Sedicesimo luglio agosto 2017

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Anno IX | numero 4 Luglio | Agosto 2017 ISSN 2283-9356

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Anno IX | numero 2 Marzo | Aprile 2017 ISSN 2283-9356

Anno IX | numero 3 Maggio | Giugno 2017 ISSN 2283-9356 | Spedizione in abb. postale Poste Italiane Spa Sped in abb postale d.l. 353/2003 (conv.in l. 27/02/2014 n.4) art.1 comma 1 lom/mi 5488 | | Prezzo € 12,00 Abb. annuale € 60,00 |

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Direttore Responsabile Gaspare Vannicola (gaspare.vannicola@vmreditrice.it)

Rubriche Fisse

Coordinatore Editoriale Cinzia Bianchi (cinzia.bianchi@vmreditrice.it)

Anticaduta

Sicurezza Impianti

Alberto Pincigher Responsabile Comitato Tecnico Scientifico ALV. Associazione Linea Vita

Adriano Paolo Bacchetta Coordinatore network Spazioconfinato.it

Antincendio

Psicologia del Lavoro

Sicurezza Macchine Agricole

Fernando Cordella Presidente A.N.P.P.E. Vigili del Fuoco

Piergiorgio Frasca Psicologo del lavoro e delle organizzazioni

Paolo Peretti Centro Formazione e ricerca Merlo

Sicurezza nelle scuole

Sicurezza Macchine

Monica Mioccio

Massimo Granchi Christian Trinastich MTM Consulting s.r.l. società unipersonale

Redazione (redazione@vmreditrice.it ) Marco Reina, Noemi Olivo, Monica Mioccio, Cinzia Bianchi Comitato Tecnico-Scientifico (rts@vmreditrice.it) Ing. Bacchetta Adriano Paolo, Arch. Cordella Fernando, Dott. Frasca Piergiorgio, Ing. Granchi Massimo, Dott. Peretti Paolo, Ing. Pincigher Alberto, Ing. Romeo Mario, Ing. Vannicola Gaspare Progetto grafico e impaginazione grafica@vmreditrice.it irene.molin@vmreditrice.it Vmr Editrice Srls

Medicina del Lavoro Giovanna Pirana Polo Chirurgico Confortini

Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro Mario Romeo S.I.A. Srl Dirigente Nazionale UIL

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Sommario 14 TRATTORI AGRICOLI

REVISIONE, CINTURE E ROLL-BAR OBBLIGO PER TUTTI.

53 DIGITAL&BIM Italia 2017

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L’editoriale

5 Dispositivi di ancoraggio per lavori in quota | Alberto Pincigher

30 Sicurezza degli impianti nelle scuole | Monica Mioccio

33 Antincendio | Fernando Cordella

36 Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta

42 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca

45 Sicurezza Macchine | Massimo Granchi

57 Medicina del Lavoro | Giovanna Pirana

60 Formazione e Ricerca | Eugenio Valsoaney


L’editoriale Buongiorno a tutti care lettrici e cari lettori, In questo editoriale voglio soffermarmi sulla sicurezza delle macchine: minimizzare le possibilità di defeating e cos’è? Qui sotto troverete un estratto del documento Inail realizzato sull’argomento. Sono tanti i modi utilizzati per neutralizzare un dispositivo di sicurezza di una macchina. Ci può essere una manomissione (azione operata all’interno del dispositivo per modificarne il comportamento), una manipolazione (azione operata generalmente sul dispositivo di sicurezza e facilmente rilevabile) o un’elusione (un’azione che rende inefficaci i dispositivi di sicurezza senza operare sugli stessi). Una neutralizzazione (defeating) che può tradursi in infortuni gravi e mortali per lavoratori, installatori e manutentori che operano sulle macchine. E per ridurre questi infortuni il fabbricante deve tener conto, ad esempio in fase di progettazione e costruzione della macchina, anche del possibile uso scorretto ragionevolmente prevedibile. A raccontare queste modalità di neutralizzazione, con particolare riferimento alla norma EN ISO 14119:2013 “Sicurezza del macchinario. Dispositivi di interblocco associati ai ripari. Principi di progettazione e scelta”, è un documento Inail dal titolo “ Il defeating di un dispositivo di interblocco associato ai ripari. Norma EN ISO 14119:2013. Caso studio”; un documento su cui ci siamo già soffermati in passato con riferimento anche alla struttura della stessa EN 14119. Oggi ci soffermiamo invece su alcuni capitoli del documento relativi alla possibile alla minimizzazione della possibilità di defeating. In merito al “defeating mediante azioni ragionevolmente prevedibili” si segnala che una delle novità più evidenti introdotte dalla EN ISO 14119:2013 in merito alla minimizzazione della possibilità di defeating, consiste “nell’indicazione preliminare che viene data ovvero quella di ridurre al minimo l’interferenza tra il dispositivo di interblocco e l’operatività della macchina e le altre fasi della vita della stessa, in modo da minimizzare qualsiasi incentivo al defeating ovvero ad operare qualsiasi azione che lo renda non funzionante o lo bypassi. Il dispositivo di interblocco deve infatti facilitare l’operatività della macchina” in particolare durante le attività di manutenzione, “le operazioni di servizio e l’operatività della macchina senza guasti di funzionalità (es. arresto dell’operatività)”. E a questo proposito la norma EN ISO 14119:2013 specifica i vari step per la minimizzazione delle possibilità di neutralizzazione ragionevolmente prevedibile. - “considerare tutti i modi di funzionamento possibili, le attività e tutti i dispositivi di protezione; - ogni dispositivo di protezione individuale è preso in considerazione separatamente e, per ogni attività principale, la persona che la esegue abitualmente deve rispondere alla seguente domanda: ‘quali sarebbero i benefici provenienti dalla neutralizzazione del dispositivo di protezione per lavorare sulla macchina?’”. La EN ISO 14119: riporta le misure addizionali e si ribadisce che la norma “fornisce delle indicazioni che sono di riferimento dello stato dell’arte e fornisce la presunzione di conformità laddove la stessa sia adottata dal fabbricante, ma comunque la sua adozione è a carattere volontario”. - monitoraggio dello stato (test di plausibilità) per individuare, durante un ciclo macchina, un’insolita successione di stati derivanti da una neutralizzazione, ovvero - inserimento di un test ciclico: richiesta da parte della logica di azionamento di ogni singolo interblocco o comando di stop per verificarne l’efficienza prima dell’avvio della macchina (avvio condizionato dal buon esito del test). Con questo test può essere rilevata dall’operatore la presenza di attuatori inseriti da manutentori e dimenticati negli interblocchi ovvero interblocchi collassati a causa di danneggiamento accidentale, ovvero - installazione di un dispositivo di interblocco aggiuntivo (con controllo di coerenza fra i due interblocchi da parte della logica della macchina) la cui neutralizzazione è possibile sono mediante un’azione aggiuntiva (es. montaggio e cablaggio separati, utilizzo di diversi principi di funzionamento)”. Concludo l’articolo ricordando che il documento Inail si sofferma anche sui fattori ambientali nella scelta di un interblocco. Infatti la norma mette in luce come “la scelta della tecnologia e della tipologia di dispositivo di interblocco deve tener conto delle condizioni di utilizzo e della destinazione d’uso della macchina”. Le variabili che entrano in gioco sono molteplici, un algoritmo con tutte le variabili e usare l’informatica unita all’elettronica a tutela del lavoratore, la domanda che mi pongo è: il fattore umano nell’analisi delle variabili che entrano in gioco è determinante? Gaspare Vannicola Direttore Responsabile


ANTICADUTA

DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO PER LAVORI IN QUOTA: EFFETTO PENDOLO a cura di Ing. Alberto Pincigher

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ella precedente uscita si era lasciata in sospeso la questione inerente il posizionamento dei dispositivi di ancoraggio ausiliari aventi la funzione di eliminare o ridurre l’effetto pendolo. Per eseguire una attenta progettazione di un sistema anticaduta per lavori in quota, con dispositivi di ancoraggio lineari e/o puntuali, è necessario valutare l’eventuale oscillazione del corpo dell’u-

tilizzatore in caso di caduta. Infatti, può verificarsi che una progettazione errata consenta una eccessiva oscillazione del corpo consentendoli l’urto contro ostacoli o l’impatto con il suolo. Tale accadimento, conseguenza di una oscillazione incontrollabile, viene definito “effetto pendolo” (fig.1). Nel momento in cui l’operatore, regolarmente imbracato e collegato al sistema di ancoraggio principale, sia oggetto di

una caduta può con tutta probabilità innescarsi un movimento laterale con conseguente oscillazione che produce l’effetto pendolo. Essendo l’oscillazione incontrollabile è chiaro che le valutazioni devono intervenire per evitare urti laterali su oggetti presenti quali per esempio abbaino, terrazza e simili o anche su facciate limitrofe; l’effetto pendolo ha negli angoli della copertura il suo sviluppo [Continua...]


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L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.


Modulo di iscrizione 2017

da inviare via email a segreteriasoci@lineavita.org oppure via PEC mail.alv@pec.lineavita.org N............................................................................................................................................................................................................................ OM E C OG NOM E C............................................................................................................................................................................................................................ F P ROFE SSIO NE T ............................................................................................................................................................................................................................ I T OLO D I S T U D IO C TT P . ............................................................................................................................................................................................................................

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Tradizionedella & innovazione: Salone nuova verso Costruzioni 4.0 industrializzazione edilizia e del t Il mercato delle costruzioni è in una fase di trasformazione. Non solo prodotti e tecnologie ma anche servizi per l’ambiente costruito. Tutta la filiera delle costruzioni sta vivendo questa fase di transizione verso nuovi mercati e nuove modalità di produzione.

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TRATTORI AGRICOLI REVISIONE, CINTURE E ROLL-BAR OBBLIGO PER TUTTI. a cura di Ispesl e Inail

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EVISIONE MEZZI AGRICOLI TARGATI: stando alla normativa oggi in vigore a partire dal 01 gennaio 2014 2015 30 giugno 2015 31/12/2015 31/12/2017 (cfr., da ultimo, nota dell’Area Ambiente ed Energia n.3-15 del 3.03.2014). Tutti i mezzi agricoli targati (semoventi e trainati) dovranno essere revisionati. e anche tutti i mezzi immatricolati da più di 5 anni dovranno essere revisionati entro tale data. Al momento non sono ancora disponibili dettagli in quanto non è ancora stato pubblicato il decreto attuativo interministeriale e le circolari applicative. Non appena disponibile la nuova normativa ve ne daremo comunicazione. Proroga l’inizio delle revisioni dei mezzi agricoli slitta al 01/01/2015- 30/06/2015, 31/12/2015- 31/12/2017. REVISIONE MEZZI AGRICOLI: Decreto con le novità del 30/06/2015 GU149-del-30-6-2015. Secondo quanto stabilito dal decreto la revisione è diventata obbligatoria per: • tre grandi categorie di macchine agricole (art.1) ed in particolare: 1. Trattori agricoli: a partire dal 31 dicembre 2017 e successivamente ogni 5 anni entro il mese corrispondente alla prima immatricolazione secondo l’anno di immatricolazione nella tabella in allegato 1. 2. Macchine agricole operatrici semoventi a due o più assi: a partire dal 31 dicembre 2017. 3. Rimorchi agricoli: a partire dal 31 dicembre 2017.

• tre grandi categorie di macchine operatrici (art 2) a partire dal 31 dicembre 2018 in particolare per: 1. Macchine impiegate per la costruzione e la manutenzione di opere civili 2. Macchine sgombraneve 3. Carrelli L’articolo 6 del decreto stabilisce tempi differenti per le diverse tipologie di macchine agricole e operatrici in circolazione Per quanto riguarda le modalità di esecuzione della visita di revisione, queste sono disciplinate dall’articolo 5 che rimanda ad un successivo decreto i dettagli tecnici. Viene però puntualizzata la possibilità di effettuare la revisione tramite unità mobili. LINEE GUIDA: L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali Maggio 2011 Gruppo di lavoro nazionale Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D. Lgs. 81/08 L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali Revisione n° 3 – Maggio 2011 PRESENTAZIONE: L’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote o a cingoli ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II

dell’allegato V del D.Lgs. 81/08 ha mostrato alcuni punti di criticità connessi soprattutto ai vincoli di natura tecnica, per la presenza sul territorio di un parco macchine estremamente diversificato, e procedurale, relativo soprattutto ai vincoli determinati dal processo di omologazione cui sono stati sottoposti i trattori all’atto della prima immissione sul mercato. Stante quanto sopra, l’ISPESL, su richiesta del Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, del Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale e del Ministero dello Sviluppo Economico, ha istituito uno specifico gruppo di lavoro con l’obiettivo di fornire utili informazioni tecniche per l’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote e a cingoli attraverso l’installazione di sistemi di ritenzione e di dispositivi di protezione in caso di capovolgimento. A tale gruppo di lavoro hanno partecipato, con propri rappresentanti, il Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, il Ministero del Lavoro e delle Previdenza Sociale, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dei Trasporti, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le associazioni di categoria del settore ed esperti del mondo accademico e industriale. Il Gruppo di Lavoro, dopo la produzione delle linee guida per l’installazione delle cinture di sicurezza, ha portato a termine il secondo degli obiettivi prefissati ossia l’individuazione delle informazioni tecniche e procedurali necessarie per l’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento sui [Continua...]


SPAZI A RISCHIO NELLA SCUOLA a cura di Monica Mioccio

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li spazi a rischio per la sicurezza nella scuola sono gli spazi per le esercitazioni, gli spazi per depositi, gli spazi per le informazioni e per le attività parascolastiche e infine gli spazi per i servizi logistici. Gli spazi per le esercitazioni sono tutti quei locali all’interno della scuola dove si effettuano prove, sperimentazioni e tutti quei lavori connessi all’attività scolastica. Gli spazi per le esercitazioni secondo un piano adeguato di sicurezza devono essere collocati fuori terra o al piano interrato ad eccezione dei locali nei quali vengano adoperati combustibili con densità superiore a 0,8 che devono essere situati nei piani fuori terra senza comunicazione con i piani interrati. La circolare del ministero dell’interno numero 91 del 14/09/61 stabilisce che le strutture debbano avere una resistenza al fuoco di rei 60. Inoltre negli spazi per esercitazioni dove vengono manipolate sostanze esplosive o infiammabili , ci devono essere delle aperture di aerazioni permanenti ricavate su pareti antistanti all’esterno di superfici pari al 1/20 della superficie totale del locale. Nel caso in cui vengano utilizzati Gas con densità superiore a 0,8 , queste aperture di aerazioni devono comprendere 1/3 della superficie complessiva e devono essere protette con grigliature metalliche situate nella parete all’esterno e poste a filo pavimento. D’altra parte le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso , devono essere dotate di un bruciatore automatico di sicurezza totale che intercetti il flusso di gas in assenza di fiamma.

Esistono vari tipi di laboratori e ognuno possiede la sua normativa di sicurezza relativa sia ai rischi della sicurezza e la salute connessi alle attività di laboratorio , che le misure di prevenzione e le attività di protezione utilizzate. Infine bisogna considerare le procedure che riguardano l’emergenza e le figure a cui fare riferimento. Infatti l’accesso al laboratorio da parte degli studenti si deve verificare solo con la presenza di un insegnante ed è permesso solo negli momenti stabiliti dall’orario scolastico vigente o dal progetto che si sta realizzando. Durante l’esercitazione il docente fornisce agli studenti tutte le informazioni necessarie per le apparecchiature e segue il lavoro degli studenti i quali non possono prelevare il materiale di consumo o accendere i quadri elettrici senza autorizzazione del docente . Durante la lezione il docente e il tecnico verificano se ci sono stati danneggiamenti di arredi o sistemi. Nei laboratori chimici in seguito al tipo di attività che si esplicano e per le apparecchiature e sostanze che si adoperano sono più facili gli infortuni. Secondo la normativa chi lavora in un laboratorio chimico deve proteggere la propria salute ed incolumità fisica oltre quella degli altri collaboratori e compagni che usano le stesse attrezzature. Le esercitazioni che prevedono l’uso di sostanze considerate cancerogene ( R45 e R49) e tossiche devono essere in linea di massima evitate. Il preside può consentire le esercitazioni che prevedono l’uso di questi composti di queste categorie solo in base a richieste motivate da insegnanti con la presentazione di una relazione

che stabilisca le precauzioni per limitare al minimo i rischi . È fondamentale avvertire gli insegnanti di ogni incidente che si determina anche lieve. Inoltre tutte le sostanze utilizzate nei laboratori devono possedere delle etichette in cui vengano indicate tutte le caratteristiche obbligatorie per legge . I contenitori dei prodotti devono essere chiusi dopo l’uso e le sostanze conservate in frigo devono essere contenute in recipienti accuratamente sigillati. E’ importante non aspirare mai liquidi con la bocca ed evitare il contatto di qualunque sostanza chimica con la pelle. inoltre è necessario evitare di mescolare tra loro sostanze diverse nel caso in cui non si è sicuri della loro compatibilità. Bisogna usare sempre sostanze pericolose sotto una cappa chimica esercitando una sufficiente aspirazione e non usare mai fiamme libere in presenza di sostanze infiammabili . D’altra parte le sostanze esplodenti possono essere utilizzate solo in luoghi provisti di protezione adeguata . Gli acidi versati si possono neutralizzare con bicarbonato di sodio, gli alcali con acido cloridrico diluito. le polveri assorbenti possono essere utilizzate per l’eliminazione degli sversamenti di molti prodotti chimici. Nel caso in cui le sostanze sversate siano infiammabili è necessario spegnere immediatamente le fiamme libere e staccare la corrente. Infine non bisogna mai versare del materiale infiammabile nei cestini. l’attività sperimentale deve essere svolta almeno in presenza di un’’altra persona. Bisogna prestare molta attenzione nell’uso di [Continua...]


Analisi degli incidenti nei silos per la conservazione di prodotti sfusi. Parte Prima a cura di Adriano Paolo Bacchetta

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ra i vari ambienti di lavoro che, negli anni, sono stati teatro di gravi incidenti riconducibili ad attività condotte in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177/0211), ci sono i silos (o sili) presenti in molteplici contesti industriali e non. Tipiche applicazioni, infatti, sono quelle dello stoccaggio di mangimi, polveri industriali, cemento, ceneri volatili, gesso, soda, clinker, prodotti agroalimentari, prodotti farmaceutici, granulati plastici, ecc. Il materiale è normalmente rifornito

dalla cima e rimosso dal fondo mediante sistemi meccanici o pneumatici. Questa specifica tipologia di contenitori, possono essere di diverse dimensioni e realizzati in acciaio, lamiera, vetroresina oppure cemento. In generale, sono caratterizzati dalla presenza di un fondo troncoconico e un sistema di estrazione del materiale presente (coclea). Gli interventi per la gestione efficace del processo d’insilaggio, prevedono interventi di manutenzione sui sistemi di estrazione del materiale presente e, anche, di pulizia mediante la disincrostazione e lo svuotamento meccanico

forzato del contenuto del silo oppure attraverso il lavaggio con liquidi dell’interno o dell’esterno del silo. Per una corretta gestione del silo, infatti, è importante garantire il libero scorrimento dei materiali immagazzinati evitando che si verifichino situazioni di aderenza del materiale sulle superfici interne (normalmente nella parte troncoconica) oppure il blocco del materiale alla base del cono di raccolta nel pozzetto dal quale pesca la coclea. Come già detto, nel corso degli anni sono stati registrati diversi incidenti (la maggior parte dei quali purtroppo con esito [Continua...]

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FORMAZIONE E PREVENZIONE INCENDI : NOVITA’ IN ARRIVO a cura di Fernando Cordella - Presidente A.N.P.P.E. VV.F

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n Gazzetta Ufficiale n.144 del 23.06.2017 è stato pubblicato il decreto legislativo 29 maggio 2017, n.97, “Disposizioni recanti modifiche al decreto legislativo 8 marzo 2006, n.139, concernente le funzioni e i compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché al decreto legislativo 13 ottobre 2005, n.217, concernente l’ordinamento del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e altre norme per l’ottimizza-

zione delle funzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”. Il decreto “migliora” l’efficacia e l’efficienza del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche alla luce delle competenze, trasferite dal Corpo forestale, in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e di spegnimento con mezzi aerei degli stessi. A tal fine, il testo procede alla revisione

e al riassetto delle strutture organizzative del Corpo, ne disciplina le funzioni e i compiti in materia di soccorso pubblico, prevenzione incendi, difesa civile e incendi boschivi e modifica l’ordinamento del personale per gli aspetti non demandati alla contrattazione collettiva nazionale, in modo da assicurarne l’unitaria coerenza giuridica e nell’ottica di una valorizzazione delle qualità professionali del relativo [Continua...]


Evoluzione del concetto di salute sul lavoro a cura di Dott. Piergiorgio Frasca

Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità” (D.Lgs. 81/08, art. 2, lett. o) L’interesse per la salute durante il lavoro sia sul piano fisico sia per gli aspetti mentali della salute ha preso avvio in modo consistente negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni ’50, fino a sfociare, negli anni ’70, nello studio dell’incidenza dei fattori psicosociali nelle varie situazioni lavorative. Con tele termine si indicano elementi di natura diversa accomunati dal fatto di definire, e condizionare la relazione tra l’uomo ed il lavoro nell’ambito di un determinato contesto organizzativo. Tali fattori comprendono gli aspetti di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro ed i relativi contesti ambientali e sociali. In Europa un analogo interesse lo si trova a partire dagli anni ’70. In quegli anni ed in modo più incisivo negli anni ’80, l’azione verso la sicurezza si è andata focalizzando da un intervento centrato prevalentemente sulla cura ad uno orientato alla prevenzione. In tale ottica l’influenza sulla salute dei fattori psicologici e sociali, oltre che dei fattori fisici, chimici e biologici, è risultata più evidente e imprescindibile. Attualmente i rischi psicosociali costituiscono il quarto fattore di rischio e gli studi su di essi hanno evidenziato l’importanza della loro combinazione ed interazione con gli altri fattori di rischio, ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori. La novità principale degli anni ’80 e ’90 è

stato lo spostamento dell’interesse dalla prevenzione degli infortuni e delle malattie alla conservazione attiva della salute. Prima di allora, infatti, la salute era definita semplicemente come l’assenza di lesioni o di malattia. Verso la metà degli anni ’80, tuttavia, si ebbe una svolta importante, sancita dal Congresso di Ottawa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1986, nel quale venne adottata una nuova definizione di salute, intesa non più solo come “assenza di malattia”, bensì come “uno stato di completo benessere dell’individuo, sul piano fisico, psichico e sociale”. Questo spostamento dell’attenzione ha anche prodotto ulteriori significativi risultati sul piano dell’azione di tutela della salute nei luoghi di lavoro che necessariamente non può più essere concepita solo in termini puramente conservativi, ossia di evitare gli infortuni e le malattie professionali, ma deve essere soprattutto orientata a creare, mantenere e migliorare uno stato di autentico benessere fisico e mentale nei luoghi di lavoro. Tutto questo comporta l’attiva partecipazione delle persone all’azione di prevenzione: sono infatti le persone stesse che, con il loro comportamento, divengono gli attori primari della loro salute. Questo processo è stato facilitato dal fatto che il progresso tecnologico e normativo ha reso disponibili macchinari, impianti e ambienti di lavoro tecnicamente sicuri. Le azioni sono pertanto state sempre più indirizzate a cercare di cambiare le abitudini ed i comportamenti dei lavoratori che possono aumentare i rischi e quindi

la probabilità di subire lesioni o malattie o di aumentarne la gravità. Lo scopo primario è di rendere i lavoratori artefici del processo di ricerca del miglioramento delle condizioni di salute sul lavoro e di farne dei soggetti attivi e responsabilizzati nell’applicazione corretta delle norme di prevenzione e di procedure e nell’uso di dispositivi di protezione personali. E’ questa l’impostazione del modello europeo della sicurezza sui luoghi di lavoro, e, di conseguenza, del modello impostato dal D.Lgs. 626/94 e quindi dal D.Lgs. 81/08. Con queste norme le organizzazioni lavorative sono pertanto sollecitate ad impostare modelli lavorativi orientati al benessere, contrastando nel contempo tutti i fattori che possono essere causa di malessere sul lavoro. Modelli del benessere e del malessere lavorativo Qualsiasi attività lavorativa è descrivibile come un sistema socio-tecnico finalizzato ad uno scopo produttivo in cui ogni individuo esprime suoi bisogni ed aspettative (professionalità, autorealizzazione, autostima, sicurezza, promozione, considerazione positiva da parte degli altri, relazioni sociali, ecc.) che, se adeguatamente soddisfatti determinano benessere psicologico e produttività; se insoddisfatti determinano invece malessere psicologico, disturbi della personalità, alienazione, rifiuto del lavoro, incidenti ed infortuni. Il benessere psicologico è caratterizzato quasi sempre, con variazioni e sfumature [Continua...]


Studio Frasca di Dott. Piergiorgio Frasca Servizi di Psicologia del lavoro e sviluppo organizzativo, Formazione e aggiornamento per la sicurezza e salute sul lavoro, Ergonomia

____________________________________________________________________________ Studio Frasca opera da diversi anni nel campo della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni applicata alla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro offrendo alle aziende servizi qualificati per lo studio e la valutazione dei rischi psicosociali, per l’applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative, per la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I servizi offerti comprendono:         

Servizio di valutazione del rischio di stress correlato al lavoro. Assistenza e supporto alle aziende per la definizione e l’attuazione di strategie personalizzate per la prevenzione, il controllo ed il monitoraggio del rischio di stress da lavoro Servizio di monitoraggio sullo stress lavoro correlato Formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori alla sicurezza e salute sul lavoro e sul rischio di stress correlato al lavoro. Valutazione dei bisogni di formazione e dell’efficacia della formazione attuata Progettazione e realizzazione di attività formative Progettazione e realizzazione di interventi di Behavior Safety (BBS) Valutazione ergonomica delle mansioni e applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative. Valutazione conoscenza e competenza nella lingua italiana per lavoratori stranieri (D.Lgs. 81/08, artt. 36 e 37, comma 13)

Servizio di valutazione, gestione e monitoraggio del rischio stress correlato al lavoro Studio Frasca effettua l’intero ciclo di valutazione, intervento e monitoraggio sul rischio di stress da lavoro come prescritto dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. secondo le modalità indicate dalla Commissione Consultiva permanente (CM del 18/11/2010). Per la valutazione preliminare sono utilizzate specifiche check-list, mentre per la valutazione approfondita dei fattori soggettivi sono utilizzati appositi questionari somministrabili anche on-line. I risultati con la valutazione del rischio riferita ai fattori di rischio del Contesto lavorativo e del Contenuto del lavoro e l’indicazione delle criticità rilevate sono illustrati in una relazione dettagliata e sintetizzati con grafici e tabelle un cui esempio è riportato sotto. Il Servizio viene svolto su tutto il territorio nazionale e su qualsiasi comparto lavorativo, compreso l’ambito sanitario, le costruzioni, la P.A. Di seguito è riportato un esempio di analisi realizzata con il questionario QUERTI SLC.

Test ITALSIC di valutazione della conoscenza e competenza linguistica per lavoratori stranieri In relazione agli adempimenti prescritti dagli articoli 36 e 37, comma 13, del D.Lgs. 81/08 Studio Frasca ha messo a punto il Test ITALSIC espressamente dedicato alla valutazione delle conoscenze e competenze nella lingua italiana con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro. Il Test è di semplice utilizzo e non richiede competenze specialistiche per la somministrazione. Per l’elaborazione dei risultati è utilizzato uno specifico software acquistabile con la prima fornitura del test. Apposite istruzioni guidano l’utilizzatore, ad esempio l’RSPP, in tutte le fasi di impiego. Il Test è acquistabile inviando la richiesta tramite e-mail a Studio Frasca, al quale ci si può rivolgere per ulteriori informazioni. E’ anche possibile la somministrazione del test on line.

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Arresto di emergenza delle macchine: la nuova norma UNI EN ISO 13850: 2015 a cura di Massimo Granchi e Riccardo Bozzo

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’arresto di emergenza rappresenta una delle possibili modalità di arresto di una macchina. In accordo a quanto indicato dalla Direttiva Macchine, l’arresto di emergenza non è sempre obbligatorio, tuttavia, quando previsto deve soddisfare specifici requisiti di progettazione. La nuova edizione della norma UNI EN ISO 13850: 2015 specifica i principi di progettazione dell’arresto di emergenza indipendentemente dal tipo di energia usata (elettrica, pneumatica oppure idraulica) e, come tale, rappresenta lo stato dell’arte attualmente applicabile. Questa norma introduce alcune novità rispetto alla edizione precedente, raccogliendo e facendo propri alcuni concetti già presenti in altre norme tecniche armonizzate alla Direttiva Mac-

chine 2006/42/CE. Applicabilità Nel Novembre 2015 è stata pubblicata la nuova edizione della norma UNI EN ISO 13850: 2015 relativa ai principi di progettazione della funzione di arresto di emergenza. Questa norma sostituisce la precedente edizione del 2008 e introduce, analizzandoli più nel dettaglio, alcuni concetti già presenti in altre norme legate alla sicurezza delle macchine industriali. La nuova edizione non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea pertanto, tecnicamente, è ancora applicabile la precedente edizione del 2008, tuttavia è bene analizzare quali siano le novità

introdotte dalla norma e che garantiranno la presunzione di conformità al requisito essenziale di sicurezza 1.2.4.3 della Direttiva Macchine 2006/42/CE nel momento in cui questa nuova edizione sarà pubblicata. Contenuti generali L’arresto di emergenza di una macchina, come detto, è oggetto del requisito 1.2.4.3 dell’Allegato I del D.Lgs. 17/2010, recepimento italiano della Direttiva Macchine 2006/42/CE. Secondo questo requisito “la macchina deve essere munita di uno o più dispositivi di arresto di emergenza, che consentano di evitare situazioni di pericolo che rischino di prodursi [Continua...]


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DIGITAL&BIM Italia 2017

DIGITAL&BIM Italia 2017 Comunicato stampa

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IGITAL&BIM Italia 2017 è un evento dedicato al tema della digitalizzazione nel settore delle costruzioni. La manifestazione si propone, nella duplice modalità convegnistica ed espositiva, di fare emergere, modi, metodi e strumenti che in Italia iniziano ora ad affermarsi, sia nell’ambito edilizio sia in quello infrastrutturale. E di proporre, presentare buone pratiche ed esempi di successo provenienti da Paesi Europei che hanno cominciato prima questo processo. I temi trattanti dalla manifestazione saranno, oltre al BIM, anche tutto ciò che riguarda la digitalizzazione nelle costruzioni: software di progettazione, stampa e rilievo 3d, droni, virtual e augmented reality, procedure digitalizzate e strumenti per il cantiere… Il format DIGITAL &BIM Italia 2017 è un evento di due giornate - giovedì 19 ottobre e venerdì 20 ottobre - ed è articolato in una parte espositiva dedicate alle aziende che propongono tecnologie, sistemi, servizi e soluzioni per il digitale nelle costruzione, a fianco di spazi dedicati ad incontri e formazione. Le principali aree di formazione e informazione tecniche saranno: - Una conferenza internazionale in tre sessioni “BIM, DIGITALE e L’EVOLUZIONE DELLE COSTRUZIONI ITALIA” organizzata con la supervisione di un Comitato Scientifico Internazionale . Ogni sessione è articolata in una parte espositiva con Top Speaker anche internazionali (a breve la prima bozza del pro-

gramma) e una seconda parte con una tavola rotonda – condotta da un media partner – di dialogo tra alcune delle aziende sponsor della conferenza. - Le arene – collocate a fianco dello spazio espositivo – come luogo per dare voce ai casi studio, best practice, e alle soluzioni innovative delle aziende, in particolare su: a) BIM: metodi, procedure e prassi operative b) Digitalizzazione e… Cantiere, rilievo3D, GIS, realtà aumentata c) Digitalizzazione e….protezione sismica, d) Digitalizzazione e… restauro, recupero energetico e gestione degli edifici e) Digitalizzazione e networking, collaborazione tra operatori f) Digitalizzazione e gestione delle reti e delle infrastrutture g)Digitalizzazione e produzione: stampa 3d, digital manufacturing

Innovazione e trasformazione digitale per l’ambiente costruito DIGITAL&BIM Italia è la sola iniziativa espositiva e informativa – italiana - dedicata esclusivamente alla trasformazione del settore delle costruzioni attraverso la digitalizzazione, la tecnologie e l’innovazione. L’innovazione e la digitalizzazione stanno cambiando il volto del settore in tutto il mondo, coinvolgendo tutta la filiera dalla progettazione fino alla gestione in esercizio dell’opera. “La digitalizzazione appare oggi come

uno dei principali fattori in grado di innescare la grande trasformazione del settore, presentandosi, sotto due aspetti certamente complementari: - l’occasione per efficientare e per razionalizzare i processi consolidati, aprire a strade di collaborazioni professionali nuove - il varco di accesso per il comparto a un’era digitale dai tratti marcatamente alternativi.” Perché Digital&BIM Italia Su magazine tecnici, sul web e sui social avrete visto o letto di idee e innovazioni tecnologiche in fase di sperimentazione come ad esempio la Robotica, la stampa 3D, laser scanner , mobile tecnologies, connected devices, realtà aumentata, Big Data. E naturalmente BIM. DIGITAL&BIM Italia ha l’obiettivo far comprendere come usare queste soluzioni e perché, di presentare le piattaforme di progettazione, gli strumenti di rilievo evoluti, le librerie BIM, i protocolli in uso assieme con metodi e strumenti del prossimo futuro. DIGITAL&BIM Italia offre incontri, seminari, informazioni tecniche e formazione professionale con figure chiave del settore che possono offrire anche uno sguardo a ciò che il futuro potrebbe essere. Presentando anche casi ed esempi emblematici sia dall’Italia che dall’estero. Se siete interessati a come implementare il BIM nelle vostre prassi operative, oppure volete conoscere i nuovi protocolli e metodi legati alla nuova [Continua...]


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Nutrizione e invecchiamento

MEDICINA DEL LAVORO

a cura di Giovanna Pirana

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e problematiche nutrizionali sono responsabili di numerose patologie dell’anziano e alterazioni per eccesso o per difetto delle abitudini alimentari e influiscono significativamente sui processi di invecchiamento.

Il mantenimento del peso corporeo corretto durante la propria vita ritarda in modo significativo i processi di invecchiamento; la presenza di obesità determina di per sé la comparsa di comorbilità almeno 10 anni prima rispetto a quanto avviene in presenza di normale

peso corporeo. Nell’anziano poi, soprattutto nel grande anziano, i meccanismi omeostatici alla base del senso di fame e sazietà si alterano significativamente. Con l’età, anche il fabbisogno di alcuni nutrienti, micro-nutrienti e vitamine si modifica, così come il loro [Continua...]


A PROPOSITO DI STABILITÀ

ANCHE NELLE SCELTE TELAISTICHE IL DNA DI UN SOLLEVATORE TELESCOPICO SI DIFFERENZIA DA QUELLO DI UN TRATTORE. a cura di Eugenio Valsoaney

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el mondo automobilistico la sospensione è un elemento fondamentale ed altamente sviluppato per garantire il confort di guida ed una buona tenuta di strada. Nell’evoluzione dell’automobile si è passati dal classico ponte rigido, ancora presente su alcuni veicoli industriali, alla più evoluta sospensione multilink o al quadrilatero alto passando per il ponte DeDion e per lo schema McPherson.

Fondamentalmente la sospensione ha il compito di assorbire e smorzare le sollecitazioni che la ruota incontra durante il moto del veicolo, di mantenerla saldamente ancorata al telaio e perpendicolare al terreno. Quest’ultima caratteristica è importante per garantire l’assetto della macchina e la sua tenuta di strada. Analogamente, nel mondo delle mac-

chine operatrici e dei trattori agricoli i ponti, con il loro ancoraggio al telaio, assumono un ruolo fondamentale per la trazione del mezzo e per la stabilità nel sollevare e movimentare carichi. Il ponte è costituito dalle ruote e dalla struttura che lo collega al telaio assieme agli organi di trasmissione del moto. Se questi organi sono assenti allora il ponte prende il nome di assale. Le macchine operatrici [Continua...]


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L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.

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