Sedicesimo Notiziario sulla Sicurezza Settembre-Ottobre

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Anno IX | numero 5 Settembre | Ottobre 2017 ISSN 2283-9356

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Anno IX | numero 2 Marzo | Aprile 2017 ISSN 2283-9356

Anno IX | numero 3 Maggio | Giugno 2017 ISSN 2283-9356 | Spedizione in abb. postale Poste Italiane Spa Sped in abb postale d.l. 353/2003 (conv.in l. 27/02/2014 n.4) art.1 comma 1 lom/mi 5488 | | Prezzo € 12,00 Abb. annuale € 60,00 |

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Direttore Responsabile Gaspare Vannicola (gaspare.vannicola@vmreditrice.it)

Rubriche Fisse

Coordinatore Editoriale Cinzia Bianchi (cinzia.bianchi@vmreditrice.it)

Anticaduta

Sicurezza Impianti

Alberto Pincigher Responsabile Comitato Tecnico Scientifico ALV. Associazione Linea Vita

Adriano Paolo Bacchetta Coordinatore network Spazioconfinato.it

Antincendio

Psicologia del Lavoro

Sicurezza Macchine Agricole

Fernando Cordella Presidente A.N.P.P.E. Vigili del Fuoco

Piergiorgio Frasca Psicologo del lavoro e delle organizzazioni

Paolo Peretti Centro Formazione e ricerca Merlo

Sicurezza nelle scuole

Sicurezza Macchine

Monica Mioccio

Massimo Granchi Christian Trinastich MTM Consulting s.r.l. società unipersonale

Redazione (redazione@vmreditrice.it ) Marco Reina, Noemi Olivo, Monica Mioccio, Cinzia Bianchi Comitato Tecnico-Scientifico (rts@vmreditrice.it) Ing. Bacchetta Adriano Paolo, Arch. Cordella Fernando, Dott. Frasca Piergiorgio, Ing. Granchi Massimo, Dott. Peretti Paolo, Ing. Pincigher Alberto, Ing. Romeo Mario, Ing. Vannicola Gaspare Progetto grafico e impaginazione grafica@vmreditrice.it irene.molin@vmreditrice.it Vmr Editrice Srls

Medicina del Lavoro Giovanna Pirana Polo Chirurgico Confortini

Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro Mario Romeo S.I.A. Srl Dirigente Nazionale UIL

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Sommario 13 IL MINISTRO MARTINA:

LA FIERA DI SANT’ALESSANDRO UN APPUNTAMENTO STRAORDINARIO PER IL NOSTRO TERRITORIO.

14 UN CONCENTRATO

TECNOLOGICO D’ECCELLENZA, ORA ANCHE A 4 CILINDRI.

23 SULLA FORMAZIONE

E LE ANOMALIE DI FUNZIONAMENTO DELLE ATTREZZATURE.

27 RISCHI PER GLI ADDETTI

4 5

Dispositivi di ancoraggio per lavori in quota | Alberto Pincigher

15 Formazione sulla Sicurezza sul Lavoro | Mario Romeo

29 Sicurezza degli impianti nelle scuole | Monica Mioccio

32 Antincendio | Fernando Cordella

35 Spazio Confinato | Adriano Paolo Bacchetta

AL MAGAZZINAGGIO.

53 DIGITAL&BIM ITALIA 2017.

L’editoriale

41 Psicologia del Lavoro | Piergiorgio Frasca

44 Sicurezza Macchine | Massimo Granchi

56 Medicina del Lavoro | Giovanna Pirana

60 Formazione e Ricerca | Eugenio Valsoaney


L’editoriale Buongiorno a tutti care lettrici e cari lettori, In questo editoriale vista la nostra partecipazione alla fiera Digital-Innovazione a bologna il 19-20 Ottobre vorrei rivolgervi un invito a parteciparvi per ritirare la nostra rivista gratuitamente presso il nostro stand. Oggi focalizzerò la mia attenzione sugli incendi di natura elettrica. È stato pubblicato dal NIA Nucleo investigativo antincendi dei Vigili del Fuoco un volume sugli incendi negli edifici civili. Casi e prove sperimentali, per un’analisi di ciò che può accadere nei luoghi che ospitano abitualmente apparecchi e impianti elettrici ed elettronici. Case, luoghi di lavoro e di intrattenimento. “L’utilizzo quotidiano dell’energia elettrica, per via della sua scontata e necessaria presenza, viene spesso sottovalutata come causa o effetto di un incidente. La corrente elettrica può essere molto pericolosa, specialmente in un ambiente dove è facile andare incontro ad errori, spesso anche banali, ma che possono portare a conseguenze molto gravi per la sicurezza nostra e di chi ci sta attorno”. In Italia avvengono ogni anno negli edifici civili tra i 50.000 e i 30.000 incendi e una parte considerevole di questi, tra il 10% e il 20% può essere ricondotta a cause elettriche. Scopo del volume pubblicato dal Nia è fornire indicazioni scientifiche, dettagliate, per l’interpretazione dei segni prodotti dagli incendi di natura elettrica, per indagare e quindi risalire alla causa dell’evento. Si tratta di un volume estremamente tecnico, che passa in rassegna le modalità di origine e propagazione di un evento, i segni elettrici elettrical patterns, i metodi di indagine, le prove sperimentali, presentando quindi casi reali affrontati dal Nia, come incendi non avvenuti per cause elettriche, un incendio nato da un frigorifero, un incendio in una scuola. Anche in questo settore come fare prevenzione? La sicurezza non è un costo ma un investimento, incentiviamo le imprese lungo questa linea di confine. Gaspare Vannicola Direttore Responsabile


ANTICADUTA

FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO PER ADDETTI AI LAVORI IN QUOTA a cura di Ing. Alberto Pincigher

I

lavori in quota rappresentano sia a livello statistico e sia di percezione collettiva, una delle attività con il maggior rischio di infortunio o morte in ambito lavorativo. L’attuazione di misure di prevenzione e protezione in certi casi si scontra con le esigenze sempre più pressanti di rapidità ed economicità del lavoro da eseguire. Specie nelle fasi di manutenzione o interventi su edifici esistenti diventa a volte complicato e complesso pianificare misure adeguate perché in precedenza non erano stati presi dovuti accorgimenti. La definizione di lavoro in quota (fig.1) è contenuta nel D.Lgs. 81/08 nell’articolo 107 “Definizioni”:

1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente capo si intende per lavoro in quota: attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile. Si precisa che questa è una definizione normativa in quanto cadute da altezze anche leggermente inferiori ai 2 metri potrebbero comportare dei danni, anche se non rientranti nella definizione di lavoro in quota. Pertanto oltre ai “lavori in quota” oggetto della definizione, il datore di lavoro e le varie figure della sicurezza è bene che mantengano alta sensibilità anche su quelle attività che comportano l’uso di

scale o di altri strumenti che potrebbero provocare la caduta da altezze inferiori ma con esiti comunque dannosi per i lavoratori. Gli obblighi per il datore di lavoro in merito ai lavori in quota sono contenuti nell’articolo 111 del D.Lgs. 81/08 “Obblighi del datore di lavoro nell’uso di attrezzature per lavori in quota”: 1. Il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri: a) priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; b) dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi. 2. Il datore di lavoro sceglie il tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell’impiego. Il sistema di accesso adottato deve consentire l’evacuazione in caso di pericolo imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati, passerelle e viceversa non deve comportare rischi ulteriori di caduta. 3. Il datore di lavoro dispone affinché sia utilizzata una scala a pioli quale posto di lavoro in quota solo nei casi in cui l’uso di altre attrezzature di lavoro considerate più sicure non è giustificato a causa del limitato livello di rischio e della [Continua...]


La nostra missione:

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Sede operativa: Via Doberdò 22, 20126 Milano Tel/Fax +39 02.89055936 segreteriasoci@lineavita.org www.lineavita.org

L’Associazione Linea Vita è un’Associazione No-Profit che si prefigge lo scopo di divulgare informazioni corrette e fornire formazione adeguata in rispetto alle norme tecniche preposte in materia di sicurezza sul lavoro, ed in particolar modo in difesa degli operatori sottoposti al pericolo di cadute dall’alto durante la loro attività.


Modulo di iscrizione 2017

da inviare via email a segreteriasoci@lineavita.org oppure via PEC mail.alv@pec.lineavita.org N............................................................................................................................................................................................................................ OM E C OG NOM E C............................................................................................................................................................................................................................ F P ROFE SSIO NE T ............................................................................................................................................................................................................................ I T OLO D I S T U D IO C TT P . ............................................................................................................................................................................................................................

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M ODALITÀ DI PAGA MENTO B O NIfi CO Conto corrente bancario UNICREDIT Iban: I T 4 2 V 0 2 0 0 8 1 1 1 1 0 0 0 0 0 4 0 5 3 9 9 6 2 Informativa ai sensi D.Lgs 196/2003 I dati personali contenuti nella scheda verranno trattati in forma elettronica e cartacea. L’interessato può esercitare tutti i diritti previsti ai sensi della Legge 675/96 e D.Lgs. n. 196/2003, quali il diritto di aggiornare, rettificare od anche cancellare i dati.


FORMAZIONE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO

INFORTUNIO DEL LAVORATORE INTERINALE: QUALI RESPONSABILITÀ a cura di Sia Ingegneria

S

entenza della Corte Suprema di Cassazione Sez. 4, sentenza n. 11432 del 9 marzo 2017 chiamata a giudicare sulle responsabilità correlate ad un infortunio occorso ad un lavoratore interinale. Il Caso Il lavoratore R.C. veniva incaricato di manovrare un macchinario privo delle necessarie misure di sicurezza ed a causa di ciò restava con la mano incastrata negli

ingranaggi, riportando gravi lesioni personali. In primo grado, il competente Tribunale dichiarava G.E., nella sua qualità di direttore dei lavori (nonché presidente del CDA della società datrice di lavoro), responsabile del reato di cui all’art. 590 commi 1, 2 e 3 del codice penale per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia e in particolare nella violazione della normativa antinfortunistica ed in particolare degli artt. 36 e 37 del D.Lgs. 81/08.

Confermata la condanna ad opera della Corte d’Appello, G.E. proponeva ricorso per Cassazione, deducendo in particolare l’erroneità dell’assunto sulla carente formazione del lavoratore infortunato sulla base della mancata sottoscrizione dei moduli attestanti l’avvenuto addestramento e affiancamento ad un collega esperto, atteso che, secondo il ricorrente, il dato non sarebbe stato comparato con le risultanze delle deposizioni testimoniali, che dimostravano la circostanza che i lavoratori [Continua...]


SAIE SAIE

Salone Salone delladella nuovanuova industrializzazione edilizia eedilizia del territorio industrializzazione e del territorio SAIE Salone della nuova industrializzazione edilizia e del territorio

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Tradizione & innovazione: verso Costruzioni 4.0

Tradizionedella & innovazione: Salone nuova verso Costruzioni 4.0 industrializzazione edilizia e del t Il mercato delle costruzioni è in una fase di trasformazione. Non solo prodotti e tecnologie ma anche servizi per l’ambiente costruito. Tutta la filiera delle costruzioni sta vivendo questa fase di transizione verso nuovi mercati e nuove modalità di produzione.

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ANTINCENDIO: IN VIGORE LE NUOVE NORME DI PREVENZIONE PER LE SCUOLE a cura di Fernando Cordella - Presidente A.N.P.P.E. VV.F

È

stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.197 del 24 agosto 2017 il Decreto del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2017 Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche, ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, decreto che riporta le nuove norme tecniche che potranno essere applicate nelle attività sia esistenti che di nuova realizzazione. Le strutture interessate dalla regola

tecnica sono quelle indicate dal numero 67 dell’allegato I del decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151 ad esclusione degli asili nido: “scuole di ogni Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti”. Sono inoltre escluse scuole aziendali e ambienti didattici che si trovano all’interno di attività non scolastiche. Ricordiamo che l’applicazione “prestazionale” è facoltativa e può essere utilizzata dal progettista in alternativa

alle norme precettive disposte dal DM 26 agosto 1992. Nulla vieta, nel caso gli occupanti siano meno di 100, di fare riferimento alla norma appena emanata. Sono esclusi dal campo applicazione le scuole aziendali e ambienti didattici ubicati all’interno di attività non scolastiche per le quali, comunque, le presenti norme possono costituire un utile riferimento. L’applicazione “prestazionale” è facoltativa e può essere utilizzata [Continua...]


SICUREZZA DEGLI IMPIANTI NELLE SCUOLE

FORMAZIONE NELLA SCUOLA ALLA SICUREZZA a cura di Monica Mioccio

L

e scuole forniscono ai propri studenti durante il ciclo scolastico la formazione in materie di salute e di sicurezza sul lavoro secondo le norme stabilite dal Decreto legislativo 81/08 e secondo l’accordo CSR del 21/12/11 valido per il credito formativo , per l’alternanza scuola-lavoro , per le attività dei tirocini formativi e per le iniziative di orientamento e per l’accesso al mondo del lavoro. Gli scopi della formazione sono vari come trasmettere contenuti generali e specifici sulla materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in base alle normative vigenti, sviluppare nei giovani la cultura della sicurezza, far comprendere l’importanza del rispetto delle procedure sulla sicurezza all’interno dell’azienda, insegnare i diritti e doveri dei soggetti che operano in un’azienda, far conoscere sia gli organi di controllo e di vigilanza,

sia i rischi presenti nei vari settori nei quali agiscono le aziende e le misure di prevenzione e di protezione realizzabili, accrescere negli studenti tutte le abilità necessarie di vita e di lavoro ed infine renderli consapevoli dei propri comportamenti negli ambienti di lavoro. Ciascuna scuola interessata ad aderire al protocollo deve comunicare per iscritto la propria partecipazione all’ufficio scolastico territoriale (UST) all’ASL competente per territorio e al comitato centrale ex art. 7 Decreto legislativo 81/08. La formazione generale trasmessa dalle scuole rappresenta un “credito formativo” utilizzabile sia nei percorsi di alternanza scuola-lavoro sia nei tirocini formativi e nelle iniziative di orientamento in veste di soggetto identificato col lavoratore, sia all’ingresso formativo nel mondo del lavoro sia alla fine del

ciclo scolastico. La formazione ha una durata minima di 4 ore e si esplica durante tutte le ore curriculari di lezione e deve essere completata entro il primo biennio di ogni indirizzo scolastico e costituisce un credito formativo permanente senza che occorrano delle integrazioni specifiche da parte delle aziende. Tale formazione specifica deve trasmettere contenuti relativi ai rischi infortuni, ai meccanismi generali ed elettrici, alle macchine, alle attrezzature, alle cadute dall’alto, ai rischi di esplosione, ai rischi chimici, ai rischi cancerogeni, biologici, fisici e ai contenuti di rumore, alle vibrazioni, alle radiazioni , al microclima, all’illuminazione, ai videoterminali, al DPI e concetti di organizzazione del lavoro e dello stress conseguente. La formazione , inoltre, deve insegnare nozioni di movimentazione manuale carichi, movimentazioni merci, di segnaletica, di emergenza , procedimenti di sicurezza con riferimento al rischio specifico, procedure di esodo e di incendi ed infine procedure organizzative per il primo soccorso e incidenti mancanti. La formazione trasmessa dalla scuola si considera completa solo se sono stati trasmessi tutti questi contenuti elencati e se sono soddisfatti i tempi di durata minima stabiliti dall’accordo del decreto CSR 21/12/2011. D’altra parte, l’azienda ha il compito di formare lo studente in base ai rischi nella misura minima di 2 ore per azienda a rischio basso, 3 ore per aziende a rischio medio e 4 ore per aziende a rischio alto garantendo la durata della [Continua...]


I SEGNALI GESTUALI, COMUNICARE CON I GESTI. a cura di Eugenio Valsoaney

È

parte della quotidianità il dover comunicare in cantiere, in azienda o in altri ambiti lavorativi con la impossibilità di utilizzare la parola. La comunicazione verbale, sia per la distanza tra le persone che per il rumore ambientale o per altri motivi, quali ad esempio la non conoscenza della lin-

gua, spesso non è efficace. Per questo da tempo il linguaggio dei segni nel mondo del lavoro è diventato uno strumento di comunicazione condiviso e necessario quando non sia possibile utilizzare altri sistemi. Un segnale gestuale è un metodo di

comunicazione che usa braccia e mani per impartire istruzioni a distanza. Le istruzioni devono essere semplici, univoche (cioè non confondibili con altre) ed universali, ovverossia indipendenti dalla lingua di chi li trasmette e li riceve. La maggioranza dei gesti hanno lo stesso significato a livello [Continua...]


SPAZIO CONFINATO

Analisi degli incidenti nei silos per la conservazione di prodotti sfusi. Parte Seconda a cura di Adriano Paolo Bacchetta

P

roseguendo nella disamina degli incidenti occorsi all’interno dei silos (o sili), dopo aver analizzato il problema della presenza di organi meccanici, ci occuperemo ora degli incidenti che hanno avuto come causa il distacco del materiale incoerente presente all’interno e conseguente seppellimento (o engulfment). Nel 2005, a Urgnano (BG) un addetto stava lavorando all’interno di un silo di una ditta di mangimi per verificare il funzionamento del sistema elettronico di centrifuga di uno dei quattro silos di stoccaggio della ditta che si era inceppato. L’operaio, secondo la ricostruzione, sarebbe entrato nel silo che conteneva farro, passando dalla portella laterale utilizzata per le ispezioni interne e, malauguratamente, scivolò al centro del silo rimanendo sepolto da un grosso quantitativo di farro. Nel 2010, a Cerignola (FG) un operaio è morto travolto dal prodotto in un silo contenente grano duro. Sembra che mentre era intento alla pulizia delle pareti del silo di acciaio, sia caduto all’interno della parte terminale troncoconica del contenitore e quindi, è stato sepolto dal materiale distaccatosi dalle pareti. Nel 2014 a Ostuni (BR) un operaio è sprofondato in un silos pieno di brecciolina rimanendo seppellito fino alla vita: una mossa sbagliata e sarebbe stato travolto da una colata di materiale inerte. Grazie all’intervento dei VV.F, l’operaio è uscito illeso dal silo. Come si può vedere, anche in questo caso è possibile riscontrare una matrice comune per gli accadimenti. Nell’articolo prece-

dente, avevamo evidenziato come denominatore comune dei casi analizzati il mancato blocco degli organi di lavoro interni ai silos. In questo caso, invece, si riscontra l’esecuzione di attività di manutenzione/pulizia in presenza di grandi quantità di materiale incoerente che ha generato il seppellimento dell’addetto. Al fine di meglio caratterizzare questa eventualità, discuteremo due incidenti che sono stati oggetto di procedimento penale. Nel 2004, il Tribunale di Oristano si è pronunciato sulla penale responsabilità del legale rappresentante e amministratore unico della società, nel caso di un infortunio mortale avvenuto nel 1999 nel corso del quale il direttore di stabilimento, insieme a un dipendente, si sono introdotti all’interno del silo n.10 passando attraverso il passo d’uomo situato a circa un metro di altezza dal suolo per eseguire operazioni di pulizia. Da alcuni mesi, come riferito dai testi, il silo era utilizzato per lo stoccaggio di crusca cubettata e, quindi, al suo interno era presente una rilevante massa di materiale – apparentemente - consolidato (a causa della pressione, della temperatura e dell’umidità), che ne impediva il regolare deflusso dall’apposita apertura situata in fondo alla struttura. In particolare, un notevole quantitativo di crusca aderiva alla parete del silos, sino a diversi metri di altezza. Per questo, i due operatori erano entrati all’interno del silo allo scopo di provocarne il distacco dalla parete mediante l’ausilio di rudimentali “lance” in ferro, realizzate all’uopo presso l’officina dello stabilimento, con cui intendevano colpire ripetutamente la

massa di crusca in questione per provocarne il distacco. E’ opportuno precisare che la necessità di liberare rapidamente il silo dal suo contenuto, derivava dal fatto che era arrivato un carico di piselli da riporre nel suo interno e, quindi, il deposito doveva essere svuotato rapidamente. Dopo alcuni minuti dall’inizio delle attività, una notevole quantità di crusca si distaccava improvvisamente dalle pareti del silo e franava addosso al direttore di stabilimento, seppellendolo completamente causandone rapidamente la morte per asfissia meccanica. Il dipendente, che si trovava a una distanza maggiore dal luogo di caduta del prodotto, non era raggiunto dal materiale e quindi, una volta uscito dal silo, chiedeva immediatamente soccorso allertando i VV.F. di zona. La squadra di soccorso, tempestivamente intervenuta sul luogo dell’infortunio, ha però dovuto scavare nella massa di crusca per circa 90 minuti prima di riuscire a raggiungere il corpo senza vita del direttore di stabilimento. Nel corso del dibattito, il testimone oculare ha dichiarato che la sera del giorno dell’infortunio si era introdotto nel silos n. 10 insieme al direttore di stabilimento (da cui riceveva le direttive sul lavoro), per procedere alla pulizia della struttura con delle aste metalliche da utilizzare per staccare la crusca ammassata che aderiva alle pareti. Entrato all’interno del silo il teste, che al momento del fatto indossava scarpe antinfortunistiche e una mascherina protettiva, aveva visto il suo superiore già intento a colpire la crusca con l’asta sopradescritta e si era messo a far defluire con una pala [Continua...]


PSICOLOGIA DEL LAVORO

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE NEGLI ADULTI a cura di Dott. Piergiorgio Frasca

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ormare significa trasmettere delle conoscenze e costruire delle competenze per migliorare le prestazioni delle persone e dei gruppi. Alla base di ogni esigenza di formazione vi è la necessità di produrre un cambiamento ossia di modificare, in senso migliorativo, qualche aspetto della prestazione attuale di un individuo o di un gruppo. Scopo primo della formazione è dunque quello di produrre un miglioramento o un cambiamento delle competenze possedute dai soggetti. Il significato generalmente attribuito alla competenza la indica come un complesso integrato di conoscenze, abilità, atteggiamenti, motivazioni, che permette alla persona di individuare e risolvere in modo efficace e originale i problemi che incontra in un determinato campo. Di fatto una competenza si esprime attraverso il comportamento agito in un determinato contesto. Una competenza non può pertanto prescindere dal contesto che la sollecita. Per questo la competenza, o per meglio dire le competenze possono essere considerate come risultato dell’interazione tra l’individuo ed il contesto in cui esso opera. Le competenze si fondano sulle conoscenze, sulle capacità e sulla motivazione e costituiscono il fattore basilare da cui prende corpo la prestazione. L’insieme formato da conoscenze, capacità, competenze, motivazione e prestazioni è alla base della formazione professionale degli adulti. I concetti di conoscenza e di competenza sono strettamente connessi, essendo la competenza la capacità di utilizzare

delle conoscenze nell’ambito di un determinato contesto professionale allo scopo di rispondere a delle specifiche esigenze di una organizzazione. La conoscenza può invece essere definita come un insieme stabile di saperi e di saper fare acquisiti da un individuo e da esso utilizzabili. Elementi sui quali si fonda in parte una conoscenza sono: • • • • •

le attitudini le capacità la motivazione la memorizzazione le sensazioni

Tramite le conoscenze ed il supporto di esperienza vissute l’individuo è in grado di costruire delle rappresentazioni del mondo reale che lo possono aiutare nel riconoscere gli elementi che caratterizzano un ambiente o una situazione. Le conoscenze costituiscono in sostanza l’asse portante su cui si forma

e si struttura una competenza che si esprime attraverso la prestazione data in un determinato contesto. Una competenza non è pertanto mai indipendente da una attività ed è legata ad un contesto determinato e ad una situazione specifica. Essa consiste nel sapere attivare una serie di saperi e di capacità utili per affrontare in modo adeguato, ossia competente, i problemi posti da un compito o da una situazione. In questo senso una competenza è il condensato di un insieme di saperi di vario genere e di comportamenti strutturati e mobilitati in funzione di obiettivi specifici nell’ambito di situazioni di lavoro. La competenza viene identificata tramite la prestazione espressa in quel determinato contesto e momento, motivo per cui la valutazione di una competenza ed il suo reale esserci può avvenire solo nel momento in cui il soggetto è chiamato ad agire, [Continua...]


Studio Frasca di Dott. Piergiorgio Frasca Servizi di Psicologia del lavoro e sviluppo organizzativo, Formazione e aggiornamento per la sicurezza e salute sul lavoro, Ergonomia

____________________________________________________________________________ Studio Frasca opera da diversi anni nel campo della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni applicata alla prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro offrendo alle aziende servizi qualificati per lo studio e la valutazione dei rischi psicosociali, per l’applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative, per la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I servizi offerti comprendono:         

Servizio di valutazione del rischio di stress correlato al lavoro. Assistenza e supporto alle aziende per la definizione e l’attuazione di strategie personalizzate per la prevenzione, il controllo ed il monitoraggio del rischio di stress da lavoro Servizio di monitoraggio sullo stress lavoro correlato Formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori alla sicurezza e salute sul lavoro e sul rischio di stress correlato al lavoro. Valutazione dei bisogni di formazione e dell’efficacia della formazione attuata Progettazione e realizzazione di attività formative Progettazione e realizzazione di interventi di Behavior Safety (BBS) Valutazione ergonomica delle mansioni e applicazione dei principi ergonomici alle attività lavorative. Valutazione conoscenza e competenza nella lingua italiana per lavoratori stranieri (D.Lgs. 81/08, artt. 36 e 37, comma 13)

Servizio di valutazione, gestione e monitoraggio del rischio stress correlato al lavoro Studio Frasca effettua l’intero ciclo di valutazione, intervento e monitoraggio sul rischio di stress da lavoro come prescritto dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. secondo le modalità indicate dalla Commissione Consultiva permanente (CM del 18/11/2010). Per la valutazione preliminare sono utilizzate specifiche check-list, mentre per la valutazione approfondita dei fattori soggettivi sono utilizzati appositi questionari somministrabili anche on-line. I risultati con la valutazione del rischio riferita ai fattori di rischio del Contesto lavorativo e del Contenuto del lavoro e l’indicazione delle criticità rilevate sono illustrati in una relazione dettagliata e sintetizzati con grafici e tabelle un cui esempio è riportato sotto. Il Servizio viene svolto su tutto il territorio nazionale e su qualsiasi comparto lavorativo, compreso l’ambito sanitario, le costruzioni, la P.A. Di seguito è riportato un esempio di analisi realizzata con il questionario QUERTI SLC.

Test ITALSIC di valutazione della conoscenza e competenza linguistica per lavoratori stranieri In relazione agli adempimenti prescritti dagli articoli 36 e 37, comma 13, del D.Lgs. 81/08 Studio Frasca ha messo a punto il Test ITALSIC espressamente dedicato alla valutazione delle conoscenze e competenze nella lingua italiana con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro. Il Test è di semplice utilizzo e non richiede competenze specialistiche per la somministrazione. Per l’elaborazione dei risultati è utilizzato uno specifico software acquistabile con la prima fornitura del test. Apposite istruzioni guidano l’utilizzatore, ad esempio l’RSPP, in tutte le fasi di impiego. Il Test è acquistabile inviando la richiesta tramite e-mail a Studio Frasca, al quale ci si può rivolgere per ulteriori informazioni. E’ anche possibile la somministrazione del test on line.

Per informazioni sui costi dei servizi, telefonare al n° 348-6507545 o inviare una e-mail all’indirizzo studiofrasca@iol.it . Studio Frasca di Dott. Piergiorgio Frasca è a Monza (20900), via Lecco 88 – Tel. 348-6507545.


Il Rischio Chimico: il rinnovato metodo Inforisk come strumento per la valutazione preliminare del rischio. a cura di Massimo Granchi e Riccardo Bozzo

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’esposizione agli agenti chimici è uno dei rischi maggiormente diffusi quando si parla di attività produttive. Tale materia è oggetto di studi che, seppure in costante evoluzione, fondano le basi su di una elevata e annosa letteratura di carattere medico-scientifico e prevenzionistico. Gli strumenti in mano al Datore di Lavoro per valutare tale tipo di esposizione sono quindi ben collaudati e ben conosciuti anche dagli organismi ispettivi, a tal punto che più enti di carattere territoriale hanno elaborato i propri metodi di valutazione preliminare, allo scopo di indagare la pericolosità dell’esposizione lavorativa ad un tale agente chimico. I recenti interventi in campo internazionale in merito all’etichettatura degli agenti chimici hanno inoltre rinnovato l’attenzione su tale aspetto di salute e sicurezza aziendale. Nel corso dell’anno passato è stato completato poi il processo di rinnovamento di uno dei metodi maggiormente impiegati per la valutazione preliminare del rischio chimico, ovvero il metodo Inforisk, allo scopo di sanare alcuni precedenti buchi rispetto a quanto richiesto dal Testo Unico D.Lgs. 81/2008. Nel corso del presente articolo analizzeremo alcune di queste novità, entrando nel merito del metodo di valutazione preliminare ideato dalla Regione Piemonte. L’importanza delle Schede di Sicurezza (MSDS)

Negli ultimi dieci anni sono state numerose le novità introdotte nella gestione delle attività di fabbricanti e fornitori di agenti e sostanze chimiche. Con l’introduzione del Regolamento REACH e del Regolamento CLP si è voluto armonizzare molti aspetti delle attività correlate alla circolazione di sostanze e agenti chimici, dalla loro formulazione, alla registrazione, alla modalità di comunicazione delle informazioni agli utilizzatori. Tali necessità sono originate dalla considerazione che vi è sempre un maggiore numero di sostanze in circolazione sui luoghi di lavoro e che tali sostanze sono prodotte, commercializzate ed utilizzate in ogni parte del mondo, rendendo così necessaria un’uniformità di trattamento dei vari aspetti che fanno parte della vita di tali sostanze. Il Regolamento (CE) n. 1907/2006 riguarda la registrazione, la valutazione e l’autorizzazione delle sostanze chimiche (REACH), allo scopo di migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti da sostanze chimiche già esistenti e nuove, nonché a censire gli usi previsti ed effettuati di tali sostanze, sia da parte del fabbricante che dell’utilizzatore. Il Regolamento CE 1272/2008, conosciuto come CLP (Classification, Labelling and Packaging), regola e gestisce come il fabbricante deve comunicare tutte le informazioni, comprese quelle di sicurezza, all’utilizzatore, sia tramite la scheda di sicurezza (Material Safety Data Sheet, MSDS), sia tramite l’etichettatura vera e propria del prodotto (pit-

togrammi di pericolo). Da questo documento essenziale partiamo per analizzare la gestione aziendale del Rischio Chimico: la MSDS è infatti parte integrante del prodotto e, come da richiesta del Testo Unico D.Lgs. 81/2008, il Datore di Lavoro deve avere in azienda una scheda di sicurezza aggiornata per ogni prodotto e agente chimico impiegato dai propri addetti, sia esso pericoloso o non pericoloso. Il Testo Unico individua infatti nella MSDS, un po’ come nel Manuale di Uso e Manutenzione per le macchine, lo strumento a disposizione del Datore di Lavoro per formare e informare i propri addetti in merito alle corrette modalità di impiego e stoccaggio, alle azioni da intraprendere in caso di emergenza, alle modalità di smaltimento. Tale documento è inoltre la base per individuare i rischi legati alla sostanza e i limiti di esposizione correlati al suo impiego, ovvero gli elementi principali per impostare la valutazione del rischio di esposizione. La valutazione preliminare del rischio di esposizione L’obbligo del Datore di Lavoro, dopo aver mappato gli agenti chimici, richiesto ed archiviato le relative schede di sicurezza, è quindi quello di valutare il rischio di esposizione. Il primo passo è la valutazione preliminare del rischio, così come identificata del D.Lgs. 81/2008: “ricognizione iniziale finalizzata alla determinazione della presenza di agenti [Continua...]


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DIGITAL&BIM Italia 2017

DIGITAL&BIM Italia 2017 Comunicato stampa

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ette arene tematiche con workshop formativi sulla digitalizzazione delle costruzioni, case history proposte dalla aziende leader del settore e i maggiori esperti a disposizione per illustrare tutto ciò che c’è da sapere sulla digitalizzazione e sul BIM. Sette arene tematiche con workshop formativi sulla digitalizzazione delle costruzioni, con la presentazione di casi studio significativi e di soluzioni innovative proposte dalle aziende leader e dagli specialisti del settore. Sarà questo, insieme alla conferenza internazionale, il fulcro formativo dell’evento DIGITAL&BIM Italia, organizzato da

BolognaFiere e in programma per i prossimi 19 e 20 ottobre 2017, che punta a diventare la manifestazione di riferimento sul tema della digitalizzazione per il settore del mondo del costruito. Grazie al ricco ed articolato programma, DIGITAL&BIM Italia intende intercettare l’interesse di tutte le figure professionali, dai committenti ai progettisti fino ai costruttori e ai gestori del patrimonio e delle reti. I temi delle arene. Si parlerà di Digitalizzazione e protezione sismica e di Digitalizzazione, progettazione e il networking, con particolare attenzione ai progettisti che vogliono saperne di più sull’uso

e l’efficacia del BIM. Digitalizzazione e gestione delle infrastrutture e delle reti impiantistica, geomatica GIS, è il titolo di un’altra sessione dedicata invece a tecnici che gestiscono il territorio e le reti, comprese le aziende di servizio pubblico. Digitalizzazione e restauro, manutenzione, gestione del patrimonio e sostenibilità, con attenzione ai temi del restauro, della sismica e della sostenibilità ambientale e Digitalizzazione e produzione, dedicata alle aziende che si avvicinano ai temi della digitalizzazione per i loro prodotti e al digital manufacturing, con attenzione al rilievo 3D e alla realtà virtuale. Ma anche Digitalizzazione della progettazione [Continua...]


Iperidrosi, le cause a cura di Giovanna Pirana

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l termine “Iperidrosi” definisce una situazione patologica caratterizzata da una eccessiva sudorazione che può essere localizzata e limitata in alcuni distretti cutanei, oppure ubiquitariamente diffusa in tutta la superficie corporea. La sudorazione è un fenomeno necessario per la regolazione della temperatura corporea: la secrezione del sudore, attraverso le ghiandole sudoripare, è mediata e regolata dal sistema nervoso autonomo, in particolare dal sistema nervoso simpatico. In questi pazienti (circa l’1% della popolazione) questa regolazione è alterata, si ha quindi una sudorazione

eccessiva, necessaria comunque a mantenere una temperatura corporea costante. Quando l’Iperidrosi rientra all’interno dei sintomi di una patologia nota viene definita “secondaria”: le situazioni patologiche di più frequente riscontro possono essere l’obesità, la menopausa, l’ipertiroidismo o l’assunzione di terapia ormonale. L’iperidrosi “idiopatica o essenziale” invece, non presenta un’eziologia conosciuta e si presenta molto più frequentemente dell’iperidrosi secondaria: compare nei primi anni di vita o nell’ adolescenza e si protrae per tutta la vita, creando in questi pazienti un notevole imbarazzo

sociale, influenzando anche la loro stabilità emotiva. L’Iperidrosi palmare è, tra tutte le forme di iperidrosi, quella che sicuramente riveste un peso sociale maggiore, essendo le mani molto più esposte di ogni altra parte del corpo, svolgendo un ruolo prioritario nella vita professionale, di relazione e in tutte le attività pratiche di ogni giorno. Questo condizionamento può portare, nei casi più gravi, ad un progressivo isolamento individuale a tal punto da evitare del tutto ogni contatto sociale. Un corretto management della iperidrosi palmare prevede all’inizio la precisa esclusione di un [Continua...]


MALNUTRIZIONE IN ETÀ AVANZATA: L’ “ANORESSIA DELL’ANZIANO” a cura di Giovanna Pirana

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li studi che si occupano di invecchiamento hanno dimostrato che l’introito calorico negli anziani cala col passare degli anni. Tra i 40 e i 70 anni, l’assunzione di cibo si riduce del 25%. Questa importante riduzione nella alimentazione è giustificata solo in parte dalla ridotta attività fisica, e causa quindi spesso calo di peso e malnutrizione. Molte delle condizioni sociali, psicologiche ed organiche che caratterizzano l’invecchiamento sono cause di riduzione dell’assunzione di cibo e malnutrizione. Problemi economici e isolamento sono frequenti, ma anche la depressione è implicata nella perdita di peso più negli anziani che nei giovani. La demenza può causare malnutrizione poiché i pasti sono frequentemente rifiutati. Molte patologie croniche associate alla vecchiaia portano alla perdita di peso mediante un aumento della spesa energetica, ma anche attraverso una soppressione della sensazione di fame. Pazienti con bronchite cronica, ad esempio, subiscono le conseguenze sia della dispersione di energia, dovuta all’insufficienza respiratoria, sia dell’anoressia, causata dai mediatori della infiammazione. Similmente, le neoplasie e lo scompenso cardiaco, causano grave malnutrizione detta cachessia mediante produzione di citochine, tra cui le interleuchine, potenti anoressizzanti. Molti farmaci di uso comune provocano ridotto introito di cibo con meccanismi vari: amiodarone, furosemide, digossina, levodopa, anti-

secretori acidi, antibiotici, antinfiammatori. La malnutrizione ha un impatto drammatico sulla salute dell’anziano, in particolare compromette il sistema immunitario aumentando la frequenza e la gravità delle infezioni, può causare anemia, decadimento cognitivo, osteoporosi, alterazione del metabolismo dei farmaci. La popolazione anziana malnutrita ha un alto rischio di ospedalizzazione, dimissione ritardata e mortalità ed una elevata probabilità di perdere la sua autonomia. Purtroppo fino al 60% dei pazienti che vanno in ospedale hanno problemi di malnutrizione. La cosiddetta “anoressia dell’anziano”, una riduzione dell’introito calorico legata all’età, potrebbe essere uno dei principali fattori di rischio per malnu-

trizione nella popolazione anziana mediante un alterato controllo del senso di fame e sazietà può esserne la causa. Oltre alle cause citate in precedenza, una delle componenti più importanti nel limitare il senso di fame dell’anziano potrebbe essere la parafisiologica alterazione età-correlata delle dinamiche dei segnali che regolano il bilancio energetico e l’introito alimentare. Fisiologicamente i segnali provenienti dalla periferia influenzano il bilancio energetico, sia dopo il pasto che in condizione di digiuno, agendo sui centri ipotalamici della fame e della sazietà tramite soprattutto i mediatori NPY (fame) e POMC (sazietà) (Figura). I segnali di sazietà postprandiali a breve termine, come colecisto [Continua...]

Tabella: possibili strategie per contrastare il calo di peso dovuto ad anoressia



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