dalla parte dei bambini
psiche
mente giovane e corpo intelligente, ecco come ritrovare il benessere totale I bambini chi sono? Qual è il loro peculiare modo di percepire il mondo? E loro stessi nel mondo? Come vivono gli adulti? Cosa pensano di noi? Gli adulti in genere hanno molte cose importanti da fare e ben poco tempo da trascorrere con il loro piccoli. Così i piccoli, se sono fortunati stanno con i nonni o le tate, se non sono fortunati stanno davanti alla televisione. “C’è papà?” - “No è al lavoro”. Strana vita quella degli adulti: per avere tutto ciò che ci serve lavoriamo così tanto e così intensamente da non assaporare o valorizzare più nulla, o quasi. Cosa conosciamo realmente dei nostri figli? Quando li guardiamo riusciamo a liberarci dalle preoccupazioni e dai nostri impellenti desideri? Talvolta si, più probabilmente no! La qualità della relazione che stabiliamo con i nostri figli è formativa per loro, nel senso che tendono a percepirsi in modo speculare a come noi li percepiamo. Capite? La relazione che vivono con gli adulti, per loro significativi, crea il modo con cui si relazionano al mondo e a loro che “il bambino piccolo non stessi. Possiamo dire con può esistere da solo, ma è fondamentale parte di una relazione”. Quando in queste relazioni si creano rotture e fallimenti cronici, si determinano situazioni a rischio che possono condurre ad alterazioni psicopatologiche stabili. Per contrastare questo pericolo stanno sorgendo molte associazioni che hanno come scopo la tutela della salute mentale infantile e il Winnicott
sostegno alla genitorialità.
Cosa significa essere genitori? Non si diventa genitori con l’evento della nascita del bambino/a, la genitorialità è connessa con un processo di elaborazione delle proprie emozioni e richiede di riorganizzare le proprie esperienze passate e presenti. Maternità e paternità: quali problematiche comportano? Esistono ricerche cliniche nelle quali vengono affrontati i temi del desiderio di maternità e paternità, le emozioni riguardanti sé, il partner, il bambino, le aspettative future e il rapporto con la famiglia d’origine. Quali sono i fattori di rischio che emergono da questi studi clinici? Sono fattori di rischio biologico, di temperamento, familiari e sociali che possono rinforzarsi fra loro. All’interno di questi possibili rischi viene riconosciuta la massima importanza alla relazione genitore-bambino e alle sue possibili distorsioni. Questa relazione può essere definita o ben adattata o disturbata. Esempi di relazione disturbata possono essere: relazioni “ipercoinvolgenti”, poco coinvolgenti, ansiose/tese, arrabbiate/ ostili e dove vi sono maltrattamenti e abusi. Ora, quanto tempo abbiamo per comprendere qual è realmente il tipo di relazione che stabiliamo con i nostri figli? Li consideriamo un’ulteriore responsabilità oppure una fonte di gioia e crescita? Dare una risposta sincera alle domande che ci siamo posti in queste brevi righe può fare la differenza per noi e per i nostri figli. E per risposta sincera si intende proprio cercare di capire realmente (in verità) ciò che date e ricevete dal vostro essere genitori. Solo così si può iniziare ad essere realmente dalla parte dei bambini. Dott. LORENZO BERTI Psicologo Clinico e Psicoterapeuta Viale Baldini, 15 - Rimini - tel. 0541.24822 centroarborvitae@gmail.com
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