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L’editoriale

Il BICCHIERE E’ MEZZO PIENO?

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ra ottobre e novembre a Genova abbiamo potuto assistere a due eventi di ri

sonanza internazionale. Salone Nautico e Festival della Scienza, due appuntamenti diversi fra loro soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi, ma con il comune deno

minatore di aver portato a Genova migliaia e migliaia di persone e di aver dato ai genovesi, soprattutto nel caso del Festival, nuovi spunti e nuove opportunita'. In questo nu

mero di novembre Era Superba e il Festival della Scienza hanno deciso di collaborare per dare la possibi

lita', a chi non ha potuto assistere ai tantissimi eventi in programma, di leggere una sorta di "il meglio di...", un inserto di quattro pagine con gli spunti piu' interessanti emersi dagli incontri con scienziati e studiosi, una seconda chance da non perdere che culmina con l' in

tervista alla grande astrofisica Mar

gherita Hack. Perche' questi mesi devono essere un punto di par

tenza per una serie di riflessioni sulla nostra metropoli perenne

mente annoiata. Piu' di venti ap

puntamenti al Palazzo Ducale (esclusi quelli legati al Festival della Scienza), mostre e incontri in tutta la citta' e un interessante pro

gramma stagionale dei nostri tea

tri, dallo Stabile all' Archivolto, dal Teatro della Tosse al Carlo Felice, giusto per fare degli esempi. In

somma, questo per dire che le pos

sibilita' per considerare il "bicchiere Genova" mezzo pieno in fondo esistono, il fermento cultu

rale sulla cui apatia si conti

nua da anni a puntare il dito e' in ripresa (anche se quasi esclusi

vamente con

centrato durante le ore diurne) e ha ampi margini di migliora

mento. Ora forse e' il mo

mento di iniziare a spostare l'at

tenzione sulla citta', sulla rea

zione della citta'. Capire quanto effettivamente Genova e i ge

novesi abbiano da dare alla cul

tura e allo svi

luppo sociale, vedere se i tanti abitanti avvezzi al lamento si ren

deranno conto degli sforzi com

piuti dalla nostra citta' in questa direzione. Intanto, da questo mese, e' attivo il sito web www.erasu

perba.com, un punto di ritrovo vir

tuale a disposizione di chiunque voglia monitorare quotidiana

mente quel che accade in citta' e non solo. Un' agenda eventi ag

giornata in tempo reale, il "Blog del Tama" come spazio per il li

bero pensiero, per le vostre consi

derazioni, idee, segnalazioni, per dare vita a discussioni costruttive e formulare proposte alla citta'. Il sito avra' anche un archivio dei

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principali articoli di tutti i numeri di Era Superba e vi dara' l' oppor

tunita' di scaricare la rivista in for

mato PDF. Inoltre, inserendo il vostro indirizzo mail, potrete rice

vere tutti i mesi Era Superba diret

tamente sul pc e rimanere aggiornati sugli eventi organizzati e promossi dall' Associazione Cultu

rale Pirri, editrice della rivista. In

somma, ci stiamo attrezzando per diventare davvero un punto di ri

ferimento, adesso tocca a voi en

trare in gioco. Questo e' solo l'inizio... Con affetto, Gabriele Serpe


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lzi la mano chi non si e' sentito apostrofare, al

meno una volta nella vita, come “musoneper

che'genovese”, quasi fosse una sola parola. Lo stereotipo che ci vuole costantemente ripiegati sotto un supposto “pessimismo e fastidio”, grava su di noi come una spada di Damocle… ma, generalizzando, quanto puo' esserci di vero in tutto questo? Beh, non e' necessario venire da fuori per riconoscere l’acco

glienza “alla genovese” un po' algida e metereopatica. Avete presente gli sketch del Colorado Cafe'? Quelli in cui Enrique Balbontin, Fabrizio Casalino e Andrea Ceccon, comici liguri Doc, ironizzavano sulla scarsa ac

coglienza e disponibilita' di albergatori e ristoratori li

guri nei confronti dei turisti? Orari impossibili, menu ridotti all’osso, risposte sgarbate, soprattutto se con

frontate con quelle degli omologhi romagnoli o sardi. di Laura Di Gregorio Eppure, nonostante questo apparente gelo, la nostra citta' ha sfornato una quantita' interminabile di comici e cabarettisti. Un controsenso?? Un “paradosso”?? La tradizione comica ligure vanta nobili radici che portano il nome di Gilberto Govi, comico di bandiera “si

miltoto'niano”, fondatore del teatro dialettale genovese, l’omino con i baffi posticci che ha dato lustro al no

stro teatro e alla nostra citta' per tutto il novecento. Govi si spegneva il 28 aprile 1966, e proprio in quegli anni un impiegato della “Cosider” di Genova faceva il suo esordio come comico rivoluzionario, Paolo Villaggio in arte ragionier Fantozzi. Villaggio fu l’apri pista di una lunga schiera di maestri della risata di casa nostra. Fra gli anni settanta ed ottanta il cabaret si afferma come uno dei generi preferiti dagli italiani e Genova e' grande “palestra” di comici. Diretto da Pierluigi De Lucchi nasce in citta' “Club Instabile”, palco dal quale spicche

ranno il volo personaggi come Beppe Grillo, Antonio Ricci (nato ad Albenga, ha studiato e si e' formato a Genova...), Tullio Solenghi, Roby Carletta, Carlo Pistarino ed Enzo Braschi solo per citarne alcuni. Oggi la tra

dizione continua piu' forte che mai con artisti di altissimo livello come Maurizio Crozza e il suo “Crozza Italia” in onda su La7, Mauro Pirovano, Ugo Dighiero, Luca e Paolo e il gia' citato trio del Co

lorado Cafe'. Paolo Villaggio in un’in

tervista del 1992 disse che a Genova, prima di diventare famoso e ricevere applausi in qualunque parte della citta', era considerato un coglione. Una di

chiarazione che in un modo o nell’altro ci fa riflettere... Genova e' maestra nel

l'emarginare i propri cittadini piu' vivi, ma non per cattiveria. Sono fuggiti in tanti. Gli artisti, tutti. Oppure hanno smesso di fare gli artisti. I nostri comici sino a quando non hanno abbandonato Genova hanno macerato nell'indiffe

renza generale, costretti percio' a mi

gliorarsi e a migliorarsi e a migliorarsi, eternamente invano. Sino a quando, ab

bandonata la Superba cieca piazza, han

Paolo Villaggio e Gilberto Govi

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no potuto misurarsi con artisti di altre parti d’Italia avendo alle spalle molte piu' delusioni e di conseguenza una particolare crescita artistica. Credo che, dal punto di vista sociale, questo possa essere uno dei fattori che hanno determinato il successo di cosi' tanti cabarettisti genovesi, senza nulla togliere all’importanza (ricono

sciuta a livello nazionale) della scuola di formazione del Teatro Stabile e a quella vena autoironica che sotto sotto ci distingue tutti. Eppure Zena non e' la citta' cabaret per eccellenza, basti pensare a contenitori come “Zelig”o “Colorado”, officine comiche all’ombra della “Madunina”. A differenza di altre citta', dove lo spa

zio per i comici e' sicuramente piu' caldeggiato e promosso, qui da noi ci si arrangia con l’arte del “fai da te” che spesso vede YouTube protagonista, e con le varie “comparsate” non sempre troppo pubblicizzate in qualche locale della riviera. Nonostante cio' a Genova continuano a nascere e crescere talenti della risata, alla faccia del “siete tutti musoni” e dei pochissimi spazi a disposizione non solo per i comici, ma per tutti gli ar

tisti in genere. E pazienza se qualcuno di noi ancora li considera coglioni, pazienza se a Genova l'artista e' colui che “non ha voglia di fare un belin”... pazienza solo finche' comici e artisti continueranno a nascere e resi

stere, perche' se il nostro atteggiamento portasse un giorno alla totale apatia, poi ce ne pentiremmo tutti.


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ndrea Ceccon e' uno che riesce a sorprendere. Sorprende soprattutto perche', anche in una chiacchierata privata, si rivela capace di spunti e considerazioni in grado di strappare il sorriso, ma non prive di un certo acume. Benche' gia' piuttosto cono

sciuto in Liguria e non solo, Ceccon ha raggiunto la piu' vasta notorieta' partecipando a Colorado Cafe' in

sieme agli amici/colleghi Enrique Balbontin e Fabrizio Casalino (con i quali ha dato vita a popolari sketch come i savonesi, il maestro di vita Rabartha e gli scon

trosissimi operatori turistici liguri, con la proverbiale “torta di riso” sempre finita). Ma Ceccon non e' solo questo... Trombettista, cantante, attore di teatro, com

positore, ha lavorato con Giorgio Gaber e i Matia Bazar, ha vinto due volte il premio Tenco, ha fatto di Andrea Giannini parte dei “Mau Mau” e dei “Cavalli Marci”, ha fon

dato le “Voci Atroci” (con cui ha vinto il premio Quartetto Cetra) e recentemente ha scritto anche un libro, «Vapfan ghala», edito da DeAgostini. Un personaggio poliedrico. Andrea, cominciamo dai tuoi esordi. Oggi sei un comico, ma in realta' nasci musicista…. R: Ho studiato tromba al conservatorio, ma piu' che altro ho sempre scritto "belinate"! Cioe'…? R: Si, insomma: cose che facciano ridere. Vedi, per me la musica e' una cosa seria: mi hanno sempre inse

gnato che il musicista sta nella buca dell’orchestra. Ho scritto tantissime canzoni, ma la canzone non e' solo musica: e' anche parole. E le parole hanno un livello di comunicativita' differente: e' piu' facile per la gente seguirle. Oggigiorno “La Musica” la capiscono in pochi. Hai studiato anche recitazione… R: Si, allo Stabile. Per me il teatro e' piu' affascinante della musica, piu' vario. Nel teatro hanno la loro im

portanza anche cose che non ti aspetteresti: che so, ad esempio la falegnameria! Quando ho conosciuto Bal

bontin lui faceva gia' quelle cose su Savona, ma io all’epoca stavo ancora lavorando con la Finocchiaro, se non ricordo male. Sai, all'inizio... mettersi a fare quelle “macchiette”, per chi viene dal teatro... Insomma: per trascinarmi, me l’hanno dovuto menare! Nelle vostre parodie spesso viene fuori lo ster eotipo del genovese. Qual e' il tuo rapporto con la citta'? R: Per me Genova e' una citta' unica: davvero, non riesco a parlarne male... Vedi, anche quando facciamo gli sketch tipo “torta di riso”, non e' che non ci sia della verita' dietro: vai in giro e ti rendi conto che la gente e' proprio cosi'... Ma sotto sotto mi piace. Ti piace…?? R: Si! Non che ogni tanto un sorriso in piu' non guasti… Ma mi rendo conto che anch’io sono cosi': se mi chiedi una I comici Balbontin, Ceccon, Casalino in performance a “Colorado” cosa due volte, la seconda ti ho gia'

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mandato a fare in culo! In fin dei conti, questo non mi dispiace completamente: mi piacciono i genovesi testardi, duri come sassi e indipendenti; mi piace il fatto che in generale non siamo “fighetti”. Se prendi Bologna, noti che tutto si standardizza dopo un mi

nuto: la gente nelle mode ci crede veramente. Ge

nova certo non le nega: le assorbe. Ma e' anche in grado poi di filtrarle». Non l’avevo mai vista in questa prospettiva… Ma non e' strano che tra i genovesi, che sono percepiti (e si percepiscono) come un popolo scontr oso, di “musoni”, siano venuti su tanti comici? R: Nient’affatto: Genova e' il migliore habitat culturale. In che senso? R: Perche', come ti dicevo prima, sono tutti cocciu

tamente indipendenti. Ognuno si tiene il suo modo di pensare, si intestardisce, non assimila. E questo crea un crogiuolo di opinioni diverse che mantiene l’ambiente vivace. Col risultato che anche i discorsi che si sentono al bar, a ben vedere, sono interessanti e seguono quasi sempre una certa logica. In effetti… Cosa mi dici, infine, del tuo rapporto con la televisione? Tu sei un comico che viene defi

nito “di sinistra”: com’e' lavorare a Mediaset? R: Guarda, le mie idee politiche sono ben note… Pero' io sono per lo humor, non per la politica. Certo, ho visto “censurare” qualche battuta sull’at

tuale presidente del consiglio, ma, alla fine della favola, solo perche' erano volgari e gratuite. A me non piace parlare di queste cose: non mi piace la televisione che parla della televisione. La TV a casa non ce l’ho nem

meno! Quando mi presentano gente conosciuta, il famosissimo tal dei tali, io molte volte non lo riconosco: per me vale come un gatto schiacciato dal camion! Progetti futuri? R: Non so se moriro' comico… Abbiamo un disco pronto con le Voci Atroci (con dentro anche Casalino) e stiamo realizzando nuovi sketch su Savona nel ‘300… Il resto si vedra'!


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ITINERA, ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA CITTA'

Da quattro anni la societa' organizza visite guidate nel cuore della Superba di Deepa Scarra’

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iamo abituati a muoverci frettolosamente per la citta', pensando a quello che dobbiamo fare, a quello che non abbiamo fatto, perdendoci gli scorci, i colori, gli odori, le imma

gini che la nostra Genova ci regala. La verita' e' che sono pochi i ge

novesi che davvero la conoscono, e' un po' come se tante volte la dessimo per scontata. E’ proprio dalla volonta' di far conoscere Ge

nova ai genovesi che nasce nel 2004 Itinera, una societa' che orga

nizza percorsi guidati, itinerari a tema, piccoli viaggi nel cuore della citta' fra tesori nascosti e storie an

tiche. Grazie a Itinera e' infatti pos

sibile vedere Zena con occhi diversi, con gli occhi di chi non l’ha mai vista ed e' ansioso di sa

pere quale sara' la prossima sor

presa in un misto di stupore ed en

tusiasmo. I percorsi di Itinera sono vari: puoi scoprire i misteri della citta' tra streghe e traditori e le sue leggende passate di bocca in bocca nei secoli, le curiosita' che riguardano luoghi e monumenti quotidianamente davanti ai nostri occhi, le vecchie case chiuse per sapere qualcosa in piu' sulle tante bocche di rosa che hanno popo

lato il nostro centro storico, le an

tiche botteghe, alcune delle quali sopravvivono ancora oggi. Come la Marescotti di Cavo in via del Fossatello, la piu' antica pasticceria di Genova o le botteghe e i labo

ratori artigianali di Via della Mad

dalena. Scoprirete un'infinita' di curiosita' e rimarrete affascinati da

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Antica macelleria, via dei Macelli di Soziglia

racconti come quelli sui macelli di Soziglia o sui tanti nomi “strani” che caratterizzano i nostri vicoli, saprete dove era solito mangiare e trovare ristoro il grande Giuseppe Verdi e potrete vedere con i vostri occhi un barbiere del 1820, che an

cora conserva gli arredamenti di un tempo. Inoltre si puo' fare un tour all'insegna della musica no

strana, partendo da Paganini per arrivare a De Andre'. E' possibile immergersi nelle vite di illustri donne genovesi o conoscere me

glio il cimitero di Staglieno con le sue sculture e le sue lapidi. Sembra incredibile che le vie che percor

riamo passivamente, guardando al massimo le vetrine, custodiscano bassorilievi antichissimi, ed e' as

surdo che mai abbiamo pensato di alzare il naso per aria, chiederci dove siamo, cosa nasconde quel luogo. A volte solo facendo alcuni passi in piu' attraverso un vicolo ci si puo' trovare in piazzette dai nomi curiosi, dove si respira l’at

mosfera della vecchia Genova. Chiudendo gli occhi immagini pas

seggiate tra volti e profumi ormai dimenticati ed e' come se la Su

perba tornasse per un giorno agli antichi splendori.


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CORSIE GIALLE E TELEMULTE: PERCHE'?

Quale e' il progetto di Comune e AMT per risolvere il problema viabilita' a Genova? di Andrea Giannini

M

entre lavoro a questo arti

colo e' un soleggiato sa

bato mattina. Avete presente quelle giornate in cui vi sentite insolitamente riposati e ri

lassati? In cui sembra che nessuno possa rovinare la vostra quiete e il vostro buon umore? Ebbene, e' proprio una di quelle giornate... almeno finche' non suonano alla porta. “Notifica!” urla una voce di donna per farsi sentire in mezzo al rumore del traffico. “Un’altra multa...”, penso tra me e me. Ma mi sbagliavo: le multe sono due. Con queste fino a oggi ho colle

zionato un totale di cinque multe per essere passato distrattamente

sulle corsie gialle. Ho gia' pagato un totale di circa 160 euro e me ne rimangono da pagare ancora 240. Per carita', non sono il solo ad essere stato multato e il mio non e' certo il caso piu' eclatante. In

fatti non ho raccontato tutto que

sto per citare chissa' quale significativa esperienza personale, ma per fare una precisazione: uno che, mentre scrive un articolo sulle corsie gialle, si vede recapitare a casa due multe per essere passato sopra le corsie gialle, puo' essere obiettivo? No, decisamente no. Pero', smaltita la rabbia iniziale, il fatto di esser mio malgrado cosi' “dentro” la notizia puo' anche ri

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velarsi un vantaggio: puo' essere una molla ad approfondire meglio. Mi rimetto a lavoro con ancora maggiore attenzione e, leggendo qua e la', mi rendo presto conto che esiste su questo sistema di multe un’incredibile varieta' di opi

nioni: corsie gialle si, corsie gialle no, cordoli si, cordoli no, limiti orari, deroghe, motociclisti indisci

plinati colpiti giustamente, moto

ciclisti risorsa da salvaguardare, provvedimento utile solo per AMT, insofferenza degli italiani al rispetto delle regole, eccetera, ec

cetera. Impossibile prendere in esame tutte le obiezioni che ven

gono sollevate. Cerchiamo piutto

sto di inquadrare il problema in una prospettiva piu' ampia. Or

bene, tra i pochi punti fermi della vicenda, c’e' il fatto che AMT ha, in effetti, ripianato i propri conti. Da qualche tempo in mano ai fran

cesi di Transdev, l’azienda e' pas

sata da un bilancio 2004 in perdita di circa 31 milioni, all’esercizio in attivo dell'ultimo anno, con per

dite pregresse scese a soli 2,4 mi

lioni. Plaudiamo all’oculata gestione: ma quanta parte hanno le telecamere delle corsie gialle in tutto questo? Difficile dirlo. Alcuni media genovesi hanno azzardato diverse stime, sempre superiori ai due milioni di euro al mese... Co

munque stiano le cose, alla luce di tutto questo, il problema diventa estremamente piu' semplice. Si, perche' una volta stabilito che le telecamere sulle corsie gialle hanno un’indubbia utilita' per le finanze di AMT, c’e' da chiedersi se esse


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abbiano altrettanta utilita' per il miglioramento della viabilita' ur

bana, permettendo cosi' a chi le ha installate di prendere i classici due piccioni con una fava. Do per scontato che, oggi come oggi, no

nostante le “telemulte”, i problemi del traffico genovese siano lungi dall’essere risolti (vorrei conoscere chi sostiene il contrario…), inoltre le telecamere controllano dieci metri di corsia e tutta questa uti

lita' ai fini della regolamentazione di mobilita' e trasporti pare quantomeno dubbia. Qual e', dunque, il grande pro

getto per migliorare la difficile si

tuazione viabilita' a Genova? Lo abbiamo chiesto all’assessore Citta' Sicura e Trasporti Francesco Sci

done: “Il progetto globale di rias

setto per l'intera citta' prevede il potenziamento delle flotte di mezzi pubblici elettrici o a metano, si

stemi flessibili e innovativi di tra

sporto pubblico, nuove forme di proprieta' ed uso dei veicoli, nuovi concetti di distribuzione delle merci e sistemi tecnologici evoluti per il controllo della mobilita' e la diffusione dell'informazione ai cit

tadini. Riporto in breve le misure del progetto generale: Agenzia dei servizi di trasporto flessibili/ Eco

punti/ Centro di monitoraggio si

curezza stradale/ Estensione del servizio di car sharing/ Flotta eco

logica/ Forum della Mobilita'/ Cor

ridoi di qualita'/ Nuove tipologie di servizi di trasporto/ Piano di mobilita' per l'Ospedale San Mar

tino/ Punto di infomobilita' inter

modale/ Sistema di monitoraggio

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Uno dei congegni telecamera adibiti al controllo della velocita’

dei corridoi di qualita'/ Strategia integrata di controllo accessi/ Stru

mento per valutare l'impatto ambientale.”

Questi punti sono ben noti gia' dal 2006 (ancora ai tempi della vecchia Giunta Comunale), pubblicati in dozzine di siti web, nulla di nuovo. Per cui, in pratica? In pratica ac

canto all’indispensabile “Forum della Mobilita'” (inaugurato nell' aprile 2006...), all’imprescindibile “Punto di infomobilita' intermo

dale” (che in italiano significa sms o e mail per aggiornare i cittadini

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sulla viabilita'), le misure piu' im

portanti da implementare sono il servizio di car sharing e i “corridoi di qualita'” per i mezzi pubblici, ovvero le gia' ben note corsie gialle... In fin dei conti o i vantaggi ipotizzati dall’utilizzo delle teleca

mere si inseriscono in un progetto piu' ampio per migliorare global

mente il problema viabilita', op

pure, se sono una misura sostanzialmente isolata, beh... in questo caso ci possiamo fare un’idea abbastanza precisa se stiamo pagando per una giusta causa o per gli utili di una societa'!


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I PESCATORI ESISTONO ANCORA?

Un mestiere antico, ricco di fascino e tradizione di Daniele Orlandi

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a visione romantica del vecchio lupo di mare ci ha sempre affascinato, molti cantautori e scrittori ne hanno tratto ispirazione per le loro storie. Ma sono poche le persone in grado di intraprendere davvero questo stile di vita, in fondo il mare incute sempre un certo timore e per poter dedicare la propria esi

stenza al mare bisogna amarlo pro

fondamente. Data la sua configurazione geografica Genova non puo' che avere una tradizione antichissima legata al mare, la pesca ne e' uno degli esempi piu' significativi. Ma e' possibile che questa tradizione resista in una so

cieta' in continuo cambiamento, dove le tradizioni vengono spesso sostituite dalle innovazioni? Per ac

certarsene basta passeggiare la mattina presto per il porto o lungo i moli dei tanti piccoli borghi che si affacciano sul mare, li' sara' ancora

possibile osservare vecchi pescatori intenti a ricucire le proprie reti, con il volto segnato dalla fatica ma negli occhi una luce che ancora ri

splende. Certo anche in questo campo le innovazioni tecnologiche non sono mancate, ma sono pochi i pescatori che oggi possono per

mettersi “sonar” o altre strumen

tazioni all’avanguardia, i piu' continuano quindi ad affidarsi esclusivamente alle proprie capa

cita' e alla propria esperienza per guadagnarsi da vivere. Negli ultimi anni, pero', l’attivita' ha subito una drastica crisi e la lotta con il mare si e' fatta ancora piu' dura. Le ra

gioni sono molteplici, prima tra tutte la diminuzione del pescato, seppure gli studi dimostrino che il mar Ligure sia ricco di nutrienti (vedi l’istituzione del Santuario dei Cetacei). Si pensa pero' che la pesca, che viene effettuata princi

palmente lungo la costa, sia distur

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bata dalle attivita' antropiche. Le citta' infatti, costrette tra mari e monti, si sono dovute sviluppare lungo la linea di costa, senza la

sciare spazio libero. Ed e' quindi lo

gico che l’inquinamento, il transito di numerose imbarcazioni, le atti

vita' turistiche e tanti altri fattori possano influenzare negativamente l’ecosistema marino e, di conse

guenza, anche la pesca. Un altro fattore da non sottovalutare e' lo spropositato aumento del gasolio, che, combinato alla continua dimi

nuzione del pescato, costringe i pe

scatori alla rottamazione delle proprie imbarcazioni e alla sospen

sione dell’attivita', con conse

guente diminuzione ed invecchiamento del naviglio e degli addetti. Per far fronte a queste dif

ficolta', molti pescatori si sono uniti in cooperative (come ad esempio l’AGCI Agrital) e con no

tevoli sforzi hanno elaborato pro

getti finanziati anche dalla Regione per tentare di rilanciare l’economia della pesca locale. Tra i vari intenti vi e' quello di fornire spazi adeguati per la vendita del pescato diretta

mente dal porto. Insomma, una storia durata millenni che non vuole saperne di concludersi, una lunga storia d'amore fra l'uomo e il mare.


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ACQUASOLA: DA PARCO A PARCHEGGIO

di Andrea Sbarbaro

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l progetto per la costru

zione di un parcheggio nel territorio dove attual

mente si trova il parco dell'Acqua

sola non e' certo una novita', i primi progetti risalgono addirittura al 1987. In questi ultimi anni le bat

taglie dei vari comitati per la difesa del parco hanno piu' volte attirato l'attenzione della cronaca cittadina, cosi' come i continui tira e molla fra Comune e societa' interessate al progetto. La svolta consiste in un inaspettato colpo di scena. Quando sembrava che ormai il progetto del multiparking (partito a tutti gli effetti nel 2002) fosse stato scartato e che il parcheggio si sarebbe costruito altrove, quindi con il parco dell'Acquasola salvo, nel 2008 ecco la svolta: l'iter di ap

provazione del progetto della con

cessionaria “Sistema Parcheggi

S.r.l� e' giunto invece al termine, con tanto di dichiarazione del vice sindaco Pissarello pubblicata sul Secolo XIX in data 7 maggio, con cui si annuncia che il parcheggio si fara', che e' gia' aperta l'istruttoria tecnica per dare il via ai lavori. La Sistema Parcheggi S.r.l ha rifiutato tutte le alternative proposte dal Comune per realizzare altrove il parcheggio e, come contropartita, si e' offerta di curare il parco e ga

rantirne la manutenzione integrale per un periodo stabilito. La realiz

zazione del multiparking all'Ac

quasola prevede lavori per la durata di almeno tre anni, la co

struzione di 468 posti auto in un parcheggio su tre livelli e la rimo

zione di ben 123 alberi ad alto fusto (platani, cedri, lecci), piu' della meta' da abbattere in via de

finitiva per riordino dell'area o per

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malattia. Esaminando le richieste di diverse associazioni ambientaliste, il Tar ha bloccato i lavori in via temporanea. L'udienza era in pro

gramma il 23 ottobre, e' stata suc

cessivamente rinviata al 6 novembre e poi ulteriormente ri

mandata a data da destinarsi. Nel frattempo si sono tenute diverse manifestazioni in difesa del parco durante il mese di ottobre, e da settimane, diverse tende da cam

peggio sono state piantate poco di

stante da uno dei due cancelli di entrata, al fianco di striscioni e car

telli di protesta. L'Acquasola oggi non e' solo una delle pochissime ri

sorse verdi ancora rimaste nella nostra citta', ma costituisce uno dei pochi luoghi dove nel centro di Genova si possono ancora vedere bambini giocare all'aperto, studenti e lavoratori che si incontrano ai ta

voli del bar chiosco interno o sulle panchine, un punto di ritrovo per trascorrere un'ora di tranquillita' lontani dal ritmo frenetico geno

vese. Inoltre, l'area sotterranea nei pressi del parco, e' da molti anni meta di studiosi e gruppi speleolo

gici interessati alla fossa comune e ai cunicoli che Genova attrezzo' nel 1657 per fronteggiare la peste. Centinaia di reperti sono ancora li', pochi metri sotto i nostri piedi. Dopo tante dichiarazioni da parte delle Istituzioni volte a garantire migliorie alla vivibilita' cittadina, oggi e' realmente necessario co

struire un parcheggio multi livello su tre piani nel luogo dove sorge uno dei principali parchi del cen

tro?


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egli ultimi dieci anni abbiamo notato che tutto cio' che desideravamo, buono o cattivo che fosse, a tempo debito si verificava. Continuavamo a ripeterci che un giorno avremmo dovuto organizzarci e desiderare solo cose buone. E cosi' e' arrivato il nostro bimbo! Eravamo felicissimi e ci sentivamo molto responsabili. Ora i nostri desideri avrebbero avuto una influenza anche su di Lui. Sentivamo che era il momento di smettere di discutere per concentrarci sui nostri desideri: le pulizie di primavera dei nostri cer

velli! C’era molto lavoro da fare. Trovavamo cose nascoste fra i nostri pensieri che mai avremmo pensato di ritrovare. Mentre facevamo la nostra pulizia abbiamo anche notato un sacco di cose che non andavano nella nostra casa: uno scaffale che non avrebbe mai dovuto esserci, un dipinto che cominciava a non piacerci, due stanze sporche e buie che una volta abbattuto il muro che le divideva sono diventate luminose e accoglienti. Abbiamo cominciato ad amare le piante, pensare che inizialmente uno di noi pensava che ci rubassero l’aria! Abbiamo cominciato ad apprezzare il suono della citta' che prima ci annoiava. In passato abbiamo investito molte energie cercando di ottenere qualcosa che credevamo di volere, stupendoci poi del fatto che non riu

scivamo ad ottenerlo, per poi alla fine scoprire che in realta' non lo desideravamo. Abbiamo scoperto che de

siderando tutti e due qualcosa contemporaneamente questo accadeva piu' rapidamente. La Bibbia dice “Dove due sono uniti nel mio nome”, ed e' proprio vero! Due e' una moltitudine. Ci dedichiamo sempre di piu' a desiderare e pregare. Adesso tutto cio' che proviamo ad ottenere cerchiamo di ottenerlo desiderandolo. Non lo facciamo solo perche' e' piu' semplice. Il desiderio e' una forza effettiva, funziona, e' come la magia, la magia e' semplice, e' reale. Il segreto e' non ucciderla con un rituale elaborato che e' segno di insicurezza. Quando qualcuno e' arrabbiato con noi, gli disegniamo una aureola sopra la testa con la fantasia e quella persona ai nostri occhi inizia ad assomigliare a un angelo. Questo ci aiuta a sentire affetto per quella persona, ci ricorda che chiunque ha del buono dentro di se' e che tutte le persone che si avvicinano a noi sono angeli che por

tano messaggi e doni dall’Universo. La magia e' logica, devi provarla. Abbiamo ancora un lungo cammino da percorrere, ma piu' progrediamo con le nostre pulizie, piu' il processo di desiderare e ricevere si velocizza. La casa sta diventando molto confortevole. Le piante stanno crescendo. I gatti fanno le fusa. Viviamo in un me

raviglioso Universo. Siamo grati ogni giorno per la pienezza delle nostre vite. Abbiamo capito che il mondo sta attraversando un momento molto difficile, c’e' panico nell’aria. Ma se due persone possono fare cio' che stiamo facendo noi significa che ogni miracolo e' possibile! L'importante e' riconoscere i miracoli quando ar

rivano ed essere riconoscenti. Il futuro della Terra e' nelle nostre mani. La nostra speranza e' che Voi abbiate la stessa quiete nella vostra mente per far avverare i vostri desideri. Se penserete a noi in futuro ricordate che il nostro silenzio e' un silenzio di amore e non di indifferenza. Ricordate noi stiamo scrivendo nel cielo invece che sulla carta, questa e' la nostra canzone. Volgi lo sguardo al cielo, li' c'e' il nostro messaggio. Volgi lo sguardo ancora una volta e guardati attorno, ti accorgerai che stai camminando nel cielo e che il cielo si estende fino alla terra. Siamo tutti parte del cielo, molto piu' che della terra. Noi vi amiamo, non dimenticatelo. John Lennon & Yoko Ono P.S. Abbiamo notato che tre angeli stavano guardando le nostre spalle mentre scrivevamo questa lettera.

letteredallaluna@erasuperba.com 17


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Copiare la mente R

obotcub e' il nome di un progetto di ricerca della durata di cinque anni per la costruzione di robot. Partito nel 2004 e finanziato dall'Unione Eu

ropea, il progetto ha come centro nevralgico il Laboratorio Centrale di Ricerca nel quartier generale di Genova dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in via Morego a San Quirico. Fisici, matematici, in

gegneri e psicologi lavorano in

sieme da quattro anni nella nostra citta' per la costruzione di iCUB, un robot umanoide con le dimen

sioni di un bimbo di tre anni e cen

tinaia di motori all'interno. Il robot e' in grado di gattonare, sedersi, prendere e porgere oggetti. Com

prende i comandi vocali, vede, sente e agisce, ha capacita' minime di apprendimento, si osserva in

torno e riconosce i volti. Un risul

tato importante per la ricerca italiana. Giulio Sandini (prof. di Bioingegneria all’Universita' di Ge

nova e dal 2006 direttore di ricerca del Dipartimento di Robotica dell' IIT di Genova), protagonista al Fe

stival della Scienza in occasione della conferenza "Copiare la mente", minimizza il risultato par

lando solo di primissimi passi com

piuti verso la costruzione artificiale di una mente umana. Ma perche' siamo ancora cosi' lontani dalla possibilita' di "copiare" la nostra mente? Partiamo dal principio, se

guendo il ragionamento illustrato dal professor Sandini. Si e' sempre

creduto che il cervello fosse la "somma" di diversi sistemi cogni

tivi come quello visivo o quello uditivo, ma non e' cosi'. Oggi sap

piamo che la mente e' un'unica macchina subordinata al nostro corpo e di conseguenza alle nostre esperienze di vita. Osservare un oggetto, ad esempio, attiva nel no

stro cervello le aree che codificano tutte le azioni che possono essere fatte dal nostro corpo con quel

l'oggetto. Per questo oggi la scienza afferma che il corpo e' il centro as

soluto di ogni nostro ragiona

mento. La mente e' come se fosse il grande magazzino di tutte le no

stre azioni compiute nella vita, dal bere un bicchiere d'acqua al gui

dare un'automobile. Ogni volta

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che il nostro corpo (o ugualmente un corpo che stiamo osservando per la proprieta' dei neuroni spec

chio...) sta per compiere un'azione che nella vita abbiamo gia' com

piuto almeno una volta, il cervello e' gia' preparato ad eseguirla e ne prevede le conseguenze. La previ

sione degli eventi e' uno dei mec

canismi cardine della mente umana. Il cervello e' dunque un si

stema in continua crescita, risultato di interazioni ed esperienze, ricet

tore di continue informazioni e ap

prendimenti dall'esterno. Alla luce di cio', per costruire artificialmente una mente umana e' necessario creare le condizioni e fornire gli strumenti perche' si costruisca da sola. Sarebbe assurdo pensare di ri

produrre il ragionamento umano immettendo una moltitudine di in

formazioni contemporaneamente in un sistema, copiare la mente po

trebbe richiedere la durata di un'intera vita, informazione per in

formazione, input per input, pro

prio come accade nel nostro "sistema operativo", dalla nascita sino alla morte. Oggi la scienza e' come se avesse in mano il progetto per costruire questo splendido grattacielo, ma senza gli strumenti adeguati e le corrette impalcature e' impossibile. Il grattacielo al mo

mento riusciamo a vederlo solo fi

nito, non vediamo ancora i materiali che lo compongono al

l'interno e quindi non possiamo copiarlo.


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Osservare il cielo L

e costellazioni non hanno giorni ad Occi

senso dal punto di vista dente e' possibile astronomico, sono frutto individuare il della nostra fantasia. Le stelle che "Triangolo estivo", dalla Terra sembrano vicine sono ovvero le costella

in realta' molto distanti fra loro e zioni della Lira, del poco hanno a che vedere l'una con Cigno e del

l'altra. Eppure, sin dall'antichita', l'Aquila, fra le quali l'osservazione del cielo ha portato sfrecceranno il gli uomini a fantasticare su parti

prossimo 10 agosto colari configurazioni, affascinanti desideri e stelle ca

disegni nel firmamento, molti dei denti. Ma i nostri Cosi’ il firmamento nella stagione autunnale quali tramandati nei secoli e giunti occhi per osservare principale del cielo (per quanto ri

sino a noi. Il Festival della Scienza il cielo possono contare anche su e' sbarcato all'Osservatorio Astro guarda la porzione visibile dal no preziosi alleati. Grazie al telescopio nomico del Righi per farci capire stro emisfero, l'emisfero nord del e' infatti possibile catturare spetta

qualcosa in piu' sull'osservazione Pianeta) perche', essendo allineata coli incantevoli, come le nebulose, del cielo. Come e' possibile orien con l'asse terrestre, e' l'unica stella chiamate anche "fabbriche del tarsi in mezzo a quell'immen che ai nostri occhi risulta ferma e cielo", nubi di gas e polveri da cui sita'?Partiamo dalla stella per intorno alla quale sembra ruotare il nascono le stelle. eccellenza: la stella polare. Tro firmamento. Immaginiamo di ap

varla e' molto semplice, basta indi poggiare una matita in verticale su viduare il Grande Carro, il gruppo un mappamondo, esattamente al di stelle piu' famoso all'interno polo nord: l'altra estremita' indi

della costellazione dell'Orsa Mag cherebbe la stella polare. Se foto

giore, con la sua caratteristica grafassimo il cielo con l'obiettivo forma "a padella". Prendendo aperto per qualche secondo, tutte come riferimento l'allineamento le stelle risulterebbero scie in mo

delle due stelle opposte al manico vimento e la stella polare sarebbe La "Supernova" e', invece, della padella, bastera' proseguire l'unica visibile. In realta' siamo noi un'esplosione stellare. Molto diffi

con lo sguardo (indicativamente 5 che ruotiamo intorno al nostro cile da individuare ad occhio nudo, volte la distanza fra le due stelle asse e questi movimenti sono causa diventa uno spettacolo incredibile del Carro) e imbatteremo nella nostra. Conseguenza invece del con l'ausilio del telescopio... stella polare, a moto di rivoluzione della Terra in

sua volta la torno al Sole, sono le posizioni nel stella piu' lumi cielo delle costellazioni a seconda nosa del Pic dei periodi dell'anno... alcune di colo Carro. La loro tramontano in inverno e tro

stella polare e' il neggiano sopra la nostra testa r i f e r i m e n t o d'estate e viceversa. In questi Immagini fornite dall’Osservatorio Astronomico del Righi

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I volti “N

on c'e' dentro, non c'e' fuori, poiche' il dentro e' pure fuori". Johann van Goethe rifiutava la banale distin

zione fra fuori e dentro nell'essere umano, affermando che l'interno di un soggetto e' sempre presente anche all'esterno. Un ottimo punto di partenza per parlare del volto umano, l'oggetto piu' significativo e ricco d'informazioni sulla faccia della Terra, la soglia fra il fuori e il dentro di ognuno di noi, il rias

sunto, il punto di unione. E' scien

tificamente provato che il nostro cervello reagisce in maniera unica quando si imbatte in un volto o in un oggetto che ritrae o lontana

mente ricorda un volto umano. E'

come se si preparasse a inviare e ricevere una moltitudine di in

formazioni, come se per il nostro cervello il volto umano fosse una sorta di calamita. Que

sto i designer, i grafici e i pubblicitari in ge

nere lo sanno molto bene. Vi e' mai capi

tato di scorgere un volto o uno sguardo nei fari di una mac

china, negli utensili o negli elettrodomestici? Hiroshi Ishiguro e il suo androide Sicuramente si. Bene, i designer zioni davanti a volti di androidi e studiano proprio questo, catturare robot in movimento sono sempre l'attenzione degli esseri umani le stesse: inizialmente ci compor

dando agli oggetti volto umano. Il tiamo come se si trattasse di un no

nostro cervello a quel punto si stro simile, cercando di scambiare comportera' davanti all'oggetto emozioni, pochi secondi dopo ci come se fosse un proprio simile, in blocchiamo e avvertiamo la terri

grado di suscitare emozioni. Gli bile sensazione di interagire con un occhi aggressivi dell'auto sembrano cadavere. Ebbene, in un futuro puntarti? Tu reagirai come se ti molto prossimo la scienza sara' in puntasse un uomo, lo sguardo di grado di farci conversare con un retto occhio contro occhio e' un androide come se fosse un richiamo immediato al quale il no umano... stro sistema operativo non puo' sottrarsi. In Giappone, presso l' Universita' di Osaka, Hiroshi Ishi

guro ha creato un prototipo di an

droide a sua immagine e somiglianza, in grado di riprodurre perfettamente i movimenti del volto. Lo scienziato giapponese ha inoltre scoperto che le nostre rea

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Energia per

l’astronave Terra U

n antico proverbio dice che la sola differenza fra un ottimista ed un pessi

mista e' che il secondo e' meglio informato. E se le cose davvero stanno cosi', il messaggio lanciato dal Festival riguardo i consumi di energia e l'utilizzo delle risorse del nostro Pianeta dovrebbe farci quantomeno riflettere, se non pre

occupare. Nei prossimi vent'anni la popolazione mondiale crescera' di 75 milioni l'anno, arriveremo ad es

sere oltre otto miliardi e le fonti di energia primarie non rinnovabili come il petrolio e gli altri combu

stibili fossili non potranno soste

nere un simile aumento. Ad oggi l'Occidente consuma 1000 barili di petrolio al secondo e entro il 2040 le fonti inizieranno ad esaurirsi cau

sando vertiginosi innalzamenti dei

prezzi, guerre e crisi economiche. Il discorso e' molto semplice: in un mondo con risorse limitate i con

sumi non possono crescere all'infi

nito e, ad oggi, il pianeta consuma piu' di cio' che possiede. E' neces

sario innanzitutto fare alcune riflessioni. Ogni volta che consumiamo ener

gia generata da risorse non rinno

vabili produciamo inevitabilmente rifiuti e per smaltire rifiuti serve nuova energia... una spirale, un cir

colo vizioso! Inoltre, dobbiamo es

sere ben consapevoli che oggi possiamo permetterci questo stile di vita solo perche' l'energia non rinnovabile costa ancora molto poco. Altro che crisi petrolifera... non abbiamo ancora visto niente! Un litro di petrolio oggi costa meno di un litro di acqua minerale

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e la cosa dovrebbe farci pensare. Non per ultimo, le risorse sono chiaramente distribuite malissimo. Un americano consuma energia quanto trenta africani... In Usa ci sono 780 auto per 1000 abitanti, 720 in Italia mentre 16 in Cina e 18 in India. Il problema sta nel fatto che gli americani sono 290 milioni mentre Cina ed India insieme con

tano 2 miliardi e 400 milioni abi

tanti: come faremo quando (a breve) anche loro potranno per

mettersi cosi' tante automobili? Il nucleare non e' la risposta. L' ener

gia nucleare puo' produrre solo elettricita', la produzione e' costo

sissima ed inquinante e nel mondo attualmente esistono solo 439 cen

trali nucleari funzionanti, molto vecchie, ma ancora (non per molto) funzionanti. Bisogna avere il coraggio di guardare al futuro consci della situazione che si sta prospettando, l' energia solare e' la strada da seguire. Pensate che la Terra riceve dal Sole in un'ora energia pari a quella che l'umanita' consuma in un anno... Inoltre l'energia solare puo' soddisfare il fabbisogno mondiale in tutti i suoi aspetti e non solo in quello del

l'elettricita' come nel caso del

l'energia nucleare. La soluzione e' dunque gia' ben chiara ai piu', ma continuando su questi ritmi quando ci sveglieremo sara' troppo tardi.


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A proposito di scienza...

MARGHERITA HACK, FUORICLASSE DELL' ASTROFISICA

di Giulia Rocco

A

strofisica, divulgatrice scientifica e per qualche anno coinvolta in politica, Margherita Hack ha dedicato l’in

tera vita allo studio delle stelle, dei pianeti e dell’universo. Fiorentina d’origine e triestina di adozione, la Hack ha lavorato per alcuni osser

vatori europei e americani ed e' stata membro dei gruppi di lavoro dell’Esa e della Nasa, contribuendo a dare importanza internazionale alla ricerca astronomica italiana. Professoressa cosa ne pensa della sfida lanciata a settembre dagli scienziati del Cern di Ginevra?

L'acceleratore di particelle aveva scatenato fantasie e paure legate al generarsi di un buco nero, per una settimana ne parlava chiunque, ora non se ne sa piu' nulla... R: L’esperimento e' certamente fondamentale per conoscere a fondo la struttura della materia. Si tratta di riprodurre condizioni si

mili a quelle primordiali e vedere se oltre a quella zuppa di particelle elementari ne esistono altre, per il momento ancora sconosciute. Si potrebbe arrivare a spiegare la ma

teria oscura, cioe' quella quantita' di materia che costituisce la mag

gior parte dell’universo ma che,

non emettendo nessun tipo di ra

diazione elettromagnetica, si fa sentire solo attraverso la sua forza d’attrazione gravitazionale. Quale e' il vero tesor o in questa ricerca? R: Tra le particelle sconosciute, ce n’e' una in particolare di cui si vuole confermare l’esistenza: il bo

sone di Higgs, cioe' quella parti

cella che fa nascere tutte le altre. La teoria del Modello Standard ha predetto l’esistenza di questa par

ticella e il fatto che non sia ancora stata trovata puo' essere spiegato con due ipotesi: o la teoria e' sba

Da “Variazioni sul cielo", 2005. Spettacolo teatrale di Margherita Hack e Sandra Cavallini

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gliata, oppure la massa di questo bosone e' troppo alta e l’energia disponibile non e' sufficiente a rilevarlo. E per quanto riguarda il buco nero?!? R: Queste sono solo stupidaggini messe in giro da persone che non hanno la minima conoscenza del

l’esperimento. Cosi' facendo non possono far altro che suscitare al

larmismi inutili che attecchiscono solo laddove si ignora completamente la situazione. Chi ne ha la responsabilita'? R: L’allarme viene soprattutto dai media, ma trova eco nell’ignoranza della gente che non ha una suffi

ciente conoscenza scientifica della questione. E poi non mancano gli pseudo scienziati a diffondere lo spauracchio. Quanti astrologi o ufologi si spacciano per scienziati!

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piu' grande minaccia per il nostro pianeta? R: Quella piu' realistica anche se poco probabile e' l’impatto di un asteroide, Apophis, con la Terra. I calcoli l’hanno previsto per il 2036 e, se questo succedesse, sarebbe un grosso disastro. Oggi, pero', esi

stono mezzi capaci di evitare que

sta catastrofe. Insomma, abbiamo mandato sonde sui pianeti, nel si

stema solare, nei satelliti di Sa

turno… Quindi e' possibile accedere a soluzioni di questo tipo e mandare una sonda in orbita per tenere sempre monitorata la posi

zione dell’asteroide. Si e' anche pensato di mandare una grossa astronave che, con motori a raggio oppure per effetto gravitazionale, possa far cambiar l’orbita di que

Perche' va cosi' di moda oggi parlare di apocalisse? R: L’ignoranza suscita paura. Se si pensa ai tempi antichi, una cometa o un’eclissi creavano spavento per

che' nessuno sapeva di cosa si trat

tasse. Adesso e' frequente appigliarsi a profezie, tipo quella dei Maya, e credo che tutto sia dettato da una grande ignoranza, parimenti a una grande voglia di credere alle magie. Secondo lei, qual e' attualmente la

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sto asteroide, in modo da evitare l’impatto con la Terra. Pensando all’Italia, bisogna usare gli stessi toni apocalittici se si vuole parlare di ricerca scientifica? R: No, la ricerca e' buona. I nostri scienziati sono preparati tanto e' vero che molti italiani erano impe

gnati nell’esperimento del Cern. Il problema dell’Italia e' che ci vo

gliono soldi per la ricerca, cosi' come nuovi posti di lavoro per i ri

cercatori. Molti governi sono sordi a queste problematiche: spendono migliaia di euro per la formazione dei nostri ricercatori e poi li rega

lano agli altri paesi. Si parla tanto d’innovazione, ma bisogna met

tersi in testa che l’innovazione si fa con la ricerca!


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A TU PER TU: ENRICO MANTOVANI

di Gabriele Serpe

E

nrico Mantovani fu presi

dente della Sampdoria dal 1993 al 2002. Nove anni ca

ratterizzati da un rapporto non sempre facile con la tifoseria, ma allo stesso tempo da un amore in

condizionato verso quella societa' che il papa' Paolo porto' ai vertici del calcio europeo, un amore che resta vivo ancora oggi da semplice tifoso. Broker petrolifero, due lau

ree conseguite negli Stati Uniti, si trovo' la Samp fra le mani dopo la scomparsa del padre nell’ottobre del 1993 e fu costretto a fare i conti con un calcio che iniziava a dare i primi segnali di pazzia, fra enormi interessi economici e rap

porti politici quantomeno poco chiari. Ben presto la situazione fi

nanziaria impose il ridimensiona

mento dei programmi della so

cieta' e per quattro anni il giovane Enrico riusci' a mantenere la squa

dra nelle zone alte della classifica di serie A azzeccando quasi tutti gli acquisti da Mihajlovic a Seedorf, passando per Veron, Karembeu, Montella e molti altri. Ma, anno dopo anno, la gestione diveniva sempre piu' difficile, le spese au

mentavano vertiginosamente e la Samp nel 1999 fini’addirittura in serie B. Una “sconfitta” che parte del pubblico doriano attribui' pro

prio a Enrico, vennero contestate le decisioni della societa' in merito alla gestione della rosa ed in parti

colare di quel giocatore che per 15 anni fu bandiera ed idolo indi

Enrico Mantovani ai tempi della presidenza blucerchiata

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scusso della tifoseria: Roberto Mancini. In merito al rapporto burrascoso fra Mancini ed Enrico Mantovani vennero spesi fiumi e fiumi d’inchiostro, la gradinata Sud si spacco' in due diverse correnti di pensiero e la Genova sponda blucerchiata conobbe uno dei pe

riodi piu' difficili della sua storia. Sino alla sfiorata retrocessione in serie C del 2002 e alla successiva ri

nascita sotto la guida di Beppe Marotta e Riccardo Garrone. D: Enrico, nonostante tu oggi non sia piu' il presidente della Sam

pdoria, segui ancora le vicende della squadra? Che giudizio dai a questa Samp? R: Come puoi ben vedere (sfila il portafoglio dalla tasca… e quasi penso che, preso da un momento di incredibile generosita’, voglia re

galarmi qualche centinaia di euro…) ho sempre l’abbonamento qui con me! Seguo la Samp con moltissima passione, sono un vero tifoso. Devo ammettere che l’anno scorso non sono stato bravissimo perche' sono riuscito ad andare allo stadio Ferraris solo cinque volte di cui solamente una volta in trasferta… Ma devo dire che que

st’anno mi sto rifacendo alla grande! D: In citta' e' sempre in voga la voce che la tua Samp sarebbe stata colma di debiti ereditati dalla ge

stione di tuo padre e che la retro


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cessione sarebbe stata pratica

mente inevitabile. Cosa c’e' di vero in tutto questo? R: Assolutamente nulla direi! La Sampdoria non ha ereditato da mio padre nessun debito. La ve

rita’ e’ che ogni anno le spese au

mentavano in modo esponenziale e le nostre disponibilita’ ci costrin

gevano ogni stagione a vendere qualche giocatore, ma fino al ma

ledetto anno della retrocessione le casse della Samp erano in salute. I problemi veri iniziarono una volta retrocessi, le entrate calarono dell’80% e non esagero… men

tre le uscite rimanevano staziona

rie. In piu' una volta retrocesso i giocatori non li puoi piu' valoriz

zare e, se li vendi, li vendi a poco. D: Una curiosita’… E’ stato piu' bello diventar e presidente della Sampdoria o smettere di esserlo? R: Bella domanda… Ti rispondo che diventare presidente per me non fu affatto bello perche' signifi

cava aver perso per sempre papa’… e una cosa non puo' pre

scindere dall’altra. Inoltre ti con

fesso che non avevo l’ambizione di diventare presidente blucerchiato. Cio' nonostante si e' rivelata un’esperienza grandiosa, seppur difficilissima. Mi ha aiutato tantis

simo a crescere e ho provato emo

zioni indimenticabili. E’ proprio per queste emozioni che non posso risponderti “smettere di esserlo” e anche perche' il periodo dalla re

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trocessione sino alla vendita della societa' fu davvero brutto e avrei preferito senza ombra di dubbio che le cose fossero andate diversa

mente… Il massimo sarebbe stato rimanere tifoso dei colori piu' belli del mondo con papa’ accanto… D: Tanti anni di presidenza, qualche rimpianto? R: Per forza di cose la lista dei rim

pianti e' lunga. Il primo e' quello dell’eliminazione dalla Coppa delle Coppe a Genova in semifinale con

tro l’Arsenal, fu una delusione enorme e forse con un pizzico di cattiveria in piu' avremmo potuto guadagnarci la finale. R: E sul fronte calciomercato? D: Qualche piccolo rimpianto c’e' anche sul fronte mercato. Perso

nalmente volevo a tutti i costi Ne

stor Sensini e fummo molto vicini all’accordo. Era un giocatore che mi piaceva parecchio e avrei vo

luto vederlo con la nostra maglia. D: Forse anche la cessione fretto

losa di un campione come Clarence Seedorf… R: Quello fu un sacrificio inevita

bile, non un rimpianto. Anzi, ti diro’, ci avevamo visto lungo! D: La domanda su Roberto Man

cini e' inevitabile… E’ vero che ha lasciato la Sampdoria perche' non andava d’accordo con te o fu un abile “escamotage” per cambiare

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Mancini, 15 anni di Sampdoria aria e lasciare da eroe? R: Con Roberto non e’ finita bene e mi dispiace parlarne perche' non voglio assolutamente riaprire di

battiti inutili, ormai e’ acqua pas

sata. L’unica cosa che posso dire e' che dietro questa storia non c’e' nessuna incredibile verita' nascosta. Ho sentito spesso dire in citta' che io sarei stato geloso del mio ruolo, ma queste sono bugie. A me fa

ceva piacere che Roberto si inte

ressasse personalmente di tutto e mi chiamasse per ogni cosa. Non fu certo questo il motivo per cui Roberto Mancini lascio' la Sampdoria.


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DONNE LAVORO, IL SOFFITTO DI CRISTALLO

Occupazione femminile: per qualita' e quantita' ancora dietro rispetto agli uomini di Deepa Scarra’

L

’Italia e' fra gli ultimi Paesi in Europa per quanto ri guarda l’occupazione fem minile. Nel nostro stivale il tasso di occupazione delle donne si atte sta intorno al 46,3%, a fronte di una media degli altri Paesi europei del 57,4%. Il problema, perche’ di problema si tratta, non investe solo il tasso occupazionale ma, se si vanno ad osservare i percorsi lavo rativi delle donne, emerge che vi e’ anche una segregazione occupa zionale. Ci troviamo quindi di fronte ad un problema qualitativo oltre che quantitativo. Ancora oggi, infatti, il soffitto di cristallo che tiene le donne lontano dalle posizioni di potere e’ molto lon tano dall’essere sfondato. Basta pensare che in Italia, nei Consigli di Amministrazione delle societa’ quotate, solo il 5% sono donne,

nelle Banche solo il 2,63% e nelle assicurazioni lo 0,7%. Nei paesi del Nord Europa invece l’occupazione femminile supera il 70% e vi e’ un’alta rappresentanza femminile nelle posizioni dirigenziali. Inoltre, in Italia, anche quando si riesce ad accedere a posizioni di alto livello, vi sono delle disparita’ notevoli in termini di retribuzione: una diri gente donna guadagna il 26,3% in meno di un uomo. Tra le tante cause che hanno portato a questa delicata situazione vi sono ovvia mente fattori culturali, ma anche la carenza di un sistema Welfare adeguato per eliminare le disegua glianze sociali ed economiche fra i cittadini. Il punto e’ che troppo spesso le donne vengono percepite dalle imprese come soggetti a ri schio. Tale rischio e’ legato alla paura che la lavoratrice si assenti

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dal posto di lavoro a causa di una gravidanza o per la cura dei figli piuttosto che degli anziani. Cio’ ha ripercussioni pesanti in termini di assunzioni prima, e di percorsi di carriera poi. Si preferisce quindi investire su un uomo, anche se meno preparato, perche’ si ritiene che la lei in questione potra’ essere fonte di problemi a causa delle sue scelte di vita. Cio’ e’ incoraggiato dal fatto che, effettivamente, al l’interno delle famiglie italiane vi e’ una scarsa ripartizione dei ruoli. A questo proposito e’ importante at tuare politiche che spingano anche il padre ad usufruire dei congedi parentali, cio’ porterebbe ad un equilibrio dell’assenteismo dal la voro tra lavoratrici e lavoratori. Le responsabilita’ familiari gravano quindi in maniera molto pesante sulla vita professionale delle donne, per questo motivo si rendono ne cessarie politiche di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, politiche di incentivazione del lavoro fem minile e un incremento dei servizi sociali. E’ indispensabile una presa di coscienza della situazione da parte di tutti, in particolare le ra gazze piu’ giovani, perche’ la di sparita’ deve prima di tutto sparire nella nostra testa, solo allora po tremo assistere ad un vero cam biamento sociale. Un’ Italia nuova, che ponga al centro il merito indi pendentemente dalle questioni di genere.


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IL DIO DEL SESSO

Per diventare un irresistibile casanova basta un cerotto... di Gabriele Serpe

L

o stomaco stringe e il cuore inizia a palpitare, un bel respiro profondo e ti avvicini a lei, questa volta non ti puoi far scappare l'occasione... Dopo mezzoretta ti rendi conto di essere riuscito a interessarla con i tuoi discorsi sforzatamente intelli genti e i modi di fare da poeta ma ledetto, ti senti un supereroe, vorresti darti una pacca sulla spalla da solo per complimentarti! Io adoro rapportarmi con le donne, loro mi trasmettono forza. Mi piace conquistarle come si faceva tanti anni fa e impazzisco quando mi rendo conto di essere riuscito a colpire nel segno. Ma forse oggi sono un pò fuori moda. Qualche giorno fa, rientrando a casa, una gentile signorina si avvicina a me per consegnarmi un volantino, lo stesso ad ogni passante: "Lo strabi

liante cerotto che attira ogni donna mi soffermo a leggere vi trasformera' AU TO MA TI CA MEN TE in un irresistibile Dio del sesso!" Basito proseguo nella let tura: "L'efficacia e' garantita al 100%, il tuo cerotto conquistera' tutte le donne, anche quelle piu' fredde!" Ho bisogno di sedermi un secondo... Un cerotto per conqui stare le donne? Ma chi l'ha tirata fuori questa storia, Mago Merlino? Per darmi la possibilita' di capire qualcosa in piu' sul volantino e' ri portata la dichiarazione di una "im portante sessuologa americana" (?): "Il nostro corpo durante l'ecci tazione produce feromoni. Il fero mone e' un tipo di sostanza odorosa che agisce sul nostro sub conscio svegliando il desiderio di piacere. Purtroppo l'alimentazione moderna, l'inquinamento indu

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striale e molti tabu' contribuiscono a rendere i feromoni sprigionati dal nostro corpo impercettibili per chi ci sta vicino. Affinche' il nostro corpo possa sviluppare piu' fero moni, bisogna applicare un cerotto sulla pelle e in pochissimo tempo tutte le donne che si troveranno nelle vicinanze, e che magari in quel momento pensavano a tutto fuorche' al sesso, impazziranno di piacere e perderanno il controllo. Il feromone rende completamente privi di volonta'." Se prima ero ba sito ora sono semplicemente ester refatto. E io che ieri sera mi sono dovuto sforzare per ricordarmi i versi di una poesia della Valduga per fare colpo su una graziosa fan ciulla, che cretino. Ora basta un cerotto sul braccio e tutte le donne cadranno ai miei piedi. Per un at timo nella mia testa prendon forma immagini da film, nelle quali io passeggio indisturbato per via Garibaldi con il mio cerotto e ar rivo in Largo Zecca con una fila di 50 donne vogliose dietro di me...!! Faccio una palla di quel volantino e lo getto negli appositi contenitori per non sporcare la citta'. La mia mente va a tutte quelle persone che hanno problemi ad accettarsi e a rapportarsi con l'altro sesso, su di loro questa gente avida costrui sce il proprio impero di cartone. Cerotti per diventare un irresisti bile Dio del sesso... dolcissima Au drey Hepburn, quanto ci mancano i tuoi sorrisi.


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DA UN PAESE A QUESTO PAESE... A QUEL PAESE!

Storie di ordinario razzismo di Roberto Nebulosi

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orino, un giorno come tanti. Un autobus e un au tista gentile che aiuta chi si sente disorientato. Da qualche anno, sui mezzi pubblici, i cartelli recanti la scritta "vietato parlare al conducente" non si vedono piu', quindi i passeggeri si sentono liberi di chiedere informazioni. Quel po meriggio ero seduto in attesa che arrivasse la mia fermata, quando un signore di mezza eta' si avvicino' al conducente per chiedere infor mazioni riguardo il tragitto. Rimasi sorpreso dalla cortesia e dalla di sponibilita' dell'autista: gli elenco' tutte le fermate prima della sua e gli consiglio' pure un secondo mezzo per arrivare piu' rapida mente a destinazione. Non mi sembrava vero: finalmente una persona che riesce a sorridere mentre lavora, dicevo fra me e me. Forse sono disabituato alla corte sia, mi ripetevo. Un secondo pas seggero si alzo' poco dopo che era sceso il primo, chiese anche lui un'informazione al conducente e di nuovo l'uomo rispose con genti lezza. Mancavano ormai solo due fermate alla mia quando si alzo' dal suo posto un signore con la pelle scura probabilmente indiano e chiese in un italiano quasi perfetto: "Mi scusi, va dritto o gira?" Nes suna risposta. Quello provo' a ri petere la domanda, ma nulla. Poi ci riprovo' per la terza volta, forse pensando di non essersi espresso bene. A quel punto fino in fondo

all'autobus riecheggio' l'urlo del conducente: "E basta!!" Con edu cazione mista a stupore, l'uomo chiese il motivo di quella reazione e di nuovo si senti' rispondere con un urlo che recitava precisamente la seguente poesia: "Scendi!". "Certo che scendo, io con uno come lei non ci sto sullo stesso au tobus!", fu la risposta. L'uomo scese alla fermata seguente, e non aveva ancora staccato il primo piede dalla pedana che il simpatico autista diede ancora prova della sua gentilezza salutandolo con un bel: "Vaffanculo straniero di merda!" Tutti i presenti rimasero a bocca aperta. Dopo pochi istanti mi alzai, mi avvicinai al poeta e gli chiesi l'ennesima informazione della sua lunga giornata. Sara' che ho una carnagione piuttosto chiara, ma quello sembro' riacqui stare di colpo tutta la gentilezza.

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Cercando di mantenere la calma, gli chiesi allora se la risposta sa rebbe stata la stessa se anche io fossi stato straniero o magari solo piu' abbronzato... Lui si giro' con la faccia di chi merita una lunga se quenza di schiaffi e mando' a quel paese anche me. Incassai con un sorriso e scesi. Fu allora che ebbi la consolazione di assistere ad una dimostrazione di protesta non vio lenta: con me scesero tutti gli altri passeggeri. Qualcuno si appunto' la targa del mezzo, altri si limita rono a commentare l'accaduto, ma l'indignazione era di tutti. Poco dopo me ne andai per la mia strada, camminando pensai a quel signore indiano che con una sem plice domanda si era guadagnato, come me, un bel posto in prima classe per "quel paese". Magari ci rincontreremo laggiu', ma a sto punto speriamo di essere a piedi!


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DICK

di Sir Biss

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ra ora. Finalmente hanno de ciso di fermarsi. Bravo Pa'… e' proprio la piazzola giusta! Appena in tempo. Non avrei ancora resistito per molto. Via! Il primo al bero e' mio! Ahhhh………che sol lievo, e c’e' anche un po’di ombra; in quella dannata auto si cuoce! Ma il gioco vale la candela: ho sentito che i miei quest’anno hanno prenotato un posticino fantastico vicino alla spiag gia, e cosi' alla sera, quando non c’e' piu' nessuno, potro' scorazzare sulla sabbia e giocare con la Piccola che mi lancia la mia palla sgonfia. Che sballo! Uffa… stanno dicendo che ci vorra' ancora un’oretta di viaggio, ma non potremmo fermarci ancora un po’ qui, al freschetto? Eddai… mi hanno letto nel pensiero: si mangia! Ve diamo… Pa' tira fuori un enorme pa nino con milanese e insalata, Ma' e' a dieta e quindi un tramezzino con stracchino e, come al solito, due foglie di lattuga, per la Piccola, sandwich al prosciutto cotto (e' sempre un panino, ma le piace tanto chiamarlo cosi'). E io? Ah…volevo ben dire: croccantini in abbondanza al gusto di manzo, pollo e verdure… una delizia! E c’e' di piu'. Sara' perche' e' domenica, fatto sta che Pa' mi ha servito l’intera

confezione e poi si e' incamminato verso la fontanella con la mia cio tola… Ehi… ma allora e' proprio festa! Niente ciotola, oggi un bel sec chio di acqua fresca: goduria maxima! Sono cosi' contento che mi viene da correre dietro a tutte quelle macchine che mi sfrecciano davanti, anche se si scoppia dal caldo. Correre… che bei tempi… tutto il giorno su e giu' per il giardino di casa, ero cucciolo… e anche belloccio. Porca miseria, se non fosse per i maledetti reumatismi cor rerei anche adesso… eccome! Pero' alla Piccola non gliene frega niente: mi lancia sempre la palla, vai Dick, e io la mordo ringhiando e poi gliela riporto, e faccio finta di non essere stanco… com’e' tenera, non posso vivere senza di lei, come mi gratta lei sotto la gola non lo fa nessuno. Bhe', bando alle malinconie, ora si parte. I rifiuti nel l’apposito cestino. Siamo una famiglia come si deve, noi. Tutti al mare… tutti al mare… La Piccola entra in auto per prima, perche' deve tenere il materassino sulle ginocchia. Ma', come sempre, prima di entrare ap profitta dello specchietto laterale per sistemarsi un po’. Pa' toglie il borsone da mare dal sedile posteriore e lo mette dietro, proprio li', nel mio

posto. Ehi Pa', non posso mica accuc ciarmi ai piedi del sedile; ricordi che abbiamo preso una bella multa pro prio per questo, e tu ti sei incavolato per tutto il giorno. Dai, apri il portel lone e facciamola finita. Su, che aspetti? Va a finire che facciamo tardi. E dai. Bhe'? Cosa mi rappresenta quel guinzaglio? Ma non tirare, dai. Quello e' l’albero della mia pipi', non ne ho voglia adesso. Ma che ti prende? Dai Piccola, diglielo tu che non e' il mo mento di scherzare. Piccola, ehi… Pic cola… perche' piangi? Cosa ti hanno fatto? Ma dove andate… Ehi, ma che gioco e' questo? Pa'! Ma'! Non e' di vertente per niente… mi state spa ventando. Ma perche' correte cosi'? Tornate indietro. Ho un po’ paura. Ma… aspetta… sta a vedere che… ma si', che scemo, come ho fatto a non capirlo subito. Nascondino, stanno giocando a nascondino… come facciamo sempre nel nostro giardino… la Piccola scappa a na scondersi con la sua automobilina e io conto fino a cento e poi corro a cer carla. Dai giochiamo, ci sto. Che sballo! Ok, chiudo gli occhi e conto: 1…2..3..4..5……..23.24.25……..70.71. 72.73………98.99..100…..153.154.155 ….221.222.223.224....445.446.447……..


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Perche’ solo una sedicenne puo’ davvero conoscere e descrivere i suoi simili…

a cura di Annalisa Serpe

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d eccomi di nuovo qui, pronta a narrarvi le avven ture dei miei coetanei. Questa volta ho scelto di descri vervi la “serata tipo” di un adole scente in discoteca, partendo dalla preparazione accuratissima prima di uscire... Ci troviamo a casa di una lei: “Stasera devo essere asso lutamente fichissima, percio', super ceretta e capelli super lisci piastrati (leccata di mucca). Mammina cara!? Dove le hai messe le mie scarpe preferite, quelle col tacco 12?” (per la storia dell'altezza meta' bellezza, credo...). Per tre ore la po vera madre dovra' diventare “an cella” della “figlia isterica”, poi l'incontro con le altre. La giovane miss procede, attenta agli sguardi di tutti, verso le sue amiche che, appena la notano in lontananza, sparlano del suo vestito, piuttosto che dei suoi capelli poco volumi nosi. Lei, timida improvvisamente,

giungera' a destinazione notando perfettamente ogni singolo “com mento velenoso”; questa terribile situazione o processo, creera' un senso di insicurezza nella giovane che portera' alla totale frustra zione!! La serata successiva pas sera' quattro ore in bagno piuttosto che tre e il povero nonno, incontinente, si fara' la pipi' nelle “braghe”... L’adolescente maschio, invece, impiega sola mente un'ora circa per prepararsi alla “seratona”. Lui solitamente e' meno attento all’aspetto estetico (pura pigrizia), ma presta maggiore attenzione all’atteggiamento e adotta frasi standard: “Oh scioner com’e', tutto apposto? Porco dao stasera ci sto dentro come i dra ghi!” oppure “quella tipa me la farei di brutto!”.Queste frasi danno sicurezza al giovane, lui ha evidenti problemi nel corteggia mento e considera unica speranza

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per “placare la fame” l'atteggiarsi da fiero dei pazzi! Davanti al locale i “buttafuori” scelgono minuziosa mente chi far entrare e chi no, ma se sei una ragazza minimamente carina entreresti anche con una pi stola in borsa (furbacchioni i but tafuori). Eccoci all’interno del locale. Al centro della pista si tro vano sempre le ragazzine ubriache (17 anni al massimo) alla ricerca del probabile con gli ormoni in tem pesta e le mani sudate. Ma l'intre pido “vile maschio” di turno avra' mai il coraggio di avvicinarsi a una ragazza senza terrore, mani sudate e tutto il resto? Ahime', la risposta e' negativa. Questi poveretti vanno nel panico di fronte ad una allet tante preda, cosi' tentano quello che io definisco “approccio pio vra”, ossia un avvicinamento del tutto fisico che attuano solo quando la preda balla e meno se lo aspetta (in realta' sappiamo che la ragazza li tiene bene d’occhio e non vede l’ora di essere attac cata...) Il giovane si avvicina furti vamente sino ad afferrarla per i fianchi con uno scatto felino, quindi inizia il suo movimento di bacino appiccicato a quello si nuoso della ragazza, la quale sente finalmente che le tre ore trascorse davanti a quello specchio male detto sono davvero servite... Tutto e' bene quel che finisce bene? Forse, ma solo finche' le luci resteranno spente, poi e' un fuggi fuggi generale.


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L' ERA DEL POETA WATER

Abbattiamo i pregiudizi che inquinano la poesia! di Gabriele Serpe

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crivo in versi. Ogni cosa che sento e vedo, altro non e' che pane per la mia fame di poesia. Tutto mi ispira, mi sento in stretti rapporti con ogni cosa che mi circonda e sogno ad occhi aperti. Un tempo personaggi come me erano chiamati “poeti”, uno dei so stantivi piu' innalzanti della lingua italiana. Oggi questa strana parola esiste ancora, ma d’innalzante ha ormai ben poco. Quell’antico lustro ha il solo ed unico compito di spa ventare, di allontanare. In questa co munita' della foga e della fretta, esiste un sostantivo qualificante e ri spettoso per chi ancora ode la voce delle muse? Perche' la parola “poeta” oggi spaventa tanto? Poeta uguale “vecchio”, soggetto fuori posto in un tempo che non gli ap partiene. Questo e' cio' che spesso si respira nelle aule universitarie, nelle piazze, negli uffici, dentro i bar e sugli autobus. Se proviamo a pro nunciare la parola “Petrarca” o “Montale”, automaticamente prende forma nella testa della gente la stessa stereotipata immagine im polverata, sofferente, superflua e su perata. Il progresso ed il correre del tempo non sono una scusa valida. Si curamente ai giorni nostri esistono espressioni artistiche, come il cinema o la musica, ben piu' dirette e di fa cile consumo, ma e' assurdo pensare che una forma d'arte possa elimi narne un'altra. Io credo piuttosto che la causa principale di questo ma lessere della poesia sia la scuola, i grandi poeti vengono spesso acco stati alla noiosa professoressa di ita liano o ad un brutto voto in pagella. Lo stesso vale per la metrica, consi derata quasi un ostacolo. In realta'

le sillabe, i versi e le rime sono l'equi valente del sistema tonale nella mu sica o delle tecniche di ripresa nel cinema. L'arte e' studio e applica zione prima di diventare espressione, e questo ovviamente vale anche per la poesia. Stasera, quando tornerete a casa, andate a recuperare i testi scolastici di letteratura italiana e sfo gliateli. Non ci sara' nessuna profes soressa e nessuno vi chiedera' di ripetere le poesie a memoria come pappagalli. Fatevi semplicemente rintontire dalla cadenza pulsante e dalla melodia profumata dei grandi classici, solo per il piacere di farlo, proprio come quando vi sdraiate sul letto e accendete lo stereo. “Sempre caro mi fu quest’ermo colle…” Quanti possono dire di aver letto con attenzione “L’infinito” di Leo pardi? Quanti considerano ancora quegli endecasillabi sciolti come un quadro di valore che completa l’ar redamento puntiglioso di un nobile salotto? Il poeta non e' piu' quello splendido fiore immerso nella ma gnificenza di una corte, siamo tutti

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d’accordo, ma la sua voce ha ancora lo stesso valore, lo stesso suono. Sa rebbe bello riuscire tutti ad eliminare quella patina di polvere che ricopre il verso poetico, restituendogli fiato. Immaginiamoci il poeta vate della nostra epoca come un soggetto bello, raggiante, stiloso ed interes sante. Niente piu' forfora, sfiga, oc chiali sporchi e schiena gobba, e' un modo come un altro per liberare la poesia da questa orribile prigione che le abbiamo costruito intorno. La poesia, piu' di tante altre forme d’arte, in quanto meno diretta ed esplicita, ha bisogno di grandi spazi all’interno della nostra societa', per diffondersi ed illuminare. La respon sabilita' di questa scarsa diffusione e di questa smilza considerazione e' anche nostra, giovani poeti, impau riti e poco convinti. La poesia e' prima di tutto atteggiamento, dob biamo essere coscienti della posi zione privilegiata che occupiamo in questo mondo, della grazia immensa che abbiamo ricevuto e ostentarla. Si, ostentarla.


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RECITO, MA NON FINGO

Recitare significa essere se stessi di Enrico Scaruffi

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el senso comune l'atto del recitare viene accostato alla bieca finzione. Si pensa all'attore come a colui che scim miotta gesti, pensieri e azioni del personaggio interpretato. Ebbene, ammetto che anche io avevo que sta idea, ma seguendo con pas sione ed umilta' un semplice e accrescitivo corso di recitazione, mi sono dovuto piacevolmente ri credere. Recitare signori e signore significa essere se stessi. Questo e' l'unico modo per riuscire a ren dere vero il soggetto teatrale, nes suna falsificazione del proprio io. Lo scopo e' quello di scavare den tro la nostra anima, fissare un se condo appuntamento con i nostri ricordi e cominciare a raccogliere frammento per frammento ogni

nostra emozione per trasfigurare quella parte di noi nel personaggio recitato. Per essere veramente se stessi, pero', bisogna prima impa rare a conoscersi ed e' qui che po trebbero cominciare a sorgere dei problemi. Partendo dal presuppo sto che l'esperienza di vita perso nale aiuta sempre e comunque nella recitazione, bisogna doman darsi come reagiremmo se ci tro vassimo di fronte ad un evento inaspettato, di qualunque tipo. Eb bene il teatro sicuramente ci puo' aiutare a comprendere chi siamo realmente sottoponendoci ad una personale autoanalisi, ci insegna ad abbattere i freni inibitori e a la sciarci andare completamente senza nasconderci. Recitare puo' aiutare ad eliminare ogni forma di timidezza o paura verso gli altri (e verso noi stessi), puo' trasmettere fiducia e aiutare ad accettarci, sorri dendo su qualche nostra fragilita', addirittura ap prezzandola. Non per forza si deve salire su un palco con lo scopo di diventare il nuovo Eduardo De Filippo, o un futuro attore di ci nema rinomato e amato dalla massa, anche perche' in questi casi si deve posse dere almeno un minimo di vocazione da abbinare alla tecnica. A volte lo scopo e' quello di trovare una foce su cui riversare alcune no stre frustazioni, un posto dove si ha il diritto di poter mettere in scena un pro

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blema che puo' essere personale nella vita quotidiana aiutando a trovare delle risposte. Lo sapevate che recitare in inglese si pronuncia to play, mentre in francese la dolce voce del verbo e' jouer?! Che ba nalita' che scrivo eh?! Bene allora ne scrivero' una seconda, ricor dandovi che to play e jouer nella nostra lingua significano giocare! Ve lo ricordate signori adulti il senso di questa atavica parola? Ecco, questo e' quello che si fa quando si recita, si ritorna puri e limpidi come bambini, ci si ciba di fantasia, si gioca. Per darvi un pic colo esempio pratico, pensate che un giorno sono stato dieci minuti a parlare con il mio vecchio amico Marco, l'indimenticabile amico im maginario che ci tiene compagnia nei nostri primi anni di vita. Io se duto su una sedia e lui accanto a me, giuro che in quel momento ero di nuovo con un pannolone puzzolente in dosso e un bavaglino sporco di minestra al collo! Gli ho chiesto se gentilmente poteva dire a mia mamma che quella volta fu lui ad allagare il bagno tenendo aperti i rubinetti del bidet tappato e non io... ma non c'e' stato verso, e' furbo lui. Da quanto e' che non gli parlate voi? Probabilmente da molto tempo perche' e' difficile ri stabilirci un contatto dal momento in cui la vita castra la nostra fanta sia. Oggi se provate solo che a sus surrargli qualcosa venite rinchiusi in neurologia, ma a teatro no, sul palco la regola numero uno e' sen tirsi liberi. Coraggio ragazzi, nulla e' perduto!


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GIL DAVID, LA PITTRICE DELL'EROS

di Filippo Boriani

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il David, un'artista polie drica: pittrice di tele e di corpi, poetessa, narratrice di racconti erotici, organizzatrice di eventi, "opinion maker" in televi sione. Tutte attivita' intrecciate da un unico denominatore: esprimere la poetica del corpo, dipingere la seduzione come qualita' suprema della relazione uomo donna, par lare di eros come la piu' naturale delle attivita' umane e tradurre tutto questo nell'arte. Gil nasce a Bologna, dove frequenta liceo ar tistico e Accademia, ma successi vamente si trasferisce a Parigi, per frequentare l' Ecole des Beaux Arts, fucina di grandi talenti. L' esperienza parigina le infonde ini zialmente un approccio all'eros iro nico e velato, ma la sua natura e la sua ricerca la portano ben presto ad esprimerlo in modo sempre piu' diretto e carnale, trasgressivo ma mai volgare o pornografico. Da al lora Gil David, pioniera nel l'espressione poliedrica del pianeta sesso e tuttora artista sempreverde, non si e' piu' fermata. Ha organiz zato mostre delle sue opere fra Pa rigi, Praga e Bologna e ha pubblicato vari libri di racconti erotici ("Raso nero e desiderio", "Erostorie a Bologna" e "Rosso pra ghese" sono i principali...) Per la sua verve e il suo stile non con venzionale ha attirato l'attenzione della tv, riuscendo a sedurre anche il pubblico dell'etere con il suo in trigante candore e con la sua "sen sualita' spirituale" che le ha fatto acquisire il titolo di "sacerdotessa dell'eros". Se il mondo culturale le

ha spocchiosamente voltato le spalle in varie circostanze e le isti tuzioni, dopo averla corteggiata, l' hanno poi guardata con fastidio ed imbarazzo, Gil David resta un'arti sta capace di rappresentare l'eros in maniera sempre creativa ed ac cattivante, fondendo armoniosa mente, nell'intreccio dei corpi, il rosso della passione e il nero delle tenebre... D: Gil, cosa resta oggi della tua opera? Il tema dell'eros motore della vita e' rimasto come pulsione, ma l'ar tista segue un sogno: nell'abbrac cio, nell'amore, carnale e spirituale, c'e' sempre la realizzazione dell'Io profondo. Forse ora, con il passare

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degli anni, sono diventata l'icona di me stessa, della mia parte irrazio nale di magia, pulsione erotica, tra sporto. Ora posso viverla solo attraverso l'energia del mio vis suto: il ricordo ha un potere infi nito che non si perde mai. Bisogna vivere le esperienze in maniera sempre diversa, la passione si esprime diversamente a seconda dell'eta' e deve rappresentare un appagamento dei sensi e dello spi rito. Il coinvolgimento erotico ti porta all'estasi, ma non per tutti e' la stessa cosa: molti intendono l'eros solo come sessualita', per me e' anche poesia. D: Quale e' per te il rapporto fra erotismo e pornografia?


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L'erotismo e' il viaggio di due per sone attraverso le emozioni del corpo, un viaggio che puo' anche essere senza ritorno, con abban dono totale... La pornografia e' parlare solo di sesso: il sesso a se' stante e' la morte dell'erotismo. Sono difficili da trovare le parole giuste per esprimere un vero tra sporto erotico ed una relazione au tentica, ma bisogna sempre provarci... D: Come pensi che i giovani oggi vivano il rapporto con il sesso? Molte volte oggi il sesso diventa un linguaggio obbligato, compulsivo e si e' spesso "costretti" a consu

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marlo. L'erotismo e' il linguaggio che permette piu' di ogni altro di entrare in comunicazione con l' Io profondo e di conseguenza con l'amore e l'attrazione. Anche i novantenni lo comprendono... D: Nella tua Bologna, ma soprat tutto nell'Italia del 2008, quali sono i punti di rifermento di Gil David? La Bologna e l'Italia politica degli anni 80 gia' cominciavano a diffi dare delle mie opere, per man canza di coraggio e di apertura culturale. Tuttavia credo che qual cosa sia rimasto e forse c'e' chi potra' raccogliere questo patrimo nio. Oggi, nel mio lavoro, i punti

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di riferimento sono pochi eletti. Penso che la vera natura dell'uomo quasi mai corrisponda al politico o all'uomo di potere, perche' questi "maschi" non usano l'energia vitale e creativa che costituisce l'eroti smo. Il sesso vissuto con gioia e con pienezza e' un formidabile an tidoto alla stupidita', al fondamen talismo clericale e alla violenza. Per dirla con le parole di Georges Ba taille, "nell'erotismo, l'essere aperto alla morte, al tormento, alla gioia, l'essere morbido e dolorante, si profila nella sua luce crepuscolare. Il grido che emette a labbra con tratte e' un immenso alleluja che affonda nel silenzio sconfinato..."


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Per scrivere sulla bacheca di “Era Superba” invia i tuoi scritti a bacheca@erasuperba.com

DAL LONTANO PAESE ARMONIOSO

L’ETERNO Creature della terra e opere umane, ubriaco di simboli e di vane rivelazioni, io invoco l'eterno.

Giace ora immobile, respiro affannoso, bocca seccata da un vento malinconico proveniente dal lontano paese armonioso dove il cuor trovo’ capanna e fuoco e la testa derise ogni combinazione, come fosse un gioco. Osserva danzante le nuvole innocenti, esse si sfaldano e si sintetizzano come umani sentimenti. Li nel cielo ricerca il ritratto delle anime, di quelle rimpiante e ormai assenti.

Lasciamo che il pugno rilassi e molliamo la presa, come una densa boccata di fumo, in gola mille scivoli e senti mordere i polmoni, ancor chiamo l'eterno... Spalancatevi antichi massi, erbacea vita offesa e indifferente datemi ascolto, fate ch'io possa ammirarne i colori, scoprite le vostre profonde crepe e mostratemi il volto dei piu’ semplici ardori, scolpite in me l'eterno...

Enrico Scaruffi

Che’ e’ una rupe senza fine il tutto.

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Gabriele Serpe


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Profumo di mare e bellezza innocente fra i mattoni dei muri. Fammi sentire il tuo respiro sublime e riempi i miei occhi di seducenti molecole acquatiche. Sono solo emozioni cadute nel mio cuore acquario, "PLOFF" e sono andata. Lui è il filo di sole dalla tapparella al mio letto.

Noia, ricorda... piccole carezze di un attimo lascivo, è datato, consumato, finito! Nell'immaginario... Ora è solo noia, ora è solo mia.

Cherry

ULTIMO Sono l’ultimo a entrare in bagno. Sono l’ultimo a uscire di casa. Sono l’ultimo a far colazione. Sono l’ultimo a prendere l’autobus. Sono l’ultimo ad andare al lavoro. Sono l’ultimo a comperare il latte. Sono l’ultimo a vedere il secondo Sole. Sono l’ultimo a vedere. Sono l’Ultimo.

Sir Biss

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Marco Mosca


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AGENDA

MUSICA E DINTORNI

Sabato 15 novembre SUBSONICA Mep Club Sestri Levante Ingresso 20 euro MR.T BONE&YOUNG LIONS+THE MARCIELLOS+DANDYMITE HI FI Csoa Pinelli h 22 PIZZICA+LA SANTA CAOS+APARECIDOS Buridda, dalle h 2130 Lunedi’ 17 novembre MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI (M.E.I.) Fnac, via XX settembre H 18 Fnac presenta la dodicesima edi zione del M.E.I (Faenza 28 29 30 nov). Live di Bobby Soul e Les Gasto nes. Martedi’ 25 novembre BUGO+ IL GENIO Mep Club Sestri Levante h 21, Ingresso 12 euro Martedi’ 2 dicembre MANGO presenta il suo nuovo album Fnac, via XX settembre h 18 Incontro con il cantante che nel suo nuovo album Acchiappanu vole interpreta alcune delle piu’ belle canzoni di sempre sia ita liane che straniere. Mercoledi’’ 3 dicembre NEGRAMARO La Finestra Tour Vaillant Palace, h 21 ingresso 34,50E www.vaillantpalace.it

INCONTRI E MOSTRE

Per tutto il mese LUCIO FONTANA: LUCE E COLORE Palazzo Ducale, dalle h 9 alle 19.30 Un`importante retrospettiva dell`attivita’ artistica di Lucio Fontana, incentrata sul tema del colore e della luce, strumenti con cui lartista ha da sempre espresso la propria poetica spaziale. METAMORFOSI MONUMEN TALE Palazzo Ducale Martedi’ giovedi’ 9.00/12.30 e 14.00/17.00, venerdi’ 9.00/12.30, sabato, domenica e lu nedi’ chiuso. Ingresso gratuito. Un percorso tra memoria e tra sformazione urbana a Genova tra Otto e Novecento Presso Palazzo Ducale Archivio Storico del Comune di Genova. ADAGIO E CURIOSO. VIAG GIO LENTO INTORNO AL MONDO DEL LIBRO, DELLA CARTA, DI GUTENBERG. Biblioteca Berio lunedi e venerdi 9.00 18.00, martedi e giovedi 9.00 13.00, mercoledi 9.00 18.00. In gresso gratuito Dalla pietra al papiro, dalla perga mena alla carta, dal rotolo al co dice, dai formati microscopici a quelli atlantici, tanti esempi di ‘libri’ per vedere e toccare con mano modi diversi, anche incon sueti e strani, di comunicare la forma scritta. Fino a martedi’ 9 dicembre MOSTRA FOTOGRAFICA “Gli eventi e la vita quotidiana: 120

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anni del Galliera in 120 immagini” Ospedale Galliera. Orari: feriali 12:45 14:15/18:00 19:00; festivi 11:00 16:00/18:00 19:00 Sabato 15/domenica 16 novem bre CRITICAL WINE Buridda, sabato dalle h 14, dome nica dalle h 1030 Critical Wine e’ una manifesta zione itinerante nata per far co noscere ai cittadini e quindi ai consumatori piccole produzioni vinicole rispettose del lavoro con tadino e della terra. Martedi’ 18 novembre BERIOCAFE’ SPEAKS ENGLISH Biblioteca Berio, h 17 Quarto incontro di EnterTrai ning:una occasione per parlare in inglese con insegnanti madrilingua dello Shenker di Genova. L’argo mento di questo incontro sar : The Beatles. Partecipazione, gra tuita, per prenotare 010 5705416 o 010 543457 PRECARIARTE:MUSICISTI E DISCOGRAFICI A CON FRONTO Fnac, via XX Settembre h 18 Il dietro le quinte della vita dei musicisti rock & pop e il loro rap porto con il mondo del lavoro: discografici, produttori, manager. Partecipano Partecipano Roberto Freak Antoni (Skiantos), Andrea Bruschi (Marti), Stefano Senardi (Presidente MEI/Audiocoop), Monica Melissano (Suiteside re cords), Roberto Giannini (Asso ciazione Metrodora). Modera Stefano Bruzzone.


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Mercoledi’ 19 / mercoledi’ 26 novembre INCONTRI CON L’ARTE CONTEMPORANEA Palazzo Ducale, dalle ore 1745 Lezionea cura di Francesco Poli per comprendere l`arte del XX secolo, dalle prime esperienze delle Avanguardie fino alle speri mentazioni degli anni Settanta Giovedi’ 20 novembre DEDICATO AD EDGAR ALLAN POE Fnac, via XX settembre, h 18 Un’indagine sulla vita del genio e sregolatezza Poe. Di Andrea Balossino. Venerdi’ 21 novembre E’ LA LIGURIA CHE CONO SCI? Biblioteca Berio, dalle h 20 Viaggio alla scoperta di tradizioni, cultura e sapori della Liguria. La manifestazione proseguira’ con cena con menu’ tipico ligure presso il BerioCafe’. La partecipa zione alla cena e’ solo su prenota zione telefonando allo 010 5705416.

SPETTACOLI Martedi’ 18 novembre SABINA GUZZANTI VILIPEN DIO TOUR 2008 Vaillant Palace, h 21 info Mercoledi’ 19 novembre / Mer coledi’ 3 dicembre SGUARDI LATINOAMERI CANI

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Castello D’Albertis, dalle h 10 www.castellodalbertisgenova.it Domenica 23 novembre UNA CITTA’ PER STARE BENE (GENOVA E I DIRITTI DEI BAMBINI) Galleria Mazzini, dalle 15 alle 1830 L’Assessorato alle Politiche For mative e Servizi Educativi del Co mune di Genova, per celebrare il 19° anniversario della Conven zione ONU sui Diritti dell’Infan zia, offre un pomeriggio di animazioni in Galleria Mazzini con giochi e laboratori sul tema dei Diritti. Per info Settore Politi che Educative: tel. 010 5577260 politicheinfanzia@comune.ge nova.it , Arciragazzi Liguria: tel 0104209580 3209254807; liguria@arciragazzi.it dirittideibambinigenova@gmail.co m WORK IN PROGRESS: ASPET TANDO IL CENTENARIO DEL FUTURISMO Galleria d’arte moderna. Poesia e musica a tavola con Fi lippo Tommaso Marinetti per la rassegna Arte in Dialogo. www.gamgenova.it

SAGRE Sabato 15/Domenica 16 novem bre DALLA A..ALLA ZUCCA Murta , intera giornata. Domenica 16 novembre 5° AGRICASTA

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Borzonasca , dalle 10 alle 19 SAGRA DELLA POLENTA Arenzano, intera giornata. Prenotazioni al n. 333 2790220 Venerdi’ 14,sabato 15,domenica 16 novembre BUONI WEEKEND: IL VINO Sestri Levante/ Lavagna/Moneglia Venerdi’ 21, sabato 22, dome nica 23 novembre BUONI WEEKEND: IL PANE Sestri Levante/Lavagna/Mone glia/Ne Venerdi’ 28, sabato 29, dome nica 30 novembre BUONI WEEKEND: L’OLIO Sestri Levante/Lavagna/Mone glia/Ne Sabato 29/domenica 30 FESTA CONTADINA A FON TANIGORDA Sabato 29 alle ore 20.

DA NON PERDERE… VAN GOGH A BRESCIA Per la prima volta in Italia, l’occa sione di vedere l’opera di Van Gogh nella piu’ stretta relazione con le sue opere pittoriche. Al Museo di Santa Giulia, dal 18 ot tobre 2008 e fino al 25 gennaio 2009, sara’ possibile ammirare 100 opere di Van Gogh, 85 disegni e 15 quadri. Oltre ai disegni , anche quindici importanti dipinti del grande pittore olandese. Per info www.bresciamusei.com


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Questo blog e' stato creato con l’intenzione di diventare il “blog dei geno vesi”, quindi se avete delle dediche da fare, un aneddoto da raccontare, una domanda da rivolgere, una foto da mostrare o piu' semplicemente qualcosa da dire, queste due pagine sono a vostra completa disposizione e tutti po tranno leggervi e rispondervi!! Scrivetemi a ilblog@erasuperba.com Il Tama e' qui per voi!!!

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www.erasuperba.com

rovo sia sempre bellissimo incontrare una coppia innamorata. Quando, pero', i protagonisti hanno rughe a non finire, capelli non piu' moltissimi e qualche difficolta' a reggersi in piedi, magari aiutan dosi l’un l’altro…tutto questo assume un valore piu' profondo. Vedere due anziani amarsi come e piu' di due ragazzini suscita in me grandi emozioni. Solitamente mi commuovo nel vederli mano nella mano e un sorrisone formato famiglia compare sul mio volto. Mi fermo ad osservarli, mi piace parecchio vederli al lontanarsi cosi', a fatica, ma felici… ed io sempre li', sin quando non spariscono. Chissa' perche' poi, proba bilmente per cercare di carpire alcuni dei loro segreti, il loro elisir di lungo amore… e lunga vita. Non posso che provare invidia, io giovane rampollo del nuovo millennio, “abitue'” del lamento e di una generale in soddisfazione, non posso che provare invidia e rispetto. E non posso che augurarmi di incrociarli ancora e spe rare di avere la loro forza. Vogliamo parlare poi degli uomini, ormai pensionati in carriera che, fermi alle transenne, osservano il lavoro degli operai? E’ un lavoro che va preso con serieta', non tutti lo possono fare… e' bellissimo passare in mezzo a dozzine di “consulenti di cantiere” con il naso all’insu' ed essere sommersi da un’ondata di parole, tutte rivolte agli operai intenti a svolgere il loro lavoro, mettere delle impalcature. Devo ammettere di essere sempre stato tentato a mettermi gomito a gomito con loro e commentare il lavoro degli altri. E’ per questo che sogno di fare il dirigente di azienda!! E non dimentichiamoci le donne…quando sono in gruppo sono sempre formidabili, va bene, forse non tutte, ma ultimamente sono stato testimone di una scena davvero divertente, non posso che raccontarvela. In giro con il mio bestione di 37 Kg e piu', un Labrador di 3 anni, passeggiavo nella villa che si trova vicino a casa mia, li' capita spesso di imbattersi in gruppi di donne o uomini attempati. Un giorno presi di mira un gruppetto di dieci Signore che chiacchieravano animatamente e, nell’ascoltare i loro discorsi (si lo so, non si dovrebbe fare, ma e' piu' forte Che belle le donne, vero?? Figure angeliche, muse ispiratrici per di me), sono rimasto a bocca aperta. Le ogni essere umano di sesso maschile (e non solo di questi tempi!!)… protagoniste indiscusse nei nostri cuori. Bello vederle allo specchio Signore, tutte oltre i settanta, parlavano quando si prendono cura di loro stesse, e dicono di farlo per noi. I di uomini come delle ragazzine “io ho capelli sono ricci e loro li fanno lisci, la pelle e' chiara e magica un amico che potrei presentarvi, ma poi mente risulta abbronzata, e gli occhi?? Com’e' che ora sembra non ne voglio sapere nulla”... “e per un’orientale??Mi sorge una sola domanda, ma perche'?? Voglio che' non l’hai ancora portato?? Ma dire… quando lo fanno gli aborigeni “ah, trogloditi!”, lo fanno le com’e'?? Spiegaci su su!!”... ”Per te va madri dei nostri figli “ah, come sei bella!”. Ma perche'?? proprio bene, perche' e' piccoletto, un Proviamo ad analizzare la cosa con minimo di distacco, senza farci bel Signore, ma come ho gia' detto a traviare dalla nostra cultura. E’ una roba assurda il trucco! Se riesci lui, poi ve la arrangiate tra di voi, io non a vederlo sotto il giusto punto di vista, non puo' che scapparti da ri ne voglio sapere nulla, eh?!?”. La cosa dere. E’ ridicola, ce ne rendiamo conto, vero?? Quando invece il Tama va dalla fidanzata e dice “mi metti un po’ di rimmel”… la ri che piu' mi ha colpito di tutta la scena, sposta e' “tu non sei normale!” Ma perche'?? La donna si puo' truc era l’entusiasmo e la semplicita' con cui care, puo' mascherarsi ogni giorno e noi maschietti no! Per chi non ne parlavano, erano bellissime… gio lo avesse capito: ma perche'?? Avete presente la pubblicita' “il neo vani ragazze rinchiuse in un corpo con che ti piaceva tanto...”? Ecco, scene del genere dovrebbero vedersi parecchie primavere sulle spalle. Non tutti i giorni… peccato che noi al posto del tizio che si leva la par potevo non ascoltare, non potevo dav rucca non avremmo nulla da dire se non “ma almeno il nome e' vero….altrimenti che vi raccontavo quello??” questo mese?? Un saluto a tutti!!

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Un uomo mise un annuncio su un gior nale: 'Cerco moglie'. Il giorno seguente ri cevette un centinaio di lettere. Tutte dicevano la stessa cosa: 'Ti cedo la mia.' Primo uomo (orgogliosamente): 'Mia mo glie e' un angelo!' Secondo uomo: 'Sei fortunato, la mia e' ancora viva.'

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Se un altro uomo ti ruba la moglie non c'e' miglior vendetta che lasciargliela. Sacha Guitry Due segreti per mantenere vivo il matri monio: 1. Quando hai torto, ammettilo 2. Quando hai ragione, taci. Nash

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a TV, fedelissima compagna di tutte le fami glie italiane, si e' adeguata al nostro tempo… cosa intendo?? Siamo o non siamo nell’era dell’apparire?? Ormai ne fanno migliaia e migliaia di modelli, tutti bellissimi, super fighe, super piatte, super, insomma… ma in quanto a contenuti?? Si e', appunto, adeguata al nostro tempo… si e' adeguata a noi. Le uniche cose che riesco a guardare devono avere almeno quei 10 anni di vita! Tra reality propi nati in ogni forma, processi di ogni genere (eh si, non c’e' piu' solo Forum) e telenovele trite e ritrite con il

solito meccanismo del cattivo e del tradimento… non ci rimane che piangere o spegnere la nostra amica TV. Il Sabato pomeriggio piove e ci si lascia andare al tanto meritato relax, si diventa un tutt’uno con il di vano di casa... Con il telecomando in mano si pro nunciano le fantomatiche parole “vediamo che c’e' alla Tv!”, ma non si puo' che fare zapping da un canale all’altro e…il nulla. No!! Alt!!Qualcosa c’e'… finalmente!! Finalmente qualcosa di divertente… La pubblicita'!!!!

by LISA FASCE

la foto del mese

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A SCUOLA DI CUCINA LA BACIOCCA La Baciocca e’ una torta salata a base di patate, originaria dell’entroterra ligure di levante. Ne esistono nu merose varianti, con la pancetta, il lardo, le bietole, la ricotta, la panna, la zucca, la maggiorana, il prezzemolo, l'aglio, il pesto. In ogni caso e’ preferibile usare la patate quarantine, originarie delle montagne liguri, che hanno un gusto delicato e non farinoso. La tecnica di cottura tradizionale di questa torta prevedeva l’utilizzo di una campana di ghisa o terracotta. Ingredienti Per l’impasto: 1 kg di Patate 3 uova 100gr di lardo tagliato a fettine sottili Formaggio parmigiano 2 cipolle Olio e pepe qb Per la sfoglia: 500gr di farina Olio acqua Pelate le patate, tagliatele a fettine sottili,salatele e ponetele in uno scolapasta per circa mezz’ora in modo tale che perdano tutta l’acqua. Affettate sottilmente le cipolle e fatele rosolare in un po’ di olio e un po’ di sale. Mescolate in una ciotola le cipolle, le patate, le fettine di lardo, tagliate a pezzi, e le uova e insaporite con il parmigiano grattugiato. A questo punto potete decidere se fare la vostra torta con la pasta sfoglia o senza.

CON LA PASTA SFOGLIA: Impastate i 500 g. di farina con 2 o più cucchiai di olio, un cucchiaino di sale e abbastanza acqua tiepida per ottenere una pasta consistente, ma facile da stendere. Stendete la pasta fino ad ottenere una sfoglia e usatela per ricoprire il fondo di una teglia leggermente unta d’olio. Distribuite l’impa sto di patate lardo cipolle sulla sfoglia, coprite con le parti debordanti, e ponete a cuocere in forno a 180 gradi per circa 45 minuti. SANZA LA PASTA SFOGLIA: Ungete d’olio e spolverate con il pangrattato una teglia e stendetevi l’im pasto di patate; spolverate con il pangrattato e mettete a cuocere in forno a 180 gradi, per circa 30/40 minuti.

BUON APPETITO!

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A SCUOLA DI ZENEIZE IL GENERE DEL NOME O GENERE DO NOMME Nel genovese esistono due generi di nomi: maschili e femminili. -Le parole di genere maschile possono terminare in : o : feugo (fuoco), cädo (caldo), antigo (antico) êu: figgêu (bambino), chêu (cuore), an, en : pan (pane), doman (domani), ben (bene), ou : sposòu (sposato), portòu (portato), cöu (cavolo) ei : avei(avere, savei (sapere) in : ballerin (ballerino), cuxin (cugino) â : bancâ (falegname)

-Le parole di genere femminile terminano con: a: scainâ (scalinata), ciassa (piazza) - æ : libertæ (liberta’) , çittæ (citta’) Per quanto riguarda la formazione del femminile: -Le parole maschili che terminano in o fanno il femminile con la a : amigo amiga - meistro meistra -quelle che terminano in a fanno il femminile con la desinenza essa: poeta poetessa - dûcca dûcchessa -quelle che terminano in â fanno il femminile in æa: leitâ leitæa -quelle che terminano in ê fanno il femminile in ëa: portê portëa -quelle che terminano in êu fanno il femmminile in êua: figgêu figgêua -quelle che terminano in ô fanno il femminile in öa professô professöa -quelle che terminano in ou fanno il femminile in â cûgnou cûgnâ -quelle che terminano in n fanno il femminile in nn-a ballerin ballerinn-a

DIZIONARIO DIZIONAIO

Abito→Vestî Armadio→Armaio Biancheria→Giancàia Bottone→Pomello Braccialetto→Brassalletto Calzoni→Braghe Calza→Cäsetta Calzatura→Calsâtua Camicia→Camixa Cappuccio→Cappusso Ciabatta→Sciarbella Cintura→çenta Collana→Collann-a Colletto→Solin Cotona→Coton Cravatta→Crovata Eleganza→Elegansa Giacca→Giacchê Gonna→Fäda Felpa→Ferpa Lana→Lann-a Lino→Lin Maglietta→Maggetta Manica→Mànega Moda→Modda Mutande→Miande/Braghette Nudo→Nûo Occhiali→Speggetti Orecchino→Pendin Orologio→Releuio Paio→Cobbia Vestire→Vestî


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Inviate il titolo della canzone di De Andre’ ottenuta dal CRUCI VERBA e il nome dello scrittore italiano derivato dal gioco CHI LA CANTA? a asspirri@yahoo.it Il piu’ veloce vincera’ un buono per due consumazioni al prezzo di una al Bar Boomerang (Via di Porta Soprana 41 43 R)

giochi il cruciverba 1

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Le caselle gialle, in ordine, formeranno il nome di una famosa canzone di Fabrizio De Andre’

chi la canta?

Scrivete accanto al titolo delle canzoni i rispettivi autori (co gnome). Le iniziali dei personaggi, cosi’ ordinate, formeranno il nome di un famoso scrittore italiano del 1900. Pensiero stupendo................... Fear of the dark...................... Karma Police........................... Crazy........................................ Don’t speak............................. Bocca di rosa........................... Sweet dreams.......................... Certe notti............................... Regina di cuori........................ Wonderwall.............................

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ORIZZONTALI

VERTICALI

1 Il tacco dell’Italia 6 Capoluogo pugliese 9 Agenzia di spionaggio USA 10 Un aperitivo alcolico 13 Lo coltiva il contadino 14 La organizza la polizia 15 Il segno che moltiplica 16 Un’auto della Toyota 17 Como 18 La si paga sul valore aggiun to 20 Non ancora maturo 23 La dea greca della guerra 25 Caverne buie 26 Scimmia in inglese 28 Movimento indipendentista basco 30 Iniziali di Battiato 31 Gli inglesi lo devono alle 17 32 Lo si fa quando si è raffred dati 34 Il nome della Berti 38 Il nome di Capone 39 Sigla formata da iniziali di più parole 42 Valli paludose sul mar Adriatico 45 Il bag della macchina 46 Compìto 48 Lo dice il contrariato 49 Lo era Luigi XIV 50 Si dice di aria pesante

1 Si usa per pulire 2 L’aria in poesia 3 Il verso del cane 4 Il peso delle confezioni 5 Può essere teatrale o lirica 6 Titoli quotati 7 Serve per volare 8 Fiume asiatico 11 Filosofia morale 12 Quasi attaccato al muro 16 Così sono chiamati gli ame ricani 17 L’interrotto tra i metodi contraccettivi 19 Aerare 21 Le vocali in retta 22 Provincia lombarda 23 Combinazione di 2 numeri 24 Le vocali in banane 27 Grossa imbarcazione 29 Le sue foglie si usano per le corone 33 Una cosa non comune 35 Metallo rossiccio 36 Specialità messicana 37 Iniziali della Consoli 40 Un pareggio 41 Grande cantante italiana 43 Lo sono alcune foto 44 In mezzo al bacino 47 L’extraterrestre di Spielberg


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“L’asfalto mentre corri sembra un fiume verso il mare il panorama se ti volti e' spazio e tu sei l’astronave. Perderti nei vicoli, domani non svegliateci c’e' la luna da esplorare, la stella polare dov’e'? Poi sentirsi liberi, prigionieri e simili. Torneremo liberi! Ma liberi da che?”

ARIETE Se solo avessi mille lire al mese… Grande periodo per le entrate e i guadagni! Sfruttate la prima settimana per dar fuoco alla miccia dell’amore! TORO La fortuna vi sorride e questo e' il momento giusto per chiudere contratti, storie malate o controversie. Per un aiuto morale, il Vero amico e' li' accanto... GEMELLI Velleita' e' la parola d’ordine per questo mese… Amici gemellini, non prendetevi incarichi che sapete benissimo di non riuscire a sostenere! CANCRO Attenzione a non cadere nella trappola di persone che si mostrano cor diali ma che non si riveleranno altro che serpi. Fidarsi e' bene, non fidarsi e' meglio. LEONE Sovrani della foresta… guardatevi bene intorno: le attenzioni che un amico vi riserva potrebbero esser sintomo di qualcosa che va oltre il semplice affetto… VERGINE – Mese non proprio propizio per voi... siete presi dalla malinconia e dallo sconforto. Ma come dice Neruda “lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno...” BILANCIA Macchine da guerra siete bilancini! Nessuno vi ferma, in amore e nel lavoro! Energia da sfruttare al meglio, soprattutto negli ultimi dieci giorni del mese... SCORPIONE Per essere felici ci vuole coraggio… Non fermarti al primo ostacolo, la meta' e' lontana, ma una volta raggiunta, sara' l’esplosione del cuore! SAGITTARIO Attenzione a non ricadere in una realta' che ormai non esiste piu', guardate avanti e lasciatevi trasportare dai sorrisi della gente che vi circonda… CAPRICORNO “Che cosa non darei per stare su una nuvola...” recitava il buon Vasco; diciamo che per voi, forse, e' arrivata l’ora di scendere!! ACQUARIO Alzando gli occhi al cielo, il vostro oracolo ha notato una leggera de viazione: stanchezza e stress lavorativo; consigliate passeggiate e sguardi al tramonto. PESCI Con il transito di Venere in sagittario l’eros diventa all’ordine del giorno. Dolce follia per chi e' stabile in coppia, avventure per i single.

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DA LEGGERE… “The Marriage of Heaven and Hell” di William Blake Anno, 1970 “Libro de poemas” di Federico Garcia Lorca Anno, 1920

DA VEDERE… “Il grande Lebowski” di Joel Coen Anno 1997

DA ASCOLTARE… “Death and All His Friends” Coldplay da “Viva la Vida or death and all his friends” Anno 2008 “You Don’t Love Me (No, No, No)” Dawn Penn da “Old school of reggae” Anno 1967 “Pensiero stupendo” La Crus feat. Patty Pravo & Manuel Agnelli da “Crocevia” Anno 2001


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