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IL CAVALLO MURGESE

UN PO' DI STORIA

DI A.P.A.M. ALLEVATORI E PROPRIETARI DI CAVALLI MURGESI E ASINI MARTINA FRANCA

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Il cavallo murgese nasce come razza nel 1926. Già nell’aprile 1925 ebbe luogo a Taranto una riunione di tecnici e allevatori indetta dalla direzione del deposito cavalli stalloni di Foggia per discutere le strategie da adottare per migliorare la produzione di muli utilizzando l’asino di Martina Franca. In tale seduta il dott. De Mauro, veterinario del deposito stalloni, portò a conoscenza di tutti i presenti che, girando per il territorio della valle d’ Itria, aveva notato una massiccia presenza di una popolazione equina con caratteristiche morfologiche simili e speciali distinte da tutte le altre che popolavano l Italia, tale da poter essere definita come razza a se. Da questa prima segnalazione crebbe l’interesse verso questi equini dal manto morello zaino, più raramente roano (grigio ferro capezza di moro) con unghia resistente e arti sicuri, tanto che si arrivò l’anno successivo alla creazione del registro anagrafico del cavallo murgese. Il 18 marzo 1927 venne acquistato dal Regio deposito Cavalli Stalloni di Foggia il primo stallone di tale razza, capostipite del filo genealogico “A”. Si trattava di Nerone , linea geneaologica che tuttora porta il suo nome. In un’ottica di miglioramento della razza e per immettere sangue nuovo, nel 1933 venne acquistato lo stallone Granduca Da Martina di origine anglo-normanna, capostipite del filo genealogico “B”.

Nel 1934 venne infine acquistato uno stallone nelle cui vene scorreva sangue orientale, Araldo Delle Murge, capostipite del filo genealogico “C”.

Da questi tre capostipite, la discendenza è arrivata fino ai giorni nostri. Attraverso momenti di splendore e profondo declino il cavallo murgese è arrivato fin qui come massima espressione del territorio nel quale viene tutt'oggi allevato allo stato semibrado, caratteristica che ha conferito alla razza resistenza e frugalità, rendendolo adatto a svariati usi. Il cavallo murgese può passare infatti dal lavoro agricolo al tiro leggero sportivo, al trekking, al dressage, alla monta da lavoro e perfino al salto ostacoli. Proprio per illustrare la versatilità di questa razza un grande cavaliere e addestratore pluripremiato, Vincenzo Basso, responsabile tecnico di APAM ha evidenziato le caratteristiche peculiari di un buon addestramento del cavallo murgese, indipendentemente dalla sua morfologia che, come sappiamo, presenta difformità tra soggetti. Vincenzo Basso che ha lavorato molti cavalli murgesi fin dagli anni novanta ha riscontrato una grande facilità di addestramento, a patto che si seguano poche e semplici regole. Anzitutto il cavallo va compreso nella sua fisicità e, prima di iniziare qualsiasi lavoro a sella, è necessario attraverso il lavoro costante e continuativo alla corda e a redini lunghe, creare ottime basi atletiche che si sviluppano attraverso la distensione e l’ ingaggio del posteriore favorendo le andature rilevate piuttosto che quelle radenti. Una volta create queste premesse avremo un cavallo docile e agli ordini a sella. Indispensabile nel lavoro montato la spalla in dentro che favorirà il lavoro in piano avanzato, dalla cessione, all’appoggio, al galoppo riunito e rilevato. Con il murgese non ci sarà bisogno di imboccatura severa, basterà un semplice filetto. D’altro canto basta guardare i meravigliosi risultati ottenuti con molti cavalli, non ultimo Sorriso, tre volte campione di doma vaquera e campione italiano di alta scuola, per citare solo alcuni dei prestigiosi risultati ottenuti. Sorriso ha concluso la sua carriera agonistica lo scorso anno. Ovviamente già in cantiere ci sono grandi sorprese che presto saranno svelate.

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