Bimestrale d’informazione e di tecnica del Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese Direzione e amministrazione: 21100 Varese, via San Michele2/b - tel 0332.232.122 fax 0332. 232.341 www.collegio.geometri.va.it - sede@collegio.geometri.va.it
In side
• La gestione
Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Varese
della sicurezza nel processo cantiere
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anno XV novembre - dicembre 2011 spedizione in AP 70% filiale di Varese
EDITORIALE
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n’opportunità di crescita e di miglioramento
di Luca Bini Presidente del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese
Cari Colleghi, come ho avuto modo di ricordare durante l'annuale premiazione degli iscritti, avvenuta nella cornice di Villa Bregana, quest'anno trascorso velocemente tra mille impegni. Io e tutti i consiglieri ci siamo adoperati al massimo, per migliorare quello che di buono avevamo gi realizzato, nonostante un periodo contingente difficile e di grandi cambiamenti, che si affacciano nel mondo delle professioni, attraverso uno spirito ed una coesione nuova e positiva, gi auspicati all'inizio di questo mandato, ottenendo obiettivi mai raggiunti in passato. Di questo ringrazio tutta la squadra che mi ha affiancato e supportato a partire dal segretario e dal tesoriere, dai consiglieri e dalla nostra segreteria ed a tutti i colleghi componenti le commissioni. Tema fondamentale, tra le tante attivit , tutte importanti, tengo a rimarcare l'impegno del Collegio, per preparare gli iscritti al cambiamento, non subendo passivamente il nuovo ordinamento, vedendolo come un'opportunit di crescita e miglioramento di una professione che sempre stata sinonimo di capacit , seriet , impegno professionale e sociale, caratteri distintivi che consentiranno ai geometri di essere autorevoli e rispettati protagonisti nel mondo del lavoro. Ricordando, che il Collegio rimane a disposizione di tutti gli iscritti, invio i migliori auguri per le prossime festivit , perch siano portatrici di salute, serenit e benessere a voi e alle persone a voi care.
L'uomo che tutela i propri amici non mai vittima delle tempeste dell'esistenza; ha le forze per superare le difficolt e andare avanti. Paulo Coelho - LIFE
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Il Seprio
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UTILITY
Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese
Segreteria Orari di apertura al pubblico: lunedì 9,00 - 12,00 martedì 9,00 - 12,00 mercoledì 9,00 - 12,00 giovedì 9,00 - 12,00 venerdì 9,00 - 12,00 sabato chiuso
Linea diretta Per comunicazioni durante gli orari di chiusura della Segreteria è attivo 24 ore su 24 il fax: 0332.232.341, oppure gli indirizzi mail: sede@collegio.geometri.va.it, PEC: collegio.varese.@geopec.it
Appuntamenti
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Il Seprio
PRESIDENTE
geometra LUCA BINI mercoledì pomeriggio*
SEGRETARIO
geometra ERMANNO PORRINI mercoledì pomeriggio*
TESORIERE
geometra FAUSTO ALBERTI mercoledì pomeriggio*
COMMISSIONE PARCELLE geometra MAURILIO FRIGERIO geometra CLAUDIA CARAVATI lunedì pomeriggio* DELEGATI CASSA geometra CLAUDIO FERRARIO geometra ISACCO SANDRINELLI venerdì pomeriggio* * previo appuntamento con la Segreteria del Collegio
In copertina: Sesto Calende, Oratorio di san Vincenzo, detto anche "dei Re Magi". Architettura Romanica Varesina, sec. XI Ð XII, sui resti di precedenti edifici tardo antichi e romani. L'oratorio, isolato e lontano dal centro abitativo, serv a pi riprese da lazzaretto e grande ne rimase la venerazione. Alcuni affreschi dell'interno eseguiti a scopo devozionale, ne fanno chiara testimonianza. (Foto geometra Lucia Cardani)
Index 06 09 12
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Centomila sottotiro
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Geopremium Tutti i premiati del Collegio di Varese
Ecco gli esperti in tutela paesistico ambientale
La gestione della sicurezza nel Òprocesso cantiereÓ
Standard di qualit Il giusto dire dellÕestimo e della attivit peritale
Misura rilevamento e rappresentazione
LÕimpegno per il piano strategico dellÕarea varesina
Albo Bacheca Istat
Tutti gli aggiornamenti dellÕalbo professionale Richieste di lavoro Offerte di lavoro
Indici Istat costo delle costruzioni residenziali costo della vita
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G PROFESSIONE AZZETTE & BG URL EOMETRA
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entodiecimila sottotiro
di Lucia Cardani Consigliere provinciale del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese Rerefente Commissione Disciplina e deontologia Professionale Coordinatore Comitato di redazione “Il Seprio”
Ancora una volta, la nostra professione sotto attacco, molti ci vorrebbero delegati a tecnici minori o di serie B. Non sanno che l'attivit di Relegarci in un Albo minore, conglobarci con altre professioni, smembrare la nostra Cassa previdenza, l’eliminazione dei minimi tariffari, il riordinamento degli Ordini, sono solo alcune delle lotte e delle battaglie che, in questi tempi difficili, ci coinvolgono in prima persona e che sono sul tavolo del Consiglio Nazionale.
un geometra professionista, la sua autorevolezza sono frutto di studio, di preparazione, di un periodo di praticantato, di un esame d'abilitazione di Stato, di esperienza, di una formazione continua, che anche prima dell'odierna imposizione legislativa, sempre stata una costante del nostro percorso professionale, seguendo un consolidato iter, che ben si pu identificare. Svilire, dimenticare e offendere i geometri italiani ed il loro impegno, considerandoli una lobby, un vero e proprio sopruso morale e sociale.
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PROFESSIONE GEOMETRA
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el 150° anno di ricorrenza dell’Unità sociale.Ancora una volta, la nostra professione è sotto d’Italia, grandi novità si affacciano nel attacco, molti ci vorrebbero delegati a tecnici minori o di mondo delle professioni, ventilati cam- serie B. biamenti vorrebbero ridurre l’opera intel- Dei diplomati, noi geometri, siamo la professione maglettuale alla pari di un servizio, spoglian- giormente criticata, nè periti, nè i ragionieri, godono di dola di ogni valenza intellettuale, morale e concettuale, così tante attenzioni, quanto noi, perché? Relegarci ad riducendone il valore sociale e considerandola alla stre- Albo minore, conglobarci con altre professioni, smemgua di un bene commerciabile e svendibile. brare la nostra Cassa previdenza, i conflitti sulle compeL'attività di un geometra professionista, la sua autorevo- tenze, l’eliminazione dei minimi tariffari, il riordinamenlezza sono frutto di studio, di preparazione, di un perio- to degli Ordini ecc., sono solo alcune delle lotte e delle do di praticantato, di un esame d'abilitazione di Stato, di battaglie che, in questi tempi difficili, ci coinvolgono in esperienza, di una formazione continua, che anche prima prima persona e che sono sul tavolo del Consiglio Naziodell'odierna imposizione legislativa, è sempre stata una nale. costante del nostro percorso professionale, seguendo un Le motivazioni, sono anche altre, forse rivolte al campo consolidato iter, che ben si può identificare in quelli che specifico in cui si muove il geometra. Noi ci muoviamo le discipline sociologiche definiscoin un ambito dove i bisogni dell'uono: 3L o LLL “long life learning”, mo sono quelli che derivano da I geometri si muovono ovvero quel percorso di apprendinecessità primarie, una casa, una in un ambito in cui i bisogni mento personale ed intellettuale, che dimora, sono bisogni di stretta attidellÕuomo derivano da ci accompagna per tutta la vita pronenza alla umana natura, bisogni fessionale, percorsi che contano, e concreti, tangibili, ancora oggi necessit primarie: una casa, che, in definitiva, fanno la differenza. importanti, per la maggior parte lÕambiente in cui vive, Svilire, dimenticare e offendere i geodegli uomini, di qui discende la la qualit della propria metri italiani ed il loro impegno, connostra naturale concretezza, dote, esistenza siderandoli una lobby, è un vero e che mal si adegua ad una logica del proprio sopruso morale e consumo. Le doti di sintesi, la capa-
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cità di individuare con efficienza e pragmatismo i problemi da risolvere, carattere distintivo dei geometri, le loro qualità e capacità, non sono ancora abbastanza approfondite e sicuramente molto sottovalutate. Geometria è anche e sopratutto metodo, sinonimo di economia ed essenzialità, qualità che ritroviamo nel risolvere un quesito o redigere un progetto, attraverso uno schema non ridondante, uno sviluppo di ipotesi, necessarie e sufficienti, per risolvere quel problema con efficienza, senza sprechi.Pensiamo ad esempio ad un rilievo topografico alla sua consueta sinteticità, in poche righe sono condensate una serie di informazioni, codificate, che individuano uno schema, un modello essenziale, estrapolandolo dal contesto e rendendolo metodico, non ridondante, una soluzione matematicamente ineccepibile e diciamolo anche suggestiva ed elegante.Pensiamo ad un disegno o ad uno schizzo, che con pochi tratti e misure essenziali e ben riferite, individua con praticità un particolare, che deve essere ritrovato nel tempo. Pensiamo ad una stima che individua gli aspetti sostanziali di un bene, individuandone il valore, le qualità, le caratteristiche, ecc. Pensiamo alla perizia di un CTU o di un CTP, mirata al nocciolo del contendere. Anche il progetto architettonico, non si discosta molto dalla logica del metodo sopra illustrato, ma sconta la necessità di rendere giustamente comprensibile ai non addetti ai lavori, un'opera spesso complessa, che il Committente, non tecnico, deve comprendere appieno. Senza voler menzionare l’attività di cantiere, dove un geometra ed il suo saper fare costituisce da sempre un valore aggiunto ed ancora, inarrivato. Anche utilizzando le moderne tecnologie per creare modelli di calcolo di una struttura da valutarsi termicamente o staticamente, nel realizzare un modello digitale del terreno, un impatto ambientale, un rendering o un foto inserimento, ecc., i geometri attingono sempre alle loro doti di capacità di estrapolare l'essenza del problema, che non significa fare meno o peggio, ma fare il giusto, il necessario, il meglio. Molti dei nostri detrattori, adducono tra le loro ragioni, che sotto il nostro pragmatismo si celi una non completa comprensione dei problemi, che le soluzioni dei geometri sono riduttive, spicce, ragioni che appartengono ad una vecchia diatriba, ormai sterile, che non tiene conto, della capacità di individuare e separare le cose necessarie e sostanziali, da quelle superflue ed ininfluenti. Nella società del tutto gratis, il lavoro è valutato secondo il metodo al kg, più mi danno più vale, ed allora, si producono metri cubi di fotocopie, molte volte prive di contenuti. Tali presupposti i confronto attengono, più la vendita al banco, che non una seria ed equilibrata valutazione, del lavoro tecnico ed intellettuale, svolto da un geometra. È vero invece il contrario, la capacità di risol-
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vere un incarico, in modo semplice, essenziale ed efficiente è sinonimo di capacità professionale, di economicità, di centrare il problema senza perdersi in mille rivoli o in risvolti ininfluenti al fine di risolvere il nocciolo del problema. Delineato sinteticamente un futuro senza minimi tariffari, con ordini ridotti ai minimi termini, geometri sottoposti a commissioni disciplinari costituite da magistrati, nessuna tariffa forse nessuna linee guida, si prospetta uno scenario da farwest, con la ricerca spasmodica della riduzione di ogni forma di informazione, dato, calcolo, verifica e controllo nella realizzazione di un incarico, e di conseguenza maggiori contestazioni sui lavori, maggiori segnalazioni disciplinari, minore qualità, ecc.Si aggiunga che il lavoro e le conoscenze accumulate negli ordini locali si perderebbero, come si perderebbero i valori e l’esperienza collegiale, si perderebbero i nuclei, il travaso di informazioni, si perderebbe una Comunità, la sua storia e le sue tradizioni, si renderebbe vano il lavoro di molti geometri, i cui nomi e i cui volti, passano con un po' di commozione, nella mente Uomini e donne - che hanno reso il nostro Collegio ciò che è oggi: un punto di riferimento ed eccellenza tra tutti gli ordini professionali. Chi ci taccia di essere lobby e nel frattempo invoca il libero mercato, considerando le tariffe professionali il male supremo di questo nostro paese, garantisce nel contempo, che il prezzi delle prestazioni professionali caleranno e la qualità aumenterà... Se di liberalizzazioni di mercato si parli è giusto avviare a livello nazionale ed anche nel nostro Collegio, un tavolo di confronto, perché, se si va verso una liberalizzazione delle professioni, che questa sia uguale per tutti e che sia effettuata con regole semplici ed essenziali, senza creare alcun privilegio, allora in questo caso, ancora una volta, il “geometrico pragmatismo” ne uscirà giusto ed equilibrato protagonista.
COLLEGIO PROVINCIALE
GEOPREMIUM 2011 Geopremium 2011 Tutti i premiati del Collegio di Varese di Roberto Stangalini
Il tavolo dei relatori di Geopremium 2011. Da sinistra, Fausto Alberti (tesoriere), Luca Bini (presidente), Ermanno Porrini (segretario)
In una sala gremita di circa duecento geometri, il Presidente Bini ha chiamato uno per uno i geometri, e sono scattati gli applausi al preQuest’anno c’è stata una novità. Sono stati premiati tutti i Presidenti che hanno retto il Collegio dalla sua effettiva costituzione fisica, con una sede propria, a oggi. Se l’istituzione dell’Albo risale al 30 settembre 1929, la categoria dei Geometri della provincia di Varese, ha una sede dalla fine degli anni 50
miato. stato un plauso s al singolo professionista, ma anche a tutta la categoria dei geometri varesini. Il pi anziano applaudito per quanto ha realizzato, il pi giovane per invogliarlo a raggiungere i pi ambiti obiettivi professionali. Tutti hanno provato la stessa sugge>>
stione emotiva.
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a premiazione dei geometri varesini, iscritti all’Albo da 35, 50 e 60 anni, non è un appuntamento di mera statistica, retorica e cerimoniosa. Almeno, non lo è più dal 2007, da qando si ripete con scadenza annuale. Ha assunto valore di identificazione e di fedeltà professionale. C’è, è vero, l’atto di sintesi commemorativa nella consegna dei riconoscimenti, ma c’è soprattutto l’incontro e il segno di stima rinnovato, del trovarsi con un altro te stesso che opera nel tuo campo, che dà forza alla tua Categoria. L’atmosfera, di sabato 19 novembre nelle accoglienti sale di Villa Bregana, a Solbiate Arno, era di festa. Appunto, perché era soprattutto una festa. Quando si dà un riconoscimento a chi ha una lunga carriera professionale alle spalle e, poco dopo, è premiato un Nella foto in alto il Prefetto neo professioniGiorgio Zanzi. sta, che invece si Qui a fianco il parco di Villa raffigura lo stesBregana che ha ospitato la so percorso del manifestazione suo predecessore, s’intesse un lungo filo rosso storico che lega l’uno e l'altro sul medesimo terreno, perciò non può che essere un giorno solenne. Hanno provato entrambi, mentre ricevevano i rispettivi riconoscimenti, un’emozione, forse sopita. Ma era la stessa suggestione, che univa ogni presente, in quanto identico è lo scenario professionale di ogni testimone. Questo lo si comprende quando, in una sala gremita di circa duecento geometri, il Presidente Bini chiama uno per uno i geometri, e scattano gli applausi al premiato, è un plauso sì al singolo professionista, ma lo è a tutta la Categoria dei geometri varesini. Il più anziano è applaudito per quanto ha realizzato, il più giovane per invogliarlo a raggiungere i più ambiti obiettivi professionali. Il Collegio ha particolare attenzione verso i giovani geometri e l’aver istituito, nel 2008, la borsa di studio per l’ottimo risultato conseguito all’esame di stato, ne è la conferma. Particolare rilevante, il premio è stato dato a ciascun neo iscritto da un diverso Consigliere provinciale. E’ l’ingresso nella Categoria dal portone principale. Quest’anno c’è stata una novità, splendida e di grande commozione. Sono stati premiati tutti i Presidenti che hanno retto il Collegio dalla sua effettiva costituzione
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fisica, con una sede propria, a oggi. Se l’istituzione dell’Albo risale al 30 settembre 1929, la categoria dei Geometri della provincia di Varese, non ebbe una sede agibile propria se non alla fine degli anni 50, grazie al Presidente Elio Barlocco che allestì, allo scopo, dei locali in via Bagaini. Il passo successivo fu quello di adottare un timbro in metallo col numero d’iscrizione. Solo allora nasce il moderno Geometra Varesino. Bene, dunque, ha fatto l’attuale Consiglio a ricordarsi di tutti i Presidenti che, nel corso di circa 50 anni, hanno costruito…mattone su mattone…l’attuale struttura. Una sede moderna, dinamica e in continuo divenire.Un premio speciale è andato anche a quei geometri che si sono prodigati nelle operazioni del dopo terremoto in Abruzzo. La parte protocollare dell’avvenimento è stata nobilitata dalla partecipazione d’importanti cariche istituzionali e professionali. Sono intervenuti di persona il Prefetto, dottor Giorgio Zanzi; l’Assessore al bilancio del comune di Varese, dottor Giuseppe Belometti; l’Assessore al territorio e grandi opere della Provincia di Varese, dottor Piero Galparoli; il consigliere CNG, geometra Pier Paolo Bonfanti; il Presidente del Collegio di Bergamo, geometra Renato Ferrari; la preside dell’Istituto Maggiolini di Parabiago, professoressa Daniela Lazzati. Un saluto scritto è stato inviato dal Questore, dottor Marcello Cardona; dal consigliere regionale, dottoressa Luciana Ruffinelli e dal parlamentare, onorevole Marco Reguzzoni. Un pranzo…di lavoro…ha concluso squisitamente la festa. Ogni anno il Collegio trova una cornice diversa per questa manifestazione (e nel Varesotto, obiettivamente, non si fa fatica a scovarla sia come struttura sia come ambiente). In quest’occasione ha portato gli Iscritti in una villa, tipica dimora del ‘700 lombardo, ristrutturata modernamente e immersa in un parco secolare, inaspettatamente a pochi chilometri dalle più urbanizzate città della Lombardia. Ma anche a pochi passi da Santa Maria Foris Portas, tra le più antiche costruzioni religiose del contado del Seprio. Un nome che ricorda la rivista dei Geometri varesini e che conferma che questa è la categoria professionale più legata al territorio su cui opera.
COLLEGIO PROVINCIALE
Geometri iscritti all’Albo da 60 anni premiati con timbro d’oro ■ Airaghi Luciano ■ Cagnoni Luciano ■ Cattaneo Claudio ■ Fusi Massimo ■ Moroni Giacomo ■ Righi Ulderico ■ Roi Egidio ■ Tamborini Giuseppe
Geometri iscritti all’Albo da 50 anni premiati con timbro d’argento ❑ Albini Mario ❑ Barlocco Pietro B. ❑ Bollini Giancarlo ❑ Budelli Dante ❑ Carnevali Sergio ❑ Castiglioni Michele ❑ Cattaneo Luigi ❑ Costantini Giuseppe ❑ Dosi Piero Luigi ❑ Macchi Pasquale ❑ Parissenti Adamo ❑ Puricelli Ansperto ❑ Ruoti Mario ❑ Stropeni Alfiero Luigi ❑ Ziccardi Nunzio ❑ Zoppini Giampaolo
Geometri iscritti all’Albo da 35 anni premiati con medaglia d’oro ◆ Aceti Gualtiero ◆ Alberio Giuseppe ◆ Baj Giovanni ◆ Baratelli Fausto ◆ Bardelli Pietro ◆ Broggi Romeo ◆ Carimali Dino ◆ Conconi Fabrizio ◆ Daverio Claudio ◆ Daverio Silvano ◆ Diani Sergio ◆ Fiorino Salvatore ◆ Francheschini Giuseppe ◆ Frattini Remo ◆ Lepri Egeo ◆ Macchi Carlo Luigi ◆ Marcolli Ernesto
I consiglieri del Collegio di Varese al taglio della torta-logo ◆ Mazzanti Claudio ◆ Mondini Luigi ◆ Pellizzaro Igino ◆ Ranzani Claudio ◆ Stagni Aldo
Geometri neo iscritti all’Albo premiati con Borsa di studio ▲ Bottigelli Stefano ▲ Cecere Simone ▲ Corradin Alessandro ▲ Giaretta Andrea ▲ Limongi Giuseppe jr ▲ Mazzotta Luca Paolo ▲ Rossi Lorenzo ▲ Sari Francesco ▲ Sinigaglia Claudio ▲ Vaglietti Teresa
Geometri ex Presidenti del Collegio premiati con targa ✓ Barlocco Elio Presidente dal 1958 al 1972 ✓ Ottolina Angelo Presidente dal 1972 al 1978 ✓ Ravasi Enrico Presidente dal 1978 al 1984 ✓ Guaralda Fiorenzo
Presidente dal 1984 al 1997 ✓ Bielli Renato
Presidente dal 1997 al 1998
✓ Ferrario Claudio
Presidente dal 1998 al 2005
✓ Mentasti Walter
Presidente dal 2005 al 2010 Geometri del Collegio operanti in Abruzzo nel 2009 premiati con targa
◗ Cherubini Stefano ◗ Gaggioni Alberto ◗ Geraci Salvatore ◗ Molon Gian Maria ◗ Pileci Stefano
Sono stati consegnati, inoltre, dei riconoscimenti ad altri professionisti, per i loro interventi connessi ad alcune attività del Collegio: All’ingegner Attilio Macchi, che ha collaborato in Abruzzo per le operazioni post-terremoto, è stato assegnata una pergamena All’ingegner Leandro Corbetta è stata data una targa, quale docente del corso di preparazione agli esami di stato.
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a gestione della sicurezza nel “processo cantiere” di Attilio Macchi e Stefano Pileci, coordinatori sicurezza cantieri edili e ingegneria civile - Varese
La sicurezza nei cantieri, sin dallÕintroduzione del primo decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, "Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei Negli appalti privati la nomina del CSP è spesso disattesa. Il coordinatore ancora oggi è visto e considerato come colui che ha potere di impedire gli infortuni in cantiere quando ormai tutti sanno che lo stesso, privo di ruolo riconosciuto, spesso ha stentato a imporre, alle imprese, il rispetto di regole esistenti
cantieri temporanei o mobili", ha notevolmente cambiato le regole per la realizzazione delle opere edili e di ingegneria civile in riferimento allÕesplicito output richiesto identificabile nellÕassenza di infortuni. Allo stesso cambiamento di regole, spesso, per , non seguito anche un corrispondente mutamento degli atteggiamenti oltre che lÕabbandono di errate abitudini da parte degli operatori del settore.
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’introduzione della figura professionale del coordinatore della sicurezza sia in fase progettuale (CSP) che in fase esecutiva (CSE), da parte del legislatore europeo prima e italiano dopo, ha creato e sta creando nelle istituzioni ancora aspettative circa il controllo degli accadimenti infortunistici nei cantieri. Questa può certamente essere una aspettativa legittima in linea teorica, le maggiori difficoltà nascono, invece, quando sono presi in considerazione gli aspetti più operativi che il coordinatore deve svolgere; sul ruolo affidato a questo soggetto, spesso debole e poco incisivo nei fatti in dipendenza della sua posizione di subordinazione nei confronti del committente che vede questa figura come un costo aggiuntivo oltre che un inutile appesantimento burocratico. Il coordinatore ancora oggi è visto e considerato come colui che ha potere di impedire gli infortuni in cantiere quando ormai tutti sanno che lo stesso, privo di ruolo riconosciuto, spesso ha stentato a imporre, alle imprese, il rispetto di regole esistenti a loro carico da più di 50 anni. Il tecnico professionista della sicurezza che deve svolgere il ruolo di coordinatore nei cantieri non può sottrarsi alle sue responsabilità, se sono chiari i ruoli di tutti gli operatori del processo edilizio, a partire dal committente, figura cardine con il vero potere decisionale di nomina (infatti, deve affidare incarichi e appalti e valutare le professionalità di tutti gli attori) e del potere di spesa che, se corretta e non frutto di sconti sotto la soglia della decenza, consente di incidere realmente su tutti coloro che non rispettano le regole. Se nel pubblico, con la ormai consolidata delega di responsabile dei lavori al responsabile del procedimento prevista dal D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106, art. 89, comma 1, lettera c), in applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, il ruolo esercitato dal dirigente tecnico ha consentito la totale attuazione della procedura di affidamento dell’incarico di coordinatore sin dalle prime decisioni, nel privato c’è ancora molto strada da fare. Infatti, negli appalti privati la nomina del coordinatore in fase progettuale è spesso disattesa, con l’incarico in “corsa” cioè qualche giorno prima dell’inizio effettivo del cantiere e non come previsto dall’art. 90, comma 3, il quale ha previsto la nomina del coordinatore per la progettazione “contestualmente all’affidamento dell’incarico di progettazione”. L’attuale assetto normativo in alcuni suoi punti non ha ancora chiarito propriamente i ruoli e le attribuzioni delle responsabilità e dei poteri reali per la figura del coordinatore, che sempre più spesso subisce quella visione comune all’interno del processo cantiere di ruolo “sco-
modo”, soggetto “obbligato” dalle norme, figura che rallenta le attività e puro costo che deve essere sostenuto. Analizzando, quindi, il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106, sono emerse con forza molte questioni irrisolte, che tutt’ora non hanno trovato un’univoca linea di pensiero da parte delle istituzioni, dei tecnici e delle imprese e che possono essere sintetizzate in punti, in particolar modo riferiti a cantieri con committente privato o per cantieri di piccole e medie dimensioni. Il committente e la nomina del CSP contestuale col progettista Non è più procrastinabile l’elaborazione di un semplice modello di verifica che gli ordini e i collegi dovrebbero inviare a tutti gli iscritti, in qualità di progettisti, per gestire la comunicazione con il committente relativamente ai suoi obblighi rivolti alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori delle imprese esecutrici (affidatarie o meno). D’altro canto, la stessa nomina del progettista è di difficile identificazione, il disciplinare d’incarico o qualunque altro strumento che permetta di determinare una “data certa” dell’incarico al progettista non sono sostenuti da protocolli chiari e verificabili. Gli ordini e i collegi dovrebbero farsi carico della verifica, quanto meno in riferimento ai codici deontologici (nel riquadro 1 è riportata una proposta di modello). I contenuti delle informazioni che il progettista deve “passare” al committente dovranno essere esplicitati, dalla nomina del CSP alla valutazione dell’idoneità tecnico-professionale (ITP), dalla verifica della liquidazione dei costi della sicurezza ai rapporti con il CSE. Il rispetto della nomina del CSP contestuale al progettista rappresenta l’incipit di tutto il processo di gestione della sicurezza nei cantieri temporanei e mobili. Il non rispetto di questo step
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D SICUREZZA IRITTO CANTIERI
Il comma 1, lettera b-bis), art. 91, ha previsto degli obblighi a carico del CSP e occorre comprendere se sussiste la posizione di garanzia del CSP in caso di mancata nomina “per tempo” che riconduce a una violazione del dettato legislativo. Pare evidente che la ritardata nomina, da parte del committente, del CSP può porre quest’ultimo in una “oggettiva” condizione di non operatività nei confronti degli obblighi a lui ascritti nell’art. 91. Quando committente e progettista hanno definito le modalità per la realizzazione dell’opera, risulta complicato (sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto l’aspetto comunicativo nella relazione fra i soggetti coinvolti) intervenire in tempi così ristretti per incidere nel miglioramento del processo in modo efficiente. È necessario stabilire se la mancata nomina del CSP nei tempi previsti dalla norma può essere intesa come errore progettuale. Negli appalti pubblici la risposta è certamente affermativa, negli appalti privati di sicuro resta una violazione alle indicazioni del dettato legislativo. Il progettista che si confronta con il committente non può dimenticare che è direttamente parte in causa, come previsto nell’Allegato XV al D.Lgs. n. 81/2008, “Disposizioni generali”, punto 1.1.1.a, nelle “scelte progettuali e porta alla totale inefficienza di uno dei “considerando” organizzative”, è il progettista che deve “fare i progetti” della direttiva 92/ 57/CE (“considerando che le scelte (per esempio, degli scavi), il CSP deve collaborare e fare architettoniche e/o organizzative non adeguate o una i piani. carente pianificazione dei lavori all’atto della progettazione dell’opera hanno influito su più della metà degli Compiti del committente, del progettista e del CSP infortuni del lavoro nei cantieri nella Comunità”) che L’art. 15 appare essere il più complesso di tutto l’apparaaveva identificato, nell’assenza di pianificazione dei to legislativo. È stata la direttiva 92/57/CE che, con l’art. lavori sin dalla progettazione dell’opera, un nesso causa- 4, ha investito il committente o il responsabile dei lavori le per gli eventuali infortuni in fase esecutiva da cui la (RdL) di questo compito riferibile alla direttiva necessità di individuare una nuova figura, quella del 89/391/CEE. CSP. È necessaria una riflessione relativa alla nomina dei La figura del committente e/o del RdL sono state caricacoordinatori basata su elenchi (spesso già presenti per te di un ruolo sovrapponibile a quello di un datore di quanto riguarda le amministrazioni comunali e le provin- lavoro sui generis; infatti, il committente/RdL è il datore ce) ai quali attingere e sull’automatizzazione dell’incari- di lavoro del cantiere temporaneo e mobile, per questo co sul modello dei CTU.Infine, il numero massimo di deve attenersi alle misure generali di tutela riportate nelcantieri che possono esser gestiti da uno stesso coordina- l’art. 15. Una analisi dello stesso disposto ha evidenziatore potrebbe essere limitato individuando un criterio to che non tutte le lettere previste dal comma 1 sono di che non può trovare giustificazione esclusivamente nel immediata soluzione e a volte risultano irrisolvibili da costo dell’opera, ma deve considerare la complessità del- parte del committente che non ha di sicuro un’organizzal’opera e i pericoli realmente presenti che possono espor- zione con lavoratori per cui debba rispondere completare i lavoratori a rischi. Il coordinatore, comunque abbia mente ai contenuti dell’articolo. strutturato la sua attività, ha una posizione di garanzia Il cantiere temporaneo o mobile, nuovo luogo di lavoro, “precisamente individuata nella sua persona”, non può dovrà essere valutato in fase progettuale e questa deve delegare i compiti previsti dalla normativa vigente. essere una sezione del PSC elaborato dal CSP. In supporDiversamente da un progettista, il coordinatore potrà to al committente la direttiva 92/57/CE aveva previsto la avvalersi di collaboratori ma che mai potranno sostituir- nomina di un responsabile dei lavori con specifiche comlo nel ruolo come indicato nella notifica preliminare. petenze. Il caso della mancata nomina
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Il committente e la nomina
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del responsabile dei lavori (RdL) Le modifiche del D.Lgs. n. 106/2009 hanno disatteso le richieste della 92/57/CE. Oltre la valutazione dell’idoneità tecnico-professionale, il committente deve prendere in considerazione l’art. 15. Il legislatore europeo ha compreso le difficoltà di questi adempimenti e ha previsto per lo stesso committente un supporto tecnico individuandolo nel progettista e nel direttore dei lavori. Non è cambiato nulla, dal 1955/56 in poi sono state diverse le sentenze che hanno ritenuto responsabile e colpevole il direttore dei lavori per infortuni accaduti nei cantieri. La situazione attuale sembra escludere il direttore dei lavori da ogni responsabilità riferibile al D.Lgs. n. 81/2008, la responsabilità penale del direttore dei lavori è rimasta nel pubblico quando lo stesso ha ricoperto la figura anche di CSP e di CSE. Prevedere la nomina obbligatoria di un responsabile dei lavori potrebbe essere vista come un ulteriore impedimento nella gestione del processo edilizio. Il compito della valutazione dell’idoneità tecnico-professionale, a carico del committente/responsabile dei lavori, è l’altro punto cardine di rilievo fondamentale. La valutazione della idoneità tecnico-professionale La presa visione della visura camerale, del DURC, della dichiarazione richiesta dall’Allegato XVII, al punto 1, lettera d), relativa ai provvedimenti di sospensione o interdettivi previsti all’art 14, hanno permesso di risolvere questioni legate, per esempio, alla responsabilità in solido del committente (questione sottovalutata di cui si parla poco), ma hanno inciso poco sulla valutazione della preparazione dell’impresa nell’affrontare la tutela della salute e della sicurezza dei suoi lavoratori. È la consegna del DVR, richiesta dall’Allegato XVII, che ha permesso di valutare la posizione delle imprese nei confronti della “sicurezza”. Non si pretende che sia consegnato il cartaceo, ma la richiesta dell’Allegato deve essere soddisfatta. Può bastare la consegna del DVR in formato elettronico o una serie di estratti del DVR che riportino i risultati di ogni singola valutazione del rischio svolta dal datore di lavoro dell’impresa. La consuetudine ha portato alla totale mancanza di consegna di questo documento fondamentale e questo ha posto grossi problemi al CSE. La mancata verifica del DVR, che può essere evidenziata in fase di verifica dei POS, può mettere il CSE in una posizione scomoda. La non conformità del POS anche a un solo punto richiesto dall’Allegato XV, può mettere il CSE nella condizione di non poterlo validare, ergo, l’impresa non potrà accedere al cantiere. Da qui lo scontro con il committente (spesso anche con l’impresa affidataria), non informato e preparato, che ha incaricato le imprese per l’esecuzione dei lavori. Non si comprendono i motivi per i quali sanzionare un CSE per un POS non conforme, quando è il committente, datore di lavoro sui generis, e/o l’impresa affidataria (ex
art. 97) che hanno spinto e deciso per far entrare in cantiere l’impresa da loro scelta. Occorre comprendere perché gli organismi di vigilanza non inizino a verificare i compiti del committente al fine di rendersi effettivamente conto delle pressioni alle quali sono sottoposti i coordinatori. Il compito del CSE è quello di vietare l’accesso al cantiere a un’impresa che ha prodotto un POS non conforme all’Allegato XV. Il coordinatore, nell’eventualità di riscontrare un POS non conforme a quanto richiesto dall’Allegato XV, deve affrontare una situazione scomoda che termina con uno scontro con il committente/responsabile dei lavori che, non avendo svolto una corretta valutazione dell’idoneità tecnico-professionale, è l’unico responsabile della scelta e della nomina delle imprese, in particolare per le opere di piccole e/o medie dimensioni. Per le opere con costo di svariati milioni di euro, generalmente, il committente deve nominare un responsabile dei lavori professionalmente competente che spesso richiede della documentazione oltre quanto previsto dalla normativa, non sempre giustificabile, ma corretta in riferimento a un contratto d’appalto accettato e sottoscritto dalle imprese affidatarie e/o esecutrici. Nella tabella 1 sono riportate le risposte ad alcune delle domande e dei dubbi più frequenti in chi è interessato alla sicurezza nei cantieri indipendentemente dalla parte di appartenenza, cercando di individuare i comportamenti e le azioni ascrivibili alle diverse figure.
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SICUREZZA CANTIERI Riquadro 1 Proposta per ordini e collegi 1) Per la verifica dell’incarico del progettista e dell’informativa al committente circa gli adempimenti obbligatori in materia di sicurezza nei cantieri temporanei e mobili e nomina del CSP/CSE. Premessa In riferimento alle indicazioni della direttiva 92/57/CE e al Titolo IV del D.Lgs. n. 81/2008, l’Ordine/il Collegio degli/dei…….della Provincia di ….. ritiene prioritaria la verifica delle date di incarico dei progettisti e dei contenuti delle informazioni date al committente per quanto attiene agli obblighi di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per questo invia a tutti gli iscritti il seguente modulo da compilare ed inviare via posta certificata o fax all’indirizzo dell’Ordine/Collegio. Informativa D.Lgs. n. 81/2008 al committente da parte del progettista Ing/Arch/Agronomo forestale/Geometra/Perito
Nome Cognome/numero di iscrizione
Data del disciplinare di incarico Data del colloquio col committente per informarlo degli obblighi ex D.Lgs. n. 81/2008. Archiviazione di documento riassuntivo firmato dal progettista e dal committente Firma e data del progettista e del committente Nota 1: I contenuti dell’informazione al committente da parte del progettista riguarda gli articoli: 90, 91, 92, 93, 95, 97, 98, 99 e 100, comma 6bis, 101 e 104, comma 4. Nota 2: riportare estratto del codice deontologico adottato. 2) Per la verifica dell’incarico da parte del committente al CSP, da compilare il seguente modulo a cura del CSP. Verifica dell’incarico del CSP Arch/Ing/Agronomo forestale/Geometra/Perito
Nome Cognome/numero di iscrizione (se iscritto)
Data del disciplinare di incarico Data del colloquio col committente per informarlo degli obblighi ex D.Lgs. n. 81/2008. Archiviazione di documento riassuntivo firmato dal CSP e dal committente Firma e data del CSP e del committente Tabella 1 Le domande più frequenti Il CSP ed il PSC Chi sviluppa ed elabora i progetti e il cronoprogramma delle lavorazioni? I progetti e il cronoprogramma delle lavorazioni
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sono sempre definiti dal progettista e dal committente con la collaborazione del coordinatore in fase progettuale per quanto riguarda l’identificazione degli sfasamenti temporali.
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Cosa si intende per lavorazioni interferenti? Non ci sono dubbi sulle analisi delle interferenze con l’area e l’organizzazione del cantiere. Qui il coordinatore in fase progettuale CSP è il punto di riferimento che ha il compito di dare informazioni alle imprese che potranno integrarle e migliorarle. Lavorazioni interferenti, due parole da definire Nell’art. 89 è assente la definizione di lavorazione interferente. Una lacuna che dovrebbe essere colmata perché causa di discussioni che non hanno ancora dato soluzioni condivise. Appare opportuno proporre quanto segue: • lavorazioni – generalmente la parola è seguita da una specifica che definisce il settore, per esempio, lavorazioni meccaniche, tessili, del marmo, del legno, del ferro ecc. • interferenti – che avvenendo con sovrapposizione di spazio e/o tempo influiscono sulla gestione del processo; per esempio, realizzazione di recinzione in ferro svolta da un fabbro e contemporanea sistemazione della aree verdi (inerbimento, piantumazione, ecc.) svolta dal giardiniere. È riscontrata la presenza di due lavorazioni differenti e interferenti. Dovrà essere svolta l’analisi del rischio relativamente alle interferenze prodotte nello stesso spazio di lavoro. Saranno riscontrati certamente pericoli riferibili ai vari Titoli del D.Lgs. n. 81/2008 che possono esporre i lavoratori a rischi non specifici della propria attività. Sono elencati a titolo esemplificativo alcuni rischi specifici di due lavorazioni: • fabbro – esposizione alle radiazioni ottiche artificiali, al rumore, alle sostanze pericolose, all’investimento, alla movimentazione di carichi con mezzi di sollevamento (gru); • giardiniere – esposizione al rumore, alle sostanze pericolose, all’investimento, alla movimentazione di carichi con mezzi di sollevamento (gru). Questi rischi specifici diventano interferenti in quanto le lavorazioni sono svolte contemporaneamente. Il CSP può decidere di sfasare nel tempo le lavorazioni, se possibile, oppure deve adottare ulteriori misure preventive e protettive e DPC/DPI individuati dall’analisi. Dovrà essere fatta una valutazione del rumore cumulativo, dovranno essere individuati nuovi otoprotettori, probabilmente con indice di attenuazione differente da quelli in dotazione ai lavoratori delle singole imprese esecutrici. Non si pretende di svolgere nuove misurazioni strumentali, è sufficiente rilevare dai
POS i risultati delle misurazioni dell’esposizione al rumore e fare un semplice calcolo di somma di dB(A) per identificare aree in cui i valori indicati dal Titolo VIII, Capo II, sono superati e vietare le lavorazioni in quelle aree, segnalandole, o calcolare nuovi otoprotettori idonei. Per l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali il fabbro dovrà usare teli di protezione per evitare che le radiazioni colpiscano il giardiniere (tenendo conto che i fenomeni di riflessione in campo aperto sono di scarsa rilevanza). Per quello che riguarda le sostanze pericolose, qui la differenziazione è fondamentale. L’emissione di sostanze pericolose da parte del fabbro (nei momenti di saldatura) possono ritenersi ininfluenti per il giardiniere in quanto situati in campo aperto, naturalmente ventilato ed è presumibile che non svolga le sue operazioni proprio sotto i piedi del fabbro (questa osservazione non deve essere riportata nel PSC, è sufficiente il “buon senso”). L’uso di sostanze pericolose da parte del giardiniere è diversa, non potrà di certo usare diserbanti con classe di pericolosità elevata in quanto il fabbro ne subirebbe l’esposizione. Il PSC prevederà l’uso di maschere idonee o, in questo ultimo caso, lo sfasamento temporale del diserbo. Sembra evidente che i dati precisi dovranno essere individuati nei POS e di seguito gestiti dal CSE. Il CSE dovrà prendere in carico “pacchetti” di lavorazioni svolti da imprese differenti e dovrà informare le stesse esclusivamente sulle decisioni prese per controllare l’esposizione ai rischi non specifici delle stesse.
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Coordinamento delle lavorazioni o delle imprese In presenza di una sola impresa per volta in cantiere serve il coordinamento (il punto 2.3.1, Allegato XV, ha previsto l‘analisi delle interferenze delle lavorazioni anche quando sono svolte dalla stessa impresa)? Non si comprende per quale motivo il D.Lgs. n. 81/2008 abbia previsto una differenza tra un cantiere con un’unica impresa, per il quale non è stata prevista la nomina di coordinatori, e il cantiere con più imprese per il quale sono previste tutte le figure e gli adempimenti del Titolo IV. Nel primo caso il datore di lavoro deve gestire le sue lavorazioni con il DVR o, meglio, il POS specifico. Nel secondo caso la norma ha aggiunto, al punto 2.3.1, Allegato XV, che già dalla fase progettuale il CSP deve gestire le lavorazioni anche della singola impresa. Il CSP in questa fase ha pochi dati obiettivi sui rischi ai quali saranno sottoposti i lavoratori delle differenti imprese esecutrici presenti contemporaneamente nel cantiere. Inoltre, risulta palese la contraddizione con quanto previsto per i cantieri con una singola impresa. L’attività del CSP è quella di valutare le interferenze tra le lavorazioni, in fase di progettazione lo sforzo deve essere fatto, ma il numero delle imprese che parteciperanno alle lavorazioni, riportate in notifica, risulta una mera previsione. È in fase di aggiudicazione e, ancor di più, durante la realizzazione dell’opera che sono definite le imprese esecutrici, quindi, le lavorazioni previste nel PSC sono gestite dalle imprese con il loro POS elaborato tenendo conto delle indicazioni fornite dal PSC. Il CSE deve verificare la congruità dei POS al PSC e coordinare le imprese in relazione alle lavorazioni interferenti. Esempio di lavorazioni svolte da una singola impresa esecutrice sono: • lavorazione o macrofase realizzazione delle fondazioni; • sottolavorazioni o microfasi: - scavo (potrebbe essere una lavorazione indipendente); - casseratura; - armatura: - getto; - disarmo. Le sottolavorazioni potranno a loro volta essere ancora frazionate, per esempio, lo scavo può prevedere la realizzazione vera e propria, l’allontanamento delle terre e la protezione dello stesso per permettere di eseguire i lavori di fondazione in sicurezza. Occorre comprendere se il CSP e, in fase di verifica, il CSE, dovrà prevedere indicazioni su come proteggere lo scavo. In realtà, sin dal 1956 (con il D.Lgs. n. 164/1956) gli sca-
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vi superiori a 1,50 m devono essere protetti. Il CSP potrà riportare delle richieste (il PSC è contrattuale) tra cui la progettazione e la protezione dello scavo, il CSE verificherà che quanto richiesto dal PSC è stato eseguito. L’assenza di protezione dello scavo diventa un pericolo grave, imminente e, se direttamente riscontrato, il CSE dovrà sospendere la lavorazione. Il PSC potrà prevedere per quanto riguarda le sottolavorazioni, aree e tempi diversi in cui realizzarle. Per esempio, dovrà essere definita un’area per la realizzazione dei ferri che non potrà essere eseguita nello stesso scavo (se gli spazi non lo permettono). Potrà richiedere a carico dell’impresa esecutrice una procedura per l’intasamento durante la sottofase di getto che dovrà trovare risposta nel POS ecc. Questo è quanto ha previsto il punto 2.3.1, Allegato XV, in contraddizione con quanto previsto per le lavorazioni svolte da una singola impresa in un cantiere per cui non è previsto tutto l’apparato del Titolo IV. La contraddizione resta e ha posto il CSE in una posizione a dir poco delicata. È il datore di lavoro dell’impresa esecutrice che deve gestire le sue lavorazioni con il suo specifico POS. Il CSE deve diventare, quando presente nel cantiere, il verificatore della sovrapposizione dell’istantanea cantiere alla fotografia del PSC. Se le imprese non hanno accolto l’ingestione da parte del coordinatore nella propria organizzazione, al CSE basterà dire che la lavorazione è sospesa perché le protezioni dello scavo sono assenti o non idonee. Se, invece, si intende aprire a un processo di comunicazione, il CSE e i DdL delle imprese dovranno confrontarsi per trovare le soluzioni.Questo compito non è richiesto al coordinatore (il CSE non è il consulente della sicurezza delle imprese, tra l’altro pagato dal committente) ma potrebbe svolgerlo comunque per il raggiungimento del comune obiettivo della riduzione degli infortuni.
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Strumenti di elaborazione del PSC: specificità e concreta fattibilità per un PSC di immediata leggibilità I PSC che continuano a essere prodotti rispondono alla specificità e alla concreta fattibilità?)? L’invito all’abbandono di software o all’uso con criterio degli stessi ormai è proposto a ogni incontro tecnico, seminario, condiviso dai relatori, che siano tecnici liberi professionisti o funzionari e ispettori degli orga-
nismi di vigilanza. La pressione a operare con strumenti il più possibile grafici è stata raccolta, per esempio, dalle ultime linee di indirizzo della Regione Lombardia. Pare imminente il passaggio dall’elaborazione di Piani a quella di Progetti della sicurezza e nei cantieri per progetto è inteso “un disegno”.*
Il CSE e il cantiere L’Art. 92, comma 1, lettera b), la verifica dei POS e la corrispondenza con la valutazione dell’idoneità tecnico-professionale precedentemente svolta dal committente e/o dal responsabile dei lavori (assenza o inadeguatezza del DVR e conseguente non idoneità del POS), idoneità all’impresa per l’ingresso in cantiere. Uso di semplice check list. Il Committente/RdL verifica: - la visura camerale - attenta verifica dell’attività dell’impresa, del codice ATECO; - il Durc - controllo della data di rilascio e definizione della scadenza. Art.14 - dichiarazione del datore di lavoro, nessuna responsabilità da parte di committente/responsabile dei lavori/coordinatore su dichiarazioni mendaci (rif. c.p.). DVR - il committente/responsabile dei lavori rileva almeno la presenza dei contenuti minimi del POS richiesti nell’Allegato XV e consegna al CSP una relazione. Inoltre, è responsabile degli aggiornamenti della notifica preliminare, compito che non può essere richiesto al CSE. Il CSE valuterà la corrispondenza tra il POS ricevuto e la precedente valutazione dell’idoneità tecnico-professionale relazionando il committente/responsabile dei lavori sulle incongruenze rilevate e rimettendo a quest’ultimo la decisione per l’accesso al cantiere dell’impresa. I documenti dovranno essere cartacei e firmati da CSE e committente/responsabile dei lavori. Il CSE dovrà continuare a gestire le interferenze in relazione alla nuova impresa in entrata.
Art. 92, comma 1, lettera f), responsabilità del CSE, quando può essere identificato il reato d’evento e quando quello di puro pericolo? Si parla di reati di evento che nell’ordinamento giuridico ha presupposto che le responsabilità penali siano sempre riconducibili alla persona, quando le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro prevedono il verificarsi di un evento (infortuni con lesioni gravi o mortali o malattie professionali ). L’autorità giudiziaria deve procedere all’accertamento delle responsabilità in base al principio d’“effettività”. Questo principio ha chiarito che ai fini prevenzionistici quello che conta è identificare chi esercita e detiene l’effettivo potere direttivo e organizzativo, quindi, l’effettiva concretezza del ruolo svolto indipendentemente da deleghe assegnate. Un esempio può essere anche quello legato al ruolo dell’assistente incaricato dal CSE che opera concretamente in cantiere espletando tutti o parte dei compiti propri del CSE. Nei reati di puro pericolo, invece, a essere sanzionato sarà colui che riveste formalmente l’incarico di CSE. Strumenti di gestione della sicurezza in cantiere: bastano i verbali? È necessario un cronoprogramma con tempi definiti (per esempio ogni 15/30 giorni) e azioni di coordinamento relative, da cui fogli tecnici esecutivi** e disegni che saranno oggetto delle riunioni di coordinamento e che dovranno prevedere i responsabili dell’attuazione delle scelte concordate. *Per maggiori dettagli sul tema si veda, degli stessi Autori, Il PSC progettuale. Uno strumento sintetico tra relazione tecnica e disegni, in Lavoro sicuro n. 4/2010, pag. 10; ** Per un esempio sul punto si veda, degli stessi Autori, Foglio tecnico. Strumento grafico di sintesi del PSC per pianificare la sicurezza in cantiere, in Lavoro sicuro n. 3/2010, pag. 39.
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isura, rilevamento e rappresentazione
A cura del Professor Ingegner Attilio Selvini - Facoltà di Architettura e Società, Politecnico di Milano Ex- presidente della Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, SIFET (VI parte) 6) Il rilevamento con le immagini (fotogrammetria). Anche in questo caso ci si limiterà alle cose più semplici; adatti riferimenti per chi volesse saperne di più sono contenuti in (5), (6), (7). La fotogrammetria nasce all’incirca nel 1850, come mezzo ausiliare per il rilevamento di terreni difficili, per poi divenire dopo la prima guerra mondiale aerofotogrammetria, assumendo le caratteristiche di una disciplina autonoma con tanto di cattedre universitarie. Le prime applicazioni della nuova tecnica sono ascritte al francese Aimé Laussedat, subito seguito da altri fra cui il nostro Ignazio Porro. Le applicazioni al rilevamento dell’architettura, sono dovute ad Albrecht Meydenbauer, e datano della seconda metà dell’Ottocento. Il primo strumento, capace di far passare da una coppia di fotogrammi terrestri al disegno, è del
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triestino Edoardo De Orel, e venne costruito dalla tedesca Carl Zeiss a Jena. Pionieri della fotogrammetria da aereo sono gli italiani Umberto Nistri, romano, ed Ermenegildo Santoni, fiorentino: entrambi geometri, poi ingegneri “honoris causa”. Attualmente la fotogrammetria, sostenuta dalla rivoluzione informatica degli anni Settanta e successivi, è completamente diversa da quella che ha dominato sino all’inizio della seconda metà del Novecento. Per chi volesse seguire l’evoluzione strumentale (e metodologica) della disciplina, si consigliano i testi (6) ed (8). È chiaro che qui sarà esposta in sintesi solo la fotogrammetria attuale, sia dal punto di vista strumentale che da quello metodologico. Per prima cosa, andrà sottolineato che anche qui il rilevamento procederà dal generale al particolare: indispensabili perciò le reti di appoggio ed inquadramento, di cui le
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seconde si possono generalmente realizzare con osservazioni satellitari (per grandi estensioni, ovviamente inquadrate nella rete fondamentale IGM95). Per le prime, ovvero per legare le immagini riprese dall’alto (il caso della fotogrammetria terrestre è un po’ diverso e ne diremo) al terreno con la sua giacitura cartografica ufficiale (la cosiddetta “georeferenziazione”) od anche solo riferita ad un sistema locale, sono necessari punti determinati o con operazioni topografiche classiche (lunghe e costose) oppure con una tecnica che risale agli anni Trenta e che si chiama, un poco impropriamente, triangolazione aerea (oggi profondamente diversa da quella sia degli anni Trenta, sia di quella detta “analitica” risalente agli anni Settanta: questa operazione si fa attualmente con metodi semiautomatici di tipo digitale). Anche qui però vi è del nuovo; è già in fase commerciale e non più solo sperimentale una tecnica assai giovane, che vede mescolate determinazioni GPS e misure inerziali (INS) eseguite sullo stesso aereo che riprende le immagini del suolo. Ciò riduce a ben poco le necessità di determinazione di punti sul terreno, con enorme risparmio di costi (10). In sostanza, la fotogrammetria altro non è che una trasformazione proiettiva. Si riprendono, con adatte macchine (a pellicola, oppure “digitali”) da terra o dall’alto di adatti vettori (in generale un aeroplano: ma se del caso anche elicotteri, ultraleggeri, alianti, stazioni orbitanti…da poco anche con mini elicotteri) le immagini dell’oggetto da rilevare. Sviluppate le immagini (se del tipo convenzionale a pellicola) e sottoposte poi ad adatta “scansione”, quindi inviatele ad un adatto computer (in via diretta, se le immagini sono riprese con camera digitale), ove risiede il programma di “restituzione”, sulla base dei punti di appoggio al suolo (o sull’oggetto, per la fotogrammetria terrestre) si trasformano le immagini (che sono, con buona approssimazione, delle prospettive centrali) in proiezioni ortogonali (planimetrie, prospetti, sezioni). Queste trasformazioni un tempo erano solo disegnate (fotogrammetria analogica) ed oggi invece risiedono su archivio informatico come dati numerici accompagnati da codici, su cui operare ulteriormente: per esempio ricavandone aree, volumi, distanze, dislivelli e quanto serve al tecnico, naturalmente traducendole quando necessario anche in grafico con i metodi stessi dell’informatica (CAD). Va precisato che l’operazione di “restituzione”, che un tempo non lontano richiedeva il continuo contributo da parte di un operatore (restitutista), oggi può essere eseguita, almeno parzialmente, con processi semiautomatici fondati su complessi algoritmi (in genere detti di “correlazione di immagine”, od image matching in inglese). Tali processi funzionano ottimamente anche in sede produttiva per le parti geometrico-matematiche della trasformazione proiettiva; sono invece ancora in fase sperimentale per ciò
che concerne la parte semantica, ovvero la distinzione fra edifici e loro parti, strade, manufatti, recinzioni e così via (11). Daremo, qui avanti, qualche informazione su strumenti e metodi della fotogrammetria. La disciplina è oggi irrinunciabile, come del resto già detto, per la cartografia anche di modeste estensioni; nessuno ormai produce più la carta anche d’un piccolo comune con il rilevamento topografico, che è limitato a zone poco estese (ad esempio, lottizzazioni, porzioni di abitato, archeologia…) oppure ad operazioni particolari (linee di livellazione, misura di deformazioni, tracciamento sul terreno di piccoli o grandi manufatti…). La presa, o “assunzione delle informazioni”. Per la presa di edifici, manufatti, monumenti, statue e così via si usano oggi solo camere “semimetriche” (a pellicola, come ad esempio Rollei 6008 o Hasselblad MK70, oppure digitali, come Nikon D 200, Rollei D3) dal momento che non vengono più costruite le apposite camere fotogrammetriche terrestri (Wild P31 e P32, Zeiss TMK ed UMK) e nemmeno naturalmente, dal 1960 in poi, i cosiddetti “fototeodoliti” nati verso la fine dell’Ottocento. Si possono usare anche camere amatoriali di buona fattura, che però richiedono adatta “calibrazione” (6) e non hanno i pregi delle semimetriche. Ovviamente si possono impiegare anche camere digitali amatoriali, pur sempre richiedenti adatta calibrazione.
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Per la cartografia, si usano le tradizionali camere aerofotogrammetriche (Wild-Leica, Zeiss) a pellicola, nel formato standard di (23_23) cm2, focale ormai solo da 150 oppure 300 mm; altrimenti si ricorre alle camere digitali (in fase di diffusione) come la Wild-Leica ADS40 (Airborne Digital Sensor) oppure la Zeiss/Integraph DMC (Digital Mapping Camera) od ancora Vexcel UltraCam XP. Ma ve ne sono ormai molte altre soprattutto in USA, per particolari impieghi. I voli a scopo cartografico richiedono adatto studio ed un aereo particolarmente attrezzato; la quota di volo, insieme alla focale della camera utilizzata, è legata alla scala della carta da produrre. A scopo cartografico non si può volare in un giorno qualsiasi dell’anno: in Italia, i giorni adatti sono poche decine. Occorre che le ombre sul terreno siano non troppo lunghe (Sole più alto di 35° sull’orizzonte), che il terreno sia sgombro dalla neve, che il fogliame sia ridotto al minimo o meglio non sia presente. Due fotogrammi consecutivi devono sovrapporsi per almeno il 60%; infatti, a parte il caso che il terreno (o l’oggetto, nel caso delle prese architettoniche) sia quasi piano (anche se non orizzontale o rispettivamente verticale!) per poter ricavare la terza dimensione è necessario che un qualsiasi particolare sia contenuto in due immagini successive; e ciò a prescindere dalla possibilità, peraltro molto importante, di poter vedere l’oggetto in stereoscopia, ovvero con le sue tre dimensioni, come se fosse un modello materiale.
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La trasformazione proiettiva o “restituzione”. Si accenna qui solo alla trasformazione che richiede l’intervento dell’operatore per tutto il tempo della “restituzione”, la quale è poi quella consueta ad uso commerciale. Fondamentale, come già detto, la possibilità di vedere tridimensionalmente il “modello” ottico, cioè fatto di luci ed ombre, in B&N od a colori, delle immagini da trattare. Ciò avviene ormai solo in due tipi di strumenti: i “restitutori analitici” ed i “restitutori digitali”. I “restitutori analogici” (che operano solo in modo ottico-meccanico) sono quasi ovunque abbandonati. Sostanziale differenza fra i due tipi, è la presenza, nel primo, dello “stereocomparatore”, ovvero di uno strumento di misura delle coordinate piane di un punto qualunque delle immagini, con incertezza media di 5 micron, connesso con un adatto computer. Ciò è legato all’uso di immagini fotografiche tradizionali, ovvero su pellicola (in genere, nella forma diapositiva). Il secondo tipo non ha strumento di misura, bensì solo l’elaboratore con adatto schermo per la visione tridimensionale. Ciò è comprensibile, se si pensa che qui non si usano immagini su pellicola, bensì immagini digitali, ovvero costituite da matrici di pixel, ottenute dalle camere digitali oppure dalla scansione in adatto strumento (in pratica, un microdensitometro ad alta risoluzione e dalle appropriate caratteristiche geometriche) delle consuete immagini fotografiche su pellicola. La posizione geometrica di un punto dell’immagine (almeno risolta a 2500 dpi, punti per pollice: il che significa che l’elemento puntiforme ha mediamente diametro di un centesimo di millimetro) è data dalla sua appartenenza alla rma riga ed alla cma colonna della matrice che costituisce l’immagine: superfluo quindi misurarne le coordinate piane. Il legame che collega le (2+2) coordinate-immagine piane di due fotogrammi, alle 3 coordinate tridimensionali sul terreno (o sull’oggetto, in generale) del punto doppiamente rappresentato nei fotogrammi stessi, è costituito dalle equazioni spaziali di due rette: quelle che sono materializzate dai raggi ottici che collegano punto oggetto, centro dell’obbiettivo della macchina da presa, ed infine immagini corrispondenti di tale punto sulle due fotografie (meglio, fotogrammi, per chiarire il loro contenuto metrico). Il fenomeno è di fatto più complesso; il percorso della radiazione non è perfettamente rettilineo, visto che nel tratto esterno alla camera da presa soffre dell’influenza della rifrazione atmosferica, e nel tratto interno della distorsione dell’obbiettivo: il quale, per suo conto, non ha un “centro” bensì due punti nodali. Di ciò si tiene opportunamente conto, oggi, negli algoritmi che regolano la trasformazione proiettiva. Le equazioni sono dette di collinearità, dato che collegano non solo due punti (per cui passa una retta) bensì i tre punti sopra indicati. Tali equazioni sono trascenden-
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ti, perché contengono gli elementi di una matrice di rotazione nello spazio, definiti dalle loro funzioni trigonometriche seno e coseno. Le rotazioni nello spazio di un oggetto solido sono tre: quelle, tanto per fare l’esempio elementare dell’aereo in volo, intorno all’asse della fusoliera (inclinazione trasversale, dovuta al rollio, indicata ormai da tutti con w); intorno all’asse delle ali (inclinazione longitudinale, dovuta al beccheggio, indicata con j) ed infine intorno alla verticale (sbandamento, indicato con k). La fig. 44 ne dà una semplice immagine.
e tale sistema di riferimento. Le predette relazioni sono quelle indicate dalle equazioni qui sotto riportate:
(relazioni di similitudine relative alla fig. 45, fotogramma orizzontale) Introducendo il fotogramma ruotato in posizione qualsiasi, le precedenti equazioni diventano le altre sottostanti, dopo aver lasciato al primo membro le sole incognite X ed Y:
(a) figura n. 44 Le a) sono le predette equazioni di collinearità; le rü sono i termini della matrice di rotazione contenenti seni e coseni di , , per cui le equazioni andranno “linearizzate”, sviluppandole in serie (oppure ponendo limiti alle rotazioni, così che il seno coincida con l’angolo in radianti ed il coseno sia praticamente uguale ad 1: i capitolati pongono infatti come limite 5g). Si noti che al posto della z si è introdotto il parametro noto c: la “costante” della camera da presa usata, in prima approssimazione pari alla sua focale. Ed ecco ora i valori degli elementi della matrice di rotazione predetta:
figura n. 45 La fig. 45 fornisce uno schema da cui trarre le relazioni fra coordinate sul fotogramma e coordinate sull’oggetto (in questo caso il terreno); l’introduzione della matrice di rotazione modifica le relazioni di semplice similitudine esistenti fra un ipotetico fotogramma parallelo al piano del sistema assoluto e con gli assi aventi uguale orientamento,
Si noti come nelle equazioni (a) la terza coordinata incognita, ovvero la Z, stia al secondo membro: ciò significa che le due equazioni non bastano a risolvere il problema della trasformazione proiettiva. Solo se si dispone della seconda immagine dello stesso punto (quindi del secondo fotogramma!) si potranno scrivere altre due equazioni del tipo (a) ed il problema diventa risolubile, con addirittura il controllo della quarta equazione. Chiaro che se l’oggetto fosse piano, essendovi la Z nulla, basteranno invece le sole due equazioni relative ad un solo fotogramma: così è stato del resto già accennato all’inizio di questa parte. Ed ora un’altra considerazione. Nella aerofotogrammetria tradizionale, ovvero quella sino ad oggi consueta, sono incogniti i valori delle rotazioni , , contenuti nella
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matrice di rotazione sopra indicata per esteso, nonché le coordinate del punto di presa X0 , Y0 , Z0 . Non resta allora che determinarli, per una data coppia di fotogrammi e con la procedura tradizionale, attraverso punti a terra aventi coordinate X, Y, Z note. Dal momento che le incognite sono 6 per un fotogramma, quindi 12 in totale, occorreranno almeno tre punti noti a terra, visibili su entrambi i fotogrammi. Nelle equazioni (a), misurate con la necessaria incertezza (per esempio, quei cinque micron già più sopra indicati come valore minimo fornito dallo stereocomparatore) le coordinate immagine x, y dei tre punti sui due fotogrammi, si avranno a disposizione (2 x 2 x 3) = 12 equazioni da cui trarre le dodici incognite più sopra indicate. In realtà al solito si usano più di tre punti (in genere, sino a dodici!) risolvendo il problema ai minimi quadrati per compensare le misure sovrabbondanti così effettuate ed avere “stime” migliori dei parametri incogniti. Inoltre, sin dai tempi della restituzione con gli strumenti analogici, si usa spesso un sistema di “orientamento esterno” delle coppie di fotogrammi che scinde la procedura in due parti: il cosiddetto “orientamento relativo” (che non necessita dei punti noti) seguito dall’”orientamento assoluto” che invece vi fa ricorso. Di più non è possibile qui dire: al solito, si veda in (2), (5), (6) per maggiori approfondimenti. Ma la disponibilità dei sistemi di determinazione dei punti con sistemi satellitari, applicabili anche ad aerei in volo e con incertezza di pochi
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centimetri; nonché il ricorso a sistemi inerziali di misura diretta delle rotazioni j ed w con incertezza di 10 milligon (lo sbandamento può sempre essere praticamente eliminato con adatti dispositivi) ha comportato il ripensamento dell’intera procedura di orientamento di una coppia di fotogrammi, con la possibilità di annullare (in realtà, di rendere minimo) il numero di punti di appoggio al suolo. Si parla, infatti, di aerofotogrammetria diretta, per la quale i parametri dell’orientamento sono misurati e registrati per tutti i fotogrammi attraverso il GPS (coordinate del punto di presa) ed il sistema INS (per le rotazioni). Un dispositivo già in uso (per suo tramite sono stati rilevati recentemente in Italia quasi 15 milioni di ettari, pari alla metà dell’intero territorio nazionale, ai fini della redazione di una carta tematica in scala 1: 40.000) è quello fornito dalla Applanix, azienda U.S.A. Una recente applicazione della fotogrammetria diretta, riguarda la zona dell’aeroporto di Malpensa: il confronto fra punti restituiti con i sistemi classici e gli stessi restituiti “direttamente”, mostra gli stessi sqm ampliamente contenuti nelle tolleranze di capitolato della Regione Lombardia (10). La restituzione è seguita dal disegno, oggi eseguito generalmente “off-line”, ovvero dopo la prima operazione e coi metodi della grafica computerizzata; l’operazione si chiama editing e comprende la cosiddetta “vestizione” di quanto restituito, ossia l’aggiunta di segni convenzionali, di tratteggi, di nomi e scritte varie.
TOPOGRAFIA
Non molto diversa è la procedura per la fotogrammetria dell’architettura (ma vi sono, per le operazioni di presa fatte a terra, altre applicazioni: incidentistica stradale, selvicoltura, balistica criminale, studio delle deformazioni o dei test di “crash” nell’industria dei trasporti…). Già si è detto che si usano in prevalenza oggi camere semimetriche o amatoriali, che hanno il vantaggio del minor costo e della maggior flessibilità e semplicità d’impiego rispetto alle camere metriche. La tecnica della restituzione attraverso punti di appoggio determinati qui con operazioni topografiche tradizionali, semplificate oggi dall’impiego dei teodoliti digitali, ha la prevalenza sulla fotogrammetria diretta che era usata sino ad un paio di decenni fa, sia con l’uso di “bicamere” che di camere sostituibili sul basamento con teodoliti, al fine di misurarne le rotazioni e di fornire le coordinate del punto di presa. Anche il collegamento di più fotogrammi, con la tecnica appena accennata della “triangolazione” (oggi sono disponibili adatti programmi di calcolo, anche specifici per le operazioni ingegneristiche, come per esempio “BINGO” Bündelstriangulation für INGenieurObjekte) è oggi largamente usata nella fotogrammetria dell’edificato. Diffusissimo è qui l’uso di camere a matrici di pixel (intervenuto assai prima delle corrispondenti applicazioni alla aerofotogrammetria) così come quello della restituzione digitale. Un ultimo argomento va qui almeno accennato: si tratta della cosiddetta ortofotoproiezione. Come alternativa alla consueta restituzione, ovvero alla redazione di disegni ortogonali al tratto, così come sono le carte topografiche, le piante ed i prospetti delle architetture, è possibile da una coppia di fotogrammi ricavare immagini ortogonali non del tipo vettoriale bensì del tipo “raster”. La cosa è possibile sin dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, allorché si disponeva solo di restitutori analogici; oggi, con la fotogrammetria digitale, l’operazione è assai più semplice di allora e di comune applicazione, sia alla cartografia (ortofotocarte) che all’architettura. In sede di restituzione, eseguito l’orientamento della coppia di fotogrammi, se ne ricava non un disegno bensì una immagine “fotografica” che non è più, come quella di partenza, una prospettiva centrale, bensì una proiezione ortogonale, come se l’immagine fosse stata ripresa dall’infinito, con i raggi proiettanti paralleli e non convergenti nel centro dell’obbiettivo. In fase di editing si aggiungono testi e simboli, si esaltano particolari magari col colore (e qui va specificato che il procedimento può ugualmente essere eseguito in B&N oppure con i colori originali della presa). Naturalmente la procedura ortoproiettiva fornisce immagini ortogonali ma con tutto quanto vi era sul fotogramma originale, ivi comprese ombre, automobili, arredo urbano, alberi nel caso cartografico; ombre, degrado eventuale, fessurazioni eccetera nel caso delle architetture.
Nelle figure 46 e 47 due esempi di restituzione vettoriale e rispettivamente ortofotografica.
figura n. 46
figura n. 47
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Ultima osservazione: se l’oggetto da rappresentare (anche il terreno) è praticamente piano (ovvero le sue rugosità sono minori dell’1% della distanza di presa: es. 10 m su 1000 nel caso della aerofotogrammetria, 0,1 m su 10 per le prese architettoniche) si opera, sia in fase di restituzione vettoriale che in sede di ortofotoproiezione, con un solo fotogramma: l’operazione allora prende il nome di raddrizzamento; essa pure oggi eseguita per via digitale. Le equazioni di collinearità viste più sopra, si semplificano nel caso del raddrizzamento (che dal punto di vista geometrico altro non è che una omografia) ed assumono la forma sottostante:
applicato alla rappresentazione delle architetture o delle loro parti, allorché queste siano praticamente piane (la facciata di una chiesa romanica, la Casa del Fascio di Como di Giuseppe Terragni, le pareti del “Pirellone” di Gio Ponti…). In tutti gli altri casi, si ricorre alla stereorestituzione. A complemento della ripresa aerofotogrammetrica, è oggi possibile la scansione del terreno tramite Laser: il dispositivo LIDAR aerotrasportato (Light Imaging Detection And Ranging), fornisce “nuvole” di punti sul terreno, anche in presenza di vegetazione, fornendo così gli elementi per un modello digitale del terreno (DTM) con passo variabile e per scale medie grandi. La figura 47bis mostra uno schema semplificato della procedura. Fine sesta parte, il seguito al prossimo numero
In esse le Xi , Yi sono le coordinate di un punto dell’oggetto, mentre le xi yi sono le coordinate dello stesso punto sull’immagine. Con le lettere a, b, c, u, v sono indicati gli otto parametri dell’omografia; ne deriva che per calcolarli occorre conoscere la posizione (e quindi le coordinate) di almeno quattro punti sia sull’oggetto che sulla sua immagine. Determinati i valori degli otto coefficienti (usando in genere ben più di quattro punti, al solito per ricavarne stime migliori!) si potranno avere le coordinate e quindi la posizione sull’oggetto di tutti gli altri punti costituenti quanto contenuto nel fotogramma: sia esso rappresentante il terreno che un edificio od altro. La soluzione del problema di questa proiezione omografica piana, un tempo avveniva per via strumentale (“raddrizzatori”) mentre oggi tutto si fa col calcolo, col conseguente vantaggio di ottenere tutti gli elementi numerici delle parti costituenti l’oggetto raddrizzato (distanze, angoli, direzioni, superfici…). Il raddrizzamento è diffusamente
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figura n. 47/bis
TERRITORIO
VARESE EUROPEA L’impegno per il piano strategico dell’area varesina di Arturo Bortoluzzi direttore generale e presidente Amici della Terra
Riedizione del treno storico della Valmorea
La produzione di nuove conoscenze (e il loro inserimento in rete tra le organizzazioni locali) e lÕintroduzione di nuove competenze proLa concreta volontà di intervenire per migliorare lo sviluppo dell’Area si è ad oggi espressa innanzitutto con l’intenzione di definire un Piano Strategico che, sviluppandosi attorno ai temi fondamentali dell’attrattività e dell’accessibilità, possa delineare una visione del futuro dell’Area
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a pianificazione strategica per lo sviluppo dei territori è uno dei temi su cui le amministrazioni pubbliche locali hanno posto maggiore attenzione negli ultimi anni. L’idea di fondo è che, a livello locale, occorra saper leggere il proprio territorio, selezionare le priorità di intervento sostenibili e governare le risorse pubbliche e private intorno a queste priorità. In questo processo, le amministrazioni pubbliche sono fondamentali, perché devono necessariamente svolgere un ruolo di regia nel garantire la costruzione di una visione condivisa e la realizzazione di un percorso che tenga conto dell’interesse generale della comunità di riferimento. Nel gioco competitivo con altre aree, considerato il livello di sviluppo e di reddito del territorio varesino, l’area varesina non può che puntare su un disegno strategico che consenta la sua trasformazione in area dell’innovazione e della qualità della vita. Ciò significa puntare sulla produzione continua di nuove conoscenze e competenze che favoriscano l’introduzione dell’innovazione e di comparti produttivi innovativi e basati sulla qualità dei prodotti. Per mantenere la competitività di un’area tra le più ricche d’Italia e d’Europa non si può che perseguire una “via alta allo sviluppo”, basata sulla continua introduzione di prodotti innovativi e di qualità e sulla capacità di risolvere i problemi delle imprese esistenti. La produzione di nuove conoscenze (e il loro inserimento in rete tra le organizzazioni locali) e l’introduzione di nuove competenze professionali dovrebbero migliorare l’attrattività dell'area varesina rispetto alla localizzazione di organizzazioni di ricerca e di imprese votate all’innovazione e all’uso di risorse umane particolarmente qualificate, seguendo esempi ormai famosi in Europa come quelli di Toulouse, Grenoble e Cambridge, che attraverso l’interazione della ricerca e delle attività produttive hanno consentito la creazione di rilevanti “spin-off” tecnologici. La concreta volontà di intervenire per migliorare lo sviluppo dell’Area si è ad oggi espressa innanzitutto con l’intenzione di definire un Piano Strategico dell’Area Varesina, che, sviluppandosi attorno ai temi fondamentali dell’attrattività e dell’accessibilità, possa delineare una visione del futuro dell’Area, in un’ottica di massimo coinvolgimento ed attenzione a tutte le istanze degli attori del territorio. Tale progettualità si è, ad oggi, sostanziata in progetti operativi, quali ad esempio sommario:
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- Coinvolgimento di ciascun attore nelle pratiche promosse da altri che operano nell’Area varesina perché siano realizzabili economie e una maggior affluenza di interessabili;
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reach1 Reach1 ■ Ecco ÒVarese EuropeaÓ
L'associazione "Varese Europea" nasce nel 1999 e costituisce un tavolo di progettazione dalla forte volont di rappresentare uno strumento nuovo, e il pi possibile agile, attraverso il quale tutti i soggetti del territorio possano partecipare alla definizione di quello che l'area varesina vorr essere e diventare nel futuro, contribuendo con le proprie esperienze, idee ed esigenze a costruire il Piano strategico. Attualmente sono associati diversi Enti locali: Comuni, Comunit Montane e Parchi; Parti sociali; Enti e Istituzioni; Associazioni culturali, ambientali; artistiche, ecc. che, pur provenienti da realt professionali e culturali differenti, ritengono estremamente positivo aderire allÕesperienza sin qui svolta nel percorso di costruzione del Piano strategico. Inoltre, collaborano con l'Associazione sulle tematiche oggetto di valutazione, la Sede territoriale della Regione Lombardia e la Provincia di Varese. Danno il loro sostegno esterno all'Associazione e ne costituiscono imprescindibili punti di riferimento, la Camera di Commercio e le parti sociali accreditate al Tavolo Provinciale di Concertazione Il Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese associato dal 2004 a ÒVarese EuropeaÓ, tramite i consiglieri delegati dal Presidente, intervenuto a diverse riunioni e iniziative organizzate dall'Associazione. Per far conoscere meglio agli Iscritti questa realt presente sul nostro territorio, su nostra richiesta, il Direttore dottor Arturo Bortoluzzi, ha trasmesso un intervento con il testo che segue. Crugnola Patrizio Consigliere del Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese Info: ASSOCIAZIONE VARESE EUROPEA via Caracciolo 46 Varese; tel. 0332 255 694-693 varese.europea@comune.varese.it www.vareseeuropea.or
TT ECNOLOGIA ERRITORIO
- Reperimento di finanziamenti a livello regionale, nazionale e comunitario per aiutare a soddisfare gli interessi degli operatori; - Iniziative in tema di mobilità sostenibile nell’area urbana (Progetto “Va in bici”, “Circolo in Bici”, corso per Mobility Manager) - Organizzazione del convegno “La gestione della mobilità sostenibile nelle aree urbane: il tema delle merci” - 29 aprile 2011– Iniziativa promossa all’interno del progetto “Circoloinbici”, prosecuzione del progetto “Vainbici” e finanziato dalla Fondazione Cariplo; - Realizzazioni con particolare riferimento al recupero delle aree dismesse e al risparmio energetico e di produzioni di energia legata alle risorse locali, ad esempio Progetto LIFE + e Progetto Tutela delle Acque per il monitoraggio degli impianti fognari a lago finanziato dalla Fondazione Cariplo; - Iniziative volte a valorizzare le presenze lungo il Sentiero 10 – Varese; - Progetto 4 CANTIERI, promosso dalla Provincia di Varese, dal Comune di Varese e dall’Associazione Varese Europea e co-finanziato dalla Fondazione Cariplo, come leva per la crescita e la stabilità nel tempo del sistema culturale varesino. Obiettivo del progetto è l’innalzamento del livello culturale delle giovani generazioni presenti nel territorio varesino attraverso l’offerta di nuove opportunità di formazione e produzione artistica e culturale. Sono stati organizzati laboratori artistici e culturali tenuti da giovani artisti sui temi “Arte e Natura” e “Natura e Riciclo”, denominati “Piccoli Cantieri”, realizzati in diversi Comuni della Provincia di Varese. Il progetto si è concluso con i “Grandi Cantieri”, due workshop condotti da due artisti professionisti, Luca Scarabelli e Giovanni Frangi. Al termine è stata allestita una mostra collettiva dei lavori realizzati dai partecipanti dei “Piccoli” e dei “Grandi Cantieri” presso Villa Fara Forni, Vedano Olona (VA). Il Progetto è inserito nel più ampio progetto di valorizzazione del Sentiero 10;
Arturo Bortoluzzi, direttore generale e presidente Amici della Terra - Progetto “Scuole in carrozza: due musei e un parco”, un percorso rivolto agli alunni delle Scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado che prevede la conoscenza del territorio di Malnate ed il suo Museo Civico di Scienze Naturali “Mario Realini”, il Mulino Bernasconi (mulino ad acqua della zona ancora produttivo), alcune peculiarità del Parco Valli del Lanza, il Museo della Civiltà Contadina del Mendrisiotto a Stabio in Canton Ticino attraverso il treno della Valmorea. Lo strumento di governo di questa iniziativa senza precedenti per il nostro territorio è stato identificato nell’Associazione Varese Europea, luogo di definizione degli indirizzi strategici per il territorio a partire da un costante confronto fra le istanze degli enti locali, delle parti sociali e della società civile. Da qui l’importanza che tutti i principali attori dell’area varesina, enti locali territoriali, istituzioni, parti sociali, associazioni, sentano la necessità, quasi il dovere, di farne parte in maniera attiva e propositiva. Per Varese Europea è fondamentale la ricerca di coinvolgimento e partecipazione degli attori dell’area, pubblici e privati, dei cittadini. Rimane così fra gli obiettivi prioritari di Varese Europea quello di incrementare l’informazione, affinché tutti possano essere partecipi di quanto si sta facendo. Costituiscono imprescindibili punti di riferimento gli enti territoriali quali Regione Lombardia, Provincia di Varese, Comune di Varese.
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cco gli esperti in tutela paesistico ambientale Alla consegna degli diplomi, avvenuta nella sede del Collegio varesino erano presenti gli assessori regionali Alessandro Colucci – Settore Sistemi verdi e Paesaggio e Raffaele Cattaneo - Settore infrastrutture e mobilità
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ome in parte era stato già preannunciato nello scorso numero del nostro bimestrale d'informazione, giovedì 24 novembre alle ore 11.15 nella sede istituzionale del Collegio Geometri e Geometri Laureati di Varese, sono stati consegnati a 60 geometri nuovi “esperti ambientali” gli attestati di partecipazione al corso per “Esperti in materia di tutela paesistico ambientale”, svoltosi presso il Collegio negli scorsi mesi di settembre e ottobre.La consegna degli attestati è stata effettuata unitamente al nostro presidente, geometra Luca Bini, da Alessandro Colucci – assessore ai Settore Sistemi verdi e Paesaggio e da Raffaele Cattaneo - assessore al Settore infrastrutture e mobilità di Regione Lombardia, che, con la loro presenza, hanno testimoniato il notevole successo dell'iniziativa e l'alto pro-
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filo di questo corso, organizzato dal Collegio Geometri di Varese, unitamente alla Direzione Generale sistemi verdi e paesaggio regionale, con l'intervento e la collaborazione di docenti di grande competenza ed esperienza. Il corso, fortemente voluto dall'attuale Consiglio, ha avuto come docenti i funzionari di Regione Lombardia architetto Luisa Pedrazzini, architetto Cinzia Pedrotti, architetto Rosanna Centemeri, architetto Sergio Cavalli, geometra Angelo Guasconi, geologo Francesca De Cesare e geologo Enrico Sciesa, e ha dato inizio a una proficua collaborazione del nostro ordine professionale, con la stessa Regione, proprio in un momento in cui la valorizzazione del paesaggio nel suo significato primario di bene della collettività che lo vive, è sempre più fondamentale, nell’ambito della progettazione. Le unità di didattiche del cor-
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so, hanno riguardato aspetti relativi all'idea di paesaggio, alla pianificazione paesaggistica attraverso i piani territoriali regionali, provinciali e d'area, i metodi per la lettura e l'identificazione del paesaggio agrario, urbano e peri-urbano, i criteri per la gestione paesaggistica e delle commissioni locali, le autorizzazioni amministrative in regime ordinario e semplificato, le sanatorie e compatibilità ambientali, oltre ai criteri nella valutazione ambientale strategica (V.A.S.), le linee guida per l'esame paesaggistico dei progetti, i criteri di progettazione e le relazioni specifiche, gli aspetti geologici e naturalistici tipici del territorio varesino ed in generale lombardi, le aree protette e geositi a destinazione speciale.Le Commissioni del paesaggio della nostra Provincia avranno quindi a disposizione i seguenti tecnici qualificati come esperti ambientali: ■ AGNETTI VITTORE ■ ALBINATI ALESSANDRO ■ ARCURI BRUNO NICOLA ■ BERNASCONI LUCIO ■ BESOZZI VALTER ■ BETTINI ANDREA ■ BINDA GABRIELE ■ BINDA MARCO ■ BORGHI LUISELLA ■ BOSCO FRANCESCO ■ BRESSAN ROLANDO ■ CAGGIANO IN ALBERTI ROSSANA ■ CAPRIOLI SAMANTHA ■ CARAVATI CLAUDIA ■ CARDANI LUCIA ■ CATTO' DANIELE ■ CERVINI MIRCO ■ COLNAGO PIETRO ■ COLOMBO CLAUDIO ■ COLOMBO VINCENZO ■ DE BERNARDI STEFANO ■ FERRARI DAVIDE ■ FONTANA ANTONELLA ■ FRANCHI GIAN RICCARDO ■ FRIGERIO ALESSANDRA ■ GAGGINI SILVIA ■ GHISOLFO ROBERTO ■ GRAVINA MASSIMO MICHELE ■GUARNIERI LUISA MARIA ■ GUIDALI RAFFAELE ■ LOMBARDI ROBERTO ■ MAGINZALI ANTONIO ■ MINCHIO MAURO ■ MOLON GIAN MARIA ■ MOMBELLI FAUSTO ■ MORBI ALESSANDRO ■ NICHELE FRANCO ■ NOCI MAURO
■ OLIVA ALBERTO ■ PARASCI RAFFAELE ■ PARENTI CHRISTIAN ■ PARINI CARLO GIUSEPPE ■ PARINI FABRIZIO ■ PETTER GIUSEPPE ■ PIAZZA MAURO ■ PISANI PAOLO ■ RAMPININI VALERIA ■ REGALIA FEDERICA ■ RONZANI ROBERTO ■ SARNA MARCO ■ SEGATO GUIDO ■ SPERONI ALESSANDRO ■ TAGLIANI FAUSTO ■ TONELLA MATTIA ■ VALORZ LUCA ■ VANETTI CARLUCCIO ■ VENEZIANI ROBERTO ■ VERNOCCHI ALESSANDRO ■ VIOLA GIORGIO ■ VISCONTI SARA
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Formazione Standard di Qualità Il giusto dire dell’estimo e dell’attività peritale
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l Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati in Accordo con UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) ha predisposto procedure e modalità di svolgimento delle prestazioni professionali specifiche delle attività dei geometri. Tali procedure mirano a raggiungere uno standard qualitativo per ogni prestazione. Le varie discipline sono inserite nel testo predisposto dalla commissione del CNG con UNI e pubblicate sul sito del CNGGL: www.cng.it sezione Standard di Qualità. In questo numero del Seprio riportiamo alcuni termini relativi all’Area “Estimo e attività peritale”. 1. Valutazione immobiliare
Termini e definizioni Rapporto di valutazione: documento che raccoglie le direttive di un incarico, il metodo e la finalità della valutazione e i risultati dell’analisi che hanno portato alla stima del valore. Il rapporto può essere anche verbale; Committente: persona fisica o giuridica che incarica il professionista di svolgere una valutazione immobiliare; Atto di trasferimento: contratto con il quale si trasferisce la proprietà di beni immobili; NOTA: ai fini della presente specifica si intendono compresi anche gli atti di trasferimento di diritti reali quali: usufrutto, nuda proprietà, ecc. Unità immobiliare: porzione di fabbricato, o da un fabbricato, o un insieme di fabbricati ovvero da un’area che, nello stato in cui si trova e secondo l’uso locale, presenza potenzialità di autonomia funzionale e reddituale; Immobile: fabbricato o terreno costituito da una o più unità immobiliari;
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Particella e subalterno: l’unità immobiliare si identifica negli atti del Catasto con il numero o con i numeri che contraddistinguono in mappa le particelle edilizie corrispondenti ai fabbricati nei quali essa si estende nonché – se alcuno dei detti fabbricati comprende più unità immobiliari – con un altro numero (subalterno) da attribuire a ciascuna parte di fabbricato occupato da diversa unità immobiliare Titolarità: possesso di un diritto reale su un bene immobile. Assunzione: proposizione ritenuta essere vera per certi fini. Comprende fatti, condizioni o situazioni che influiscono sull’oggetto e sull’approccio alla valutazione la cui
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verifica può non essere possibile. Una volta dichiarata, deve essere motivata e accettata al fine di comprendere la valutazione. Condizione limitante: limite imposto alla valutazione immobiliare; può essere richiesto dal committente, dichiarato dal geometra oppure imposto dalla normativa. Elemento di confronto: caratteristica immobiliare (quantitativa o qualitativa) che determina e provoca una variazione del prezzo immobiliare. Informazioni di mercato: dati di carattere tecnico, economico e finanziario essenziali per svolgere l’incarico, possono variare in funzione della tipologia dell’immobile oggetto di valutazione, del procedimento di valutazione adottato e dal valore che deve essere determinato Dichiarazione di conformità: attestazione che la valutazione è stata eseguita conformemente allo standard internazionale o nazionale pertinente emanati o dalle autorità competenti utilizzato. Valutazione immobiliare: attività finalizzata alla determinazione del valore di mercato e/o dei valori diversi dal valore di mercato, mediante la redazione di un rapporto di valutazione. 2. Consulenza tecnica giudiziale
co d’ufficio CTP: Consulente Tecnico di Parte OP: Operazioni peritali. 2-bis. Consulenza tecnica stragiudiziale Termini e definizioni Consulenza tecnica stragiudiziale: Attività finalizzata ad emettere un parere verbale o scritto (memoria tecnica di parte) di natura tecnica e/o a fornire assistenza in una controversia. Tale attività si concretizza in una prestazione di scienza e non in una manifestazione di volontà. Memoria tecnica di parte: Relazione con la quale il consulente tecnico di parte adempie al mandato ricevuto dal committente 3. Consulenza tecnica d’ufficio Termini e definizioni Consulenza tecnica d’ufficio: attività svolta da un esperto in ausilio alla autorità giudiziaria Elaborato peritale; Fascicolo di causa; Operazioni peritali; Rispetto del contraddittorio (vedi sopra)
Termini e definizioni Consulenza tecnica giudiziale: Attività di assistenza tecnica in una controversia giudiziaria. Tale attività si concretizza in una prestazione di scienza e non in una manifestazione di volontà Fascicolo di causa: Cartella privata del legale contenente gli atti della parte e quanto da questa depositato nel corso del processo Rispetto del contraddittorio: Principio secondo il quale ciascuna parte deve essere messa in condizione di conoscere ogni richiesta e deduzione dell’altra parte e di formulare le proprie osservazioni Operazioni peritali: Accertamenti, ricerche, rilievi, indagini svolte dal consulente nominato dal giudice Memoria tecnica di parte: Relazione svolta nell’interesse della parte rappresentata contenente aspetti tecnici rilevanti ai fini della causa Relazione (Elaborato) peritale: elaborato redatto dal consulente tecnico d’ufficio e previsto quando le operazioni peritali sono svolte senza la presenza del giudice e depositato in cancelleria e nei termini da questi stabiliti Peritus peritorum (il giudice perito dei periti): Esprime il rapporto tra giudice e il consulente tecnico d’ufficio nell’iter processuale, dove il primo ha la facoltà di portare a rilevanza i risultati a lui forniti, secondo un proprio giudizio Simboli ed abbreviazioni CTU: Geometra, nominato dal Giudice consulente tecni-
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4. Redazione perizia contrattuale Termini e definizioni Perizia contrattuale: Attività consistente nella redazione di una relazione al fine di accertare, in modo vincolante, uno o più elementi essenziali di un rapporto giuridico per definire una controversia Perito: Esperto incaricato dalle parti per svolgere una perizia contrattuale NOTA: Questa figura professionale non corrisponde al “perito” così come definito nel Codice di procedura penale. Rapporto giuridico: Documento mediante il quale le parti definiscono l’oggetto della controversia e incaricano un terzo di risolvere uno o più elementi essenziali del contendere Operazioni peritali; Rispetto del contraddittorio (vedi sopra)
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5. Consulenza tecnica all’atto di trasferimento Termini e definizioni Relazione tecnica: relazione di tipo generale, comprensiva di allegati, illustrante l’individuazione, la consistenza e le conformità o non conformità riscontrate nella documentazione; Parti: persone fisiche e/o giuridiche interessate all’atto di trasferimento; Foglio di mappa: la mappa catastale viene formata di regola per comune amministrativo. Quando su autorizzazione della Direzione Generale del Catasto, il territorio comunale è suddiviso in sezioni censuarie, la mappa viene invece formata per sezioni. In ciascun comune, o sezione, la mappa è suddivisa in fogli;
Categoria: la qualificazione consiste nel distinguere per ciascun zona censuaria, con riferimento alle unità immobiliari urbane in essa esistenti, le varie categorie ossia le specie essenzialmente differenti per le caratteristiche intrinseche che determinano la destinazione ordinaria e permanente delle unità immobiliari stesse. La denominazione delle categorie è uniforme nelle diverse zone censuarie; Due diligence: documento reso a stabilire attraverso la comparazione tra la documentazione e lo stato di fatto, la conformità degli immobili ai requisiti normativi e qualitativi; Atto di trasferimento, Unità immobiliare Immobile Particella e subalterno, Titolarità (vedi sopra) 6. Attività tecnica per la verifica e/o determinazione dei confini tra proprietà immobiliari (Riconfinazione) Termini e definizioni Documento probante: Atto opponibile a terzi o documento pubblico da cui è possibile dedurre l’individuazione materiale di una linea di confine che delimita una proprietà; Libretto delle misure: Elaborato su cui appuntare le misure effettuate nella fase di rilievo; Punto di appoggio: Punto di riferimento per il rilievo di coordinate note; Punto di dettaglio: Punto oggetto di misurazione; Riconfinazione: Attività tecnica per la verifica e/o determinazione dei confini tra proprietà immobiliari Rilievo d’inquadramento: Attività tecnica consistente nel rilievo planimetrico, effettuato con diversi metodi e
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strumenti della topografia classica, con conseguente calcolo di coordinate e restituzione planimetrica di quanto presente sul posto ed utile all’azione successiva di appoggio per il tracciamento del confine. Stazione: Punto del terreno da cui si effettuano rilievi topografici e geodetici. Tracciamento: Attività consistente nell’individuare i punti caratterizzanti la linea di confine sul terreno, da misure ottenute anche con calcoli matematici. Trigonometrico: Punto di coordinate analitiche note; 7. Redazione Piano Particellare di Esproprio Termini e definizioni Piano particellare di esproprio: Elaborati occorrenti all'individuazione dei beni immobili da espropriare per la realizzazione di un’opera pubblica, dei relativi intestatari e delle relative indennità da corrispondere Piano particellare grafico: Elaborato riportante l'individuazione definitiva della linea di massimo ingombro dell'opera sulla cartografia catastale Piano particellare analitico: Elaborato contenente i dati catastali delle ditte interessate, le superfici in esproprio e/o occupazione temporanea e l'importo delle indennità Planimetria di tracciamento: elaborato riportante l’individuazione dei punti caratterizzanti la linea di confine del terreno interessato dall'esproprio Occupazione: occupazione di aree soggette ad esproprio o ad occupazione temporanea, per la realizzazione di un’opera pubblica Occupazione temporanea: occupazione di aree non soggette al procedimento espropriativo, necessaria per la corretta esecuzione dei lavori previsti Cartografia catastale: rappresentazione grafica del territorio comunale, suddivisa in fogli di mappa e planimetrie delle U.I.U. Foglio o mappa catastale: Rappresentazione cartografica catastale di una porzione limitata di territorio di un comune Visura catastale: Documento rilasciato dal catasto contenente tutti i dati censuari relativi ad una singola particella o a un’intera ditta; Unità immobiliare (vedi sopra) Simboli e abbreviazioni PPE: Piano particellare di esproprio 8. Redazione della dichiarazione di successione
tate agitur che, tradotta letteralmente, significa “colui della cui eredità si tratta” e, in pratica, indica la persona defunta che ha lasciato un'eredità; Asse ereditario: complesso dei beni, già appartenenti al de cuius che ricadono nella successione mortis causa (a causa di morte); un sinonimo è rappresentato dall’espressione “massa ereditaria”; Successione mortis causa: procedimento del diritto successorio che si verifica quando un insieme di beni e/o diritti sia rimasto privo di titolare per effetto della sua morte; Successione testamentaria: successione regolata dal testamento, in quanto gli eredi sono individuati dal testatore; Successione legittima: successione che ha luogo quando il de cuius non abbia provveduto a redigere il testamento ovvero, pur avendo redatto il testamento, questo è nullo o annullato ovvero dispone solo per una parte dei beni ovvero legati; Erede: colui che sia chiamato a succedere all’asse ereditario o in quota di esso; Testamento: atto di ultime volontà che produce effetti giuridici solo dal momento della morte del testatore; Quota: frazione del diritto di proprietà; Albero genealogico: elenco completo degli eredi, o più specificatamente, grafico per mostrare i rapporti familiari. Unità immobiliare; Immobile (vedi sopra)
Termini e definizioni 9. Accertamento usi civici Dichiarazione di successione: attività finalizzata alla determinazione dell’asse ereditario nella consistenza e nel Termini, definizioni, simboli e abbreviazioni valore dei beni caduti in successione Ai fini del presente documento valgono i termini e le defiDe cuius: ellissi della locuzione latina is de cuius heredi- nizioni seguenti.
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Usi civici: diritto su terreni privati o pubblici derivante da un atto di parte privata o da un atto di autorità promosso d'ufficio. Accertamento usi civici: accertamento storico-catastale della proprietà collettiva (demanio civico), nonché dei terreni su cui gravano diritti civici e conseguente attività estimativa e giuridica Affrancazione: liberazione dagli usi civici effettuata mediante una controprestazione Alienazione di terre demaniali (beni civici): Procedimento eccezionale e discrezionale la cui autorizzazione è oggi di competenza della Regione, in deroga al principio della inalienabilità di tali beni, comportante la vendita di beni civici di proprietà collettiva Allodio: Termine medioevale, oggi usato in diritto agrario per indicare un bene in proprietà esclusiva, scevro da vincoli o tributi Amministrazione separata di beni di usi civici (ASBUC): Organo di amministrazione e rappresentanza dei beni di usi civici derivanti spesso da precedenti Comuni titolari di beni civici divenuti per nuovo ordinamento amministrativo Frazione di Comune Assegnazione a categoria: Provvedimento che individua le terre di demanio civico di ogni singolo Comune, Frazione o Associazione agraria che classifica le terre che lo compongono e le assegna alla categoria A i terreni convenientemente utilizzabili come boschi e pascoli permanenti; e alla categoria B i terreni utilizzabili per la coltura agraria Associazione agraria: Entità organizzata diversa e separata dal Comune e dalle Frazioni e appositamente costituita per la gestione delle terre e dei diritti civici Beni civici: terre di appartenenza collettiva (antiche proprietà collettive, terre pervenute ai Comuni in compenso di liquidazioni di diritti civici su terre private o a seguito di scioglimento di promiscuità o per transazioni o per acquisti ai sensi della legge del 1927 e di quelle precedenti), esclusi i beni a destinazione pubblica (strade, edifici pubblici, parchi, ecc.) Istruttore demaniale: Esperto in dottrine giuridiche, storiche e demaniali nominato dalla Regione per l'istruttoria storico-giuridica Legittimazione: Atto (oggi di competenza della Regione) con il quale un terreno di demanio universale, occupato senza titolo o con titolo non valido da un privato, sottratto al godimento collettivo, viene trasformato in allodio Liquidazione diritti civici: Operazione diretta a estinguere i diritti civici su terre private Liquidazione invertita: Ipotesi di liquidazione, limitata alle sole province ex pontificie, con la quale la popolazione acquista la proprietà del fondo gravato, versando al proprietario un canone annuo
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Mutamento di destinazione: Provvedimento amministrativo di competenza regionale su richiesta degli Enti interessati che consente di attribuire ai terreni di categoria A , così come stabiliti dall'art. 11 della Legge 1766 del 1927, utilizzabili come boschi e pascoli permanenti e solo dopo l'assegnazione, una diversa destinazione di tutte o parte delle terre quando essa rappresenti un reale beneficio per il territorio 10. Consulenza tecnica normativa Termini e definizioni Capitolato speciale d’appalto: Elaborato che riporta in dettaglio la descrizione dei lavori e le pre-scrizioni tecniche dell’appalto Consulenza tecnica normativa: Attività di consulenza a supporto delle imprese aggiudicatarie nelle procedure che regolano un contratto di appalto pubblico Cronoprogramma: Diagramma che rappresenta graficamente la pianificazione delle lavorazioni ge-stibile automaticamente, nei suoi principali aspetti dal punto di vista della sequenza logica, dei tempi e dei costi Computo metrico estimativo: Computo metrico in cui, oltre alle lavorazioni e quantità, sono indica-ti rispettivamente i prezzi unitari e il costo complessivo Stazione appaltante: Amministrazione aggiudicatrice o altro soggetto che affida appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. Simboli ed abbreviazioni CSA: Capitolato speciale d’appalto DL: Direttore dei lavori IA: Impresa affidataria SAL: Stato di avanzamento lavori
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COLLEGIO DI VARESE
Albo
Tutti gli aggiornamenti dell’albo professionale CONSIGLIO DEL 20 OTTOBRE 2011 Iscrizioni Albo professionale N. Albo
Nominativo
Località, data di nascita
Residenza
3754
BONINA CONO
Patti (ME), 08.06.1974
Busto Arsizio, Via Stelvio n. 129
Cancellazioni (per dimissioni) N. Albo
Nominativo
Località, data di nascita
Residenza
3389 2693 3309
PASQUALINI RAFFAELLA RAVETTA LUCIANO SANTAMBROGIO ROBERTA
Varese, 15.07.1976 Cassano Magnago, 06.11.1968 Tradate, 04.02.1981
Besozzo, Via Masserano n. 7/a Cassano Magnago, Via Aldo Moro n. 8 Cantello, Via Lugano n. 2/i
Iscrizioni Registro praticanti ■ ZERINI CHIARA – nata a Legnano (MI) il 03.05.1988 – ed ivi residente in Via Sondrio n. 21 – praticante c/o il geom. Cavallero Danilo, con studio in provincia di Varese - con decorrenza 15.04.2011 al n. 3245 di posizione; ■ BASTRENTAZ LISA – nata a Varese il 18.09.1992 – e residente a Bardello (VA) in Via G. pascoli n. 6 – praticante c/o l’Ing. Civile Bizzozero Vincenzo, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 05.08.2011 al n. 3246 di posizione; ■ COSTI JESSICA – nata a Varese il 14.04.1990 – e residente a Bodio Lomnago (VA) in Via Piave n. 1 – praticante c/o l’Ing. Civ. Graziadio Michele, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 01.09.2011 al n. 3247 di posizione; ■ ROTELLA MARCO – nato a Varese il 15.06.1992 – e residente a Sangiano (VA) in Via IV novembre n. 24/a – praticante c/o l’Ing. Civ. Reggiori Paolo Pietro, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 02.09.2011 al n. 3248 di posizione; ■ PERPENTI STEFANIA – nata a Varese il 09.09.1992 – e residente a Leggiuno (VA) in Via del Moscarolo n. 12 – praticante c/o il geom. Bruttomesso Matteo Herbert, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 02.09.2011 al n. 3249 di posizione; ■ LORENZIN STEFANO – nato a Tradate (VA) il 17.03.1992 – e residente a Venegono Inferiore (VA) in Via Boccaccio n. 20 – praticante c/o il geom. Prevedello Dario, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 06.09.2011 al n. 3250 di posizione; ■ CIMINO JESSICA – nata a Roma il 17.06.1992 – e residente a Casorate Sempione (VA) in Via XXV aprile n. 49 – praticante c/o il geom. Poliseno Giuseppe, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 08.09.2011 al n. 3251 di posizione; ■ 8) VENDEMIATI NICOLÒ – nato a Busto Arsizio (VA) il 28.01.1992 – ed ivi residente in Via della Pergola n. 6 – praticante c/o il geom. Armiraglio Carlo, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 09.09.2011 al n. 3252 di posizione;
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■ COSENZA LUCA – nato a Busto Arsizio (VA) il 12.05.1992 – e residente a Gola Secca (VA) in Via Matteotti n. 31 – praticante c/o il geom. Zucca Piero Antonio, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 14.09.2011 al n. 3253 di posizione; ■ COMINI FABIOLA – nata a Angera (VA) il 16.05.1992 – e residente a Ispra (VA) in Via Varese n. 48/1 – praticante c/o il geom. Spandri Maurizio, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 16.09.2011 al n. 3254 di posizione; ■ OLIVIERO DENIS – nato a Belvedere Marittimo (CS) il 15.07.1992 – e residente a Caronno Varesino (VA) in Via Don Radaelli n. 2/b - praticante c/o il geom. Andreazza Fausto , con studio in provincia di Varese – con decorrenza 21.09.2011 al n. 3255 di posizione; ■ BRUNATI ALICE – nata a Varese il 02.05.1991 – e residente a Venegono Superiore (VA) in Via F. Turati n. 3 – praticante c/o il geom. Mentasti Walter, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 22.09.2011 al n. 3256 di posizione; ■ SILVAGNI LORENZO – nato a Gallarate (VA) il 11.01.1992 – e residente a Samarate (VA) in Via dei Faggi n. 28 – praticante c/o il geom. Zucca Piero Antonio, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 23.09.2011 al n. 3257 di posizione; ■ COLOMBO LUCA – nato a Tradate (VA) il 30.04.1990 – e residente a Vedano Olona (VA) in Via dei Martiri n. 32 – praticante c/o il geom. Crugnola Patrizio, con studio in provincia di Varese – con decorrenza 26.09.2011 al n. 3258 di posizione; ■ MEZZASALMA ANDREA – nato a Tradate (VA) il 12.06.1991 - e residente a Cassano Magnago (VA) in Via Bonicalza n. 38/b – praticante c/o il geom. Novello Vittoria, con studio in provincia di Varese - con decorrenza 26.09.2011 al n. 3259 di posizione; ■ VALZELLI THOMAS – nato a Angera (VA) il 03.07.1992 – e residente a Varano Borghi (VA) in Via Garibaldi n. 14 – praticante c/o il geom. Giuliani Maria Piera, con studio in provincia di Varese - con decorrenza 26.09.2011 al n. 3260 di posizione; ■ MUNARETTI MATTIA – nato a Varese il 04.05.1987 – ed ivi residente in Via G. Garibaldi n. 17 – praticante c/o il geom. Moretti Cesare – con studio in provincia di Varese – con decorrenza 13.09.2011 al n. 3261 di posizione. Cancellazione Registro praticanti ■ BERARDELLI ANDREA – nato a Tradate (VA) il 13.11.1988 – praticante c/o l’Arch. Vanoni Marco – con decorrenza 05.10.2011 per compiuto biennio; ■ TONIN PIETRO – nato a Varese il 19.12.1988 – praticante c/o il geom. Mentasti Walter – con decorrenza 08.09.2011 per compiuto biennio; ■ RAVASI TOMMASO – nato a Varese il 06.01.1988 – praticante c/o il geom. Crugnola Patrizio – con decorrenza 13.09.2011 per compiuto biennio; ■ CORRADIN GABRIELE – nato a Gallarate (VA) il 17.08.1990 – praticante c/o l’Arch. Ottaviani Pietro – con decorrenza 01.10.2011 per compiuto biennio; ■ FABBRIS MICHAEL – nato a Varese il 11.12.1988 – praticante c/o l’Ing. Civ. Aceti Riccardo – con decorrenza 02.09.2011 per compiuto biennio; ■ CANZIANI CESARE – nato a Varese il 12.11.1990 – praticante c/o il geom. Bistoletti Claudio – con decorrenza 01.10.2011 per compiuto biennio; ■ LAMESTA MATTIA – nato a Angera (VA) il 20.05.1990 – praticante c/o il geom. Cherubini Stefano – con decorrenza 27.09.2011 per compiuto biennio; ■ RUOCCO CIRO – nato a Vico Equense (NA) il 10.01.1990 – praticante c/o il geom. Mulas Fabrizio – con decorrenza 30.09.2011; ■ DE MUSSO ANDREA – nato a Rho il 14.06.1990 – praticante c/o l’Arch. Uboldi Alberto dal 27.11.2009 al 30.09.2011 – con decorrenza 30.09.2011 per compiuto biennio (studio precedente c/o l’Arch. Merico Francesco dal 29.09.2009 al 24.11.2009); ■ LUNARDI VERONICA – nata a Busto Arsizio (VA) il 27.06.1990 – praticante c/o il geom. Alberti Fausto - con decorrenza 29.09.2011 per compiuto biennio; ■ ARRIGONI ANDREA – nato a Tradate (VA) il 31.10.1990 – praticante c/o l’Arch. Giani Teodolinda – con decorrenza 04.10.2011 per compiuto biennio; ■ CORIGLIANO FRANCESCO – nato a Cinquefrondi (RC) il 01.07.1990 – praticante c/o l’Arch. Corigliano Carmelo – con decorrenza 08.10.2011 per compiuto biennio;
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■ PRESTIFILIPPO MARCO – nato a Varese il 13.09.1990 – praticante c/o il geom. Rizzieri Roberto – con decorrenza 01.10.2011 per compiuto biennio; ■ TRENTIN MIRCO GIOVANNI – nato a Saronno (VA) il 20.04.1990 – praticante c/o il geom. Chiavetta Graziano - con decorrenza 07.10.2011 per compiuto biennio; ■ MILAN ALICE – nata a Milano il 18.09.1990 – praticante c/o l’Arch. D’Elia Alberto – con decorrenza 08.10.2011 per compiuto biennio;; ■ CASCINO ANGELO – nato a Busto Arsizio (VA) il 06.10.1990 – praticante c/o il geom. Barletta Giovanni – con decorrenza 28.09.2011 per compiuto biennio; ■ BARUFFATO DARIO – nato a Varese il 27.07.1990 – praticante c/o l’Ing. Civ. Battiston Giacomo – con decorrenza 01.10.2011 per compiuto biennio; ■ ROSSI ALESSANDRO – nato a Angera (VA) il 02.07.1990 – praticante c/o il geom. Reggiori Ernesto - con decorrenza 22.09.2011 per compiuto biennio; ■ CAPPON ANDREA – nato a Cantù (CO) il 03.04.1989 – praticante c/o il geom. Zucca Piero Antonio – con decorrenza 18.06.2011 per compiuto biennio; ■ CICCIA ANTONELLA – nata a Busto Arsizio (VA) il 10.06.1990 ed ivi residente in Via Pavia n. 2 - cancellazione dal Registro dei praticanti per trasferimento al Collegio Geometri e Geometri Laureati di Milano; ■ FORMAGGIO SIMONE – nato a Cantù (CO) il 09.07.1991 – praticante c/o il geom. Lattuada Luca – dal 13.07.2011 al 30.09.2011 - per interruzione pratica con decorrenza 30.09.2011, ai sensi dell’art. 12 delle Direttive sul Praticantato; ■ BELLOTTI DAVIDE – nato a Tradate (VA) il 02.06.1989 – praticante c/o il geom. Battistella Roberto – dal 15.09.2011 al 29.07.2011 - interruzione pratica con decorrenza 29.07.2011, ai sensi dell’art. 12 delle Direttive sul Praticantato; ■ SAPORITI MARCO – nato a Tradate (VA) il 21.11.1991 – praticante c/o l’ Arch. Russo Giovanni – dal 04.02.2011 al 04.08.2011 - per interruzione pratica con decorrenza 04.08.2011, ai sensi dell’art. 12 delle Direttive sul Praticantato. CONSIGLIO DEL 10 NOVEMBRE 2011 Cancellazioni Albo professionale (per dimissioni) N. Albo
Nominativo
Località, data di nascita
Residenza
3748 3648 2818 2952 2303 666
LEONORA ANDREA CICALA SAMUELE OLGIATI GIORGIO LEONE LUCA ALBERTI BENITO ARNALDO BONICALZI PIERANGELO
Busto Arsizio, 10.08.1985 Giarre (CT), 11.10.1988 Varese, 23.04.1965 Busto Arsizio, 17.02.1967 Varese, 13.10.1940 Gallarate, 17.01.1938
Marnate, VialeLombardia n. 160 Castelveccana, Via G. Mrconi n. 27 Arcisate, Via Cantello n. 90 Sumirago, Via della Valle n. 8 Varese, Via Frattini n.26 Cardano al Campo, Via M.Rosa n. 21
Iscrizioni Registro praticanti ■ D’ANTONI MARIACRISTINA – nata a Varese il 14.11.1992 – e residente a Cardano al Campo (VA) in Via San Giuseppe n. 18 – praticante c/o il geom. Gemmo Alessandro, con studio in provincia di Varese - con decorrenza 21.10.2011 al n. 3262 di posizione; ■ ZANTA DANIELE – nato a Cassano Magnago (VA) il 13.01.1969 – e residente a Venegono Inferiore (VA) in Via Vittorio Veneto n. 13 – praticante c/o il geom. Arcuri Bruno Nicola – con studio in provincia di Varese – con decorrenza 21.10.2011 al n. 3263 di posizione. Cancellazione Registro praticanti ■ VISENTIN FEDERICO – nato Busto Arsizio (VA) il 06.06.1990 – praticante c/o l’Arch. Riva Alberto dal 15.10.2010 al 16.10.2011 – (studi precedenti c/o l’Arch. Bova Beatrice dal 16.10.2009 al 30.11.2009, c/o il geom. Scavello Vincenzo dal 02.12.2009 al 30.06.2010, c/o il geom. Ghisolfo Roberto dal 01.07.2010 al 14.10.2010) - dal 16.10.2011 per compiuto biennio; ■ CRESPI ALESSANDRO – nato a Varese il 24.09.1990 – praticante c/o il geom. Faverzani Fausto - con decorrenza 22.10.2011 per compiuto biennio;
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■ TALAMONA STEFANO – nato a Varese il 15.11.1990 – praticante c/o il geom. Ponti Giacomo - con decorrenza 20.10.2011 per compiuto biennio; ■ COLTIVATO DANIELE – nato a Tradate (VA) il 03.04.1990 – praticante c/o il geom. Davanzo Domenico dal 26.05.2010 al 10.10.2011 – (studio precedente c/o l’Arch. Padovan Marco, convenzione con il Comune di Tradate dal 08.09.2009 al 08.04.2010) con decorrenza 10.10.2011 per compiuto biennio; ■ TALAMONA STEFANO – nato a Varese il 15.11.1990 – praticante c/o il geom. Ponti Giacomo - con decorrenza 20.10.2011 per compiuto biennio; ■ VULCANO SALVATORE ALDO – nato a Cariati (CS) il 11.07.1990 – praticante c/o l’Arch. Tirelli Luca – con decorrenza 12.10.2011 per compiuto biennio; ■ GALLO FRANCESCO – nato a Rho (MI) il 22.10.1990 – praticante c/o l’Ing. Civ. Bianchi Mario – con decorrenza 14.10.2011 per compiuto biennio; ■ TURCONI MARCO – nato a Busto Arsizio (VA) il 07.02.1990 – praticante c/o l’Arch. Colombo Mauro – con decorrenza 25.10.2011 per compiuto biennio; ■ GIARRUSSO DALILA – nata a Varese il 18.06.1990 – praticante c/o il geom. Puccetti Alberto dal 16.04.2010 al 24.10.2011 – (studio precedente c/o il geom. Guarino Carmine dal 26.10.2009 al 16.04.2010) – con decorrenza 24.10.2011 per compiuto biennio; ■ D’ORIA VALENTINO – nato a Tradate (VA) il 18.10/1986 – praticante c/o il geom. Ferrario Claudio – con decorrenza 26.10.2011 per equipollenza con delibera n. 58 del 24.03.2011 della laurea in Architettura e Produzione Edilizia al biennio di pratica; ■ GAGLIARDI DANIEL – nato a Rho (MI) il 12.08.1988 – praticante c/o l’ing. Civ. Bonfanti Riccardo – con decorrenza 14.09.2011 - con interruzione pratica per cambio studio dal 03.03.2011 al 06.03.2011 - studio precedente c/o l’Arch. Giola Vittorio con studio in provincia di Milano dal 11.09.2009 ( decorrenza iniziale pratica) al 02.03.2011 - per compiuto biennio; ■ BIANCO GIANCARLO – nato a Saronno (VA) il 04.11.1988 – praticante c/o l’Arch. Vignati Delfina dal 05.11.2010 al 03.10.2011 - (studio precedente c/o il geom. Bianchi Alberto dal 02.10.2009 al 02.11.2010) con decorrenza 03.10.2011 per compiuto biennio; ■ TEZZON MARICA – nata a Saronno (VA) il 11.11.1989 – praticante c/o l’arch. Lisi Stefania - con decorrenza 14.10.2011 per compiuto biennio; ■ INGALLINA FEDERICA – nata a Varese il 25.07.1990 – praticante c/o il geom. Gervasini Fabio – con decorrenza 05.10.2011 per compiuto biennio; ■ MORONI DAVIDE – nato a Busto Arsizio (VA) il 22.03.1989 – praticante c/o il geom. Crosta Enrico – con decorrenza 13.10.2011 per compiuto biennio; ■ RAVASI FULVIO – nato a Varese il 17.08.1987 – praticante c/o il geom. Barile Errico dal 01.09.2010 al 18.10.2011 (studio precedente c/o il geom. Lucchina Tito dal 19.10.2009 al 31.08.2011) – con decorrenza 18.10.2011 per compiuto biennio; ■ FERRARO ANGELO – nato a Caltanisetta il 17.07.1987 – praticante c/o il geom. Giustiniano Benedetto – con decorrenza 13.10.2011 per compiuto biennio; ■ SADOUK HICHAM – nato a Mzamza (Marocco) il 17.02.1989 – praticante c/o l’Arch. Battiston Giancarlo - con decorrenza 18.10.2011 per compiuto biennio; ■ PULEO ANDREA – nato a Milano il 02.09.1988 – praticante c/o l’ing.Civ. Pacilli Matteo – con decorrenza 18.10.2011 per compiuto biennio; ■ CARPENE’ ALESSANDRO – nato a Varese il 15.06.1990 – praticante c/o il geom. Papa Arturo – con decorrenza 29.09.2011 per compiuto biennio; ■ SALA LUCA – nato a Saronno (VA) il 07.05.1990 - praticante c/o l’Arch. Merico Francesco dal 11.06.2010 al 19.10.2011 – (studio precedente c/o il geom. Carrettoni Alberto dal 20.10.2009 al 10.06.2010) con decorrenza 19.10.2011 per compiuto biennio; ■ ZANI EMANUELE – nato a Angera (VA) il 27.03.1989 – praticante c/o l’Arch. Bellini Marco – con decorrenza 14.09.2011 per compiuto biennio; ■ VENTURIN TOMMASO – nato a Busto Arsizio (VA) il 09.11.1989 -praticante c/o il geom. Venturin Marco - con decorrenza 27.09.2011 per compiuto biennio; ■ CARCANO MARIANNA – nata a Varese il 20.01.1991 – praticante c/o il geom. Ossuzio Massimo – dal 17.09.2010 al 30.09.2011 - per interruzione pratica con decorrenza 30.09.2011, ai sensi dell’art. 12 delle Direttive sul Praticantato. Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Varese Il Presidente Luca Bini comunica che alla data del 10 novembre 2011 gli iscritti all’Albo Professionale dei Geometri sono 1806 di cui 211 donne geometra, gli iscritti al Registro dei Praticanti sono 198.
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BACHECA
Le convenzioni per i praticanti Comuni in
Convenzione
Gli Iscritti che vogliono svolgere un tirocinio nelle sedi di alcuni Comuni della provincia di Varese possono chiedere informazioni sulle singole convenzioni alla Segreteria del Collegio Tel. 0332.232.122 - Fax 0332.232.341 www.geometri.va.it collegio@geometri.va.it. Qui di seguito l’elenco dei Comuni disponibili. ALBIZZATE ARSAGO SEPRIO AZZATE BARASSO BESNATE BIANDRONNO BREBBIA BUGUGGIATE BUSTO ARSIZIO CADREZZATE CAIRATE CARAVATE CARDANO AL CAMPO CARNAGO CARONNO VARESINO CASCIAGO
CASORATE SEMPIONE. CASSANO MAGNAGO CASTELSEPRIO CASTELVECCANA CASTIGLIONE OLONA CISLAGO CITTIGLIO CUASSO AL MONTE CUGLIATE FABIASCO DAVERIO GAVIRATE GAZZADA SCHIANNO GEMONIO GERENZANO GERMIGNAGA GOLASECCA
GORLA MAGGIORE GORNATE OLONA ISPRA JERAGO CON ORAGO LAVENO MOMBELLO LONATE CEPPINO LUINO LUVINATE MARCHIROLO MERCALLO MORAZZONE OGGIONA S. STEFANO ORINO OSMATE PORTO CERESIO RANCO
SAMARATE SANGIANO SESTO CALENDE SOLBIATE ARNO SOMMA LOMBARDO SUMIRAGO TERNATE TRADATE UBOLDO VALGANNA VARESE VEDANO OLONA VENEGONO SUP. VIGGIÚ C. Mont. Valceresio di ARCISATE* Provincia di VARESE
Bacheca richieste lavoro Bacheca offerte lavoro ■ Geometra Martignoni Alessandro - Sumirago Cell. 348/7326981 Ð alemartignoni@libero.it Geometra offre la propria collaborazione a studi tecnici o imprese per svolgimento pratiche catastali, certificazioni energetiche, rilievi topografici, pratiche edilizie e stime immobiliari. ■ Geometra Massarente Christian Cell. 340/4694737 Ð geom.massarente@gmail.com Geometra con esperienza triennale successiva ai 2 anni di pratica ricerca collaborazioni con studi tecnici per la redazione di pratiche comunali e come disegnatore. ■ Geometra Rossi Sabrina - Vergiate Cell. 340/5590094 Ð michele.r@alice.it Diplomata di 19 anni seria e motivata cerca studio per svolgimento praticantato.
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■ Geometra Montesin Fabio - Cassano Magnago Tel. 0331/282271 Ð fabio.montesin@elfa.it Studio tecnico in Cassano Magnago cerca geometra per lo svolgimento del periodo di praticantato. ■ Geometra Broggi Massimiliano broggi@casanovaebroggi.it Studio tecnico di architettura ed urbanistica, operante prevalentemente nellÕedilizia civile cerca giovane geometra per svolgimento periodo pratica. Zona di lavoro Varese ■ Geometra De Tomasi Angelo Gallarate Tel. 0331/775331 Ð studio.detomasi@libero.it Cercasi n. 2 praticanti con buona volont e minima conoscenza delle principali applicazioni informatiche.
ISTAT
Gli indici del costo delle costruzioni residenziali Fonte: ISTAT - Aggiornamento dati disponibili al gennaio 2011 anno gen. Base 1976 = 100 1978 126,9 1979 145,6 1980 182,6 Base 1980 = 100 1981 112,5 1982 134,9 1983 155,2 1984 173,5 1985 187,7 1986 198,8 1987 205,3 1988 218,1 1989 230,1 1990 251,5 Base 1990 = 100 1991 103,4 1992 112,4 1993 115,6 1994 120,0 1995 121,3 Base 1995 = 100 1996 100,5 1997 103,4 1998 101,9 1999 103,6 2000 106,6 2001 109,6 2002 114,1 Base 2000 = 100 2003 108,8 2004 110,0 2005 116,2 2006 119,9 2007 125,8 2008 128,8 2009 112,2 2010 111,7 2011 116,8
feb.
mar.
apr.
mag.
giu.
lug.
ago
set.
otto
nov.
dic.
anno
128,4 149,6 189,0
128,9 150,3 190,8
129,6 152,3 192,7
133,3 156,6 198,8
134,1 157,8 201,8
134,4 159,7 202,7
139,6 168,6 207,0
140,6 170,4 209,2
141,8 172,6 211,4
144,2 178,1 217,6
144,8 180,0 223,0
135,6 161,8 202,2
115,1 137,5 158,1 175,5 189,2 198,8 206,1 218,8 230,8 253,9
116,3 138,4 158,8 175,9 190,7 199,1 206,4 219,3 231,3 255,6
117,8 138,8 159,4 176,4 191,1 199,6 206,7 220,0 231,6 256,4
121,5 142,2 161,4 177,9 193,1 201,2 208,4 222,4 234,2 259,8
122,7 142,6 161,6 178,5 194,0 200,9 208,8 223,2 234,3 260,5
123,3 144,1 66,1 179,0 194,5 201,0 208,9 223,8 235,8 263,1
125,5 148,0 167,7 180,3 196,3 201,3 209,3 224,4 237,6 263,8
126,5 149,0 168,5 180,6 196,9 202,2 209,5 226,0 238,4 264,4
127,9 150,0 169,1 181,3 197,5 203,1 215,1 226,8 239,5 265,3
132,5 152,8 171,4 182,9 198,3 204,9 217,3 229,2 243,5 269,0
133,2 153,9 171,9 183,3 198,6 205,0 217,8 229,7 245,7 269,4
122,9 144,4 164,1 178,8 194,0 201,3 210,0 223,5 236,1 261,1
103,9 112,6 116,0 120,3 121,6
104,1 113,2 116,1 120,6 122,3
104,3 113,3 116,5 120,9 122,7
105,7 113,6 116,6 120,9 123,4
110,2 113,7 116,8 120,9 123,8
110,5 113,7 116,9 121,0 123,7
110,6 113,8 116,9 121,2 123,8
110,7 113,9 117,1 121,4 124,0
110,8 114,2 117,2 121,5 123,9
111,9 114,2 117,2 120,4 123,9
111,9 114,4 117,3 120,7 123,9
108,2 113,6 116,7 120,8 123,2
100,6 103,1 102,0 103,7 106,8 109,5 114,2
100,7 103,4 102,5 103,8 107,0 109,8 114,3
100,7 103,5 102,5 104,3 107,1 109,8 114,5
100,8 103,5 102,5 104,5 107,2 110,0 114,6
101,0 103,6 102,7 104,6 107,7 110,1 114,8
102,4 104,9 102,9 104,8 107,8 110,4 115,0
102,4 105,0 103,4 104,9 108,0 110,6 115,1
102,7 105,2 103,4 105,0 108,3 110,8 115,3
102,9 105,3 103,6 105,2 108,5 110,8 115,3
102,9 105,4 103,7 105,4 108,7 111,0 115,4
103,4 105,3 103,6 105,6 108,9 111,0 115,5
101,8 104,3 102,9 104,6 107,7 110,3 114,8
109,1 111,9 117,0 120,0 125,9 128,9 111,9 111,7 116,9
109,2 112,2 118,4 121,5 126,0 129,0 111,7 111,9 117,2
109,4 112,7 118,5 122,0 126,6 129,8 111,6 113,8 117,2
109,4 114,1 118,5 122,2 127,1 130,3 111,7 113,8 117,4
109,4 114,2 118,5 122,2 127,1 133,0 111,6 113,6 117,8
109,8 114,9 119,1 122,8 127,4 133,5 111,4 113,6
109,6 115,0 119,1 122,8 127,4 133,5 111,5 113,8
109,6 115,3 119,2 122,9 127,6 133,3 111,5 113,9
109,7 115,5 119,4 123,5 127,7 133,5 111,6 113,9
109,8 115,8 119,6 123,8 128,1 133,5 111,5 113,9
109,8 115,9 119,6 124,1 128,1 133,4 111,5 114,0
109,5
COEFFICIENTI DI RACCORDO TRA LE VARIE BASI Da base 1970 a base 1995 = 16,0979 (‘) Da base 1966 a base 1970 = 1,3514 (“) Da base 1970 a base 1995 = 16,0594 (“) Da base 1966 a base 1976 = 3,3220 Da base 1970 a base 2000 = 17,3374 (‘) Da base 1966 a base 1980 = 6,7470 Da base 1970 a base 2000 = 17,2960 (“) Da base 1966 a base 1990 = 17,6164 Da base 1976 a base 1980 = 2,0310
Da base 1966 a base 1995 = 21,7034 Da base 1976 a base 1990 = 5,3029 Da base 1966 a base 2000 = 23,3746 Da base 1976 a base 1995 = 6,5332 Da base 1970 a base 1976 = 2,4640 (‘) Da base 1976 a base 2000 = 7,0363 Da base 1970 a base 1976 = 2,4581 (“) Da base 1980 a base 1990 = 2,6110 Da base 1970 a base 1980 = 5,0044 (‘)
Legenda - Da base1970 (anni 1971 e 1972) a base 1970 (anni dal 1973 al 1976) = 1,0024 (‘) Per gli anni 1971 e 1972 (“) Per gli anni dal 1973 al 1976
Da base 1980 a base 1995 = 3,2168 Da base 1970 a base 1980 = 4,9924 (“) Da base 1980 a base, 2000 = 3,4645 Da base 1970 a base 1990 = 13,0665 (‘) Da base 1990 a base 1995 = 1,2320 Da base 1970 a base 1990 = 13,0352 (“) Da base 1990 a base 2000 = 1,3269 Da base 1995 a base 2000 = 1,0770 Da base 2000 a base 2005 = 1,1860
43
Il Seprio
43
ISTAT
Gli indici del costo della vita, prezzi al consumo Fonte: ISTAT - Aggiornamento dati disponibili al gennaio 2011 anno gen. Base 1980 = 100 1981 417,15 1982 489,13 1983 569,46 1984 640,69 1985 696,00 Base 1985 = 100 1986 751,42 1987 785,38 1988 824,40 1989 871,36 Base 1989 = 100 1990 926,98 1991 987,11 1992 1047,23 Base 1992 = 100 1993 1092,49 1994 1138,41 1995 1182,20 Base 1995 = 100 1996 1247,75 1997 1281,11 1998 1301,83 1999 1318,89 2000 1346,93 2001 1388,37 2002 1420,07 2003 1457,85 2004 1.487,11 2005 1.510,27 2006 1543,18 2007 1566,34 2008 1.661,44 2009 1635,82 2010 1.657,76 2011 1.693,68
feb.
mar.
apr.
mag.
giu.
lug.
ago
set.
otto
nov.
dic.
anno
424,73 495,58 577,04 647,51 703,20
430,79 500,12 582,34 652,05 708,13
436,85 504,67 588,40 656,60 714,19
442,91 510,35 594,08 660,39 718,36
447,46 515,28 597,49 664,18 722,15
451,25 522,86 603,18 666,45 724,42
454,28 532,33 605,45 668,35 725,94
460,72 539,91 613,41 673,27 728,97
469,81 550,51 623,64 680,09 737,68
477,77 557,71 630,08 684,26 742,99
482,69 561,50 633,11 688,81 747,91
449,73 523,23 601,66 665,31 722,53
756,48 788,27 826,56 878,58
759,37 791,16 830,18 882,92
761,54 793,33 833,07 888,70
764,43 796,22 835,23 892,31
767,32 799,11 838,12 896,65
767,32 801,27 840,29 898,81
768,76 803,44 843,90 900,26
770,93 809,22 848,24 904,60
775,26 816,45 854,74 913,27
778,15 818,62 861,97 916,88
780,32 820,06 864,86 921,21
766,59 802,00 841,80 897,37
933,26 936,85 940,44 943,14 946,73 950,31 956,60 961,98 970,06 976,34 979,93 952,11 996,08 998,77 1003,26 1006,85 1012,23 1014,03 1016,72 1021,21 1029,28 1036,46 1039,15 1013,13 1049,03 1054,46 1058,95 1064,34 1067,93 1069,73 1070,63 1074,22 1080,51 1086,79 1088,59 1067,93 1096,76 1098,90 1103,17 1107,45 1112,77 1117,06 1118,12 1119,19 1126,65 1132,00 1132,00 1112,78 1142,69 1144,82 1148,02 1152,30 1154,43 1157,64 1159,77 1162,98 1169,38 1173,66 1177,93 1156,57 1191,81 1201,42 1207,83 1215,30 1221,71 1222,78 1227,05 1230,26 1236,66 1244,14 1246,28 1218,94 1251,41 1282,32 1305,48 1321,33 1353,02 1393,25 1424,94 1460,29 1.491,98 1515,14 1546,83 1569,99 1615,10 1639,47 1.660,20 1.698,70
1255,07 1283,54 1305,48 1323,77 1356,68 1394,47 1428,60 1465,17 1493,20 1.517,58 1549,27 1572,43 1623,63 1.639,47 1.663,85 1.705,40
1262,38 1284,76 1307,92 1328,64 1357,90 1399,34 1432,25 1467,60 1496,86 1.522,46 1552,93 1.574,87 1627,28 1.643,13 1.669,95 1.713,77
1267,25 1288,42 1310,36 1331,08 1361,56 1403,00 1434,69 1468,82 1499,30 1.524,89 1557,81 1579,75 1635,82 1.646,79 1.671,17 1.715,44
1269,69 1288,42 1311,57 1331,08 1366,43 1405,44 1437,13 1470,04 1502.95 1527,33 1559,02 1583,40 1.643,13 1.649,23 1.671,17 1.717,11
1267,25 1288,42 1311,57 1333,52 1368,87 1405,44 1438,35 1473,70 1504,17 1530,99 1562,68 1587,06 1650,44 1.649,23 1.677,26 1.722,13
1268,47 1288,42 1312,80 1333,52 1368,87 1405,44 1440,79 1476,14 1506,61 1533,43 1565,12 1589,50 1651,66 1.655,32 1.680,92 1.727,16
1272,12 1290,86 1314,02 1337,18 1371,31 1406,66 1443,22 1479,79 1506,61 1534,65 1565,12 1.589,50 1.648,01 1650,44 1.676,04
1273,34 1294,50 1316,46 1339,61 1374,96 1410,31 1446,88 1481,01 1506,61 1537,08 1562,68 1594,37 1648,01 1.651,66 1.679,70
1276,10 1298,20 1317,67 1344,49 1381,06 1412,75 1450,54 1484,67 1510,27 1537,08 1563,90 1600,47 1.641,91 1.652,66 1.680,92
1278,21 1298,20 1317,67 1345,71 1382,28 1413,97 1451,76 1484,67 1510,27 1539,52 1565,12 1.606,56 1639,47 1.655,32 1.687,01
1265,75 1288,42 1311,58 1332,30 1366,43 1403,00 1437,13 1.472,48 1.501,33 1527,53 1557,80 1.584,52 1635,82 1.648,00 1.673,60
N.B.: A partire dal febbraio 1992 l’indice è stato calcolato escludendo dai beni rilevati i tabacchi lavorati ( art. 4, legge 81 del 5 febbraio 1992). Pertanto nei calcoli nei quali intervengano indici precedenti il febbraio 1992 e indici successivi al gennaio 1992, questi ultimi devono essere moltiplicati, per ragioni di omogeneità, per il coefficiente 1,0009.
COEFFICIENTI DI RACCORDO FRA INDICI CON BASI DIVERSE
COEFFICIENTI INTERMEDI
Fra indici con base 1995 e indici con base 1995 e indici con base 1992 = 1,1410 Fra indici con base 1995 e indici con base 1989 = 1,35566 ( da febbraio 1992) Fra indici con base 1995 e indici con base 1989 = 1,3579 ( fino a gennaio 1992) Fra indici con base 1995 e indici con base 1985 = 1,6864 Fra indici con base 1995 e indici con base 1980 = 3,2160 Fra indici con base 1995 e indici con base 1976 = 6,0192 Fra indici con base 1995 e indici con base 1970 = 12,1385 Fra indici con base 1995 e indici con base 1966 = 13,5620 Fra indici con base 1995 e indici con base 1961 = 17,3036
1992/1961 = 15,1653 1992/1976 = 5,2754 1992/1989= 1,1901 1989/1966 = 9.9877 1989/1980 = 2,3685 1985/1966 = 8,0416 1985/1980 = 1,9070 1980/1970 = 3,7743 1976/1966 = 2,2531 1970/1966 = 1,1173
44 44
Il Seprio
1992/1966 = 11,8861 1992/1980 = 2,8186 1992/1989 = 1,1890 1989/1970 = 8,9394 989/1985 = 1,2420 1985/1970 = 7,1976 1980/1961 = 5,3803 1980/1976 = 1,8716 1976/1970 = 2,0166 1966/1961 = 1,2758
1992/1970 = 10,6385 1992/1985 = 1,4780 1989/1961 = 12,7432 1989/1976 = 4,4328 1985/1961 = 10,2602 1985/1976 = 3,5691 1980/1966 = 4,2169 1976/1961 = 2,8747 1970/1961 = 1,4255
Per calcolare l’aggiornamento di un canone : moltiplicare l’indice attuale per l’eventuale coefficiente di raccordo e dividere per l’indice iniziale : moltiplicare il risultato per il canone iniziale ( aggiornamento 100%). Per calcolare la variazione dell’indice costo della vita, moltiplicare l’indice attuale per l’eventuale coefficiente di raccordo e dividere per l’indice inziale; sottrarre 1 dal risultat. Per l’aggiornamento del 75% moltiplicare ulteriormente per 75%. Esempio : indice iniziale gennaio 1980 172,6 (base 1976) -indice finale gennaio 1992 116,7 (base 1989) coefficiente di raccordo ( tra base 1989 e base 1976) 4,4328. ( 116,7 x 4,4328) ---------------------x 75% = 149,7861 % aumento percentuale da applicare. ( 172,6)
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ISTAT
Le variazioni degli indici mensili Qui di seguito le variazioni annuali maturate, in ciascun mese rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente, previste dall’art. 24, della legge 392/1978 per immobili urbani adibiti ad uso abitazione e dall’art. 32 – modificato dall’art. 1, comma 9-sexies, della legge 118/1985 – per immobili adibiti ad uso diverso dall’abitazione. Fonte: ISTAT
Aggiornamento dati disponibili al luglio 2011
MESE
Periodo di tempo Fine periodo ANNO MESE
Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre
2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011
Gazzetta Ufficiale Inizio periodo ANNO
Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre
2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010
ISTAT
Istat al 75%
N°
Data
1,5 1,3 1,7 1,5 1,6 1,7 1,7 1,9 2,2 2,3 2,5 2,6 2,6 2,7 2,7 2,8 3,0 3,2
1,125 0,975 1,275 1,125 1,200 1,275 1,275 1,425 1,650 1,725 1,875 1,950 1,950 2,025 2,025 2,100 2,250 2,400
143 170 198 223 249 273 301 18 48 68 94 117 147 168 195 222 247
22.06.2010 23.07.2010 25.08.2010 23.09.2010 23.10.2010 22.11.2010 27.12.2010 24.01.2011 28.02.2011 24.3.2011 23.4.2011 21.5.2011 27.6.2011 21.7.2011 23.08.2011 23.09.2011 22.10.2011
Nella tabella qui sotto le variazioni biennali maturate in ciascun mese rispetto al corrispondente mese del biennio precedente, ai fini dell’originario testo dell’art. 32, della legge 392/1978. Sono applicabili fino ad esaurimento dei rapporti pendenti, cioè fino a marzo 1986 in quanto dall’aprile 1986 è entrato a regime il nuovo testo dell’art. 32, introdotto dall’art. 1, comma 9-sexies, della legge 118/1985, che prevede l’aggiornamento annuale. L’aggiornamento biennale continuerà ad applicarsi solo se in tal modo è convenuto nei contratti di locazione.
MESE
Periodo di tempo Fine periodo ANNO MESE
Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre
2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2010 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011 2011
Gazzetta Ufficiale Inizio periodo ANNO
Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre
2008 2008 2008 2008 2008 2008 2008 2008 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009
ISTAT
Istat al 75%
N°
Data
2,2 1,7 1,6 1,8 1,7 1,9 2,4 2,9 3,5 3,6 4,0 4,3 4,2 4,1 4,4 4,3 4,6 5,0
1,650 1,275 1,200 1,350 1,275 1,425 1,800 2,175 2,625 2,700 3,000 3,225 3,150 3,075 3,300 3,225 3,450 3,750
143 170 198 223 249 273 301 18 48 68 94 117 147 168 195 222 247
22.06.2010 23.07.2010 25.08.2010 23.09.2010 23.10.2010 22.11.2010 27.12.2010 24.01.2011 28.02.2011 24.03.2011 23.04.2011 21.05.2011 27.06.2011 21.07.2011 23.08.2011 23.09.2011 22.10.2011
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