1 minute read

LOOSE ENDS MGGC

Next Article
Memorie private

Memorie private

Visioni e mondi sommersi

“Loose Ends” di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo è un allestimento del 2014 nella galleria Aut di Innsbruck.

Advertisement

Il curatore Arne Ritter chiede a MGGC di progettare un allestimento esplicativo di un manifesto del proprio pensiero L’edificio che ospita l’allestimento è una galleria è alloggiata in una ex fabbrica di produzione della birra.

L’edificio è stato realizzato nel 1926 e successivamente ristrutturato e trasformato in spazio espositivo nel 2000, in cui dopo l’intervento teso a liberare lo spazio, il risultato fu una serie di solai segnati da voragini di dieci metri di diametro.

La storia del progetto comprende complessivamente tre visioni dell’autore, di cui solo l’ultima è stata effettivamente realizzata con l’allestimento definitivo, ma tutte e tre parlano di un percorso con una comune metodologia. La prima visione non realizzata che l’autore vuole verificare è costituita da una serie di castelli di case che fuoriescono dalle voragini dei solai.

I volumi di queste torri di case, suoi progetti incastrati gli uni negli altri, costituiscono nella sua visione dei volumi in cui il vuoto all’interno dell’allestimento è quasi impraticabile e che quindi genera una difficoltà del movimento nello spazio da parte del visitatore.

Questo progetto naturalmente può essere inteso come un disegno di architettura nell’architettura che modificano il modo di vedere e vivere lo spazio espositivo, pensato come un nuovo scenario urbano da abitare.

La seconda visione prevede una completa saturazione dello spazio adiacente all’accesso, cioè il primo solaio forato.

Questo spazio è pensato come occupato da lunghi pali di metallo che riempiono completamente anche le voragini nel terreno.

Ancora una volta il progetto è teso ad una modificazione dello spazio vissuto dal visitatore che deve districarsi tra la foresta di questi pali.

In questo attraversamento i movimenti del visitatore producono rumori e questi vengono trasmessi in tutto lo spazio, generando inoltre una perdita di punti di riferimento e difficoltà di individuare le vie di fuga.

This article is from: