Il Geometra Bresciano - n.6- 2010

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BRESCIA C.M.P. DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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IL GEOMETRA BRESCIANO

Anno XXXV N. 6 novembre-dicembre 2010

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio

6 Spedizione in a.p. 70% - Filiale di Brescia

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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli.

Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Roberto Bagnoli, Beppe Battaglia, Andrea Botti, Valentina Conte, Laura Cottarelli, Francesco Cuzzetti, Francesco Ferrati, Giorgio Guerrini, Umberto Monopoli, Giuliana Mossoni, Bruno Razza, Franco Robecchi

Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 10 - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate 9900 copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.

Sommario

EDITORIALE - Gestione sempre più complessa e maggiori responsabilità per un Collegio che cambia 2 INTERVISTA - Savoldi: “Certifichiamo la professione per promuovere la qualità delle prestazioni” 8 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Gli auguri natalizi del Presidente Fausto Savoldi ai geometri italiani 10 Qualificazione e calcolo della consistenza di unità immobiliari tipo A, B, C e D 14

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - A volte il geometra vale l’architetto e l’ingegnere: lo dice il Tar di Brescia 48 Torna il bonus del 55%, ma diluito in un periodo di dieci anni 50 DAL COLLEGIO DI MANTOVA - L’impegno dei geometri mantovani per la sicurezza 52 DAL COLLEGIO DI LODI - Un anno di “trasformazione continua” per il Collegio di Lodi 54

DALLA CASSA - Presto eliminato il mod. 17. Un questionario per la nuova previdenza complementare 18 Pensioni povere per professionisti ricchi. I giovani sono preoccupati 20

SCUOLA - Esami di Stato 2010. Le due prove scrittografiche 56 La presenza del vino camuno fa bene anche agli altri prodotti della Valle, i salumi e i formaggi 58

LEGALE - Assicurazione dell’immobile per danni 22

AGRICOLTURA & FORESTE - Infrastrutture e agricoltura: una convivenza è possibile se … 60

LEGISLAZIONE - Competenze professionali del geometra: una esemplare sentenza del Tar Puglia 24 SICUREZZA CANTIERI - Installazione dei pannelli solari e fotovoltaici in copertura 34

TECNICA - Sulle tracce delle antiche pietre 64 L’evoluzione della Topografia e della Cartografia nella storia 68

CTU - Le nuove regole sulla mediazione facoltativa e obbligatoria 36

CONDOMINIO - Nuove aperture: come comportarsi rispetto alla comunità condominiale 78

FORMAZIONE CONTINUA - La certificazione ambientale degli edifici: un altro passo nel futuro 44

CULTURA - Topografia antica 80 Una riflessione sul professor Ottorino Milesi 86

CATASTO - Dal 1° novembre una nuova versione del programma “Pregeo 10” 46

Novità di legge Aggiornamento Albo

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N. 6 - 2010 novembre-dicembre Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

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EDITORIALE Bruno Bossini

Gestione sempre più complessa e maggiori responsabilità per un Collegio che cambia

i fa strada nell’opinione della gente in genere che un più accentuato decisionismo nelle scelte e nelle azioni che ne conseguono sia – pur con qualche rischio in più – premiante rispetto a un atteggiamento più favorevole al contraddittorio (o, se vogliamo dire, più democratico), il quale, per sua natura, produce maggiore conflittualità, rallentando la soluzione dei problemi in esame. Lo si rileva in molti ambiti operativi, nella politica, in tanti aspetti del comune vivere, anche nel mondo della cooperazione e del servizio terziario. Non è raro in tali contesti rilevare come la parola decisa, chiara e inequivocabile di un dirigente sia risolutiva nelle scelte con innegabili riflessi positivi sull’attività. Non può fare eccezione, al riguardo, il nostro Collegio provinciale – ente senza fini di lucro che, come si sa, non riconosce compensi ai suoi dirigenti e ai suoi iscritti collaboratori – presso il quale, anche per contenere costi che graverebbero sulle quote annuali degli iscritti, si cerca di perseguire, ove possibile, la rapidità decisionale. Può quindi avvenire, senza che il fatto sia percepito come antidemocratico o impositivo delle prerogative dell’assemblea sovrana, che al Presidente, a un consigliere o a un collega particolarmente preparato in una specifica materia, venga lasciata, su un progetto deliberato dal Consiglio, la libertà

di individuare la strada e i mezzi più idonei per portarlo a compimento. Premessa la garanzia di massima trasparenza procedurale, entrano in gioco in questi casi la stima e la capacità operativa di cui l’iscritto delegato ha dato prova nel suo passato professionale, oltre al suo disinteressato impegno verso gli iscritti e l’attaccamento al bene della categoria. Solo con questi presupposti e queste regole, consolidatesi in 50 anni di Consiglio direttivo, è ammissibile accettare il rischio (che crediamo comunque sia inferiore ad altri criteri decisionali) di un possibile errore di valutazione e dei danni che da esso potrebbero derivare, e la cui responsabilità in ogni caso resta in capo a colui che conduce l’operazione e al Consiglio che l’ha approvata. Gestire l’attività di un Collegio come il nostro di 3.100 iscritti è tutt’altro che cosa semplice. La sua struttura operativa, infatti, si è fatta nel tempo sempre più complessa (Consiglio direttivo, segreteria, contabilità, archivio, redazione, ufficio stampa, internet, Cassa di previdenza, ecc.), il suo impegno nella formazione sempre più laborioso (praticanti, scuola, esami di Stato, corsi specialistici, formazione permanente, ecc.). Tutto ciò ha comportato, nell’ultimo quindicennio, una globale riorganizzazione degli uffici operativi supportati da un’efficiente rete telematica, che l’allora presidente Fausto Savoldi volle realizzare assieme alla lungimirante decisione di dotare il

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Collegio di un direttore, indi- da cogliere, che consentividuato nella collega Marian- ranno al geometra di affiangela Scotti, cui va ricono- care alla sua tradizionale posciuto molto merito nei bril- livalenza la specificità di lanti risultati conseguiti. specializzazioni, cui la forContemporaneamente all’e- mazione continua mira e che volversi dell’organizzazione il proliferare di modifiche leinterna del Collegio, si è assi- gislative in edilizia e urbanistito in questi anni anche al stica fa emergere a favore di cambiamento dell’apporto una moderna professionalità professionale degli iscritti in impensabile fino a pochi lualcune specifiche attività pro- stri fa. fessionali promosse dal Col- Tutte novità che innegabillegio; mi riferisco agli iscritti mente si riflettono e incidono commissari all’esame di sempre più sull’attività del Stato, agli esperti che ten- Collegio e che aumentano la gono i corsi preparatori agli responsabilità dei suoi diristessi esami, ed infine a co- genti a partire dal presidente loro che svolgono la funzione fino all’ultimo dei suoi colladi docenti nei numerosi corsi boratori iscritti all’albo. di formazione. Tutti specia- Sono convinto che, pur di listi che costituiscono una fronte a molte e impellenti nuova forza professionale problematiche, la passione della categoria, ai quali non si dei dirigenti per la nostra può e non si deve rinunciare, professione e per il futuro ma che, anzi, deve essere in- dei giovani geometri che si centivata, anche se sappiamo affacceranno sulla scena ancora irrisolto il problema prevarrà al di là di ogni prodei loro compensi rispetto blematica che potrebbe naalla gratuità dell’intervento di scere sul merito. tutti gli altri iscritti che parte- L’importante è che la strutcipano all’attività del Col- tura dirigenziale e, a maggior legio, facendo leva sul loro di- ragione, il Consiglio direttivo sinteressato attaccamento siano sempre più coesi e alla professione. mettano in campo il massimo In questo senso, la nostra ca- di fiducia reciproca scevra da tegoria sta vivendo un note- personali interessi econovole cambiamento, generato mici come da sempre in pasda un’evoluzione non ancora sato è avvenuto nel Collegio compiuta, che non si può di- di Brescia. ❑ sconoscere e alla quale non è possibile opporsi, perché ri figlia delle nuove esigenze augu tto gli del mercato. Mercato al la P te esiden tra br quale è nostro ineome el Pre g d l i I ll ata “ e uspic e de a qu teresse guardell’a azion e nisco d o e n r n a pace dare con speia l’a e dell ere, in d 011 s miei o 2 le g il e no ranza, perché he ni o”. C possa rescia scian he ne etri b promettente di c m e o e a ig enz ollegh ripart nuove opportututti c ini , à it Boss nità professionali seren Bruno lie.

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EDITORIALE La nota del Presidente Buon Natale e Felice Anno con speranza nonostante la crisi anno 2010 sta passando con risultati più negativi che positivi. La “politica” è andata nel “pallone” e quanto sognato e desiderato dalla nostra categoria professionale non ha avuto nessun riscontro nonostante l’impegno profuso dal nostro Consiglio Nazionale per sbloccare situazioni che ci avversano da oltre mezzo secolo. Le professioni ordinistiche, spina dorsale dell’economia e dalle quali proviene il 15% del Pil nazionale, sono allo stallo: politica incapace di prendere posizioni e di decidere, lobby che premono affinché nulla venga cambiato per non incidere sul loro potere economico e decisionale. La nostra categoria professionale, che contribuisce in buona parte a quel 15% del Pil nazionale prodotto dalle professioni ordinistiche, al quale si deve aggiungere il contributo al Pil dei geometri impegnati al di fuori della libera professione, non è tenuta, politicamente, in minima considerazione. È considerata molto al di sotto delle sue capacità professionali guadagnate principalmente sul campo e culturalmente sviluppate da nozioni scolastiche e da aggiornamenti culturali e professionali che la categoria si è autoimposta e finanziata. Difficoltà che sono state riscontrate anche da molti iscritti al nostro Collegio, anche se la carenza di incarichi professionali in determinate branche della nostra attività è stata attenuata da altri proventi derivanti da recenti attività grazie alla nostra polivalenza professionale. Situazioni di crisi che non sono state risolte in tempi brevi e delle quali ancora non si intravede la fine. Il nostro Collegio si è posto l’impegno di cercare inizia-

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tive e contribuzioni per alleviare i casi più critici di taluni nostri iscritti. Ma anche coinvolgendo Enti pubblici – Provincia, Comuni, Comunità Montane, Agenzia del Territorio, Poli catastali – con convenzioni atte a risolvere determinate problematiche degli stessi Enti pubblici con attività professionali demandate al Collegio e distribuite ai nostri iscritti. L’insieme di elementi negativi e considerazioni varie hanno portato il Consiglio del Collegio, in determinate circostanze a prendere decisioni sofferte nella convinzione che si riperquotano positivamente nell’immediato futuro. In prossimità delle feste natalizie, facciamoci reciprocamente i migliori auguri per scongiurare ogni avversità, negatività e pessimismo e che possa risplendere il bel sole dell’ottimismo col quale si è già a metà della cura. L’augurio di Buon Natale e di un sereno e proficuo anno nuovo vada quindi a tutti gli iscritti del nostro Collegio e di tutti i Collegi d’Italia, unitamente ai loro Presidenti, Consiglieri, Collaboratori e a tutti i geometri impegnati in qualsivoglia attività pubblica o privata. Un particolare augurio vada al nostro Consiglio Nazionale ed al suo attivo Presidente Fausto Savoldi, congiuntamente alla nostra Cassa di Previdenza, al suo Presidente Fausto Amadasi ed ai suoi Consiglieri e Collaboratori. L’augurio di Buon Natale e sereno Anno Nuovo vada a tutte le nostre famiglie, ai dipendenti del Collegio e Collaboratori vari. Con affetto un cordiale saluto Il Presidente Giovanni Platto

Paolo da Caylina il Giovane Adorazione di Gesù Bambino (particolare degli affreschi della cappella occidentale della basilica di San Salvatore di Brescia), fine del terzo decennio del XVI secolo

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INTERVISTA

Savoldi: “Certifichiamo la professione per promuovere la qualità delle prestazioni” Si parla ovunque, e spesso con poca cognizione di causa, di certificazione. Nel senso che ormai non c’è ambito quotidiano, di lavoro e persino di svago, nel quale non sia richiesta, oppure proposta e talvolta esibita la garanzia del buon funzionamento di una macchina o della corretta esecuzione d’un lavoro. Una garanzia fornita inevitabilmente dalla certificazione di qualità rilasciata da un apposito istituto terzo , ovvero indipendente dal fornitore e della committenza. E se in qualche caso appare superflua la pedante sottolineatura d’una non richiesta certificazione (ormai si certificano persino alberghi, ristoranti e pizzerie, senza che ciò spesso significhi un miglioramento della pulizia, delle preparazioni o del servizio), a nessuno verrebbe oggi in mente di portare la propria auto per la manutenzione in una officina non certificata, che non utilizzi macchinari certificati, che non svolga ogni operazione seguendo procedure di qualità garantita. La certificazione è dunque un elemento fondamentale e quotidiano della nostra vita, anche se, in ambito strettamente professionale, non solo per i geometri ma per la totalità delle professioni intellettuali, almeno in Italia, siamo davvero ai primissimi passi. Un inizio dove non mancano le confusioni (studi certificati? professionisti, studi oppure procedure da certificare?), le fughe in avanti, gli specchietti per le allodole e le autentiche truffe. Anche per queste ragioni il Consiglio nazionale ha deciso di prendere il toro per le 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

corna e di impegnarsi a fondo in un progetto di certificazione delle prestazioni tipiche della professione del geometra che entro un anno e mezzo, al termine d’un intenso e coinvolgente lavoro, porterà alla definizione di procedure standard di qualità per ogni prestazione. Un progetto ambizioso, del quale parliamo in quest’intervista con il presidente nazionale Fausto Savoldi; un progetto che i geometri per primi tra le professioni intellettuali in Italia hanno deciso di affrontare e che avrà anche un immediato riscontro per ogni collega. Basta infatti evidenziare come il pagamento equo di ogni prestazione potrà d’ora in avanti essere richiesto, fin dalla lettera d’incarico, con riferimento alla procedura standard codificata e certificata da un organismo riconosciuto qual è l’Uni, l’Ente nazionale italiano per l’unificazione.

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residente, proviamo a partire dall’inizio: cos’è mai questa certifica-

zione? «Sì, partiamo dall’inizio, che in questo campo per i geometri significa andare con la mente al decisivo Congresso di Palermo nel 2005. Fu infatti in quell’occasione che la categoria prese l’impegno formale di garantire la qualità delle prestazioni professionali, avviando, ad esempio, un intenso programma di formazione permanente. Una scelta che proprio in questi mesi si sta definendo nei particolari dando il via a centinaia di corsi che ogni Collegio sta organizzando in tutt’Italia, ai

quali seguirà l’attribuzione dei crediti per ogni specifico iter di aggiornamento e di formazione. I geometri si sono dunque innanzitutto messi in gioco per garantire al mercato la qualità della loro preparazione professionale, hanno preso sul serio la sfida di offrire prestazioni in linea con lo stato dell’arte d’ogni branca del loro operare, non accontentandosi del diploma o della laurea meritata all’inizio della loro esperienza, ma dimostrando in ogni momento della loro carriera d’essere informati, aggiornati, preparati alle richieste dei clienti e della società».


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INTERVISTA Fausto Savoldi, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (foto d’archivio)

Ed è a questo punto che entra in gioco la certificazione. «La certificazione è il naturale compimento di questo processo. Ovvero la possibilità di definire qual è lo standard di qualità necessario e sufficiente per considerare una prestazione adeguata allo stato dell’arte in un determinato ambito».

coltà, anche per Uni, è rappresentata dal fatto che noi siamo la prima professione intellettuale a chiedere la certificazione. Non siamo infatti meccanici, elettricisti o idraulici, siamo geometri che nel loro lavoro devono mettere ogni giorno un consistente apporto creativo, personale, mentale, intellettuale. D’altra parte non siamo neppure intellettuali in senso stretto, non siamo ad esempio romanzieri o scultori chiusi in torri d’avorio; la nostra attività intellettuale è sottoposta sempre alla prova tecnica del fare, sia che si tratti d’un progetto edile, d’un rilievo topografico o d’una perizia estimativa».

Certificazione dunque della prestazione e non dello studio o del professionista? «Ad essere certificata è la prestazione che potrà avere questa attribuzione di qualità solo se sarà effettuata seguendo una ben determinata procedura». Detto in questi termini può apparire facile e lineare. Ma come si fanno a certificare con procedure standard le moltissime e diverse prestazioni che il geometra è chiamato a fare nella polivalenza ed insieme nella specializzazione della sua quotidiana professione? «È questo, in effetti, il più gravoso nodo da sciogliere, quello che stiamo affrontando proprio in queste settimane. Il primo passo è stata la firma, nel 2009, di una convenzione con l’Uni, l’Ente nazionale italiano di unificazione, che è l’unico organismo del nostro Paese (ovviamente federato con gli analoghi organismi degli altri Paesi europei) ad avere l’autorevolezza ed il know how necessari a definire regole tecniche e professionali per

una determinata attività». L’Uni dunque definirà le procedure per le prestazioni… «No, no, piano. Il processo non è così semplice, meglio potrebbe essere così semplice se la nostra fosse una professione tecnica, magari applicata alla meccanica o all’industria come molte altre. Ed in effetti l’Uni, in I-

talia ed in Europa, solitamente affida la definizione dello stato dell’arte d’una particolare tecnica a qualche esperto spesso di estrazione accademica, ad un gruppo di professori universitari che traducono in norme tecniche la loro scienza. Ma per i geometri non è così. La prima diffi-

In effetti dev’essere un problema inedito anche per l’Uni. Come avete deciso di affrontarlo? «La ‘road map’ che abbiamo stilato con Uni è molto precisa e prevede un supporto molto preciso anche da parte del Consiglio nazionale. Non a caso sono stati investiti direttamente su questo progetto le capacità e l’impegno prioritario di ben cinque consiglieri. Venendo ai programmi operativi, un primo capitolo è la definizione – anche con il contributo delle diverse associazioni professionali: dai topografi agli amministratori di condominio, dagli specialisti della sicurezza a quelli del risparmio energetico – delle prestazioni oggi svolte IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 5


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dai geometri italiani. All’interno di ciascuno dei tre tradizionali filoni della nostra attività, ovvero la progettazione, la topografia e l’estimo, abbiamo così individuato tutti i diversi lavori che siamo chiamati a fare ogni giorno». Primo punto,ormai acquisito, è pertanto una sorta di censimento di tutte le prestazioni dei geometri. E poi? «Un secondo capitolo è stato affrontato nell’ultima assemblea dei presidenti di Collegio che ha nominato quaranta esperti dei più diversi settori ai quali è stata affidata, sempre d’intesa con Uni, la precisa definizione di tutte le procedure necessarie e sufficienti per lo svolgimento a regola d’arte delle prestazioni censite. Ed è questo il lavoro o6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

biettivamente più vasto e innovativo che abbiamo dinanzi e che ci vedrà impegnati per almeno sei mesi, ovvero sino al giugno del 2011». A quel punto le procedure standard per ogni prestazione saranno codificate ed il gioco sarà fatto: chi seguirà quelle procedure potrà certificare il suo lavoro. «No, non saremo neppure a giugno a quel punto. Uni infatti prevede che, dopo la definizione delle procedure specifiche, si apra un congruo periodo di verifica e confronto sulle procedure stesse; e noi abbiamo deciso convintamente di aderire perché proprio a questa fase attribuiamo un’importanza fondamentale. In pratica a giugno del 2011 le nuove norme verranno “pubblicate con riserva” e,

prima che siano varate definitivamente, sarà possibile discutere, confutare, integrare, ridefinire ognuna delle procedure codificate sino a quel momento, aggiungendone se servisse anche delle altre». Ricapitoliamo: al di là delle indicazioni già venute dal censimento delle prestazioni, al di là del lavoro svolto dagli esperti nominati dai presidenti nell’ultima assemblea, al di là dell’apporto dei tecnici dell’Uni, da giugno ogni Collegio ed ogni geometra potrà intervenire e portare la sua esperienza per meglio definire le procedure che applica ogni giorno? «Di più: non solo ogni geometra ed ogni Collegio, ma chiunque sia interessato alla questione, ovvero altri tecnici, altri professionisti, la committenza, l’ente pubblico, chiunque potrà dire la sua. Ed è proprio questo e-

lemento di condivisione che darà maggior forza ed autorevolezza alle norme. In capo ad un anno comunque, cioè nella primavera o al più tardi nell’estate del 2012 saremo in grado di presentare il quadro delle regole al Congresso internazionale di Roma. Sarà quella un’occasione speciale e pubblica, di ampia risonanza nazionale e continentale, per mostrare ai colleghi di tutt’Europa la determinazione dei geometri italiani per migliorare e certificare la loro qualificazione professionale. Anche perché in Europa saremo la prima categoria di professionisti in ambito intellettuale a darsi un codice di comportamento tecnico che va ad aggiungersi a quello deontologico di tipo morale».


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A metà 2012 dovremo avere perciò tutte le procedure codificate per ciascuna prestazione… «Sì, avremo identificato e messo nero su bianco – ripeto: dopo un dibattito coinvolgente non solo per la categoria ma per tutti i soggetti interessati – cosa significa in termini assai concreti portare a termine una determinata prestazione a regola d’arte, secondo lo stato dell’arte di questo momento storico, avendo la competenza professionale per svolgerla al meglio». Procedure e regole che diverranno, da quel momento, obbligatorie per tutti? «Per far divenire una norma obbligatoria, ovvero con validità erga omnes, non basta che lo stabilisca l’Uni: diviene obbligatoria solo se la norma stessa viene recepita da una legge o da un regolamento. E potrà certamente capitare anche questo per determinate procedure e prestazioni, certamente non per tutte. Ma ciò nulla toglie all’importanza della redazione di questo vero e proprio codice tecnico che la categoria si sta dando. D’altra parte l’orientamento ormai prevalente in tutt’Europa, e che lo stesso Parlamento europeo sta promuovendo, vede tutta la normativa tecnica per la certificazione di qualità come un insieme di regole volontarie, di fonte privata e a valenza nazionale. Ed è esattamente quanto stiamo facendo: un codice che nel mondo anglosassone si definirebbe di “best practises”, ovvero della

miglior pratica, appunto del miglior modo per eseguire una prestazione». E sarà sulla base di questa regole che ogni professionista potrà certificare la qualità della sua prestazione. «Esattamente. Ma c’è di più: chi seguirà le procedure sancite dalle norme non garantirà una prestazione a regola d’arte assolutamente inattaccabile, ma avrà una base certa e codificata anche per emettere la sua parcella. Vale infatti la pena di ricordare che una legislazione ormai consolidata e che prende le mosse da indirizzi liberali europei, ha abolito definitivamente le tariffe minime professionali. Non vi è dunque più, a rigor di logica, un appiglio normativo che sostanzi la congruità di una parcella. Invece una volta che la norma Uni sarà stata pubblicata, ogni professionista potrà circostanziare fin dalla lettera d’incarico le procedure standard previste per una determinata prestazione e motivare così, anche sul piano tecnico, un equo compenso». Proprio questa opportunità di immediato interesse potrà essere una delle conseguenze più significative del codice tecnico. A patto però che la committenza, a cominciare dagli enti pubblici, ne prenda realmente atto e si renda conto dei costi effettivi di una prestazione svolta a regola d’arte; insomma che non si limiti a scegliere il professionista sulla base del minor compenso richiesto. «In effetti la definizione delle norme Uni per le prestazioni dei geometri è solo il primo passo d’una stra-

tegia di difesa delle competenze e della professione che occorrerà poi sostenere con molte altre iniziative. Ed indubbiamente una di queste sarà proprio “imporre” almeno all’ente pubblico di richiedere esclusivamente prestazioni a regola d’arte, per le quali ci sarà un codice definito e consultabile, procedure standard e non scelte arbitrarie figlie magari delle ristrettezze di bilancio. La strada è solo all’inizio e non ci fermeremo comunque solo all’interlocuzione con l’ente locale o la pubblica amministrazione: la garanzia di prestazioni di qualità va infatti diffusa capillarmente perché è nell’interesse pubblico più generale, è un’esigenza del mercato e della società». Proseguendo lungo il filo di questo ragionamento quali altri interlocutori si possono individuare? «Non c’è in verità un confine se non nella limitatezza delle nostre forze e delle opportunità che potremo sfruttare. Penso ad esempio al campo dell’estimo, che in questi ultimi anni ha visto la committenza, soprattutto quella degli istituti di credito, scarsamente interessata ad avere stime professionalmente valide del valore di un immobile. Il credito facile nonché la verifica superficiale della congruità tra finanziamento e stima della garanzia hanno fatto prevalere spesso la richiesta di valutazioni approssimative, poco professionali, spesso affidate a non profes-

sionisti. Il vento però è già cambiato: oggi sempre più spesso la stima della garanzia è uno degli elementi fondamentali per la concessione di un finanziamento ad un livello accettabile di rischio. Così il mercato torna a ritenere significativo il fatto che a fare la valutazione sia un professionista in grado di garantire tanto il debitore quanto l’istituto di credito. Anche per questa ragione firmeremo tra pochi giorni un primo protocollo di intesa con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, sottoscrivendo alcune regole comportamentali per quel che riguarda le stime immobiliari. A questa intesa seguirà dopo la pubblicazione delle norme Uni, un nuovo protocollo che recepirà le procedure di qualità in questo campo specifico». Par di capire che siamo alla vigilia di un ridisegno della professione che non solo avrà iter scolastici rinnovati e formazione permanente durante tutta la vita professionale, ma vedrà pure riscritto il suo regolamento fondante, gli ambiti di lavoro, le competenze. «Questa è la strada e sono contento perché tutto il gruppo dirigente, dai consiglieri nazionali ai presidenti di Collegio, è perfettamente conscio che questa è la via maestra non solo per garantire un futuro alla professione ma pure per consentire ai professionisti di continuare ad offrire alla crescita della società italiana il loro fondamentale contributo». Potrebbe essere la volta buona pure IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 7


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per avviare la riforma del nostro regolamento professionale, che è fermo all’edizione del 1929, anche se, purtroppo, su questo versante siamo ostaggio delle incertezze della politica… «Quando i geometri leggeranno questa mia intervista sapranno quali nuovi scenari la politica italiana avrà proposto, quale vecchio o nuovo governo sarà insediato, se dovremo votare a primavera oppure tra un anno. Quel che costato io oggi, alla vigilia del voto di fiducia di metà dicembre, è che per l’ennesima volta il dibattito sulla riforma delle professioni è impantanato, che ancora una volta non verrà approvata neppure in Commissione quella proposta di legge che ci aveva visti protagonisti di più d’una iniziativa e con il conforto di numerosi rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione. Abbiamo perso un’altra volta tutti molto tempo. Non vorrei essere polemico, perché posso anche capire che la politica giudichi oggi più urgenti rispetto ai nodi delle professioni i chiarimenti d’orientamento generale tra i partiti, la sorte stessa del Governo e l’impellenza della crisi economica. Però debbo amaramente constatare che, tra uno scontro e l’altro, il Parlamento trova il tempo per affrontare l’ordinamento degli avvocati mentre per le altre libere professioni, e in particolare per quelle tecniche, il tempo non c’è mai». Da quel che si è capito sinora, di 8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

riforma delle professioni si tornerà a parlare ormai nella prossima legislatura. E purtroppo, nel vuoto della nuova legge, molti geometri subiscono le tensioni ed i contraccolpi diretti di tante interpretazioni capziose degli enti pubblici soprattutto in tema di competenze. «Questa è purtroppo la realtà. E io non mi stanco mai di ripetere ai colleghi di non subire supinamente limitazioni che ritengono ingiuste in tema di competenze, di denunciare al proprio Collegio le penalizzazioni che ritengono illegittime, gli autentici abusi di potere di qualche funzionario pubblico. Anche perché non raramente la magistratura finisce per darci ragione e ristabilire la giustizia». Non sempre, purtroppo. «Vero. Però, ad esempio, proprio ultimamente abbiamo visto riconosciute le nostre ragioni in Puglia con un pronunciamento del Tar che avrà il suo peso, soprat-

tutto se i geometri avranno la capacità di diffonderlo e di farlo conoscere nell’ambito della dirigenza pubblica. È accaduto infatti che alcuni funzionari della Regione Puglia abbiamo diffuso una circolare nella quale, visto che l’intero territorio regionale è considerato a rischio sismico, veniva inibita ai geometri ed ai geometri laureati la progettazione di qualsivoglia tipo di intervento edilizio. Ebbene il Tar, sollecitato da un ricorso della categoria, non solo ha ordinato il ritiro della circolare, ma ha condannato la Regione a pagare anche le spese legali. Secondo i giudici amministrativi non spetta infatti alla Regione stabilire chi possa o non possa intervenire, al più allo Stato, ma soprattutto che anche in zona sismica ed anche con l’uso del cemento armato, deve valere l’indicazione generale del regolamento professionale del 1929, ovvero la norma del’ar-

ticolo 16 che riconosce al geometra la competenza per la progettazione di “modeste costruzioni civili”». Ecco una buona novella da mettere sotto l’albero e con la quale augurarsi un miglior 2011. «Un augurio che attraverso il giornale voglio far giungere a tutti i colleghi. Aggiungendo un’altra buona notizia: quest’anno infatti il Consiglio nazionale ha deciso di non buttar soldi per i soliti, inutili regali natalizi – agende, rubriche e pubblicazioni varie – che, nel migliore dei casi, finiscono invariabilmente in fondo a qualche cassetto. Pensiamo di aver usato assai meglio i fondi adottando a distanza quindici bambini d’intesa con l’associazione Action aid. In questo modo, per un anno aiuteremo 15 bambini di tutto il mondo a costruirsi il loro futuro”. ❑


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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

Gli auguri natalizi del Presidente Fausto Savoldi ai geometri italiani

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE Bruno Razza

Qualificazione e calcolo della consistenza di unità immobiliari tipo A, B, C e D

Riprendiamo dagli “Atti della VI Assemblea dei Presidenti ” (Roma 27-28 settembre 2010) gli interessanti allegati alla relazione del Consigliere nazionale Bruno Razza che riguardano gli «Elementi tecnici conoscitivi fondamentali per poter calcolare correttamente la rendita presunta delle unità immobiliari urbane». Una tematica essenziale per tutti gli iscritti che intendono approfondire gli aspetti professionali del catasto e che dovrà essere messa in atto qualora l’Agenzia del Territorio decidesse, al fine di recuperare in tempi brevi la tassazione sui fabbricati, di coinvolgere i Collegi dei geometri nella determinazione della rendita catastale presunta provvisoria. ** Qualificazione, e calcolo della consistenza di unità immobiliari tipo A, B, C e D Qualificazione La qualificazione viene distinta con riferimento alle U.I. esistenti nel Comune Amministrativo e nelle Zone Censuarie. Categorie Di categorie ne esistono tante e sono distinte secondo le differenti caratteristiche intrinseche che determinano le destinazioni d’uso ordinarie e permanenti delle U.I. stesse. Il relativo elenco è pubblico. Classificazione La classificazione è la suddivisione di ogni categoria delle unità immobiliari in tante classi di merito, secondo i gradi di notevole diversità di reddito delle unità, comprese nella stessa categoria. (La classificazione non si esegue per le categorie comprese nei gruppi “D” ed “E”). Il numero delle classi, all’interno di ogni categoria, è determinato tenendo conto dello scarto qualitativo e di reddito esistente tra le varie unità immobiliari. 14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Quindi si va da quelle più produttive a quelle meno produttive, considerando in linea di massima, che tra una classe e quella successiva, debba esserci (in termini di redditività unitaria) una differenza significativa che normalmente si aggira attorno al 20%. Unità tipo Le Unità Tipo sono scelte per ogni categoria e classe, per poter disporre di un termine reale di identificazione di ciò che rappresenta materialmente e fisicamente, una determinata categoria e classe. Tali unità tipo rappresentano il merito medio delle unità immobiliari comprese in ogni categoria e classe. Le unità tipo sono servite anche come elemento di studio per la determinazione delle tariffe di reddito catastale e servono tuttora come termine di paragone per attribuire il classamento delle nuove costruzioni. Quindi l’attribuzione ad una unità immobiliare di una categoria piuttosto che un’altra è fondamentalmente originata dal confronto tra questa e le unità tipo che caratterizzano le diverse categorie e classi del gruppo cui

l’unità stessa appartiene. Tariffe di reddito catastale delle U.I. urbane a destinazione ordinaria (gruppi A, B, e C) Le tariffe di reddito catastale sono state determinate (e sono conservate in ogni ufficio provinciale del Catasto urbano) per ogni categoria e classe delle unità immobiliari comprese nei gruppi A, B e C e sono riferite al vano utile (per il gruppo A), al metro cubo (per il gruppo B) ed al metro quadrato (per il gruppo C). Rendita catastale delle U.I. urbane censibili nei gruppi D ed E Per le unità immobiliari a destinazione speciale o particolare, la rendita catastale si calcola a stima diretta, moltiplicando la consistenza per valori di locazione unitari di unità comparabilmente simili. In mancanza di questi elementi, la consistenza immobiliare si moltiplica per i valori di mercato identificati stimando per comparazione dell’immobile in oggetto con beni di caratteristiche simili di valore noto, applicando poi un saggio di fruttuosità al valore fondiario così determinato. I valori stimati (dell’immobile e/o della locazione) debbono essere riferiti al biennio 1988/89 e devono comprendere l’edificato (secondo la destinazione d’uso), l’area di pertinenza e le impiantistiche fisse. Applicando al valore così ottenuto il saggio del 2%, si ot-

tiene la rendita catastale degli immobili di categoria “D”. La rendita catastale delle unità immobiliari di categoria “E”, viene determinata applicando al valore di cui sopra il saggio del 3%. Gruppo A: abitazioni in genere unità di misura: il vano Vano utile: stanza, cucina, camera da letto, studio e simili. Si tiene conto della categoria in cui è classificata l’unità immobiliare, per Comune amministrativo: mq massimi e minimi (ogni Ufficio ha la propria tabella); Quando la superficie di calpestio di una stanza più l’intero spessore delle murature interne e metà di quello delle murature esterne fino ad un massimo di 50 cm è inferiore alla superficie minima tabellare, si computa per quella 1/3 di vano utile (accessorio diretto). Se invece la superficie catastale di una stanza è superiore alla superficie massima tabellare, si calcola l’eccedenza rispetto a 1 vano, applicando la formula (Sr - SM): SM in cui Sr sta per Superficie rilevata ed SM sta per Superficie Massima tabellare. La cucina, purché sia funzionale e dotata di tutti gli impianti tipici della sua destinazione d’uso, è sempre considerata come un vano utile. Accessori diretti: (sono pari ad 1/3 di vano). Si tratta di quei locali strettamente necessari alla funzionalità dell’alloggio quali


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bagno, dispensa, ingresso, disimpegno, veranda, ecc. Accessori complementari: (sono pari a 1/4 di vano). Si tratta di quei locali che pur essendo necessari all’utilizzazione dei vani principali, ne completano la funzionalità (cantine, soffitte, stenditoi, legnaie, locali di sgombero, ecc., anche esterni al fabbricato principale). Dipendenze comuni: Sono le aree di pertinenza esclusiva dell’unità immobiliare (cortili, stenditoi, bucatoi, depositi, salette condominiali, ecc.). In questi casi è consentito aumentare la consistenza dell’unità immobiliare fino a un massimo del 10% di quella effettiva (fino a quando questi agiamenti non siano significativamente tali da influire in maniera determinante all’innalzamento di una classe). L’agiamento per un massimo del 10% può essere anche considerato negativamente qualora (ad esempio) l’unità immobiliare considerata abbia un affaccio su zona pericolosa o degradata rispetto ad altra unità immobiliare simile. La consistenza delle unità immobiliari comprese nel gruppo “A” si arrotonda al 1/2 vano. Esempio di calcolo Si considera un appartamento composto da una cucina, tre camere da letto di cui una di mq 8 (superficie inferiore alla minima prevista), una sala da pranzo di 32 mq (superficie superiore

alla massima prevista), un bagno, un gabinetto, un disimpegno, un ingresso ed un locale ad uso cantina. È necessario conoscere il Comune amministrativo e la zona censuaria, mentre il tecnico incaricato classifica l’immobile nella categoria e nella classe che ritiene più pertinente. Per l’esempio si sceglie la categoria A/3 di classe 4°. In quel Comune e per quella categoria sono previsti vani di superficie massima pari a 27 mq e di superficie minima pari a mq 9.

Gruppo “B”: abitazioni collettive, uffici pubblici, scuole, musei, ecc. La consistenza delle u.i.u. è data dal volume dell’immobile. Qualora si tratti di fabbricato intero, il volume si calcola vuoto per pieno sopra e sotto il livello del suolo. Qualora si tratti di una parte di fabbricato, il volume si calcola moltiplicando la superficie coperta di ciascun vano per l’altezza media dello stesso, da pavimento a soffitto; Per eventuale presenza di a-

Descrizione

Vani catastali

Vani principali: cucina, due camere, sala: la cameretta con superficie inferiore alla minima non viene qui computata; per la sala si conteggia qui soltanto un vano.

4,00

Ragguaglio per eccedenza di superficie nella sala: (32-27): 27 =

0,18

Consistenza della cameretta con superficie inf. alla minima prevista (1/3 di vano)

0,33

Accessori diretti: bagno, gabinetto, ingresso, disimpegno (4x1/3)

1,33

Accessori complementari: cantina (1x1/4)

0,25

Totale vani utili

6,09

Incidenza della disponibilità per l’unità immobiliare di una piccola corte 6,09x5% =

0,30

Totale

6,39

Consistenza arrotondata vani utili

6,50

La consistenza così determinata va moltiplicata per la tariffa d’estimo delle A/3 di classe 4° di quel Comune amministrativo e si ottiene la rendita.

giamenti scoperti o dipendenze comuni, si possono computare incrementando la consistenza volumetrica fino ad un massimo del 10%. Cruppo “C”: locali ad uso commerciale o artigianale, magazzini, stalle, autorimesse, tettoie, ecc. La consistenza delle u.i.u. è data dalla superficie libera utile interna, cioè quella di calpestio. Per il locale principale o accessorio, si calcola la superficie di calpestio di ciascun locale facente parte dell’unità immobiliare. È possibile un incremento o decremento della consistenza per agiamenti fino al massimo del 10%. Per la categoria “C/1” (negozi e botteghe) vige un’eccezione alla regola di cui sopra. I locali accessori di queste u.i.u. (retro bottega, depositi, servizi, ecc.) vanno computati con una superficie ragguagliata alla loro minore redditività rispetto al locale principale, con riferimento al rapporto tra la superficie degli accessori e quella del locale principale. Il coefficiente di ragguaglio normalmente applicato è del 50%. Per le C/1 è possibile un incremento o decremento della consistenza per agiamenti fino ad un massimo del 20%. Esempio di calcolo Si prende in esame un negozio (C/1) composto da un vano principale (di m 4,5x6) e da un retro negozio con Wc ( di complessivi mq 4,5x2) con un agiamento esterno scoperto esclusivo di mq 30. IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 15


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Descrizione

Vani catastali

Vani accessori diretti: mq 9,00 mq 9,00/27,00 = 0,33 per cui si può applicare un coefficiente di ragguaglio pari al 50% 9,00 x 50% = 4,50

4,50

Complessivamente mq Per la pertinenza esterna esclusiva: 31,50 x 10% = 3,15

31,5

Consistenza totale Consistenza arrotondata in mq catastali

34,65 35,00

3,15

La rendita catastale delle unità immobiliari urbane (Gruppi A, B e C) si calcola moltiplicando la consistenza calcolata come sopra per la tariffa d’estimo della

categoria e classe che si attribuiscono alla stessa vigenti nello specifico Comune o zona censuaria.

Esempio di calcolo di una rendita catastale di unità immobiliare del gruppo “D” Si analizza un capannone uso officina (mq 850) con

quattro presse fisse, una parte adibita ad ufficio (mq 200) e l’altra asfaltata (mq 1000)

Tipologia

Destinazione

Consistenza

Valore unit.

Valore totale

Area

Giardino

mq2.000

E

20

E

40.000

Area

Asfalto

mq1.000

E

15

E

15.000

Edificio

Officina

mq 850

E

200

E 170.000

Edificio

Ufficio

mq 200

E

450

E

Impianti

Presse

n.

E30.000

4

Totale valore stimato E 435.000 x 2% = E 8.700 (rendita catastale).

NB. I valori devono essere riferiti al biennio 1988-89

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90.000

E 120.000 435.000


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DALLA CASSA Simonetta Vescovi

I

l Comitato dei Delegati del Cipag tenutosi a Roma nelle giornate del 22, 23 e 24 novembre ha approvato la variazione al Bilancio di previsione 2010, dal quale emerge una consistenza patrimoniale netta al 31 dicembre di 1.800,7 milioni di euro. Di seguito ha discusso e approvato il Bilancio di previsione 2011, con una consistenza patrimoniale netta al 31 dicembre del 2011 pari a 1.986,1 milioni di euro. In questi periodi di crisi calata su tutti i settori, anche la Cassa Nazionale dei geometri ha riscontrato le diffi-

Presto eliminato il mod. 17 Un questionario per la nuova previdenza complementare coltà dei propri iscritti, anche se i loro consuntivi 2009 si sono mantenuti sostanzialmente positivi. Il Comitato dei Delegati ha preso atto che, nell’ottica di agevolare la categoria, si sta concretizzando la delibera assunta a maggio per una effettiva collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, nel senso che sarà eliminato il modello 17 che, purtroppo, spesso per errori di varia natura ha fatto nascere problemi sia agli iscritti sia alla stessa Cassa. Nel Modello Unico 2011 si troverà pertanto la sezione dedicata agli adempimenti per il calcolo e il pagamento

del contributo soggettivo e integrativo. Ciò comporterà una notevole riduzione burocratica: l’eliminazione e la compilazionedel mod. 17 non spetterà più al professionista e determinerà anche per la Cassa un risparmio di tempo in quanto non dovrà più controllare i dati dichiarati. A favore del geometra vi sarà inoltre – ed anche questo è un fatto importante – la possibilità di compensazione della quota dovuta alla Cassa con eventuali crediti che dovesse percepire dallo Stato. Sono state anche apportate modifiche ai Regolamenti e allo Statuto, delle quali si

scriverà più dettagliatamente nel prossimo numero della rivista e delle quali riferiamo qui i sommi capi: Regolamento Contributi: – è ora prevista la rateizzazione dei contributi minimi in quattro rate, 31 maggio, 31 luglio, 15 ottobre e 15 dicembre; – è stata aggiunta la possibilità di riscattare i corsi universitari e il servizio militare; Statuto e Regolamento di attuazione delle norme statutarie: – è prevista la possibilità per l’Ente previdenziale di gestire una previdenza complementare.

C

irca quest’ultima possibilità, si fa presente che nei prossimi mesi verrà inviato a tutti gli iscritti un questionario, al fine di individuare le loro esigenze e problematiche. Ai colleghi si chiede un poco di tempo per la compilazione del questionario: tempo che per la Cassa sarà fondamentale al fine di capire le loro reali esigenze e quindi mettere in atto tutti gli strumenti per essere vicino alle necessità degli iscritti. Le domande del questionario saranno circa 24 e affronteranno le tematiche risolutive per l’impostazione della previdenza complementare. ❑

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DALLA CASSA Valentina Conte Da “Affari & Finanza” 22 novembre 2010

Pensioni povere per professionisti ricchi I giovani sono preoccupati

Riportiamo un contributo sui temi pensionistico-previdenziali riguardanti gli avvocati, i commercialisti, gli ingegneri e i medici. Anche loro vivono un momento di grande incertezza riguardo alle loro pensioni che dimostra come la categoria dei geometri, con i sacrifici messi in atto negli ultimi 15 anni, sembrerebbe, in tal senso, più tutelata.

T

anta voglia di fare i liberi professionisti, nonostante un futuro che si preannuncia gramo. Le iscrizioni agli albi crescono in modo esponenziale. Non altrettanto i redditi, consumati dalla crisi e dalla concorrenza. Così, le pensioni di avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti del futuro rischiano di essere talmente basse da indurre qualche preoccupazione già nel presente, soprattutto nei giovani. Sarà anche per questo che tutti gli ordini professionali mettono in campo strategie e proposte per diffondere sempre più tra gli iscritti la cultura della previdenza. «In passato gli avvocati non erano attenti alla loro vita previdenziale», ammette Marco Ubertini, presidente della Cassa forense. «Ma ora c’è la crisi e siamo preoccupati». Tra il 2008 e il 2009 il reddito medio annuo degli avvocati, 156mila iscritti, è diminuito dell’1,1%. Ma in aree strategiche e fruttuose come la Lombardia, le parcelle sono andate giù del 2,9%. Per non parlare dei giovani. Chi ha tra i 25 e i 35 anni guadagna circa 20mila euro lordi all’anno. In pratica 1.200 euro al mese. Senza tredicesime, ferie e tutele tipiche dei lavoratori dipendenti. «I professionisti al di sotto dei 45 anni rappresentano il 57% degli iscritti alla 20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Cassa, ma hanno un reddito medio 2,2 volte inferiore a quello dei colleghi più anziani», prosegue Ubertini. «Un avvocato under 45 guadagna in media 1.839 euro al mese. Uno over 65, il doppio». Una differenza che si riperquoterà sulle future pensioni. «L’importo medio erogato attualmente ai 25 mila avvocati in pensione è di 23mila euro l’anno: 30 mila euro agli uomini e 15mila alle donne. Fermo restando che per gli avvocati esiste un tetto massimo raggiungibile di pensione che è 50-52mila euro per 35-40 anni di lavoro», spiega Ubertini. Il contributo è del 13% e poi c’è l’1% obbligatorio che va al “pilastro modulare” calcolato con il sistema contributivo, una novità inserita per rimpolpare le future pensioni e che il singolo avvocato può, in modo facoltativo, estendere fino al 9%». Non va meglio ai commercialisti. «Siamo stati i primi a fare la riforma previdenziale passando dal retributivo al contributivo, già dal 1995, ovvero dalla privatizzazione delle Casse», racconta Antonio Pastore, membro del Consiglio direttivo dell’Aipd. «Ora ci troviamo tre tipologie di iscritti. Chi è andato in pensione entro il 2003 con il vecchio metodo retributivo può contare su un tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra la prima

pensione e l’ultimo stipendio, tra il 75 e l’80%. Gli iscritti che nel 2003 non avevano i requisiti (33mila) avranno una pensione mista, data dalla somma di retributivo e contributivo. I giovani iscritti nel 2004, almeno 15mila, sono invece con il sistema unico contributivo. Per loro i tassi di sostituzione si sgonfiano fino al 2728%. Versando, ad esempio, il 10% di un reddito annuale pari a 30mila euro lordi per 32-33 anni, avranno 10mila euro di pensione l’anno. Una miseria frutto dell’iniquità del sistema».

P

roprio per tamponare l’evidente distorsione, la Cassa di previdenza di ingegneri e architetti prevede una contribuzione obbligatoria per tutti pari al 14%. «I giovani che si affacciano alla professione aprono una partita Iva e si mettono sul mercato. Ma così la crisi, che ha colpito soprattutto l’edilizia, il lavoro è poco e pagato male, anche meno di mille euro lordi al mese. Nel 2009 il reddito di ingegneri e architetti è calato del 9%, ma gli iscritti aumentano di 6-7mila unità ogni anno», spiega Paola Muratorio, presidente di Inarcassa. «Fortunatamente abbiamo solo 15mila pensionati a fronte di 150mila iscritti», sospira. «Il tasso di sostituzione netto delle pensioni di vecchiaia è ora del 59%, ancora buono, e la pensione media di quasi 29mila euro. Intanto ci avviciniamo con gradualità al sistema contributivo, guar-

dando con preoccupazione alla situazione dei giovani». I medici che scelgono la libera professione sono obbligati, come tutti gli iscritti all’ordine d’altronde (350mila in tutto, compresi gli odontoiatri), a versare il contributo minimo annuo di 1.280 euro, anche se non hanno guadagnato nulla. Per i redditi superiori a 10.000 euro l’anno versano il 12,5% al Fondo speciale di competenza. Sopra ai 50.000 euro il contributo è dell’1%. «Questo significa che fino ai 50mila euro il tasso di sostituzione è del 60-65%. Dopo è ovviamente irrisorio e si deve far ricorso alla previdenza integrativa», spiega Alberto Oliveti, vicepresidente dell’Enpam, l’ente di previdenza di medici e odontoiatri.

T

otalmente differente è la situazione dei notai. «Eroghiamo le pensioni secondo uno spirito solidaristico puro e non sulla base dei contributi versati, ma dell’anzianità», dice Alessandro De Donato, vicepresidente della Cassa del notariato. «Così un notaio con 10 anni di anzianità prenderà 4;106 euro lordi al mese. Con 40 anni, 7.432 euro». ❑


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LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti

L

a stampa, anche locale, ha già dato notizia del problema che si è creato in ordine alla responsabilità per vizi costruttivi, nel caso in cui l’impresa costruttrice risulti cancellata dai registri delle imprese. La ragione che ha sollevato la questione, sta nella sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 22 febbraio 2010 n.4062, nella quale si sancisce (facendo venire meno l’interpretazione fino ad allora seguita della sussistenza giuridica della società anche dopo la cancellazione, fino al pagamento di ogni debito) che le società di capitali, con estensione analogica anche a quelle di persone, si estinguono definitivamente con la cancellazione dal registro delle imprese (costitutiva per le prime e dichiarativa per le seconde data la loro differente natura), per effetto della riforma introdotta dal Decreto Legislativo n. 06/2003 che ha modificato l’art. 2945 comma secondo del codice civile. La norma ha preso vigore dal primo gennaio 2004 con effetto ultrattivo. Per l’effetto, quindi, la società non può più essere legittimata ad agire né ad essere convenuta in giudizio, nel mentre l’eventuale responsabilità si trasferisce sui soci nei limiti stabiliti dalla norma. Il che può rivelarsi semplicemente illusorio. Giustamente è stato rilevato quindi, che gli interessati 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Assicurazione dell’immobile per danni

dovrebbero ricordarsi di premunirsi delle tutele che sono previste nel Decreto Legislativo 2 giugno 2005 n. 122, che penso ben noto, ma che colgo l’occasione di richiamare in questa nuova situazione giuridica. Rimando all’art. 2 del detto decreto legislativo per quanto riguarda la garanzia fidejussoria, che esula dal nostro tema, e mi soffermo invece sull’art. 4 che si riferisce all’assicurazione sull’immobile che invece riguarda il nostro tema, e che così recita: «il costruttore è

obbligato a contrarre e a consegnare all’acquirente all’atto del trasferimento della proprietà una polizza assicurativa indennitaria decennale a beneficio dell’acquirente e con effetto dalla data dell’ultimazione dei lavori a copertura dei danni materiali e diretti all’immobile, compresi i danni ai terzi, cui sia tenuto ai sensi dell’art. 1669 del codice civile, derivanti da rovina totale o parziale da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, e co-

munque manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione». Mi è sembrato utile, nella situazione prospettata, questo richiamo, in quanto non so quanto sia diffuso premunirsi di questa garanzia, che certamente inciderà sui costi, e risultando ora certo non è più opportuno affidarsi solo alla fiducia verso il costruttore, che oggi c’è e domani non si sa. ❑


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Competenze professionali del geometra: una esemplare sentenza del Tar della Puglia La Regione Puglia ha emanato la Circolare interpretativa sulle “Competenze professionali della categoria dei geometri”. Il C.N.G., ritenendola lesiva delle competenze professionali dei geometri, l’ha respinta, motivando con le ragioni esposte nella documentatissima nota a firma del Presidente geom. Fausto Savoldi, che pubblichiamo di seguito, e che dopo il ricorso al Tar Puglia inoltrato da alcuni colleghi pugliesi, ha sortito la sentenza che pure riproduciamo e che dà ampiamente ragione alle tesi della nostra categoria. Regione Puglia Area Politiche per l’ambiente, le reti, la qualità urbana Servizio Lavori Pubblici CIRCOLARE INTERPRETATIVA da pubblicarsi sul B.U.R.P. e sul sito internet www.regione.puglia.it - area tematica opere pubbliche temi: lavori pubblici - documenti Oggetto: Competenze professionali della categoria dei geometri. Chiarimenti. Con riferimento alle precedenti note del 23 gennaio 2006 ed alla successiva nota prot. n. 4762 del 28 aprile 2006, di questo Servizio LL.PP. afferenti la tematica in oggetto, con la presente, si ribadiscono e se ne approfondiscono i contenuti, alla luce della pervenuta richiesta di revisione degli indirizzi assunti a livello di Amministrazione regionale. A far data dal 1° luglio 2009, è entrato definitivamente in vigore il Dm 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche sulle Costruzioni) e la relativa Circolare ministeriale esplicativa, normativa questa ormai allineata agli Eurodid. Il D.M. in argomento completa un percorso normativo avviato nel maggio 2003 con l’O.P.C.M. n. 3274/2003, proseguito con il D.M. 14 settembre 2005, e conclusosi, appunto, con il D.M. 14 gennaio 2008. Con tali disposizioni legislative ed alla luce della deliberazione di Giunta regionale n. 1626/09, su tutto il territorio regionale si progetta e si eseguono verifiche sulle costruzioni seguendo la normativa sismica, verificando, successivamente, le strutture resistenti ai cosiddetti “ stati limite”. Per assimilare le citate metodologie di calcolo e di verifica, in sé complesse, le categorie degli ingegneri, degli archi24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

tetti, e, per quanto di competenza, dei geologi, hanno dovuto nel corso di questi anni, aggiornare le proprie esigenze acquisite nei piani di studio dei corsi universitari; il piano di studio delle scuole medie superiori per geomùetri non prevede l’assunzione di conoscenze che possano ragionevolmente consentire agli stessi tecnici diplomati di progettare in zona sismica con metodi di verifica paragonabili a quelli ascritti alla competenza delle suddette categorie di tecnici laureati. Tali considerazioni, ragionevolmente, scaturiscono non certamente per considerazioni di tipo corporativo, cui questo Servizio è estraneo, bensì al fine del perseguimento del superiore interesse pubblico e della tutela della pubblica incolumità. Inoltre, l’impossibilità per i geometri di progettare opere in c.a. è altresì sancita da sentenze dei vari livelli di giudizio, non ultima la sentenza n. 320/2005 del 29 aprile 2005 del Tar Lazio, e n. 19292 del 7 settembre 2009 della Suprema Corte di Cassazione. Per completezza di informazione, le varie sentenze che sono state emesse e che hanno espresso giudizi di merito in ordine alla competenza dei geometri, hanno solo prefigurato la possibilità per i geometri di progettare opere rurali in c.a. di modesta entità, che non prevedono particolari e complesse metodologie di calcolo; tale possibilità, pur tuttavia, è venuta meno nel momento in cui a tutto il territorio regionale è stata estesa l’obbligatorietà di progettare utilizzando esclusivamente criteri di antisismicità, che prevedono, appunto, anche per le suddette opere di modesta entità, concetti e metodologie di calcolo complessi (accelerogrammi, spettri di risposta, verifica agli stati limite). La non esaustiva e richiesta competenza ascrivibile alla categoria dei geometri, per le attività di progettazione, è estesa anche alla parte architettonica, essendo la stessa strettamente connessa a quella strutturale. Per la medesima tipologia di costruzioni, sopra richiamata, tuttavia, non si ritiene poter escludere forme di cooperazione, mantenendo al solo tecnico laureato l’esclusiva responsabilità della calcolazione strutturale e della relativa direzione lavori. Le oggettive limitazioni previste per i geometri sono peraltro estese anche agli ingegneri con laurea triennale. In definitiva, è ragionevole ritenere che la competenza della categoria professionale dei geometri in zona sismica può essere consentita per la esclusiva zona classificata 4, alle attività di progettazione, direzione lavori e vigilanza su lavori di riparazione delle costruzioni esistenti, nonché sugli interventi locali, così come esplicitati al punto C8.4.3 della Circolare 02 febbraio 2009 n. 617/C.S.LL.PP., al D.M. 14 gennaio 2008, con esclusione in ogni caso di opere che prevedono l’impiego di strutture in c.a. e acciaio, a meno che trattasi di


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piccoli manufatti accessori, nell’ambito di fabbricati agricoli o destinati all’industria agricola, che non richiedano particolari operazioni di calcolo, e che per la loro destinazione non comportino pericolo per la pubblica incolumità. Potrà essere compito del legislatore nazionale prevedere percorsi che portino a una diversa ulteriore connotazione delle attuali competenze professionali dei geometri, in virtù degli attuali limiti imposti, laddove plausibili con le evidenti esigenze innanzi rappresentate, che dovranno necessariamente comprendere forme di aggiornamento dei programmi e dei percorsi di studio degli Istituti professionali per geometri. A.P. Referente rischio sismico (Ing. Angelo Lobefaro)

Il Dirigente Servizio LL.PP. e “ad interim” Dirigente dell’Uff. Sismico e geologico (Ing. Francesco Bitetto)

Il Consiglio Nazionale geometri e geometri laureati in data 27 luglio 2010 ha preso posizione sulla la Circolare interpretativa Regione Puglia riguardante le competenze professionali dei geometri e ha emanato la seguente nota:

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uesto Consiglio è venuto a conoscenza della “Circolare interpretativa” (AOO–064–06/07/2010-0063615) emanata dal Servizio Lavori Pubblici, avente ad oggetto “Competenze professionali della categoria dei geometri. Chiarimenti”. La posizione assunta da tali funzionari quali pubblici ufficiali, ove dovesse determinare il ritardo o il rifiuto di atti dovuti d’ufficio, procurerebbe danni ingiusti a privati cittadini (richiedenti il provvedimento) con l’effetto di penalizzare gli appartenenti ad una categoria professionale a diretto vantaggio di altre di cui risultano portatori di interessi palesemente corporativi, anche nella loro qualità di iscritti. Si consideri che uno dei firmatari della circolare suddetta, ing. Angelo Lobefaro, mentre dichiara che «Tali

considerazioni, ragionevolmente, scaturiscono non certamente per considerazioni di tipo corporativo, cui questo Servizio è estraneo, bensì al fine del perseguimento del superiore interesse pubblico e della tutela della pubblica incolumità», non è affatto distaccato da marcati interessi corporativi in relazione alla sua qualità di Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari. Quindi, proprio per il più elementare principio di imparzialità, tale condizione avrebbe dovuto indurlo ad astenersi dall’assumere personalmente la posizione di interprete della legge a completo svantaggio di una categoria professionale, rispetto alla quale, quella di sua appartenenza si manifesta sempre in aperto contrasto. Ciò premesso, si deve evi-

denziare in modo non equivoco che nessuna modificazione legislativa è intervenuta con l’effetto cogente di ristabilire o diversamente disciplinare le competenze professionali. Né tale effetto può averlo, in via mediata, l’intervenuta nuova legislazione in materia di norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche che, per la sua portata innovativa, impone l’aggiornamento professionale da parte di tutti i professionisti. Le norme tecniche stesse, comunque, riaffermano, in materia di costruzioni civili, i limiti di competenza già stabiliti dalla pregressa normativa vigente. La giurisprudenza richiamata nelle circolari vale solo ed esclusivamente per il caso giudicato e si risolve, al contrario dell’auspicata chiarezza, in una forte e malcelata pressione che, ben lungi dal dirimere dubbi, ingenera, invece, confusione e prevaricazione. Per quanto riguarda le competenze professionali, dal punto di vista normativo, è appena il caso di ricordare che la legislazione vigente non vieta in modo aprioristico al geometra di operare con strutture in cemento armato nelle costruzioni. Se è vero che la lettera l), art. 16, del R.D. n. 274/1929, disciplina la progettazione, direzione, sorveglianza e liquidazione di piccole costruzioni accessorie in c.a. di costruzioni rurali e di edifici per uso di industrie agricole, di limitata importanza, è altrettanto innegabile che la lettera m) assegna ai geo-

metri il «progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili», senza ulteriori precisazioni. La maggiore ampiezza normativa della lettera l) che espressamente disciplina l’uso del cemento armato nelle costruzioni a destinazione agricola (edifici per uso industrie agricole), non può autorizzare l’interprete a concludere che il legislatore, formulando in modo generico la norma contenuta nella successiva lettera m) (senza esplicito riferimento all’uso del cemento armato), ne abbia voluto vietare l’utilizzo per le costruzioni civili (“quod voluit dixit, quod non dixit noluit»). Questa conclusione condurrebbe a conseguenze aberranti, tali da comprimere in maniera inccettabile l’esercizio della professione del geometra e da snaturarne la funzione, vista l’importanza e la diffusione ormai acqisita dal cemento armato nell’ambito delle costruzioni non solo a destinazione civile.

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ltre tutto siffatta conclusione contravviene chiaramente al dettato della L. n. 1086, del 5.11.71, art. 2, 1° comma, che, anzi, garantisce al geometra il diritto all’uso del cemento armato entro i limiti di competenza. Tale legge, infatti, ha disciplinato “in toto” la materia, innovando la precedente normativa e riconoscendo la legittimazione anche dei geometri a progettare opere in cemento armato secondo i criteri stabiliti dal relativo regolamento professionale IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 25


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(cfr. decisione Consiglio di Stato, sez. IV, n. 784/1997). Pertanto il concetto di “modesta costruzione” non è preordinato ad escludere “sic et simpliciter” e completamente la possibilità per il geometra di progettare qualsiasi tipo di costruzione edilizia (come alcuni Ordini proditoriamente e tendenziosamente vorrebbero indurre a ritenere) né potrebbe essere altrimenti poiché, infatti, il concetto medesimo è finalizzato a stabilire un ambito in relazione al quale il geometra stesso è pienamente e storicamente legittimato ad operare. Nemmeno può andare in soccorso di tale faziosa impostazione la sporadica e ripetitiva giurisprudenza citata a sostegno delle tesi, come se la stessa potesse valere per tutti i casi indiscriminatamente e non già solo ed esclusivamente per la fattispecie relativa al caso giudicato, avuto riguardo anche alle peculiarità del caso deciso. A questo punto, si reputa oltremodo opportuno riaffermare il vero e corretto significato del concetto di “ modesta costruzione” per stabilire l’ambito di competenza del geometra nell’espletamento di incarichi professionali, adottando il criterio tecnico-qualitativo in relazione alle caratteristiche dell’opera da realizzare. Per quanto riguarda il principale aspetto della questione, cioè la progettazione in zona sismica, si richiama la L. n. 64, del 2 febbraio 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

1974, «Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche» che, all’art. 17, 2° comma, così prescrive testualmente: «Alla domanda deve essere unito il progetto, in doppio esemplare e debitamente firmato da un ingegnere, architetto, geometra o perito industriale iscritto all’Albo, nei limiti delle rispettive competenze, nonché del direttore dei lavori».

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i osserva che la norma, nella sua formulazione, richiama in modo pressoché identico quella contenuta nell’art. 2, 1° comma, della L. n. 1086/71 sulla disciplina dell’uso del cemento armato, che è stata fino ad ora oggetto di analisi interpretativa. Anche questa norma rimanda ai criteri di ripartizione delle competenze stabiliti dalla legge professionale, motivo per cui tutte le considerazioni di principio già svolte in precedenza possono essere qui validamente riproposte. Ancora una volta, la legge autorizza il geometra ad operare, in zona sismica, a condizione che egli sia iscritto al proprio albo professionale e nei limiti della sua competenza, secondo i criteri generali richiamati dall’art. 16, R.D. n. 274/1929. Quand’anche la progettazione in zona sismica richieda particolari operazioni di calcolo, la legge comunque scevera da questo concetto e colloca i limiti di

competenza del geometra entro quelli predeterminati dalla legge professionale alla quale rimanda, vale a dire il limite della modesta costruzione. Si deve dunque nuovamente riaffermare il concetto di modesta costruzione civile per determinare l’ambito di competenza del geometra nell’espletamento di incarichi professionali anche in zone sottoposte a pericolo sismico ed a più forte ragione in zone non sottoposte a tale rischio. D’altro canto, occorre tenere conto della specifica preparazione scolastica – unitamente a quella professionale – dei geometri, assicurata alla disciplina dei programmi di insegnamento, attualmente previsti dal Dpr. n. 825, dell’1/5/1972 (materie, orari e programmi di insegnamento negli istituti tecnici per geometri). Tale decreto ha, infatti, introdotto il “cemento armato” come materia di studio sotto ogni rilevante aspetto (materiali, requisiti di accettazione e di impiego, sistemi costruttivi, calcolo delle strutture, progettazione e direzione lavori). Inoltre, va rilevato che, con specifico riferimento all’obbligo della P.A. di motivare congruamente in ordine alla sufficienza della redazione di un progetto da parte di un geometra in sede di rilascio di una concessione edilizia, da oltre dieci anni la giurisprudenza amministrativa ha espressamente chiarito che la competenza di tale professionista per la realiz-

zazione in cemento armato di piccole costruzioni accessorie di edifici rurali o per uso di industrie agricole (ex art. 16, lett. 1), del R.D. n. 274/29) deve essere riferita anche alle costruzioni civili di modesta entità (ai sensi della successiva lett. m) dello stesso articolo che non prevede alcuna limitazione nel tipo di struttura). Ciò in quanto «dal complesso normativo risultante dal R.D. 16 novembre 1939 n. 2229 e dalle l. 5 novembre 1971 n. 1086, 2 febbraio 1974 n. 64 e 2 marzo 1949 n. 144 si deve trarre la conclusione che ai tecnici diplomati non è preclusa in assoluto la progettazione di strutture in cemento armato, anzi la stessa è specificamente prevista e consentita sempre che si mantenga nei limiti della competenza come determinata nella rispettiva disciplina professionale: ne consegue che la competenza dei geometri alla progettazione, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili non trova alcuna limitazione o preclusione nella restrittiva struttura in cemento armato e dovendo anzi tenersi conto della specifica cultura di tali professionisti accresciuta dall’evoluzione delle relative conoscenze tecniche» (così, esemplare in punto di motivazione, Consiglio di Stato sez. IV, 9 agosto 1997, n. 784). Ne inferisce che «per valutare la idoneità del geometra a firmare il progetto di un’opera occorre considerare le concrete caratteristiche dell’intervento», e a «tal fine


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non possono essere prefissati criteri rigidi e fissi, ma è necessario considerare tutte le particolarità della concreta vicenda, anche alla luce dell’evoluzione tecnica ed economica del settore edilizio» (in questi termini il Consiglio di Stato sez. V, n. 348/5001).

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eraltro, le statuizioni della giurisprudenza amministrativa si richiamano a un precedente di indiscutibile rilievo, in quanto proveniente dal Supremo Giudice delle Leggi. Infatti, con la sentenza n. 199 del 27 aprile 1993, la Corte Costituzionale non soltanto ha aderito incondizionatamente al criterio «tecnico qualitativo fondato sulla valutazione della struttura dell’edificio e delle relative modalità costruttive», ma ha altresì espressamente qualificato tale criterio come “flessibile”, destinato cioè ad evolversi in accordo con le «cognizioni necessariamente variabili in rapporto ai progressi tecnici scientifici che la materia può subire nel tempo» e per la cui applicazione concreta occorre fare riferimento, oltre alla legge n. 144/49 (tariffa professionale), anche all’intera normativa di settore. In tale ambito, dunque, vanno ricomprese le disposizioni riguardanti altre categorie tecniche, quale il regolamento professionale dei periti industriali (R.D. n. 275/29) che riporta la medesima espressione «modesta costruzione civile”, ampiamente specificata all’art. 19

della relativa tariffa (L. n. 146/57). A tale proposito la Consulta conferma che i regolamenti delle professioni suddette risultano emanati contemporaneamente e, pertanto, appare inoppugnabile che la medesima espressione debba avere la stessa valenza, individuata attraverso le tariffe professionali, alla luce della cultura tecnica e professionale delle categorie interessate. Pertanto, il più ampio ambito di competenze descritto dalla legge n. 146/57, rispetto a quello indicato dalla legge n. 144/49, determinato dalla evoluzione tecnico-professionale, deve essere ragionevolmente riferito anche ai geometri. La sentenza citata non menziona il cemento armato, ma le espressioni adoperate («valutazione» delle «caratteristiche costruttive» e delle «difficoltà tecniche presenti») non solo non ne escludono l’uso, ma all’opposto lo ammettono (peraltro in termini sostanzialmente analoghi si era espressa qualche anno prima la stessa giurisprudenza amministrativa, con la sentenza del Consiglio di Stato sez. V, 12 novembre 1985 n. 390). Ad ulteriore conferma della ragionevolezza del criterio tecnico qualitativo e dei risultati “flessibili” (per usare l’espressione adottata dalla Corte Costituzionale) che esso comporta, la giurisprudenza di legittimità, con riguardo specifico al cemento armato, ha osservato «che nel periodo intercorrente fra

l’emanazione del R.D. n. 274/929 e delle successive leggi citate, lo sviluppo del cemento armato nell’edilizia è stato notevolissimo, tanto che le strutture di tale tipo hanno praticamente sostituito l’uso di quelle una volta denominate “ordinarie”», concludendo pertanto che «il richiamo fatto alle due citate leggi n. 1085/1971 e n. 64/1974 sulle strutture cementizie e sulle strutture antisismiche alla competenza dei geometri e dei periti industriali edili, ha anche il significato di riconoscere ad essi una normale e generica competenza nel progettare le opere in cemento armato». E la Suprema Corte di Cassazione, sez. II civile, ha ribadito il suddetto principio con la pronunzia n. 5428 del 17 marzo 2004.

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nche la giurisprudenza penale si pone nel solco inaugurato dalla giurisprudenza amministrativa e dalla Corte Costituzionale, e con la sentenza n. 3673/93 della sesta sez. della Cassazione Penale si è addirittura spinta oltre, riconoscendo che la competenza in materia di costruzioni civili è disciplinata dalla sola lett. m) dell’art. 16 R.D. n. 274/29 e che, ai fini della delimitazione della competenza in materia di costruzioni civili, non hanno alcuna rilevanza le disposizioni dettate nelle altre lettere del medesimo articolo 16. Infatti, la lettera m) non ha posto «alcuna distinzione o esclusione in ordine al tipo di costruzione, alla sua strut-

tura o alla tecnica costruttiva; poiché la legge non ha escluso l’uso della struttura in cemento armato, sarebbe ingiustificato ed anzi arbitrario porre una limitazione alla attività del geometra circoscrivendola ad un solo tipo di costruzione, escludendo quella realizzata con l’impiego del cemento armato» e, pertanto, i geometri «sono normalmente competenti a progettare ed eseguire opere in cemento armato nei limiti quantitativi e qualitativi previsti» dalla disciplina professionale. Nello stesso senso la sentenza della III sezione della Cassazione penale n. 10125 del 15 ottobre 1996 ha chiarito che «l’art. 2 della legge 5 novembre 1971 n. 1086, nell’indicare i professionisti abilitati alla progettazione ed alla costruzione delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, fa espressamente salvi i limiti delle singole competenze professionali. Per quanto riguarda i geometri, occorre fare riferimento alle lettere l) e m) dell’art. 16 del R.D. 11 febbraio 1929 n. 274, che segnano i limiti della competenza del geometra in materia di costruzioni rurali e civili, e da cui può desumersi che, relativamente alle costruzioni in cemento armato, il geometra è abilitato alla progettazione e direzione di lavori afferenti a esse solo quando si tratti di modeste costruzioni – intendendosi con tale termine la limitata entità dell’opera nel suo complesso e non la sola IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 29


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semplicità di essa – che non richiedano complessi calcoli delle strutture e non comportino problemi di stabilità e pericolo per la incolumità pubblica» (limitazioni, peraltro, previste unicamente per le costruzioni per uso di industrie agricole).

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ncor più di recente, la sentenza del Tribunale penale di Aosta, n. 683 del 29 giugno 2006 – tenendo tra l’altro conto di una perizia redatta da ingegnere – riconosce la competenza professionale del geometra nella progettazione e DL di opere in c.a., laddove l’opera stessa possa possa «considerarsi modesta». Per quanto riguarda il concetto di «pericolo per la pubblica incolumità», il riferimento è costituito dall’art. 1 del R.D. 16 novembre 1939 n. 2229 che stabiliva che «ogni opera di conglomerato cementizio, semplice od armato, la cui stabilità possa comunque interessare l’incolumità delle persone deve essere costruita in base ad un progetto esecutivo firmato da un ingegnere, ovvero da un architetto iscritto all’albo, nei limiti delle rispettive attribuzioni, ai sensi della legge 24 giugno 1923 n. 1395 e del R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537 sull’esercizio delle professioni di ingegnere e di architetto e delle successive modificazioni». Questa disposizione, per essere correttamente interpretata, va temporalmente collocata al momento del30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

l’entrata in vigore del R.D. n. 2229/1939 e, dunque, giusto 70 anni addietro, epoca in cui l’utilizzo del cemento armato, quale struttura portante di costruzioni civili, veniva per la prima volta ammesso in Italia. Quindi, l’esigenza di una incisiva cautela era giustificata poiché riconducibile al fatto che era ancora in atto la specifica sperimentazione e, di conseguenza, richiamava a maggiori responsabilità i professionisti preordinati al calcolo e dimensionamento della stessa. Ne discende che questa disposizione, essendo stata superata e implicitamente abrogata dalla citata legge n. 1086/1971, non può essere strumentalmente utilizzata nell’interpretazione della lettera m), al fine di escludere la competenza dei geometri in materia di costruzioni civili in cemento armato. Alla luce delle precedenti argomentazioni risulta inconferente, oltre che manifestamente irragionevole, escludere a priori qualsivoglia competenza dei geometri nel campo delle costruzioni civili in cemento armato. Deve, peraltro, aggiungersi che l’interpretazione normativa prospettata dalla Suprema Corte sembra fondarsi esclusivamente sulla situazione contenuta nella lettera l) dell’art. 16, R.D. n. 274/1929, la quale per tale via, lungi dall’essere configurata come un semplice parametro di valutazione, assurgerebbe impropriamente al rango di unica disposizione applicabile nel

caso di specie. Non si comprende, allora, quale utilità concreta possa esplicare la previsione espressa di cui alla lettera m) del citato articolo 16, giacché ai fini della soluzione alla quale è pervenuto tale giudice (per mezzo di un ragionamento induttivo, anziché deduttivo) sarebbe stata sufficiente la norma di cui alla lettera l), già da sola idonea ad escludere per le (modeste) costruzioni civili in cemento armato (in quanto non espressamente contemplate) la competenza dei geometri.

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e non bastasse la giurisprudenza citata a sostegno delle competenze professionali del geometra, si fa esplicito riferimento a quanto affermato dal Centro Studi Ingegneri nella pubblicazione “Le competenze professionali degli ingegneri Juniores” (luglio 2008) – con prefazione a firma del Presidente del Consuglio Nazionale degli Ingegneri – che, trattando della definizione della modesta costruzione, alla nota 17, pag. 36, riporta testualmente: «Ad esempio, ipotesi non di rado verificatasi, oggetto della progettazione (di costruzioni non prefabbricate) è una struttura pari a circa 5.050 m 3 a fronte dei canonici 5.000 m3 con i quali la giurisprudenza individua generalmente le strutture di modesta entità». La valutazione della “modestia” va, pertanto, effettuata per ogni singola fattispecie, dando rilevanza decisiva al-

l’elemento tecnico-qualitativo, «tenuto conto della preparazione professionale della medesima (ndr Categoria dei geometri) in relazione agli studi ed alla cultura accresciuta dall’evoluzione delle conoscenze tecniche». Le considerazioni svolte valgono pienamente anche per le costruzioni a destinazione industriale o commerciale, come previsto anche dalla tariffa professionale (legge n. 144/1949) ed a maggior ragione la competenza non può essere messa in dubbio per le costruzioni con strutture prefabbricate di cui all’art. 9 della medesima legge n. 1086/1971. Ai sensi di tale norma, infatti, il progettista è responsabile dell’organico inserimento dei manufatti nel progetto delle strutture dell’opera, ma non anche nel calcolo delle strutture prefabbricate. In tale contesto, dunque, ogni decisione eventualmente adottata dalla P.A., che determini limitazioni agli ambiti di competenza ordinariamente ammessi, dovrà essere opportunamente motivata. Ciò anche al fine di evitare che il cambiamento di comportamento, conseguente a sollecitazioni esterne ed inopportune, configuri lesioni di interessi legittimi e di diritti soggettivi per disparità di trattamento, eccesso di potere o violazione di legge (se non abuso d’ufficio) conseguenti al mancato rispetto dei principi di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza e proporziona-


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lità (principi generali del diritto nazionale e comunitario e sanciti anche dal recente D.Lgs. n. 163/2006, art. 2 a cui la P.A. è tenuta ad uniformarsi). Da ultimo, si rileva che tale tipo di decisione espone a responsabilità, di carattere patrimoniale ed anche personale, il soggetto che adotti il provvedimento. Pertanto, alla luce di quanto premesso e nello spirito di collaborazione che contraddistingue, da sempre, i rapporti della categoria dei geometri con le amministrazioni locali, è dovere di questo Consiglio Nazionale difendere l’operato dei propri iscritti – laddove, ovviamente, esso sia rispettoso della disciplina che regola i limiti dell’esercizio dell’attività professionale – nonché invitare le predette amministrazioni a non modificare le regole fino ad oggi seguite per il trattamento delle pratiche edilizie, al fine di evitare comportamenti idonei a ledere le legittime prerogative dei medesimi professionisti e l’insorgenza di contenziosi diffusi su tutto l’ambito territoriale (i geometri professionisti, nella Regione Puglia, sono circa 7.000). Il PRESIDENTE

REPUBBLICA ITALIANA In nome del popolo italiano Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 60 e 74 Cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 1627 del 2010, proposto da: Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Taranto, Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Bari, Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Brindisi, Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Lecce, Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Foggia, Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Andria-Barletta-Trani, Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Lucera, rappresentati e difesi dagli avvocati Francesco Muscatello, Gianpiero Ramirez, con domicilio eletto presso Francesco Muscatello in Bari, via Abate Eustasio n. 5; contro Regione Puglia, rappresentato e difeso dall’avv. Adriana Shiroka, con domicilio eletto presso Adriana Shiroka in Bari, c/o avv.Ra Reg. Puglia, N. Sauro 33; Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; nei confronti di Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Bari, Ordine Regionale dei Geologi della Puglia, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brindisi, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto: per l’annullamento

(Geom. Fausto Savoldi)

1) «della circolare interpretativa» emanata in data 6 luglio 2010 dal Servizio Lavori Pubblici della Regione Puglia a firma del Dirigente di detto ufficio, ing. F. Bitetto e del referente rischio sismico, ing. Angelo Lobefero, pubblicata in BURP n. 121 del 15.07.2010 avente per oggetto “Competenze professionali della categoria dei geometri. Chiarimenti”.

2) di tutti gli atti presupposti, consequenziali e/o comunque connessi, ancorché ignoti, in quanto lesivi, ivi compresa – ove occorra – la delibera G.R. n. 1626 del 15 settembre 2009 recante ad oggetto “D.M. 14 gennaio 2008 - Norme tecniche per le costruzioni. Disposizione in merito alle procedure da adottare in materia di controlli e/o autorizzazioni, ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 93 e 94 Dpr. 6 giugno 380 n. 380 e s.m.i.” nonché le precedenti note regionali 23.1 e 28.04.2006 aventi pari oggetto (norme IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 31


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tecniche per le costruzioni) nonché la nota n. 25 luglio 2006 di conferma della precedente; e per il risarcimento del danno ingiusto patrimoniale e non patrimoniale subito sinora e quello subendo almeno sino alla definizione del presente giudizio da ciascuno dei Collegi ricorrenti quali Associazioni di categoria e, a titolo personale, da ciascuno degli iscritti a cagione dell’emanazione della predetta circolare da quantificarsi mediante consulenza tecnica d’ufficio o, in subordine, da liquidarsi in via equitativa. Visti il ricorso e i rilievi allegati; Visto l’atto di costituzione in giudizio di Regione Puglia; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 18 novembre 2010 il dott. Roberta Ravasio e uditi per le parti i difensori avv.ti F. Muscatello, G. Ramirez e A. Shiroka; Sentite le stesse parti ai sensi dell’art. 60 cod. proc. amm.; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO E DIRITTO Con il ricorso passato alla notifica il 14 ottobre 2010, depositato il successivo 5 novembre, i Collegi Provinciali dei geometri della Regione Puglia hanno impugnato il provvedimento in epigrafe indicato, a mezzo del quale il Dirigente del Servizio Lavori Pubblici della Regione Puglia, Ufficio Sismico e Geologico, ha fornito indicazioni sulla competenza della categoria professionale dei geometri a svolgere attività di progettazione di fabbricati ubicati in zona sismica. In particolare, tenuto conto della necessità di verificare se le strutture ubicate in zona sismica siano in grado resistenti ai c.d. “stati limite”, e considerato che tali verifiche implicherebbero nozioni tecniche estranee al bagaglio culturale dei geometri, il provvedimento impugnato – rubricato “Circolare interpretativa – Competenze professionali della categoria geometri. Chiarimenti” -, afferma che «In definitiva, è ragionevole ritenere che le competenze della categoria professionale dei geometri in zona sismica, può essere consentita per la esclusiva zona sismica 4, alle attività di progettazione, direzione lavori e vigilanza sui lavori di riparazione delle costruzioni esistenti, nonché sugli interventi locali…, con esclusione in ogni caso di opere che prevedono l’impiego di strutture in c.a. e in acciaio, a meno che trattasi di piccoli manufatti accessori, nell’ambito di fabbricati agricoli e destinati all’industria agricola, che non richiedono particolari operazioni di calcolo e che la loro destinazione non comportino pericolo per la pubblica incolumità». I Collegi Provinciali dei geometri della Puglia hanno impugnato l’anzidetto provvedimento deducendone, con unico, 32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

articolato motivo, la nullità ex art. 21 nonies .241/90 per difetto assoluto di attribuzione, nonché l’illegittimità per violazione di legge, eccesso di potere per erronea presupposizione, violazione dei principi costituzionali di cui agli artt. 3, 4 e 97 Cos., illegittimità propria e derivata dei provvedimenti consequenziali. Hanno evidenziato, in particolere, i ricorrenti che il provvedimento impugnato interviene in materia – quella della individuazione delle figure professionali e dei relativi profili e titoli abilitativi – attribuita in via esclusiva alla competenza legislativa statale, che in quanto tale non ammette interventi integrativi e/o modificativi né interpretativi da parte di norme che non promanino dai competenti organi statali. La doglianza è fondata. Va anzitutto rilevato che l’atto impugnato, così come prospettato dai ricorrenti, non ha una funzione meramente “interpretativa”. Infatti, da una parte esso introduce delle limitazioni oggettive alla attività di progettazione dei geometri, le quali non sono presenti nel testo delle leggi fondamentali di riferimento. D’altra parte la circolare in esame si presenta come un provvedimento concretamente suscettibile di incidere nella sfera giuridica degli appartenenti alla categoria professionale dei geometri, segnatamente per il fatto che implica la possibilità di approvare i progetti che, essendo stati redatti da geometri, non riguardino le opere che la circolare individua come le uniche che rientrano nella competenza dei suddetti professionisti. La circolare impugnata, dunque, costituisce atto concretamente lesivo e, al contempo, atto di fatto modificativo dell’ordinamento giuridico vigente. In quanto tale è illegittima. La individuazione delle singole figure professionali e delle rispettive competenze spetta infatti alla esclusiva competenza statale, sussistendo l’opportunità che tale disciplina sia uniforme ed omogenea in tutte le zone del territorio statale; le Regioni possono intervenire a disciplinare solo gli aspetti che hanno una stretta connessione con aspetti di rilevanza regionale. In tal senso la Sezione si è già pronunciata con la recente sentenza n. 2426/2010 sulla scorta delle indicazioni emergenti da varie pronunce della Corte Costituzionale. Tali le pronunce n. 138 e 271 del 2009. Questa seconda in particolare, è intervenuta a dichiarare la illegittimità costituzionale di alcune norme di una legge della Regione Emilia Romagna sia nella parte in cui istituivano una nuova figura professionale, sia nella parte in cui introducevano nuovi limiti all’esercizio delle professioni turistiche, trattandosi in entrambi i casi di previsioni eccedenti i limiti della competenza attribuita alle Regioni in materia di professioni di cui all’art. 117 comma 3 Cost. Analoga la pronuncia n. 132/2010, che ha pronunciato la illegittimità di alcune norme della legge della Regione Puglia


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n. 37/2008 nella parte in cui introduceva nuove figure professionali nel settore turistico, individuando altresì nuove ed ulteriori condizioni necessarie per l’iscrizione degli stessi al relativo albo professionale. Mutatis mutandis, è evidente che la circolare impugnata nel presente giudizio, circoscrivendo i casi in cui i geometri possono redigere direttamente progetti per fabbricati ubicati in zona sismica, ha introdotto delle limitazioni che non emergono in via diretta dalla normativa statale di settore e che, del resto, non trovano ragion d’essere nella particolare realtà della Regione Puglia: giova precisare, al proposito, che la classificazione del territorio in zone sismiche costituisce una esigenza in tutto il territorio nazionale e quindi non è possibile sostenere che la necessità di introdurre differenziazioni nella disciplina delle competenze dei professionisti competenti nel settore delle costruzioni, in ragione del grado di sismicità del territorio, sia particolare della Regione Puglia. È inoltre evidente che l’interpretazione di una normativa non può che promanare dallo stesso Ente che l’ha adottata: una eventuale interpretazione della normativa che attualmente disciplina le competenze dei geometri, la quale promana dallo Stato ed è integrata da ordinanze ministeriali, non può promanare da un organo regionale. Per i sovra esposti motivi, aventi carattere dirimenti, il ricorso in epigrafe va accolto. Le spese seguono la soccombenza e si liquidano come da

dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo per la Puglia (Sezione Seconda) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto annulla la circolare del Dirigente del Servizio Lavori Pubblici e dell’Ufficio Sismico e Geologico della Regione Puglia del 6 luglio 2010, pubblicata sul BURP n. 121 del 15 luglio 2010. Condanna la Regione Puglia al pagamento delle spese processuali a favore dei ricorrenti, che liquida in euro 3.000,00 (euro tremila), oltre accessori di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Così deciso in Bari nella camera di consiglio del giorno 18 novembre 2010 con l’intervento dei magistrati: Amedeo Urbano, Presidente Vito Mangialardi, Consigliere Roberta Ravasio, Referendario, Estensore l’Estensore

Il Presidente

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SICUREZZA CANTIERI Giorgio Guerrini

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lla luce dell’ampio utilizzo di fonti rinnovabili nell’edilizia moderna, è importante chiarire alcune prescrizioni dettate dal Titolo IV del Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, troppo spesso trascurate soprattutto nella posa di pannelli solari e fotovoltaici sulle coperture degli edifici. Leggendo la normativa l'installazione di questi impianti rientra a tutti gli effetti nell'elenco dei lavori edili o di ingegneria civile come definiti dall'Allegato X del D.Lgs. n. 81/2008: infatti, possono essere individuati come lavori di equipaggiamento, trasformazione e rinnovamento di opere fisse o permanenti in cemento armato, metallo, legno o altri materiali, compresa la posa di linee e impianti elettrici in quanto eseguiti contestualmente alla realizzazione di opere edili. Inoltre da un punto di vista pratico è bene considerare i vari rischi che tali lavorazioni possono comportare, quali ad esempio la caduta dall'alto, la movimentazione dei materiali e il rischio elettrico legato a contatti diretti o indiretti con le apparecchiature dell’impianto. La maggior parte di questi impianti sono installati su abitazioni private esistenti, l’intervento non necessita di Permesso di Costruire o di D.I.A., hanno una potenza 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Installazione dei pannelli solari e fotovoltaici in copertura

complessiva ridotta e di conseguenza l’entità dei lavori è minima (inferiore a 200 U.G.), inoltre un’unica impresa esegue sia la posa dei pannelli che i necessari collegamenti elettrici pertanto non è necessaria né la notifica preliminare né un coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione. È importante ricordare che in ogni caso il committente

importante trovare un giusto rapporto tra l'esecuzione delle stesse in sicurezza e i costi e le tempistiche per la realizzazione dell’intervento. I fabbricati sui quali si interviene sono diversi sia per tipologia costruttiva che per contesto in cui si trovano, pertanto le modalità di accesso e trasporto del materiale potrebbero essere

steriale che il PIMUS. Montato il ponteggio è importante provvedere alla messa in sicurezza di tutti i cornicioni di gronda che possono comportare un rischio di caduta dall’alto, attraverso l’utilizzo di dispositivi di protezione collettiva quali i parapetti. Nel caso in cui i fabbricati siano dotati di aperture per l'accesso alla copertura e di linee vita o ganci di ancoraggio ai quali fissare dispositivi di protezione individuale, se ne può valutare l'utilizzo ma spesso non sono la soluzione adatta a tutti i problemi, infatti è comunque importante effettuare una valutazione sulla successiva modalità di accesso del materiale, spesso ingombrante, sulla copertura.

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deve adempiere all’obbligo di verifica dell’idoneità tecnico-professionale dell’impresa esecutrice, anche quando le aziende fornitrici si appoggiano a una ditta esterna. La ditta esecutrice dovrà inoltre redigere il P.O.S. oltre al contratto di appalto o di subappalto. La documentazione deve essere consegnata al committente almeno 10 giorni prima dell’inizio dei lavori. Per quanto concerne lo svolgimento delle lavorazioni, è

molteplici. Nella maggior parte dei casi comunque la soluzione migliore è l’installazione di un ponteggio sulla facciata ritenuta più adatta, con relativo impalcato per la posa dell’argano, in questo modo viene reso possibile con un unico apprestamento l’accesso in sicurezza alla copertura sia degli operatori che del materiale e delle attrezzature. In cantiere dovranno essere custoditi sia il libretto mini-

n questi casi il trasporto dovrà avvenire con mezzi quali autogru o cestelli elevatori, in quanto le botole di accesso sono troppo piccole, mentre l’argano non può essere installato (se non in presenza di coperture piane, terrazzi o aggetti orizzontali), inoltre è da escludere la movimentazione manuale dei carichi con sollevamento da terra e successivo spostamento in copertura, a causa di un elevato rischio sia per la sicurezza di chi opera a terra che per la salute di chi deve sollevare materiale ed attrezzature a diversi metri di al-


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SICUREZZA CANTIERI

Il Consiglio del Collegio di Brescia nella seduta del 19 novembre scorso ha nominato la collega Nadia Bettari quale rappresentante del Collegio geometri e geometri laureati di Brescia nel Comitato tecnico-scientifico dell’Istituto “Bonsignori” di Remedello. Ci congratuliamo con Lei per l’autorevole incarico al quale, siamo sicuri, farà fronte con l’efficienza e le capacità che le sono unanimemente riconosciute. Nadia Bettari si è diplomata geometra nel 1993 proprio presso l’Istituto Bonsignori: ciò costituirà certamente un ulteriore incentivo a ben rappresentare la categoria in un “lavoro” che è impostato essenzialmente sul futuro dei giovani geometri.

tezza. Eventualmente è ammessa una deroga per l’utilizzo di ponti su ruote a torre fino ad un’altezza di 8 metri come da allegato XXIII del D.Lgs. n. 81/2008, ma le condizioni imposte non sono di poco conto inoltre risulterebbe comunque difficoltosa l’installazione dell’argano.

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el caso di interventi su fabbricati di maggiori dimensioni aventi anche destinazioni d’uso diverse, quali edifici commerciali, industriali o di uso pubblico, bisogna prestare attenzione già in fase progettuale perché la tipologia del cantiere può essere tale da indurre altre incombenze quali l’obbligo di coordinamento. Infatti spesso c’è la necessità di impiegare manodopera di diverse ditte esecutrici quindi il committente (o il responsabile dei lavori) oltre alla verifica dell’idoneità tecnico professionale dell’impresa come da allegato XVII del D.Lgs. n. 81/2008, ha l’obbligo di nominare il coordinatore e di inviare la Notifica preliminare, mentre le ditte esecutrici sono sempre obbligate a redigere il P.O.S. Può inoltre capitare sia per piccoli interventi che per grandi interventi che oltre alla posa dei pannelli fotovoltaici e solari siano presenti altre imprese che eseguono opere di impermeabilizzazione, di lattoneria, o altri interventi sulla copertura, in questi casi bisogna

rispettare tutti gli obblighi previsti per un normale cantiere temporaneo, quindi la nomina dei Coordinatori, l'invio della Notifica preliminare, la stesura del P.S.C. e la verifica l'idoneità dell'impresa che è tenuta a redigere il P.O.S. Per la messa in quota del materiale e delle attrezzature normalmente vengono impiegate autogru che consentono di diminuire tempi e costi rispetto all'installazione di un ponteggio, soprattutto se tali fabbricati si sviluppano su più piani. È importante verificare prima dell’inizio dell’intervento che la struttura della copertura sia in grado di sopportare i carichi accidentali che spesso sono

accatastati per motivi di imballaggio in pochi metri quadrati. Per gli operatori che eseguono l’installazione degli impianti è sempre meglio preferire dispositivi di protezione collettiva quali parapetti, da installare con l'ausilio di dispositivi di pro-

tezione individuale quali imbragature, in questo modo viene garantita la possibilità a più persone di accedere alle zone oggetto di intervento con una maggior possibilità di spostamento delle stesse e di conseguenza più facilità nella movimentazione del materiale. Infine è bene ricordare che in tutti i casi è necessario l’aggiornamento dell’eventuale fascicolo tecnico del fabbricato se presente, o in caso di assenza la stesura dello stesso per le opere eseguite a prescindere dall'obbligo di legge, in modo da indicare le modalità di accesso alla copertura nonché le eventuali opere di manutenzione necessarie per il corretto funzionamento dell’impianto e delle sue componenti. ❑

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Le nuove regole sulla mediazione facoltativa e obbligatoria

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ompletiamo, come avevamo annunciato nello scorso numero della rivista la pubblicazione del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 24. Riprendiamo dall’articolo 6. «Art. 6 Durata 1. Il procedimento di mediazione ha una durata non superiore a quattro mesi. 2. Il termine di cui al comma 1 decorre dalla data di deposito della domanda di mediazione, ovvero dalla scadenza di quello fissato dal giudice per il deposito della stessa e, anche nei casi in cui il giudice dispone il rinvio della causa ai sensi del quarto o del quinto periodo del comma 1 dell’articolo 5, non è soggetto a sospensione feriale. Art. 7 Effetti sulla ragionevole durata del processo 1. Il periodo di cui all’articolo 6 e il periodo del rinvio disposto dal giudice ai sensi dell’articolo 5, comma 1, non si computano ai fini di cui all’articolo 2 della legge 24 marzo 2001, n. 89. Art. 8 Procedimento 1. All’atto della presentazione della domanda di mediazione, il responsabile dell’organismo designa un mediatore e fissa il primo incontro tra le parti non oltre 15 giorni dal deposito della domanda. La domanda e la data del primo incontro sono comunicate all’altra parte con ogni mezzo idoneo ad assicurarne la ricezione, anche a cura della parte istante. Nelle controversie che richiedono specifiche competenze tecniche, l’organismo può nominare uno o più mediatori ausiliari. 2. Il procedimento si svolge senza formalità presso la sede dell’organismo di mediazione o nel luogo indicato dal regolamento di procedura dell’organismo. 3. Il mediatore si adopera affinché le parti raggiungano un accordo amichevole di definizione della controversia. 4. Quando non può procedere ai sensi del comma 1, ultimo periodo, il mediatore può avvalersi di esperti iscritti negli albi dei consulenti presso i tribunali. Il regolamento di procedura dell’organismo deve prevedere le modalità di calcolo e liquidazione dei compensi spettanti agli esperti. 5. Dalla mancata partecipazione senza giustificato motivo al procedimento di mediazione il giudice può desumere argomenti di prova nel successivo giudizio ai sensi dell’articolo 116, secondo comma, del codice di procedura civile. Art. 9 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Dovere di riservatezza 1. Chiunque presta la propria opera o il proprio servizio nell’organismo o comunque nell’ambito del procedimento di mediazione è tenuto all’obbligo di riservatezza rispetto alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite durante il procedimento medesimo. 2. Rispetto alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite nel corso delle sessioni separate e salvo consenso della parte dichiarante o dalla quale provengono le informazioni, il mediatore è altresì tenuto alla riservatezza nei confronti delle altre parti. Art. 10 Inutilizzabilità e segreto professionale 1. Le dichiarazioni rese o le informazioni acquisite nel corso del procedimento di mediazione non possono essere utilizzate nel giudizio avente il medesimo oggetto anche parziale, iniziato, riassunto o proseguito dopo l’insuccesso della mediazione, salvo consenso della parte dichiarante o dalla quale provengono le informazioni. Sul contenuto delle stesse dichiarazioni e informazioni non è ammessa prova testimoniale e non può essere deferito giuramento decisorio. 2. Il mediatore non può essere tenuto a deporre sul contenuto delle dichiarazioni rese e delle informazioni acquisite nel procedimento di mediazione, né davanti all’autorità giudiziaria né davanti ad altra autorità. Al mediatore si applicano le disposizioni dell’articolo 200 del codice di procedura penale e si estendono le garanzie previste per il difensore dalle disposizioni dell’articolo 103 del codice di procedura penale in quanto applicabili. Art; 11 Conciliazione 1. Se è raggiunto un accordo amichevole, il mediatore forma processo verbale al quale è allegato il testo dell’accordo medesimo. Quando l’accordo non è raggiunto, il mediatore può formulare una proposta di conciliazione. In ogni caso, il mediatore formula una proposta di conciliazione se le parti gliene fanno concorde richiesta in qualunque momento del procedimento. Prima della formulazione della proposta, il mediatore informa le parti delle possibili conseguenze di cui all’articolo 13. 2. La proposta di conciliazione è comunicata alle parti per iscritto. Le parti fanno pervenire al mediatore, per iscritto ed entro sette giorni, l’accettazione o il rifiuto della proposta. In mancanza di risposta nel termine, la proposta si ha per rifiutata. Salvo diverso accordo delle parti, la proposta non può contenere alcun riferimento alle dichiarazioni rese o alle


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CTU Le immagini di questo articolo, architettonicamente interessanti, mostrano il centro commerciale Canyon di Istambul

informazioni acquisite nel corso del procedimento. 3. Se è raggiunto l’accordo amichevole di cui al comma 1 ovvero se tutte le parti aderiscono alla proposta del mediatore, si forma processo verbale che deve essere sottoscritto dalle parti e dal mediatore, il quale certifica l’autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità di sottoscrivere. Se con l’accordo le parti concludono uno dei contratti o compiono uno degli atti previsti dall’articolo 2643 del codice civile, per procedere alla trascrizione dello stesso la sottoscrizione del processo verbale deve essere autenticata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato. L’accordo raggiunto, anche a seguito della proposta, può prevedere il pagamento di una somma di denaro per ogni violazione o inosservanza degli obblighi stabiliti ovvero per il ritardo nel loro adempimento. 4. Se la conciliazione non riesce, il mediatore forma processo verbale con l’indicazione della proposta; il verbale è sottoscritto dalle parti e dal mediatore, il quale certifica l’autografia della sottoscrizione delle parti o la loro impossibilità di sottoscrivere. Nello steso verbale, il mediatore dà atto della mancata partecipazione di una delle parti al procedimento di mediazione. 5. Il processo verbale è depositato presso la segreteria dell’organismo e di esso è rilasciata copia alle parti che lo richiedono. Art. 12 Efficacia esecutiva ed esecuzione 1. Il verbale di accordo, il cui contenuto non è contrario all’ordine pubblico o a norme imperative, è omologato, su istanza di parte e previo accertamento anche della regolarità formale, con decreto del presidente del tribunale nel cui circondario ha sede l’organismo. Nelle controversie transfrontaliere di cui all’articolo 2 della direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del

21 maggio 2008, il verbale è omologato dal presidente del tribunale nel cui circondario l’accordo deve avere esecuzione. 2. Il verbale di cui al comma 1 costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione in forma specifica e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Art. 13 Spese processuali 1. Quando il provvedimento che definisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto della proposta, il giudice esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che ha rifiutato la proposta, riferibili al periodo successivo alla formulazione della stessa, e lo condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all’entrata del bilancio dello Stato di un’ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto. Resta ferma l’applicabilità degli articoli 92 e 96 del codice di procedura civile. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano altresì alle spese per l’indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all’esperto di cui all’articolo 8, comma 4. 2. Quando il provvedimento che definisce il giudizio non IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 37


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stanza, quando la mediazione è svolta dal responsabile dell’organismo. Art. 15 Mediazione nell’azione di classe 1. Quando è esercitata l’azione di classe prevista dall’articolo 140-bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, e successive modificazioni, la conciliazione, intervenuta dopo la scadenza del termine per l’adesione, ha effetto anche nei confronti degli aderenti che vi abbiano espressamente consentito. Capo III ORGANISMI DI MEDIAZIONE corrisponde interamente al contenuto della proposta, il giudice, se ricorrono gravi ed eccezionali ragioni, può nondimeno concluder la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice per l’indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all’esperto di cui all’articolo 8, comma 4. Il giudice deve indicare esplicitamente, nella motivazione, le ragioni del provvedimento sulle spese di cui al periodo precedente. 3. Salvo diverso accordo le disposizioni precedenti non si applicano ai procedimenti davanti agli arbitri. Art. 14 Obblighi del mediatore 1. Al mediatore e ai suoi ausiliari è fatto divieto di assumere diritti o obblighi connessi, direttamente o indirettamente, con gli affari trattati, fatta eccezione per quelli strattamente inerenti alla prestazione dell’opera o del servizio; è fatto loro divieto di percepire compensi direttamente dalle parti. 2. Al mediatore è fatto altresì obbligo di: a) sottoscrivere, per ciascun affere per il quale è designato, una dichiarazione di imparzialità secondo le formule previste dal regolamento di procedura applicabile, nonché gli ulteriori impegni eventualmente previsti dal medesimo regolamento; b) informare immediatamente l’organismo e le parti delle ragioni di possibile pregiudizio all’imparzialità nello svolgimento della mediazione; c) formulare proposte di conciliazione nel rispetto del limite dell’ordine pubblico e delle norme imperative; d) corrispondere immediatamente a ogni richiesta organizzativa del responsabile dell’organismo. 3. Su istanza di parte, il responsabile dell’organismo provvede alla eventuale sostituzione del mediatore. Il regolamento individua la diversa competenza a decidere sull’i38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Art. 16 Organismi di mediazione e registro. Elenco dei formatori 1. Gli enti o privati, che diano garanzie di serietà ed efficienza, sono abilitati a costituire organismi deputati, su istanza della parte interessata, a gestire il procedimento di mediazione nelle materie di ciu all’articolo 2 del presente decreto. Gli organismi devono essere iscritti nel registro. 2. La formazione del registro e la sua revisione, l’iscrizione, la sospensione e la cancellazione degli iscritti, l’istituzione di separate sezioni del registro per la trattazione degli affari che richiedono specifiche competenze anche in materia di consumo e internazionali, nonché la determinazione delle indennità spettanti agli organismi sono disciplinati con appositi decreti del Ministro della giustizia, di concerto, relativamente alla materia del consumo, con il Ministro dello sviluppo economico. Fino all’adozione di tali decreti si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dei decreti del Ministro della giustizia 23 luglio 2004, n. 222 del 23 luglio 2004, n. 223. A tali disposizioni si conformano, sino alla medesima data, gli organismi di composizione extragiudiziale previsti dall’articolo 141 del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206, e successive modificazioni. 3. L’organismo, unitamente alla domanda di iscrizione nel registro, deposita presso il Ministero della giustizia il proprio regolamento di procedura e il codice etico, comunicando ogni successiva variazione. Nel regolamento devono essere previste, fermo quanto stabilito dal presente decreto, le procedure tematiche eventualmente utilizzate dall’organismo, in modo da garantire la sicurezza delle comunicazioni e il rispetto della riservatezza dei dati. Al regolamento devono essere allegate le tabelle delle indennità spettanti agli organismi costituiti da enti


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privati, proposte per l’approvazione a norma dell’articolo 17. Ai fini dell’iscrizione nel registro il Ministero della giustizia valuta l’doneità del regolamento. 4. La vigilanza sul registro è esercitata dal Ministero della giustiziae, con riferimento alla sezione per la trattazione degli affari in materia di consumo di cui al comma 2, anche il Ministero dello sviluppo economico. 5. Presso il Ministero della giustizia è istituito, con decreto ministeriale, l’elenco dei formatori per la mediazione. Il decreto stabilisce i criteri per l’iscrizione, la sospensione e la cancellazione degli iscritti, nonché la svolgimento dell’attività di formazione, in modo da garantire elevati livelli di formazione dei mediatori. Con lo stesso decreto, è stabilita la data a decorrere dalla quale la partecipazione all’attività di formazione di cui al presebte comma costituisce per il mediatore requisito di qualificazione professionale. 6. L’istituzione e la tenuta del registro e dell’elenco dei formatori avvengono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali già esistenti, e dispobili a legislazione vigente, presso il Ministero della giustizia e il Ministero dello sviluppo economico, per la parte di rispettiva competenza, e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.

Art. 17 Risorse, regime tributario e indennità 1. In attuazione dell’art. 60, comma 3, lettera o), della legge 18 giugno 2009, n. 69, le agevolazioni fiscali previste dal presente articolo, commi 2 e 3, e dall’articolo 20, rientrano tra le finalità del Ministero della giustizia finanziabili con la parte delle risorse affluite al «Fondo Unico Giustizia» attribuite al predetto ministero, ai sensi del comma 7 dell’articolo 2, lettera b), del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, e dei commi 3 e 4 dell’articolo 7 del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 30 luglio 2009, n. 127. 2. Tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimanto di mediazione sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. 3. Il verbale di accordo è esente dall’imposta di regisrro entro i limiti di valore di 50.000 euro, altrimenti l’imposta è dovuta per la parte eccedente. 4. Con il decreto di cui all’articolo 16, comma 2, sono determinati: a) l’ammontare minimo e massimo delle indennità spettanti agli organismi pubblici, il criterio di calcolo e le modalità di ripartizione tra le parti; b) i criteri per l’approvazione delle tabelle delle indennità proposte dagli organismi costituiti da enti privati; c) le maggiorazioni massime delle indennità dovute, non superiori al venticinque per cento, nell’ipotesi di successo della mediazione; d) le riduzioni minime delle indennità dovute nelle ipotesi in cui la mediazione è condizione di procedibilità ai sensi dell’articolo 5, comma 1. 5. Quando la mediazione è condizione di procedibilità della domanda ai sensi dell’articolo 5, comma 1, all’organismo non è dovuta alcuna indennità dalla parte che si trova nelle condizioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, ai sensi dell’articolo 76 (L) del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 2002, n. 115. A tale fine la parte è tenuta a depositare presso l’organismo apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, la cui sottoscrizione può essere autenticata dal medesimo mediatore, nonché a produrre, a pena di inamissibilità, se l’organismo lo richiede, la documentazione necessaria a comprovare la veridicità di quanto dichiarato. 6. Il Ministero della giustizia provvede, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, al monitoraggio delle mediazioni concernenti i soggetti esonerati dal pagamento dell’indennità di mediazione. Dei risultati di tale monitoIL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 41


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raggio si tiene conto per la determinazione, con il decreto di cui all’articolo 16, comma 2, delle indennità spettanti agli organismi pubblici, in modo da coprire anche il costo dell’attività prestata a favore dei soggetti aventi diritto all’esonero. 7. L’ammontare dell’indennità può essere rideterminato ogni tre anni in relazione alla variazione, accertata dall’Istituto Nazionale di Statistica, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nel triennio precedente. 8. Alla copertura degli oneri derivanti dalle disposizioni dei commi 2 e 3, valutati in 5,9 milioni di euro per l’anno 2010 e 7, 018 milioni di euro a decorrere dall’anno 2011, si provvede mediante corrispondente riduzione della quota delle risorse del «Fondo unico giustizia» di cui all’articolo 2, comma 7, lettera b) del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, che, a tale fine, resta acquisita all’etrata del bilancio dello Statao. 9. Il Ministro dell’economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli oneri dic cui ai commi 2 e 3 ed in caso si verifichino scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 8, resta acquisito all’entrata l’ulteriore importo necessario a garantire la copertura finanziaria del maggiore onere a valere sulla stessa quota del Fondo unico giustizia di cui al comma 8. Art. 18 Organismi presso i tribunali 1. I consigli degli ordini degli avvocati possono istituire organismi presso ciascun tribunale, avvalendosi di proprio personale e utilizzando i locali loro messi a disposizione dal presidente del tribunale. Gli organismi presso i tribunali sono iscritti al registro a semplice domanda, nel rispetto dei criteri stabiliti dai decreti di cui all’articolo 16. Art. 19 Organismi presso i consigli degli ordini professionali e presso le camere di commercio 1. I consigli degli ordini professionali possono istituire, per le materie riservate alla loro competenza, previa autorizzazione del Ministero della giustizia, organismi speciali, avvalendosi di proprio persoanle e utilizzando locali nella propria disponibilità. 2. Gli organismi di cui al comma 1 e gli organismi istituiti ai sensi dell’articolo 2, comma 4, della legge 29 dicembre 1993, n. 580, dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura sono iscritti al registro a semplice do42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

manda, nel rispetto dei criteri stabiliti dai decreti di cui all’articolo 16. Capo IV DISPOSIZIONI IN MATERIA FISCALE E INFORMATIVA Art. 20 Credito d’imposta 1. Alle parti che corrispondono l’indennità ai soggetti abilitati a svolgere il procedimento di mediazione presso gli organismi è riconosciuto, in caso di successo della mediazione, un credito d’imposta commisurato all’indennità stessa, fino a concorrenza di euro cinquecento, determinato secondo quanto disposto dai commi 2 e 3. In caso di insuccesso della mediazione, il credito d’imposta è ridotto della metà. 2. A decorrere dall’anno 2011, con decreto del Ministro della giustizia, entro il 30 aprile di ciascun anno, è determinato l’ammontare delle risorse a valere sulla quota del «Fondo unico giustizia» di cui all’articolo 2, comma 7, lettera b), del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, destinato alla copertura delle minori entrate derivanti dalla concessione del credito d’imposta di cui al comma 1 relativo alle mediazioni concluse nell’anno precedente. Con il medesimo decreto è individuato il credito d’imposta effettivamente spettante in relazione all’importo di ciascuna mediazione in misura proporzionale alle risorse stanziate e, comunque, nei limiti dell’importo indicato al comma 1. 3. Il Ministero della giustizia comunica all’interessato l’im-


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porto del credito d’imposta spettante entro 30 giorni dal termine indicato al comma 2 per la sua determinazione e trasmette, in via telematica, all’Agenzia delle entrate l’elenco dei beneficiari e i relativi importi a ciascuno comunicati. 4. Il credito d’imposta deve essere indicato, a pena di decadenza, nella dichiarazione dei redditi ed è utilizzabile a decorrere dalla data di ricevimento della comunicazione di cui al comma 3, in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nonché, da parte delle persone fisiche non titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo, in diminuzione delle imposte sui redditi. Il credito d’imposta non dà luogo a rimborso e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi, né del valore della produzione netta ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 5. Ai fini della copertura finanziaria delle minori entrate derivanti dal presente articolo il Ministero della giustizia provvede annualmente al versamento dell’importo corrispondente all’ammontare delle risorse destinate ai crediti d’imposta sulla contabilità speciale n. 1778 «Agensia delle entrate - Fondi di bilancio». Art. 21 Informazioni al pubblico 1. Il Ministero della giustizia cura, attraverso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con i fondi previsti dalla legge 7 giugno 2000, n. 150, la divulgazione al pubblico attraverso apposite campagne pubblicitarie, in particolare via internet, di informazioni sul procedimento di mediazione e sugli organismi abilitati a svolgerlo. Capo V ABROGAZIONI, COORDINAMENTI E DISPOSIZIONI TRANSITORIE Art. 22 Obblighi di segnalazione per la prevenzione del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo 1. All’articolo 10, comma 2, lettera e), del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, dopo il numero 5) è aggiunto il seguente: «5-bis) mediazione, ai sensi dell’articolo 60 della legge 18 giugno 2009, n. 69;».

Art. 23 Abrogazioni 1. Sono abrogati gli articoli da 38 a 40 del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5, e i rinvii operati dalla legge a tali articoli si intendono riferiti alle corrispondenti disposizioni del presente decreto. 2. Restano ferme le disposizioni che prevedono i procedimenti obbligatori di conciliazione e mediazione, comunque denominati, nonché le disposizioni concernenti i procedimenti di conciliazione relativi alle controversie di cui all’articolo 409 del codice di procedura civile. I procedimenti di cui al periodo precedente sono esperiti in luogo di quelli previsti dal presente decreto. Art. 24 Disposizioni transitorie e finali 1. Le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 1, acquistano efficacia decorsi 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto e si applicano ai processi successivamente iniziati. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 4 marzo 2010 Napolitano Berlusconi Presidente del Consiglio dei Ministri Alfano, Ministro della giustizia Visto, il Guardasigilli: Alfano IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 43


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La certificazione ambientale degli edifici: un altro passo nel futuro

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inque opzioni, un ventaglio pentatonico di possibilità per chiedere e ottenere la certificazione ambientale ed energetica degli edifici. Accanto alle certificazioni pubbliche Itaca e Casaclima (la prima volontaria, ma utilizzata dalle amministrazioni come criterio per l’erogazione di fondi e contributi, la seconda necessaria dal 2006 in provincia di Bolzano e volontaria al di fuori del territorio provinciale), si affacciano infatti i marchi Leed, Icmq Sistema Edificio ed Esit, sistemi diversi di certificazione volontaria, appunto, e privata, realizzati a misura delle esigenze di edifici di dimensioni contenute. Itaca, oltre a contenere la certificazione energetica

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standard, valuta anche prestazioni energetiche estive, qualità dell’illuminazione, temperatura, emissioni inquinanti o sostenibilità dei materiali, per 49 aspetti totali che consentono di ottenere un punteggio compreso tra 1 e 5; il costo per richiedere la certificazione va da 1.500 euro ai 15mila a seconda delle dimensioni dell’immobile. Casaclima, dal canto suo, punta lo sguardo sull’isolamento termico definito dall’indice termico, senza trascurare in ogni caso elementi quali il fabbisogno per riscaldamento, acqua calda, illuminazione o raffrescamento. CasaClimaPiù prende pure in considerazione le fonti rinnovabili, mentre CasaClimaNature esamina al contempo i mate-

riali di costruzione. Anche in questo caso il costo parte da 1.500 euro e può arrivare a 5.000 euro per edifici dai 2mila mq in su. Leed è un marchio proveniente da Oltroceano, promosso nel nostro Paese da Gbc Italia per la valutazione di 64 fattori suddivisi a loro volta in sette categorie: sostenibilità del sito, gestione delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità ambiente interna, innovazione nel progetto e priorità alle specificità locali. Tutto finalizzato al rilascio di una certificazione diversificata per colore: base, argento, oro, platino. Il prezzo di Led va dai 5.000 euro per superfici inferiori ai 5mila mq e può toccare i 30mila euro nel caso di edifici che superino i 50mila

metri quadrati. La prima scuola con certificazione Led sorge a Trento e si estende su 1.500 mq di tonalità “verde rispetto ambientale”. Il marchio Sistema Edificio promosso dalla meneghina Icmq fa bella mostra di sé all’occhiello di Palazzo Mezzanotte e del Complesso Varesine di Porta Nuova, entrambi nel capoluogo lombardo; la sigla nostrana comprende sia la certificazione energetica che quella ambientale, rilasciate sulla base delle prestazioni energetiche degli edifici – tanto nuovi quantopreesistenti – valutati sulla scorta di fattori quali, per esempio, l’isolamento dell’involucro dell’immobile o la verifica del sistema di riscaldamento, cui si aggiungono benessere termico, acustico e luminoso e risparmio idrico. La spesa per la certificazione Sistema Edificio varia da 1.000 a 4mila euro, sempre a seconda delle dimensioni degli immobili valutati. Esit farà il suo ingresso sul mercato alla fine di quest’anno su iniziativa di Lisbe Italia, Itc-Cnr e Ircosesit, enti no-profit. Esit valuta da 20 a 50 parametri che guardano al consumo energetico, ai materiali eco-compatibili, al consumo idrico e al livello di confort; il costo parte dal migliaio di euro per piccoli edifici e tocca i 4 mila euro per strutture di media grandezza. Di fatto, al momento, alla certificazione energetica volontaria sono interessate le imprese di costruzione che vi intravedono


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una strategia di resistenza alla crisi consistente nella proposta di prodotti di elevata (e garantita) qualità. Ma la possibilità di ottenere tagli sulla bolletta potrebbe far sempre più gola anche ai clienti finali, elemento che comporterebbe un deciso incremento del settore, oggi ancora frenato dal fatto che il valore di un immobile non riflette per lo più la qualità di prestazione energetica dello stesso. Sempre in tema di ecosostenibilità delle abitazioni, nei giorni scorsi è stato assegnato, nell’ambito della XXVII Assemblea Nazionale dell’Anci il “Premio Sostenibilità Ambientale e Sociale per il Comune-Efficienza energetica e innovazione nell’edilizia”, giunto alla seconda edizione. La Giuria ha premiato nove amministrazioni locali che si sono particolarmente distinte per aver adottato soluzioni a favore di un’edilizia sostenibile ed energeticamente efficiente: Comune di Villesse (Go), Carugate (Mi), Piobesi Torinese (To), Imola, Modena, Oriolo Romano (Vt) e Venezia e due menzioni per il Comune di Faenza (Ra) e Montevarchi (Ar). «L’Anci – ha detto Filippo Bernocchi vicepresidente Anci e delegato alle politiche ai Rifiuti e all’Energia e presidente di Ancitel Energia & Ambiente – è particolarmente soddisfatta di questa seconda edizione del Premio, sia per il buon numero di candidature presentate dai Comuni che per la loro elevata qualità progettuale; il successo

dell’iniziativa indica che, nonostante le difficoltà operative, gestionali e le ristrettezze di bilancio, i Comuni

vogliono investire in sostenibilità. L’innovazione in campo ambientale, in particolare nnel settore delle e-

nergie rinnovabili e dell’efficienza energetica – prosegue Bernocchi – rappresenta un fattore determinante per trainare la competitività del Paese, ma è anche uno strumento per migliorare la la qualità dei territori». «La promozione dell’efficienza energetica nell’edilizia costituisce infatti una leva per rilanciare gli investimenti mediante la collaborazione fra amministrazioni locali e imprese e per recuperare alla collettività edifici pubblici e privati, risparmiando risorse economiche». ❑ Da “OttopiuCasa”, 24 novembre 2010

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CATASTO Laura Cinelli

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opo l’avvio di Pregeo 10 avvenuto a giugno 2010, non ci aspettavamo una nuova versione già nel mese di novembre dello stesso anno. Dal primo novembre invece è stato pubblicato un aggiornamento, un nuovo service pack di PreGeo 10. La comunicazione di questa ulteriore implementazione è stata data in occasione della riunione tenutasi il 15 ottobre u.s. presso la sede della Cassa di Previdenza e Assistenza Geometri, ove sono stati convocati i responsabili delle Commissioni Catasto dei Collegi Provinciali di tutta Italia. In questa sede quindi abbiamo appreso l’imminente pubblicazione della nuova versione, che non cambia nulla di sostanziale, ma che contiene le modifiche inserite sulla scorta delle osservazioni pervenute all’Agenzia del Territorio nel primo periodo di utilizzo della procedura. A tal proposito è stato più volte ribadito che solo grazie alle nostre segnalazioni la procedura può essere continuamente migliorata e resa più efficiente. L’invito è quindi di continuare ad essere partecipi di questo processo inviando all’Agenzia del Territorio le informazioni o consigli sulle criticità riscontrate. Nella pianificazione futura relativa a PreGeo 10 è stato comunicato che nel primo semestre 2011 è già in programma una nuova evoluzione della procedura, pre46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Dal 1° novembre una nuova versione del programma “Pregeo 10” vedendo un implemento delle tipologie d’aggiornamento ed un automatismo più efficiente. Durante l’incontro ci è stato comunicato inoltre la possibilità di richiedere le planimetrie tramite Sister, e in questi giorni abbiamo potuto tutti constatare l’effettivo avvio di tale opportunità, nonché la possibilità di inviare telematicamente le monografie dei punti fiduciali, la richiesta di estratti mappa per atti d’aggiornamento esenti da tributi, ed infine l’invio dei medesimi atti sempre in modalità telematica. Per quanto concerne il catasto fabbricati, si parla dell’applicazione di una rendita presunta per le unità che an-

dranno accatastate entro i termini previsti dalle attività di controllo dei fabbricati non dichiarati, qualora vi fosse una complicazione della pratica tale da non poter ottemperare nei termini, con l’inserimento di un dato provvisorio in attesa di definizione della pratica stessa e ottenimento della rendita definitiva. A tal proposito riportiamo nelle pagine che seguono delle note, fornite dal Consiglio Nazionale geometri per mezzo del Consigliere nazionale geom. Bruno Razza, in attesa e auspicando informazioni più precise su cosa effettivamente è previsto per questa attività, in quanto per ora la questione non è assolutamente chiara.

Nel merito delle attività di surroga previste e ricondotte all’Agenzia del Territorio, la potenzialità degli uffici dislocati sul territorio nazionale è di circa 10.000 all’anno. Le altre verranno gestite mediante apposite convenzioni con gli ordini professionali. Un’ultima informazione fornita dall’Agenzia del Territorio è la pianificazione e il programma già avviato di informatizzazione delle mappe d’impianto e delle planimetrie laddove mancanti, e a seguire gli atti d’aggiornamento relativi ai frazionamenti. ❑


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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Dal Giornale di Brescia (esseci)

A volte il geometra vale l’architetto e l’ingegnere: lo dice il Tar di Brescia

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l geomtra può, in alcuni casi, svolgere il lavoro dell’architetto o dell’ingegnere? È possibile, scrive il Tar di Brescia (Prima sezione; presidente Giuseppe Petruzzelli, giudice relatore-estensore Mauro Pedron), che ha dichiarato improcedibile il ricorso degli Ordini degli architetti e dgli ingegneri di Brescia contro il Comune di Bassano Bresciano e del suo tecnico, un geometra appunto. È necessario, però, subito precisare che l’affermazione dei giudici, qui sintetizzata, è incidentale (obiter dictum) alla sentenza, non figura nel dispositivo e perciò non entra in giurispruddenza. Ma veniamo ai fatti. Il Comune di Bassano Bresciano ha adottato una variante semplificata al suo piano regolatore per il completamento di ambiti territoriali, la localizzazione di un’opera pubblica comunale e l’adeguamento di alcune previsioni di localizzazione del Prg. Il progetto della variante semplificata è stato predisposto dal tecnico comunale, funzionario con diploma di geometra. L’Ordine degli architetti e l’Ordine degli ingegneri di Brescia hanno impugnato questa decisione con un ricorso al Tar, chiedendo l’annullamento dell’incarico perché la progettazione urbanistica non compete al geometra, ma è una funzione esclusiva dei professionisti abilitati e per di più non potrebbe essere svolta da pubblici dipendenti. A questo punto, il 48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Comune ha sospeso la procedura e affidato la progettazione della variante a un professionista esterno abilitato, che l’ha riattivata e conclusa. Ma i due Ordini non sono ancora soddisfatti, hanno insistito nel ricorso, «in quanto tutori delle prerogative delle due categorie professionali», e nella richiesta di condanna del Comune alle spese di giudizio. Istanza però bocciata. Il Tar ha infatti dichiarato improcedibile il ricorso per cessata materia del contendere. Respinta anche la richiesta di condanna alle spese processuali per mancanza di «argomenti idonei a far ipotizzare un sicuro accoglimento del ricorso». Quanto infine all’aspetto più interessante contenuto nella sentenza, e cioè la possibilità del Comune di affidare ad un tecnico della

pubblica amministrazione lavori per prassi delegati a tecnici laureati, il Tar ha osservato che, se è pur varo che non è statuita la competenza del geometra in tema di progettazione urbanistica, «neppure il regolamento delle professioni di ingegnere e architetto tratta espressamente la materia.

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a redazione di uno strumento di programmazione generale è un’attività complessa collegabile al grado di preparazione di ingegneri e architetti. Nel caso di varianti smplificate è però necessario distinguere a seconda del contenuto. In particolare, se la variante semplificata ha finalità solo localizzative, ossia riguarda l’inserimento di un’opera pubblica all’interno di un quadro urbanistico già defi-

nito (ed è il nostro caso n.d.r.), la complessità delle valutazioni tecniche è minore e non giustifica la riserva a favore dei professionisti laureati (fermo restando che il progetto dei lavori deve essere firmato da un tecnico abilitato per quel tipo di opera). Parimenti non sembra sufficiente per escludere la competenza dei geometri il fatto che alla localizzazione si accompagnino variazioni marginali alla zonizzazione». Infine, secondo legge «il potere organizzativo dei Comuni consete agli stessi di dotarsi delle necessarie professionalità tecniche per internalizzare anche la progettazione urbanistica, a maggior ragione nel caso di varianti semplificate». ❑


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DAL COLLEGIO DI BRESCIA Roberto Bagnoli Da “Corriere della sera” 18 novembre 2010

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Torna il bonus del 55% ma diluito in un periodo di dieci anni

l governo ha ceduto sotto la pressione congiunta dei finiani, dell’opposizione, dei sindacati e delle imprese. L’ecobonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie ci sarà ma sarà spalmato in dieci anni al posto degli attuali cinque.

litiche con l’uscita ufficiale dal governo dei finiani ma che per il leader Udc Pier Ferdinando Casini «poteva essere molto più breve, una finanziaria da approvare in una settimana». «Ma la maggioranza – continua Casini – nonostante la crisi econo-

Questo il senso di un emendamento presentato ieri in Commissione bilancio della Camera dal relatore alla legge di Stabilità Marco Milanese. L’agevolazione fiscale non slitterà nel Milleproroghe di fine anno come aveva in un primo tempo annunciato lo stesso Milanese, ma andrà direttamente nella minimanovra in discussione in Parlamento, i cui tempi di approvazione, secondo quanto stabilito da una riunione dei capigruppo, dovrebbe essere presto alla Camera – e senza voto di fiducia – per passare poi al Senato che la voterà entro i primi dieci giorni di dicembre. Un percorso reso più rapido dalle ultime fibrillazioni po-

mica in tutta Europa ha pensato che la tattica fosse più importante e si fa ancora melina, un mese di melina, così ha deciso il Senato». In zona Cesarini il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha aperto i cordoni della borsa non solo per l’ecobonus (che costerà 300 milioni di euro in dieci anni) ma anche per fondi non ancora esattamente quantificati per i malati di sclerosi laterale amiotro-

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fica. Pure il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, protagonista di un epico battibecco in Consiglio dei ministri con Tremonti sulle modalità dei tagli, è stata accontentata. I parchi nazionali saranno infatti salvati grazie a un emendamento che prevede uno stanziamento di 35 milioni all’anno per il triennio. «Per ora i parchi sono stati messi in sicurezza – ha commentato il ministro Prestigiacomo – ma dovremmo inventarci qualcosa per metterli a reddito altrimenti questo problema lo avremo sempre, visto che le risorse pubbliche scarseggiano». Sia i finiani sia l’opposizione si sono intestati il merito del successo del recupero dell’ecobonus e il Pd, per bocca di Raffaella Mariani, capogruppo in Commissione ambiente della Camera, ha proposto che l’agevolazione del 55% «diventi strutturale e

possa allargarsi ad altri settori come ad esempio edifici pubblici e case popolari». Mentre gli imprenditori, come risulta dal documento unitario firmato dagli aderenti al Patto per la crescita, continuano a chiedere al governo un ulteriore sforzo per finanziare con il credito di imposta (700 milioni) gli investimenti dedicati alla riceca e sviluppo, a versare lacrime amare sono i governatori, forse i più tartassati dai tagli orizzontali decisi dal governo. Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha così voluto lanciareun vero e proprio «allarme rosso» avvisando personalmente in un incontro alla Camera tutti i gruppi parlamentari che dal primo gennaio ci «saranno forti problemi per l’erogazione dei servozi legati al trasporto pubblico locale e alla sanità». ❑


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DAL COLLEGIO DI MANTOVA

L’impegno dei geometri mantovani per la sicurezza

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l 13 novembre u.s. si è tenuto presso l’Auditorium di Monte dei Paschi dei Siena il secondo incontro formativo sulla vigente normativa in merito ai Coordinatori della sicurezza. Gli argomenti trattati ampliamente dal Dott. Francesco Gallo (Funzionario del Ministero del Lavoro – Direzione Provinciale di Mantova) hanno riguardato: L’impresa familiare - Nuovo concetto di attrezzature di lavoro dopo le modifiche introdotte all’art. 69 del T.U. n. 81/08 dal Decreto Correttivo 106/09 - La Circ. del Ministero del Lavoro n. 30 del 3 novembre 2006 in materia di

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trabattelli/ponti a torre su ruote ex art. 140 e ALL. XXIII del T.U. n. 81/08 -, Rischio di cadute dall’alto - Peculiarità della posizione dell’Impresa affidataria alla luce della modifiche apportate al co. 3 dell’art. 90 del T.U., Novità introdotte da settembre 2010 - Modifiche al tesserino di riconoscimento art. 5 Legge 136/2010. L’evento ha riscosso un notevole interesse visto che si è registrata la presenza di circa 300 persone. Presenti anche gli studenti delle classi 5^A e 5^AS dell’I.T.G. “C. D’arco” di Mantova, i Rappresentanti scolastici dell’I.T.G. “G. Galilei”, dell’Unione Provinciale Artigiani e dell’ASL (gruppo prevenzione sicurezza di Mantova). È in programma un terzo incontro che si terrà l’11 dicembre p.v. e si parla già di un seguito anche per il prossimo anno ormai alle porte. Il successo di questi incontri nasce dalla sensibilità e responsabilità dei nostri geometri, sempre più consapevoli che il settore dell’edilizia è il settore lavorativo dove si riscontrano la maggior parte degli infortuni sul lavoro. Migliorare la sicurezza sui cantieri è la volontà di tutti. ❑


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DAL COLLEGIO DI LODI Claudio Disingrini

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mportanti novità hanno caratterizzato la vita professionale degli iscritti in questo anno 2010, ora giunto a conclusione. Sicuramente la più significativa è stata l’entrata in vigore della fase operativa del processo definito di “formazione continua”, disciplinato dall’articolo 23, lettera b) del codice deontologico, il quale prevede che il geometra debba «mantenere costantemente aggiornata la propria preparazione professionale attraverso lo svolgimento e la frequenza delle attività di informazione, di formazione e aggiornamento secondo le modalità statuite dal Consiglio Nazionale sentiti i Collegi provinciali e circondariali»; questo processo ha l’obiettivo di offrire ai professionisti un metodo non basato su un unico

Un anno di “trasformazione continua” per il Collegio di Lodi

intervento di formazione o di aggiornamento, ma un percorso a lungo termine che caratterizzerà tutta la vita professionale degli iscritti. Fondamentale è stato il ruolo della Segreteria del Collegio, che ha reso possibile l’organizzazione e lo svolgimento di numerosi eventi che hanno comportato da una parte l’intervento di esperti a livello nazionale per le materie tecniche, di rappresentanti di ditte leader nel settore della produzione di materiali da costruzione o di strumentazione tecnica e di funzionari di Uffici pubblici e, dall’altra una risposta significativa degli iscritti, con una considerevole partecipazione agli eventi formativi, dei quali diamo l’elenco. Un’altra importante novità che ha coinvolto gli iscritti è

stato il “sofferto” abbandono della storica sede nella duecentesca Villa Braila per approdare nella nuova e più funzionale sede di Via Massimo d’Azeglio al civico 20, in un immobile di nuova costruzione, concepito per avere una destinazione d’uso direzionale, ubi-

ELENCO DEGLI EVENTI FORMATIVI DELL’ANNO 2010 Data Evento formativo Crediti 17 marzo Certificazione energetica e classificazione acustica, strumenti per una corretta progettazione 3 07 aprile Esperto in campo ambientale - Acque reflue 4 14 aprile Esperto in campo ambientale - Rifiuti 4 19 aprile Utilizzo del GPS nelle applicazioni catastali e il Nuovo Sistema di Riferimento Nazionale - RDN 4 21 aprile Esperto in campo ambientale - Bonifiche siti inquinati 4 28 aprile Esperto in campo ambientale - Valutazione impatto ambientale 4 30 aprile Convegno regionale sul riconfinamento e la cartografia di riferimento 4 11 maggio Posta Elettronica Certificata (PEC) 4 18 maggio Firma digitale 4 20 maggio Attivazione nuova procedura Pregeo 10 4 24 maggio Posta Elettronica Certificata (PEC) 4 25 maggio Posta Elettronica Certificata (PEC) 4 27 maggio Firma digitale 4 28 maggio Firma digitale 4 10 giugno La versione 4 della procedura Docfa. Novità e approfondimenti 4 22 ottobre La sicurezza antincendi nelle strutture scolastiche 4 03 novembre Certificazione energetica dell’edificio 80+4 26 novembre I nuovi titoli abilitativi in Regione Lombardia 4

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cato in una strategica posizione in prossimità dei maggiori punti d’interesse per gli iscritti (Palazzo di Giustizia, Agenzia del Territorio, Comune di Lodi …). L’ottima organizzazione del Consiglio provinciale che si adopera per garantire agli iscritti un efficiente supporto

per la professione, mettendo a disposizione di ciascuno la propria competenza e disponibilità. Nota di merito per il lavoro e l’impegno costante delle Commissioni che con il supporto del Consiglio provinciale, organizzano tutte le attività di coordinamento, di collaborazione con gli Enti pubblici, gli Uffici provinciali e altre realtà che costituiscono un punto di forza per tutti gli iscritti e l’esercizio della stessa professione ❑


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DAL COLLEGIO DI LODI

LE COMMISSIONI DEL COLLEGIO DI LODI Commissione Energetica Paolo Lodigiani Coordinatore Alessandro Luca Colonna Eleonora Cremonesi Fabiano Gatti Danilo Granata Angelo Maestri Gianfranco Mutti Flavio Riccardi Anna Rosa Federico Sabbadini Cesare Santagostini Danilo Marco Siviero Mario Soffientini Marco Toninelli Commissione Disciplina Giorgio Leoni Presidente Paolo Lodigiani Renato Piolini Commissione Albo Antonio Passolunghi Coordinatore Giuseppe Montanini Orietta Ronzi Commissione Parcelle Antonio Passolunghi Coordinatore Orietta Ronzi Patrizia Pinciroli Commissione Scuola ed Esami di Stato Renato Piolini Coordinatore Angelo Calvi Roberto Castellotti Paolo Lodigiani Angelo Maestri Silvana Malusardi Giuseppe Montanini Gianfranco Mutti Lorenzo Pio Guido Negrini Antonio Passolunghi Angelo Riva Orietta Ronzi Patrizio Rocca

Commissione Catasto Paolo Lodigiani Coordinatore Pietro Claudio Barbieri Giovanni Bergamaschi Giorgio Cipolla Pierluigi Defendenti Giuseppe Montanini Gianfranco Mutti Patrizia Pinciroli Orietta Ronzi Marco Rossi Carlo Saletta Commissione Sicurezza (D.lgs 81/2008) Renato Piolini Coordinatore Eugenio Altrocchi Nicola Buonsante Roberto Castellotti Alessandro Luca Colonna Alessandro Folli Fabiano Gatti Ruggero Geri Claudio Giacchetta Gianluca Palladini Domenico Sgro’ Gianpietro Tonani Ivan Zaffani Commissione Coordinamento Corsi Crediti Formativi Renato Piolini Coordinatore Alessandro Luca Colonna Roberto Castellotti Paolo Lodigiani Orietta Ronzi Commissione Redazione Alessandro Luca Colonna Coordinatore Patrizia Pinciroli Lorenzo Pio Guido Negrini Ruggero Geri Riccardomaria Moroni Morgana Rancati Alessandro Folli Claudio Disingrini

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SCUOLA

Esami di Stato 2010 Le due prove scrittografiche

Ministero dell ’Istruzione, dell ’Università e della Ricerca ESAME DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA LIBERA PROFESSIONE DI GEOMETRA - SESSIONE 2010 PRIMA PROVA SCRITTOGRAFICA Un Comune deve realizzare in una zona non sismica una sala polifunzionale. L’edificio dovrà avere una copertura in parte a capriate e in parte a terrazza, non dovrà superare l’altezza di 6 m alla linea di gronda e non superare 400 mq di superficie. Esso sarà composto da: – un ingresso-guardaroba; – un bar con saletta di ristoro; – un percorso mostre; – una saletta per riunione e dibattiti; – una sala per biblioteca ed emeroteca con una superficie non superiore a 30 mq, per la custodia di 2000 volumi e il prestito di libri ai soci; – un ufficio di direzione e una segreteria; – locali accessori (bagni, locali di ripostiglio, deposito, CT, ecc. Il candidato, scelta la scala di rappresentazione e qualunque elemento ritenuto utile o necessario per la progettazione, esegua la planimetria del fabbricato corredata da due prospetti ed una sezione dell’edificio. Il geometra completi l’elaborato con l’esecuzione di un particolare costruttivo della capriata. Infine il candidato esponga in una breve relazione i criteri adottati per la progettazione e in riferimento alla regione di appartenenza, le caratteristiche dei materiali usati per la costruzione del fabbricato.

Durata massima della prova: ore 8. Durante la prova sono consentiti l’uso di strumenti di calcolo non programmabili e non stampanti e la consultazione di manuali tecnici e di raccolte di leggi non commentate.

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SCUOLA Come di consueto, pubblichiamo il testo dei temi sottoposti ai candidati. Nel prossimo numero della rivista approfondiremo la tematica con le impressioni dei geometri commissari d’esame.

Ministero dell ’Istruzione, dell ’Università e della Ricerca ESAME DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA LIBERA PROFESSIONE DI GEOMETRA - SESSIONE 2010 SECONDA PROVA SCRITTOGRAFICA Un costruttore si rivolge ad un professionista per un duplice incarico. 1. Valutare un’area edificabile a destinazione residenziale le cui norme di attuazione prevedono i seguenti parametri urbanistici: • indice di edificabilità: 1m3/m2; • rapporto di copertura: 0,50; • altezza massima: 7 m; • distanza minima dai confini di altre proprietà: 5 metri; • arretramento delle costruzioni dal filo stradale: 10 metri. L’area è di forma rettangolare, di dimensioni di 50 m x 60 m, formata da un’unica particella catastale. Sono demandati alla scelta del candidato, con riferimento ad una zona di sua conoscenza, l’assunzione dei dati necessari alla stima, adottando il procedimento che ritiene opportuno. Sarà inoltre necessario procedere allo spianamento dell’area per la quale sono state misurate le seguenti quote: QB = 123,42 m QC = 125,00 m QD = 122,96 m QA = 120,07 m A-C = 78,103 m La quota di progetto sarà quella del punto E posto sul lato AD ad una distanza da A di 6,80 m. Calcolare i volumi di riporto e di sterro. 2. Redigere il regolamento di condominio con relative tabelle millesimali per il riparto delle spese comuni del Condominio Edelweiss. Trattasi di un fabbricato di quattro piani fuori terra più un piano interrato, composto dalle seguenti unità condominiali: • un ufficio A al piano pilotis di 150 m2 di superficie reale con giardino di uso esclusivo e cantina di 12 m2; • n. 2 alloggi uguali per piano, B1, B2,C1, C2, rispettivamente di 100 e 120 m2 di superficie reale, con balconi di 12 m2 e cantina di 10 m2; • n. 2 alloggi B3, C3, uguali per composizione e grandezza a quelli sottostanti, ma collegati internamente con una mansarda di 70 m2; • n. 7 autorimesse uguali di 24 m2, al piano interrato. Il fabbricato è dotato di ascensore, le unità B hanno esposizione a Nord e prospicienza verso strada e le unità C sono esposte a Sud e affaccio verso il cortile. Assumendo opportunamente i dati necessari al calcolo delle superfici virtuali, il candidato determini i millesimi di proprietà generale, di proprietà particolare e la tabella scale e ascensore secondo l’art. 1124 C.C. Durata massima della prova: ore 8. Durante la prova è consentiti l’uso di strumenti di calcolo non programmabili e non stampanti e la consultazione di manuali tecnici e di raccolte di leggi non commentate.

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SCUOLA Giuliana Mossoni Da “Giornale di Brescia” 18 novembre 2010

La presenza del vino camuno fa bene anche agli altri prodotti della Valle, i salumi e i formaggi

Avevamo accennato, a pag. 21 del n. 5/2010, al Convegno di Remedello “Agricoltura ieri, oggi e domani”, organizzato per i neo geometri del Bonsignori, alla relazione di Sergio Bonomelli, presidente del Collegio agrotecnici bresciani, centrata sul rilancio della viticoltura in Vallecamonica. Questo articolo, ripreso dal Giornale di Brescia, ce ne dà ampia conferma.

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n’annata interessante, quella che si è appena chiusa. Una vendemmia che ha permesso di raccoglere, nelle aziende del Consorzio Igt Valcamonica, ben 1.100 quintali di uve Igt. Un quantitativo in linea con quello dello scorso anno. Si è lavorato molto bene sia in campagna sia in cantina e la stima è di ottenere un vino di qualità ancora superiore a quello delle passate annate. «I vinificatori camuni – precisa l’agronomo del Consorzio Igt Sergio Bonomelli – giudicano questa annata interessante; a esaltare, in particolare, sono i profumi intensi e la colorazione decisa. Quanto abbiamo raccolto, poi, è in linea con la produzione provinciale, a conferma che anche in Valcamonica ci si sta portando agli elevati livelli delle altre zone più rinomate». La conferma che la coltivazione della vite e la produzione del vino in Valle stanno godendo di una stagione particolarmente favorevole arriva anche dalle richieste di terreni da coltivare: nel conoide della Concarena, ormai, sono rimaste ben poche aree disponibili e molta gente continua a chiedere di impiantare vigneti. Grazie ad alcuni finanziamenti pubblici, sono anche partiti i primi stralci 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

per la realizzazione della “Strada del vino”, in particolare tra Losine, Cerveno e Ono San Pietro. La cantina sociale camuna, quella della località Sant a Losine, si prepara poi a vivere una nuova vita. E pensare che il rilancio della viticoltura in Valle risale a solo 11 anni fa, quando

dato è in asse con le altre aree montane vitate, tipo la Valtellina e la Val d’Aosta). I vitigni più presenti sono il Merlot, con una fetta del 40%, il Marzemino (25%) e il Barbera (10%), il resto sono altri generi, tra cui il bianco. Sul mercato annualmente sono commercializzate oltre 90 mila bottiglie in rappresentanza di 21 etichette totali. Se nel 2007 le uve raccolte e poi trasformate in Igt erano 800 quintali, nel 2008 sono salite a 900, fino ai 1.100 del 2009 e del 2010, una crescita dovuta dall’entrata in pro-

Un sodalizio di tutela nato nel 2004 La nuova stagione del rilancio della viticoltura camuna, partita nel 1999, ha subito un’impennata nel 2003, con il decreto di riconoscimento dell’Indicazione geografica tipica (Igt) dei vini di Vallecamonica e con l’approvazione del disciplinare di produzione. A fine 2004 è nato il consorzio per la tutela del vino Igt, che associa sei aziende. Ad assistere tutte le fasi del processo, c’è stata la Comunità montana.

la Comunità montana e il Centro vitivinicolo provinciale stesero un piano d’intervento, avviando un’indagine conoscitiva. La zona di produzione vitivinicola si estende oggi per circa 8mila ettari, dei quali risultano “vitati” circa 145, in particolare in tre macroaree: da Sellero a Breno (nel conoide della Concarena) per circa 60 ettari, la Valgrigna con 56 ettari e l’area Piancogno-Darfo-Artogne con 27. In campagna lavorano circa 500 viticoltori, molti hobbisti, che operano su una superficie media di 2.500 metri quadri (questo

duzione di nuovi vigneti impiantati negli anni scorsi. I viticoltori camuni, quindi, stanno investendo: dal riconoscimento dell’Igt nel 2003 al 2008 sono state presentate una cinquantina di domande di impianto o reimpianto per 12mila ettari di vigneto e un investimento di oltre 550mila euro. Ma il vino camuno non fa bene solo a se stesso: la sua presenza nel paniere dei prodotti locali ha determinato un maggior valore aggiunto anche per gli altri beni, in primis i formaggi e i salumi. ❑

Vigneti che rispettano la natura

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a passeggiata in compagnia di Antonio Ligabue nei vigneti di Cerveno è una piacevole sorpresa, poiché è qui che apprendiamo la possibilità di coltivare uva senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Cinquemila sono le piante che punteggiano quest’angolo di Valcamonica. «Il nostro modo di intendere la coltivazione dell’uva – dice Ligabue titolare dell’azienda agricola fondata nel 2003 – è quello di lavorare la terra nel rispetto dell’ambiente. Non utilizziamo né diserbanti né concimi e gli unici prodotti utilizzati per la difesa dalla peronospora e dall’oidio sono la poltiglia bordolese e lo zolfo». Per ottenere uve sane e mature l’azienda presta molta cura alla potatura e limita la quantità di prodotto per pianta; il vino viene ottenuto tramite fermentazione naturale senza uso di lieviti, di anidride solforosa e successivamente imbottigliato senza filtrazioni. L’azienda a conduzione familiare produce mediamente 3.000 bottiglie l’anno, sommando i vari vini prodotti dalle uve provenienti da questo ed altri piccoli appezzamenti recuperati in altre zone della Valcamonica: “Tas”, “Inamàra”, “Ble”, “Badalisc” e “Minego” sono i nomi dei vini legati ai territori di produzione. Francesco Ferrati


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a Regione Lombardia è connotata da una forte antropizzazione che rende più che mai necessaria una definita e puntuale disciplina del governo del territorio, nel rispetto delle esigenze primarie di vita dell’uomo e dell’ambiente circostante. L’agricoltura moderna, attraverso la modifica dell’art 2135 c.c. operata dal decreto legislativo 228/2001 (cosiddetta “Legge di Orientamento”) ha accomunato l’imprenditore agricolo alle altre realtà imprenditoriali.

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Infrastrutture e agricoltura: una convivenza possibile se… L’Impresa Agricola moderna è, infatti, volano di sviluppo economico del territorio, aperta ora anche alla stipula di nuove categorie di contratti con la Pubblica Amministrazione e alla fornitura di beni e servizi, quindi non più vincolata esclusivamente alla produzione e alla commercializzazione di prodotti autoctoni. Il carattere peculiare dell’economia agroalimentare è da ricondursi, probabilmente, al modello di “integrazione di filiera” e di concentrazione territoriale

delle differenti produzioni agricole e alimentari. In questo modo il settore primario si è avvicinato al mercato finale favorendo contemporaneamente la nascita di un gran numero di piccole e medie imprese avvantaggiate dalla esternalità positiva di un tessuto connettivo e di un ambiente economicamente favorevole. Il riconoscimento dell’importante funzione che svolge l’agricoltura lombarda permette di condividere i provvedimenti legati alle politiche di contenimento del-

l’erosione dei suoli agricoli. In particolare nell’ultimo anno i Comuni hanno rivisto il proprio Piano di Governo del Territorio (PGT) che ha un notevole rilievo nella programmazione urbanistica. Il PGT è il nuovo strumento di pianificazione territoriale, introdotto dalla Regione Lombardia con legge 12 del 2005 al posto del tradizionale Piano Regolatore Generale (PRG) e si articola in tre componenti. • Documento del Piano: identifica gli obbiettivi ed esprime le strategie che


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AGRICOLTURA & FORESTE

servono a perseguire lo sviluppo economico e sociale, nell’ottica di una valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali. Ha validità quinquennale, e non ha effetti sul regime giuridico dei suoli; • Piano dei Servizi: strumento per armonizzare gli insediamenti con il sistema dei servizi, per garantire la vivibilità e la qualità urbana della comunità locale, secondo un disegno di razionale distribuzione dei servizi per

qualità, fruibilità e accessibilità. Non ha termini di validità ed ha effetti sul regime giuridico dei suoli; • Piano delle Regole: strumento di controllo della qualità urbana e territoriale che disciplina l’intero territorio comunale. Serve a dare un disegno coerente della pianificazione sotto l’aspetto insediativo, tipologico e morfologico, nonché migliorare la qualità paesaggistica dell’insieme. Sintetizzando si necessita del rispetto della storia dei

luoghi, dei territori e fondamentale è la lotta all’erosione dei suoli (anche agricoli) a vantaggio di insediamenti civile e industriali. È indispensabile, quindi, per raggiungere in maniera armoniosa gli obbiettivi che il Piano Territoriale Regionale (PTR), e a cascata i PGT, segua un orientamento per la pianificazione integrata con il sistema multifunzionale agroforestale rurale. Risulta imprescindibile il coinvolgimento e la partecipazione a tutto tondo del mondo agricolo in quanto

primario “gestore” della risorsa finita suolo; non dimentichiamo che l’uso agricolo delle risorse naturali determina benefici per tutta la collettività. Facendo una fotografia dello stato dell’arte in merito alle infrastrutture prioritarie in Lombardia si evince che molti sono i progetti e futuri cantieri (molti già in essere) sul territorio: le opere di viabilità sono quanto mai numerose. Dall’autostrada Pedemontana Lombarda all’allargamento dell’autostrada dei laghi, A9 Lainate-ComoIL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 61


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Chiasso, fino a migliorare molti collegamenti secondari. La realizzazione delle predette infrastrutture è già causa di un forte depauperamento di terreni a destinazione agricola, sia per diminuzione dell’entità di superfici ma anche per riduzione della possibilità di coltivare terreni anche parzialmente interessati o rientranti nelle fasce di rispetto. In tali realtà, dove il problema della viabilità è difficilmente superabile, oltre ad aggravare il frazionamento dei terreni e le unità colturali dei singoli appezzamenti

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causa l’esistente e forte urbanizzazione, è quanto mai necessaria l’applicazione degli artt. 14-15 del d.lgs 228/01 in merito al coinvolgimento degli imprenditori agricoli nella gestione e manutenzione del territorio.

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ella predisposizione degli Accordi di Programma tra le Organizzazioni, la Regione Lombardia e i concedenti delle infrastrutture strategiche lombarde e i concessionari (ad oggi Brebeni e Pedemontana) deve essere condivisa la necessità di attuare tutte le azioni affinché

sia garantito alle imprese coinvolte nei procedimenti espropriativi la permanenza sul territorio mediante il ricorso allo strumento volontario dell’asservimento anziché dell’esproprio per le aree destinate alla compensazione ambientale. In tal modo le imprese agricole sono la vera risorsa per una corretta gestione del territorio. Sarebbe, inoltre, auspicabile favorire il coinvolgimento delle realtà imprenditoriali agricole mediante iniziative che consentano la promozione delle produzioni locali e la funzione del

territorio agricolo circostante alle aree di sosta dell’asse infrastrutturale. Anche nelle situazioni di maggior criticità il settore agricolo riesce a dare proposte concrete di imprenditorialità trasformando i punti deboli in interessanti opportunità, opportunità che si riflettono indirettamente, ma positivamente, sulla società e non rappresentano solo un’inguaribile ferita. ❑


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TECNICA Andrea Botti

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uali sono le pietre bresciane che non si cavano più? Perché siti che garantivano l’estrazione di materiali fra i più belli come il Marmo di Vezza d’Oglio non sono più in funzione? In quali architetture trovarono impiego le antiche pietre bresciane? Una trattazione esaustiva in grado di rispondere a queste domande deve ancora essere scritta. Per ora, vale la pena ricordare le realtà estrattive più diffuse1, oggi dismesse, lasciando che siano le tracce dei siti a definire un percorso che da sud a nord attraversa la Valcamonica (evitando la definizione di criteri per un’improbabile classificazione) a partire da quei luoghi, nei pressi di Darfo Boario, segnati dalle tracce di un’intensa attività estrattiva, che nel corso dei secoli ha garantito l’impiego di una pietra famosa ed apprezzata per il caratteristico colore rosso-violaceo, chiamata Pietra Simona. Il termine proviene, probabilmente, dalla località "Simoni di Gorzone", frazione del comune di Darfo, dove si trovavano alcune cave dalle quali si estraeva un’arenaria di origine metamorfica, permeabile, resistente agli agenti chimici che, una volta levigata, presentava una lucentezza opaca con venature. Per la naturale disponibilità, la sua storia è indissolubilmente legata alle celebri incisioni rupestri (in particolare i massi di Capo di Ponte, Luine, Boario, Ceto, Cimbergo e Paspardo), in epoca 64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Sulle tracce delle antiche pietre

romana fu utilizzata per la realizzazione di stele ed are e, nel corso dei secoli successivi, trovò impiego nelle costruzioni locali (castelli, torri, abitazioni, muri a secco) cui era necessario conferire valore di durata, di stabilità o esclusivamente di prestigio: "avere il portale di casa in Pietra Simona significava essere una famiglia in vista, sia per il proprio censo che per il peso politico“. Oggi è facile individuare, nella produzione architettonica non solo locale, esempi che dimostrano la predisposizione della Pietra Simona all’impiego nei bassorilievi, negli ornamenti ed ovunque fosse necessario ottenere effetti cromatici in grado di

accentuare il contrasto con altri materiali, come nel caso della Certosa di Pavia (13961497) e del rosone della Cappella Colleoni a Bergamo (1470-1476). Altrettanto facile rintracciare testimonianze significative nel

campo delle arti plastiche, una per tutte: l’Edicola Besenzanica nel Cimitero Monumentale di Milano, realizzata dallo scultore Enrico Butti nel 1912. ggi, la Pietra Simona, fa bella mostra di sé nell’architettura di numerosi centri della valle e nelle opere scultoree anche di arte contemporanea, mantenendo viva una memoria ed una tradizione preziose non solo per la cultura locale. Del resto, non tutti sanno che, a Cemmo (frazione di Capo di Ponte), aveva sede la cava di una pietra comunemente conosciuta con il nome di Verde Olivo, impiegato per la pavimentazione di alcuni

Valcamonica, erano collocate le cave (probabilmente di modeste dimensioni) di Occhiato o Occhiadino, una roccia sedimentaria a grana fine con colori dal grigio scuro al nero. Questo materiale, impiegato solo localmente in esterno (poiché si riteneva che la struttura irregolare favorisse l’erosione e l’alterazione cromatica), come nel caso della parrocchiale di San Salvatore 2 a Breno, ebbe larga diffusione nella realizzazione di balaustre, cornici, modanature, fregi e, grazie ai risultati ottenuti mediante lucidatura, negli arredi sacri del XVIII secolo, come dimostrato in un contratto del 1707 per un altare del Duomo di Salò3. A nord ovest fra Laveno e

spazi pubblici cittadini (come ad esempio Piazza Vittoria) e definitivamente chiusa da alcune decine di anni. Più a nord, fra Cividate Camuno e Cerveno, in quella che viene definita la Media

Lozio si cavava un marmo nero, duro, con venature bianche che, tuttavia, garantiva blocchi di dimensione decisamente esigua ed era noto come Nero venato di Lozio o anche come Bardiglio di Valcamonica. Una pietra certamente apprezzata, almeno secondo lo Scamozzi che nel suo trattato sull’architettura precisava che: “nella Valcamonica cavansi pietre macchiate di bianco e nero bellissime e che ricevono ogni lustro delle quali se ne servono a Bergamo e a Brescia

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lare, fra l’XI ed il XVIII secolo vanno segnalati: gli elementi scultorei del portale di S. Siro a Cemmo (sec. XI), una parte dell'arco del portale di S. Antonio a Breno (1334-59), alcune parti della chiesa di S. Martino a Vezza d'Oglio, gli inserti nelle colonne del portale di S. Salvatore a Breno (sec. XVII) . Nel Museo di Santa Giulia a Brescia sia nella sezione dedicata all’età Romana, sia in quella dell’età Altomedievale è possibile ammirare frammenti di sarcofagi, esempi di statuaria, e di elementi architettonici, in grado di testimoniare la diffusione di questo prezioso marmo nei monumenti cittadini e presso importanti centri religiosi della provincia come l’Abbazia di Leno.

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conducendole per il lago d’Iseo”4. Più a nord, a circa 1600 m di altitudine, in un paesaggio tipicamente alpino, sulle pendici meridionali del Monte Bles tra Vezza d’Oglio e Vione, fino a metà degli anni ’70 si cavava quella che ancora oggi è considerata la pietra ornamentale più pregiata dell’intera provincia: il

Marmo bianco di Vezza d’Oglio, una roccia metamorfica di colore bianco e di ottima compattezza che un occhio non esperto potrebbe scambiare per Marmo di Carrara o anche Marmo Thassos5 della Grecia. L’escavazione di questa pietra, confermata nel Catastico del Da Lezze (1609-1610) secondo il quale “appresso alla terra di vezza

vi si ritrovano marmi bianchissimi per far statue e cose di valore”6, avveniva in galleria ed il piazzale di cava, posto alla base di una ripida parete, è ancora raggiungibile attraverso una mulattiera. L’impiego, ben documentato nel corso del tempo, è ancora apprezzabile in numerose architetture della valle, in partico-

l confine fra la provincia di Brescia e quella di Trento è segnato dalla presenza di una roccia magmatica ricca di quarzo di colore biancogrigio con punteggiatura scura chiamata Tonalite, forse per la sua cospicua presenza sul Passo del Tonale. L’escavazione, tuttavia, non più attiva in area bresciana, avviene esclusivamente nel trentino. In passato la Tonalite era diffusa anche in Valcamonica per la costruzione di murature. La presenza è segnalata in alcune importanti architetture quali: la chiesa di San Siro di Cemmo , la torre di Cividate Camuno (sec. XIII), la torre di S. Antonio (1334-59) e il protiro di San Giovanni Battista (1532) IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 65


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Garda 7 . Questo materiale, dal quale si ricavavano piccoli blocchi squadrati (detti appunto médoli) era già nota ai Romani ma la massima diffusione avvenne nel Medioevo a partire dall’XI secolo. Le dimensioni dei conci e le caratteristiche petrografiche ne fecero un materiale impiegato prevalentemente nelle murature 8 piuttosto che per elaborati elementi architettonici. Con questo calcare furono realizzati il Duomo Vecchio, il Broletto con la Torre del Pegol, la chiesa di San Francesco e gli interventi nell’architettura fortificata della città, mura e castello. ❑

mente su blocchi staccati naturalmente dalle pareti rocciose.

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a Edolo, il protiro del fianco destro di San Martino a Vezza d’Oglio (1786), i pilastri della Villa Gheza a Breno (1934). Fra il corso del fiume Oglio (versante orientale della Valcamonica) e il corso del Sarca (versante occidentale delle Valli Giudicarie) era, inoltre, presente la lavorazione di una pietra denominata Verrucano Lombardo, spesso eseguita diretta66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

uesta piet r a , contraddis tinta da un fondo rossastro, venne utilizzata già nell’età romana per la realizzazione di piccole are. Nel medioevo il Verrucano trova impiego come pietra da costruzione in edifici rurali, per la realizzazione di opere stradali, mulattiere o ancora per gradini o intere scalinate e la sua presenza è indicata in molte città lombarde fino alla prima metà del XX secolo. Nello stesso periodo l’architettura bresciana si avvaleva di una pietra che quotidianamente continua a far bella

mostra di sé: il Medolo, un calcaree compatto che costituisce le pendici del Monte Maddalena verso Mompiano e Nave, i Ronchi ed il colle Cidneo. Affiora poi ad oriente, ma in maniera discontinua, fino alla sponda occidentale del lago di

Note 1 Da questo pur sommario elenco emerge, comunque, la presenza di un elevato numero di siti estrattivi ormai dimessi, numerosi delle quali collocati in Valcamonica. Volutamente sono state escluse le cave di Sarnico situate fra la provincia di Brescia e quella di Bergamo e quelle di


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4 R. MASSA, Natura di pietra, Ed. Officina delle idee, Cigole (Bs), 2010. 5 A questo proposito vedi il trittico marmoreo posto in origine sull'altare eretto sul sepolcro di Sant'Onorio, vescovo di Brescia nel VI secolo, raffigurante i santi Onorio vescovo, Faustino e Giovita in Marmo di Vezza d'Oglio e Marmo greco dell'isola di Thassos (lunetta di sinistra). N.d.r. 6 R. MASSA, Natura di pietra, Ed. Officina delle idee, Cigole (Bs), 2010. 7 P. SCHIROLLI, Dietro il paesaggio: la vicenda geologica della Terra dei

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Maiolica localizzate nei pressi di Monticelli Brusati in Franciacorta poiché, in entrambe i casi, si tratta di realtà ancora attive e funzionanti. N.d.r. È considerato uno degli edifici più imponenti in stile barocco di tutta la Valcamonica. Risalente al 1600, si caratterizza per un ampio portale ed un campanile

marmi, in N. Rocchi e C. Simoni (a cura di) La via del Marmo. Storia , ambiente, itinerar”, ed. Grafo, Brescia, 1998. 8 “La presenza di selce e la frattura concoide, che lascia sulla superficie solchi e striature concentriche o curve simili a quelli di alcune conchiglie, impediscono l’impiego del medolo per modanature architettoniche”. Vedi : A. BOTTI, M. GOMEZ SERITO Pietre Bresciane, ed. La Compagnia della stampa, Roccafranca (Bs), 2005.

alto 65 m che domina la parte centrale del paese. All’interno si trovano opere attribuite al Guadagnini, al Bassano, al Carpinoni, a Beniamino Simoni e al Leoni. L’altare maggiore è opera del Baroncini e di Antonio Callegari. N.d.r. 3 R. MASSA, Natura di pietra, Ed. Officina delle idee, Cigole (Bs), 2010.

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TECNICA Umberto Monopoli *

L’evoluzione della Topografia e della Cartografia nella storia

(Parte prima)

Una carrellata sull’evoluzione della Topografia e dei metodi di misura nel tempo. La trattazione è corredata da alcuni esempi/spunti aneddotici per rendere più “accattivante” la storia di una materia così importante per la nostra professione. Scritta con uno stile “leggero”, ci auguriamo possa contribuire all’arricchimento culturale dei geometri.

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remessa: incuriosire… ritengo che insegnare una qualsiasi disciplina scientifica voglia soprattutto voler dire incuriosire, per stimolare l’allievo ad un interesse ed un approfondimento autonomo con la passione che deve autoalimentarsi. Chi ha provato anche solo una volta l’esperienza dell’insegnamento ha potuto constatare quanto sia difficile trasmettere e instillare questa curiosità di qualsiasi disciplina si tratti. Gli “uditori” a volte sono disinteressati, poco motivati, interessati ad altri argomenti molto più frivoli. Peraltro spesso si può correre il rischio di essere banali, in quanto gli stessi argomenti possono essere ritrovati “con effetti speciali” in internet o nei programmi scientifici disponibili su molte televisioni. Riuscire a ingraziarsi preventivamente un gruppo di persone con il quale si deve instaurare un rapporto di fiducia, quella che i latini nell'antica retorica chiamavano “captatio benevolentiae” è il primo passo per iniziare in maniera proficua il processo di apprendimento. E allora illustrare pedissequamente la materia può essere controproducente; il rischio grosso è il decadimento, se non l’azzeramento dell’attenzione dopo pochi minuti. Raccontare la storia della topografia, e la topografia stessa, approfittando dei nuovi argomenti che via via vengono trattati, recuperando magari insieme un po’ di aneddotica, può servire per migliorare la qualità del racconto e dell’apprendimento, e … forse… appassionare il lettore in questo caso, ovvero i ragazzi, durante

* Umberto Monopoli, Pisogne(Bs) 3 giugno 1960. Dopo il Diploma di geometra conseguito nel 1979 nell’Istituto per Geometri “T. Olivelli” di Darfo B.T. nel 1985 si laurea a pieni voti presso il Politecnico di Milano in Ingegneria Civile sezione Edile indirizzo Strutturale. Nello stesso anno inizia l’attività professionale con l’iscrizione all’Ordine Ingegneri della Provincia di Brescia e l’apertura di uno studio di progettazione in Pisogne. Parallelamente consegue l’abilitazione all’insegnamento della Topogafia e dopo la parentesi per il servizio militare, ritorna nel 1987 all’ITCG “T.Olivelli” come docente dove a tutt’oggi è titolare della cattedra di “Topografia e Fotogrammetria”. Ha fatto parte in più d’un occasione di Commissioni per gli Esami di Stato al termine del ciclo di studi per gli allievi geometri e per l’abilitazione all’Esercizio della professione di geometra. Appassionato della storia della topografia e della cartografia è da sempre convinto che la formazione dei futuri tecnici debba essere svolta anche attraverso esperienze concrete al di fuori dell’aula scolastica; nel mondo della scuola è stato parte attiva nell’organizzazione di molte esperienze progettuali scuola-territorio. Le ultime in ordine di tempo sono la progettazione e la realizzazione del percorso ciclopedonale “Lungo l’argine dell’Oglio” fra Pisogne e Darfo, l’Analisi del traffico nella Città di Darfo B.T. a corredo del nuovo PGT, il rilievo GPS 68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

il dialogo educativo in classe. Importante per la comunicazione l’utilizzo delle immagini: sempre un immagine affascina molto più di una descrizione scritta o illustrata. Naturalmente la potenzialità di Internet e qualche buon testo recuperabile (o da far recuperare ai ragazzi…) in biblioteca, può servire a approfondire e arricchire con episodi curiosi, qualsiasi sia l’argomento da trattare. La capacità del docente, e la professionalità dello stesso magari preparando un po’ meglio qualche lezione, e “inventando” con qualche riferimento ai fatti del giorno completa il tutto. È con questo spirito che mi sono permesso di mettere nero su bianco alcune riflessioni, alcuni esempi con oggetto l’evoluzione storica della topografia e delle scienze applicate nonché alcune chiacchierate fatte in classe con gli allievi nel corso degli anni. Quasi tutto è facilmente verificabile … non dovrei aver inventato niente, anzi ! P.S.: Rinfrescando le vecchie nozioni scolastiche….. la topografia è la scienza che insegna a “rappresentare” minutamente sulla carta una piccola regione di territorio, cioè a formarne il disegno o carta topografica; e poiché sarebbe impossibile rappresentare sulla carta in vera grandezza la detta estensione, il disegno topografico è una figura simile a quella del terreno in un dato rapporto o scala. Per rappresentare “in scala” il territorio è però, a monte, necessario potere e sapere “misurare/rilevare” il territorio stesso, quindi misurare delle grandezze che ci permettano di conoscere la porzione di territorio oggetto del nostro studio. Il problema delle misura negli anni è stato affrontato e risolto a partire dall’utilizzo delle corde fino ad arrivare al giorno d’oggi all’uso dei satelliti con il GPS. La rappresentazione del territorio si è evoluta; a partire dalla incisione su pietra, alle prime bozze di carte e mappe fino alla cartografia digitale numee la georeferenziazione delle rocce istoriate con il Centro Studi Preistorici di Capo di Ponte, la progettazione della strada Bossico-Ceratello, la ricerca storica e la realizzazione del filmato in occasione dell’anniversario del Disastro del Gleno con il Comune di Darfo, la progettazione e la realizzazione del “Giardino di AL” a Pisogne attrezzato per i pazienti affetti da malattia di Alzheimer, la progettazione dei percorsi didattici in Val di Scalve. Attualmente è Direttore del Dipartimento “Costruzioni Ambiente e Territorio” dell’Istituto Superiore Statale “T.Olivelli” di Darfo B.T. L’attività professionale seppur incentrata nella progettazione strutturale attraversa molteplici ambiti: dalla progettazione civile residenziale alla realizzazione di strutture sanitarie, all’attività di consulenza tecnica, al collaudo strutturale e tecnicoamministrativo. Svolge attività di consulenza tecnica per Tribunale, Aziende, Banche ed Enti pubblici. Ha svolto la progettazione e realizzazione di molti interventi edilizi residenziali pubblici in provincia di Brescia. Molte le progettazione strutturali di complessi residenziali a Brescia, Pisogne, Bedizzole, Castel Mella, Pontoglio, Bovezzo, Darfo Boario Terme, Borno, Sovere (Bg), Solto Collina (Bg). Sposato con Ornella, con Lei condivide la passione per i viaggi in camper in giro per l’Italia e l’Europa e le più belle realizzazioni, i tre figli.


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rica. Sulla base di quanto anzidetto ho provato a descrivere sinteticamente il percorso storico evolutivo dalla nascita fino a … (date un’occhiata oltre) di questa scienza applicata della matematica. Sicuramente non è una ricostruzione filologica completa; in alcuni casi è molto parziale e frammentaria. Lo scopo non è un trattato di storia della topografia, ma un “bigino”, uno spunto di riflessione ma, soprattutto, uno strumento per “incuriosire” dando modo a chi vuole, di approfondire come meglio crede … o far approfondire ai ragazzi come meglio credono.

merosi abbozzi cartografici pervenutici sotto forma di tavolette di argilla, nonchè un “mappamondo piano” babilonese che rappresenta la Terra come un cerchio circondato dall’acqua I Camuni Si gioca in casa…..anche se molti bresciani e camuni non lo sanno nemmeno ! La "mappa" incisa più antica d'Europa è la mappa di Bedolina, incisa sulle rocce istoriate in quel di

I Caldei ed i Babilonesi La più antica testimonianza di un problema di rilievo e di rappresentazione proviene dal mondo Sumero/Assiro Babilonese. In Caldea – a Telloh, Asia Minore – è stata ritrovata una tavoletta che riproduce la pianta di una città risalente al 4.000 a.C. Il documento descrive la città con forme geometriche sem-

plici, i lotti di superficie misurata e le informazioni relative all’andamento del terreno. Le prime fonti documentali che ci testimoniano come con le grandi civiltà mediorentali si iniziò a sentire la necessità di conservare traccia dei possedimenti conquistati e di rappresentare i limiti delle proprietà fondiarie. Risalgono infatti a tale periodo (2400-2200 a.C.) nu-

Capo di Ponte (Bs) in Valcamonica. Le dimensioni sono notevoli: circa 4,30 m x 2,50 m. Risale all'età del Bronzo (2000 a.C.), ma esistono diverse ipotesi sulla datazione: chi dice prima chi dice dopo… Ho preso per buona quella dell’amica Arch. Tiziana Cittadini, direttore del Centro Studi Preistorici di Capo di Ponte. Nel Parco Nazionale delle incisioni rupestri esistono altre rappresentazioni più piccole su stele, forse meno significative, che rappresentano rettangoli uniti da canalette (classificate come incisioni mappiformi) risalenti al 3000 a.c. La Mappa di Bedolina rappresenta il territorio di Pescarzo per un'area che si spinge giù, fino a Cemmo ad Est, a Nord verso Sellero e a Sud verso Ono San Pietro. Una camminata in Vallecamonica è consigliabile, si tratta di 5 minuti dalla Strada Statale principale, ed eccoci immersi nel fantastico mondo della preistoria. Pure gli antichi camuni si erano posti il problema della rappresentazione finalizzata all’orientamento! Gli Egiziani Non si fa fatica ad immaginare che altre civiltà, contemporanee o anteriori alle lunghe dinastie egiziane, potrebbero aver avuto la necessità di avere dei “professionisti” nella misurazione del terreno. Le prime testimonianze certe però risalgono a quelle ritroIL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 69


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vate dagli Egittologi. I primi popoli del Nilo sono quelli che ci hanno lasciato più scritti di altri… ed è qui che comincia la descrizione precisa dei lavori del geometra/topografo/agrimensore “misuratore”. Questo popolo ha sviluppato e parzialmente codificato la geometria; alcuni “ispettori” matematici hanno “inventato” o “scoperto” delle relazioni… altri hanno raccolto conoscenze del passato o quello dei loro vicini o quelle dei popoli conquistati. ….. e inizia il “copia e incolla”. Si pensa subito come motivazione alla costruzione delle piramidi: non solo. L'alto grado di organizzazione della società, che doveva attribuire la proprietà delle fertili terre coltivate lungo il Nilo, ha fatto nascere una corporazione di geometri “misuratori” che ricostruivano i confini delle particelle, attribuendone la proprietà, dopo ogni alluvione del fiume. Come capita spesso sorge un problema e qualcuno si preoccupa di risolverlo! In Egitto, il limite territoriale era una scelta complessa ed importante: i funzionari (geometri) rappresentavano l'autorità del faraone, per concedere in uso i terreni, raccogliere i contributi dei sudditi proporzionali alle rendite della terra… Il primo Catasto fiscale...! Le tasse non le abbiamo inventate in Italia...! Gli agrimensori egizi erano chiamati "arpedonapti", annodatori di funi. E tirando le funi tracciarono le due linee più semplici e più importanti della geometria, la retta e il cerchio, per tracciare i confini. Il confine è materializzato per mezzo di pietre incise che contengono i diversi attori dell'operazione il re, ma anche gli dei ed anche formule esplicative. Ma va….! Poco è cambiato dopo 5000 anni. Basta andare sulle nostre montagne (vedi qui a fianco un cippo di confine tra val Seriana e val di Scalve, 1736) o nelle nostre pianure e troviamo cose poco dissimili. Il confine defi70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

nisce le terre poste sotto l'autorità del faraone. Solo il faraone era l'unico proprietario del suolo egiziano. I “termini” definivano i limiti dei terreni assegnati o affittati. I termini della transazione venivano poi in parte scolpiti nella pietra e riportati in un ulteriore documento, (catasto primordiale) al fine di rendere pubblica la decisione sulla proprietà del terreno. Anche Erodoto ci ha lasciato alcune testimonianze sul fatto che il popolo egiziano avesse un catasto.1 Le inondazioni del Nilo sono ovviamentie la causa degli interventi annuali degli ispettori del faraone….. i primi tecnici agrimensori (geometri). Durante la coltivazione, i campi erano soggetti ad una nuova misurazione per meglio precisare i confini (l’aggiornamento del catasto). La “squadra di campagna” era composta da più persone: oltre ai due titolari della corda, due scribi, un revisore chiamato scriba del tappeto, aiutanti…. Il confine era molto di più di una linea: gli veniva attribuito un carattere religioso, il terreno era un dono di Dio, faraone, e pertanto il confine era sacro. Violare un confine era andare contro alle indicazioni del Dio. L’occupazione dei misuratori egizi consisteva anche nelle indagine sui livelli delle acque egiziane, nello studio delle sistemazioni dei terreni (spianamenti e livellamenti) utilizzando alcuni primi dispositivi per la misurazione degli angoli. Le distanze venivano misurate con delle corde e l'unità di misura era fissata dal faraone attraverso le “Sue dimensioni …” L'unità fondamentale per la misura delle lunghezze era il cubito, che rappresentava la lunghezza dell'avambraccio, dal gomito alla punta del dito medio. Erano in uso due tipi di cubito: il cubito piccolo di circa 45 cm, usato per le misurazioni quotidiane, e il cubito reale, di 52,3 cm, utilizzato in architettura. Una caratteristica del cubito architettonico consisteva nel fatto che le misure verticali venivano effettuate con pertiche, mentre le misure orizzontali venivano effettuate con un odometro (un cilindro del diametro di un cubito). Quindi un cubito orizzontale era lungo 3,14 volte un cubito verticale. Le piramidi classiche avevano un rapporto tra l'altezze il lato di base che era di 4:1 (4:3,14 >1) e quindi un angolo di circa 51°. Le piramidi meno ripide avevano un rapporto di 3:1 (3:3,14 <1) e quindi un angolo di circa 41°. Il cubito era diviso in 7 palmi di 7,47 cm, a loro volta divisi in 4 dita di 1,8 cm 100 cubiti costituivano una khet2. I nostri primi tecnici si occupano inoltre anche di altro…..in pratica istituirono la geometria, risolvendo poligoni irregolari e sviluppando metodologie per il calcolo delle aree sia


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Caratteristica degli itinerari marittimi era l'attenta osservazione della morfologia della costa e dei suoi punti più salienti, la posizione della foce dei fiumi, dei promontori, dei golfi, delle isole, dei porti e l'attento studio dei popoli che incontravano. Infine era costante la stima della distanza misurata in giorni di navigazione da un luogo al successivo. I peripli greci e le spedizioni di Alessandro Magno dettero un notevole impulso alle conoscenze geografiche. Fu ancora presso i Greci che si giunse a determinare la sfericità della Terra (Talete di Mileto,VII-VI sec. a.C.) dopo una lunga ed attenta osservazione astronomica. Delle carte greche non é rimasta traccia ma se ne ha memoria nei testi. Dalla perdita delle conoscenze ellenistiche derivò il ritorno, per tutto il medioevo, alla navigazione sottocosta. La“Geographia”, il testo di Tolomeo (vedi oltre) che ne raccoglieva le cognizioni geografiche e geodetiche, andò perduto e solo gli arabi (vedi oltre) ne conservarono delle copie, che ritornarono in Occidente solo nel XV secolo. attraverso delle misure dirette o indirette. E si potrebbero sviluppare altri ragionamenti per l’antico Egitto; bibliografia sul tema è facilmente rintracciabile e potrebbe essere uno spunto di approfondimento per lavori di ricerca o tesine per la maturità. I Greci Se gli egiziani furono grandi professionisti, il lavoro del geometra agrimensore greco è molto meno conosciuto. In Grecia non c’era bisogno di rideterminare, anno dopo anno, i confini della terra inondata regolarmente. Ma tuttavia i greci sono stati al top come geometri, matematici, geografi, astronomi ! Conosciamo tutti i nomi delle celebrità greche del tempo. Il loro successo lo ritroviamo nei nostri libri di testo: Teorema di Talete, quello di Pitagora o di Euclide, Aristotele, Archimede, Diofanto ... I Greci sfruttarono le vaste conoscenze dei loro predecessori, Egizi ma anche Sumeri e Babilonesi; va loro riconosciuta la capacità di estrarre da quanto utilizzato dai loro predecessori, le leggi generali e le regole di base delle dimostrazioni: un “copia e incolla” critico! Presso gli antichi Greci la geografia assurse a scienza, ma le sue origini sono da rintracciare nel grande processo di colonizzazione marittima di cui furono artefici. Furono le conoscenze pratiche primitive trasmesse oralmente che fornirono il materiale geografico utilizzato nei più antichi libri greci che erano chiamati i "Peripli arcaici". Si pensi ad esempio ai viaggi di Eutimene di Marsiglia che raggiunse il Senegal (VI sec. a.C.) ancora prima del cartaginese Annone (V sec. a.C.). E ancora lo straordinario viaggio di Pitea che si spinse verso Nord circumnavigando le isole britanniche fino alle Shetland e piegando a Sud raggiunse il Mar Baltico (fine IV sec. a.C.).

Il mondo secondo Anassimandro di Mileto, allievo di Talete (ricostruzione di Marinelli e Ricci). La Terra appare come un disco piatto e tondo circondata dall’oceano. Questa interpretazione però fu già superata dai pitagorici che teorizzarono la sfericità della Terra.

Thalete (Talete) Si suppone sia nato a Mileto. È considerato il vero fondatore della geometria. Egli è l'iniziatore della scuola ionica anche detta la “Scuola di Mileto”. Grande viaggiatore, fu in Egitto e a Babilonia. In questi viaggi venne a contatto con le culIL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 73


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ricavando poi con semplici passaggi algebrici il risultato cercato: h = p (S + b/2) /s La piramide di Cheope misura 227 m di lato e 137 m di altezza, ma non si sa quali furono i valori ottenuti da Talete, al quale va comunque riconosciuto il merito di aver utilizzato un metodo ingegnoso sfruttando le sue conoscenze di geometria.

ture scientifiche di quei Paesi. Conobbe le tavole astronomiche e gli strumenti babilonesi per cui è indubbia l'influenza orientale sulla scuola di Mileto. Il teorema che gli viene attribuito, insieme ad altre scoperte, probabilmente fu conosciuto da Talete in Babilonia… della serie “copia e incolla”. L'episodio più celebre nella vita di Talete è certamente legato alla misura della altezza della Grande Piramide di Cheope. Un esperienza ripetibile anche per misurare altezze di torri o fabbricati ai giorni nostri. Si sfrutta il rapporto tra l'altezza del bastone (e quindi anche della piramide) e la lunghezza della sua ombra (e quella della piramide). Ci si è inventati la similitudine fra i triangoli che verrà codificata in una fase successiva della geometria. L’esperienza, dicevo, è facilmente ripetibile: si pianta verticalmente un bastone nel terreno, in modo che il bastone, il raggio solare che passa per la cima di esso e l'ombra proiettata dal bastone formino un triangolo rettangolo (gnomone), e sapendo che il rapporto tra l'altezza “p ” del bastone e la lunghezza “s ” della sua ombra è uguale al rapporto fra l'altezza “h” della piramide e la somma della lunghezza “S” dell'ombra e della metà del lato “b” di base della piramide (similitudine tra i due triangoli), si può calcolare l'altezza con una semplice proporzione : p : s = h : (S+b/2) 74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Pitagora Nato a Samos. È accreditato con il teorema che porta il suo nome … In realtà il suo enunciato (e forse anche la sua dimostrazione) era già noto agli egizi e ai babilonesi, ed era conosciuto anche in Cina e in India. La dimostrazione del teorema è invece con ogni probabilità successiva a Pitagora. … e vai con il “copia e incolla…”.

Visualizzazione del caso del triangolo (3,4,5) contenuta nel testo cinese Chou Pei Suan Ching (scritto tra il 200 a.C. e il 200 d.C.)

Sulla base di questo teorema, si può calcolare, come tutti ora sappiamo, il quadrato della ipotenusa sommando i quadrati dei due lati. Luoghi comuni … ovvero quando l'apparenza inganna.


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Pitagora viene sempre raffigurato come vecchio e con la barba; potesse resuscitare forse non sarebbe molto d'accordo. Infatti fu proprio Pitagora da Samo il vincitore nella 48° edizione dei Giochi olimpici della gara di pugilato assoluta, dopo essere stato escluso da... quella dei ragazzi perché troppo giovane. Inoltre aveva introdotto criteri tecnici molto evoluti che non esitiamo a definire geometrici. Anche PLATONE, il filosofo greco, fu olimpionico proprio nella lotta … Sconsigliabile litigare con filosofi e matematici …(!?). Euclide Conosciuto per il suo trattato di geometria “Elementi di geometria” in 13 volumi. Dopo numerosi viaggi, si stabilì ad Alessandria sotto Tolomeo 1°. Ad Euclide si deve la prima separazione fra la geometria e la filosofia: prima di lui costituivano tutt'uno. Giusto o sbagliato … su questo varrebbe la pena fare una grande riflessione3. Il suo postulato «In qualsiasi punto del piano passa una ed una sola retta parallela ad un’altra retta» ha costituito la base della geometria euclidea. La negazione del postulato stesso ha aperto le basi alle geometrie non euclidee. Da lui la “Scuola di Alessandria”

ventisei di particolari regioni. Nei testi vi sono le istruzioni per la costruzione di nuove carte andando ad affrontare scientificamente il classico problema della cartografia e della topografia: «rappresentare una superficie curva (la terra) su un piano (le carte geografiche o il foglio di carta)». Bisogna arrivare al XV secolo dopo Cristo per riscoprire quello che era stato dimenticato, volutamente o no, per quattordici secoli; la riscoperta di questo trattato contribuì allo sviluppo della cartografia e della topografia. È sorprendente che nei tempi antichi popoli di grande civiltà e cultura astronomica, come per esempio i Babilonesi, fossero convinti che la Terra fosse piatta. Omero, nel 900-800 avanti Cristo, descrisse la Terra come un disco contornato dal fiume Oceano e sorretto da quattro elefanti. Si ritiene che Pitagora e la sua scuola (circa 500 a.C.) siano stati i primi a ragionare che se la Luna e il Sole sono di forma sferica, così debba essere la Terra. Eratostene (III secolo a.C.) fu il primo ad usare un metodo scientifico di misura per determinare il raggio della Terra. Egli osservò che l'angolo alfa al centro è proporzionale alla distanza l lungo la circonferenza terrestre. Per misurare alfa Eratostene5 assunse che i raggi del Sole fossero paralleli e notò che quando sulla città di Siene (la moderna Assuan sul Nilo) il Sole era sulla verticale – così da riflettersi sul fondo di un pozzo –, nella città di Alessandria, posta sullo stesso meridiano, sottendeva un angolo alfa uguale all'angolo al centro. La distanza l tra le due città era, a detta dei cammellieri, 5000 stadie (1 stadia = 185 m). Da qui un valore della circonferenza terrestre di 46.300.000 metri, un valore soltanto del 15% errato rispetto alle stime correnti. Marino di Tiro e Tolomeo in epoca imperiale (II secolo d.C.) conti-

Tolomeo Claudio Tolomeo (90-168 d.C. circa). Il “Geografo” per eccellenza. Senza voler sminuire la genialità di altri, bisogna riconoscere che Tolomeo fu quello che codificò che la terra fosse ... rotonda. Tolomeo raccolse in un trattato “la Geografia” e dette un grande impulso al recupero dei metodi della geografia matematica e della cartografia. L'opera è divisa in otto libri, il primo dei quali espone le basi teoriche dell’argomento. I sei successivi sono dedicati alle diverse parti del mondo conosciuto e contengono soprattutto le coordinate di circa 8000 località. L'ottavo e ultimo libro, dopo una breve introduzione, usava le informazioni contenute nei libri precedenti per realizzare lo scopo dell’opera: disegnare carte di tutto il mondo abitato. Esso conteneva 27 mappe: una generale e IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 75


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matematici/filosofi che vi sono nati o hanno soggiornato in quei luoghi:

Il mondo secondo Eratostene di Cirene (275-194 a.C.), direttore della biblioteca di Alessandria.

nuarono lo studio scientifico della geografia, arrivando ad abbinare a ogni punto una coppia di coordinate sferiche nel modello di terra di Eratostene. Per mezzo di tale modello essi poterono spiegare la differenza di durata del giorno alle differenti latitudini, nonché le differenze climatiche derivanti dalla differente inclinazione dei raggi solari. Essi non rieffettuarono la misurazione di Eratostene, ma si servirono di una interpretazione errata dei suoi dati, che sottostimava il diametro terrestre. Da tale errore discese anche la sottovalutazione da parte di Cristoforo Colombo del tragitto necessario per circumnavigare il globo. Mai fidarsi ciecamente dei calcoli di qualcun altro! E altri ... Sarebbe ovviamente estenuante proseguire la descrizione delle scoperte dei molti matematici greci, sono stati innumerevoli (matematici e scoperte). Non è lo scopo di queste riflessioni, ma potrebbe essere uno spunto di lavoro per tesine o lavori di ricerca … Ipazia, studiosa di matematica e filosofia, è stata recentemente riscoperta dal grande pubblico con il film “Agorà”. Ipazia, ma non solo … proporrei Democrito, Anassimandro, Socrate, mi sembrano tre “soggettini” degni di approfondimento. Se devo esprimere qualche preferenza propenderei per Democrito: secondo me è stato tartassato in vita, ma su le sue riflessioni sulla costituzione della materia (l’atomo) e su una certa filosofia di vita qualcheduno negli anni successivi ha fatto “copia e incolla” attribuendosene i meriti! Ma questa è un’altra storia. In modo semiserio, ecco un’elencazione di città greche e 76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Abdera: Democrito Alessandria: Apollonio, Aristarco, Diofanto, Eratostene, Euclide, Ipazia, Hypsicles, Airone, Menelao, Pappo, Tolomeo, Theon Amisus: Dionisodoro Antinopolis: Sereno Apameia: Posidonio Atene: Aristotele, Platone, Tolomeo, Socrate, Teeteto Bisanzio (Costantinopoli): Filone, Proclo Calcedonia: Proclo, Senocrate Calci: Giamblico Chios: Ippocrate, Oenopides Clazomene: Anassagora Cnido: Eudosso Crotone: Filolao, Pitagora Cirene: Eratostene, Nicoteles, Sinesio, Teodoro Cizico: Callippo Elea: Parmenide, Zenone Elis: Ippia Gerasa: Nichmachus Larissa: Dominus Mileto: Anassimandro, Anassimene, Isidoro, Thales (Talete) Nicea: Ipparco, Sporus, Teodosio Paros: Thymaridas Perga: Apollonio Pergamo: Apollonio Rodi: Eudemo, Gemino, Posidonio Roma: Boezio Samo: Aristarco, Conone, Pitagora Smirne: Teone Stagira: Aristotele Siene: Eratostene Siracusa: Archimede Taranto: Archita, Pitagora Taso: Leodamas Tiro: Marino, Porfirio Matematici / Topografi / Agrimensori Talete di Mileto (c. 630-c 550) Anassimandro di Meleto (c. 610-c. 547) Pitagora di Samo (c. 570-c. 490) Anassimene di Mileto (fl. c. 546)) Cleostrato di Tenedo (c. 520) Anassagora di Clazomene (c.

500-c. 428) Zenone di Elea (c. 490-c. 430) Antifona di Rhamnos (il Sofista) (c. 480-411) Oenopides di Chio (c. 450?) Leucippo (c. 450) Ippocrate di Chio (c. 450) Metone (c. 430 ?) Ippia di Elide (c. 425) Teodoro di Cirene (c. 425)


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Socrate (469-399) Filolao di Crotone (d.C. 390) Democrito di Abdera (c. 460370) Ippaso di Metaponto (o di Sibari e Crotone) (c. 400?) Archita di Taranto (di Taras) (c. 428-c. 347) Platone (427-347) Teeteto di Atene (c. 415-c. 369) Leodamas di Taso (c. 380) Leon (fl. c. 375) Eudosso di Cnido (c. 400-c. 347) Callipus di Cizico (fl. c. 370) Senocrate di Calcedonia (c. 396-314) Eraclide del Ponto (c. 390-c. 322) Bryson di Eraclea (c. 350?) Menecmo (c. 350) Theudius di Magnesia (c. 350?) Thymaridas (c. 350) Dinostratus (c. 350) Speusippo († 339) Aristotele (384-322) Aristeo il Vecchio (fl. c. 350330) Eudemo di Rodi (il Peripatetico) (c. 335) Autolico di Pitane (c. 300) Euclide (c. 295) Aristarco di Samo (c. 310230) Archimede di Siracusa (287212) Filone di Bisanzio (fl. c. 250) Nicoteles di Cirene (c. 250) Strato (c. 250) Persio (c. 250?) Eratostene di Cirene (c. 276c. 195) Crisippo (280-206) Conone di Samo (c. 245) Apollonio di Perga (c. 260-c. 185) Nicomede (c. 240?) Dositeo di Alessandria (fl. c. 230)

Perseo (fl. 300-70 a. C.?) Dionisodoro di Amisus (c. 200?) Diocle di Caristo (c. 180) Hypsicles di Alessandria (c. 150?) Ipparco di Nicea (c. 180-c. 125) Zenodoro (c. 100?? AC?) Posidonio (c. 135-c. 51) Zenone di Sidone (c. 79 aC) Gemino di Rodi (c. 77 aC) Cleomedes (c. 40? AC) Erone di Alessandria (fl. c. 62 del trattato CE) (Hero) Teodosio di Tripoli (c. 50? CE?) Menelao di Alessandria (c. 100 dC) Nicomaco di Gerasa (c. 100) Teone di Smirne (c. 125) Tolomeo (Claudio Tolomeo) (100-178) Marino di Tiro (c. 150) Apuleio di Madaura (Lucio Apuleio) (c. 124-c. 170) Diogene Laerzio (c. 200) Diofanto di Alessandria (c. 250?) Porfirio (c. 234-c. 305) (Malco il Tiro, Porfirio) Anatolio, vescovo di Laodicaea (c. 280) Sporus (c. 280) Giamblico (c. 250-c. 350) Pappo di Alessandria (c. 320) Sereno di Antinopolis (c. 350) Teone di Alessandria (c. 390) Sinesio di Cirene, vescovo di Tolemaide (c. 370-c. 413) Hypatia di Alessandria (c. 370-415) Dominus di Larissa (c. 450) Diadochus Proclo (410-485) Marino di Sichem (o di Neapolis) (c. 480?) Metrodoro (c. 500) Simplicio di Cilicia (c. 530) Antemio di Tralles (DC 534)

Giovanni Filopono (c. 520) Isidoro di Mileto (c. 540?) Eutocius di Ascalona (c. 550?) Isidoro di Siviglia (c. 570636) Psello Michael Constantine

(1018-c. 1080) Pachimere Georgios (12421316) Planude Maximos (c. 12551310) Moscopulo Manuel (c. 1300)

Fine prima parte

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“… Dicevano che questo re [Sesostri, ca. 2000 a. C.] distribuì il territorio fra tutti gli egiziani, dando a ciascuno un lotto uguale di forma quadrata, e che in base a questa suddivisione si procurava le entrate, avendo imposto il pagamento di un tributo annuo. Se da un podere il fiume asportava una qualche parte, il proprietario, recatosi presso il re, gli segnalava l'accaduto: egli allora mandava funzionari che osservavano e misuravano di quanto il terreno era divenuto più piccolo, affinché per l'avvenire il proprietario pagasse in proporzione il tributo. Io ritengo che in seguito a ciò sia stata inventata la geometria e sia poi passata in Grecia….”. Se poi il fiume aveva semplicemente cancellato i confini dei campi, era compito degli stessi funzionari ristabilire le giuste divisioni.

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Da Wikipedia ”http://it.wikipedia.org/wiki/Unit%C3%A0_di_misura_%28antico_Egitto%29”. Ma è più semplice da trovare utilizzando un qualsiasi motore di ricerca (Google, Yahoo, Speedbit, .) digitando “unità di misura antico egitto”

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Dal punto di vista filosofico deve essere sottolineato proprio l’uso dei postulati (o assiomi) come fondamento di tutte le dimostrazioni e, quindi, della conoscenza: essi non sono né il frutto di una ricerca che porta a “svelare” una verità nascosta, né il patrimonio innato della mente dell’uomo, bensí il “rivelarsi” all’uomo di una verità indimostrabile, ma di per sé evidente; i princípi della matematica sono il modo in cui l’Essere si mostra agli uomini. Non deve quindi meravigliare il carattere sacro che la matematica aveva assunto nell’antica sapienza greca, in particolare nei circoli pitagorici, e il fatto che la matematica venga indicata anche da Galileo come linguaggio divino, che ha dignità pari – e, per certi aspetti, maggiore – al linguaggio della rivelazione nella Sacra Scrittura.

4 Euclide, Elementi, I: I.Che si possa condurre una retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto. II. E che una retta terminata (= finita) si possa prolungare continuamente in linea retta. III. E che si possa descriver un cerchio con qualsiasi centro ed ogni distanza (= raggio). IV. E che tutti gli angoli retti siano uguali fra loro. V. E che, se una retta venendo a cadere su due rette forma gli angoli interni e dalla stessa parte minori di due retti (= tali che la loro somma sia minore di due retti), le due rette prolungate illimitatamente verranno ad incontrarsi da quella parte in cui sono gli angoli minori di due retti. (Euclide, Gli elementi, UTET, Torino, 1970, pag. 71)

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A Eratostene si deve la prima rappresentazione cartografica del mondo “conosciuto” IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6- 77


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CONDOMINIO Francesco Ganda

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l caso prende in esame l’autorizzazione condominiale alla trasformazione di una finestra in portafinestra. L’articolo 102 del Codice civile consente di operare senza porre all’esame dell’assemblea il quesito perché essa non ha alcune competenza ad autorizzare o negare l’esercizio del diritto. È vero che se un comportamento rientra nel proprio diritto l’assemblea non ha alcuna competenza di autoriz-

Nuove aperture: come comportarsi rispetto alla comunità condominiale zione potrebbe considerarsi nulla, in quanto incidente su un diritto di un comproprietario. Sentenza: l’utilizzo del bene comune da parte del singolo condomino in modo più intenso rispetto agli altri è un diritto non pieno ed assoluto, ma condizionato al rispetto dei limiti di cui all’art. 1102 Cod. civ., pertanto deve essere respinta la domanda del condomino che si opponga allo spostamento delle cassette postali in cor-

quanto fissa tutti i principi regolatori delle invalidità delle delibere assembleari, la cui trattazione è omessa dal nostro legislatore dall’art. 37 fissato dal C. Civ. La sentenza: In tema di condominio negli edifici, debbono qualificarsi nulle le delibere dell’assemblea condominiale prive di elementi essenziali, le delibere con l’oggetto impossibile o illecite (contrarie all’ordine pubblico o alla morale o al buon costume), le delibere

bono, invece, qualificarsi annullabili le delibere con vizi relativi alla regolare costituzione dell’assemblea, quelle adottate con maggioranza inferiore a quella prescritta dalla legge e dal regolamento condominiale, quelle affette da vizi formali, in violazione di prescrizioni legali, convenzionali, regolarmente attinenti al procedimento di convocazione o di informazione dell’assemblea, quelle genericamente affette da irregolarità nel procedimento di convocazione, quelle che violano norme richiedenti qualificate maggioranze in relazione all’oggetto.

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e consegue che la mancata comunicazione a taluno dei condomini, dell’avviso di convocazione comporta, non la nullità, ma l’annullabilità della delibera condominiale, la quale, ove non impugnata nel termine di 30 giorni previsto dall’articolo 1137, comma 3 Co. civ. (decorrente, per i condomini assenti dalla comunicazione, e per i condomini dissenzienti, dalla sua approvazione) è valida ed efficace nei confronti di tutti i partecipanti al condominio. zare o negare l’esercizio del diritto. Non è quindi necessario chiedere l’autorizzazione dell’assemblea, potrà essere opportuno tuttavia fornire ogni documentazione, ed è vero che se l’assemblea si pronunciasse negativamente la delibera78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

rispondenza del muro comune, utile per l’eventuale apertura di una porta a suo esclusivo vantaggio. (Trib. Roma, sez. V, 4 agosto 2009 n. 16973). La sentenza della Cassazione a sezioni unite del 7 marzo 2005, fa legge, in

con oggetto che non rientra nella competenza dell’assemblea, le delibere che incidono sui diritti individuali, sulle cose o servizi comuni o sulla proprietà esclusi di ognuno dei condomini, le delibere comunque invalide in relazione all’oggetto; deb-

Beni comuni all’interno del condominio Lo scorso due agosto la Cassazione ha depositato una sentenza che si è occupata, ancora una volta, del fondamentale problema dell’individuazione dei beni comuni all’interno del condominio. In questo caso si è trattato


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CAONDOMINIO

della causa proposta da alcuni condomini per accertare la proprietà comune della terrazza sovrastante e far dichiarare estinto il diritto d’uso attribuito al proprietario dell’unità immobiliare servita dalla terrazza stessa. I giudici di merito e successivamente la Cassazione hanno escluso la sussistenza della proprietà. A noi interessa il principio come annunciato dalla Cassazione più che l’esito della controversia. Per venire al punto e alla regola posta dalla Cassazione per individuare le proprietà comuni all’interno del condominio è necessario premettere che le stesse sono elencate nell’articolo 1117 del Cod. civ. Tuttavia sin dalla sua apparizione la norma è sempre stata interpretata come norma esemplificativa dei beni comuni.

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i sono pertanto beni che pur non essendo indicati come tali nell’articolo 1117 Cod. civ. devono essere riconosciuti come comuni in base alle loro caratteristiche oggettive. La Cassazione in precedenti sentenze, ed anche in quella depositata lo scorso 2 agosto, ha spiegato qual è il meccanismo di attribuzione della proprietà comune all’interno del condominio. Vi sono all’interno dell’edificio alcuni beni che sono destinati per le loro caratteristiche intrinseche a fornire un’utilità a diverse parti di proprietà esclusiva. Si veda per esempio il muro maestro, le scale o il tetto

per dire alcuni di questi beni che in maniera maggiormente emblematica segnalano tale funzione di servizio comune. Ove sussiste tale funzione di servizio comune tra i condomini serviti nasce la comproprietà dei beni comuni. Va detto che la comproprietà può essere in ogni caso esclusa da un titolo contrario, ossia da un contratto che renda evidente che la proprietà di un determinato bene è di proprietà esclusiva di un certo condomino piuttosto che comune. Nella sentenza della Cassazione la stessa ha precisato che in assenza di titolo contrario può escludere la proprietà comune la la costatazione del fatto che il bene sia stato originariamente destinato alla fruizione di un solo proprietario esclusivo di una parte dell’immobile. Ove invece il bene sia stato posto al servizio di più proprietà diverse sin dall’origine, lo stesso diventa oggetto di proprietà comune. Sentenza: nella specie, occorre considerare che secondo gli accertamenti di fatto compiuti dal giudice di merito, il fabbricato acquistato dagli attori è autonomo e distinto dalla villa e la sentenza ha accertato che in

considerazione della peculiare funzione della terrazza risulta asservita alla villa padronale, la stessa costituisce un belvedere panoramico che conferisce un particolre pregio alla villa stessa, di cui costituisce un accessorio. Evidentemente, la particolare destinazione della terrazza al godimento esclusivo della villa padronale e il valore che all’appartamento essa attribuisce hanno in-

dotto correttamente i Giudici ad escludere che ricorressero i presupposti alla comunione di cui all’articolo 1117 Cod. civ. (Cassazione, sent. 14/4-2/10/2010,17993). ❑

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Topografia antica Franco Robecchi

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geometri sono nati, come testimonia il nobile titolo di cui si fregiano, millenni fa e la loro attività primitiva consisteva, appunto nel “metrare” la “geo”, (gê métrein) misurare la terra. Questa plurimillenaria vicenda apre grandi spazi alla ricerca storica. La tecnica topografica, come quella geografica, ha avuto, negli ultimi vent’anni, uno sviluppo tecnico notevolissimo. Il computer, da un lato, le nuovissime apparecchiature di rilievo, dall’altro, così come l’uso di risorse satellitari, hanno rivoluzionato la vecchia metodica del misurare la terra e disegnare le mappe. Il mondo degli strumenti ottici, con lenti, cerchi graduati e stadie, aveva avuto una sua fase precorritrice, nel mondo antico, basata su strumenti primitivi e su tecniche elementari, che risalivano alla civiltà egizia e assiro-babilonese. Rimanendo ad una rievocazione che risalga a 400-500 anni fa, è interessante portare in primo piano alcuni rari libri che trattano l’argomento, sia di ambiente i-

taliano che francese e tedesco. Il più antico è un volume stampato a Venezia nel 1564, opera di Cosimo Bartoli: Del modo di misurare le distantie, le superficie, i corpi, le piante, le provincie, le prospettive, & tutte le altre cose terrene, che possono occorrere a gli huomini, secondo le vere regole d’Euclide, & de gli altri più lodati scrittori. Cosimo Bartoli, fiorentino, nacque nel 1503 e morì nel 1572. Fu un umanista, matematico, filologo e anche un diplomatico, in ambiente toscano e romano. Amico di Giorgio Vasari, si interessò anche di arte e tradusse in italiano le opere di Leon Battista Alberti. Il Bartoli, nella sua dedica del libro a Cosimo de Medici , dice di aver voluto esporre «i più facili e certi modi da poter con vere regole e ragioni misurare qual si voglia cosa grande o piccola di qual si sia lontananza, altezza, larghezza, profondità, superficie, forma o corpo, vicina o lontana, potendo o non potendo avicinarsele, che possa occorrere al Genere humano». Insomma, l’autore parte da un principio, tipicamente umanistico, di desiderio di onnipo2

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CULTURA 1-5 Frontespizio ed esemplificazione di tavole del volume cinquecentesco, scritto da Cosimo Bartoli

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tenza onnivora, di possesso del tutto, sotto il profilo intellettuale, ma anche materiale. Egli non intende lasciare sfuggire nulla alla potenza dell’intelligenza che, come con la facoltà del denominare le cose, con il linguaggio, così domina il mondo anche con il potere della misura. Misurando si possiede e nessuna cosa può sfuggire, «vicina o lontana, potendo o non potendo avicinarsele». La misurazione è sempre stata una delle capacità tipiche del geometra, estesa dalla misura di campi, poderi, orti e città, sino alla misura di legnami e fieno, granaglie e alberi in piedi o frutti pendenti. Il Bartoli precisa che, fra «le cose delle misure», le principali sono quattro: «La prima fu il misurare delle distanzie, che in qual si voglia modo ci potessino occorrere, o per la larghezza, o per lunghezza, o per altezza, o per profondità. La seconda il misurare qual si voglia sorte di superficie, o di piano. La terza il misurare de corpi, così regolari come irregolari, et la quarta il misurare una provincia di 400 o 500 IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6 - 81


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CULTURA 6 Strumento cinquecentesco per la misura sul campo di direttrici orizzontali e angoli fra le medesime, grazie a traguardi ottici ruotanti su un perno. La misura degli angoli è possibile grazie al goniometro inserito. 7 Strumento del XVI secolo, per la misura di angoli verticali, grazie ad un archipendolo

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miglia per lunghezza e per larghezza da poterla disegnare in piano, con le sue città principali, terre, castella, porti, fiumi, liti et altre cose di essa notabili». La topografia rientrava, quindi, in un vasto panorama di catalogazione, nel quale l’autore includeva la misura di solidi geometrici regolari, di colonne, di botti di vino, ecc. Certo l’ambizione più esaltante consisteva nel misurare e porre sulla carta un’intero territorio, una provincia, come scriveva il Bartoli. Così come esaltante era l’intelligenza geometrica grazie alla quale il Bartoli presentava, quasi

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molto». Era l’introduzione alla misura degli angoli di inclinazione sull’orizzonte di traguardi alla sommità del castello, da due postazioni allineate: premessa alla soluzione di un triangolo assai semplice e quindi alla deduzione della distanza incognita. Il Bartoli non era un tecnico operativo, un professionista dell’agrimensura, ma un appassionato intellettuale, che si compiaceva di seguire le tracce dell’intelligenza tecnica e matematica, della quale non si stancava di esibire le meraviglie. Nel campo topografico egli era tuttavia molto competente e su di esso si diffondeva, fornendo

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come una magia, la possibilità di misurare la distanza di un castello, dalla propria postazione, senza, non solo raggiungere quel castello, ma anche senza avvicinarvisi. «Servaci per esempio che sia un castello del quale vogliamo saper la distantia, arrecehermoci in un campo largo et spazzato per il quale possiamo andare inanzi e indietro, e tornare ancora a nostro piacimento, e se bene non sarà piano non importa 82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

precise istruzioni di procedimento e anche interessanti immagini. Si tratta di xilografie piuttosto elementari, dove la tecnica si fonde ad ingenue note paesaggistiche. Svariati strumenti citati dall’autore ci sono pervenuti e alcuni li pubblichiamo, fra quelli conservati presso il Museo Galileo di Firenze. Sono oggetti d’arte, che non si sa se attraggano di più per la genialità che racchiudono o per la bellezza che e-


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CULTURA 8-12 Frontespizio e tavole inerenti al libro del 1607, anche con riferimenti all’impiego militare della topografia

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sibiscono. Il Bartoli, pur illustrando svariati procedimenti matematici, sorprende per l’assenza di formule, che non compaiono mai nel suo testo. Egli usa infatti un linguaggio discorsivo, che non ha quella freddezza tecnica cui le trattazioni dei tempi più vicini a noi, o a noi contemporanee, ci hanno malauguratamente abituati: «Moltiplichisi adunque il lato che fanno le parti intersegate per AG, lato già a noi manifesto, et dividasi quel che ne viene per lo intero lato della scala et ce ne vorrà la altezza HG, la quale se noi aggiungeremo alla altezza AE già notaci mediante la fune, essendo ella uguale alla GF, haremo la intera altezza HF, che noi cercavamo».

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el 1607 fu, invece, pubblicato a Basilea, un volume di Leonhard Zubler, Fabrica et usus instrumenti chorographici, scritto in lingua tedesca e illustrato con bei disegni. Il libro insiste, più del volume italiano di 43 anni prima, sugli usi generali, topografici e soprattutto militari della tecnica agrimensoria. Se il libro del Bartoli era cuIL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6 - 83


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CULTURA 13-16 Frontespizio e alcune tavole del libro settecentesco, con l’illustrazione di tavolette con traguardi mobili e goniometri, nonché inerenti alla soluzione di problemi concreti.

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cinabili, la previsione di parabole balistiche, la definizione di dislivelli, nel corso di assedi, erano operazioni di urgente e determinante effetto nel quadro di guerre e battaglie in atto.

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l terzo volume cui si vuole accennare è stato pubblicato a Parigi nel 1750 ed è opera del francese Jacques Ozanam. Reca il titolo Méthode de lever les plans et les cartes de terre e de mer avec toute sortes d’instrumens & sans instrumens, metodo di rilievo per stendere mappe e carte di terra e di mare, con ogni sorta di strumenti e senza strumenti. L’autore affermava, nell’introduzione, che egli voleva rimediare all’assenza di attente trattazioni dell’argomento, cioè del «rilevare campi o quote, disegnare vedute o paesaggi, misurare altezze di edifici». Per svolgere quelle operazioni l’Ozanam indicava come necessario, oltre all’essere aiutati da tre persone, una delle quali sapesse almeno un po’ far di conto, il seguente equipaggiamento strumentale: «Una doppia tesa e una tesa semplice». La tesa, in Francia era lunga 1,95 metri. Inoltre erano necessari, se si dovevano misurare spazi ampi, «una catena da 5, 8 oppure 10 tese», in ferro, con le tese segnate sugli anelli e gli estremi rivestiti di cuoio. «Si fanno in due modi, l’una in forma di catenella, che si può riporre in una borsa di pelle, l’altra composta da diversi segmenti di grosso filo di ferro, lunghi ognuno un

rioso di ogni anche minima applicazione della misurazione, vicina alle attività agricole e commerciali, il libro dello Zubler, di contro, si riferisce alle misurazioni utili per il tiro di artiglieria o alla valutazione della distanza di una nave dalla costa. L’uso militare della rilevazione topografica fu sempre importantissimo, non solo per il disegno di mappe, come insegna la grande tradizione cartografica dell’Istituto geografico militare, che è un un caposaldo imprescindibile del settore in Italia. Ma le tecniche di misurazione a distanza erano coltivate grandemente dalle forze armate proprio per l’utilizzo bellico immediato, dove la quantificazione di distanze rispetto ad oggetti non avvi15 84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6


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piede, che si piegano grazie ad anelli posti agli estremi che congiungono i vari pezzi: questa seconda soluzione è più giusta, anche se se più ingombrante nel trasporto». «Bisogna inoltre – proseguiva l’autore – avere un piano di legno sottile, di una grandezza comoda, sul quale voi possiate appoggiare il vostro foglio di carta per scrivere o per tirare delle linee di cui avrete bisogno quando trasferirete le misure rilevate sul campo. Dovrete anche avere una scala, che sarebbe bene fosse incisa sul rame, affinché le tacche di divisione non si guastino rapidamente, e meglio sarebbe, siccome le scale si smarriscono e nessuno le sa ben incidere, converrà farle molto precisamente, sopra un pezzo di pergamena, così che, quando quando le linee incise si saranno consumate, si possano ritrovare con l’aiuto di quelle tracciate sulla pergamena». Dopo essersi dilungato in precisazioni minuziose, l’autore dice che, per fissare la carta da disegno sulla tavoletta ci si dovrà munire di piccoli pezzi di cera molle. Servivano poi, a detta dell’istruttore, un compasso, una matita e un righello, tutti attaccati alla tavoletta con uno spago, per lasciare libere le mani. Servivano anche una penna e un bos-

solo d’inchiostro. Gli strumenti principali erano, tuttavia, il goniometro, il “pantometro”, la bussola e lo “strumento universale”, una sorta di alidada per traguardare e tracciare linee corrispondenti all’allineamento ottico. Ricordiamo che si parla di traguardi ottici ottenuti senza cannocchiali, ma solo con vedute dell’occhio attraverso due mirini incisi in pinne di bronzo. La topografia del Settecento era già il frutto di una lunga tradizione di intelligenza geometricomatematica, accompagnata da un grande pragmatismo che, non a caso, ha dato il nome a tutto ciò che si verifica nella concretezza dell’operare e che, appunto, si chiama, “sul campo”. L’Ottocento portò notevoli evoluzioni delle tecniche e delle strumentazioni topografiche, soprattutto nel campo della celerimensura e degli strumenti con cannocchiale. Infine, gli ultimi decenni del XX secolo e il primo decennio dell’attuale millennio hanno introdotto le tecniche digitali e le misurazioni elettroniche. È un esito che ha lunghe e profonde radici, di cui abbiamo, qui, tracciato qualche breve schizzo. ❑

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CULTURA Laura Cottarelli

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Una riflessione sul professor Ottorino Milesi

a sempre nella memoria storica contadina il giorno di San Martino è stato carico di significati che rimandano a valutazioni, bilanci di un anno di lavoro, nonché a sguardi al futuro pieni di speranze, timori e incertezze. Anche quest’anno l’11 novembre, ricorrenza di San Martino, è occasione per ricordare quanto ha significato questa data in passato e per non dimenticare la fatica, il sacrificio e il coraggio che da sempre richiede quel mestiere impegnativo che è “coltivare la terra”.

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Nella riflessione sul significato di questa data intesa come simbolo di cambiamento, di forza e di ostinata determinazione nell’affrontare le sfide che si frappongono tra l’uomo e il suo futuro, quest’anno il Centro San Martino ha proposto alcuni scritti di Ottorino Milesi. A poco più di un anno dalla sua scomparsa alcuni articoli scritti da Ottorino Milesi, tra i più di mille pubblicati per il Giornale di Brescia tra il 1973 e il 1991, per volontà della famiglia Milesi sono stati selezionati e riediti nel libro “Leggere l’agricoltura. Scritti, emozioni e riflessioni dal 1973 al 1991” della Fondazione Civiltà Bresciana e del Centro Studi San Martino. Il libro, che raccoglie in quattrocento pagine un decimo degli articoli scritti dal Professore, si pone nelle intenzioni dei coordinatori e di coloro che vi hanno lavorato, sia come un tributo alla figura di un importante agronomo bresciano che ha lavorato come protagonista e testimone dagli anni ’50 agli anni ’90, della più radicale trasformazione dell’agricoltura bresciana; sia come punto di riferimento e fonte di informazioni per coloro che si accingono oggi a lavorare nel settore agricolo ma, più in generale, a tutti coloro che si accingono a lavorare con la terra, il territorio e l’ambiente. In esso Ottorino Milesi – Direttore agronomo dell’Ispettorato Agrario di Brescia, Commendatore, ma da tutti chiamato con significativo rispetto “il Professore” – mostra di essere un precursore dei tempi e con lungimiranza affronta, già trent’anni fa, argomenti di robotica nelle stalle (“Mungitura: un futuro sempre più elettronico”, 1989), di biotecnologie, di trapianto embrionale in zootecnica (“Il futuro della zootecnica legato ai trapianti embrionali”, 1982), chiarendo a tutti che il futuro è già tra noi e la ricerca non va demonizzata, semmai trattata con cautela; di biogas (“Con il biogas produrre o consumare energia?”, 1981); (“Metti grano nel motore?”, 1987); di riscaldamento della stalla con pannelli solari (“Il riscaldamento solare arriva alla stalla”, 1978). Ma il Professore molto ha scritto anche in tema di ambiente e territorio, di montagna, di acqua, irrigazione e bonifica e il libro ne dà ampio conto. Per tutti questi motivi il Centro Studi San Martino ha organizzato presso il Castello di Padernello a Borgo San Giacomo, una tavola rotonda che si è svolta sabato 13 novembre ed è stata occasione di approfondimento e riflessione corale sul libro realizzato in memoria del professor Milesi. Alla presenza di monsignor Antonio Fappani, monsignor Scotuzzi, Francesco Bettoni, Ettore Prandini, Aldo Cipriano, Giovanni Garbelli, Alessandro Re-


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CULTURA

daelli De Zinis, Gianpietro Bara, Luca Milesi, figlio del prof. Milesi e con la moderazione di Gianmichele Portieri (curatore del libro) più di due ore di interventi hanno fatto il punto sulla figura di Ottorino Milesi. Nella suggestiva cornice del castello di Padernello, ricordi personali e valutazioni professionali si sono intrecciate sotto la guida del moderatore e hanno consentito di far emergere non solo gli aspetti tecnici e umani del professor Milesi, ma anche la sua correttezza nel trattare temi delicati, sempre scevro da posizioni preconcette e superficiali entusiasmi: il Professore, nei suoi articoli sul Giornale di Brescia non trascurava di informare i propri interlocutori delle varie posizioni esistenti sull’argomento di attualità, che approfondiva sempre con precisione. Grazie alla disponibilità della prof.ssa Licia Gorlani Gardoni due passi dei suoi scritti sono stati letti al pubblico rivelando anche un significativo lato lirico nell’opera del professor Milesi. La prof.ssa Gorlani ha immerso il pubblico in sala nelle atmosfere campestri, pennellate dall’autore in una serie di affreschi, a volte solari, a volte malinconici, ma sempre profondamente sinceri e palpitanti di empatia per la sua terra. “L’abbandono delle cascine” Se si sbaglia strada nelle notti caliginose di pioggia o di nebbia e si attraversano le borgate rurali di piano o di monte, non c’è tanto da sperare nell’incontro fortuito o nella apparizione improvvisa di una persona amica che sappia indicare la giusta direzione e il percorso più adatto. La cascine deserte con le porte spalancate e le finestre cadenti che sbattono le imposte al soffiare dei venti, si fanno incontro col loro silenzio spettrale, senza una vetrata rischiarata dalla luce o i muggiti nelle stalle o il latrare dei cani. Se piove, l’acqua sgronda fiottante dai pluviali sghimbesci o si trascina lungo i matronali di rovere col lento stillicidio che ne prelude la dissoluzione e il successivo crollo. Se nevica, il peso della coltre formatasi sfonda gli arcarecci e le travi raccogliendo in cumulo i cocci delle tegole o dei coppi frantumatisi nella caduta attorno ai monconi delle orditure di legno infracidite. Se fa sole le ortiche e il vilucchio, il rovo e la gramigna spadroneggiano spavaldi avanzando a macchia d’olio. I mattoni secolari dei pilastri o delle pareti si sbriciolano lentamente al gelo e al disgelo, all’umido e al solleone non più protetti dalle vecchie malte di calce che si staccano a crostoni polverizzandosi nell’impatto della caduta al suolo. Così, lentamente si dissolvono le strutture edili di un mondo rurale in evoluzione lenta ma continua, caratterizzato da un esodo violento e dall’insediamento delle stesse unità lavoratrici dipendenti in agglomerati suburbani estranei alla cascina, alla borgata o co-

munque al luogo di lavoro. “Inverno” Inizio d’anno in piena sintonia col quadro classico dell’inverno padano. Freddo intenso, neve e gelo. Silenzio nelle campagne ovattate nel grigio delle nebbie che fasciano gli alberi, i comignoli delle case, le arcate dei portici e le finestre delle stalle madide di condensa, stemperandone nel cielo basso le dimensioni di altezza e profondità. Scompaiono gli orizzonti, si confondono i colori della bassa nell’impasto fondente della terra scura chiazzata di neve livida, solo interrotta dal fruscio flottante dell’acqua che scorre levigata e uniforme su qualche rara marcita, o sui riquadri vigorosi di loietto in vegetazione forzata. Qui si posano branchi di pavoncelle stupite ed immobili o gli stormi neri dei corvi che svolazzano dal prato agli alberi sbattendo svogliatamente e con noncuranza le ali. È il riposo della natura a contatto della realtà incondizionata degli elementi, mentre l’uomo e gli animali cercano il calore del ricovero nella casa e nelle stalle. È il momento in cui l’uomo s’abbandona alle riflessioni, con la spinta quasi istintiva alla ricerca interiore dei propri sentimenti, mentre i ricordi e le immagini del passato si affollano alla memoria solleticando l’onda dolce e sublime dell’elevazione e della preghiera. È quindi con orgoglio che il Centro Studi San Martino per la storia dell’agricoltura e dell’ambiente ospita questo libro tra le proprie pubblicazioni: un libro nato per amore filiale e frutto di amore per la terra. ❑ Chiunque fosse interessato al libro “Leggere l’agricoltura. Scritti, emozioni e riflessioni dal 1973 al 1991” può rivolgersi a : www.civiltabresciana.it; mail: info@civiltabresciana.it; Chiostri Vicolo S. Giuseppe, 5 - 25122 Brescia tel. 0303774365, 03226510174 IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6 - 87


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Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. Decreto Ministero Sviluppo Economico 6 agosto 2010 (Gazzetta Uficiale 24 agosto 2010 n.197) Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Definito il nuovo sistema di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione della fonte solare che stabilisce le tariffe incentivanti e le modalità di fruizione per gli impianti che entreranno in esercizio nel triennio 2011-2013. (in vigore dal 25 agosto 2010) Circolare Ministero Economia e Finanze 9 luglio 2010 n. 16063 (Gazzetta Ufficiale 26 luglio 2010 n.172) Valorizzazione immobili pubblici. Linee guida generali per la costituzione di un fascicolo immobiliare. Il Ministero dell’Economia ha emanato le linee guida per la costituzione di un fascicolo immobiliare dei fabbricati di proprietà degli Enti pubblici non territoriali, : un percorso metodologico che consentirà di pervenire alla completa conoscenza delle caratteristiche del proprio patrimonio immobiliare. Decreto Ministero Interno 27 luglio 2010 (Gazzetta Ufficiale 12 agosto 2010 n.187) Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle attività commerciali con superficie superiore a 400 mq. La regola tecnica si applica alle attività di nuova realizzazione alla data del 11 settembre 2010 ed alle attività esistenti alla medesima data se oggetto di interventi di ristrutturazione che comportino la sostituzione o la modifica di impianti o attrezzature di protezione attiva antincendio, la modifica parziale delle caratteristiche costruttive o del sistema di vie d’uscita ecc.

Provvedimento Agenzia Territorio 16 settembre 2010 Prot47477 Disciplina delle modalità di consultazione telematica delle planimetrie catastali dal parte dei soggetti abilitati alla presentazione telematica degli atti di aggiornamento catastale. (in vigore dal 17 giugno 2010) Circolare Ministero Lavoro e Politiche Sociali 27 agosto 2010 n.29 Capo II°, Titolo IV del D Lgs 81/2008 e s.m.i. 88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2010/6

Quesiti concernenti le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota. Circolare Agenzia delle Entrate 28 luglio 2010 n.40/E Ritenuta del 10% a titolo di accconto sul reddito – articolo 25 decreto-legge 31 maggio 2010 n.78 Vengono chiariti alcuni aspetti applicativi delle disposizioni introdotte dall’art 25 della manovra finanziaria L.122/2010 relativi all’assoggettamento a ritenuta d’acconto del 10% ai fini dell’imposta sul reddito dei percipienti dei compensi corrisposti mediante bonifico bancario per i quali spetta la detrazione d’imposta del 36% previsto per le ristrutturazioni edilizie di immobili abitativi o della detrazione del 55% prevista per gli interventi di risparmio energetico realizzati su edifici esistenti. Decreto Presidente della Repubblica 7 settembre 2010 n.160 (Gazzetta Ufficiale 30 settembre 2010 n.229 Supplemento ordinario n. 277/L) Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive, ai sensi dell’art.38 comma 3 del DL 25 giugno 2008 n.112 convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008 n.133 Decreto Ministero Sviluppo Economico 10 settembre 2010 (Gazzeta Ufficiale 18 settembre 2010 n. 219) Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. (in vigore dal 3 ottobre 2010) Viene razionalizzata la disciplina per l’autorizzazione degli impianti alimentati con fonti rinnovabili. Sono definite le modalità di rilascio dell’autorizzazione unica per gli impianti di maggiore potenza.

Circolare Ministero del Lavoro e Politiche Sociali 8 ottobre 2010 n. 35 Durc - Determinazione ACVP n.1/2010 Confermata la validità trimestrale del Durc negli appalti pubblici.


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Aggiornamento Albo

Reiscrizioni all’Albo con decorrenza 19 novembre 2010 N. Albo Nominativo

Luogo e data di nascita

Residenza

6046

Gardone V.T. (Bs) 09/05/1979

25068 Sarezzo (Bs) via 1850 218

Benenati Luca

Il mondo di B. Bat.

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memo

AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBO Per consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sono tenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusivamente la seguente scheda: SPETT.LE COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA 25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12 FAX: 030/306867

PER AGGIORNARE GLI ELENCHI DELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIA IL COLLEGIO INVITA I GEOMETRI A COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINE QUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA cognome e nome

…………………………………………………………………………………………..

luogo di residenza cap via

……………………………

………………………………………………………………………………………..

città

……………………………………………………………………...

………………………………………………………………………………………………………………………...

P. Iva

n. albo

…………………………………………...

luogo dello studio cap via

nato il

…………………………………………

………………………………………………………………………………......

……………………………………………….

città

…………………………………………....

………………………………………………………………………………………………………………......

……………………………………………………………………………………………………………………

tel. casa

…………………………………………………………………………………………………………….

cell.

……………………………………………………………………………………………………………………….

data

……………………………………………………………………………………………………………………..

tel. ufficio e-mail

firma

……………………………………

fax

…………………………………………........

…………………………………………………………………………………………………………....

……………………………………………………………………………………………………………....

Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta) Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio?

❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di Previdenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la compilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte le informazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamenti alla Cassa di Previdenza. 92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5


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IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO P.T. DI BRESCIA C.M.P. DETENTORE DEL CONTO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA

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IL GEOMETRA BRESCIANO

Anno XXXV N. 6 novembre-dicembre 2010

Rivista bimestrale d’informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia con la collaborazione dei Collegi delle province di

Cremona Lodi Mantova Sondrio

6 Spedizione in a.p. 70% - Filiale di Brescia

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