Zanzibar photobook

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ZANZIBAR

Un viaggio tra Prison Island & Stone Town



Zanzibar in pillole Nell’Oceano Indiano, 35 km al largo della costa della Tanzania e a 6° a sud dell’Equatore, l’arcipelago di Zanzibar è tra le mete africane più mote e seducenti e comprende le isole di Unguja e Pemba oltre a diverse isole più piccole e atolli corallini. Il suo nome evoca immagini di un paradiso esotico e sereno pieno di palme da cocco, barriere coralline multi colori e, naturalmente, chilometri e chilometri di sabbie bianchissime lambite da calde acque cristalline.





Prison Island Un’escursione all ‘isola di Changuu, una stretta striscia lunga 1 km , a 5km a nord-ovest di Ston Town, è una meta gettonata, piacevole ed economica per uscire dalla città. C’è una bella spiaggia, si può fare snorkelling nel reef non troppo profondo che la circonda, c’è un rudere di fine Ottocento, tratti di Coral Rag forest (una vegetazione che cresce sul suolo corallino arido e roccioso) e , naturalmente, le testuggini giganti (Changuu) , cui l’isola deve il suo nome in lingua Kiswahili. L’isola, utilizzata un tempo come zona di transito per gli schiavi, deve la sua denominazione Inglese ad una prigione che non fu mai tale. In seguito all’abolizione della tratta degli schiavi, gli inglesi costruirono questa che avrebbe dovuto essere una prigione, ma fu utilizzata solo come campo di quarantena per la Febbre Gialla







Stone Town Stone Town è una città di contrasti, la cui essenza è la natura cosmopolita capace di assorbire e mescolare le influenze esterne, e la fusione di culture si legge sul viso dei suoi abitanti: africani, indiani, arabi, europei e ogni possibile combinazione intermedia. Oggi gli aliscafi ballonzolano vicino ai dhow usati come pescherecci nel porto e ci sono internet cafè in alcune vecchie e gloriose residenze con le facciate a pezzi. Donne coperte dai neri veli del bui bui chiacchierano al cellulare, mentre i bambini che le seguono fanno sfoggio di berretti da baseball; gli scooter rumorosi si mescolano ai carretti tirati a mano e gli alberghi ostentano tv satellitare e aria condizionata insieme con i tradizionali letti matrimoniali semadari. Eppure tutto, in qualche modo, anche i turisti, sembra far parte di un unico quadro.































Credit: Testi; The Rough Guide to Zanzibar, 2nd edition www.vallardi.it Foto; La Fabbrica della Foto by Enrico Pezzaldi www.lafabbricadellafoto.com



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