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L’editoriale
OGNI ATTIMO E' GIA' QUELLO DOPO
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avare i piatti e' un atto che nessun uomo al mondo potrebbe mai considerare divertente, e come tale lo si effet
tua pensando ad altro. I pensieri si inarcano prima di disincastrarsi, per poi accodarsi e talvolta so
vrapporsi... Oggi non e' accaduto niente. Ho fatto il mio dovere e credo di essere in pace con la mia coscienza, credo... perche' cio' no
nostante sono infastidito. Prima di tutto, io non so quale sia il mio do
vere. O meglio, credo che potrei averne migliaia di doveri, ignoran
done l'esistenza da anni. Mi rende nervoso notare di non aver avuto una buona idea in tutta la giornata, di non essere uscito di casa se non per svolgere il compito che il giorno prima gia' sapevo avrei svolto, senza un imprevisto, un in
contro, un sorriso. Puntuale, come
ogni giorno, ho sentito l'ansia, ve
lata sfiorarmi, ma non c'e' stato verso, non e' accaduto niente. In fondo sono passate solo poche ore da questa mattina, eppure gia' la mia mente ha rimosso buona parte delle immagini, e' incredibile se ci pensi. Forse perche' ho la cattiva abitudine di cammiare a testa bassa per la strada e i marciapiedi sono tutti molto simili fra loro, in effetti non vale la pena ricordarseli tutti. Adesso basta, chiudo il rubinetto, i piatti si asciugheranno da soli nella notte, non ne ho voglia. Mi vesto delle prime cose che capitano, esco, e' quasi primavera e la sera non fa piu' cosi' freddo. Non era in programma, camminare da solo nella mia citta' mi crea uno stupido stato d'eccitazione. La mia mente aveva gia' elaborato le immagini di me sul divano, con il telecomando
A piece of time, fonte www.deviantart.com
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in mano, poi seduto al pc, persino il momento in cui avrei spento la luce sul comodino era gia' stato re
gistrato. Furba lei. E invece no, sono per strada a testa alta e mi guardo intorno... Ora la mente deve finalmente sudare per proiet
tarmi immagini di me, in mezzo alla gente, non se l'aspettava. Cam
mino, ora presente, ora assorto... penso a quanti volti umani diversi fra loro, a quanti tratti comuni, se li osservi. Il tempo non ha unita' di misura, un minuto che sfugge e' tutt'altro tempo rispetto ad un mi
nuto scandito secondo per se
condo. Ora dimmi, quanto dura un istante? Ogni attimo e' gia' quello dopo. Con affetto, Gabriele Serpe
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n questi ultimi tempi non facciamo altro che sentir parlare di crisi, recessione, poverta' e chi piu' ne ha piu' ne metta. Per fortuna esistono ancora degli ottimisti che si preoccupano di cercare soluzioni che possano migliorare la qualita' della no
stra vita e permetterci di uscire da questo brutto pe
riodo. Fra questi un certo Barack Obama, un nome a caso, ha iniziato a parlare di green economy. Che cos’e' questa economia verde? In pratica e' l’oppor
tunita' di rilancio dell’occupazione e degli investimenti grazie all’utilizzo dell’energia pulita, al risparmio e al
l’efficienza energetica. Ricchezza grazie al sole, al vento, al legno (le biomasse), ai corsi d’acqua e persino ai vapori sotterranei (la geotermia). Il cresciuto inte
resse nei confronti dello sfruttamento delle energie rin
novabili fa ben sperare non solo per il nostro ambiente, di Debora Baldisser ma anche per l’economia, visto che a sostenere que
ste nuove opportunita' di investimento c’e' un’industria reale: grandi, medie e piccole imprese dell’energia. Naturalmente, per fare si' che l’utilizzo dell’energia rinnovabile possa prendere piede, e' necessario avere alle spalle un’industria solida, una rete di imprese che collaborino fra loro. La nascita di “Lisalab”, il laboratorio d’impresa per la sostenibilita', e' un esempio calzante di come questo sia possibile. Questo progetto, co fi
nanziato dalla Camera Di Commercio, nasce con lo scopo di sostenere le aziende liguri nell’adozione di poli
tiche rivolte allo sviluppo sostenibile, cercando soluzioni alternative in termini di progettazione, produzione, logistica e distribuzione dei prodotti. Il tema dell’energia, dunque, anche grazie a queste nuove prospettive, e' al centro dell’attenzione. Un esempio e' la polemica sulla possibile creazione di centrali nucleari nel nostro paese, conseguenza della difficolta’ oggettiva dell'Italia, di raggiungere gli obiettivi dell’accordo sul pacchetto clima 20 20 20. Questo accordo, approvato dalla Comunita' Europea, si propone entro il 2020 di ridurre del 20% le emissioni di CO2, garantire il 20% dei consumi con energie rinnovabili e migliorare del 20% l’efficienza energetica. Se invece l’Italia decidesse di puntare sul nucleare, inevitabilmente dirotterebbe sull’atomo tutte le attenzioni e le risorse destinate alle fonti rinno
vabili. Genova, in questo momento di fermento, decide di non rimanere in disparte e di rendersi pro
tagonista anche grazie ad Energethica, il Salone in
ternazionale dell’energia rinnovabile e sostenibile, giunto alla sua 4° edi
zione. Questa fiera, svol
tasi dal 5 al 7 marzo, ha lanciato molti nuovi spunti in materia di ener
gia. Tra questi uno in par
ticolare riguarda piu' da vicino noi genovesi, il convegno nazionale “Porti verdi: verso un tra
I pannelli per l'energia solare
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er erg n E n id “ ell’e va ti d o n zon e z a G i ori o rr iv uov l'a i n o p cco o D e
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sporto sostenibile”, un’occasione di incontro e confronto tra le eccellenze italiane in campo portuale e logistico. Il con
vegno ha seguito l’attuale orientamento europeo rivolto allo spostamento del traffico merci da gomma a rotaia/nave e alla creazione di green port. Genova, essendo uno dei mag
giori porti italiani di collegamento con il nord, fa parte di quest’aria di rinnovamento grazie all’allocazione di risorse per un progetto di connessione terra bordo, con lo scopo di preservare il centro urbanistico dall’inquinamento di CO2. Inoltre, la nostra citta' sara' collegata al nord attraverso il Lotschbergtunnel, realizzato recentemente sopra Do
modossola, per le merci provenienti dal bacino mediterraneo e li' dirette. Energethica ha anche presentato con un ampio spazio espositivo ed informativo il progetto “Casa Ecologica” in fase di realizzazione ad Albenga. Una costruzione interamente alimentata da energie rinnovabili ed alternative, che permettera' di ottenere ri
scaldamento invernale, raffrescamento estivo, acqua calda sanitaria, acqua calda per alimentazione di lava
stoviglie e lavatrici senza alcun costo di bolletta per energia ne' elettrica ne' da altra fonte fossile. La green economy apre nuovi orizzonti non solo a livello globale, ma anche e soprattutto nella nostra quotidianeita'. Nella vita di tutti i giorni, infatti, i problemi dell’energia, come inquinamento e consumo, colpiscono prima di tutto i singoli individui. Per questo motivo usare lampadine a basso consumo, non lasciare il rubinetto aperto, spegnere gli stand by, usare i mezzi pubblici, riciclare carta, plastica, vetro ecc. sono piccoli gesti che possono sembrare inutili, ma oltre a farci risparmiare qualche soldino in piu', contribuiscono alla possibilita' di vedere un futuro piu' green!
Energia di Carmine Capone, olio su tela 2002
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torico fondatore di Legambiente e del movi
mento antinucleare che porto' all'abrogazione dell'utilizzo di energia nucleare in Italia, do
cente all'Universita' La Sapienza di Roma, e' stato fra i primi parlamentari eletti delle liste Verdi negli anni ot
tanta. Massimo Scalia e' un'indiscussa autorita' in campo ambientale e scientifico e non solo a livello nazionale...
"Energia rinnovabile: niente piu' bollette da pagare": uno slogan fuorviante o una realta' possibile da immaginare? Beh piu' che fuorviante, direi utopistico. Il pianeta e' fi
nalmente proiettato verso il rinnovabile e la progres
sione e' buona se si pensa al tetto del 20% di energia di Gabriele Serpe prodotta da fonti rinnovabili che auspica di raggiun
gere la Commissione Europea nel 2020, ma immaginare nel medio termine l'autoproduzione energetica della singola famiglia, perche' solo questo porterebbe a non "pagare piu' bollette", e' impossibile, soprattutto in un contesto urbano. Al momento e' bene pensare che per continuare a crescere e puntare al decollo dell'energia pulita sono indispensabili investimenti da parte di Stato e imprenditori, e magari fra dieci anni risparmieremo tutti qualcosa anche sulle famose bollette.
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E mentre il mondo sembra essersi definitivamente orientato verso l'energia prodotta grazie a fonti rinnovabili, in Italia si sente sempre piu' spesso parlare di energia nucleare... Il comportamento del nostro paese in tema di energia e' assurdo. Gli ammiccamenti al nucleare altro non sono che chiaro sintomo di arretratezza. Prendiamo ad esempio Francia e Germania, due paesi che in passato tanto hanno puntato sul nucleare... Oggi, a differenza nostra, sono in piena corsa per raggiungere gli obiettivi del 2020. Non par
tecipare a questa sana competizione significa porre irrimediabilmente l'Italia in ritardo ri
spetto all'Europa e a buona parte del mondo. Il nucleare e' in declino cronico da anni, per comprenderlo e' sufficiente pensare agli enormi capitali da investire per la costruzione di una centrale. Capitali che inizieranno a frut
tare non prima di dodici anni dopo, tempo mi
nimo necessario per l'entrata in funzione della stessa. Io credo che nessun imprenditore in questo momento farebbe una follia simile. L'Italia, dunque, raggiungera' l'obiettivo europeo nel 2020? Allo stato attuale no. Il governo ha dichiarato addirittura che puntera' al 25% di consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili, ma si gioca sul dico e non dico e sui facili frainten
dimenti, come sempre accade dalle nostre par
Massimo Scalia (a sinistra)e Gianni Mattioli, insieme hanno guidato Legambiente
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ti. Il 25% di energia rinnovabile di cui hanno parlato governo ed organi di stampa, si riferisce esclusivamente all'esigua fetta di torta attualmente occupata dall'energia elettrica. Mi spiego meglio: l'energia elettrica copre solo 1/5 dei consumi totali di un paese e i termini europei parlano del 20% sull'intera torta. Con un banale calcolo matematico e' semplice rendersi conto che il 20% "all'italiana" altro non e' che un ridicolo 5% per i termini stabiliti dalla nuova politica energetica europea. Quali sono le regole imprescindibili che ognuno di noi dovrebbe quotidianamente seguire per ridurre i consumi e permettere un giorno il pieno sostentamento con l'energia pulita? Come qualunque altro tipo di rivoluzione, anche quella energetica per verificarsi ha bisogno innanzitutto di mettere radici nella testa e nella coscienza della gente. E oggi questo e' un obiettivo ancora ben lontano dal
l'essere raggiunto. Per arrivare solo che a immaginare la totalita' dei consumi sostenuta da energia prove
niente da fonti rinnovabili bisognera' aspettare decenni, soprattutto se pensiamo che ce ne sono voluti ben ottanta al petrolio prima di stabilirsi come fonte principale. Ad ogni modo l'attesa sara' inutile senza l'impe
gno quotidiano di ognuno di noi per guadagnare di anno in anno importanti percentuali. Le buone norme da rispettare le conoscono tutti e vanno dal circondarsi di elettrodomestici a basso consumo alle luci accese, sino agli stand by dei televisori... Io credo, tuttavia, che sia piu' una questione di cultura e coscienza personale, indipendentemente da decaloghi e manuali da rispettare. I Paesi in via di sviluppo rischiano di commettere i nostri stessi errori per quanto riguarda l'utilizzo sconsiderato di combustibili fossili? Se cosi' fosse il pianeta rischierebbe il collasso e il problema dei cambiamenti climatici diventerebbe ingesti
bile. Per fortuna, pero', le cose non vanno in quella direzione. Paesi come Cina ed India, ad esempio, danno contributi fondamentali. Ci sono Paesi arabi di gran lunga meglio attrezzati di noi per quando riguarda ener
gia solare e pannelli fotovoltaici, i deserti sono immensi recipienti di energia. Insomma, non e' assolutamente detto che i Paesi in via di sviluppo debbano commettere i nostri stessi errori, anzi...
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ORDINANZE SICUREZZA: COSA E' CAMBIATO?
di Andrea Giannini
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ia', come vanno le cose nel centro storico dopo le or
dinanze sicurezza di fine estate?Avevamo trattato l'argo
mento quando era ancora piutto
sto “caldo” (vedi Era Superba N°1), oggi ci e' sembrato oppor
tuno provare a capire quali siano stati, in concreto, gli effetti. Innan
zitutto, se con questa ordinanza si voleva colpire il prolungarsi della movida del venerdi' sera fino a ore tarde (come alcuni temevano o speravano), allora l’obiettivo non e' stato raggiunto. Il dato e' ma
croscopico: se capitate da quelle parti il venerdi' sera, anche dopo le fatidiche due di notte, per muo
versi occorre insinuarsi in mezzo ad una folla di persone (la maggior parte delle quali, tra l’altro, ha una bevanda alcolica in mano…). Gli avventori, insomma, almeno a giu
dicare dalla grande affluenza che si registra costantemente ogni fine settimana, non appaiono intimoriti dalla chiusura anticipata dei lo
cali… Soprattutto dopo il per
messo intelligentemente concesso ai circoli, liberi di rimanere aperti sino a tarda notte. Che dire, in
vece, degli effetti sulla sicurezza pubblica? Stando a quello che si legge sui giornali (sempre attenti a far di singoli casi generale allarmi
smo), gli arresti a piccoli spaccia
tori, i furti e le risse sarebbero sempre all'ordine del giorno. La sensazione, invece, e' che nelle zone della movida le cose siano de
cisamente migliorate, anche se nes
suno crede che abbia influito la chiusura anticipata dei locali, tan
tomeno l'intensificarsi delle ronde da parte delle forze dell'ordine... Da quelle parti infatti, dopo i primi
tempi, sembra che nessuno li abbia piu' visti: com'era la storia delle grida manzoniane?? Abbiamo chiesto che aria tira ai locali di zona Piazza delle Erbe – Via San Bernardo, e tutti i gestori interpel
lati ci hanno risposto praticamente negli stessi termini con cui si erano espressi mesi addietro: tutti danno il bicchierino di plastica per l’alcol d’asporto, tutti chiudono grosso
modo negli orari stabiliti, tutti con
tinuano la loro attivita' tranquillamente. Lo stop del vetro dopo le ore 22:00 ha favorito la quasi totale sparizione dei cocci di bottiglia dalla circolazione, utilizzati spesso negli anni passati come armi contundenti da coloro che la sera escono in mezzo alla gente con l'unico obiettivo di fare a botte. Per il resto, come si suol dire, tanto rumore per niente.
PREVENIRE MEGLIO CHE CURARE: IL BRACCIALETTO SICUREZZA
di Valentina Sciutti Il Comune di Genova sperimentera' a partire da fine Marzo i braccialetti sicurezza. Si tratta degli stessi apparecchi utilizzati dai militari israeliani, do
tati di un tasto che fa attivare una chiamata colle
gata a tre numeri precedentemente memorizzati oltre che ad una centrale operativa della polizia. Questi braccialetti hi tech, realizzati in collabora
zione con Telecom, saranno sperimentati su 35 vo
lontari scelti fra le quattro categorie di donne che lavorano di notte, anziani, ragazzi di scuole medie e superiori e croceristi in visita alla Superba, il tutto per la durata di tre mesi. La decisione ha gia' creato le prime polemiche da parte dei commercianti, preoccupati che il braccialetto elettronico possa spaventare i turisti; inoltre pare che il segnale gps che serve a localizzare la persona in caso di neces
sita' non funzioni all’interno degli edifici...
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GENOVA SOTTO I PIEDI
di Daniele Orlandi
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e siete rimasti abbagliati dalle incredibili avventure del mitico Indiana Jones e da piccoli avete sognato di iscri
vervi ad archeologia solo per emu
lare le sue gesta, allora questo articolo fa’ per voi! Nella nostra ri
vista abbiamo spesso incoraggiato i fedeli lettori ad alzare il naso per ammirare “con l’occhio da turista” la nostra bella Zena, questa volta vi inviteremo invece ad abbassare lo sguardo perche’ Genova non e’ “solo” mare monti e carruggi, pochi metri sotto i nostri piedi si nasconde infatti una seconda citta’ sotterranea, tutta da scoprire. Quasi 100 km di percorsi si sno
dano sotto le nostre strade, molti di essi sono collegati con le reti fo
gnarie, altri sono stati utilizzati per il passaggio della metro, altri an
cora sono inaccessibili al pubblico poiche’ pericolanti, ma una parte di essi e’ ancora perfettamente in
tatta e visitabile grazie anche ad al
cune associazioni che, fornendo adeguate attrezzature ed una guida esperta, possono portare piccoli gruppi di persone ad esplorare questi antichi sotterranei rimasti segreti per centinaia di anni in at
tesa di essere riscoperti. Una delle associazioni che se ne occupa, e che ci ha accompagnato nella vi
sita del ponte Monumentale, e’ la C.R.I.G. (per chi fosse interessato invito dunque a consultare il loro sito www.crig.it dove troverete le informazioni necessarie…) Oltre al ponte Monumentale e’ anche pos
sibile calarsi nei tunnel dell’Ac
quasola, dove sono ancora presenti i resti di oltre diecimila delle vit
time della peste che colpi’ Genova nel 1656. In questo caso l’esplora
zione risulta essere un po’ piu’ complessa sia per le dimensioni ri
dotte dei tunnel sia perche’ il ter
reno e’ spesso coperto da fango ed e’ quindi difficile procedere, inol
tre consigliamo la visita solo a chi non particolarmente suggestiona
bile per ragioni piu’ che evidenti. Il nostro itinerario si e’ svolto al
l’interno del Ponte Monumentale. Compiuto nel 1895 dall'Ingegnere Cesare Gamba e dall'Ingegnere Riccardo Haupt, per costruirlo fu demolita la porta degli Archi detta
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anche di S. Stefano ricostruita sulle Mura delle Cappuccine. Data la sua particolare struttura incava, unica nel suo genere, le persone pensavano che, tolte le impalca
ture, sarebbe crollato nel giro di una notte… Si narra che Gamba si fece portare un letto e trascorse l’intera notte sopra il ponte! Durante la vestizione (elmetti, torce, scarponi ecc.) la guida ci ha informato sul tragitto da compiere una volta scesi, ci ha avvertito che all’interno di un ipogeo (termine usato per definire un’antica co
struzione sotterranea) e’ estrema
mente facile perdere il contatto con il mondo esterno. Ero un po’ scettico ma dovetti ricredermi, una volta entrati nel tunnel le nostre comuni percezioni dello spazio e del tempo non valevano piu’ nulla, come o in un’altra dimensione. Ci si cala in un tombino ai margini del
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ponte e via, l’avventura ha inizio, sperduti nei tunnel tra un’infinita’ di archi e stretti passaggi. Ogni volta che la guida chiedeva in quale direzione rispetto alla strada soprastante ci stessimo muovendo, non c’erano due persone del gruppo che indicavano dalla stessa parte, per questo il ruolo della guida e’ estremamente impor
tante, avventurarsi da soli in questi luoghi senza esperienza e senza le attrezzature adeguate risulterebbe estremamente rischioso nonche’ il
legale! La visita e’ durata in tutto un’ora e mezzo circa, snodandosi lungo un percorso relativamente semplice (salvo alcuni tratti un po’ piu’ accidentati) offrendo un piz
zico di adrenalina tanto da rendere anche divertente oltre che interes
sante l’escursione. Anche questa volta Genova e’ stata in grado di stupirci.
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PATTUMIERA ALL’INGROSSO
I grandi sprechi nei supermercati di Walter Firpo
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ono esterrefatto! Terribil
mente shockato. Tre mesi nel contesto di un super
mercato genovese mi sono bastati a rendermi conto degli immensi sprechi e delle spaventose quantita' di prodotti che vengono gettati. GETTATI NEL CASSONETTO!! Non ci soffermiamo su una qual
siasi ipotetica e nodosa indagine sui prodotti confezionati con sca
denza, la quale (sempre a termini molto ridotti) il piu' delle volte e' solo uno strumento per garantire all’azienda produttrice il ricambio della merce sugli scaffali (se un prodotto non vende, lo si fa muo
vere lo stesso). La nostra atten
zione va al reparto dei freschi. C’e' un ordine minimo... Lo sapevate? Significa che, sia che la vendita corrisponda o no, a prescindere dalla supervisione del responsabile
del reparto e dall’ordine che lo stesso e' tenuto a fare giorno per giorno in base allo smercio effet
tivo, gli organi principali del
l’azienda si riservano un intervento del 10% sul suddetto ordine; or
dine che non puo' essere inferiore a una certa spesa. Con una forte speculazione, tesa a riempire sem
pre lo scaffale, anche laddove non e' necessario. Risultato? Una gran quantita' di cibo ancora utilizzabile
si tratterebbe di togliere qualche foglia viene messa fuori vendita. E poi? Poi, come si suol dire, per una singola mela marcia, si butta via l’intera cassetta. Tutto questo dove va a finire? Dopo un misero tenta
tivo di cedere questi “avariati” a prezzo atterrato (pratica riservata a pochi clienti fidati e non so fino a che punto approvata dagli organi superiori), si prende nota di tutto,
si fa una bella registrazione a com
puter e via, tutto quanto viene ri
versato nella pattumiera! Cosi', alla fine del mese, si fa un bell’inventa
rio, per quantificare la merce ac
quistata, quella venduta e quella… sparita! In questo modo e' presto fatto il sunto della situazione e sara' semplice capire se il punto vendita della zona funziona o no. E non e' detto che lo scarico dei dati non venga apposta omesso, caso mai il bilancio andasse troppo in rosso. Nessun interesse alla riu
tilizzazione, o riqualificazione di questo cibo. Nessun proposito di collaborazione con ditte specializ
zate in interventi di questo tipo. Perche'? Perche' e' piu' conve
niente cosi': buttare tutto nel ma
cero e, se i conti non tornano, aumentare i prezzi. Il sunto del mercato moderno e' tutto qua.
E' nata l’Araba Fenice, un'associazione di promo
zione sociale che si occupa del supporto attraverso l'assistenza domiciliare a persone con malattie cro
niche e invalidanti, che portano ad una situazione di non autosufficienza. Quest’associazione e' stata fondata da personale medico e paramedico, in par
ticolare, dalla Dott.ssa Rita Pascucci che ricopre la carica di Presidente. La caratteristica distintiva del
l’Araba Fenice e' la volonta' di realizzare dei pro
getti personalizzati e non generici riferiti alle varie patologie. L’attivita' verra' svolta dai fondatori e da volontari, per i quali non e' richiesta una pre
parazione di tipo medico. Per chi volesse parteci
pare come volontario o fruire dei servizi offerti dall’associazione i contatti sono: Araba Fenice C.so Gastaldi 39 Genova Numero telefono: 3409865631 Mail: ass.arabafenice@yahoo.it
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VIA VENTI PEDONALE... MA DAVVERO?!?
Aumentano le voci sul futuro della principale arteria genovese di Matilde Gomez
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opo i tanti e riusciti tenta
tivi di blocco domenicale del traffico in via Venti e dintorni, e' diventato di attualita’ il tema della sua pedonalizzazione definitiva. I primi a tirare fuori la questione furono i commercianti della zona che, pensando agli affari conclusi in quei giorni cosi’ parti
colari, decisero di chiedere a gran voce di “ufficializzare la faccenda”, per non perdere l’occasione di ti
rare un po’ su i bilanci non proprio positivi degli ultimi anni. In piu’ – dedicato agli inguaribili romantici cresciuti passeggiando sotto i por
tici anche la “reputazione” della via potrebbe tornare al suo antico connotato di passeggiata cittadina, arricchita da nuovi chioschi, dehor, bancarelle... Luca Rossetti, presi
dente del Civ (Centro integrato di via) cui fanno capo i commercianti di via XX Settembre, spiega :”ll ri
lancio di via Venti Settembre deve ricominciare dalla sua pedonalizza
zione. Vogliamo che via Venti sia resa pedonale almeno il sabato e la domenica, pensiamo che questo sia il modo di ridare vivibilità e at
trattività alla nostra strada. E im
pedire che scivoli su una china pericolosa”. Certo, già impedire il traffico nei week end e nei giorni festivi sarebbe un passo non certo irrilevante… visto che adesso i giorni “senza smog” si contano sulla punta delle dita. Il Comune risponde all’appello prendendo al balzo la questione per promuovere altri tipi di progetti come il bike
sharing (biciclette a disposizione dei cittadini, affittabili ad ore...)
che, a detta di molti, dovrebbe ri
solvere o in parte migliorare la si
tuazione del traffico nel centro. Su via XX Settembre pedonale sette giorni su sette, invece, palazzo Tursi non conferma ne' smentisce, sebbene l’aria respirata durante l’incontro tra Comune e CIV sia stata molto positiva: il vicesindaco Pissarello sostiene la criticità del momento economico in cui ci tro
viamo e ribadisce che la situazione non permette di fare errori di ge
stione. In pratica, i vantaggi del
l’iniziativa dal punto di vista ambientale sono scontati per tutti, la vivibilita' del centro cittadino au
menterebbe sensibilmente, ma il problema traffico rischierebbe di diventare ingestibile. Chiudere via XX Settembre ai motori significhe
rebbe ridisegnare completamente la viabilità nel cuore di Genova e, a quel punto, ci vorrebbe Pico della Mirandola per trovare una soluzione efficace in una città già schiacciata da migliaia e migliaia di motorini indemoniati e macchine accodate. Staremo a vedere...
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CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA AI MINORI: OK SENZA IL SI DI MAMMA di Manuela Stella
Nel 2008 in Italia sono state vendute 370 mila confezioni di contracce
zione d’emergenza: il 55 per cento e’ stato prescritto a ragazze di età compresa tra i 14 e i 20 anni. Per quanto riguarda Genova, le mino
renni che hanno chiesto di utilizzare la “pillola del giorno dopo” nell’ul
timo anno sono state almeno 300. Di fronte a questi dati in continuo aumento, e a seguito della man
canza di una legge specifica che di
sciplini la contraccezione nella minore eta’, la AsL 3 di Genova, per prima in Italia, ha posto il pro
blema al Tribunale dei minori, chie
dendo se sia giusto per un medico pubblico prescrivere la “Norlevo”, questo il nome tecnico della pillola del giorno dopo, a una ragazza mi
norenne senza il consenso dei geni
tori o del giudice. Il Tribunale ha disposto che in ogni caso la pillola dovra’ essere prescritta, anche in as
senza di leggi chiare.
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PONTE DI SANT’AGATA E FONTANA DEL BERNINI
Il CIV di C.so Sardegna combatte per restituire splendore a due patrimoni cittadini di Gabriele Serpe
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l CIV di Corso Sardegna, guidato da Umberto Sol
ferino, ormai da qualche anno e’ alle prese con due batta
glie lodevoli, che hanno attirato l’attenzione di tanti cittadini (tan
tissime le firme raccolte…), degli organi di stampa e delle Istituzioni tutte. Ridare vita allo storico ponte di Sant’Agata e restituire la quarta vasca alla fontana del Bernini in piazza Manzoni. Due patrimoni di grande valore per la nostra citta’, patrimoni rimasti nel dimentica
toio per decine di anni. Le due sto
rie sono pero’ diverse fra loro. Il ponte romano di Sant’Agata, che collegava via Canevari con piazza Manzoni, cedette durante l’allu
vione del 1970, causando la tragica morte di una signora. Dopo qua
rantanni da quella alluvione (l’ac
qua trascino’ con se’ le tre arcate centrali che contavano oltre due
mila anni di storia), i resti del ponte sono abbandonati al degrado e i
due tronconi mozzati sono ancora ben visibili dalla strada, anche se coperti da erbacce. Grazie all’in
traprendenza del Centro Integrato di Via, l’architetto Matteo Marino ha preparato un progetto che pre
vede la realizzazione di una passe
rella ciclopedonale che evidenzi il tracciato del ponte come era in origine, posata sulle pile delle ar
cate mancanti con l’impiego di ti
rafondi e piastre di collegamento (la ricostruzione delle arcate nelle forme originarie sarebbe impossi
bile per ragioni di sicurezza idrau
lica). Il ponte, che in epoca romana contava ben 28 arcate e attraver
sava l’intera zona paludosa intorno al Bisagno, venne ridotto e riedifi
cato nel ‘500, a seguito di una de
vastante piena del torrente. Secondo l’architetto Marino, la cifra complessiva per i lavori non dovrebbe superare i 100.000 euro complessivi. Un vero e proprio giallo, invece, quello della fontana
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del Bernini ricollocata in piazza Manzoni dopo il recente restyling della zona. L’opera di valore sto
rico ed artistico, restaurata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, conta attualmente tre dei quattro lobi in marmo bianco di Carrara, uno di questi venne trafugato prima del restauro e mai piu’ ri
trovato. Per questo la fontana non e’ mai piu’ tornata a zampillare e si e’ lentamente trasformata in ricet
tacolo di sporcizia e rifiuti. Il CIV e’ da tempo impegnato nel ritro
vamento della quarta vasca, che prima di sparire rimase abbando
nata sull’asfalto accanto alla fon
tana. Oggi probabilmente adorna il giardino di qualche “furbo” ge
novese, o magari ha superato i confini cittadini, venduta a qualche altrettanto “furbo” collezionista… Quello che conta e’ che non e’ dove dovrebbe stare e che, per fortuna, qualcuno si sta dannando per ritrovarla.
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La gita a puntate fra il presente e il passato della nostra citta’
A SPASSO PER ZENA: MULTEDO
M
ultedo fu anticamente un promontorio sul mare de
limitato da due insenature. L’acqua separava il promontorio da quelli che tempo dopo, con l’arretramento del mare e l’accu
mularsi dei detriti trasportati dalle inondazioni, divennero i borghi di Sestri e Pegli. Il nome Multedo ha sicuramente origini latine, molti studiosi affermano che la zona ve
nisse chiamata “bosco di mirto” (myrtetum), proprio a causa della ricca presenza di mirto sul monte Oliveto. Altri affermano invece che le origini di Multedo si deb
bano all’espressione romana “mul
tae aedes”, ovvero molte case. Sin dal XIV secolo la presenza dei Lomellini fu di grande importanza per lo sviluppo di Multedo. Le for
tune di famiglia erano legate so
prattutto all’attivita’ della pesca del corallo a Tabarca, conquista che per i Lomellini significo’ anche commercio di schiavi e contrab
bando, sino all’intensificarsi dei rapporti fra il ramo multedese dei Lomellini e la Corona Spagnola. Il nucleo abitato di Multedo e’ dun
que di origine molto antica, pote’ godere nella storia anche di fasi al
Il porto petroli di Multedo
Multedo, l'antica via Cristoforo Colombo (www.mangiareinliguria.it,Collezione di Finauri)
terne di autonomia sino alla defi
nitiva annessione al comune di Pegli nel 1875 e alla citta’ di Ge
nova durante il regime fascista e la proclamazione della Grande Ge
nova. In quegli anni la fisionomia del paese, ormai divenuto quar
tiere, iniziava gia’ a modificarsi con la costruzione di grandi palazzi di civile abitazione, ma di li’ a poco il paesaggio di Multedo verra’ stra
volto dall’ industrializzazione che negli anni 50 ridisegno’ completa
mente il ponente genovese. In un’area ristretta convivono oggi il porto petroli di Genova, inaugu
rato nel 1963, lo stabilimento Car
magnani, lo svincolo autostradale di Pegli, la linea ferroviaria per Ventimiglia e la pista dell’aero
porto Cristoforo Colombo, inau
gurato nello stesso periodo, piu’ precisamente nel 1962. Ma basta lasciare la litoranea e percorrere pochi metri di via Reggio per im
battersi nelle ben visibili tracce del passato. La Via Romana, divisa in due tronconi dalla strada appena
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percorsa, si snoda fra due muri di contenimento. Verso Pegli c’e’ quella che un tempo era Villa Lo
mellini, oggi chiamata Rostan. Verso Sestri, invece, inizia una ri
pida salita che conduce alla chiesa di Monte Oliveto, un tempo mo
nastero dei Carmelitani. Se Strada Romana, villa e monastero ad un primo sguardo possono apparire siti urbanistici indipendenti, prima che il nuovo si mescolasse col vec
chio, costituivano un polo unico: la villa dei Lomellini estendeva le sue proprieta’ sino al monte in un complesso comprendente il mona
stero stesso e altre costruzioni. Villa Rostan e’ sopravvisuta alla violenta mano dell’industrializza
zione, non fu lo stesso per il bellis
simo e caratteristico parco che si estendeva per centinaia di metri. Lo stesso sciagurato destino tocco’ a Villa Pignone, distrutta negli anni cinquanta per fare spazio ad un in
sediamento industriale che poi non venne mai realizzato. Oltre il danno, la beffa!
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rassegna stramba a cura di
Dennis Carzaniga
STEVE OTT, OCCHIO ALLA RISSA!
Sospeso il giocatore dei Dallas che aveva provato ad accecare un avversario
D
allas contro Aneheim, campionato Nhl di Hoc
key su ghiaccio, uno degli sport piu’ seguiti negli States. Con
sueta rissa, Travis Moen dell’Ane
heim contro Steve Ott dei Dallas. Pugni, spinte e colpi proibiti a non finire, con compagni, avversari, pubblico e arbitri nel ruolo di spet
tatori. Niente di particolare finora: l’Hockey e’ uno degli sport piu’ violenti sotto questo punto di vista... Poi il gesto di Ott: la mano entra in contatto con l’occhio de
MAGIA NERA AI MONDIALI
Marcello Lippi e’ tornato ap
posta. Il Mondiale 2010 e’ il suo obiettivo: difendere il ti
tolo intercontinentale in Sud Africa vorrebbe dire conqui
stare un posto tra gli “dei” del calcio. Il ct sta “rinfrescando” il gruppo azzurro, per non portare troppi over30 alla fase finale della competizione. Chissa’ che i vari Materazzi, Del Piero&soci non abbiano pensato di ispirarsi a Faisal Khalil, bomber dell’Al Ahly che l’anno scorso ha vinto la classifica cannonieri, e Subait Khater, due giocatori degli Emirati Arabi che, avendo perso il posto nella loro na
zionale, sono stati fermati in
sieme a due stregoni dell’Oman con l’accusa di magia nera nei confronti di
stro del rivale e il numero 29 dei Dallas viene accusato di “eye gou
ging” (significa “premere o strap
par via gli occhi, usando dita, altre parti del corpo o strumenti”). Ott, prima di sapere della sospensione a tempo indeterminato per conside
rare un’eventuale squalifica, ha li
quidato il fatto definendolo un incidente. L’opinione pubblica sta con Moen. E Ott per adesso resta a casa con una mano fratturata e due tagli al sopracciglio.. fonte Gazzetta.it
Ismail Matar e Ismail Al Ham
madi, i due giocatori chiamati al loro posto. Il commissario tecnico Dominique Bathenay non “li vedeva”, adesso i due sono nei guai, visto che nel Medio Oriente la magia nera e’ considerata fuorilegge. Non come in Africa, dove “juju” o altre pratiche sono assai dif
fuse. Staremo a vedere... fonte Al Shams (quotidiano)
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Steve Ott in un’azione di gioco
IL SORTILEGIO FINISCE IN TRAGEDIA
Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire. A Butembo, cittadina della regione del Kivu settentrionale, una par
tita di calcio finisce in trage
dia. Tredici morti e piu’ di cinquanta feriti, e tutto per colpa della magia nera. Partita amichevole tra Nyuki System
e Socozaki, gli ospiti passano in vantaggio su calcio di rigore e mantengono il risultato in una gara senza troppi sussulti. A pochi minuti dalla fine, il portiere del Nyuki System ha deciso di provare di tutto e si e’ avvicinato all’area avversa
ria per cercare di fare una magia che avrebbe tolto la protezione della porta del So
cozaki. Il gesto non e’ piaciuto ai tifosi “gufati” ed e’ nata una rissa incontenibile. Il re
sponsabile dello stadio Mako
teo e’ intervenuto, ma la situazione e’ degenerata e nella ressa per cercare di tro
vare l’uscita in tredici non ce l’hanno fatta. La ricostruzione e’ stata fatta da una radio lo
cale, Radio Okapi, e poi con
fermata da alcuni membri della Caritas. Pazzesco. fonte gazzetta.it
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A TU PER TU: NICCOLO' CANEPA
di Gabriele Serpe
U
n giovanissimo pilota ge
novese sta per fare il grande esordio in Moto GP. Niccolo' Canepa, l'anno scorso collaudatore della Ducati Cam
pione del Mondo, ha realizzato un sogno: correre con i piu' grandi pi
loti del pianeta! EsordirĂ al fianco di Valentino e Stoner, senza troppi timori reverenziali e con tanta voglia di sorprendere...
Da collaudatore a pilota in Moto GP, senza passare per 125, 250 o 500. E' stata una tua scelta saltare la gavetta per puntare dritto all'olimpo delle due ruote? Quando avevo quattordici anni i motori erano a due tempi fino ai 500 di cilindrata. Il consiglio che ri
cevevo in quei giorni era sempre
lo stesso: "Il futuro e' il quattro tempi, punta a quello". Decisi cosi' di montare a quell'eta' per la prima volta su un 600 a quattro tempi... qualcuno mi ha detto che sono stato il piu' giovane di sempre a guidare una moto cosi' potente. Nel 2007, poi, vinsi il Superstock 1000 e a quel punto ebbi la possi
bilita' di scegliere se approdare in Superbike o fare il collaudatore in Moto GP. Insieme alla Ducati scelsi la seconda strada, che oggi mi ha portato ad esordire come pilota. Tu l'anno scorso eri il collaudatore della Ducati vincente di Stoner, una moto da molti definita nervosa e un po' dura alla guida. A tuo pa
rere, le modifiche tecniche appor
tate hanno migliorato la
guidabilita'? Guarda, lo sento dire da molti... In realta' io non ne ho mai provate altre, ma penso che tutte le moto GP possano essere definite dure e nervose. Oggi la Ducati ha co
munque cambiato il telaio, gio
cando sulla leggerezza del carbonio, ma ogni settimana ci sono novita', soprattutto per quanto riguarda l'elettronica. La nostra moto e' in continua evoluzione. Quale delle tue caratteristiche di guida pensi possa essere una mar
cia in piu' nel difficilissimo Campionato GP? Senza dubbio l'aggressivita'... Io ho una guida aggressiva e dovro' sfrut
tare al massimo questa caratteri
stica, una moto simile deve essere condotta con cattiveria!
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E' stato un altro genovese del mondo delle due ruote a rendersi conto per primo del tuo talento, Carlo Pernat, gia' manager di Rossi e Capirossi... Beh, a dire il vero lui dice sempre di no, che se sono arrivato in Moto GP e' solamente merito della mia grande tenacia... In realta' esagera con la modestia. A lui devo moltis
simo, lo conobbi ai tempi delle mi
nimoto, quando ancora ero un bambino e da li' in poi non smise mai di farmi sentire costantemente il suo appoggio e la sua presenza. Mi seguiva e aveva sempre consigli pre
ziosi da darmi... Con un manager come lui, tutto diventa decisamente piu' facile. Pernat, genoano doc, dichiaro' un giorno che Valentino Rossi per far
gli un dispetto inizio' a tifare Samp... con te ha avuto lo stesso problema? Io sono genoano da sempre per cui con me non ha mai avuto problemi di fede calcistica, se fossi stato do
riano probabilmente non mi avrebbe neanche mai preso sotto la sua ala! Niccolo', chi vincera' il prossimo Mondiale GP? Credo possa vincere ancora Stoner, lui e' davvero un grandissimo pilota e si impara molto lavorando con lui. Certo, c'e' ancora questa incognita legata alle condizioni del suo polso, attualmente non e' ancora al top e non riesce a girare con continuita'. Cio' nonostante, io punto su di lui.
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“L
’uomo e' un animale politico!” Cosi' ha pronunciato Aristotele, volendo affermare che l’uomo ha bi
sogno di circondarsi di altri uomini, colleghi, nell’opera di rendersi la vita piu' congeniale e facile. Ma oggi, vale ancora la massima del grande filosofo? e' ancora il caso di considerare valido questo precetto nella nostra era “post moderna”, in cui la societa', gia' da sola, ci impone con assiduita' l’incontro costante e ininterrotto di persone di ogni genere, che ci piacciano o no? In molti casi, sembrerebbe che il tempo a nostra disposizione, quello libero da impegni vincolanti e routine, sarebbe meglio dedicarlo al distacco da tutto, alla solitudine e al nostro essere interiore. Si sottopone all’uomo moderno un discorso di scelta. L’uomo Aristotele poteva, forse, ancora selezionare i propri rapporti e contatti. L’uomo moderno e' costan
temente sommerso dagli incontri, occasionali, previsti, imprevisti. Si fa parte della societa', una societa' sca
tenata, e non se ne puo' fare a meno. Stare da soli e' impossibile. Cosi' compare una prima dissonanza con l’affermazione aristotelica: ai tempi dell’antica Grecia, l’uomo doveva lottare per far parte della societa'; non per astrarsene. Oggi slegarsi dal modello a cui apparteniamo e' impensabile, cio' sconvolgerebbe l’intero mondo che ci gira attorno e nel quale, soprattutto, noi giriamo. La verita' e' che dobbiamo stare attenti a te
nerci sempre ai margini della societa', se vogliamo, veramente muoverci abilmente all’interno di essa e, senza difficolta', passare attraverso ogni suo settore. Al contrario, definendo il nostro ruolo all’interno di essa, fini
remo per esserne inghiottiti e manovrati da essa stessa. Funziona che, una volta indossato l’abito che sembra addirsi di piu' alle nostre caratteristiche, non possiamo piu' svestirlo. In parole spicciole, anche se non riu
scissimo a raggiungere quello che vogliamo, o non fossimo in grado di mantenere una condizione raggiunta, gli altri ci vorrebbero vedere sempre come gli avevamo mostrato di essere. Il segreto a questo punto do
vrebbe essere avere tante facce intercambiabili e non esporsi mai abbastanza da essere decifrati. In realta' Aristotele non si sbagliava e la situazione odierna lo dimostra: sebbene molti, in cuor loro o a parole cerchino la solitudine (parziale), ciascun uomo, senza gli altri simili tutti attorno, si sente sperduto. Persino il misantropo avrebbe grossi problemi, poiche' non saprebbe piu' chi criticare, ne' a chi rivolgere le proprie accuse, per il suo stato di malessere. Ognuno di noi, anche il piu' burbero del pianeta, ha necessita' di confrontarsi di chie
dere consigli, e non importa, poi, se gli ascoltera' o meno. Quando ho iniziato questa lettera, volevo trovare una falla nell’assunto del grande filosofo greco, eppure, in conclusione, credo di dover dichiarare la mia scon
fitta. L’uomo e' ancora un animale politico, di branco, se non altro, perche' ha bisogno di lamentarsi della pro
pria condizione e, quindi, di soggetti da demolire e altri a cui rivolgere le proprie pene. Certamente sono cambiate le modalita' di comportamento alle quali si attiene la nostra specie e i modi di interagire e i tempi di comunicazione e i ruoli, ma non si potra' mai dire che l’uomo possa fare a meno del prossimo. Questo almeno e' quanto ritengo.
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CUBA: MI ISLA QUERIDA…
di Valentina Sciutti
S
ono le sei del pomeriggio a L’Avana, sei ore in meno rispetto all’Italia. Dopo 60 giorni di speranze e aspettative, sbarco nella capitale cubana e, come avevo promesso, apro i pol
moni a pieno per respirare “aria ri
voluzionaria”... Non una buonissima idea, c’e' molto umido, e l'unica cosa che balza subito alle mie narici, e' un incredibile odore di benzina!! Il taxi sfreccia fra le vie cubane, riesco a scorgere grandi murales che inneggiano alla rivoluzione e all'attuale dittatura; arrivo al Vedado, quartiere co
struito dagli americani all’epoca di Batista, grandi casermoni che si af
facciano sul mare, pochi chilometri di fronte a me c’e' la Florida…
cosi' vicina, ma cosi' lontana per Cuba! Mangiamo qualcosa nel ri
storante sotto casa, l’atmosfera e' fantastica… L’indomani inizia il nostro viaggio: visita al Parque Lennon, foto di rito vicino alla sta
tua di John e poi dirette alla Plaza de la Revolucion, immensa spia
nata che si allarga sotto lo sguardo vigile del Comandante Che Gue
vara, quello che per tutti i cubani e' ancora “Il Comandante”. Per trascorrere la prima serata ci spo
stiamo in centro a L’Avana Vieja; spostarsi nella capitale e' difficile ma curioso: sfrecciano per la strada taxi, cocotaxi (taxi gialli come le nostre api ma con l’autista munito di caschetto!), carrozze trainate da cavalli, riscio', sidecar e
Vinales, Cuba
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fantastiche cadillac anni 50 che rendono l’ambiente incredibil
mente romantico… sembra di aver fatto un tuffo nel passato! Anche i negozi richiamano l’Italia del dopoguerra: vetrine spoglie, spazi grandi con poche merci, mer
catini e uomini che girano con car
retti e trasportano pulcini! Ad ogni angolo della strada c’e' qualcuno che ripara qualcosa: chi orologi, chi scarpe, chi borse... A Cuba nessuno butta via nulla, tutto e' utile e ogni cosa puo' essere ripa
rata, mentalita' assai lontana dal nostro usa e getta! Non esiste lo spreco, e il mio pensiero va ai quintali di cibo buttati in pattu
miera da noi “fortunati” abitanti del mondo evoluto! Con i miei pensieri continuo a camminare per il centro della citta', respiro, os
servo, ascolto… gia' ascolto, per
che' da ogni finestra e da ogni negozio arriva musica a gran vo
lume! In ogni locale c’e' un gruppo di musicisti che suona classici cu
bani, e poi, reggaeton in ogni dove. Passo la serata al Monserrat, un piccolo localino dove imparo (provo forse e' meglio!) a ballar la salsa, degusto il mio mojito e os
servo quanti turisti, soprattutto uo
mini in cerca di sesso facile, affollano questa citta'... Torno a casa presto, domani si parte per Vinales! A Vinales mi sistemo in una casetta deliziosa con il pollaio e l’orticello accanto e il pomerig
gio sono pronta per un’escursione
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a cavallo; cinque ore sotto il sole cocente in mezzo ai campi di ta
bacco. La mia guida “Negrito” mi porta dentro una grotta scavata nella montagna, e, dopo un tuffo nella piscina sotterranea, si parte alla volta del campesino Omar, una fabbrica di sigari dove ho de
gustato un delizioso cocktail con rum e cocco. Quando ci rimet
tiamo in sella e' quasi buio; alzo gli occhi, il cielo con le sue stelle e' in
credibilmente vicino a me, non mi scordero' mai quel panorama. Tra
scorriamo la sera al patio, un loca
lino a cielo aperto con un buon cuba libre (attenzione rum chiaro, lo scuro a Cuba non si usa per il cocktail) e musica, musica e ancora musica. L’indomani bisogna alzarsi presto per andare a prendere un autobus che ci portera' alla fer
mata del traghetto per Cayo Le
visa; dopo trenta minuti sono in paradiso! Chilometri di spiaggia bianca, mare cristallino, palme e tanto bel sole... E' il 29 gennaio, il mio pensiero va ai miei amici ge
novesi… loro al lavoro! Al nostro ritorno troviamo una buona paella ad aspettarci, ceniamo e di nuovo per le vie di Vinales, piu' piccola e forse meno ”cubana” di Avana, ma molto deliziosa; una cittadina di campagna ordinata e silenziosa. L’indomani si riparte per Avana, ci sono ancora molte cose da vedere! Giunta nuovamente nella capitale noto che la temperatura si e' un po’ abbassata; Alvaro e Hilda, i pa
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Plaza de La Revolucion, L'Havana
droni della “casa particular” dove alloggiamo (simile come idea ai no
stri bed and breakfast...) ci raccon
tano che era da molto tempo che non si toccavano tali temperature a Cuba. Ma i 15 gradi serali sono sicuramente piu' piacevoli degli zero che ho lasciato a Genova quando sono partita. Visitiamo il museo de la revolucion… una vera delusione! E' il piu' classico dei monumenti al leader maximo, nes
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suna traccia dei valori che coinvol
sero un intero popolo nella lotta per un sogno di liberta'. Mangiamo una pizzetta al volo in calle San Ra
fael, buonissime, costano 6 pesos, pari a 20 centesimi di euro. Ci in
camminiamo per il centro storico, andiamo al museo dell’Havana club; un'atmosfera molto carina al
l’ingresso, si odono le note di Chan Chan di Compay Segundo e si de
gusta dell’ottimo Havana 7, ma la
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visita all’interno del museo e' ve
loce e non mi lascia granche'! Ar
riviamo in Plaza de la Catedral, un angolino stupendo dall’atmosfera mozzafiato... artisti di strada e bal
lerini si muovono sulla piazza, e la musica rende il tutto incredibil
mente romantico! A due passi c e' la famosa Boteguida del Medio, la taverna dove Hemingway trascor
reva le sue giornate: musica, moji
tos, e tanti tanti turisti… Intorno a me vedo sempre piu' uomini oc
cidentali in cerca di donne cubane a dir poco disponibili. Ultimi giorni nell’isola grande... Ci spostiamo al sud, a Trinidad, cittadina coloniale bellissima, ora che scrivo di lei mi rendo conto che e' proprio la' che ho lasciato il cuore! I padroni della “casa particular” dove alloggio a Trinidad sono persone fantastiche, mi hanno trattato come una figlia, con dolcezza e amore, pur essendo io niente piu' di una semplice
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estranea. Un giorno al mare, il giorno seguente in visita al centro della citta'. La sera andiamo alla cuevas, una discoteca all’interno di una grotta. La mattina seguente la
sciamo Trinidad e non trattengo le lacrime: mi mancheranno gli occhi pieni d’amore che ho visto in que
sta magnifica terra, mi manchera' la gente che mi sorride... Sempre, anche davanti ad una realta' quoti
diana non sempre facile e fortu
nata. Ultimo giorno nella capitale, ultimo giro intorno al Parque Cen
tral dove il sabato gli artisti espon
gono le proprie opere lungo la strada. La dittatura imporrebbe loro di limitarsi all'esposizione, per non trarre guadagno alcuno dalla propria arte, in realta' un po' come accade da noi con gli spacciatori di droga, le vendite sono all'ordine del giorno, negli angoli un po' meno in vista. Non si puo' non ri
manere colpiti dalla vitalita' e dal
Trinidad, Cuba
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l'amore verso la vita di questa gente, gente costretta a non ab
bandonare la propria terra, divisa fra la passione e l'orgoglio per cio' che ha saputo costruire cinquan
t'anni fa e la curiosita' di conoscerti e capirti, per avere finalmente un'idea sempre piu' chiara del mondo che li circonda. Un'idea che affascina non poco i cubani, perche' fatta di capi firmati, oc
chiali alla moda, denaro... ma so
prattutto mistero. Probabilmente tutto cio' che ruota intorno a que
ste apparenze loro non riescono neanche ad immaginarlo, perche' se un giorno ci riuscissero il caro occidente perderebbe non poco il suo fascino. I problemi a Cuba esi
stono e si comprendono all'istante, ad occhio nudo, molti ingranaggi nella politica di Fidel Castro non hanno funzionato, ogni cubano oggi cerca secondi lavori, chiara
mente illegali, per incrementare il sussidio mensile garantito dallo Stato. La gente sotto sotto e' con
vinta che nel resto del mondo si viva meglio. Eppure a Cuba nes
suno corre per andare al lavoro, il sorriso e' all'ordine del giorno, come la cordialita', la voglia di par
lare, di ridere... Se solo qualcuno riuscisse a far loro capire quanto e' raro tutto cio' dalle nostre parti! Sentire persone che ti salutano se condividono con te l’ascensore o ti chiedono scusa quando ti calpe
stano i piedi... Insomma, quello che per loro e' normalita' per noi e' chimera, e viceversa. Che strano il mondo... Un taxi abusivo ci porta in aeroporto, addio Cuba… anzi, arrivederci!
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a cura di Daniele Orlandi
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BI A N DA CO Y NE
ancano pochi giorni al ritorno del Biancone (Circaetus gallicus), un rapace migratore che dall’Africa ogni anno fa ritorno in Europa passando per Gibilterra, per poi procedere seguendo la costa fino alle regioni temperate dove trascorrera’ l’estate. In Liguria e’ atteso intorno a meta’ Marzo, ed in suo onore e’ stato dedicato dal parco del Bei gua il “Biancone day” che avra’ luogo il 18 Marzo sulle alture di Arenzano. Sara’ possibile osservare il volo di centinaia di questi splendidi esemplari.
R
O CO TT RGI GA LLE A N A
ecenti studi hanno dimostrato che l’allergia al gatto non e’ provocata dal pelo bensi’ dalla proteina fel d1 prodotta dalle ghiandole sali vari e sebacee (del tegumento) dell’animale, che puo’ poi diffondersi anche a distanza attraverso il pelo rila sciato nella quale puo’ essere presente questa proteina. Il gatto siberiano produce invece una quantita’ molto esigua di questa sostanza, non causando percio’ allergie ai proprietari, se non altamente sensibili.
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CO CU L RA VE R LE E N O
a diversi anni si stanno studiando le pro prieta’ curative contenute nel veleno di uno dei piu’ letali scorpioni al mondo, il Leiurus quinquestriatus hebraeus che vive prevalentemente in Medio Oriente. Si ritiene che dal suo veleno si possa estrarre una clorotossina chiamata TM601 che si presume capace di curare tumori cerebrali. Inol tre, se associata a radioisotopi, potrebbe essere in grado di curare gliomi e melanomi.
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SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO
di Igor Sartoni
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i aggiro fra gli scaffali di una libreria nel settore ri cette. Ebbene si, non me ne vergogno neanche un po’. Per che’ negarlo, il valore e il ruolo del cibo assumono un’importanza sempre maggiore. E si, perche’ il numero dei “malati” di anoressia e bulimia cresce sempre piu’ e pa rallelamente comincia a destarsi una certa attenzione per diverse caratteristiche di cibi e pietanze. I clienti che acquistano biologico sono sempre piu’ numerosi nono stante le differenze di prezzo. E al lora il “povero” reporter di Era Superba si trova nel settore cucina di una libreria per scoprire di piu’ sull’importanza dell’alimentazione. I titoli sono svariati: “Cibo che guarisce”, “Cibo come fonte di es sere e ben essere”, “Curarsi in cu cina” e molti altri. Secondo svariati psicologi, e non solo, sembra che dietro l’atto del mangiare ci sia molto di piu’ di quanto non si possa comunemente credere. “Siamo cio’ che mangiamo”, e’ un detto yoga. Il cibo e’ una sostanza biochimica come il nostro corpo e, che ci si creda o no, il cibo in fluenza la nostra psiche. Albert Einstein disse che una dieta vege tariana sarebbe stata una scelta fondamentale per il progresso del l’umanita’ a causa dell’effetto che essa ha sulla psiche. Adesso anche la psicologia comincia a fare sco perte in questo campo. Sfogliando
LA LEGGENDA DEGLI SCACCHI di Daniele Orlandi Sembra che l’invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti la leggenda che quando il gioco fu pre sentato per la prima volta a corte il sultano volle premiare l’in ventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per se' un compenso apparentemente modesto, di avere cioe' tanto grano quanto poteva risultare da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle, due chicchi sulla seconda, quattro sulla terza, otto per la quarta e cosi' via... Il sultano rise della misera richiesta e l’accetto' di buon grado, ma quando i matematici di corte calcolarono l’esatta quantita' di grano che avrebbero dovuto donargli si resero conto che per soddisfare una simile richiesta non sarebbero bastati i gra nai del suo regno, e forse neppure quelli di tutta la terra, la cifra esatta superava infatti i 18 trilioni di chicchi di grano (20 + 21 + 22 + ... + 263 = 264 − 1, considerando 20 = 1 della prima casella).. Si narra che il sultano, sentendosi aggirato ed umiliato dall’astuzia di quell’uomo, per togliersi dall’imbarazzo stimo' opportuno mozzargli la testa. questi manuali scopro definizioni che a prima vista mi sembrano az zardate come: “psicogastrono mia”, “cibi contrattivi e cibi espansivi”, “gastronomia affet tiva”, “simbolismo degli ali
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menti”... Per i curiosi il consiglio e’ quello di provare a dirigersi al re parto gastronomia la prossima volta che si entra in libreria, esiste un universo inesplorato dietro al semplice atto dell’alimentarsi.
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Perche’ solo una sedicenne puo’ davvero conoscere e descrivere i suoi simili…
a cura di Annalisa Serpe
I
n questi ultimi giorni si e' parlato di giovani e del rapporto con l'alcool. I dati sono chiari: 740 mila i minori italiani tra gli 11 e i 17 anni che ma nifestano consumi alcolici definiti “a rischio”: 470.000 i ragazzi e 270.000 le ragazze, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale. Per che' gli adolescenti consumano al cool? Difficile dare una risposta che vada bene per tutti, general mente. Ognuno di noi ha la sua ve rita'. Penso pero', come rappresentante della categoria, che il ragazzo non beva a causa di pro
blemi in famiglia o a scuola, af fatto, eppure questa e' una delle opinioni piu' gettonate. Molto spesso un giovane beve semplice mente perche' si annoia. E’ anno iato perche' a 16 anni e' gia' deluso dalla vita, magari anche per pro blemi specifici, ma non credo sia corretto attribuire colpe o respon sabilita' ad agenti esterni. Quelli, quando ci sono, incidono in ben altri aspetti della nostra vita, non certo nel consumo o no di alcolici. Oggigiorno, e' triste a dirsi, la vita e' una salita ripidissima che l’ado lescente affronta senza coraggio e
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stimoli, un percorso dove gli osta coli si fanno sempre piu' difficili da sormontare perche' non c’e' la vo glia di andare avanti verso la sco perta di un mondo che, a 16 anni, si presenta gia' VUOTO. Esagero? Generalizzo? Forse puo' sembrare riduttivo o strano, ma davanti al l'odierno mondo, noi giovani, cosi' disorientati, vorremmo prendere la decisione di non farne parte. An date a fare sondaggi... questo e' il vero problema! Da qualche tempo, cari professoroni, avete ad dirittura iniziato a girare per le scuole per ricordarci cose che gia' conosciamo: “ l’alcool entra nel cervello distruggendo in modo ir reversibile almeno 100.000 neu roni...”, lo sappiamo e il peggio e' che non ci interessa affatto! Gli adolescenti bevono per agguantare quel divertimento che troppo spesso senza alterare le normali percezioni appare come una chi mera. L'alcool e' solo un piccolo neo, se qualcuno vuole davvero ca pire qualcosa di noi, delle nuovis sime generazioni in crescita, allora bisognerebbe analizzare il pro blema partendo dal principio: l'in soddisfazione dei ragazzi verso la societa' che li circonda e che do vrebbe formarli. Insoddisfazione verso la cattiveria, l’ipocrisia, la fin zione, la corruzione che oggi un adolescente conosce prestissimo... E spesso riusciamo ad essere anche piu' cattivi dei grandi. Altro che al larme alcolismo...
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ARTE ANTICA: I PIZZI AL TOMBOLO
di Gisella Ruzzu
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vete presente il massiccio architettonico che sta ai piedi delle chiesa di Camo gli, quella costruita proprio sulla sco gliera? Ebbene, immaginate di guardarlo dalla spiaggia. Esso forma, con gli antichi edifici che stanno im mediatamente alla sua destra, un piccolo spiazzo irregolare. Li', in quell'angolo, negli anni sessanta e nei primi anni settanta, un gruppetto di donne aveva la consuetudine di se dersi in semicerchio, con i tomboli, a tessere merletti. Ed era stupefacente la maestria con cui i fuselli passavano velocemente nelle loro mani, con quel discreto ticchettio, quasi di bi glie. Giorno dopo giorno, cresceva in dimensioni un mirabile groviglio di sentierini di filo, legati da ponti celli a stella, a fiore, a croce. Talvolta i ghirigori si avvolgevano su se stessi, formando un disegno astratto; tal volta, invece, delimitavano una fi gura che appariva chiara solo alla fine del lavoro. Vi erano gruppetti di donne con i tomboli in piazzette e cortili di molte localita' della nostra regione e in alcune piccole piazze della citta', ma la consuetudine e' stata progressivamente ingoiata dal
l’evoluzione del tempo e dei costumi sociali. Ma cosa occorre per confe zionare queste meraviglie di filo? Prima di tutto un tombolo, che e' un cuscino rigido, cilindrico, rivestito di tela e imbottito di crine, paglia o se gatura; un cavalletto per appoggiar velo sopra, un cartoncino con il disegno che costituira' la base per la tessitura e ovviamene il filo, in ge nere di colore bianco o ecru, prefe ribilmente di lino per la sua resistenza all’usura, ma anche co tone o seta. Occorrono anche i fu selli (bastoncini di legno, con una capocchia in cima, su cui avvolgere il filo), un uncinetto sottile e, infine, gli spilli. Gli spilli servono per fis sare il disegno sul tombolo, an corare i fili al l’inizio della tessitura, bloc care la trama, separare ordina tamente i fuselli in modo che non si ingarbu glino. La tessi tura dei pizzi al
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tombolo e' un’arte molto antica, ap prodata nella nostra penisola al tempo delle Crociate, ma i primi do cumenti scritti che ne testimoniano l’esistenza risalgono al 1400. Ebbe grande fortuna a partire dal Rinasci mento, costituendo per famiglie, monasteri, orfanotrofi una fonte di reddito. I pizzi erano ricercati per impreziosire l’arredamento di abita zioni e chiese, abiti sia maschili che femminili, camicie, biancheria in tima... molto richiesti polsini e col letti. Recentemente e' nata a S.Margherita Ligure un'associazione che ha lo scopo di riscoprire que st'arte antica, di riproporne l'inse gnamento perche' non vada perduta, sostituita totalmente dalla produzione meccanica, di organiz zare mostre, concorsi e campionati. In varie localita' liguri (Chiavari, Zoa gli, Albissola famosa per i pizzi neri a Genova, a Palazzo Ducale) ven gono organizzate periodicamente mostre di questi merletti, mentre a Rapallo esiste una mostra perma nente, presso il museo di Villa Ti gullio, dove si possono ammirare manufatti antichi e abiti confezionati interamente con pizzo al tombolo.
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ANDREA DE CARLO: “E’ BOB DYLAN LA MIA INFLUENZA LETTERARIA…”
di Igor Sartoni
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ntra in teatro leggermente nervoso. Fa subito pensare a uno dei personaggi dei suoi romanzi. Si presenta con la Sua consueta tenuta da Rock Star anni 70’, pantalone nero, stivale nero, maglia nera. Lui e’ Andrea De Carlo lo scrittore milanese autore fra gli altri di “Due di Due”, “Treno di panna”, “Di noi tre”. L’atmosfera del teatro Modena e’ intima, pochi i
presenti, forse a causa della pioggia. Le luci sono soffuse, basse. Il palco e’ arredato in uno stile minimale, co lori caldi, gradevoli. Atmosfera de cisamente informale, consona allo stile dell’autore. Le pagine di De Carlo sono figlie degli anni 60’, pa gine piene di speranze, di idealismo, manifestazioni studentesche, centri sociali, scandaglio psicologico. Un minimalismo di impronta americana
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quello del suo stile di scrittura, in fluenzato dalla letteratura americana del ventesimo secolo. Pagine capaci di emozionare, ma anche cariche di minuziose analisi psicologiche. E’ uno degli autori italiani piu’ letti al l’estero, Fellini era un suo grande ammiratore. Quando entra in teatro comincia subito a scherzare con il pubblico. Insieme a lui sul palco la giornalista Giovanna Zucconi, per l’ennesimo incontro organizzato dalla Fondazione Garrone. I toni sono quelli di una serata tra amici. Dopo uno scambio di battute ini ziale, la Zucconi rivolge a De Carlo una domanda chiave. Si parla del ruolo del lettore. Una figura a cui lo scrittore da’ grande importanza. “E’ un attivita’ faticosa” risponde De Carlo, “il lettore e’ importante quasi quanto lo scrittore perche’ il lettore completa la storia con le proprie esperienze, con il proprio vissuto, con le proprie storie, leggere e’ un attivita’ creativa e il lettore e’ un creatore”. E lo scrittore ideale di De Carlo? “Quello che ti lascia entrare nel suo territorio”. La conversazione prosegue alternandosi all’ascolto di pezzi del rock anni 60’ e 70’, quelli che formano le colonne sonore delle sue storie gli Stones, i Beatles, i Dire Straits e l’eroe di De Carlo, Bob Dylan, quello che ha dichiarato es sere la sua principale influenza lette raria. Proprio riguardo a Dylan… “C’e’ qualcosa di imperscrutabile in lui, e’ come leggere un geroglifico, c’e’ qualcosa di criptico. Da Dylan in poi la poesia scritta ha perso senso ed e’ diventata canzone”.
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Il giorno dopo lo raggiungiamo tele fonicamente, ha appena lasciato Genova per tornare a casa… Lei ha citato l’autore francese Mi chel Houellebecq che definisce la nostra come una societa’ ad indi rizzo erotico commerciale. Secondo lei esistono alternative concrete a questa corrente? E dove si possono trovare? Assolutamente si. Occorre partire da scelte individuali, soprattutto avere la forza di non essere consu matori ideali. In una societa’ in cui ci si chiede di essere dei sudditi senza giudizio e’ importante scegliere per
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se stessi e trovare altre persone che seguano lo stesso percorso. Tutto deve partire da una volonta’ personale. Nel suo romanzo “Uto” descrive la vita di una comunita’ spirituale gui data da un Guru, da un maestro. Oggi queste realta’ sono sempre piu’ numerose, attive e visibili. A suo parere la scelta di vivere all’interno di una di queste comuni si puo’ con siderare come una fuga o come una scelta consapevole, magari solo un po’ in anticipo sui tempi? Dipende da ciascuno, il rischio e’ quello di trovarsi in una trappola. Il loro limite e’ che sono centrate su
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un capo che rischia di tenerli in una situazione di sudditanza, l’ideale sa rebbe una comunita’ senza un capo, la storia e’ piena di esempi di questo tipo. Il rischio quasi sempre e’ che un uomo usi il suo potere per prevalere sugli altri. Alcuni suoi lettori sostengono che i suoi ultimi lavori manchino di fre schezza e originalita’, riproponendo temi gia’ sviluppati nelle sue prime opere… Credo che ogni scrittore abbia al cune ossessioni, ricorrenti, come ogni persona, ha temi che gli appar tengono, qualcuno (fra i tanti Bret Easton Ellis ndr) ha detto che uno scrittore scrive sempre lo stesso libro, credo che ci sia una grande verita’ in questo. J.D. Salinger, Emily Dickinson, scrit tori reclusi per scelta, eremiti consa crati alla letteratura. Cosa ne pensa di una scelta cosi’ estrema come quella di tagliare tutti i ponti con la societa’ per dedicarsi unicamente alla propria arte? Ne sarebbe capace? E’ una tentazione che viene perche’ lo scrittore e’ l’unica attivita’ che ti permette di vivere tagliando i ponti con il mondo, pero’ e’ una scelta pe ricolosa. Una persona per vivere ha bisogno di contatti, altrimenti oc corre attingere sempre da se stessi con il rischio di alienarsi.
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ell'aprir e redazio il mio interve ne e a nto, vo co rr d sta nuo ateci dentro c loro che hann ei innanzitutto va rubr o soste on tutt augura ic a n r mitarm i alla sc a, cerchero' d l'energia poss uto la nascita e buon lavoro i toccar ibile!! N ena citt di ques di parla e temi ta rivist a tutta la adina. M egli spu re: la s r a: a ig it nt quadro o u u legislativ azione disastr lte sono le qu ardanti il mon i che proporr uguri e o' in qu osa in estioni della S.I do dell o riferit cui di a e .A stire un .E. con tutti o alla musica, si trova la m cui mi capita musica, senza is li us a q m bile?...) scuola di mu uoi burattini e inimamente ica dal vivo; uotidianamen l'inesist adegua te sica, un della d burattin en to is o ormai d a a almen cografia; la sc studio di reg i; le difficolta ai tempi; il c za di un ' istrazio a ena "in sfacelo o quind ne o u che si incontr rrozzone dip co ic n club; ano nel 20%; la stituito dall'e i anni, di rifer endente" e la c ge le im nt d musica ifficolta' di far rata in vigore enti musicali nuove leve m risi (...irrever ...) si ef u d d politich pressoche' to ecollare il "sin ell'euro, alme fettivamente r sicali; l'assenz a, e conce apprese no per tale c dacato o r la music nt m di base ; la tras tate e continu n qualche ecc usicisti"; la s a, con ativi; lo o formaz a e l' r t ascolta z d I.V.A. iv io it e ne d a' (... c in gra ione re al rassegn , diffondere, a avvenuta in do di favorir elle istituzion he, parlando i tutte, e (non ato che questi u cquista d i as re, in si ltimi ve mancan nt'anni sistere) le realt tema di o. Que prova nel ved socializzare, p ne a' er st ro e' quell o che s o mese, tuttav e certe trasmis porre la mus lla maniera di musicali ica; il d ia, part i potre produr sioni "m musica irei isgu bbe re, le us piu' o nella nostra c fare, volend proprio da qu icali"... Come sto ormai qua o m itt ve e si lavoro eno originali a', della vitali occuparsi con sta rivista: "Er dete i temi no a di infor ta' dell che pre n im S u perba pegno as m nd modest a che p azione, dando ono corpo n ua scena mus e serieta' de ". Molto elle sale icale, d lla cult ur espr maggio l'impeg ur im ei r p no nel valorizz ono un buon risalto a tutta rova. Innanzit progetti crea a braccia t u a livello d ivi nd quella s re sele tto svo er lg i t scire a o una concez ione m tivamente i p qualita'. Un a ie di eventi d endo un "tirare ltr us ir r princip d ale di u entro" opera icale a 360 gra ogetti musica o aspetto sign isonanza li di. Para ificativo na rivis tori de quelle r ritenut llela ta l s i e' ea vament lta' definite e locale come q ettore e mus mente sarebb interessanti, a b e ic m u e ricca d legate alla sce ergenti o di n esta e' soprat isti genovesi, importante riu tutto q na citta i picco icchia c p e r che' ue le entit d h straord a' che ina. Ma, si dir e, per forza d llo di occupa il ruolo inario. rs A a', e' so i cose, h dispost lo una sono q i di tutte o a dar nche questo e anno saputo u p e una m asi esclu ' un au iccola r gurio e svolgere un ano. ruolo im ivista... La sto si , per qu ria e' anto m i riguar portante, a da, son volte o Gianni Martin i
Gianni consiglia… Musica: Gentle Giant – “Gentle Giant” Emerson Lake Palmer – “Tarkus" King Crimson – “In the court of the Crimson King" Miles Davis – “In a silent way" Libri: F. Dona’ "filosofia della musica" Ed. Bompiani G. Stefani "Introduzione alla semiottica della musica" Ed. Sellerio T.W. Adorno "Sociologia della musica" Ed. Enaudi
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MONI OVADIA E LA GUERRA DI GAZA
Le impressioni del grande attore ebraico sull'ultimo conflitto israelo palestinese di Filippo Boriani
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oni Ovadia, noto attore e uomo di spettacolo, di reli gione e cultura ebraica, im pegnato politicamente, da sempre si e' battuto per diffondere una cultura di pace e offrire una prospettiva di rispetto reciproco nell’ormai insana bile conflitto israelo palestinese. Lo abbiamo intervistato a Bologna al termine del suo applaudito spetta colo “Oylem Goylem”, satira
brillante sulla cultura ebraica. Cosa succede nella striscia di Gaza? Succede una cosa che era prevedi bile, perche' a mio parere questo e' stato un calcolo di Sharon (presi dente del governo Israeliano n.d.r.): naturalmente Hamas (organizzazione palestinese politica e paramilitare che ha ottenuto nelle elezioni 2006 la maggioranza dei seggi dell'Auto
rita' Nazionale Palestinese, oggi con trolla la Striscia di Gaza n.d.r.) ha le sue responsabilita'. Sharon ha fatto il ritiro da Gaza unilateralmente: non ha minimamente coinvolto Abu Mazen (presidente Autorita' Nazio nale Palestinese n.d.r)... Questo ha screditato oltre misura Abu Mazen e Hamas ha preso un’enorme forza. Il calcolo di Sharon era quello di spaccare il fronte palestinese in modo che Israele si liberasse della prospettiva di un'unita' nazionale pa lestinese fra Hamas e Al Fatah (schieramento politico di Abu Mazen, oggi governa la Cisgiordania n.d.r.) che gli Israeliani non vogliono: non gli Israeliani popolo, ma l’esta blishment politico attuale. E ha cal colato bene: il colpo e' riuscito e i palestinesi sono cascati nella trap pola. Poi ha blindato Gaza: lui si e' ritirato, pero' impedisce loro di vi vere, li obbliga alla clandestinita' e poi dice che spara perche' fanno en trare le armi. Il governo israeliano, ma anche gran parte dei laburisti non vogliono uno Stato palestinese, ma vogliono due “enclaves”: una fe derata con la Giordania (Cisgiorda nia), l’altra sotto controllo dell’Egitto. Eppure le parole di Olmert (ex primo ministro israeliano n.d.r.) “Siamo stati miopi, basta risposte militari...”sembrerebbero quasi un ammiccament o ad uno stato palestinese… Non lo vogliono! Perche' qui c’e' una illegalita' internazionale che gli Israeliani stanno rendendo eccessiva,
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che e' la linea verde del ’67. In teo ria la pace e' gia' pronta, e' quella che a Ginevra hanno firmato le due fazioni nel 2004. Ora che e' stato eletto Barack Obama, che cosa puo' fare l’Ame rica per un reale processo di pace? E che cosa puo' fare concretamente l’Europa, che finora non ha fatto? La comunita' internazionale deve agire con energia e dire a israeliani e palestinesi “Vi chiudiamo in una stanza e ne uscite solo dopo aver trovato una soluzione!”. Se no, gli uni e gli altri vanno avanti con mio pia. Soprattutto gli israeliani, perche' i palestinesi non hanno neanche occhi per piangere, non hanno niente, non hanno un futuro, non hanno dignita', non hanno confini: che cos’hanno? Hanno l’autorita' di Abu Mazen, che riguarda il suo ufficio e il perimetro intorno. Quale gesto, secondo lei, puo' essere positivo per mobilitare l’opinione pubblica verso la pace? Purtroppo il carico di odio nei con fronti di Israele e' aumentato espo nenzialmente. Quindi e' difficile che possano arrivare a una trattativa qualsiasi. Se non interviene la comu nita' internazionale, obbligando a trattative per una pace definitiva e globale, si andra' avanti con questo scempio. Alcune manifestazioni che ci sono state recentemente – anche in Italia contro lo stato di Israele– hanno fatto piu' parlare per l’inginocchia
mento (la preghiera musulmana) e le bandiere israeliane bruciate. Come definisci l’atto di bruciare la bandiera? Le bandiere rappresentano un’intera comunita' nazionale. Io posso capire, in un giovane arabo, in questo mo mento, un’esasperazione che lo porti a fare un gesto cosi': non va bene,
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ma per un giovane europeo che senso ha? Bruciare una bandiera e' mai servito a qualcosa? In quale mo mento della Storia? In quale circo stanza? E' solo uno sfogo narcisistico, e' solo un’esibizione della rabbia, che a nulla porta, anzi, e' un boomerang. Chi semina odio, odio ritrova.
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Per scrivere sulla bacheca di “Era Superba” invia i tuoi scritti a bacheca@erasuperba.com Dialogo tra la luna e il sole Sole: “Oh delicata principessa, che di luce ti inondasti il viso quando ti baciai, eppur perplessa li' guardasti l’audace mio sorriso!
A Delice, l'altra me
Perche', or, resti algida e muta, laggiu', sulla mia, gia' antica, ruota, sicche' io non posso baciar la tua gota, prima d’aver la via del di' compiuta?”
Riavvolgo e sciolgo un liso abito bianco allo specchio consunto nella baita in Ardec e sciolgo i capelli e sciolgo lo sguardo
Luna: “Vieni tenace armigero, perche' questa damigella aspetta calore fiero di la' dall’emisfero. Avvolta nella presa del tuo nastro, non saro' piu' pallida e debole e saro' la regina d’ogni astro.”
Mi specchio Mi guardo Fra ombre d’antico e segni del tempo assaporo bellezza
Sole: “Allor, felici gli uomini; essi vagherai, fatati, da parte a parte e impareranno l’arte degli amor vaghi e malandrini.
Mi sfioro Mi sento Riavvolgo i capelli Distolgo lo sguardo
Quante scocchera' frecce Eros picciol, senza guardare che non sian maldestre, ma solamente che sian leste leste, a colpir donzelle che colgon viol.”
T’aspetto
Farah
Luna: “ancor sono ore di luce, lascia gli uomini al labor diurno, cui il tuo forte lume li induce. Essi san, quasi sempre, pazientare e almeno lo sapevan i primi, che ricompense son soavi se rare!”
Walter Firpo
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“Che ora e'?” “Che ora e'?”, chiesi a cinque anni alla mia insegnante, e lei mi rispose : “Osserva attentamente e capirai”. “Che ora e'?” , dissi al mio compagno a scuola. Lui mi strinse la mano e parlo' cosi' : “E’ l’ora di matematica e fra poco Avremo il compito in classe! Aiuto!” Un giorno, per strada, fermai un ironico e gli feci la stessa domanda. Lui, ridendo, disse : “E’ l’ora di ieri a quest’ora.” E se ne ando'. Ero ad una gara, e chiesi ad un corridore : “Che ora e'?” Mi sentii rispondere, con un respiro agitato: “E’ l’ora di partire, altrimenti perdero'.” All’ospedale incontrai due uomini e feci loro la stessa domanda. Il primo, con un sorriso infinito, mi disse: “E’ l’ora in cui sono diventato padre!” L’altro, invece, con gli occhi colmi di lacrime, sussurro': “E’ l’ultima ora che posso trascorrere con mia madre…” A quest’ultimo pensiero, corsi a casa e chiesi a mia madre: “Che ora e'?” Lei mi guardo' negli occhi e mi rispose: “E’ l’ora di crescere, dovrai imparare a leggere l’ora senza chiederla a me.” Poco tempo fa ho incontrato un bambino, mi somigliava. Mi ha fermato e mi ha detto: “Che ora e'?” Io l’ho preso per mano e gli ho risposto: “E’ l’ora di vivere. Andiamo”.
Genova Genova Genova Ti chiamo e non rispondi e lontana ti nascondi agli occhi miei lontana ti rifugi fra le onde del tuo mare che frange sulla riva con gli scogli li’ ad aspettare ad aspettare la risacca che lenta li consuma Sei stata grande e Superba quando le vele solcavano il mare ma oggi che non ci son piu’ a navigare sei sempre li’ ad aspettare Sei pigra presuntuosa e sonnolenta con la gente sorda al nuovo e mugugnona nulla piu’ risuona del tuo passato solo palazzi carruggi e ma se ghe pensu Troppo poco Genova mia storie vecchie d’altri tempi che non fan nessun contenti e che lasciano il magone Ti chiamo e non rispondi e lontana ti nascondi agli occhi miei perche’?
“Ke Linse” Angelo Gualeni
Silvia Steri
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AGENDA
Giovedì 26 marzo Campionato di Poesia Orale Dalle h 19 Berio Cafe’ La nostra Associazione orga nizza la fase eliminatoria geno vese del 1° Campionato Nazionale di Poesia Orale, ideato dal Club di Via dei poeti di Bologna. Varie performance di poeti votate dal pubblico presente in sala,ospiti musicali e del mondo della lettratura. INCONTRI&MOSTRE
Da mercoledì 11 marzo a mercoledì 18 marzo FLOWER DE BAUDELAIRE A MAPPLETORPE Dalle h 16 Biblioteca Lercari(Villa Imperiale) Lettura di poesie di Zavanone, Andriuoli e altri. Mostra e piatti decorati a mano Martedì 17 marzo VIAGGI NELLA LINGUA DI FABER Faber e l'America del Nord Dalle h 1730 Palazzo Ducale Sala Minor Consiglio Giovedì 19 marzo LA PASSONE E LA PA ROLA: PERCORSI NELLA NARRATIVA DI ELSA MORANTE Dalle h 1630 Biblioteca Berio UN MARE DI LIBRI… Dalle h 1630 alle h 1830 Biblio teca Benzi Chi ama leggere potra’ incon trare informalmente altri let
tori, per confrontarsi, orien tarsi, condividere un'emozione, una scoperta letteraria Venerdì 20 marzo PASSEGGIATA A TEMA GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA Dalle h 1430 Biblioteca Campa nella Percorso tra creuse e la vatoi nelle terre dei Fieschi in Val Bisagno. Notizie storiche intorno alla Lotta per l'acqua degli abitanti di Struppa Domenica 22 marzo IL PARCO DELLE STELLE Una giornata alla scoperta del cielo nel planetario del monte Antola. Per informazioni e prenota zioni obbligatoria 0185/343370 E mail: ce.aveto@libero.it (entro domenica 15 marzo). Fino al 22 marzo JEUNE CREATION EURO PEENNE Palazzo Ducale, sala Munizio niere h Martedì domenica 15.00/20.00 Una selezione della giovane creativita’ europea con lo scopo di evidenziare le ten denze artistiche emergenti e di presentarle in una mostra iti nerante a scadenza biennale che parte dalla Francia per poi far tappa in tutti i paesi asso ciati: Lituania, Austria, Italia, Spagna, Portogallo. Mercoledì 25 marzo L’ALBA LETTERARIA Gruppo di scrittura e lettura
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condivisa H 1530 Biblioteca Lercari (villa Imperiale) Giovedi’ 26 marzo FABRIZIO DE ANDRE’: LE PARTITURE H 17 Palazzo Ducale Intervengono Dori Ghezzi, Beppe Andreetto, Patrizia Conti Esecuzioni musicali degli allievi del Conservatorio Nic colò Paganini di Genova diretti dal M° Piero Leveratto Venerdì 27 marzo PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI POESIE “DESI LANDIA" Di Carlo Paludi H 17 Stanza della poesia P Matteotti Venerdì 27 marzo/venerdì 3 aprile ALESSANDRO MAGNA SCO: UNA PASSIONE DI FABRIZIO DE ANDRE’ H 1745 Palazzo Bianco Visita guidata alla scoperta delle opere del grande pittore genovese a Palazzo Bianco SSabato 28 marzo GENESI DI BYRON H 17 Stanza della poesia P Matteotti Da sabato 28 marzo a sabato 11 aprile ALBERI, PREGHIERE VERSO IL CIELO! “Alberi,preghiere verso il cielo": esposizione di alberi ri tratti durante le quattro sta gioni dell'anno. Fino al 31 marzo SCOPRI LA TORRE E LE
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ANTICHE CARCERI DI PA LAZZO DUCALE Palazzo Ducale Torre Grimal dina e Carceri storiche dalle h 10/13 e 15/18. Chiuso lunedi’.Ingresso 4 euro Entra nelle celle, rivivi le sensa zioni dei prigionieri e poi sali ad ammirare Genova Giovedì 2 aprile INAUGURAZIONE DELLA MOSRA GIOVANNI VERGA SCRTITTORE E FO TOGRAFO (sino al 24 maggio) H 18 Palazzo rosso Fotografie e riproduzioni che mettono in luce un aspetto non da tutti conosciuto del grande verista, che molto in fluenzo’ anche la sua produ zione letteraria. Sabato 4 aprile ONDA SU ONDA Dalle 8 alle 19 Via Cairoli Banchi con dischi rari e stru menti musicali, esibizione di al cuni musicisti e gruppi musicali Da venerdì 17 a lunedì 20 aprile SLOW FISH Fiera dedicata ai prodotti ittici, con degusta zioni, seminari, laboratori. Fiera di Genova Venerdì 17, sabato 18 e domenica 19: 11 23 Lunedì 20: 11 20 Fino a domenica 26 aprile FERMO E MOSSO. SPAZI CORPO TEMPO Martedì venerdì 9.00/19.00; sa bato e domenica 10.00/19.00. Museo Raccolte Frugone Villa Grimaldi Giovani fotografi internazio nali, attivi tra Nord Europa e Mediterraneo, si confrontano con musica, danza e teatro.
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Fino al 30 aprile PER POTER BACIARE AN CORA GENOVA Locanda di Palazzo Cicala, dalle 14 alle 19 Genova attraverso i testi di Fa brizio De Andre’ e le foto di PUBLIFOTO Genova Ingresso libero Info: www.pa lazzocicala.it 010 25 18 824 Fino al 3 maggio FABRIZIO DE ANDRE’ LA MOSTRA Palazzo Ducale, dalla h 9 alle 20 Ing 8 euro
SMUS “Conoscere Genova” propone un pranzo con gli studenti era smus. Per la prenotazione ri volgendosi alla Associazione. Francesco Ristori 3922004400 Domenica 22 marzo Annuale Frixioladda (frittelle salate e dolci) Bogliasco Sabato 28/domenica 29 marzo Sagra della Farinata Pegli, Lungomare
MUSICA
Alla scoperta dei luoghi nasco sti, della storia delle leggende dei misteri della Superba. Tutti i mercoledì h 21 : Le case chiuse Tutti i giovedì h 21 : Cronaca nera del passato Tutti i sabati h 1630 : Tesori, fantasmi, misteri 5 aprile h 1630: Genova com’era 22 marzo, 12 aprile : Cose mai viste 29 marzo, 19 aprile h 1630: Le donne genovesi del passato 4 aprile h 10 Le botteghe sto riche e gli antichi mestieri 29 marzo h 10 : Il cimitero monumentale di Staglieno: museo a cielo aperto
Sabato 21 marzo MAURO PAGANI IN CON CERTO H 21 Teatro della Tosse Mercoledì 25 marzo FIORELLA MANNOIA H 21 Teatro Carlo Felice Venerdì 27 marzo VINICIO CAPOSSELA H21 Teatro Carlo Felice Mercoledì 8/Giovedì 9 aprile CENTENARIO DELLA NA SCITA DI BENNY GOOD MAN Dalle h 17 Palazzo Ducale SPETTACOLI
Da giovedì 19 marzo a giovedì 9 aprile SPOON RIVER Teatro Modena. Per info www.archivolto.it SAGRE
Venerdì 20 marzo PRANZO CON GLI ERA
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TOUR A CURA DI ITINERA
Per partecipare ai percorsi di Itinera e’ necessario prenotare al numero 0106091603 oppure 3462231872 dal martedì alla do menica, dalle 10.00 alle 18.30. Il luogo del ritrovo e il metodo di pagamento vengono comu nicati al momento della preno tazione. www.itineraliguria.it
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"Il Blog del Tama e' on line sul sito www.erasuperba.com! Potete commentare e discutere gli argomenti trattati, creare dibattiti e leggere le versioni integrali degli articoli! Se invece avete dediche da fare, aneddoti da raccontare, foto da pubblicare scrivetemi a ilblog@erasuperba.com... Tutti potranno leggervi e rispondervi... Il Tama è qui per voi!!!"
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cco li', un’altra giornata passata in ufficio, gambe sotto la scrivania e occhi puntati sul monitor del computer… Il tempo passa, la noia aumenta e con lei la ciccia. E pensare che sino a qualche anno fa avevo una forma fi sica invidiabile, c’era chi avrebbe scommesso su un mio futuro da atleta, ed invece?!? Sono a dieta da 20 giorni!! Ehm, Signor/Signora lettore/lettrice un minimo di rispetto, non rida, grazie!! Effettivamente dovevo capire che la mia carriera di sportivo era in fase calante gia' in quarta superiore, all’eta' di 17 anni, dalla mia ultima ap parizione in campo podistico. Si, perche', sino a qualche anno prima, ero il Re delle gare a media lunghezza. Sapete quelle corse di resistenza su pista o a fondo misto organizzate dalla scuola, i Giochi della Gioventu', direi che si chiamassero. Bhe' non c’era gara che non vincessi, mi sentivo invincibile ogni volta che tagliavo il traguardo per primo…un vero eroe de noi atri. Sin quando non e' arrivata la mia ultima gara, appunto. A dire il vero, con il mio carissimo amico Ale, ave vamo deciso di partecipare perche' si saltava scuola, ma una volta li', si corre per vincere, giusto?? Eravamo nelle ultime batterie, cosi' avevamo fatto un giro lungo il percorso per capire meglio a cosa andassimo incontro. Sembrava abbastanza impegnativo, ma eravamo intenzionati a fare del nostro meglio. Ci sono due regole fondamentali in determinate gare, la prima e' non perdere mai di vista la testa della corsa e la seconda, non stare mai in testa. Si avvicinava il nostro mo mento ed il professore, che ci faceva da accompagnatore, era, batteria dopo batteria, sempre piu' triste, perche' la no stra scuola era la piu' scarsa che si DIRETTAMENTE DAL MONDO DI FACEBOOK... vedesse dai tempi della peste bub Natascia scrive: Non c'e' bisogno di una persona che si rivolge a te solo bonica a Genova. Cosi', indossate quando ha necessita' o nel caso in cui tutte le altre persone sui gradini le pettorine, tocca a noi…e' il no della scala di importanza non ci sono. stro momento, salveremo le sorti Non c'e' bisogno di una persona che ti utilizzi solo come tappo per la sua della scuola e la reputazione del solitudine. professore, siiiiiii!! Siamo pronti!! Non c'e' bisogno di un rapporto a consumo o con data di scadenza. Tutti in gruppo “Prontiiiiiiii…ai po Non c'e' bisogno di una persona che si ritiene vicina quando poi la stessa stiiiii…..bum”, e si parte, come un persona sembra vergognarsi di te. branco di bufali impazziti, tutti Non c'e' bisogno di commedie..in nessun campo..ne' nel lavoro, ne' nel nella stessa direzione con l’adrena l'amore ne' nell'amicizia, ne' nella famiglia. lina in corpo, ognuno di noi deciso Non c'e' bisogno di promesse inutili..che poi alla fine non vengono mante a vincere. Gia' dopo mezzo giro il nute. gruppo comincia ad essere piu' al Non c'e' bisogno di sentirsi usata come una bambola a batterie, da azio lungato e si puo' correre tranquil nare a piacimento e poi riporre nel cassetto. lamente senza stare attenti ad Non c'e' bisogno di una persona che ti faccia sempre sentire in colpa per inciampare…ovviamente noi siamo colpe che non hai. li', davanti, ma non in testa, avendo C'e' invece bisogno di sincerita'. ben a mente le due regole. Al ter Di onesta'. mine del primo giro passiamo da Di verita', bella o brutta che sia. vanti ai professori, e vedendoci in Di parlare, oltre che ascoltare. buona posizione, negli occhi del Di avere, oltre a dare. nostro si accende una luce di spe Di mani tese, anche quando il chiedere sembra impossibile. ranza, tira su le spalle e comincia a Di essere cercati oltre che cercare. sbracciarsi “ dai ragazziiiiii, non Di comprensione, senza la quale ogni dialogo si fa monologo, ed ogni ra mollateeee, bravissimiiiiiiii!!”, an gione torto. diamo avanti non curanti pensando C'e' bisogno di togliersi di dosso il grigio pigiama dei pensieri e rivestirsi “ah bello, non hai capito che qui con i colori dei buoni propositi e delle speranze. Colori..colori colori!!Il vinciamo noi!” Era una bellissima giallo del sole che sorride dietro al verde di una siepe e l'azzurro di un sensazione vedere tutte quelle spe cielo festoso...sorridiamo non c'e' niente di piu' bello!! ranze riposte su di noi. Continuia
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ANNUNCI NELLA BACHECA DELLA PARROCCHIA: Il gruppo di recupero della fi ducia in se stessi si riunisce Gio vedi sera alle 19. Per cortesia usate le porte sul retro. Venerdi sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno
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l’Amleto di Shakespeare nel sa lone della chiesa. La comunita' e' invitata a prendere parte a que sta tragedia. Il costo per la partecipazione al convegno su “preghiera e di giuno” e' comprensivo dei pasti. Martedi sera, cena a base di fa gioli nel salone parrocchiale. Se guira' concerto!!
mo nella nostra corsa, sempre convintissimi, ma con la stan chezza che comincia a farsi sen tire…stringiamo i denti ed andiamo avanti. Fu allora che av venne l’irreparabile!! Il ragazzo in testa aumenta il passo, incredibile, non lo pensavo possibile, noi, im perterriti, gli stiamo die tro…100.…200.…300 metri... sino a quando mi girai verso Ale e gli dissi “Ale, io non ce la faccio piu'!!” e lui “Molliamo??” ed io di tutta risposta mi fermai e dissi “Io mollo!”. Ricordo ancora per fettamente il paesaggio, praticello verde in mezzo a dei pini bellis simi…non mi guardate cosi', che volete, ormai si camminava, mi guardavo attorno ammirando il paesaggio!! La cosa piu' bella di tutte, fu la faccia del professore nel vederci tornare (rido di gusto ancora adesso). Ci guardava con sdegno, noi che gli avevamo do nato l’unica gioia della giornata, noi che l’avevamo svegliato da quel torpore, noi che lo avevamo fatto sognare ad occhi aperti…lo avevamo tradito!! “Ma prof…quello si droga…non vede come corre!! Non e' umano!!”
la foto del mese by Amgelo Walter Brandi Numeri sciolti 43
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A SCUOLA DI CUCINA TORTA PASQUALINA TORTA PASQUALINN A Cibo tradizionale della Pasqua e delle gite post pasquali, richiede la tipica lavorazione a sfoglie sottilissime: un tempo si giungeva a sovrapporne ben 33 (come gli anni di Cristo). Oggi la pasqualina viene confezionata du rante tutto l’anno sostituendo le bietole del ripieno con altre verdure di stagione. Una delle varianti piu’ note e’ la torta cappuccina detta anche torta de gee’.
Ingredienti 600gr farina 3 cucchiai di olio extravergine di oliva 4 mazzi di bietole 100 gr grana grattugg 200 g di quagliata o ricotta 3 rametti di maggiorana poca farina bianca 4 uova sale
Impastate la farina con olio (un cucchiaio), acqua e sale. Fatene 6 parti e fate riposare coperto. Lavate e pu lite le bietole togliendo le coste e scottatele in acqua calda. Scolatele e tagliatele a striscie. Amalgamatele con il grana e la maggiorana . Con tre pezzi di pasta fate 3 sfoglie sottili e stendetele una sull’altra ungendo una teglia. Sistemare in teglia le bietole e livellatele. Dopodiche’ stendete sopra la quagliata impastata con poca farina, salate e fate 4 fossette con un cucchiaio e lasciateci cadere le uova e il grana. Ricoprire con altre 3 sfo glie sempre ungendole e unite tutti gli orli. Cospergete la superficie con altro olio infornate a fuoco medio per 45, 50 minuti.
BUON APPETITO!
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A SCUOLA DI ZENEIZE MODO INFINITO PARTICIPIO PRESENTE Io ho Tu hai Egli ha Noi abbiamo Voi avete Essi hanno
FUTURO Io avrò Tu avrai Egli avrà Noi avremo Voi avrete Essi avranno
Aveî Avûo
IL VERBO AVERE INDICATIVO Avere Avuto
PASSATO imperfetto Io avevo mì aveiva Tu avevi ti ti aveivi Egli aveva lê o l’aveiva Noi avevamo noiätri aveivimo Voi avevate voiätri aveivi Essi avevano lô aveivan
mì ò (io ho) ti ti æ lê o l'à noiätri emmo voiätri lô an
CONDIZIONALE Io avrei Tu avresti Egli avrebbe Noi avremmo Voi avreste Essi avrebbero
mì aviò ti ti aviæ lê o l'avià noiätri aviemo voiätri aviei lô avian
DIZIONARIO→DIZIONAIO
mi avieiva ti ti aviesci lê o l'avieiva noiätri aviéscimo voiätri aviesci lô avieivan
Baffi→barbixi/mostasci Bocca→bócca Braccio→brasso Capelli→cavelli Capezzolo→tettin Caviglia →caviggia Cervello →çervello Coscia→chêuscia Costola→costiggiêua Cuore→chêu Dentatura→dentatûa Dito→dïo Dito medio→dio de mezo Fegato→fighaeto Fianco→scianco Gamba→gamba Ginocchio→zenoggio Gomito→Gòmmio Guancia→ganascia Labbra→lèrfe Lingua→lengua Mandibola→ mascëlla inferiò Malleolo→nóxe do pe' Mano→Man Mascella→ganascia , masca Mignolo→dïo marmelin Milza→minsa Narici→naixe Naso→naso Neo →segno de San Giambattista Nuca→coppûsso Occhio→êuggio Ombelico→ombrisallo Orecchio→oëgia Ossa→osse Palpebra→parpella Pancia→büzza/pansa Pelo→pèi Petto→pëto Piede→pê Pollice→dio grosso Polmone→ pormon Polpaccio→ porpasso Polso→pöso Pupilla→fantinetta Rene→rèn Schiena→schenn-a Sterno → osso do peto
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giochi il cruciverba 1
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sudoku 3
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ORIZZONTALI
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1 Un film in cui sono protago niste le arti marziali 10 E cosi’ via, e tutto il resto 13 Un invertebrato marino a forma di polipo 15 Antiquato, sorpassato 16 In mezzo alla biro 17 Ne’ te ne’ lui 19 Rivestire un metallo di uno strato di ottone 21 Automated Guided Vehicle 23 Le vocali in cose 24 Tre in francese 26 La carica piu’ importante in una societa’ (abbreviazione) 28 La “frangia” del cavallo 31 Malattia causata da gravi di sturbi di ossificazione 33 Insieme di schede disposte in un determinato ordine 35 Felici, ridenti 36 Varese 37 Il simbolo del cobalto 38 Nel gergo giovanile, si dice di ragazza rozza e volgare 40 Una richiesta di aiuto 41 I governatori musulmani di una provincia 43 In un proverbio, si dice che non fa primavera 45 Arte giapponese della di sposizione dei fiori 47 Termine tedesco per indi care genericamente i sottoma rini 48 Nella Grecia antica, canta vano le gesta di dei ed eroi
1 Un successo dei Radiohead 2 Ancona 3 Colpevole 4 La combinazione di due nu meri nel lotto 5 Duro e cocciuto 6 Locali dove si gusta il buon vino 7 E’ pari a mille grammi 8 La carta che contiene tutti i dati di una persona 9 Sono cinque in una mano 10 Le vocali in cera 11 Croce Rosa Italiana 12 Un pesce di grosse dimen sioni d’acqua salata 14 La moglie di Gomez della famiglia Addams 18 Precede Sig. nelle lettere 20 Luogo solitario dove ci si ri tira per condurre vita religiosa 22 Depositati in banca 25 Metallo per oreficeria 27 Edificio dedicato alla me moria di qualcuno 29 Diminuire, restringere 30 Il gruppo di Kurt Cobain 32 Uno studioso della compo sizione delle varie sostanze 34 Luoghi ricchi di rose 37 La quinta preposizione 39 Termine generico che in dica qualsiasi oggetto materiale 40 E’ preposta alla protezione e all'esercizio dei diritti d'au tore 42 Una caramella morbida 44 Contiene le informazioni genetiche 46 High Tecnology
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DA LEGGERE… “Marcovaldo” Italo Calvino Narrativa
“Se avete preso per buone le verita' della televisione... anche se allora vi siete assolti siete lo stesso coinvolti.”
ARIETE Marzo per voi sara' il mese della riscoperta del romanticismo, dello stare assieme, dell’amore con la A maiuscola. Fortuna nel campo finanziario, entrate non previste vi allieteranno il proseguo del mese. TORO Non e' il momento giusto per l’amore; muoversi con cautela nei confronti dell’anima gemella; difficili le prime tre settimane, rivedrete la luce verso fine marzo. GEMELLI Scaricherete il nervosismo facendo attivita' fisica, il che vi rendera' in forma e prontissimi anche per nuove esperienze in ambito sentimentale: splendenti! CANCRO Amici del cancro, non potete fare i furbetti e poi pentirvene! Sara' dif ficile per le persone che vi sono vicine riacquistare la fiducia in voi... Errare humanum est, perseverare autem diabolicum! LEONE Questo mese sarete portatori di pace e armonia all’interno delle vostre amicizie e in famiglia! Attenzione a non sperperare il denaro in cose futili! VERGINE Vi sentirete un po’ abbandonati da chi vi vuol bene, ma sta anche a voi cercare di conquistare la fiducia degli altri! Sorridete e il mondo vi sorridera'! BILANCIA Ora che avete trovato cio' che stavate cercando, non fatevelo sfuggire! Abbiate costanza nello studio e nel lavoro, conquisterete una posizione invidiabile! SCORPIONE Un buon mese sul fronte sentimentale: ritorni per chi ha appena vissuto la fine di una liaison, matrimoni in vista per le coppie consolidate da tempo. SAGITTARIO Buon mese, riuscirete a reagire alle difficolta'; l’oracolo vi consiglia di allargare la vostra cerchia di conoscenze: sono previste piacevoli novita'! CAPRICORNO Iniziate ad intravedere i frutti di un progetto che avete messo su a Gennaio; problemi per chi e' in coppia: attenzione a non creare futili polemiche. ACQUARIO Se pensate che sia meglio soli che mal accompagnati, continuate pure nelle vostre idee, ma attenzione a come vi ponete nei confronti del prossimo. PESCI Con Mercurio nel segno, e' il mese adatto per fare il grande salto in campo lavorativo... Quello che avreste dovuto fare in passato!
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“Opera sull'acqua” Erri De Luca Poesia
DA VEDERE… “Man on the moon” di Milos Forman Anno 1999
DA ASCOLTARE... “Bridge over trouble water” Paul Simon & Art Garfunkel da Bridge over trouble water Anno 1970 “No more I love you's” Annie Lennox da No more I love you's Anno 1995
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