Smart Meter acqua. Un mercato nuovo pronto a crescere Osvaldo Paleari
Lo smart meter acqua si sviluppa in epoca più recente rispetto a quelli elettrici e gas e trova subito un largo impiego negli Stati Uniti. E non per caso. In quel mercato, infatti, elementi quali trasmissione, efficienza del sistema e attenzione al consumatore-cittadino sono spesso saldamente legati. In breve ciò significa poter trasportare e comunicare dati e informazioni a grande distanza (vista la conformazione stessa degli USA), avere performance più elevate e rendere un servizio sempre migliore all’utente (cliente). A questi aspetti possiamo aggiungere una decisa propensione – o tensione pionieristica – all’introduzione delle nuove tecnologie nel quotidiano: la prima telelettura, realizzata con contatori meccanici dotati di encoder , è stata realizzata oltre cinquant’anni fa a Chicago, nel 1964. Benché fosse molto avanzato rispetto a quanto visto fino allora, il meter del 1964 non era ancora “smart”. Oggi, invece, i contatori che si definiscono “intelligenti” hanno essenzialmente due caratteristiche. La prima è la garanzia di un’alta performance metrologica, cioè la precisione nella misura, inarrivabile per qualsiasi altro modello di tipo meccanico. Ci piace pensare che una misura dei
INNOVAZIONE Settembre 2016
consumi precisa, puntuale, ripetibile e corretta, pone il nuovo contatore come un vero e proprio “presidio di legalità”. Seconda, è la capacità di comunicare non solo alcuni dati ma una grande quantità di dati e questo avviene grazie ad un modulo radio integrato, garanzia di minore fragilità del sistema. Oltre a tratti distintivi, quelli appena menzionati sono anche i due più grandi vantaggi che uno smart meter garantisce sia al gestore che al consumatore.
Ma veniamo all’Italia. Il mercato italiano dei contatori dell’acqua è, attualmente, un mercato quasi interamente riconducibile a una tecnologia tradizionale, quella meccanica. E non solo. Spesso in Italia vengono utilizzate soluzioni tecnologiche che – nell’ambito dei contatori meccanici – altri mercati simili al nostro hanno abbandonato già da anni. Scontiamo senza dubbio una tendenza propria del sistema idrico in Italia, propenso alla conservazione, al mantenimento di quanto già esiste o nel quale i cambiamenti si producono in tempi generalmente medio-lunghi e mai in maniera omogenea. Nonostante ciò si registrano interessanti segnali di innovazione. A partire dall’attività normativa che – come accaduto in passato per altre realtà – potrebbe dare quell’impulso necessario alla modifica di comportamenti e all’adozione di nuove pratiche. Il motore primo del cambiamento, va senz’altro individuato nell’attribuzione all’Autorità per l’energia elettrica e il gas anche delle funzioni di regolazione e controllo del settore idrico e, in particolare, nell’azione che l’ex AEEG, ora AEEGSI, ha prodotto nel comparto gas. La delibera 20 novembre 2015 (554/2015/ R/gas) sulla sostituzione dei contatori tradizionali con i cosiddetti smart meter e la successiva delibera 393/2013/R/gas hanno avviato sperimentazioni multi-servizio di una possibile infrastruttura comune per lo smart metering. Questi primi progetti incoraggiano, anche nel settore idrico , singoli operatori come utility e distributori di acqua potabile a cercare soluzioni tecnologicamente più avanzate. L’obiettivo dichiarato è non solo efficientare le misure e la gestione della risorsa idrica ma anche offrire un servizio al cliente qualitativamente più alto. Come si diceva, i segnali di questa lenta ma progressiva apertura verso i contatori elettronici ci sono e sono importanti. A iniziare dal Decreto 155 del 30 ottobre 2013, nel quale viene stabilito che la durata del ciclo di vita dei contatori dell’acqua elettronici è maggiore rispetto a quelli tradizionali meccanici. Ma non solo. UNI, l’ente certificatore nazionale ha iniziato a lavorare su una normativa tecnica che ponga le basi per quello che sarà la futura regola tecnica per lo smart meter acqua. Si tratta di un’iniziativa di grande portata, non solo perché è UNI stessa a promuoverla, ma perché è riuscita a mettere intorno a un tavolo tutti i principali soggetti interessati a questo tema, dal CIG, alle aziende tecnologiche fino alle associazioni di categoria dando il via a un percorso tecnico che – auspicabilmente in tempi rapidi – dia alla luce una norma che anche le utility possano usare in sede di gara pubblica. Anche in questo caso, l’apripista è stato il settore del gas, che dalla nuova normativa
Energia Media - settembre 2016
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ha tratto giovamento con un significativo allargamento del mercato. Da ultimo, poi, diversi gestori hanno indetto gare pubbliche con specifiche tecniche “aperte” che finalmente permettono di offrire contatori elettronici di nuova generazione. Che futuro di sviluppo avrà il mercato italiano dei contatori d’acqua? Il fatto che non ci sia un contatore per ogni utenza, fa sì che il nostro sia un mercato relativamente piccolo rispetto a Paesi europei a noi vicini per ampiezza del territorio e numero di abitanti come Francia o Spagna. Basti pensare alla differenza esistente tra la situazione italiana dove in città come Roma, Milano, Torino grandi contatori condominiali servono centinaia di utenze, e quella europea in generale, in cui ogni utente possiede il suo meter. Una situazione, quella italiana, che affonda le radici nel modo in cui, storicamente viene gestita la risorsa idrica – con investimenti limitati, tendenza a gestire l’esistente, scarsa propensione all’innovazione tecnologica – e con la percezione stessa del valore monetario dell’acqua piuttosto basso. La tariffa per ogni metro cubo, infatti, è un indicatore chiaro e quella italiana, non a caso, è fra le più basse d’Europa. Una tariffa bassa non spinge i gestori a innovare e non incentiva le grandi company straniere che sviluppano tecnologie a investire nel mercato italiano. Un altro elemento che limita gli investimenti è legato all’incertezza che ancora non è stata sciolta su tematiche quali le frequenze di trasmissione dei meter, l’infrastruttura di rete e il trattamento dei dati delle letture. Quale futuro, dunque? Le soluzioni alternative esistono e lo smart meter anche per il settore idrico è pronto a diventare il simbolo del cambiamento dei comportamenti di tutti gli attori del settore, dai gestori ai consumatori. L’autore Osvaldo Paleari è Sales General Manager di Sensus Italia. osvaldo.paleari@sensus.com www.sensus.com Sensus affianca i gestori idrici, i produttori di energia e le città nell’ottimizzazione delle loro infrastrutture così da migliorare la qualità della vita nelle comunità in cui operano. Attraverso la tecnologia e la gestione dei dati aiutiamo i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi con efficienza e reattività. Siamo loro partner per anticipare e rispondere ai nuovi modelli di business con innovazioni nelle tecnologie di comunicazione, nella metrologia avanzata, nell’analisi dei dati e nei servizi.
Energia Media - luglio 2016
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