Riss(e) n°3, graphic design Alessandro Di Pietro

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Non c’è etica senza riattribuzione del senso e non c’è senso senza ripensamento del valore del fare. Riss(e ) nasce così. Oggi la realtà è talmente cruda da non consentire perbenismi. Dunque un terreno di confronto fuori dai limiti. E poi “Riss” in tedesco è “fessura”, “crepa”, “squarcio”; e dalla crepa entra la luce. È valicando i limiti che si può riattribuire un senso al fare e più nello specifico al fare artistico. Non è cosa nuova, ma forse ora assume il valore di un’emergenza imprescindibile. Valicare i limiti è varcare i confini: è l’attitudine del viandante. Senza mappa, senza meta, senza ritorno; perché l’unica meta è il ricominciare ad andare via. Riss (e )e) ha questo spirito. È uno spazio fisico solo accidentalmente perché non può essere “qui”. Riss (e )e) vuole essere piuttosto un “dovunque”, un “altrove”; una sorta di piattaforma che si sposta trovando nell’erranza la propria dimensione etica. Riss (e )e) non è un project-space perché non ha una linea curatoriale organica. Propone “mostre”, anche ma non soprattutto, e vuole misurarsi con un continuo “fuori registro” ; quella condizione che deriva dalla consapevolezza che, abbandonata la mappa, non resta che stupirsi degli incontri. Riss (e )e) raccoglie una disposizione al dialogo che ha fatto nascere altri progetti, come ROAMING, L’OSPI T E E L’IN T RUSO, DIALOGOS; diversi tra loro ma accomunati da un bisogno di confronto, in una dimensione relazionale che attraversa la domanda sul che fare? un po’ con lo spirito dell’interrogativo di Leonardo da Vinci: ”la luna, come sta la luna? ”.

Ermanno Cristini

(Riss (e )e) nata con il contributo ideale e di discussione di diversi passanti”: Cesare Biratoni, Sergio Breviario, Alessandro Castiglioni, Giancarlo Norese, Vera Portatadino, Luca Scarabelli. Oggi ha incrociato e sta incrociando altri passanti”, tra cui: Marion Baruch, Antonio Barletta, Marco Belfiore, Francesco Bertocco, Lorenza Boisi, Federica Boràgina, Giulia Brivio, Antonio Catelani , Mario Casanova Salvioni, Viviana Checchia, Clement Project, Francesca Marianna Consonni, Mauro Cossu&Francesca Conchieri, Valerio Del Baglivo, Alessandro Di Pietro, Diana Dorizzi, Graziano Folata, Francesco Fossati, Simone Frangi, Daniele Geminiani, Cecilia Guida, Sabina Grasso, Patrick Gosatti, Silvia Hell, Cecilie Hjelvik Andersen, The Island, Erika La Rosa, Lucia Leuci, Corrado Levi, Chiara Luraghi, Luc Mattenberger, Andrea Magaraggia, Francesco Mattuzzi, Samuele Menin, Metamusa, Yari Miele, Concetta Modica, Rossella Moratto, Giovanni Morbin, Angelo Mosca, Alberto Mugnaini, Adreanne Oberson, Chiara Pergola, Cesare Pietroiusti, Marta Pierobon, Jean Marie Reynier, Rosamaria Rinaldi, Laura Santamaria, Lidia Sanvito, Annalisa Sonzogni, Noah Stolz, Marco Tagliafierro, Temporary Black Space, Federico Tosi, Virginia Zanetti. In attesa dei prossimi. http: //risse-art.blogspot.it http: //www.ermannocristini.it/ http: //www.roaming-art.it / Upcoming: Marzo: Barbara De Ponti, Daniela Spagna Musso Aprile- Maggio: Ermanno Cristini, Patrizia Giambi Maggio-Giugno: Sergio Limonta Giugno-Luglio: Beatrice MarchiLuglio-Agosto: Richard Clements riss (e ). Studio di Ermanno Cristini, Via San Pedrino 4, Varese cristini.reset@libero.it

riss (e ), n 3, marzo 2014, progetto grafico Alessandro Di Pietro I sentieri si costruiscono viaggiando. (Franz Kafka )

RISS (e )


SOFT IN SOFT OUT [ENCODING AND DECODING] UN PROGETTO DI PIER GIORGIO DE PINTO Settembre – Ottobre 2013

GOODBYE CONCETTA MODICA Dicembre 2013 – Gennaio 2014

L’opera dell’artista italiano Pier Giorgio De Pinto (1968) si nutre del rapporto tra rappresentazione e concetto all’interno di una società dell’immagine in repentino mutamento e alla ricerca di una nuova identità. I cambiamenti recenti si fanno, a partire dagli anni Sessanta, parallelamente alla recrudescenza delle nuove tecnologie, che in parte sostituiscono l’uomo concettualizzando il suo fare. Ecco che una nuova estetica dell’arte – e del fare, appunto – si affaccia e si materializza. La macchina prima e le tecnologie telematiche in seguito hanno davvero influenzato il linguaggio artistico in senso estetico; artefici eccellenti del processo di virtualizzazione e di creazione di innumerevoli metastasi di mondi virtuali e parallelismi inventati. In questo senso l’arte e i suoi stilemi continueranno a esistere per l’uomo, anche se qualcuno li darebbe per spacciati, pur attraversando i suoi confini e invadendo la sfera del ‘social’ tout court. L’attuale networking è in qualche modo figlio legittimo di un’estetica della tecnologia, mettendo in perenne bilico realtà e verità. Ecco che gli aspetti ‘creativi’ – per usare un’accezione che determina l’usura dell’arte come fattore di autenticità – sono viepiù affidati a mediatori tecnologici.

Goodbye conclude una serie di opere legate ad una coperta di lana tessuta da mia nonna che disfo ed uso come materia artistica da 10 anni. Nel primo lavoro ex-coperta l’ho sfilata per farne un paesaggio sonoro e visivo da attraversare e toccare alla Gamec di Bergamo. Negli anni i fili di lana disfatti hanno viaggiato, li ho usati come colori per quadri, entrando in case, in un ospedale, in musei e gallerie, li ho trasformati ricamando sculture, utilizzandoli per installazioni permanenti. La coperta si è espansa e ha occupato spazio, è diventata un fiore fiorito in neve fatta di sale, un labirinto, un libro ed altro. Ora, con quel che è rimasto della coperta, ho deciso di concludere, di disperdere la lana nello spazio e cercare un nuovo senso all’opera. Ho cercato quindi un modo per staccarmene, senza lasciare un vuoto e senza traumi: ho affidato la lana rimasta ad artisti che la useranno come materia prima per un loro lavoro, come fosse argilla o pittura. Così poi ho cercato un criterio di scelta per l’assegnazione della lana avanzata, trovandolo in uno geografico. Gli artisti coinvolti vengono da luoghi lontani da quello di nonna e dal mio, in modo da accentuare l’estensione della coperta, arrivando alla dispersione e alla perdita dell’opera. Goodbye sarà la fine della coperta, dissolvendosi in luoghi e paesaggi delle quattro parti del mondo, donandosi e trasformandosi nelle cose e nelle persone. Sarà il mio modo di salutarla. Special guest: Marta Fernandez Calvo (Spagna), Veronica Gallinger (Argentina), Branko Jankovic (Serbia), Federica Maglioni (Croazia), Nesreen Ramadan (Libia), Sophie Usunier (Francia).

SOFT IN SOFT OUT [ENCODING AND DECODING], codifica e decodifica, identità e alterità sono i temi che De Pinto sviluppa per un lavoro site specific appositamente concepito per lo spazio di Ermanno Cristini a Varese, ove il senso trans-disciplinare della sua opera pone l’accento sulla codifica e decodifica come luogo di incontro/scontro tra identità e alterità. Il risultato di questa ricerca si riassume attraverso mezzi quali disegno e video a carattere installativo. Nei suoi significati profondi, segni e soggettività non si consumano entro uno scambio simmetrico ed eguale tra chi parla e chi ascolta, tra chi enuncia e chi interpreta, tra il segno interpretato e il segno interpretante. Essi, all’interno di un rapporto intersoggettivo autore-fruitore, non si limitano al semplice scambio, bensì assumono forma e sostanza nello spostamento reversibile verso l’altro.

Ph. Luca Scarabelli

Mario Casanova, 2013

Ph. Pier Giorgio De Pinto © Pro Litteris/Zurich

CASABIANCA EN VALISE A cura di Anteo Radovan Ottobre – Novembre 2013

IDENTIKIT I INSTALLAZIONE DI ANNALISA SONZOGNI Gennaio – Febbraio 2014

Alessandra Andrini, Emanuela Ascari, Francesca Banchelli, Fabrizio Basso Simone Berti, Bianco-Valente, Annalisa Cattani, Chiara Camoni, Gaia Carboni, T-yong Chung, Silvia Cini, Rita Correddu, Ermanno Cristini, Dragoni Russo, Emilio Fantin, Marina Fulgeri, Eloise Ghioni, Patrizia Giambi, Aldo Grazzi, Curandi Katz, Lucia Leuci, Claudia Losi, Mala.Arti visive, Daniela Manzolli, Mauro Maffezzoni, Eva Marisaldi, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Muzi, Andrea Nacciarriti, Giancarlo Norese, Ornaghi & Prestinari, Paolo Parisi, Stefano W. Pasquini, Chiara Pergola, Roberta Piccioni e Marco Fantini, Fabrizio Prevedello, Gedske Ramlov. Fabrizio Rivola, Dario Sbrana, Luca Scarabelli, Emanuele Serafini, Felice Serreli, Daniela Spagna Musso, Adriana Torregrossa, Riccardo Vanni, Luca Vitone, e il Prufesur

Identikit I é il primo di una serie di installazioni site-specific realizzate da Annalisa Sonzogni all’interno del progetto di dottorato che sta svolgendo presso la Kingston University di Londra. Giocando sul duplice concetto di ‘identity’ (identità) e ‘kit’(strumento), il termine ‘Identikit’ si riferisce al processo di ricostruzione dei tratti somatici di un individuo sconosciuto, a partire da indicazioni di testimoni oculari. Un processo di riconoscimento indiretto che l’artista applica, questa volta, ad un ambiente inanimato, seppur ricco di tratti personali e testimonianze.

Si potrebbe innanzitutto dire, per chi è stato partecipe del mondo artistico italiano degli ultimi vent’anni, che Casabianca è un progetto di Anteo Radovan nato nel 2009 dalle ceneri del Graffio, glorioso spazio non-profit bolognese che in via S. Apollonia, dal 1994 al 2002, è stato sia una palestra dove giovani esordienti potessero iniziare a confrontarsi con l’occhio di critici e curatori, che un luogo di libertà dove artisti affermati potessero sviluppare la propria ricerca senza condizionamenti. D’altra parte, per spiegare lo spirito che anima questo nuovo progetto anche a chi non abbia vissuto quella prima esperienza, si deve aggiungere che Casabianca, a Bologna, significa una domenica d’arte passata in campagna dalla mattina alla sera. Ovvero una mostra ogni fine del mese in cui tre o quattro artisti sono ospitati con i loro lavori in un white-cube ricavato dentro una ex stalla. Insomma, uno spazio poco ordinario dove nel corso di questi primi tre anni sono passati cento e uno artisti; uno spazio così poco ordinario che durante l’inaugurazione a un certo punto vengono fatti entrare tavoli e sedie fra le opere perché si possa pranzare tutti assieme; uno spazio che ribadisce la propria extra-ordinarietà dotandosi anche di una cuccia – bianca, naturalmente –, quella di Cattedra. Cattedra è il fido compagno del Prufesur, ma è una storia un po’ lunga da raccontare in questo comunicato. Basti dire che anche questa è una vicenda iniziata al Graffio, e che questa piccola casetta di legno per tutta una stagione ha rappresentato lo spazio “off ” di Casabianca con una sua programmazione autonoma. Delegando questa identità satellite a rappresentare per metonimia il progetto di Anteo in occasione dell’invito a Riss(e), la cuccia di Cattedra ospiterà simbolicamente quei cento e uno artisti attraverso loro segni, oggetti d’affezione, opere in miniatura, pezzi di lavori ospitati a Casabianca, comunque “cose” delle dimensioni tali da poter essere contenute in questa galleria condensata per una grande collettiva portatile.

Il progetto riguarda l’ex scuola Lilian Baylis, costruita nel 1964, nel quartiere di Lambeth, sud di Londra. Un istituto dismesso dal 2005 e in procinto di essere riconvertito in appartamenti privati. La Sonzogni ha fotografato l’edificio già in stato di abbandono, ma prima della sua conversione, quando ancora erano chiaramente visibili le tracce di quella che è stata una scuola per 40 anni. Nel progetto site-specific, l’interno di un’aula scolastica viene ri-costruito nello spazio espositivo attraverso l’uso e la combinazione di una fotografia di un interno della scuola e alcuni dispositivi di arredo collocati nello spazio reale della galleria. Durante l’inaugurazione Annalisa Sonzogni ha scattato delle fotografie, che chiama new composite, ai visitatori che, in questo modo, entreranno a far parte dell’opera componendo una nuova fotografia. L’artista si sofferma così ancora una volta sulle pratiche della rappresentazione, proponendo una personale riflessione circa l’immobilità delle cose e il rapporto interno-esterno. L’intento è quello di costruire, mediante specifici layers compositivi, un identikit della scuola in grado di comunicare emozioni nascoste e svelare significati inediti. Ph. Annalisa Sonzogni

Massimo Marchetti, 2013

DIDASCALIE FOTO: 1) Casabianca en valise 2) Bianco e Valente 3) Eva Marisaldi 4) Stefano Pasquini, Chiara Pergola, Massimo Marchetti, ph. Aline Vincenzi 5) Daniela Spagna Musso 6) Dragoni-Russo

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(1) INTERNO DOMESTICO Federica Boràgina e Giulia Brivio, presentazione del libro Interno domestico. Mostre in appartamento 1972-2013. Fortino Editions

Ph. Franca Formenti

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Concetta Modica, GOODBYE, Dicembre - Gennaio 2014, Ph: Luca Scarabelli

Annalisa Sonzogni, IDENTIKIT I, Gennaio 2014, Ph: Annalisa Sonzogni

RISS(E) n째3, marzo 2014 Concetta Modica, GOODBYE, Dicembre - Gennaio 2014, Ph: Luca Scarabelli

Annalisa Sonzogni, IDENTIKIT I, Gennaio 2014, Ph: Annalisa Sonzogni

Annalisa Sonzogni, IDENTIKIT I, Gennaio 2014, Ph: Annalisa Sonzogni

Giulia Brivio e Federica Boragina, presentazione di Interno domestico, Gennaio 2014, Ph: Franca Formenti

Annalisa Sonzogni, IDENTIKIT I, Gennaio 2014, Ph: Franca Formenti

Annalisa Sonzogni, IDENTIKIT I, Gennaio 2014, Ph: Annalisa Sonzogni


CASABIANCA EN VALISE, a cura di Anteo Radovan, Ottobre-Novembre 2013, Ph: Ermanno Cristini

CASABIANCA EN VALISE, a cura di Anteo Radovan, Ottobre-Novembre 2013, Bianco e Valente, Ph: Ermanno Cristini

CASABIANCA EN VALISE, a cura di Anteo Radovan, Ottobre-Novembre 2013, Stefano Pasquini, Chiara Pergola, Massimo Marchetti, Ph: Aline Vincenzi

CASABIANCA EN VALISE, a cura di Anteo Radovan, Ottobre-Novembre 2013, Eva Marisaldi, Ph: Ermanno Cristini

Pier Giorgio De Pinto, SOFT IN SOFT OUT [ENCODING AND DECODING], Settembre - Ottobre 2013, Ph: Pier Giorgio De Pinto © Pro Litteris/Zurich

Pier Giorgio De Pinto, SOFT IN SOFT OUT [ENCODING AND DECODING], Settembre - Ottobre 2013, Ph: Pier Giorgio De Pinto © Pro Litteris/Zurich

Pier Giorgio De Pinto, SOFT IN SOFT OUT [ENCODING AND DECODING], Settembre - Ottobre 2013, Ph: Pier Giorgio De Pinto © Pro Litteris/Zurich

Concetta Modica, GOODBYE, Dicembre - Gennaio 2014, Ph: Luca Scarabelli


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