Realizzare l’Unione Energetica europea Proposte e raccomandazioni di policy per dare energia alla competitività dell’Europa
Realizzare l’Unione Energetica europea Proposte e raccomandazioni di policy per dare energia alla competitività dell’Europa
La presente ricerca è stata realizzata da The European House - Ambrosetti per conto di Enel. La ricerca si è avvalsa di un Advisory Board composto da: >> Francesco Starace (Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel) >> Simone Mori (Direttore Affari Europei di Enel) >> Joaquín Almunia (Visiting Professor presso la London School of Economics; già Vice Presidente della Commissione Europea e Commissario Europeo alla Concorrenza) >> Vittorio Grilli (Presidente Corporate and Investment Banking EMEA di JP Morgan; Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia – IIT; già Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Italiano) >> Wolfgang Schüssel (già Cancelliere Federale dell’Austria) >> Jorge Vasconcelos (Presidente di NEWES – New Energy Solutions, Portogallo; membro del Consiglio di Amministrazione dell’Agency for the Cooperation of Energy Regulators – ACER; fondatore e primo Presidente del Council of European Energy Regulators – CEER) >> Jean-Arnold Vinois (Advisor sui temi di politica energetica europea presso il Jacques Delors Institute; Direttore Onorario della Commissione Europea - DG Energia; già Direttore per il Mercato Interno dell’Energia presso la DG Energia della Commissione Europea) >> Valerio De Molli (Managing Partner, The European House - Ambrosetti) >> Paolo Borzatta (Senior Partner, The European House - Ambrosetti)
Hanno contribuito ai lavori dell’Advisory Board per conto di Enel: >> Giuseppe Montesano (Responsabile dell’Unità European Energy Policy and Analysis e Project Leader) >> Fabio Bulgarelli (Responsabile dell’Unità European Regulation) >> Davide Puglielli (Senior Analyst, European Energy Policy and Analysis e Project Coordinator)
Il gruppo di lavoro The European House - Ambrosetti è formato da: >> Lorenzo Tavazzi (Direttore Area Scenari e Intelligence e Project Leader) >> Pio Parma (Project Coordinator) >> Umberto Marengo (Analyst) >> Matteo Zaupa (Analyst)
Il gruppo di lavoro The European House - Ambrosetti si è avvalso della collaborazione di Fabio Genoese (Research Fellow presso il Centre for European Policy Studies – CEPS, Belgio; Visiting Professor presso SciencesPo a Parigi).
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REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
Si ringraziano per i contributi e i suggerimenti ricevuti: >> Ronnie Belmans (Presidente della European Smart Grid Technology Platform; Professore Ordinario di energia elettrica e sistemi energetici presso la Katholieke Universiteit di Lovanio; cofondatore del KU Leuven Energy Institute dell’European Energy Institute, Belgio) >> Örjan Brinkman (Presidente del Bureau Européen des Unions de Consommateurs – BEUC; Presidente del Sveriges Konsumenter, Svezia) >> Nicola Ciniero (Amministratore Delegato di IBM Italia) >> Jos Delbeke (Direttore Generale responsabile dell’Azione per il Clima della Commissione Europea) >> Fabio Fregi (Country Manager per l’Italia di Google for Work) >> Dirk Forrister (Presidente e Amministratore Delegato della International Emissions Trading Association – IETA) >> Monica Frassoni (Co-Presidente del Partito Verde Europeo; Presidente della European Alliance to Save Energy – EU-ASE) >> Sergio Garribba (Consulente per le politiche dell’energia presso il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dello Sviluppo Economico; già Direttore Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie presso il Ministero dello Sviluppo Economico; già Professore Ordinario presso il Politecnico di Milano) >> Simon Hill (Vice President Regolatory Affairs EMEA di Opower) con Giulia Gioffreda (Responsabile della Divisione European Union Affairs di Opower) >> Giovanni La Via (Presidente della Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo) >> Stefano Manservisi (Capo di Gabinetto dell’Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune della Commissione Europea) >> Andrei Marcu (Senior Advisor e Direttore del Carbon Market Forum presso il Centre for European Policy Studies – CEPS, Belgio) >> Francesco Profumo (Presidente di IREN; già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del Governo Italiano; Professore Ordinario già Rettore del Politecnico di Torino) >> Dominique Ristori (Direttore Generale della DG Energia della Commissione Europea) >> Carlo Sangalli (Presidente di Confcommercio) >> Agostino Santoni (Amministratore Delegato di Cisco Italia) >> Christof Schoser (Deputy Head dell’Unità “Aiuti di Stato per l’ambiente e l’energia” – DG Concorrenza della Commissione Europea) >> Manuel Szapiro (Membro del Gabinetto del Vice Presidente e Commissario per l’Unione Energetica, Maroš Šefčovič, e Responsabile dei rapporti con le Università e i Think Tank della Commissione Europea) >> Pierre Tardieu (Vice Direttore Affari Pubblici presso la European Wind Energy Association – EWEA) >> Federico Testa (Commissario dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ENEA) >> Frauke Thies (Chief Policy Officer della European Photovoltaic Industry Association – EPIA) >> Patrizia Toia (Vice Presidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, Parlamento Europeo) >> Flavio Zanonato (Membro della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo; già Ministro dello Sviluppo Economico del Governo Italiano). I contenuti del presente rapporto di ricerca sono riferibili esclusivamente al lavoro di analisi e di ricerca, e rappresentano l’opinione, di The European House - Ambrosetti e possono non coincidere con le opinioni e i punti di vista delle persone intervistate. © Enel S.p.A. e The European House - Ambrosetti S.p.A., 2015
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Prefazione
Per delineare il sistema energetico futuro, obiettivi chiari e ambiziosi ci aiutano a definire la direzione da prendere. Nella definizione degli obiettivi in materia di energia e clima, l’Europa ha dato prova di un notevole livello di impegno e determinazione. A tale riguardo, l’obiettivo a lungo termine di decarbonizzare il sistema entro il 2050 è molto chiaro, e con gli obiettivi intermedi – ossia i target al 2020 e al 2030 per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e le emissioni di CO2 – sono state fissate le tappe fondamentali. La decarbonizzazione comporta diversi benefici per l’economia europea: pone l’Europa all’avanguardia nel mercato globale in espansione dei beni e servizi correlati all’energia; contribuisce ad aumentare la sicurezza energetica riducendo la dipendenza dalle importazioni e l’esposizione alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, ed apporta significativi benefici complementari per la salute e l’inquinamento atmosferico. Ma definire qual è l’obiettivo è importante quanto capire come raggiungerlo, il che determina evidentemente se questo sarà effettivamente raggiunto o no. Ed è qui che entra in gioco la Energy Union, o Strategia Quadro dell’Unione Energetica. Lanciata dalla Commissione Europea nel febbraio 2015, la Strategia Quadro è un ambizioso passo in avanti nella giusta direzione per rendere il sistema energetico europeo sicuro, sostenibile e competitivo. Delinea un chiaro piano di azione per fornire una visione coordinata e una profonda armonizzazione delle politiche energetiche e climatiche, cosa di cui l’Europa ha assolutamente bisogno. In questa fase, la Strategia Quadro per un’Unione dell’Energia è ancora soltanto un piano che deve essere messo in atto dagli stakeholder coinvolti. La Commissione Europea ha gettato le basi su cui gli Stati Membri e le altre istituzioni, l’industria e i consumatori finali costruiranno il sistema energetico europeo del futuro. La Strategia Quadro rappresenta l’ultima possibilità per dimostrare il livello di impegno relativamente alle nostre ambizioni condivise, per fare finalmente un salto in avanti. Enel è una delle principali compagnie energetiche in Europa, e come tale è sempre stata in prima linea nel sostenere la roadmap europea in materia di energia e clima. Fin dall’inizio della nostra espansione internazionale, abbiamo sostenuto la piena integrazione dei mercati energetici dell’Unione come strumento per raggiungere gli obiettivi europei in modo efficiente e sostenibile. Anche in base alla nostra leadership ed esperienza a livello globale, intravediamo ora tre principali sfide per il sistema energetico europeo e la sua decarbonizzazione: l’attuazione di una governance europea veramente integrata, il raggiungimento di una struttura di mercato “a prova di futuro” e lo sviluppo delle tecnologie digitali. Tali elementi sono strumentali per spostare il focus e l’orizzonte del settore dal breve al lungo termine, per consentire piani di investimento efficaci nell’ambito della generazione da fonti sia rinnovabili che convenzionali e per integrare efficacemente le fonti di energia in un mercato finalmente europeo. Il rapporto “Realizzare l’Unione Energetica europea. Proposte e raccomandazioni di policy per dare energia alla competitività dell’Europa” elaborato da The European House - Ambrosetti mette in evidenza le ragioni alla base di queste tre sfide e fornisce una serie di proposte per affrontarle in maniera efficace. Mi auguro che questa ricerca offra preziosi spunti ai policy-maker e incoraggi gli altri attori del sistema a intraprendere azioni concrete e a contribuire a plasmare con successo il nostro futuro energetico comune. Francesco Starace Amministratore Delegato e Direttore Generale, Enel
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Per oltre sessant’anni, la cooperazione sull’energia è stata tra gli elementi trainanti dell’integrazione europea. A gettare le basi dell’attuale Unione Europea è stata infatti la Comunità europea del carbone e dell’acciaio; creata nel 1951, l’associazione aveva come obiettivo quello di riunire i Paesi un tempo in conflitto per creare un mercato comune del carbone, la più importante fonte di energia di quel tempo. Oggi, il legame tra integrazione energetica e politica energetica resta critico per il nostro futuro comune. L’Europa è chiamata ad affrontare una sfida senza precedenti: governare la transizione verso un futuro energetico sostenibile e il cambiamento climatico, e – allo stesso tempo – preservare e rafforzare il suo vantaggio competitivo globale. Nuove fonti di energia (come shale oil e shale gas) stanno diventando disponibili e nuove tecnologie stanno trasformando il modo in cui noi, in qualità di privati e aziende, utilizziamo e traiamo benefici dall’energia. Abbiamo quindi bisogno di un impegno a livello europeo che sia all’altezza di questo momento di possibilità senza pari. Le smart grid e le tecnologie digitali possono trasformare radicalmente i tradizionali modelli di business dell’energia, consentendo a nuovi operatori e a nuovi prodotti di competere sul mercato. Sono tanti i risultati già ottenuti. Dagli anni Novanta, l’Unione Europea ha lanciato tre “pacchetti energia” che hanno introdotto riforme radicali. I mercati dell’energia sono liberalizzati, aperti, competitivi e trasparenti come non mai. Eppure, è ancora lunga la strada da percorrere. Senza una forte visione politica non ci può essere una vera integrazione. Le trasformazioni che dobbiamo affrontare devono essere precedute da un importante progresso nelle nostre politiche. Abbiamo bisogno di un nuovo approccio olistico che riunisca la dimensione politica, tecnologica ed economica dell’energia per fare in modo che l’Europa diventi la fonte di energia pulita più competitiva, innovativa e dinamica del mondo. In quanto think tank europeo di primaria importanza, The European House - Ambrosetti ha offerto il suo supporto a Enel per portare avanti questo percorso. Con questa ricerca desideriamo invitare i leader europei a guardare alla politica energetica attraverso una nuova prospettiva che affronti i punti chiave dell’integrazione normativa, senza mai perdere di vista la visione più ampia e lo scenario globale in cui ci muoviamo. La Commissione Juncker ha delineato un ambizioso programma di lavoro per la creazione di una vera Unione Energetica in Europa. Questa ricerca intende contribuire al successo di questo progetto approfondendo alcune delle principali sfide future a livello economico e sociale nel settore dell’energia. È necessaria una migliore regolamentazione del mercato che assicuri che i nostri investimenti si fondino su considerazioni finanziarie e su segnali di prezzo di lungo periodo. Abbiamo bisogno di una governance più efficace e coerente a livello europeo. E abbiamo bisogno di una regolamentazione più innovation-friendly, per sbloccare a pieno il potenziale delle tecnologie digitali in questo settore. Un mercato dell’energia più integrato produrrà importanti benefici per l’Europa: costi minori, investimenti più efficienti e un ambiente più pulito per noi e per le generazioni future. Per concludere, questa ricerca non sarebbe stata possibile senza il prezioso supporto e i consigli di Joaquín Almunia, Vittorio Grilli, Wolfgang Schüssel, Jorge Vasconcelos e Jean-Arnold Vinois, a cui esprimiamo la nostra più profonda gratitudine. Per citare Robert Schuman, “l’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. L’industria dell’energia, i governi e le istituzioni europee devono unire le forze per rendere – ancora una volta – l’energia un driver di integrazione, competitività e solidarietà. Valerio De Molli Managing Partner, The European House – Ambrosetti
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REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
Riflessioni del Comitato Scientifico
Il cambiamento climatico è la sfida più importante e difficile del nostro tempo. “Siamo la prima generazione che subisce gli effetti del cambiamento climatico e l’ultima generazione che possa agire per fermarlo”, ha affermato di recente il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. La competitività è ciò di cui le economie europee hanno bisogno per superare definitivamente la crisi, gettando le basi per un percorso di crescita sostenibile e per migliorare il tasso di occupazione e gli standard sociali. La sicurezza è una condizione necessaria per garantire la stabilità delle nostre società e il supporto dei cittadini alle istituzioni democratiche. La decisione dell’UE sul programma dell’Unione Energetica sarà cruciale per il raggiungimento graduale di questi obiettivi in maniera coerente. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, è indispensabile progredire verso una decarbonizzazione dell’economia basata su fonti rinnovabili e un uso efficiente delle fonti energetiche. Per migliorare la competitività è necessaria la creazione di un mercato unico del gas e dell’elettricità attraverso interconnessioni, norme comuni e incentivi adeguati per gli investitori. E per migliorare la nostra sicurezza esterna, l’Unione Europea deve ridurre la dipendenza dai fornitori esteri a favore di una diplomazia energetica comune a livello europeo. L’Unione dell’energia, insieme al completamento dell’Unione economica e monetaria, al raggiungimento di un mercato unico digitale e all’accordo in merito a una strategia comune sull’immigrazione, è una tappa fondamentale nel processo di integrazione europea, di cui i nostri cittadini devono poter beneficiare nel 21° secolo. Joaquín Almunia Visiting Professor, London School of Economics Già Vice Presidente della Commissione Europea e Commissario alla Concorrenza
Il completamento degli interconnettori strategici tra i 28 Stati Membri europei e con i Paesi terzi limitrofi è al centro dell’Unione Energetica. Lo sviluppo delle infrastrutture e la promozione di iniziative di efficienza energetica rafforzerà l’allocazione energetica e la sicurezza delle forniture in Europa. Questo richiederà nei prossimi anni un impegno verso gli investimenti rilevante e di natura paneuropea. Poichè si attende una continua crescita della domanda di infrastrutture nel settore delle utility in Europa, il risk appetite di chi investe in questo tipo di progetti resta alto. L’interesse degli investitori istituzionali nelle infrastrutture legate all’energia è aumentato in modo significativo in Europa e a livello globale: il settore delle utility attira il 65% del capitale finanziario per le infrastrutture impiegato a livello globale, e il 45% delle operazioni globali sulle infrastrutture nel 2014 è avvenuto in Europa. La base degli investitori in infrastrutture si sta ampliando e diversificando sempre di più (fondi bancari, private equity, fondi sovrani, fondi pensione, ecc.). I fondi per le infrastrutture stanno esplorando transazioni più complesse e audaci, mentre gli investimenti di minoranza in ambito infrastrutturale sono diventati sempre più diffusi nel settore dell’energia. Una forte spinta per l’aumento delle reti di infrastrutture per l’energia all’interno dell’Unione Europea è offerta dal Piano Juncker per gli investimenti, volto a rendere gli investimenti infrastrutturali su larga scala meno rischiosi per gli investitori privati. Circa 240 miliardi di Euro su 315 dovrebbero essere mobilitati nel periodo 2015-2017 nel settore digitale, dell’energia e delle reti di trasporto. Una rapida implementazione del Piano Juncker offrirà la possibilità di fare leva sulle risorse per finanziare grandi progetti infrastrutturali e iniziative di efficienza energetica che sono essenziali per la competitività dell’Europa e, di conseguenza, per la crescita economica. Vittorio Grilli Presidente Corporate and Investment Banking EMEA, JP Morgan Già Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Italiano
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Un mercato europeo comune dell’energia è una delle idee migliori per completare il nostro mercato unico comune per una serie di motivi politici, economici e strategici: >> Politici: per i prossimi decenni l’UE continuerà a importare grandi quantitativi di fonti fossili, come petrolio, gas naturale e carbone (l’Europa dipende dalle importazioni per il 53% dei consumi). La maggior parte delle importazioni provengono da Paesi afflitti da guerre, disordini politici e regimi autocratici. Parlare con una “unica voce” permette all’Unione Europea di esercitare una maggiore influenza nello scenario globale. >> Economici: le importazione di energia dell’UE ammontano annualmente a circa 400 miliardi di Euro. Per i prossimi dieci anni è necessario un nuovo investimento di 250 miliardi di Euro per la produzione e trasmissione di energia. Per alcune industrie importanti, l’accessibilità dei prezzi dell’energia rappresenta una condizione necessaria per poter rimanere in Europa in quanto i principali concorrenti offrono tariffe molto più vantaggiose (ad es., U.S. 1/3 gas). >> Strategici: è in arrivo un cambiamento epocale nel settore energetico futuro. Fenomeni come fratturazione idraulica, crescita delle fonti rinnovabili, e-mobility, prosumer, smart grid e smart home, ecc. richiedono un’eccellente regolamentazione, standardizzazione, mercati aperti, e tariffe, prezzi e sussidi comparabili. Le conseguenze sono evidenti: meno sovranità nazionale, assenza di azioni unilaterali (come l’Energiewende in Germania), più trasparenza, uno scenario che favorisca gli investimenti, discussione e accettazione a livello di opinione pubblica. Wolfgang Schüssel già Cancelliere Federale dell’Austria
Sono due i motivi principali per cui è necessario un urgente ripensamento della regolamentazione dei mercati europei dell’elettricità e del gas naturale: uno quantitativo e uno qualitativo. E per farlo occorre affrontare due grandi ostacoli: uno istituzionale e uno concettuale. Lo scopo della liberalizzazione e regolamentazione dei mercati energetici europei era quello di far fronte alle attese di un aumento della domanda di energia. Difatti, nel decennio che ha preceduto la liberalizzazione, ovvero tra il 1980 e il 1990, il consumo totale di energia primaria in Europa è cresciuto del 10,6% (IEA). Successivamente, nell’UE-28, la domanda è cresciuta solo del 3,6% tra il 1990 e il 2000 e del 2,0% tra il 2000 e il 2010; dal 2006 la domanda di energia a livello europeo è in diminuzione: nel 2013 si è registrata una flessione dello 0,9% rispetto ai livelli del 2006 (Eurostat). Questo è in linea con “l’obiettivo europeo di risparmiare il 20% del consumo totale annuo di energia primaria entro il 2020”, stabilito nel 2007. Regolamentare le infrastrutture per l’energia con lo scopo di promuovere un’ulteriore riduzione della domanda energetica non equivale a regolamentare queste infrastrutture a fronte di uno scenario caratterizzato da una domanda di energia stabile o in crescita. Nel frattempo, la struttura della generazione e della domanda di elettricità è cambiata notevolmente e si prevede che nel prossimo futuro cambierà a un ritmo ancora più sostenuto. Incentivare la transizione verso nuovi sistemi dell’energia elettrica basati su un uso massiccio di produzione intermittente, una domanda flessibile, diversi metodi di stoccaggio e nuove modalità di gestione richiede un quadro regolamentare completamente diverso. Senza una adeguata autorità regolamentare a livello europeo non è possibile realizzare il mercato interno dell’energia. È necessaria una riforma istituzionale per consentire la trasformazione dell’attuale “Agenzia per la Cooperazione fra i Regolatori Nazionali dell’Energia” in una nuova “Agenzia per la Regolamentazione dei Mercati dell’Energia”. Per trasformare un gruppo di regolatori nazionali gestiti dalla Commissione Europea in una autorità “al di sopra” delle autorità di regolamentazione nazionali che sia indipendente dalla Commissione Europea è necessaria una forte volontà politica. Infine, serve un pensiero innovativo per reinventare – allo stesso tempo – la governance multilivello dei mercati e dei sistemi energetici, la relativa architettura istituzionale multilivello della regolamentazione energetica e il quadro concettuale e strumentale dei regolatori dell’energia. Tuttavia, data la crescente sofisticazione dei mercati dell’energia, la crescente convoluzione delle politiche europee e la crescente complessità delle modalità di interfaccia, non si tratterà di un compito semplice. In questo contesto, vale la pena ricordare le parole indirizzate dal Presidente Theodore Roosevelt al Congresso degli Stati Uniti nel dicembre 1905 per chiedere l’istituzione di una regolamentazione indipendente ed efficace: “Chi
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REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
si oppone alla regolamentazione del governo si sofferma sulle difficoltà che si incontreranno e sulla natura complicata e contorta del problema. Questa argomentazione è ragionevole. […] Tuttavia, mentre riconosco pienamente le difficoltà in questo senso, non ammetto minimamente che questi problemi ostacolino i nostri sforzi volti ad assicurare un sistema saggio e giusto”. Jorge Vasconcelos Presidente, NEWES Fondatore e primo Presidente, CEER
L’Unione Energetica è un progetto unico e necessario che si basa su un approccio olistico all’energia e al clima per il bene di tutti i cittadini e dell’intera economia. Dopo cinquant’anni di riluttanza da parte degli Stati Membri di valutare una politica dell’energia europea – nonostante il Trattato costitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio e il Trattato Euratom degli anni ’50 – nel marzo 2007 ha avuto un ruolo decisivo l’istituzione di una politica energetica per l’Europa decisa dal Consiglio Europeo. Lo scopo di questa politica europea è un approvvigionamento energetico sicuro, competitivo e sostenibile e si è tradotta in tre obiettivi del 20% entro il 2020: la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto a quelle del 1990, la promozione delle fonti rinnovabili nell’ambito del mix energetico e il miglioramento dell’efficienza energetica. Nel 2010, è stato inserito nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea l’articolo 194 che è diventato la base legale per un’estesa politica energetica costruita sulla realizzazione di un mercato interno, sulle interconnessioni, un approvvigionamento sicuro, fonti rinnovabili ed efficienza energetica, il tutto con uno spirito di solidarietà. Tuttavia, gli Stati Membri mantengono la piena sovranità di decidere in merito al proprio mix energetico, allo sfruttamento delle risorse naturali e alla tassazione dell’energia. Gli ultimi cinque anni sono stati ricchi di sviluppi, alcuni positivi e alcuni negativi, che hanno riguardato l’integrazione del mercato energetico europeo, con alcune tendenze verso la rinazionalizzazione della politica energetica in nome di un approccio riduttivo e nazionalista per un approvvigionamento sicuro; ciò ha mostrato la mancanza di fiducia da parte degli Stati Membri e un’avversione alla concorrenza. L’Unione Energetica, lanciata nel 2014 dalla nuova Commissione, presieduta da Jean-Claude Juncker e supportata dal Consiglio Europeo, vuole far fronte a queste sfide sostenendo un decisivo passo in avanti verso una vera politica europea climatica ed energetica, spezzando le mentalità “a silos” e assicurando l’uso migliore di tutte le risorse e infrastrutture europee al fine di soddisfare – in egual misura – i consumatori, le famiglie e le imprese. Solidarietà significa unire le forze per eliminare o mitigare le debolezze di ogni Stato Membro per il bene di tutti. Il mercato interno rimane lo strumento migliore per raggiungere l’ottimizzazione delle risorse e delle infrastrutture. Affinché ciò sia possibile è necessaria una governance migliore e meno contraddizioni tra gli obiettivi e le misure nazionali ed europee. Di certo è quindi necessaria una maggiore cooperazione a tutti i livelli e un efficace coinvolgimento degli attori, quali gli operatori dei sistemi di trasmissione e l’Agenzia Europea per la Cooperazione fra i Regolatori Nazionali dell’Energia, e – non meno importanti – dei clienti al fine di ottimizzare la gestione della loro domanda. La trasmissione su lunghe distanze dell’elettricità prodotta dalle migliori fonti rinnovabili e la produzione decentralizzata dovranno svilupparsi nell’ambito di un sistema più intelligente per combinare l’offerta e la domanda e raggiungere i nuovi obiettivi fissati per il 2030 e nel quadro della Conferenza di Parigi sul clima che si terrà a dicembre 2015. È in corso una rivoluzione silenziosa; un quadro europeo chiaro e dinamico dovrebbe portare al successo per tutti i cittadini e per la nostra economia. Questo rapporto è quindi un contributo utile e tempestivo per tutti i soggetti coinvolti. Jean-Arnold Vinois Advisor sui temi di politica energetica europea, Jacques Delors Institute Direttore Onorario della Commissione Europea
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I 10 punti più importanti della ricerca zionali, nei regimi fiscali e nel peso dei costi di sistema che
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generano distorsioni del mercato tra gli Stati Membri. >> Efficienza energetica: sono necessari miglioramenti sui finanziamenti delle iniziative per l’efficienza energetica
L’energia è stata al centro dell’azione legislativa della Com-
(come il risk sharing – la condivisione dei rischi – linee di
missione Europea negli ultimi vent’anni. I tre pacchetti sulla
credito dedicate e il programma on bill repayment, ovve-
politica energetica della Commissione (1996-2009) si sono
ro il ripagamento in bolletta) soprattutto per promuovere
concentrati in particolar modo sulla integrazione e liberaliz-
l’efficienza in settori ad alto potenziale. Inoltre, il quadro
zazione del mercato europeo dell’energia, mentre – a par-
di incentivi per la promozione dell’efficienza energetica
tire dal Pacchetto Clima-Energia del 2009 – l’Unione Europea
non dovrebbe avere eccessive ripercussioni sul costo delle
ha integrato i pilastri dell’energia e della tutela ambientale.
bollette. >> Tutela ambientale: la riforma del sistema europeo di scambio di quote di emissione (European Union Emissions Tra-
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ding Scheme - EU-ETS) e un adeguato quadro competitivo in materia di fonti rinnovabili sono i presupposti per il successo a lungo termine della strategia di decarboniz-
Gli sforzi compiuti in passato dalla Commissione Europea e
zazione dell’UE. Inoltre, la mancanza di un chiaro quadro
dagli Stati Membri hanno portato a risultati significativi.
europeo di incentivi alle fonti di energia rinnovabili
L’Unione Europea sta cercando di ridurre la propria dipen-
(FER) ha generato inefficienze tra gli Stati Membri.
denza dalle fonti convenzionali a favore di una transizione
>> Ricerca e innovazione: nell’Unione Europea permane una
verso fonti rinnovabili e a bassa emissione di carbonio ed
situazione di arretratezza per quanto riguarda lo svilup-
è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati
po delle tecnologie abilitanti fondamentali.
in materia energetica per il 2020-2030.
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4 La Commissione Europea ha rinnovato il proprio impegno
Tuttavia, alcune criticità del settore energetico europeo
politico per una strategia energetica integrata. A febbra-
non sono ancora state affrontate. Tra queste vi sono:
io di quest’anno ha pubblicato una “Strategia Quadro per
>> La sicurezza dell’approvvigionamento energetico: l’UE
un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica
rimane altamente dipendente dalle importazioni di pe-
lungimirante in materia di cambiamenti climatici” che sot-
trolio e gas naturale e dai Paesi ad alto rischio geopoliti-
tolinea un approccio più trasversale, definendo la visione
co. Completare l’integrazione dei mercati, così come raf-
e integrando una serie di ambiti di policy (sicurezza dell’ap-
forzare e pianificare meglio le interconnessioni – anche
provvigionamento, mercato interno dell’energia, efficienza
con i Paesi limitrofi – può aumentare la sicurezza.
energetica, tutela dell’ambiente, ricerca e innovazione) in
>> Mercato interno dell’energia: nel mercato energetico
una strategia unitaria.
all’ingrosso, la mancanza di segnali di prezzo di lungo periodo ha portato a decisioni di investimento inefficaci e, di conseguenza, ad una capacità di generazione elettrica installata non bilanciata in diversi Stati europei. Inoltre, i prezzi al dettaglio dell’energia non sono commisurati
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ai costi e non sono in linea con l’obiettivo di decarboniz-
Per costruire l’Unione Energetica europea è necessario un
zazione a causa di forti differenze nelle scelte politiche na-
approccio olistico. Questo deve prendere in considerazio-
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
ne tutti gli aspetti interessati direttamente e indirettamente dall’energia e le loro relazioni (per esempio, la dimensione esterna della competitività, la politica estera, lo sviluppo delle catene del valore industriali, ecc.). Includere le que-
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stioni chiave riguardanti l’energia nella politica energetica
Per definire un market design coerente con l’obiettivo
dell’UE-28, comprendere le loro relazioni e bilanciare i di-
della decarbonizzazione, proponiamo di:
versi interessi e trade-off (Stati Membri, istituzioni euro-
>> Stabilire una struttura del mercato all’ingrosso che sia
pee, consumatori, operatori dell’energia e nuovi entranti)
in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE e
sono, al giorno d’oggi, la sfida più grande per il successo
con lo sviluppo delle fonti rinnovabili, anche attraverso
dell’Unione Energetica europea.
l’adozione di contratti di lungo periodo che offrano segnali di prezzo adeguati alle scelte di investimento e
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disinvestimento nel lungo termine. >> Adottare criteri trasparenti e commisurati ai costi (cost-reflective) per la formazione dei prezzi al dettaglio dell’elettricità per promuovere un maggiore coin-
Sulla base dell’analisi delle criticità relative ai cinque aspetti
volgimento dei consumatori e strutture di prezzo compa-
identificati dall’UE, abbiamo individuato otto proposte e
rabili in tutta Europa.
raccomandazioni di policy per implementare con successo l’Unione Energetica europea. Queste includono raccomandazioni normative, di governance e relative agli strumenti di mercato, e richiedono un’azione su tre livelli: una forte governance europea, una struttura di mercato (market de-
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sign) coerente con l’obiettivo della decarbonizzazione e una
Per adottare una regolamentazione smart per investi-
regolamentazione smart per investimenti smart.
menti smart, proponiamo di: >> Promuovere una nuova normativa per la digitalizzazione del sistema energetico europeo attraverso l’uti-
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lizzo delle smart grid come leve di questo processo. >> Facilitare l’accesso ai finanziamenti per i progetti di efficienza energetica.
Per rafforzare la governance delle politiche e dei mercati
>> Rendere l’Europa il pioniere mondiale nell’applicazione,
dell’energia in chiave veramente europea, proponiamo di:
nella diffusione sul mercato e nell’esportazione di tecno-
>> Armonizzare, ampliare il raggio d’azione e applicare le
logie energetiche innovative.
norme europee con una logica top-down. Per completare il mercato interno dell’energia è necessaria una base normativa e istituzionale europea solida. Infatti, a oggi, l’Unione Europea manca di una forte guida politica e di
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poteri decisionali vincolanti nel settore energetico. >> Accelerare l’integrazione dei mercati anche attraverso
La realizzazione dell’Unione dell’Energia comporterà impor-
meccanismi di cooperazione regionale su diversi aspet-
tanti benefici per l’Unione Europea, i suoi cittadini e le sue
ti dei mercati energetici della UE: dall’istituzione di aste
aziende, a diversi livelli, quali: la competitività (leadership
regionali per le fonti rinnovabili al funzionamento dei si-
tecnologica dell’industria europea dell’energia e dei settori
stemi e alla cooperazione tra gli operatori dei sistemi di
collegati, minori importazioni di combustibili fossili e mino-
trasmissione (Transmission System Operators - TSO).
re dipendenza energetica), la tutela dell’ambiente (mino-
>> Razionalizzare e velocizzare il processo di completamen-
ri emissioni di CO2 con conseguenti risparmi), l’efficienza
to degli interconnettori europei sulla base di analisi
energetica (sviluppo dell’innovazione tecnologica e com-
costi-benefici. Questo permetterebbe un’allocazione più
petitività delle industrie energicamente efficienti dell’UE) e
efficiente e una migliore sicurezza dei sistemi, in quanto
la geopolitica (maggiore influenza geopolitica dell’UE e un
la mancanza di infrastrutture strategiche causa problemi
“soft power” nell’agenda politica globale in tema di energia
a livello interno ed esterno.
e cambiamenti climatici).
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Executive summary
Perché l’Europa ha bisogno di un mercato comune dell’energia e di una politica integrata in materia di energia 1. L’UE si sta muovendo verso il completamento di un mer-
2. L’energia è stata al centro dell’azione legislativa della
cato integrato dell’energia e lo sviluppo di una strategia
Commissione europea negli ultimi vent’anni:
energetica comune. Un quadro comune sull’energia per-
>> I tre pacchetti sulla politica energetica della Commissione
metterà all’Europa di conseguire miglioramenti a diversi li-
(1996-2009) si sono focalizzati in particolar modo sull’in-
velli: geopolitico, di tutela ambientale, di competitività e
tegrazione e sulla liberalizzazione del mercato euro-
di integrazione dei mercati. In particolare, i benefici che
peo dell’energia.
l’Unione Energetica comporterebbe sono i seguenti:
>> A partire dal Pacchetto Clima-Energia del 2009, l’Unione
>> Favorire il passaggio da mercati nazionali a un mercato unico energetico.
Europea ha integrato i pilastri dell’energia e della tutela ambientale.
>> Rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti energe-
Seguendo quando stabilito nel “Piano 20-20-20”, nel 2014
tici e definire delle priorità per le interconnessioni strate-
il Consiglio Europeo ha adottato un nuovo quadro politico
giche necessarie.
con ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione da raggiunge-
>> Integrare le politiche sull’energia e sul cambiamento cli-
re entro il 2030: riduzione almeno del 40% delle emissioni di
matico ed assumere una posizione di leadership nelle ne-
gas ad effetto serra rispetto ai livelli del 1990; copertura al-
goziazioni globali sul cambiamento climatico (per esem-
meno del 27% del consumo finale europeo attraverso fonti
pio, durante la prossima COP21 a Parigi).
di energia rinnovabili (FER); riduzione almeno del 27% del
>> Mantenere e accrescere la competitività delle catene del valore industriali europee.
consumo finale di energia rispetto alle proiezioni. Il quadro al 2030 propone anche un nuovo modello di governance
>> Proteggere i consumatori di energia e incoraggiarli a svolgere un ruolo più attivo e consapevole.
basato su piani nazionali ed una serie di indicatori chiave per valutare i progressi compiuti nel tempo.
Figura 1. Indicatori chiave e obiettivi relativi alla politica europea sull’energia e il clima. Nota: i valori attuali si basano sui dati del 2013 o sugli ultimi dati disponibili. Obiettivo UE
Stato attuale
2020
2030
2040
2050
Riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (% vs. livelli del 1990)
-18%
-20%
-40%
-60%
-80%
Quota di fonti rinnovabili (% dell’offerta totale di energia)
15%
20%
27%
Efficienza energetica (max. Mtoe, consumo primario di energia)
1.567
1.483
1.424
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea ed Eurostat, 2015
12
3. Con la “Strategia Quadro per un’Unione dell’energia re-
di cambiamenti climatici” (pubblicata a febbraio 2015), la
siliente, corredata da una politica lungimirante in materia
Commissione Europea ha delineato un piano d’azione per
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
la sua strategia energetica basato su cinque dimensioni
politica estera, industriale, ecc.). Questo ha provocato alcu-
strettamente correlate e di mutuo sostegno:
ne distorsioni e squilibri nel mercato interno dell’energia.
a. Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia. b. Un mercato interno dell’energia completamente integrato.
5. A partire dalle cinque aree chiave identificate dall’Unione
c. Efficienza energetica come contributo alla moderazione
Europea, abbiamo formulato una serie di proposte e racco-
della domanda di energia.
mandazioni di policy per affrontare le sfide chiave future
d. Decarbonizzazione dell’economia.
dell’Unione Energetica in merito ai seguenti aspetti:
e. Ricerca, innovazione e competitività.
>> Governance (allocazione delle responsabilità e dei poteri
Gli obiettivi e le linee guida contenuti nella Strategia Quadro dell’Unione Energetica forniscono una solida base e hanno il merito di integrare i pilastri dell’energia e della tutela ambientale.
regolamentari e la definizione degli obiettivi tra l’UE e gli Stati Membri). >> Market design (definizione delle regole tecniche e dei criteri in base ai quali i partecipanti al mercato interagiscono).
4. L’Unione Energetica deve affrontare le sfide future adottando un approccio olistico. Infatti le iniziative europee in
>> Infrastrutture (definizione e sviluppo delle infrastrutture-chiave, in quanto fattori di sviluppo dei mercati).
campo energetico hanno finora seguito una logica incre-
>> Ricerca & Sviluppo (strategie per la promozione e il fi-
mentale, ma hanno sofferto la mancanza di un approccio
nanziamento dello sviluppo tecnologico collegato all’e-
esaustivo e coerente, aperto all’aspetto esterno della competitività e capace di includere tutte le prospettive relative all’energia e agli altri ambiti politici connessi (per esempio,
nergia e alla R&S). >> Investimenti e finanziamenti che interessano in maniera trasversale tutti gli ambiti sopra menzionati.
Le nostre proposte e raccomandazioni di policy per implementare con successo l’Unione Energetica europea 6. Un’implementazione di successo dell’Unione energetica
trade-off (Stati Membri, istituzioni europee, consumatori,
europea richiede il bilanciamento tra diversi interessi e
player energetici e nuovi entranti).
Figura 2. Panoramica dei diversi player e interessi che hanno un impatto sull’implementazione dell’Unione Energetica europea.
Energy Union Strategy
Politiche, regolamentazioni e obiettivi dell’UE
Consumatori Empowerment e libertà di scelta Possibilità di vendere l’energia autoprodotta sul mercato
Utility
Stati Membri
Istituzioni europee
Segnali di prezzo di lungo termine per incentivare gli investimenti
Libertà di scelta del mix energetico
Sicurezza energetica
Nuovi Entranti
Integrazione del mercato
Aziende ICT
Rafforzamento dell’ETS e prezzi della CO2 adeguati Stabilità regolatoria Quadro favorevole allo sviluppo delle Smart Grid
Autonomia nella scelta dei fornitori Sicurezza ed efficienza energetica
Efficienza energetica Decarbonizzazione dell’economia
Fornitori di servizi innovativi Aggregatori
Leadership nella R&S
Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2015
13
7. Le nostre proposte e raccomandazioni di policy indicano tre priorità principali che dovrebbero essere al vertice
III. Adottare una regolamentazione smart per investimenti smart.
dell’agenda energetica europea:
Queste azioni includono governance, raccomandazioni
I. Rafforzare la governance europea.
normative e strumenti orientati al mercato, e potrebbero
II. Definire una struttura di mercato coerente con l’obiet-
aiutare l’UE a risolvere le attuali problematiche a favore di un funzionamento efficiente del suo mercato dell’energia.
tivo della decarbonizzazione.
Figura 3. Le principali problematiche dell’Europa relativamente alle cinque dimensioni-chiave dell’Unione Energetica dell’UE.
sicurezza delle forniture Integrazione del mercato e interconnessioni insufficienti Alta dipendenza da importazioni di gas e petrolio Alta quota di importazioni energetiche da Paesi ad elevato rischio geopolitico Elevata differenza nel livello di dipendenza energetica dei diversi Stati Membri
mercato interno dell’energia Prezzi all’ingrosso depressi e mancanza di segnali di prezzo di lungo periodo per gli investitori I prezzi finali non riflettono il costo a causa di differenze tra gli schemi di tassazione nazionali e differenti strutture di prezzo Differenze significative nei prezzi al dettaglio dell’energia
efficienza energetica
protezione ambientale
Mancanza di metriche adeguate (consumo assoluto) Scarsa efficienza energetica nel settore residenziale e nei trasporti Schemi di incentivi finanziari nell’UE che tendono a sostenere soprattutto investimenti su larga scala e barriere ancora significative agli investimenti
ricerca e INNOVAzione
Schema ETS incapace di fornire segnali di prezzo adeguati per investimenti a basse emissioni di CO2
Target quantitativi tendono ad incentivare lo sviluppo piuttosto che l’innovazione e l’efficienza sotto il profilo dei costi
Implementazione delle politiche per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili decentralizzate e non coordinate tra gli Stati Membri
Sovracapacità e margini ridotti all’interno del settore scoraggiano investimenti in nuove tecnologie
Limitata efficienza complessiva, con differenze a livello geografico all’interno dell’UE
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2015
Rafforzare la governance europea Proposta 1. Armonizzare, ampliare il raggio d’azione e applicare le norme europee con una logica top-down 8. Ad oggi, l’Unione europea manca di una forte guida politica e di poteri decisionali vincolanti nel settore energetico. Pertanto, l’UE dovrebbe armonizzare, ampliare il raggio d’azione e applicare la normativa in logica top-down assegnando un forte ruolo di guida alla Commissione Europea, armonizzando le normative nazionali e adottando un approccio top-down circa le future regolamentazioni e
to dei mercati e le capacità operative dei sistemi energetici all’interno della Unione Europea. Ulteriori poteri e responsabilità potrebbero essere assegnati anche alla Rete Europea degli Operatori dei Sistemi di Trasmissione (European Network of Transmission System Operators, ENTSO-E) e alla Rete Europea degli Operatori dei Sistemi di Trasmissione per il Gas (Network of Transmission System Operators for Gas, ENTSOG). Questo dovrebbe andare di pari passo con una gestione sempre più integrata delle operazioni a livello europeo (per esempio, nella definizione di codici di rete).
Proposta 2. Accelerare l’integrazione dei mercati, anche facendo leva sulla cooperazione regionale
decisioni sulle questioni energetiche transfrontaliere.
14
9. In questo contesto – che vede la necessità di avere una
10. L’UE dovrebbe accelerare l’integrazione dei mercati
maggiore certezza e uniformità nel quadro normativo
energetici. Per conseguire tale obiettivo, la cooperazione
dell’Unione Europea e maggiore coordinamento e affi-
regionale ed europea è uno strumento fondamentale che
dabilità – i poteri attualmente conferiti all’Agenzia per la
l’UE dovrebbe sfruttare sotto diversi aspetti, dallo sviluppo
Cooperazione fra i Regolatori Nazionali dell’Energia (ACER)
delle fonti rinnovabili su base regionale alla gestione delle
dovrebbero essere rafforzati per garantire il coordinamen-
reti.
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
11. L’istituzionalizzazione di forme di cooperazione tra Paesi
azioni, quali: la valutazione delle esigenze energetiche
limitrofi e cluster regionali può essere utile come passaggio
dell’Europa e delle modalità per farvi fronte, al fine di de-
intermedio verso un graduale avanzamento nell’agenda
finire chiare priorità infrastrutturali; il coinvolgimento nel
dell’Unione Energetica europea, anche attraverso la condi-
processo decisionale di Paesi terzi (per es., Svizzera, Norve-
visione delle best practice e la creazione di norme comuni.
gia o Tunisia) che hanno un’importanza cruciale per con-
Le azioni suggerite dovrebbero includere: la promozione
seguire gli obiettivi di interconnessione della rete europea;
dell’integrazione di operatori dei sistemi di trasmissione
l’adozione di criteri condivisi e uniformi per la valutazione
(TSO) regionali, o di forme di stretta collaborazione su base
di fonti di approvvigionamento sicure e le effettive esigen-
regionale tra i diversi TSO, per fornire una gestione coordi-
ze di interconnessione.
nata della rete e in tempo reale; istituire aste regionali per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili al fine di consentirne la diffusione in tutta Europa sulla base della disponibilità delle risorse e delle condizioni di congestione della rete; creare borse dell’energia elettrica regionali; definire progetti e iniziative infrastrutturali a livello regionale in collaborazione con Paesi terzi.
Proposta 3. Velocizzare il completamento degli interconnettori europei in base ad analisi costi-benefici
Definire una struttura di mercato coerente con l’obiettivo della decarbonizzazione Proposta 4. Definire un progetto di mercato all’ingrosso coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea 15. Nel corso dell’ultimo decennio, in Europa sono state prese decisioni di investimento significative nel mercato
12. Oggi, il mercato energetico interno europeo si trova
dell’energia, legate non tanto ai bisogni di lungo termine
ad affrontare problemi relativi all’allocazione efficiente
del sistema elettrico, quanto piuttosto a segnali di prezzo
delle risorse e alla sicurezza dei sistemi, in quanto il livel-
di breve termine. Questo ha creato, in diversi Stati Membri,
lo subottimale delle infrastrutture transfrontaliere non
situazioni di sovracapacità o sottocapacità che si sareb-
consente ai mercati caratterizzati da un eccesso di capacità
bero potute evitare utilizzando segnali di prezzo a lungo
produttiva di interfacciarsi con quelli caratterizzati da risor-
termine.
se energetiche più limitate. Da un lato, alcuni progetti di interconnessione hanno un basso ritorno sull’investimen-
16. Inoltre, la crescita di fonti rinnovabili nei vari Stati Mem-
to e lunghi tempi di ammortamento, il che rappresenta un
bri è avvenuta in un contesto di elevata frammentazione
freno per gli investimenti; dall’altro, si riscontra l’assenza
dei sistemi di incentivi creati a livello nazionale che contri-
di volontà politica o addirittura l’opposizione dei governi
buisce a rendere particolarmente complessa la loro integra-
rispetto a specifici progetti.
zione nel mercato a livello europeo.
13. A oggi, ciascun Paese dell’UE-28 ha definito la propria
17. L’UE dovrebbe realizzare un progetto di mercato (market
strategia energetica nazionale. Manca però un coordina-
design) all’ingrosso coerente con l’obiettivo della decarbo-
mento a livello europeo, anche da parte dei TSO, che con-
nizzazione mediante:
sentirebbe di organizzare i singoli piani nazionali all’interno
>> L’adozione di contratti di lungo periodo che offrano
di un insieme sistemico e coerente. Inoltre, il processo de-
segnali di prezzo adeguati per le scelte di investimento e
cisionale per l’identificazione e la selezione dei Progetti di
disinvestimento nel lungo termine, anche avvalendosi di
Interesse Comune (PIC) ha portato alla definizione di nume-
meccanismi idonei (introduzione di reliability option ben
rosi progetti infrastrutturali (a oggi si tratta di 248 iniziati-
definite e implementazione di aste regionali per lo svilup-
ve senza una chiara prioritizzazione).
po di nuove fonti rinnovabili). >> L’introduzione di meccanismi per ridurre il costo delle
14. Pertanto, l’Unione Europea dovrebbe razionalizzare
garanzie per le controparti che potrebbe essere piut-
e velocizzare la realizzazione degli interconnettori eu-
tosto significativo, soprattutto relativamente a forniture
ropei in base ad analisi costi-benefici mediante diverse
più a lungo termine.
15
Figura 4. Investimenti nel settore dell’elettricità nell’UE, 2000-2006 e 2007-2013. 120
100
80
60
40
20
0 2000-2006 Altre rinnovabili
2007-2013
Solare ed eolico
Idroelettrico
Nucleare
Carburanti fossili
Fonte: Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), “World Energy Outlook – Investment Report 2014”
Proposta 5. Adottare criteri trasparenti e cost reflective per la formazione dei prezzi al dettaglio dell’elettricità
>> L’efficace integrazione delle fonti energetiche rinnovabili nel mercato mediante la definizione di mercati in grado di fornire segnali di lungo periodo e di valorizzare adeguatamente la flessibilità. Al di là della definizione dello specifico disegno di mercato, sono necessari a tal
18. Attualmente sussistono differenze significative nella
fine mercati infragiornalieri liquidi, integrati e caratteriz-
struttura dei prezzi al dettaglio dell’energia elettrica nei
zati da tempi di chiusura armonizzati e vicini al tempo
vari Paesi europei. La fissazione dei prezzi al dettaglio dell’e-
reale, e mercati di bilanciamento integrati.
nergia elettrica è influenzata, in particolare, da due compo-
Figura 5. Le diverse componenti dei prezzi dell’elettricità negli Stati Membri europei (%, media per consumatori domestici nelle capitali), 2013.
100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10%
Energia
Network
Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati ACER, 2014
16
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
Tasse (IVA incl.)
Sussidi alle rinnovabili
DK
SE
NO
RO
IT
DE
LV
EE
PT
LT
ES
BE
CZ
FR
NL
AT
SL
SK
FI
PL
HU
LU
BG
HR
GR
CY
UK
IE
MT
0%
nenti: gli oneri di sistema e le tasse. Queste discrepanze generano una distorsione del mercato a livello europeo. 19. Per facilitare il coinvolgimento dei consumatori e promuovere strutture di prezzo comparabili in tutta Europa, l’UE dovrebbe adottare, su scala europea, criteri uniformi e trasparenti, come pure best practice, per la strutturazio-
Adottare una regolamentazione smart per investimenti smart Proposta 6. Promuovere una nuova normativa per la digitalizzazione del sistema energetico europeo
ne delle bollette dell’energia elettrica, in particolare in
20. L’avvento di tecnologie digitali nel settore energetico sta
termini di oneri di rete e componenti fiscali e para-fiscali.
radicalmente cambiando i modelli di produzione e consu-
Inoltre, si dovrebbe avviare una “operazione trasparenza”
mo di energia. La digitalizzazione è già in corso nel settore
in tutti gli Stati Membri, per rendere i prezzi dell’elettricità
energetico, ma sta procedendo lentamente, in particolare
degli utenti finali più trasparenti e cost reflective (vale a dire,
a causa degli investimenti significativi nelle tecnologie ICT
legati ai costi effettivi di generazione, trasmissione e distri-
all’avanguardia richiesti a consumatori e operatori di rete, e
buzione, minimizzando gli oneri non collegati al servizio).
dell’assenza di strumenti normativi. In particolare, le smart
Figura 6. Sistemi di misurazione intelligente (smart metering) in Europa fino al 2020 (contatori installati, piani confermati e previsioni al 2020 - migliaia di contatori).
4.650*
2.600*
1.760* 680* 720* 960* 10.400*
1.920* 1.800*
27.000
5.840* 32.000* 3.600*
Contatori installati 35.000*
Piani confermati
560*
5.920* 3.040 2.320*
Previsione totale al 2020 *- Totale mercato AMI
3.440 1.360*
2.880*
3.040* 23.000*
32.000* 3.440* 245*
Fonte: GTM Research, “The Smart Grid in Europe 2012-2016: Technologies, Market Forecasts and Utility Profiles”, 2011
grid saranno uno strumento chiave e un volano per guidare
sistema elettrico. Le azioni suggerite dovrebbero includere:
la trasformazione digitale del sistema elettrico europeo, ma
la definizione di linee guida da parte della Commissione
le iniziative che coinvolgono tali reti richiedono investimenti
Europea rivolte ai regolatori nazionali per lo sviluppo di fondi
significativi da parte delle aziende del settore (per costruire
e programmi di incentivazione per l’innovazione; l’armoniz-
e/o riprogettare reti elettriche molto estese che spesso risal-
zazione del quadro normativo degli schemi di incentiva-
gono a 40-50 anni fa).
zione e la definizione di misure a supporto della digitalizzazione e della elettrificazione (ad es., sgravi fiscali, prestiti a
21. L’UE dovrebbe andare al di là dell’attuale sistema rego-
tassi agevolati e mutui a fondo perduto); lo snellimento e l’e-
latorio – finalizzato principalmente alla riduzione dei costi
liminazione della burocrazia; la definizione di norme tecniche
– e promuovere, invece, a livello europeo, un sistema rego-
comuni per garantire la comunicazione e interoperabilità
latorio che fornisca incentivi per la digitalizzazione del
tra le varie soluzioni proposte a livello europeo.
17
Proposta 7. Aumentare l’accesso ai finanziamenti per i progetti di efficienza energetica
il 2030, l’Europa necessita di investimenti significativi, in particolare nei settori dell’edilizia e della mobilità. Il settore residenziale è responsabile della quota maggiore del
22. Per raggiungere l’obiettivo di un aumento del 20%
consumo energetico finale europeo nell’UE-28 (40% nel
dell’efficienza energetica entro il 2020 e del 27% entro
2012).
Figura 7. Proporzione del consumo energetico finale per settore nell’UE-28 (%), 1990 e 2012. 40% 35%
34%
32% 26%
26%
4% Edilizia
Trasporti
Industria 1990
3%
Agricoltura
2012
Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Energy Efficiency Financial Institutions Group ed Eurostat, 2015
23. Al fine di rendere finanziabili i progetti di efficienza
mantenere la sua posizione competitiva nel mercato glo-
energetica europei, l’UE dovrebbe promuovere strumenti e
bale e la sua quota di esportazione di tecnologie ener-
meccanismi quali: transparenza, scalabilità e standardizzazio-
getiche. In particolare, l’Unione Europea deve concentrare
ne dei finanziamenti nel settore privato per creare un merca-
l’attenzione sulle tecnologie più coerenti con gli obiettivi di
to secondario di prodotti finanziari per l’efficienza energetica;
decarbonizzazione e su quelle più “vicine” al mercato, al fine
miglioramento del ruolo di linee di credito dedicate (e in parti-
di: riuscire a implementarle su larga scala valorizzando le
colare, prestiti agevolati), attraverso le banche pubbliche con
competenze di R&S dei singoli Stati Membri e consolidan-
lo scopo di aumentare la bancabilità dei progetti; condivisio-
dole a livello europeo, e creare un ponte per la competiti-
ne di best practice relative a meccanismi “on-bill repayment”;
vità (esportazioni verso mercati esteri).
migliore utilizzo da parte di banche pubbliche e banche di sviluppo multilaterali di strumenti di condivisione dei rischi;
25. Pertanto, l’UE dovrebbe concentrare gli investimenti
allocazione di incentivi a fornitori di servizi e prodotti – an-
sulle tecnologie energetiche più innovative e su quelle
ziché solo ai consumatori – al fine di sfruttare i benefici delle
coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione
economie di scala e di apprendimento; standardizzazione e
energetica europea con un maggiore livello di maturità e
promozione di programmi relativi a contratti di rendimento
un più elevato potenziale di mercato, attraverso: l’identifi-
energetico (Energy Performance Contracting, EPC).
cazione e la selezione di un numero limitato di tecnologie chiave; la messa a fattor comune di tutti gli strumenti dispo-
Proposta 8. Rendere l’Europa il pioniere mondiale nell’applicazione, nella diffusione sul mercato e nell’esportazione di tecnologie energetiche innovative
nibili, come pure l’identificazione di un numero limitato di progetti pilota ad alto impatto sulla base di un approccio regionale. L’UE dovrebbe inoltre creare partnership con le economie emergenti per promuovere la transizione energetica digitale e assicurare una crescente quota di mercato
24. Il settore energetico sta attraversando una profonda trasformazione. L’Europa deve restare in prima linea per
18
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
per le relative esportazioni tecnologiche.
Lo scenario del settore energetico in Europa 26. Negli ultimi 20 anni, il consumo di energia primaria è
di ridurre la propria dipendenza dalle fonti convenzionali a
cresciuto in ogni area del mondo fatta eccezione per l’Euro-
favore di una transizione verso fonti rinnovabili e a bassa
pa (tasso di crescita annuale composto, CAGR, pari a -0,1%
emissione di anidride carbonica. A livello globale, nono-
tra il 1994 e il 2014). Il consumo interno lordo nell’Unione
stante il ruolo chiave del petrolio e del carbone nell’ambito
Europea è diminuito costantemente dal 2006 (-9,1% tra
del consumo energetico, le fonti rinnovabili hanno registra-
2006 e 2013), raggiungendo il valore di 1.666 Mtep nel
to la crescita più veloce nel corso degli ultimi due decenni. A
2013: questa tendenza è in parte collegata agli effetti della
oggi, il mix energetico nei 28 Stati Membri dell’UE è molto
crisi economica.
diversificato: 11 Paesi europei mostrano una quota di rinnovabili nel consumo interno lordo totale superiore al 15% del
27. Si prevede un calo del consumo energetico dell’UE a
totale, mentre quelli dell’Est fanno ancora largo impiego di
fronte di un aumento della quota delle energie rinnovabili
combustibili solidi, e 12 Paesi registrano una quota di pro-
nel consumo finale. Infatti, l’Unione Europea sta cercando
dotti petroliferi tuttora superiore al 35%.
Figura 8. Mix energetico nel consumo interno lordo nell’UE-28 (quota in %), 1990 e 2013 (grafico di sinistra). Mix energetico degli Stati Membri europei (quota in %), 2013 (grafico di destra).
12% 14%
1%
2013
4% 12% 1990 38%
33%
27% 18% 17% 23%
Totale prodotti petroliferi
Gas
Combustibili solidi
Nucleare
Rinnovabili
Rifiuti (non FER)
UE-28 BE BG CZ DK DE EE IE EL ES FR HR IT LV LT LU HU NL AT PL PT RO SI SK FI SE UK 0%
20%
40%
60%
80%
100%
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2015
28. L’UE è il più grande importatore energetico del mon-
>> Uno spostamento verso l’energia elettrica per i sistemi
do: nel 2013 ha importato il 53% del proprio fabbisogno
di riscaldamento e raffreddamento (maggiore domanda
energetico, per un valore pari a 400 miliardi di Euro. Sei Sta-
di condizionatori d’aria, diffusione di pompe di calore
ti Membri europei dipendono da un unico fornitore esterno
elettriche) e crescente utilizzo di elettrodomestici nel set-
per la totalità delle importazioni di gas naturale e quindi
tore residenziale e terziario.
sono caratterizzati da un elevato livello di vulnerabilità.
>> Avvento nel mercato dell’energia di nuovi competitor provenienti da diversi settori (ad es., telecomunicazio-
29. Alcune tendenze chiave stanno rivoluzionando il settore
ni, informatica e ICT, ecc.), che forniscono ai clienti solu-
energetico europeo e incideranno sulla implementazione
zioni e servizi innovativi, disintermediando gli operatori
e sullo sviluppo sia dell’Unione Energetica che dei rispettivi attori industriali:
tradizionali. >> Empowerment dei consumatori energetici, anche
19
grazie a tecnologie smart e nuove soluzioni ICT – come
2014, dei 28 Paesi europei, 12, principalmente alla pe-
i sistemi di misurazione intelligenti che consentono ai
riferia dell’UE, erano al di sotto dell’obiettivo di inter-
clienti di ottenere informazioni complete e in tempo rea-
connessione elettrica del 10% rimanendo quindi isolati
le. Nuovi dispositivi e applicazioni promuovono un ruolo
dal mercato interno dell’elettricità. Inoltre, si dovrebbe
più attivo dei clienti all’interno del sistema produttivo,
prevedere una metrica più efficiente per raggiungere l’o-
consentendo loro inoltre di comprendere e gestire meglio l’impiego di energia e di controllare quindi i propri consumi energetici.
biettivo di interconnessione. >> La liberalizzazione del mercato all’ingrosso ha aumentato la concorrenza nel settore e ha portato all’abbassamento
>> Ulteriore sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e dif-
dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità, ma a causa dell’as-
fusione capillare della generazione decentralizzata.
senza di adeguati segnali di prezzo a lungo termine sono state prese decisioni di investimento inefficaci.
30. L’Europa sta procedendo verso il conseguimento degli
Questo ha determinato situazioni di sovracapacità nella
obiettivi al 2020 e al 2030 ed è concentrata sul modo in
maggior parte dei Paesi – dovuta principalmente a so-
cui adeguare il sistema normativo e di incentivi dell’Unione
vrainvestimenti e all’utilizzo di fonti energetiche rinnova-
Europea per creare un mercato energetico più competiti-
bili a costi elevati – e sottocapacità in altri (dove il rischio
vo e decarbonizzato. Tuttavia, con riferimento alle cinque
di interruzioni dell’energia elettrica rimane molto elevato).
dimensioni-chiave dell’Unione Energetica individuate dalla
>> I prezzi al dettaglio dell’elettricità sono spesso grava-
Commissione Europea, non sono ancora stati affrontati al-
ti da altri oneri legati a diverse scelte politiche nazionali,
cuni temi importanti. In particolare:
regimi fiscali e costi di sistema, che differiscono da uno
>> L’UE dipende ancora largamente dalle importazioni di
Stato Membro all’altro, creando distorsioni e aumentan-
energia: tra il 1995 e il 2012, la quota del consumo di pe-
do artificialmente il prezzo al dettaglio dell’elettricità, pe-
trolio e gas naturale coperta dalle importazioni è aumen-
nalizzandone così il consumo.
tata rispettivamente di più di 12 punti percentuali (dal
>> Oggi mancano metriche e target adeguati per misurare
74% è passata all’86,4%) e di più di 22 punti percentuali
l’efficienza energetica ed è necessario concentrarsi mag-
(dal 43,4% al 65,8%). Inoltre, l’UE importa circa la metà
giormente sugli investimenti in efficienza energetica
del proprio fabbisogno di gas naturale da Paesi a elevato
nel settore dei trasporti e degli edifici. >> L’UE è attualmente sulla buona strada per raggiungere
rischio geopolitico. >> Gli interconnettori transfrontalieri sono insufficienti
l’obiettivo di riduzione delle emissioni dei gas ad effetto
e non sono frutto di una pianificazione adeguata: nel
serra del 20%, ma i prezzi della CO2 sono scesi al mini-
Figure 9. Capacità elettrica di riserva nei Paesi europei, gennaio 2015.
≥ 20% ≥ 10% & < 20% ≥ 0% & < 10% < 0%
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati ENTSO-E, “Scenario outlook and adequacy forecast 2014-2030”, 2015. Nota: la capacità di riserva è pari al rapporto: (capacità di riserva disponibile meno margine di adeguatezza di riferimento)/margine di adeguatezza di riferimento. Il margine di adeguatezza di riferimento include i margini rispetto al picco stagionale. Poiché i picchi stagionali non sono simultanei, questa mappa non va intesa come una valutazione di adeguatezza a livello europeo.
20
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
mo storico: la riforma del sistema europeo di scambio di quote di emissione (EU-ETS) e la definizione di un
ti energetiche rinnovabili, gli Stati Membri dell’UE hanno introdotto numerosi programmi di incentivazione.
adeguato quadro competitivo per lo sviluppo delle fonti
>> Nell’Unione Europea permane una situazione di arretra-
rinnovabili sono i presupposti per il successo nel lungo
tezza per quanto riguarda lo sviluppo delle tecnolo-
termine della strategia di decarbonizzazione dell’UE.
gie abilitanti fondamentali. La Commissione Europea
>> La mancanza di un chiaro quadro europeo di incentivi
ha stabilito politiche di sviluppo destinate unicamente
alle fonti di energia rinnovabili (FER) ha causato ineffi-
all’utilizzo delle FER, ma non agli strumenti chiave per la
cienze nel sistema. Infatti, per raggiungere l’obiettivo del
trasformazione tecnologica (come la digitalizzazione e lo
20% del consumo lordo finale di energia coperto da fon-
stoccaggio energetico).
Figura 10. Tipologie di schemi di supporto alla nuova capacità di impianti a fonti rinnovabili in alcuni Paesi europei.
Aste Feed in Tariff Feed in Premium Certificati verdi Ritorno sul capitale investito minimo Cambiamenti retroattivi Altri cambiamenti legali
Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Ecofys, Eurelectric ed Enel, 2015
31. La realizzazione dell’Unione Energetica comporterà im-
verso una strategia energetica coerente, concentrata sulla
portanti benefici per l’Unione Europea, i suoi cittadini e le
competitività e su finanziamenti a ricerca e innovazione,
sue aziende, a diversi livelli. In particolare, le nostre analisi si
l’Europa può mantenere la quota di mercato delle sue im-
concentrano su quattro aspetti chiave: competitività, tute-
prese operanti nell’ambito delle tecnologie ambientali no-
la dell’ambiente, efficienza energetica e geopolitica.
nostante la crescente concorrenza internazionale. In questo modo, le imprese dell’UE che si occupano di tecnologie am-
32. Le aziende europee hanno una quota del 40% sul tota-
bientali potrebbero generare un valore pari a 1.452 miliardi
le dei brevetti per le tecnologie rinnovabili e una quota
di Euro entro il 2025. Il valore cumulativo sarà pari a circa
di mercato significativa nelle tecnologie ambientali. Attra-
12.000 miliardi di Euro tra il 2015 e il 2025.
21
Figura 11. Valore del mercato delle tecnologie ambientali a livello globale ed europeo (miliardi di Euro), 2015(s) 2025(s). 4.400
4.500 4.000 3.500 3.000 2.500
2.399
2.000 1.452
1.500 1.000
792 Valore cumulato: 12.012 mld. €
500 2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
Mondo
2022
2023
2024
2025
UE-28
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea e varie fonti, 2015
33. Inoltre, l’aumento della quota di fonti energetiche rin-
2030 sulle rinnovabili, l’UE risparmierebbe circa 767 mi-
novabili nel consumo interno lordo migliorerebbe la bilan-
liardi di Euro nel periodo compreso tra il 2015 e il 2030 (a
cia dei pagamenti dell’UE e ridurrebbe l’ammontare delle
prezzi del 2013) rispetto a uno scenario in cui la quota di
importazioni energetiche che attualmente superano i
rinnovabili nel consumo lordo rimane costante.
400 miliardi di Euro all’anno. Raggiungendo l’obiettivo al
Figura 12. Produzione da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) e importazioni extra-UE nell’UE-28 (Mtep), 2015(s)-2030(s). 900
850
800
750
700
650
600
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
Riduzione delle importazioni grazie all’incremento delle FER Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat e BP, 2015
22
REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
2024
2025
2026
2027
2028
Importazioni senza incremento delle FER
2029
2030
34. Considerando l’attuale prezzo della CO2 fornito dall’EU-
1990, secondo quanto disposto nel quadro per le politiche
ETS (€8/CO2 per tonnellata, secondo i dati relativi a luglio
dell’energia e del clima al 2030) si tradurrebbe per le azien-
2015), è stato valutato che la riduzione delle emissioni di
de europee in risparmi cumulativi pari a 66,3 miliardi di
gas ad effetto serra (GHG) del 60% (rispetto ai livelli del
Euro tra il 2012 e il 2030.
Figura 13. Livelli di emissione di gas ad effetto serra nell’UE-28 (% di riduzione rispetto ai livelli del 1990 e risparmi in miliardi di Euro), 2004-2030(s). 2004: 93,8%
2012: 82,1% Target 2020: 80% Risparmi (2012-2020) 4,4 mld. €
Target 2030: 60% Risparmi (2012-2030): 66,3 mld. €
1990 = 5.696 mln. tonnellate equivalenti di CO2
2004
2006
2008
2010
2012
2014
2016
2018
2020
2022
2024
2026
2028
2030
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea, 2015
35. In termini di efficienza energetica, la Commissione Eu-
UE stabilito dal Consiglio Europeo nell’ottobre del 2014)
ropea stima che essa avrà importanti ricadute positive sulla
comporterebbe un calo del 14% delle importazioni ener-
politica ambientale e sulla bilancia dei pagamenti dell’UE.
getiche nette (rispetto ai dati del 2010) e una riduzione
Un aumento dell’efficienza energetica del 27% nello sce-
dei costi delle quote ETS a 39 Euro a tonnellata entro il
nario di base (vale a dire l’obiettivo non vincolante a livello
2030.
Figura 14. L’impatto degli obiettivi di efficienza energetica sulla riduzione dei gas ad effetto serra (GHG) e sulle importazioni. Impatto a livello UE Efficienza energetica, opzioni del target (in%)
Costo annuale addizionale del sistema energetico relativo al target al 40% GHG (€ bln.)
Prezzo della CO2 (EU-ETS) nel 2030 (€)
Importazioni nette di energia (100=livello 2010)
25
-
42
87
27 (Target UE al 2030)
-
39
85
28
5
35
85
29
13
30
83
30
20
25
82
35
55
13
78
40
112
6
74
Fonte: Commissione Europea, 2014
23
36. Infine, un’Unione Energetica forte e ambiziosa rafforze-
>> In passato, il lancio tempestivo del Pacchetto Clima-Ener-
rà il ruolo geopolitico e il “soft power” dell’UE nelle rela-
gia (2008) ha consentito all’UE di “dare l’esempio” alla
zioni internazionali:
Conferenza sul Cambiamento Climatico di Copenaghen
>> L’Europa ha un forte interesse economico e geopolitico
stabilendo un modello per altri Paesi. Ottenere il pieno
nella realizzazione di una politica di decarbonizzazione
consenso dei Paesi in via di sviluppo relativamente a
ambiziosa a livello globale. Questo innescherebbe un
un’agenda ambiziosa di decarbonizzazione è una priori-
processo di disinvestimento dalle industrie inefficienti
tà chiave per l’Europa, allo scopo di prevenire il fenome-
dal punto di vista energetico, aumenterebbe la compe-
no del “carbon leakage” da economie efficienti in termini
titività delle industrie energicamente efficienti dell’UE e
di emissioni di CO2 verso Paesi in via di sviluppo caratte-
sosterrebbe le esportazioni a livello europeo di tecnolo-
rizzati da una minore efficienza.
gie energetiche all’avanguardia.
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REALIZZARE L’UNIONE ENERGETICA EUROPEA
Progetto grafico e impaginazione Aleteia Communication - Roma Stampa Primaprint â&#x20AC;&#x201C; Viterbo
Stampato nel mese di agosto 2015 Su carta ecologica riciclata Fedrigoni Symbol Matt Plus
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