Giardini Immaginari - L'Erbolario Edizioni

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VIOLET BOULDEN

EDIZIONI
L’ERBOLARIO
Fotografie di ANGELO SGANZERLA

A Franco e Daniela

VIOLET BOULDEN

Fotografie di ANGELO SGANZERLA

L’ERBOLARIO EDIZIONI

Sommario

23 Tra suggestione e seduzione: esplorando giardini immaginari

Fiori fotografati, fotografie in fiore

Oltre le apparenze: un accenno ai profumi

Intorno ai fiori. Guardando più in là

Contents

71 Between enchantment and seduction: exploring imaginary gardens

Flowers photographed, flowering photos

Beyond appearances: a note on perfumes

Around flowers. Looking further

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Non so se a voi succeda, ma quando mi trovo in queste serre e vedo le strane piante provenienti da paesi esotici mi sembra di sognare. Mi sento proprio un altro uomo.

La maggior parte della gente si affretta avanti e indietro per la città, non ha tempo di guardare un fiore. Io voglio che lo guardino, che essi lo vogliano o no.

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“Dopo tanti anni passati a raccontare la storia dell’illustrazione botanica, mi sono ritrovato a ripercorrere, con una macchina fotografica al collo, gli stessi passi di quei primi appassionati illustratori della flora, la cui conoscenza si faceva sempre più intrigante e vasta al seguito dei grandi viaggi di scoperta.

Viaggiando a volte su rotte collaudate, ma spesso in luoghi poco frequentati del vecchio continente, il lavoro e la passione mi hanno portato a visitare molti tra i più bei giardini e serre d’Europa. Ho potuto vedere, odorare e fotografare collezioni dove sono conservate specie di piante dalle origini e dalle storie più strane. Piante, fiori e frutti arrivati lì da ogni angolo del pianeta che aspettavano solo di essere ammirati. Con il mio obiettivo non ho dovuto far altro che fotografarli, affascinato dall’infinita varietà di forme, colori e profumi.

La bellezza che si può cogliere con una fotografia però ancora non ci racconta ciò che invece ci dicono la ricerca scientifica e l’antico sapere legato alla botanica. Le piante sono esseri viventi, sensibili e intelligenti. Non solo belle quindi, ma anche ricche di qualità nascoste e affascinanti”.

Così Angelo Sganzerla descrive l’avventura che lo ha portato alla realizzazione di Giardini immaginari. Attraverso un alternarsi di primi piani di fiori, panorami di giardini e scorci della vita che anima questi luoghi, il libro offre il pretesto per creare uno spazio immaginario e sognante, che raccoglie ciò che di più bello si può incontrare se ci si sofferma ad osservare quel brulicante fermento che è l’anima vera di un parco o l’atmosfera misteriosa, quasi sospesa di una serra.

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Tra suggestione e seduzione: esplorando giardini immaginari

Particolare attenzione è dedicata ai fiori; le fotografie permettono di catturarne le forme spettacolari, i molteplici colori e le infinite sfumature in modo così realistico da coinvolgere tutti i sensi. Ai fiori sono di contorno quegli elementi naturali, artistici e architettonici che spesso sono parte imprescindibile di un giardino e con le cui forme e colori le piante intessono un fitto dialogo.

I Giardini immaginari sono fatti di strutture leggiadre, battiti d’ali, morbidi manti e ruvidi tron chi. Il canto degli uccelli si mischia al fruscio delle foglie, allo scrosciare della pioggia, al gorgoglio dell’acqua di una fontana. Qui un pavone bianco si mostra dall’alto di un ramo, là un daino ci osser va accoccolato su un tappeto di foglie umide.

Giardini immaginari non vuole essere un libro di botanica o uno studio sulle vaste collezioni dei giardini europei ma piuttosto, un viaggio per immagi ni. Il fotografo passeggia, cerca, scopre e così facendo si ritrova custode di decine e decine di vividi scatti, a testimonianza del suo percorso attraverso la bellezza della Natura.

Bellezza dicevamo, che è appunto la chiave che consente l’accesso a questi giardini immaginari e immaginabili. Lo sguardo e la sensibilità del grafico, del fotografo, dell’appassionato osservatore e collezionista di piante, fanno sì che la bellezza sia qui intesa come varietà, molteplicità, specificità, duttilità, adattabilità, precarietà, ingegnosità ma anche forza, eleganza, grazia, simulazione e dissimulazione, specializzazione e perfezione. In veste di visitatori di Giardini immaginari siamo invitati a sentire come, ammirando la bellezza dei fiori, possa scaturire in noi una riflessione più profonda sull’importanza delle piante per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere. Se ci soffermiamo ad osservare siamo anche spinti a riflettere su tematiche, oggi più che mai attuali, riguardanti il nostro rapporto con il mondo naturale. La bellezza, che nelle piante si abbina a forza e fragilità, porta con sé consapevolezza, rispetto, umiltà. In un nuovo libro intitolato Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (2013, Giunti Editore), Stefano Mancuso e Alessandra Viola riflettono sui risultati degli studi più recenti riunendo le loro osservazioni attorno al concetto di “intelligenza” come abilità ad attuare strategie. Mancuso e Viola seguono il solco già segnato da Charles Darwin con la stessa passione che animò il grande naturalista.

Nel suo libro del 1880 Il potere del movimento delle piante (The Power of Movement in Plants ), concentrandosi in modo particolare sul comportamento della punta della

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radice, Darwin aveva posto le basi per una ricerca volta a investigare la capacità delle piante di risolvere problemi, affrontare ostacoli, procacciarsi acqua e così via.

Nel caso delle Angiospermae, ossia tutte quelle piante che fanno fiori (il nome deriva dall’unione di angéion, involucro, e spérma, seme), è possibile osservare - con non poca semplificazione - come forme, colori e profumi dei fiori rappresentino, con la loro varietà, altrettante risposte al “problema” dell’impollinazione e quindi della riproduzione.

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Fiori fotografati, fotografie in fiore

Se bellezza è varietà, questa si declina in una miriade di modi. Sfogliando il libro pagina dopo pagina, l’occhio e la fantasia viaggiano all’interno di un mondo tanto reale quanto evocativo. Le piante, esseri risalenti agli albori della vita sulla Terra, hanno avuto ere ed ere di tempo per definire quelle qualità che attraggono il nostro sguardo. Le strategie messe in atto dalle specie vegetali per rispondere all’imperativo della propagazione e della sopravvivenza sono strabilianti. Sono i colori e i profumi che attirano insetti (e altri impollinatori) e sanciscono uno scambio tra mondo vegetale e animale: il nettare offerto in cambio dell’impollinazione. A volte sono i lunghi stami vibranti ad affidare al vento questo ruolo, così come le bacche, gradito cibo per molti uccelli, garantiscono alle piante la colonizzazione di territori più ampi.

Tra i fiori ritratti certi appartengono a specie e generi rari se non impossibili da incontrare in Europa, fuori dalle serre, mentre tanti altri appariranno famigliari. Il primo piano consente di mostrare aspetti inusuali e nascosti sia dei misteriosi fiori esotici come di quelli domestici. Quanti a tal proposito sapranno riconoscere senza esitazione l’elegante fiore bianco dai lunghi stami rosso-violacei? È il cappero, noto per il gusto aromatico del suo bocciolo, che mangiamo prima che fiorisca privandoci quindi della bellezza della sua corolla.

Se di alcuni fiori è sicuramente l’intensità del colore a colpirci inizialmente, nella maggior parte dei casi ad esso si uniscono e combinano una varietà di altre caratteristiche. Foglie, petali, stami e steli si differenziano in forma, peso, quantità, consistenza, superficie e ovviamente colore. Ci sono petali lisci, vellutati, cartacei, umidi, compatti, svolazzanti, rugosi, vitrei, carnosi, plissettati, arricciati, scomposti, screziati, spennellati,

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minimalisti, eccentrici, sgargianti... E stami e filamenti sottili, corposi, dritti, ricurvi, spessi, elastici, rigidi, protesi, piegati, ritorti, ordinati, spettinati, ammucchiati... Steli eretti, curvi, sinuosi, ondulati... Foglie stondate, lobate, affusolate, gonfie, appuntite, zigrinate...

Lunghi stami rossi caratterizzano ad esempio il fiore della Calliandra haematocephala nativa della Bolivia. La Caesalpinia pulcherrima, un arbusto ornamentale, ha fiori arancioni e gialli dai quali pendono lunghi ciuffi di stami di colore scarlatto. Proprio per questo è conosciuta anche come fiore del paradiso o fiore pavone. La denominazione del genere Caesalpinia fu data da Linneo in onore del botanico italiano Andrea Cisalpino, vissuto nel XVI secolo, mentre il latino pulcherrima significa “la più bella”. La stessa pianta è anche conosciuta come orgoglio delle Barbados (Barbados Pride) essendo il fiore nazionale dell’isola caraibica (compare infatti sulla bandiera personale della Regina Elisabetta II in veste di reggente delle Barbados). I nomi di una sola pianta possono essere numerosi e misteriosi. A volte sembrano impossibili scioglilingua e celano origini fra le più curiose. L’agapanto (Agapanthus), genere di piante erbacee perenni originarie del Sudafrica, deve il proprio nome alla combinazione delle due parole greche agàpe (amore) e àntos (fiore). I suoi fiori possono essere bianchi, blu-cielo o azzurri, e schiusi si presentano in una forma ad ombrello. L’agapanto fu una delle prime piante ad arrivare in Europa dal Sudafrica e fu inizialmente chiamato giglio blu o giacinto africano.

Il papavero ci è noto per la leggiadria della sua corolla, ma non tutti i fiori sono leggeri ed eleganti. Esistono fiori che sembrano sfidare la logica; pendendo dalle estremità di lunghi steli sottili, forme languide di pesanti petali cedono alla forza di gravità. Come quelli della Sarracenia flava, una pianta insettivora originaria del Nord America, che produce larghi fiori gialli inclinati verso terra. La denominazione flava (gialla) è dovuta proprio al colore dei suoi fiori.

La Thunbergia mysorensis, proveniente dall’India Settentrionale, ha fiori dall’appariscente forma ricurva che all’interno sono di un giallo acceso, mentre l’esterno varia dal marrone al rossiccio. Il suo dolce nettare serve da nutrimento a colibrì e altri nettarinidi (uccelli che si nutrono di nettare).

A una già vibrante o insolita colorazione si aggiungono spesso motivi che rendono il fiore ancora più vistoso. Alcuni rassomigliano a bersagli concepiti per attrarre creature in cerca di nettare. Altri, per lo stesso scopo, imitano i pattern che decorano la coraz-

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za di alcuni insetti. Così i fiori animano prati, giardini e boschi come una fanfara di folletti danzanti.

Spesso le bizzarre forme delle piante sono frutto di un’evoluzione volta alla protezione dei loro preziosi fiori, come nel caso della spettacolare Heliconia rostrata, nativa del Sud America. Lungo uno stelo centrale serpentinato si sviluppano fiori che rassomigliano a becchi di uccello. In realtà questa forma lucida, dal colore che cambia dal rosso al verde passando per il giallo, è una foglia specializzata, alla cui estremità crescono i veri fiori dal nettare dolce, nutrimento di vari uccelli ma specialmente di colibrì. Il genere Heliconia fu studiato dalla pioniera naturalista e pittrice tedesca Maria Sibylla Merian (1647-1717) durante la sua permanenza nel Suriname (1699-1701), all’epoca colonia olandese. Il fiore è infatti illustrato nel suo libro Metamorfosi degli insetti del Suriname (1705); studio sulle metamorfosi degli insetti e il loro rapporto con le piante.

La Crotalaria agatiflora, nativa di Tanzania e Kenya, ha un fiore color giallo limone con una specie di becco verde sporgente. La chiamano infatti anche Bird Flower (fiore uccello).

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Non solo becchi ma anche altre forme “animali” sono riproposte dalle piante. Curioso è il caso della specie Anigozanthos flavidus, nativa del sud-ovest dell’Australia, i cui boccioli a forma tubolare sono ricoperti da una fitta peluria rossastra, tanto da meritarsi il nome inglese di Kangaroo Paw (zampa di canguro). Una pianta, quindi, australiana a tutti gli effetti! Questa forma evocativa cambia quando le estremità dei boccioli si schiudono per mostrare i piccoli fiori dalla colorazione giallo-verde.

Lo Strongylodon macrobotrys ha fiori a forma di artiglio di un colore insolito che varia dal verde-blu al verde menta, a cui si deve la denominazione di Jade Vine (vite di giada). La forma, ma soprattutto il colore inusuale, di questa generosa pianta nativa dell’isola di Luzon nelle Filippine, la rendono una presenza fissa in molte serre del mondo. Doveva aver catturato anche l’attenzione del pittore Henri Rousseau, assiduo frequentatore delle serre del Jardin des plantes a Parigi. Se si guarda nell’angolo destro del suo quadro L’incantatrice di serpenti (Parigi, Musée d’Orsay), tra la rigogliosa vegetazione esotica pare proprio di scorgere un esemplare di Strongylodom macrobotrys in fiore.

Forme così bizzarre da ricordare quelle di creature marine si trovano in altre specie vegetali. A volte, da carnosi petali rosa sembra emergere un delicato corallo. In altri fiori, estremità tentacolari coperte da fitta peluria confondono e stuzzicano l’immaginazione. L’Anthurium scherzerianum, originario di Guatemala e Costa Rica, con la sua infiorescenza (spadice) attorcigliata che emerge dalla foglia (spata) rosso lacca e assomiglia quasi ad un tentacolo, sembra una creatura fantastica.

Se per alcuni fiori l’arma è l’illusione, per altri si direbbe sia la quantità. Ciò che inizialmente appare come un singolo fiore rivela poi la sua reale forma: un insieme di numerosi fiorellini sostenuto da una perfetta impalcatura di steli. È come osservare la via lattea, quando una forma indistinta è in realtà costituita da molte componenti minori, impercettibili all’occhio data la grande distanza. Un solo stelo può sostenere una tale abbondanza di fiori da non richiedere un profumo intenso per attrarre gli insetti.

L’abbondanza è la strategia dispiegata da alcune piante nella battaglia per la sopravvivenza. La Grevillea Rosmarinifolia, originaria dell’Australia, produce grappoli di fiori rossi o rosa ricchi di nettare. Anche la Hardenbergia violacea, un sempreverde comune in Australia, produce molti fiori riuniti in inflorescenze di colore viola, lilla, blu o bianco.

Piante e fiori sono in alcuni casi ritratti nei loro habitat naturali. Come le varie piante acquatiche tra cui la sudamericana Victoria amazonica, la cui larga foglia dai bordi

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all’insù è munita di una fessura da cui far defluire l’acqua piovana che rischierebbe di affondarla. Incontriamo anche piante abituate ad ambienti molto umidi, come le specie del genere Crocus, che crescono in zone come prati montani o terreni boschivi. Vediamo spesso i loro fiori emergere da suoli oscuri e fangosi, e farsi strada in superficie, bucando le foglie che li ricoprono. Così, candidi fiori bianchi con pistilli arancioni fanno mostra di sé su un tappeto bruno.

Le succulente vivono, al contrario, in habitat estremi: secchi, ventosi o freddi e aridi e sono altamente specializzate per potervi sopravvivere e proliferare. I meccanismi di adattamento sono molteplici e spesso ingegnosi. L’ingente consumo di energie e acqua necessario per produrre i fiori deve essere controbilanciato da strategie volte ad ottimizzare le possibilità di riprodursi con successo. Così, in caso di pioggia in arrivo, alcune succulente rivolgono verso terra i propri fiori in modo da mantenere il polline asciutto. Tra le succulente, la famiglia più nota è certamente quella delle Cactaceae, molte delle quali si caratterizzano per i loro bei fiori, grandi, vivacemente colorati e spettacolari, la cui delicatezza sembra spesso in contrasto con le minacciose spine che ricoprono il resto della pianta. Molti fiori di cactus appariscenti e dall’odore intenso fioriscono per una sola notte, attirando i loro impollinatori. Colore e odore sono le armi usate da queste piante per garantirsi la riproduzione in zone così inospitali da richiedere una sfida continua.

Molte delle fotografie di Giardini immaginari offrono infine uno scorcio della vita dei fiori nella loro temporalità, normalmente impercettibile all’occhio umano. Ci sono fasi o momenti nella vita di un fiore che solo l’esperto, il giardiniere, l’appassionato sanno cogliere e registrare. Tutti passano da timido germoglio a espressivo fi ore, ma molti attraversano una vera metamorfosi nel corso della loro esistenza, altri nel corso di un solo giorno. Qui li vediamo intenti a schiudersi o chiudersi, protendersi verso il sole o inchinarsi ed esso, fiorire o sfiorire. I fiori della magnolia, bianchi, delicati e voluttuosi, seccando mostrano la forma compatta e rigida dell’infruttescenza conica che contiene i semi.

Il genere Protea, il fiore nazionale del Sudafrica deve il suo nome a quello del dio greco Proteus, capace di cambiare continuamente forma. Il riferimento è alla grande varietà che contraddistingue sia la famiglia che il genere di queste piante. La Protea cynaroides è caratterizzata dalla grande infiorescenza che assomiglia ad un carciofo (ap-

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partenente al genere Cynara). Fotografato ancora chiuso o in corso di aprirsi, il fiore della Protea cynaroides, chiamata anche “gigante” o “reale”, si mostra in tutta la sua bellezza. Il bocciolo dischiudendosi rivela l’infl orescenza centrale incoronata da lunghe brattee (foglie modificate) di colore bianco, rosa, arancione o rosso.

O ancora incontriamo il Callistemon citrinus, particolare arbusto sempreverde australiano, i cui curiosi fiori, dapprima gomitoli chiusi, si esprimono in un’esplosione vibrante di stami rossi simili a tentacoli. La sua denominazione deriva dal greco kalli (bello) e stemon (stame), per l’abbondanza di stami, mentre le sue foglie hanno un leggero profumo di limone (da cui citrinus). Il nome inglese di questa pianta è Lemon Bottlebrush, perché i suoi fiori ricordano la forma di uno scovolino (appunto bottle brush). Sfogliando le pagine del libro, così come passeggiando per un giardino, assistiamo a trasformazioni inaspettate, sorprendenti ed ingegnose, che segnalano altrettante fasi più o meno passeggere nella vita delle piante.

Dei fiori fotografati colpisce a volte l’effi mera ricercatezza. Il fiore del Lysichiton camtschatcensis, originario del Nord-Est asiatico, presenta un’unica foglia bianca (spata) che avvolge l’inflorescenza (spadice) quasi come un’armatura. Il suo nome è composto dalle parole greche lysis (scioglimento) e chiton (corazza), dato che la spata appassisce subito dopo la fioritura. Nel dischiudersi la foglia svela sulla sua superficie interna l’impronta della rigida inflorescenza; quasi a guisa di un’attrice sul palcoscenico che getta indietro il suo mantello per rivelarsi in tutto il suo fascino. La bellezza di alcuni fiori è maggiormente apprezzabile proprio nel momento dello svelamento.

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Oltre le apparenze: un accenno ai profumi

Aldilà di ciò che mostrano, le fotografie alludono anche a tutta una serie di altre caratteristiche che rendono i fiori unici e distinti fra loro. Spesso il loro aspetto esteriore è carico della promessa di un ricco profumo contenuto al loro interno e pronto a diffondersi nell’aria che li circonda. Se, come accennato, vi sono fiori che non necessitano di una forte profumazione per attirare insetti ed altri impollinatori, certi combinano esuberanti forme e colori con profumi intensi e particolari, un vero concerto sensoriale!

L’Echinopsis candicans è una pianta appartenente alla famiglia delle cactacee e proveniente dall’Argentina. Produce numerosi grandi fiori, bianchi all’esterno e gialli all’interno; solitamente si schiudono di notte ed emanano un profumo descritto come particolarmente intenso. Leggermente profumati sono invece i fiori dell’Uvularia grandiflora, originaria degli Stati Uniti nord orientali. Grandi fiori gialli a forma di campana che pendono languidamente all’ingiù, portano con sé foglie e steli che si incurvano sotto l’effetto del loro peso.

La pianta a bulbo Muscari armeniacum, diffusa in boschi e prati del Mediterraneo orientale, ha piccoli fiori viola profilati di bianco a forma di ovulo e raccolti in spighe, che emanano un dolce profumo. Eleganti, sia nella disposizione che nel colore bluvioletto, i fiori di questa pianta spiccano in primavera in mezzo alla selva di foglie verdi slanciate e arcuate che li circondano.

In un aggrovigliarsi di sinuosi petali gialli e lunghi stami rossi, i fiori dell’Hedychium gardnerianum emanano il loro intenso profumo. Questa stravagante pianta è autoctona di India, Nepal e Bhutan.

Bellissimi e odorosissimi sono anche fiori e foglie della sudamericana Cleome hassle-

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riana. I suoi esuberanti fiori hanno quattro strani petali dalla forma allungata alla base e ampia all’estremità e lunghi stami sottili e sporgenti, tanto da assomigliare a zampe di ragno da cui il nome inglese della pianta Spider Flower (fiore ragno) o Spider Plant (pianta ragno).

Il messicano Cestrum fasciculatum ha grappoli di piccoli fiori tubolari dal vivace colore rosa carminio. Alcune varietà di Cestrum emettono una fragranza notturna che attrae impollinatori, specialmente le falene.

Nei giardini il profumo dei fiori si unisce spesso a quello di foglie ed erbe, che diffondono particolari fragranze quando sfiorate, calpestate o mosse dal vento. Oltre al profumo dei fiori infatti le piante sono in grado di produrre molti altri odori. Ancora non ci è chiara la ragione del profumo delle erbe aromatiche, anche se possiamo immaginare che svolga una ben precisa funzione necessaria alla vita della pianta.

La capacità che i profumi hanno di trasportare il visitatore in una sfera separata e quasi magica è stata compresa e sfruttata da giardinieri e progettisti di giardini sin dall’antichità. Visitando qualsiasi spazio verde, dominato da Natura selvaggia o coltivata, ci si accorge di come i profumi si alleino a colori, forme e suoni nell’incantare i nostri sensi.

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Intorno ai fiori. Guardando più in là

Come già abbiamo accennato, le fotografie raccolte qui sono state scattate in un gran numero di giardini, orti botanici e parchi europei. A testimonianza della varietà degli ambienti e contesti, troviamo nel libro immagini di strutture architettoniche e opere d’arte che caratterizzano quei luoghi, ideati a loro tempo per soddisfare esigenze e desideri di reali ed aristocratici, ma oggi accessibili ad un più vasto pubblico di estimatori, appassionati e curiosi. A parchi e giardini si uniscono gli orti botanici, la cui storia ha inizio già dal Seicento.

Architetture e arti plastiche punteggiano gli spazi verdi in modo armonioso e a volte spettacolare. I riferimenti alla storia, alla mitologia, alla sfera del fantastico e del sacro sono espressi in tempietti, scalinate, fontane, gruppi scultorei e così via.

I soggetti zoomorfi sono ricorrenti. Un elegante cervo adagiato al suolo fa parte del paesaggio dei giardini settecenteschi di Bowood House a Calne (Wiltshire, Inghilterra). Fantasiose fontanelle a forma di volatili e giochi d’acqua decorano il parco “barocco” del castello di Schwetzingen (Baden-Württemberg, Germania).

Diffusi riferimenti alla mitologia si trovano ad esempio nel giardino dell’ottocentesca

Villa Durazzo Pallavicini (Genova Pegli). In mezzo ad un lago sorge il Tempietto di Diana circondato da quattro statue di creature acquatiche antropomorfe. Questi tritoni, per metà uomini e metà cavalli marini, sembrano fungere da silenti spettatori della vita del giardino. Nel mentre, un airone passeggero si guarda attorno; il tutto in una cornice di cedri e faggi penduli.

L’elemento mitologico cede il passo al grottesco nelle decorazioni scultoree del parco di Villa Palagonia a Bagheria (nei pressi di Palermo), realizzato nel XVII secolo per il

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Principe Francesco Ferdinando Gravina Cruyllas. Qui i pilastri degli ingressi ed il muro di cinta sono sormontati da statue scolpite nel tufo che rappresentano animali fantastici e figure antropomorfe, insieme a gnomi, cavalieri e dame.

Serre e orangerie, tenute, ville, castelli, padiglioni e labirinti, partecipano alla bellezza del verde che li avvolge. Spesso una parete a vetrate può servire da supporto ad una pianta rampicante, in un’armoniosa compenetrazione tra elementi naturali e artificiali. All’effetto scenografico contribuiscono gli alberi fioriti, come i rododendri – qui ritratti negli affascinanti Lost Gardens of Heligan (Pentewan, St. Austell, Cornovaglia). C’è anche chi si è divertito a nascondere una scultura in mezzo a un’aiuola di iris. Nel giardino di Villa Taranto a Pallanza, un uomo di pietra sembra farsi strada tra i bei fiori viola (Iris germanica). Una deliziosa scoperta!

Esistono innumerevoli esempi di giardini e parchi nei quali espressioni di vita e creatività umana, animale e vegetale si accompagnano e compenetrano, in una sinfonia che coinvolge i sensi, l’intelletto e la fantasia. Forse il modo migliore per apprezzare e assaporare le meraviglie che un giardino ha da offrire è passeggiare, girovagare a volte fino a perdersi nella natura. Proprio come fa il fotografo sempre alla ricerca del punto di vista ideale o della giusta luce. Dentro e fuori da roseti, giardini segreti, labirinti, serre e molto altro ancora.

Le serre di vari tipi, private o pubbliche, piccole o grandi, solide o leggiadre - anticamente in mura tura e poi sempre più spesso costruite in ferro e vetro - occupano un posto speciale in questa ricerca: grazie ai particolari microclimi creati al loro interno, le più esotiche e rare varietà di specie vegetali sono offerte allo studio e alla nostra curiosità.

Proprio come in una serra è sufficiente attraversare una porta per trovarsi in un ambiente e in un clima completamente diversi, così scorrendo le pagine di Giardini immaginari incontriamo una di fianco all’altra varietà di piante e fiori dalle provenienze e caratteristiche più disparate. Gli accostamenti fra specie, generi ed esemplari che compongono il libro non seguono infatti logiche di tipo spazio-temporale, ma se una logica c’è è quella asservita alla ricerca della bellezza.

Sentiamo sempre dire che la bellezza è cosa soggettiva, che risiede nell’occhio di chi guarda. Ebbene, in questo libro ce n’è per tutti gli occhi, i gusti e le sensibilità. Se la bellezza è un’idea fuggevole, le fotografie che compongono Giardini immaginari sem-

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brano carpirla e metterla a disposizione del lettore-esploratore intento ad inseguire il proprio giardino dell’immaginazione.

Passeggiare per giardini, parchi, boschi, e godere della compagnia della Natura sarà sempre fonte di ispirazione per poeti, pittori, filosofi, pensatori e appassionati. Quante indimenticabili poesie sono nate proprio dal contatto o dall’osservazione attenta e paziente della Natura, della vita di fiori e insetti, o dell’azione di sole, vento e pioggia su foglie, fiori, alberi e suolo.

Tutte le stagioni, siano esse ridenti, melanconiche, sommesse, ricche di auspici o di ostacoli, hanno saputo ispirare il pennello dei pittori o la penna degli scrittori. Il giardino è anche luogo intimo, di raccoglimento, dove la meditazione si unisce alla cura delle piante. Esempio classico è il caso di Claude Monet (1840-1926), che coltivò e dipinse fiori con grande passione e dedizione lungo tutto il corso della sua vita.

Interessante da notare qui è l’opera della pittrice americana Georgia O’Keeffe (18871986) alla quale si deve una lunga serie di sensuali primi piani di fiori, proposti su tele di notevoli dimensioni, la cui intimità può ricordare quella delle fotografie qui raccolte.

Ogni epoca ha creato i propri giardini. Ne sono esistiti di aperti, chiusi, accessibili, segreti, ordinati, selvaggi, selvatici, manieristi, barocchi, paesaggistici, eclettici, vittoriani, modernisti, formali, naturalisti e ancora giardini d’artista, giardini contemporanei e così via. Tutti sono il frutto di una visione, un viaggio, un’avventura, un po’ come i Giardini immaginari di Angelo Sganzerla.

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I don’t know if it happens to you, but when I find myself in these greenhouses and I see the strange plants coming from exotic countries I feel as if in a dream. I really feel a different man.

Most people in the city rush around so, they have no time to look at a flower. I want them to see it whether they want to or not.

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Between enchantment and seduction: exploring imaginary gardens

“Having spent many years telling the history of botanical illustration, I found myself, with a camera around my neck, retracing the same steps of the first passionate illustrators of plants, the knowledge of which became more and more intriguing and vast, thanks to the great journeys of discovery.

Traveling along beaten tracks as well as to little known corners of Europe, my work and passion have lead me to visit many of the most beautiful gardens and greenhouses of the Old Continent. I have been able to see, smell and photograph collections which comprise plants with different origins and histories. Plants, flowers and fruits gathered from all corners of the globe which simply await to be admired. And with my camera all I had to do was photograph them, fascinated as I was by the variety of their shapes, colours and scents.

If a photo can capture beauty, what it cannot tell us is what emerges from scientific investigation and botanical knowledge. Plants are living beings, sensitive and intelligent. Not just beautiful then, but also rich in hidden and fascinating qualities”.

With these words Angelo Sganzerla describes the journey that led to the making of this book, Imaginary Gardens. Through a sequence of close ups of flowers, panoramas of gardens and details from the life that animates these places, the book offers the opportunity to create an imaginary and dreamlike space. One that may gather all the most beautiful things we can see if we take the time to observe that buzzing vitality which is the true soul of a park, or the mysterious, almost suspended, atmosphere of a greenhouse.

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Special attention is devoted here to flowers. Photography captures their spectacular shapes, varied colours and infinite shades so vividly they stimulate our senses. Accompanying the flowers are those natural, artistic and architectonic elements that we often encounter in gardens and which weave a dense dialogue of shapes and colours with the plants.

Imaginary Gardens are made of light structures, wings beating, soft furs and rough trunks. The bird songs mix with the rustle of the leaves, the roar of the rain, the murmur of the water in a fountain. Here, a white peacock shows off from a branch, there, a Dama dama stares at us nestled on a carpet of damp leaves.

Rather than a book on Botany or on the vast collections of European gardens, Imaginary Gardens is a journey through images. The photographer walks, searches, discovers and by doing so collects dozens of vivid shots that attest to his path through the beauty of nature. Beauty is the key that allows access to these imaginary and imaginable gardens. The gaze and sensitivity of the creative, the photographer, passionate observer and collector of plants, translate beauty into variety, multiplicity, specificity,

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fl exibility, adaptability, precariousness, ingenuity but also strength, elegance, grace, simulation and dissimulation, specialisation and perfection.

As visitors of Imaginary Gardens we are invited to perceive that the appreciation of the beauty of flowers can inspire a deeper reflection on the importance of plants for our survival and well-being. If we stop and observe we are also driven to meditate on present and pressing concerns regarding our relationship with nature. The beauty of plants is combined with strength and frailty and brings with it awareness, respect and humility. In a new book entitled Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale (Giunti Editore, 2013), Stefano Mancuso and Alessandra Viola consider the outcome of recent studies and reflect on the concept of ‘intelligence’ as the ability to put in place strategies. Mancuso and Viola follow the path initiated by Charles Darwin with the same passion that moved the great naturalist.

In his 1880 book The Power of Movement in Plants , focusing especially on the behaviour of the tip of the root, Darwin laid the foundations for an investigation of plants’ ability to solve problems, face obstacles, find water and so on.

For what concerns the Angiospermae, flowering plants (the name derives from the Greek words angéion , casing and spérma , seed), it can be observed - with much simplification - that shapes, colours and scents of the flowers represent with their variety as many responses to the ‘problem’ of pollination and hence reproduction.

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Flowers photographed, flowering photos

If beauty means variety, this is expressed in a myriad ways. Flipping though page after page of the book, our eye and our imagination travel in a world at once real and evocative. Plants, the beings that have existed since the dawn of life on Earth, have adapted through the ages, perfecting those qualities that now seduce our gaze. They have developed amazing strategies to help them reproduce and survive. Their colours and scents attract insects and other pollinators, establishing a trade between vegetable and animal kingdom: nectar is offered in exchange for pollination. While there are flowering plants that rely on the wind for their pollination, others rely on their berries, which birds feed on, to colonize vast territories. Amongst the fl owers photographed here some belong to rare species and genera, impossible to see in Europe outside a greenhouse, while others may seem more familiar. Close-ups allow to show strange and hidden details of the mysterious exotic flowers and domestic varieties alike. How many of us will be able to identify the elegant white flower with long purple-red stamens? It is the flower of the caper bush, well known for the aromatic taste of its buds, which we eat before they blossom, depriving ourselves of their beauty.

While some flowers strike us with the intensity of their colour, this is often combined with a multitude of other characteristics. Leaves, petals, stamens and stems vary in shape, weight, number, texture, surface and obviously colour. Petals can be smooth, velvety, papery, humid, compact, fl uttering, wrinkly, glassy, fl eshy, plissé, curled up, disheveled, variegated, brushed, minimalist, eccentric, flamboyant...Stamens and filaments can be thin, full-bodied, straight, curved, thick, elastic, rigid, stretched out, bent, twisted, tidy, tangled...Stems are erect, curved, sinuous, undulating ... Leaves

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may be rounded, lobed, tapered, swollen, pointed, ridged...

Long red stamens distinguish the flower of Calliandra haematocephala , native to Bolivia. Caesalpinia pulcherrima (a ornamental shrub) has orange and yellow flowers with long tufts of scarlet stamens. For this reason it is also known as Flower of Paradise or Peacock Flower. The genus name Caesalpinia was created by Linnaeus in honour of the sixteenth-century Italian botanist Andrea Cisalpino; while the Latin pulcherrima means ‘the most beautiful’. The same plant is also called Barbados Pride since it is the national flower of the Caribbean island (it even appears on the personal flag of Queen Elisabeth II as Regent of Barbados). The names of a single plant can be numerous and peculiar. Sometimes they resemble tricky tongue twisters and conceal the most curious origins. The name of Agapanthus, a genus of perennial herbaceous plants native to South Africa, derives from the Greek words agàpe (love) and àntos (flower). Its flowers can be white, blue or light blue, and once open they have a sort of umbel shape. Agapanthus was one of the first plants to arrive to Europe from South Africa and it was initially called Blue Lily or African Hyacinth.

Poppies have light graceful petals, but not all flowers are elegant and discreet. There are flowers that seem to defy logic; upon long slender stems, languid forms of heavy petals conform to gravity. Like those of Sarracenia flava, a North American insectivorous plant, which has large dangling yellow flowers. The name flava (yellow) derives from the colour of the flowers.

The flowers of Thunbergia mysorensis, originally from Northern India, have a striking curved shape; they are bright yellow inside and vary from brown to reddish outside. Hummingbirds and other birds who drink nectar feed on the plant’s sweet treasure. Sometimes a vibrant colour is combined with motifs that render the flower even more noticeable. Some resemble targets made to attract animals in search of nectar. Others, for the same reason, imitate the patterns of insect shells. Flowers thus enliven meadows, gardens and woods like a fanfare of fairies dancing.

The bizarre shapes of plants are often the result of evolution aimed at the protection of their precious flowers; as in the case of the spectacular Heliconia rostrata, native to South America. Down a central serpentine stem sprout beak-like flowers. This shiny red, yellow and green shape, is a specialised leaf at the tip of which grow the real flowers. With their sweet nectar they nourish hummingbirds and others. The genus Heliconia

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was studied by German pioneer naturalist and painter Maria Sibylla Merian (16471717) during her stay in Suriname (1699-1701), at the time a Dutch colony. She illustrated the flower in her book Metamorphosis of the Insects of Suriname (Metamorphosis insectorum Surinamensium, Amsterdam, 1705 - a study of the metamorphosis of insects and their relationship with plants).

Crotalaria agatiflora, native to Tanzania and Kenya, makes lemon yellow flowers with a sort of protruding beak. It is also called Bird Flower.

Not only beaks but also other ‘animal’ shapes are evoked in those of plants. Anigozanthos flavidus, from south-western Australia, has tubular, densely hairy buds to which it owes the name Kangaroo Paw. A truly Australian plant! Its appearance is modified when small yellow-green flowers appear at the tip of the buds.

The flowers of Strongylodon macrobotrys are claw-shaped and their colour can vary from blue-green to mint green - it is also known as Jade Vine. The unusual shape and above all the colour of this generous plant (native to the island of Luzon in the Philippines) contribute to it being a stable presence in greenhouses worldwide. It must have also captured the attention of French painter Henri Rousseau, who paid frequent visits to the Jardin des plantes in Paris. If we look in the right corner of his Snake Enchantress (Paris, Musée d’Orsay), amongst the rich exotic vegetation we can make out a Strongylodon macrobotrys in flower.

Other plants resemble with their bizarre shapes those of marine creatures. Here, from fleshy red petals appears a delicate ‘coral’, there, hairy tentacles tease our imagination.

Anthurium scherzerianum, native to Guatemala and Costa Rica, with its curled up flower (spadix) emerging from the lacquer red leaf (spate) similar to a tentacle, looks like an imaginary creature.

Some flowers use illusion as a weapon, while others rely on numbers. What may at first sight appear as a single flower is in reality a great quantity of small flowers supported by a perfect framework of stems. It is a bit like looking at the milky way, a blurry entity made up of many smaller components, imperceptible to the eye because of the great distance. A single stem can support an abundance of flowers and does not require an intense fragrance to attract insects.

Abundance is the strategy deployed by some plants in the battle for survival. Grevillea rosmarinifolia, native to Australia, produces clusters of pink or red flowers rich in nectar.

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Also Hardenbergia violacea, an evergreen common in Australia, produces many flowers clustered in inflorescences of purple, lilac, blue or white.

Plants and flowers are sometimes portrayed in their natural habitats. As the various aquatic plants including the South American Victoria amazonica, whose broad leaf with edges turned upward is equipped with a fissure from which to drain the rainwater that might sink it. We also encounter plants that are accustomed to very humid environments, such as the species of the genus Crocus, which grow in areas such as mountain meadows or woodland. We often see their flowers emerge from dark and muddy soils, and work their way to the surface, puncturing the leaves that cover them. Thus, candid white flowers with orange pistils appear on a brown carpet.

Succulent plants live on the contrary in extreme habitats: dry, windy or cold and arid, and are highly specialised to be able to survive and proliferate there. Their mechanisms of adaptation are multiple and often ingenious. The massive consumption of energy and water needed to produce flowers must be balanced by strategies aimed at optimising the chances of reproducing successfully. Thus, in the case of potential rain, some succulents turn their flowers downwards in order to keep their pollen dry. The best known family of succulent plants is certainly that of cacti, many of which are characterised by their beautiful flowers, large, brightly coloured and spectacular, the gentleness of which often seems at odds with the menacing thorns that cover the rest of the plant. Many cactus flowers, showy and strong smelling, bloom for one night only and attract their pollinators. Colour and scent are the weapons used by these plants to ensure their reproduction in areas so inhospitable as to pose an ongoing challenge.

Finally, many of the photographs of Imaginary Gardens offer a glimpse into the life of the flowers in their temporality, imperceptible to the human eye. There are stages or moments in the life of a flower that only the expert, the gardener, enthusiast are able to catch and record. They may all go from shy bud to expressive flower, but many undergo a real metamorphosis in the course of their existence, or even through a single day. Here we see them blossoming or closing, reaching out towards the sun or bowing to it, flourishing or withering. Magnolia flowers are white, delicate and voluptuous, but once dried they unveil the compact and rigid shape of the cone containing the seeds.

The genus Protea, the national flower of South Africa, owes its name to the Greek god Proteus, able to constantly change shape. The reference is to the great variety which

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distinguishes both the family and the genus of these plants. Protea cynaroides is characterised by large flowers that resemble artichokes (the latter belong to the genus Cynara). Photographed still closed or opening, the flower of Protea cynaroides, also called Giant or Royal, shows itself in all its beauty. The opening bud reveals the central inflorescence crowned by long bracts (modified leaves) of white, pink, orange or red.

Callistemon citrinus, an interesting Australian evergreen shrub, has flowers that at first look like closed balls but then burst in an explosion of vibrant red tentacle-like stamens. Its name derives from the Greek kalli (beautiful) and stemon (stamen), for the abundance of stamens, while the leaves have a slight lemon scent (hence citrinus). The common name Lemon Bottlebrush, derives from the brush-shape of its flowers. As we leaf through the pages of the book - a bit like when we walk in a garden - we witness unexpected transformations, surprising and ingenious, signalling as many transitory phases in the life of plants.

Of the flowers shown here some strike us in their ephemeral refinement. The flower of Lysichiton camtschatcensis, originally from North-East Asia, has a single white leaf (spathe) that wraps around the inflorescence (spadix) almost like an armour. Its name is composed of the Greek words lysis (dissolution) and chiton (armour) since the spathe withers immediately after flowering. In unfolding, the leaf reveals on its inner surface the imprint of the hard inflorescence - almost like an actress on stage, throwing back her cloak to reveal all her beauty. The beauty of some flowers is most apparent at the very moment of unveiling.

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Beyond appearances: a note on perfumes

Beyond what they can show, the photographs also allude to a whole series of other characteristics that make the flowers unique and distinct from each other. Often their appearance is charged with the promise of a rich perfume contained within them and ready to spread to the air around them. If, as mentioned, there are flowers that do not need a strong scent to attract insects and other pollinators, others combine exuberant shapes and colours with intense perfumes, a true concert for the senses!

The Argentinian Echinopsis candicans belongs to the cacti family. It produces numerous large flowers, white on the outside and yellow inside; they usually open at night and give off a scent described as particularly intense. The flowers of Uvularia grandiflora (native to the North Eastern United States) are slightly fragrant. Large bellshaped yellow flowers that hang languidly downward, bring with them leaves and stems that bend under the effect of their weight.

The bulbous plant Muscari armeniacum, common in woods and meadows of the eastern Mediterranean, has small purple flowers with white profiles, egg shaped and collected in spikes, which release a sweet scent. Elegant both in their disposition and their violet-blue colour, during Spring the flowers of this plant stand out in the midst of the multitude of slender arched leaves surrounding them.

In a tangle of winding yellow petals and long red stamens, the flowers of Hedychium gardnerianum give off their intense fragrance. This extravagant plant is native to the India, Nepal and Bhutan.

Beautiful and intensely odorous are also flowers and leaves of the South American Cleome hassleriana. Its exuberant flowers have four curiously shaped petals - paper thin

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with elongated tips and wide at the base - paired with long protruding stamens, resembling spider legs (the plant’s common names are Spider Flower or Spider Plant).

The Mexican Cestrum fasciculatum has clusters of small tubular flowers in vibrant carmine pink. Some varieties of Cestrum emit a fragrance that attracts nocturnal pollinators, especially moths.

The scent of flowers in the garden is combined with that of leaves and herbs that spread special fragrances when they are touched, stepped on or stirred by the wind. Indeed in addition to the perfume of flowers, plants are able to produce many other scents. Yet there is no clear explanation for the scent of aromatic herbs, although we can imagine it performs a very specific function necessary to the life of the plant.

The ability that perfumes have to transport the visitor into a separate almost magical sphere has been understood and exploited by gardeners and garden designers since Antiquity. Visiting any green space, dominated by wilderness or cultivation, one realises how the scents ally with colours, shapes and sounds charming our senses.

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Around flowers. Looking further

As previously mentioned, the photographs collected here were taken in a large number of botanical gardens and parks in Europe. As evidence of the variety of environments and contexts, the book includes images of architectural structures and works of art that characterise the places visited. Once designed in order to meet the needs and desires of Royals and aristocrats, they are now accessible to a wider audience of connoisseurs and enthusiasts. Private parks and gardens but also public botanical gardens, whose history began as early as the Seventeenth century.

Buildings and decorative elements dot the green spaces in harmonious and at times spectacular ways. References to History, mythology, the realm of the fantastic and the sacred are expressed in tempietti, stairways, fountains, sculptural groups and so on.

Zoomorphic subjects are common. An elegant deer lying on the ground is part of the landscape of the eighteenth-century gardens of Bowood House in Calne (Wiltshire, England). Fanciful fountains in the shape of birds and other water works decorate the ‘Baroque’ park of the Castle of Schwetzingen (Baden-Württemberg, Germany).

References to mythology are found for example in the nineteenth-century garden of Villa Durazzo Pallavicini (Genoa Pegli). In the middle of a lake rises the small temple of Diana surrounded by four anthropomorphic statues of aquatic creatures. These mermen, half man and half sea-horse, seem to act as silent spectators of life in the garden. Meanwhile, a passenger heron looks around, all in a setting of cedars and weeping beeches.

The mythological element gives way to the grotesque in the sculptural decorations of the park of Villa Palagonia (Bagheria, near Palermo), built in the Seventeenth century

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for Prince Ferdinando Francesco Gravina Cruyllas. Here, the pillars of the entrances and the outer wall are surmounted by statues carved in tufa representing fantastic animals and anthropomorphic figures, together with gnomes, knights and ladies.

Greenhouses and orangeries, along with estates, villas, castles, halls and mazes, participate in the beauty of the green that surrounds them. Often a glass wall can serve as a support for a climbing plant, in a harmonious intermingling of natural and artificial elements. To the scenographic effect contribute the flowering trees, such as rhododendrons - here portrayed in the fascinating Lost Gardens of Heligan (Pentewan, St. Austell, Cornwall). Someone had fun hiding a sculpture in the middle of a bed of irises. In the garden of Villa Taranto in Pallanza, a man of stone seems to make his way through the beautiful purple flowers (Iris germanica). What a delightful discovery!

There are countless examples of gardens and parks in which expressions of human, animal and vegetal creativity accompany each other in a symphony that strikes the senses, the intellect, the imagination. Perhaps the best way to appreciate and enjoy the wonders that a garden has to offer is to walk, to wander sometimes up to the point of getting lost in nature. Just as the photographer does, always looking for the ideal point of view or for the perfect light. In and out of rose gardens, secret gardens, mazes, greenhouses and much more.

Greenhouses of various kinds, private or public, large or small, solid or gracefulanciently built of masonry and then more and more often of iron and glass - occupy a special place in this search. It is thanks to the special microclimates created within them that the most exotic and rare varieties of plant species are made available for study and offered to our curiosity.

A bit like in a greenhouse, where we simply need to go through a door to find ourselves in a completely different environment and atmosphere, so flicking through the pages of Imaginary Gardens we meet one beside the other varieties of plants and flowers of many different origins and characteristics. The mix between species, genera and specimens that makes up the book does not follow the logic of space and time, but rather that of the pursuit of beauty.

We are always told that beauty is subjective, that it lies in the eye of the beholder. Well, in this book there is something for every eye, taste and sensibility. If beauty is a fleeting idea, the images that make up Imaginary Gardens seem to seize it and make it

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available to the reader-explorer intent in pursuit of his own garden of the imagination. Strolling through gardens, parks, forests, and enjoying the company of Nature will always be a source of inspiration for poets, painters, philosophers, thinkers and enthusiasts. How many unforgettable poems were born out of the contact with or the careful observation of Nature, of the life of flowers and insects, or of the action of sun, wind and rain on leaves, flowers, trees and soil.

All seasons, whether they are lively, melancholic, subdued, full of hopes or obstacles, have inspired painters and writers. The garden is also a intimate place for contemplation, where meditation is combined with the care of plants. A classic example is the case of Claude Monet (1840-1926), who cultivated and painted fl owers with passion and commitment throughout his life.

Interesting to note here is the oeuvre of American painter Georgia O’Keeffe (18871986) to whom we owe a long series of sensual close-ups of flowers, realised on canvases of considerable size, whose intimacy may recall that of the photographs collected in this book.

Every age has created its own gardens. They can be open, closed, accessible, secret, ordered, wild, savage, Mannerist, Baroque, landscaped, eclectic, Victorian, Modernist, formal, naturalist and even artist gardens, contemporary gardens and so on. All are the result of a vision, a journey, an adventure, a little like the Imaginary Gardens of Angelo Sganzerla.

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Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Dott. Virgilio Piatti e il Dott. Tiziano Bianchi per la preziosa collaborazione nella corretta definizione dei nomi botanici. Ringrazio inoltre Isa Pasquale, Valeria Falcone, Chris Boulden e Maria Del Punta per il loro affettuoso contributo.

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Indice - Index

Isoplexis canariensis - Scrophulariaceae Copertina - Cover

Clianthus puniceus - Fabaceae 1

Dillenia suffruticosa - Dilleniaceae 2

Echinopsis - Cactaceae 3

Eucharis amazonica - Amaryllidaceae 4

Motacilla alba - Motacillidae 5

Crocus - Iridaceae 6

Fulham Palace garden, London 7

Begonia parilis - Begoniaceae 8

Gladiolus - Iridaceae 10

Vireya rhododendrons - Ericaceae 12

Geopelia cuneata - Columbidae 13

Cestrum aurantiacum - Solanaceae 14

Aquilegia chrysantha - Ranuncolaceae 15

Heliconia guyana - Heliconiaceae 16

Dahlia - Compositae 17

Pentas lanceolata - Rubiaceae 18

Pavo cristatus - Phasianidae 19

Xerochrysum bracteatum - Asteraceae 20

Protea cynaroides - Proteaceae 21

Palmen Garten, Frankfurt 22

Hyacinthus - Hyacinthaceae 25

Lonicera - Caprifoliaceae 26

Uvularia grandiflora - Colchicaceae 27

Reggia di Caserta 28

Nymphaea - Nymphaeaceae 29

Campanula - Campanulaceae 30

Papaver aurantiacum - Papaveraceae 33

Aphelandra schiedeana - Acanthaceae 34

Sciurus carolinensis - Sciuridae 35

Cistus - Cistaceae 36

Asclepias fructicosa - Apocynaceae 39

Rehmannia elata - Scrophulariaceae 41

Echeveria - Crassulaceae 42

Caesalpinia pulcherrima - Fabaceae 43

Magnolia - Magnoliaceae 44

Zosterops poliogaster - Zosteropidae 46

Arum - Araceae 47

Nepenthes - Nepenthaceae 48

Magnolia - Magnoliaceae 49

Agapanthus - Liliaceae 50

Muscari armeniacum - Liliaceae 51

Isola Bella, Stresa (NO) 53

Salpiglossis - Solanaceae 54

Birmingham Botanical Gardens, West Midlands 56

Pseudogaltonia clavata - Liliaceae 57

Leucadendron salignum - Proteaceae 58

Protea cynaroides - Proteaceae 59

Agave - Agavaceae 60

Hosta - Asparagaceae 62

Mydrangea - Hydrangeaceae 63

Euphorbia - Euphorbiaceae 64

Papaver orientale - Papaveraceae 65

Grevillea johnsonii - Proteaceae 66

Giardino Pallavicini Durazzo, Genova Pegli 67

Villa Della Porta Bozzolo (FAI), Casalzuigno (VA) 68

Hibiscus - Malvaceae 70

Villa Gamberaia, Settignano (FI) 72

Peonia - Peoniaceae 73

Helleborus orientalis - Ranuncolaceae 74

Pelophylax esculentus - Ranidae 75

Cornus capitata - Cornaceae 77

Cleome hassleriana - Cleomaceae 78

Paeonia - Paeoniaceae 80

Sophora howinsula - Fabaceae 82

Narcissus - Amaryllidaceae 83

Singleton park, Swansea, West Glamorgan 84

Theobroma cacao - Sterculiaceae 87

Jardin Majorelle, Marrakech 89

Capparis spinosa - Capparaceae 90

Hardenbergia violacea - Leguminose 93

Trichocereus - Cactaceae 94

Royal Greenhouse, Laeken, Bruxelles 95

Villa Palagonia, Bagheria (PA) 97

Acanthocalycium spiniflorum - Cactaceae 99

Aquilegia - Ranuncolaceae 100

Margam Park, Port Talbot, Wales 101

Zingiber spectabile - Zinzinberaceae 102

Kopenhagen Botanisk Have 103

Schaveria calycotricha - Acanthaceae 104

Lysimachia phyllocephala - Primulaceae 105

Nuphar Lutea - Nymphaeaceae 106

Liriodendron - Magnoliaceae 107

Nimphaea - Nimphaeaceae 108

Giardino Pallavicini Durazzo, Genova Pegli 110

Utricularia reniformis - Lentibulariaceae 111

Orangerie Hofgarten, Würzburg, Baviera 112

Hosta glauca - Asparagaceae 114

Crotalaria agatiflora - Fabaceae 115

Bauhinia variegata - Fabaceae 116

Chatsworth garden, Bakewell, Derbyshire 117

Leucospermum cordifolium - Proteaceae 118

Leucospermum cordifolium - Proteaceae 119

Montacute House, The National Trust, Yeovil, Somerset 120

Bowood House, Calne, Wiltshire 121

RHS Garden Wisley, Guildford, Surrey 122

Nymphaea - Nymphaeaceae 123

Cedrus libani - Pinaceae 124

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Aechmea warasii - Bromeliaceae 126

Fritillaria imperialis - Liliaceae 127

Gardenia jasminoides G. Ellis - Rubiaceae 128

Lysichiton camtschatcensis - Araceae 129

Cereus validus - Cactaceae 130

Heliconia stricta - Heliconiaceae 131

Chiswick Garden, London 132

Scilla natalensis - Hyacinthaceae 133

Cestrum fasciculatum - Solanaceae 134

Tillandsia cyanea - Bromeliaceae 135

Vigna caracalla - Fabaceae 136

Hoya (purpureo fusca) - Asclepiadaleae 137

Nymphaea - Nymphaeaceae 138

Aloe arborescens - Aloaceae 140

Erythrina crista - galli - Fabaceae 141

Anemone Hupehensis - Ranuncolaceae 142

Begonia - Begoniaceae 143

Pavo cristatus - Phasianidae 144

Tumbergia grandiflora - Acantacee 145

Magnolia - Magnoliaceae 146

Magnolia stellata - Magnoliaceae 147

Magnolia - Magnoliaceae 148

Sarracenia flava - Sarraceniaceae 149

Nymphaea alba - Nymphaeaceae 150

Bougainvillea - Nyctaginaceae 152

Ipomoea carica - Convolvulaceae 153

Syon Park, London 154

Aquilegia - Ranunculaceae 155

Reggia di Caserta 156

Anigozanthos - Haemodoraceae 158

Callistemon citrinus - Myrtaceae 159

Strongylodon macrobotrys - Fabaceae 160

Schloss Schwentzingen, Baden-Württemberg 161

Alyogyne huegelii - Malvaceae 162

Wisteria sinensis - Fabaceae 163

Iris - Iridaceae 164

Eremitage, Bayreuth 165

Abutilon - Malvaceae 166

Ixora coccinea - Rubiaceae 167

Genista florida - Leguminoseae 168

Iris - Iridaceae 169

Rhododendron - Ericaceae 170

The Lost Gardens of Heligan, Pentewan, St. Austell, Cornwall 171

Erytrochiton brasiliensis - Rutaceae 172

Narcissus - Amaryllidaceae 173

Alcea rosea - Malvaceae 174

Schinus molle - Anacardiaceae 175

Pulsatilla vulgaris - Ranunculaceae 176

Brunfelsia pauciflora macracanta - Solanaceae 177

Neoregelia johannis - Bromeliaceae 178

Cobaea - Polemoniaceae 179

Dama dama - Cervidae 180

Crocus niveus - Iridaceae 181

Acer - Aceraceae 182

Thumbergia Mysorensis - Acanthaceae 183

Echium wildpretii - Boraginaceae 184

Araucaria - Araucariaceae 186

Villa Taranto, Pallanza (NO) 187

Clerodendrum thomsoniae - Verbenaceae 188

Calliandra haematocephala - Fabaceae 189

Fuchsia - Onagraceae 190

Dahlia - Asteraceae 191

Victoria amazonica - Nymphaeaceae 192

Fringilla coelebs - Fringillidae 194

Aeonium arboreum - Crassulaceae 195

Scadoxus cinnabarinus - Amarillidaceae 196

Heliconia rostrata - Heliconiaceae 197

Nidularium - Bromeliaceae 198

Anthurium scherzerianum - Araceae 199

Kalanchoe lateritia - Crassulaceae 200

Barlettina sordida - Asteraceae 202

Giardino Rosy Pucci, Pantelleria 203

Erysimum cheiri - Cruciferae 204

Berberis darwinii - Berberidaceae 205

Primula veris L. - Primulaceae 206

Juanulloa aurantiaca - Solanaceae 208

Kniphofia uvaria Sin. Tritoma - Liliaceae 209

Nymphaea alba - Nymphaeaceae 210

Encephalartos arenarius - Zaminaceae 212

Erithacus rubecula - Turdidae 213

Villa S. Remigio, Pallanza (NO) 214

Clianthus puniceus “Albus” - Fabaceae 215

Parodia magnifica - Cactaceae 216

Encephalartos - Zamiaceae 217

Solanum bonariense - Solanaceae 218

Salpiglossis - Solanaceae 220

Papaver - Papaveraceae 221

Haemanthus albiflos - Amaryllidaceae 222

Orontium aquaticum L. - Araceae 223

Aphelandra sinclairiana - Acanthaceae 224

Aphelandra sinclairiana - Acanthaceae 225

Hibiscus - Malvaceae 226

Hedychium gardnerianum - Zingiberaceae 227

Chatsworth Garden, Bakewell, Derbyshire 228

Ribes sanguineum - Grossulariaceae 229

Agave bracetosa - Arecaceae 230

Cistus purpureos - Cistaceae 232

Giardino di Boboli, Firenze 233

Camelia Japonica - Theaceae 234

Hebe macracantha - Plantaginaceae 237

Banksia speciosa - Proteaceae 238

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IDEAZIONE E GRAFICA: ANGELO SGANZERLA

Fotolito e composizione: Actualtype Srl

Stampa: Grafiche Zanini, Bologna

Stampato su carta Gardapat Kiara

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell’Editore.

I Edizione

© 2013 L’Erbolario, Lodi - © 2013 per le fotografie: Angelo Sganzerla

Edizione fuori commercio

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