IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXIX N. 5 settembre-ottobre 2014
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Lodi Mantova Sondrio
IL GEOMETRA BRESCIANO
Contiene I.R. e I.P.
2014
Spedizione in a.p. 70% - Filiale di Brescia
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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile Bruno Bossini
Sommario
Segretaria di redazione Carla Comincini
EDITORIALE - Commissioni operative: novità sostanziali 2
Redazione Raffaella Annovazzi, Lara Baghino, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Andrea Raccagni, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi, Giuseppe Zipponi
INTERVISTA - Savoncelli: «Qualificare la professione grazie alla laurea del geometra» 4
Hanno collaborato a questo numero Italo Albertoni, Davide Bacca, Roberto Baratti, Beppe Battaglia, Gianfranco Bazzoli, Andrea Botti, Giovanna Boursier, Milena Gabanelli, Paolo Ghitti, Renato Greci, Piergiorgio Priori, Franco Robecchi Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Arturo Toscanini 41 - 25010 Borgosatollo (Bs) Tel. 030/6186578 - Fax: 030/2053376 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 8618 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 5 - 2014 settembre - ottobre
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Nuove norme sul praticantato. Raggiungeranno lo scopo prefissato? 8 DALLA CASSA - Il fondo pensione “Futura”14 SICUREZZA CANTIERI - Gestione delle terre da scavo. Da rifiuti a sottoprodotti (Parte seconda) 16 Attività lavorative sulle strade: il DM 4 marzo 2013 integra quello del 10 luglio 2002 20 Convegno sul Titolo IV del TUS 81/2008 e pronunciamenti della giurisprudenza 22
CULTURA - Maestri del disegno architettonico di strada 80 LIBRI - Piazza della Loggia, il cuore della città fra gioie e dolori 86 Aggiornamento Albo
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CATASTO - OMI, Osservatorio del Mercato Immobiliare: cos’è, cosa fa 28 SCUOLA - Scuola, la riforma del “serale” passa anche dal “Tartaglia” 32 AGRICOLTURA - Organizzato dalla Commissione Agricoltura il convegno sull’utilizzo del biogas 38 Cenni di meteorologia per un’agricoltura più sicura 40 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - I professionisti che formano una società non possono ricevere commesse private 46 “Tariffa piatta”: come, dove e quando conviene investire un impianto energetico 47 DAL COLLEGIO DI LODI - Il Collegio di Lodi in pillole 48
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - A Ostiglia un’esercitazione di Protezione Civile. Presente il Collegio di Mantova 54
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
CONDOMINIO - Nel condominio l’agevolazione fiscale del 50% vale anche per i lavori sulle parti comuni 72
PROTEZIONE CIVILE - A Montichiari un workshop sulle riforme istituzionali riguardanti la Protezione Civile 24
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975
Associato alI’USPI
GEOLOGIA - Le prove penetrometriche nelle indagini geotecniche dei terreni (Parte seconda) 62 Note sui livelli idrometrici del Garda 66
TECNICA - L’utilizzo della pietra negli interni 56
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EDITORIALE Bruno Bossini
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tutti quelli che hanno a cuore la categoria, e sono perciò anche solo indirettamente al corrente dell’attività del Collegio, non sfuggirà che l’introduzione di alcuni correttivi ad alcuni suoi processi operativi sta dando i suoi primi frutti. Mi riferisco in particolare alle Commissioni di lavoro i cui risultati operativi (ora più manifestamente trasparenti) iniziano a garantire agli iscritti una più diretta conoscenza dell’evoluzione di tutti i temi professionali su cui esse si misurano. La considerazione vale sia per le Commissioni più tradizionali all’attività del geometra (quella sulla progettazione, la cantieristica, il catasto, il condominio, l’attività in agricoltura), ma forse ancor più per quelle legate ad aspetti della professione di più recente acquisizione da parte della nostra categoria: la sicurezza, la bioedilizia, le certificazioni energetiche, l’antincendio,la mediazione ecc. Questa migliorata operatività delle Commissioni si manifesta – ed è questa la novità – in un più stretto e proficuo rapporto con il Consiglio direttivo che ora ha, più di prima, la possibilità materiale di indicare gli indirizzi di lavoro più idonei a rispondere alle esigenze della categoria, ma anche di valutarne l’operato proponendo, ove necessario, le puntuali correzioni di strategia al fine di ottenere il raggiungimento dello scopo prefisso. Ma a cosa si deve attribuire 2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
Commissioni operative: novità sostanziali
questo migliorato confronto tra gli organismi operativi del Collegio? Principalmente, credo, alla decisione del direttivo (fortemente voluta dal Presidente geom. Platto) di affiancare al collega “esperto” con il mandato organizzativo del lavoro anche un “referente” (individuato tra i consiglieri) che riferire ai colleghi sull’andamento dei lavori della “sua” Commissione, sull’emergere Composizione delle Commissioni per provenienza Brescia Chiari Gardone V.T. Salò Breno Iseo Verolanuova Montichiari Lonato Edolo Orzinuovi Vestone
73 23 21 18 17 17 10 10 8 6 6 2
delle difficoltà e degli ostacoli cui rimediare per garantire alla Commissione un più producente un iter dei lavori. Si è creato , in soatanza, una sorta di binomio operativo che consente, con maggior efficacia, la trasmissione ai vertici deliberanti dei temi e delle soluzioni individuate dalla commissione, E, nel contempo, a quest’ultima di ricevere direattamente gli indirizzi operativi e quindi garantirsi una maggior “copertura” istituzionale. Dedicare la prima mezz’ora di lavori in Consiglio è ora più
abituale e ciò costituisce un progresso notevole rispetto alle prassi sinora adottate al riguardo. E ciò consente ora al Collegio di intervenire con più rapide risposte ai quesiti professionali ed alle richieste degli iscritti ed anche – altro fatto importante – un più proficuo confronto (in certi casi anche di contrapposizione) con gli enti pubblici, con gli organismi di categoria e con le Composizione delle Commissioni per anni d’iscrizione 11-20 21-30 31-40 6-10 0-5 41-50 over 50
76 43 34 24 16 15 3
professioni concorrenti e con le ditte private: tutti i soggetti cui di fatto spesso dipende l’operatività giornaliera del nostro professare. Da un migliorato rapporto operativo tra le commissioni ed il nostro apparato dirigente possono in sostanza nascere capacità di lavoro più incisive per tutta la categoria, che nel contesto della crisi economica che viviamo, non vive certo i suoi momenti migliori e quindi deve quindi essere ancor più sostenuta. Ma c’è un altro aspetto di novità riguardo alla vita delle commissioni che merita di essere commentato, perché può rappresentare una positiva evoluzione verso il rinnovamento della categoria: la massiccia presenza dei gio-
vani nelle loro sezioni e riunioni di lavoro. Giovani geometri iscritti all’Albo non solo indirizzati all’approfondimento delle tematiche di lavoro più moderne (che a loro risultano più congeniali) ma pronti ad affrontare anche e soprattutto l’evolversi delle procedure professionali più tradizionali, come ad esempio la progettazione ed il catasto seppur implementate con i concetti Composizione delle Commissioni per fasce d’età 41-50 31-40 51-60 71-80 24-30 over 80
67 51 49 29 14 1
operativi moderni quali, la bioedilizia e le moderne attrezzature di misurazione elettroniche (stazioni totaliGPS ecc.). Giovani in genere non ancora pronti per essere definiti “esperti” nelle materie professionale (vista la loro ancor limitata esperienza sul campo) ma disponibili quasi sempre a bruciare le tappe sulla via della specializzazione del lavoro professionale, e quindi in prospettiva pronti ad offrire alla categoria il loro contributo. E non fa nulla se nel contempo sono accompagnati da da una legittima aspirazione ad emergere professionalmente nella categoria. Sul tema va detto che non tutti gli iscritti sono concordi
EDITORIALE La nota del Presidente Dieci giornate - Festival i è da poco concluso il Festival delle Dieci Giornate di Brescia; rassegna musicale collegata alle varie categorie professionali. La nostra categoria è stata abbinata all’Argentina ed alla musica Argentina (tango argentino). La giornata è iniziata con un intervento del Prof. Cecchi Paone presso l’aula magna dell’Università Cattolica di Brescia sulle sue esperienze americane con un raffronto tra co-
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municazioni e vita americana e quelle italiane. La conclusione della giornata si è svolta presso l’Auditorium San Barnaba con eccezionale pianista e cantante di musiche argentine. Il Festival delle Dieci Giornate magistralmente organizzato dal maestro Daniele Alberti e dal suo staff di collaboratori, ha interessato tutta la città in vari punti con musiche di ottimi pianisti e musicisti e con letture della insuperabile Pamela Villoresi. Il tutto a dimostrare quanto hanno contribuito gli emigranti italiani per lo sviluppo di quei territori sia dal punto di vista del lavoro che del progresso economico e sociale nonché politico. Di ritorno quanto hanno rimandato all’Italia gli americani ed argentini sotto il profilo musicale. I geometri sono stati paragonati ai ballerini argentini in quanto nella loro attività professionale sono coordinati e precisi come i movimenti dei tanghéri. L’immagine della giornata è stata più che positiva per la nostra categoria. Una considerazione sulle Dieci Giornate del 1849 e quelle attuali, rapportando i sentimenti che invadevano l’animo dei bresciani, che anelavano alla libertà politica e quelli che invadono oggigiorno i bresciani che anelano una migliore libertà economica, finanziaria ed imprenditoriale. Allora battagliavano contro i fucili ed i cannoni del Generale Hainau, oggi devono battersi contro le imposizioni economiche teutoniche e quelle burocratiche a qualsiasi livello. Un saluto cordiale a tutti i colleghi e cerchiamo di essere presenti ovunque.
Il Presidente Giovanni Platto
su queste aperture nei confronti dei giovani.. Alcuni sostengono che le commissioni non sono luoghi per imparare la professione e che per operare proficuamente nelle commissioni, dicono, è necessario aver concluso l’iter della propria specializzazione professionale. Le commissioni, in sostanza, secondo tali pareri non possono e non devono essere considerate alla stregua dei corsi di formazione. In ciò c’è del vero, ma è sempre questione di intendersi con chiarezza sui problemi. Perché ad un giovane che mostra interesse per quella professione che rappresenta il suo futuro deve essere preclusa la possibilità di lavorare
spalla a spalla con i suoi colleghi più esperti che, comunque, prima o poi, dovranno cedergli il passo? Perché detto giovane dovrebbe limitarsi a crearsi la formazione professionale da solo con i soli corsi specializzanti del Collegio quando, sul campo, al contatto dell’esperienza di colleghi quasi sempre disponibili a trasmettere il loro sapere professionale a favore della categoria? Non dimentichiamo al riguardo che i giovani – ovviamente parlo solo di quelli che non sono spinti ed animati da un puro interesse economico – possono mettere a disposizione della categoria il loro giovanile entusiasmo.
Hanno ad esempio una maggior propensione all’utilizzo dei mezzi di lavoro più moderni, sanno navigare in reteed utilizzare in termini di attrezzature tutto ciò che attiene al mondo dell’informatica sempre in evoluzione. Hanno anche una maggior propensione verso esperienze di lavoro più globali allo studio delle lingue ed a mettersi in contatto con esperienze di lavoro all’estero. Naturalmente va precisato che inizialmente la loro attività al Collegio (e quindi perché no nelle commissioni?) dovrà essere improntata al voler conoscere, al voler capire e all’imparare tutti i segreti della professione. Solo dopo aver raggiunto
tutto ciò potranno offrire proposte operative che saranno vagliate in un confronto collegiale. Solo preso atto di tutto ciò, potranno suggerire strategie professionali e soluzioni di problemi di categoria che i colleghi certamente, essendo esse valide , non intenderanno scartare. Sarebbe un suicidio ed in ogni caso mi viene da dire che le idee, quando sono buone e valide e proposte da iniziative coerenti con gli interessi della categoria, non fanno mai fatica ad emergere. Solo attraverso idee nuove e solo adottando scelte innovative, la nostra categoria e tutti suoi giovani geometri potranno garantirsi quell’adeguato futuro che tutti auspicano. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 3
INTERVISTA
Savoncelli: “Qualificare la professione grazie alla laurea del geometra” Nell’Italia delle riforme i geometri vogliono essere protagonisti. Già lo sono stati, concretamente, in quest’anno di nuova presidenza del Cng, con contributi rilevanti in tema di fiscalità, tutela professionale, Regolamento edilizio unico nazionale, ma ancor di più intendono esserlo nei mesi a venire quando si giocheranno partite decisive su tematiche fondamentali come le competenze, il governo del territorio, la formazione dei professionisti di domani. A Brescia per il convegno di studio sulla ”Alienazione degli immobili staggiti (pignorati) nel processo esecutivo”, il presidente nazionale Maurizio Savoncelli ha accettato di incontrare il direttore del Geometra bresciano, Bruno Bossini, e di rispondere ad alcune domande per l’intervista che riportiamo qui di fianco. Molti i temi dell’attualità toccati nel breve colloquio che contiene pure un’anticipazione molto gradita ai geometri bresciani: Il Cng sta infatti lavorando per una riforma radicale dell’accesso alla professione che passi da un percorso post-secondario triennale di valenza universitaria, caratterizzato dalle materie professionali tipiche del geometra, una proposta che il nostro Collegio sostiene da tempo e che sta particolarmente a cuore al nostro presidente Giovanni Platto.
Caro presidente, un anno fa si insediava il nuovo Cng e ti eleggevano al vertice della nostra categoria: puoi già trarre un primo bilancio di questi dodici mesi? «È stato un anno impegnativo e molto difficile, innanzitutto per il nostro paese e, dunque, pure per tutti i geometri italiani. La crisi ha pesato moltissimo sul nostro lavoro, ha ridotto il reddito, ha reso incerte le prospettive di molti, anche se, fortunatamente, si cominciano a vedere pure timidi segnali positivi. Penso in particolare ad esempio al rilancio della domanda di leasing immobiliare non residenziale, che testimonia d’una rinnovata volontà di intrapresa, nonché della crescita delle richieste di mutuo che dice più generalmente della ripresa degli investimenti da parte di famiglie ed aziende. Certo sono segnali timidi, abbiamo bisogno di molto altro, ma almeno vanno nel verso auspicato da tempo». E in questo quadro come si è mosso il Cng? «L’impegno mio e del consi-
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glio è stato volto ad attuare il programma per il quale ci siamo candidati e sul quale siamo stati eletti. Più generalmente, in quest’Italia delle riforme (elettorali, costituzionali, economiche) noi vogliamo esserci e contare, dare il nostro contributo ed essere ascoltati sui temi che meglio cono-
sciamo. Lo dico con convinzione perché i geometri sono pienamente dentro quest’Italia, siamo radicati sul territorio ed al centro degli interessi della società e delle famiglie in un ruolo che nessun’altra professione ha».
INTERVISTA Il Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli.
Scendendo nel concreto, a cosa aveteprincipalmente puntato? «Il primo inevitabile passo, forse il più importante in tutto quest’anno, è stato costruire, in qualche caso ricostruire, rapporti professionali e politici innanzitutto con le altre categorie e poi con i ministeri ed il Parlamento. È questo un compito che mi sono assunto in prima persona e porto innanzi personalmente senza delegare altri consiglieri perché ritengo che metterci la faccia dia più forza e credibilità alle nostre proposte». Risultati? «Parecchi, a cominciare dal proficuo lavoro già portato a termine dalla Rete delle professioni tecniche, il coordinamento che fa sedere attorno ad uno stesso tavolo (per elaborare ed avanzare poi alla politica proposte condivise) nove categorie professionali: geometri, architetti, chimici, dottori agronomi e forestali, geologi, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari. Già la presenza attiva della Rete ha parzialmente eliminato il contenzioso tra le categorie che si traduceva in fastidiose lettere circolari degli uni contro gli altri, ma soprattutto siamo riusciti a dar voce unitaria ad un gran numero di professionisti che divisi non riuscivano a farsi sentire. È un organismo snello: nove persone (ciascuna presidente nazionale della propria categoria) per rappresentare nove professioni tecniche che riescono ad e-
sprimere pareri univoci che la politica non può ignorare». Riuscite davvero a lavorare bene con tutti? Con chi siamo più in sintonia e con chi meno? «Lavoro bene con tutti, forse un po’ meglio con gli architetti, ma non è questo il problema. Si discute infatti concretamente di temi e provvedimenti che Governo e Parlamento stanno elaborando e fino ad oggi è stato possibile ripetutamente avere visioni comuni su molti argomenti. Per esempio, citando a caso, siamo intervenuti sull’obbligo del Pos chiarendo che, se nella lettera di conferimento dell’incarico si precisa la formula di pagamento, il professionista è esente dall’obbligo del Pos. Di ben maggior peso poi, sempre citando un esempio, sono stati i nostri interventi sullo Sblocca-Italia, il Decreto legge 133 del 2014, soprattutto sui nodi dell’edilizia e del Catasto che ci stavano a cuore. Siamo stati auditi dalla VIII Commissione della Camera e con grande piacere abbiamo verificato che buona parte degli emendamenti che avevamo suggerito sono stati accolti». Possiamo fare anche qui un esempio? «Direi che il più eclatante, anche se il cammino parlamentare si sta rivelando ancora accidentato, è l’adozione – proprio nello Sblocca Italia pur se poi stralciato, ma non abbandonato – del nuovo Regolamento edilizio standard unico per tutti gli
ottomila Comuni italiani. Ed ogni geometra sa quanto importante è un provvedimento come questo per sfuggire all’arbitrarietà di tante burocrazie amministrative: modelli unici nazionali, semplici, chiari, senza margini d’interpretazione soggettiva, tanto per il permesso di costruire come per la Scia. Un passo avanti storico per uscire dalle sabbie mobili della discrezionalità che spesso nasconde angherie burocratiche e corruzione. Di più: nei Modelli Unici sono state definite le quattro figure professionali fondamentali del processo edilizio: il progettista architettonico, il progettista strutturale (se serve) il direttore dei lavori architettonici ed il direttore dei lavori strutturali». E in questo nuovo assetto c’è spazio per i geometri? «Non solo il nostro spazio c’è ed è rilevante, ma soprattutto può tornare in capo al geometra – che ha il rapporto storicamente più stretto e famigliare con la
committenza – il controllo dell’intero processo edilizio». Resta sullo sfondo il tema delle competenze… «Sì, ma mi pare che anche a questo proposito stiamo andando gradualmente verso una ridefinizione, ovvia e inevitabile, della legge del
1929 nella quale si enuncino dei nuovi principi e si mettano alcuni paletti. Ripeto: la mia convinzione è che discutendo apertamente con le altre categorie si possano delineare soluzioni condivise che non diano adito a infiniti contenziosi. In questo la grande differenza delIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 5
INTERVISTA
l’attuale consiglio nazionale rispetto al precedente, sta proprio nell’approccio: noi non abbiamo mai creduto possibile poter imporre a tutta la società una nostra soluzione, una governance valida a 360 gradi. Scommettiamo piuttosto sulla possibilità di costruire ipotesi che convincano anche gli altri e che, proprio per questa condivisione, possano divenire la regola codificata dal legislatore. Ed è proprio in questo lavoro di raccordo, di discussione, di maturazione ampia d’ogni proposta che mi sento impegnato a fondo ogni giorno». Ma qualche volta non ti sembra di perdere tempo? «No, perché in pochi mesi abbiamo già sperimentato ad ogni livello, nelle commissioni parlamentari come nei ministeri o nei livelli più alti della burocrazia, quanto siano apprezzate le nostre proposte se tendono ad unire e non a dividere. Ad esempio proprio in questi giorni abbiamo aperto una discussione con il ministero della Giustizia su due questioni che stanno molto a cuore ai colleghi – l’adeguamento delle tariffe giudiziarie e l’obbligo di perizia in ogni atto di compravendita immobiliare – ottenendo anche qui ascolto e qualche primo risultato. Ad esempio sull’obbligo della perizia da allegare all’atto di compravendita abbiamo ottenuto l’assenso dei notai (soprattutto dopo che qualche sentenza li ha richiamati alle loro responsabilità in caso di 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
dichiarazione mendace del venditore). In pratica non basterà più al notaio annotare in atto l’esplicita dichiarazione di conformità dell’immobile da parte del venditore, ma all’atto andrà allegata una perizia che certifica la situazione reale dell’immobile, anche per evitare un contenzioso che oggi ingolfa i tribunali. Come si vede, si tratta di riforme e nuove normative che certo sono utili alla categoria, ma pure al complesso della società e quindi assumono anche una valenza di tipo sociale». Si è letto sui quotidiani anche di tuoi incontri con il ministro Lupi… «Gli incontri sono moltissimi e un po’ con tutti i protagonisti che operano in campi d’interesse per la categoria. Col ministro Lupi in particolare stiamo collaborando per la definizione del nuovo provvedimento di governo del territorio con l’apertura su molti nuovi temi quali ad esempio, la necessità di orientare sempre più la fiscalità sul soggetto che detiene l’immobile piuttosto che sull’immobile stesso, oppure sulla necessità concretissima della pianificazione intercomunale di area vasta per evitare quanto ad esempio ancora succede oggi in tante realtà, dove l’area industriale del Comune confina con quella residenziale di un altro». Sempre su questo versante nel tuo intervento al Saie hai parlato di recupero e riqualificazione non solo degli ambiti urbani ma pure di quelli
non abitati… «Sì, e mi pare un tema di grande interesse per la categoria. Nei prossimi anni infatti, anche per una precisa indicazione dell’Europa, dovremo saper crescere senza consumare altro territorio. Si tratta d’una sfida che nella lettura più semplice riguarda la riqualificazione
del costruito, soprattutto di quanto costruito negli anni sessanta e settanta, con un diverso riguardo per la qualità dei materiali, il risparmio energetico, la sicurezza contro eventi calamitosi quali un sisma. Ma io credo che un impegno non meno oneroso e gratificante per i
professionisti e per la società nel suo complesso riguardi la salvaguardia dei territori non antropizzati e non destinati a nuova edificazione che non possono essere abbandonati al degrado (troppo spesso divengono infatti luoghi infrequentabili e discariche). Occorre invece che gli enti pubblici ed i privati si occupino anche della salvaguardia di un bosco, di un campo e di un’area verde, delle aree agricole. Occorre avere progetti per far vivere queste zone per non consegnarle all’abbandono, progetti che abbiano magari un riscontro turistico o semplicemente di benessere diffuso. E sono questi ambiti nei quali i geometri possono dire la loro, hanno le competenze per proporre e realizzare questi progetti perché conoscono il territorio, tutto il territorio, e conoscono pure coloro che lo abitano». Sono d’accordo, ma perdona la domanda provocatoria: di quali geometri stiamo parlando? Con quale formazione? Con quale professiona-
INTERVISTA
lità visto che oggi ci apprestiamo a chiamar geometri dei ragazzi che hanno frequentato sei mesi di corso dopo la maturità… «Ed è una follia se si pensa che un giovane con in tasca la maturità conseguita in un liceo classico, all’esame di abilitazione, senza aver mai fatto un’ora di lezione di topografia, di costruzioni, di estimo… È chiaro che il sistema va letteralmente rifondato, perché sono ormai troppi i canali dell’accesso all’esame e alla professione. Sono rimasti infatti in campo il classico cinque anni di istituto superiore e diciotto mesi di praticantato, ma ci sono pure gli Its e gli Ifts sempre dopo il diploma, così come non mancano le lauree triennali e questa nuova previsione dei sei mesi di corso al termine dell’istituto superiore. Occorre mettere ordine». Sì, ma come? «La mia idea è una sola ed ha il pregio di non aver bisogno di particolari riforme dell’istituzione scolastica, poiché bastano gli ambiti di autonomia già garantiti dalle leggi… Io credo sia necessario per una corretta formazione professionale del futuro geometra un triennio post diploma di valenza universitaria caratterizzato dalle materie di studio tipiche del geometra». Quindi occorrerà trovare accordi con le università? «Ci vorranno anche quelli, pur se noi siamo già ben ancorati ad una classe di studio, la L7. Attenzione
però: io non ho parlato di un triennio d’università, ho detto piuttosto d’un triennio post diploma di valenza universitaria, perché io penso di legare questo percorso alla scuola superiore ed alla professione e così valorizzare i Collegi e gli istituti per tecnici Cat, i soli in grado di garantire una base tecnica sulla quale innestare la professionalità necessaria all’esercizio della professione». L’ipotesi è pertanto quella di una sorta di “laurea del geometra” da conseguirsi però nel triennio post diploma ancora nell’ambito della secondaria superiore? «Esattamente. In questo modo otterremmo almeno tre risultati decisivi. Il primo, il più importante, una reale qualificazione del geometra di domani, visto che penso a questo triennio post diploma come ad percorso altamente professionalizzante, centrato sui contenuti tecnici, sul saper fare oltre che sul sapere. Anche per questo penso ad un programma didattico in gran parte unificato e deciso a livello nazionale dalla categoria (fatte salve ovviamente le peculiarità di ogni territorio), cosicché siano ben presenti quelle materie che realmente servono a svolgere concretamente la professione del geometra. Il secondo obiettivo è solo apparentemente meno importante del primo, poiché questa soluzione caratterizza e identifica precisamente l’iter formativo del geometra e lo lega ad un preciso indirizzo di studi,
addirittura ad un istituto scolastico. In questo modo la “scuola dei geometri” torna ad avere un’identità chiara per le famiglie che sapranno, fin dal momento dell’iscrizione dopo le scuole medie, che il loro figliolo avrà un preciso traguardo professionale da raggiungere. Ed anche questo
elemento di chiarezza non è poco, vista la confusione generata dai Cat e la generale incertezza delle famiglie che ha comportato, insieme alla crisi edilizia in atto negli ultimi anni, al crollo degli iscritti ai nostri vecchi istituti superiori per geometri».
Credo che il progetto piacerà parecchio ai bresciani perché il nostro Collegio da tempo lavora alla “laurea del geometra” in stretto contatto con gli istituti superiori della provincia e le università. Ma tu accennavi pure ad un terzo risultato di questo nuovo percorso. «Sì, ed anche questo non è marginale. Noi infatti abbiamo la necessità di riconquistare al più presto il valore europeo del nostro titolo di studio, cosa assolutamente improbabile nel guazzabuglio di sigle e percorsi che caratterizzano la situazione attuale. Se è vero che si sta andando verso una riduzione a quattro anni della secondaria superiore, passaggio considerato da tutti ormai inevitabile, con il nostro triennio post diploma di valenza universitaria raggiungeremmo quei sette anni di formazione specialistica che l’Europa considera imprescindibili per qualificare un tecnico. E questo sigillo aiuterebbe poi i giovani colleghi a muoversi meglio e con più opportunità nel mondo del lavoro». ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 7
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Nuove norme sul praticantato Raggiungeranno lo scopo prefissato ? Rivoluzione nel praticantato Ne avevamo già data notizia nei numeri 5 e 6 del 2013, pubblicando il testo del nuovo regolamento dei corsi di formazione professionale alternativi al praticantato, allora approvato dal Consiglio Nazionale uscente, ma non avente ancora forza di legge. Ora l’articolato, senza alcuna modifica rispetto a quanto allora pubblicato, è stato convalidato con la stampa sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia in data 15 agosto 2014. Da ora, per i praticanti già iscritti nell’apposito registro o che si iscriveranno in futuro si apre una – a dir poco – stupefacente scorciatoia per accedere all’esame di Stato.
Al posto dei consueti due anni di pratica presso studi professionali (già ridotti dal governo Monti a 18 mesi - Dpr 7 agosto 2012 n. 137) per fare domanda d’accesso all’esame, basterà aver frequentato con profitto per soli sei mesidi un corso formativo (suddiviso in due trimestri). Non è, francamente, una novità di poco conto! Ripubblichiamo, per comodità del lettore, il dispositivo legislativo (che, in 7 articoli, determina e stabilisce i suoi aspetti organizzativi ed operativi e i suoi contenuti formativi), accompagnandolo con alcune osservazioni sulle nuove norme che, a nostro avviso, possono presentare delle incongruità, sulle quali varrebbe la pena aprire quantomeno un serio dibattito. B.B.
Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati Regolamento sul professionista affidatario di più di tre tirocinanti e sui corsi di formazione professionale alternativi al tirocinio (con allegato A). (Delibera del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati n. 7 del 22 luglio 2014) Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati: – Visto l’articolo 2, comma 2, della legge 7 marzo 1985, n. 75, recante “Modifiche all’ordinamento professionale dei Geometri” e s.m.i.; – Visto l’articolo 6, commi 3 e 10, del D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137, recante riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138,convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148; – Visto il parere favorevole, ai sensi dell’articolo 6, commi 3 e 10, del D.P.R. 7 agosto 2012, n. 137, espresso dal Signor Ministro della Giustizia il 19 giugno 2014 protocollo m_dg.GAB. 19 giugno 2014.0021684.U.; Adotta il seguente regolamento: 8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
PARTE PRIMA DEL TIROCINIO DEL GEOMETRA Articolo 1 (Autorizzazione all’assunzione della funzione di professionista affidatario per più di tre tirocinanti) 1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 6, comma 3, del D.P.R. n. 137 del 7 agosto 2012, i Consigli dei Collegi territoriali dei Geometri e Geometri Laureati possono rilasciare motivata autorizzazione all’assunzione della funzione di professionista affidatario per un numero superiore a tre e fino ad un massimo di cinque tirocinanti, contemporaneamente, a favore di: associazioni professionali, con almeno tre associati e la presenza tra questi di un iscritto all’albo professionale dei Geometri e Geometri Laureati da almeno cinque anni; società tra professionisti, costituite a norma dell’articolo 10 della legge 12 novembre 2011, n. 183 (e conseguente decreto interministeriale n. 34/2013), con la presenza tra i soci professionisti di almeno un iscritto all’albo professionale dei Geometri e Geometri Laureati da almeno cinque anni. 2. La richiesta di autorizzazione, rivolta al Consiglio del Col-legio territoriale nel cui registro dovranno iscriversi i tirocinanti, deve riportare: a) la struttura organizzativa dell’associazione e/o società (con allegato il relativo statuto); b) il programma del tirocinio, coerente con i contenuti for-mativi di cui all’allegato A, che assicuri lo svolgimento dello stesso in modo funzionale alla sua finalità; c) il nominativo dell’iscritto all’albo professionale designa-to quale professionista affidatario. 3. I criteri per il rilascio dell’autorizzazione sono: a) la struttura organizzativa dell’associazione e/o società deve essere tale da giustificare la possibilità della fruttuosa presenza contemporanea del numero di tirocinanti richiesti; b) l’attività professionale dell’associazione e/o società deve essere tale da ricoprire costantemente l’intero ambito delle attività di competenza del geometra ed in particolare quelle dell’edilizia, della topografia e dell’estimo. 4. In caso di decorso infruttuoso del termine di legge per l’adozione di un provvedimento espresso in ordine all’istanza di autorizzazione si applicano gli artt. 2 e 20 della legge n. 241/ 1990.
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
PARTE SECONDA DEI CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE Articolo 2 (Presupposti generali) 1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 6, comma 9, del D.P.R. n.137 del 7 agosto 2012, la frequenza con profitto di uno specifico corso di formazione professionale, della durata di sei mesi, costituisce una modalità alternativa all’espletamento del periodo complessivo obbligatorio di tirocinio, come previsto dal comma 1 del medesimo art. 6. 2. L’iscrizione al corso di formazione professionale è consentita a tutti gli iscritti nel registro dei tirocinanti di qualsiasi Collegio territoriale, compresi coloro che abbiano precedentemente optato per il tirocinio di Geometra, senza tuttavia completarne il percorso. L’iscrizione al registro suddetto è condizione necessaria per la frequenza al corso. 3. Il Ministro della Giustizia dichiara la data a decorrere dalla quale la disposizione di cui al comma 1 è applicabile al tirocinio, previa verifica, su indicazione del CNGeGL, dell’idoneità dei corsi organizzati sul territorio nazionale a norma dell’articolo 3 del presente regolamento. Articolo 3 (Istituzione dei corsi) 1. I corsi di formazione professionale possono essere organizzati dai Collegi territoriali dei Geometri e Geometri Laureati, e possono essere strutturati su livello regionale o interregionale, previo accordo specifico tra i Consigli dei Collegi territoriali interessati. 2. I corsi possono essere organizzati – a livello territoriale, regionale o interregionale – anche da associazioni e da altri soggetti, autorizzati dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL). Il CNGeGL delibera sulla domanda di autorizzazione di cui al presente comma. 3. La domanda di autorizzazione, con la relativa proposta di delibera motivata del CNGeGL, viene immediatamente trasmessa al Ministro della Giustizia per l’emissione del parere vincolante dandone comunicazione ai richiedenti. Sulla base del parere vincolante rilasciato dal Ministro, il CNGeGL autorizza o rigetta la richiesta, con delibera motivata. L’elenco delle istanze accolte viene pubblicato sul sito internet del CNGeGL. Articolo 4 (Durata, contenuti formativi e requisiti didattici) 1. I contenuti formativi essenziali di ogni corso di formazione professionale, che non può superare i 40 corsisti,
sono indicati nell’allegato A. Essi comportano un carico didattico di almeno 308 ore, di cui almeno 100 ore consistenti in attività tecnico-pratiche, per un periodo complessivo di 6 mesi, anche non consecutivi, suddivisi in due trimestri con portata e impegno formativo equivalente. 2. Le lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, finalizzate al conseguimento delle capacità necessarie per l’esercizio e la gestione organizzativa della Professione, da svolgersi preferibilmente presso le sedi degli Istituti tecnici o dei Collegi territoriali, hanno inizio non oltre il 31 gennaio e devono concludersi con la verifica finale di profitto entro il successivo 30 settembre. 3. Il mancato superamento della verifica finale di profitto consente la prosecuzione, fino al completamento del periodo previsto, del tirocinio professionale presso un professionista affidatario, se non già indicato nel registro dei tirocinanti, da individuare entro 30 giorni dalla data di fine corso. Articolo 5 (Docenti e Commissione verificatrice) 1. Entro il mese di dicembre di ogni anno i Consigli dei Collegi territoriali designano, scegliendoli preferibilmente tra i professionisti aderenti ad associazioni di categoria riconosciute dal CNGeGL, i docenti esperti per materia di insegnamento, nonché il coordinatore del corso, chiamato a sovrintendere il rispetto del calendario e la frequenza delle lezioni. Entro il medesimo termine i Consigli dei Collegi stabiliscono altresì il calendario delle lezioni teoriche e delle esercitazioni pratiche. Tali dati vengono pubblicati sui siti internet dei Collegi e comunicati al CNGeGL tempestivamente. 2. Entro il 31 marzo di ogni anno i Consigli dei Collegi territoriali nominano una Commissione di due membri, composta da un professionista geometra e da un docente universitario, e presieduta da quest’ultimo, cui è affidata la verifica di profitto intermedia e finale, ai sensi dell’articolo seguente. Articolo 6 (Verifica intermedia e finale di profitto) 1. Alla fine del 1° trimestre è effettuata una verifica intermedia di profitto. Il passaggio dal primo al secondo trimestre del corso è subordinato al giudizio favorevole della Commissione di cui all’articolo precedente, espresso sulla base della valutazione complessiva dell’esito della stessa verifica, sulle diverse attività didattiche e sulla frequenza. 2. La verifica intermedia consiste anche nella discusIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 9
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
sione di casi pratici comunque concernenti le materie che siano state trattate durante il primo trimestre del corso. 3. Alle verifiche di profitto sono ammessi i corsisti che abbiano frequentato almeno il 90% delle lezioni teoriche e il 90% delle esercitazioni pratiche. 4. Il Collegio, l’associazione o altro soggetto organizzatore del corso di formazione, a norma dell’articolo 3, comunicano senza indugio al Consiglio del Collegio territoriale nel cui registro dei tirocinanti i corsisti risultano iscritti, i nominativi di coloro che abbiano superato la verifica finale di profitto.
Articolo 7 (Certificazione) 1. A seguito del superamento del corso di formazione professionale, il Consiglio del Collegio territoriale, nel cui registro dei tirocinanti il soggetto è iscritto, rilascia apposito certificato di compimento con esito positivo del tirocinio, quale titolo per l’ammissione all’esame di Stato. 2. Il certificato di cui al comma 1 perde efficacia decorsi cinque anni senza che segua il superamento dell’esame di Stato. 3. Quando il certificato perde efficacia, il Consiglio del Collegio territoriale provvede alla cancellazione del soggetto dal registro dei tirocinanti.
Contenuti formativi essenziali per i corsi di formazione alternativi al tirocinio (Regolamento - Delibera del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati n. 7 del 22 luglio 2014) Modulo A ore 144 compresa verifica finale Progettazione edilizia - Direzione lavori Tutela ambientale - Sicurezza sui luoghi di lavoro 1) Norme urbanistiche ed edilizie e norme tecniche per le costruzioni. Possibilità di erogazione e-learning ore 4 2) Elementi di ergonomia. Redazione di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione, con fruibilità ampliata ed ecocompatibilità, a due piani fuori terra in muratura e muratura armata. Calcolo delle strutture orizzontali e verticali anche con utilizzo di cemento armato. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
prefabbricate in c.a. o metallo. Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
5) Prova pratica di progetto edilizio di fabbricato ad uso artigianale o terziario anche con utilizzo di strutture prefabbricate in c.a. o metallo. ore 8 Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione ore 4 6) Redazione di progetto manutenzione ordinaria e straordinaria di unità immobiliari e di edifici esistenti. Ristrutturazione, risanamento conservativo ed adeguamento sismico. Allegati al progetto. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
Esame collettivo della prova svolta con attribuzione di valutazione ore 4
7) Prova pratica di progetto di adeguamento energetico e sismico di un edificio di abitazione con almeno due piani fuori terra. Stesura della relazione tecnica e degli allegati. ore 8 esame collettivo della prova pratica svolta con attribuzione di valutazione. ore 4
4) Redazione di progetto di fabbricato ad uso artigianale o terziario in muratura, muratura armata. Utilizzo di strutture
8) Certificazione energetica degli edifici di nuova costruzione caratteristiche degli impianti tecnologici e dei mate-
3) Prova pratica di progetto edilizio di fabbricati di civile abitazione muratura con elementi in c.a. ore 8
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DAL CONSIGLIO NAZIONALE
riali costituenti l’involucro. Possibilità di erogazione e-learning
ore 8
9) Prova pratica di certificazione energetica di un edificio di civile abitazione. ore 4 Esame collettivo della prova pratica con assegnazione di valutazione. ore 4 10) Procedure amministrative e burocratiche per l’ottenimento dei titoli autorizzativi (permesso di costruire - DIA SCIA). Valutazione dell’impatto ambientale. Relazione paesaggistica - Relazione delle strutture di calcolo. Come presentare un progetto. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 11) Il computo metrico ed estimativo delle opere da eseguire: procedure e scelta dei materiali da utilizzare. Procedure per l’appalto delle opere. Stesura del capitolato di appalto. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 12) Prova pratica di redazione di un computo metrico estimativo di fabbricati di civile abitazione a due piani fuori terra con due unità immobiliari. ore 4 Esame collettivo della prova pratica con attribuzione di valutazione. Possibilità di erogazione e-learning ore 4 13) Norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro con particolare riferimento ai cantieri edili. Valutazione dei rischi connessi ad ogni singola lavorazione. Redazione del Piano di sicurezza. Responsabilità e compiti del coordinatore in fase di progettazione ed esecuzione. Procedure burocratiche obbligatorie. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 14) Impianto del cantiere edile, accettazione dei materiali e loro prove di corrispondenza con le norma del capitolato. Organizzazione delle fasi di lavorazione e direzione dei lavori. Accertamento del rispetto delle norme di sicurezza. Responsabilità del direttore dei lavori. Procedure amministrative e burocratiche. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere di scavo e di realizzazione delle fondazioni. ore 4 Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere in elevazione in muratura e c.a. ore 4 Visita ad un cantiere edile in fase di esecuzione delle opere di finitura. ore 4 15) La contabilità delle opere eseguite per committenti privati e per la pubblica amministrazione. Procedure amministrative e burocratiche per la fine dei lavori; Richiesta di certificati di conformità dei materiali e degli impianti. Collaudo delle opere e delle strutture - Relazione di fine lavori. Richiesta di certificato di agibilità. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 16) Colloquio intermedio di verifica di apprendimento alla presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice svolto anche per sezioni funzionali (8 candidati) ore 4
Modulo B ore 164 compresa verifica finale Attività topografiche - Geomatica Aggiornamenti degli archivi e della cartografia catastale. Attività peritale di valutazioni immobiliari Consulenza tecnica - Mediazione e conciliazione Successioni e divisioni patrimoniali Amministrazione di beni e di patrimoni immobiliari 17) Rilevazioni planoaltimetriche di aree con strumentazione tradizionale, determinazione di distanze e dati angolari. Calcolo e restituzione grafica con produzione di cartografia relativa. Metodi di rilievo. Calcolo delle coordinate. Caratteristiche degli strumenti di rilievo. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 Prova pratica di rilievo di un’area a forma irregolare co presenza di un fabbricato previa determinazione dei confini. ore 8 Calcolo e restituzione grafica di quanto rilevato. Calcolo IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 11
DAL CONSIGLIO NAZIONALE della superficie. Planimetrie, curve di livello e profili longitudinali. Esame collettivo del prodotto cartografico del rilievo e del calcolo. ore 6
Tipologia per approvazione automatica, casi particolari e trasmissione telematica. Esame congiunto dei risultati della rilevazione in campagna. ore 6
18) Determinazione di confini di area di proprietà pubblica e/o privata. Procedure, ricerca dei dati cartografici e degli elementi probatori e di diritto delle titilarità. Apposizione dei termini, verbali di accordi con le proprietà confinanti. Determinazione delle coordinate dei punti. Servitù, usi civici e diritti reali. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
22) Catasto edilizio urbano. Sezioni censuarie e unità tipo. Categorie Catastali (residenziali, ordinarie e speciali). Titoli di proprietà. Diritti reali di godimento. Concetto di unità immobiliare La denuncia di nuovo fabbricato con suddivisione delle unità, beni comuni censibili e non censibili. La procedura Docfa.La variazione di consistenza e il frazionamento di unità. Regole e procedure da seguire, la notifica degli atti catastali e termini di impugnazione. Il rilievo dell’unità immobiliare, la restituzione e la stesura della planimetria catastale. Classificazione determinazione della rendita. Inoltro telematico del Docfa. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
Prova pratica in campagna, riconfinazione e stesura di relazione. ore 8 19) Sistemi di riferimento. Strumentazioni e procedure per il rilievo satellitare. Determinazione delle coordinate secondo le caratteristiche delle strumentazioni utilizzate. Caratteristiche delle stazioni e delle apparecchiature. ore 8 Prova pratica di rilievo di un’area effettuata con strumentazione GNSS. ore 8 Trasformazione delle coordinate con esame collettivo dei risultati numerici conseguenti alle dovute verifiche e redazione dei relativi grafici. ore 4 20) Elementi di diritto. Il Codice civile. La proprietà. I contratti. I diritti reali e diritti di godimento. Le servitù. Gli usi civici. Distacchi e distanze. I regolamenti edilizi. Le norme igienico sanitarie. Le barriere architettoniche. Possibilità di erogazione e-learning
Prova pratica di rilievo di unità abitativa con redazione della planimetria catastale e compilazione Docfa e determinazione della rendita. Simulazione di inoltro telematico. ore 6 23) Il mercato immobiliare. Il processo di segmentazione. Standard nazionali ed internazionali di valutazione. I procedimenti di stima (confronto di mercato, dei costi, finanziario). Il rapporto di valutazione. ore 8 Prova pratica di redazione di un rapporto di valutazione con il metodo del confronto di mercato di un immobile in garanzia delle esposizioni creditizie. ore 8 Prova pratica di redazione di una valutazione di un immobile speciale compreso in un mercato limitato. ore 4
ore 8
Prova pratica di redazione di un preliminare di acquisto/vendita di una unità immobiliare urbana. ore 4
Prova pratica di redazione di una valutazione di un immobile mediante il criterio finanziario (capitalizzazione diretta). ore 4
21) Archivi e cartografia catastale. Catasto terreni - catasto urbano; L’aggiornamento e la variazione dei dati catastali; Regole e procedure. Il frazionamento, il tipo mappale ed il tipo particellare. Lo standard Pregeo. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
24) Denuncia di successione. Individuazione e descrizione dell’asse ereditario e sua valutazione ai fini della divisione tra eredi. Progetto di divisione di beni urbani e di terreni tra più eredi. Determinazione delle quote di spettanze e degli eventuali conguagli. Esempio pratico di denuncia di successione e di progetto divisionale. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
Prova pratica in campagna, frazionamento di aree con dividendi interessanti una o più particelle o per tipo mappale. Utilizzo di strumentazione tradizionale e/o di ricevitori GNSS. ore 8
25) L’attività peritale. Ruolo, compiti e responsabilità del geometra (CTU, ausiliario, consulente di parte, perito) nel processo civile (cognizione, cautelativo, esecutivo) e penale. La relazione peritale.
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DAL CONSIGLIO NAZIONALE Ruolo, compiti e responsabilità dell’arbitro. Il lodo arbitrale. La perizia contrattuale. Mediazione delegata, profili generali, compiti e attività del mediatore. Casi di studio. Possibilità di erogazione e-learning ore 8 26) Amministrazione di beni immobili. Amministrazione di proprietà e di condominio. Ripartizione spese e tabelle millesimali. Parti comuni, parti comuni in uso esclusivo, parti condominiali, impianti comuni. Il regolamento di condominio. L’assemblea di condominio, il bilancio annuale preventivo e consuntivo. Redazione del verbale di assemblea. L’amministratore: rappresentanze, attribuzioni, responsabilità ed obblighi. Possibilità di erogazione e-learning ore 8
Alcuni rilievi, che a noi paiono fondati, sulle nuove norme Articolo 2 Come già accennato in premessa, la durata del nuovo corso alternativo al praticantato è stata fissata in sei mesi suddivisi in due trimestri anche non consecutivi, al fine di «far superare – riprendiamo la lettera di presentazione della delibera dell’allora Presidente Fausto Savoldi – l’esame di Stato e consentire ai neodiplomati di iscriversi all’Albo entro un anno dal diploma». Ma, alla luce di questa novità certamente interessante, che ne sarà degli IFTS e ITS, già ampiamente collaudati presso gli Istituti Tecnici, che hanno durata di uno o due anni? Che ne penserà la Scuola? E quale sarà la sorte della laurea triennale di geometra che, nella nostra provincia, potrebbe già fin d’ora fare i primi passi? Articolo 3 I corsi di formazione alternativi al tirocinio potranno – dice il testo – anche essere organizzati da associazioni o altri soggetti autorizzati dal Consiglio Nazionale Geometri. Questa norma – domando – non potrà creare attriti con quei Collegi che sono già molto avanti nell’organizzazione dei corsi specializzanti per la professione?
I corsi potranno essere seguiti dai praticanti anche per via telematica (e-learning, come dice l’allegato A). Dubbio legittimo: siamo certi che la qualità della preparazione e-learning, mancando il reciproco scambio diretto docenti-corsisti e fra corsisti, sarà rispondente alle esigenze della professione? Articolo 4 Le ore del corso (308, di cui almeno 100 “sul campo”) saranno tenute – dice il testo –
27) Regole per l’iscrizione all’Albo. Il regolamento professionale. Regole deontologiche e di comportamento. Norme sul tirocinio e sulla formazione permanente. I consigli di disciplina. Le sanzioni disciplinari. L’organizzazione e la gestione del Collegio Territoriale. Il Consiglio Nazionale: compiti e regole. Regole ed obblighi fiscali e previdenziali. Standard di qualità delle prestazioni. Rapporti con il committente. Lettera d’incarico. Possibilità di erogazione e-learning ore 6 28) Colloquio finale di verifica di quanto appreso alla presenza del Direttore del Corso e della Commissione esaminatrice, svolto anche per sessioni funzionali singolarmente (8 candidati). Assegnazione della valutazione complessiva.
preferibilmente presso gli Istituti Tecnici o presso i Collegi territoriali. Siamo sicuri che le scuole accetteranno una simile incombenza anche in concomitanza con il “deprezzamento” dei loro IFTS? I Collegi territoriali ancora non esistono. Non era meglio indicare come sede alternativa dei corsi i Collegi provinciali? Articolo 5 I Consigli dei Collegi (territoriali?) entro dicembre di
ogni anno dovranno designare i docenti esperti, scelti preferibilmente tra aderenti ad associazioni di categoria riconosciute dal Consiglio Nazionale Geometri, e la commissione (costituita da un geometra e da un docente universitario) di verifica intermedia (1° trimestre) e finale (2° trimestre). Sui primi, viene da pensare che i “docenti esperti” saranno in prevalenza scelti tra i docenti a scapito dei professionisti specializzati; su le seconde (considerato che il testo non fa mai alcun riferimento specifico al ruolo degli atenei), si dubita che l’Università, senza tutele di autonomia decisionale, accetterà di offrire la sua collaborazione. Il tempo stringe, dicembre è alle porte, forse occorre che il Consiglio Nazionale esprima con urgenza il suo parere sul merito di questi appunti che a noi paiono incongruenze e lo faccia in modo decisivo, oppure rimandi il tutto a data da destinarsi dopo un confronto proficuo con i Collegi provinciali. Bruno Bossini
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DALLA CASSA
Il fondo pensione “Futura”
Simonetta Vescovi
N
ei Paesi del Nord Europa, la cultura della creazione di un fondo di previdenza complementare è maggiormente radicata rispetto all’Italia dove ancora poche persone credono a queste forme di risparmio. A chi interessa approfondire l’argomento segnalo un link de “Il Sole 24 Ore” dove si analizza il problema sottolineando che i fondi di categoria sono quelli più vantaggiosi. http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-12-09/fondipensione-ecco-quali-sono-quellicostosi-e-quelli-piu-convenienti215028.shtml?uuid=ABIPl2i
Il Fondo Pensione Futura, fondo complementare per i geometri liberi professionisti, iscritto all’Albo di COVIP al n. 166, è stato fortemente voluto da Cipag, a seguito di indagini di mercato e di analisi valutative per
creare un fondo complementare per gli iscritti. Il Fondo Pensione Futura – riservato ai geometri liberi professionisti e al quale possono aderire anche i famigliari fiscalmente a carico – non ha scopo di lucro, ha una gestione monocomparto di tipo bilanciato con graduale crescita del capitale e una moderata esposizione al rischio. I vantaggi che esso presenta sono: – costi: il Fondo ha costi ridotti, non essendo gestito da società con scopo di lucro e non avendo intermediari (dati che possono essere rilevati dal sito COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) che garantisce trasparenza, correttezza e prudenza nella gestione); – flessibilità: un investimento moderato annuale di im-
porti anche variabili, senza l’obbligo di versamenti annuali, il professionista decide quando e quanto versare; - anticipo del capitale: - a secondo del numero di anni di versamenti si può chiedere un anticipo del capitale per esigenze particolari; - vantaggi fiscali: con una deducibilità sino a 5.164,57 euro e tassazione agevolata delle prestazioni con aliquote che variano dal 15% al 9% in base al periodo di permanenza nel Fondo. A titolo esemplificativo, viene riportata sotto una tabella standardizzata, ma sul sito di Fondo Futura (www.fondofutura.it o accedendo direttamente dal sito della Cipag www.cipag.it) è possibile creare una tabella personalizzata per poter valutare meglio la propria situazione e si potranno tro-
vare moltissime altre informazioni in merito. In questi periodi difficili, sia per i giovani sia per i meno giovani, è difficoltoso pensare a investire una quota in un fondo complementare. Soprattutto per i giovani pensare al futuro pensionistico sembra anacronistico, ma per poter costruire un buon fondo basta anche una piccola quota, ma mantenuta negli anni. Difatti la quota minima di adesione è di euro 500,00 annui, poco più di euro 41,00 al mese. Il consiglio che possiamo dare è quello di dedicare un po’ di tempo per analizzare la propria situazione futura, magari partendo dalla verifica della propria posizione nell’area riservata nel sito della Cipag, alla quale si accede con le credenziali. ❑
Fondo Pensione Futura - Stima della pensione complementare (Progetto esemplificativo standardizzato Contributo iniziale euro 1.500 Età di ingresso
Anni di versamento
Comparti
Iscritto di sesso maschile 30 40 50
37 27 17
Bilanciato Bilanciato Bilanciato
Iscritto di sesso femminile 30 40 50
37 27 17
Bilanciato Bilanciato Bilanciato
Versamenti lordi cumulati
Posizione individuale finale
Rendita annua
Età di pensionamento ipotizzata: 66.761 46.231 27.646
96.737 60.674 32.858
4.433 2.781 1.569
Età al pensionamento ipotizzata: 66.761 46.231 27.646
96.737 60.674 32.858
3.795 2.380 1.338
Contributo iniziale euro 2.500 Versamenti lordi cumulati
Contributo iniziale euro 5.000
Posizione individuale finale
Rendita annua
Versamenti lordi cumulati
Posizione individuale finale
Rendita annua
161.473 101.296 54.869
7.400 4.642 2.619
222.538 154.104 92.152
323.314 202.850 109.895
14.817 9.296 5.246
161.473 101.296 54.869
6.335 3.974 2.233
222.538 154.104 92.152
323.314 202.850 109.895
12.684 7.958 4.437
67 anni 111.269 77.052 46.076 67 anni 111.269 77.052 46.076
Tutte le cifre della tabella sono espresse in euro
Prima rata annua di una rendita vitalizia immediata senza reversibilità ottenuta mediante conversione dell’intera posizione individuale maturata al momento di accesso al pensionamento. Nota bene: I valori della posizione individuale e della rata di rendita sono riportati in termini reali e pertanto sono già al netto degli effetti dell’inflazione. Avvertenza: La posizione individuale maturata e soggetta a variazioni in conseguenza della variabilità dei rendimenti conseguiti effettivamente dalla gestione. La variabilità è tendenzialmente più elevata quanto maggiore è il contenuto azionario del comparto. Anche se la stima non prende in considerazione tale variabilità, nelle valutazioni tieni conto di questo importante elemento.
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DALLA CASSA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 15
SICUREZZA CANTIERI Renato Greci
Gestione delle terre da scavo Da rifiuti a sottoprodotti (Parte seconda - Grandi opere e cantieri sottoposti a V.I.A. e/o A.I.A.)
I
ntroduzione: si richiama sommariamente quanto già scritto nella prima parte pubblicata nel numero scorso della rivista ed in particolare che sul supplemento ordinario n. 63 alla Gazzetta Ufficiale n. 194, del 20 agosto 2013 (entrata in vigore il 21 agosto 2013), è stata pubblicata la legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del Decreto legge 21 giugno 2013, n. 69 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”, cosiddetto “Decreto del fare”. La legge di cui sopra, con l’art. 41 (Disposizioni in materia ambientale) comma 2; e l’art. 41-bis (Ulteriori disposizioni in materia di terre e rocce da scavo), ha introdotto un nuovo procedimento per la gestione delle terre e rocce da scavo (ormai è più corretto riferirsi ai “materiali da scavo”). Queste nuove procedure, sono state di gran lunga semplificate rispetto a quanto previsto dal D.M. n. 161/2012, e si applicano alle terre e rocce da scavo che provengono da attività o da opere non soggette a “Valutazione di impatto ambientale” (V.I.A.) o ad “Autorizzazione integrata ambientale” (A.I.A.), indipendentemente dai volumi escavati. Per le grandi opere e i cantieri sottoposti a Via o ad Aia rimangono in vigore le disposizioni del (D.M. 161/12) “Regolamento recante la disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo”
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“Terre e Rocce da Scavo” prodotte in cantieri sottoposti a Via e/o Aia Premessa La normativa in materia d’impatto sull’ambiente, intendendo sia l’ambiente naturale sia l’ambiente antropico (impatto delle attività sulle persone), riguarda le opere in fase di esercizio cioè durante il loro funzionamento. Si trascura di solito la fase di cantierizzazione e d’esecuzione delle opere edili infrastrutturali che in certi casi può avere un impatto addirittura maggiore sul territorio che la stessa fase di esercizio. Ritroviamo alcuni accenni alla Valutazione d’impatto ambientale nell’allegato C al Dpr 12 aprile 1996. I richiami maggiori sulle fasi esecutive dell’opera sono contenuti nell’art. 27 del D.Lgs. 152/2006 (c.d. “Testo unico”) in materia d’ambiente. Pertanto, quando si parla di cantieri sottoposti a Valutazione d’impatto ambientale (Via) ci si deve rapportare con la realizzazione di opere infrastrutturali (Varianti di Valico A1, TAV, Pedemon-
tana, ecc.) di grande rilevanza il cui impatto sull’ambiente e sulle popolazioni è di estrema importanza. Si parla quindi della realizzazione (cantierizzazione, esecuzione e sistemazione dei luoghi compresi) di grandi opere che solitamente hanno valore nazionale, sovra-regionale o regionale. Rimangono esclusi, non avendo l’obbligo di adeguarsi alla Via anche se alcune opere possono avere un significativo impatto sull’ambiente naturale e antropico, il cantiere edile classico (costruzione di palaz-
zina, edificio) ed altresì le opere di urbanizzazione e l’esecuzione di strade di piccole dimensioni ed opere comunque confinate al quartiere/comune. Riutilizzo del materiale di scavo come “sottoprodotto” I materiali prodotti dall’escavazione in cantieri ovvero prodotti durante l’esecuzione di un’opera diversa, possono essere riutilizzati in qualità di: – “sottoprodotti” per eseguire reinterri, riempimenti, rimodellazioni, rilevati, ripascimenti, interventi a mare, miglioramenti fondiari o viari oppure forme di ripristini e miglioramenti ambientali; – sottofondi e massicciate in sostituzione di materiali di cava ed in processi produttivi. Per i cantieri sottoposti a Valutazione impatto ambientale e/o Autorizzazione integrata ambientale il riutilizzo dei materiali da scavo non contaminati come “sottopro-
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dotti” è vincolato alla redazione del “Piano di utilizzo” compilato ai sensi dell’art. 5 del D.M. 10 agosto 2012, n. 161 e all’invio alla Regione o al Ministero in caso di Via affinché possano esprimere parere riguardante i contenuti o richiedere precisazioni o integrazioni.
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l “Piano di utilizzo” sarà inoltrato alle autorità competenti comunque prima dell’inizio dei lavori che devono cominciare entro due anni dalla comunicazione e presentazione, fatte salve deroghe espressamente motivate dell’autorità competente. Il proponente, cioè il soggetto che presenta il “Piano di utilizzo”, deve redigerlo secondo parametri e dettagli ben precisi. Questa figura (chiamata altresì “Esecutore del Piano di utilizzo”) è l’unico responsabile del predetto documento e dovrà redigere, sia i documenti di trasporto necessari a garantire la tracciabilità del materiale di scavo, sia la “Dichiarazione di avvenuto utilizzo” (D.A.U. di cui all’allegato 7 del D.M. 10 agosto 2012 n. 161), al termine dei lavori di impiego. Di seguito si richiamano per sommi capi le notizie che devono essere definite nel documento di cui sopra, ed in particolare: – l’ubicazione precisa e completa, anche con dati catastali, del sito di produzione, il volume totale e la quantità suddivisa per litologia (volume in banco);
– l’ubicazione, anche con dati catastali, dell’eventuale sito di deposito intermedio dei materiali da scavo, la quantità lasciata in deposito suddivisa per litologia (volume in banco). È necessario precisare il proprietario dell’area e l’ente e l’atto con cui è stata rilasciata l’autorizzazione. Di estrema importanza è definire la durata del deposito. Al termine del periodo di stoccaggio il materiale deve essere destinato agli ambiti elencati nel capitolo dei siti di utilizzazione; – l’ubicazione precisa e completa, anche con dati catastali, del sito di utilizzazione, il volume totale e la quantità utilizzata suddivisa per litologia (volume in banco). Il sito di utilizzazione può essere lo stesso cantiere di produzione oppure il sottoprodotto può essere utilizzato in altre opere e per queste è necessario precisare l’Ente e l’atto autorizzativo. In tutti e due i casi occorre individuare l’utilizzatore. – Il processo/i industriali a cui il materiale da scavo è sottoposto per essere utilizzato quale sottoprodotto, precisando la destinazione, le quantità suddivise per litologia (volume in banco), l’ente e l’atto autorizzativo, nonché l’eventuale trattamento di normale pratica industriale (si veda la definizione); – si devono indicare, come richiamato nell’allegato 2 e 4 al D.M. n. 161/2012, le procedure utilizzate per le indagini di caratterizzazione del
sito e le risultanze accertate (attività antropiche, modalità di campionamento e di scavo, ed approfondimenti in corso d’opera); – ai sensi del punto 6 dell’allegato 5 al D.M. n. 161/2012 si devono individuare, descrivere e segnalare i percorsi previsti e le modalità per il trasporto su strada, su ferrovia, con nastro trasportatore ecc. del materiale da scavo tra le diverse aree impiegate nel processo di gestione. I materiali da scavo, in qualità di “sottoprodotti” (a seguito del “Piano di recupero” ed ai sensi dell’art. 2, comma1 del D.M. 10 agosto 2012 n. 161,verranno trasportati senza che vi sia la necessità, non essendo considerati rifiuti, dell’emissione dei “Formulari di Identificazione del Rifiuto” (F.I.R.).
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l “Piano di utilizzo” per tutte le aree interessate (sito di produzione, sito/i di deposito intermedio in attesa di utilizzo e sito/i di utilizzo) oltre a quanto già precisato deve fornire le seguenti informazioni: – inquadramento territoriale; – inquadramento urbanistico; – inquadramento geologico, geotecnico e idrogeologico con livelli di falde e direzione; – descrizione delle attività a cui il sito era stato destinato ed utilizzato; – procedure di campionamento in fase progettuale e
allegazione dei risultati ottenuti durante la caratterizzazione ambientale.
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i precisa che in base ai risultati delle analisi ottenuti durante la caratterizzazione ambientale, eseguita come si è detto in fase di progettazione condotta secondo le procedure di campionamento del sito contenute nell’allegato 2 del D.M. n.161/2012, i materiali da scavo saranno riutilizzati come “sottoprodotti”: – in qualsiasi sito, indipendentemente dalla destinazione dell’area di scavo, di stoccaggio momentaneo o di utilizzo, solo se le concentrazioni degli inquinanti dei campioni analizzati sono pari o inferiori ai limiti previsti nella colonna A, della tabella 1, dell’allegato 5. Della parte IV del D.Lgs. n. 152/2006; – nei siti a destinazione commerciale o industriale solo se le concentrazioni degli inquinanti dei campioni analizzati sono compresi tra i valori previsti nella colonna A e la colonna B, della tabella sopra richiamata. Si precisa che può esservi, per fenomeni del tutto naturali, una concentrazione degli elementi inquinanti superiore alle concentrazioni limite previste per le colonne A e B della suddetta tabella 1. Il proponente, in contraddittorio con l’agenzia competente per territorio, presenta un “piano di accertamento”, nel quale si chiede di assumere le concentraIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 17
SICUREZZA CANTIERI
zioni degli elementi che superano in modo naturale i livelli delle colonne A e B come valori di fondo. Pertanto il materiale escavato potrà essere riutilizzato nella stessa area di scavo o in un sito diverso, ma con medesime caratteristiche degli elementi che caratterizzano i valori di fondo.
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ell’avvenuto utilizzo deve essere data comunicazione all’autorità competente. L’omessa “Dichiarazione di Avvenuto Utilizzo” (D.A.U., di cui all’allegato 7 del D.M. 10 agosto 2012 n. 161), da parte del soggetto terzo indicato, comporta la cessazione con 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
effetto immediato della qualifica del materiale escavato come “sottoprodotto”, col conseguente obbligo di trattare il materiale come rifiuto (ai sensi della Parte IV del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). Allo scadere dei termini di durata massima indicati nel “Piano di utilizzo”, viene meno la qualifica di sottoprodotto del materiale da scavo con conseguente obbligo di gestire il predetto materiale come rifiuto. Resta impregiudicata la facoltà di presentare, entro i due mesi antecedenti la scadenza dei predetti termini, un nuovo “Piano di utilizzo” che ha la durata massima di un anno. ❑
SICUREZZA CANTIERI
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SICUREZZA CANTIERI Piergiorgio Priori Roberto Baratti
Attività lavorative sulle strade: il Dm 4 marzo 2013 integra quello del 10 luglio 2002
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ubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2013, il Decreto interministeriale del 4 marzo 2013 detta disposizioni ai gestori delle infrastrutture, alle imprese appaltatrici, esecutrici o affidatarie che devono svolgere attività lavorative in ambito stradale. Il decreto integra e non sostituisce il Decreto ministeriale 10 luglio 2002 sulla segnalazione dei cantieri. Prevede la formazione obbligatoria per la sicurezza integrativa rispetto a quella di cui al d.lgs. 81/2008, per lavoratori e preposti addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale “di cantiere”. Pertanto i professionisti che operano nel campo della progettazione, direzione lavori e, in particolare, in quello della sicurezza sui luoghi di lavoro e cantieri temporanei e mobili, devono richiedere la certificazione delle aziende operanti che predispongono un cantiere stradale o che intervengono, anche solo minimamente, sulla carreggiata apponendo la segnaletica stradale. Schematicamente il decreto individua i criteri generali di sicurezza relativi: • alle procedure che i gestori delle infrastrutture e le imprese appaltatrici, esecutrici o affidatarie devono applicare durante l’apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di 20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
traffico veicolare; • all’informazione, formazione e all’addestramento specifico che i datori di lavoro del gestore delle infrastrutture e delle imprese esecutrici e affidatarie, devono assicurare a ciascun lavoratore; • ai dispositivi di protezione individuale che i datori di lavoro devono mettere a disposizione dei lavoratori; • alle caratteristiche dei dispositivi per segnalare i veicoli operativi; • alla segnaletica specifica della zona di intervento suddivisa per categoria di strada. Le indicazioni fornite dal decreto trovano attuazione nei due allegati: • Allegato I - “Criteri minimi per la posa, il mantenimento e la rimozione della segnaletica di delimitazione e di segnalazione delle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare” • Allegato II - “Schema di
corsi di formazione per preposti e lavoratori, addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgano in presenza di traffico veicolare” Nel decreto, all’articolo 1, viene sottolineato che oltre ai criteri individuati, la loro applicazione “non preclude l’utilizzo di altre metodologie di consolidata validità”. In particolare le attività lavorative di cui si occupa il decreto “fanno riferimento alle situazioni esplicitate nei principi per il segnalamento temporaneo di cui all’articolo 2 del disciplinare approvato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002, le cui previsioni sono fatte salve”. Mentre l’articolo 2 cita che nelle attività di apposizione della segnaletica per la delimitazione di cantieri stradali in presenza di traffico veicolare, i gestori delle infra-
strutture – quali definiti dall’articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 – e le imprese appaltatrici, esecutrici o affidatarie applicano almeno i criteri minimi di sicurezza di cui all’allegato I del decreto. Della adozione e applicazione di tali criteri minimi i gestori delle infrastrutture, le imprese appaltatrici, esecutrici e affidatarie danno evidenza nei documenti della sicurezza evidenziati nel d.lgs. 81/2008 (articoli 17, 26, 96 e 100). L’articolo 3 cita: i datori di lavoro del gestore delle infrastrutture e delle imprese esecutrici e affidatarie, ferme restando le previsioni del d.lgs. n. 81/2008, “assicurano che ciascun lavoratore riceva una informazione, formazione e addestramento specifici relativamente alle procedure di cui all’articolo 2”. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono individuati nell’allegato II al decreto che divide in due categorie i lavoratori che si approcciano alla formazione o all’aggiornamento se almeno hanno esperienza sui cantieri di questo tipo. Inoltre viene anche specificata la formazione per i preposti e per il datore di lavoro. È fondamentale che anche gli organismi di formazione scelgano accuratamente i formatori che devono avere formazione e curriculum specifico. Nell’articolo 4 vengono individuati i dispositivi di prote-
SICUREZZA CANTIERI
zione individuale che i datori di lavoro devono mettere a disposizione dei lavoratori (comma 1), “fermo restando i vigenti obblighi di formazione e addestramento, dispositivi di protezione individuale conformi alle previsioni di cui al Titolo III del d.lgs. n. 81/2008”. In particolare, gli indumenti ad alta visibilità “devono rispondere a quanto previsto dal decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, dal decreto ministeriale 9 giugno 1995, dal decreto legislativo 2 gennaio 1997, n. 10, e dalla norma UNI EN 471, quindi devono essere di classe 3 o equivalente per tutte le attività lavorative su strade di categoria A, B, C, e D, ed almeno di classe 2 per le strade E ed F urbane ed extraurbane, secondo la classificazione di cui all’articolo 2, comma 3, del codice della strada. Non sono più ammessi indumenti ad alta visibilità di classe 1”. Oltre agli obblighi già vigenti del Testo Unico, i datori di lavoro “sono tenuti ad adeguarsi alle previsioni di cui al comma 1 entro e non oltre dodici mesi dall’entrata in vigore del presente decreto”. Al comma 3 dell’articolo 4 si segnala che “i veicoli operativi di cui all’articolo 38 del regolamento codice della strada, devono essere segnalati, con dispositivi supplementari a luce lampeggiante, o pannelli luminosi, o segnali a messaggio variabile, ovvero la combinazione di questi segnali, in relazione alla categoria della strada e alla tipologia di intervento”.
Il comma 4 delinea la tipologia di segnaletica della zona di intervento: “deve avere le caratteristiche di cui all’art. 3 del ‘disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo’ approvato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 10 luglio 2002”.
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Ci preme far presente ai colleghi l’importanza del rispetto degli adempimenti formativi previsti dal D.lgs 81 negli ambienti di lavoro. Le principali attività formative che devono essere tenute in evidenza riguardano la struttura della sicurezza, che è formata dal datore di lavoro che individua e designa il responsabile della sicurezza, l’addetto antincendio e l’addetto alle gestione del
primo soccorso e il rappresentante dei lavoratori. I lavoratori neoassunti devono essere formati secondo quanto previsto dal D.lgs 81/08, art. 37, comma 1 e 4 e del punto 10 dell’accordo Stato-Regione del 21 dicembre 2011. Anche i lavoratori già in forza devono aver ricevuto adeguata formazione, come previsto dall’ accordo Stato-Regione del 21 dicembre 2011, in base al rischio della propria attività. In caso di utilizzo di attrezzature speciali o macchine operatrici, i lavoratori devono ricevere adeguata formazione con le modalità previste nel documento pubblicato il 22 febbraio 2012 dalla Conferenza permanete per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano in attuazione dell’art. 73, comma 5 del D.lgs. n. 81. ❑
adeguamento alle nuove disposizioni del decreto 4 marzo 2013 dovrà avvenire entro 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto, avvenuta con la pubblicazione in Gazzetta del comunicato relativo al decreto (GU n. 67 del 20 marzo 2013); pertanto, entro il 20 marzo 2014, le imprese che operano su carreggiata stradale devono obbligatoriamente essere formate o aggiornate ai sensi del decreto citato: di conseguenza, è dovere dei coordinatori e progettisti verificare tale obbligo. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 21
SICUREZZA CANTIERI Paolo Ghitti
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l Titolo IV del T.U.S. 81/08 alla luce dei pronunciamenti della giurisprudenza” è stato l’argomento del seminario tenutosi nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Nicolò Tartaglia” di Brescia il 26 settembre scorso, organizzato come contributo alla intensa attività di formazione e informazione della Commissione Sicurezza del Collegio geometri di Brescia a favore degli iscritti, accorsi in nutrita e interessata schiera. I lavori sono stati introdotti dal geom. Armido Belotti, segretario del Consiglio direttivo del Collegio, che ha portato ai partecipanti il saluto del presidente, Giovanni Platto. Sono poi proseguiti con gli interventi del geom. Nadia Bettari, coordinatrice della Commissione Sicurezza, e dell’avv. Francesco Menini, penalista e consulente giuridico della Commissione. Il contributo del geom. Bettari è consistito nell’illustrazione degli obblighi e delle responsabilità che ricadono sulle figure a cui la normativa affida compiti legati alla sicurezza nei cantieri temporanei e mobili. Di seguito l’avv. Menini, prendendo spunto da una serie di pronunciamenti della Suprema Corte di Cassazione e da casi che personalmente ha seguito nell’esercizio della sua attività forense, ha esposto le posizioni che la giurisprudenza ha assunto in questi ultimi anni in tema di sicurezza, focalizzando l’attenzione su 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
Convegno sul Titolo IV del TUS 81/2008 e pronunciamenti della giurisprudenza
SICUREZZA CANTIERI
sentenze e casi concreti che hanno coinvolto la figura del coordinatore per la sicurezza, soprattutto quello per
l’esecuzione dei lavori, e il direttore dei lavori. Successivamente il geom. Bettari ha succintamente il-
lustrato il contenuto del Decreto interministeriale 22 luglio 2014, il cosiddetto “Decreto palchi”, che tratta dell’applicazione del titolo IV del T.U. 81/08 agli spettacoli musicali, cinematografici, teatrali e di intrattenimento e alle manifestazioni fieristiche, rimandando a successivi momenti l’approfondimento sullo specifico argomento. La collega ha completato infine il suo intervento mostrando i modelli semplificati per la redazione del piano operativo di sicurezza, del piano di sicurezza e di coordinamento, del fa-
scicolo dell’opera, nonché del piano di sicurezza sostitutivo individuati con il decreto interministeriale 9 settembre 2014, mettendo in evidenza le principali differenze rispetto ai modelli predisposti e pubblicati dalla Commissione sinora utilizzati. Il seminario si è quindi concluso con un breve dibattito fra i presenti. ❑
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PROTEZIONE CIVILE Italo Albertoni
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n occasione del Salone dell’Emergenza REAS (dal 10 al 12 ottobre 2014) presso il Centro Fiera di Montichiari la Regione Lombardia – Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione – in collaborazione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, ha organizzato nella giornata di sabato 11 ottobre un interessante workshop dedicato alle riforme istituzionali recentemente approvate in materia di Protezione Civile (Legge n. 100/2012 e Legge n. 56/2014).
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A Montichiari un workshop sulle riforme istituzionali riguardanti la Protezione Civile Gremitissima si è presentata la Sala Scalvini con la presenza di numerose associazioni di volontariato, oltre ai rappresentanti di Enti locali e ai professionisti del settore, tra i quali una buona parte del Gruppo Protezione Civile del nostro Collegio. Al tavolo dei lavori, coordinati dalla dirigente regionale dott.ssa Nadia Padovan, erano presenti, tra gli altri: l’Assessore alla Protezione Civile di Regione Lombardia Simona Bordonali, la Prefettura di Brescia nella persona del dott. Pasqua-
relli, il Presidente di ANCI Lombardia, il Presidente della Provincia di Mantova e il Prefetto Franco Gabrielli Capo Dipartimento della Protezione civile giunto da Genova colpita dalle note alluvioni dei giorni precedenti. La tavola rotonda si è concentrata sul tema: conseguenze delle riforme istituzionali in materia di Protezione Civile nelle attività di: – prevenzione, previsione, allertamento; – pianificazione e gestione delle emergenze; – formazione, informazione,
addestramento e volontariato. Gli argomenti, ampiamente dibattuti, hanno riguardato la prevenzione (Piani di emergenza) la formazione (Corsi di specializzazione) e l’importante supporto dei volontari (Associazioni di volontariato). Il Presidente della Provincia di Mantova (città terremotata nel 2012) si è soffermato sull’importanza del volontariato della nostra Regione: «è un patrimonio indispensabile per i 10 milioni di abitanti della Lombardia; – ha detto – ogni Regione non
PROTEZIONE CIVILE Nella pagina di sinistra, il tavolo della presidenza del workschop di Montichiari; In questa pagina: il prefetto Franco Gabrielli Capo Dipartimento della Protezione Civile (a sinistra) e l’assessore alla Protezione Civile della Regione Veneto Daniele Stival.
può avere lo stesso modello di Protezione Civile, perché non sono tutte uguali; per esempio, la Regione Molise ha 314 mila abitanti e la sola Provincia di Brescia ne ha oltre un milione».
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l Presidente di ANCI Lombardia ha manifestato la sua preoccupazione per la riforma del volontariato conseguentemente alla riforma Delrio (L. 56/2014), precisando: «se le Province rimarranno con le risorse attuali, queste scarseggeranno anche per la P.C. perché sarà necessario far fronte alle priorità di competenza provinciale, quali le scuole e le strade». Importanti rassicurazioni sono state fornite dal Capo Dipartimento Franco Gabrielli in merito alle conseguenze delle riforme: continueranno le competenze del sistema di Protezione Civile, dal Dipartimento alle Regioni, dalle Province ai Comuni. Il bilancio nazionale relativo alla Protezione Civile è ri-
Gruppo Esperti Protezione Civile iscritti al Collegio geometri di Brescia che hanno superato il test finale dei corsi di specializzazione Corso di formazione 2004 Italo Giovanni Albertoni Pietro Tiziano Antonioli Vittorio Baratti Massimo Beltracchi Daniele Cavazza Rolando Cozzoli Stefano Fettolini Piero Fiaccavento Giovanni Frosi Andrea Lariccia Alberto Lazzaroni Stefano Lonati Alberto Massaroli Perani Mirco Giuseppe Melchiori Vitale Moglia Osvaldo Ronchi Omar Salvetti Oscar Traversari Gian Battista Turrini
Corso di formazione 2013 Alberto Baratti Elisabetta Barba Ivano Bellini Emanuel Boninsegna Davide Braga Stefano Checchi Silvio Marcello Citroni Marco Erculiani Emiliano Ferrari Nicola Ghidini Renato Greci Fabio Lancini Mario Lombardi Gianantonio Mazzoni Stefano Monteverdi Rudy Mossini Paolo Natali Luigi Francesco Pedrali Andrea Raccagni Giovanni Ragni Riccardo Richini Alberto Rubagotti Enzo Soregaroli Gabriele Vassalli Paolo Zizzi
dotto del 50%, ma Gabrielli chiarisce: «nulla è stato tolto per il volontariato, che è il motore; i volontari sono una grande cosa in un grande mondo di Protezione Civile. È imminente – ha poi proseguito Gabrielli – la modifica della normativa della Consulta nazionale di P.C. con la partecipazione delle Regioni che hanno fatto un percorso virtuoso, mentre le altre dovranno aspettare, perché ci sono ancora alcune Regioni che non hanno il Piano guida di Protezione Civile e, di conseguenza, i rispettivi Comuni non si sono dotati del piano di Protezione Civile aggiornato. I sindaci devono far fronte a due priorità: la redazione del Piano di emergenza e la formazione di un Gruppo di Protezione Civile». Non poteva mancare un riferimento ai volontari “angeli del fango” intervenuti a Genova e a tal proposito Gabrielli ha ricordato la scomparsa di una ragazza di 27 anni, improvvisatasi volontaria, colpita da infarto. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 25
PROTEZIONE CIVILE L’assessore alla Protezione civile della Regione Lombardia Simona Bordonali e il presidente della Provincia di Mantova Alessandro Pastacci. Sotto e nella pagina di destra due vedute della sala duranteil workshop.
Questo grave lutto è la conferma che «è necessario formarsi e non improvvisare»” ha concluso Gabrielli. L’assessore alla Protezione Civile di Regione Lombardia Simona Bordonali nel ricor-
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dare che la nostra Regione può contare su 25 mila volontari, ha affermato: «Come Regione Lombardia abbiamo intenzione di continuare a delegare la funzione di P.C. alle Province, affi-
dando alle Consulte di volontariato provinciali e a quella regionale funzioni sempre più importanti, non solo consultive, ma anche propositive e decisionali, per arrivare alla formazione
della nuova legge regionale con il contributo delle Consulte del volontariato, in modo da portare entro dicembre le necessarie modifiche normative». La Bordonali ha ricordato
PROTEZIONE CIVILE
anche l’importanza dei Piani di emergenza di cui ogni Comune dovrebbe dotarsi, piani che necessitano di revisione e aggiornamento secondo le linee guida regionali, auspicando la partecipazione dei volontari di P.C. durante la pianificazione, perché questi conoscono il territorio e la storia delle calamità del passato. L’Assessore ha comunicato l’avvio della revisione della Legge Regionale n. 12/2005 per rendere obbligatorio l’inserimento dei Piani di emergenza comunale nei Piani di Governo del territorio (P.G.T.). Ha infine evidenziato l’opportunità che i Comuni facciano conoscere i Piani di emergenza ai propri
cittadini: «qualche Comune ha distribuito copia dei piani a tutte le famiglie, in quei Comuni dove c’è stato un evento calamitoso, come per esempio a Salò». Già ..., Salò! Come non ricordare il terremoto del 2004? Proprio in quella occasione è iniziato il percorso “in cantiere” di alcuni nostri colleghi che da poche settimane avevano ricevuto l’attestato di partecipazione, da parte del Dipartimento di Protezione Civile, al corso di formazione per la pianificazione e gestione dell’emergenza sismica - rilievo del danno e valutazione dell’agibilità. A tale corso ne è seguito un altro nel 2013, sempre presso il Collegio di
Brescia, abilitando nuovi colleghi per l’intervento di volontariato in campo sismico.
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empre a Salò, nell’ambito delle manifestazioni previste in occasione della decima ricorrenza del terremoto del 24 novembre 2004, l’Università degli Studi di Brescia e il Comune di Salò – con il patrocinio del Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Brescia – hanno organizzato una giornata di studio dal titolo “Rischio sismico e vulnerabilità urbana” presso il palazzo municipale lunedì 24 novembre 2014. Il Collegio di Brescia (attual-
mente sono 44 i suoi esperti abilitati per l’emergenza sismica) è pronto a ospitare i colleghi dei Collegi lombardi per ulteriori corsi di specializzazione sulle diverse calamità che, purtroppo non di rado, feriscono il nostro Paese. Ricordiamo che il sistema Protezione Civile nazionale affronta ogni calamità riguardanti il nostro territorio che è esposto ai seguenti rischi: sismico, idrogeologico, alluvionale – vulcanico – incendio boschivo, industriale, nucleare, trasporti, reti strategiche di servizi, immigrazione, ambientale, neve. ❑
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CATASTO
OMI, Osservatorio del Mercato Immobiliare: cos’è, cosa fa
L’
Osservatorio del Mercato Immobiliare cura la rilevazione e l’elaborazione delle informazioni di carattere tecnico-economico relative ai valori immobiliari, al mercato degli affitti e ai tassi di rendita oltre alla pubblicazione di studi ed elaborazioni e la valorizzazione statistica degli archivi dell’Agenzia delle Entrate. Tra le sue attività ci sono anche l’analisi, la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di profili teorici, applicativi e di innovazione delle materie istituzionali e definizione dei valori immobiliari. La banca dati dell’Osservatorio costituisce un utile strumento per tutti gli operatori del mercato, per la pubblica amministrazione e, più in generale, per il singolo cittadino. Le zone omogenee OMI le microzone catastali e la rappresentazione per fasce – L’ipotesi di base dell’OMI è che il fattore posizionale sia quello maggiormente esplicativo delle differenze di valore tra le varie unità immobiliari, in particolare di quelle a destinazione residenziale. Si ritiene pertanto utile suddividere il territorio in porzioni che esprimano livelli omogenei di mercato, in funzione delle caratteristiche comuni (urbanistiche, socio-economiche, di dotazioni di servizi, ecc.). Ogni territorio comunale è segmentato in una o più zone omogenee, che riflettono un comparto omogeneo del mercato immobiliare locale, nel quale si registra una sostanziale uniformità di apprezza28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
mento delle U.I. È stato stabilito che il massimo scostamento dell’intervallo dei valori delle stesse, non deve di regola essere superiore ad 1,5. Le quotazioni individuano una forbice di valori per unità immobiliari ordinarie aventi una data destinazione d’uso (residenziale, ufficio, negozio, ecc.), site in una data zona omogenea. I valori minimi e massimi rappresentano l’ordinarietà e pertanto vengono escluse quelle quotazioni riferite ad immobili di particolare pregio o degrado o che comunque presentano caratteristiche non ordinarie per la tipologia edilizia della zona di appartenenza. – Un vincolo alla definizione delle zone OMI è stato posto imponendo che ciascuna di esse appartenga ad una ed una sola microzona catastale e microzone catastali sono state
deliberate dai comuni ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica del 23 marzo 1998 n. 138. La scelta di univocità tra zona OMI e microzona catastale è dipesa dall’opportunità di mantenere un sistema di riferimento dell’Osservatorio coerente con quello catastale. – Al fine di avere un quadro uniforme del mercato immobiliare sull’intero territorio nazionale, le zone OMI, infine, sono state raggruppate in fasce, che individuano aree territoriali con precisa collocazione geografica nel Comune e rispecchiano, in generale, una collocazione urbanistica consolidata (Centrale, Semicentrale, Periferica, Suburbana, Rurale). Tipologia prevalente La tipologia prevalente consente di caratterizzare, cia-
scuna zona omogenea OMI, in base alla specie immobiliare più diffusa tra quelle presenti nel mercato locale. Nella zona omogenea OMI possono essere valorizzate anche altre tipologie rappresentative del mercato. Stato conservativo prevalente e la misura delle consistenze È lo stato conservativo (ottimo, normale e scadente) nel quale può trovarsi più frequentemente un’unità immobiliare residenziale all’interno di una zona OMI. La superficie commerciale si determina misurando al lordo le murature interne ed esterne perimetrali (queste ultime vanno considerate fino alla mezzeria nei tratti confinanti con le parti di uso comune o con altra unità im-
CATASTO
mobiliare). I muri interni e quelli perimetrali esterni, che vengono computati per intero, sono da considerare fino ad uno spessore massimo di cm 50, mentre i muri in comunione vengono computati nella misura massima del 50% e pertanto fino ad uno spessore massimo di cm 25. La superficie viene arrotondata al metro quadrato per difetto o per eccesso. Alla superficie, determinata nel modo suddetto, vanno aggiunte le superfici delle pertinenze esclusive, opportunamente indicizzate in modo da ottenere così la superficie commerciale virtuale complessiva. Secondo le indicazioni in materia definite dal Decreto del Presidente della Repubblica del 23 marzo 1998, n. 138, a cui si rinvia per il dettaglio. Il processo di rilevazione La rilevazione è differenziata in due modalità operative in dipendenza della vivacità del mercato immobiliare: – Rilevazione diretta mediante schede standardizzate nel caso in cui la quantità di compravendite verificatasi nel semestre consenta l’acquisizione di un campione numericamente elaborabile. – Rilevazione indiretta mediante metodologie di comparazione e valutazione proprie dell’estimo e sulla base dell’expertise degli uffici che operano in campo tecnico estimale, nel caso in cui il mercato non risulti suffi-
Ecco un esempio di cosa fa l’OMI e a cosa serve
A Brescia 12mila case invendute È lo stesso numero di contratti d’acquisto sottoscritto in città negli ultimi 7 anni In provincia di Brescia ci sono 12mila case invendute. Più di tutte le compravendite rogitate lo scorso anno, quanto i contratti d’acquisto sottoscritti in città negli ultimi sette anni. In pratica è come se vi fosse a disposizione un alloggio per ogni abitante di Gavardo o Mazzano, neonati compresi. Fatto mille il patrimonio edilizio di città e provincia, gli immobili in vendita sono 17,6. Tanto? Poco? Dipende. secondo i dati dell’Istituto Scenari Immobiliari, elaborati dal Sole 24 Ore, in tutta Italia vi sono 542mila case in vendita. Numero che restituisce una media nazionale di 15,8 alloggi sul mercato ogni mille abitazioni. Brescia ha dunque un portafoglio immobiliare più gonfio rispetto all’indice nazionale. a guidare questa speciale classifica c’è La Spezia, con 26,5 per mille di case invendute sull’intero patrimonio registrato al Catasto. Seguono Trieste e Bolzano. In Lombardia la classifica dell’offerta vede primeggiare Cremona (23,7 case in “vendita” ogni
mille abitazioni), seguita da Varese (indice 23,1), Mantova (21,9), Milano e Monza (21,7) e Bergamo, 19esima a livello nazionale, con il 19,1 per mille. Capovolgendo i dati la minor incidenza dell’invenduto si registra a L’Aquila, anche per via del sisma del 2009, che ha sensibilmente ridotto le unità immobiliari. Seguono Nuoro (5,2) e Frosinone (5,7). La provincia lombarda con meno case sul mercato è invece Sondrio, 63esimo posto e 13,5 immobili in vendita ogni mille abitazioni. Brescia si colloca invece al 33esimo posto. Le 12mila abitazioni in vendita, per il 30% sono nuove costruzioni, immobili mai abitati. Due su tre sono invece usate, più difficili da collocare, soprattutto se datate con una classe energetica bassa, ma anche quelle dove si possono strappare buoni sconti. Resta il tema: come leggere un pacchetto così corposo di invenduto? Sicuramente c’è il fatto che in passato si è costruito troppo e
ora bisogna smaltire quegli stock, franati contro il muro della crisi. Per Scenari Immobiliari, però «in alcuni casi l’abbondante offerta è sinonimo di un mercato dinamico: spesso dove si costrisce di più il mercato è vivace». In realtà, guardando i dati delle compravendite, quel che emerge non è proprio un’idea di vivacità. Rispetto agli anni precrisi le compravendite in provincia di Brescia si sono più che dimezzate, dalle 20.000 del 2007 alle 8.786 del 2013. E i cartelli con la scritta «vendesi» sono ormai impolverati. Anche i dati sui permessi di costruire sono crollati dell’80% in sette anni. Va detto che nel primo semestre del 2014 c’è stata un’inversione di tendenza, con un +30% di compravendite rispetto allo scorso autunno. Nello “sblocca-Italia» ci sono poi alcune misure per stimolare il settore, come il bonus del 20% per chi compra per affittare. Basterà per sfrondare l’invenduto? Davide Bacca
COMPRAVENDITE IMMOBILIARE - RESIDENZIALI Brescia città Intera provincia
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2.950 20.316
2.529 16.436
2.075 14.084
2.217 14.252
1.993 13.402
1.661 9.903
1.379 8.786
Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare - Agenzia delle Entrate
NUMERO CASE IN VENDITA - LA CLASSIFICA Posizione
Nuovo
Usato
Abitazioni in vendita ogni 1.000 case
1
La Spezia
580
3.280
26.5
2
Trieste
240
3.500
26,3
3
Bolzano
2.240
4.000
33
Brescia
3.600
8.700
101
Frosinone
1.200
340
102
Nuoro
290
630
5,2
103
L’Aquila
490
760
4,8
142.340
400.680
Totale
24,3 17,6 5,7
15,8
Fonte: Sole 24 Ore su dati Scenari Immobiliari
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 29
CATASTO
ciente alla costituzione di un campione significativo. I campioni oggetto di rilevazione e loro fasi di rilevazione Prima fase: Pianificazione della rilevazione: (vedi sito Agenzia delle Entrate OMI). Seconda fase: Rilevazione tramite schede e costituzione del campione. La rilevazione mediante schede standardizzate è effettuata dal personale dell’ufficio periferico anche avvalendosi dell’ausilio delle componenti professionali che operano nel settore e con le quali sono stati sottoscritti appositi protocolli di collaborazione. Al termine
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
di tale rilevazione è costituito un campione su base cartacea di schede di rilevazione per unità immobiliare. Terza fase: Costituzione del database informatico delle schede. L’Agenzia è dotata di procedure informatizzate che permettono non solo l’acquisizione del campione su database informatici, ma la pre-elaborazione dello stesso al fine di scartare quelle schede che risultano incomplete o anomale rispetto allo stato originario dei valori di compravendita. Al termine di tale fase è costituito l’archivio informatizzato delle schede di rilevazione, su cui è possibile effettuare le successive
elaborazioni statistiche. Le schede di rilevazione Il nuovo ruolo assegnato all’Osservatorio, la sua apertura all’esterno e l’incremento della domanda di trasparenza del mercato immobiliare, hanno condotto a delineare un sistema standardizzato di rilevazione, mediante la predisposizione di apposite schede contenenti informazioni anche di dettaglio. Ciò ha richiesto l’impianto di una nuova architettura del sistema informativo e delle correlate procedure informatiche. La rilevazione con schede (per le tipologie edilizie - Abitazioni - pdf, Parcheggi -
pdf, Uffici - pdf, Negozi - pdf, Capannoni - pdf) è effettuata nei Comuni e nelle zone in cui vi è presenza di dinamica di mercato. Il numero di schede da rilevare deve essere distribuito, avvalendosi della conoscenza del mercato immobiliare locale, per zona e per tipologia. Per giungere alle quotazioni si parte dalla rilevazione diretta, nei comuni e nelle zone in cui si registra dinamica di mercato con shede suddivise in varie parti che riguardano: • la tipologia dell’immobile o dell’unità immobiliare; • la fonte della rilevazione; • la identificazione dell’immobile rilevato;
CATASTO
• la destinazione prevalente di zona; • le caratteristiche inestrinseche del fabbricato in cui è ubicata l’unità immobiliare; •le caratteristiche intrinseche del fabbricato; • le caratteristiche intrinseche dell’unità immobiliare; • la consistenza dell’unità immobiliare; • la consistenza delle pertinenze; • la consistenza totale dell’unità immobiliare e delle pertinenze (ragguagliate); • il prezzo/valore. Ogni semestre sono rilevate oltre 35.000 schede per la destinazione residenziale in
Dietro comunicazione dell’ing. Francesco Librizzi, Direttore dell’Ufficio Provinciale di Brescia dell’Agenzia delle Entrate, si rende noto che il Collegio Geometri e Geometri Laureati della provincia di Brescia ha designato il collega geom. Giuseppe Bellavia quale suo rappresentante nel Comitato Consultivo Misto dell’OMI.
1.200 comuni e oltre 3.000 schede per le tipologie non residenziali. Le fonti di rilevazione Sono: la agenzie immobiliari, stime interne dell’Agenzia, aste, atti di compravendita (comma 497, legge finanziaria 2006), tribunali, ecc. I valori rilevati sono riferiti al metro quadrato di superficie commerciale (lorda) ovvero di superficie utile
(netta), rispettivamente per il mercato delle compravendite e delle locazioni. Al fine di valorizzare e rendere trasparente l’apporto delle agenzie immobiliari, sono stati siglati specifici Rapporti di collaborazione con le principali associazioni di categoria. Il processo di elaborazione Vedi sito della Agenzia delle Entrate OMI.
Commissione di validazione Gli elementi economici che costituiscono la Banca dati dell’Osservatorio Immobiliare vengono approvati, con cadenza semestrale, dalla Commissione interna di validazione appositamente istituita presso ciascun ufficio periferico. La Commissione di validazione, presieduta dal dirigente dell’Ufficio Provinciale del Territorio, è composta dal responsabile della struttura tecnico-estimale, dal referente provinciale dell’Osservatorio e da tecnici particolarmente esperti che operano in ambito estimale. ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 31
SCUOLA
Scuola, la riforma del “serale” passa anche dal “Tartaglia”
I
l corso serale al “Tartaglia” è una vera e propria istituzione. Un percorso d’istruzione con le sue peculiarità ed un radicamento riconosciuto nella società bresciana, una presenza storica ed efficace che ogni anno porta al diploma un discreto numero di studenti/lavoratori, che spesso dopo qualche anno divengono liberi professionisti e si iscrivono al Collegio entrando nel nostro Albo. E, come spesso capita a ciò che funziona e dunque non fa notizia, non se ne parla spesso. Anzi negli ultimi decenni su queste colonne ne abbiamo solo fatto cenno di sfuggita. Proviamo a rimediare almeno in parte oggi, anche perché entra in vigore proprio in questi mesi una riforma destinata ad incidere sull’organizzazione di questi corsi. Il direttore del “Geometra Bresciano”, geometra Bruno Bossini, ha pertanto colto quest’occasione per incontrare in una saletta del “Tartaglia” i professori Giuseppe Alini, Guido Bosio e Tiziana Pasini (che è la responsabile dei rapporti con gli enti esterni alla scuola), oltre all’ex preside e consulente del Collegio per le questioni scolastiche e formative , prof. Fulvio Negri, ed il collega Andrea Andreolassi che ha conseguito il suo diploma nel 2006 seguendo i corsi serali e nel 2011 si è iscritto al nostro Collegio. Il testo che segue è il riassunto in forma d’intervista d’una proficua chiacchierata che ci ha consentito di conoscere un po’ meglio i corsi serali per i geometri di domani. Vorrei partire dalla riforma, dalla novità che ci ha spinto ad organizzare quest’incontro con alcuni professori del corso serale del ”Tartaglia”, approfittando anche della cortesia e della disponibilità del prof. Negri e del collega Andreolassi, che per motivi diversi ben conoscono questa
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realtà. Siamo dunque alla vigilia d’una riforma anche del serale? «Più che alla vigilia, siamo ormai pienamente entrati nel nuovo ordinamento. Il Dpr 263/12 entrato in vigore il 26 febbraio 2013 ha infatti posto le basi per la nascita
dei nuovi Cpia, ovvero Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, che sono attivi proprio a partire dall’anno scolastico in corso, il 2014/2015». In sostanza di cosa si tratta? «Concretamente i Centri raggruppano sotto un’unica dirigenza (i Centri territoriali permanenti) i vari corsi serali e quelli svolti negli istituti di prevenzione e pena. È una riforma profonda sul versante dell’ordinamento, che si traduce immediatamente in novità principalmente organizzative, ma che gradualmente porterà ad un nuovo assetto didattico ed organizzativo». Ma, giusto per capirci, il serale del “Tartaglia” che destino avrà? Rischia di sparire? «No, questo rischio non c’è, anzi. In provincia di Brescia sono già stati individuate tre sedi per i corsi serali dei diversi indirizzi: la città, Gavardo e Chiari, che avranno ciascuna rispettivamente una popolazione scolastica prevista di 2583, 1295 e 889 studenti. In pratica il ministero ha definito tre diverse aree della nostra provincia censendo con i numeri che ho appena detto la potenziale domanda di istruzione che gli istituti con i corsi diurni non soddisfano. Si è ad esempio tenuto conto del numero di giovani
tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano (quelli che glik inglesi chiamano Neet – Not education, employment or training), ma pure dei cittadini stranieri con permesso di soggiorno, nonché proprio della storica e attuale offerta d’istruzione per adulti erogata dai Ctp e dai corsi serali preesistenti». Se ho inteso bene: cambia la dirigenza, si fa più precisa la programmazione, ma i corsi esistenti rimarranno? «Sì, i corsi rimangono incardinati negli istituti scolastici che attualmente gestiscono le serali e le sezioni nelle carceri. Ciò che cambia, oltre la dirigenza e qualche assetto organizzativo, è però la prospettiva stessa dell’intervento formativo. Fino a ieri infatti ogni istituto attivava un corso serale sulla base delle richieste del territorio ma con l’ottica riferita al suo specifico iter formativo. I Cpia invece guardano al territorio nel suo complesso e puntano all’innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione adulta che in quell’ambito vive». Fin qui le novità della riforma… «No, resta da aggiungere che, anche il serale ha seguito in questi ultimi anni e porta a compimento proprio in questo anno scolastico la trasformazione subita dall’intera scuola secondaria superiore. Tanto per intenderci il nuovo serale del “Tartaglia” ha rivisto i suoi orari e le sue materie di inse-
SCUOLA Nelle immagini, momenti dell’intervista svoltasi in un’aula del “Tartaglia”
Al centro, in basso il prof. Guido Bosio
gnamento per consentire allo studente di conseguire al termine dell’iter di studi la qualifica di “tecnico di CAT” – ovvero di costruzioni, ambiente e territorio – non più com’era un tempo di geometra. Anche se a questo proposito dobbiamo dare una notizia importante».
quinto anno, ma poi non l’hanno completato per le ragioni più diverse, di completare gli studi e diplomarsi geometri. Dal prossimo anno infatti, salvo ulteriori proroghe, chi avesse ad esempio frequentato terza e quarta ma non la quinta, dovrebbe riverificare la sua posizione e integrare la sua formazione con alcune materie aggiuntive anche per gli anni terzo e quarto, prima di frequentare la quinta classe e divenire alfine tecnico CAT. Voglio ripeterlo, perché ritengo sia una notizia importante che a molti è sfuggita: quest’anno chi per un motivo qualsivoglia non è riuscito a completare l’ultimo
Quale? «Il serale del “Tartaglia” ancora per quest’anno ha infatti ottenuto la deroga dal ministero a diplomare geometri i suoi allievi del quinto anno. In pratica è consentito agli studenti dell’ultimo anno, ma pure a coloro che negli anni scorsi avevano ottenuto l’abilitazione al
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SCUOLA In questa pagina, in senso orario: i professori Tiziana Pasini, Giuseppe Alini e Fulvio Negri, ex preside del “Tartaglia”e consulente del Collegio per le questioni scolastiche e formative
anno del ciclo di studi da geometra, può farlo al serale mentre dall’anno prossimo dovrà mettere in conto un maggiore adeguamento del suo carnet di crediti scolastici e professionali». Vero, questa è un’opportunità che merita di essere segnalata e sottolineata anche sul nostro periodico, visto che per iscriversi ai corsi e rientrare a scuola ci sono ancora alcune settimane. Tornando alla riforma ed ai corsi del “Tartaglia”, mi dicevate prima che si è modificato negli anni l’iter formativo… «Sì, al “Tartaglia” si fanno corsi serali per il diploma di geometra praticamente da sempre e negli anni Settanta si era arrivati ad avere due sezioni parallele dalla prima alla quinta. Vent’anni fa è stata introdotta la sperimentazione del corso Sirio che abbiamo chiuso proprio quest’anno. Senza tornare a 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
parlare della quinta “per geometri” che abbiamo in deroga ancora per quest’anno, possiamo dire che al serale del “Tartaglia” è attivo il triennio superiore per Tecnico CAT (le classi terza, quarta e quinta) al quale l’adulto accede dimostrando la propria competenza acquisita non solo con un titolo di studio (ovvero il biennio già frequentato) ma pure con esperienze sul campo, in azienda o in cantiere. Ogni studente insomma ha un suo portfoglio di crediti e conoscenze e nel triennio lo deve completare per avere quel bagaglio che è considerato congruo per un tecnico CAT. Anche al serale insomma non siamo lontani dal libretto individuale delle conoscenze e delle competenze d’ogni singolo allievo verso il quale sta tendendo tutta la scuola».
SCUOLA Il geom. Andrea Andreolassi, che ha conseguito il diploma nel 2006 seguendo i corsi serali del “Tartaglia” e ora svolge la libera professione.
E veniamo ora all’orario e alle materie, che se non erro sono stati anch’essi mutati recentemente. «Anche il serale ha seguito la strada della riforma del diurno. In pratica si è ridotto il numero delle ore settimanali di lezione, riducendo in maniera sostanzialmente uniforme un po’ tutte le materie. Al serale come al diurno la diminuzione è stata attorno del 30%. In sostanza il serale è passato da 30 a 22 ore settimanali, mentre le materie sono le medesime (al serale non ci sono solamente educazione fisica e religione). Le 22 ore sono concentrate in 5 giorni, dal lunedì al venerdì, mentre il sabato, un tempo di lezione, oggi è libero. Ogni sera si inizia alle 18 e 45 e si finisce alle 23.05 e i docenti si alternano per tre/quattro materie differenti».
Vedo che negli anni, a differenza che al diurno, il numero degli iscritti è rimasto sostanzialmente costante, attorno ai 100/110 studenti. Al di là del numero vogliamo provare a fare l’identikit dello studente del serale? Chi è? perché si iscrive? abbandona spesso o tendenzialmente tiene duro
sino alla fine? «Partiamo dalle motivazioni, che sono a grandi linee di due tipi. C’è chi si iscrive per l’esigenza di consolidare la sua posizione lavorativa e c’è chi è invece mosso dalla volontà di conseguire un titolo di studio e completare un iter formativo che aveva dovuto interrompere per le ragioni più varie. Il mix di queste ragioni è alla base del 99% delle motivazioni degli studenti. Anche se non manca chi si iscrive per la semplice curiosità intellettuale d’un settore che vuole conoscere meglio: abbiamo diplomato in questi anni anche un avvocato che lasciava lo studio a sera per venire a scuola, ed anche un professore di materie umanistiche che cambiava scuola la sera per diplomarsi geometra…». E l’età? C’è una classe d’età prevalente? «Non abbiamo mai studiato
la nostra popolazione da questo punto di vista, anche se si può certamente dire che un tempo erano maggioritari quarantenni, cinquantenni e sessantenni, ovvero persone mature, mentre oggi sono più frequenti i venti/trentenni, ex studenti del diurno che tornano al serale per completare ciò che hanno interrotto magari solo pochi anni prima. E si può completare l’aspetto anagrafico dicendo che un 20% sono stranieri, tutti inseriti da tempo nella società italiana, ed un 15% sono donne. La dispersione scolastica infine è minima: qualcuno inevitabilmente cede in terza dopo poche settimane, ma chi supera la salita dei primi mesi, solitamente arriva al traguardo». Visto che abbiamo esaurito il focus sugli studenti, farei parlare a questo punto un ex studente del serale come il collega Andreolassi. Ti riconosci in quest’identikit? Sono state queste le
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 35
SCUOLA
motivazioni della tua iscrizione? E poi, come ti sei trovato? «Sì, l’identikit è corretto, mi ci riconosco. Io sono partito manovale ed ho sempre avuto la curiosità e la voglia di imparare. Quando mi è capitato d’essere occupato in un grande cantiere in città, ho provato ad iscrivermi. Ed ho proseguito sino al diploma. È stata dura, di più durissima, perché venire in aula dopo otto ore in cantiere non è facile, studiare nel week end richiede un supplemento di volontà non banale, ma alla fine la soddisfazione è grande». Mai avuto un ripensamento, magari in primavera quando invece di stare sui libri avresti potuto riposarti, rilassarti, passeggiare? «Ho avuto anch’io le mie difficoltà, ho avuto a più riprese la tentazione di smettere, ma ad aiutarmi c’è stato sempre il sostegno dei docenti oltre al fatto non secondario che ogni nozione acquisita a scuola potevo applicarla dopo poche settimane in cantiere. E quest’ultima opportunità mi ha aiutato tantissimo. In pratica così come cresceva la mia competenza grazie alle lezioni serali, parimenti cresceva il mio ruolo in cantiere: da muratore, carpentiere a responsabile d’una squadra, poi qualche conteggio di contabilità, alcuni rilievi… Insomma piccoli passi e nuove responsabilità che mi confermavano nella buona scelta d’andare a scuola. Così sono arrivato al diploma. Poi la crisi, la fine dei grandi cantieri mi ha 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
quasi imposto di aprire uno studio, di frequentare il corso di preparazione all’esame, di sostenerlo e diventare libero professionista». Ed ora di cosa ti occupi professionalmente? «Faccio un po’ di tutto, come tutti: sicurezza cantieri, piccole progettazioni, certificazioni energetiche…”. Par di capire che non hai ancora finito di studiare, di far corsi d’approfondimento al Collegio? «In verità il tarlo dello studio non mi ha abbandonato e così, visto che il lavoro non è tantissimo, frequento corsi, amplio le mie competenze e mi sono pure iscritto all’università». Complimenti. Ma, scusa: hai detto del sostegno dei professori e qualcuno potrebbe pensare che il difficile sia frequentare, ma che la promozione sia praticamente certa… «No, non è così. La promozione non è garantita, ho
visto più d’un collega ripetere. Occorre studiare, studiare parecchio. Quando ho parlato del sostegno dei docenti mi riferivo al fatto che col professore del serale c’è un rapporto diverso rispetto a quello che c’è tra lo studente ed il professore del diurno. Al serale nessuno vuol perdere tempo, nessuno chiacchiera durante la lezione, il rispetto del docente è massimo, ma anche il docente nei confronti dello studente ha un rapporto aperto, di fiducia, non lesina consigli, ripetizioni, focus personalizzati». «I docenti che siedono a questo tavolo non lo diranno mai – interviene il prof. Negri, ex preside del Tartaglia – ma occorre invece affermare che fare l’insegnante al serale richiede doti particolari, capacità superiori di dialogo con gli studenti. Per capirci, non ci saranno probabilmente mai
problemi di disciplina, ma lo studente esige, chiede molto, vuole lezioni efficaci, risposte sensate sempre. Non si accontenta di tirare l’ora della campanella, paga un costo in termini di impegno e fatica e richiede altrettanto dall’altra parte. E per essere buoni docenti al serale, come posso testimoniare quanti siedono a questo tavolo, occorrono doti speciali. Anche per questa ragione la scelta dei docenti per questi corsi dovrebbe essere più mirata, curata, seguita. E invece, ancora una volta sono la buona volontà e l’abnegazione di professori che ben conosco a garantire alla scuola bresciana una riconosciuta eccellenza». ❑
Il 27 ottobre 2014 si è riunito nell’aula “Miró” dell’Istituto Superiore “N. Tartaglia - M. Olivieri” il Comitato Tecnico Scientifico dello stesso Istituto per dibattere il tema:
«Istituto Tecnico Costruzioni Ambiente Territorio (CAT) fra orientamento e Istruzione Tecnica Superiore: quali prospettive?» I componenti del Comitato Tecnico Scientifico presenti erano: prof.ssa Rosa Vitale, Dirigente scolastico dell’Istituto “Tartaglia-Olivieri”; Delegato rappresentante del dott. Marco Bonometti, Presidente A.I.B.; Delegato rappresentante del dott. Ezio Almici, Direttore Secoval; Delegato rappresentante del dott. Dario Fogazzi, Presidente Cogeme; geom. Giovanni Platto, Presidente Collegio Geometri; Delegato rappresentante del dott. Tiziano Pavoni, Presidente Collegio Costruttori e Presidente Scuola Edile Bresciana; e i docenti prof.ssa Silvana Tonioli, prof.ssa Rosanna Scalvi, prof. Matteo Cominelli, prof.ssa Veronica Pede, prof. Fulvio Negri. Del dibattito daremo ampio resoconto nel n. 6/2014 de “Il geometra bresciano”
parziale
* *Dato
SCUOLA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 37
AGRICOLTURA Stefano Benedini
I
l convegno “Produzione di energia da fonti rinnovabili. Impianti a biogas da reflui animali e biomasse” del giorno … a … è stato organizzato dalla nostra Commissione Agricoltura. L’intento era quello di dare concretezza alla sensibilità dei geometri sui temi ambientali e rispondere alla necessità di approfondire le conoscenze dei professionisti e di fare un confronto con altre fonti energetiche rinnovabili alternative possibili in agricoltura: quella cioè dei pannelli fotovoltaici, che però implicano il consumo di suolo, e quella che destina alla produzione di energia materie prime alimentari (biomasse). Temi di riflessione, questi, riconducibili alle
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
Organizzato dalla Commissione Agricoltura il convegno sull’utilizzo del biogas proposte di EXPO2015 attinenti anche all’attività di consulenza e progettazione dei geometri. Il programma proposto dal convegno è stato certamente esaustivo, anche se i tempi dedicati (una mattinata) non hanno consentito di approfondire gli aspetti più minuti del processo di produzione energetica. Il biogas prodotto dalla digestione dei liquami zootecnici è essenzialmente costituito da metano e anidride carbonica: esso, dopo aver subìto un trattamento specifico (desolforazione, raffreddamento e deumidificazione) è convogliato nel cogeneratore, costituito da un motore endotermico (che sottrae calore) accoppiato a un generatore che lo tra-
sforma in energia elettrica e in energia termica. La prima è ceduta alla rete elettrica nazionale, la seconda, in parte è utilizzata nello stesso processo di produzione per il riscaldamento del fermentatore, in parte è
utilizzata in azienda o ceduta a terzi mediante opportuni contratti; infine la parte eccedente viene smaltita in atmosfera. Nel convegno sono stati presi in considerazione gli aspetti progettuali di un tale
AGRICOLTURA
tipo d’impianto e presentato il quadro normativo che regola il settore, a partire dall’iter autorizzativo per giungere alla convenzione con l’Ente Gestore Energia, a cui cedere l’energia elettrica prodotta. Il pomeriggio è stato invece riservato alle
visite a un’azienda di Orzinuovi, leader nella realizzazione e gestione di impianti di cogenerazione e a un’azienda zootecnica che già fruisce di impianto a reflui animali di Casale Cremasco. ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 39
AGRICOLTURA Piero Fiaccavento
I
l peggioramento delle condizioni del tempo è sempre fonte di grave preoccupazione per gli agricoltori, perché gli eventi meteorologici più devastanti possono distruggere i prodotti della terra, con gravi conseguenze economiche. Quindi, conoscere bene la meteorologia attraverso lo studio dello spostamento delle nubi con l’ausilio di satelliti e radar (che permettono di stimare le precipitazioni piovose e la raccolta di una serie di dati statistici) può consentire interventi sul territorio capaci di contenere i danni economici derivanti dagli eventi meteo più accentuati. Per tale motivo è utile agli agricoltori avere almeno le cognizioni di base della meteorologia. Ciclo dell’ acqua L’acqua del mare, dei fiumi, dei laghi sotto l’azione del sole, evaporando, sale verso
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
Cenni di meteorologia per un’agricoltura più sicura
l’alto sotto forma di piccole goccioline legate e strette tra loro a formare le nubi. Quando queste incontrano aria più fredda, le goccioline aumentano il loro diametro, si scontrano con quelle adiacenti inglobandole e, aumentando di peso, cadono. È la pioggia, il fenomeno della precipitazione. D’ inverno le goccioline possono trasformarsi in cristalli di ghiaccio, dando origine alla neve. Questa, in montagna, contribuisce a formare e a mantenere i ghiacciai, ottime riserve d’acqua. Dallo scioglimento dei ghiacci traggono origine torrenti, fiumi e laghi, le cui acque, defluendo, giungono fino al mare. Allo stesso modo, l’acqua delle piogge che irrorano la terra percola nelle falde sotterranee formando un importante serbatoio d’acqua potabile (fenomeno dell’infiltazione) che scorre lentamente fino a riemergere in sorgenti o a
confluire nell’acqua dei fiumi e, con essa, raggiungere il mare, dove si conclude il ciclo dell’acqua. L’ acqua viene anche assorbita dalle piante che poi la rilasciano dalle foglie per evaporazione contribuendo al ciclo dell’ acqua (traspirazione delle piante). Quindi le nubi sono prodotte dalla condensazione del vapore generato dall’acqua sulla superficie ter-
restre riscaldata dall’irraggiamento solare. ll fenomeno, per quanto complesso, si può riassumere come segue: a causa dell’irraggiamento solare la temperatura della superficie terrestre aumenta; per conduzione termica il suolo scalda anche l’aria a contatto con esso. Poiché l’aria calda è più leggera di quella fredda, si solleva generando una corrente ascensionale portando con sé l’umidità contenuta. Salendo, l’aria si raffredda a causa del gradiente diabatico (è la velocità con cui una particella d’aria secca che si muove verticalmente si scalda o si raffredda. Corrisponde sempre a 0,976 °C ogni 100 metri, in quanto non dipende dalla dalla temperatura esterna, ma dalla pressione, che con l’aumentare della quota diminuisce) raggiungendo il punto di saturazione del vapore, il quale si trasforma in microscopiche goccioline d’acqua che galleggiano nell’aria, formando le nubi.
AGRICOLTURA Nella pagina di sinistra: illustrazioni che esemplificano il ciclo dell’acqua.
Se la temperatura è particolarmente bassa, le goccioline possono assumere la forma di microscopici cristalli di ghiaccio. La formazione delle nuvole può avvenire nei seguenti casi: – lungo un fronte meteorologico, caldo o freddo. In questo caso l’aria fredda, più densa, scorre sotto l’aria calda, con la conseguente formazione di ammassi nuvolosi; – quando l’aria scorre risalendo il versante di una montagna si raffredda progressivamente; – per convezione, quando una massa d’aria calda si solleva a causa dell’irraggiamento solare o di un incendio; – quando l’aria calda giunge a contatto con una superficie più fredda, come quella di uno specchio d’acqua p. es.; – quando due masse d’aria al di sotto del punto di saturazione si mescolano. Le nubi sono classificate in base alla loro altitudine e alla loro forma.
La classificazione delle nubi
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li allarmi meteorologici emanati dalle prefetture si basano, in Lombardia, sui dati forniti dalla Regione tramite l’Arpa Lombardia in base ai codici sotto riportati. Dai codici meteo, si passa al livello di criticità e quindi ai
codici di allerta. Simboli di avviso meteorologico L’Arpa regionale, attraverso le osservazioni satellitari, la lettura dei dati radar, le segnalazioni delle stazioni meteo sul territorio e te-
nendo conto della morfologia del terreno in esame, valuta le situazioni di pericolosità e lancia il preavviso meteorologico. La formazione di un temporale presuppone la presenza di un’elevata umidità dell’aria. I temporali sono
La nuvolosità del cielo si misura in okta con una scala che va da 0 a 9. Ogni grado è identificato con un colore 0 okta 1 okta 2 okta 3 okta 4 okta 5 okta 6 okta 7 okta 8 okta 9 okta
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nessuna nuvola in cielo nuvole rare e sparse nuvole sparse nuvole sparse con tendenza a raggrupparsi e accumularsi metà del cielo è coperta di nuvole la maggior parte del cielo è coperta da nuvole cielo generalmente coperto cielo coperto con rare schiarite cielo totalmente coperto cielo completamente invisibile (a causa di nebbia o neve)
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AGRICOLTURA Codice degli allarmi meteorologici in funzione dell’altezza della pioggia, della velocità del vento e dell’altezza della neve. Due grafici che illustrano il formarsi del temporale.
forma in tal modo la tipica nube a cavolfiore con notevole sviluppo verticale (fino a 10.000 m). Non appena la nube raggiunge le parti alte della troposfera con temperature molto fredde, le gocce
quasi sempre dovuti alla grande calura: le alte temperature al suolo provocano la formazione di bolle d’aria calda che vengono spinte verso l’alto. Si formano così dei cumuli in cui si condensa il vapore acqueo presente
d’acqua ghiacciano. A queste altitudini l’aria fredda e asciutta viene immessa nella nube raffreddandola e dando avvio a una corrente discendente che la trasforma in nube da temporale.
nell’aria. Per effetto della condensazione si libera calore, permettendo alle masse d’aria (correnti ascensionali) di salire ulteriormente. Alla base e ai lati della nube viene aspirata aria calda; si Le correnti discensionali trasportano ora le gocce d’acqua verso il basso: si produce così uno scroscio di pioggia e, in casi estremi, di grandine. Le correnti atmosferiche ascensionali e discensionali sono inoltre all’origine di cariche elettriche differenziate, che si stabilizzano attraverso lampi e tuoni. La grandine è una forma di precipitazione allo stato solido; essa è composta da cristalli di ghiaccio di dimensioni e forma variabili. Il chicco di grandine una volta raggiunto un determinato peso si libera dalle correnti ascensionali, la forza di gravità prende il sopravvento e la grandine cade a terra. La grandine si forma quando le goccioline d’acqua vengono catturate dalle intense correnti ascensionali nella torre temporalesca.
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AGRICOLTURA Varie forme di grandine. La scala di classificazione della grandine in base alla dimendione dei granuli.
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a grandine ha una sua scala di classificazione basata sulle dimensioni dei granuli e sulla intensità chiamata “Torro”, (acronimo di Tornado and Storm Research Organization, ed è stata introdotta da Johnatan Webb nel 1986). I danni potenziali di una grandinata vengono stimati attraverso 5 fattori: 1) dimensione del chicco; 2) velocità di caduta del chicco; 3) durezza del chicco;
4) forma del chicco; 5) orientamento della traiettoria di caduta del chicco. La predetta scala va da un valore minimo di H0 a un massimo di H10. Come ci si ripara dalla grandine Le reti anti-grandine sono oggi sicuramente il metodo più efficace, pratico ed economico per proteggere le colture dalla grandine. Servono anche a ridurre brusche escursioni termiche ed
eventuali raffiche di vento che potrebbero danneggiare il raccolto. Le reti antigrandine sono particolarmente utilizzate per la protezione di alberi da frutta (meli, peri e vigne); sono inoltre stabilizzate ai raggi UV per durare molti anni. Un altro evento meteorologico che può arrecare forti danni danni all’agricoltura è la tromba d’aria e/o il tornado, più o meno nocivo a seconda delle sue dimenIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 43
AGRICOLTURA Esempi di impiego di reti di protezione dalla grandine; una stazione meteorologica posizionata sul territorio; l’immagine di una tromba d’aria.
nado) risucchia come in un imbuto, una grande quantità di polvere e detriti lungo il suo moto fino alla dissipazione della sua forza. L’altezza di una tromba d’aria può variare tra i 100 e i 1000 metri: rappresenta la distanza tra il suolo e la base del cumulo-nembo che l’ha generata. Il fenomeno temporalesco è – come abbiamo già detto – legato al riscaldamento dell’aria fino a una temperatura superiore a quella dell’ambiente: questa nella sua risalita verso l’alto acquista una velocità elevatissima, fino a 250 km/ora, generando un cumulo-nembo torreggiante. Quando l’aria calda incontra strari moto ferddi si appesantisce. Si dice che incontra l’incudine della tromba d’aria e precipita ai lati del cumulo-nembo. Normalmente un fenomeno temsioni al suolo. La tromba d’aria è associata a temporali estremamente violenti e si presenta come un violento vortice d’aria, con effetti distruttivi. Si origina alla base di un cumulonembo e raggiunge il suolo percorrendo anche centinaia di chilometri e può generare, in casi eccezionali, venti anche di 500 km/h. Una tromba d’aria con la base dai 100 ai 1000 metri di diametro è detta tornado. La tromba d’aria (o il tor44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
poralesco sviluppa al suo interno dei moti ventosi più o meno rettilinei; in alcuni casi, invece, il moto ventoso che genera il cumulo-nembo può dar vita a vortici, ovvero alla formazione di moti circolari all’interno e all’esterno della nube.
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a meteorologia oggi è una scienza molto utile alle imprese per pianificare le loro attività in funzione delle condizioni climatiche previste, e ciò è a maggior ragione vero in agricoltura. L’agrometeorologia è infatti
un ramo della meteorologia che studia le interazioni dei fattori meteorologici e idrologici con l’ecosistema agricolo-forestale e con l’agricoltura. L’agrometeorologia consente anche l’ottimizzazione dell’attività agricola al fine di controllare l’andamento climatico e le previsioni del tempo; a tal fine si possono seguire due metodologie diverse: • la prima è la raccolta dei dati meteo attraverso le sta-
AGRICOLTURA In questa pagina tre immagini di analisi meteorologiche da satellite; una stazione radar per rilevazioni meteo e due schemi esplicativi del suo funzionamento.
zioni meteo posizionate in loco con i relativi allarmi di superamento delle varie soglie meteorologiche (pressione, temperatura, piovosità, velocità e direzione del vento e umidità; • la seconda riguarda le osservazioni meteorologiche da satellite e da radar meteo, oltre le segnalazioni meteorologiche dell’Arpa regionale. La documentazione fotografica da satellite permette di individuare l’evoluzione meteorologica sulla terra, mentre il radar meteo (strumento che permette di rilevare le precipitazioni pioggia, neve o grandine) è basato su un impulso, emesso da un’antenna parabolica, di onde elettromagnetiche che viaggiano nell’atmosfera; quando queste onde incontrano un gruppo di idrometeore (pioggia, neve o grandine) vengono parzialmente riflesse. Dall’intensità dell’eco si può risalire al tipo di precipitazione, mentre dal tempo che il segnale impiega a ritornare all’antenna si può calcolare la distanza fra la stazione radar e la zona della precipitazione. Un sistema elettronico provvede alla conversione del segnale ricevuto in formato numerico che rende possibile il suo utilizzo. ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 45
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Giovanna Boursier Milena Gabanelli
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a non crederci: mentre si cercano idee per creare lavoro, sopravvivono leggi che lo impediscono. Parliamo del divieto, per le società di ingegneria, di lavorare per imprenditori privati. In altre parole: se un gruppo di ingegneri si mette insieme e costituisce una società può partecipare ad appalti pubblici per costruire edifici per i Comuni, il Mose di Venezia, scuole, ospedali, strade, ma non può accettare la commessa di un imprenditore privato per la costruzione di un semplice capannone o un parcheggio. La storia è esplosa con una sentenza del tribunale di Torino. Cosa è successo? La società di ingegneri ME Studio srl ha ottenuto da un privato una commessa per la progettazione di un immobile, con relative consulenze e servizi, ma a metà lavori il committente decide di sospendere i pagamenti. Siamo nel 2010 e il titolare della società di ingegneria, Mauro Esposito, si rivolge al tribunale di Torino per ottenere il dovuto dalla Edilrivoli 2006: circa un milione di euro. Nel 2013 arriva la sentenza: «Il contratto è nullo perché le società di capitali non possono svolgere attività di ingegneria per i privati». Quindi la ME Studio non solo non incassa il dovuto, ma il Tribunale gli impone anche di restituire i 366.000 euro già incassati, più gli interessi, col rischio, quindi, di fallimento. Una bomba per le 6.000 società di ingegneria, che danno la46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
I professionisti che formano una società non possono ricevere commesse private voro a circa 250.000 addetti. «Queste aziende rischiano di fare la nostra fine – dice Esposito – ed è un’aberrazione poiché all’estero se non hai una società non lavori». La tipica storia di un Paese bloccato da burocrazia, decreti, rimandi, interessi di parte. Tutto risale ad una legge del 1939 con la quale Mussolini vieta le società anonime di professionisti in campo tecnico, legale o amministrativo; una legge razziale che aveva lo scopo di impedire agli ebrei di nascondersi dentro a queste società. Dagli anni Settanta i legislatori intervengono su una parte di questa legge, ma resta il divieto per l’attività «rientrante nelle prestazioni professionali tipiche dell’ingegnere o dell’architetto» come «la progettazione vara e propria». La prima modifica arriva nel 1994 con il ministro Merloni, che legittima le società di capitale, ma solo se operano nel settore pubblico. Nel ’97 il ministro Bersani, abroga definitivamente la legge del ’39, ma siccome nessuno si occupa di fare i decreti attuativi, la legge resta in vigore. Nel 2006 di nuovo Bersani, in qualità di ministro dello Sviluppo economico, estende agli ingegneri la possibilità di lavorare anche nel privato, ma secondo l’interpretazione del giudice torinese restano sempre escluse le società di capitale. Se dei professionisti hanno lavorato, investito e adesso falliscono per un anacronistico cavillo... pazienza.
L’associazione Agire, che raccoglie ingegneri, architetti e geometri, lancia l’allarme in rete e diciannove senatori, con il Pd capofila, si affrettano a rimediare scrivendo l’emendamento 33 bis, che viene approvato dalle Commissioni competenti di Palazzo Madama. Tempo dieci giorni e le Commissioni di Montecitorio lo stralciano, votando in massa un emendamento soppressivo proposto da Sel e 5 Stelle. E a questo punto la vicenda diventa kafkiana. Secondo la deputata Pd Francesca Bonomo, sarebbe stato il governo, a chiedere di eliminare tutti gli emendamenti non attinenti al testo originario del decreto competitività. Come se il problema non riguardasse la competitività del Paese. La deputata di Sel, Serena Pellegrino, invece non nasconde che a chiederle di cancellare l’emendamento sarebbe stato il Consiglio Nazionale degli architetti «perché ampliando l’accesso alle società di capitale, che spesso non sono formate da ingegneri professionisti, si tagliano le gambe ai piccoli studi di associati». Agire replica: «Sono balle, la ME Studio, come la maggioranza delle società di ingegneria, è formata da professionisti iscritti all’albo, e per ottenere commesse dagli Enti devi essere un professionista. Non sta né in cielo né in terra che ab-
biamo le carte in regola per prendere appalti pubblici e non siamo adeguati quando lavoriamo per il privato!». Francesca Bonomo aggiuge: «Stiamo cercando di risolvere il problema con la ministra Boschi». Dal ministero ci dicono: «Adesso la volontà del governo è di portarlo all’esame parlamentare, oppure nella Legge di stabilità entro fine anno». Morale: a fine luglio il premier Renzi ha celebrato a Genova i fasti dell’ingegneria italiana, e davanti al relitto della nave Concordia ha dichiarato: «un’impresa mai vista, che dimostra la straordinarietà dell’ingegneria italiana». Ma a firmare i contratti con il consorzio Titan-Micoperi, scelto dall’armatore Costa per realizzare il progetto, c’erano anche società di capitale di ingegneria. E siccome l’americana Titan e la ravvenate Micoperi sono due ditte private, che si fa di quei contratti? Se una mattina dovessero dire che non vogliono più pagare, ci sarà un altro giudice che annulla tutto perché nessuno, nemmeno il lanciafiamme di Calderoli, ha pensato che era il caso di cancellare dalla faccia della terra una legge razziale? ❑ Da “Corriere della Sera” del 10 settembre 2014
DAL COLLEGIO DI BRESCIA Da “OttopiùCasa” del 9 luglio 2014
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uovi vantaggi per la moderna tecnologia che punta a sviluppare e diffondere sempre di più l’utilizzo di energie rinnovabili. Dal 1° luglio 2014 produrre calore con l’energia elettrica è diventato ancora più conveniente, grazie all’entrata in vigore della nuova “tariffa piatta”: una sperimentazione messa a regime per le famiglie che hanno dotato la loro casa di una pompa di calore come unico sistema domestico di riscaldamento. L’applicazione della nuova tariffa, che al momento non comprende però i sistemi combinati con la caldaia ed è dedicata alle sole case singole (escludendo quindi i condomini), introduce il prezzo unico di 23 centesimi per kiloWatt-ora, indipendentemente dal volume di consumo annuo. Una differenza che la rende più conveniente delle tariffe domestiche, le cosiddette D2 e D3, che hanno un metodo di calcolo progressivo e spingono le bollette a crescere proporzionalmente all’incremento dei consumi. L’installazione di una pompa di calore per riscaldamento o raffrescamento comporta un aumento della potenza di connessione. Questo significa spesso il passaggio dalla tariffa D2 (che comprende allacciamenti residenziali fino a 3 kiloWatt-ora) alla più costosa D3, o anche al ricorso all’installazione di un nuovo contatore, con conseguente crescita dei costi fissi. La nuova tariffa piatta è comunque
“Tariffa piatta”: come, dove e quando conviene investire in un impianto energetico tanto più conveniente quanto più si hanno consumi e costi elevati, anche se è bene tenere in considerazione la quota di fabbisogno energetico non coperta dall’autoproduzione. In quali casi conviene la tariffa piatta? Per chi oggi dispone di una pompa di calore allacciata all’unico contatore di casa, con potenza massima di 3 kiloWatt-ora (tariffa D2), l’”appiattimento” conviene con consumi totali superiori a 4 mila e 500 kiloWatt-ora all’anno. In caso di regime tariffario D3, vale a dire con potenza superiore ai 3 kiloWatt-ora, la convenienza inizia per consumi di almeno 2mila e 700 kiloWatt-ora l’anno. Quando invece la pompa di calore è allacciata su un contatore separato (tariffa denominata Bta) la nuova “piatta” è conveniente sempre, indipendentemente dai valori di potenza impegnata e di consumi. Le richieste per accedere al nuovo regime tariffario sono già possibili dall’1 luglio di quest’anno e potranno essere avanzate fino al 31 dicembre 2015. Come? Compilando un modulo reperibile dal proprio venditore di energia elettrica e allegando la documentazione tecnica dell’impianto. La pompa di calore deve rispettare gli stessi requisiti minimi di prestazione previsti per l’accesso all’eco-bonus fiscale del 65%. Convenienza dell’azione combinata. Al di là degli effetti del nuovo provvedi-
mento, l’installazione di una pompa di calore a compressione, che funziona grazie all’energia elettrica, può aggiungere valore al lavoro dell’impianto fotovoltaico, per un miglior risultato in termini di autoconsumo. Il rapporto tra pannelli e pompa di calore però dalle nostre parti è sempre sfasato. Cosa vuol dire? Che per molti mesi dell’anno c’è uno scalino di differenza tra l’energia prodotta dal fotovoltaico e quella consumata dalla pompa, visto che la resa solare è decisamente inferiore nei mesi invernali. In più, ai fini di un autoconsumo che ci renda più possibile autonomi, vanno valutate le condizioni complessive della casa, tra serramenti, tenuta del tetto e isolamento dei muri perimetrali, a riprova del fatto che una resa davvero soddisfacente e risparmiosa la si ot-
tiene solo integrando le possibilità offerte dal moderno mercato, tra impianti, apparecchi e cappotti. A supplire almeno in parte alla carenza di sole invernale ci pensano comunque le tecnologie che si occupano di accumulo e conservazione dell’energia, come le batterie e i meccanismi di scambio dei flussi, che ci consentono di sfruttare al massimo i momenti favorevoli (quelli con più luce e tepore) comprimendo i momenti più freddi e bui, con rilasci di flussi energetici accumulati in precedenza. Per finire ecco un consiglio degli esperti per chi ha intenzione di mettere in opera la combinazione tra pompa di calore e pannelli fotovoltaici: conviene soprattutto a chi passa in casa le ore centrali del giorno e quindi la utilizza in quei momenti. ❑
Ci viene segnalata l’uscita del nuovo volume “Dopo Giovanni Urbani. Quale cultura per la durabilità del patrimonio dei territori storici?”, a cura di Ruggero Boschi, Carlo Minelli, Pietro Segala, ebook di 326 pagine, Firenze, Nardini Editore, 2014, euro 14,90. Con il nuovo Quaderno di Kermes (edito da Nardini Editore, in ebook*) riconsiderando i lasciti di alcuni importanti anniversari di questo 2014: – il XX della morte di Giovanni Urbani; – il LXXV della fondazione dell’ICR; – il L dell’avvio della Commissione Franceschini; – il XV dell’avvio della redazione del “Piano Umbria” (ma richiamando pure il XL dell’alluvione di Firenze che cadrà nel 2016); l’Istituto Mnemosyne propone di incrementare cultura-affetto-scienza che diano fondamento alla progressiva riduzione di “ri-restauri” (sempre più ravvicinati anche perché inadatti a rimuovere le cause di degrado) e consentano di promuovere le condizioni della durabilità del patrimonio dei territori storici. Brescia, settembre 2014 * Istituto Mnemosyne, Istituto per la salvaguardia del patrimonio storico
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DAL COLLEGIO DI LODI
Il Collegio di Lodi in pillole
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ogliendo l’occasione del rientro dalle vacanze estive, il Collegio geometri della provincia di Lodi ha deciso di destinare il proprio spazio sulla rivista ad argomentazioni non puramente tecniche; infatti intendiamo proporre una panoramica su Organi istituzionali del Collegio (quinquennio 2014-2017), iscritti e dimessi, Commissioni.
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DAL COLLEGIO DI LODI
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DAL COLLEGIO DI LODI
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DAL COLLEGIO DI LODI
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DAL COLLEGIO DI LODI
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DAL COLLEGIO DI MANTOVA
A Ostiglia un’esercitazione di Protezione Civile Presente il Collegio di Mantova
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ei giorni 12-13-14 settembre 2014 si è svolta presso il Campo di Ammassamento Comunale di Ostiglia (Mn) una esercitazione di protezione civile che ha visto coinvolte diverse Associazioni di Protezione Civile. All’esercitazione ha aderito il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati di Mantova; l’esercitazione ha riguardato il sopralluogo in due fabbricati lesionati dal terremoto e la compilazione della scheda AeDes. L’esercitazione ha permesso ai geometri di provare sul campo quanto appreso nel corso di abilitazione professionale effettuato nell’autunno 2013 presso il Collegio dei geometri e geometri laureati di Brescia volto alla specializzazione di tecnici di Protezione Civile riguardo la gestione tecnica dell’emergenza sismica-rilievo del danno e valutazione dell’agibilità. I fabbricati visionati sono stati: l’abitazione rurale con annessi fabbricati ad uso agricolo sita nel Comune di Sustinente e la chiesa della parrocchia della Beata Vergine Maria sita in Sacchetta di Sustinente (Mn). I due gruppi di geometri si sono avvalsi del supporto di volontari di Protezione Civile col compito delle trasmissioni radio col campo base e di volontari della Croce Rossa Italiana. Per effettuare il sopralluogo in completa sicurezza, i tecnici intervenuti hanno utilizzato tutte le nozioni in loro 54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
prima delle opere per la messa in sicurezza. Al termine del sopralluogo, i due gruppi di geometri si sono confrontati e hanno effettuato una verifica della documentazione redatta trovando in essa completa sintonia.
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onsiderato l’ottimo esito dell’esercitazione, il Collegio dei geometri di Mantova auspica un rapporto sempre più stretto con la Protezione Civile di Mantova al fine di affrontare in modo sempre più professionale ogni situazione di emergenza sismica, di rilievo del danno e di valutazione dell’agibilità in supporto alla Protezione Civile mantovana. ❑ possesso ed acquisite in anni di esperienza professionale. I sopra citati fabbricati sono stati seriamente danneg-
giati dal sisma del 2012 ed i tecnici suddivisi in due gruppi hanno effettuato i sopralluoghi predisponendo apposita documentazione
Collegio geometri di Mantova: nuove Commissioni di studio Si sono costituite presso il Collegio geometri le nuove Commissioni di studio e sono state presentate nella riunione generale del 19 settembre 2014 presso la sala convegni del Parco del Mincio. La riunione generale ha avuto inizio con i saluti del Presidente del Parco del Mincio dott. Maurizio Pellizzer, il quale ha auspicato per il futuro una maggior collaborazione tra i due Enti ed ha augurato un buon lavoro alle nuove Commissioni di studio. Il Presidente geom. Davide Cortesi successivamente ha illustrato l’attività del Consiglio Direttivo, in particolare i rapporti con le istituzioni locali ed ha presentato le attività del Consiglio Nazionale Geometri che sta promuovendo la professione del geometra attraverso la costituzione di alcune
fotografica e redigendo la scheda AeDes. Entrambi i gruppi hanno assentito la regolarità di quanto emerso nei sopralluoghi effettuati, associazioni di categoria. Ha infine presentato le cinque Commissioni con i rispettivi geometri referenti: Commissione Catasto, referente: geom. Gabriele Molinari. Commissione Tribunale-Valutatori-Mediatori, referenti: geom. Luigi Raffanini - geom. Arturo Cantini - geom. Stefano Andreoli. Commissione Urbanistica-Paesaggio-Vincoli, referenti: geom. Arturo Cantini - geom. Massimo Terzi. Commissione Sicurezza e Protezione Civile, referenti: geom. Cesare Stuani - geom. Davide Cortesi. Commissione Ambiente e Territorio, referente: geom. Davide Cortesi. Ogni Commissione si riunirà periodicamente ed avrà il compito di aggiornare gli iscritti nei propri ambiti di competenza. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 55
TECNICA Andrea Botti
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L’utilizzo della pietra negli interni
egli ultimi decenni, il settore della progettazione d’interni, dall’abitazione allo spazio pubblico, ha dimostrato una rinnovata attenzione verso il rivestimento in pietra delle superfici verticali. A questo proposito non mancano esempi illustri di un passato non molto lontano, come le raffinate soluzioni di Adolf Loos
(CAD/CAM - Computer Aided Design/Computer Aided Manufacturing) la “pelle litica”che, in passato, rivestiva come una placcatura, viene modellata, sagomata, plasmata per rispondere sempre più alle esigenze di progettisti che guardano alla pietra con un atteggiamento libero da condizionamenti della storia, della tradizione e, ov-
ture, formati, sono solo alcuni dei parametri con i quali si definiscono, oggi, i caratteri di un rivestimento interno, posato con malta, colla o con l’impiego delle soluzioni d’ancoraggio disponibili sul mercato: di tipo puntuale (tasselli, zanche, staffe), mediante profilati (lineare, continuo), fino ai veri e propri telai composti da montanti e correnti.
della Banca di Granada, firmata dall’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza. L’opera, conclusa nel 2001, si presenta come un cubo stereotomico, scavato fino al pesante coronamento in modo da ottenere una sequenza di vuoti regolari ordinati in una griglia cartesiana. La cavità, interrotta da quattro pilastri circolari di ordine gigante, è illuminata
(Villa Müller a Praga 1928-30) e di Mies Van der Rohe (padiglione tedesco all’esposizione internazionale di Barcellona nel 1929). Oggi, grazie all’impiego delle più recenti tecnologie
viamente, dalle imposizioni di carattere statico e ambientale proprie dei rivestimenti esterni. Leggerezza/massività, opacità/trasparenza, giunto aperto/giunto chiuso, tex-
Questi ultimi trovano applicazione, soprattutto, negli interventi che prevedono un notevole sviluppo in altezza e/o quando la pietra deve essere svincolato dai muri portanti, come nel caso
da luce proveniente dalla copertura e dalla traslucenza delle lastre sottili che rivestono internamente le pareti perimetrali. La pietra è ovunque protagonista: massiva e monumentale o
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TECNICA Nella pagina di sinistra: Banca di Granada, Spagna.
In questa pagina: in alto a sinistra, Armani Store, Londra; in alto a destra, Centro Regionale Informazione Turistica, Varsavia; in basso, Princi Bakery, Milano.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 57
TECNICA Sopra, centro Regionale Informazione Turistica, Varsavia. Sotto, interno della Stone House, Lubéron, Francia.
sottile fino alla trasparenza; i pavimenti e il rivestimento della sala conferenze sono in marmo Travertino bianco 1 da cm 60x60 con spessore di cm 5, il rivestimento della corte è in Alabastro2, bianco o trasparente, da cm 30x30/60 con spessore cm 2.
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uando adeguatamente sostenuto da strutture metalliche, il rivestimento in pietra simula la muratura inesistente e definisce spazi funzionali. Una soluzione che, nell’Armani Store di Londra (2003), trova impiego a fianco delle soluzioni tradizionali. Qui il progettista, Claudio Silvestrin, traduce in architettura il linguaggio rigoroso dello stilista più famoso del mondo. Le lastre, fissate a telai di alluminio indipendenti dai muri portanti, formano volumi scatolari rafforzati dalla scelta del giunto chiuso e dall’impiego, negli spigoli e nelle testate, da conci in massello. Il litotipo scelto è la pietra di Saint-Maximin, un'arenaria di colore grigiocrema chiaro, levigato, che si estrae nella Francia settentrionale3, con formati da cm 30/40x40/90 e spessore cm 3 per i rivestimenti verticali, 40x40 e 60x60 e spessore cm 2-3 per la pavimentazione. Come in un progetto museale, nulla dell’involucro interferisce con la lettura delle opere che, in questo caso, sono i prodotti in vendita. Stessa scelta progettuale anche in un altro intervento firmato Silvestrin: la Princi Bakery in piazza 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
TECNICA Sopra, Interni della Stone House, Lubéron, Francia; in basso, Casa Cava, Matera.
Duomo nel cuore di Milano (2006), una sorta di panificio-laboratorio basato sui metodi della tradizione meneghina. Il rivestimento è in Porfido bianco delle Dolomiti: manufatti quadrati con superficie fiammata per la pavimentazione e bolognini con faccia a vista a spacco per il rivestimento delle pareti. Il taglio a macchina su tutti i lati agevola la posa a semisecco4 mediante un sistema di fissaggio meccanico (sul bordo e sul retro). Le pareti verticali e inclinate sono ‘uniformemente irregolari’, metafora di una parete rocciosa interrotta solo da una nicchia illuminata. Gli scarti di lavorazione possono rappresentare un’opportunità se adeguatamente re-impiegati, le irregolarità prodotte dalle macchine in cava trasformano il
Foto: © Piermario Ruggeri
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 59
TECNICA
Foto: © Piermario Ruggeri
Casa Cava, Matera
manufatto in un ‘testo’ che racconta e ne accentuano il carattere massivo. Nel Centro Regionale di Informazione Turistica di Varsavia, progettato nel 2009 dallo studio polacco A+D team, la posa degli scarti domina la composizione e interpreta a pieno le richieste della committenza: promuovere la realtà locale e tutti i suoi aspetti. Per questo i giovani e coraggiosi progettisti hanno optato per un rivestimento verticale costituito da avanzi di lavorazione di una’arenaria locale (proveniente dalla regione di Swietokrzyskie) le cui superfici ruvide, creano un mosaico di texture e sfumature, che rimanda, se correttamente illuminato, alla natura misteriosa delle grotte. Quando la pietra diviene elemento strutturale il rivestimento interno coincide con muratura stessa e l’uniformità del linguaggio esterno/interno è il denominatore comune delle scelte progettuali. L’architetto sve60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
dese Carl Fredrik Svenstedt, ha adottato questa soluzione in un intervento di recupero e completamento di un’abitazione privata a Lubéron, in Francia, nel 2011. Inserita nel contesto del Parco regionale la Stone House si lega in un rapporto dialettico con le rovine di una preesistente casa colonica; il risultato è un edificio a ‘C’ che comprende: l’abitazione padronale, la dependance per gli ospiti ed una piscina. La scelta del materiale lapideo è caduta sulla Pietra del Pont du Gard, un calcare di colore biondo, ricco di residui fossili largamente diffuso in età romana e medievale. Questo materiale, estratto a Nimes, ha riacquistato notorietà grazie al recente lavoro dell’architetto Gilles Perraudin, progettista di una cantina vinicola realizzata mediante l’impiego di questa pietra in forma di blocchi assemblati a secco5. A ciò si è ispirato Svenstedt nella Stone House: le pareti
sono costituite da blocchi da cm 50x50x200 disposti l’uno sull’altro o da cm 100x100x50, posti inclinati di alcuni gradi in modo da formare una parete litica dinamica. Le murature sono a vista sia all’esterno e all’interno, poiché ritenute in grado di assicurare inerzia termica sufficiente all’equilibrio climatico degli ambienti senza ricorso a materiali isolanti, inoltre, per soddisfare i requisiti richiesti agli edifici in zona sismica, murature e fondazioni sono collegate mediante pilastri gettati in fori predisposti nei blocchi litici sovrapposti.
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a presenza della pietra negli interni può diventare un’esperienza totalizzante nel recupero delle antiche realtà estrattive, come nel caso dell’Auditorium e Centro Culturale Casa Cava di Matera. Alcuni anni fa durante i lavori di manutenzione di una piccola casa a corte è venuta alla luce, occultata dietro una porta tamponata, un’enorme cavità sotterranea di circa mc 1500 risultata dall’escavazione di un’antica cava di tufo a pozzo 6. Il progetto di recupero e l’intervento concluso nel 2011, curato dall’ufficio comunale e da un ar-
chitetto specializzato nel settore, si è basato sulla volontà di rendere funzionale lo spazio naturale nel quale hanno trovato collocazione oltre all’auditorium: vani per la didattica, laboratori multimediali, biblioteca, reception, caffetteria e foresteria. La pavimentazione sopraelevata è costituita da una struttura leggera in acciaio e vetro che lascia pienamente visibile il letto calcareo della cava, una rampa consente l’accesso al palco, attorno, tre settori di gradinate in legno sospese sul fondo roccioso. Il sistema di canalizzazione degli impianti di condizionamento corre sotto le strutture in acciao-vetro ed è spesso a vista, l’acustica è garantita dallo spazio della cava e dalla sua naturale conformazione, corretta da superfici riflettenti ed assorbenti. ❑ 1 Per un approfondimento sulle caratteristiche del materiale vedi: A.BOTTI, Geografia litica – lapis Tibutinus, pietra dell’impero, in “Il geometra bresciano” N. 5, settembre-ottobre, 2013. 2 Roccia sedimentaria, presente in forma opaca e traslucida, N.d.A. 3 Arenaria di 40 milioni di anni che si estrae presso Chantilly, 25 km a nord di Parigi. Napoleone III impiego questo materiale per la realizzazione del 90% delle opere che danno alla capitale francese lo stile uniforme e il colore dal bianco al giallo scuro. Tra i vari palazzi di prestigio costruiti con la pietra di SaintMaximin si segnalano Palace Royal, parte del Louvre, gli Invalides e Place de la Concorde. 4 Con questo termine si prevede una soluzione di posa mediante la quale gli elementi che compongono il rivestimento sono posti a diretto contatto fra loro senza alcuna soluzione di continuità visibile. N.d.A. 5 Per un approfondimento vedi: A.BOTTI, La pietra nelle nuove tendenze dell’architettura, in “Il geometra bresciano” N. 6, novembre-dicembre, 2007. 6 Mediante una antica tecnica manuale dall’alto verso il basso con allargamento progressivo del diametro di cava. N.d.A.
GEOLOGIA Giovanni Fasser
Le prove penetrometriche nelle indagini geotecniche dei terreni (Parte seconda. La prima parte è stata pubblicata sul n. 4/2014)
Prove penetrometriche statiche La prova penetrometrica statica consiste nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta conica standardizzata, con apertura di 60° e diametro di 35,7 mm (area della sezione, A= 10 cm2), che viene infissa nel terreno mediante martinetti idraulici, alla velocità costante di 20 mm/s. Durante la prova si misurano le pressioni all’ avanzamento della punta (Qc) e del manicotto laterale (Fs) ogni 20 cm, nella prova con punta meccanica, e ogni 1-2 cm, nelle prove con punta elettrica strumentata. È una prova nata in Olanda, più sofisticata e precisa della precedente, ma con il limite che può essere effettuata solo in terreni a grana fine, coesivi e non, ma con un grado di addensamento o compattezza poco elevato. Si tratta di una prova continua, che può iniziare sia dal piano campagna, sia dal fondo di uno scavo o di un foro opportunamente predisposto. I penetrometri statici sono in genere montati su un autocarro che fornisce anche la necessaria reazione con il proprio peso, oppure si deve ancorare lo strumento al terreno mediante eliche. La capacità di un penetrometro è in genere limitata a 100-200 kN, da cui discende l’ impossibilità di penetrare in terreni sabbiosi molto addensati, con orizzonti cementati o con significativa frazione ghiaiosa. In questi casi si può ricorrere ad un preforo, ma così facendo si perdono le osservazioni nel tratto attraversato con la perforazione; in alternativa si può iniziare la prova con un penetrometro dinamico super-pesante (DPSH) e proseguire con la prova statica.
– CPT - con punta meccanica (cono “olandese”); – CPTE - con punta elettrica, strumentata; – CPTU - con punta elettrica piezometrica (piezocono); – SCPTU - con piezocono sismico (sismografi integrati). CPT (Cone Penetration test): Prova con punta meccanica Viene eseguita con una doppia batteria di aste coassiali (quelle esterne cave) che vengono spinte alternativamente dalla superficie. All’ estremità inferiore delle aste è avvitata la punta meccanica, o punta Begemann. La misura della Resistenza alla punta (Qc) e della resistenza laterale (Fs) viene eseguita ogni 20 cm di penetrazione mediante una cella oleodinamica e manometri, oppure con cella di carico elettrica. I dati vengono annotati dall’ operatore manualmente.
CPTE : prova con punta elettrica In queste prove viene impiegata una sola batteria di aste, quelle cave esterne: all’ interno corre il cavo elettrico che trasmette i segnali all’ unità di acquisizione in superficie. La
Esistono vari tipi di prova penetrometrica statica, in funzione della punta impiegata, e rappresentano l’ evoluzione tecnologica della prima prova: 62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
GEOLOGIA Nella pagina di sinistra: penetrometro statico-dinamico INGEO; schema di punta meccanica; penetrometro staticodinamico tipo Emilia (Pagani geotech. Equip.)
punta è strumentata, in genere con estensimetri, dove è inserito anche un inclinometro. Durante la prova si misurano, con frequenza di 1-2 cm di avanzamento: la resistenza di punta (Qc), la resistenza di attrito laterale locale (Fs) e l’ inclinazione della punta rispetto alla verticale. I vantaggi di questa prova derivano dal dettaglio e la precisione dei dati acquisiti, che vengono registrati automaticamente nell’ unità di acquisizione e possono essere visualizzati in tempo reale su un computer portatile collegato ad essa. D’ altra parte si tratta di strumentazione sofisticata e costosa, che deve essere maneggiata con cura, soprattutto perché si utilizza in cantiere, e non può essere impiegata in presenza di terreni a grana grossa (ghiaie e ciottoli) o molto addensati.
In questa pagina: unità di acquisizione prova CPTU; e schema di piezocono.
CPTU: prova con piezocono Nella prova con il piezocono (CPTU) alla normale punta penetrometrica elettrica vengono aggiunte una o più piastre porose collegate a trasduttori, che consentono la misura della pressione interstiziale (u) nell’ intorno della punta durante l’ infissione. Con questa apparecchiatura è anche possibile eseguire prove di dissipazione della pressione interstiziale indotta dall’ infissione, arrestando la penetrazione ad una determinata profondità e registrando l’ andamento nel tempo della pressione neutra.
Schema piezocono Le prove di dissipazione si effettuano, su ruchiesta della Direzione Lavori, arrestando la penetrazione in modo da permettere la dissipazione della pressione interstiziale in eccesso (oltre a quella della falda), dovuta al fatto che lo sforzo di penetrazione nel terreno della punta avviene rapidamente. Si ottiene il grafico della dissipazione della pressione in funzione del tempo, che permette di misurare Il livello di falda (terreni permeabili) all’ esaurimento della sovrapressione e ricavare il coefficiente di permeabilità dei terreni, anche coesivi. Con il piezocono sono notevolmente migliorati i dati ottenuti nelle prove penetrometriche statiche sia in termini di precisione di misura che come frequenza di campionamento dei dati. Con il piezocono è infatti possibile acquisire le grandezze Qc (resistenza di punta), Fs (attrito laterale) e u (pressione idrostatica nei pori) ad ogni centimetro di profondità, oltre all’ inclinazione della prova sulla verticale. E’ la prova più avanzata, che permette di misurare varie grandezze e stimare i parametri geotecnici di resistenza e deformabilità, oltre alla stratigrafia, nei terreni sia coesivi che non, ma sempre a grana fine, poco addensati, inoltre permette di misurare il livello piezometrico della falda. Il limite di tale prova è che deve essere effettuata in terreni saturi, che la piastra porosa deve essere perfettamente disareata (la punta del piezocono richiede una preparazione accurata), la strumentazione è tecnologicamente sofisticata, pertanto la prova in sé è più lenta e costosa di quella IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 63
GEOLOGIA Energizzazione per prova SCPTU e diagrammi di una prova CPTU con interpretazione stratigrafica.
con la punta meccanica (CPT). SCPTU: prova con piezocono sismico Il piezocono sismico, sperimentato in California negli anni ’ 80, è un piezocono elettrico standard all’ interno del quale sono stati inseriti dei geofoni o accelerometri, che permettono la registrazione di segnali simici generati artificialmente. La prova SCPTU (Seismic Cone Penetration Test con misura della pressione neutra U) consiste nell’ infissione nel ter-
arrivo). Ottenuti i tempi di arrivo è possibile quindi calcolare la velocità di propagazione delle onde S e P. I risultati delle prove penetrometriche statiche possono essere utilizzati per il riconoscimento della successione dei terreni nel sottosuolo in base ai valori caratteristici assunti dalla resistenza alla punta, all’ andamento del profilo penetrometrico, ai valori caratteristici assunti dal rapporto FR (Fs/Qc) e anche dall’ esame delle sovrappressioni interstiziali generate durante l’ infissione. È sempre consigliabile avere in adiacenza alle prove la stratigrafia di un sondaggio per tarare il riconoscimento. Inoltre esistono numerose correlazini tra i valori di Qc, Fs e sv, con i principali parametri geotecnici di resistenza e deformabilità (De Beer, Meyerhof, Schmertmann, Robertson, Baldi, Jamiolkowski e altri) e con i parametri sismici. Conclusioni Tra le prove geotecniche in sito, le prove penetrometriche statiche o dinamiche sono molto diffuse, rispetto ad altre prove in sito o in laboratorio, per vari motivi: – sono in genarale più rapide ed economiche; il minore costo specifico rende possibile investigare un numero molto elevato di verticali con una spesa notevolmente inferiore a quella necessaria per eseguire un uguale numero di sondaggi con prelievo di campioni indisturbati da inviare al laboratorio;
reno del piezocono per la misura, ogni 1-2 cm, dei classici parametri Qc, Fs ed u (pressione neutra). Ad ogni metro di profondità viene sospesa l’ infissione del piezocono ed a piano campagna, tramite adeguato sistema di energizzazione, vengono generate delle vibrazioni artificiali nel terreno. Tramite i sensori sismici (geofoni o accelerometri) presenti all’ interno del piezocono ed una unità di acquisizione vengono rilevati gli arrivi delle onde sismiche P e S, per determinare i tempi necessari alle onde sismiche per percorrere il tratto da piano campagna fino alla profondità a cui si trova il piezocono (tempi di 64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
GEOLOGIA Prova CPTU, ISMGEO
– possono investigare un volume maggiore di terreno; – permettono di ottenere un andamento continuo delle caratteristiche geotecniche in funzione della profondità; – in alcuni casi (prove penetrometriche dinamiche nei terreni a grana grossa) rappresentano l’ unica possibilità di caratterizzare il deposito. D’ altra parte si deve tener conto anche degli svantaggi: – si prestano ad essere utilizzate in contesti non adatti; – alcuni tipi di prova non sono sufficientemente standardizzate; – sono difficilmente individuabili le condizioni al contorno, così come le condizioni di drenaggio (tranne che con il piezocono); – sono molto pronunciati gli effetti del disturbo e i gradienti di tensione e deformazione indotti nel terreno circostante; – necessità di utilizzare correlazioni empiriche per ricavare i parametri ricercati (a volte utilizzate con troppa disinvoltura). A titolo indicativo si riportano alcuni esempi basati sull’ esperienza dello scrivente, di tempi per l’ esecuzione, a regola d’ arte, delle indagini più usate: 1) un sondaggio a rotazione, a carotaggio continuo, della profondità di 30 metri in terreni non difficili, con un nu-
mero medio di prove in foro e/o prelievo di campioni indisturbati richiede almeno due giorni di lavoro; 2) prove penetrometriche statiche con punta meccanica (CPT), eseguite a regola d’ arte, 5-6 verticali/giorno al massimo; 3) prove penetrometriche statiche con piezocono (CPTU), eseguite a regola d’ arte, con prove di dissipazione, 2 verticali al giorno al massimo; 4) prove penetrometriche dinamiche (DPT) con attrezzatura super-pesante, con uso di rivestimenti, 6 verticali al giorno al massimo. Di fondamentale importanza è comunque l’ utilizzo di attrezzature e modalità di esecuzione standardizzate, in cui venga garantita il più possibile la qualità e la ripetitività dei dati. È altrettanto importante utilizzare i vari tipi di prove, non solamente le prove penetrometriche, in funzione dei terreni che si prevede di incontrare e dell’ opera che dovrà essere progettata, quindi dei parametri geotecnici che dovranno essere forniti al progettista delle strutture. Pertanto è fondamentale un rapporto di comunicazione e scambio continuo tra lo specialista responsabile delle indagini, il geotecnico e/o progettista delle strutture in tutte le fasi dell’ indagine. ❑
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GEOLOGIA Gianfranco Bazzoli
Note sui livelli idrometrici del Lago di Garda
La regolazione dei livelli del Lago di Garda Il Lago di Garda ha una quota del pelo libero dell’acqua oscillante intorno ai 64 m sul livello del mare. Lo zero idrometrico viene misurato a Peschiera del Garda, e precisamente è definito alla
dell’immissario Sarca. Una deliberazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (n. 55 del 11 marzo 1965) fissò, rispetto allo zero idrometrico di Peschiera d/G, i seguenti livelli di regolazione: – massimo nel mese di a-
prile 140 cm (eccezionale 175 cm); – massimo primaverile-estivo (maggio-agosto) 135 cm; – massimo estivo-autunnale (settembre-dicembre) 70 cm; – minimo 15 cm (eccezionale -5 cm).
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N
el 2002 con delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po si decise di modificare il livello massimo autunnale, elevandolo in via provvisoria da 70 cm a 90 cm. Nel settembre 2013 in seguito ad accordi fra regioni e province ripariali ed enti di gestione delle risorse idriche, è stato concordato un documento che prevede una fase di gestione sperimentale dei livelli in deroga ai valori fissati nel 1965, per una durata di almeno cinque anni, sulla base di un modello previsionale da sviquota di 64,027 m s.l.m. Le misure del livello sono in genere riportate in centimetri rispetto allo zero. Il livello del Garda, soggetto ad oscillazioni naturali (afflussi meteorici, apporti dagli immissari, sesse) è artificialmente regolato, tramite la regimazione dei deflussi dell’emissario fiume Mincio, affluente di sinistra del fiume Po (in grado di fare defluire portate sino a 200 metri cubi per secondo) e tramite la modulazione degli afflussi, che avviene soprattutto operando nei grandi invasi idroelettrici del bacino 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
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luppare sulla base delle stime dello scioglimento delle coperture nevose. In situazioni eccezionali di rischio di alluvione in Trentino, vengono immesse nel Garda le acque del fiume Adige, tramite la galleria che parte dall’alveo del fiume a Mori (TN) e giunge al lago a Torbole (TN). Questa galleria, che è il più grande canale scolmatore europeo, può far affluire nel Garda portate sino a 500 m3/s. Gli effetti dell’apporto delle acque atesine sul livello del Lago sono, in termini assoluti, piuttosto ridotti. Per far crescere il livello del Garda di un centimetro l’afflusso deve essere di 3.699.800 m3. In tabella 1 riporto le date in cui la galleria Adige-Garda è stata aperta, i volumi di acqua immessi ed il loro relativo impatto sui livelli del lago. Va aggiunto che all’arrivo delle acque dell’Adige nell’invaso benacense sono imputati anche altri effetti, oltre
GEOLOGIA Fig. 1 - L’idrometro di Peschiera del Garda (foto ARPA Veneto). Fig. 2 - La galleria Adige - Garda durante l’apertura del 1965.
alla variazione di livello: intorbidimento della acque del lago, dovuto ai solidi sospesi nell’Adige in piena, abbassamento della temperatura dell’acqua nei pressi del recapito e – secondo alcuni – formazione di nebbie e disturbo alla fauna ittica.
una situazione già critica. Un livello massimo del Garda, non influenzato da apporti da bacini esterni, è testimoniato da un cippo al porto vecchio di Desenzano, collocato presso un vecchio idrometro costituito da una graduazione segnata su una
Le registrazioni storiche dei livelli del Lago di Garda In tabella 2 riporto i valori di livello idrometrico minimi e massimi annuali, dal 1949 al 2013, espressi in cm sullo zero ed in quote assolute (m s.l.m). In tale periodo, i livelli minimi (8 cm sullo zero) sono stati registrati nel 2003 e nel 2007. Nel 1960 fu registrato il valore massimo, 212 cm sullo zero di Peschiera. In tale occasione un’aliquota di circa 19 cm era dovuta all’immissione di acque dalla galleria Adige-Garda: si tratta di un caso in cui l’effetto ridotto, in termini assoluti, della galleria Adige Garda in realtà impatta su
lastra di marmo (Fig.3), che indica in data 2 luglio 1879 un livello del lago di 215 cm sullo zero (66,177 m s.l.m.). Il diagramma di figura 4 riporta le variazioni idrometriche giornaliere dal 2001 al gennaio 2013. Si nota che dal 2008 la quantità d’acqua invasata nel Garda è stata mediamente superiore a quella degli anni precedenti. In figura 5 si diagrammano, per ciascun giorno dell’anno, i valori massimi, minimi e medi relativamente al periodo 2001-2013. Viene riportata anche la registrazione dei valori giornalieri del 2013. IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 67
GEOLOGIA Fig. 3 – Asta idrometrica e cippo commemorativo a Desenzano (foto Gf.Bazzoli). Fig. 4 – Livelli idrometrici giornalieri del Lago di Garda dal 2001 al 2013.
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GEOLOGIA Fig. 5 – Valori minimi, massimi e medi dei livelli del lago per ciascun giorno dell’anno, calcolati sul periodo 2001 -2013, a confronto con i valori giornalieri 2013.
Fig. 6 – A sinistra, dettaglio di un dipinto di Girolamo dai Libri (“Madonna della Quercia”, datato intorno al 1533) in cui è ritratto il lago del Frassino (a destra), con sullo sfondo ben riconoscibile la riva occidentale del Garda. Il punto di vista si trova sulla cresta morenica a monte del villaggio di Broglie. Foto Gf. Bazzoli.
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I paleolivelli del Lago di Garda I paleolivelli del lago di Garda possono essere ricostruiti in base a indagini geologiche e geomorfologiche, che prendono in considerazione: – i segni lasciati sulle sponde rocciose dal battente ondoso: piattaforme di erosione e solchi di battente; – l’altezza degli apici dei più antichi delta degli immissari lacustri. La datazione del periodo in cui vennero lasciati i segni del battente ondoso possono essere fatte con misure radiometriche su resti di fossili (in particolare di conchiglie di gasteropodi lacustri) e di legni contenuti nei sedimenti antichi, deposti nelle paleo-
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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 69
GEOLOGIA Fig. 7 – Modello digitale del terreno elaborato a partire dai dati numerici della Shuttle Radar Topography Mission, con riportata a tratteggio la linea di quota 65 m s.l.m., corrispondente alla linea di spiaggia attuale. Il colore azzurro riempie le aree poste al di sotto della quota di 82 m s.l.m., alla quale il laghetto del Frassino risulta collegato al Garda.
Questa immagine rappresenta dunque il livello del Garda a prima di 16.000 anni fa (non il massimo livello). Sirmione era un’isola. Le linee di livello hanno un’equidistanza di 10 metri. Restituzione ed elaborazione e dei dati: Studio Geologico Associato GeoAlp.
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spiagge. Anche le datazioni dei siti archeologici sulle sponde del lago, di cui viene dato un ottimo esempio in un lavoro di Carlo Baroni (2010), sono di grande ausilio in queste ricostruzioni. Al momento dello scioglimento delle masse glaciali al termine dell’ultima glaciazione, le quantità d’acqua che affluivano al bacino benacense erano immense: basti pensare che all’altezza di Tremosine il ghiacciaio aveva uno spessore di 1000 metri! Nelle fasi iniziali dello scioglimento glaciale il livello del lago giungeva come minimo a 30 metri sopra il livello attuale (quindi a 85 m s.l.m.) e probabilmente anche di più, forse sino a 110 m s.l.m. I livelli massimi furono comunque raggiunti ad una data non più vicina di 16.000 anni fa, e non più toccati successivamente. A quell’epoca anche le piane di Riva del Garda e di Arco, in Trentino, erano sommerse. La data di 16.000 anni fa è testimoniata dalla datazione di semi e di conchiglie contenuti nelle carote di sedimenti del laghetto del Frassino, posto vicino a Peschiera con livello a quota 74 m s.l.m., e separato oggi dal Garda da una soglia topografica (un rilievo) avente quota 82 m s.l.m. La datazione di questi reperti dimostra che a partire da 16.000 anni fa il laghetto del Frassino fu completamente separato dal Garda, cui era unito (Fig. 7), e che al quale non fu poi mai più ricongiunto (Baroni, 2010). 70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
In seguito il livello del Garda cominciò a calare: tra 11.000 e 12.000 anni fa si trovava a circa 3,5 metri sopra il livello medio attuale: questo è testimoniato in particolare da solchi di battente nella falesia di roccia calcarenitica della Rocca di Manerba del Garda (il Sasso). Da allora il Garda non ha mai superato la quota di 68 m s.l.m. Anzi, siti palafitticoli ora sommersi (località La Quercia a Lazise) e depositi di spiaggia e di torbe a 3 metri di profondità sotto il livello lacustre attuale (località Fornella a San Felice del Benaco) indicano che tra 4.100
e 3.500 anni fa (età del Bronzo) il livello del lago di Garda si trovò fino a 3.5 m al di sotto di quello attuale. Variazioni in risalita del livello fecero poi abbandonare i siti palafitticoli. Negli ultimi 3.000 anni variazioni di livello tra 1 e 2 metri non sono state infrequenti. ❑
Riferimenti bibliografici ARPA Veneto, Considerazioni sui livelli idrometrici del Lago di Garda. http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/idrologia/file-e-allegati/rapporti-e-docu-
menti/idrologia-regionale/idrologia-regionale-la-rete-idrometrica/bacino-del-gardamincio Baroni C. (2010) – Paleolivelli tardoglaciali e olocenici del Lago di Garda, Convegno “Una nuova geologia per la Lombardia”, Milano 2008, LED Edizioni Universitarie, pagg. 231254. http://www.lagodigarda.it/index. Sito della Comunità del Garda con i livelli giornalieri http://www.laghi.net. Sito Enti Regolatori Grandi Laghi Lombardia http://www.agenziainterregionalepo.it/news/ 18-news/205-06092013-proposta-di-revisione-della-regolazione-dei-livelli-idrometrici-del-lago-di-garda.pdf http://www.bacinimontani.provincia.tn.it/pdf /galleria_adige_garda_loppio.pdf. - Notizie sulla galleria Adige-Garda.
CONDOMINIO Da “OttopiùCasa” del 6 agosto 2014
Nel condominio l’agevolazione fiscale del 50% vale anche per i lavori sulle parti comuni
Per quali lavori spettano le agevolazioni I lavori sulle unità immobiliari residenziali e sugli edifici residenziali per i quali spetta l’agevolazione fiscale del 50% sono: A. quelli elencati alle lettere b), c) e d) dell’art. 3 del Dpr 380/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia). In particolare, la detrazione riguarda (vedi alle pagine seguenti) le spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria, per le opere di restauro e risanamento conservativo, per i lavori di ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze. B. Quelli indicati alle lettere a), b) c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia), effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali (vedi alle pagine seguenti). C. Gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se detti lavori non rientrano nelle categorie indicate nelle precedenti lettere A e B e a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza (per questi interventi la detrazione è stata introdotta dal Dl n. 201/2011). D. Gli interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinen-
ziali, anche a proprietà comune. E. I lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto ascensori e montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione). F. Gli interventi per la realiz-
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Il contribuente deve essere in possesso di: ◆ domanda di accatastamento (se l’immobile non è ancora censito); ◆ ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Ici-Imu), se dovuta; ◆ delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori (per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese; ◆ dichiarazione di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi; ◆ abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrino tra quelli agevolabili.
zazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna dell’abitazione per le persone portatrici di handicap gravi, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/1992. La detrazione compete unicamente per le spese sostenute per realizzare interventi sugli immo-
bili, mentre non spetta per le spese sostenute in relazione al semplice acquisto di strumenti, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità interna ed esterna. Pertanto, a titolo di esempio, non rientrano nell’agevolazione i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tessere espanse. Tali beni, tuttavia, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione irpef del 19%. G. Gli interventi di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici. Con riferimento alla sicurezza domestica, non dà diritto alla detrazione il semplice acquisto, anche a fini sostitutivi, di apparecchiature o elettrodomestici dotati di meccanismi di sicurezza, in quanto tale fattispecie non integra un intervanto sugli immobili (per esempio, non spetta alcuna detrazione per l’acquisto di una cucina a spegnimento automatico che sostituisca una tradizionale cucina a gas). L’agevolazione compete, invece, anche per la semplice riparazione di impianti insicuri realizzati su immobili (per esempio, la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante). Tra le opere agevolabili rientrano: • l’installazione di apparecchi di rilevazione di presenza di gas inerti; • il montaggio di vetri anti
infortunio; • l’installazione del corrimano. H. Interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Per “atti illeciti” si intendono quelli penalmente illeciti (per eComunicazione all’ASL Deve essere inviata all’azienda sanitaria locale competente per territorio una comunicazione (raccomandata A.R. o altro stabilito dalla Regione) con le seguenti informazioni: ◆ generalità del committente dei lavori e ubicazione degli stessi; ◆ natura dell’intervento da realizzare; ◆ dati identificativi dell’impresa esecutrice dei lavori con esplicita assunzione di responsabilità, da parte della medesima, in ordine al rispetto degli obblighi posti dalla vigente normativa in materia di sicurezza sul lavoro e contribuzione; ◆ data di inizio dell’intervento di recupero. La comunicazione non deve essere effettuata in tutti i casi in cui i decreti legislativi relativi alle condizioni di sicurezza nei cantieri non prevedono l’obbligo della notifica preliminare all’Asl.
sempio, furto, aggressione, sequestro di persona e ogni altro reato la cui realizzazione comporti la lesione di diritti giuridicamente protetti). In questi casi, la detrazione è applicabile unicamente alle spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili. Non rientra nell’agevolazione, per esempio, il contratto stipulato con un istituto di vigilanza. A titolo esemplificativo,
CONDOMINIO
rientrano tra queste misure: – rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici; – apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione; – porte blindate o rinforzate; – apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, cate-
sche; – tapparelle metalliche con bloccaggi; – vetri antisfondamento; – casseforti a muro; – fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati; – apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e rela-
tive centraline. I. Gli interventi finalizzati alla cablatura degli edifici, al contenimento dell’inquinamento acustico, al conseguimento di risparmi energetici, all’adozione di misure di sicurezza statica ed antisismica degli edifici, all’esecuzione di opere interne.
Pagamento mediante bonifico Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale, da cui risultino: ◆ causale del versamento, con riferimento alla norma (art. 16 bis del Dpr 917/1986); ◆ codice fiscale del soggetto che paga; ◆ codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Le spese che non è possibile pagare con bonifico (oneri di urbanizzazione, diritti pagati per concessioni, autorizzazioni e denunce inizio lavori, imposte di bollo) possono essere pagate in altro modo. Quando vi sono più 0soggetti che sostengono la spesa, e tutti intendono fruire della detrazione, il bonifico deve portare il codice fiscale delle persone interessate. Se il bonifico contiene l’indicazione del codice fiscale del solo soggetto che fino al 13/05/2011 era obbligato a presentare il modulo di comunicazione al Centro operativo di Pescara, gli altri aventi diritto, per ottenere la detrazione, devono riportare in un apposito spazio della dichiarazione dei redditi il codice fiscale indicato sul bonifico. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.
Altri adempimenti I contribuenti devono conservare, oltre alla ricevuta del bonifico, le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione. Questi documenti, che intestati alle persone che fruiscono della detrazione, potrebbero essere richiesti, dagli uffici finanziari che controllano le dichiarazioni dei redditi. Per gli interventi realizzati sulle parti comuni condominiali il contribuente, in luogo di tutta la documentazione, può utilizzare una certificazione rilasciata dall’amministratore, in cui lo stesso attesti di averlo adempiuto a tutti gli obblighi e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione.
Niente cumulabilità con i benefici “energetici” La detrazione per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con l’agevolazione fiscale prevista per i medesimi interventi dalle disposizioni finalizzate al risparmio energetico. Pertanto, nel caso in cui gli interventi realizzati rientrino sia nelle agevolazioni previste per il risparmio energetico che in quelle previste per le ristrutturazioni edilizie, il contribuente potrà fruire, per le medesime spese, soltanto dell’uno o dell’altro beneficio fiscale, rispettando gli adempimenti specificamente previsti in relazione a ciascuna di esse.
Alla realizzazione di interventi finalizzati al risparmio energetico è equiparata a tutti gli effetti la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. Pertanto, rientra tra i lavori agevolabili l’installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, in quanto basato sull’impiego della fonte solare e, quindi, sull’impiego di fonti rinnovabili di energia (risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 22/E del 2 aprile 2013). Misure antisismiche in zone ad alta pericolosità Fino al 31 dicembre 2015, sono detraibili anche le spese sostenute per interventi di adozione di misure antisismiche, le cui procedure di autorizzazione sono state attivate a partire dal 4 agosto 2013 (data di entrata in vigore della legge n. 90/2013). La detrazione è pari:
nacci, spioncini; – installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti; – apposizione di saracineIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 73
CONDOMINIO
• al 65% delle spese effettuate dal 4 agosto 2013 al 31 dicembre 2014; • al 50% delle spese che saranno sostenute dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. La detrazione, da calcolare su un importo complessivo massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (e da ripartire in 10 quote annuali di pari importo), può essere fruita da soggetti passivi Irpef e Ires, sempre che: • le spese siano rimaste a loro carico; • possiedano o detengano l’immobile in base a un titolo idoneo (diritto di proprietà o altro diritto reale, contratto di locazione, o altro diritto personale di godimento). Inoltre, l’agevolazione può essere richiesta se: • l’intervento è effettuato su costruzioni adibite ad abitazione principale o ad attività produttive; • l’immobile si trova in zone sismiche ad alta pericolosità zone 1 e 2), i cui criteri di identificazione sono stati fissati con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003. Per costruzioni adibite ad attività produttive si inten74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
dono le unità immobiliari in cui si svolgono attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, commerciali o non commerciali. Altre spese ammesse all’agevolazione Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche: • le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse; • la spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento; • le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del
Dm 37/2008 - ex legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71); • le spese per l’acquisto di materiali; • il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti; • le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi; • l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunce di inizio lavori; • gli oneri di urbanizzazione; • gli altri eventuali costi strettamente collegati alla
realizzazione degli interventi nonché gli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998). Non possono invece ritenersi comprese tra quelle oggetto della detrazione le spese di trasloco e custodia dei mobili per il periodo necessario all’effettuazione degli interventi di recupero edilizio. ❑
CONDOMINIO
Detrazione IRPEF del 50% per lavori sulle singole unità abitative INTERVENTI Accorpamenti di locali o di altre unità immobiliari Allargamento porte
Allargamento porte e finestre esterne Allarme finestre esterne Ampliamento con formazione di volumi tecnici Apertura interna
MODALITÀ Spostamento di alcuni locali da una unità immobiliare ad altra o anche unione di due unità immobiliari con opere esterne Con demolizioni di modesta entità, realizzazione di chiusure o aperture interne che non modifichino lo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edi ficio Con demolizioni di modeste proporzioni di muratura
INTERVENTI
Installazione, sostituzione dell’impianto o riparazione con innovazioni Demolizione e/o costruzione (scale, vano ascensore, locale caldaia, ecc.) con opere interne ed esterne
Infissi esterni
Apertura vano porta per unire due unità immobiliari o altri locali con opere interne o apertura sul pianerottolo interno Ascensore Nuova installazione o sostituzione di quello preesistente (esterno o interno) con altro avente caratteri essenziali diversi, oppure per adeguamento L. 13/89 Balconi Rifacimento con altro avente caratteri diversi (materiali, finiture e colori) da quelli preesistenti e nuova costruzione Barriere architettoniche Eliminazione Box auto Nuova costruzione (detraibile purché reso pertinenziale di una unità immobiliare) Cablatura degli edifici Opere finalizzate alla cablatura degli edifici, a condizione che interconnettano tutte le unità immobiliari residenziali Caldaia Sostituzione o riparazione con innovazioni caloriferi e condizionatori Sostituzione con altri anche di diverso tipo e riparazione o installazione di singoli elementi (detraibile nelle singole unità immobiliari se si tratta di opere finalizzate al risparmio energetico) Installazione di macchinari esterni Cancelli esterni Nuova realizzazione o sostituzione con altri aventi caratteristiche diverse (materiali, dimensioni e colori) da quelle preesistenti Canna fumaria Nuova costruzione interna o esterna o rifacimento modificando i caratteri preesistenti Cantine Effettuazione di suddivisioni interne con demolizioni e ricostruzioni tavolati opere esterne con modifiche delle caratteristiche delle pareti, porte e finestre Centrale idrica Riparazioni varie con modifiche distributive interne o esterne Nuova costruzione (volume tecnico) nell’ambito di un’operazione di manutenzione straordinaria, di un restauro o di una ristrutturazione Centrale termica Riparazioni varie interne ed esterne, conservando le caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a que˙lle preesistenti (opere murarie) Con modifiche distributive interne
Citofoni, videocitofoni e telecamere Inferriata fissa
Interruttore differenziale Intonaci esterni facciata Lastrico solare Locale caldaia
Lucernari
Mansarda Marciapiede Messa a norma degli edifici Montacarichi
Muri di cinta Muri esterni di contenimento Muri interni Parapetti e balconi Parete esterna Parete interna Pavimentazione esterna Pensilina protezione autovetture
MODALITÀ Con modifiche esterne (sagoma, materiali e colori nuova costruzione volume tecnico) nell’ambito di un’operazione di manutenzione straordinaria, di un restauro o di una ristrutturazione Sostituzione o nuova installazione con le opere murarie occorrenti Sostituzione con innovazioni rispetto alla situazione preesistente Nuova installazione con o senza opere esterne Nuova installazione o sostituzione con altri aventi sagoma, materiali o colori diversi (solo se riguarda l’intera facciata) Sostituzione o riparazione con innovazioni Intonaci e tinteggiatura esterna con modifiche a materiali e/o colori Rifacimento con materiali diversi rispetto a quelli preesistenti Riparazioni murarie varie con modifiche rispetto alla situazione preesistente Nuova formazione (volume tecnico) o esecuzione di interventi esterni che modificano materiali, finiture, colori Nuova formazione o sostituzione con altri aventi caratteri (sagome e colori) diversi da quelli preesistenti Modifiche interne ed esterne con opere edilizie, senza modificarne la destinazione d’uso Nuova realizzazione su suolo privato Interventi di messa a norma degli edifici (detraibile, purché compresa nelle categorie di cui all’art. 1 L. 449/97 e siano presentate le certificazioni di legge) Nuova installazione e sostituzione di quello preesistente con altro avente caratteristiche (materiali e colori) diverse da quelle preesistenti Realizzazione e sostituzione con modificazioni rispetto alla situazione preesistente Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in altra parte esterna o nello stesso luogo, ma modificando dimensioni, sagoma, materiali e colori Nuova costruzione o demolizione e ricostruzione in altra parte interna Rifacimento o sostituzione con altri aventi caratteri diversi da quelli preesistenti Rifacimento anche parziale modificando materiali e colori (o anche solo i colori) Nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in altra parte interna Nuova pavimentazione o sostituzione della preesistente modificando la superficie e i materiali Sostituzione di quella preesistente con altra avente caratteristiche (materiali e colori)diverse da quelle preesistenti
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 75
CONDOMINIO
INTERVENTI Persiana Pianerottolo Piscina Porta blindata esterna Porta blindata interna Contenimento dell’inquinamento acustico
Cornicioni Davanzali finestre e balconi
Facciata Finestra
Fognatura
Garage
Gradini scale Grondaie Impianto di riscaldamento autonomo interno (purché conforme al DM 37/2008 - ex legge 46/90) Impianto elettrico Impianto idraulico Soppalco Sottotetto
Strada asfaltata privata Tegole
MODALITÀ Nuova installazione o sostituzione con altra avente sagoma, materiale e colori diversi Riparazione struttura con dimensioni e materiali diversi da quelli preesistenti Rifacimento modificando caratteri preesistenti Nuova installazione o sostituzione con altra avente sagome o colori diversi Nuova installazione Opere finalizzate al contenimento realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette (detraibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge) Nuova formazione o rifacimento con caratteristiche diverse da quelle preesistenti Nuova realizzazione o sostituzione di quelli preesistenti con altri aventi caratteristiche diverse (materiali, finiture e colori) Rifacimento, anche parziale, modificando materiali e/o colori (o anche solo i colori) Nuova apertura o modifica di quelle preesistenti Sostituzione con finestre di sagoma, materiale e colori diversi Nuova costruzione o rifacimento con dimensioni e/o percorso diversi da quello preesistente, con opere interne o esterne (dal limite della proprietà fino alla fognatura pubblica) Riparazioni varie e sostituzioni di parti con caratteristiche diverse da quelle preesistenti Nuova costruzione (detraibile, se reso pertinenziale ad una unità immobiliare) Sostituzione gradini interni ed esterni, modificando la forma, le dimensioni o i materiali preesistenti Nuova installazione o sostituzione con modifiche della situazione preesistente Nuovo impianto senza opere edilizie Nuovo impianto con opere edilizie esterne (canna fumaria e/o altre opere interne o esterne) per riscaldamento o ventilazione Riparazioni con ammodernamenti e/o innovazioni Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a norma Sostituzione o riparazione con innovazioni rispetto al preesistente Innovazioni rispetto alla struttura preesistente o nuova costruzione Riparazione modificando la posizione preesistente; sostituzione apparecchi sanitari, innovazioni con caratteristiche diverse da quelle preesistenti Modifiche interne ed esterne con varie opere edilizie senza modificarne la destinazione d’uso Formazione di una unità immobiliare abitabile nel sottotetto mediante l’esecuzione di opere edilizie varie (detraibile, purché già compreso nel volume) Per accesso alla proprietà Sostituzione con altre di materiale e/o forma diversa da quelle preesistenti
76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
INTERVENTI Terrazzi Porta-finestra
Porte esterne Recinzioni
Ricostruzione Risparmio energetico
Sanitari Saracinesca Scala esterna
Scala interna
Serramenti esterni Sicurezza statica Solaio
Tetto
Tinteggiatura esterna Travi (tetto) Veranda
Vespaio Zoccolo esterno facciata
MODALITÀ Rifacimento completo con caratteristiche diverse da quelle preesistenti (dimensioni o piano) Nuova installazione o sostituzione con altra avente sagoma e colori diversi Trasformazione da finestra a porta-finestra Nuova installazione o sostituzione con altre aventi sagoma o colori diversi e viceversa Realizzazione di nuova recinzione o sostituzione di quella preesistente con altra avente caratteristiche diverse Demolizione e fedele ricostruzione di edifici Opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate anche in assenza di opere edilizie propriamente dette (detraibile, purché sia certificato il raggiungimento degli standard di legge) Sostituzione di impianti e apparecchiature Realizzazione di servizio igienico interno Nuova installazione di qualsiasi tipo o sostituzione di quella preesistente con innovazioni Nuova installazione, rifacimento e sostituzione con altra di caratteri (pendenza, posizione, dimensioni materiali e colore) diversi dai preesistenti Nuova installazione, rifacimento o sostituzione con altra, modificando pendenza e posizione rispetto a quella preesistente Nuova installazione o sostituzione con altri aventi finiture e colori diversi dai preesistenti Opere finalizzate alla sicurezza statica ed antisismica Sostituzione dei solai di copertura con materiali diversi da quelli preesistenti Sostituzione di solai interpiano senza modifica delle quote Adeguamento all’altezza dei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti Sostituzione dell’intera copertura Modifica della pendenza delle falde con o senza aumento di volume Rifacimento modificando materiali e/o colori Sostituzione con modifiche Sostituzione totale per formazione nuovo tetto Innovazioni rispetto alla situazione precedente Nuova costruzione con demolizione del muro che dà sul balcone creando aumento di superficie lorda di pavimento Traformazione di balcone in veranda Rifacimento Sostituzione con altro avente caratteri essenziali diversi
CONDOMINIO
Detrazione IRPEF del 50% per lavori sulle parti condominiali INTERVENTI Aerosabbiatura Allargamento porte interne Allarme (impianto)
MODALITÀ Su facciata Con demolizioni di modesta entità Riparazione senza innovazioni Riparazione con sostituzione di alcuni elementi Androne Rifacimento conservando caratteristiche uguali a quelle preesistenti Antenna Antenna comune in sostituzione delle antenne private Balconi Riparazioni parti murarie (frontalini, cielo), sostituzione di parapetti e ringhiere conservando caratteristiche (materiali, sagome e colori) uguali Box Riparazioni varie e sostituzione di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti Caldaia Riparazione senza innovazioni Riparazione con sostituzione di alcuni elementi Caloriferi e condizionatori Sostituzione con altri anche di diverso tipo e riparazione o installazione di singoli elementi Cancelli esterni Riparazione o sostituzione cancelli o portoni, conservando caratteristiche (sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti Canna fumaria Riparazione o rifacimento, interno ed esterno conservando caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti Cantine Riparazione conservando caratteristiche (materiali e colori) uguali a quelle preesistenti Centrale idrica Riparazioni varie interne ed esterne, conservando caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti Centrale termica Riparazioni varie interne ed esterne, conservando caratteristiche (materiali, sagoma e colori) uguali a quelle preesistenti Cornicioni Rifacimento o sostituzione conservando i caratteri essenziali preesistenti (materiali, dimensioni) Davanzali, finestre, balconi Riparazione o sostituzione conservando i caratteri essenziali preesistenti Facciata Piccola apertura per sfiatatoio gas, rifacimento, anche completo, con materiali e colori uguali a quelli preesistenti Finestra Sostituzione senza modifica della tipologia di infissi Fognatura Riparazione o sostituzione della canalizzazione fognaria, fino al limite della proprietà del fabbricato Garage Riparazioni varie e sostituzione di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti Gradini scale Sostituzione con gradini uguali a quelli preesistenti, interni ed esterni Grondaie Riparazione o sostituzione senza modifiche della situazione preesistente Impianto di riscaldamento Riparazione dell’impianto senza innovazioni, (purché conforme al DM riparazione con ammodernamenti e/o innovazioni 37/2008 - ex L. 46/90) Impianto elettrico Sostituzione dell’impianto o integrazione per messa a norma
INTERVENTI Impianto idraulico Inferriata fissa Infissi esterni Infissi interni Interruttore differenziale Intonaci esterni facciata Intonaci interni Lastrico solare Locale caldaia Lucernari Marciapiede su suolo privato Montacarichi (interni ed esterni) Muri di cinta Muri esterni di contenimento Muri interni Parapetti e balconi Parcheggi
Parete esterna Parete interna Pavimentazione esterna Pavimentazione interna Pensilina protezione Persiana Pianerottolo
Piscina
Porta blindata esterna
MODALITÀ Riparazione senza innovazioni o sostituzioni Sostituzione di quelle preesistenti senza modificare la sagoma e/o i colori Riparazione o sostituzione, conservando la sagoma, i materiali e i colori uguali a quelli preesistenti Sostituzione con altri infissi conservando le caratteristiche preesistenti Riparazione senza innovazioni o riparazione con sostituzione di alcuni elementi Intonaci e tinteggiatura esterna conservando materiali e colori uguali a quelli preesistenti Intonaci e tinteggiatura interna senza limitazioni di materiale e colori Rifacimento conservando materiali uguali a quelli preesistenti Riparazioni murarie varie conservando le suddivisioni interne preesistenti Sostituzione con altri aventi gli stessi caratteri (sagoma e colori) di quelli preesistenti Rifacimento come preesistente Riparazione conservando caratteristiche uguali a quelle preesistenti Riparazione conservando caratteristiche uguali a quelle preesistenti Riparazione o rifacimento con materiali e sagoma uguali a quelli preesistenti Riparazione o rifacimento conservando la stessa posizione, anche con materiali diversi Riparazione o rinforzo della struttura conservando caratteri uguali a quelli preesistenti Riparazioni varie e sostituzione di parti anche strutturali conservando dimensioni uguali a quelle preesistenti Rifacimento, anche completo, con materiali e colori uguali a quelli preesistenti Riparazione o rifacimento conservando la stessa posizione, anche con materiali diversi Rifacimento con dimensioni e materiali uguali a quelli preesistenti Riparazioni senza innovazioni Rifacimento conservando sagoma e colori preesistenti Sostituzione conservando le caratteristiche preesistenti (sagoma e colori) Riparazione struttura conservando dimensioni e materiali uguali a quelli preesistenti (interno ed esterno) Riparazione e rinforzo di strutture, conservando le caratteristiche (materiali, sagoma e colori) preesistenti Sostituzione conservando sagoma e colori preesistenti IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 77
CONDOMINIO
INTERVENTI Porta-finestra Porte esterne Porte interne Recinzioni
Sanitari Saracinesca Scala esterna Scala interna Serramenti esterni Serramenti interni
MODALITÀ Sostituzione con altra avente gli stessi caratteri essenziali Sostituzione conservando sagome e colori preesistenti Riparazione, conservando materiali, colori e dimensioni Riparzione e sostituzione conservando caratteristiche (sagoma, materiali e colori) preesistenti Riparazione apparecchi sanitari e opere edilizie varie (tubazioni, piastrelle, ecc.) Sostituzione con altra purché vengano conservati dimensioni e colori uguali a quelli preesistenti Riparazione conservando pendenza, posizione, sagoma, colori e materiali uguali a quelli preesistenti Riparazione e sostituzione conservando pendenza, sagoma e posizioni preesistenti Sostituzione con altri aventi le stesse caratteristiche Riparazioni, conservando materiali, caratteristiche e colori preesistenti
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INTERVENTI Solaio Tegole Terrazzi
Tetto
Tinteggiatura esterna Tinteggiatura interna Tramezzi Travi (tetto) Veranda Zoccolo esterno facciata
MODALITÀ Sostituzione dei solai di copertura con materiali uguali a quelli preesistenti Sostituzione con altre uguali a quelle preesistenti Riparazione delle pavimentazioni, rifacimento o sostituzione conservando le caratteristiche preesistenti (dimensioni e piano) Riparazione con sostituzione di parte della struttura e dei materiali di copertura, conservando le caratteristiche preesistenti Rifacimento conservando materiali e colori preesistenti Rifacimento senza limitazioni per materiali e colori Sostituzione tramezzi interni, senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare Sostituzione con altre aventi materiali, dimensioni e posizione uguali a quelle preesistenti Rifacimento parziale conservando caratteri essenziali Rifacimento conservando i caratteri essenziali
CULTURA
Maestri del disegno architettonico di strada Franco Robecchi
C
hi opera nel mondo delle costruzioni sa che gli edifici, i manufatti in generale, hanno una loro vita, prevalente per i tecnici del settore, basata sul disegno. È un po’ come nella vita di tutti gli esseri viventi. Prima si è uova, poi embrioni, poi, magari, larve, bruchi, poi crisalidi e infine animali adulti. Il disegno è il bruco dell’edificio, spesso uno splendido bruco, come è nel caso di innumerevoli farfalle. Si può amare l’architettura, ma anche l’edilizia e l’ingegneria, solo in termini di disegno, così come esistono collezionisti di immagini (l’originale è inevitabilmente deteriorabile) di larve e bruchi, in inglese caterpillar, proprio come il nome delle macchine per i movimenti di terra, che riguardano le costruzioni. Si è già parlato, su questa rivista, degli splendidi disegni di architettura, che talora accompagnano ad altissimo livello la realtà di edifici altrettanto pregevoli. Ma talora i disegni hanno vita a sé, per uno speciale amore e una speciale abilità degli autori, in non pochi casi alternativi al vero edificio e spesso esemplari senza eredi, poiché gli edifici raffigurati mai furono costruiti. Ma il mondo del disegno di edifici non appartiene solo ai tecnici progettisti. Il disegnare edifici, architetture, paesaggi urbani, scene di contenuto tecnico è una delle specialità degli artisti di un tempo, ma anche di quelli d’oggi che intendono 80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
produrre opere visive che comunichino qualcosa e non solo fastidio, come è frequente vezzo della cosiddetta arte contemporanea. Anche anticamente il disegno pittorico di edifici era ritenuto una specializzazione della pittura, della grafica o del mosaico. Ovviamente molti pittori sapevano raffigurare alberi, uomini, animali e anche case, ma non raramente, soprattutto dal Seicento e con una codificazione nel Settecento, il pittore di edifici era
CULTURA A sinistra: La realtà e il disegno, sul campo; in basso, una chiesa barocca di Dresda, in poche pennellate di acquerello e in una mano sicura;
uno specialista che operava sia da solo sia in collaborazione con altri. Da solo realizzava, soprattutto nel Barocco, le incredibilmente difficili ed efficaci scenografie, le “quadrature”, che animavano, ad affresco, i saloni dei grandi palazzi e le chiese, con finte architetture rocambolesche e molto realistiche, completamento spesso essenziale della stessa architettura reale. In collaborazione con colleghi pittori, esperti soprattutto nelle figure e nella raffigurazione di animali, creava i fondali architettonici per quadri, anche su tela. Certamente artisti come il Canaletto o Piranesi abbinavano capacità di disegno architettonico a quant’altro si rendesse necessario, ma abbiamo esempi, anche in Brescia di dipinti settecenteschi con il pittore di paesaggio urbano distinto dall’esperto di raffigurazioni di persone che si faceva carico di riempire di folle vivaci piazze e vie di città. I ritrattisti di architetture devono avere amore per la geometria regolare, godere del segno preciso che possa identificare gli spigoli e gli intagli nelle pietre, ma anche saper giocare con le ombre e le sintesi: né troppi dettagli né
Bastano tre tonalità dello stesso colore per ottenere il sole e le ombre, l’architettura e lo stile.
troppe semplificazioni. Nella nostra epoca abbiamo abilissimi esperti nella raffigurazioni di edifici, anche sezionati o ruotati. Un pugno di questi specialisti è stato ingaggiato e valorizzato dalla rivista “Bell’Italia”, e poi “Bell’Europa”, che hanno pubblicato centinaia di splendide tavole del grande maestro Francesco Corni, ma anche di Tiziano Perotto, Loreno Confortini e altri. Il Confortini ha disegnato belle tavole anche sulla storia urbanistica di Brescia.
M
olto meno noto è un giovane disegnatore che gira l’Europa con un album sotto braccio, una matita, una gomma e una piccola scatola di acquerelli. Si chiama Florian Afflerbach, è tedesco, laureato in architettura e lo avremmo potuto incontrare, fin da quando faceva il liceo, a Firenze, a Parigi, a Praga o in qualunque altra città d’arte, fra i molti ragazzi che stanno accovacciati a terra, con un album sulle cosce, intenti a ritrarre con un disegno la facciata di S. Maria Novella, il Ponte di Rialto o il battistero di Parma. Alcuni di essi sono riuniti in un’associazione inIL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 81
CULTURA A sinistra, un edificio pubblico raffigurato meglio che in fotografia. In basso, moderni edifici e una gru cingolata: l’arte al servizio dell’edilizia.
ternazionale che ha nome Urban Sketchers, disegnatori urbani, che hanno come principale finalità il prendere appunti grafici dal vero, sulla loro vita quotidiana, le loro vacanze, i loro incontri. Producono tavole spesso bellissime, con tratti rapidi e abili distribuzioni di colori. Soprattutto Florian Afflerbach può interessare a chi si interessa di edilizia, di città, di architettura e ingegneria. Il giovane Florian ha un tratto nitido e sicuro, convincente nel suo rapido realismo, perfettamente adatto alla concretezza solida dell’architettura, ma anche alle vibrazioni della luce. Le tavole che qui si pubblicano offrono una parziale esemplificazione, però sufficiente ad incuriosire e a destare apprezzamento. Anche questo artista ha una sua specializzazione e, come si diceva, conferma la frequente divaricazione fra l’abilità di chi ritrae figure umane o animali e chi, invece rappresenta architetture. Anche Florian è abilissimo in queste ultime, mentre scade quando tenta di raffigurare persone. Ma sulle architetture è un maestro, così come in una sua seconda specialità: la raffigurazione di vecchie automobili o veicoli in genere. La sapiente formula prospettica è ottenuta con poche linee di costruzione, spesso tracciate, anch’esse, a mano libera. Nessuna pedanteria meticolosa, di misure, misurine, squadre e compassi: solo un grande occhio. La raffigurazione architettonica di Florian mostra benissimo 82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
CULTURA A destra: una centrale elettrica. Al centro: moderno e antico in una città tedesca. In basso: la fiorentina Piazza d’Ognissanti.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 83
CULTURA La basilica di S.Marco a Venezia Sotto: la chiesa veneziana di S. Maria della Salute, con una matita e pochi veli di grigio.
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CULTURA Architetture residenziali tedesche, ritratte dal vero, fermandosi un attimo sul marciapiede. Il piacere dell’abilità pittorica e il piacere di guardare questi disegni.
quel particolare equilibrio che dà fascino alla raffigurazione architettonica: l’equilibrio fra precisione geometrica e vivacità globale di percezione. In un disegno di questo tipo non possono mancare i criteri di rispetto dei parallelismi e delle perpendicolarità, delle esatte proporzioni, così come delle leggi delle ombre, ma lontano dalle forme rigide di un disegno tecnico, freddo e povero. Tutto il contrario di quei rendering che vanno per la maggiore, di una povertà grafica sconcertante, squallidi e sgradevoli. La ricchezza delle luci, delle sfumature, dell’evidenza delle forme prevalenti e dell’attenuazione di quelle secondarie o in secondo piano appartengono ad una capacità pittorica impalpabile di percepire la realtà visiva, refrattaria ad ogni insegnamento pedante e ad ogni tentativo di codificare i modi di raffigurazione con riga, squadra, compasso o computer. La percezione visiva e l’immediata connessione all’abilità di una mano libera fanno parte di quelle qualità congenite che differenziano un artista dalle altre persone. Il settore della grafica architettonica è un capitolo a sé di questa straordinaria facoltà della mente umana, che qui vogliamo esemplificare. ❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 85
LIBRI
Piazza della Loggia il cuore della città fra gioie e dolori
M
ercoledì 15 ottobre è stato presentato nel salone Vanvitelliano il libro “Piazza della Loggia: il tempo degli uomini, il cuore della città”. Quarto titolo della collana che il Collegio geometri di Brescia promuove per illustrare luoghi d’arte eminenti della multiforme provincia bresciana. I volumi già pubblicati sono: “Il legno e la passione”, 2010; “La materia e lo spirito, 2011; “San Rocco di Pavone”, 2012. Fra breve seguirà il quinto, quello sul quartiere cittadino del Carmine. Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, nell’occasione ha riservato al Collegio parole di apprezzamento e plauso per la meritoria iniziativa editoriale, che ha la prerogativa di ricordare ai Bresciani – spesso smemorati, se non addirittura ignari – che le bellezze straordinarie di cui sono circondati rappresentano l’espressione più autentica delle loro radici e lo stimolo più vivo a operare per lo sviluppo della vita culturale cittadina. Qui di seguito riproponiamo l’articolo apparso su “Bresciaoggi” a firma di Lisa Cesco (la ringraziamo), che dà conto dell’avvenimento, a cui hanno presenziato, oltre allo stesso sindaco Del Bono, all’autore Vittorio Nichilo, al presidente del Collegio di Brescia Giovanni Platto, e alla curatrice Francesca Bossini anche numerosi colleghi e cittadini vivamente interessati al patrimonio artistico e culturale del territorio bresciano.
«F
ulcro della vita politica, economica, amministrativa e culturale della città, Piazza Loggia continua ad affascinare bresciani e turisti con le sue architetture dense di storia e passione civile. Allo spazio urbano per eccellenza il Collegio geometri e geometri laureati dedica l’ennesimo volume della collana di testi editi per valorizzare i luoghi d’arte del territorio. “Piazza della Loggia: il tempo degli uomini, il cuore della città” – scritto da Vittorio Nichilo, curato da Francesca Bossini e presentato ieri nel salone Vanvitelliano – mette a fuoco le molteplici anime della piazza attraverso cinque secoli di storia bresciana. «Piazza Loggia è una magni86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5
fica scatola architettonica, ma è soprattutto un luogo che si è caricato di importanti significati simbolici fatti dei dolori e delle gioie, del sangue e del sudore degli uomini che l’hanno attraversata», spiega Nichilo delineando le tappe di “costruzione” dei punti chiave della piazza: dal 1433, anno in cui il doge Foscari delibera la costruzione di una loggia per imprimere un segno del governo locale, alla nascita del Monte di pietà e all’apposizione della colonna di San Marco nell’area di piazzetta bell’Italia. Piazza Loggia ha ospitato anche le carceri cittadine, i primi caffè sul modello francese, i banchetti degli ambulanti (corsi e ricorsi storici, nei secoli andati si discuteva se togliere le bancarelle per
LIBRI Nella pagina di sinistra: il salone Vanvitelliano durante la presentazione del libro “Piazza della Loggia” e la sua copertina.
L’angolo nord-est del palazzo della Loggia, particolare.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 87
LIBRI Fotografia in alto a destra: Giovanni Platto, Emilio Del Bono e Vittorio Nichilo. In basso: I Macc de le ure e una veduta frontale della Loggia.
Fotografia in alto a sinistra: (da sinistra) lo storico Vittorio Nichilo, il direttore del “Geometra bresciano” Bruno Bossini, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e il Presidente del Collegio geometri Giovanni Platto.
restituire decoro alla piazza, proprio come accade oggi). Fu luogo buio e sinistro – è stata teatro delle pubbliche esecuzioni dei condannati a morte, e nel 1518 vi fu bruciata una strega, rea di curare con le erbe – ma anche porta di accesso della modernità, visto che nel 1852 o-
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spitò il primo esperimento – prodigioso per l’epoca – per testare la luce elettrica. «Piazza Loggia è uno spazio identitario e comunitario, il luogo della ribellione a tutela della libertà», ha sottolineato il sindaco Emilio Del Bono, tracciando un ideale filo rosso dalle Dieci Gior-
nate alla Resistenza alla strage del 28 maggio 1974, nel segno comune dell’anelito per la democarzia». «Ci piaceva metterci idealmente dal punto di vista dei Macc de le Ure che dominano la piazza, per raccontare in un volume la vita e gli eventi che si sono succeduti in tutto
questo tempo», ha rivelato il presidente del Collegio Giovanni Platto, prima di offrire un’anticipazione sul nuovo progetto editoriale in corso per il 2014, che sarà dedicato al Carmine fra tradizione e modernità. ❑
Aggiornamento Albo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 8 settembre 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
1527
Baffelli Leone Gino
Malegno (Bs) 19/08/1946
25053 Malegno (Bs) Via Lanico 56
Dimissioni
6288
Civettini Cristina
Brescia 29/08/1991
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via E. Fermi 31
Dimissioni
1068
Coglio Vincenzo
Leno (Bs) 12/05/1938
25024 Leno (Bs) Via Monte Grappa 4
Dimissioni
4326
Finazzi Giancarlo
Brescia 05/05/1974
25030 Berlingo (Bs) Via Don Bosco 23
Dimissioni
5695
Maffoni Silvano
Orzinuovi (Bs) 30/11/1970
25034 Orzinuovi (Bs) Viale Piave 40
Dimissioni
3541
Mangano Salvatore
Desio (Mi) 03/09/1958
25124 Brescia Via Creta 21
Dimissioni
3243
Milini Faustino
Pontevico (Bs) 20/02/1958
25026 Pontevico (Bs) Via Padri Giuseppini 40
Dimissioni
3716
Verzeletti Davide
Travagliato (Bs) 01/03/1965
25039 Travagliato (Bs) Via Tito Speri 6/A
Dimissioni
3962
Zini Mauro
Gavardo (Bs) 11/06/1969
25080 Vallio (Bs) Via G. Marconi 14
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 ottobre 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
4216
Bonara Paolo
Rodengo Saiano (Bs) 04/02/1969
25050 Rodengo Saiano (Bs) Via Ponte Cingoli 34
Dimissioni
1788
Bortolotti Adriano
Manerba sul Garda 26/03/1946
25080 Manerba del Garda (Bs) Via Dei Narcisi 15
Dimissioni
5347
Bosio Antonella
Iseo (Bs) 15/01/1976
25049 Iseo (Bs) Via Bonomelli - Tr. IV, 4
Dimissioni
6234
Monfardini Simone
Montichiari (Bs) 05/05/1989
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Romanino 3
Dimissioni
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 3 aprile 2014 N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
4501
Montichiari (Bs) 29/01/1977
25012 Calvisano (Bs) Via Mons. Fiorini 2
Decesso
Bellandi Nicola
Il mondo di B. Bat.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/5 - 89
IL GEOMETRA BRESCIANO
Anno XXXIX N. 5 settembre-ottobre 2014
Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di
Lodi Mantova Sondrio
IL GEOMETRA BRESCIANO
Contiene I.R. e I.P.
2014
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