1 minute read

CUBO NERO

Next Article
3 APRILE 1980

3 APRILE 1980

Fontana di Nettuno, uno spazio vuoto antistante e un passaggio in terra battuta che si insinua tra gli alberi. Conci di pietra di un tratto di cinta muraria, come quinta scenica. A pochi passi la Rocca Paolina, teatro dell’incontro tra Beuys e Burri. Viale Indipendenza, le auto parcheggiate a lato della carreggiata marcano il bordo di questo spazio: Teatro Sant’Ercolano. Il progetto è il tentativo di costruire un immaginario spaziale, uno spazio prima e un’altro spazio dopo. Quello che Foucault definirebbe come spazio altro, come luogo che contiene mondi altri. Un cubo di ardesia nera, riproposizione per analogia delle tanto amate lavagne dell’artista tedesco.

Nero, Scatole nere

Advertisement

“Se il bianco ha potuto contare su strenui fattori - primo fra tutti Le Corbusier, [...], l’architettura nera viene viceversa realizzata facendo a meno di dichiarazioni d’intenti, di una teorizzazione specifica, persino evitando il più delle volte di esplicitarne le ragioni contingenti. E’ come se gli architetti non scegliessero volontariamente l’oscurità ma se fossero scelti da essa: una mancanza di chiarezza letterale e fenomenica, teorica e pratica, che diventa sorprendente motore di attivazione progettuale. [...] Tanto elegante e modaiolo è il nero quanto alimenta il mistero e l’invisibilità , più nasconde e meglio si dispiega, meno mostra e più rivela: tracciare le vicende dell’ architettura nera può essere un modo per far emergere il manifesto inconscio della ricerca progettuale a cavallo del millennio” 11 . Pareti nere pronte ad accogliere vite e relazioni, ma allo stesso tempo fragili e mutabili nel tempo – ogni gessetto preso in mano da un'artista freme di incidere un segno in queste pareti. Il cubo è una struttura a telaio ligneo portante che supporta le lastre di ardesia. Il modulo adottato governa lo spazio rendendolo geometrico ma accogliendo sempre la massa informe della natura. Il recinto si modella sul suolo rispettandone le sue differenti consistenze, inglobando il duro del pavimento e il mollo del terreno. Incontra chi cammina, chi è di passaggio in bici. Lo accoglie, anche solo per un momento, diventando parte di questo mondo altro. E’ spazio per incontri culturali, ma anche di esposizioni temporanee, è spazio curioso, è stanza all’aperto ma anche un giardino, è teatro e anche gioco, ma anche un muro o un foglio. Uno spazio di infinite storie.

11 G. Corbellini, Nero, in Recycled Theory: Dizionario illustrato / Illustrated Dictionary, pag. 372-377, Macerata, Quodlibet 2016

This article is from: