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Anno IX | numero 2 Marzo | Aprile 2017 ISSN 2283-9356
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Direttore Responsabile Gaspare Vannicola (gaspare.vannicola@vmreditrice.it)
Rubriche Fisse
Coordinatore Editoriale Irene Molin (grafica@vmreditrice.it)
Anticaduta
Sicurezza Impianti
Alberto Pincigher Responsabile Comitato Tecnico Scientifico ALV. Associazione Linea Vita
Adriano Paolo Bacchetta Coordinatore network Spazioconfinato.it
Antincendio
Psicologia del Lavoro
Sicurezza Macchine Agricole
Fernando Cordella Presidente A.N.P.P.E. Vigili del Fuoco
Piergiorgio Frasca Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Paolo Peretti Centro Formazione e ricerca Merlo
Sicurezza nelle scuole
Sicurezza Macchine
Monica Mioccio
Massimo Granchi Christian Trinastich MTM Consulting s.r.l. società unipersonale
Redazione (redazione@vmreditrice.it ) Noemi Olivo, Monica Mioccio, Hana Chair, Irene Molin Comitato Tecnico-Scientifico (cts@vmreditrice.it) Ing. Bacchetta Adriano Paolo, Arch. Cordella Fernando, Dott. Frasca Piergiorgio, Ing. Granchi Massimo, Dott. Peretti Paolo, Ing. Pincigher Alberto, Ing. Romeo Mario, Ing. Vannicola Gaspare Progetto grafico e impaginazione grafica@vmreditrice.it irene.molin@vmreditrice.it Vmr Editrice Srls
Medicina del Lavoro Giovanna Pirana Polo Chirurgico Confortini
Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro Mario Romeo S.I.A. Srl Dirigente Nazionale UIL
Contatti Ufficio Marketing (segreteria@vmreditrice.it | marketing@vmreditrice.it) Sul nostro sito internet è disponibile il prospetto relativo alle inserzioni pubblicitarie Contatti Ufficio Formazione (formazione@vmreditrice.it) Sul nostro sito internet è disponibile la lista dei corsi erogati Editore Vmr Editrice Srls Tel. / Fax 02.45498130 e-mail: info@vmreditrice.it Proprietà Vmr Editrice Srls Sede Legale: Via Doberdò, 22 Milano Tel. / Fax 02.45498130 e-mail: info@vmreditrice.it sito: www.vmreditrice.it amministrazione@pec.vmreditrice.it Registrazioni Camera di Commercio di Milano N.REA 2095877 - P.IVA 09515180967 del 03/05/2016 - N.ROC: 26858 Registrazione del Tribunale n.390 del 18 settembre 2009 Stampa Publistampa Arti Grafiche via Dolomiti 36, Pergine Valsugana (TN) tel. 0461.511000 fax 0461.533914 www.publistampa.com
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Sommario 23
AMBIENTE LAVORO
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AMBIENTE LAVORO
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RIWEGA
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L’editoriale
Dispositivi di ancoraggio per lavori in quota | Alberto Pincigher
Formazione e Ricerca | Paolo Peretti
20 Sicurezza degli impianti nelle scuole | Monica Mioccio
29 Antincendio | Fernando Cordella
31 Formatore della Sicurezza | Alessia Petruzzelli
38 Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta
45 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca
49 Sicurezza Macchine | Massimo Granchi
53 Medicina del Lavoro | Giovanna Pirana
57 Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro | Mario Romeo
L’editoriale Buongiorno a tutti care lettrici e cari lettori, Innanzitutto voglio invitarvi tutti a visitare il nuovo sito www.vmreditrice.it della casa editrice e a collaborare con la redazione per poter interagire e aggiornare con temi sulla sicurezza sul lavoro il nostro quotidianamente e ogni suggerimento del caso sarà valutato, perché migliorarci è il nostro obiettivo. Invitiamo inoltre tutti i nostri lettori che fossero in ambito professionale nel settore della sicurezza sul lavoro a confrontarsi con la redazione, per pubblicare oppure sottoporre argomenti a cui porre maggior attenzione. In questo editoriale volevo riportare le indicazioni sulla formazione inerente i lavoratori operanti nel settore agricolo: Nel punto 9.4 dell’accordo Stato-Regioni del 22-02-2012 i lavoratori di questa categoria che fossero in possesso di esperienza documentabile alla data di entrata in vigore dello stesso accordo di due anni devono frequentare il corso di aggiornamento riportato al punto 6 dello stesso accordo. Innanzitutto va fatto presente che l’operatore del settore agricolo deve avere l’abilitazione all’uso delle macchine agricole pertanto vado ad indicare la legge a cui si fa riferimento: legge n. 19 del 27/2/2017 di conversione del D.L. n. 244/2016 (decreto Milleproroghe 2017), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28/2/2017, è stato stabilito, con il comma 2-ter, che dice quanto (un estratto): “2-ter. Il termine per l’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione all’uso delle macchine agricole, in attuazione di quanto disposto dall’accordo, sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano nella seduta del 22 febbraio 2012, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi di validità della formazione, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2012, è differito al 31 dicembre 2017. Entro dodici mesi da tale data devono essere effettuati i corsi di aggiornamento, di cui al punto 9.4 dell’Allegato A al suddetto accordo del 22 febbraio 2012”. La sicurezza sul lavoro non è un costo ma è un investimento per il bene di tutti.
Gaspare Vannicola Direttore Responsabile
ANTICADUTA
CONTENUTI DEL CORSO DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO PER ADDETTI AI LAVORI IN QUOTA a cura di Ing. Alberto Pincigher
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elle edizioni precedenti, affrontando la tematica della formazione e addestramento per addetti ai lavori in quota, erano stati analizzati i dispositivi di protezione individuale utilizzabili per i lavori in altezza. Per completare l’argomento si andranno ora a visionare i dispositivi di ancoraggio a cui i DPI possono essere collegati facendo esplicito riferimento ai lavori eseguiti su coperture. ANCORAGGI PER DPI Il dispositivo di ancoraggio costituisce il nodo principale della “catena della sicurezza” in quanto è di fatto il punto a cui vengono poi collegati i sottosistemi per la protezione personale contro le cadute dall’alto. Ai fini di garantire la massima sicurezza ai lavoratori che si trovano ad operare in quota, e affidano la loro vita al dispositivo di sicurezza, è obbligatorio che i dispositivi di ancoraggio siano progettati e prodotti in modo da rispettare tutti gli standard di salute e sicurezza previsti. Dovranno poi essere installati, con opportuni elementi di fissaggio, su strutture di supporto (materiale base) in legno, calcestruzzo, acciaio ecc. idonee a resistere ai carichi trasmessi dal dispositivo di ancoraggio alla struttura stessa. Il Testo Unico richiede, in materia di prevenzione delle cadute dall’alto e, di conseguenza, in caso di installazione di sistemi anticaduta, l’adempimento di diversi obblighi che coinvolgono il committente, il progettista, il produttore e l’installatore (fig.2). Il produttore deve fabbricare prodotti rispondenti alle disposizioni legislative
COMPITI DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE a cura di Monica Mioccio
S
econdo le normative del DLGS 81/108 la commissione di una scuola è istituita per gestire le problematiche relative alla sicurezza. Essa è formata da un dirigente scolastico, da un RSPP (responsabile di prevenzione e di protezione), da un coordinatore dell’emergenza per ogni sede scolastica, dagli addetti all’incendio e al primo soccorso e dal medico competente qualora venga nominato. La commissione di sicurezza si riunisce all’inizio di ogni anno scolastico con l’obiettivo di controllare la situazione
degli arredi, la segnaletica di emergenza e gli impianti dei vari ambiti, di verificare l’obbligatorio aggiornamento della valutazione dei pericoli dei vari plessi, di ispezionare la formazione della squadra di emergenza e di primo soccorso. Nel caso in cui le persone che vi appartenevano l’anno precedente si siano trasferite è importante informare l’ente proprietario dello stabile delle irregolarità degli impianti di sicurezza e della difettosa adeguatezza di essi alle norme di sicurezza.
L’art. 17 del DLGS 81/80 stabilisce che la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e di protezione (RSPP) sia un dovere del dirigente scolastico e che non può essere affidato ad altre figure che non siano attribuite al ruolo del dirigente scolastico. L’art. 32 comma 8 dispone che debbano essere incaricati di tale obbligo solo personale interno all’istituto, solo in via secondaria (comma 9), cioè nel caso in cui non sia possibile seguire le nome, il dirigente scolastico può indirizzarsi a personale esterno all’amministrazione scolastica. Questo articolo propone anche di servirsi dell’impresa di un unico esperto reperito all’interno degli enti proprietari degli edifici scolastici o in via subordinata viene recuperato all’interno degli enti locali oppure istituti specializzati riguardo alla salute o alla sicurezza sul lavoro oppure di un libero professionista. Affinché si possa effettuare la norma del RSPP come personale interno all’istituto è necessaria la stesura di una circolare da parte del dirigente scolastico, per determinare la nomina del personale interno all’amministrazione scolastica ma dipendente da altro istituto è necessario invece un bando pubblico riservato, per realizzare la nomina del personale dipendente dall’ente proprietario è necessaria la richiesta dell’ente proprietario, per effettuare la nomina di personale dipendente di enti e istituti specializzati di sicurezza è indispensabile un bando pubblico ed infine per determinare la nomina di un
ESPERTO PROGETTISTA DELLA SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO SPECIALIZZATO NELL'ANTICADUTA E LAVORI IN QUOTA. - Consulenza sulla scelta e l’utilizzo dei dispositivi anticaduta per prevenire le cadute dall’alto e sulle normative di riferimento. - Sviluppo e Progettazione di dispositivi di ancoraggio per lavori in quota conformi alle norme vigenti. - Documentazione marcatura CE dispositivi di protezione individuali e prodotti da costruzione. - Stesura elaborato tecnico della copertura (elaborati grafici, relazione tecnica illustrativa-manuale di utilizzo dei dispositivi). - Relazione di calcolo per la verifica dell’idoneità della struttura di supporto e del fissaggio del dispositivo di ancoraggio e dei parapetti alle strutture. - Verifica in sito della tenuta del fissaggio. - Formazione per installatori, progettisti e utilizzatori dei dispositivi anticaduta per lavori in quota.
PAROLA D’ORDINE: POLIVALENZA (Prima Parte) a cura di Paolo Peretti - Direttore del Centro Formazione e Ricerca Merlo
I
trattori ed i sollevatori telescopici sono macchine destinate ad essere impiegate nelle movimentazioni e nei lavori agricoli e forestali e possono,
in quanto veicoli, circolare su strada per il proprio trasferimento e per il trasporto di prodotti agricoli, sostanze di uso agrario e di attrezzature destinate alla esecuzione di queste attività. L’attacco a tre punti è normalmente montato nella parte posteriore della macchina; su alcune può essere montato anche nella parte anteriore. La funzione dei due bracci inferiori dell’attacco è quella di alzare ed abbassare le attrezzature agricole agganciate ad essi. Il terzo punto, quello superiore, è di lunghezza regolabile in modo manuale o oleodinamico e permette di impostare l’assetto dell’attrezzo. Svolge inoltre la importante azione di bilanciamento delle forze durante
le operazioni di aratura, migliorando la trazione della macchina. La salita dei bracci inferiori è gestita da un sollevatore idraulico mentre, di solito, la discesa dell’insieme avviene per gravità. Le attrezzature collegate all’attacco a tre punti sono classificate come portate o semi-portate in funzione delle loro caratteristiche. Per impedire oscillazioni trasversali della attrezzatura agganciata ai bracci inferiori, questi sono dotati di tiranti laterali regolabili e per il bloccaggio del brandeggio. In pratica questi tiranti possono essere bloccati con appositi perni per impedire oscillazioni trasversali durante i trasferimenti su strada o nell’impiego di attrezzature che lavorano sollevate da terra. Possono invece essere lasciati liberi di oscillare con un limitato grado di libertà nel caso di utilizzo di attrezzature che lavorano appoggiate al terreno (erpici, seminatrici, frese, etc.).
La nostra missione:
Garantire una sicurezza che Salva la Vita!
Associazione LineaVita
Sede operativa: Sede operativa: Via Doberdò Doberdò22, 22, 20126 Milano 20126 Milano Tel. 02.45498131 Tel/Fax +39 02.89055936 segreteriasoci@lineavita.org segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org
L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.
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iwega è un’azienda giovane e dinamica, nata con l’obiettivo di fornire prodotti innovativi per la corretta ventilazione del tetto. Nel corso dei nostri 16 anni di attività abbiamo fortemente contribuito a trasmettere su tutto il mercato nazionale l’importanza sia di un tetto coibentato e ventilato a regola d’arte, sia dei sistemi per mettere
in sicurezza il tetto. Nello specifico abbiamo messo a punto sistemi per la sicurezza permanente sul tetto (Linea Vita) certificati, esteticamente belli e che eliminano i ponti termici. Infatti siamo orgogliosi di rappresentare il marchio Lux-Top specializzato nella produzione di prodotti che soddisfano le normative nazionali ed europee
in tema di sicurezza. Grazie ad oltre 80 consulenti tecnici presenti su tutto il territorio europeo siamo sempre in grado di rispondere alle necessità dei nostri clienti, anche dei più esigenti. Per tutti coloro che volessero approfondire queste tematiche, Riwega offre un articolato programma di corsi di for
ANTINCENDIO
SCUOLE E ASILI NIDO:
PUBBLICATE LE REGOLE PROGRAMMATICHE PER L’ADEGUAMENTO ANTINCENDIO a cura di Fernando Cordella - Presidente A.N.P.P.E. VV.F
I
l 31 dicembre 2017 è scaduto il termine per adeguarsi ai requisiti previsti dal DM 26 agosto 1992 per le scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado e per gli edifici e locali adibiti ad asili nido. Pertanto, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DM 21 Marzo 2018
“Applicazione della normativa antincendio agli edifici e ai locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché agli edifici e ai locali adibiti ad asili nido”, si tenta di arginare le lacune e facilitare la programmazione degli interventi di adeguamento antincendio.
Per questo sono stati fissati tre livelli di priorità per adeguare gli asili nido e le scuole di ogni ordine e grado e aumentare la sicurezza nei luoghi deputati ad ospitare i bambini e i ragazzi per gran parte della giornata. Il nuovo D.M. del 21 Marzo 2018 pre-
FORMATORE DELLA SICUREZZA
Indagine ESENER-2 sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in Europa: la nuova analisi evidenzia una eterogenea gestione dei rischi nelle imprese dei diversi paesi europei a cura di Alessia Petruzzelli - Formatore della Sicurezza
L
a seconda indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2), condotta a partire dal 2014 dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro - EUOSHA, ha coinvolto 50.000 tra imprese afferenti a tutti i settori di attività di 36 paesi europei (UE a 28 paesi più Albania, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia), invitate a rispondere attraverso un questionario tecnico sui principali temi della ricerca: rischi generali per la sicurezza e la salute sul lavoro e loro gestione; rischi psicosociali quali stress, bullismo e violenza; incentivi e ostacoli alla gestione della SSL; partecipazione dei lavoratori alle prassi in materia di sicurezza e salute. I risultati delle informazioni raccolte
attraverso le interviste a coloro che si occupano di salute e sicurezza nelle imprese, comprendendo anche microimprese e aziende agricole, sono aggiornati e integrati di anno in anno da analisi riguardanti argomenti specifici, attraverso studi di ricerca quantitativa e qualitativa dei dati che si configurano così come strumenti di ausilio a una più efficace comprensione delle conclusioni dell’indagine, identificando quali competenze e supporti siano necessari a livello di luoghi di lavoro in Europa ed individuando i fattori che incentivano o ostacolano gli interventi. L’obiettivo principale di tali approfondimenti e della ricerca stessa è infatti quello di fornire dati transnazionali comparabili, rilevanti ai fini dell’elaborazione e dell’attuazione di nuove
politiche nell’ambito della SSL nei diversi paesi europei, con il fine ultimo di migliorare il benessere dei lavoratori negli ambienti di lavoro. I dati di ESENER-2 rispecchiano quanto gli ambienti di lavoro europei vivano una costante e continua evoluzione determinata dai cambiamenti delle condizioni socioeconomiche dei singoli paesi. Come riportato nella sintesi della ricerca, il quadro che emerge riguardo la gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nelle imprese, con particolare riferimento ai rischi nuovi ed emergenti, è di una disparità di approccio nella valutazione dei rischi nei diversi ambiti lavorativi. Partendo da un dato motivazionale, il rispetto dell’obbligo di legge risulta essere il motivo principale dichiarato dall’85 % delle imprese dell’UE-28 per lo svolgimento dell’attività di prevenzione. Esiste una lieve correlazione positiva con le dimensioni dell’impresa, mentre non si registrano differenze significative per settore. Il secondo incentivo più importante all’azione sulla SSL è la soddisfazione delle aspettative da parte dei dipendenti o dei loro rappresentanti (79 %). La fondamentale e preliminare attività di valutazione dei rischi sul luogo di lavoro risulta essere svolta regolarmente dal 76 % delle imprese dell’UE-28 e principalmente dal personale interno, con una correlazione positiva con le dimensioni dell’impresa, mentre i valori
IL RISCHIO ASSOCIATO ALLE ATTIVITÀ IN PRESENZA DI REFLUI DA ALLEVAMENTI DI ANIMALI a cura di Adriano Paolo Bacchetta
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ell’articolo “Safety around manure handling” – 2017, Kelley J. Donham si sofferma sui rischi connessi alle attività che avvengono in presenza di reflui provenienti dagli allevamenti di animali. Sono molti gli incidenti, con esiti fatali, connessi a questo tipo di attività registrati a livello nazionale e internazionale. Tra gli ultimi a livello nazionale, ricordiamo il caso occorso nell’aprile del 2016 a San Mango d’Aquino nel quale, padre e figlio, hanno perso la vita a causa di un incidente sul lavoro mentre si trovavano all’interno della loro azienda di allevamento di suini. Secondo quanto accertato e riportato dagli organi di stampa, a calarsi per primo nelle vasche contenenti liquami degli animali, sarebbe stato il padre, l’unico con l’attrezzatura adatta per potersi calare ma, a causa delle esalazioni altamente tossiche, l’uomo ha perso conoscenza rimanendo bloccato nelle vasche. A questo punto il figlio, a lavoro con il padre, per soccorrerlo è sceso anch’egli ma per lui non c’è stato nulla da fare. In assenza di maggiori precisazioni, è possibile ipotizzare che, presumibilmente, entrambi non indossavano protezioni delle vie respiratorie e che, la causa dell’intossicazione letale, sia da ricondurre all’idrogeno solforato (H2S) generato dai liquami. Howard J. Doss, Howard L. Person and William McLeod della Michigan State University Extension, in un articolo dal titolo Beware of Manure Pit Hazards, evidenziano che i quattro gas principali prodotti dalla decomposizione dei liquami sono: idrogeno solforato, metano, ammoniaca
e diossido di carbonio. In alte concentrazioni, ognuno di questi i gas possono rappresentare una minaccia per la salute per gli esseri umani e il bestiame (vedi Tabella 1). Le condizioni che promuovono la produzione di H2S nel letame sono correlate alla presenza di un sufficiente quantitativo di zolfo e di batteri in grado di ridurlo in ambiente anaerobico. I batteri solfato riduttori comprendono desulfovibrio, desulfatomaculum, desulfobacter, desulfococcus, desulfonema e desulfosarcina (Atlas and Bartha, 1987). Negli allevamenti di suini, dove il pozzo di raccolta dei liquami si trova spesso sotto il pavimento della struttura, questi gas sono generalmente ubiquitari e rilevabili a basse concentrazioni durante l’anno. Quando i liquidi all’interno dei pozzi sono messi in agitazione a causa delle operazioni di pompaggio, alcuni o tutti questi gas vengono rilasciati rapidamente e possono raggiungere livelli tossici o spostare ossigeno, aumentando il rischio per l’uomo e il bestiame. L’H2S è considerato il più pericoloso dei gas che possono formarsi nelle vasche contenenti liquami perché è altamente tossico e può svilupparsi rapidamente durante le fasi di agitazione e pompaggio. Il liquame non mescolato meccanicamente, tende a separarsi in tre strati distinti: schiuma o feccia sulla superficie, uno strato acquoso e un fango che si deposita sul fondo della vasca di contenimento. Secondo Stephen B. Hooser, William Van Alstine, Matti Kiupel, Janice Sojka, autori dell’articolo “Acute pit gas (hydrogen sulfide) poisoning in confinement cattle”, a causa della sua bassa
solubilità in acqua, gran parte del gas resta intrappolato nelle bolle della schiuma surnatante e, quindi, l’agitazione del liquido può rilasciare H2S con conseguente rapido aumento a concentrazioni letali in ambienti confinati. Secondo gli autori dell’articolo della Michigan State University Extension, la concentrazione può passare da 5 parti per milione (ppm) a più di 500 ppm in pochi secondi dopo l’inizio dell’agitazione e, inoltre, risulterebbe essere opinione comune tra gli agricoltori che è sicuro entrare in una struttura o in una fossa se non riescono a sentire l’odore del putrido, odore di uova marce associato all’idrogeno solforato. Neil McManus in “H2S, non-Newtonian Fluids and Froth Formation: A Deadly Combination”, ricorda che in alcuni incidenti verificatisi è stato riferito che inizialmente l’atmosfera era inodore e, quindi, non ha fornito un avvertimento preventivo. L’intrappolamento di gas in fanghi di varia origine, crea un sistema instabile e limitato. Quindi, per quanto visto, l’azione di pompaggio crea una tremenda turbolenza con il conseguente rilascio di gas in soluzione o adsorbito o intrappolato in qualche modo nel fluido. Inoltre, si deve considerare che alte concentrazioni di l’idrogeno solforato sono in grado di saturare rapidamente i recettori olfattivi, secondo alcuni autori, alla concentrazione di 100 ppm (altri autori indicano invece una concentrazione di 50 ppm) e, quindi, la persona non può più sentire l’odore del gas. Tra l’altro, come riportato nell’articolo “Danni alla salute umana causati dall’idrogeno solforato” di Maria Rita D’Orsogna
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PSICOLOGIA DEL LAVORO
RENDERE I LAVORATORI PIÙ RESPONSABILI DELLA PROPRIA SICUREZZA: CHE FARE? a cura di Dott. Piergiorgio Frasca
I
n base alle statistiche la gran parte degli infortuni presentano come causa primaria e spesso determinante dei difetti di comportamento da parte dello stesso infortunato o di altre persone coinvolte nell’evento. È anche noto che, almeno in apparenza, molti di questi “difetti” o errori sembrano essere causati da negligenza, imperizia, inosservanza di norme e di procedure, ecc.. Tutti comportamenti che, in generale, derivano da scelte e decisioni orientate all’assunzione di rischi e che possono essere condensati nel concetto di “comportamenti rischiosi e poco responsabili” verso la sicurezza propria e altrui. È dunque logico associare alla ricerca di una maggiore responsabilizzazione in questo ambito una delle vie più importanti per ottenere condizioni di migliore sicurezza nel lavoro.
Tuttavia, la responsabilizzazione e la razionalità delle scelte e delle decisioni soggettive, sebbene sembrino parte di un medesimo problema, in realtà fanno riferimento ad ambiti diversi e non hanno elementi comuni. Di fatto l’assunzione di responsabilità è possibile quando sono noti i confini del proprio agire e gli elementi tecnici e conoscitivi richiesti dalle azioni possibili entro tali confini. Il processo di scelta e di decisione, a sua volta, è condizionato sia dalle conoscenze tecniche e normative, ma soprattutto da condizioni situazionali e dalle motivazioni personali e di gruppo che il contesto organizzativo sollecita. Prendiamo una situazione di lavoro, ad esempio la riparazione di un macchinario la cui fermata comporta il blocco di un’importante produzione, mettendo a rischio l’assolvimento di un contratto
o di una commessa. Supponiamo che i manutentori prevedano che la riparazione comporti un lavoro di un paio di giorni qualora si osservino tutte le misure e le procedure di sicurezza, mentre saltandole in tutto o in parte il tempo dell’intervento di riparazione si dimezzi. Questa condizione finisce con il rappresentare una pressione sui manutentori dando luogo ad un conflitto tra le scelte di sicurezza e le scelte di produzione. Conflitto che può spingere gli operatori a privilegiare scelte e decisioni a rischio in determinati passaggi dell’intervento: ad esempio quelle ritenute, in base all’esperienza e alle conoscenze possedute, a basso rischio anche in assenza dell’osservanza di norme e procedure. In questi casi la scelta di rischiare o di non rischiare è determinata dal complesso gioco derivante dalle pressioni esterne, dalle motivazioni personali e di gruppo e dall’esperienza dei soggetti. Tale scelta è invece minimamente condizionata dalla conoscenza di norme e procedure. Molti casi di infortunio anche recenti evidenziano questo conflitto, purtroppo risolto con l’assunzione di scelte e decisioni comportanti rischi anche gravi o con esito mortale. È pur vero che generalmente un comportamento improntato a razionalità in quanto rispettoso di norme e procedure costituisce una condizione indispensabile per un comportamento responsabile, tuttavia i fattori che contribuiscono a determinare la caratteristica di razionalità e quelli implicati nell’assunzione della responsabilità fanno riferimento ad ambiti diversi e psicologicamente non
Studio Frasca di Dott. Piergiorgio Frasca Servizi di Psicologia del lavoro e sviluppo organizzativo, Formazione e aggiornamento per la sicurezza e salute sul lavoro, Ergonomia
____________________________________________________________________________ Studio Frasca opera da diversi anni nel campo della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni applicata alla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro offrendo alle aziende servizi qualificati per lo studio e la valutazione dei rischi psicosociali, per l’applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative, per la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I servizi offerti comprendono: � � � � � � �
Servizio di valutazione e di monitoraggio del rischio di stress correlato al lavoro. Assistenza e supporto alle aziende per la definizione e l’attuazione di strategie personalizzate per la prevenzione, il controllo ed il monitoraggio del rischio di stress da lavoro Formazione di base e approfondita dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori alla sicurezza e salute sul lavoro e sul rischio di stress correlato al lavoro. Valutazione dei bisogni di formazione e dei risultati della formazione attuata Progettazione e realizzazione di attività formative specifiche sulla base delle esigenze del cliente. Progettazione e realizzazione di interventi di Behavior Safety (BBS) Valutazione conoscenza e competenza nella lingua italiana per lavoratori stranieri (D.Lgs. 81/08, artt. 36 e 37, comma 13)
Servizio di valutazione, gestione e monitoraggio del rischio stress correlato al lavoro Studio Frasca effettua l’intero ciclo di valutazione, intervento e monitoraggio sul rischio di stress da lavoro. Per la valutazione preliminare sono utilizzate specifiche check-list, mentre per la valutazione approfondita dei fattori soggettivi sono utilizzati appositi questionari somministrabili anche on-line. I risultati con la valutazione del rischio sui fattori del Contesto lavorativo e del Contenuto del lavoro e l’indicazione delle criticità rilevate sono sintetizzati illustrati in una relazione dettagliata arricchita con grafici e tabelle. Il Servizio viene svolto su qualsiasi comparto lavorativo, compreso l’ambito sanitario, le costruzioni, la P.A. Di seguito è riportato un esempio di grafici e tabelle relativi all’analisi approfondita dei fattori potenziali di rischio, realizzata con il questionario QUERTI SLC., messo a punto dallo Studio.
Test ITALSIC di valutazione della conoscenza e competenza linguistica per lavoratori stranieri In relazione agli adempimenti prescritti dagli articoli 36 e 37, comma 13, del D.Lgs. 81/08 Studio Frasca ha messo a punto il Test ITALSIC espressamente dedicato alla valutazione delle conoscenze e competenze nella lingua italiana con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro.
Per informazioni sui costi dei servizi, telefonare al n° 348-6507545 o inviare una e-mail all’indirizzo studiofrasca@iol.it . Studio Frasca di Dott. Piergiorgio Frasca è a Monza (20900), via Lecco 88.
GLI ASSIEMI DI APPARECCHI SECONDO LA DIRETTIVA ATEX 2014/34/UE a cura di Massimo Granchi e Riccardo Bozzo
L
a Direttiva Atex 2014/34/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85, si applica agli apparecchi e ai sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. Nel campo di applicazione sono incluse anche le combinazioni di apparecchi che siano in grado di costituire un’unità funzionale, vale a dire gli assiemi. Nel presente articolo si analizzano le modalità che deve applicare il fabbricante di un assieme qualora debba essere installato in atmosfera potenzialmente esplosiva e, dunque, sia oggetto della Direttiva Atex. Campo di applicazione del D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85 La Direttiva Atex 2014/34/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85 definisce i requisiti di sicurezza legati alla progettazione dei prodotti rispetto al rischio esplosione. Nello specifico, la Direttiva Atex 2014/34/ UE si applica alle seguenti categorie di prodotti: - apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva; - dispositivi di sicurezza, di controllo e di regolazione destinati ad essere utilizzati al di fuori di atmosfere potenzialmente esplosive, ma necessari o utili al funzionamento o alla sicurezza degli apparecchi e sistemi di protezione, rispetto ai rischi di esplosione; - componenti destinati ad essere inseriti negli apparecchi e sistemi di protezione di cui ai punti precedenti.
Nel dettaglio si intende per: - “apparecchi”: le macchine, le apparecchiature, i dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando, la strumentazione e i sistemi di rilevazione e di prevenzione che, da soli o combinati, sono destinati alla generazione, al trasporto, allo stoccaggio, alla misurazione, alla regolazione e alla conversione di energia e/o alla trasformazione di materiale e che, a causa delle potenziali sorgenti di innesco che sono loro proprie, rischiano di provocare un’esplosione. La definizione vista ci permette di evidenziare come la Direttiva Atex sia applicabile a tutti gli “apparecchi” utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, indipendentemente che essi siano macchine, ai sensi della Direttiva Macchine 2006/42/CE, quadri elettrici/pannelli di comando o sistemi di rilevazione/prevenzione. L’unico aspetto da valutare è che il potenziale pericolo di esplosione sia effettivamente presente e, dunque, considerando presenti comburente e atmosfera potenzialmente esplosiva, che vi sia una sorgente di innesco efficace. In altro caso, la Direttiva Atex non è applicabile. - “sistemi di protezione”: dispositivi, diversi dai componenti degli apparecchi, la cui funzione è bloccare sul nascere le esplosioni e/o circoscrivere la zona da esse colpita, messi a disposizione sul mercato separatamente come sistemi con funzioni autonome. - “componenti”: tutte le parti essenziali per il funzionamento sicuro degli apparecchi e dei sistemi di protezione, prive tuttavia di funzione autonoma.
Assiemi di apparecchi In accordo a quanto sottolineato nella definizione di “apparecchio”, qualora si considerino due o più apparecchi che, combinati tra loro, presentino proprie sorgenti di innesco e siano installati come un’unica unità funzionale all’interno di un ambiente potenzialmente esplosivo, essi devono essere considerati un assieme ai sensi della Direttiva Atex 2014/34/UE e, come tale, essere certificati CE Atex come apparecchio unico. Il concetto è simile a quello di insieme presente nella definizione di “macchina” secondo la Direttiva Macchine 2006/42/ CE. Tuttavia, se per la Direttiva Macchine l’insieme, in quanto rientrante nella definizione di macchina, deve necessariamente garantire una applicazione ben determinata, per la direttiva Atex l’assieme è visto esclusivamente come unità funzionale senza necessariamente un’applicazione ben definita. Quindi, potrebbe essere un assieme ai sensi della Direttiva Atex anche ciò che per la Direttiva Macchine è una quasi-macchina. In questo caso, l’assieme non è pronto all’uso, ma richiede un’adeguata incorporazione sulla macchina finale da parte dell’installatore. Le istruzioni (redatte secondo il requisito essenziale di sicurezza 1.0.6 in allegato II della direttiva Atex) devono tenerne conto in modo da garantire la conformità con la direttiva Atex senza ulteriori valutazioni della conformità da parte dell’installatore, purché siano seguite correttamente le istruzioni fornite dal fabbricante. In definitiva, il compito del fabbricante di un assieme è quello di valutare il peri
MEDICINA DEL LAVORO
COS’È L’OSTEOPOROSI a cura di Giovanna Pirana
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’osteoporosi rappresenta una emergenza sociale ed economico-sanitarias in gran parte dei Paesi Industrializzati. Si tratta di una malattia che colpisce tutto lo scheletro, caratterizzata da una riduzione della densità dell’osso e da alterazioni della sua struttura, per cui si può incorrere facilmente in fratture per traumi di modesta entità. Si stima che oltre 4 milioni di individui possano essere attualmente colpiti da questa malattia nel nostro Paese e che la proporzione dei pazienti con fratture da essa causate sia destinata a crescere a ritmo sostenuto nelle prossime decadi. Poiché nei prossimi 20 anni la percen-
tuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età aumenterà del 25%, ci dovremo attendere un proporzionale incremento dell’incidenza dell’osteoporosi. L’’avanzare dell’età è una delle principali cause di perdita di massa ossea in entrambi i sessi, anche se inizia più precocemente nella donna. Le donne sono circa 4 volte più a rischio degli uomini di sviluppare osteoporosi. Questo comporta, ovviamente, anche una diversa incidenza delle complicanze fratturative: una donna ogni due ed un uomo ogni 8 sopra i 50 anni avrà una frattura da fragilità nella restante vita.
Le tre sedi più frequenti di fratture osteoporotiche sono il femore prossimale, la colonna vertebrale e l’avambraccio distale. Nella popolazione italiana oltre i 50 anni d’età il numero di fratture di femore è superiore alle 85.000 unità/anno. Le conseguenze legate alle fratture del femore sono pesantissime, sia in termini di morbilità che di impatto socio-economico. La mortalità è del 15-25% e la disabilità motoria colpisce più della metà dei pazienti nell’anno successivo all’evento. Inoltre, in circa il 20% la possibilità di camminare indipendentemente è persa completamente e solo il 30-40% riprende piena autonomia nelle attività quotidiane. Spesso la perdita di autonomia è tale da rendere necessario il ricorso ad
FORMAZIONE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO
INCIDENTI SUL LAVORO IN AUMENTO: POLETTI CONVOCA UN TAVOLO DI CONFRONTO a cura di Sia Ingegneria
A
seguito degli ultimi eventi infortunistici, alcuni dei quali mortali succedutisi ripetutamente negli ultimi mesi, il Ministro Poletti ha invitato ad un tavolo di confronto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’INAIL e l’INPS per individuare le iniziative più opportune per migliorare l’efficacia delle attività di controllo del rispetto delle normative e di rafforzamento delle azioni di prevenzione dei rischi. Non solo: sono stati previsti altri due incontri, uno con le Regioni per sviluppare un maggiore coordinamento in tema di controlli e uno con le associazioni imprenditoriali e sindacali per promuovere azioni concrete e continue di informazione, formazione e sensibilizzazione. Vediamo di cosa si è discusso e i progetti in vista per aumentare la prevenzione dei rischi nei comparti più rischiosi. Presenti all’incontro del 10 aprile 2018, oltre al Ministro Poletti, anche il Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi, il Presidente di INAIL, Massimo De Felice, e il Direttore Generale, Giuseppe Lucibello, e il Direttore Centrale Entrate e Recupero Crediti dell’INPS, Maria Sandra Petrotta. Dall’analisi dei casi di infortunio degli ultimi mesi, stante la loro gravità, è emerso che rispondono tutti alle casistiche statisticamente più ricorrenti (investimento ad opera di mezzi o macchine, caduta dall’alto, intossicazione in ambienti confinati, ribaltamento di mezzi meccanici, specialmente in agricoltura). Viene dunque sollecitata una maggiore capacità di analisi e di valutazione sugli infortuni,
individuando le situazioni ed i settori più a rischio, orientando meglio le attività di controllo. Rafforzare i controlli Si sottolinea, anche in vista in un prossimo incontro con le Regioni, di sollecitare un più stretto coordinamento delle attività di controllo in capo alle istituzioni centrali e di quelle che rientrano nelle competenze delle Regioni (come quelle svolte dalle ASL proprio in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro) anche rafforzando lo scambio e l’utilizzo condiviso dei dati e delle informazioni di cui dispongono i diversi soggetti preposti all’attività di controllo. Si intende poi rafforzare ulteriormente i controlli, attraverso specifiche intese con le Regioni che prevedano forme stabili di coordinamento tra le attività delle ASL e quelle in capo all’Ispettorato del lavoro ed anche attraverso l’assunzione di nuovo personale ispettivo. Maggiore sensibilizzazione nei settori a rischio Nell’incontro che si prospetta con associazioni imprenditoriali e sindacali si cercherà di lavorare sulla prevenzione di alcune tipologie di infortunio mortale, a partire dai piani di ricerca e dalle azioni di trasferimento tecnologico attivati da INAIL. Si tratta in particolare: - di ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento, rispetto ai quali si pensa all’utilizzo di robot e droni; - le cadute dall’alto, nei cantieri temporanei o mobili, con nuovi sistemi di anco-
raggio e reti di sicurezza; - l’investimento ad opera di mezzi o macchine, con l’utilizzo di sensori/trasmettitori che segnalino la presenza di persone nel raggio di azione delle macchine; - la messa in opera di strutture di sicurezza nelle macchine agricole che ne sono prive. LAVORO INTERMITTENTE E VALUTAZIONE DEI RISCHI. CIRCOLARE DELL’INL Con lettera circolare n. 49 del 15.03.2018, l’Ispettorato ricostruisce il regime sanzionatorio nei casi di violazione del divieto di ricorso al lavoro intermittente in assenza del documento di valutazione rischi (art. 14, c. 1, lett. c) del D.lgs. 81/2015). Dopo un attenta disamina della giurisprudenza in materia e, in accordo con la posizione espressa dal Ministero del Lavoro con le circolari n. 18 del 18.07.2012 e n. 20 del 1.08.2012, l’Ispettorato afferma che la stipula del contratto di lavoro intermittente in violazione della richiamata disposizione imperativa comporta la conversione del rapporto di lavoro intermittente in un ordinario rapporto di lavoro subordinato. Tale conclusione si fonda su di un consolidato orientamento della Corte di Cassazione che, sebbene formatosi in relazione al contratto a termine, ha espresso il principio generale secondo il quale la contrarietà a norma imperativa di un contratto di lavoro atipico ne comporta la nullità parziale ai sensi dell’art. 1419 c.c. con conseguente conversione dello stesso nella “forma comune” di contratto
Ad AMBIENTE LAVORO arriva TOMWORK
distributore automatico di dispositivi salva vita
Comunicato Stampa
E
chi l’ha detto che i distributori automatici erogano solo merendine o bibite? Lo sa bene Indaco Project, azienda di Zola Predosa, in provincia di Bologna, che ha progettato TomWork: distributore automatico sì, ma di dispositivi di protezione individuale (Dpi), quelli, per intenderci, che permettono al lavoratore di muoversi in assoluta sicurezza. TomWork è proposto ad Ambiente Lavoro, l’unica manifestazione in Italia sui temi della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, in programma alla Fiera di Bologna, dal 19 al 21 ottobre. TomWork è un distributore automatico
in grado di gestire fino a 710 oggetti, anche di una certa dimensione come scarpe antinfortunistiche ed elmetti: alto due metri e largo un metro permette, infatti, di erogare qualsiasi dispositivo e può essere tarato in base alle esigenze di ogni singola azienda. Notevoli sono i vantaggi: innanzitutto vengono eliminati gli sprechi, tanto che il risparmio è stimato intorno al 30%, il che permette di ammortizzare il costo iniziale del prodotto in poco tempo. Il servizio è offerto, inoltre, h24, quindi è facilmente accessibile anche nei turni di notte a differenza di un magazzino che, per forza di cose, ha orari limitati e richiede procedure più lunghe. TomWork,
oltre a diminuire gli sprechi, e a sapere chi preleva, cosa e quando, permette di avere in tempo reale i dati sullo stock, così da non rimanere mai senza oggetti. Per il lavoratore sarà sufficiente utilizzare il proprio badge, lo stesso che usa per ‘timbrare il cartellino’. Sempre in base alla personalizzazione, ogni dipendente potrà richiedere solo quei dispositivi che gli spettano per legge in base alla mansione Per le proprie caratteristiche, TomWork si rivolge ad aziende medio-grandi, con almeno 50 addetti. Il settore è soprattutto quello manifatturiero o metalmeccanico. Ci sono aziende che ne hanno richieste addirittura 25: per il ricarico provve
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L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.
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