Lyrics for Jazz + Tango songs Eugenio P. Spallazzi Š 2008 Eugenio Patrizio Spallazzi Roma - Italia e.spallazzi@gmail.com 2014 prima edizione ebook Enrico Massetti Publishing ISBN 978-1-312-03241-5
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Questo settembre quando la gente sarà tornata dalle vacanze ce ne andiamo al mare quando la piazza del porto avrà piÚ spazio noi l'andremo ad occupare con la nostra indolenza i nostri occhiali scuri la camicia trasandata. Questo settembre ce ne stiamo seduti al porto una gamba penzoloni sull'altra, stretta tra le braccia, poggerò il mento a guardare la noia della darsena la luce di settembre la tua camicia aperta. Una bicicletta scassata da spingere in salita con un sacchetto di pesce appeso al manubrio litanie arabe dalle finestre del porto cani annoiati sulle soglie delle case bianche. Ci ameremo su un letto che guarda il porto a tratti svelato dall'ondeggiare del lungo cotone bianco appeso alla finestra brezza che accarezza i nostri corpi che asciuga il nostro sudore che accarezza le nostre tempie mescola i nostri odori con l'odore del sale portandoci al sonno, dolcemente. Questo settembre ce ne andiamo al mare al mare della piazza del porto tra gli spazi lasciati da gente vuota noi a riempirli di noi.
E adesso che sono a qualche metro da te che potrei toccarti, ora mi fermo ad un braccio da te nel terrore di perderti di scoprirmi in sogno. Posso sentire l'odore dei tuoi capelli e non può essere un sogno posso sentire il tuo respiro e non può essere sogno. Sussurri cose che non capisco racconti forse i tuoi giorni con un tono di voce troppo leggero. Circondati da valigie suonerie, messaggi, quotidiani, suole di gomma, turisti, pendolari. Ora che potrei toccarti ci sussurriamo storie, frasi, parole, incomprensibili. Un boccone e un bicchiere sono lÏ di fronte. Stringo le mani in tasca per non farle penzolare inutili senza il coraggio di abbracciarti adesso a qualche metro da te.
Le nostre anime hanno deciso di darsi una sosta in questa autostrada questa piazzola per l'anima. Quest'aria calda che mi sbatte la faccia appoggiato allo sportello dell'auto il bordo delle colline arroventato da un estate feroce. Costretti da un misero bisogno corporeo fermiamo le nostre anime in questa piazzola e mentre oriniamo scopriamo che sono gli occhi non la vescica ad avere bisogno di uscire, il naso, non i reni a ricambiarsi. Piazzola, autostrada meridionale dell'anima anima autostradale. Mani in tasca, guardo l'asfalto lucidato dal calore rovente riflettere il cielo come uno specchio. Anime in cerca di una piazzola di sosta su una autostrada meridionale autostrada d'estate. Domandi se mi piace quel casolare lassÚ sulla collina che indichi con la mano sinistra mentre con la destra fai visiera sulla fronte contro il riverbero infuocato. Guardo le tue ginocchia la spalla destra piÚ bassa della sinistra. Penso che la tua voce è un pò troppo roca. Appoggiata a me, l'aria dalle tue narici raggiunge il mio viso il vento sbatte i tuoi capelli contro il mio viso mentre le tue labbra lavorano le mie. Piazzola di sosta autostradale sosta meridionale dell'anima vento caldo umido di labbra.
Come una ragazzina l'odore di kerosene nell'aria dell'aeroporto ti rende euforica non sei più nella pelle. La curiosità del viaggio ti esalta e sei pronta a prendere un caffè in un bar affacciato sul via vai di valigie, di gente di lavarti le mani in un lavandino di passaggio comprare una rivista per ammazzare il tempo vedere un profumo forse da comprare un pensiero agli amici prima dell'imbarco e mi vieni a prendere la mano per trascinarmi giù lungo il tunnel gommato fin verso il portellone dell’aereo. Trascini il tuo amore, trascini il tuo amato come una ragazzina che l'odore di kerosene eccita. Siamo così, nient'altro che sguardo nello sguardo a volte riconoscendoci appena quando la follia s'impadronisce di noi ma siamo noi nient'altro che noi sguardo nello sguardo anima nell'anima propositi fuori dal passato questa storia siamo noi così, nient'altro che noi quando la follia s'impadronisce di noi noi nient'altro che noi accendiamo tutti gli interruttori allarghiamo le braccia faccia al cielo siamo così nient'altro che noi voliamo sulla città tra i palazzi a guardare propositi fuori dal passato anima nell'anima
sguardo nello sguardo lasciandoci volare cosĂŹ nient'altro che noi.
Riverberato, vaporizzato, rimbalzato. Ho provato a trattenerti ma riverberato vaporizzato rimbalzato mi hai lasciato un fatto di onestĂ . Ah, se ho provato a trattenerti a portarti ancora una volta sulla nostra spiaggia respinto riverberato vaporizzato rimbalzato onestamente vestito di dolore in cerca di una carezza riverberato, vaporizzato, rimbalzato...