Erasuperba 31

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IL MENSILE GENOVESE A DISTRIBUZIONE GRATUITA

ANNO IV n 31 a.c. PIRRI

chi viene

chi va


5000 visite

nel primo mese di vita

www.erasuperba.it Il quotidiano online di EraSuperba

Era Superba è vicina al traguardo del quarto anno di vita senza aver mai ricevuto finanziamenti pubblici. E ora anche il nostro impegno si fa in quattro: Era Superba mensile, Era Superba settimanale, Quotidiano online e WebTV.


EDITORIALE

SOT TO L A LENTE

Prevenire è meglio che curare. La tragedia, se vogliamo la coscienza di poter essere toccati dalle cose e dagli eventi in prima persona e in qualunque momento, ha spinto la cittadinanza tutta ad alzare le antenne per capire e informarsi, collaborare e aiutarsi. Si poteva evitare? Di chi è la colpa? Quali interventi hanno fatto sui torrenti? Anche i quotidiani per una settimana hanno proposto inchieste dettagliate e appassionate sulla messa in sicurezza dei torrenti, sulle mancanze, sulle inadempienze. Tutti postumi, come il peccato. Bello vedere cariche politiche prodigarsi nel fornire informazioni ai cittadini, altrettanto bello vedere i cittadini pronti e desiderosi di essere informati. Tornerà la siccità, e noi che si fa? Si torna tutti nella tana calda e ben arredata del menefreghismo? Non è semplice scovare un fattore positivo da cui ripartire dopo l’alluvione, quello che penso è: che città sarebbe Genova se l’attività di comunicazione capillare adottata nelle giornate post tragedia fosse applicata tutto l’anno? L’enorme frattura fra classe dirigenziale e popolo si ridurrebbe sensibilmente, il popolo stesso sarebbe diverso, un popolo con voce in capitolo sulla città e sulle questioni che la animano, una voce che oggi si limita ai propri fatti personali (Es: mi si rompe un piede, perché non hanno asfaltato quella buca?) Razionalizzazione delle risorse, continuo monitoraggio di strategie e progetti che interessano le ex aree industriali, lotta al continuo proliferare di centri commerciali e sviluppo di strutture diverse e adatte ad un nuovo mondo che dovrà presto voltare le spalle al consumismo. I temi in ballo sono tanti e di fondamentale importanza, ma le persone informate e interessate saranno si e no 1/8 della popolazione genovese. Questo non fa altro che esasperare la distanza fra chi decide e chi subisce le decisioni. Per adesso non si tratta ancora di mettere in campo idee e proposte, il primo passo da fare è entrare in gioco, comprenderne le regole (quando ci sono) e iniziare a giocare, ovvero farsi opinioni fondate, indagare, curiosare, capire. E’ tutto a portata di mano, basta levarla dalla tasca.

chi viene e chi va Intervista a pao lo putti

Con affetto, Gabriele Serpe

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A VOXE DE ZENA il peso dellìimpercepibile silos hennebique Macchina del tempo a genova c'è vento a spasso per zena: le case chiuse

di tut to u n pò lettere dalla luna liverpoo l porto d'inghilterra pane e bugie penna sagace banny vino veritas

il caffè degl i a rt ist i i viaggi di jude tassa sui trailer accademia di belle arti l'ango lo di gianni martini

va r ie ed eventu a l i

lista distribuzione parla come mangi il blog del tama agenda

EDITORE Associazione Culturale Pirri DIRETTORE Gabriele Serpe IMPAGINAZIONE Constanza Rojas COPERTINA Gianmaria Rocchi GRAFICA INTERNA Constanza Rojas FOTO Daniele Orlandi REDAZIONE Manuela Stella, Andrea Vagni, Matteo Quadrone, Marco Brancato, Annalisa Serpe, Claudia Baghino HANNO COLLABORATO Emiliano Bruzzone, Chiara Spanò, Valentina Sciutti, Gianni Martini, Gigi Picetti, Sergio Almeanno, Antonio Clemente, Adriana Morando, Gianluca Nicosia, Marta Traverso CONTATTI www.erasuperba.it redazione@erasuperba.it Autorizzazione tribunale di Genova registro stampa n 22/08

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sotto la lente

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CHI VIENE, CHI VA I M M IG R A Z IO N E ED EMIGRAZIONE

I DATI CHE NON TI ASPETTI

di gabriele serpe e ELISABETTA CANTALINI

Foto di Daniele Orlandi Secondo i dati Istat del gennaio 2011 il numero degli immigrati in Italia è pari a 4.570.317, il 7,5% della popolazione totale. Una cifra sicuramente identificativa del cambiamento epocale a cui tessuti urbani come il nostro stanno andando incontro. In quel filo sottile fra cronaca e propaganda, la parola “immigrazione” oggi assume spesso i contorni del “problema da risolvere” aprendo dibattiti su temi come sicurezza, delinquenza e criminalità. Nuovi flussi di persone che arrivano nel nostro Paese, uomini e donne in cerca di fortuna che pagano fior di quattrini per attraversare

e raggiungere le coste italiane su imbarcazioni di fortuna. Ma sarebbe un grave errore “ridurre” il concetto di migrazione solo ed esclusivamente a questo. L’enciclopedia Treccani ci aiuta nella nostra riflessione: la migrazione è “spostamento di una porzione di popolazione dal proprio luogo originario verso un altro”. Quindi i fenomeni di migrazione sono vari e multiformi e non identificabili esclusivamente come fuga da luoghi difficili. Facciamo un passo indietro e proviamo allora a considerare il motivo dello spostamento semplicemente come una “ricerca di opportunità”,

qualunque siano le condizioni da cui si parte. Ora che sappiamo quante persone hanno raggiunto l’Italia, viene naturale analizzare anche il fenomeno inverso: quanti italiani sono emigrati e hanno lasciato il Bel Paese per “cercare opportunità”? Ebbene, il numero delle persone emigrate dall’Italia al 2011 si aggira intorno ai 4 milioni… Come? Vuoi dire che il numero di immigrati e il numero di emigrati in Italia praticamente si equivale? Esatto, l’emigrazione è un fenomeno che colpisce l’Italia fin dalla fine dell’Ottocento e, in questi anni di crisi economica, dal 2008 ad oggi, si


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Illustrazione di Emiliano Bruzzone registra un aumento continuo. Se quattro anni fa erano circa 3 milioni gli Italiani residenti all’estero, oggi , secondo i dati Istat, sono più di 4 milioni, esattamente 4. 115. 235, circa il 7% della popolazione. Secondo il “Rapporto Italiani nel Mondo 2011” realizzato dalla Fondazione Migrantes, il 55, 3% degli emigrati italiani sono rimasti in Europa, il 39,3% si sono spostati in America poi segue l’Oceania con il 3,2%, l’Africa con 1,3% e l’Asia con lo 0,9%. Ecco che improvvisamente la parola “immigrazione” sveste i panni del problema per indossare quelli della risorsa imprescindibile per il futuro della nazione. La ricetta per rilanciare l’Italia non può che passare attraverso piani e strategie per attirare immigrati, offrire loro quelle “opportunità” di cui sopra. Se l’offerta è pari a zero, anche il flusso migratorio rispecchierà questo dato, ma non come numero

di persone, bensì in termini di “aspettative”. A puntare l’Italia saranno uomini e donne con aspettative di vita basse, allineate all’offerta del paese ospitante. E non si tratta di un giudizio personale, ma di logica. Per comprendere meglio perché abbiamo bisogno di forze nuove, analizziamo i dati riguardanti l’indice di natalità nella nostra Genova. Dal 1985 al 2011 gli abitanti liguri registrano un calo di 146.533 unità, pari all’8,3%.

A Genova la percentuale cresce (meno 12,9%) e il tasso naturale di crescita si attesta su un meno 5,9%. Se, poi, prendiamo in esame le fasce di età vediamo come l’ 11.4% della popolazione, con un età compresa tra 0 e 14 anni, strida con il 61.8% di quelli tra i 15 e i 64 anni, il 26.8% di 65enni, il 6.8% degli over 80. Occorre attirare persone straniere, creare le condizioni favorevoli per un’immigrazione diversificata e eterogenea.

ITALIA Cittadini italiani residenti in Italia e all’estero (2006-2011) AIRE

Donne(v.a.)

Donne(%) ResidentiinItalia Incidenza

Aire 2006

3.106.251

1.435.150

46,2

58.711.372

5,3

2007

3.568.532

1.678.862

47,0

59.131.287

6,0

2008

3.734.428

1.774.677

47,5

59.619.290

6,3

2009

3.915.767

1.864.120

47,6

60.045.068

6,5

2010

4.028.370

1.919.547

47,7

60.340.328

6,7

2011

4.115.235

1.967.563

47,8

60.626.444

6,8


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Incontro del mese

paolo putti

candidato sindaco movimento 5 stelle

In occasione della 25° edizione della Festa della Zucca di Murta, abbiamo incontrato Paolo Putti, portavoce del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative. Educatore, attivista nel movimento No gronda, una “piccola” candidatura come la tua, quella di un uomo che proviene dalla società civile, come affronterà il confronto serrato con politici più navigati? Vorrei riuscire a far sì che la gente comune possa credere di avere la possibilità di riprendere a partecipare alla vita politica. Se ognuno di noi, anche chi magari si considera poco competente, invece di delegare a quelli che sono stati finora i partiti politici, decidesse di mettersi in gioco in prima persona, con i propri strumenti, in questo modo chiunque potrebbe dare un contributo positivo alla società. Una scelta concreta è quella di fare un solo mandato per non correre il rischio di voler conservare un privilegio acquisito. Il secondo accorgimentoè firmare le dimissioni in bianco:

in questo modo, nel caso dovessi compiere degli errori, gruppi di cittadini potranno chiedere le mie dimissioni. Ma soprattutto il mio obiettivo è formare una squadra di tecnici, persone provviste di competenze specifiche in grado di trasmettere le informazioni idonee ai cittadini perché poi possano essere loro a restituire delle ipotesi di soluzione su cui io e i tecnici dovremo lavorare per intraprendere dei percorsi di risposta. Partiamo dalla tua esperienza di educatore, in quale situazione ci troviamo oggi con i tagli al cosiddetto comparto sociale? La più grande difficoltà è stata quella di non essere riusciti a comunicare ai cittadini i numeri per poter valutare appieno l’importanza di questo servizio. Se i sevizi sociali verranno tagliati del 50%, come prospetta il Comune e come da anni sta facendo il governo, questo comporterà un’enorme ricaduta, anche economica, sulla società. In ambito sanitario come si può fare a ottimizzare il sistemagarantendo comunque il principio per cui

di matteo quadrone

tutti i cittadini hanno diritto di accesso alle cure? Un Comune, un Sindaco, ma anche i singoli cittadini devono difendere il diritto alla salute. Come sindaco non è possibile intervenire sulle spese sanitarie ma può fare una forte opposizione. Se io ho il mandato di curare il benessere dei miei concittadini ma non ho gli strumenti per ottenere l’obiettivo devo restituire le chiavi della città. Sulle Grandi opere conosciamo la tua posizione fortemente critica. Partendo da questo presupposto quali sono invece le “piccole opere” necessarie per la città? Sarebbe utile realizzare una vera metropolitana di superficie in grado di percorrere tutte le direttrici della città; costruire parcheggi di interscambio nelle periferie in modo tale che le persone possano lasciare l’auto e muoversi con la metropolitana: queste sono soluzioni per garantire un’accessibilità veloce a tutti i luoghi. Per quanto riguarda il trasporto merci noi riteniamo sia importante puntare sul trasporto su rotaia vista la presenza di molte linee


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di valico sottoutilizzate. Da dove dobbiamo partire per far crescere l’economia della città? Bisogna investire sul traffico merci su rotaia per creare nuovi posti di lavoro strettamente collegati all’attività del porto. E poi investire nella ricerca perché Genova grazie alla presenza di una buona Università e del nuovo polo tecnologico che sorgerà agli Erzelli, può davvero dire la sua in questo campo. Senza dimenticare la vocazione turistica della città che va sviluppata con opportuni investimenti. Un tema particolarmente sensibile per il Movimento 5 stelle èquello delle risorse energe tiche: stiamo andando verso lo sfruttamento completo delle risorse disponibili, qual è l’alternativa? Si deve puntare sulle energie rinnovabili. L’Italia e la Liguria in particolare sono avvantaggiate rispetto ad altri Paesi: penso al fotovoltaico,

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al solare termico, al mini eolico. Anche qui si torna all’importanza della ricerca: se investiamo nella ricerca i ragazzi di oggi potranno trovare delle soluzioni per il domani. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, a Borzoli è previ sta la realizzazione dell’inceneritore, è una soluzione che va nella giusta direzione? L’importante è cambiare nome per cercare di vendere cose vecchie: termovalorizzatore vuol dire qualcosa che valorizza, quindi appare bello. In realtà si tratta di un in ceneritore che brucia, rischiadi produrre diossina, producesti soldi nella raccolta porta a porta permetterebbe di creare nuovi posti di lavoro. polveri sottili e rischio di morte. Noi abbiamo da sempre un’idea precisa: bisogna recuperare il più possibile dai rifiuti. I dati parlano chiaro: con il sistema del porta a porta la raccolta differenziata raddoppia nel giro di poche settimane.

Le risorse ci sono: un inceneritore costa quasi 300 milioni di euro. Investire solo una piccola parte di questi soldi nella raccolta porta a porta permetterebbe di creare nuovi posti di lavoro. C’è una crescente richiesta di sicurezza che proviene soprattutto da alcuni quartieri. Qual è la ricetta per sconfiggere la paura? Bisogna ascoltare le richieste che provengono da quei ragazzi con forti difficoltà che possono subire una deriva verso l’illegalità. Fornirgli degli strumenti preventivi, sostenerli perché riescano a costruirsi un’identità possibile: lavorando, studiando, mettendo su famiglia. Dall’altro lato occorre tenere conto dei timori di alcune persone, come gli anziani, che hanno paura di uscire di casa. Solo fornendo maggiori opportunità ai giovani e creando le condizioni per cui non siano considerati un fattore di rischio, si può realizzare un modello di convivenza.



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a voxe de zena

LE PAROLE TRA

NOI PESANTI Come ci naturalmentono

nei pubblici discorsi Lo specifico lessico famigliare impiegato da coloro che intervengono in dichiarazioni ufficiali ed interviste, utilizza nella costruzione delle frasi, specie quando concernono argomenti imbarazzanti, un opportuno sviluppo della tecnica puerile di differimento, quella che in forme embrionali gli scolari usano da sempre per mascherare la loro ignoranza nelle interrogazioni, prendendo tempo per pensare alla risposta giusta. Se l’insegnante ad esempio chiede: “Quali sono le cause che hanno scatenato la prima guerra mondiale?” si risponde anzitutto con una ripetizione della domanda “le cause che hanno scatenato la prima guerra mondiale??!!” come per verificare se abbiamo capito bene, quasi fossimo discenti sordastri con docenti afoni, per poi proseguire con parole tanto inutili quanto mentalmente poco impegnative, mentre il pensiero frulla alla precipitosa ricerca della risposta corretta, con la percezione tesa ad eventuali suggerimenti mimici o verbali provenienti da solidali compagni di classe. Poi nell’eloquio si udivano, fra puntinate sospensioni, termini tipo ”dunque…” (al che l’insegnante ammoniva “dunque è conclusivo!”

consentendoci così di pensare come rispondere) poi “si…”, “allora…”, “mmm…” finché l’elaborazione di cosa dire per dare l’impressione di sapere era pronta. Poi, nel tempo, quei personaggi pubblici che sono sopravvissuti per istinto di conversazione, hanno approfondito la studentesca manfrina in apposite scuole quadri, evolvendola fino allo stato dell’arte dell’artificio. Vediamo ora il glossario più diffuso e frequente: “BENE…” non indica necessariamente un naturalmentitore efferato poiché è parola iniziale diffusa a livello internazionale anche fra gli onesti: gli anglofoni premettono alla risposata “Well…”, i francofoni “Et bien…” ecc… “ASSOLUTAMENTE SI! ASSOLUTAMENTE NO!” in principio era esclusivo attacco di ministri, presidenti, assessori e dirigenti vari per dare superlativa forza alla successiva risposta, ora il morbo assolutista ha contaminato altre categorie. Per tanto solo la compulsiva iterazione indica intortatori. Un tempo il si e il no avevano pieno valore ora sono diventati validi solo relativamente, con tutti gli equivoci del caso. Se un amico mi chiede: “vuoi unsorso di birra?”

il peso dell'impercepibile

di gigi picetti

ed anziché rispondere “si, grazie” dico “assolutamente si!” quello pensa che gliela voglia bere avidamente tutta e da buon genovese la tiene per sé. Il glossario usato in esclusiva dai marpioni è invece concentrato quasi al completo nelle risposte date in diretta non concertata a domande del seguente tenore: “Dati i disastri alluvionali che han distrutto attività, abitazioni e terreni in molte località italiane con decine di morti voi state mettendo in atto un’urgente prevenzione?” Risposta: “Assolutamente si!, “stiamo monitorando a 360 gradi…”, “come dire…” quelle che sono le criticità problematiche inattese delle infrastrutture del territorio per concertare fin da subito… diciamo… un tavolo di consultazione per… eh… deliberare tutta una serie… no… di tempistiche della calendarizzazione… eh… di zonizzazione degli esenti per rendere… voglio dire… operativa quella che è la linea da tenere… dico… per quanto concerne la garanzia intorno al plaffon dei trasferimenti di sostegni piuttosto che quant’altro riguarda quella che è… diciamo… la futura sicurezza… eh… dei cittadini del paese.” No comment…


a voxe de zena

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Silos Hennebique

abbandonato da anni c'è un'ipotesi di rinascita

di matteo quadrone

Foto di Daniele Orlandi Un pezzo di storia cittadina, un colosso imponente, un luogo simbolo del porto di Genova. Parliamo del silos granario Hennebique di Santa Limbania, abbandonato al suo destino fin dagli anni ’70, ubicato a ridosso della Stazione Marittima. Costruito a fine ‘800 per l’immagazzinamento e l’insaccamento del grano, è così chiamato dal nome dell’inventore del cemento armato, Francois Hennebique, che brevettò la nuova tecnica di costruzione nel 1892. L’Hennebique rappresenta un esempio storico di archeologia industriale citato nei manuali di ingegneria, un monumento all’edilizia

da salvaguardare tramite un riutilizzo compatibile. Chi deciderà di investire infatti dovrà tenere conto di una serie di vincoli imposti dalla Soprintendenza: conservazione dell’involucro esterno, salvaguardia delle facciate e della torretta. La notizia è che il silos potrebbe finalmente trovare una nuova destinazione d’uso grazie a un bando di gara che l’Autorità Portuale, proprietaria dell’area, sta predisponendo in questi mesi per sancire il soggetto vincitore a cui affidare la riqualificazione e la futura gestione dell’edificio. Ma il condizionale in questo caso è d’obbligo. Infatti nel corso

degli anni sono fioccate moltissime idee sul possibile riutilizzo dell’Hennebique: alla fine degli anni ’80 doveva trasformarsi in un albergo, poi avrebbe dovuto ospitare la sede della facoltà di Ingegneria. Ultimamente all’inizio del 2010, quando già si parlava di una gara per l’affidamento, un gruppo di professionisti (Carlo Guglielmetti, ideatore, Gianluca Peluzzo, progetto architettonico e Carla Peirolero, progetto scenografico) presentarono l’ambizioso “Progetto Cimento”, un contenitore culturale capace di ospitare musei (energia, cioccolato e pace), mostre permanenti, bar, ristoranti,


a voxe de zena

un albergo e un parcheggio con oltre 450 posti. Infine a febbraio di quest’anno, in coincidenza con le celebrazioni dell’Unita d’Italia, l’ultima proposta: perché non renderlo disponibile come sede del museo della storia d’Italia? Nessuna di queste proposte ha trovato finora un’applicazione concreta. Fiumi di parole e idee buttate al vento, fatto sta che tutto è rimasto com’era. Ma qual è il problema che ha creato l’impasse? L’uscita di scena dell’Università è il fattore scatenante: il cambio di programma dell’ateneo e il trasferimento della facoltà di ingegneria presso il futuro villaggio tecnologico degli Erzelli, impone infatti una revisione delle funzioni previste all’interno dell’ex deposito granario. È necessaria una variante al precedente accordo di programma siglato nel 2007 fra Comune, Autorità Portuale e Università, per individuare quali

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funzioni saranno “ammissibili”, vale a dire cosa si potrà realizzare all’interno di quegli immensi spazi. Non si tratta di un aspetto secondario visto l’ingente investimento che sarà necessario per la riqualificazione. Dopo la delibera che rende possibili le modifiche all’accordo, approdata in giunta sul finire di aprile, non si è più avuta notizia dell’approvazione definitiva del testo, che spetta al Consiglio comunale. L’autorità Portuale conferma di attendere le indicazioni di Palazzo Tursi. E ribadisce l’intenzione di indire la gara entro fine 2011, anche perché saranno necessari almeno 5 anni per l’approvazione del progetto e la realizzazione dei lavori. Un’operazione che comporterà notevoli investimenti privati, una prima stima si assesta fra i 100 e i 150 milioni di euro, che in qualche maniera dovranno essere ammortizzati. Dalla discussione in corso fra

Comune e Autorità Portuale sono trapelate le cosiddette “funzioni ammissibili”. Partiamo dalle certezze: la funzione prevalente dovrà essere pubblica; ma è prevista anche un’apertura a funzioni private di interesse pubblico, prevalentemente di tipo ludico culturale, per esempio uno spazio museale. Inoltre ci sarà la possibilità di realizzare una struttura ricettivo – alberghiera a condizione che i servizi di interesse pubblico non siano inferiori a una determinata percentuale. Non sono invece previste residenze neppure di tipo universitario. Da quello che si riesce a comprendere l’obiettivo principale del recupero sarà quello di fornire luoghi di supporto alle attività crocieristiche. E vista la contiguità con Ponte Parodi e il Ponte dei Mille non poteva essere altrimenti. Resta da capire se per l’ennesima volta si tratta di un annuncio destinato a cadere nel vuoto.

Foto di Daniele Orlandi



a voxe de zena

MACCHINA DEL TEMP

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A GENOVA C'è vento

13 NOVEMBRE 2010 Parte il progetto “Libera la Maddalena”, un’iniziativa nata dall’accordo tra il Patto per lo Sviluppo della Maddalena e “Libera”. Un’iniziativa per sostenere la legalità e il contrasto alle mafie in una zona del centro disagiata. Il 4 ottobre di quest’anno sono stati inaugurati i locali in vico Mele, confiscati al malavitoso Rosario Caci. Il Comune ha provveduto al restyling e ha creato un open space con servizi igienici accessibili ai disabili.In futuro lo spazio sarà assegnato a una cooperativa sociale. 18 NOVEMBRE 2010 Terzo Valico: venivano approvate le delibere per l’apertura del cantiere per la realizzazione del primo lotto, del valore di 500 milioni di euro, che consentirà un rapido collegamento tra il capoluogo ligure e le principali linee ferroviarie del nord. Proteste della popolazione e degli ambientalisti. Confindustria manifesta il proprio appoggio all’opera, come del resto gli industriali le istituzioni e i bancari.L’11 novembre 2011 è stato firmato a Roma il contratto per i lavori della linea AV/AC del Terzo Valico dei Giovi sulla linea Milano – Genova. L’investimento complessivo per il Terzo Valico è di 6,2 miliardi di euro. La conclusione dei lavori è prevista per fine 2019. 30 NOVEMBRE 2010 Protesta a Genova Sestri Ponente dei lavoratori della Piaggio Aero Industries, che bloccano il traffico in prossimità dell’aeroporto C.Colombo. Il sindacato Cisl spiega che questa protesta è esplosa dopo che si sono interrotte le trattative tra i sindacati e l’azienda. Il nuovo piano industriale prevede infatti tre mesi di chiusura di alcuni reparti, e 172 esuberi tra Genova e Finale Ligure. Il 18 ottobre di quest’anno è stato approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno promosso dal Pdl sul futuro dello stabilimento di Sestri Ponente della Piaggio Aero.Con il documento il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta a monitorare e vigilare sull’attuazione dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2008 che garantiva carichi di lavoro sufficienti ad assicurare la stabilità del sito di Sestri Ponente con relativo reintegro dei lavoratori in cassa integrazione.

Carissimi lettori, spesso i miei interventi sono molto brevi: è che sono succinto per natura, quando ho espresso un concetto, per me va bene cosi’, ci sono ad esempio canzoni che sono già terminate alla prima strofa, però siccome devono essere lunghe ....bla bla bla,si riempono inutilmente, come certi libri, con descrizioni logorroiche che si intuisce immediatamente a che cosa servono, ma le esigenze “spaziali”... Lei è un cretino, si informi! Tipica espressione di Totò, l’ineguagliabile Totò, non esistono altri aggettivi per descriverlo, però si possono trovare molti aggettivi per chi, ad Alassio ha fatto “estirpare “ la sua statua….perchè “non è ligure”… o perbacco…lei non lo sa…ma io sono ligure…toscano, siculo, veneto, emiliano!!! E già, ci siamo lasciati scappare anche Totò, belin a Cuneo no, sono stati felici di ospitarlo!!! Perdinci ed anche perbacco…tre anni di militare a cuneo… si informi…grazie Cuneo. D’altra parte abbiamo spazzato via la casa di Paganini: caro turista si informi a Genova la casa di Paganini non c istà... si informi, ci stava ma non ci stà più… e mao belin Cristoforo Colombo.. .la tua c’è! Si informi.


a voxe de zena

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le case chiuse

del centro

stor ico

a spasso per zena

Illustrazione Valentina Sciutti Quando via Garibaldi si chiamava ancora via Montalbano, era il sito del postribolo pubblico, l’analogo del lupanare di Pompei. Siamo al tempo delle Repubbliche Marinare, il “malaffare” si estendeva dalla Maddalena fino a Porta Soprana. La prostituzione non era un libero mestiere perché, ogni 5 anni, la via veniva appaltata e, dunque, essendo fonte di denaro doveva essere regimentata. Dove, adesso, ci sono i dissuasori per il traffico, a quei tempi c’era un cancello per

definirne i confini. Le “signorine”, infatti, pagavano regolarmente le tasse, 5 genovini al giorno e, come lavoratrici, avevano il sabato libero, la domenica andavano alla messa, rigorosamente vestite di giallo e, a S.Giovanni, seguivano la processione dietro l’effige della Maddalena, loro simbolo. La notte tornavano a fare il loro mestiere: avevano un portinaio per scoraggiare i violenti e se qualche ragazza veniva ferita, il responsabile era costretto a pagare

la diaria cioè l’equivalente del mancato lavoro. Erano chiamate le donne delle candele perchè il tempo e quindi l’onere della prestazione era determinato da una tacca incisa su un cero. All’inizio del 1500 i nobili genovesi, per costruire i loro sontuosi palazzi, spostarono più a valle la vita notturna. Poiché il denaro continuava a fluire, non cambiò nulla fino all’Unita d’Italia, quando Cavour si inventò la legge sulle case chiuse cioè case con persiane rigorosamente oscurate onde evitare


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a voxe de zena

sguardi indiscreti. Queste venivano censite come edifici di lusso e regolarmente tassate. Accanto ai lussuosi Suprema e il Mary Noir, di prima categoria, dove c’erano velluti, caviale e champagne, si trovavano quelle di bassissimo livello in vecchi magazzini, con panche in legno e tende come separè. La più famosa, tra il 1900 e la fine della guerra, era chiamata il Lepre ed era gestito da una certa Rina meglio conosciuta come la “Tigre di Gondar” per i suoi passati al seguito dell’esercito italiano in Etiopia. Nostalgica del fascismo, vietava alle signorine l’intimo nero, colore che non si addiceva a parti del corpo particolari. Essendo di categoria intermedia, c’era anche il sistema di accoglienza, un vero dopocena, dove i ragazzi andavano a fare “flanella” cioè nulla! Le tariffe erano: mezzora, quarto d’ora, semplice e doppia. La prestazione veniva pagata con la marchetta che potevano essere tappi di bottiglia o bottoni o fiches. Un’altra casa molto famosaera quella di vico dei Ragazzi, in cui potevano entrare i minorenni , cosa proibita dall

a legge che, in questo caso, chiudeva gli occhi dietro un lauto compenso da parte della maitresse Angioina. Nei pressi di vico Carabaghe, esisteva un “ritrovo” dalle pareti viola che il cantautore

Gino Paoli dichiara essere stata fonte di ispirazione per una sua celebre canzone. Un mondo di storie che solo gli “anta” possono raccontare e che è finito il 1 gennaio 1958, con la legge Merlin.

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lettere dalla luna

LETTERE

DALLA LUNA Schiena dritta e petto in fuori, sei una forza della natura, uno sciame di colori... Ma il fulmine non si cattura, non si acchiappano gli odori. Chissà quanti ne parlano e chissà quanti lo vorrebbero quel tuo sguardo sicuro, quelle lame sugli occhi... Ti sembrerà di non avere tempo, di essere lento, soffrirai la lontananza dei rumori e soffrirai le cose uguali che cambiano nome, che cambiano volto. Ti sembrerà di averle già sentite, già viste e provate. Ti crederai in errore e alzerai le difese. Non rinunciarci mai, non mollare il volante, non cedere alla corrente. Saranno tutti presi e occupati, perchè anche a loro sembrerà di non avere tempo... Ti sorpasseranno e ti schiveranno, si convinceranno che esiste un modo di fare e un modo di dire, che non è il tuo, che non è il loro. Non essere coraggiosa, sii coerente... Avrai più paura ma non conterà niente, non sarà importante.

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BAR E APERITIVI


DI TUTTO UN Pò

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LI VERPOOL PORTO D'INGHILTERRA

CITTA' DEI BEATLES

Appollaiata sulla foce del fiume Mersey, Liverpool è una città di porto, di marinai e navigatori. Lo si respira negli odori fra la nebbia e il cielo bigio, nei rumori degli uomini e dei gabbiani, e lo si sente la notte fra boccali di birra ingurgitata in quantità industriale e musica live di ogni genere suonata nei tanti locali, pub e club. Liverpool è la città dei Beatles, la prima a scoprire il rock n’ roll quando nei primissimi anni Cinquanta, direttamente

dalle stive delle navi, arrivavano i primi dischi americani di Chuck Berry ed Elvis Presley. Ancora oggi la città è profondamente legata ai suoi quattro “eroi”, e già lo si comprende quando si atterra al John Lennon airport, dove a darti il benvenuto è una scritta nera su sfondo bianco: “Above us only sky”, dal testo di Imagine. Gli omaggi e i riferimenti ai Beatles sono tantissimi, dal museo ricco di cimeli nella zona del porto al Cavern Club in

di gabriele serpe

Mathew Street, e poi Penny Lane, Strawberry Field, luoghi che hanno ispirato canzoni stupende... E’ possibile anche salire sul “Magical Mistery Tour” e scoprire la storia di Paul, George, Ringo e John attraversando i quartieri periferici a bordo di un pullman, con tanto di guida che animosamente racconta le vicende più assurde (peccato lo faccia in inglese, quasi in dialetto, senza traduzioni in cuffia come invece accade in qualunque


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di tutto un pò

altro pullman turistico). Capitale Europea della Cultura nel 2008, Liverpool vive racchiusa e protetta fra le sue coinvolgenti contraddizioni, caratterizzata da un centro moderno ed europeo (Liverpool One è un quartiere nuovo interamente occupato da un centro commerciale decisamente di cattivo gusto) intorno al quale si abbraccia una città completamente diversa, tipicamente britannica in quelle vesti che tanto sanno di carbone, mattoni e vita vissuta. Il silenzio al calar della sera con la nebbia a pelo del fiume sotto i portici dell’Albert Dock (come il nostro Porto Antico, il vecchio molo sul Mersey recuperato e restituito alla città), è la cartolina di una città affascinante e misteriosa. Fra i vapori che si alzano dai tombini, l’antica Victoria Street che di notte si

trasforma in quartiere omosessuale, una fra le più grandiChina Town in Europa e tantissimi locali, uno attaccato all’altro, praticamente tutti gratuiti. Nessun esborso all’ingresso chiunque ci sia a suonare. Quartetti jazz, cover band (in questo caso fra Beatles e Oasis gli amanti del genere avranno di che cantare…), blues, rock e disco club. Da non dimenticare il forte legame che esiste fra la città e la squadra di calcio, il Liverpool F.C. nella storica sede di

Anfield Road, un vero e proprio tempio per tutti gli amanti del calcio. Il tutto condito da un dialetto strettissimo che rende la parlata di Liverpool unica in Inghilterra e da una cordialità spesso aiutata dalla birra, è vero, ma comunque decisamente piacevole e inaspettata per questa gente di porto, abituata ai modi duri e al sacrificio. E intanto laggiù, dalla riva del Mersey, l’antica torre dell’orologio sembra scandire le ore di un tempo chissà quanto lontano.


DI TUTTO UN Pò

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PANE E BUGIE L'EDUCAZIONE ALIMENTARE DI DARIO BRESSANINI Un incontro curioso, di quelli che ti spingono a meditare, si è svolto presso le Cisterne di Palazzo Ducale. Dario Bressanini, chimico di professione, scrittore per passione, ci mette in guardia contro i pericoli della cattiva informazione che, in campo alimentare, può dar adito a leggende metropolitane assolutamente fallaci. Nel suo libro “Pane e Bugie“ pone l’accento su ciò che definiamo naturale e quello che etichettiamo come “chimico”. Qualche esempio... La presenza di metil-eugenolo, nel basilico, ha relegato il pesto tra le sostanze cancerogene, anche se il buon senso, valutandone la presenza in percentuale, ci dice chiaramente che non sarebbe pericoloso neppure per una formica. Oppure il caffè che contiene 21 sostanze cancerogene dovute alla tostatura e persino il succo d’arancia non è esente da elementi pericolosi, le cui dosi insignificanti sono ampiamente bilanciate dagli effetti salutari o di piacevolezza. Siamo fans dello zucchero di canna? Le canne sono quelle che abbiamo in testa se pensiamo a qualcosa di diverso dallo zucchero bianco, tacciato di essere cancerogeno e deprivato di preziosi oligo-elementi. Lo zucchero grezzo è

semplicemente meno raffinato, lo paghiamo di più e dovrebbe costare meno e ha un residuo pari allo 0,5% di calcio e potassio. Come dire che su 100g di zucchero ci sono 0,133g di potassio contro i 3g necessari pro die. Temiamo il “sintetico” ma assumiamo vitamina C in bustine o compresse, vitamina che nessuno si sognerebbe di estrarre dal limone a costi esorbitanti e, così, la si estrae dall’amido di mais, con buona pace di tutti. LA FATIDICA DOMANDA: Biologico è sinonimo di sano? Dipende... in queste colture sono permessi solo antiparassitari “naturali” tra i quali il Rotenone e il solfato di rame, altamente neurotossici e non si possono coltivare nuove specie se non ottenute per mutazioni spontanee cioè per errori casuali della natura. Devono considerarsi

di Adriana Morando

spontanee anche quelle indotte da radiazioni con cui si èottenuto il pompelmo rosa? Rifiutiamo a priori gli OGM, rei di aver un gene in più cioè una proteina (il prodotto di un gene è una proteina) capace di difenderli dai virus vegetali. Accertata la innocuità della proteina, l’immediato vantaggio è che tali coltivazioni non devono essere trattate il che si traduce in un beneficio per la nostra salute e nella salvaguardia per il bio-habitat animale che vive nel campo. Infine merita un accenno il monossido di idrogeno, killer di professione: è un solvente industriale, responsabile delle piogge acide, può essere radioattivo e causa l’effetto serra… Sapete che cos’è il monossido di idrogeno?? E’ il nome scientifico dell’acqua! E questo la dice lunga su come un’informazione non corretta può distorcere la realtà.


di tutto un pò

PENNA SAGACE

BANNy Il 29 Ottobre si è svolta la giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone. Numerose iniziative sono state promosse in tutta Italia per dire “No” all’utilizzo del carbone e per affermare la necessità di un piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica. Tra le iniziative promosse vi sono stati presidi alle centrali di Civitavecchia, Saline Joniche, Brindisi, La Spezia e Vado Ligure. Nessuna iniziativa è stata invece organizzata nella nostra città. Sembra infatti che nessuno si accorga più della centrale a carbone che si trova sotto la Lanterna e che anch’essa, a suo modo, sia diventata un simbolo di Genova. Per molti anni, a partire dal 1927, anno della sua costruzione, è stata il simbolo dello sviluppo della città e del suo porto, mentre oggi, a più di ottantanni di distanza, è il simbolo della delusione di chi, dopo aver detto di no al nucleare, si aspettava un futuro fatto di pannelli solari e pale eoliche e si ritova ad avere, al loro posto, un’enorme montagna di carbone. Fortunatamente la centrale inizierà a spegnersi già dal prossimo anno per arrivare gradualmente alla chiusura nel 2017, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della concessione demaniale nel 2020. Purtroppo tra le ipotesi circolate per sostituire la centrale sotto la Lanterna vi è anche la costruzione di un nuovo impianto nell’area delle acciaierie di Cornigliano, un’area che, in termini di impatto ambientale, ha già dato troppo. L’illusione che, in alternativa, basti ricoprire la diga foranea di pannelli solari o pale eoliche per risolvere il problema dell’energia resterà tale fino a che ognuno di noi vivrà come se avesse a disposizione due o tre pianeti. Forse dopotutto non è così male avere davanti ai nostri occhi, mentre rivolgiamo lo sguardo verso la Lanterna, un’enorme montagna nera. Ci ricorderà che il nostro stile di vita ha un prezzo che prima o poi saremo costretti a pagare.

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VINO V E R I TA S di gianluca nicosia

Il Bianco di Alcamo è un vino DOC la cui produzione è consentita nelle province di Trapani e Palermo. Istituito con decreto del 21/07/1972, si ha già notizia di questo vino nel 1549 quando uno dei sommelier della Santa Sede lo classificò tra i vini più pregiati del tempo. La produzione avviene con la vinificazione in bianco, ovvero l’immediata estrazione del succo dal frutto,in modo che la fermentazione riguardi solo la parte liquida. Questo processo si applica perchè i bianchi sono più soggetti ad alterazioni microbiche e/o fermentazioni anomale. Il colore è giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli,il sapore è secco, fresco e fruttato; l’odore è leggero con sentori dell’uva d’origine. L’Alcamo Bianco DOC si accompagna con primi a base di pesce, pesce alla brace ma anche con frittate e formaggi ovini freschi. VITGNI CON IL QUALE VIENE PRODOTTO: CATARRATTO BIANCO COMUNE 80%-100% CATARRATTO BIANCO LUCIDO 80%-100% Titolo alcolometrico minimo del vino: 11.5°


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il caffè degli artisti


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TASSA SUI TRAILER L'ENNESIMA TROVATA DEI paladini dei diritti d'autore Il popolo del web e dei blog è in rivolta: desta scalpore l’ultima trovata della Siae, la società italiana autori ed editori, di imporre ai siti internet che pubblicano trailer cinematografici che includono musica, il pagamento di una tassa, il cui importo parte da 450 euro ogni tre mesi per il diritto di pubblicare fino a 30 trailer. Nel comunicato diffuso qualche giorno fa, i paladini del diritto d’autore spiegano che diffondere al pubblico colonne sonore senza averne assolto i diritti d’autore, rappresenta una violazione della legge. I magazine e i blog cinematografici on line, con la possibilità di arricchire i trailer con inserimenti musicali aumenterebbero l’attrattività sia nei confronti degli utenti che degli inserzionisti pubblicitari. Per cui questo vantaggio in più va pagato, e a caro prezzo aggiungiamo noi. In pratica questa tassa è basata sull’ipotesi che le musiche dei film incrementano la forza commerciale dei siti, è una tassa sull’ipotetica attrattività! Questa tassazione non è prevista per i siti non commerciali, cioè quelli che non hanno al loro interno la pubblicità. Nessuna eccezione per tutti gli altri: Siae non fa differenza

di manuela stella

Illustrazione di Chiara Spanò

tra chi pubblica il trailer e chi si limita a mettere il link a un video tratto da Youtube. La licenza trailer prevede la regolarizzazione da parte dei siti per l’anno 2011, più l’ammontare per i prossimi due anni, 2012 e 2013, a partire dal 1800 euro l’anno, con la possibilità però di pubblicare un numero limitato di trailer. Difficile pensare che ci possa essere una convenienza economica anche per i siti più grossi e strutturati, un numero limitato di trailer difficilmente genererebbe un traffico di visite sul sito tale da ripagare 1800. Per evitare

il pagamento, molti siti hanno rimosso i trailer ma secondo la Siae il costo è dovuto lo stesso per la passata pubblicazione. La Siae signori e signori ha poteri retroattivi! Quantomeno bizzarro, visto che per una grande quantità delle leggi dello Stato Italiano (incluse quelle penali) vige il principio di non-retroattività. Il rischio è che questa decisione penalizzi il mercato cinematografico, che non sta di certo vivendo uno dei suoi momenti migliori. Soprattutto i film di qualità e non di massa, che sarebbero tassati quanto i grandi colossal.


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ACCADEMIA DELLE

BELLE ARTI A RiSCHIO CHIUSURA Una scelta dolorosa ma inevitabile: da qualche tempo girano voci sulla possibile chiusura dell’Accademia di Belle Arti e del relativo Museo. Non sono a rischio soltanto i corsi di studio per molti giovani creativi (quest’anno bloccati i corsi biennali), ma anche un museo, che nonostante possieda opere che attraversano sette secoli di storia dell’arte attira appena mille visitatori l’anno. Un museo già costretto a convivere con un orario di apertura ridotto all’osso (solo nei giorni feriali) e un buco di bilancio

di circa un milione di euro. Lo spettro chiusura arriva dopo che il Comune di Genova ha minacciato di tagliare dal prossimo anno i fondi finora garantiti all’Accademia, poco più di cinquecentomila euro annui. In questi giorni si sta consumando un tentativo in extremis per salvare il museo: vendere trenta dipinti alla Fondazione Carige, per una cifra complessiva che si spera superi l’intero disavanzo. Si tratta di opere minori, ma che costituiscono comunque una parte importante del patrimonio museale. Così ha

Lupo Antica Trattoria si trova alle porte del Centro Storico Genovese, ristorantino informale, romantico in stile anni 30 adibito come l’ interno di una vera casa, proprio per mettervi a vostro agio, potrete gustare la cucina tradizionale genovese e la cucina creativa e sfiziosa del nostro Chef. Il locale cerca di rivitalizzare la zona con la creazione di numerosi eventi dalle mostre d’ arte alle sfilate di moda e alle lezioni di macramè in sala Te al pomeriggio, potrete anche trovare all’ interno vetrine espositive dove abili artigiani liguri mettono in vendita le loro creazioni dalla ceramica alla filigrana di Campo Ligure, per un regalo che parla della Liguria. Il ristorante è nel circuito Genova Gourmet, usa Pesce fresco di mare collaboriamo con il Pesce Ritrovato Acquario di Genova ,Piatti per Celiaci e Vegani, in Guida Michelin. Quality per l’ Ospitalità Italiana. Da noi per riscoprire la nostra Liguria in tutte le sue forme d’ Arte.

Vico delle Monachette 20 Rosso (Principe inizio via Balbi) Genova Tel 010267036 www.lupoanticatrattoria.it e-mail antica.trattoria.lupo@gmail.com

di Marta Traverso

mentato il direttore del Museo Giulio Sommariva: “Se riusciremo a vendere quei quadri il museo rimarrà aperto. Viceversa, la sua chiusura e quella dell’intera Accademia saranno inevitabili“. Restiamo quindi in attesa di conoscere gli sviluppi futuri della vicenda: non dimentichiamo che l’Accademia è l’unica struttura ligure riconosciuta dallo Stato per l’insegnamento delle belle arti. E ora un appello ai genovesi: se non siete mai stati al museo, è una buona occasione per farlo. Non trovate?


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l' angolo di Gianni Martini

Periodo di grandi fermenti sociali e artistici, quello compreso tra gli anni ’60 e i ’70. E la nostra tesi consiste nell’assegnare un rapporto diretto (non deterministicamente inteso, sia chiaro) tra l’impegno sociale e la vitalità artistica, tra la spinta politica che chiede un cambiamento radicale e i linguaggi espressivi che rompono con la tradizione, in nome di un rinnovamento dell’uomo. Nel periodo che va dai primi anni ’60 fino alla metà degli anni ’70 esercitarono un ruolo rilevante anche alcune trasmissioni radiofoniche e televisive, alcune riviste a tiratura nazionale e poi qualche discografico, dj, case editrici e quotidiani legati al “movimento”. Si tratta di un segmento importante della vita socio-culturale del nostro paese, proprio perché favorirà processi, squisitamente sociali, di “formazione identitaria”, in senso anticonformista, progressista e successivamente – almeno per alcuni - antagonista. Anche in questo caso poche citazioni e l’impossibilità di essere esaurienti. Le prime riviste esclusivamente rivolte ai giovani e al loro mondo, furono: “Ciao amici”, “Big”, “Giovani”, per arrivare, tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70 a: “Ciao 2001”, “Re nudo”, “Muzak”, riviste sempre più politicizzate e tutte, appunto, a distribuzione nazionale. Vorrei invece dedicare una citazione un poco più ampia a due riviste “locali”, entrambe di Milano, che furono al centro di feroci azioni repressive, a dimostrazione di quanto il clima stesse iniziando a scaldarsi. Citerò per prima “La zanzara”, rivista studentesca milanese che nel 1966 realizzò un’inchiesta sui costumi sessuali dei giovani. Scoppiò un enorme scandalo. La stampa benpensante, servilmente e istericamente, si lanciò a descrivere quell’inchiesta come un attacco alla

morale comune, al senso del pudore ecc…dipingendo gli studenti che l’avevano realizzata come teppisti, incoscienti ecc…L’altra rivista fu “Mondo beat” che uscì per soli 6 numeri. Gli obiettivi del collettivo che l’animava (va ricordato almeno G. De Martino) erano quelli di arrivare ad essere un riferimento nazionale. E probabilmente ci sarebbero anche riusciti. Purtroppo ebbero la malaugurata idea di organizzare nel 1967 un campeggio libero in una zona periferica di Milano. Anche in questo caso scoppiò un putiferio. A rileggere gli articoli allora usciti sui quotidiani (riportati nel bel libro “Capelloni & ninfette” ed. Costa & Nolan) si capisce il timore borghese per il dilagare di un pensiero e un modo di vivere non conformista, opposto ai riti comportamentali di un perbenismo ipocrita e sempre più percepito come falso. La polizia intervenne pesantemente all’alba del 12 giugno, disinfestando tutta la zona, tagliando forzatamente i capelli ai ragazzi (va segnalato che alcuni genitori si unirono all’azione di “bonifica” della polizia). Il Corriere della sera, tanto per citare un esempio, soprannominò quel campeggio – iniziato il 1° maggio del 1967, con un regolare contratto di affitto per l’uso del terreno, valido fino al 31 agosto– “nuova barbonia”…!!! La rivista “Mondo beat” fu ovviamente chiusa e alcuni membri della redazione arrestati.

Tuttavia l’eco di questo episodio fu enorme e un po’ in tutta Italia iniziarono a diffondersi riviste, fogli, bollettini e poi funzine con taglio locale. Come si è detto anche la radio acquistò importanza soprattutto per alcune trasmissioni condotte da giovani dj che sapevano bene interpretare i nuovi gusti musicali, poiché loro stessi appartenevano a quel mondo. Tra la prima parte degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 citerei innanzitutto R. Arbore e G. Boncompagni e poi almeno D. Salvatori e R. Dagostino. Anche alcune trasmissioni radiofoniche televisive possono essere considerati alla stregua di “agenti identitari”, perché venivano seguiti da un tipo di giovane, culturalmente più aperto, spesso attivo nei movimenti che animavano le piazze di quegli anni. Parliamo di: “Bandiera gialla”, “Per voi giovani”, “Supersonic”, “Alto gradimento”, “Chi sa chi lo sa “, “Scacco matto” ecc… Arrivò poi la stagione delle “radio libere”: prima fra tutte la bolognese “Radio Alice”, che la polizia chiuse con una irruzione nel 1977, le romane “ Radio radicale”, “Radio città futura, “Radio onde rosse”, mentre “Radio popolare” trasmetteva da Milano. A Genova ci fu “Radio Genova ‘76”, a Padova “Radio Sherwood”. Queste radio (e molte altre da Bolzano a Trapani) diffondevano ovviamente le idee del movimento e le sue magmatiche pulsioni musicali.


l ista

d i st r i b u z i o n e

ERA SUPERBA

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ESPOSITORI FISSI Piazza Dante (attraversamento pedonale di fronte casa Colombo) Via XII Ottobre (attraversamento pedonale di fronte bar Moody) Piazza delle Erbe (Biggie, Caffè Letterario, Gradisca) Via Assarotti 11R (Rapid Service Mosca) Matitone (ingresso lato levante) Ospedale Galliera (atrio principale) Monoblocco Ospedale San Martino (atrio lato edicola), Berio Cafè (c/o Biblioteca Berio via del Seminario) vico del Ferro 5 (Assoutenti) Sestri Ponente (Biblioteca Bruschi-Sartori, Via Biancheri zona stazione FS) SAN MARTINO CENTRO Piazza Dante (espositore attraversamento pedonale) Via Fieschi/Seminario (Berio Cafè) Via Ceccardi (Librerie Feltrinelli) Via XX Settembre (Forum FNAC) Via Cesarea (Birreria Scassadiavoli, Bar Cesarea), Via Malta (Rock Cafè) Piazza della Vittoria (XO) Via XII Ottobre (espositore attraversamento pedonale) Via Assarotti (Rapid Service Mosca) Fontane Marose/ Via Garibaldi (Edicola Fontane Marose, Assoutenti vico del Ferro, BookShop Palazzo Tursi, Baribaldi, Guitar Land) Zona Maddalena (edicola via Maddalena, La Lepre, Teatro HOPS, bar Piazza Posta Vecchia, Pub i 4 Canti, GloGlo Bistrot) Via Cairoli/ Piazza Meridiana (Cairoli Cafè, Les Aperitif, Cafè Monticelli, O Caffè, Cairoli Dischi, Libreria Bozzi, Ghetto Blaster) Zona San Lorenzo/ Giustiniani (Bar Pasticceria Da Giuse, Glad, Little Italy) XXV aprile/ Casana (Bar Baruffa, Bar 25, Bar Antica Casana, Cafè de Paris) Matteotti/ Porta Soprana/ Pollaiuoli (Informa Giovani, Mentelocale, Bar Boomerang) Zona piazza Erbe/Via di San Bernardo (Le Corbusier, Gradisca Cafè, Biggie, Caffè letterario delle erbe, Moretti, Taverna degli Alabardieri) Soziglia (Klainguti, Almanacco) Via San Luca/ Fossatello (Edicola Fossatello, Boarder Cafè, Pasticceria Cavo, Caffetteria Lomellini) Piazza del Carmine (Bar Marika, Osteria piazza del Carmine) Via Balbi/ Santa Brigida (Università di Lettere Balbi 4, Scienze Politiche/Giurisprudenza Balbi 5 (accoglienza), Università Lingue, Polo Universitario) Via Prè (Libreria Books in the Casba) Porto Antico (Università di Economia, libreria Porto Antico, Bigo Cafè, Museo Luzzati, Antica Vetreria del Molo, Biblioteca De Amicis, Bicu)

CARIGNANO

Ospedale Galliera (atrio principale) Via Nino Bixio (Bar Mojito), Via Corsica (Mattoni Rossi) Piazza Carignano (Blanco lounge bar)

CASTELLETTO

Spianata Castelletto (bar gelateria Don Paolo) Piazza Manin (Alle Volte)

NERVI

Passeggiata Anita Garibaldi (Senhor do Bonfim) Stazione FS (Bar chiosco) Via Oberdan (gelateria Gaggero, gelateria Chicco, Bar Piazzetta, Al Castello Pub)

QUINTO

Via Gianelli (Bar Colombo, A due Passi dal Mare)

QUARTO DEI MILLE

Lungomare Via Quarto (Sette Nasi) Priaruggia (Il Galeone, Bar Giangiulio) Viale Des Geneys 14R (Sede Gruppo Editoriale Era Superba, Bar Tino) Piazza Nievo (Circolo Ricreativo Dario Fazio) Via Schiaffino (O’Connor Pub)

STURLA

Via V Maggio (Liggia) Piazza Sturla (Big Ben)

ALBARO

Boccadasse (Creperia La tartana) Via F. Cavallotti (Hobby sport junior, Posh, Bar Sereno) Corso Italia (Bar Garden, Gelati Italia) Via De Gaspari (Tonitto, piscine di Albaro) Via Gobetti (Bar Brio) Via Nizza (Belli che aneti) Via Piave (bar Piave)

Ospedale San Martino (atrio Monoblocco) Corso Europa (Università Scienze motorie, Università di Medicina e Scienze Naturali)

FOCE

Piazza Rossetti (Bisquit Cafè) Corso Torino (Grigua, Il Salotto) Corso Buenos Aires (Il baretto) Via Finocchiaro Aprile (La Rosa dei Venti), Via Pisacane (Il Bar) Piazza Palermo (bar Foce) Via Rivale (bar Movie, bar Boom) Via di S.Zita (bar Mediterraneo) Viale Brigate Partigiane (Bar Night&Day) Via Trebisonda (Cafè de Nuit)

SAN FRUTTUOSO

Piazza Giusti - Manzoni (Bar Don Chisciotte, Sportello del cittadino) MARASSI Via del Chiappazzo (scuola di musica ‘Music Line’)

VOLTRI

Via Camozzini (Voltri Cafè, Bar Luigi, Bar Roma) Passeggiata mare (Fuori Rotta) Piazza Odicini (Circolo Anpi Odicini, La Bottega del Goloso 2), Kapitombolo (Via S.Ambrogio 18r), Piazza Lerda (New Gibò, bar Gli Archi) Stazione FS (Bar Stazione)

PRa

Via Prà (Bar Nuovo Cafè Rolando, Tony e Giò,104 Rosso, Bar Grisù) Via Fusinato (Caffetteria degli archi) Piazza Sciesa (Bar Bellotti) Via Murtola (Bar Flò) Fascia di Rispetto (bar pizzeria Il Gufo 2)

PEGLI

Via Pegli (La Tana dei Golosi, Bar Peretti), Largo Calasetta (circolo Rari - Nantes), Lungomare di Pegli (Bar Pasticceria Amleto, Alma Cafè), Pontile Milani (Bar chiosco), Piazza Rapisardi (Bar Franca), Via Parma (Bar Angelo), Via della Maona/Odisso (Bar Christian’s), Stazione FS (edicola), Via Martiri della Libertà (Bar le Palme)

MULTEDO

Via Ronchi (Cafè Restaurant La Porcigna) Via Dei Reggio (Molli Malone’ s Guinnes Pub)

SESTRI PONENTE

Via Biancheri (espositore fisso lato stazione), Via Merano (Aquarius), Via Soliman (Bar New Sensation, Biblioteca Civica Bruschi Sartori), Via Ginocchio (Tumbler), Vico al Gazzo (Les Barriques), Via Sestri (Le Petit Cafè, Maestrale, La caffetteria, Librerie Coop, Bar il Fragolino, L’Arte dell’Espresso, Bar Tentazioni, Caffè degli archi, Pit Stop), Via Menotti (Merendò), Piazza Baracca ( La sosta del buongustaio)

CORNIGLIANO

Via Cornigliano (Pintori dolce e salato, Music Bar Ikebana, Zerodieci)

SAMPIERDARENA

Via Ghiglione (Damme del Tu) Via Buranello (Bar Modena, Centro Civico Buranello) WTC/ Via di Francia (Le Cafè, Snack Bar, La Torre, Le Delizie della Lanterna) Mura degli Angeli (Bar degli Angeli)

CERTOSA

Biblioteca Cervetto


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il blog del tama

PARLA

COME MANGI

di manuela stella

Participi passati

irregolari Molte irregolarità si presentano nei participi passati di verbi la cui coniugazione è per il resto regolare. Ad esempio: Accendere (açende) → Acceso açeiso Aprire(arvî) → Aperto averto Cadere (cazze) → Caduto cheito

ZIMINO DI CECI INGREDIENTI 250 gr. di ceci secchi; bicarbonato di sodio; 10 foglie di bietole; una carota piccola; una costa di sedano; mezza cipolla; uno spicchio d’aglio; un ciuffo di prezzemolo; olio extravergine d’oliva; vino bianco secco; conserva di pomodoro; 200 gr. di ditali rigate o crostini di pane casereccio; parmigiano grattugiato; sale; pepe nero. PREPARAZIONE Mettete a bagno, per una notte, i ceci in acqua tiepida con un cucchiaino di bicarbonato. Lessateli poi a fuoco lento in acqua salata per circa 2 ore. Tritate tutti i sapori e fateli rosolare in una padella con un pò d’olio e le bietole tagliate a listarelle. Quando saranno appassiti bagnate con mezzo bicchiere di vino bianco: lasciate evaporare, quindi unite un cucchiaio di conserva diluita con un pò d’acqua. Lasciate cuocere per circa 15 minuti, poi aggiungete un litro e mezzo d’acqua calda e i ceci scolati. Portare a bollore e lasciar cuocere per circa mezz’ora, quindi gettare la pasta. A cottura ultimata servite con parmigiano grattugiato, un pò d’olio e pepe macinato al momento. La pasta potrà essere sostituita da crostini insaporiti con uno spicchio d’aglio sfregato in superficie.

Condurre (condùe) → Condotto conduto Coverto (crovî) → Coperto coverto Cuocere (cheuxe) → Cotto cheutto Friggere (frizze) → Fritto frïto Guadagnare (guägnâ) → Guadagnato guägno Morire (moî) → Morto mòrto Pungere (ponze) →Punto ponto Piangere (cianze) → Pianto cento Raccogliere (accheugge)→ Raccolto accuggeito Sciogliere (deSgöge) → Sciolto desguggeito Spegnere (ammortâ) → Spento ammòrto Rompere (rompî) → Rotto rotto Tendere (tende) → Teso teiso Trarre (trâ) → Tratto træto Vedere(vedde)- Visto visto Vivere (vîve) → Vissuto visciùo


parla come mangi

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il blog

del tama Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e

non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così. Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.


agenda

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agen da segnala i tuoi eventi su

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a g e n d a @ e r a s u p e r b a . c o m

Fino al 7 dicembre

“Moscheta” . Uno spettacolo che mette in scena con originalissima comicità un mondo contadino rozzo e sensuale (dove si parla il dialetto padano), ma comunque migliore di quello affettato e ingannatore della città, nella quale trionfa la lingua “moscheta” che appartiene ai furbi e agli imbroglioni. Teatro della Corte, tutti i giorni inizio spettacolo 2030, domenica h 16, lunedì chiuso.

Venerdì 18 novembre

H 2030 Festival Govi in rock. Concerti di Dassistassy, Borderline, The Chicago Groovers. Teatro Govi, Bolzaneto H 2230 The best of Cabaret Burleque. La Claque in Agorà, vico san Donato

Sabato 19 novembre

H 2030 Festival Govi in rock. Concerti di Rock Ola, Spazio Zero, Tropico del Blasco. Teatro Govi, Bolzaneto H 2130 Sara Velardo singer songwriter – acoustic rock, folk, blues, bossanova (Lc). Chitarrista e cantautrice da Lecco. Ostaia Da u Neo, Sestri P H 2230 Belohorizonte, spettacolo di cabaret. La claque in Agorà, vico san Donato

Domenica 20 novembre

H 2030 festival Govi in rock. Concerti di Alessandro Bianchi, Michelangelo Pulci, Maurizio Lastrico, Andrea Possa, Marco Rinaldi. Teatro Govi, Bolzaneto

Lunedì 21 novembre

H 18 Sul buon uso dell’indignazione. Con il tono appassionato di un’orazione civile, Roberta De Monticelli in La questione civile mette a fuoco con esattezza il cuore della tragedia che stiamo vivendo, e mostra come dal buon uso della nostra indignazione possa risultare una rifondazione, un progetto per una nuova civiltà. La feltrinelli.

Giovedì 24 novembre

H 18 Incontro con Gianrico Carofiglio Una donna in fuga dal suo passato. Un bambino in fuga dalla realtà, tra sogni e incubi. Un uomo inchiodato a una colpa remota. Tre vite intrecciate per il nuovo romanzo di un protagonista della narrativa italiana. Gianrico Carofiglio incontra i lettori in occasione dell’uscita de Il silenzio dell’onda. La Feltrinelli H 21 La donna che sbatteva nelle porte di Roddy Doyle con Marina Massironi Un viaggio duro ma vitalissimo in una vicenda potentemente contemporanea, dove dramma e felicità si intrecciano continuamente. Teatro dell’Archivolto, anche il 25 e 26 novembre H 2230 SERATA BORGATA BOREDOM: Trans Upper Egypt + Delacave. LA Claque

Venerdì 25 novembre

h 1745 I diritti e la città con Edoardo Salzano, docente di Urbanistica all’Università IUAV di Venezia, direttore del sito web Edduburg.it. Tra i suoi ultimi libri Memorie di un urbanista. L’Italia che ho vissuto (Corte del Fontego, 2010). Palazzo Ducale H 21 Foriamo i Filtri! Spettacolo-concerto di Gabriele Serpe. Il concerto del cantautore genovese è arricchito dalla presenza sul palco di attori e attrici, protagonisti di dialoghi e monologhi scritti dallo stesso cantautore. Un "mix" che ha catturato l'attenzione del pubblico sin dalle primissime apparizioni nei teatri del capoluogo ligure. Musicisti: Giulio Gaietto, Andrea Giannini, Marco Topini , attori: Federica Covaia, Fabio Fiori, Gigi Picetti, Annalisa Serpe, musiche: Gabriele Serpe. Teatro Garage.

Sabato 26 novembre

L’ultima notte. Anatomia di un suicidio di Corrado Augias, Vladimiro Polchi. Teatro Duse. Inizio h 2030, domenica h 16.

H 21 REPLAY Dance Festival In consolle suoneranno: BOOKA SHADE djset (GER) il mitico duo tedesco della label Get Physical electro e deep house - HEIDI (CAN) con il suo suono dance underground, GIOVANNI VERRINA (ITA) artista di riferimento nella scena “clubbing” genovese e nazionale. 105 stadium h 2130 Ila & The Happies Tree singer songwriter and band -folk/indie (Bg). Ostaia da u Neo, Sestri P

Mercoledì 23 novembre

Lunedì 28 novembre

Dal 22 al 27 novembre

-H 18 Incontro con Don Andrea Gallo in occasione dell’uscita del suo ultimo libro Se non ora, adesso e della sua biografia a cura di Bruno Viani Ancora in strada, un prete da marciapiede. La Feltrinelli

H 1730 Lettori cercasi Torna il gruppo di lettura Feltrinelli-Teatro della Tosse: un nuovo ciclo di incontri per leggere a voce alta e discutere dei libri più amati.In questo novembresi leggono i fratelli


agenda Karamazov di Fedor Dostoevskij. Con Laura Salmon (Università di Genova), Pietro Fabbri e i lettori a voce alta del gruppo di lettura. La Feltrinelli.

Martedì 29 novembre

h 18 Poesia d’amore al BerioCafé. Presentazione della nuova raccolta di poesie di Tullio Gardini: “Fillide & Geco” Insieme all’autore intervengono: Stefano Verdino critico letterario, “Pimpi” Barabino che leggerà alcune poesie, Antonio Gambula maestro e direttore d’orchestra, al violoncello. Berio Cafè -h 21 Zucchero in concerto. 105 stadium, anche domani

Dal 29 novembre al 4 dicembre

Questa immensa notte. Quando Loredana e Mary escono di prigione, il mondo esterno non le può aiutare, ma le soffoca e le intimorisce.. Rappresentato per la prima volta a Londra nel 2008, il delicato ritratto di due donne che provano a ricominciare. Una produzione del Teatro Cargo con la regia di Laura Sicignano. Teatro Duse. Inizio h 2030, domenica h 16.

Mercoledì 30 novembre

H 1745 Mediterranea, voci tra le sponde – Incontro con Abraham B. Yehoshua – La scena perduta Tra i più importanti scrittori contemporanei, insegna Letteratura comparata e Letteratura ebraica ad Haifa. Palazzo Ducale H18 Città mediterranee e deriva liberista. Presentazione del libro sulle trasformazioni delle più importanti città mediterranee. Ne discutono l’autore, Salvatore Palidda, Marco Preve (giornalista del quotidiano Repubblica e autore di libri sulla speculazione edilizia) e l’architettourbanista Carlo Andrea Chevellard. Berio Cafè. h 1830 “Il libro è servito” ciclo di letture aperitivo - Così parlò Bellavista” di Luciano de Crescenzo, leggono Roberta Romano e Jorma Lagolio. Osteria La Italia, in via Torti 5 r.

Giovedì 1 dicembre

H 21 Jovanotti in concerto. 105 stadium

Venerdì 2 dicembre

H 19 La notte degli scrittori a cura di Giorgio Gallione, partecipano Diego De Silva, Maurizio Di Giovanni, Carlo Lucarelli, Valeria Parrella, Marco Presta, Maria Pia Veladiano. Conduce Danilo Di Termini. Dopo il successo dello scorso anno ritorna l’iniziativa che porta sul palco (e a cena a teatro) alcuni tra gli scrittori più rappresentativi del panorama italiano, per una sera anche interpreti della propria opera. Teatro dell’Archivolto, anche il 25 e 26 novembre

Sabato 3 dicembre

H 21 Lettere da lontano – Parole e musica del distacco” parla di emigrazione, con un occhio a quella storica ligure ma anche a quella contemporanea di chi è arrivato e continua ad arrivare nella nostra regione. Teatro Garage, anche domani H 2130 Jono Manson singer songwriter rock,r&b,soul (Santa Fe, New Mexico). Ostaia da u Neo, Sestri P

31

Dal 5 al 8 dicembre

Commedia da camera. Mescolando ironia e omaggio artistico, Luigi Maio propone un gioco ludico e didattico sui Gironi danteschi, in cui Liszt prende il posto di Virgilio e dove la poesia dell’Alighieri si sposa alle note di un artista romantico che, in perpetua oscillazione tra Dante, Goethe e Paganini, sapeva attrarre e affascinare giovani platee in preda ai più costruttivi deliri. Uno spettacolo per il duecentesimo anniversario della nascita di Liszt. Teatro Duse. Inizio h 2030, domenica h 16.

Martedì 6 dicembre

H 21 Vitamia – Gianmaria Testa. Un concerto per presentare il nuovo disco, un affresco sentimentale e umano che porta con sé sfumature e colori musicali diversi. Teatro dell’Archivolto

Mercoledì 7 dicembre

H 2130 Swing String Band swing, jazz (Ge). Ostaia da u Neo, Sestri P

Sabato 10 dicembre

H 2030 “Canto… Sinnò me moro”, dedicato a Gabriella Ferri. Luisa Rigoli e suo figlio Federico Sirianni rendono omaggio all’arte della cantante protagonista di un percorso ricco di grandi successi. Teatro Duse H 2130 Los Bonobos Boracheros(BOBBY SOUL & ALE FAZZ CAORSI) in concerto . Canzoni d’autore, blues, soul (Ge). Ostaia da u Neo, Sestri P H 2230 SI SON PRESI IL NOSTRO CUORE – con MASSIMO BUBOLA E GIULIO CAVALLi. La Claque

Lunedì 12 dicembre

H 1745 Mediterranea, voci tra le sponde – Incontro con Petros Markari – Il giorno del giudizio Palazzo Ducale.

Martedì 13 dicembre

H 1745 La città per i bambini con Analia Setton, pedagogista. Infanzia&Città, Settore Servizi per l’infanzia del Comune di Milano. Collabora alla Ricerca Internazionale Tobin. Palazzo Ducale

DAl 13 al 18 dicembre

ELEKTRA. Un testo che appassiona per la sua forza poetica e per la immaginifica musicalità delle parole. Una rivisitazione moderna del mito greco classico, caratterizzata dalla violenza barbarica delle passioni e dall’emergere dei personaggi da un arcaico paesaggio dell’anima. Teatro della Corte, tutti i giorni inizio spettacolo 2030, domenica h 16, lunedì chiuso. Venerdì 16 / sabato 17 dicembre ore 21 Eretici e corsari dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini con Claudio Gioè e Neri Marcorè, musiche dal vivo GNU QUARTET Uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”.

Sabato 17 dicembre

H 2130 Chemako & Kid blues ( Pv, Ge ) in concerto. Ostaia da u Neo.



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