Il Notiziario sulla Sicurezza marzo aprile

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Anno 5 · numero 2 · Marzo | Aprile 2013· Poste Italiane SPA - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1, Lo/MI - prezzo € 12 - abbonamento annuo € 60

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vi indichiamo la nostra strada verso la sicurezza! Padiglione A Stand 208 corsia a4 EmmeV editoria & formazione Sas Via Doberdò, 22 - 20126 Milano - tel. 02.36708805 - fax 02.36708803 - www.emmev.it


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NOVITÀ - AGGIORNAMENTI - APPROFONDIMENTI NEI LUOGHI DI LAVORO E PER L’AMBIENTE

Chi siamo?

Il Notiziario sulla Sicurezza è un bimestrale tecnico scientifico che contribuisce alla formazione e all’aggiornamento dei professionisti della Sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita oltre che degli esperti sulle problematiche Ambientali.

Chi sono i nostri collaboratori?

• Aziende • RSPP • Studi Tecnici • Produttori • Installatori

A chi ci rivolgiamo?

Grazie a una tiratura cartacea di 4.000 copie e una mailing list di 12.000 contatti, ogni numero raggiunge 16.000 professionisti del settore.

Cosa trovo all’interno del Notiziario? RUBRICHE FISSE: • La psicologia del lavoro • La parola al Legale • Verifiche Elettriche • Sicurezza Macchine FOCUS E APPROFONDIMENTI: • Ambiente ed Energia • Antincendio • Edilizia

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Direttore Responsabile Gaspare Vannicola Comitato Tecnico-Scientifico Coordinatore Dr. Isidoro RuoccoIng. Michele Marengo, Ing. Stefano Dalla Nora, Sig. Sandro Miari, Sig. Stefan Rossi, Giovanni Buffoli, Arch. Cesare Archetti Comitato Tecnico Formativo Coordinatore: Gaspare Vannicola (email: cts@lineavita.it) Cesare Arvetti, Leonardo Bajoni, Marco Bergamaschi, Giovanni Buffoli, Serena Capucci, Giordano Dalpiaz, Sebastian Gallmetzer, Albert Pincigher, Francesca Ruocco, Isidoro Ruocco, Luca Ruocco, Raffaele Scorza, Patrizio Sirtori, Mirko Zoppiroli. Direttore Editoriale Lorena Martinelli Comitato di Redazione Clementina Pigoni, Cristina Gallotti, Cinzia Bianchi, Lorena Martinelli, Eleonora Zoli, Gaspare Vannicola Proprietà EmmeV editoria & formazione sas Sede Legale: Via Doberdò, 22 Milano Tel. 02.36708805 – Fax. 02.36708803 e-mail: info@emmev.it sito: www.emmev.it Registrazioni Camera di Commercio di Milano N.REA 1947743 P.IVA 07269590969 del 01/04/2011 N.ROC: 21011 del 06/04/2011 Registrazione del Tribunale n.390 del 18 settembre 2009

Sommario Novembre | Dicembre 2012

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ALV associazione linea vita

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Abbonamento Annuo Normale 6 numero € 60,00 Arretrati € 12,00 salvo esaurimento scorte Per abbonarsi versare la somma su c/c IT94W0326801607052370339740 Intestato a EmmeV editoria & formazione sas Via Doberdò, 22 – 20126 Milano Progetto grafico e impaginazione EmmeV editoria & formazione sas Stampa Publistampa Arti Grafiche via Dolomiti 36, Pergine Valsugana (TN) tel. 0461.511000 fax 0461.533914 www.publistampa.com Copyright La collaborazione è gradita, utile e gratuita. Tutti gli interessi sono invitati a mettersi in contatto con la redazione. I dattiloscritti, le fotografie, i disegni non si restituiscono anche se non vengono pubblicati. Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la direzioni della rivista. La società editrice si riserva il diritto di non pubblicare e in ogni caso declina ogni responsabilità per possibili errori od omissioni nonché per eventuali danni risultanti dall’uso dell’informazione contenta nella rivista. Riprodurre parte dei testi è permesso evidenziando la fonte.

“Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza” a cura di Renato Pedrazzini

“Evaquazione: ci avete mai provato?” a cura di Michele Marengo

Speciale Edil 2013 La ripresa e il futuro dell’edilizia protagonista a Bergamo Build Solutions: etica e business nel processo edilizio

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Speciale Expoedilizia L’edilizia itaiana punta sulla ricerca di nuovi mercati Tra e sposizione e prove sul campo: macchine e attrezzature da cantiere.

Editore EmmeV editore & formazione sas Tel. 02.36708805 – Fax. 02.36708803 e-mail redazione: redazione@emmev.it Pubblicità EmmeV editoria & formazione sas Tel. 02.36708805 Fax 02.36708803

Editoriale

Le nostre rubriche

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Spazio confinato

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Psicologia del lavoro

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La parola al legale

a cura di LML Avvocati Associati

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Verifiche elettriche

a cura di Giuseppe Caronia E Natale Zumbo

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a cura di Adriano Paolo Bacchetta a cura di Piergiorgio Frasca

Docce e lavaocchi di emergenza a cura di A + A Monferrato

I dispositivi per operare in quota...quale marcatura applicare? a cura di Tonino Ghetti

Certificazione LEED e Life Cycle Assessment a cura di Massimo Granchi e Riccardo Bozzo

il Notiziario sulla Tutela della privacy Nel caso siano allegati alla rivista, o in essa contenuti, questionari oppure cartoline commerciali, si rende noto che i dati trasmessi verranno impiegati per i principali scopi di indagini di mercato e di contatto commerciale, ex D.L. 123/97. Nel caso che la rivista Le sia pervenuta in abbonamento, si rende noto che l’indirizzo in nostro possesso potrà venire impiegato anche per l’inoltro di altre riviste o di proposte commerciali. È in ogni caso diritto dell’interessato, in qualsiasi momento, richiedere la cancellazione, la rettifica o l’aggiornamento ai sensi della L.675/96

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Le piattaforme di lavoro elevabili

a cura di Mauro Potrich

I nuovi orientamenti della UNI EN 795:2012

a cura di Virginio Galimberti e Fabio Galimberti


editoriale

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Sicurezza

a cura di Gaspare Vannicola

Buongiorno care lettrici e cari lettori, in questo editoriale, vista la partecipazione della EmmeV alla fiera Edile di Bergamo che avrà luogo dal 4 al 7 Aprile, vado a elencare alcuni dati che fanno rilevare come la crisi economica si riflette sull’edilizia. La costruzione di nuove case offre il polso immediato dell’economia. Negli Stati Uniti è un dato cruciale in grado di influenzare pesantemente Wall Street e atteso in modo spasmodico dal mercato. Da noi è diverso, nessun impatto in Borsa, anche se la lettura del dato Istat sul “nuovo” in edilizia offre uno spaccato ulteriore della crisi esistente nel paese. Nel secondo trimestre 2012, ultimo dato disponibile, i permessi di costruire nell’edilizia residenziale sono scesi del 22%, piombando a 22.564 unità. Si tratta del minimo storico assoluto, distante anni luce dal periodo pre-crisi.

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Il circolo vizioso è drammatico, in grado di mettere in ginocchio l’intera economia, con impatti evidenti in alcuni settori pesanti come acciaio, mobili ed elettrodomestici. Invertire il trend dovrà essere una delle priorità per il 2013. Il settore dell’edilizia prova a riprendere il filo del dialogo con il governo dopo aver protestato in maniera clamorosa a Milano a fine Febbraio. In occasione di questa protesta il Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha rilanciato le proprie richieste per riavviare il mondo delle costruzioni. Un settore che, come denunciato nella giornata di protesta, culminata con la deposizione di migliaia di caschetti gialli in Piazza Affari, sta pagando in maniera pesantissima la crisi. Un dato su tutti: nella filiera delle costruzioni negli ultimi cinque anni sono andati in fumo qualcosa come 550 mila posti di lavoro. Dati negativi a cui si aggiungono quelli odierni dell’Istat, che registra nel 2012 l’anno peggiore per l’edilizia dal 1995 con un calo della produzione del 14% rispetto al 2011. Il punto principale indicato dal Presidente dell’Ance nel corso dell’incontro con il Presidente del consiglio Monti avvenuto a inizio Marzo 2013 è stato questo: sbloccare quasi 39 miliardi di euro già disponibili, 30 stanziati dal Cipe e 8,6 bloccati dal patto di stabilità, asserendo che nel caso ciò si verificasse si potrebbero creare subito nel settore circa 660 mila posti di lavoro. La crisi nel settore edile si riflette su una serie di categorie merceologiche e le stesse imprese dovendo cercare di “sopravvivere”, tagliano anche le cose fondamentali come la “sicurezza”. Si innesca così un percorso pericoloso con maggiori incidenti sul lavoro che determinano un maggior investimento da parte dello stato nel premio Inail. Oggi l’Associazione Linea Vita che rappresento e si occupa di prevenzione contro le cadute dall’alto, attraverso il comitato tecnico scientifico ha realizzato un documento dove vengono elencate una serie di condizioni necessarie basilari che devono rispettare le aziende produttrici di sistemi linee vita per potersi riconoscere nella stessa Associazione. Nel settore dei produttori di sistemi anticaduta, ambito merceologico piuttosto recente, la crisi esiste ma si fa sentire in una forma meno evidente, dovuta a volte alla mancanza del rispetto delle norme vigenti. Da qui nasce l’esigenza dell’Associazione di rappresentare solo aziende serie, che investono nella ricerca per produrre dei prodotti validi in rispetto della norma Uni en 795 e fanno sì che gli stessi vengano certificati attraverso quegli organismi-laboratori notificati dal Ministero del lavoro e dello sviluppo, il documento redatto verrà inserito sul sito www.lineavita.org, che vi invitiamo a visitare.

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Aprile 2013


Diventa socio ALV L’ISCRIZIONE DÀ DIRITTO A: Partecipare gratuitamente ai Convegni tecnici. Usufruire di riduzioni su seminari tecnici sulla sicurezza. Ricevere la Tessera Associativa di riconoscimento A.L.V.con password personale. Utilizzare (con username e password personale) il portale Linea Vita, sistema moderno e avanzato di comunicazione per accedere tempestivamente alle informazioni disponibili su tutti i temi della sicurezza con particolare attenzione ai sistemi anticaduta. Ricevere la rivista “Il Notiziario sulla Sicurezza” Rivista Bimestrale Tecnico Scientifica. Promuovere gratuitamente la propria professionalità evidenziandola con il link del proprio sito internet. Evidenziare gratuitamente la propria qualifica di RSSP/ASSP. Utilizzare il servizio informativo esclusivo per i soci “Esperto linea vita risponde” e “L’angolo del legale”. Possibilità di stipulare una polizza di copertura della responsabilità civile con brokers convenzionati con Linea Vita.

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Sicurezza

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Una funzione spesso sottovalutata e poco riconosciuta Dall’esperienza in campo ho constatato direttamente che, in molte realtà aziendali, la figura dell’RLS è scarsamente presa in considerazione nell’ambito della Prevenzione e Protezione dei rischi per la salute e sicurezza sul lavoro. Lo scopo di questo articolo, è quello di illuminare datori di lavoro, dirigenti e preposti in merito a tale funzione, in modo da riscoprirne le caratteristiche positive e necessarie all’azienda.

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C’è la netta percezione, se non la palese certezza che, la funzione dell’RLS sia vista come un compito puramente formale, per il solo motivo che le norme ne impongono la presenza nel Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale. E’ importante ricordare il percorso formativo dell’RLS. Un corso di ben 32 ore, più gli aggiornamenti del caso. Ebbene, una formazione di questa portata, non può essere dispersa solo per aspetti formali assegnati all’RLS aziendale. Inoltre, la visione delle problematiche che detiene un RLS, è certamente globale; quindi una conoscenza estesa delle problematiche da affrontare. Quello che s’intende indicare, è un’idea del compito dell’RLS più partecipativo. E’ un dovere del Datore di Lavoro, coinvolgere l’RLS all’interno del Servizio di Prevenzione e Protezione. Non si dimentichi le indicazioni dell’articolo 50 del D. Lgs. 81/08, in particolare il comma 1, che defini-

sce ciò che viene conferito all’RLS. Attribuzioni di notevole importanza nell’ambito organizzativo, partecipativo, gestionale in materia di salute e sicurezza in azienda: 1. Fatto salvo quanto stabilito in sede di contrattazione collettiva, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: a) accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono le lavorazioni; b) è consultato preventivamente e tempestivamente in ordine alla valutazionte dei rischi, alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nella azienda o unità produttiva; c) è consultato sulla designazione del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione, alla attività di prevenzione incendi, al primo soccorso, alla evacuazione dei luoghi di lavoro e del medico competente; d) è consultato in merito all’organizzazione della for-

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Sicurezza

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mazione di cui all’articolo 37; e) riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative, nonché quelle inerenti alle sostanze e ai preparati pericolosi, alle macchine, agli impianti, alla organizzazione e agli ambienti di lavoro, agli infortuni ed alle malattie professionali; f) riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza; g) riceve una formazione adeguata e, comunque, non inferiore a quella prevista dall’articolo 37; h) promuove l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori; i) formula osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuate dalle autorità competenti, dalle quali è, di norma, sentito; l) partecipa alla riunione periodica di cui all’articolo 35; m) fa proposte in merito alla attività di prevenzione; n) avverte il responsabile dell’azienda dei rischi individuati nel corso della sua attività; o) può fare ricorso alle autorità competenti qualora ritenga che le misure di prevenzione e protezione dai rischi adottate dal datore di lavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non siano idonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro. (Commi 2, 3, 4, 5, 6, e 7 omissis). Ne deriva che, la funzione dell’RLS è parte attiva nel-

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la prevenzione dei rischi anche se priva di responsabilità. Come si può notare, le lettere del comma 1 sono formulate con uno spirito sostanzialmente positivo, partecipativo. Qui sta il cuore della funzione, che è quella di agire ad ampio raggio sulla materia della salute e sicurezza dei lavoratori; ecco perché, è utile dare valore alla figura di RLS quanto quella di un “consulente”. In questo modo, l’RLS si sente considerato nell’esprimere le sue opinioni sulle soluzioni che il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale deve adottare e quindi, coinvolto nelle decisioni del caso. Questi sostanzialmente sono i motivi per i quali serve avere una considerazione verso l’RLS più positiva, più attiva e riconoscerne le capacità, la preparazione, l’utilità verso l’azienda e i lavoratori, destinatari delle decisioni del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale. Un Servizio di Prevenzione costituito da figure preparate e collaborative, è sicuramente parte delle condizioni ottimali per fornire le risposte giuste alle problematiche aziendali e, determinare di conseguenza, la miglior qualità applicabile a salvaguardia della salute e sicurezza sul lavoro. A cura di Renato Pedrazzini


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Sicurezza

La nostra missione:

Garantire una Sicurezza che Salva la Vita!

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L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività

Associazione LineaVita

Sede legale: via Doberdò 22, 20126 Milano Tel. +39 02.89055936 Fax +39 02.89056197 segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org Il Notiziario sulla Sicurezza Novembre

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REDAZIONALE a cura di Gamesystem

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Gamesystem Italia: Soluzioni anticaduta per il lavoro lontano dal suolo e la garanzia d’installazione di qualità e certificata. amesystem Italia è la filiale italiana del Gruppo Securité Expansion, che da quasi trent’anni si G preoccupa di dare a ogni lavoratore che opera lontano dal suolo le attrezzature e le conoscenze per poter svolgere le sue mansioni in completa sicurezza. I sistemi anticaduta Gamesystem vengono impiegati nelle attività di diversi settori industriali e di servizi: anticaduta a

cavo, su corda e su rotaia per spostamenti verticali (piloni e tralicci per trasporto elettricità o telefonia, camini, pozzi …) anticaduta a cavo e su rotaia per spostamenti orizzontali (per coperture e tetti, carroponte, pipe-rack, bacini di depurazione, baie di carico ….); sistemi di evacuazione per salvataggi (evacuazione impianti di risalita); treppiedi e argani per l’accesso in spazi confinati (tombini, pozzi, silos, …); sistemi anticaduta a rotaia orizzontale per il lavoro in cestelli sospesi su facciate (lavaggio vetri, manutenzioni edili…), protezione collettiva (parapetti e scale con gabbia). I Dispositivi di Protezione Individuale (imbracature, caschi, cordini, moschettoni, anticaduta retrattile, ecc.) completano la gamma di prodotti specifici per il lavoro in quota. Da quasi trent’anni Gamesystem ha deciso di predisporre un servizio d’installazione dei suoi sistemi anticaduta, mettendo in pratica la sua filosofia di sicurezza: l’affidabilità e la durata di un’installazione dipendono dalla qualità della messa in opera sul cantiere secondo le regole dell’arte e della sicurezza, dal momento che il materiale e le attrezzature devono rispondere a precise normative europee. GAMESYSTEM: una responsabilità globale e un solo responsabile

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La nostra filosofia è quella di offrire ai nostri Clienti una soluzione globale: Ricerca di una soluzione a un bisogno di sicurezza fatta direttamente sul posto presso il Cliente e documentata in un dossier tecnico specifico. Verifica della soluzione - standard o specifica - eseguita dal nostro ufficio tecnico Fabbricazione Installazione Manutenzione e Verifica dei DPI Formazione e Informazione Audit-Consulenza: Analisi globale del rischio di caduta. Studio dei luoghi di lavoro che possono esporre le persone a rischio caduta. Studio dei comportamenti sul luogo di lavoro. Verifiche Strutturali e Rilievi in Quota in partnership con studi professionali specializzati Il montaggio viene eseguito da nostro personale dipendente e quindi possiamo - durante il montaggio stesso - verificare che l’impegno assunto con i nostri Clienti venga rispettato. In questo modo siamo noi i responsabili dell’integralità della nostra prestazione e questa “responsabilità” è una garanzia per i nostri Clienti. L’installazione GAMESYSTEM: una sicurezza I nostri installatori sono dotati di Dispositivi di Protezione Individuale idonei per quel tipo d’intervento e regolarmente controllati. Gli installatori Gamesystem sono specificatamente formati per l’impiego dei Dispositivi di Protezione Individuale contro le cadute dall’alto. Sono sensibilizzati e formati sui rischi specifici di questo mestiere e sui rischi connessi quali l’amianto, l’elettricità e il rischio chimico. Sono consapevoli di quello che installano e sanno perfettamente che qualsiasi modifica si renda necessaria in fase di montaggio deve essere preventivamente segnalata al nostro Ufficio Tecnico per l’indispensabile convalida dei calcoli e relativa autorizzazione a procedere. Dal 1995 il Servizio Montaggio di GAMESYSTEM è certificato ISO 9002. Ma Gamesystem – oltre a produrre e installare sistemi anticaduta specifici per le diverse situazioni di lavoro in quota – organizza importanti corsi di formazione specifici per le diverse attività a rischio di caduta. A corso di formazione ultimato i partecipanti saranno in grado di analizzare i rischi di caduta secondo le aree d’intervento nelle varie zone a rischio e conoscere a fondo i principi di sicurezza riguardanti lo spostamento in verticale e in orizzontale nonché delle posture di lavoro lontano da terra nel contesto della protezione individuale. L’azienda riceverà un rapporto dettagliato e individuale grazie al quale analizzare le caratteristiche fisiche e psichiche dei propri dipendenti impegnati nei lavori a rischio di caduta. Inoltre siamo in grado di fornire un attento e puntuale servizio di verifica dei DPI e manutenzione dei sistemi anticaduta installati in modo che il tutto sia funzionale e in perfette condizioni d’uso nel momento in cui è necessario svolgere un’attività in quota a rischio di caduta.

Il Notiziario Sicurezza Novembre Dicembre 2012 Il Notiziario sullasulla Sicurezza Marzo Aprile 2013


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Sicurezza

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Il NotiziarioIlsulla Sicurezza Dicembre 2012 Notiziario sullaNovembre Sicurezza Marzo Aprile 2013


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Per preventivi e consulenza: 0471 818 125 • info@hbsecurity.it

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Notiziario sulla 818 Sicurezza Dicembre 2012 HBSecurity S.r.l. • via dell’Adige 5 • 39040 Cortaccia (BZ) • tel. 0471 818Il 125 • fax 0471 708 Novembre www.hbsecurity.it


RUBRICA

Spazio confinato

Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (D.P.R. 177/2011) e la certificazione dei contratti di subappalto Dopo oltre un anno dalla sua entrata in vigore, sono ormai più che evidenti le principali criticità associate all’applicabilità del D.P.R. 177/2011, a cominciare dalla definizione stessa di ambiente sospetto di inquinamento o confinato. Più volte si è scritto sul tema e quindi non ritengo opportuno entrare nel merito in questa sede. Tuttavia è evidente che proprio nella definizione di cosa sia o non sia un ambiente confinato o sospetto di inquinamento e quale sia l’effettivo livello di rischio associabile alle attività previste, si rappresentano le precondizioni fondamentali per applicare adeguatamente qualsiasi misura di prevenzione efficace.

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Ciò premesso, nell’ultimo periodo l’attenzione di diversi commentatori si è concentrata sul tema della certificazione dei contratti di subappalto così come prevista nell’ambito del Decreto. Riguardo alle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, è noto che il Legislatore ha deciso di richiamare un istituto che, nella sua struttura originaria, nasce come adempimento di carattere volontario avente la finalità di consentire l’accertamento della distinzione concreta tra somministrazione di lavoro e appalto, così da ridurre i contenziosi. Alcuni affermano che quest’adempimento possa contribuire all’eliminazione o riduzione al minimo i rischi in un settore caratterizzato da gravi incidenti, mentre altri pongono invece l’accento sul fatto che, in questi specifici ambienti operativi, una stringente applicazione dei presupposti concettuali di matrice giuslavoristica non fornisce alcun concreto incremento del livello di sicurezza sul luogo di lavoro. Anzi. La rigidità che è imposta dall’attuale testo normativo, per quanto si può percepire nella pratica corrente, si traduce in un notevole appesantimento degli adempimenti a carico delle aziende incaricate di eseguire le attività e tale condizione, spesso, corre il rischio di attivare scorciatoie o applicazioni formali del disposto normativo, ritenuto troppo complesso e difficile da attuare. Indipendentemente dalle singole opinioni soprariportate, ciò che appare evidente è che se prendiamo in considerazione tutte quelle attività per le quali ci si trova nelle condizioni di richiedere l’intervento di una ditta specializzata quale supporto all’appaltatore principale che è stato incaricato dal committente di compiere una riparazione urgente, la certificazione del contratto mostra appieno la sua criticità di applicazione. Infatti, se consideriamo l’esempio di un guasto a una pompa immersa installata all’interno di un serbatoio/vasca configurabile come ambiente confinato o sospetto di inquinamento, è evidente che la ditta che viene incaricata della riparazione (solitamente con contratto a corpo per l’intero intervento) dovendo prevedere la bonifica preventiva dell’ambiente di lavoro e non avendo nell’ambito della propria organizzazione né le attrezzature necessarie per eseguire tali attività (poiché non fanno parte

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del proprio core-business) né la struttura autorizzativa/ gestionale per il trasporto e smaltimento dei rifiuti che da tale lavorazione derivano, si rivolgerà a una ditta specializzata operante nel territorio in cui è ubicato lo stabilimento all’interno del quale è previsto l’intervento. E in questo caso scatterebbero gli adempimenti previsti dal Decreto per il subappalto e la relativa certificazione. Se prendiamo in esame anche un altro caso, sostanzialmente diverso dal precedente, ma che comporta l’applicazione del disposto che si riferisce alla certificazione del contratto di subappalto, possiamo evidenziare ulteriori limiti applicativi della prevista certificazione. Ipotizziamo che un’azienda di livello internazionale abbia, nel tempo, deciso di esternalizzare i servizi di assistenza dei propri prodotti (che risultano essere installati per lo più nell’ambito di ambienti riconducibili nel campo di applicazione del D.P.R. 177/2011) affidandoli, attraverso contratti annuali, a officine specializzate (alcune di queste avviate su iniziativa di ex dipendenti), distribuite sul territorio nazionale. Restando titolare del marchio e punto di riferimento per l’utenza Worldwide, la casa madre riceve le varie richieste d’intervento e quindi le inoltra alle varie officine che, oltre alla propria normale attività diretta d’impiantistica e manutenzione, si trovano quindi a operare come sue subappaltatrici. E anche qui scatterebbero gli adempimenti previsti dal Decreto per il subappalto e la relativa certificazione. Bisogna però precisare che mentre nel primo caso le parti coinvolte oltre al committente (appaltatore e subappaltatore) non è detto che siano sempre le stesse, giacché l’appaltatore, operando su tutto il territorio nazionale si trova a interagire con differenti imprese specializzate operanti a livello locale, nel secondo caso le parti sono chiaramente identificate e sebbene anche in questo caso la tipologia d’interventi non sia programmabile, sarebbe però ragionevolmente possibile ipotizzare un’unica certificazione del contratto di subappalto a valere ai sensi dell’art.2 c2 del D.P.R. 177/2011. Ovvero definire un sistema organico di gestione delle attività nell’ambito di un’unica certificazione quadro del rapporto tra le parti, che preveda una specifica procedura operativa appli-


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Sicurezza

I dispositivi per operare in quota... Quale marcatura applicare?

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Innanzitutto andiamo a definire l’attrezzatura per lavorare in quota (Linea Vita, Ganci, Funi), premettendo che per intervenire su attrezzature e strutture poste in quota è necessario che l’operatore possa assicurare l’imbracatura (dispositivo di protezione individuale) su un accessorio sicuro, un dispositivo anticaduta la cui progettazione e realizzazione sia corretta. In pratica un sistema anticaduta si compone dei seguenti elementi: • L’imbracatura, rispondente ai RESS (requisiti essenziali di salute e sicurezza) della Direttiva 89/686/ CEE relativa ai DPI (dispositivi di protezione individuale) e alle norme attinenti, opportunamente certificata; • Il collegamento, i punti di ancoraggio e i relativi connettori. I dispositivi di ancoraggio e i punti di ancoraggio sono fondamentali e sono suddivisi in classi e categorie. I punti di ancoraggio possono essere isolati (per consentire il camminamento sulla copertura tramite doppio cordino o tramite dispositivo retrattile) o Linee Vita (tramite doppio binario o tramite singola fune). Le direttive in causa di riferimento sono essenzialmente due: quella sui DPI (Dispositivi di Protezione Individuale – 89/686/ CEE e DLgs 475/92) e quella sui Prodotti da Costruzione (regolamento DPR 246/93 di attuazione della 89/106 CE). La

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Aprile 2013

direttiva 89/106/CEE, non c’è più è stata sostituita dal: REGOLAMENTO (UE) N. 305/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio Le norme tecniche sono anch’esse sostanzialmente ripartibili in due gruppi : la UNI EN 795 e le UNI EN 516 e 517. Il problema sta nel fatto che bisogna distinguere l’ancoraggio in base alla sua applicazione: • Se è mobile (trasportabile, installabile e rimovibile) o fisso (permanente); • Se rimane ad uso della persona; • Se serve a supporto di altre strutture (come le scale). Se l’ancoraggio è mobile e trasportabile a cura dell’operatore, ricade nei DPI. Se l’ancoraggio è fisso dovrebbe ricadere nella DPC, ma la marcatura è possibile solo nel caso esista la norma tecnica armonizzata o il benestare tecnico. E qui sorge il problema perché non sempre la norma armonizzata o l’ETAG esistono. In ultima istanza occorre comunque non tralasciare la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti. Quindi i passaggi per collocare la propria produzione/importazione riguardano: a) Dispositivi di ancoraggio (UNI EN 795);


il Notiziario sulla

Sicurezza

L’uso di metodologie didattiche attive nella formazione alla sicurezza. Con l’Accordo Stato Regioni sulla “Formazione di abilitazione all’utilizzo di particolari attrezzature di lavoro” del 22 febbraio 2012 è stato compiuto un altro importante passo nel percorso verso modelli istituzionali della formazione alla sicurezza. L’Accordo, che come noto è entrato in vigore il 12 marzo 2013, dà attuazione all’art. 73, comma 5 del D.Lgs. 81/08 e stabilisce modalità e durata delle attività di formazione per l’uso delle attrezzature per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori. Stabilisce altresì le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, nonché i requisiti minimi di validità della formazione.

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In aggiunta alle abilitazioni già previste dalle norme vigenti, l’Accordo indica le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, e precisamente: 1-piattaforme di lavoro mobili elevabili; 2 - gru a torre; 3 - gru mobile; 4 - gru per autocarro; 5 - carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo (carrelli semoventi con braccio telescopico, carrelli industriali semoventi, carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi); 6 - trattori agricoli o forestali; macchine movimento terra (escavatori idraulici, escavatori a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli); 7 - pompa per calcestruzzo. Dal 13 marzo 2013 queste attrezzature possono essere utilizzate solo da coloro che sono in possesso della specifica abilitazione prescritta,

Il Notiziario sulla Sicurezza Marzo

Aprile 2013

per potere conseguire la quale essi devono avere frequentato e superato un apposito corso progettato, organizzato e realizzato conformemente a quanto prevede l’Accordo Stato Regioni suddetto. Punti salienti dell’Accordo sono: 1 - l’individuazione dei soggetti formatori e il sistema di accreditamento; 2 - l’individuazione e i requisiti dei docenti; gli indirizzi ed i requisiti minimi dei corsi; 3 - i requisiti minimi dei programmi dei corsi di formazione e la loro valutazione; 4 - le modalità per il rilascio delle attestazioni; 5 - durata e validità dell’abilitazione e aggiornamento; registrazione sul libretto formativo del cittadino; 6 - documentazione da conservare e modalità per la sua conservazione. L’Accordo è completato con le norme transitorie, le norme relative al riconoscimento della formazione pregressa, il riferimento alle buone prassi, la clausola di salvaguardia e non regresso.


gli Inserzionisti

Copertina

editoria & formazione

23

Trentino sicurezza

25

A+A Monferrato

31

SolarExpo

EmmeV

34 II di Cop.

Sicurteam

per operatori di piattaforme di lavoro elevabili

39 9 11

Studio Frasca

CORSI DI FORMAZIONE

A.L.V.

41 GameSystem

Una adeguata formazione non deve essere vista solo come un obbligo legislativo da soddisfare ma come un’opportunità per migliorare la professionalità del personale addetto, la redditività del lavoro in quota e le condizioni operative della macchina.

MTM

CTE, da più di 10 anni centro di formazione autorizzato IPAF, offre corsi specifici che soddisfano pienamente anche i requisiti dell’Accordo Stato-Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano entrato recentemente in vigore dal 12 marzo 2013.

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il Notiziario sulla Novital

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