All’origine del crocefisso Mauro Zanchi Una delle più antiche rappresentazioni realistiche del Crocifisso risale al V secolo, un bassorilievo nella porta lignea della basilica di Santa Sabina sull'Aventino, dove Gesù è descritto con gli occhi aperti, senza aureola, con le braccia distese ma non inchiodato alla croce, tra i due ladroni [fig. 1]. Altri esempi dove compare questo soggetto sono un avorio del V secolo conservato al British Museum, le ampolle della regina Teodolinda del tesoro di Monza (principio del VI sec.) e la miniatura del monaco Rabula nel Codex Siriacus (586), conservato nella Laurenziana di Firenze. Ovviamente nulla prende corpo ex abrupto, e quindi dai primi anni del Cristianesimo fino al V secolo non vi è totale inesistenza di scene di crocifissione; anche se non sono giunte fino ai nostri giorni, è probabile che immagini di crocifissioni fossero presenti su monumenti oltre che su gemme o corniole. Nel VI secolo si innesca una fioritura iconografica trionfalistica del Christus victor, descritto con lo scettro crucigero per sancire la vittoria sulla morte, del Christus cosmocrator, dove il Figlio di Dio ha attorno a sé la partecipazione della natura alla propria crocifissione. Da questo modello si caratterizza tutta l’arte bizantina, che evolverà successivamente nell’immagine del Christus triumphans. Carlo Magno innesca nel IX secolo una rifioritura delle arti, favorendo un processo in costante ricerca di soluzioni formali. La storia dell’arte documenta che dal X secolo in avanti il crocefisso si impone come icona della fede in Cristo, e nelle chiese vengono realizzate maestose croci lignee dipinte oppure grandi crocifissi in lamina di argento, e innumerevoli declinazioni attraverso artefatti destinati alle chiese di campagna o alla popolare devozionalità dei fedeli. Preziosi esempi giunti fino ai nostri giorni sono la Croce della badessa Raingarda (ante 996), a Pavia, la Croce del vescovo Leone (ante 1026), nel Duomo di Vercelli, la Croce del vescovo Ariberto (post 1018), nel Duomo di Milano, il Crocifisso della Cattedrale di Santa Croce a Forlì. Nell'Italia centrale del XII secolo prende avvio la tradizione dei crocifissi dipinti direttamente su legno, appesi al centro dell'arco trionfale delle chiese o al di sopra dell'iconostasi. Alcuni sono realizzati su fogli di pergamena o cuoio, e successivamente incollati sul supporto ligneo sagomato a forma di croce. Nei crocifissi dipinti nel periodo romanico Gesù è rappresentato come entità spirituale e sovrumana, icona del concetto astratto di divinità. Christus triumphans