventualmente il drenaggio dell’acqua dalle strutture edili interessate ed eventualmente l’impermeabilizzazione delle stesse. Descrizione della presenza di falda acquifera che interessa muri e locali interrati Prima di analizzare la presenza d’acqua nel sottosuolo, è opportuno evidenziare le caratteristiche dei suoli interessati che possono contenere falde acquifere sui quali si appoggiano le fondazioni delle strutture edili con presenza di locali interrati. Orizzonte O: ricco di materia organica non decomposta o parzialmente decomposta; Orizzonte A: ricco di minerali erosi dagli agenti atmosferici e di humus derivante da sostanze organiche provenienti dalla decomposizione degli organismi; presenta elevata biologica ed abbondanti radici; Orizzonte E: caratterizzato dalla presenza di particelle minerali (silicati, ferro, alluminio); Orizzonte B: presenta una minore attività biologica e contiene argille e ossidi di ferro e alluminio provenienti dagli strati superiori; Orizzonte C: strato nel quale arrivano le radici degli alberi; presenta scarsa attività biologica; Orizzonte R: consiste in un letto roccioso generalmente costituito dalla roccia madre non disgregata. Il profilo verticale del terreno è raramente uniforme con la profondità e in genere consiste in livelli, o strati, più o meno 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2


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distinti. Partendo dal piano campagna, in genere, si possono distinguere diverse zone: • Zona di evapotraspirazione: è lo strato più superficiale, sede di attività biologica (vegetale e animale). In questa zona avvengono gli scambi idrici con l’atmosfera. Lo spessore della zona di evapotraspirazione varia con il tipo di clima e copertura vegetale. • Zona insatura (zona di ritenzione): in essa vi è la coesistenza di aria e di acqua in quantità tali da non saturare il terreno. In tale zona, il movimento dell’acqua è ad una componente verticale. • Frangia capillare: è presente al contatto tra zona satura e zona insatura. Infatti, nei casi in cui la dimensione degli spazi inter-granulari lo consente, in tale zona si verificano fenomeni di capillarità lungo i canalicoli formati dalla successione di pori. • Zona satura: in tale zona, a meno che non vi siano meati isolati e inaccessibili, l’acqua occupa tutti i vuoti per un volume pari alla porosità totale e fluisce nel terreno con un movimento a componente orizzontale. • Substrato impermeabile: la zona di saturazione (costituita da terreno permeabile) ha termine in corrispondenza dello strato impermeabile di terreno, costituito da materiale molto fino (limo, argille) o da formazioni rocciose non fratturate. In tali sedimenti stratigrafici può esistere la presenza di acqua in base alle caratteristiche dei suoli si può avere l’infiltrazione o l’accumulo di acque sotterranee che possono interessare le strutture edili prese in considerazione. Caratteristiche del suolo Lo studio dei suoli che possono essere interessati dalla falda acquifera viene effettuato • Tramite indagini di campagna - Metodologie geoelettriche: Metodologie sismiche attive (rifrazione, riflessione) - Sismica MASW - Sismica REMI (sismica passiva) - Metodologie sismiche passive HVRS

- Attraverso l’uso del georadar (uso del tromino) - Prospezioni magnetiche - Metodologie meccaniche (penetromentrie e sondaggi) con prelievo di campioni per le opportune analisi di laboratorio Penetrometro dinamico Penetrometro statico con campionatore Sonda • Prove di laboratorio, che consistono in un’analisi granulometrica effettuata con setacci e crivelli che possono essere della serie UNI o ASTM in base alle richieste specifiche, al fine di determinare la classificazione dei diversi sedimenti che possono essere coinvolti dalle falde acquifere. Diametro delle particelle (mm)

Tipo di terreno Terreni a grana molto grossa

Blocchi

Ghiaia

Terreni a grana grossa (più del 65% in sabbia e ghiaia) Sabbia

Terreni a grana fine (più del 35% in argilla e limo)

200

Ciottoli

Limo Argilla

60 Grossa

20

Media

6

Fine

2

Grossa

0,6

Media

0,2

Fine

0,06

Grosso

0,02

Medio

0,006

Fine

0,002 < 0,002

I terreni possono quindi essere suddivisi in quattro categorie: - Terreni a scheletro prevalente Sono terreni composti da materiale grossolano, dovuto dalla disgragazione meccanica delle rocce, che non trasmettono un contributo positivo alla fertilità di questo. Non sono in grado di influenzare direttamente la capacità di trattenuta idrica del suolo. Tuttavia quando questi terreni superano il 40% di composizione scheletrica, riescono gradualmente ad influenzare le proprietà del substrato pedologico. - Terreni sabbiosi La sabbia di questi terreni è composta da piccoli frammenti di roccia, singoli minerali, calcari cristallini, da pezzettini di conchiglie, ecc. Sono detti sabbiosi o leggeri quando questa supera il 50-60% in peso della frazione solida del suolo. Questi possiedono un’elevata macroporosità (scolano facilmente) e di conseguenza hanno uno una debole capacità di trattenuta idrica. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 31


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- Terreni limosi Il materiale del quale è composta questa tipologia di terreno è formato principalmente da silicati di basi diverse derivanti dall’alterazione chimica della roccia madre, ma anche da calcare e frammenti minutissimi di sostanza organica. Il limo non possiede la caratteristica di riunirsi in aggregati di particelle per cui questi terreni, spesso, sono mal strutturati. - Terreni argillosi Terreno composto non solo da silicati idrati di alluminio (meglio noti come argilla), ma anche da altri materiali, come silice, idrati di ferro e di magnese e humus, estremamente diversi dal precedente. Le sue caratteristiche quali le dimensioni estremamente piccole delle particelle argillose, la proprietĂ di rilasciare ioni idrogeno, l’elevata resistenza alla penetrazione degli attrezzi di lavoro, la forte coesione tra le particelle allo stato secco e notevole plasticitĂ in quello umido, la trattenuta di notevoli quantitĂ d’acqua a pressione alta, lo rendono un terreno nettamente diverso dai precedenti. Sono denominati argillosi, pesanti o colloidali in particolare quando superano il 40% di composizione argillosa. Una volta determinate le caratteristiche dei suoli, si può analizzare la presenza del coefficiente di permeabilitĂ o ConducibilitĂ idraulica k (cioè la capacitĂ di una roccia di lasciarsi attraversare dall’acqua in condizioni normali di temperatura e pressione) in tali sedimenti dove K dipende sia dalla natura del fluido in movimento, sia dalla natura e conformazione della matrice solida. Questa dipendenza è generalmente espressa dalla formula: g l g Q + Q[m/s] è la conducibilitĂ idraulica; g[m2] è la permeabilitĂ intrinseca del mezzo poroso; +[g/m s] è la viscositĂ dinamica; l[g/m3] è la densitĂ del fluido; g [m/s2] è l’accelerazione di gravitĂ . Tipo di terreno

K [m/s]

Ghiaia

10-2-1

Sabbia e ghiaia

10-5-10-2

Sabbia molto fine

10-6-10-4

Lima

10-8-10-6

Argilla

< 10-8

32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Presenza di acqua nel suolo Sono diversi i fenomeni che regolano la presenza dell’acqua nel terreno e la possibilitĂ che essa possa migrare: • Fenomeni di asdsorbimento legano le molecole bipolari d’acqua ai micro-pori esistenti sulla superficie dei granuli: questa acqua, il cui volume è inversamente proporzionale alla granulometria della roccia, prende il nome di acqua igroscopica o di adsorbimento. Intorno a ciascun granulo e alla sua acqua igroscopica si genera un sottile film di acqua pellicolare a causa di fenomeni di adesione. La somma volumetrica dell’acqua igroscopica e di quella pellicolare è detta acqua di ritenzione. • Fenomeni di attrazione molecolare fissano l’acqua capillare negli spazi inter-granulari sufficientemente stretti. Nella fascia poco al disopra della superficie piezometrica, l’acqua riempie solo parzialmente tali spazi ed è detta isolata, mentre in corrispondenza o appena al di sopra della suddetta superficie essa riempie tutti gli spazi inter-granulari sufficientemente stretti ed è detta continua. L’acqua capillare isolata non è soggetta alla forza di gravitĂ , a differenza di quella continua che trasmette anche la pressione idrostatica. Il volume dei meati che non è occupato nĂŠ da acqua di ritenzione, nĂŠ da acqua capillare è disponibile per contenere l’acqua gravimetrica che è soggetta alla forza di gravitĂ ed è libera di muoversi nel sottosuolo. Essa può venire estratta mediante drenaggio o pompaggio ed è, dunque, l’aliquota d’acqua contenuta nel suolo realmente utilizzabile.


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Il contenuto d’acqua (gravimetrica) viene generalmente definito come rapporto tra la massa dell’acqua presente nel suolo e la massa del suolo secco: Umidità di massa w = ml/ ms attraverso il volume d’acqua presente nell’unità di volume del suolo: Umidità di volume ew = Vl/V in ogni caso, il contenuto d’acqua volumetrico ew e quello gravimetrico w possono essere dedotti l’uno dall’altro attraverso la relazione: ew = w lb / ll % lb(= ms/V) è indicato il valore della massa volumica apparente del suolo % ll(=ml/Vl) la massa volumica dell’acqua. Il contenuto d’acqua a saturazione (= porosità efficace) è di solito più alto nei terreni argillosi piuttosto che nei terreni sabbiosi. Infatti, nei terreni sabbiosi, il valore del contenuto d’acqua a saturazione es è nell’ordine del 40-50%, nei terreni argillosi può raggiungere anche il 60%. I metodi di determinazione del contenuto di acqua di un suolo possono essere diretti e indiretti. Tra i metodi diretti, quello più comunemente utilizzato è quello termo-gravimetrico(norme ASTM D 2216-66): Il campione di terreno viene sistemato in un contenitore di vetro ed il tutto viene pesato (W1); Il campione nel contenitore viene posto in una stufa ad una temperatura prefissata (convenzionalmente pari a circa 105°C) per un tempo stabilito (circa un’ora per pochi grammi di sabbia, mentre per l’argilla occorrono molte più ore); • Il campione viene poi fatto raffreddare e si pesa insieme al contenitore (W2). • Il contenuto d’acqua si ricava dalla relazione: W= peso contenitore; W1= peso contenitore e terreno umido; W2= peso contenitore e terreno secco. Tutti questi studi relativi al suolo interessato dalla presenza o meno della falda acquifera sotterranea, potrebbero o possono creare umidità nelle fondazioni e nelle parti murarie contro-terra dove si dovrà intervenire per salvaguardare gli ambienti degli immobili. Influenza della presenza dell’umidità o dell’acqua in ambienti interessati da falda acquifera sulla salute delle persone Il problema dell’umidità negli immobili interessa la salute delle persone. Alcune patologie associate o attribuite alla permanenza in edifici sono state appunto definite “Malattie associate agli edifici o Building-related illness (B.R.I.)”: legionellosi, febbre da umidificatori, alveolite allergica, etc., con quadro clinico ben definito e per le quali può essere identificato uno specifico agente causale presente nell’ambiente confinato. Sono state, inoltre, segnalate sindromi

diffuse, caratterizzate da effetti neurosensoriali che determinano condizioni di malessere, diminuzione del comfort degli occupanti e percezione negativa della qualità dell’aria. • Malattie respiratorie: l’apparato respiratorio rappresenta la porta d’ingresso di vari contaminanti aerei presenti nell’aria degli ambienti confinati. • Effetti da esposizione ad antiparassitari e insetticidi di uso domestico: questi composti sono tossici per definizione ed esercitano i loro effetti principalmente sul sistema nervoso, sul fegato e sull’apparato riproduttore. Taluni sono anche sensibilizzanti allergici. Per questo gruppo di sostanze non esistono dati sull’entità della esposizione della popolazione. • Effetti irritativi e sul comfort della qualità dell’aria indoor: fra i diversi fattori che incidono sulla “qualità” degli ambienti in cui si vive e si lavora e quindi sul benessere delle persone, il microclima e l’inquinamento chimico rivestono una importanza fondamentale. • Malattie da allergeni indoor: L’aumentata propensione alle allergie ha reso pericolose alcune normali componenti biologiche del nostro ambiente di vita (un tempo innocue), quali gli acari della polvere, alcune muffe. Oltre a forme classiche di asma bronchiale allergico, gli allergeni indoor possono essere responsabili di una sindrome di notevole interesse, definita “febbre da umidificatore”. È necessario promuovere un programma nazionale di ricerca a medio termine su queste aree prioritarie: - Valutazione dell’esposizione e del rischio per la popolazione; - Valutazione degli effetti sulla salute ; - Metodi di misura e di studio delle sorgenti e degli inquinanti ; - Tecniche per il miglioramento della qualità dell’aria interna e per la riduzione del rischio per la salute; - Strumenti e metodi per la formazione professionale e l’informazione della popolazione. Studio dei ponti termici I ponti termici sono porzioni di muratura in cui i diversi materiali utilizzati, caratterizzati da diverse capacità isolanti, creano una “discontinuità termica” tale da favorire la “dispersione termica”. I ponti termici costituiscono una delle maggiori cause di dispersione termica negli edifici, e la loro mancata correzione può dare vita anche a fenomeni di condensazione e formazione di muffa. Un esempio classico che può rappresentare il ponte termico sono i pilastri e le travi in calcestruzzo. Per quanto riguarda le nuove costruzioni, la correzione del ponte termico può essere effettuata prevedendo, già in fase progettuale, la realizzazione di uno scasso tra pilastro/trave e tamponatura, in modo tale da poter aumentare, in corriIL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 33


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spondenza della porzione in CLS, lo spessore d’intonaco e correggere così il problema di dispersione del calore in modo semplice ed efficace.

Il parametro che permette di valutare l’effettiva capacità di isolamento termico dal caldo di un materiale isolante è la diffusività termica. Per diffusività termica “a”; viene inteso il rapporto tra la capacità isolante h(conducibilità termica) e la capacità termica (prodotto del calore specifico l e del peso specifico c) Diathonite Evolution La capacità isolante (conducibilità termica) attenua l’intensità dell’onda termica in ingresso. L’ottima capacità termica permette di accumulare il calore, ritardandone il

Correggere un ponte termico comporta dei vantaggi rilevanti: Nessuna dispersione termica: aumento del risparmio energetico; Nessuna condensa e muffa; Aumento del confort termico: l’uniformità della temperatura superficiale della parete aumenta, per effetto dell’irraggiamento, la sensazione di benessere e di confort abitativo. Isolamento termico dal caldo e dal freddo e diffusione termica Isolare in maniera efficace non significa solamente impedire la dispersione di calore verso l’esterno durante i mesi invernali, ma anche evitare il surriscaldamento degli ambienti durante la stagione estiva. Contrariamente a quanto siamo portati a credere, i materiali isolanti non hanno lo stesso comportamento in estate rispetto a quanto avviene in inverno.

In inverno il flusso termico è unidirezionale, tendendo a spostarsi dall’interno (ambiente più caldo) verso l’esterno (ambiente più freddo). Questo perché la temperatura interna sarà costantemente più alta rispetto a quella esterna, e quindi il flusso termico sarà costante per tutto l’arco della giornata. In estate il flusso termico è bidirezionale in quanto si avranno temperature interne ed esterne non costanti durante l’arco della giornata. Inoltre, occorre valutare gli effetti dell’irraggiamento, con conseguente trasmissione del calore verso l’interno. 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

trasferimento verso l’interno dei locali solamente durante le ore più fresche della giornata. Materiali sintetici La capacità isolante (conducibilità termica) attenua l’intensità dell’onda termica in ingresso. La ridotta capacità termica, dovuta al basso calore specifico ed al basso peso specifico, non è in grado di accumulare il calore, permettendone il trasferimento all’interno dei locali. Tipi di analisi della presenza di umidità nei muri contro-terra e locali interrati per la presenza di falda acquifera (sistemi misti per edifici) Per un’analisi accurata della presenza della presenza di umidità sui muri controterra o all’interno di locali interrati verranno usati vari strumenti che analizzano sotto differenti aspetti il problema dell’umidità: • misuratore dell’umidità dei materiali T660 • misuratori ad impulsi elettrici • termocamera • test al carburo • termobilance • idrometri • piccole stazioni barometriche


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Metodologie di abbassamento della falda acquifera e/o allontanamento dai corpi strutturali Andare a operare in profondità impone dei doveri e manifesta con crescente chiarezza e intensità l’opportunità di servirsi della tecnica del drenaggio o abbassamento delle falde, per lavorare in sicurezza, comodità ed efficacia in tutti i cantieri in cui si esercita lo scavo in presenza d’acqua (falda freatica). Scavare in presenza d’acqua rende necessaria, per plurime ragioni, l’operazione di abbassare la superficie freatica a una quota inferiore a quella di fondo scavo: accrescere la tenuta, la “solidità” delle scarpate dello scavo, per impedirne il franamento, e lavorare in uno spazio di cantiere asciutto. Diverse sono le risorse a cui rifarsi, poiché più d’uno sono i metodi di prosciugamento disponibili. Per la scelta del dimensionamento dell’impianto è indispensabile prendere in considerazione con la più alta attenzione possibile il valore della conducibilità idraulica K del terreno. Consideriamo, qui, quelli rilevanti: • Scavo in acqua: in presenza di terreno compatto, coesivo e granulometricamente assortito, risulta essere un metodo di semplice applicazione, economico e, praticato in condizioni favorevoli, anche rapido. È un metodo che contempla una profondità di scavo limitata a 8 metri ed in taluni terreni occorre prevedere pareti molto inclinate • Dreno orizzontale: la profondità d’installazione è limitata a 4 metri. Dallo scavo, per mezzo dell’azione di una pompa, l’acqua è condotta a corpi idrici superficiali. Si dà, oltre al drenaggio per gravità, un’altra soluzione: è possibile installare i tubi finestrati al di sotto del piano di scavo e collegarli, ogni 100 metri, a un tubo chiuso collegato all’aspirazione della pompa. • Pozzi profondi: l’abbassamento è di 6-8 metri con l’utilizzo di una pompa in superficie, mentre è senza limiti con l’impiego di un’elettropompa sommersa. Occorre prevedere pozzi anche al suo interno, nel caso lo scavo sia molto largo. Non c’è limite di portata, per quanto esso dipende dal diametro della pompa e del pozzo.

• Sistema wellpoint: si presta per abbattimenti superiori, tuttavia è indicato per abbassamenti di falda di contenuta entità, cioè tra i 4 e i 4,5 metri. È il metodo di più utilizzato per prosciugare i terreni. I wellpoint sono “puntazze” filtranti, con lunghezza da 30 centimetri a 1 metro. Il sistema è composto dalle puntazze, infisse nel terreno attorno allo scavo, da una tubazione da 6”-12” che le collega, e da una pompa speciale. • Congelamento dei suoli: il congelamento artificiale dei terreni è una tecnica di impermeabilizzazione e/o consolidamento temporaneo per gli scavi sottofalda di terreni sciolti o rocce fratturate, volti alla realizzazione di grandi opere come gallerie, pozzi e cunicoli di collegamento. Esistono tre metodologie per operare: - Sistema di congelamento ad azoto; - Sistema di congelamento a salamoia; - Sistema di congelamento misto azoto-salamoia. Metodologie d’intervento di drenaggi e impermeabilizzazione dei corpi strutturali Le parti interrate di un fabbricato, prima di essere annegate nel terreno per la definitiva sistemazione, hanno bisogno di essere protette dall’umidità circostante, oltre a essere bisognevoli di opportuni accorgimenti per evitare dispersioni termiche. Occorre quindi tener conto durante la progettazione dell’utilizzazione di sistemi drenanti e dell’impermeabilizzazione delle pareti. Esistono vari tipi di drenaggio: • Drenaggio orizzontale: è il tipo più comune. L’abbassamento della falda viene indotto mediante la costruzione di una rete drenante (solitamente interrata), all’interno della IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 35


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quale l’acqua si muove per gravità. La rete si estende su una superficie notevole ma per uno spessore verticale molto ridotto e trascurabile rispetto alle altre dimensioni. • Drenaggio verticale profondo (drenaggio di pozzo): l’abbassamento della superficie piezometrica è ottenuto con una serie di pozzi opportunamente dislocati sul territorio che affondano anche notevolmente in falda, dai quali si estrae acqua meccanicamente. Di solito si tratta di pozzi scavati in falda freatica (pozzi comuni) ma non è rara l’utilizzazione del drenaggio profondo in acquiferi semi-confinati. I pozzi sono collegati ad una rete in pressione, che svolge la funzione di raccolta e smaltimento delle acque drenate. I muri controterra sono spesso un facile bersaglio per l’umidità legata ai fenomeni di capillarità. Le normali operazioni di impermeabilizzazione sono complesse, e richiedono scavi. Tuttavia esistono interventi che, pur essendo assai meno invasivi, risultano decisamente efficaci. Il fenomeno fisico della capillarità è lo stesso che causa il problema dell’umidità di risalita. Quando tale evento coinvolge murature che si trovano a diretto contatto con il terreno, la diffusione dell’umidità può essere ancora più rapida, dannosa e difficile da contrastare. Le operazioni tradizionali di impermeabilizzazione prevedono la creazione di una barriera fisica oppure l’inserimento di una guaina impermeabile a ridosso del muro. Entrambe le operazioni sono però molto invasive, in quanto richiedono il taglio del muro o lo scavo del terreno intorno all’abitazione. Interventi che si possono invece evitare con altre tecniche di impermeabilizzazione di muri controterra. Lo stesso principio utilizzato per contrastare l’umidità di risalita, visto in precedenza, può essere applicato nei muri controterra. La soluzione consiste nell’iniettare una miscela impermeabile direttamente nell’estradosso della muratura, realizzando un reticolo di fori inclinati. Si crea così una barriera tra muro e terreno, senza bisogno di scavi. L’impermeabilizzazione delle opere controterra va progettata ed eseguita con particolare cura, si deve considerare che la durata del rivestimento dovrà essere pari a quello dell’opera protetta e ben difficilmente sono possibili interventi di ripristino, per cui la mancanza di impermeabilizzazione o una impermeabilizzazione difettosa possono provocare un notevole danno economico. La scelta dei mate36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

riali quindi verrà rivolta verso quei prodotti che mantengono nel tempo le loro caratteristiche di impermeabilità all’acqua e al vapore acqueo, di resistenza meccanica anche sotto l’azione del traffico di cantiere. Utilizzo di altre metodologie per l’allontanamento ed il recupero delle acque dai corpi strutturali Il problema di umidità nei muri contro terra, oltre ad essere rappresentato dalla presenza o meno della falda acquifera, interessa anche i pluviali. Questi, quando non è possibile avere allacciamenti con la rete fognaria, scaricando le acque bianche nel terreno creano un potenziale pericolo per le pareti contoterra e di conseguenza anche per i locali interrati a loro associati. Le acque scaricate nel terreno filtrano attraverso esso, rendendolo umido, e se questo avviene vicino alla struttura, anch’essa lo diventa, e di conseguenza si avranno problemi di umidità e muffa. Per allontanare l’acqua dai corpi strutturali quindi necessario seguire un metodo: • collegare i pluviali e gli scarichi delle acque bianche alla rete fognaria; • disperdere l’acqua nel terreno lontano dalla struttura; • creare pozzi di raccolta. Quest’ultima potrebbe essere una valida soluzione in quanto l’ acqua non viene sprecata. Raccogliendola in serbatoi, che possono essere posizionati sia entroterra che fuori terra, può essere riutilizzata per altri scopi.

Considerazioni conclusive Le considerazioni conclusive di questo elaborato, dopo aver evidenziato tutte le metodologie di ricerca della presenza di umidità nel sottosuolo, si è giunti alla determinazione di metodologie che permettono l’allontanamento delle acque dalle strutture e l’ eventuale impermeabilizzazione delle stesse al fine di creare ambienti più salubri dove l’umidità viene allontanata o eliminata. Lo studio di ricerca del primo volume e di questo secondo volume può essere un punto di partenza per eventuali indagini più approfondite riguardanti i problemi di eliminazione e allontanamento dell’umidità da edifici abitativi. T


FORMAZIONE Nicolò Sarzi Sartori

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l 3 marzo 2016 presso l’Istituto “Tartaglia” si è tenuto il convegno “La mediazione per le controversie catastali nella riforma del processo tributario”. L’evento si è svolto nell’ambito degli incontri per la formazione professionale dei Geometri e dei Geometri laureati. Organizzato dalla commissione estimo, è stato presentato dal geometra Bellavia, membro del Consiglio direttivo del Collegio dei Geometri di Brescia, e dal geometra Rizzi, coordinatore della Commissione Catasto, Topografia e Territorio del Collegio. Il programma dell’evento prevedeva una breve presentazione della riforma del processo tributario (come da decreto legislativo n. 156/2015), per poi focalizzare l’attenzione sulle principali modifiche introdotte, con particolare attenzione all’estensione dell’ambito di operatività della mediazione alle controversie catastali. A tal proposito sono intervenuti in qualità di relatori il dottor Domenico Bitonti, capo team dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate DR Lombardia, al quale è spettato il compito di illustrare il tema “Le novità del processo tributario” e la dottoressa Maria Teresa Manzulli, funzionario dell’Ufficio Legale - Agenzia Entrate DR Lombardia, che ha invece trattato “La mediazione tributaria in ambito catastale”. Il reclamo e la mediazione tributaria erano disciplinati dall’art. 17-bis del decreto legislativo n. 546/92, intro-

La mediazione per le controversie catastali nella riforma del processo tributario dotto dall’art. 39 del decreto legislativo n. 98/2011 con finalità di riduzione del contenzioso. L’attivazione della mediazione ha natura di procedimento pre-processuale di carattere amministrativo. Il contribuente è dunque tenuto ad esperirla preliminarmente qualora intenda proporre ricorso avverso determinati atti. Questa fase preliminare è finalizzata ad evitare il rinvio al Giudice tributario delle contestazioni che possono essere risolte in sede amministrativa, attraverso un esame della fattispecie che tenga conto della situazione di fatto e di diritto. Il reclamo e la mediazione tributaria consentono al contribuente di rappresentare all’Amministratore le proprie ragioni e all’Ufficio di riesaminare l’atto al fine di rimuovere eventuali vizi. Nella prima applicazione era obbligatorio per le controversie di valore non superiore a 20.000€, con esclusione di quelle di valore indeterminabile. In particolare erano escluse dal procedimento di mediazione gli atti relativi alle operazioni catastali, in quanto il valore risultava indeterminabile. Con la circolare n. 49/T del 28 dicembre 2012 l’Agenzia delle Entrate dava al contribuente la possibilità di attivare la mediazione nel caso in cui lo stesso impugnava l’atto di attribuzione della rendita presunta, al fine di contestare i contributi speciali catastali, relativi accessori e sanzioni. Successivamente, con la sentenza n. 98 del 16 aprile 2014

la Corte Costituzionale si è pronunciata in merito all’art. 17-bis del decreto legislativo n. 546/1992, dichiarandone l’illegittimità. La legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 27 dicembre 2013), con l’art. 1 comma 611 lettera a) ha modificato la disciplina tributaria di cui al sopra citato art. 17 bis. Il comma 611 prevedeva che le modifiche sarebbero state applicate a decorrere dal 2 marzo 2014. Infine il decreto legislativo n. 156/2015, con l’art. 9 comma 1 lettera l) ha interamente sostituito il testo dell’art. 17 bis. Le nuove disposizioni, che tra l’altro prevedono l’attivazione della procedura di mediazione agli atti impugnabili relativi alle operazioni catastali sono entrate in vigore dal 1 gennaio 2016. L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 38/E “Riforma del processo tributario – Decreto legislativo del 24 settembre 2015 n. 156” ha illustrato le rilevanti novità introdotte che riguardano: • l’estensione dell’ambito di applicazione dell’istituto a tutti gli enti impositori, nonché agli agenti della ri-

scossione e ai soggetti iscritti nell’albo di cui all’art. 53 del decreto legislativo n. 446 del 1997, nonché alle controversie in materia catastale; • la semplificazione delle modalità di instaurazione del procedimento; • la quantificazione del beneficio della riduzione delle sanzioni in senso più favorevole al contribuente; • le regole per il pagamento delle somme dovute a seguito di mediazione; • l’estensione anche alle cause reclamabili della possibilità di esperire la conciliazione giudiziale. L’argomento del convegno è risultato essere di particolare interesse per la categoria, come si è potuto rilevare dall’elevata affluenza, unita ad una viva partecipazione durante il momento conclusivo del dibattito, costatando come il geometra, più di tante altre categorie professionali, è il tecnico che può offrire le proprie competenze tecniche in sostegno alle necessità dei privati che promuoveranno i procedimenti presso l’Agenzia delle EnT trate. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 37


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La successione testamentaria

Continua il nostro cammino attraverso l’analisi delle più frequenti problematiche giuridicooperative attinenti al fenomeno successorio. Proprio per la volontà di rendere maggiormente proficuo questo percorso argomentativo comune a chi scrive e a chi legge, il lettore non esiti ad esternare i propri dubbi attraverso la redazione della Rivista ovvero il sito internet www. avvocatogabrielemercanti.it.

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ozione di testamento e relative tipologie L’art. 587 c.c. definisce il testamento come “l’atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”. Posto che a seguito del decesso vi è l’inevitabile esigenza di individuare il soggetto che debba subentrare nei diritti facenti capo al de cuius che non si siano estinti per effetto della morte1, il nostro sistema riconosce al diretto interessato la possibilità di determinare quale sorte avrà il proprio patrimonio: emblematico in tal senso è il secondo comma dell’art. 457 c.c. il quale prevede che la successione sarà regolata dalla Legge solo quando manchi, in tutto o in parte, una regolamentazione di origine testamentaria. Caratteristica ineliminabile del testamento, quindi, è la sua natura post mortem, in quanto totalmente improduttivo di effetti prima del decesso del suo autore. Da un punto di vista formale esistono varie tipologie di testamento2, ma nella prassi due sono quelle maggiormente ricorrenti: il testa38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

mento olografo ed il testamento pubblico3. Il testamento olografo è una scrittura privata, in quanto consiste in un documento redatto e sottoscritto da un privato4, che – tuttavia – deve essere tassativamente munita di tre fondamentali caratteristiche: deve, infatti, essere interamente di pugno dal testatore scritta5, datata6 e sottoscritta7. La caratteristica essenziale è, quindi, l’olografia (cioè la redazione a mano di tutto il testamento) la cui mancanza è causa di nullità dell’intero testamento8. Proprio dalla natura di scrittura privata del testamento olografo, derivano due conseguenze: la prima è che non è mai indispensabile procedere al deposito della scheda presso un Notaio9; la seconda è che un eventuale deposito (come detto – ad ogni modo – non necessario) non sana eventuali vizi e/o irregolarità della scheda. Da quanto detto sono desumibili pro e contra di tale modalità operativa: da un lato vi sono minori costi e formalismi (chiunque senza l’ausilio di soggetti terzi può redigere un valido testamento e mantenere il totale riserbo sulla re-

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Gabriele Mercanti


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dazione in sé o comunque sul suo contenuto); dall’altro il soggetto non munito di sufficienti competenze in materia rischia di formare un testamento non conforme alle prescrizioni formali o sostanziali di Legge10. Il testamento pubblico è l’atto ricevuto da Notaio alla presenza (irrinunciabile) dei testimoni in cui il pubblico ufficiale “riduce per iscritto” le volontà comunicategli dal testatore. Anche in questo caso si evincono vantaggi e svantaggi: da un lato l’intervento del massimo professionista qualificato in materia, quale è il Notaio, è garanzia di rispondenza alla Legge delle volontà testamentarie e fa piena prova dell’autenticità della sottoscrizione sino a querela di falso11; dall’altro vi sono degli inevitabili costi aggiuntivi ed aggravi procedurali connessi all’intervento notarile. A chiusura di quanto sopra deve essere ricordato che ai sensi dell’art. 591 c.c. non possono testare le seguenti categorie di soggetti: a) coloro che non hanno compiuto la maggiore età; b) gli interdetti per infermità di mente; c) quelli che, sebbene non interdetti, si provi essere stati, per qualsiasi causa, anche transitoria, incapaci di intendere e di volere nel momento in cui fecero testamento. Caratteristiche del testamento Da un insieme di disposizioni normative infra citate sono ricavabili quattro principi fondamentali che contraddistinguono marcatamente il ne-

gozio testamentario: a. il principio di certezza: la volontà del testatore deve risultare in modo chiaro ed inequivoco. La riprova normativa ne è data dall’art. 628 c.c. in base al quale “È nulla ogni disposizione fatta a favore di persona che sia indicata in modo da non poter essere determinata”; b.il principio di personalità: la volontà del testatore deve provenire genuinamente ed esclusivamente da quest’ultimo e non da altri soggetti. La riprova normativa ne è data dall’art. 589 c.c. in base al quale “Non si può fare testamento da due o più persone nel medesimo atto, né a vantaggio di un terzo, né con disposizione reciproca” nonché dall’art. 631 primo comma c.c. in base al quale “È nulla ogni disposizione testamentaria con la quale si fa dipendere dall’arbitrio di un terzo l’indicazione dell’erede o del legatario ovvero la determinazione della quota di eredità”; c. il principio del formalismo: la volontà del testatore deve essere manifestata non in modo qualsiasi, ma attraverso uno strumento ben definito e disciplinato dalla Legge quale è il testamento. La riprova normativa ne è data dall’art. 457 primo comma c.c. in base al quale “L’eredità si devolve per legge o per testamento”; d.il principio della revocabilità: la volontà del testatore è sempre e comunque modificabile in tutto o in parte in ogni momento. La riprova normativa ne è data dall’art. 679 c.c. in base al quale

“Non si può in alcun modo rinunziare alla facoltà di revocare o mutare le disposizioni testamentarie: ogni clausola o condizione contraria non ha effetto”. Concentrandosi, invece, sulle caratteristiche strutturali del testamento deve rilevarsi che si tratta di un negozio unilaterale (perché proviene dalla manifestazione di volontà di un singolo soggetto12), formale (perché è soggetto alle regole di sua formazione previste dalla Legge per la singola tipologia testamentaria13) e strettamente personale (perché non è ammessa la rappresentanza né legale né volontaria14). Possibile contenuto del testamento Il contenuto del testamento, al pari di quello di qualsiasi altro negozio giuridico, può essere suddiviso in due grandi categorie: tipico (cioè quello espressamente previsto e regolamentato dalla Legge) e atipico (cioè quello non menzionato dalla Legge, ma comunque liberamente determinabile dal testatore secondo il noto principio dell’autonomia contrattuale15). a. Contenuto tipico Nella categoria del contenuto tipico abbiamo, innanzitutto, le due disposizioni “classiche” della materia testamentaria: l’istituzione di erede ed il legato. Con la prima il testatore indica colui (o coloro) che subentrerà (o subentreranno) nella indistinta titolarità di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi che facevano capo al defunto; con il secondo, in-

vece, il testatore attribuisce a singoli soggetti la titolarità di rapporti giuridici precisi e determinati. Come è intuibile, mentre l’istituzione di erede ha un contenuto “fisso” costituito dall’indicazione dei soggetti beneficiari e della relativa quota percentuale della massa ereditaria di spettanza (ad es. “Nomino eredi Tizio, Caio e Sempronio per la quota di 1/2 il primo, 1/3 il secondo ed 1/6 il terzo”), la disposizione a titolo di legato può avere un contenuto molto più vario a seconda dello specifico diritto che il de cuius intende attribuire al legatario (ad es. “Lego a Tizio la piena ed esclusiva proprietà della mia casa al mare sita in Comune di... alla Via... n...16”; ovvero “Lego a Caio tutto il denaro che si troverà al momento della mia morte presso il mio conto corrente presso la Banca …17”; ovvero “Lego a Sempronio il mio diritto di credito che attualmente vanto verso Mevio per l’importo di Euro… in forza del seguente titolo contrattuale 18” ecc.). All’interno della categoria del contenuto tipico, sono poi riconducibili anche altre disposizioni quali ad esempio: la condizione (cioè l’evento futuro ed incerto dal quale viene fatta dipendere la produzione o la cessazione degli effetti di una disposizione testamentaria: ad es. “Nomino erede Caio a condizione che questi mi accudisca durante la vecchiaia prendendosi cura di me”19); l’onere (cioè l’imposizione di una determinato obbligo a carico del beneficiario di una disposizione testamentaria: ad es. “Lego a Caio la mia biblioteca giuridica collocata nel mio studio con l’oIL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 39


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nere di prendersi cura del mio amato gatto Cletina in base ai seguenti criteri…”20); la nomina dell’esecutore testamentario (cioè di colui che dovrà curare l’esatta esecuzione di quanto stabilito nel testamento21). b. Contenuto atipico Alla categoria del contenuto atipico sono, per definizione, invece riconducibili solo fattispecie non previste dalla Legge, ma che la dottrina scientifica e/o pronunciati giurisprudenziali hanno ritenuto ammissibili. Si possono al riguardo riportare alcuni esempi di clausole: 1. clausola arbitrale22: è la disposizione mediante la quale il testatore impone agli eredi di devolvere la risoluzione delle controversie derivanti dall’interpretazione e/o esecuzione di tutto o di parte del testamento – ovviamente nei limiti in cui la Legge lo consente – ad uno o più arbitri 40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

anziché all’Autorità Giudiziaria; 2. divieto di alienazione23: è la disposizione mediante la quale il testatore stabilisce che determinati beni non possano essere ceduti a pena, non dell’invalidità dell’alienazione, ma del risarcimento danni; 3. clausola di decadenza24: è la disposizione mediante la quale il testatore prevede che l’impugnazione delle disposizioni testamentarie a favore di altri soggetti, determini automaticamente l’inefficacia delle attribuzioni effettuate a favore di chi ha deciso di contestare la validità delle altre. Conclusioni Il ruolo, forse sottovalutato nell’opinione comune, che nel nostro sistema riveste il testamento è centrale: è il testatore che ha la possibilità di imprimere alle vicende post mortem la direzione che ritiene

ed al tempo stesso, come si è sopra accennato, ha un’ampia serie di possibilità a propria disposizione. Pertanto, chi non è scaramantico, potrà sbizzarrirsi... T Note 1 Come già specificato nel precedente articolo dal titolo “La successione legittima” pubblicato in questa rivista nel numero 1 dell’anno 2016 cui mi permetto di fare richiamo, la morte della persona fisica non determina in linea di principio, salve – quindi – specifiche eccezioni, l’estinzione del diritto di spettanza del defunto bensì il suo passaggio ad altro soggetto. 2 A prescindere dalla tipologia formale del “veicolo” testamentario, vige comunque nel nostro sistema il principio dell’equipollenza in base al quale gli effetti del testamento sono identici senza che rilevi la distinzione tra le singole differenti modalità di redazione della scheda testamentaria. 3 Data la residualità pratica ridotta, si tralascerà in questa sede l’indagine delle altre figure previste dalla Legge quali: il testamento segreto (che consiste nella combinazione tra una scheda redatta dal testatore priva di formalismi rilevanti unita ad un verbale notarile – invece assai minuzioso – al fine, proprio, di garantire la riservatezza delle ultime volontà); il testamento speciale (che consiste nel testamento redatto in particolari situazioni og-

gettive e/o soggettive quali: calamità pubbliche, a bordo di nave, a bordo di aeromobile, operazioni belliche); il testamento internazionale (che consiste in un testamento redatto su apposita modulistica stabilita dalla Convenzione di Washington adottata il 26 ottobre 1973 e ratificata con la Legge n. 387/1990). 4 Se in astratto la natura di scrittura privata del testamento olografo è indiscussa, può nella pratica sorgere il problema di stabilire se tale scrittura abbia i requisiti minimi per assurgere a negozio testamentario: in tal senso cfr. Cass. n. 26.931 del 29 novembre 2013 per la quale è imprescindibile “l’accertamento dell’oggettiva riconoscibilità nella scrittura della volontà attuale del suo autore di compiere non già un mero progetto, ma un atto di disposizione del proprio patrimonio per il tempo successivo al suo decesso”. 5 Ne deriva che il testamento non possa essere redatto con mezzi meccanici (computer, macchina da scrivere, telegramma ecc.) né che possa essere scritto da un soggetto terzo sotto dettatura. 6 La funzione di indicazione della data è duplice: accertare la Legge vigente all’epoca del confezionamento della scheda nonché la capacità di intendere e di volere del testatore. 7 La sottoscrizione deve essere collocata in fondo alla scheda: se viene effettuata nel corpo della scheda, si potrà valutare se quanto scritto precedentemente può avere la valenza di un autonomo testamento. A conferma vedasi Cass. n. 22.420 del 1° ottobre 2013 che ha sancito la nullità del testamento olografo in cui la sottoscrizione era “apposta soltanto sul plico contenente la scheda testamentaria” e, quindi, non in calce


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LEGALE

alla scheda vera e propria. 8 Dallo sterminato contenzioso creatosi sul punto, emerge che la scritturazione debba avere due caratteristiche decisive: la personalità (cioè la sicura provenienza da parte del testatore) e l’abitualità (cioè la normalità rispetto agli standard calligrafici del testatore). Rigorosissima è Cass. n. 11.733 del 5 agosto 2002 per la quale “Qualora nel corpo della disposizione di ultima volontà anche una sola parola sia di mano altrui e risulti che essa è stata scritta da un terzo durante la confezione del testamento, sciente e consenziente il testatore, il testamento è nullo per intero”. 9 Da un punto di vista tecnico il deposito (facoltativo) presso il Notaio può essere di due tipi: o “fiduciario”, caratterizzato dal fatto – come il termine stesso suggerisce – che il testatore ha fiducia nel pubblico ufficiale e, per tale ragione, gli affida il proprio testamento come potrebbe affidarlo a qualunque altro soggetto (ad un Avvocato, ad un parente, ad un amico ecc.); ovvero “formale”, caratterizzato dal fatto che il Notaio ne redige un vero e proprio verbale di ricevimento, cui fisicamente allega la scheda testamentaria esibitagli, soggetto ai dettami della Legge Notarile. Stante il sopra citato principio di equivalenza delle forme testamentarie, il motivo che può spingere la parte a depositare il testamento presso il Notaio è, principalmente, quello di una maggiore sicurezza circa la conservazione del documento presso lo Studio del professionista. 10 Non è casuale che il maggior contenzioso in materia successoria riguardi vizi formali o dubbi contenutistici del testamento olografo. 11 È, invece, pacifico che la redazione del testamento con l’intervento del Notaio non precluda in alcun modo ai terzi interessati di contestare l’eventuale incapacità di intendere o di volere del testatore, cosi Cass. n. 12.099 del 28 novembre 1998 per la quale “L’apprezzamento compiuto dal notaio rogante circa l’incapacità a firmare di una delle parti, ed attestato nell’atto pubblico rogato, non è coperto dalla fede privilegiata di cui all’art. 2700 c.c.”. 12 Non è, quindi, possibile che più soggetti concorrano a formare la scheda testamentaria. 13 Si ricordi comunque che il testamento nullo, sia per vizi di forma sia per vizi di contenuto, può essere sanato: l’art. 590 c.c., infatti, prevede quanto segue: “La nullità della disposizione testamentaria, da qualunque causa dipenda, non può essere fatta valere da chi, conoscendo la causa della nullità, ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione”. 14 Non sono, perciò, ammessi tanto il rilascio di una procura per redigere testamento quanto la redazione da parte del rappresentante legale dell’incapace (minore, interdetto, emancipato e inabilitato). 15 Nel nostro sistema, infatti, vige il principio di fondo consacrato dall’art. 1322

c.c. in forza del quale “Le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge”. Tale regola, sancita per la materia contrattuale, è reputata tendenzialmente “esportabile” alle vicende testamentarie grazie al disposto dell’art. 1324 c.c. per cui “Salvo diverse disposizioni di legge, le norme che regolano i contratti si osservano, in quanto compatibili, per gli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale”. 16 È pacifico che non sia obbligatorio indicare nel testamento i dati catastali dell’immobile, essendo semplicemente sufficiente che il bene lasciato sia identificabile senza dubbi interpretativi. Chiaro, allora, che se il testatore – rifacendosi all’esempio sopra riportato – fosse proprietario di due appartamenti nel medesimo condominio di villeggiatura la menzione dei dati catastali potrebbe rendersi opportuna onde evitare dubbi sull’oggetto del lascito testamentario. 17 Sarà in questo caso il testatore a stabilire se intende lasciare solo il saldo di uno specifico conto corrente ovvero tutto il denaro a prescindere dalla sua collocazione fisico-giuridica (ad es. in libretti o in conti depositi). 18 In tema di legato di credito si ricordi che in base al disposto dell’art. 658 c.c. esso ha effetto per la sola parte del credito che ancora sussiste all’apertura della successione, per l’ovvia ragione che tra la redazione del testamento e la morte del testatore il credito potrebbe essersi in tutto o in parte estinto. 19 A mente del combinato disposto dagli artt. 626 e 633 c.c. la condizione deve essere possibile e lecita, altrimenti si considera non apposta salvo che sia stata la sola a determinare il soggetto a testare. 20 A sensi dell’ultimo comma dell’art. 647 c.c. “L’onere impossibile o illecito si considera non apposto; rende tuttavia nulla la disposizione, se ne ha costituito il solo motivo determinante”. 21 Nomina, poteri e funzioni dell’esecutore testamentario sono regolati dagli artt. 700 c.c. e ss. 22 In linea di principio vedasi la favorevole Cass. n. 1.989 del 6 giugno 1969: “È valida la disposizione con la quale il testatore attribuisce a due coeredi, a titolo di legato condizionato, parte di un fondo, prevedendo l’arbitrato per la sola decisione delle eventuali controversie sul frazionamento”. 23 Gli studiosi della materia, tuttavia, suggeriscono – per analogia alla materia contrattuale – che il divieto debba essere sempre temporaneo e mai perpetuo. 24 In linea di principio vedasi la favorevole Cass. n. 3.564 in data 11 dicembre 1972: “Il legato a favore di un erede legittimario può essere sottoposto alla condizione risolutiva che il beneficiato non proponga azioni o contestazioni in ordine a disposizioni testamentarie concernenti altro coerede”. Per interpretazione dominante la clausola è valida purché non precluda l’esercizio di diritti di interesse pubblico come ad esempio la lesione dei diritti di legittima.

In banca arriva il Reverse Mortgage: il prestito vitalizio ipotecario Marco Gregorini dal “Giornale di Brescia” 20 marzo 2016

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo 226/2015 in vigore dallo scorso 2 marzo, entra nel vivo il nuovo prestito vitalizio ipotecario. Si tratta di una possibilità di finanziamento ideata nel secolo scorso in Gran Bretagna e conosciuta in tutto il mondo anglosassone con il nome di Reverse Mortgage (letteralmente “mutuo inverso”). Il prestito è garantito da un’ipoteca posta su di un immobile di proprietà del sottoscrittore che deve avere più di 60 anni. Una particolarità consiste nel fatto che più l’età del sottoscrittore è avanzata e maggiore è l’importo del prestito ottenibile dalla Banca. Grazie al nuovo decreto il finanziamento non si estingue più solo con la morte del proprietario ma anche con il trasferimento, in tutto o in parte, dei diritti reali di godimento sull’immobile dato in garanzia. Il soggetto finanziato mantiene la piena disponibilità e proprietà dell’immobile e in qualsiasi momento potrà estinguere anticipatamente il prestito e vendere o trasferire i diritti reali sull’immobile a terzi. Con tale prestito non si perde la proprietà immobiliare ma si ottiene liquidità immediata. Il rimborso degli interessi può avvenire alla scadenza o a scadenze prestabilite. Nel caso in cui gli eredi decidano di non recuperare l’immobile, il rimborso del credito avverrà mediante la vendita dell’immobile stesso al prezzo di mercato. L’eventuale parte eccedente il capitale residuo del finanziamento è destinata agli eredi. Da ultimo, sotto il profilo fiscale, è opportuno evidenziare come lo Stato abbia consentito l’applicazione, a questi finanziamenti, dell’imposta sostitutiva agevolata nella misura dello 0,25%.

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SICUREZZA

I funzionari dell'Agenzia di Tutela della Salute (ex ASL) in cantiere Foto © thamkc / 123RF Archivio Fotografico

Alberto Buizza Luigi Doninelli

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redo sia capitato un po’ a tutti di ricevere una telefonata dall’impresario che avvisa che in cantiere è in corso una visita da parte dell’ASL. Nell’andare in macchina verso il cantiere pensiamo: ma è possibile che sia capitato proprio a me? Che cosa vogliono ancora? È tutto a posto, ma non hanno nulla da fare con quel poco di lavoro che c’è in giro? Il casco e le scarpe antinfortunistiche le ho nel baule, sono ancora nuove... Giubbino ad alta visibilità: uso quello che ho in macchina... Copie del PSC e del POS: sono in baracca... La notifica è appesa al cancello... Speriamo però che l’idraulico non sia in cantiere, perché il POS che mi aveva portato la settimana scorsa era quello di un altro cantiere e nemmeno si era degnato di cambiare l’indirizzo, quindi la notifica non l’ho aggiornata... I verbali di sopralluogo, anche se vado in cantiere 2-3 volte la settimana, è un po’ che non li faccio... E così via. Sembra di ritornare ai tempi in cui al lunedì mattina si andava a scuola e sul pullman si sperava che il professore di costruzioni non interrogasse proprio noi perché proprio non eravamo preparati, su quell’argomento di statica. Ma indubbiamente le visite da parte degli organi ispettivi sono mirate a prevenire incidenti anche gravi e a preservare la salute dei lavoratori: è in quest’ottica dovremmo guardare alle visite degli ispettori, non come una inutile e prevaricante azione di sorveglianza. Descrizione del cantiere e documentazione richiesta Appena giunti in cantiere, gli ispettori si occupano dello stato dell’arte delle attrezzature. Ci eravamo premuniti, raccomandando al responsabile di cantiere di adeguarsi alle norme con particolare riguardo al parapetto delle scale con il fermapiede, di non usare la forca per portare i pacchi in copertura, di quei cavi nastrati da sostituire e di quel ponteggio da sistemare dopo che sabato mattina avevano montato per armare la parete in cemento armato senza mettere le basette! Purtroppo, non tutto era andato come volevamo, e le nostre scuse del tipo: “Ma sono passato ieri ed era tutto a posto…” non valgono. Le fotografie “incastrano” un operatore sulla pensilina senza parapetti, i bancali alle porta-finestre (che magari sono lì da mesi in attesa del ponteggio esterno), e così via. 42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Poi gli ispettori passano in rassegna la documentazione allegata al PSC. Ma sappiamo quale è, quella indispensabile? Ai corsi se ne parla, ma non c’è un elenco completo e preciso (complice il fatto che ogni cantiere è unico e diverso). Magari abbiamo visto in internet che l’ULSS 9 di Treviso ha aggiornato nel 2016 una check list dei documenti da tenere in cantiere: ma basteranno quelli che chiedono a Treviso? Vediamo quali sono: 1. Notifica preliminare 2. Nomina Coordinatori per la Sicurezza in fase di Progettazione ed Esecuzione dei Lavori. 3. Piano sicurezza e coordinamento (PSC) 4. Piano Operativo Sicurezza (POS) 5. Piano montaggio uso e smontaggio dei ponteggi (PIMUS), comprensivo di disegno esecutivo 6. Attestati di formazione dei lavoratori adibiti al montaggio dei ponteggi. 7. Dichiarazione di conformità impianto elettrico di cantiere alla regola dell’arte 8. Verifiche attrezzature (art. 71 comma 11 e allegato VII del d.lgs. 81/08). 9. Attestati di formazione uso attrezzature che richiedono particolari abilitazioni (art. 73 comma 5 e Accordo Stato Regioni del 22/02/2012). 10. Attestati di formazione e addestramento all’uso dei DPI contro le cadute dall’alto. Però ci ricordiamo di un altro articolo, che elencava come necessaria la seguente documentazione:


SICUREZZA

Impresa 1. Iscrizione Camera di Commercio; 2. Dichiarazione di conformitĂ riguardante la verifica dell’impianto di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche e relativa ricevuta di trasmissione all’ISPESL e all’ARPA (D.P.R. 462/2001); 3. Calcolo circa le protezioni da adottare al ponteggio metallico contro le scariche atmosferiche ai sensi della norma CEI EN 62305/1-4; 4. Libretto del ponteggio autorizzato dal ministero; 5. Libretto impianto di sollevamento (Argano a cavalletto) e relativa verifica; 6. Verifica calcolo per l’installazione del telo sul ponteggio (effetto vela) da parte di professionista abilitato (Circolare Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale n° 149/85.); 7. Documentazione sanitaria d’idoneitĂ al lavoro dei lavoratori dipendenti, e nomina del medico competente e relativa accettazione; Committente 1. Copia contratto stipulato con l’impresa; 2. Copia lettera incarico e relativa accettazione da parte dei coordinatori. Coordinatore 1. Copia delle attestazioni di cui all’ Art. 98 D.Lgs. 81/08. Senza contare che, nel nostro PSC l’elenco – non esaustivo – è arrivato a contemplarne ben quarantasette. E sono: 1. Notifica preliminare art. 99 DLgs 81/08 e smi 2. Certificato di iscrizione alla CCIAA o documento sostitutivo (se impresa in fase di aggiornamento) 3. Autocertificazione avvenuta stesura documento di Valutazione dei rischi (DVR), del rischio chimico, del rischio rumore, del rischio vibrazioni 4. Autocertificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi in ordine al possesso dei requisiti previsti da Allegato XVII DLgs 81/08 e smi (se consentito ai sensi di art. 90 c9 a) DLgs 81/08) 5. Documento Unico di RegolaritĂ Contributiva (DURC), rilasciato da istituti o enti abilitati, di cui al DM 24/10/2007, per ciascuna impresa presente in cantiere e per tutti i lavoratori autonomi. 6. Trasmissione all’amministrazione concedente di Permesso di Costruire o DIA (prima dell’inizio dei lavori) 7. Dichiarazione relativa all’organico medio annuo, distinto per qualifica, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), all’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL) e alle casse edili 8. Dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente piĂš rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti

9. Denuncia nuovo lavoro a INAIL 10. $PQJB -JCSP VOJDP EFM MBWPSP BJ TFOTJ EFMÞ% - HJVHOP 2008, n. 112,(convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133,) 11. Copia del contratto di appalto o sub-appalto 12. Piano di Sicurezza e Coordinamento 13. Piani Operativi di Sicurezza delle imprese presenti in cantiere 14. Elenco dei lavoratori risultanti dal libro unico del lavoro presenti in cantiere 15. Elenco dei dispositivi di protezione individuali forniti ai lavoratori o in dotazione ai lavoratori autonomi 16. Schede di sicurezza dei materiali e sostanze usati in cantiere 17. Nomina Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, addetti al Primo Soccorso, addetti all’Antincendio, Nomina del Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza 18. Nomina Preposto 19. Nomina del Capo cantiere 20. Mod. UNI LAV in merito all’assunzione dei lavoratori 21. Dichiarazione di presa visione e accettazione del PSC 22. Dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o interdittivi di cui al comma 1 art. 14 D. Lgs. 81/08 23. Programma delle demolizioni 24. Piano di demolizione e rimozione dell’amianto 25. Piano antinfortunistico di montaggio delle strutture prefabbricate 26. Nomina Medico Competente 27. Certificati di idoneità sanitaria alla mansione 28. Tesserini di vaccinazione antitetanica 29. Dichiarazione di conformità impianto elettrico di cantiere (DM 37/08) e dei quadri elettrici (quadri ASC – CEI 17 – 13/4) 30. Dichiarazione di conformità degli impianti di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche (DM 37/08 e DPR 462/01) 31. Rapporto dell’avvenuta regolare manutenzioni degli impianti di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche (ogni 2 anni) DPR 462/01 32. Certificazioni CE macchine e attrezzature (inclusi eventuali attrezzature a pressione di cui al DLgs 93/00) utilizzate in cantiere 33. Documentazione attestante la conformità alle disposizioni del Dlgs 81/08 e smi di macchine, attrezzature e opere provvisionali utilizzate in cantiere (sia da imprese sia da lavoratori autonomi) 34. Libretti di uso e manutenzione e rapporti dell’avvenuta regolare manutenzioni di macchine e attrezzature utilizzate in cantiere (sia da imprese sia da lavoratori autonomi) IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 43


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35. Attestazioni di conformità ai requisiti di sicurezza di cui all’art.70 o Allegato V DLgs 81/08 e smi dei noleggiatori o concedenti in uso di attrezzature di lavoro utilizzate in cantiere 36. Dichiarazione di conformità per le macchine immesse sul mercato dopo l’entrata in vigore del regolamento di recepimento della Direttiva Macchine - D. Lgs n. 17 del 27.01.2010 37. Dichiarazione di stabilità dell’impianto di betonaggio, silos, piani di carico ecc. 38. Libretti di collaudo per apparecchi di sollevamento (per portate superiori a 200 Kg.)- Registrare sul libretto o sul quaderno provvisorio ( in attesa di collaudo), le verifiche trimestrali di funi, catene e ganci metallici ai sensi D. Lgs. n° 81/08 39. Comunicazioni all’ASL di avvenuta installazione in cantiere. (Art, 71 comma 11 e 13 D. Lgs n, 81/08) 40. Dichiarazione di corretta installazione GRU - eventuale calcolo del Piano di appoggio (Art, 71comma 11, con riferimento all’allegato VI punto 3.1.3. e VII D. Lgs n. 81/08) 41. Verifica trimestrale di funi e catene degli apparecchi di sollevamento 42. Documentazione radiocamando per gru (DM (347/88) 43. Libretto ponteggio con autorizzazione ministeriale (art. 131 DLgs 81/08 e smi) 44. Disegno esecutivo del ponteggio, firmato dal responsabile di cantiere, per ponteggi montati secondo schemi tipo 45. Progetto ponteggio, redatto da tecnico abilitato, per opere alte più di 20 metri o montati in difformità dagli schemi tipo (art. 133 DLgs 81/08 e smi) 46. Progetto dei castelli di servizio, redatto da tecnico qualificato 47. Piano di montaggio uso e smontaggio (PiMUS) di cui all’art. 136 e Allegato XII DLgs 81/08 e smi Può sembrare quasi impossibile che un coordinatore riesca a recuperare tutta la documentazione necessaria prima di iniziare i lavori. Ma tale documentazione non è comunque detto sia ritenuta sufficiente, perchè il funzionario ti chiede se hai il verbale di collaudo, con relative prove di carico, sulla pedonalità o meno della falda di copertura, perchè stai togliendo le lastre in eternit e perchè gli operai camminano sui tavelloni. E devi anche dimostrare che l'operaio è in sicurezza, altrimenti sei costretto a mettere le reti sottostanti, le linee vita, ecc. “Dulcis in fundo”, a tutto questo si aggiunge il rischio della sanzione. L’ispezione Tornando indietro un passo, di solito noi coordinatori in fase d’esecuzione arriviamo quando l’ispezione è pressoché ulti44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

mata, o comunque dopo che è stata controllata la segnaletica in cantiere e la recinzione dello stesso. L’ispezione prosegue ponendo l’attenzione sull’impianto elettrico (“… Il cavo dell’argano che non è sostenuto da una fune portante come dovrebbe…”) e sul ponteggio (“… Sì, è stato montato bene ed in modo conforme a quanto riportato nel libretto, ma quella passerella: due tavole senza parapetto!”). Ma oltre a queste giuste osservazioni, ci si domanda, gli ispettori considerano con la stessa attenzione che i lavoratori abbiano frequentato i corsi di aggiornamento? Che siano correttamente formati? Che anche i lavoratori stranieri abbiano il cartellino, leggano, parlino e capiscano l’italiano e riescano a far funzionare l’estintore? E perfino che la baracca di servizio risponda a tutti i requisiti di legge? A volte succede (purtroppo di rado) che il committente segua il nostro consiglio di scegliere un’impresa seria, “in gamba”, che ci tiene alla sicurezza dei propri uomini, magari senza nessun lavoratore autonomo per “colmare i vuoti”. Ecco, questa è prevenzione e non fortuna! Sospensione dei lavori Ritornando al nostro cantiere, nonostante tutto quello che abbiamo cercato di mostrare agli ispettori ecco che, quasi immancabilmente, si devono sospendere le lavorazioni e ci viene quindi assegnato un tempo massimo per consegnare la copia della documentazione che non hanno trovato in baracca, oltre ad una scadenza per l’adempimento di quanto contestatoci... E proprio adesso, che il committente aveva fretta di terminare i lavori il più rapidamente possibile! Eccoci allora costretti a definire in tutta fretta con il capo cantiere come adeguare il cantiere, con il commercialista dell’impresa la consegna dei documenti, con l’idraulico la correzione del POS. Infine portiamo il tutto negli uffici dell’ispettore. Informativa di reato ai sensi del 347 c.p.p. Purtroppo, nei giorni successivi è facile che ci pervenga la notifica del verbale d’ispezione, ai sensi dell’art. 437 del c.p.p, informativa di reato che è stata trasmessa anche alla Procura della Repubblica, competente territorialmente. Ecco un esempio di alcune delle contravvenzioni accertate per singola competenza: 1. Al datore di lavoro, (quale Amministratore unico dell’impresa esecutrice): - Art. 126, D. Lgs. 81/2008: poiché l’andatoia era priva, sui lati prospicienti il vuoto, di normali parapetti e tavole fermapiede: arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 3.000 a € 12.000; - Art. 129, comma 1, D. Lgs. 81/2008: poiché lungo la scala in c.a. non era stato installato, fino alla posa in opera delle ringhiere, il parapetto normale con tavola fermapiede, al


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fine di evitare cadute dall’alto di persone o di cose: arresto da 3 mesi a 6 mesi o ammenda da € 3.000 a € 12.000; Art. …, comma …, D. Lgs. 81/2008: poiché il cavalletto dell’argano era sprovvisto dal lato per il passaggio del secchione, di tavola fermapiede alta non meno di 30 cm: arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da € 516 a € 2.582.

sato nella prescrizione) gli ispettori ritornano in cantiere (nonostante l’elenco dei rimedi posti in essere e documentati con fotografie sia già stato loro inviato). Una volta accertata l’ottemperanza a quanto disposto e prescritto, essi procedono alla stesura del verbale di verifica, notificando agli interessati l’ammissione al pagamento della contravvenzione.

2. Al Committente: - Art. 90, comma 3, D. Lgs. 81/2008: poiché la designazione del Coordinatore per l’esecuzione dei lavori, non esonera il committente o il responsabile dei lavori dalle responsabilità connesse alla verifica dell’adempimento degli obblighi di cui all’art. 4, comma l , lettera a): arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 1.549 a € 4.131

Estinzione del reato Eccoci in attesa della raccomandata in busta verde! Entro trenta giorni dalla data di notificazione, ai contravventori è richiesta come prevedono le norme, la ricevuta dell’avvenuto pagamento: questo per consentire al personale ispettivo di darne comunicazione al P.M. Infine, e solo allora, avendo adempiuto alle prescrizioni impartite dall’organo di vigilanza nel termine fissato e avendo provveduto al pagamento previsto dall’art. 21, comma 2 del D. Lgs. 758/94, il P.M. richiede al G.I.P. l’archiviazione, poiché il reato è estinto.

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3. Al C.S.E.: - Art. 158, comma 2, lettera d, D. Lgs. 81/2008: per non aver segnalato al committente, previa contestazione scritta, le inosservanze disposizioni degli articoli 8 e 12 e di non aver proposto la sospensione dei lavori: arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da € 3.000 a € 12.000 E qui nasce una seria considerazione: com’è possibile che il compenso concordato con il committente (quasi sempre condizionato da una spietata ed assurda concorrenza anche da parte di alcuni colleghi) non ci consenta di pagare nemmeno la sanzione che ci viene irrorata? Verifica dell’adempimento Il giorno successivo alla scadenza del termine fissato nella prescrizione di nuovi adempimenti (la verifica dovrebbe avvenire entro sessanta giorni dalla scadenza del termine fis-

Riflessioni finali Il 26 febbraio 2016 è stato pubblicato, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, che ci offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, dall’esame dei dati riguardanti l’anno 2014 si rileva un’elevata percentuale di aziende irregolari, conformemente al trend delineatosi negli anni precedenti, dal quale oltre un’azienda su due è stata trovata in situazione d’irregolarità; in particolare nell’edilizia la percentuale di aziende irregolari evidenziata è del 59% (+1% rispetto al 2013). Dal rapporto annuale si evidenzia, in riferimento alle costruzioni, che: • la vigilanza in materia di tutela della salute e sicurezza sui IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 45


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luoghi di lavoro svolta nell’anno 2014 ha consentito di riscontrare n. 26.998 violazioni prevenzionistiche, con una flessione pari a -18,49% rispetto all’anno 2013 (quando ne erano state accertate n. 33.123); • a fronte di una complessiva diminuzione del numero di violazioni di carattere prevenzionistico, con particolare riferimento al citato settore si registra tuttavia un tasso di irregolarità pari al 68,48% (a fronte di un tasso di irregolarità riscontrato nel 2013 pari al 65,42% con un incremento percentuale di quasi 3 punti maggiore). In particolare, in relazione alle sanzioni contestate in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro per violazioni delle norme contenute nel titolo IV del D.Lgs. n. 81/2008 (c.d. T.U. Sicurezza), è stato accertato un numero sostanzialmente invariato di illeciti di carattere prevenzionistico. Al riguardo si segnala che il 37% delle violazioni riscontrate nel settore edile sono connesse a rischio di caduta dall’alto e il 19% si riferiscono a rischio elettrico, utilizzo di attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione collettivi ed individuali. In diminuzione, invece, le sanzioni comminate con riferimento ai rischi relativi alle operazioni di investimento e seppellimento (pari a 3% a fronte del 5% dell’anno 2013). L’analisi dei dati, peraltro, evidenzia un’insufficiente attenzione delle aziende ispezionate agli obblighi del datore di lavoro relativi alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori e alla formazione ed informazione del personale (ciascuno pari al 12%), nonché una certa carenza nella realizzazione di una completa ed articolata valutazione dei rischi aziendali ed interferenziali (che è oggetto di circa il 7% delle violazioni riscontrate). Restano invariate le criticità connesse all’osservanza degli obblighi previsti in capo ai committenti e ai coordinatori negli appalti sia pubblici sia privati cui, come nell’anno precedente, è riferito il 10% degli illeciti rilevati. Dal rapporto si evidenzia come il 10% delle inosservanze riscontrate in sede di visita siano da imputare ai committenti e ai coordinatori. E a questo riguardo, la nostra categoria deve farsi un esame di coscienza: stiamo facendo tutto il possibile per migliorare le condizioni di lavoro nei cantieri? Da un lato sarebbe auspicabile che il lavoro dell’ASL non si limitasse quasi esclusivamente alle ispezioni, le quali poi finiscono quasi per la totalità in sanzioni, sebbene è indubbio che la norma le debba prevedere. Migliore è l’approccio propositivo e collaborativo del Comitato Paritetico, ad esempio, le cui visite aiutano a far crescere le imprese, e anche noi, al fine di gestire meglio ed in maggior sicurezza un luogo di lavoro particolare e difficile qual è il cantiere edile. Dall’altro lato dobbiamo cercare di interagire maggiormente con gli altri soggetti che sono parte attiva in questo processo: la committenza, le imprese ed i lavoratori. I soggetti ai quali i 46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

coordinatori sono più legati sono i committenti, dato che sono coloro per cui lavorano e ai quali devono rendere conto e con i quali vi dovrebbe essere comunione e condivisione di intenti. Imprese e lavoratori sono invece quelli con i quali il coordinatore si interfaccia maggiormente, a volte quotidianamente, ma spesso con posizioni antitetiche e opposte, sebbene anche con essi vi dovrebbero essere i medesimi intenti. Certamente il committente desidera che la casa dove andrà a vivere non sia stata teatro di incidenti che hanno coinvolto coloro che l’hanno materialmente realizzata; allo stesso modo sia l’impresario che i lavoratori – e questi certo a maggior ragione – vogliono operare nelle condizioni di sicurezza migliori. E da tutto ciò, emerge con evidenza l’importanza della presenza in cantiere, ai fini della sicurezza, di una figura qualificata, come quella del Geometra, l’unica che può effettivamente favorirne la sicurezza. Inutile negare che dette ultime considerazioni si scontrano spesso con l’ignoranza, in materia di sicurezza, degli operatori del settore e con gli interessi economici (condizioni che costituiscono il vero ostacolo alla corretta attività di prevenzione). Concludiamo con due considerazioni. La prima: questo impegno ci viene riconosciuto? Il committente vede e capisce il nostro lavoro o si limita a ritenerci un ulteriore oneroso obbligo burocratico? La seconda: ognuno di noi, anche al di là delle difficoltà che incontra, deve mettere in pratica ciò che ha appreso e maturato, scrivendolo nel PSC e nel PSE ed applicandolo nel cantiere. L’augurio è che la nostra esperienza coniugata con l’adempimento delle norme costituisca quella garanzia di buona prevenzione in cantiere che tutti a parole richiedono ma che, T purtroppo, stenta a decollare.



CONDOMINIO

Condomini e Loggia Confronto sulla raccolta differenziata modo condiviso da ambo le parti (non va dimenticato il numero rilevante di famiglie che risiedono nei condomini), vanificare il corretto funzionamento del nuovo sistema di smaltimento. Sul primo tema in discussione il Sindaco ha avuto modo di precisare la sua contrarietà alla modifica della norma, anche in virtù del fatto che le leggi vigenti in tal senso non la consentirebbero. Ha dato però la sua disponibilità a riesaminare la questione se gli verranno precisate le normative che consentirebbero la modifica e le città in cui risultano applicate. Più possibilista è sembrato sull’ipotesi di eventuali contributi ai condomini qualora risultasse effettivamente troppo onerosa la gestione dei carrellati al fine di limitare al massimo l’eventuale aumento di costi a carico dei cittadini.

R

esta aperta la discussione tra il Comune di Brescia e i condomini, sulle nuove regole della gestione dei rifiuti con la raccolta differenziata che per ora è entrata in vigore solamente nella prima delle cinque zone in cui è stata divisa la città (quella a sud-est). Anche l’ultimo incontro del 31 marzo nella quale si sono confrontati da una parte il Sindaco Del Bono con l’Assessore Fondra che erano accompagnati dai responsabili dell’Aprica (la Società appaltatrice che gestisce il nuovo servizio) e dall’altra gli Amministratori condominiali rap48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

presentati dall’ANACI e dall’AMABI oltre che dal Collegio dei Geometri della Provincia di Brescia, per il quale erano presenti i colleghi Renzo Platto, Silvio Maruffi e Marcello Laiti, si è concluso in maniera interlocutoria. I motivi del contendere, anche dopo l’ultima ordinanza del Sindaco del 16 marzo che gli amministratori non ritengono affatto risolutiva, sono sostanzialmente due: • la responsabilità sulla corretta gestione dei rifiuti nei bidoni carrellati (quelli che una volta alla settimana de-

vono essere trasportati sulla pubblica via per lo smaltimento) che dovrebbe, secondo gli amministratori condominiali, ricadere direttamente sui proprietari delle unità immobiliari che formano il condominio. • i costi di esercizio per la pulitura e per il trasporto extra condominio dei carrellati stessi, che potrebbero secondo dati non ancora definitivi raggiungere anche i 1.000/2.000 euro all’anno per un condominio di 15 unità immobiliari. Questioni non di poco conto che possono, se non risolte in

L’assemblea è anche intervenuta sul tema delle eventuali contravvenzioni da comminare a coloro che utilizzeranno il nuovo sistema in modo non regolamentare. Ribadito che il regolamento prevede comunque – per i primi tre mesi di servizio – una moratoria in tal senso, si è aperta anche la possibilità di una maggior elasticità e buon senso nell’esercizio di tale norma da parte dei gestori del servizio. Per dare ai lettori un’idea della “portata” del problema alleghiamo a lato “i numeri” che si riferiscono alle utenze condominiali (quelle con più


CONDOMINIO

di 15 U.I.) e la loro dislocazione nelle 5 zone in cui, come dicevamo, è stata territorialmente divisa la città di Brescia. Si tratta come vedete di ben 822 strutture condominiali che interessano almeno 14/15.000 famiglie delle quali solo il 35% ossia 289, possono collocare al loro interno i cassonetti senza criticità, mentre il 57%, ossia 466, sono dotate di spazi a livello stradale, ma limitati nella superficie e quindi con criticità per il deposito dei rifiuti. Solo il tempo, con la sperimentazione pratica delle nuove regole, potrà meglio chiarire le novità e gli aspetti operativi alle quali gli utenti andranno incontro. Tenuto conto del fatto, però, che tutti

i presenti hanno sostanzialmente ribadito la necessità dell’abolizione del vecchio sistema a favore della raccolta differenziata e se in particolare – come auspicano gli amministratori – si potrà addivenire ad alcuni correttivi, crediamo che con il buon senso si potrà giungere alla risoluzione risoluzione della questione in atto. Non va dimenticato che un corretto e condiviso utilizzo del sistema da parte di tutti i cittadini, compresi quelli che risiedono in condominio, costituirà la base per il funzionamento del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti così fortemente “voluto” dall’Amministrazione Comunale. T

Riduzione del 50°/o di lmu e Tasi per abitazioni concesse in comodato La Legge di stabilità 2016 introduce una specifica agevolazione ai fini IMU e TASI per le abitazioni date in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado (genitori < > figli). Tale norma prevede la riduzione del 50% della base imponibile per il calcolo dell'IMU e della TASI relativi all'immobile concesso in comodato e utilizzato come abitazione principale. A decorrere dal 2016, quindi, le condizioni per l'accesso all'agevolazione sono le stesse per tutto il territorio nazionale: 1. il comodante e il comodatario devono essere parenti in linea retta entro il primo grado; 2. l'immobile concesso in comodato deve essere non di lusso, ma compreso in una delle seguenti categorie catastali: A2, A3, A4, A5, A6 e A7; 3. colui che riceve l'immobile in comodato, cioè il comodatario, deve utilizzarlo come propria abitazione principale; 4. il comodante, oltre alla casa data in comodato, può essere possessore solo di un'altra abitazione che deve essere non di lusso, deve rappresentare la sua abitazione principale e deve essere situata nello stesso Comune in cui si trova la casa concessa in comodato; 5. il contratto di comodato deve essere registrato presso l'Agenzia delle Entrate.

5.188 15% dei civici totali

669 13% degli stabili

952 18% degli stabili

982 19% degli stabili

1.200 23% degli stabili

1.385 27% degli stabili

KIT CONDOMINIALI per complessi abitativi superiori a 15 unità abitative

822 16% delle utenze condominiali

132 20% delle utenze condominiali

222 23% delle utenze condominiali

132 13% delle utenze condominiali

165 14% delle utenze condominiali

171 12% delle utenze condominiali

Possono avere il cassonetto senza criticità

289 35%

53 40%

45 20%

55 42%

71 43%

65 38%

Fattibile la consegna ma con criticità di esposizione

67 8%

8 6%

25 11%

3 2%

22 13%

9 5%

Con pertinenze a livello strada ma con spazi limitati

466 57%

71 54%

152 68%

74 56%

72 44%

97 57%

UTENZE CONDOMINIALI complessi con almeno 6 utenze

Fonte "Giornale di Brescia", 1 aprile 2016

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 49


CATASTO

L'accatastamento dei fabbricati in Categoria D: nuove norme sugli “imbullonati” Sulle ultime e importanti novità relative all'accatastamento dei beni classificati in Categoria D, vi presentiamo alcune slide illustrative dei commi 21 - 22 e 23 dell art. 1 legge 208 del 21/12/2015 predisposte dall'Ingegner Di Maggio (dirigente responsabile della cartografia catastale), che evidenziano i nuovi concetti catastali cui i tecnici dovranno attenersi per la denuncia dei suddetti fabbricati. Riprenderemo l'argomento nel prossimi numero, presentandovi il convegno sul tema che si è tenuto il 18 aprile presso l'Istituto “Tartaglia”, organizzato dalla Commissione Catasto del Collegio di Brescia.

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CATASTO

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CATASTO

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CATASTO Piergiovanni Lissana

La mediazione arriva anche ai contenziosi catastali che spesso accade, infatti, che l’Ufficio si limiti nell’atto di accertamento ad una serie di norme ed espressioni, di fatto generiche, adattabili a qualsiasi situazione, senza precisi riferimenti ai fatti contestati e senza i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che ne hanno determinato la rettifica. Sotto il profilo del merito sarà possibile contestare la modalità con cui è stata effettuata la rettifica e quindi inficiarne le risultanze anche con l’ausilio di una perizia giurata di stima redatta da un tecnico (ingegnere, architetto o geometra).

S

econdo quanto previsto dal decreto di riforma del contenzioso tributario (D.Lgs. 156/2015), ferma restando la preclusione del reclamo mediazione a tutti gli atti di valore indeterminabile, dal 1° gennaio 2016 sono diventati invece ad essa soggetti tutti gli atti di classamento. Gli atti di classamento Si tratta degli atti emessi dall’Ufficio provinciale Territorio dell’Agenzia delle Entrate, che a seguito a un accertamento fiscale, rettificano il classamento di un

immobile, rideterminandone il valore della rendita catastale.

allegati, nei 30 giorni successivi presso la segreteria della Commissione tributaria.

La situazione precedente Dal momento che non riportano alcuna pretesa tributaria, gli avvisi di classamento rappresentano atti dal valore indeterminabile e in quanto tali fino al 31 dicembre 2015 potevano essere impugnati dai contribuenti mediante la presentazione, improrogabilmente entro 60 giorni dalla loro notifica, di un ricorso all’Ufficio che lo aveva emesso con successivo deposito dello stesso e dei suoi

La situazione attuale Dal 1° gennaio 2016 tali atti devono essere ora impugnati solo mediante la presentazione, sempre entro 60 giorni dalla loro notifica, dell’istanza di reclamo mediazione, insieme agli allegati richiamati nel testo ( D.L. 156/215 art. 9 com. 1 lett.1), all’Ufficio che lo ha emesso. Sotto il profilo del diritto si potrà eccepire la carenza di motivazione dell’atto di accertamento, tenuto conto

Cosa fare dopo aver ricevuto l’atto Le nuove disposizioni di fatto non modificano la preclusione dell’accertamento con adesione anche se, in sede di reclamo sarà comunque possibile formulare una proposta di mediazione. Una volta ricevuto l’atto di classamento, prima della sua impugnazione, continua a non essere possibile la presentazione di alcuna istanza con adesione. Rimane possibile solo il ricorso con atto in autotutela. Va detto per altro che detta istanza di autotutela, non sospende i termini per l’impugnazione che deve essere fatta entro 60 giorni dalla notifica dell’atto, pena l’inammissibilità dell’impugnazione stessa. Il contributo unificato da versare al momento del deposito del ricorso, presso la CTP (Commissione Tributaria Provinciale) è pari a 120 euro. T IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 53


URBANISTICA

Modifiche alla legge regionale n. 12 del 2005

La modifica degli articoli 80-81-82 della legge regionale 12/2005 ha comportato alcune variazioni all’attività dei competenti organismi in materia paesistica ed in particolare alle modalità di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica ed alla funzione delle commissioni per il paesaggio. Riteniamo utile, sull’importante tematica, presentarvi il completo ed interessante documento sul tema, scritto dalla Sezione provinciale UNITEL di Brescia per i suoi iscritti. Sono stati sostituiti tre articoli della legge regionale n. 12 del 2005 che riguardano tutte le funzioni amministrative in materia di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, le funzioni della commissione per il paesaggio e le modalità di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. In particolare: A - Con il nuovo articolo 80 sono state attribuite le nuove funzioni amministrative per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica inserendo, ex novo, l’esercizio anche dell’unione di comuni, salvo i casi di esclusione. Spettano, pertanto ai comuni o alle unioni di comuni, tutte le funzioni amministrative per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, oltre a quelle del parere in materia di condono e sanatoria edilizia, ad esclusione di quelle che restano attribuite alla provincia, agli enti gestori dei parchi regionali e alle comunità montane. Alla regione spettano le funzioni amministrative già in precedenza a questa attribuite. 54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Alla provincia sono state tolte le funzioni che riguardano: • le opere di sistemazione montana per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale, • gli interventi di trasformazione del bosco. Nel contempo le sono state attribuite le seguenti funzioni: a. le opere relative alla derivazione di acque superficiali e sotterranee, b.interventi relativi a opere idrauliche realizzate dalla provincia, ad eccezione di quelle di canali inclusi nell’Allegato A alla L.R. n. 12/2005, c. le opere di sistemazione montana, non di competenza delle comunità montane. Agli enti gestori dei parchi regionali sono state attribuite le funzioni amministrative relative a due tipologie di interventi: a. quelli da realizzare in ambiti assoggettati alla specifica disciplina comunale dal PTCP, b.quelli relativi a opere idrauliche realizzate

dall’ente gestore del parco regionale, ad eccezione di quelle di canali inclusi nell’Allegato A alla L.R. n. 12/2005. Infine, sono state attribuite alle comunità montane le funzioni amministrative per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, oltre al parere in materia di sanatoria edilizia, relative a due tipologie di intervento: a. opere di sistemazione montana per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale, b.interventi relativi ad opere idrauliche realizzate dalla comunità montana, ad eccezione di quelle di canali inclusi nell’Allegato A alla L.R. n. 12/2005. Un elemento di novità riguarda gli interventi di trasformazione del bosco (comma 7) le cui funzioni amministrative, che comprendono anche gli interventi o opere che comportino la trasformazione del bosco, ad esclusione di quelle di compe-

tenza regionale, sono esercitate, per i territori di rispettiva competenza, dagli enti gestori dei parchi, dalle comunità montane e dalle unioni di comuni. La norma precisa, però, che, qualora non si renda necessaria la trasformazione del bosco, nel caso di interventi o opere edilizie, l’ente competente, rilascia un unico provvedimento paesaggistico, esprimendo una propria valutazione paesaggistica per la trasformazione del bosco e per la realizzazione dell’opera. Agli enti, a cui sono state attribuite le suddette funzioni amministrative, competono anche gli atti e i provvedimenti inibitori di sospensione dei lavori (comma 8). L’ultima disposizione riguarda la sussistenza dei requisiti e dei presupposti necessari all’esercizio delle funzioni amministrative. Il comma 9, infatti, prevede che per i comuni o per le unioni di comuni, sia stata ve-

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Sezione Provinciale UNITEL Brescia


URBANISTICA

rificata la sussistenza di tali requisiti per esercitare le funzioni amministrative a loro attribuite. Per i comuni o unioni di comuni per i quali non sia stata verificata la sussistenza dei suddetti requisiti, le funzioni per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e provvedimenti sanzionatori, sono esercitate per i territori di rispettiva competenza, dagli enti gestori del parchi e dalle comunità montane, nonché dalla provincia per i restanti territori. Alla stessa stregua per le province, gli enti gestori dei parchi e le comunità montane per i quali non sia stata verificata la sussistenza dei suddetti requisiti, le funzioni amministrative sono esercitate dalla regione. B - Con il nuovo articolo 81, si sono modificate le materie sulle quali la commissione del paesaggio si esprime. È stata tolta l’espressione del parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e all’irrogazione delle sanzioni di cui all’art. 159 (regime transitorio), aggiungendo quelle di cui all’articolo 4 del dPR n. 139 del 2010 in ordine al procedimento dell’autorizzazione paesaggistica semplificata. Sono stati tolti i punti 4 e 5 dello stesso articolo. C - Con il nuovo articolo 82, che disciplina le modalità per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, si è incluso, tra le funzioni amministrative relative al rilascio della stessa, e applicazione delle relative

sanzioni, anche quelle relative al dPR n. 139 del 2010, sul procedimento semplificato. È stato tolto, ovviamente, il riferimento al solo art. 146 del D. Lgs. n. 42/2004 per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, dopo l’avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici al PTR e al PTCP. • È invece stato completamente corretto il dispositivo sulla validità dell’autorizzazione paesaggistica, precedentemente valida per 5 anni dalla data della stessa, con l’immediata efficacia dell’autorizzazione che conserva efficacia per il periodo stabilito dal D.Lgs. n. 42/2004, così come è stato modificato ad opera dell’art. 12, comma 1, lettera a), della legge n. 106 del 2014, ovvero: • l’autorizzazione è efficace per un periodo di 5 anni, scaduto il quale l’esecuzione dei progettati lavori deve essere sottoposta a nuova autorizzazione, • i lavori iniziati nel corso del quinquennio di efficacia dell’autorizzazione possono essere conclusi entro, e non oltre, l’anno successivo la scadenza del quinquennio medesimo, • il termine di efficacia dell’autorizzazione decorre dal giorno in cui acquista efficacia il titolo edilizio eventualmente necessario per la realizzazione dell’intervento, a meno che il ritardo in ordine al rilascio e alla conseguente efficacia di quest’ultimo non sia dipeso da circostanze impuT tabili all’interessato.

Il Consiglio dei Ministri ha varato il Nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. Qui una sintesi dei contenuti del Nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni: • Entro 3 mesi le linee guida Anac-Mit che sostituiranno l’attuale regolamento del Codice Appalti • Albo dei commissari di gara selezionati da Anac e sorteggio per ogni procedura dalle stazioni appaltanti sulla base dei nominativi forniti da Anac • Albo speciale dei commissari per Invitalia e Consip (centrali di committenza regionali) • Entro 3 mesi da parte di Anac la revisione degli organismi di attestazione • Qualificazione delle stazioni appaltanti (con affidamento ad Anac) • Limite del 30% del subappalto applicato a tutte le lavorazioni • Procedure negoziate senza bando di gara con invito a 10 nominativi per i lavori fino a 500.000 euro, per i servizi d’ingegneria e architettura da 40.000 a 100.000 euro; per altri servizi e forniture da 40.000 a 110.000 euro • Regola generale dell’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa • Programmazione unitaria delle grandi opere e cancellazione delle procedure speciali della Legge Obiettivo • Introduzione del dibattito pubblico per la gestione del consenso sulle grandi opere infrastrutturali • Project review sulle infrastrutture affidata alla struttura tecnica di missione del Mit • Progetto esecutivo sempre a base dell’affidamento dei lavori eccetto che nel contraente generale e nel partenariato pubblico privato (ppp) • Introduzione degli strumenti e metodologie Bim e premiazione delle stazioni appaltanti che le applicheranno • Albo delle società in house gestito da Anac • Digitalizzazione delle procedure online (in ogni fase) • Trasferimento al Ministero delle Infrastrutture del sistema Avcpass • Premi alle imprese definite virtuose con criteri reputazionali e rating di legalità Conferma di tre livelli di progettazione: al posto del progetto preliminare introdotto il progetto di fattibilità con inserimento di indagini e rilievi.

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AGRICOLTURA

L’architettura rurale nel Territorio bresciano

I

l corposissimo lavoro Paesaggi Agrari ed Architetture Rurali nel Territorio Bresciano che vi abbiamo presentato nel numero 5/2015 della nostra Rivista, edito dalla Fondazione Civiltà Bresciana in due magnifici volumi a cura di Dezio Paoletti e Antonio Fappani, sta riscuotendo – come era da aspettarsi – l’interesse di tutta quella parte di geometri iscritti che a vario titolo e nelle diverse località della nostra provincia operano giornalmente a contatto con la specificità della realtà rurale. Ricordiamo al riguardo che la provincia di Brescia presenta, sotto l’aspetto della sua morfologia assai diversificata, una eccezionalità non facilmente riscontrabile in altre provincie italiane. Comprende infatti, nel suo vasto territorio (il più esteso fra le provincie lombarde), gli ambiti montani, collinari, lacustri e di pianura, con altimetrie che vanno dai 34 ms.l.m. nella profonda Bassa ai 3.539 m sull’Adamello.

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AGRICOLTURA Nella pagina precedente. Viste dalla cascina-palazzo Il Canello di Bagnolo Mella, la piÚ grande fabbrica del Cinquecento bresciano (come la definÏ F. Lechi), opera monumentale d’impianto ancora a tipologia fortificata ma internamente interessata da interventi cinquecenteschi e con affreschi di Lattanzio Gambara e lacerti del Romanino, oltre ad apporti pittorici di Sebastiano Aragonese. In questa pagina, da sinistra a destra e dall'alto in basso. Viste della Pontevica, monumentale architettura rurale del XVI secolo nel Comune di San Zeno. La cascina Soniga nel Comune di Nuvolento. Prospetto sud della cascina Colombera nel Comune di Gottolengo. Fienile Mella nel Comune di Pavone Mella.

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AGRICOLTURA Dall'alto. Una delle porzioni rurali abbandonate nel complesso di Santa Maria degli Angeli nel Comune di Pralboino. La realtà rurale inserita nel castello di Pontegatello (Comune di Azzano Mella), di proprietà degli Spedali Civili, come gran parte dei rimanenti nuclei rurali dell’importante complesso di Pontegatello. Evidenziazione degli ambiti territoriali interessati dal Progetto Censimento Cascine Bresciane.

Ambito della Franciacorta Ambito della Pianura Ambito della Fascia dei Fontanili Ambito della Bassa pianura Ambito del Basso Garda e Valtenesi

Ognuna di queste realtà territoriali si differenzia dalle altre sia per la diversa peculiarità nelle pratiche agronomiche esercitate (che si sono evolute nei tempi della storia), sia e sopratutto per le diverse tipologie espresse dalle rispettive architetture, realizzate nelle molteplici varietà dei materiali da costruzioni utilizzati per elevare il consistente patrimonio rurale. Si passa dalle più semplici costruzioni agricolo-montane agli articolati complessi rurali disseminati fra Pianura, Franciacorta ed area Gardesana, molti dei quali integri nei loro originari impianti e tutt’ora funzionali all’attività svolta pur nell'adattamento evolutivo e nello sviluppo delle loro conduzioni aziendali. Iniziamo da questo numero ad offrire ai geometri che operano in provincia, ma anche a tutti i nostri affezionati lettori, gli aspetti più significativi di una realtà territoriale come quella del mondo agricolo bresciano, forse mai veramente “spiegato” nella sua ricchezza di vita vissuta e del suo inestimabile patrimonio architettonico e paesaggistico in cui è inserito. Cominciamo illustrandovi i dati base che provengono dal Progetto Censimento Cascine Bresciane condotto in due anni di intense indagini da un equipe di professionisti (Dezio Paoletti, Isidoro Marco Iadema,con contributi specifici di Antonio Rubagotti e Lucia Morandini oltre ad apporti integrativi di Angelo Valsecchi e Sandro Guerrini), che ha consentito di indagare complessivamente la consistenza delle realtà rurali espresse nei 104 Comuni bresciani non appartenenti alle Comunità Montane. È stato grazie a quell’incarico affidato dalla Provincia di Brescia che possiamo comprendere e conoscere la dislocazione e la classificazione per qualità architettonica e stato manutentivo delle architetture rurali in quei 104 Comuni compresi in 5 ambiti molto diversi tra loro costituiti dalle seguenti zone agricole: la Franciacorta, l’Alta Pianura, il Basso Garda con la Valtenesi, la Fascia dei Fontanili e la Bassa Pianura. I 104 Comuni ivi dislocati risultano così distribuiti, zona per zona: n° 16 n° 28 n° 10 n° 21 n° 29 n° 104

in Franciacorta nell’Alta Pianura fra Valtenesi e Basso Garda nella Fascia dei Fontanili nella Bassa Pianura totale

La georeferenzazione delle realtà agricole ha interessato circa 4.000 sue architetture oltre i borghi rurali, siano essi ancora con presenza di aziende agricole che in abbandono o da tempo interessati a sostanziali cambi di destinazione d’uso. Un tale ingente numero di realtà riscontrate e singolarmente 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2


AGRICOLTURA il monumentale complesso di Calino Piccolo in località Calino, nel Comune di Cazzago San Martino, in cui convivono mirabilmente monumentalità architettonica e attività rurale con saloni interni d’impronta manieristica affrescati da Lattanzio Gambara.

individuate è stato suddiviso in 7 diverse classi di cascine differenti tra loro per consistenza e caratteristiche ed in alcuni casi, a valenza storico-monumentale. Entrando nel merito delle 1.000 cascine più significative possiamo dire che: • n° 100 costituiscono delle vere e proprie architetture storico-monumentali, evolute nei loro impianti tecnologici, nei processi produttivi e nelle loro realtà aziendali. Alcuni esempi significativi sono: la Pontevica di San Zeno, il Canello di Bagnolo, il Castelletto di Quinzano, la Torre Calini di Maclodio, la Calino Piccolo di Cazzago S.Martino, la San Girolamo di Desenzano e la San Giacomo di Rezzato. Fra di esse anche alcune “eccellenze” che pur con minori pregi architettonici, meritano di essere citate per la loro efficienza aziendale, come le Malghe Rosse di Verolavecchia, Borgo La Caccia di Pozzolengo, o la Tesa di Bagnolo. • n° 100 sono ancora altre cascine che pur prive di rilevanti componenti storico-monumentali, sono comunque molto ben caratterizzate anche dal particolare contesto in cui sono inserite e per la loro conservazione morfo-tipologica. • n° 800 sono altre cascine che per le loro qualità compositive si differenziano comunque dalle rimanenti altre 3.000 georeferenziate. Ci riserviamo, nel prossimo numero, di entrare nei dettagli architettonici più significativi che risultano evidenti nelle cascine catalogate e che presentano, da zona a zona, differenze tipologiche da studiare per la giusta valorizzazione del patriT monio architettonico-rurale della Provincia di Brescia.

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PREVENZIONE INCENDI

Il nuovo Codice di Prevenzione Incendi: indicazioni professionali e prospettive di applicabilità

V

enerdì 4 Marzo si è tenuto presso l’Aula Magna dell’Istituto “Tartaglia” di Brescia il convegno, voluto dal Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia, dal titolo “Il nuovo Codice di Prevenzione Incendi: indicazioni professionali e prospettive di applicabilità”. In qualità di relatori sono intervenuti l’ingegnere Giulio De Palma, Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia, l’ingegnere Piernicola Dadone, DVD Vice-Comando Vigili del Fuoco della Provincia di Brescia e l’ingegnere Silvio Pagano, anch’egli DVD Comando Vigili del Fuoco della Provincia di Brescia; mediatori dell’evento il geometra Giuliano Vacchi ed il geometra Silvano Bonicelli, rispettivamente coordinatore e responsabile della Commissione Prevenzione Incendi del Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia. L’argomento del convegno prevedeva per l’appunto la presentazione del nuovo Codice di Prevenzione Incendi, e la sua illustrazione tramite alcune casistiche esemplificative della progettazione ed esecuzione delle strategie antincendio. All’ingegnere Giulio De Palma, è spettato illustrare la struttura in cui si articola il documento e definire cosa si intenda per sicurezza antincendio. Il documento in questione si divide in quattro macro-sezioni: • SEZIONE G Generalità (Termini, definizioni e sim60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

boli grafici; Progettazione per la sicurezza antincendio; Determinazione dei profili di rischio delle attività) SEZIONE S Strategia antincendio (Reazione al fuoco; Resistenza al fuoco; Compartimentazione; Esodo; Gestione della sicurezza antincendio; Controllo dell’incendio; Rivelazione ed allarme Controllo di fumi e calore; Operatività antincendio; Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio. ) SEZIONE V Regole tecniche verticali (Aree a rischio specifico; Aree a rischio per atmosfere esplosive; Vani degli ascensori) SEZIONE M Metodi (Metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio; Scenari di incendio per la progettazione prestazionale; Salvaguardia della vita con la prestazionale). Se si vuole intendere la sicurezza come “assenza di rischi inaccettabili” si potrà dunque considerare la sicurezza in caso di incendio come “assenza di rischi incendio inaccettabili”. E proprio a prendere le misure necessarie per minimizzare tal rischi (dove per rischi incendio si intendono scenari credibili di danno, dovuti a incendio o esplosione, per le persone e/o altri beni tutelati ai quali, in modo qualitativo o quantitativo, è associata una determinata probabilità di danno) è deputato il lavoro del tecnico o dell’esperto antincendio in fase di progettazione.

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Nicolò Sarzi Sartori

• La definizione dell’accettabilità dei rischi è una prerogativa dell’autorità; la valutazione quantitativa dei rischi è prevista per gli stabilimenti ARIR (Attività a Rischio di Incidente Rilevante) e nell’approccio FSE (Fire Safety Engineering approccio ingegneristico alla sicurezza anti-incendio), negli altri casi vale quanto richiesto dalle regole tecniche oppure si opera mediante una valutazione qualitativa dei rischi incendio nella specifica attività in esame, come da D.Lgs 139/2006. • L’art. 15 definisce le norme tecniche e procedurali di prevenzione incendi ponendo l’attenzione su alcuni parametri cruciali quali, vincoli urbanistici, vincoli architettonico-strutturali, misure di protezione, vincoli impiantistici, misure gestionali. • Per quanto riguarda i criteri tecnici, i metodi sono definiti tramite un approccio analogico, un approccio per obiettivi secondo i principi della Direttiva 89/106/CEE oggi Regolamento UE n. 305/2011 e un approccio con

FSE per obiettivi/rischi specifici. La strategia del codice prevede degli obiettivi ed una metodologia generale per la progettazione della sicurezza antincendio: progettare la sicurezza antincendio significa individuare le soluzioni tecniche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi primari della prevenzione incendi ovvero la sicurezza della vita umana, l’incolumità delle persone, la tutela dei beni e dell’ambiente (il rischio ambientale, se non diversamente indicato o determinato in esito a specifica valutazione, può ritenersi mitigato dall’applicazione delle misure antincendio connesse ai profili di rischio per vita e beni, che consentono in genere di non considerare significativo tale rischio). In concreto gli obiettivi sono: minimizzare le cause di incendio o di esplosione, garantire la stabilità delle strutture portanti per un periodo di tempo determinato, limitare la produzione e la propagazione di un incendio all’interno dell’attività e ad attività contigue e limitare


PREVENZIONE INCENDI

gli effetti di un esplosione. È dunque il progettista ad assumersi piena responsabilità in merito alla valutazione del rischio di incendio riportata nella documentazione progettuale relativa all’attività. L’ingegnere Silvio Pagano dopo aver illustrato le tre fondamentali soluzioni progettuali che possono spettare al tecnico o esperto di antincendio si è concentrato sul problema dell’esodo in caso di evacuazione dell’edificio in seguito appunto a casi di incendio. Ha dunque illustrato: • una soluzione conforme, ovvero una soluzione progettuale di immediata applicazione nei casi specificati che garantisce il raggiungimento del collegato livello di prestazione; • una soluzione alternativa, per applicare la quale il progettista è tenuto a dimostrare il raggiungimento del collegato livello di prestazione impiegando uno dei metodi di progettazione della sicurezza antincendio ammessi; • una soluzione in deroga, ovvero una soluzione progettuale per la quale è richiesta l’attivazione del procedimento di deroga, così com’è previsto dalla normativa vigente. In ciascun caso il progettista è tenuto a dimostrare il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza antincendio impiegando appunto uno dei metodi di progettazione della sicurezza antincendio ammessi. Per quanto riguarda le dinamiche dell’esodo ha prima di tutto definito cosa si intenda

per luogo sicuro e per luogo temporaneamente sicuro. Ogni luogo sicuro si considera tale se idoneo a contenere gli occupanti che lo impiegano durante l’esodo. Si parla quindi della pubblica via e di ogni altro spazio scoperto esterno alla costruzione e collegato ad essa in qualsiasi condizione di incendio, dunque scevro dai rischi comportati dai prodotti della combustione e da eventuali crolli. Luogo sicuro temporaneo è invece un luogo interno o esterno alle costruzioni nel quale non esiste pericolo imminente per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano in caso incendio. Si tratta in ogni caso di un luogo dal quale gli occupanti dovranno raggiungerne uno sicuro. Infine ha definito le caratteristiche che devono essere proprie delle vie d’esodo: l’altezza minima deve essere pari a 2m, altezze inferiori sono ammesse per brevi tratti segnalati lungo le vie d’esodo da locali ove vi sia esclusiva presenza occasionale nonché di breve durata di personale addetto. Per quanto possibile, il sistema d’esodo deve essere concepito tenendo conto che , in caso di emergenza, gli occupanti che non hanno familiarità con l’attività tendono ad uscire percorrendo in senso inverso la via impiegata per entrare. Inoltre fumo e calore dell’incendio smaltiti o evacuati non devono interferire con il sistema delle vie d’esodo. E a tal proposito risulta opportuno spendere qualche parola in merito a ciò che ha

riguardato l’intervento dell’ingegnere Piernicola Dadone, che si è occupato di illustrare i sistemi e le strategie d’emergenza di smaltimento di fumo e calore. La misura antincendio di controllo di fumo e calore ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività per consentire il controllo, l’evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio. E si attua attraverso aperture di smaltimento di fumo e calore di emergenza o sistemi per l’evacuazione di fumo e calore – i cosiddetti SEFC – coadiuvati da ventilazione protettiva ed aerazione. Con le aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza a differenza dei SEFC, lo smaltimento non ha la funzione di creare un adeguato strato libero dai fumi durante lo sviluppo dell’incendio, ma solo quello di facilitare l’opera di estinzione dei soccorritori; esso è operato per mezzo di aperture di smaltimento dei prodotti della combustione verso l’esterno dell’edificio. Tali aperture generalmente sono già disponibili trattandosi di finestre, lucernari etc. I sistemi per l’evacuazione di fumo e calore, i SEFC, creano e mantengono uno strato d’aria indisturbato nella porzione inferiore dell’ambiente protetto mediante l’evacuazione di fumo e calore prodotti dall’incendio, aiutano a mantenere le vie di esodo libere da fumo, agevolano le operazioni antincendio, ritardano o prevengono il flashover e quindi la generaliz-

zazione dell’incendio, limitano i danni agli impianti ed al contenuto dell’ambiente protetto, riducono gli effetti termici sulle strutture dell’ambiente protetto. Inoltre si distinguono SEFC ad evacuazione naturale SENFC e SEFC ad evacuazione forzata SEFFC. L’uniforme distribuzione in pianta delle aperture di smaltimento può essere verificata imponendo che ciascun locale sia completamente coperto in pianta dalle aree di influenza delle aperture di smaltimento ad esso pertinenti imponendo nel calcolo un raggio di influenza pari a 20m o altrimenti determinato secondo le risultanze dell’analisi del rischio. Per l’installazione e la modifica degli impianti è redatto un progetto. Qualora esso sia elaborato secondo una norma adottata da un ente di normalizzazione nazionale o europeo, lo stesso deve essere firmato da un tecnico abilitato. Qualora sia elaborato secondo le norme o i documenti tecnici (adottati da organismi non europei riconosciuti nel settore antincendio, norme internazionali trasposte a livello nazionale, documenti tecnici adottati da un ente di normazione europea), lo stesso deve essere firmato da un professionista antincendi. Le indicazioni condivise dai rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Brescia consentiranno ai professionisti di operare in modo corretto nella predisposizione e nella presentazione delle pratiche di prevenzione incendi. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 61


GEOLOGIA Angelo Grazioli

Le nuove norme della prevenzione antisismica sul territorio bresciano Novità non di poco conto nell’ambito della prevenzione in materia sismica. La legge regionale n. 33/2015 del 12 ottobre u.s. ha, di fatto, rivoluzionato le relative competenze che sono state trasferite dalla Regione Lombardia ai singoli Comuni. Ricordiamo, a riguardo, che a datare dal 10 Aprile 2016 è anche entrata in vigore la nuova zonizzazione sismica, in base alla quale tutti i Comuni Bresciani, sono ora compresi e riclassificati nelle zone 2 o 3. Capiremo nel tempo quale sarà l’impatto delle nuove disposizioni, sugli enti locali notoriamente in oggettiva difficoltà quando devono riorganizzare le loro mansioni tecniche. Per una migliore conoscenza del provvedimento, vi presentiamo le slide che l’ingegner Angelo Grazioli del Collegio Costruttori di Brescia, ci ha gentilmente concesso, e che per ciò ringraziamo, dopo averle presentate alla riunione del UNITEL tenutasi in data 4 marzo presso il nostro Collegio. La Riunione era stata appositamente indetta per una prima presa visione della novità legislativa.

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Foto By Mario Fornasari from Ferrara, Italy - CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19844878

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GEOLOGIA Gilberto Zaina

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La valorizzazione dei siti minerari dismessi in Val Camonica

e attività minerarie svolte nel passato (intese nel senso ampio del termine, quindi comprensive dei processi di scavo, accumulo e lavorazione) hanno segnato in maniera significativa il territorio montano ed in particolare quello bresciano e bergamasco, talora condizionando l’ubicazione degli agglomerati urbani. Infatti, se sovrapponiamo la distribuzione delle risorse minerarie (a loro volta connesse all’assetto geologico del territorio) con la distribuzione degli abitati di piccole e medie dimensioni, troviamo correlazioni tali da ipotizzare che gli insediamenti originari siano effettivamente correlati ad attività estrattiva. Sin dall’età del ferro, gli abitanti delle aree montane hanno saputo trarre dalle vene delle montagne una fonte di vita, con rilevante dispendio di energia ed arricchimento delle conoscenze: nell’intero arco alpino e prealpino sono presenti giacimenti minerari di varia natura, con aree ricche in ferro, rame, piombo e zinco. In funzione delle conoscenze minerarie e delle necessità (solo negli ultimi secoli sono state prevalenti questioni strettamente economiche) i giacimenti sono stati oggetto di sfruttamento. In passato, l’individuazione dei giacimenti era legata alla diretta conoscenza del territorio ed a riscontri casuali piuttosto che studi geologici come avviene per gli attuali sfruttamenti industriali. Numerose infatti sono le cavità (spesso non conosciute) di piccole e modeste dimensioni, distribuite su pendii scoscesi, collegati da strade in disuso o semplici sentieri, che in passato hanno offerto sostentamento a famiglie intere contribuendo allo sviluppo della società.

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I minerali estratti venivano successivamente lavorati in forni comuni, spesso di proprietà dei signorotti a capo di comunità intere; successivamente, il minerale fuso era oggetto di contrattazioni e vendita per la produzione di oggetti atti alla guerra od alle attività agricole. L’attività estrattiva è stata dunque – assieme all’agricoltura ed alla pastorizia – il punto di partenza del sistema economico che per parecchi secoli ha regolato le società montane. L’attività estrattiva italiana ha subito nel corso della storia fasi di sviluppo e declino, solitamente associate a periodi in cui il territorio è stato interessato da guerre, in maniera molto simile a quello che oggi avviene a livello mondiale. Negli anni ‘70-80, all’apice di uno sviluppo economico globale (inteso nei termini euro-americani), le attività estrattive del territorio italiano hanno subito il tracollo non riuscendo ad essere competitive con il mercato indocinese, dal quale provengono minerali a basso costo, ed in grado di rispondere alle richieste di nuovi elementi da introdurre nei processi produttivi. La storia del paese e delle popolazioni appare dunque segnata dall’attività estrattiva, che ha modellato parte del territorio e contrassegnato lo sviluppo delle conoscenze: un mondo di tradizioni minerarie sta scomparendo mentre ancora non dimentichiamo le nostre origini e come – con i vari flussi migratori in altri continenti – la popolazione alpina ha


GEOLOGIA Nella pagina precedente, da sinistra. Sonico, Complesso minerario di Alberina, roccia incisa nei pressi di imbocchi di miniere. Forni e fucine censiti nella Descrizione di Bergamo e nel Catastico Bresciano di Giovanni da Lezze (1596-1610). In questa pagina, dall'alto in senso antiorario. Malonno, Forno fusorio XIV sec. Capo di Ponte-Cemmo Le strutture del forno fusorio in una foto d’epoca.

trasmesso le capacità di sfruttamento delle risorse della terra in un ambito territoriale ben più esteso della provincia. In varie località delle vallate alpine sono ancora presenti le testimonianze dei processi estrattivi e di lavorazione dei minerali. Nel territorio Bresciano le testimonianze delle attività minerarie svolte in età preindustriale sono di piccola entità e sparse in ambiti estesi ma assumono una rilevante importanza storica: forni fusori risalenti al 1400 ed attivi sino alla fine del XIX secolo sono presenti in alcune località montane, spesso destinati al degrado ed all’incuria per una scarsa conoscenza storica o per una mancanza di coscienza del potenziale storico-turistico. L’attenzione dei media è rivolta ai centri di maggiore entità, intendendo tali quelli legate alle attività svolte nel secolo scorso, che per dimensioni dei sistemi industriali e dei territori interessati ancora non sono stati inglobati nei processi di urbanizzazione recente. I potenziali di sviluppo per tali centri (che nelle condizioni economiche e sociali attuali possono essere riattivati) sono associati ad una loro trasformazione in centri per visite guidate, nei quali si vuole illustrare l’attività estrattiva svolta nel passato. Gli aspetti legislativi Negli ultimi anni, in Italia (seguendo il modello di altri stati europei) si stanno sviluppando tentativi per il recupero dei siti minerari dismessi, seguendo linee volte ad una loro trasformazione ai fini turistico-commerciali, talvolta alterando le testimonianze storiche ed architettoniche. Nelle more di una legislazione univoca e chiara, le attività di recupero sono state condotte seguendo le logiche commerciali spesso poco lungimiranti, con conseguente perdita dei collegamenti con il territorio e la popolazione. Solo nel 2009 la regione lombardia ha emanato la legge per la Valorizzazone del patrimonio minerario dismesso IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 71


GEOLOGIA

(legge regionale 10 dicembre 2009, n. 28 Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso - BURL n. 50, 1° suppl. ord. del 14 Dicembre 2009) e solo nel 2015 i criteri applicativi (Regolamento regionale 17 marzo 2015 - n. 2 Criteri e modalità per il rilascio dell’autorizzazione per gli interventi di valorizzazione del patrimonio minerario dismesso, ai sensi dell’articolo 6, comma 4, della legge regionale 10 dicembre 2009, n.28 “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”): con tali norma si è inteso rinsaldare il legame territoriale con le attività minerarie, cercando di indirizzare le amministrazioni o i privati ad un miglior utilizzo delle testimonianze storiche. Ma il processo di sensibilizzazione richiede tempo: diventa necessario contestualizzare le testimonianze storiche alle strutture sociali ed economiche attuali, tralasciando la logica speculativa a favore di un inserimento delle strutture dismesse nelle proposte turistiche generali con un occhio di riguardo al potenziale culturale del bene. Le potenzialità di sviluppo L’applicazione del concetto di bene culturale ai luoghi laddove si è svolta attività mineraria assume interesse storico con l’introduzione del termine “sito minerario”. Per sito minerario si intende un ambito spaziale che comprende emergenze che hanno fra di loro strette relazioni spaziali e/o funzionali: nel nostro caso un sistema produttivo (un villaggio, un’area di lavorazione, un complesso minerario) che si sviluppa sia in sotterraneo che in superficie. L’interazione fra le presenze antropiche, i siti, e l’ambiente naturale genera il paesaggio, inteso come il risultato di progressive modifiche apportate dall’uomo. Qualora i siti minerari si sviluppano in ampi contesti territoriali è possibile parlare di parchi archeominerari. Nelle vallate della Provincia di Brescia, come in altri ambiti territoriali nazionali, esistono le condizioni per la creazione di “parchi archeominerari” il cui ruolo è quello di svolgere attività connesse alla conoscenza ed alla tutela del patrimonio culturale legato alle miniere, avvalendosi delle testimonianze di coloro che lavorandoci hanno permesso una crescita economica e sociale delle comunità. Un parco archeominerario, con la creazione di percorsi tematici, trekking minerari, siti visitabili in sotterraneo e non, può ampliare l’offerta turistica di un territorio già vocato a tali attività. Il primo passo per la creazione di tali entità è la ricognizione del territorio e l’identificazione di tutti quei siti minerari dei quali sono presenti tracce in ambiti territoriali spesso lontani dai centri abitati, ma ad essi collegati da tracciati stradali e sentieri che costituiscono vie di percorrenza storiche. 72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

Questa fase di accertamento è prioritaria ed imprescindibile, per passare poi alle successive fasi propositive sia in tema di sicurezza che di fruizione socio-culturale-economica dei siti stessi. Il passo successivo delle attività, una volta verificata la sicurezza degli ambiti (sia sotterranei che di superficie), è la valutazione della propensione (in termini di fruibilità, di collegamenti ai centri urbani, di posizione e di presenza di emergenze significative) di taluni siti ad essere inseriti nel contesto culturale di un più vasto territorio. L’Associazione ADMETALLA Nel corso degli anni 1996/1997 si venne a coagulare intorno ad un gruppo di ricercatori attivi in Valle Camonica nel campo delle indagini storico-geologiche un interesse specifico verso gli approfondimenti inerenti la ricostruzione delle attività riferibili al settore minerario-siderurgico che influenzarono profondamente l’economia e la società camuna a partire dalle epoche più antiche fino agli anni Cinquanta del XX secolo. A partire dal 1998 il “gruppo” avviò specifici studi, anche grazie allo stimolo di Enti privati, al fine di definire l’estensione territoriale in ambito camuno delle manifestazioni antropiche connesse alla coltivazione dei minerali ed ai collegati inquadramenti cronologici sulla base delle fonti scritte e di approfondite indagini territoriali. Negli anni successivi il “gruppo” collaborò alla realizzazione di specifici interventi di divulgazione scientifica e didattica, promossi da Enti privati e pubblici, anche in campo editoriale, e si arricchì di nuove collaborazioni che favorirono lo sviluppo di una ricerca sempre più impostata sulla interdisciplinarietà. Al fine di meglio coordinare l’attività il “gruppo” ritenne opportuno costituirsi in Associazione identificandola con il motto “AD METALLA”, ovvero il termine che in epoca romana designava i lavori forzati nelle miniere svolti da schiavi condannati per gravi trasgressioni; in tal senso si è voluto indicare l’impegno e la dedizione che i componenti del “gruppo” pongono nello svolgimento dell’attività di ricerca che, a differenza degli approfondimenti condotti nel passato esclusivamente nella ricomposizione delle fonti storiche scritte, si pone come primario obiettivo il lavoro di rilevamento delle evidenze antropiche.


GEOLOGIA Incisioni rupestri in Valle Camonica

L’archeologia industriale delle Valle Camonica Il giornale “Il Camuno” in data 30 ottobre 1881 presentava ai visitatori dell’Esposizione Nazionale di Milano l’elenco di quanto la vallata del fiume Oglio offriva in termine di minerali e rocce: “Ferro spatico e magnetico; rame; cadmio; piombo; quarzo nelle varietà di almadino; calcare-occhialino di Malegno; calcare-occhialino-lumachello di Ono San Pietro e di Lozio; calcare cipollino di Vezza d’Oglio; dioriti di Paisco e di Corteo; porfido rosso e turchino di Pisogne e di Sellero; calcare nero con conchiglie di Esine; calcare rosso vinato di Angolo; graniti di Bienno; arenaria rossa di Darfo e di Bisogne; ardesie di Capo di Ponte; eurite di Gratacasolo; quarziti di Ponte di Legno, Vione e Temù; arenaria gialla di Cogno; calce di Angolo, Losine e Mazzuno; gesso di Pisogne e di Ono San Pietro; ciottoli granitici del fiume Oglio, buoni per selciare cortili e strade”. Ma la storia minerario/siderurgica della Valle Camonica trae origini ben più lontane, sin dalla preistoria. Alla Prima Età del Ferro (800 - 400 a.C.) risalgono le prime testimonianze rilevate in località Campolungo (Comune di Bienno) nell’alta Val Grigna ad una quota compresa tra i 1650 e i 1550 m. s.l.m.. Alla Media Età del Ferro (IV°- III° sec. a.C.) viene fatta risalire l’incisione realizzata sulla roccia n° 35 del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane (Capo di Ponte) che illustra un probabile fabbro impegnato a forgiare un attrezzo. Sono attribuiti alla protostoria taluni sfruttamenti di giacimenti minerali presenti nei territori di Berzo Demo e Cevo. Al Medio Evo appartengono le coltivazioni individuate nel territorio del Comune di Berzo Inferiore (Loc. Piazzalunga 1330/1635 m. s.l.m.). Durante i secoli XVIII-XX l’attività estrattiva e di conseguenza quella siderurgia e la metallurgia ebbero un notevole svi-

luppo dando inizio ad importanti trasformazioni sociali ed ambientali. Con l’Ottocento il settore subì una fase di rallentamento a causa della concorrenza esterna e dei ritardi tecnologici e degli alti costi di produzione. In questo periodo si sviluppò una forma di artigianato collegato all’intraprendenza di poche famiglie. Dalla Statistica industriale, pubblicata nel 1900 dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio emerg che: “Nelle miniere della provincia di Brescia è in diminuzione da vari anni la produzione dei minerali di ferro, essendo quasi sospeso il commercio dei minerali stessi stante la chiusura della maggior parte dei forni, ridotti a sospendere la produzione per le condizioni generali del mercato siderurgico”. La crisi che investì a fine secolo XIX l’economia delle Valli bresciane diede l’avvio al processo di emigrazione. La relazione della Camera di Commercio e Industria di Brescia, redatta nel 1910, si chiude con una desolante considerazione: “Oggi le miniere sono quasi tutte abbandonate ed i forni spenti, anzi di molti non se ne scorgono che ruderi, ciò per effetto della concorrenza dei ferri esteri” . Con l’avvento del Fascismo si sviluppò una politica autartica che permise la ripresa delle attività minerarie con espansione fino alla fine del secondo conflitto mondiale. L’attività estrattiva cessò definitivamente in Valle Camonica negli anni ‘80 del XX secolo con la chiusura dell’ultima miniera di barite in territorio del Comune di Capo di Ponte. Il vasto impatto antropico sull’ambiente dell’attività mineraria può essere sintetizzato nei seguenti punti: - l’insieme di mulattiere e di sentieri di collegamento tra fondovalle ed i siti minerari posti in quota; - le aree esterne agli scavi; - le strutture abitative e di riparo per i minatori; - le coltivazioni a cielo aperto e nel sottosuolo; - i siti per la trasformazione del minerale; - le aree siderurgico/industriali; - le direttrici per il trasporto e per il commercio (teleferiche, fondachi, magazzini, stazioni e linee ferroviarie, ecc.). L’insieme di queste testimonianze produsse un “paesaggio minerario” che seppur caratterizzato da una discontinuità territoriale si distribuisce su tutto il territorio della Valle Camonica, da Pisogne fino ai passi alpini. Questa secolare attività portò lungo tutta la Valle alla formazione, a partire soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento, di importanti aree con specifica vocazione mineraria, grazie alla presenza di redditizi filoni metalliferi. In questo contesto territoriale assai ricco e articolato si delinea un percorso culturale che permette di riscoprire le tracce di un antico operare che contraddistinse l’economia e la vita di una intera popolazione per oltre 5 secoli. T IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 73


TECNICA Andrea Botti

S

econdo Alfonso Acocella1, dagli anni Ottanta del Novecento, parallelamente alla convenzionalità assunta dagli hotel delle grandi catene alberghiere, si è registrata, soprattutto negli “alberghi indipendenti” una tendenza indirizzata a reinterpretare l’immagine architettonica, la spazialità, il design d’interni e i servizi offerti (…) valorizzando il rapporto emotivo cliente-albergo. “La ricerca (…) opera contestualmente sull’immagine dell’architettura, nella sua interrelazione con i vari contesti urbani o naturalistici e sullo spazio interno, plasmato da un progetto d’interior design, indirizzato spesso a enfatizzare un tema principale e dare vita a un’atmosfera memorabile in cui assumono importanza (…) esperienze multisensoriali (materiali, colori, luci, suoni…)”. A ciò si aggiunge la sensibilità, maturata dai progettisti contemporanei, nei confronti di temi quali la sostenibilità, il rapporto con il contesto, la valorizzazione delle emergenze artistiche-ambientali locali. Da tutto ciò nascono le architetture d’accoglienza che rievocano il contatto con la madre terra, i centri wellness che paiono scaturire direttamente dalla roccia, gli alloggi collocati in antiche dimore rupestri o in posizione ipogea, enfasi estrema di un rinnovato rapporto con la terra. Un importante contributo a questa ri-lettura dell’architettura dell’ospitalità va riconosciuto all’esperienza di Vals, nota località termale nel 74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

La pietra che ospita


TECNICA Nella pagina precedente. Vista esterna e interna delle Terme di Vals, Canton dei Grigioni, Svizzera. In questa pagina, dall'alto. Dolder Hotel, Zurigo, Svizzera: vista esterna dell’ampliamento, vasca interna e percorso d’accesso agli spazi termali del wellness.

bergo pre-esistente si accede alle nuove terme attraverso un percorso sotterraneo che conduce a un ambiente arcaico, pensato come un continuum di spazi-cavità, caverne sempre più grandi collegate fra loro da stretti corridoi che conducono alla vista panoramica della valle. Tutte le pareti, interne ed esterne, sono state realizzate utilizzando la pietra di Vals2 ridotta in lastre sottili o in lunghi masselli di diverse dimensioni. La metodologia adottata da Zumthor era ispirata dalla tecnica costruttiva del muro composito di Vals, anticamente impiegato per il contenimento delle strade di montagna. La soluzione, originariamente a sacco, è stata re-interpretata mediante l’invenzione di opere murarie ottenute dall’unione di lastre in pietra e cemento armato. I sottili elementi litici, posati

Canton dei Grigioni. Qui, fra le montagne della Svizzera, a circa 1.200 metri sul livello del mare, le scelte coraggiose di un’amministrazione locale lungimirante e le straordinarie capacità di un architetto visionario hanno portato, nel ‘96, alla nascita di una delle stazioni termali più famose d’Europa. Da vent’anni un volume di pietra dominato dalla dimensione orizzontale segna il luogo della sorgente e richiama alla memoria dell’osservatore le forme spigolose del blocco di cava generato da facce lisce e ortogonali lavorate con la precisione del filo diamantato. Quando la distanza si riduce, l’effetto della mescolanza ottica lascia il posto alla tessitura delle pareti, segnate da una sottile e precisa stratigrafia orizzontale fatta di elementi litici sovrapposti a corsi variabili, posati a giunto chiuso. Dall’al-

per sovrapposizione in base ai differenti spessori, hanno svolto la funzione di un cassero naturale, cresciuto per elevazioni successive di 80 centimetri, in grado di contenere il getto e l’armatura. La struttura portante così ottenuta, efficace dal punto di vista statico, è basata su uno stretto legame fra calcestruzzo armato e pietra. Il rapporto fra pietra e acqua, inteso come a-priori nella scelta del linguaggio progettuale, è alla base dell’ampliamento del celebre Dolder Hotel di Zurigo, un albergo progettato e realizzato nell’Ottocento dall’architetto di Basilea Jacques Gros3. Qui le forme neo-medievali convivono con le scelte dell’archistar britannica Norman Foster che si è occupato dell’ampliamento nel 2009: due nuovi corpi che con le loro forme curvilinee semIL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 75


TECNICA Vista della Cantina-albergo Quinta do Vallado, Peso de Regua, Portogallo.

brano stringere in un abbraccio la costruzione originale. Fra le novità introdotte: un centro wellness di circa 4.000 mq, con un’ampia piscina termale raggiungibile attraverso un suggestivo corridoio, limitato da pareti in pietra calcarea, che nasce all’esterno, nel verde della foresta e termina dinnanzi allo specchio d’acqua. In linea con la reputazione di architetto high tech, Foster ha impiegato un sistema di riscaldamento interno altamente sostenibile (alimentato da sonde geotermiche a 150 metri sotto il livello del suolo) che consente di ridurre del 50% il consumo di energia. La scabrosità delle pareti è ottenuta dalla posa di un rivestimento costituito da manufatti in pietra calcarea di colore chiaro, con i lati rifilati e la faccia a vista lavorata a spacco con irregolarità che ne modificano continuamente lo spessore. Posati a giunto chiuso, quasi a contatto, garantiscono l’effetto finale di una sorprendente uniformità materica e cromatica interrotta solo da aperture che consentono il passaggio della luce ed esaltata dalle sinuosità del tracciato: metafora di un corso d’acqua sotterraneo. Dal rapporto con le emergenze naturali del contesto, acqua-luce-terra, nascono le opportunità progettuali che divengono spesso valore aggiunto per le pre-esitenze del paesaggio. L’opera in pietra è di volta in volta oggetto-contenitore (di spazi e funzioni) e oggetto-contenuto (parte integrante del contesto) come nel caso della cantina-albergo Quinta do Vallado a Peso de Regua in Portogallo. Il carattere discreto, semi-ipogeo della cantina esistente, è ripreso nel progetto dell’hotel firmato nel 2012 da Cristina Guedes e Francisco Vieira de Campos: un complesso affacciato sui due fiumi che solcano la vallata e che segue l’andamento naturale del terreno esaltandone le irregolarità per creare nuovi approcci con il paesaggio. L’impatto ambientale è minimo, ma non per questo si è voluta negare l’architettura, composta da volumi geometrici puri che si differenziano dal territorio come solidi che emergono dai terrazzamenti o come sculture di pietra incastonate nel territorio. Il rivestimento esterno è costituito da elementi in pietra grigia locale posati a listelli orizzontali che con le loro variazioni cromatiche conferiscono movimento alla tessitura muraria, interrotta solo dall’uniformità del 76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

calcestruzzo a vista. Pavimentazioni esterne, muri di contro-terra, cordoli, chiusini, tutto parla il linguaggio della pietra locale valorizzata dalle differenti lavorazioni superficiali. Quando il sito è la cava dismessa e lo spazio progettato riempie i vuoti lasciati dal processo di escavazione, contesto e costruito divengono tutt’uno. A Favignana, piccola isola che fronteggia il trapanese, il paesaggio è segnato dalla presenza di una moltitudine di spazi ipogei, vecchie cave a fossa utilizzate un tempo per l’estrazione della calcarenite4, una roccia sedimentaria chiamata tufo. Questi depositi, studiati dal punto di vista paleontologico fin dal XIX secolo, noti per le caratteristiche geotecniche e la particolare bellezza, sono sempre stati fonte di approvvigionamento per il mondo delle costruzioni e dell’arte. L’in-


TECNICA Cave bianche hotel, Favignana, Trapani: vista del complesso e sistemazioni esterne.

sioni e posizione delle pre-esistenze hanno costituito l’incipit del progetto e influito sulle caratteristiche della costruzione definita da una sequenza di volumi rivestiti di manufatti in tufo faccia a vista, illuminati dall’alto, separati l’uno dall’altro attraverso tagli verticali che lasciano filtrare la luce negli spazi interni. Il progetto, oltre a rispettare l’esposizione migliore, inserisce l’architettura nel paesaggio rinunciando a mimetizzarla; al contrario, come un fossile, riproduce il negativo di una realtà passata e si ritaglia sui volumi mancanti riproducendoli. T tensa attività estrattiva ha inevitabilmente condizionato l’aspetto paesaggistico dell’isola, tanto che ora molte aree di cava sono parte integrante della vita della comunità: spazi occupati da piccole costruzioni, giardini, orti protetti da salsedine e vento. La più vasta fra le realtà estrattive abbandonate (inutilizzata dagli anni’80) è stata recuperata nel 2012 attraverso la realizzazione di una struttura alberghiera, estesa su una superficie di circa mq 13.000. Il Cave Bianche Hotel, progettato dallo studio trapanese CUSENZA+SALVO con il coordinamento della Soprintendenza di Trapani, è nato dall’intenzione di non modificare gli spazi di cava e i grandi muri litici esistenti (veri e propri monoliti con altezze fino a dodici metri e spessori fino a cinque) residuati dell’attività del secolo scorso. Dimen-

Note 1 A. Acocella, INTERNI A TEMPO: Le nuove concezioni dell’albergo nell’era dei nomadi globali, Blog Architettura di pietra, 11/04/2013. 2 Nota come Gneis di Vals, una quarzite silicea e scistosa, estratta a quota 1000 metri circa. 3 Architetto svizzero, formatosi a Basilea (1858-1922) ha studiato in Francia e Germania. Si è occupato di progettazione di edifici privati, industriali e strutture alberghiere attraverso un linguaggio storicista. 4 Roccia detritica nella quale le particelle, di dimensioni analoghe a quelle di una sabbia, sono costituite da materiale calcareo e sono legate da un cemento di calcite grossolanamente cristallina o da una matrice calcarea a grana fine. Le calcareniti si distinguono in extraformazionali e intraformazionali a seconda che i frammenti calcarei siano stati prodotti in ambiente subaereo oppure subacqueo. N.d.R.

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CULTURA

Fondazione Calzari Trebeschi La diffusione della cultura come antidoto alla barbarie Fulvio Negri

Si è appena concluso il ciclo di conferenze, molto partecipate, dei “Pomeriggi in San Barnaba” che quest’anno aveva come titolo riassuntivo “Orizzonti della scienza: innovare è realizzare l’improbabile”. Ancora una volta la Fondazione Clementina Calzari Trebeschi, promotrice dell’iniziativa, ha proposto alla città un’occasione culturale di assoluto valore, chiamando figure di prestigio non solo nazionale a trattare argomenti decisivi per il nostro futuro, nel solco del proposito che si è posta fin dagli esordi. Nata sulle ceneri dell’immane tragedia che fu la strage di Piazza Loggia, fin da subito allo sdegno morale e alla testimonianza civile della denuncia la Fondazione ha accompagnato un continuo e crescente impegno a costruire gli antidoti più efficaci nel tempo a sconfiggere la barbarie sanguinaria ed oscurantista della strategia del terrore: la diffusione del sapere, l’analisi ponderata degli accadimenti e dell’evoluzione delle attività dell’uomo, il gusto della scoperta e del confronto che rendono possibile il superamento dell’ineluttabilità dei limiti del presente in un processo senza fine. La luce della ragione e della convivenza positiva come alternativa alle tenebre mortifere dell’intolleranza. Ed infatti anche in quest’ultimo

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niziamo dalla professoressa Bettini: la serie di incontri ha come titolo “Orizzonti della scienza: innovare è realizzare l’improbabile”. Perché questo titolo apparentemente ossimorico? “Se un’idea non sembra inizialmente assurda, allora è senza speranza” diceva Einstein. Considerata la velocità con cui è progredita la scienza negli ultimi cento anni non è insensato immaginare che tecnologie considerate attualmente fantascientifiche possano divenire, in un futuro non remoto, applicazioni tecnologiche avanzate. La storia della scienza ripetutamente lo ha insegnato e non solo quella. Nel 1863 Jules Verne scrive Parigi nel XX secolo. Il libro, dimenticato per più di un secolo, viene pubblicato per la prima 78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

ciclo di incontri le relazioni avevano un loro penetrante oggetto di approfondimento disciplinare ma anche un filo comune che le aggregava; spesso veniva ribadito che la conoscenza è premessa essenziale di libertà, così come la ricerca è espressione e strumento di democrazia. Questa pare essere la stella polare dell’azione della Fondazione che, nella sua elaborazione di un’idea di sviluppo socialmente equo, ha avuto il merito di tenere sempre insieme scienza ed humanitas, troppo spesso divaricate nell’italica tradizione intellettuale. Dunque alla Trebeschi e ai suoi generosi volontari, per il servizio che rendono alla città (e soprattutto ai nostri giovani che abbiamo visto in gran numero presenti agli appuntamenti), va un grazie riconoscente sia per lo spessore dei contributi disciplinari offerti che per il messaggio civile. Nell’intervista che segue tentiamo qualche riflessione più puntuale fruendo della cortese disponibilità dei due membri della Fondazione che maggiormente hanno contribuito alla realizzazione di quest’ultima rassegna, la professoressa Mara Bettini del Liceo scientifico Calini e professor Mario Capponi, già docente presso l’ITG Tartaglia. volta nel 1994. Verne immagina come sarebbe stata Parigi nel 1960 e descrive tecnologie all’epoca impossibili: fax, una rete di comunicazione globale, grattacieli in vetro, treni sopraelevati superveloci e molto altro: tutte tecnologie considerate, all’epoca della scrittura, impossibili. Ecco quindi che innovare significa proprio esplorare gli orizzonti della scienza e cimentarsi nella realizzazione di nuove tecnologie avveniristiche. E se l’effetto di questa sperimentazione si traduce nella realizzazione di prodotti con una forte ricaduta in termini di miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo, è anche vero il viceversa. Sondare in modo approfondito l’improbabile ha permesso sovente di lambire nuove


CULTURA

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La professoressa Mara Bettini, il professor Mario Capponi e un'immagine degli incontri che si sono tenuti presso l'Auditorium San Barnaba

impensabili frontiere della scienza. È un circolo virtuoso a cui purtroppo il nostro Paese è troppo poco avvezzo. Come si inscrive nella tradizione della Fondazione, sempre attenta a coniugare cultura e sviluppo democratico, una tematica incentrata sul tema della ricerca scientifica? Da molti anni la Fondazione Trebeschi opera nel campo della divulgazione scientifica. Al suo attivo si annoverano numerose iniziative a carattere scientifico, rivolte prevalentemente ai giovani ma anche alla cittadinanza in genere, che hanno riscosso grande successo di pubblico. Le ragioni di questa scelta sono diverse. Viviamo in un paese che, optando da alcuni decenni per un modello di sviluppo escludente la ricerca scientifica, non ha saputo contrastare il declino culturale ed economico in cui, purtroppo, da tempo versa. E in questa realtà a farne le spese, naturalmente, sono soprattutto le fasce culturalmente deboli della società italiana. È quindi un obiettivo democratico informare il cittadino comune sugli sviluppi e sulle potenzialità della ricerca scientifica, sui bisogni urgenti che il nostro paese evidenzia in questo settore, sulle scelte politiche adottate in materia di finanziamenti e di indirizzi culturali, nell’ambito della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico. In modo concomitante è stato per noi sempre vitale anche stimolare l’interesse dei giovani verso la scienza, per orientarli a scelte lavorative del settore che siano interessanti e produttive per la loro realizzazione professionale e pure funzionali allo sviluppo economico del paese. E anche questo ci pare un obiettivo che coniuga cultura e democrazia. Passando dal locale al globale non possiamo dimenticare che viviamo nell’era dell’informazione e della conoscenza, in una nuova epoca dell’evoluzione culturale dell’uomo in cui la produzione di ricchezza è subordinata al possesso di conoscenza scientifica e tecnologica. Per dirla con Pietro Greco “Il ruolo primario della conoscenza – e in particolare della conoscenza

scientifica – non riguarda solo la dimensione economica, ma investe l’intera società, rimodellando in maniera incessante il dibattito culturale, etico, religioso, ambientale, politico”. E la società della conoscenza non è ancora democratica. Anzi, la conoscenza che dovrebbe essere il più importante fattore di inclusione è purtroppo sovente uno strumento di esclusione culturale e sociale all’interno di una nazione e tra le nazioni. E se è vero come è vero che la conoscenza “Non deve essere a vantaggio di questo o di quello, ma dell’intera umanità” (Francis Bacon) è evidente la necessità di interventi a favore di un processo di democratizzazione della conoscenza . Urge quindi diffondere la conoscenza scientifica con i suoi risultati e le sue aspettative al vasto pubblico, in modo accessibile a tutti, ma senza rinunciare al rigore e alla precisione dei concetti (l’ostinato rigore del nostro logo) perché è più ricco chi più sa; e non mi riferisco solo alla ricchezza economica. D’altro canto il possedere conoscenza scientifica, rende più consapeIL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 79


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vole, attiva e responsabile la partecipazione, democratica appunto, del cittadino nella progettazione e nella realizzazione del futuro da lui auspicato e che ci auguriamo, ponga al centro il benessere, non solo economico, dell’uomo, anzi, di tutti gli uomini. Quale degli spunti emersi dagli interventi degli esperti sono apparsi i più forieri di innovazione? Devo dire che tutte le relazioni hanno favorevolmente sorpreso presentando i futuri sviluppi della ricerca e le loro possibili ricadute, in termini di innovazione tecnologica, sulla vita dell’uomo. D’altro canto sapevamo, quando abbiamo organizzato il ciclo, che quelli scelti sono gli ambiti più innovativi. È interessante notare che è emerso addirittura un comune denominatore: in tutti gli interventi sono state presentate importanti, probabili ed auspicabili applicazioni a favore della salute dell’uomo, inimmaginabili fino a pochi decenni fa. E se questo da un lato riempie di speranza, dall’altro dovrebbe servire, a chi ha ancora “paura” della scienza, a trasformare questo sentimento in fiducia. Sotto il profilo metodologico vi sembra soddisfacente lo stile comunicativo dei relatori in termini di comprensibilità delle comunicazioni per il pubblico in sala? Lo stile comunicativo dei relatori è sembrato, anche al pubblico, pienamente soddisfacente in termini di chiarezza, accessibilità e rigore. La scelta dei relatori, considerati tra i migliori scienziati italiani, non è stata casuale. Per divulgare la scienza in modo accattivante ed accessibile, senza semplificazioni fuorvianti che possono impoverire concettualmente i contenuti, ci vogliono diversi ingredienti: grande conoscenza della teoria, esperienza delle metodiche sperimentali accumulata in 80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

anni di attività sul campo, molta passione per il proprio lavoro e una profonda onestà intellettuale. Tutti requisiti questi di cui i relatori sono abbondantemente dotati. Da tutte le relazioni è infatti emersa un’idea profondamente corretta di scienza: un’attività umana stimolata dalla curiosità e dalla passione per la conoscenza che, nella consapevolezza di non possedere la verità e la certezza, nel suo statuto epistemologico pone il dubbio e la verifica dei fatti come riferimenti imprescindibili. In sé ha la capacità di rivedere le proprie procedure e di introdurre correttivi, di ricominciare da capo con umiltà e tenacia. Ma non solo. Ad accomunare tutti i relatori è emerso un forte bisogno di divulgare la scienza, inteso come una sorta di impegno civile, di garanzia democratica. Il cittadino deve essere informato non solo per poter preparare attivamente e consapevolmente il futuro delle prossime generazioni ma anche perché, se è vero che le scelte decisive di indirizzo della ricerca scientifica spettano alla politica e all’economia, è anche vero che il consenso e la pressione sociale possono concorrere a far intraprendere una direzione piuttosto di un’altra. A questo proposito vorrei segnalare una importante petizione presente sul web, promossa da Giorgio Parisi (fisico di rilievo internazionale) e da numerosi altri scienziati, dal titolo “Salviamo la ricerca italiana”: la proposta sta creando un movimento di opinione molto significativo e va presa in considerazione, se non altro per lo spessore e la rilevanza della documentazione che propone. Veniamo al professor Capponi... La rilevante presenza, tra il folto pubblico, di studenti ed insegnanti dice inequivocabilmente anche quest’anno della capacità di attrazione sulla scuola dei Pomeriggi del San Barnaba: alla luce di questo rinnovato successo non ritenete utile una partnership ancor più diretta almeno con alcune istituzioni scolastiche? Potrebbe verificarsi che dal


CULTURA Nella pagina precedente. Un momento dell'intervista. In questa pagina. La locandina degli incontri “Orizzonti della scienza. Innovare è realizzare l'improbabile”.

La Fondazione Trebeschi ha sede in Brescia, via Crispi 2, tel. 030 2400611 e-mail: fondazionetrebeschi@tin.it, sito web: www.fondazionetrebeschi.it. Presso la sede, che è aperta dalle 15.00 alle 18.00, dal lunedì al venerdì, si trova una Biblioteca di Storia contemporanea e di storia e filosofia della Scienza, di circa 20.000 volumi, aperta a tutti e in particolare a studenti e insegnanti, per consultazione e prestito. La Biblioteca è inserita nella Rete Bibliotecaria della Provincia di Brescia, e il suo catalogo on-line può essere consultato a partire dal sito della Provincia o direttamente dal sito della Fondazione.

grammaticamente orientato a fini professionalizzanti, che non si accorderebbe con i compiti statutari della Fondazione Trebeschi. Ciò non esclude che la partecipazione alle nostre iniziative culturali possa avere una importante valenza ai fini dell’aggiornamento professionale degli insegnanti e dell’approfondimento di contenuti disciplinari per gli studenti. Da sempre, la Fondazione rilascia a studenti e insegnanti attestati di partecipazione alle sue iniziative, validi ai fini dell’aggiornamento e dei crediti formativi.

contatto col mondo della ricerca in continua affascinante evoluzione trovino giovamento l’aggiornamento dei docenti e la motivazione allo studio degli allievi che potrebbero ricavare inoltre utili supporti al loro orientamento postdiploma? La scuola è, per statuto, il principale destinatario del lavoro della Trebeschi (Biblioteca storica per una educazione democratica e antifascista) nata per ricordare degli insegnanti particolarmente appassionati al loro lavoro. Offrire stimoli culturali agli studenti, agli insegnanti e ai comuni cittadini è il nostro modo di contribuire alla vita democratica della nostra città, oltre che di offrire a studenti e insegnanti utili occasioni per la loro maturazione culturale. La collaborazione con le singole istituzioni scolastiche può verificarsi per ragioni di opportunità logistica o didattica (seminari o cicli di conferenze a marcato carattere disciplinare tenute in singoli Istituti, ma sempre aperte a tutti), ma non ha mai assunto il carattere di un “contratto di servizio” esclusivo e pro-

Sempre sul rapporto con gli istituti superiori, non pensate possibile che la Fondazione possa fornire un notevole supporto culturale anche all’alta formazione tecnica che ad oggi inizia a costituire la possibile diversa opzione di prosecuzione degli studi rispetto a quella tradizionale accademica? Un “supporto culturale all’alta formazione tecnica” è un’esigenza vivissima nella realtà attuale della nostra città/regione (penso per esempio alle problematiche ambientali). Pur senza porci programmaticamente in questa prospettiva, abbiamo già realizzato in passato (e lo faremo ancora) cicli di conferenze sui temi della Sostenibilità, dell’Energia, della salvaguardia del territorio e del paesaggio, che – al di là del valore culturale – possono avere anche un valore di approfondimento professionale per i tecnici del settore Costruzioni/Territorio. Da un punto di vista più tecnico, Brescia e la sua Provincia meriterebbero anche un lavoro di analisi e divulgazione – con caratteristiche di serietà scientifica – dei numerosi e gravi problemi ambientali che affliggono il nostro territorio; e ciò costituirebbe un utile servizio culturale per la cittadinanza (che è la prima ad essere interessata alla qualità dell’ambiente), ma anche un’importante elemento di formazione professionale per i tecnici del Territorio. Naturalmente, un compito del genere richiede istituzioni e competenze specifiche (Università, ARPA, Uffici tecnici di Comune e Provincia, Aziende del settore). La Fondazione Trebeschi può solo contribuire a definire questa esigenza e a delineare alcune possibili risposte in termini di istituzioni e di iniziative, confrontandosi con altre realtà T culturali bresciane. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 81


CULTURA

L'universo è fatto di cerchi e triangoli Franco Robecchi

L

a geometria costituisce la forma tangibile della dimensione miracolosa dell'intelligenza umana, che non ha eguale nell'universo, capace di entrare nella dimensione materiale delle cose, fino a capirne i meccanismi di funzionamento e a guidarli. Che sarebbe stato della scienza e della tecnologia se non avessimo scoperto, sulla sola base di un concetto astratto della mente, quello del cerchio, del quadrato, della sfera e del triangolo, che quelle forme, quelle proporzioni e quei nessi geometrico-matematici potevano essere calati sulla realtà nella quale incontravano impronte coerenti in grado di costituire un ponte di comprensione e governo fra il supremo astratto e il supremo materiale? Il rapporto fra la dimensione della mente e la dimensione delle cose è uno dei misteri più sconvolgenti di questa nostra vita. Forse una riflessione su questo immane argomento può interessare coloro che sulla parola geometria hanno fondato la loro attività intellettuale e la loro professione, da almeno 5000 anni. Ad esempio, la sola esperienza dei sensi dice molto poco sul concetto di circonferenza e di cerchio, che gli uomini hanno da millenni posto nel loro pensiero. Sono ben poche peraltro le forme che l'uomo può aver veduto, dalle quali potrebbe aver tratto la suggestione del cerchio. Essenzialmente si tratta della Luna e del Sole, perché di cerchi, in natura ne esistono ben pochi altri e alcuni molto difficilmente reperibili. Vogliamo citare l'iride dell'occhio umano e di alcuni altri animali, o certe macchie sulle ali di certe farfalle? Ma quante sono le forme che caddero sotto nel panorama della vista umana, senza che l'uomo le isolasse, le assumesse come significative e le studiasse? Non basta rispondere che la forma del cerchio risultò all'uomo “perfetta”, perché bisognerebbe chiedersi da dove gli provenisse quel senso di perfezione. Perché non gli apparve perfetta la forma di una carota? L'uomo avvertì subito che la forma, ad esempio, del cerchio era per lui una forma speciale, particolarmente congeniale con la sua mente e così avvenne per tutto il repertorio della geometria. Non a caso l'alternativa, spesso ostile, alla dimensione umana è stata identificata con l'assenza di forma, con il caos. Il quale ha pure una sua forma della non-forma. L'arte astratta ne è lo specchio. Ma mai l'uomo ha trovato attrazione e consonanza con tali realtà. Il caos era anche l'assenza di significato, di finalità, di motivazione d'origine. Era la sorda natura inconoscibile ed estranea, che seguiva sue leggi, o nessuna legge, sconosciute, incapaci di entrare in un qualsiasi rapporto con le categorie dello spirito umano. Ciò avveniva anche nella filosofia e sino dalla religione degli Egiziani antichi. La costituzione di una forma congeniale alla mente umana fu sempre ritenuta come il segno di una coerenza fra l’universo e l’uomo, alla base di una comune origine, che l’uomo ha spesso identificato come il nucleo della convinzione di un unico autore del tutto, di un Dio. La visione religiosa ha unificato per la prima volta, ancora 82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

prima della filosofia e della geometria, le forme dell'intelligenza umana e le forme del caos universale, intuendo un filo comune che lega il tutto. Tant'è che il caos precedente fu ridefinito come Universo, cioè una realtà che segue una comune finalità, rivolta ad un unico fine (uni-verso) e proveniente da un'unica volontà che si propone un suo scopo. Tutto il contrario del caos. Proprio la geometria fu l'emblema di questo trovato accordo fra uomo e mondo e le forme geometriche entrarono nella definizione di un universo controllato e voluto per uno scopo comune, comune all'uomo e alle cose, da un'entità misteriosa e onnipotente, autrice del tutto. Il cerchio fu avvertito come un grande simbolo e una grande realtà di questa razionalità universale. Porterei ad esempio alcune scene bibliche raffigurate nella Basilica di S. Marco di Venezia. Si tratta di mosaici, probabilmente creati all'inizio del XII secolo. Narrando dell'inizio dell'universo, la Bibbia scrive: “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso”. Sono parole che inducono un brivido emotivo ma anche razionale. Il nero buco infinito non ha una voce e non ha alcuna forma. Ebbene, i mosaici antichi di quasi mille anni fa sono rivelatori. Vi è il riquadro in cui si rappresenta la fase dell'intervento di Dio per la creazione: “Dio disse: ‘Sia la Luce!’ E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce


CULTURA Nella pagina precedente. Antichi geometri intenti a ragionare sulle figure del loro pensiero. In questa pagina. Il grande mosaico che raffigura, nella Basilica di S. Marco di Venezia, brani del libro della Genesi biblica.

giorno e le tenebre notte”. Come raffigurarono l'evento creativo i mosaicisti veneziani? Con due cerchi. Il disegno è diviso in due parti. A destra è un cielo blu scuro, nel quale campeggia un grande cerchio di diverso blu, che potrebbe anche essere una sfera. Dalla sua porzione inferiore emanano sei raggi di luce. Nella parte sinistra del disegno è invece un cerchio-sfera simmetrico al primo, ma di colore rosso, con un

nucleo rosa, su fondo bianco-azzurro. Anche questa sfera, come un'astronave aliena, emette verso il basso sei raggi di luce dorata. Il racconto biblico prosegue dicendo: “Dio disse: ‘Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento’. Dio chiamò il firmamento cielo”. Questa entità, chiamata cielo, come fu raffigurata dai mosaicisti veneziani? IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 83


CULTURA Raffigurazione, del Duecento, di Dio creatore dell’universo con un compasso.

Come una sfera con due aree concentriche, blu e azzurre, che viene introdotta da Dio entro due oceani astrali, uno sopra e uno sotto. E ancora. “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare”. Anche in questo caso, nei mosaici della basilica Dio sembra rotolare la sfera blu verso destra lasciando che alle sue spalle si formi la terra emersa e, di fronte, il mare. Inoltre il libro della Genesi prosegue: “Dio disse:‘Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte’. (...) Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte”. Il mosaico marciano mostra una grande sfera blu costellata di astri, con il sole raggiato e la luna, anch'essi circolari, contenenti volti umani. Il firmamento, cioè quanto è consolidato, il cielo, lo spazio, l'universo sono un cerchio, una sfera, come la luna e il sole. Hanno la forma della razionalità, la forma voluta da un'intelligenza, in tutto simile a quella umana. La forma dell'intelligenza umana, qui rappresentata dal cerchio, è anche nell'essenza di Dio, che è raffigurato come un giovane biondo, con tunica, che reca, attorno al capo un disco circolare diviso in quattro parti eguali. Anche la sua essenza di essere razionale e creatore è rappresentata dal cerchio. Questa è la filosofia della geometria, che si sviluppò successivamente in forme di analisi e di logica. Che rapporto matematico vi è fra le misure della circonferenza e del raggio del cerchio e perché una circonferenza si può tracciare fissando uno spago a un chiodo e facendo ruotare l'estremo opposto della corda tesa? Perché qualunque triangolo inscritto in una semicirconferenza, avente un lato coincidente 84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2

con il diametro, è sempre un triangolo rettangolo? Come mai un quadrato è inscrivibile in una circonferenza e un altro quadrato è circoscrivibile? Come mai un disco a forma di cerchio


CULTURA In questa pagina. In una miniatura medievale Dio è raffigurato mentre crea l’universo usando lo strumento della razionalità umana: il compasso. Nella pagina seguente, in senso antiorario dall'alto. La creazione della luce e del buio nel mosaico di Venezia, che illustra il testo biblico. L'antico geometra e filosofo greco. Infine, un dipinto medievale in cui tutta la realtà razionale è circolare, secondo le forme della mente umana e divina: la Terra, i mari, le sfere atmosferiche e spaziali, l'universo stellato con le costellazioni e, oltre, l'iperuranio della dimensione filosofica e divina, non a caso dipinto in oro, dove consistono Dio e gli angeli.

rotola e può divenire la base di un veicolo, di un ingranaggio? Perché gli astri sono sferici e sferiche sono le bolle di sapone? Perché una sfera può bloccare, in qualunque posizione, il flusso di un liquido attraverso un foro? Difficile pensare che idee come quelle citate e quesiti inerenti nascano nella mente umana e trovino riscontro in una figura geometrica senza che esista una sintonia intrinseca fra le due dimensioni. Come affermava in modo filosoficamente folgorante Galileo Galilei, il grande dato è che “la filosofia è scritta in questo grandissimo libro [della natura] che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”. I caratteri son triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, come dire: la lingua del IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 85


CULTURA

creato è la lingua che noi ritroviamo nella nostra mente. Inspiegabile convergenza! In un gesto ancora più vicino, iconograficamente, all’attività del geometra, dell’ingegnere, che spesso sono stati raffigurati, storicamente, con un emblematico compasso nella mano, è la raffigurazione di Dio creatore che, nell’arte medievale, forma l’universo tracciandone la forma circolare con un compasso. Non è solo un’ingenuità iconografica. È l’allegoria di quell’unica sostanza che permea il mondo fisico e l’intelletto umano, che consente alla sfera rarefatta e impalpabile dell’intelletto di penetrare la sorda materia, la quale risponde con sintonia alle investigazioni umane, sino a piegarsi a lasciarsi modificare, lasciarsi capire. Nella geometria sta racchiuso il segreto dell’unica oT rigine, dell’unico fine, dell’uni-verso. 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2


Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di Leggi, Decreti,Deliberazioni e circolari pubblicati sulla G.U.Gaz G.U.Gaz-zetta Ufficiale della Repubblica e sul B.U.R.L. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Decreto Ministero Economia e Finanza 21/12/2015 (Gazzetta Ufficiale 30/12/2016 n.302) Adeguamento delle modalità di calcolo dei diritti di usufrutto a vita e delle rendite o pensioni in materia di imposta di registro e di imposta sulle successioni e donazioni. Il decreto adegua le modalità di calcolo dei diritti di usufrutto a vita e delle rendite o pensioni in ragione delle modificazioni della misura del saggio legale degli interessi avvenuta con il D.M. 11/12/2015 pubblicato in G.U. 15/12/2015 n.291, che ha portato il saggio di interesse legale allo 0,2% con decorrenza 1/1/2016.

Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 8/9/2015 (Gazzetta ufficiale 3/12/2015 n.282) Modalità di attuazione e procedure di verifica ai sensi dell’art 21, comma 6, del decreto-legge 12/9/2014 n.133, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11/11/2014 n.164, in materia di deduzione per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione di unità immobiliari da destinare alla locazione.

Deliberazione Giunta Regione Lombardia 17/12/2015, n.x/4601 (Bollettino Ufficiale S.Ord 24/1/2015 n.52) Modulistica unificata e standardizzata per la presentazione della denuncia di inizio attività alternativa al permesso di costruire (DIA): adeguamento della modulistica nazionale alle normative specifiche e di settore di Regione Lombardia e integrazioni alla d.g.r. n. 3543 dell’8/5/2015

LEGGE 28 dicembre 2015, n. 221 (Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2016) Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali Il provvedimento introduce misure in materia di protezione della natura e sviluppo sostenibile, valutazioni di impatto ambientale, energia, green pubblic procurement, gestione dei rifiuti, bonifiche da amianto, difesa del suolo e risorse idriche.

Alle persone fisiche, non esercenti attività commerciale, che acquistano tra il 1/1/2014 ed il 31/12/2017 unità immobiliari di nuova costruzione invendute o oggetto di interventi di ristrutturazione edilizia o di restauro e risanamento conservativo è riconosciuta: - una deduzione dal reddito complessivo ai fini Irpef pari al 20% del prezzo di acquisto dell’immobile nel limite massimo di € 300.000,00; - una deduzione dal reddito complessivo degli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto della medesima unità immobiliare pari al 20% dei medesimi. La deduzione è ripartita in 8 quote annuali.

Decreto Ministero Economia e Finanze 25/11/2015 (Gazzetta ufficiale 23/12/2015 n.298) Modifica della Tabella A, allegata al decreto 9/3/1999, di individuazione dei comuni non metanizzati ricadenti in zona climatica E di cui al DPR 26/8/1993 n. 412. IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 87


Aggiornamento Albo

Cancellazioni dall’Albo N. Albo

Data

382

Nominativo

Residenza

Luogo e data di nascita

Motivo

08/01/2015 Chiappini Lino

Via Amba D'Oro 49 Brescia (BS)

Saviore (BS) 28/04/1927

DECESSO

5628

22/02/2016 Banalotti Massimo

Via Portizzolo 21 Gardone Riviera (BS)

Salò (BS) 26/09/1968

DIMISSIONI

3567

22/02/2016 Barbi Angelo

Lungolago C.So Zanardelli 65 Salo' (BS)

Manerbio (BS) 29/03/1956

DIMISSIONI

2324

22/02/2016 Bertelli Dario

Via G. D'Annunzio 45 Manerba Del Garda (BS)

Manerba Del Garda (BS) 08/07/1951

DIMISSIONI

6410

22/02/2016 Carrera Sara

Via B. Croce 35 Manerbio (BS)

Brescia (BS) 16/03/1993

DIMISSIONI

6381

22/02/2016 Delbarba Mattia

Via A. Canossi 12 Adro (BS)

Sarnico (BG) 22/05/1990

DIMISSIONI

6323

22/02/2016 Foti Matteo

Via Tita Secchi 117 - Fr. Nozza Vestone (BS)

Brescia (BS) 29/02/1984

DIMISSIONI

6038

22/02/2016 Gamba Andrea

Via M. Cicognini 14 Brescia (BS)

Brescia (BS) 26/07/1986

DIMISSIONI

6072

22/02/2016 Garufi Simone

Via A. Allegri 138 Brescia S Polo (BS)

Messina (ME) 07/08/1987

DIMISSIONI

5984

22/02/2016 Gervasio Michele

Cascina Mariaelena 1 Gottolengo (BS)

Manerbio (BS) 01/04/1988

DIMISSIONI

6076

22/02/2016 Marzari Matteo

Via Bernini 18 Brescia (BS)

Bologna (BO) 04/01/1988

DIMISSIONI

5524

22/02/2016 Migliorati Ivano

Via della Trisia 98 Brescia (BS)

Travagliato (BS) 07/06/1965

DIMISSIONI

6432

22/02/2016 Orioni Alice

Via Belzagno 34/A Trenzano (BS)

Brescia (BS) 12/12/1988

DIMISSIONI

5199

22/02/2016 Panelli Giuseppe

Via Aldo Moro 96 Travagliato (BS)

Gardone V.T. (BS) 18/09/1977

DIMISSIONI

5849

22/02/2016 Riva Paola

Piazza Vittoria 4 Vione (BS)

Edolo (BS) 16/07/1985

DIMISSIONI

6423

22/02/2016 Schiff Federico

Via San Donato 101 Rovato (BS)

Brescia (BS) 31/08/1986

DIMISSIONI

6003

22/02/2016 Tolotti Mauricio

Via Marconi 12 Torbole Casaglia (BS)

Brasile (EE) 22/12/1982

DIMISSIONI

5819

22/02/2016 Zanini Annalisa

Via Anello 1/2 Castrezzato (BS)

Orzinuovi (BS) 12/03/1985

DIMISSIONI

5000

22/02/2016 Zicchetti Mario

Via Milzanello 32 Leno (BS)

Leno (BS) 20/12/1951

DIMISSIONI

3105

10/03/2016 Ghitti Valerio

Via Ponzano 29 Marone (BS)

Marone (BS) 11/01/1953

DECESSO

5302

11/03/2016 Zaffaina Albertino

Piazza Garibaldi 7 Desenzano D/Garda (BS)

Desenzano D/Garda (BS) 01/02/1964

DECESSO

2376

21/03/2016 Cella Enrico

Via Inga 34 Roe' Volciano (BS)

Roe' Volciano (BS) 15/10/1952

DIMISSIONI

5074

21/03/2016 Furlani Lucia

Via Volturno 78 Brescia (BS)

Brescia (BS) 21/11/1977

DIMISSIONI

5069

02/05/2016 Bertoli Davide

Via Giovanni Renica 53 Brescia (BS)

Mirandola (MO) 12/09/1977

DIMISSIONI

6058

02/05/2016 Carcangiu Andrea

V.Lo Silvio Pellico 2 Pralboino (BS)

Leno (BS) 28/07/1982

DIMISSIONI

5944

02/05/2016 Delalio Elisa

Via Papa Giovanni XXIII 13/A Bovezzo (BS)

Brescia (BS) 14/11/1984

DIMISSIONI

2836

02/05/2016 Melchiori Nellusco

Via Larga 10 Bedizzole (BS)

Bedizzole (BS) 18/04/1949

DIMISSIONI

1559

02/05/2016 Morani Alcide

Via Promontorio 80 Toscolano Maderno (BS)

Salo' (BS) 20/04/1945

DIMISSIONI

2840

02/05/2016 Palini Mario

Via XXV Aprile 74 Cellatica (BS)

Gardone V.T. (BS) 20/06/1954

DIMISSIONI

1459

02/05/2016 Turra Albino

Via De Gasperi 47 Rudiano (BS)

Rudiano (BS) 16/09/1943

DIMISSIONI

88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2


Iscrizioni all’Albo N. Albo

Data

Nominativo

Residenza

Luogo e data di nascita

Anno diploma

6463

22/02/2016

Coppa Vito - TRASF DA NAPOLI

Via degli Stampatori 64 - Brescia (BS)

Ischia (NA) 28/09/1971

1990

6464

22/02/2016

Ricca Giampietro - REISCRIZIONE

Via Palestro 36 - Orzinuovi (BS)

Brescia (BS) 29/04/1944

1982

6465

22/02/2016

Schioppetti Stefano

Via A. Diaz 17 - Passirano (BS)

Brescia (BS) 23/05/1990

2009

6466

22/02/2016

Archetti Mattia

Via Nikolajewka 17 - Corte Franca (BS)

Brescia (BS) 04/09/1994

2013

6467

22/02/2016

Benedetti Camilla

Via Nuova 11 - Fr. Degagna - Vobarno (BS)

Gavardo (BS) 06/11/1993

2013

6468

22/02/2016

Dusi Michele

Via S. Giovanni Bosco 9 - Brescia (BS)

Brescia (BS) 07/04/1979

1999

6469

22/02/2016

Giori Giuditta

Via Galvano Giori 31 - Vestone (BS)

Brescia (BS) 27/11/1994

2013

6470

21/03/2016

Tottoli Fabio - REISCRIZIONE

Via Leopardi 9 Esine (BS)

Breno (BS) 11/09/1979

2000

6471

21/03/2016

Buizza Pierangelo

Cascina Caselle snc Flero (BS)

Flero (BS) 06/02/1991

2010

6472

21/03/2016

Tobanelli Stefano

Via Torre 5 Muscoline (BS)

Gavardo (BS) 30/10/1992

2012

6473

02/05/2016

Bonfadelli Nicola

Via Pozzo 27 Collebeato (BS)

Brescia (BS) 01/06/1993

2012

6474

02/05/2016

Palmerini Paolo

Via X Giornate 108 Soiano Del Lago (BS)

Brescia (BS) 14/08/1990

2009

6475

02/05/2016

Poinelli Nicolò

Via Leonardo da Vinci 20 Tignale (BS)

Brescia (BS) 30/12/1990

2009

Il mondo di B. Bat.

IL GEOMETRA BRESCIANO 2016/2 - 89






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Anno XLI N. 2 marzo-aprile 2016

2


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