N. 1 — marzo 2010 —
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Reg. Trib. di Palermo n.6 del 18/02/2009 —
Sommario Sommario EquiNewsSicilia
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editoriale Notizie Non solo Sicilia Il personaggio Trofeo Sicilia Notizie Non solo salti Fisco Veterinaria Horse therapist Notizie
di Rosario Seminerio Copertina
Politica Nazionale: il Punto
Enzo Fragalà su Pepsi Day
Arezzo Equestriam Centre , un esempio per tutti
Dario Minutoli Giuseppe Allò si aggiudica la 135 della seconda tappa
In Breve
Il volteggio come arte a cavallo
Costituire un’associazione
La prevenzione del sorriso del nostro cavallo Manteniamo in forma i nostri cavalli: lo stretching
Coni e «Favorita», il nuovo binomio
Mensile di equitazione e cultura dell’ambiente N. 1 - marzo 2010 equinews@alice.it - www.equinews.biz Reg. Trib. di Palermo, n. 6 del 18 febbraio 2009 Distribuzione a mezzo Web una pubblicazione
Garsigliana Sport Equestri via Iside, 22 - 90149 Palermo Tel (091) 418666 - Fax: +39 (091) 6651399 garsigliana@alice.it
Direttore editoriale
Rosario Seminerio
Direttore responsabile Davide Matranga
Hanno collaborato a questo numero:
Natalia Riccobono, Gaetano Sabato, Claudia Santoro, Francesco Pagano, Antonio Inghilleri, Chiara Maiolino, Salvatore Vitale
Fotografie
Claudia Santoro, Chiara Maiolino, Salvatore Vitale, Sicilyequitation, Rosario Seminerio
Segreteria di redazione Luigia Cangemi
Progetto grafico e impaginazione Garsigliana Sport Equestri Luigi Casella
COOPSETTE Soc. Coop. 42024 Castelnovo Sotto (RE) Telefono +39 (0522) 961111 Fax +39 (0522) 683401 www.coopsette.it info@coopsette.it
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In memoria di un amico
di Rosario Seminerio
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ra una calda e soleggiata mattina del maggio del 2000 quando ho conosciuto Enzo Fragalà. Sono stati amici comuni a farci incontrare, proprio alla «Struttura Equestre». All’interno di quel centro, la Favorita, che poi, sarebbe diventata il terreno di tante iniziative e, anche, di qualche piccolo e costruttivo “scontro” di idee. Enzo faceva parte di un gruppo di avvocati ai quali l’equitazione aveva ra2
pito il cuore. Sebbene egli non fosse particolarmente legato alle gare, alle quali talvolta ha partecipato, bensì erano le lunghe passeggiate, che appena gli era possibile effettuava, a essere il suo diletto. L’aspetto che di lui emergeva sopra ogni altra cosa, per quel che concerne l’equitazione, era che fosse un amatore non solo dell’animale ma anche di tutto ciò che gli girasse intorno. Amava ogni elemento che fosse parte di quel universo, di quel cosmo: le selle, gli sti-
vali, l’odore del cuoio nuovo. Ad esempio, la maggior parte delle persone che monta a cavallo, me per primo, utilizzano gli stivali come strumento di lavoro, come abbigliamento necessario. Enzo Fragalà, invece, nel suo stile di sognatore che adorava amoreggiare con il suo oggetto del desiderio, indossava gli stivali proprio perché in quel gesto trovava un qualcosa di incommensurabile, di piacevole, di speciale. Da quando ci siamo conosciuti, come dicevo, abbiamo spesso lavorato assie-
me alla possibilità di portare avanti la struttura equestre della Favorita che dieci anni fa era aperta a pochi ed in condizioni fatiscenti. E così siamo riusciti, almeno in parte, a restituirla ai palermitani. Lui stesso è stato fautore della privatizzazione del centro a prescindere dalle mie perplessità e le battaglie che ha dovuto portare avanti. Tutto ciò, nonostante avessimo delle idee politiche, e talvolta non solo politiche, assolutamente opposte. Tra di noi, d’altronde, il parlar di politica era tabù sebbene riuscissimo quasi sempre a trovare un punto d’accordo. A lui, ad ogni modo, debbo diversi ringraziamenti: per i suoi insegnamenti, per avermi fatto comprendere al meglio quali fossero gli ingranaggi della burocrazia e per il fatto che non ho mai trovato il suo telefono spento. E, qualora capitasse che fosse impedito dal rispondere, si faceva sentire immediatamente dopo, mettendo sempre al centro di
ogni cosa la bellezza della semplice relazione interpersonale ed umana. Qualcosa che, in un uomo politico, ahimè di rado è facile da riscontrare. Alla Garsigliana è ospite il suo cavallo, Pepsi, un polacco di diciannove anni che Enzo acquistò sei anni fa. Gli piaceva chiamarlo “Marengo”, come il cavallo di Napoleone. Enzo Fragalà era quindi un uomo concreto ma allo stesso tempo un grande sognatore. Il suo sogno più grande era quello di esporre tutti i suoi finimenti e le sue selle in una selleria tutta per sé. Insieme ad alcuni amici aveva persino acquistato un prefabbricato in legno per trasformarlo nel suo museo. I suoi giocattoli, come lui amava chiamarli, voleva che divenissero per l’appunto i pezzi di questo museo. E tale obiettivo spero che presto, a sua memoria, trovi compimento. Sarebbe un modo, credo a lui assai gradito, per ringraziarlo per tutto quello che è stato e che per sempre sarà per tutti noi.
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Ricordando Giorgio Li Bassi di Natalia Riccobono
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e n’è andato a 65 anni, la sera dello scorso 16 febbraio, Giorgio Li Bassi (padre del nostro Luca) da tanti anni protagonista della scena palermitana. Cabarettista, amante della vita, dei giovani e del teatro Li Bassi era un poeta, un cantore della sua terra, colui che con la sua impronta verace, il tono sgrammaticato e la veste del palermitano plebeo ci faceva ridere di gusto. Difficile dimenticare quel suo fare ironico e quell’aria di perenne presa in giro di sé e del mondo mentre calca il palcoscenico.Nel mondo del cinema possiamo citare la sua partecipazione nel film «Stanno tutti bene» di Giuseppe Tornatore ed «Un sogno perso». L’attore palermitano si fece notare, già negli anni sessanta con Salvo Licata, dando voce ai versi antifascisti, in rima baciata, scritti dal poeta di strada Peppe Schiera e resta memorabile quel suo incipit «Sugnu Peppe Schiera e mi iccaru in galera». Popolare, anche grazie alle numerose presenze in tv locali, lo ricordiamo con Gigi Burruano ne «Gli zii d’America», con Angelo Butera («Da grande voglio fare San Giuseppe» - 130 repliche al teatro Madison - e «Mio fratello Garibaldi») e con Raffaele Sabato, con cui animava, in abiti da francescano, la cena al ristorante-teatro «Al Convento». «Via Castellana Bandiera» scritto da Emma Dante, aveva portato Li Bassi al confronto con uno dei ruoli più difficili e belli della sua carriera, quello del padre nell’aspro «Mishelle di Sant’Oliva» ed aveva dimostrato al grande pubblico non
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solo la sua verve di attore d’istinto, comico arguto ed irriverente, ma anche le sue doti di raffinato interprete tragico. In «Mishelle di Sant’Oliva», Giorgio Li Bassi spaziava da un registro attorale all’altro seguendo con cura e dovizia di particolari il disegno e le indicazioni della regista. Presso la camera ardente, allestita nel teatro Spicuzza, sono stati tantissimi i palermitani a voler tributare un ultimo applauso al «loro» Giorgio. Un viavai lungo e commosso per uno dei pionieri del cabaret palermitano. Al funerale, svoltosi presso la Cattedrale di Palermo, la sua presenza si sentiva ancora forte; colleghi, amici, parenti, una grande famiglia tenuta unita dalla grande umanità di Giorgio. La figlia Floriana lo
ha ricordato come l’angelo più buono del mondo. Ed i presenti che ricordavano bene l’altruismo dell’attore, lo hanno manifestato con il lungo applauso con cui hanno accolto le parole della «picciridda», così la chiamava Giorgio. Marcello Mordino ne evoca così l’altruismo: «A lui piaceva tenere contatti con la gente. Il più bel ricordo sono le passeggiate che facevamo assieme. Si soffermava e parlava con chiunque, dava ascolto». Anche Ernesto Maria Ponte lo ricorda in questo modo: «Anche se non abbiamo lavorato spesso insieme e non ci vedevamo, almeno una volta al mese mi chiamava per sapere come stavo». Con i giovani soprattutto amava legare, lui che si definiva «un vecchio emergente al soldo di giovani emergenti». A rievocare l’immagine di questo umile maestro erano le battute che si scambiavano tra di loro alcuni ragazzi mentre accompagnavano il feretro verso l’uscita. Erano gli attori dell’Ats - Spazio zero che ricordavano con il sorriso, le battute che Giorgio era solito fare. Uno di loro diceva: «Si metteva al nostro pari. Voleva essere chiamato Giorgio. Ci ha aiutato tantissimo, veniva sempre a vederci e ci dava consigli». Sdrammatizzare era il suo modo di prendere la vita, e lo testimonia chi con lui ha condiviso vita e lavoro. Con gli occhi commossi Paride Bennassai, legato all’attore da un’amicizia trentennale, ammetteva: «L’ho sognato ieri sera. Mi parlava. È stato unico. Insostituibile. Unico con tutti i suoi limiti e difetti, per questo autentico. Era battagliero, e si dava sempre da fare. Non posso dimenticare quando nel ‘76 ci incatenammo in piazza Pretoria per rivendicareilsostegnochemeritavailteatro. Una lotta che non ha mai abbandonato». Un uomo così mancherà a tutti, alla sua famiglia a cui ci stringiamo nel dolore, ai suoi amici ed anche a noi tutti spettatori, amanti del comico palermitano. Grazie Giorgio, per i tanti sorrisi regalatici.
Editoriale Editoriale EquiNewsSicilia
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e ambizioni di febbraio, quando abbiamo parlato e ci siamo confrontati in redazione riguardo all’impostazione di questa primo numero del 2010, erano quelle di aprire con le indicazioni del programma nazionale raccontando ai fedeli lettori le novità dell’anno nuovo. Ciò, purtroppo, ci è stato impossibile a causa delle nuove elezioni del consiglio federale di cui, ovviamente, non potevamo non parlare. Speriamo, tuttavia, di poterci addentrare quanto prima su ciò che vorrà fare il Comitato nazionale e tenervi aggiornati. D’altra parte, cosa che per noi non è del tutto nuova nonostante faccia parte della politica di sempre, la protagonista assoluta del periodo di campagna elettorale è stata la così detta «caccia alle deleghe» ovvero una campagna di disinformazione, o meglio priva di informazioni adeguate, con l’esclusiva richiesta di votare i nuovi consiglieri solo in base alle idee del programma senza fare attenzione al loro curriculum. «A chi ho incontrato alla vigilia di queste elezioni – ha detto il presidente Paulgross, così come riportiamo nelle nostre pagine, subito dopo le elezioni - ho chiesto di votare solo nel caso credessero nelle nostre idee». Di certo non è un buon modo per ricominciare. Diversa, invece, la situazione politica regionale che, grazie alla sua acquisita stabilità, ha presentato grosse novità di cui è possibile trovare ulteriori approfondimenti nelle pagine all’interno. In ultima istanza, ma di certo non ultima per importanza, siamo costretti a dare l’ultimo saluto al caro e compianto amico Enzo Fragalà e a Giorgio Li Bassi, padre di Luca. Scomparsi entrambi in circostanze diverse, ma comunque, troppo presto per quel che ancora potevano dare ai loro cari, alla nostra città, al mondo dell’equitazione.
Rosario Seminerio
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Notizie Notizie Politica nazionale: il punto... EquiNewsSicilia
di Davide Matranga
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opo poco più di un anno di lavoro il comitato nazionale della Fise ha dovuto rivedere la composizione del proprio consiglio federale ed indire nuove elezioni a causa delle dimissioni di ben sei membri su dieci. Secondo le norme statutarie, quindi, il presidente Andrea Paulgross è rimasto in carica per l’amministrazione ordinaria per quasi due mesi giacché, come riporta il comunicato della Fise dello scorso cinque gennaio, «pervenute sei dimissioni non contemporanee dei consiglieri federali Avv. Antonio Giovannoni, On. Antonio Verro, Sig. Fabrizio Ambrosetti, On. Giovanni Rossoni, Rag. Franco Guerzoni e Dott. ssa Lalla Novo, il giorno 4 gennaio 2010 il consiglio federale della Fise è decaduto ai sensi dell’art. 31 comma 1 lettera B e comma 2 lettera C dello statuto federale». E per chi non conosca lo statuto, per dovere di cronaca, deve sapere che l’articolo sopracitato prevede il rinnovo del consiglio senza che nulla intacchi la figura del Presidente, il quale amministra serenamente e indice l’assemblea straordinaria per il rinnovo del consiglio. Paulgross ha così convocato l’assemblea per lo scorso 27 di febbraio presso Lido di Camaiore ed il nuovo consiglio eletto è così composto: Mariuccia Grandinetti, Francesco Vergine, Franco Guerzoni, Federico Forcelloni, Antonio Giovannoni, Mario Gatti, Antonio Verro, Stefano Brecciaroli, Fabrizio Ambrosetti e Lalla Novo. Non saremmo bravi cronisti, però, se tralasciassimo di raccontare le polemiche che si sono accese a causa del rinnovo del consiglio stesso. Sui vari
portali di informazione sportiva, equestre in particolare, aleggiavamo nella fase pre-elettorale illazioni (o presunte tali) sul fatto che le dimissioni non contemporanee di ben sei consiglieri fosse solo una mossa astuta per fare fuori gli altri quattro. Non è nostra intenzione sostenere questa teoria, o meglio, non è nostra intenzione sostenere qualsiasi teoria in merito. Sembra corretto però raccontare alcuni fatti, sarà il lettore a tirare le proprie conclusioni. Su tutto emergono con prepotenza i tre ricorsi che sono stati attuati contro le decisioni di Paulgross e cioè: un ricorso al Tar del Lazio, poi rigettato, nel quale si sosteneva che insieme al Consiglio Federale sarebbe decaduto anche il presidente in carica perché le dimissioni dei sei consiglieri, per quanto non consegnate nello stesso giorno, sarebbero state presentate in tempi così ravvicinati da configurare la contemporaneità. Lo stesso ricorso al Tar del Lazio, sempre rigettato, sottolineava come la località scelta per la nuova assemblea elettiva fosse in contrasto con un comma dello statuto federale, in base al quale l’assemblea dovrebbe svolgersi nello stesso comune in cui è la sede nazionale della Fise, cioè Roma. Gli stessi argomenti, poi, sono facenti parte di un ricorso presentato alla Giunta del Coni. Il terzo ricorso, infine, è stato depositato presso la Corte dei Conti in merito a presunti problemi relativi al bilancio federale e al compenso per il presidente, a suo tempo approvato dal Consiglio. Un altro «attacco» alla breve gestione Paulgross è stato addirittura effettuato in Senato. Il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, infatti, ha effettuato una rovente interrogazione al Presidente del Consiglio sull’operato del Presidente Fise. E’ incredibile, quindi, che addirittura a poco più di un anno di attività un consiglio ed un presidente eletti con risultati quasi plebiscitari riscontrino così grosse difficoltà ed attacchi. Fa’ riflettere, in ultima analisi, il fatto che dei dimissionari ben cinque su sei si siano ricandidati e siano stati anche rieletti. Sono Giovannoni, Verro, Ambrosetti, Guerzoni e Novo. Viene spontaneo, dunque, domandarsi perché abbiano deciso di dimettersi per poi ricandidarsi. Sebbene per motivi diversi, in momenti diversi, tutto ciò è poco comprensibile e ci attiveremo nella speranza di avere risposta dai diretti interessati.
Dal «gioco» sono rimasti esclusi l’ex vice presidente, Vittorio Garrone, Francesco Colucci, Giovanni Bonomelli, Gabriele Tibaldo e Giovanni Rossoni. Adesso che la soddisfazione è al culmine e la squadra al completo è giunto il momento di darsi da fare, così come ha sottolineato Paulgross nel post-elezioni e di cui riportiamo fedelmente le dichiarazioni: «Abbiamo vissuto una giornata molto importante per la vita di questa federazione – ha detto il Presidente – Ci siamo lasciati alle spalle un anno vissuto pericolosamente, attraversando momenti molto difficili, con passaggi anche umanamente assai complicati. Abbiamo dovuto sopportare di tutto, tenendo botta anche in virtù dell’impegno di chi ha creduto nelle nostre prospettive: come il segretario generale, Sergio Bernardini, cui va il mio ringraziamento sincero per l’appoggio garantitomi in questi mesi che hanno segnato un momento drammatico della Fise. La crisi è alle spalle. Ora posso esternare tutto il mio entusiasmo per aver finalmente ritrovato un consiglio federale che, ne sono certo, consentirà lo svolgimento di un grande lavoro. Abbiamo la necessità di fare squadra: siamo un gruppo dirigente, dobbiamo dare un forte segnale di unità. Non deludiamoci a vicenda, non partiamo con il piede sbagliato. Sapete di avere in me un presidente che vuole lavorare sul programma elettorale. Avete visto il mio impegno, ma anche la fiducia che proprio attorno a quel programma ci è stata confermata. Abbiamo di nuovo il consenso della gente. Io ci ho messo la faccia, chiedendo appoggio pieno: a chi ho incontrato alla vigilia di queste elezioni ho chiesto di votare solo nel caso credessero nelle nostre idee. Ora dobbiamo essere garanti di una politica forte e unitaria, dobbiamo essere dirigenti nuovi in una federazione diversa». Il momento di passare ai fatti sembra così giunto e, come si evince dalle dichiarazioni del Presidente, questo anno e mezzo di difficoltà, patite a causa di problematiche sorte per il comportamento di alcuni personaggi non meglio identificati (o identificabili) sarà cancellato dal nuovo quadriennio 2009-2012, dalla nuova squadra federale nella quale Andrea Paulgross ha piena fiducia e con la quale ritiene di potere dare compimento a quello che tutt’ora rimane il suo programma. 7
non sicilia non solosolo Sicilia EquiNewsSicilia
Arezzo Equestrian Centr Al Globa l Champions Tou r e f f icienza, co r tesia e pul i z ia
di Gaetano Sabato
al presente i cancelli di uno degli ingressi. Il centro ne ha tre: queli lati della strada, che taglia i lo che abbiamo varcato è aperto al campi come una ferita antica, pubblico, mentre gli altri due sono la campagna della provincia riservati agli autorizzati (fra quearetina si snodava lenta, illuminasti, ovviamente, i partecipanti alle ta da un sole appena tiepido, timido competizioni) che possono tranquilannuncio di una primavera incipienlamente accedere con i propri mezzi te. Filari di alberi sparsi e sparuti fino all’interno. Una bella comodità si rincorrevano e si alternavano a per i cavalieri che devono trasportacampi coltivati, mentre con la mente re i propri cavalli e vogliono seguire correvamo alla meta del nostro viagcon giusta apprensione ogni mogio: l’ Arezzo Equestrian Centre, uno mento che riguarda i loro animali. dei centri equestri che rappresentaCiò che colpisce da subito all’Arezzo Equestrian Centre (da ora in poi no l’eccellenza nel nostro Paese. Le premesse erano buone, la cornice A.E.C.) è la dimensione degli spasplendida e la giornata, seppur con zi. Tutto è in grande, ma con stile. qualche nuvola, sembrava capace di Elegante al limite dell’esclusivo, ma alla portata di molti. Dal parchegregalarci momenti davvero originagio al numero dei li. Poco dopo aver lasciato il centro Cinque i campi che offre l’A.E.C.: campi, dalle comabitato di Arezzo, quattro in sabbia e uno in erba. petizioni ospitate la città che diede ai ristoranti, agli i natali al grande spazi ricreativi, tutto è pensato per essere gradevole Petrarca, ci siamo diretti in direzioal visitatore occasionale, così come ne San Zeno. Ci godevamo l’ultimo rassicurante e affidabile per i cavatratto di strada, pensando a quanto questi luoghi siano impregnati di lieri più affezionati. O - perché no? storia: qui, come in tutta la provin- per lasciare soddisfatti anche i più esigenti e scettici. Cinque i campi cia aretina, gli antichi Etruschi lache offre l’A.E.C.: quattro in sabbia sciarono molte tracce della loro pree uno in erba. Fra quelli in sabbia senza, tutt’oggi visibili. A riportarci
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due sono scoperti, uno coperto e il quarto coperto solo per metà. Quello in erba merita un discorso a sé, che ci riserviamo di fare più avanti. Nei giorni della nostra visita il centro ospitava due competizioni, il famoso Global Champions Tour e un concorso minore. Abbiamo avuto modo, così, di osservare le potenzialità della struttura nella gestione di più attività (impegnative come possono essere due concorsi che si svolgono nel medesimo tempo). Un campo in sabbia era dedicato al lavoro in piano, mentre in un altro, al coperto, i cavalli venivano girati alla corda. Il campo in sabbia, per metà al coperto, era condiviso da cavalieri e cavalli di entrambe le competizioni per il riscaldamento. Attorno era zeppo di visitatori che potevano godersi con calma la preparazione dei binomi, sedendosi o sdraiandosi a bordo campo, su morbidi cuscini d’erba. I concorsi e l’ottima organizzazione, evidentemente, non hanno attirano solo «addetti ai lavori» o grandi nomi di cavalieri. Di gente ce n’era tanta. E fra un filo di sole e uno d’erba la curiosità dei neofiti era soddisfatta, così come era soddisfatta la curiosità (o la «fame»?) «tecnica» degli esperti.
re, un esempio per tutti Del resto si sa, è proprio durante la i cavalpreparazione precedente alla gara li e un che si ha l’occasione di apprezzare più nu mer o in profondità lo spessore dei binomi. sufficienProseguiamo la nostra passeggiata. te di box, Il quarto campo in sabbia ospitava la tutti cogara minore. I binomi erano di buon perti. Ma livello, così come il fondo del campo: l ’A . E .C . anche qui gli spettatori non mancasi è fatto vano di certo. Ma più avanti vi era apprezdi più e non volevamo perdercelo. zare anCi siamo avvicinati quindi al vero che dagli evento della giornata, percorrendo il amanti grande viale alberato che costeggia della cucina. Due il campo in erba. Trovata una buoi ristoranna postazione con difficoltà, a causa ti presendel numeroso pubblico (ma c’era da ti all’interno della struttura. Uno aspettarselo), ci siamo fermati per più esclusivo, riservato soprattutto ammirare meglio. L’eleganza della struttura, le scenografie, l’alta quaai cavalieri e agli ospiti dei concorsi, l’altro con tende e vetrate sul lato lità del fondo campo e le magnifiche lungo di un campo prova in sabbia. performance dei binomi lasciavano piacevolmente impressionati e con Numerose anche le strutture ricetpochi aggettivi in grado di restitive nei pressi del centro. Facile (se non fosse per la tuire in pieno la gamma di sensa- Di spessore internazionale i binomi prenotazione) trozioni avvertite. partecipanti al Global Champions vare un posto per Era «in scena» il Tour: tecnica ed eleganza il dormire (non sempre a buon prezzo, Global Champions comune denominatore. Tour, uno speciale però). La nostra giornata volgeva ormai al termine «Salto ostacoli» che toccava tre contie il sole cominciava a farsi più debonenti e nove città: la prima tappa si le. Avviandoci verso il parcheggio, era svolta proprio ad Arezzo, mentre come altri visitatori, non abbiamo per le altre si andava da Valencia ad Amburgo, da Cannes a Montecarlo a potuto fare a meno di girovagare per vari stand che proponevano arEstoril, per poi giungere a San Paolo ticoli legati all’equitazione e non. in Brasile, Valkenswaard nei Paesi Piccola recrudescenza consumistica Bassi, Mosca e Daha. Di spessore inche, però, riserva qualche piacevoternazionale i binomi partecipanti. le sorpresa. Alcuni stand erano in Tecnica ed eleganza il comune denominatore. Non da meno la cornice: il campo in erba aveva anche un piccolo lago artificiale, per non parlare di siepi e ostacoli, di sicuro impatto scenografico, adornati attentamente con fiori e piante. Da segnalare un uso intelligente e discreto della tecnologia. Un grande monitor a bordo campo permetteva di vedere (o riguardare) le performance appena eseguite dai binomi. Scenografia di ottimo livello anche nella premiazione: in pochi istanti un podio era pronto per accogliere i primi tre classificati. A completare il quadro, all’interno del centro vanno notate due giostre per
legno, lasciando intuire che le attività ricreative «collaterali» sono pensate per fornire al pubblico una più ampia possibilità di intrattenimento. Per finire (ma non da ultimo) un aspetto da segnalare: la pulizia. Tutto il centro era costantemente ripulito. Così come il campo in erba durante la competizione. Grazie a un servizio di spazzamento costante, il verde del fondo poteva vantare una certa brillantezza e i cavalieri, durante la gara, non dovevano temere eventuali rifiuti organici. Dopo tanta efficienza e grandezza siamo andati via da Arezzo con l’amaro in bocca. In Sicilia forse non potremo vantare testimonianze etrusche, ma di sicuro ne possediamo di greche, di romane e di arabo-normanne. Di centri come l’Arezzo Equestrian Centre, però, quanti ne potremo vedere nei prossimi anni?
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Il personaggio Il personaggio EquiNewsSicilia
Punta. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare lo stato dell’equitazione siciliana dal suo punto di vista. «Il parco ario Minutoli, nel palermitano, è cavalieri siciliano – esordisce Minutoli uno dei cavalieri di punta. Ha è pieno di risorse, anzitutto per le nostre partecipato ad innumerevoli doti caratteriali. A dar dei problemi concorsi ippici nazionali ed è quello dei cavalli che internazionali, sia in Italia che all’estero, generalmente è mediocre. facendo parte più volte della squadra In generale mi sento di dire che sarebbe nazionale. Nato nel capoluogo siciliano necessario insegnare nel 1956, è cavaliere di II grado, istruttore « l av o r a r e s o d o n e l alla gente a montare a federale di terzo livello t e m p o , p r i m a o p o i cavallo bene, cioè a fare equitazione non con specializzazione in paga ». solo per estetica, per salto ostacoli e tecnico voler fare sfoggio di Fise per il settore Salto eleganza, ma bisognerebbe puntare Ostacoli e formazione. La sua carriera su un’equitazione più tecnica. di cavaliere è cominciata prestissimo L’equitazione, con delle basi solide, serve presso la Scuola Palermitana di a crescere. Penso sia grave perdere ogni Equitazione ed ha proseguito anno l’80% dell’utenza, cioè la specializzandosi presso la scuola militare
di Rosario Seminerio
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Dario Minutoli Dario Minutoli - Lewjs cipher, finale Campionato Italiano - Pontedera 23/25 agosto 2002
«La politica è indispensabile per riorganizzare e raggiungere lo scopo, ovvero quello di portare avanti l’equitazione partendo dalle basi»
di equitazione di Montelibretti, sotto la guida e il comando di Piero D’Inzeo. Come istruttore ha portato i suoi allievi junior e young riders a competizioni e vittorie di prestigio come Piazza di Siena, Verona, Campionati italiani e campionati d’Europa, e spesso ha svolto le funzioni di capo equipe delle squadre italiane senior in trasferta agli CSIO all’estero. Attualmente è istruttore presso il circolo ippico degli Ulivi di San Giovanni La
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percentuale di persone che si perdono alla soglia della categoria 115 - 120. Allevando giovani cavalieri su basi solide si aumenterebbero i cavalieri che si cimentano in classi superiori. In questo modo ne gioverebbe tutto il settore, concorsi inclusi». Ha delle soluzioni da proporre? «La soluzione deve essere dettata dalla tipologia di gara, dall’assistenza e dalla sorveglianza che viene effettuata. In
merito a ciò esorto anche i giudici e le commissioni del campo prova ad essere più attente alla tecnica e meno agli elementi di importanza minore. Bisogna osservare maggiormente cosa fanno gli istruttori in campo prova, osservare come monta la gente a cavallo e non permettere che si facciano determinati lavori in campo prova, specialmente parlando di juniores. E poi c’è il regolamento che può aiutare molto. Le prime categorie, quelle che cioè riguardano la prima parte equestre, dovrebbero essere solo di equitazione così come fanno all’estero. Del resto quella tipologia di gara, oltre a darti una base con criteri tecnici, serve a montare bene perchè sei obbligato a farlo. Tutte le categorie dovrebbero essere di equitation, così che i cavalieri siano obbligati a montare meglio». Quindi lei propone l’equitation anche nella 115? «Si dovrebbe partire dall’inizio. Tutte le categorie ludiche addestrative, e considero dalla B80 alla C115, dovrebbero essere a giudizio». Nei primi anni ‘90 c’era già stato un simile tentativo … «A quei tempi ancora non avevamo dei giudici con una sufficiente esperienza della tipologia di gara. Considero scontato che per fare bene questo genere di gare c’è bisogno di un collegio giudicante di un certo livello, anzitutto efficiente che sappia far bene queste cose. Nei primi anni ’90 il collegio giudicante non fu all’altezza della situazione e quindi le lamentele delle famiglie fioccarono. E’ per questo motivo che in seguito fu deciso di abolire questo sistema, ma è stata una mossa sbagliata perché i ragazzi devono imparare a montare in maniera corretta. Solo in questo modo, infatti, potranno eccellere nell’equitazione. Certo, ci vogliono anche i mezzi ed un pizzico di fortuna, ma lavorare sodo nel tempo, prima o poi paga. Se lavori male è matematico che arrivi solo fino a un certo punto. La grande responsabilità è degli istruttori che non devono farsi attrarre dai soldi facili. Molti, infatti, per due lire in più sono disposti a portare avanti gente che per montare è disposta a tutto, tranne che a migliorarsi. Questo fa scadere la qualità del nostro lavoro, certamente accontenta alcuni genitori, ma noi non siamo pagati per questo. Dobbiamo anzitutto lavorare bene e con coscienza, perché sappiamo che stiamo costruendo per il futuro. A questo proposito abbiamo anche degli strumenti di controllo. Attraverso i tecnici e i giudici la Federazione potrebbe controllare più severamente lo svolgimento di alcune gare, in questo modo tutti sarebbero obbligati a lavorare in un certo modo». Che ne pensa del Trofeo Sicilia?
importantissimo per tutti gli allievi, giovani e non, poter
che è stata poi tradotta e scritta. Loro montavano d’istinto mettendo davanti tutto il talento, non contavano la distanza, già ad occhio sapevano cosa fare, cosa che oggi è impensabile. Oggi è tutto un calcolo sulle distanze e tutto può essere adattato al cavallo e al livello del cavaliere». Come bisogna prepararsi per dialogare con il cavallo ed arrivare ad una tecnica di livello? «C’è anche il lavoro in piano, le cessioni alla gamba, il galoppo rovescio, i lavori su due piste, le appoggiate, tutto un lavoro che troviamo nel dressage ma che in questo caso diventano movimenti perfezionati e portati all’esasperazione. Di base sono lavori di rispondenza, ovvero mettere il cavallo nelle condizioni di capire quello che gli chiedo. La posizione della gamba, il contatto con la bocca, la schiena riunita… queste cose servono per il salto ostacoli e non solo per il dressage». Sofia, Coppa delle Nazioni Samsung - Medaglia d’Oro a squadre Lei ha sempre cercato di migliorarsi guardare la gara di binomi di un certo ed ha lavorato anche con tecnici del «E’ ormai un evento sociale. Questa è livello. A Piazza di Siena il Gran Premio calibro di Henk Noren e Piero stata una stagione positiva, lo conferma lo fanno di notte? Mi pare proprio di no. D’Inzeo. anche la numerosa affluenza di binomi e Nei nostri concorsi la categoria più «Ho sempre studiato per cercare pubblico. E’ una macchina che sta importante è la 140 ma siccome i nostri di capire. Oggi l’equitazione è funzionando bene, anche se non ho ben organizzatori sono aperta a tutti, un capito cosa cambia rispetto ad altre amatori e non sono cavaliere si può «L a soluzione deve essere dettata gare… sono comunque contento che il tecnici, la 140 si dalla tipologia di gara , anche costruire, trofeo abbia creato interesse coinvolgendo disputa per ultima, mentre prima era quasi tutte le scuole siciliane». dall’assistenza e dalla sorveglianza ed è un peccato uno sport riservato Molti si sono lamentati in merito perché è una vera che viene effettuata». solo ai talenti. alle categorie maggiori, come la attrazione per i D’altronde un vero 140, perché si sono disputate a tarda nostri allievi». Parliamo talento è un’autentica rarità, oggi siamo sera. degli studi che si sono fatti su cavalli per lo più persone normali che ci «I comitati spesso non sono composti da e cavalieri per arrivare alla impegniamo a lavorare e studiare, solo gente “di cavalli”. La categoria grossa è tecnica… così possiamo anche accedere a livello quella più importante, e mi sono sempre «L’equitazione ha subito un’evoluzione. A più alti. Ovviamente se ci imbattiamo in chiesto come mai questa categoria campioni come Piero D’Inzeo e Graziano un talento naturale, uno che l’equitazione gareggia quasi sempre quando il pubblico Mancinelli si deve l’ e quitazione tecnica ce l’ha nel sangue, sappiamo che avrà è andato a casa. Sarebbe invece sempre una marcia in più». Che ne pensa della situazione politica siciliana? «Bisogna fare attenzione alla politica che, come è noto, deve cercare di accontentare tutti. Purtroppo non è possibile e quindi, a rischio di essere impopolare, secondo me un ente pubblico come la Federazione deve fare delle scelte decise. Oggi per fortuna abbiamo qualcuno che ne capisce davvero di cavalli, ma deve fare attenzione a non fare errori nell’intento di accontentare qualcuno. Secondo me queste persone devono lavorare mirando ai risultati tecnici, ovvero a ciò di cui lo sport ha veramente bisogno: tecnici validi, gente che lavora e centri attivi. La politica è indispensabile per riorganizzare e raggiungere lo scopo, ovvero quello di portare avanti l’equitazione partendo dalle basi e lavorare su tutto ciò che abbiamo detto. Tutte le altre cose fanno solo perdere tempo». Criterium - Pratoni del Vivaro - medaglia di bronzo
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TROFEO SICILIA Trofeo Sicilia EquiNewsSicilia
Trofeo Sicilia: Giuseppe Allò si aggi
Giuseppe Allò in premiazione
di Claudia Santoro
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iuseppe A l lò, i n sel la a T he I l’ lusionist, si è agg iud icat o la C135 del la domen ica nel la se conda tap pa del T rofeo Sici l ia d i sa lt o ostacol i. I l cava l iere pa lermit a no, istr utt ore a l l’ E qu iclub Ipponikos, ha v into la categoria agg iunta più impor tante della tappa, svoltasi i l 27 e 28 febbra io scorsi presso “ I l Peg no” d i T rapa n i. «Ho av ut o del le d i f f icoltà nel la pr ima pa r te e alla doppia gabbia – spiega A llò – le g i rate erano troppo r ig ide e i l campo non ha favor it o i l percorso perché era pesa nte ». Q uel lo d i A l lò è stat o l’u n ico bi nomio a usci re senza er ror i agli ostacoli nel tempo di 63,88. 12
A lle sue spalle si sono piazzati F rancesco Pel leg r ino, in sel la a M , con 4 pena l ità i n 62 ,59 (Centro ippico L o Sperone T P) e Giovanni Gioè (centro ippico L e fontanelle CL) su P ier rot R (4 /67,9 9). «Ier i pr imo, ogg i terzo. Perché? » sorge spontanea la domanda a Giovann i Gioè che dopo aver v into la C13 0 del sabato si è classif icato terzo nella C135 della domenica, lasciando di fatto il primo g radino del po d io. «Perché ci sono anche altr i concor renti – r isponde - l’impor tante è comunque sali re sul podio. I l cavallo non era lo stesso – spiega poi Gioè, che monta per la scuder ia R ana – e poiché ho la possibilità di montare più cava l l i nel la stessa categor ia sono sicuramente agevolato dal punto d i v ista delle premiazio -
ni». «I l campo – proseg ue poi il cavaliere – ha reso la C135 molto d i f f icoltosa perché era molt o pesa nte. I cava l l i faceva no fatica a salta re, ad a f fronta re gli ostacoli. L’organizzazione – conclude in f ine Gioè – è stata come sempre ca lorosa, da migliora re, forse, sono i ser v izi». I l d i rett ore d i campo che ha d iseg nato i percorsi è stato i l ma rsa lese Tommaso Favat a. “ L a categor ia più g rossa del-
iudica la 135 della seconda tappa
la domenica è la C135 – spiega Favata - categor ia mista per la qua le ho prev isto un percorso base abbastanza selettivo e un ba r rage con una doppia gabbia che è quasi sempre l’ostacolo più i mpeg nativo. I l ca mpo è buono, – agg iunge il d i rettore - è stato i r r igato costantemente, i l pa rco ostacol i è r iver n iciat o, le ba r r iere sono nuove. M i sembra su f f ic ient ement e buono, forse sono stati effettua-
ti poch i percorsi ma la str uttu ra è a l l’a lt ezza del T rofe o Sici l ia ». L a ma n i festa z ione spor tiva si è poi conclusa con la BP6 0. Per l’evento, organizzato dal Comitato F ise Sicilia i n col laborazione con i centr i ippici ospita nti, che ha preso il v ia il 2 0 febbraio ad Aug usta (Si racusa), è stato prev isto un montepremi, d iv iso nelle categor ie d i ga ra, per un ammonta re d i 6 mi la e 4 0 0 eu ro.L e tappe sono complessivament e sei , d iv ise equa ment e tra la Sicilia or ientale e quella occidenta le. A quel le g ià citate si agg iungono poi il 6 /7 Ma rzo al S.I.S. (Siracusa); il 10/11 Aprile L a Favor ita ( Pa lermo); l’ 8 / 9 Magg io al S.I. S. A . (Catania); il 31 Luglio -1 A gosto al Camelot (S ciacca). A presiedere la g iur ia per la seconda tappa è stata chiamata R osalba B er tuccio che è stata coad iuvata da Mela Ga rofa lo, Sabr i na Pa r r i nel lo, A ngelo L a Ma ntia e Giova n n i Mangog na. Per le prove a g iud izio d i «equitation» in g iur ia si sono alternati invece F ranco A long i e Ma r io S cr iba no. T ra i brevetti pony e cava l l i ha nno preso pa r te numerosi bino -
mi che, non avendo ef fettuat o er r or i agl i ost ac ol i , si sono classi f icati pr imi ex equo. Sul p od io del la c at egor i a C115 , i nve ce, si sono ver i f icati tre netti: Claud io Di Giorg i ( Villa A lbanese – F i l ippo I n fantino) con Eddy R eady G o F (6 4 ,10), Gabr iele R andazzo ( L a Sta f fa) su Ca nta ra (61,5 ) e Feder ico A n na lor o ( Horsi ng club) con O ver t the Top (6 4 ,94). I n testa a l la C12 0 F ra ncesco A lag na (centro ippico L o Sperone) i n sel la a Ven i de Joncmesn i l , E ugen io Pen n a (club Paolo Ferretti) su Saf ir e P iero M iceli ( I l Peg no) con Campi noo. « A l Peg no ho pa r t e cipat o con u n c ava l lo t edes c o d i Ca loger o Genova che montavo da quattro g iorni – dice Claudio Di Giorg i, v incitore della C115 della do menica - mi sono trovato bene e, in fatti, sono a r r ivato quinto il sabato e pr imo la domenica. L’ultima pa r te del percorso era la più d i f f icile perché c’erano i cinque tempi con la gabbia più alta che ha cond izionato tutti, i n fatti i l m io è stat o l’u n ico netto. I l campo – conclude - era un po’ pesante, ma ne eravamo al cor rente ».
Premiazione della categoria C125 13
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Il Trofeo «raddoppia»
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l suo ot t avo a n no c on se cut ivo, i l T r ofe o Sic i l i a si è scisso i n sa lt o ostacol i e d ressage. Nat o d a u n’ide a del l’at t ua le d i r et t ivo del C om it at o F ise Sic i l i a , i l T r ofe o, it i nera nt e per tut t a la reg ione, ha come scopi fonda menta l i quel lo d i v isiona re i g iova n i atleti t esserati per i l C om itat o reg iona le F ise Sici l ia e quel lo d i ga ra nti re a l la reg ione ma n i festa z ion i con pa r ticola r i ca rat t er istiche agon istiche a nche i n a mbit o lo ca le. I nsieme a l T rofeo Sici l ia d i Dressage e a l T rofeo d i Equ itation denom i nat o “ T r i nacr ia” ( pr ima tappa C.I. U l iv i 17/18 Apr i le) quel lo d i sa lt o ostacol i compone la tr iade del le ma n i festaz io n i federa l i orga n i zzat e da l C om itat o reg iona le F ise Sici l ia.
Adim, a De Luca la C135
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l cavaliere di Modica, Giuseppe De Luca, in sella all’olandese di 11 anni Thunderbolt, si è aggiudicato la C135 mista, prova più prestigiosa del primo concorso ippico della stagione 2010 Sicilia, organizzato dall’Adim di Augusta il 23 e 24 gennaio scorsi. De Luca, tesserato per il circolo ippico Le Fontanelle di Caltanissetta con l’istruttore Giovanni Gioè, al termine di un barrage a tre è stato l’unico a uscire dal campo senza errori agli ostacoli, chiudendo la prova in 45,74. La grossa del sabato (C130 a tempo), invece, ha visto il successo della catanese Rachele Reina (reduce dall’ottima performance nel Master Dalla Chiesa) in sella a Remedi D. L’amazzone del New Eagle’s Club, dove insegna Ciro Carrabotta, ha chiuso la prova senza errori agli ostacoli, nel miglior tempo di 61,44.
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In breve In breve EquiNewsSicilia
I° Tappa del Trofeo Sicilia Dressage S
ono stati circa 50 i binomi che hanno preso parte alla prima tappa del nuovo Trofeo Sicilia di dressage svolto al «Sisa» di Aci S. Antonio l’ultimo fine settimana di gennaio. Il Trofeo è una vetrina per i giovani cavalieri del panorama equestre siciliano ed è qualificante per il Trofeo GID. A giudicare i binomi nella prima tappa, la giuria presieduta dal giudice internazionale Fouad Hamoud, coadiuvato da Linda Heims, Karen Dalton e Antonino Fichera. Appuntamento successivo con il trofeo Sicilia di dressage è quello del 7 marzo al circolo ippico «Ulivi» di San Giovanni La Punta, la terza tappa al «Sir» di Ragusa il 30 maggio e la quarta tappa il 18 luglio al club ippico la Palma di Messina. Ad onore della cronaca, a seguire, i vincitori delle prove finali: Eugenio Penna con Love Parade 7 (124,67% Cup M Senior), Xenia Herta Schuman e Zitnas Baribaldi (Cup children 136,91% e Cup E pony 134,010%), l’amazzone ha vinto anche con Zitnas Vito (Cup F junior 126,520%) e Basko (Cup promesse pony 126,880), Erika Brucato Lo Re su Helen (Cup F Senior 122,080%), Eduardo Marascia su Cleopatra (Cuop E Senior 126,420%), Annalisa Arestia Chamonie (Cup E junior 132,140%).
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Marchese vince al Cisse Matteo Marchese su Almero
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Matteo Marchese è andata la prova più prestigiosa del concorso ippico nazionale di salto ostacoli, organizzato dal Cisse nel primo weekend di febbraio. Il trofeo è stato organiz-
zato in occasione dei festeggiamenti di Sant’Agata, la patrona della città di Catania. Marchese, catanese di nascita, è tesserato al Passitti e monta al Club Ippico Siracusano . Domenica 7 febbraio, in sella ad Almero, il cavaliere catanese ha siglato un doppio netto in 38,86 secondi vincendo la C135 mista. Seconda piazza per l’amazzone ragusana Alessia Ruggieri (tesserata al SIR di Ragusa con Mario Scribano) su Valentino e, dietro di lei, terza posizione per il modicano Giuseppe De Luca (tesserato al circolo ippico Le Fontanelle di Caltanissetta con Giovanni Gioè) su Thunderbolt. In testa alla classifica fina-
le della C125 a tempo della domenica si è piazzato il messinese Francesco Scarpato, dell’associazione Altair Equi Club di Messina con Angelo Scarpato, su Discolo. Sui percorsi disegnati dal direttore di campo, Gabriele Vulcanico, sono state disputate anche le prove brevetti e la C130 a tempo, vinta da Giuseppe Carrabotta (del New Eagle’s Club di Catania con Ciro Carrabotta) su Royal Group Orsanigo di Nixima e la C120 mista vinta dalla siracusana Alessia Iapichino, tesserata presso l’Asse di Siracusa con Fabio D’Aquila, in sella a Rarina.
«Doppi» veterinari Fise Nonostante il parere contrario dell’Ordine veterinario la Fise richiede la presenza in campo del veterinario «fiduciario»
Alberto Velis
C. S.
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lberto Velis, veterinario, fiduciario Fise, istruttore di secondo livello e cavaliere di secondo grado, parla della sua professione, chiarendo la duplice veste del veterinario all’interno della manifestazioni Fise. Come si diventa veterinari Fise? Il veterinario Fise è iscritto all’ordine dei medici veterinari e ha fatto richiesta alla Fise di poter essere inserito in questo elenco. Non è richiesto un particolare esame per l’iscrizione, ma bisogna presentare un’ autocertificazione in cui si dichiara di essere esperti di cavalli. E quindi un veterinario che cura cani, non si può occupare di cavalli? Può fare entrambe le cose, se il veterinario si autocertifica. La nostra laurea ci abilita a lavorare con tutti i tipi di animali. I compiti del veterinario sono solo quelli di medico, quindi quando un cavallo si fa male dentro
il box o in campo è richiesto il veterinario di servizio, ma il cavaliere è libero di chiamare qualsiasi veterinario. La visita del veterinario di servizio durante una gara da chi viene retribuita? In occasione dei concorsi al veterinario di servizio viene corrisposta una diaria abbastanza modesta affinché sia disponibile per l’intera durata del concorso. Il resto delle prestazioni extra vengono retribuite dal cavaliere che le richiede. Qual è la differenza tra il veterinario di servizio e il veterinario delegato? La Fise ha sdoppiato le figure per un contenzioso con l’ordine dei medici veterinari creando la figura del veterinario di servizio, quella a cui accennavo prima, e quella del veterinario delegato, ovvero un medico che ha rapporti più stretti con la Fise, ed ha l’obbligo di controllare solo il 5% dei passaporti consegnati, e controllare, nella storia vaccinale del cavallo, che siano corretti per la Federazione ed anche nell’identità. Quindi l’organizzatore dei concorsi ha bisogno di due veterinari? Si, se si decide di avere un veterinario di fiducia che non sia delegato Fise. Oppure si può incaricare un veterinario delegato Fise che può assolvere ad entrambe le mansioni. Quali sono le prescrizioni sanitarie a cui si deve attenere un cavaliere?
La corretta vaccinazione bivalente che deve essere rinnovata ogni sei mesi con 21 giorni di tolleranza per aggiornare il passaporto. Per la vetrinaria non ci sono altri obblighi burocratici, se non quelli inerenti alla salute del cavallo, al doping, al maltrattamento dei cavalli. Per ciò che riguarda il Test di Coggins l’Asl di pertinenza deve effettuare il controllo prima che il cavallo faccia ingresso nell’impianto. E’ raro incontrare i veterinari dell’Asl… A Palermo e Caltagirone ci sono quasi sempre. Ieri, ad esempio, erano qui (al Sisa ndr) perché quando si organizza una manifestazione si deve comunicare all’Asl il numero dei cavalli presenti in struttura e l’Asl dovrebbe svolgere i controlli necessari prima della scuderizzazione. Un veterinario di servizio può bloccare un cavallo? Mai. Il veterinario è un medico, non un giudice. Ha l’obbligo di spiegare al presidente di giuria quello che succede e sarà il presidente in caso necessario a bloccare il cavallo. Anche per una zoppia deve essere il presidente di giuria a prendere una decisione. Al contrario, se il giudice nota qualcosa di strano in un cavallo, deve chiamare il veterinario. 17
Non salti Non solosolo salti EquiNewsSicilia
Il volteggio come arte a di Claudia Santoro
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na passione che è diventata un mestiere. Non un semplice cavaliere, ma un artista a cavallo. Giuseppe Cimarosa, siciliano classe ’82, è volteggiatore da cinque anni e oggi fa parte di importanti compagnie. Nato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, si è specializzato in volteggio a Roma ma il suo sogno è quello di ritornare in Sicilia, dove vorrebbe portare la disciplina
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che ama. Dopo aver conseguito la maturità classica a Castelvetrano, Giuseppe ha rincorso la sua grande passione per l’arte e la storia delle civiltà antiche, iscrivendosi alla Facoltà di Beni culturali archeologici di Agrigento. La sua prima esperienza a cavallo la deve ad Antonino Barresi, istruttore Fise di secondo livello, grazie al quale ha partecipato a gare di salto ostacoli in Sicilia. E’ proprio in quel periodo che conosce Raffaele De Martinis, esperto uomo di
cavalli specializzato nella monta spagnola. Da questo incontro nasce una grande sinergia e il giovane cavaliere viene iniziato alla monta classica dell’alta scuola. «I cavalli li ho nel sangue – racconta Giuseppe Cimarosa – ho iniziato a montare da piccolo, facevo salto ostacoli. Poi intorno ai 16 anni ho incontrato Raffaele De Martinis, una persona fantastica che per me è come un padre. L’ho incontrato a Castelvetrano e mi ha fatto innamorare della monta classica, è veramente il mio maestro di vita». Appassionato di cavalli, arricchisce la propria esperienza lavorando come operatore presso il centro Aias di Castelvetrano nell’ambito della riabilitazione equestre con ragazzi disabili e disadattati, e in altri progetti affini. Nel 2006, per seguire la sua passione per l’arte, Giuseppe si è trasferito a Roma dove ha conseguito la laurea in Scienze Archeologiche all’Università La Sapienza. Vivere nella capitale gli ha consentito di avvicinarsi in breve tempo al mondo del volteggio. Grande ammiratore di artabas, uno dei più importanti esponenti del teatro equestre al mondo e fondatore della compagnia francese Zingarò, Giuseppe decide di frequentare stages e corsi di acrobatica, percussioni, recitazione, creazione, danza contemporanea presso la scuola Contemporanea-Mente, il cantiere europeo delle arti e dello spettacolo diretto da Maurizio Rigatti. «Quando ancora vivevo in Sicilia ho imparato i volteggi da autodidatta. – continua Cimarosa - ho vissuto lì fino a tre anni fa, ma mi limitavo a sognare. Guardavo i video di Bartabas e sognavo di farlo anche io. Poi a Roma ho perfezionato il mio stile. Qui è iniziata la mia vera avventura, sono stato scelto per uno spettacolo di teatro equestre, il primo in Italia, dove avevo un ruolo da protagonista e facevo un numero di volteggio cosacco. Poi ho collaborato con i Muovie Riders2, con Silvia Resta, e ho partecipato a importanti galà come Città di Castello e Fieracavalli a Verona».
cavallo Il vero inizio del suo percorso artistico Giuseppe Cimarosa lo deve proprio a Rigatti che, notando il giovane siciliano, ha dato il via alla sua carriera. Nell’estate del 2007, infatti, Cimarosa ha interpretato il ruolo di protagonista, al fianco della cantautrice Itaca, nello spettacolo “Lacrime di Luna”, presentato in anteprima nazionale al Fontanone del Gianicolo di Roma e portato in tournee in molte piazze italiane. Nello stesso anno inizia la sua collaborazione con la scuderia del Team Ariano, lavorando nelle due produzioni televisive “Il sangue e la rosa” e “Pinocchio”, come controfigura. Tra le sue collaborazioni anche quella con “Piccola Tribù Tzigana” in cui ha ricoperto il ruolo del protagonista al fianco della giovane amazzone di fama internazionale Perla Bortolussi, allieva di Jasmine Smart, prima addestratrice di cavalli ad aver vinto il clown d’argento al Festival Montecarlo. Per Giuseppe Cimarosa il volteggio non è un lavoro, non è uno sport, ma una vera passione, e come tale vuole portarla avanti cercando di specializzarsi per Giuseppe Cimarosa
poterla far conoscere anche nella sua isola. «Io non vivo il volteggio come uno sport – incalza l’atleta - per me il volteggio è anzitutto arte come il teatro e la pittura. Sento il bisogno di creare. Riguardo alla Sicilia il mio sogno è quello di poter fare queste cose a casa, ma ancora è presto. Tornerò a provarci appena avrò fatto più esperienza». Non a caso
Cimarosa ha lavorato anche con il presidente dell’Eos, Francesco Traina, ovvero l’unica struttura equestre siciliana che negli ultimi anni ha creato un piccolo gruppo di volteggio con l’obiettivo di portare nuove discipline equestri in Sicilia. Attualmente Giuseppe Cimarosa lavora in un centro di riabilitazione equestre di Roma e quando gli è possibile torna a riabbracciare la sua terra e i suoi cari, di cui sente molto la mancanza. Giornalmente lavora in un teatro insieme alla compagnia l’Auriga con la quale ha presentato lo spettacolo “Il Sogno Del Centauro” che nel mese di luglio ha fatto il giro d’Italia. Lo spettacolo ideato e creato da Giuseppe Cimarosa conta su una compagnia di quindici elementi fra cantanti, cavalli, danzatori, cavalieri e acrobati provenienti da ogni parte d’Italia. La colonna sonora originale è cantata dal vivo da Eleonora Giudizi e accompagna la storia che racconta la nascita del centauro secondo la quale uomo e cavallo si incontrano, si attraggono e si respingono, prima di fondersi nel Centauro, figura mitologica dell’antica Grecia. Quest’estate il team tornerà in scena con gli spettacoli itineranti presentando una forma più arricchita e spettacolare. 19
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f iFisco sco
EquiNewsSicilia
Costitui re un’associazione di Francesco Pagano*
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rima di entrare nei meandri veri di questa rubrica rivolta al fiscale, penso sia opportuno simulare la creazione di un nostro centro sportivo. Per comodità d’illustrazione lo chia-
meremo Associazione Sportiva Equestre Dilettantistica Equinews. Diamo per scontato che la nostra forma societaria adottata, tra tutte quelle esistenti e applicabili, sia di tipo associativo. Cos’è un’associazione? E’ il risultato di un contratto fra più persone che hanno uno scopo comune, e decidono di associarsi per perseguirlo. Nel nostro caso ovviamente lo scopo comune da perseguire è l’equitazione. Il primo passo sarà quindi quello di redigere l’atto costitutivo e lo statuto dell’A.s.e.d. Equinews. Tale
Francesco Pagano
costituzione può essere effettuata d’essere considerato affiliato o sia verbalmente che per iscritto. aggregato, e quindi non riconoIn quest’ultimo caso avremo ansciuto oltre che dalla Fise anche cora due modalità, e cioè tramite dal Coni. Per chi volesse sapere scrittura privata autenticata da nel dettaglio quale sia lo stanun notaio o tramite scrittura redard richiesto dalla Federazione gistrata stilata dagli stessi soci può consultare il sito www.fise. fondatori e poi depositata dal preit oppure richiederlo al Comitato sidente all’Agenzia delle Entrate regionale di appartenenza. Noi competente per territorio. I costi, oggi senza entrare troppo nello per il primo caso, sono difficili da specifico proveremo a parlare di quantificare, in quanto variano a qualcuno di questi requisiti, tanseconda della parcella richiesta to per rendere sempre meglio il dal professionista; per il seconconcetto di Associazione. Anzido caso (solitamente tutto la denominaziopiù economico) inve- Per la Fise ogni ne: un qualsiasi nome, ce, tra le spese della nuova associazione anche di fantasia purregistrazione dell’atto ché non sia offensivo; deve avere requisiti e i bolli da apporre sede: luogo esatto e sui vari documenti, imprescindibili, pena indirizzo in cui l’asil costo si aggira in- il non sociazione risiede; torno a euro 200,00. riconoscimento da scopo: nel nostro caso Contemporaneamenindividuato nell’esplete alla costituzione parte della Fise e del tamento e divulgaziodell’associazione è Coni. ne dell’equitazione e necessario aprire per degli sport equestri; essa un codice fiscale da richienorme dell’associazione: il regodere presso l’Ufficio territoriale lamento comportamentale dei dell’Agenzia delle Entrate. L’atsoci e della vita sociale. Altro to costitutivo non ha una forma documento sempre redatto che obbligatoria. L’articolo 36 del cosegue come di consuetudine l’atto dice civile in maniera scarna ne costitutivo è lo Statuto. Cos’è? E’ disciplina le modalità. Diciamo il documento che regola la vita e che l’unico vero vincolo specifico il funzionamento dell’associazioè che secondo la legge italiana ne. In particolare, va a determinon è permesso fondare associanare con precisione quali siano i zioni segrete, possiamo quindi compiti, le cariche, le qualifiche affermare tranquillamente che e di conseguenza le responsabiliper la nostra associazione sarantà che ogni singolo socio ha nei no i soci fondatori a stabilirne confronti dell’associazione stesmodalità e regolamentazione. A sa. La sua stesura ha le stesse patto però che nessuna regolamodalità dell’atto costitutivo e mentazione si scontri con le norne diventa parte integrante al me previste dalla Federazione momento dell’inizio della vita italiana sport equestri. Infatti dell’associazione. L’Associazione quest’ultima pretende che la neo Sportiva Equestre Dilettantiassociazione abbia dei requisiti stica Equinews è costituita, non imprescindibili. La mancanza di resta che augurargli buona vita uno solo di questi requisiti non sociale, prosperosa di successi e darà possibilità al nostro centro di soddisfazioni. 21
Veterinaria Veterinaria La prevenzione del sorriso del nostro cavallo EquiNewsSicilia
di Chiara Majolino e Salvatore Vitale
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a cura dei denti del cavallo è fondamentale per la propria salute e rendimento atletico. I problemi dentali sono piuttosto frequenti nei cavalli anche se spesso sono ignorati. I denti hanno anche una notevole importanza per diagnosticare l’età degli animali, particolarmente nel cavallo in cui le peculiari caratteristiche strutturali ne fanno dei veri e propri «cronometri dell’età». Il cavallo ha 24 denti decidui, “da latte”, e 36-42 permanenti, da adulto, e la sua dentizione riflette il proprio adattamento all’alimentazione e alle abitudini alimentari. I denti del cavallo sono molto lunghi, solo la parte più esterna è visibile e sono in continua crescita modificandosi lungo tutta la vita dell’animale, per 22
questo sono detti ipsodonti a differennei molari superiori verso la guancia, za dell’uomo e di altre specie animali a quelli inferiori verso la lingua. la cui crescita si arresta dopo l’avvenuQuesta situazione può creare delle to sviluppo dei denti permanenti . difficoltà di masticazione al cavallo, si Questo processo dinamico causa un possono notare continuo rinnovamento dei margini di delle “cicche” di fieno cadere durante occlusione. l’assunzione del cibo o altri sintomi che I molari dell’arcata superiore non comevidenziano un disagio dell’animale baciano perfettamente con quelli infenel masticare. Spesso il cavallo divenriori, debordanta insofferente do leggermente A causa della diversa consistenza a certi morsi o all’esterno. dimagrisce in Ne consegue che delle sostanze che compongono i breve tempo pur durante la ma- denti, si formano dei margini mangiando norsticazione, man- appuntiti, le cosiddette “punte” malmente ed è cando un consumaggiormente mo dalla parte soggetto a coopposta ed anche a causa della diversa liche intestinali, dovute alla insufficonsistenza delle sostanze che comciente masticazione, specialmente del pongono i denti, si formano dei margifieno. Inoltre, l’animale può assumere ni appuntiti, le cosiddette “punte” (teruna serie di comportamenti protettivi mine che si usa nel parlare comune): per evitare il dolore: per esempio, man-
giare con la testa inclinata di lato o, problemi sopracitati grazie anche all’ addirittura, evitare di mangiare certi utilizzo di sedativi farmacologici e di alimenti, come le granaglie, di consiun idoneo apribocca,che permette al stenza più dura. medico veterinario di potere svolgere Altre patologie connesse alla tavola tutte le manualità necessarie. dentaria possono riguardare la radiIn conclusione, il trattamento dei ce del dente,essa può essere soggetta denti ed un controllo regolare rapalla formazione di ascessi più o meno presentano una delle basi grandi che sintomatologicamente si nella normale gestione del cavallo, evidenziano con una alitosi, un goncontribuendo ad aumentare lo stato fiore della parte interessata e nella di salute e la capacità fisica. maggior parte dei casi con uno scolo Il trattamento professionale dei dennasale muco-purulento unilaterale ti previene moltissimi problemi nel dal lato colpito dalla lesione. A seconmantenimento del cavallo e garando della gravità del processo ascestisce un utilizzo razionale dei nutrisuale si potrà prescrivere una teramenti. pia antibiotica nei casi più lievi e nei casi più insidiosi trattare con un intervento chirurgico, previa anestesia generale, in cui viene effettuata una estrazione del dente interessato . A causa di tutti questi problemi connessi con la tavola dentaria, la bocca del cavallo dovrebbe essere esaminata almeno una volta all’anno; nei soggetti giovani il controllo dovrebbe essere più frequente a causa del consumo maggiore e dei problemi associati al cambio tra denti decidui e permanenti. Le tecniche condotte dal medico veterinario consistono nella rimozione delle punte dentarie tramite raspe apposite, manuali o elettriche, taglio o rimozione di capsule dentarie, del 1° premolare (lupino), ecc. I cavalli tollerano generalmente abbastanza bene le manualità Tavola dentaria di un cavallo di 6 anni «bocca fatta» : la dentizione permanente è di routine condotcompleta e tutti i denti hanno pareggiato. te per risolvere i
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horsetherapist Horsetherapist EquiNewsSicilia
Manteniamo in forma i no di Antonio Inghilleri
Tutti gli atleti, professionisti e non, durante le fasi di riscaldamento o dopo l’attività motoria fanno stretching. Forse soltanto nell’equitazione questi esercizi non vengono praticati da nessun cavaliere, ma per chi deve sostenere sforzi ben più complicati è un ottimo aiuto durante la preparazione quotidiana e pre-gara. Scopo primario di questa tecnica è quella di ridurre le tensioni e le rigidità muscolari, aumentando
così l’elasticità e la flessibilità muscoli, ai legamenti (come per di muscoli, tendini e legamenti, esempio quelli delle ginocchia o permettendo così al cavallo-atleta dei garretti) e dei tendini anteriori, di avere una corretta ossigenazione fondamentali durante la ricezione. dei tessuti, I nostri movimenti più Lo stretching è una pratica non c o m p a g n i ampi dati dai di gare, non fasci muscolari invasiva che va sempre praticata avendo il dono decontratti, e dopo il riscaldamento. della parola, una migliore non possono coordinazione. fermarsi e Non bisogna sottovalutare che per dare l’allarme sentendo arrivare quei cavalli sottoposti a stretching il dolore di un muscolo stirato, con l’ausilio del fisioterapista, ma lo possiamo percepire dalla si riduce il rischio di danni ai rigidità o resistenze muscolare che provoca contratture tali da ridurre l’ampiezza dei movimenti che diventano rigidi, limitati e successivamente fanno registrare una scarsa tonicità dei fasci interessati. E’ importante sottolineare che le contratture sovente possono ripercuotersi sui tendini e di conseguenza sulle articolazioni. Tutto questo porta il cavallo a manifestare il proprio malessere cambiando radicalmente il carattere o, in casi più estremi, può provocare zoppie. In questi casi lo stretching può essere un ottimo strumento diagnostico. Con questo metodo dunque,veterinario
Le contratture Protrazione dell’arto anteriore, muscoli allungati e zone di massaggio
muscolari possono ripercuotersi sui tendini e sulle articolazioni e un atleta può allenarsi bene soltanto se i suoi fasci muscolari sono ben
decontratti.
e terapista, possono rilevare possibili danni. Dopo aver individuato il problema e dopo aver valutato il livello di tolleranza alla mobilizzazione, ovvero quanto il cavallo riesce a flettere o stirare la parte interessata, lo stretching viene inserito nel programma riabilitativo, assumendo così un 24
ostri cavalli: lo stretching
Adduzione dell’arto anteriore. Allungamento dei muscoli della faccia laterale della spalla
Retrazione dell’arto anteriore. Muscoli allungati e zone di massaggio
aspetto terapeutico. Nel percorso di rieducazione lo stretching coadiuva la manipolazione. Esistono svariati movimenti di stretching a secondo di quale zona muscolare o articolare si sta trattando. Lo stretching è una pratica non invasiva che va sempre praticata dopo il riscaldamento. Per quanto riguarda la zona cervicale vengono fatte eseguire delle flessioni cervicali (craniale e caudale) e delle flessioni laterali
(verso la spalla e verso la grassella) con l’ausilio di cibi appetibili al cavallo. Il treno anteriore viene sottoposto a protrazioni, retrazioni, mediomozioni, lateromozioni e altri movimenti ben più complessi, e lo stesso riguarda i posteriori. Più comuni da vedere sono invece l’estensione e flessione toracica e le latero flessioni. Esiste anche lo stretching della coda, infatti, ad alcuni cavalli può ridursi lo
spazio intravertebrale tra la quinta vertebra sacrale e la prima caudale a seguito di gare sportive o dopo lunghi viaggi in spazi stretti e scomodi. In questi casi l’intervento del fisioterapista è indispensabile. Abbiamo quindi visto come questa pratica sia di notevole e molteplice importanza sulla preparazione atletica del cavallo. Un atleta può allenarsi bene soltanto se i suoi fasci muscolari sono ben decontratti.
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Garsigliana Spor
Nuova realtà nel palermitano, il centro ha lo scopo di off
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n Contrada Pietralunga, al numero civico 32, in direzione San Martino delle Scale - a soli 5 km da Palermo - sorge la Garsigliana Sport Equestri. Il centro è immerso nel verde ed è situato lontano dal traffico cittadino. A fargli da cornice, poi, c’è l’imponente Monte Petroso e, soprattutto, si respira un’aria pulita, una tranquillità ed un silenzio che solo la montagna ti può offrire insieme alla serenità che pretende una disciplina complessa e ricca di storia come l’equitazione. Aperto tutto il giorno dal martedì al sabato, la domenica solo di mattina, dispone di tre campi in sabbia, un ampio parcheggio ed di una club house con ristorante, bar e pizzeria con un’area comune dove è possibile leggere, chiacchierare, consumare uno spuntino o vedere la tv. Nel locale riscaldato, nei momenti di pausa, gli allievi, i parenti e gli amici degli stessi che li hanno accompagnati possono disegnare, giocare a carte o con giochi da tavolo. Il tutto corroborato da un buon the caldo, se d’inverno, o un buon gelato nella stagione più calda. Quattro giornate al mese, poi, sono dedicate agli stage di dressage o salto ad ostacoli, tenuti sempre da qualificati e capaci tecnici
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provenienti da realtà esterne e no. Dei 20 box disponibili, già 17 sono occupati da cavalli scuderizzati, tra pony, cavalli sociali e privati. Veniamo, però, a scoprire quale può essere il «manife-
sto» della Garsigliana, ovvero gli obiettivi tecnici che vuole raggiungere per i propri allievi: «è improduttivo – dice Rosario Seminerio, direttore tecnico del Centro - spendere risorse economiche in cavalli di categoria eccelsa per i principianti, piuttosto è meglio concentrarsi sull’arruolamento di tecnici ed istruttori che li facciano crescere». D’altronde, una buona formazione «I l benessere c di allievi ed istruttori è garanzia di sensazione di fami crescita per i singoli del centro sono così come per tutto il forza della Gars gruppo. In occasione degli stage o degli incontri, poi, possono partecipare anche i genitori per condividere informazioni ed apprezzare i progressi dei loro ragazzi. «Il benessere collettivo, la sensazione di familiarità all’interno del centro – prosegue Seminerio - sono due dei punti di forza della Garsigliana». Ma qual è la marcia in più che offre il centro? Nato per riaffermare l’Equitazione con la E maiuscola, «la
rt Equestri Asd
frire una scuola e dei servizi di significativa qualità
Garsigliana – afferma Luigia Cangemi, presidente del centro - si pone come scuola, improntata sull’allievo (e non sul conseguimento dei risultati), da cui debbano uscire ragazzi allenati, preparati fisicamente e psicologicamente. Consci che solo tramite il lavoro, il rispetto delle regole e l’amore per il cavallo si possano ottenere ottimi risultati anche agonicollettivo e la sticamente parlando». «La massima iliarità all’interno attenzione - conclude o due dei punti di Rosario Seminerio - è rivolta, poi, alla sigliana ». disciplina sportiva, intesa come comportamento sportivo, come conoscenza dei regolamenti da parte dell’allievo che deve crescere all’interno dell’associazione con spirito di gruppo, spirito di squadra, senza che ciò metta in discussione l’agonismo stesso». La passione per questo sport, ma al contempo la fatica profusa, la concentrazione costante e l’assiduità negli allenamenti sono alla base dell’insegnamento del
Informazione Pubblicitaria centro e la chiave per ottenere ottimi risultati. Attualmente sono trenta i principianti che frequentano i campi del centro equestre ed il cui lavoro li porterà a sostenere i primi impegni
«La passione per questo sport, ma al contempo la fatica profusa, la concentrazione costante e l’assiduità negli allenamenti sono
alla base dell’insegnamento del centro».
agonistici ad inizio del 2011. Proprio per seguire la filosofia dell’impegno e della continuità, al momento si è orientati al lavoro in piano - con un’adeguata attenzione all’assetto e all’uso degli aiuti – che, sostengono gli istruttori, sia la base per qualunque crescita. Il salto ad ostacoli, che per ora ricopre soltanto un ruolo marginale, verrà successivamente inserito ed insegnato non trascurando aspetto alcuno, anche ai livelli più avanzati. Intanto, per chi ne avesse voglia, è possibile trascorrere il proprio tempo libero presso il Centro: tecnici e responsabili sono pronti a dare ospitalità e fornire tutte le informazioni possibili.
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Coni e «Favorita»,
Giovanni Caramazza
La struttura equestre palermitana passa nelle mani de fortuna rispetto al recente stato di abbandono
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’impianto comunale equestre della città di Palermo, la Favorita, è stata recentemente preso in gestione dal Coni di Palermo. Una novità, nel panorama siciliano, il fatto che sia proprio il Coni a prendersi cura di un impianto equestre e che decida di gestirlo a 360 gradi. Una novità assoluta per la quale abbiamo incontrato il Presidente del Comitato di Palermo, Giovanni Caramazza, per cercare di capire i motivi, gli obiettivi e le modalità con cui si vuole gestire l’impianto. Sperando che questa sia la volta giusta per assistere alla sua rinascita. Presidente Caramazza, ovviamente la prima domanda sorge spontanea. Da dove è nata l’intenzione di prendere in gestione una struttura comunale? «Quello della Favorita non è il primo caso. Facciamo molta fatica a gestire i nostri impianti però, pur sapendo di imbarcarci in un impegno molto gravoso, il senso di responsabilità ci ha portato a decidere di gestirne quanti più possibile. Abbiamo cominciato con la piscina comunale di Chiusa Sclafani, una struttura quasi completata e rimasta chiusa per quarant’anni. Adesso il Comune ha completato i lavori e l’abbiamo presa in gestione. Gli Enti pubblici probabilmente
Giochi nel campo in erba della struttura equestre durante la manifestazione «Tempo d’estate» sono interessati a dare al Coni le proprie strutture per le ga r a n z ie che esso stesso offre, e cioè il fatto di essere un ente pubblico che ha le competenze adeguate per la gestione. Questa struttura, mi sento già di dire, sta andando molto bene vista la sua posizione geografica in una zona di Sicilia in cui il mare non è vicinis-
Giochi nel campo in erba della struttura equestre durante la manifestazione «Tempo d’estate»
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simo». Questa voglia di “sfida”, dunque, è uno degli elementi principali che ha spinto il Coni a chiedere l’affidamento della struttura equestre della Favorita al Comune di Palermo. «Si, abbiamo fatto una richiesta formale all’Amministrazione Comunale. C’erano state altre richieste di altri soggetti privati ma alla fine si è preferito darla a noi. Probabilmente sempre per il motivo che affidarla ad un altro ente pubblico offre maggiori garanzie e facilità nella rapidità «I l benessere c di assegnamento». sensazione di famil Senza il probledel centro sono ma, così, di dovere effettuare forza della Gars bandi pubblici o subire rallentamenti per ricorsi. Dunque la concessione della Favorita va ad incastonarsi in un progetto a più ampio respiro, o no? «Gli impianti della provincia, purtroppo, non sono in ottime condizioni ed è nostra intenzione lavorare proprio in questo senso, per miglio-
, il nuovo binomio
el Comitato olimpico, nella speranza di avere miglior
rare la qualità dei servizi da offrire alla cittadinanza. Questa stessa modalità di lavoro sta avvenendo anche nel resto della Sicilia con una piccola differenza: e cioè che solo in questo caso siamo noi a pagare un canone al Comune per la gestione dell’impianto equestre. Altrove accade il contrario, ma abbiamo accettato di fare così pur di rivalutare quell’area. Secondo noi è uno dei posti più belli d’Italia e per questo abbiamo deciso di pagare persino un canone». In che condizioni avete trovato la collettivo e la struttura? «In totaliarità all’interno le abbandono, abbiamo dovuto iniziare due dei punti di con la pulizia. Poi sigliana ». con la sistemazione del manto erboso, l’acquisto di ostacoli nuovi e così via. Il progetto, ovviamente, è ad impatto ambientale zero. Vogliamo abbattere eventuali strutture prive di autorizzazione e ristrutturare quelle già esistenti». La struttura è ora agibile? Si, abbiamo avuto delle prescrizioni alle quali abbiamo adempiuto. Tra
Giovanni Caramazza queste ricordo la sistemazione dell’allaccio fognario». Qual è stata la prima procedura attuata una volta presa in consegna la “Favorita”? «Abbiamo invitato tutte le società, spiegando le modalità di accesso alla struttura offrendo un diritto di prelazione a quanti fossero già dentro per i box. Purché fossero società sportive perché non è nostro interesse trattare direttamente con i singoli privati. La scuola di equitazione, invece, è stata affidata ad un consorzio composto da tre società, propostosi autonomamente». In quanto ad altre attività, le così dette “collaterali”, avete già in cantiere qualcosa? «D’estate abbiamo organizzato il “tempo d’estate”, che è andato molto bene. Hanno partecipato diversi bambini, tra cui persino mio figlio. Ed è stata una cosa importante, perché grazie a lui ho compreso se il progetto fosse valido o meno. Sono state effettuate attività sportive ma anche di educazione ambientale. Pensi che mio figlio inizialmente non aveva voglia di partecipare, per poi addirittura rimpiangere i bei momenti trascorsi. D’inverno vorrei invece coinvolgere le varie Federazioni sportive per dar loro uno spazio auto - promozionale all’interno della struttura». Da un punto di
vista tecnico, tornando proprio all’equitazione, non potrebbe accadere che possano accedere ai box soggetti diversi da quelli che hanno fatto il contratto con voi? «Siamo noi a fornire le tessere di ingresso. E nessun altro potrà entrare nella struttura se non sarà tesserato. Quindi abbiamo assoluto controllo sugli accessi. Sugli individui così come su cavalli e fieno. Non è ovviamente intenzione del Coni speculare sulla struttura ma tutto va nell’ottica del servizio, tutte le entrate vanno reinvestite nello stesso impianto». Per quanto riguarda i costi, però, sembra che siano un po’ alti rispetto alla media. Si vuole forse creare un polo d’eccellenza o i costi elevati di manutenzione richiedono di tenere alto il prezzo? «Entrambe le valutazioni sono corrette. Ma ne esiste una terza molto importante: noi non possiamo fare concorrenza alle società sportive. La Favorita è la struttura più bella ed ambita, e se a questo associassimo un canone d’affitto basso rispetto alla media rischieremmo di mettere in serie difficoltà le società private. Abbiamo voluto tenere il canone più alto proprio per scongiurar l’insorgenza di problematiche».
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Equites, cavalieri nella città eterna di Gaetano Sabato
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ome per altre grandi civiltà del passato, nella storia dell’antica Roma il rapporto fra uomini e cavalli ha rappresentato una costante, connotando in maniera peculiare la storia di uno degli imperi più vasti mai esistiti. Dall’ambito militare a quello politico arrivando all’equitazione come disciplina e come forma di spettacolo, la storia dell’Urbe può essere seguita anche da questa particolare visuale. Senza dimenticare le derivazioni linguistiche: dai latini equus, equitatio, equester ci arrivano, «equino», «equitazione», «equestre»; dal tardo latino caballus (la cui origine è controversa) l’italiano «cavallo», lo spagnolo «caballo», il portoghese «cavalo» e il francese «cheval». Data la vastità della tematica, questo mese ci concentreremo sugli equites e sul ruolo che avevano nella società romana per comprendere come il rapporto fra uomini e cavalli abbia avuto importanti risvolti sulla stessa organizzazione politica di Roma antica. Sul prossimo numero, invece, passeremo in rassegna i modi in cui i Romani concepivano l’equitazione come attività fisica e ludica. A Roma, dall’età monarchica fino alla prima età repubblicana, col termine di equites (cavalieri) venivano indicati i soldati a cavallo. La loro origine, secondo la tradizione, era da ricondurre a Romolo, il mitico fondatore della città. In seguito, grazie alla riforma messa in atto dalla Lex Sempronia, nell’epoca dei Gracchi, gli equites divennero una classe di censo (l’ordo equestris) formando una classe politica che si collocava fra patrizi e plebei. All’inizio era lo Stato romano ad assegnare ad ogni eques un cavallo (che perciò 30
veniva chiamato equus publicus) oppure ai cavalieri veniva dato il corrispettivo in denaro per acquistarne uno, somma che consisteva in 1.000 assi (contributo che veniva detto aes equestre). Inoltre a questi cavalieri veniva assegnato anche un contributo annuo di 200 assi per il mantenimento del cavallo. Ma ben presto anche cittadini abbienti divennero equites, almeno nell’originario senso militare: il cavallo era acquistato a spese proprie, ma la paga che ricevevano questi cavalieri per il servizio reso superava di gran lunga quella riservata ai soldati di fanteria. Non finiva qui. In epoca repubblicana i censores, magistrati preposti a varie importanti funzioni nella Roma repubblicana, controllavano in periodi stabiliti che cavalli e cavalieri fossero in ordine: gli equites che ricevevano dallo Stato le loro cavalcature dovevano dimostrare di possedere e di mantenere con la dovuta cura equipaggiamento e cavallo e di essere degni del rango rappresentato. In caso di mancato superamento della periodica ispezione (essa aveva luogo solitamente
nel foro) potevano vedersi degradati a soldati di fanteria e subire la riassegnazione del cavallo ad un altro eques più meritevole, il quale, magari, fino a quel momento aveva provveduto a equipaggiamento e cavalcatura a proprie spese. Gli equites, soprattutto nella Roma repubblicana, poterono contare su molti privilegi ed ebbero una parte attiva nella difesa dell’integrità dello Stato, per esempio in occasione della congiura di Catilina. Le cose cambiarono dopo la riforma militare di Gaio Mario, quando l’equivalenza fra equites e cavalieri venne meno, dal momento che molti cittadini a reddito bassissimo o non romani confluirono sempre più spesso nelle fila della cavalleria. Roma cresceva e così pure le sue esigenze militari. Fra la fine della repubblica e l’epoca imperiale, in un primo momento non si badò più all’origine degli equites, cosicché molti riuscirono ad entrare nell’ordo equestris sulla base del proprio reddito. Fu Augusto, il primo imperatore romano, a reintrodurre criteri più selettivi per gli equites, anche se da quel momento i cavalieri divennero di fatto il ricco ceto di funzionari amministrativi della nuova burocrazia imperiale. Gli antichi cavalieri, i soldati a cavallo della repubblica, si avviavano a diventare importanti ingranaggi della macchina statale romana, destinata a durare almeno altri quattro secoli.