Sedicesimo Notiziario Sicurezza Settembre-Ottobre

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Anno VIII | numero 5 Settembre | Ottobre 2016 ISSN 2283-9356

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Rubriche Fisse

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AIFES

Sicurezza Impianti

Paolo Varesi Esperto in contrattazione collettiva e mercato del lavoro e in discipline giuridico prevenzionali

Adriano Paolo Bacchetta Coordinatore network Spazioconfinato.it

Antincendio

Piergiorgio Frasca Psicologo del lavoro e delle organizzazioni

Coordinatore Editoriale Irene Molin (irene.molin@vmreditrice.it ) Redazione (redazione@vmreditrice.it ) Marco Reina, Noemi Olivo, Vannicola Gaspare Comitato Tecnico-Scientifico (rts@vmreditrice.it) Ing. Gaspare Vannicola, Ing. Mario Romeo, Ing. Adriano Andrea Bacchetta, Dott. Angelo Garbellano, Ing. Massimo Granchi, Dott. Paolo Varesi, Arch. Fernando Cordella, Dott. Piergiorgio Frasca, Dott. Paolo Peretti, Avv. Lorenzo Perino Progetto grafico e impaginazione grafica@vmreditrice.it; Vmr Editrice

Fernando Cordella Membro Commissione Tecnica AIFES Medicina del Lavoro Giovanna Pirana Polo Chirurgico Confortini

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2 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2016


Sommario 52 Il mercato deve cambiare, ecco la road map di Conviper

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54 Dall’edilizia ai progetti

Sicurezza sul lavoro: attenzione a chi ci si affida, Aifes certifica la propria formazione

speciali

NON C’E’ RESPONSABILITA’ PENALE SE SONO STATE ASSUNTE TUTTE LE CAUTELE POSSIBILI

55 L’amministratore di

condominio del futuro in un mondo digitale

FIERA “AMBIENTE LAVORO” Bologna, 19/21 ottobre 2016 AIFES patrocina due convegni

56 Aspettando Saie 2016: 57 59

il mercato delle costruzioni in legno Aspettando Saie 2016: con il Bim un nuovo mercato e opportunità per tutta la filiera Dal cantiere tradizionale all’industria, innovazione tecnologia per gli strumenti di misura

60 Entro fine anno la norma

Uni sul BIM. Appuntamento al Saie per un confronto con AIST

61 Economia circolare

nell’edilizia. Obiettivo internazionale e opportunità per le aziende

63 Trent’anni di Saie, Acca

spiega perché sceglie la fiera bolognese

L’editoriale

Formazione a distanza su Prevenzione Incendi. Le prescrizioni del Dipartimento dei Vigili del Fuoco Nuovo Accordo Stato Regioni in materia di formazione degli RSPP

17 Antincendio | Fernando Cordella

20 Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta

28 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca

32 Piattaforme PLE | IPAF Italia

36 Sicurezza Macchine | Massimo Granchi, Christian Trinastich

41 Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro | Mario Romeo

46 Medicina del Lavoro | Giovanna Pirana

48 Nel segno della prevenzione | Paolo Peretti

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L’editoriale Buongiorno a tutti care lettrici e cari lettori, Il numero di Settembre - Ottobre per noi è partecipazione al Saie Di Bologna. Un invito a trovarci a tutti i nostri abbonati e lettori della nostra rivista, i nostri riferimenti dello stand li troverete in copertina. L’editoriale che leggerete sarà un contributo scritto a due mani: Presidente Aifes che focalizzerà l’attenzione sulla formazione e il mio come direttore della rivista che analizzerà come potrebbe cambiare tutto attraverso la prossima riforma costituzionale qualora vinca il si al referendum. Sinceramente non credo ci volessero due anni di “gestazione” per tirare fuori un documento che non risolve un solo problema strutturale in materia di formazione. Personalmente, con lo stesso tempo ho dato alla luce due splendidi bambini, a dimostrazione che quando le cose si vogliono far bene, bastano pochi mesi e non ci vogliono anni. In attesa che insieme al Prof. Fabrizio Bottini, per gli aspetti più squisitamente giuridici ed al nostro Comitato Tecnico Aifes per quelli operativi, si possano licenziare in modo più compiuto le nostre riflessioni, voglio richiamare l’attenzione dei lettori su un paio di questioni, come si dice, di getto! La prima riguarda la qualificazione dei soggetti formatori di derivazione sindacale, da sempre al centro di polemiche per la difficoltà di accertarne la qualità associativa e quindi formativa, sui i quali si è accennato ad una timida definizione senza però affondare il coltello nel marcio. Il tema è molto sentito soprattutto dai datori di lavoro e dai loro professionisti per la difficoltà oggettiva di accertarne la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa perché possano legittimamente coadiuvare l’azione formativa. Sarebbe bastato applicare la procedura già in uso presso la Regione Piemonte per scardinare il castello di carte che consente a molti di fare soldi disonesti sulla pelle dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei professionisti seri che se ne avvalgono in buona fede per la gestione delle procedure formative. Invece niente, se non una timida regolamentazione delle strutture di diretta emanazione sulle quali voglio proprio vedere chi vigilerà e soprattutto quando. Capita raramente infatti, ed è un male, che gli organismi di vigilanza richiedano ai soggetti formatori di dimostrare i propri requisiti. Un altro aspetto riguarda l’elenco delle classi di laurea idonee all’esonero dalla frequenza dei corsi di formazione moduli A e B. Sono state introdotti corsi per i quali non è previsto neanche un solo esame in materia di salute e sicurezza. Uno schiaffo in faccia a chi ha studiato, si aggiorna e accresce la propria professionalità sul campo, nella difficile pratica quotidiana. Infine, gli enti bilaterali e gli organismi paritetici: il nuovo accordo prevede, che questi soddisfino il requisito della maggiore rappresentativa comparata. Che vuol dire? Chi la misura? Chi difende i lavoratori, i datori di lavoro e i professionisti dalla miriade di auto dichiarati organismi comparativamente maggiormente rappresentativi? Ci volevano due anni per scrivere queste banalità??? Ancor peggio ha deciso di “eliminare qualsiasi riferimento agli enti bilaterali in quanto non contemplati dal d.lgs.81/08” dimenticando che gli enti bilaterali operano in materia di sicurezza sul lavoro, in forza di una legge ( comma h, art.2 “Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 – Occupazione e mercato del lavoro), che nessun ASR può modificare. Meglio sarebbe stato richiamare la funzione trascurando la denominazione. Pazienza. In un precedente editoriale segnalavo quanto accaduto Il 12 aprile 2016 la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge per la riforma costituzionale che riguarda anche diversi aspetti rilevanti in materia di salute e sicurezza. Con la riforma costituzionale che cosa potrebbe cambiare e cosa rimarrebbe invariato per gli addetti ai lavori? Cosa cambierebbe in Italia con il ritorno della sicurezza sul lavoro tra le competenze esclusive dello Stato? Praticamente con la riforma verrebbero cancellate le precedenti “materie di legislazione concorrente” tra Stato e Regioni, che in questi anni avevano provocato non pochi contenziosi anche in relazione al mondo della sicurezza sul lavoro. Il ritorno alla competenza esclusiva dello Stato è stata stimolata in questi anni anche dalle relazioni della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle morti bianche (argomento attinente all’Associazione Linea Vita) una Commissione monocamerale che più volte ha puntato il dito sulla mancanza di uniformità da parte delle Regioni nell’applicazione della legislazione concorrente. La conclusione è che fintanto la materia “sicurezza sul lavoro” sarà un mezzo per fare solo business , la cultura della sicurezza farà acqua da tutte le parti a scapito dei lavoratori. Arianna De Paolis Presidente AIFES Gaspare Vannicola Direttore Responsabile 4 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2016


Sicurezza sul lavoro:

attenzione a chi ci si affida, Aifes certifica la propria formazione a cura di Paolo Varesi - Esperto in contrattazione collettiva e mercato del lavoro Esperto in discipline giuridico prevenzionali Manager della Sicurezza

I

l tema della qualità formativa dei lavoratori è tanto attuale quanto lo è il numero, enorme, di incidenti più o meno gravi che ogni anno si verificano nei luoghi di lavoro o per motivi di lavoro. Eventi che spesso determinano la chiusura dell’impresa. Il tema dal nostro punto di vista è strettamente legato a quello della responsabilità dei soggetti, delegati dai datori di lavoro ad operare in loro vece, affinché la formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza, sia effettivamente sufficiente ed adeguata anche in merito ai rischi specifici. Non a caso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, in sede di definizione dell’accordo in materia di formazione dei lavoratori ai sensi dell’art. 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 è intervenuta sulle modalità formative, sui requisiti dei docenti, sull’organizzazione della formazione e sull’articolazione del percorso formativo, prevedendo, ad esempio, che la durata della formazione e le modalità di effettuazione siano in funzione dei rischi specifici riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda. Tali aspetti e rischi specifici devono costituire oggetto della formazione anche con riferimento ai rischi individuati in sede di redazione del documento di valutazione. Anche su questo versante la responsabi-

lità del datore di lavoro è chiara ed inequivocabile. Per questo motivo desta molta curiosità la leggerezza con la quale molti datori di lavoro delegano un compito così delicato, per le conseguenze che si possono determinare, senza verificare nel dettaglio se i soggetti incaricati siano effettivamente in possesso dei requisiti previsti dalla legge, sia in capo ai formatori che agli enti formativi. Proprio per offrire queste garanzie Aifes, riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, associazione professionale, garantisce sotto la propria responsabilità legale il possesso dei requisiti richiesti dalla legge ai formatori, assicurando l’utente anche in relazione al rispetto delle regole deontologiche, dei principi di buona fede, della correttezza, della responsabilità’ del professionista, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza. Aifes promuove, anche attraverso specifiche iniziative, la formazione permanente dei propri iscritti, adottando un codice di condotta ai sensi dell’art. 27-bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, vigila sulla condotta professionale degli associati e stabilisce le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del medesimo codice. Al fine di tutelare i consumatori e di garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, Aifes rilascia, previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilità’ del proprio rappresentante legale, un’attestazione relativa agli stan-

dard qualitativi e di qualificazione professionale che i propri iscritti sono tenuti a rispettare nell’esercizio dell’attività professionale ai fini del mantenimento dell’iscrizione all’associazione. Per questo motivo i datori di lavoro che si rivolgono ai professionisti Aifes, non corrono alcun rischio in caso di verifica da parte degli organismi di vigilanza, in quanto vengono rispettati tutti i criteri previsti dalla legge affinché la formazione possa definirsi sufficiente ed adeguata. Aifes è presente in tutto il territorio nazionale con oltre 300 sedi e centri di alta formazione, si avvale della competenza di qualificati organismi paritetici quali sono Enbic ed Enbims garantendo la migliore collaborazione a quei datori di lavoro che credono nei propri dipendenti e tengono alla loro salute.

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NON C’E’ RESPONSABILITA’ PENALE SE SONO STATE ASSUNTE TUTTE LE CAUTELE POSSIBILI a cura di Redazione AIFES

È

questa la conclusione alla quale è pervenuta la Suprema Corte di Cassazione con una sentenza del 3 marzo 2016, emessa a seguito di un ricorso relativo ad un grave infortunio occorso ad un lavoratore, grazie alla quale sono stati assolti sia il datore di lavoro che il RSPP che, a giudizio dei magistrati, avevano assunto tutte le cautele possibili prima che si verificasse l’evento. I fatti: Un dipendente con la qualifica di elettricista manutentore si è recato su disposizione del proprio datore di lavoro presso il capannone di un cliente per effettuare un sopralluogo finalizzato al montaggio di alcuni faretti all’esterno del medesimo capannone. L’operaio, avvalendosi di un cestello con braccio meccanico oleodinamico ha raggiunto il tetto del capannone e, del tutto autonomamente, “ha deciso, forse per fare più in fretta, o comunque incautamente, di salire sul tetto per meglio posizionare i fili, percorrendo il tratto ricoperto da sottili lastre di eternit, che

inevitabilmente si sono sfondate”. L’operaio è precipitato al suolo da un’altezza di circa 7 metri procurandosi gravi lesioni. Nel corso del lungo processo è inconfutabilmente emerso che il lavoratore infortunato era un tecnico preparato ed “era un soggetto particolarmente esperto di sicurezza sul lavoro, essendo stato egli stesso nominato responsabile della sicurezza dei lavoratori della sua azienda”. I giudici, di merito e di legittimità, si sono posti la seguente domanda: “..che tipo di rimprovero può rivolgersi ad un datore di lavoro o a un responsabile aziendale per la sicurezza che ha dotato il dipendente, esperto e formato in materia di sicurezza del lavoro, di tutti i presidi antinfortunistici e della strumentazione necessaria per effettuare il lavoro in sicurezza, analogo a quello che egli era chiamato a compiere da cinque anni, rispetto a siffatto comportamento? Hanno potuto incolpevolmente il datore di lavoro e il responsabile per la sicurezza fare

affidamento sul fatto che un soggetto così esperto non ponesse in essere il comportamento che ha cagionato l’incidente?” Ovviamente una siffatta domanda (e la conseguente risposta!) è indispensabile per l’individuazione di eventuali responsabilità in capo ad DDL e al RSPP, soprattutto alla luce del rimodulato “spirito” della norma di riferimento che è passato da un modello iperprotettivo ( che inquadrava il datore di lavoro come un soggetto sul quale gravava un obbligo di vigilanza assoluta sui lavoratori) ad un modello più collaborativo che prevede una più efficace ripartizione degli obblighi protezionistici in capo a tutti i soggetti interessati, ivi compresi i lavoratori. Questo nuovo impianto, confermato anche da recenti sentenze della Corte di Cassazione, ovviamente “….non esclude il permanere della responsabilità del datore di lavoro la carenza dei dispositivi di sicurezza, o anche la mancata adozione degli stessi da parte del lavoratore, non può certo essere sostituita dall’affidamento sul comportamento [Continua...]


FIERA “AMBIENTE LAVORO” Bologna, 19/21 ottobre 2016 AIFES patrocina due convegni a cura di Redazione AIFES

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i saremo anche noi di AIFES alla fiera organizzata a Bologna da “Ambiente Lavoro” nel Salone della salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, per dare il nostro contributo di idee e di esperienza in un settore vitale per il corretto sviluppo del nostro sistema produttivo. Si tratta di due convegni organizzati in partnership con il consorzio “Centro Studi per l’Alta Formazione”, validi ai fini dell’aggiornamento RSPP/ ASPP/RLS ed accreditati presso il Consiglio Nazionale Ingegneri e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna con conseguente riconoscimento di crediti formativi. Tutto esaurito per entrambi gli eventi, a testimonianza del grande

interesse degli operatori del settore per i temi prescelti e, contemporaneamente, un esplicito riconoscimento della qualità e serietà del nostro operato. Il nuovo codice degli appalti pubblici e il sistema di qualificazione delle imprese Lo spunto di partenza è stato la recente emanazione del Nuovo Codice degli appalti pubblici, il d.lgs. del 18 Aprile 2016, n. 50, che disciplina i contratti di appalto e di concessione delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori aventi ad oggetto l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere, nonché i concorsi pubblici di progettazione. L’im-

mediatezza della entrata in vigore del corposo testo normativo, in assenza di vacatio legis, costituisce la prima criticità per tutti gli operatori che, nel breve periodo, si troveranno a dover applicare le numerose novità della riforma, non potendo fare affidamento su un adeguato periodo di metabolizzazione. Il d.lgs. n. 50/2016 è infatti suddiviso in sei parti e composto da 220 articoli e 25 allegati, nel cui ambito spiccano, in primis, numerosi richiami alle norme del d.lgs. n. 81/2008 e alla materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare all’art. 26 e alle disposizioni normative in tema cantieri temporanei e mobili. Il contenuto innovatore del testo di legge è però ben più ampio e articolato considerato che vengono affrontati molteplici aspetti delle procedure selettive e di affidamento e che ampio spazio viene dedicato alle tematiche dei subappalti e del lavoro nonché alla determinazione costo del lavoro, clausole sociali e stabilità occupazionale, valutazione delle anomalie riferite al costo lavoro e sicurezza sul lavoro, garanzie crediti retributivi e contributivi dei lavoratori e subappalto. In questo contesto si inscrive il seminario patrocinato da AIFES che si propone, partendo dal più aggiornato dato legislativo, di mettere a disposizione dei partecipanti strumenti per una gestione pratica e allo stesso tempo coerente con la legge sulla materia degli appalti pubblici di lavori privilegiando la trattazione delle tematiche di salute e sicurezza. [Continua...]

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Formazione a distanza su Prevenzione Incendi Le prescrizioni del Dipartimento dei Vigili del Fuoco a cura di Redazione AIFES

A

llo scopo di assicurare i migliori standard qualitativi in linea con la primaria esigenza di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, in attuazione dell’art. 7 del D.M. 5 agosto 2011, ha recentemente emanato la circolare 7888 del 22 giugno 2016 con la

quale fornisce precise indicazioni sulle modalità di svolgimento della formazione a distanza in materia di corsi e seminari di aggiornamento sulla prevenzione incendi. Al riguardo corre l’obbligo di rammentare che, a mente del prefato art. 7 “... Per il mantenimento dell’iscrizione negli elenchi del Ministero dell’interno, i professionisti devono effettuare corsi o seminari di aggiornamento in materia di prevenzione incendi della durata complessiva di almeno quaranta ore nell’arco di cinque anni dalla data di iscrizione nell’elenco o dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per coloro già iscritti a tale data. ... I programmi dei corsi e dei seminari di aggiornamento tengono conto della innovazione tecnologica e degli aggiornamenti normativi e sono stabiliti con provvedimento del Dipartimento, sentiti i Consigli nazionali delle professioni elencate all’art. 3. ... Per comprovare l’effettuazione del corso o del seminario di aggiornamento, l’interessato trasmette all’Ordine o al Collegio professionale provinciale di appartenenza il relativo attestato di frequenza, rilasciato dal soggetto organizzatore... Il Dipartimento può effettuare controlli sul corretto adempimento, da parte dei soggetti organizzatori, in ordine a quanto stabilito dal presente decreto per l’organizzazione dei corsi base e di aggiornamento nonché dei seminari di aggiornamento…“ In relazione a quanto precede, con la circolare del 22 giugno 2016, sono state

fornite puntuali indicazioni sulle modalità di erogazione in streaming per corsi e seminari di aggiornamento ex art. 7 D.M. 5 agosto 2011, prevedendo il ricorso alla modalità streaming sincrona a condizione che i discenti frequentino il corso con presenza presso una o più sedi individuate dal soggetto organizzatore e che un rappresentante di quest’ultimo provveda presso ciascuna sede alla verifica dell’effettiva presenza dei partecipanti a tutta la durata dell’evento. (…) Analoghe procedure valgono per i seminari di aggiornamento in streaming sincrono. In questo caso i discenti assistono al seminario presso una o più sedi individuate dal soggetto organizzatore. Un rappresentante dello stesso soggetto organizzatore provvederà alla verifica della effettiva presenza dei partecipanti a tutta la durata dell’evento. Nella circolare in questione è infine precisato che, ad integrazione di quanto già previsto (…) il soggetto organizzatore dovrà inviare alla Direzione regionale VV.F. competente la richiesta di autorizzazione del corso o del seminario comprendente anche l’indicazione delle sedi presso cui i discenti parteciperanno all’evento formativo. Nel caso di corsi organizzati congiuntamente da più soggetti organizzatori non tutti afferenti territorialmente ad un’unica Direzione regionale VV.F., la richiesta di autorizzazione dovrà essere inviata alla Direzione regionale VVF competente per territorio del soggetto organizzatore che si qualifica come “operatore di riferimento”.


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La nostra missione:

Garantire una sicurezza che Salva la Vita!

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Sede operativa: Via Doberdò 22, 20126 Milano Tel/Fax +39 02.89055936 segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org

L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.


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da inviare via email a segreteriasoci@lineavita.org oppure via PEC mail.alv@pec.lineavita.org Nome CogNome ............................................................................................................................................................................................................................ Cf ProfessioNe ............................................................................................................................................................................................................................ T............................................................................................................................................................................................................................ iTolo di sTudio iNdirizzo CiTTà Prov. ............................................................................................................................................................................................................................ Tel fax email ............................................................................................................................................................................................................................

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quota socio ordinario aziendale € 250,00 (duecentocinquanta euro) Servizi offerti: 1) ricezione tessera ALV con Username e Password per l’accesso al portale riservato ai soci 2) ricezione della rivista tecnico-scientifica “Il Notiziario sulla Sicurezza“, rivista bimestrale con parte riservata all’Associazione Linea Vita 3) partecipazione ai convegni gratuiti organizzati da ALV 4) partecipazione a due seminari tecnici con lo sconto del 20% 5) pubblicazione di nome e logo della società nella pagina soci

quota socio sostenitore azienda € 500,00 (cinquecento euro) Servizi offerti: 1) ricezione tessera ALV con Username e Password per l’accesso al portale riservato ai soci 2) ricezione della rivista tecnico-scientifica “Il Notiziario sulla Sicurezza“, rivista bimestrale con parte riservata all’Associazione Linea Vita 3) partecipazione ai convegni gratuiti organizzati da ALV 4) partecipazione a due seminari tecnici con lo sconto del 20% 5) pubblicazione dell’indirizzo della società nella pagina soci con indirizzo web 6) usufruire delle convenzioni stipulate con centri di formazione ALV con lo sconto del 15% sul costo del corso

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Informativa ai sensi D.Lgs 196/2003 I dati personali contenuti nella scheda verranno trattati in forma elettronica e cartacea. L’interessato può esercitare tutti i diritti previsti ai sensi della Legge 675/96 e D.Lgs. n. 196/2003, quali il diritto di aggiornare, rettificare od anche cancellare i dati.


Norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio:

pubblicato il decreto a cura di Fernando Cordella - Presidente A.N.P.P.E. VV.F

È

stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 145 del 23 giugno 2016 il Decreto del Ministero dell’Interno 8 giugno 2016 “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.”

Il decreto, che entra in vigore il 23 luglio 2016, rappresenta la prima norma tecnica verticale (capitolo V.4 – Uffici), derivata dalle nuove linee guida e metodologie introdotte con il D.M. del 3 Agosto 2015. Il campo di applicazione, art. 2 del decreto, recita che si può applicare alle

attività di edifici o locali adibiti ad uffici con oltre 300 persone presenti, individuate al numero 71 del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151, esistenti alla data di entrata in vigore del decreto ed a quelle di nuova realizzazione, in alternativa alle specifiche disposizioni [Continua...]

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Il prossimo

Sesto Convegno Nazionale

sulle attività nei Confined Spaces

a cura di Adriano Paolo Bacchetta

E

ra il 26 ottobre 2011 quando, nell’aula Di Donato del Politecnico di Milano davanti a oltre 270 persone, si svolgeva il Primo Convegno Nazionale sulle attività negli Spazi Confinati (ambienti sospetti di inquinamento o confinati come definiti dal D.P.R. 177/2011) dal titolo “Confined Space or Black Hole Conoscere, valutare, gestire i rischi negli “spazi confinati“ per non lavorare in un “buco nero”. Scopo dichiarato dell’evento, era quello di creare le condizioni perché fosse possibile raccogliere e condividere l’esperienza dei portatori di reali conoscenze e interesse, in modo da poter identificare azioni efficaci e procedure operative da condividere e sviluppare grazie alla collaborazione di tutti. Sono passati cinque anni e il pros-

simo 23 Novembre a Modena, presso la sala congressi Leonelli della locale Camera di Commercio, si svolgerà la Sesta edizione del Convegno Nazionale con il titolo “Confined Spaces: something news?”. Nel corso dell’evento si cercherà di fare il punto della situazione a cinque anni dal primo convegno ponendosi la domanda: c’è qualcosa di nuovo a questo riguardo? A vedere l’indeterminazione ancora presente su molti aspetti applicativi del Decreto e i relativi dubbi e problemi per le imprese chiamate ad applicarlo, è difficile dare una risposta affermativa. Se poi si considera come, ancora oggi, non sia previsto un contesto legislativo che disciplini in modo puntuale le attività d’informazioneformazione specificamente mirate alla

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conoscenza dei fattori di rischio propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, (art. 2 C1 lettera d), la situazione si fa, se possibile, ancora più difficile. Fin dalla prima edizione del Convegno Nazionale, ho espresso la mia convinzione che per ridurre in futuro il ripetersi di questo tipo d’incidenti è necessario attingere all’esperienza di chi si è già dovuto confrontare operativamente con le problematiche delle attività negli “spazi confinati”, per definire strumenti concettuali e operativi adeguati per eseguire un’approfondita e corretta valutazione dei rischi, identificare un percorso di addestramento efficace, prevedere l’impiego di attrezzature idonee e pianificare gli scenari di emergenza codificando le operazioni da porre in essere, anche riferendosi a quanto elaborato a livello internazionale che, purtroppo, risulta essere per lo più ancora scarsamente noto agli addetti. Ma poco di quanto sopra, purtroppo, risulta realmente applicato. Ancora oggi c’è chi è alla ricerca di una metodica univoca che porti alla definizione puntuale di “ambiente sospetto di inquinamento o confinato” a prescindere da una specifica e precisa analisi e valutazione del rischio. Una sorta di sistema “ascisse/ordinate” dove semplicemente ricercando l’intersezione delle linee tracciate parallelamente agli assi chiunque, anche con limitata esperienza sul tema, possa determinare se l’ambiente oggetto di analisi rientri, o meno, nel campo di applicazione del D.P.R. 177/2011. Ma, ovviamente, questo non risponde ad altro che alla ricerca di una [Continua...]


I nostri servizi Certificazione ascensori DPR 162/99 s.m.i.; Verifica periodica e straordinaria ascensori montacarichie piattaforme elevatrici per disabili DPR 162/99 e s.m.i.; Verifica periodica e straordinaria impianti di messa a terra e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche DPR 462/01; Verifica periodica e straordinaria impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione DPR 462/01; Verifiche periodiche apparecchi di sollevamento materiali, persone ed idroestrattori D.Lgs. 81/08, art 71, comma 11 e All. VII - D.M. 11 aprile 2011. Contattaci presso la sede piĂš vicina: OCERT S.r.l. Torino Sede legale e amministrativa Via Spalato 65/B, 10141 Torino Tel: 011.3191611 - 011.3822752 Fax: 011.3804222 info@ocert.it Alessandria Via IV Martiri 97/B 15122 Casalbagliano (AL) Tel e Fax: 0131.39139 amministrazione.al@ocert.it Novara Via G. Battistini 10, 28100 Novara Tel e Fax: 0321.450759 amministrazione.novara@ocert.it Grottaglie Via Salita Immacolata 6 74023 Grottaglie (TA) Tel e Fax: 099.5628093 areasud-puglia@ocert.it Busto Arsizio Viale Venezia 13 21052 Busto Arsizio (VA) Tel: 0331.1586787 amministrazione.va@ocert.it

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FATICA MENTALE E STRESS a cura di Dott. Piergiorgio Frasca

Parte seconda

Ergonomia dell’attività mentale: carico cognitivo e stress.

L

’evoluzione assunta dall’applicazione delle nuove tecnologie e di nuove forme di organizzazione del lavoro in gran parte delle attività umane evidenzia il ruolo dei processi mentali sollecitati dalle moderne attività lavorative. Queste ultime richiedono al lavoratore un maggiore impegno in termini di regolazione e controllo di processi caratterizzati da livelli di incertezza e di imprevedibilità sempre maggiori. Tutto questo comporta per il lavoratore l’esigenza di dominare sia le nuove conoscenze più sofisticate e sempre aggiornate, sia, soprattutto, di ricorrere ad abilità cognitive complesse indispensabili per consentire un’adeguata interpretazione delle situazioni1. Chmiel2 evidenzia cinque elementi che contraddistinguono le nuove condizioni sviluppatesi dall’evoluzione tecnologica: 1) distanza spaziale: tra attività umana ed i suoi effetti vi è sempre meno continuità spaziale; 2) distanza semantica: il grado di discrezionalità nella rappresentazione delle informazione necessarie al controllo aumenta in funzione della complessità dei sistemi e della loro flessibilità, con la conseguenza di un aumento della probabilità di errori causati dalla non corrispondenza di significato tra azione e comando; 3) riduzione dei tempi di risposta e compresenza di cicli operativi: le nuove tecnologie offrono notevoli benefici in termini di velocità di esecuzione di

operazioni complesse. Ciò comporta per l’operatore una riduzione dei tempi disponibili per la presa di decisioni e per la interiorizzazione dei significati del lavoro, il che determina un aumento del carico di lavoro mentale e dello stress; 4) elevata sensibilità ai fattori esterni: le nuove tecnologie sono molto più sensibili e instabili rispetto ai sistemi meccanici tradizionali. Pertanto il lavoratore deve intervenire con una intensa attività di valutazione e controllo al fine di prevenire e correggere potenziali condizioni di anomalia e malfunzionamento; 5) orientamento verso compiti di natura cooperativa: la specializzazione tecnologica ha prodotto una intensificazione dei rapporti comunicativi tra l’operatore e le altre componenti umane del sistema, nel senso di una loro distribuzione e di un aumento della complessità. La conseguenza è che “…nessuno possiede la visione completa della realtà delle cose da fare, mentre aumentano le esigenze di interpretare la situazione, di scambiare le informazioni, di negoziare con gli altri le linee di possibile azione”3. Risposte a questi problemi sono venute dalla ricerca psicologica ed in particolare dagli studi sulle attività cognitive e sui comportamenti percettivi e sensomotori. Queste ricerche hanno portato allo sviluppo dell’”ergonomia cognitiva” che si propone di analizzare l’interazione che si instaura tra sistema cognitivo umano e gli strumenti per l’elaborazione delle informazioni, con l’obiettivo di: - studiare le proprietà del sistema cognitivo umano che presiedono al controllo

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delle azioni ed all’uso di strumenti; - rilevare quali effetti ha sulla mente umana l’uso di sistemi artificiali di elaborazione dell’informazione; - fornire indicazioni per la progettazione delle interfacce uomo-computer. Nella Figura 1 sono indicati i processi che si trovano alla base di una attività di lavoro: come si può constatare due sono le attività principali, l’esecuzione e la valutazione. Ognuna di esse si caratterizza per la presenza di sottofasi che richiedono una adeguata quantità e qualità di informazioni. Se queste mancano o sono carenti, sarà l’uomo che dovrà adattarsi, compensando tale mancanza a livello cognitivo, con conseguente aumento dell’impegno ed anche una maggiore possibilità di commettere errori. Di questi aspetti si occupa una branca dell’ergonomia moderna rivolta alla ricerca di condizioni di lavoro che evitino di sottoporre l’elemento umano a carichi mentali non compatibili che comportino strain4 e stress negativo (di-stress). Tra gli elementi che causano strain e stress negativo vi è la fatica mentale e gli stati ad essa assimilabili, la cui importanza è andata crescendo in relazione ai cambiamenti nei processi di lavoro negli anni ’80 e ’90, con la progressiva scomparsa di gran parte dei lavori manuali, sostituiti da compiti di controllo comportanti una forte componente mentale: da qui il ruolo determinante del carico di lavoro mentale in molti compiti lavorativi nei quali alla fatica fisica si sono andati progressivamente sostituendo [Continua...]


di Dott. Piergiorgio Frasca  Servizi di Psicologia del lavoro e sviluppo organizzativo, Formazione e aggiornamento per la sicurezza e salute sul lavoro, Ergonomia

____________________________________________________________________________ Studio Frasca opera da diversi anni nel campo della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni applicata alla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro offrendo alle aziende servizi qualificati per lo studio e la valutazione dei rischi psicosociali, per l’applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative, per la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I servizi offerti comprendono: Servizio di valutazione del rischio di stress correlato al lavoro. Assistenza e supporto alle aziende per la definizione e l’attuazione di strategie personalizzate per la prevenzione, il controllo ed il monitoraggio del rischio di stress da lavoro Servizio di monitoraggio sullo stress lavoro correlato Formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori alla sicurezza e salute sul lavoro e sul rischio di stress correlato al lavoro. Valutazione dei bisogni di formazione e dell’efficacia della formazione attuata Progettazione e realizzazione di attività formative Progettazione e realizzazione di interventi di Behavior Safety Valutazione ergonomica delle mansioni e applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative. Valutazione conoscenza e competenza nella lingua italiana per lavoratori stranieri (D.Lgs. 81/08, artt. 36 e 37, comma 13) Servizio di valutazione, intervento e monitoraggio del rischio stress correlato al lavoro Studio Frasca effettua l’intero ciclo di valutazione, intervento e monitoraggio sul rischio di stress da lavoro come prescritto dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. secondo le modalità indicate dalla Commissione Consultiva permanente (CM del 18/11/2010). Per la valutazione dei dati oggettivi sono utilizzate specifiche check-list, mentre per i fattori soggettivi sono utilizzati appositi questionari somministrabili anche on-line. I risultati con la valutazione del rischio riferita ai fattori di rischio del Contesto lavorativo e del Contenuto del lavoro e l’indicazione delle criticità rilevate sono illustrati in una relazione dettagliata e sintetizzati con grafici e tabelle un cui esempio è riportato sotto. Il Servizio viene svolto su tutto il territorio nazionale e su qualsiasi comparto lavorativo, compreso l’ambito sanitario, le costruzioni, la P.A. Di seguito è riportato un esempio di analisi realizzata con il questionario QUERTI SLC.

Test ITALSIC di valutazione della conoscenza e competenza linguistica per lavoratori stranieri In relazione agli adempimenti prescritti dagli articoli 36 e 37, comma 13, del D.Lgs. 81/08 Studio Frasca ha messo a punto il Test ITALSIC espressamente dedicato alla valutazione delle conoscenze e competenze nella lingua italiana con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro. Il Test è di semplice utilizzo e non richiede competenze specialistiche per la somministrazione. Per l’elaborazione dei risultati è utilizzato uno specifico software acquistabile con la prima fornitura del test. Apposite istruzioni guidano l’utilizzatore, ad esempio l’RSPP, in tutte le fasi di impiego. Il Test è acquistabile inviando la richiesta tramite e-mail a Studio Frasca, al quale ci si può rivolgere per ulteriori informazioni. E’ anche possibile la somministrazione del test on line.

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Nuovi gruppi di lavoro per una maggiore sicurezza a cura di IPAF ITALIA

I

PAF rinnova le cariche istituzionali in Italia: con Nicola Violini alla Presidenza dell’INIC (Consiglio italiano dei soci IPAF) e Costantino Savani al TWG (Gruppo di lavoro formazione) lavoreranno insieme alcuni tra i professionisti più autorevoli e stimati del sollevamento aereo italiano. Il primo comitato (INIC) è costituito da diversi rappresentanti di aziende di produzione, distribuzione e servizi, direttamente o indirettamente parte del settore del sollevamento aereo. Il secondo (TWG), formato da istruttori o rappresentanti dei Centri di formazione

IPAF, è stato costituito con il compito di trattare argomenti di specifico interesse dei Centri, quali la legislazione e le norme riguardanti le PLE e il lavoro in quota, la partecipazione a eventi, seminari nonché l’aggiornamento dei corsi di formazione. I componenti dei due gruppi, unitamente alla struttura operativa di IPAF per l’Italia, lavorano sia disgiuntamente che a tavoli uniti nella consapevolezza che i migliori risultati si ottengono con la professionalità e il confronto; il tutto, nelle tante difficoltà che caratterizzano il mercato italiano, ma sempre con l’obiettivo fondamentale di migliorare

la presenza e l’attività sul mercato per la sicurezza nell’utilizzo delle attrezzature per il lavoro in quota. Alla scadenza del precedente mandato biennale sotto la Presidenza di Paolo Pianigiani (INIC) e Mauro Potrich (TWG), IPAF ha raccolto autorevoli candidature; alla luce del numero delle candidature ricevute e nell’ossequio del Regolamento, i candidati sono stati proclamati Consiglieri per il prossimo biennio, a Bologna nel corso dell’Assemblea congiunta dei due gruppi. I due gruppi di lavoro saranno così composti:

INIC

TWG

Nicola Violini - HAULOTTE Presidente

Costantino Savani - GIANFRANCO SAVANI Presidente

Andrea Boldrini - AUDITOR IPAF

Gianluca Ferramola - AIRO TIGIEFFE

Filippo Pecci - ELECTRO ELSA

Jacopo Bolpagni - ISTRUTTORE IND.

Diego Benetton - MABER

Ezio Cantamessa - PAF

Piero Palmieri - GSR

Horst Harrasser - BIGMAN GMBH

Marco Scarano - ELEVATEUR

Marco Cazzaniga - CIEMME NOLEGGIO

Massimo Bellini - TECNOALT

Vincenzo Falcone - ISTRUTTORE IND.

Alessandro Flisi - SOCAGE

Roberto Geromin - ISTRUTTORE

Mirco Negri - JLG

Carlo Berti - BERTI PIATTAFORME AEREE

Paolo Balugani - PALFINGER

Vincenzo Ferrarini - CTE

Giovanni Tacconi - OIL&STEEL

Antonio Avitabile - SAVISSERVICE

Roberto Bramardo - PAGLIERO

Mattia Masaggia - HINOWA

Più sicurezza in arboricoltura Per la manutenzione delle aree verdi sono spesso utilizzate piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE). Purtrop-

po, però, gli operatori non ricevono una formazione adeguata, mettendo a rischio la propria sicurezza. Per questo motivo IPAF ha pubblicato un breve

16 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2016

manuale di consigli sull’uso in sicurezza delle PLE durante il taglio di alberi, allo scopo di indicare buone prassi agli operatori affinché lavorino [Continua...]



Insiemi di macchine

Direttiva macchine 2006/42/CE a cura di Massimo Granchi e Christian Trinastich

G

li insiemi di macchine rientrano nel campo di applicazione della Direttiva Macchine 2006/42/CE. Chi realizza un insieme è, dunque, considerato un Fabbricante e, come tale, è soggetto ai relativi obblighi in accordo a quanto richiesto, in Italia, dal D.Lgs. 17/2010, recepimento italiano della Direttiva Macchine 2006/42/CE. Nel presente articolo analizziamo le procedure da adottare per arrivare ad una certificazione CE di un insieme e come comportarsi nel caso in cui, nel tempo, una o più unità di un insieme vengano sostituite. Concetto di insieme secondo la Diretti-

va Macchine

La Direttiva Macchine 2006/42/CE presenta un campo di applicazione molto vasto. Essa si applica specificatamente alle macchine in senso stretto, vale a dire ad un “insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un’applicazione ben determinata”. Questa definizione, pur articolata, ha permesso di chiarire diversi punti oscuri che hanno portato ad alcune interpretazioni della definizione di macchina come prevista nella precedente Direttiva Macchine, la Direttiva 98/37/CE. In particolare, è stato chiarito che la macchina non necessariamente deve possedere un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, ma è sufficiente che sia predisposta allo scopo. La differenza non è da poco, perché vuol dire che, per

esempio, una fornitura mancante di una centralina oleodinamica (rappresentante il sistema di azionamento indispensabile al suo funzionamento) è già una macchina, con tutte le conseguenze per la società che vende tale fornitura con il proprio nome e il proprio marchio, dato che è a tutti gli effetti un Fabbricante per la Direttiva Macchine. La definizione di macchina è stata ampliata ulteriormente considerando macchina anche “insieme al quale mancano solamente elementi di collegamento al sito di impiego o di allacciamento alle fonti di energia e di movimento” e un “insieme pronto per essere installato e che può funzionare solo dopo essere stato montato su un mezzo di trasporto o installato in un edificio o in una costruzione”. Tali aggiunte alla definizione tradizionale di macchina vista sopra sono state introdotte al fine di evitare “distorsioni” che portavano a non considerare macchina una fornitura priva di allacciamento alla fonte di energia o una fornitura che richiedesse una installazione prima di essere utilizzata, demandando l’onere della certificazione all’installatore. Ulteriore passaggio della definizione di macchina è quello che considera gli insiemi di macchine o di quasi-macchine, dove per quasi-macchine si intendono “insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono in grado di garantire un’applicazione ben determinata.[...]. Le quasi-macchine sono unicamente destinate ad essere incorporate o assemblate ad altre macchine o ad altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina disciplinata dalla presen-

18 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2016

te direttiva”. Di fatto, le quasi-macchine non possono essere utilizzate in maniera indipendente, in quanto non riescono a garantire un’applicazione ben definita, ma nascono per essere incorporate in altre macchine o insiemi al fine di definire una “macchina” ai sensi della Direttiva Macchine. Arriviamo quindi alla definizione di “insiemi” che sono infatti considerati “insiemi di macchine o di quasi-macchine, che per raggiungere uno stesso risultato sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento solidale”. In definitiva, quando si considerano due o più macchine, o due o più quasi-macchine, o anche una soluzione mista di macchine e quasi-macchine, e tutto l’insieme è comandato e controllato come un tutt’uno al fine di garantire un funzionamento solidale delle sue diverse unità, siamo di fronte ad un insieme. I criteri che portano a considerare più unità di lavoro costituire un insieme, possono essere raccolti in tre punti fondamentali: - le unità costitutive sono montate insie me al fine di assolvere una funzione comune, ad esempio la produzione di un dato prodotto; - le unità costitutive sono collegate in modo funzionale in modo tale che il funzionamento di ciascuna unità influisca direttamente sul funzionamento di altre unità o dell’insieme nel suo complesso, e pertanto è necessaria una valutazione dei rischi per tutto l’insieme; - le unità costitutive dell’insieme hanno un sistema di comando comune. In definitiva, se si considera [Continua...]


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RELAZIONE ANNUALE INAIL:

AUMENTO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI a cura di Mario Romeo

I

l presidente dell’Inail, Massimo De Felice, ha presentato il 22 giugno, a Roma, i dati 2015 relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia e i dati di bilancio dell’Istituto. Nel corso dell’evento sono stati illustrati anche i risultati più rilevanti conseguiti dall’Inail sul fronte degli investimenti, delle politiche in materia di cura, riabilitazione e reinserimento e le attività e i piani della ricerca. Sono poco meno di 637mila le denunce di infortunio registrate. Si conferma l’andamento decrescente nella serie storica del numero degli infortuni. Sono poco meno di 637mila le denunce di infortuni accaduti nel 2015 registrate dall’Inail, in diminuzione del 4% rispetto al 2014 e del 22,1% rispetto al 2011. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati poco più di 416mila (-6,6% rispetto al 2014), di cui il 18,2% avvenuto “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Il dato “fuori azienda” è rilevante per la valutazione accurata delle politiche e delle azioni di prevenzione. Gli infortuni mortali “accertati” sono stati 694. Delle 1.246 denunce di infortunio con esito mortale (erano 1.152 nel 2014), gli infortuni accertati “sul lavoro” sono stati 694 (di cui 382, il 55%, “fuori dell’azienda”), con una riduzione del 2% circa rispetto al 2014 e del 23,4% rispetto al 2011. Il dato tuttavia non è consolidato perché sono ancora in istruttoria 26 infortuni: se tutti fossero riconosciuti come casi mortali avvenuti “sul lavoro”, si

avrebbe un aumento complessivo di circa l’1,7% rispetto al 2014, mentre la riduzione rispetto al 2011 sarebbe del 20%. Circa 11 milioni le giornate di inabilità. Gli infortuni sul lavoro hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail. In media circa 82 giorni per gli infortuni che hanno provocato menomazione e 20 giorni in assenza di menomazione. Malattie professionali: le denunce sono state 59mila. Si conferma l’andamento crescente nella serie storica del numero delle malattie professionali. Le denunce di malattia sono state circa 59mila (circa mille e 500 in più rispetto al 2014), con un aumento di circa il 24% rispetto al 2011. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 34%, il 3% è ancora “in istruttoria”. Il 63% delle denunce è per malattie del sistema osteomuscolare (cresciute del 46% rispetto al 2011). E’ importante ribadire che le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 44mila, di cui circa il 39% per causa professionale riconosciuta. Sono stati poco meno di 1.600 i lavoratori con malattia asbestocorrelata. I lavoratori deceduti nel 2015 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.462 (il 27% in meno rispetto al 2011), di cui 470 per silicosi/asbestosi (l’85% è con età al decesso maggiore di 74 anni). Positivo il risultato finanziario dell’Istituto (439 milioni). I principali

dati del preconsuntivo 2015 indicano entrate di competenza per 9 miliardi e 634 milioni di euro (allo stesso livello del 2014) e uscite di competenza pari a 9 miliardi e 195 milioni (con prestazioni istituzionali in diminuzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente). Il risultato finanziario è pari a 439 milioni e, dunque, positivo, seppure in diminuzione del 7,8% rispetto al 2014 e del 43% rispetto al 2011. Il bilancio tiene la solvibilità. Il risultato economico si attesta a 1.194 milioni (-21,5% rispetto al 2011). Le riserve ammontano a circa 28 miliardi e 167 milioni, “coperte” per circa l’83% da liquidità (versata alla Tesoreria dello Stato, senza remunerazione). Sul bilancio dell’Inail hanno inciso anche quest’anno le misure della “Legge di Stabilità” (la riduzione del 15,38% di premi e contributi è stata “tamponata” parzialmente dai 600 milioni trasferiti dallo Stato; hanno gravato i 192,6 milioni riversati allo Stato per riduzioni e razionalizzazione della spesa). In definitiva, il bilancio del 2015 tiene ancora la solvibilità. Bando Isi: dal 2010 a favore delle aziende 1,3 miliardi. Con il bando Isi del 2015 l’Inail ha messo a disposizione del sistema produttivo italiano 276 milioni di euro a fondo perduto per il miglioramento della sicurezza sul lavoro, sesta tranche di uno stanziamento complessivo che, a partire dal 2010, ammonta complessivamente a circa 1,3 miliardo di euro. La principale novità dell’ultimo bando consiste nello stanziamento di circa 83 milioni per progetti di bonifica da [Continua...]

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Dal rischio... Al rischiare

22 | Il Notiziario sulla Sicurezza | maggio - giugno 2016


Le reazioni allergiche per punture di

imenotteri a cura di Giovanna Pirana

N

on solo starnuti a raffica nella bella stagione per gli allergici, ma anche le reazioni a vespe e api. Infatti accanto alle numerose forme di pollinosi non vanno dimenticate le reazioni allergiche scatenate da punture di insetti, soprattutto di imenotteri. L’espressione più comune in questo tipo di sensibilizzazione sono le reazioni locali estese che si sviluppano in sede di puntura e risolvono in pochi giorni. Tuttavia accanto a queste si segnalano con sempre maggiore frequenza reazioni generalizzate che in seguito alle punture di questi insetti sviluppano

dall’orticaria a forme più gravi come l’edema della glottide o lo shock anafilattico, potenzialmente mortali. Ufficialmente negli Stati Uniti si registrano almeno 40 decessi all’anno, mentre in Europa tali eventi appaiono più rari. Nel nostro Paese le informazioni disponibili sono quelle dell’ISTAT, che segnalano 13 decessi da allergia ad imenotteri in un periodo di osservazione di 10 anni (1980- 90). Questi dati, apparentemente rassicuranti, sottostimano pesantemente il problema se si pensa che, solo nel Veneto e nei soli mesi estivi dello scorso anno ci sono stati 5 morti

certe per punture di imenotteri. Questo tipo di allergia è più frequente in chi è professionalmente esposto (apicoltori, agricoltori, vigili del fuoco, giardinieri, guardie forestali), ma possono essere coinvolti anche impiegati, professionisti, studenti. L’allergia al veleno di imenotteri è generalmente più lieve in età pediatrica e molto più grave nell’anziano, nel quale preesistenti patologie cardiache possono favorire una progressione fatale dello shock anafilattico. Quando pensare ad un allergia agli imenotteri e quando [Continua...]


NEL SEGNO DELLA

PREVENZIONE

a cura di Paolo Peretti- Direttore del Centro Formazione e Ricerca Merlo

A

nche se le catastrofi naturali sono inevitabili ed è quasi impossibile recuperare pienamente i danni causati da eventi disastrosi, tra le innumerevoli attività di prevenzione c’è il miglioramento dell’informazione alla popolazione su come agire prima, durante e dopo l’evento.

Nonostante i grandi progressi compiuti nell’ambito delle tecnologie e delle soluzioni costruttive, il processo per migliorare la resistenza degli edifici è purtroppo lento e gli eventi catastrofici che possono metterli in pericolo, causando anche la perdita di vite umane, continueranno ad esistere ancora per molti anni a venire.

24 | Il Notiziario sulla Sicurezza | settembre - ottobre 2016

In tempi ragionevolmente brevi la formazione della popolazione sui comportamenti da tenere durante e dopo un accadimento catastrofico è una delle attività necessarie per renderne meno drammatiche le conseguenze. La formazione deve essere organizzata sulla base di linee-guida [Continua...]


IL MERCATO DEVE CAMBIARE, ECCO LA ROAD MAP DI CONPAVIPER Comunicato stampa a cura di SAIE

C

onpaviper: “scelte forti per cambiare il mercato su regole, valori e professionalità: Il bilancio di tre anni di lavoro e le direttive per il prossimo futuro sono state le linee del discorso di Dario Bellometti, Presidente CONPAVIPER, nel corso dell’Assemblea Ordinaria del 28 giugno scorso. Strumenti normativi condivisi, tutela delle professionalità e un codice di regole e valori per l’accesso all’Associazione sono stati i punti richiamati con forza dal presidente, con un obiettivo generale, non solo affermare principi e produrre documenti ma anche diffonderli e applicarli. Per fare questo, l’Associazione Italiana delle Imprese di Pavimentazioni Continue che rappresenta più di 100 imprese operanti nella realizzazione di pavimenti, nella produzione di materiali dedicati, nella fornitura di servizi, sarà anche al Saie di Bologna

dal 19 al 22 ottobre prossimi, l’appuntamento italiano di riferimento per tutto il mondo delle costruzioni. Presidente Bellometti, è appena cominciato il suo ultimo anno di mandato alla guida di Conpaviper, la domanda d’obbligo riguarda il bilancio di questi anni di lavoro. “Abbiamo lavorato con grande energia sui tre settori che rappresentiamo, posso dichiarare con orgoglio che siamo cresciuti: abbiamo cambiato il settore, siamo partiti da un mondo in cui mancavano le regole, oggi abbiamo norme per ogni ambito applicativo rappresentato. Ho visto crescere l’associazione con una nuova sezione, quella dei massetti, ho visto un ricambio all’interno del direttivo che non accadeva da anni. Insomma, abbiamo fatto e dovremo fare delle scelte forti perché non possiamo pensare che il mercato cambi ed evolva nella direzione della valorizzazione delle competenze se non saremo noi a fare delle scelte forti.” Qual è stata la ricetta? “Abbiamo lavorato in squadra. Ora vogliamo un’Associazione più forte e rappresentativa che già dal 2016 parta con la diffusione sul territorio delle conoscenze raccolte negli ultimi documenti tecnici, e che sappia raccogliere tra i propri soci le migliori aziende del settore”

Nella foto: Dario Bellometti, Presidente CONPAVIPER

Partiamo dal settore delle pavimentazioni industriali, quali sono le novità?

“Sono state da poco approvate in forma definitiva le Istruzioni CNR per la progettazione e la realizzazione delle pavimentazioni industriali. Il documento era entrato in inchiesta pubblica circa due anni fa e CONPAVIPER aveva organizzato 3 eventi, di cui uno al SAIE, per presentare la bozza ai nostri soci e avviare una discussione sul testo, raccogliendo diverse proposte di modifica che sono state sottoposte con successo al CNR. Ora il documento è stato approvato. Abbiamo quindi finalmente un riferimento tecnico normativo in cui si riconosce che la pavimentazione industriale debba essere progettata da un professionista qualificato e debba essere seguita da una direzione lavori. Un grande passo avanti nella direzione della qualificazione, in cui finalmente l’applicatore viene deresponsabilizzato per una serie di problematiche, che fino ad oggi ricadevano invece solo sulla sua testa. “ Sul tema delle regole c’è anche un altro importante cambiamento. “Sì, grazie alla nostra costante presenza nelle riunioni dell’Osservatorio del Calcestruzzo del Consiglio Superiore dei LLPP, per la prima volta usciranno delle Linee Guida del Consiglio Superiore – il massimo organo italiano sulle norme strutturali – in cui si parlerà di Pavimentazioni Industriali. Stanno infatti per essere pubblicate le Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale dove all’interno è stato inserito un intero articolo dedicato al nostro settore. Finalmente è chiarito [Continua...]

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Dall’edilizia ai progetti speciali. Con Uretek, precisione chirurgica negli interventi di geotecnica Comunicato stampa a cura di SAIE

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recisione chirurgica negli interventi di geotecnica. È questo il core business dell’azienda Uretek che ha inventato i consolidamenti con iniezioni di resine espandenti. Origini finlandesi, 25 anni di vita, Uretek Italia, con sede in provincia di Verona, è attiva in molte parti d’Europa con un fatturato che supera i 9milioni di euro. Grazie alla tecnologia brevettata, Deep Injections, la più utilizzata al mondo con oltre 100mila interventi eseguiti 20mila solo in Italia -, Uretek si presenta come l’alternativa alle tecnologie tradizionali dei micropali e delle sottofondazioni, ed è una delle tante aziende protagoniste di Saie 2016 che si presenta per la sua capacità di essere punto di riferimento del settore, sempre alla ricerca di nuove applicazioni. “Ben oltre i semplici interventi di consolidamento dei terreni di fondazione e il ripristino della planarità delle pavimentazioni, Uretek vanta oggi una capacità di progettazione ed esecuzione tali da

poter affrontare e risolvere problematiche ritenute, fino a pochi anni fa, impossibili da trattare con le resine espandenti. Sollevamento di edifici - spiega nel dettaglio Gianluca Vinco, responsabile ufficio geotecnico - impermeabilizzazione di fondi di scavo, miglioramento sismico, consolidamento di argini e piloni dei ponti, sono solo alcuni tra i molti casi speciali che Uretek affronta ormai regolarmente, unendovi vantaggi di costo, tempistica e non invasività degli interventi”. Uretek è una di quelle aziende specializzate in tecnologie e tecniche edilizie che risponde in modo specialistico alle questioni della rigenerazione urbana, interviene sul costruito, ripristinando l’esistente. Guardando al futuro non si precludono frontiere possibili ed è già capitato che l’azienda sia stata contattata da chi ha macchine operatrici da assestare in un piano, ceduto nel tempo, per migliorare le performance. “O ancora, tramite martinetti, riusciamo a

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sollevare una villetta che inclinata su un lato di una decina di centimetri – spiegano i tecnici dell’azienda – ha bisogno di essere riassestata consolidando il terreno di fondazione”. I clienti di Uretek sono professionisti (ingegneri, geometri e alcuni architetti), ma soprattutto aziende e clienti finali che attivano contatti diretti per un’indagine preliminare e poi per risolvere problemi di fondazione quando si riduce il volume del terreno per ragioni di siccità, quando si verificano crepe sui muri per instabilità del terreno o ancora quando un cantiere vicino provoca un movimento nel sottosuolo. Uretek ha al suo interno un ufficio geotecnico che dialoga costantemente con le squadre operative sul campo. “Uretek svolge attività di stabilizzazione, aumenta la capacità di resistenza del terreno a fronte di nuovi carichi. Possiamo attivare iniziative preventive e non solo correttive – spiega Maurizio Sacchi, responsabile della comunicazione dell’azienda -. Nella maggior parte dei casi operiamo su interventi di case private, ma non meno influenti sono le iniziative sui capannoni industriali”. L’azienda può offrire anche una garanzia assicurativa decennale per i propri interventi di consolidamento con resine espandenti, avendo ottenuto le certificazioni TÜV per la Gestione di Qualità, la Gestione Sicurezza e Salute Lavoratori e il Rispetto Ambientale.


L’amministratore di condominio del futuro in un mondo digitale Comunicato stampa a cura di SAIE

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ggi, rispetto al passato, alle figure professionali è richiesta una crescita più dinamica, per non rimanere indietro e mantenere il passo con il cambiamento. L’amministratore di condominio non sfugge a questa regola: il progresso, il benessere e la qualità della nostra vita dipendono anche dalla loro capacità nell’affrontare lo sviluppo tecnologico per soddisfare le richieste dei condòmini implementando con criteri pertinenti le giuste soluzioni e rispettando la regola d’arte. Una figura professionale, quella dell’amministratore, a cui è richiesto di dimostrare maggiore sensibilità e

proattività nell’adeguare le infrastrutture del condominio per accogliere i nuovi servizi a valore aggiunto rivolti alle famiglie. Lo richiede un mercato competitivo orientato sempre di più ad un business digitale in continua crescita. È in gioco la capacità a manifestare le giuste competenze alle problematiche espresse, quindi è necessario selezionare un referente degli impianti tecnologici, valido e preparato, al quale delegare scelte più specifiche e squisitamente tecniche soprattutto per la parte digitale: quindi TV DTT/SAT, il broadband, la videosor-

veglianza, ecc. Bisogna perciò affrontare un aspetto sostanziale: come organizzare la formazione e l’aggiornamento in un settore così specifico come quello tecnologico che muta a gran velocità. Per questo motivo Sky ha definito una serie di sessioni formative, in collaborazione con le associazioni di categoria, dedicate all’impiantistica nei condomini per spiegare agli amministratori le soluzioni tecnologiche disponibili oggi, con focus sulle prospettive future e con attenzione alla neutralità tecnologica necessaria a garantire pari opportunità di scelta.

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