Sperimentazione Idrastin Siero e Gemme

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Una ricerca senza violenza della dott.ssa Ottavia Ponti, Microna S.r.L.

l 27 aprile migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia hanno sfilato con la fascia nera al braccio per le strade di Montichiari. L’idea era quella di chiedere pacificamente la chiusura dell’allevamento canino locale di Green Hill, reo di fornire cavie animali alla ricerca medica. Nella realtà dei fatti la manifestazione, la quinta solo quest’anno, si è conclusa con un’azione di forza da parte dei partecipanti che hanno dapprima preso a sassate le recinzioni del canile e poi si sono introdotti all’interno della struttura liberando 2500 beagle. Quello della sperimentazione sugli animali è un tema che non ha mai smesso di essere di attualità soprattutto per chi è contrario a qualsiasi ricorso alla vivisezione. Secondo alcuni dati diffusi dalle principali associazioni animaliste del nostro paese, ogni anno in Italia sono usati più di 900.000 ani-

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mali negli esperimenti. A una parte di loro vengono iniettate massicce dosi di nuovi prodotti (medicine, pesticidi, prodotti per uso domestico, composti chimici per uso agricolo e industriale) per valutarne la tossicità. Le specie utilizzate includono ratti, cani, topi, gatti, scimmie, porcellini d’india, pecore, conigli, capre, maiali, uccelli e pesci. Senza descrivere nel dettaglio le procedure, a volte spaventose, che tali test implica-

Nel settore della cosmesi esistono diversi divieti alla sperimentazione su cavie animali che ormai è sostituita con successo da modelli in vitro no soffermiamoci sulla validità di tali esperimenti. Secondo le associazioni citate, a causa delle differenze biologiche tra persone e specie, gli esperimenti sugli animali danno risultati inattendibili su come la gente reagirà a farmaci e sostanze chimiche. Dato avvalorato dal fatto che moltissimi dei farmaci che in laboratorio passano l’esame sugli animali lo falliscono durante i test clinici condotti sull’uomo. Nel corso del XXXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica, insieme ai colleghi Besostri e Cagliani e con la supervisione della Prof.ssa Corsini dell’Università di Milano, abbiamo presentato uno studio sulla “Valutazione in Vitro dell’attività rigenerante e protettiva di prodotti a uso topico su modelli di cute ricostituita di derivazione umana”. In campo cosmetico, infatti, diventa sempre più importante poter disporre di test alternativi all'utilizzo di animali, in quanto il loro impiego nel settore è ormai vieta-

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to da tempo per i prodotti finiti (in particolare: divieto di sperimentazione di prodotti finiti (2004); divieto di sperimentazione di ingredienti per tossicità acuta (2009) e Regolamento 1223 (2009); mentre il divieto di sperimentazione di ingredienti per tossicità a dosi ripetute andrà in vigore nel 2013. Ai fini del lavoro sono state adottate metodiche in vitro innovative che si avvalgono di modelli altamente differenziati di cheratinociti derivati da cute umana normale e coltivati fino a formare un multistrato. Questi preparati possiedono caratteristiche morfologiche e colturali costanti e altamente riproducibili simili a quelle della cute in vivo. Inoltre, essendo standardizzati, essi permettono di ottenere dati riproducibili e non soggetti alla variabilità individuale, consentendo di mimare l’applicazione topica di tutte le forme cosmetiche. In particolare i modelli sperimentali da noi adottati nel corso dello studio sono: l’EpiDerm™ (MatTech Corp.) che è costituito da diversi strati organizzati, simili a quelli riscontrati nella cute in vivo: strato basale, spinoso, granulare e corneo e rappresenta un modello standard per test convalidati, e l’EpiDerm Full Thickness™ (MatTech Corp.)

che simula un ulteriore comparto del derma composto da una matrice collagenica contenente fibroblasti umani vitali. Con il primo modello il test prevede la valutazione della capacità del campione di modulare il danno indotto da uno stimolo irritante e considera due parametri fondamentali: la ca-

pacità di proteggere i cheratinociti (misurabile con l’incremento della vitalità cellulare) e la capacità di ridurre gli effetti dello stimolo infiammatorio (misurabile con la riduzione dei mediatori dell’infiammazione). La combinazione di entrambi i dati permette di valutare l’effetto protettivo e riparatore del prodotto in esame. Il cosiddetto Effetto Rigenerante e di Ridensificazione del derma viene testato attraverso il secondo modello (EpiDerm Full Thickness™) e l’attività del campione viene valutata attraverso applicazioni topiche ripetute per un periodo di tempo di circa 8 giorni tramite la quantificazione dell’aumento della produzione di collagene negli inserti trattati rispetto al controllo negativo. In base alla letteratura internazionale e alla nostra esperienza diretta, riteniamo di poter affermare che questi modelli in vitro sono un importante supporto sia per lo screening in corso di formulazione che per la valutazione dell'attività intrinseca di prodotti ad uso topico. Le caratteristiche valutate, quali l'attività protettrice e rigenerante dei cheratinociti e la stimolazione della produzione di collagene da parte del derma, sono da considerarsi complementari a quelle valutate tramite studi di attività sull'uomo.

I risultati delle valutazioni in vitro del potenziale irritante effettuati su due prodotti cosmetici Lo studio cui si fa riferimento nell’articolo e i relativi risultati sono stati presentati nel corso di un’affollata sessione dell’ultimo Congresso Nazionale di Medicina Estetica, tenutosi lo scorso maggio a Roma. Essi sono il frutto di un progetto di collaborazione fra la Società di ricerca Microna S.r.l. e il Centro per la Valutazione del rischio tossicologico dell’Università degli Studi di Milano teso a valutare il potenziale irritante di sostanze ad uso topico, messe a disposizione dall’azienda dermocosmetica RPF, mediante l’impiego di modelli di epidermide umana ricostituita (EpiDerm™, EpiDerm Full Thickness™). I prodotti sottoposti all’indagine erano Idrastin® Siero e Idrastin® Gemme. Nel primo caso si è visto che l’azione protettiva ha mostrato un recupero del 388.71% e i dati ottenuti suggeriscono che formulazione dimostra di possedere una buona attività protettiva dei cheratinociti. Nel caso delle Gemme, invece, l’azione protettiva ha fatto evidenziare un recupero del 237.10% e anche per questa formulazione si può valutare una discreta attività protettiva dei cheratinociti. Per l’effetto rigenerante, con il Siero si è visto un aumento di rilascio di collagene del 40% nel medium; un aumento di rilascio di collagene del 10% nel tessuto. Dopo 5 giorni

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di trattamento, nel medium di coltura: 80% di aumento rispetto al basale e nel tessuto: +12% rispetto al basale. Dopo 8 giorni di trattamento: nel medium di coltura ulteriore aumento del 20% e nel tessuto + 10% rispetto al basale. Complessivamente: rilascio di collagene + 40% nel medium e +10% nel tessuto. Dopo 5 giorni di trattamento con la formulazione Idrastin® Gemme, invece, nel medium di coltura: oltre 100% di aumento rispetto al basale e nel tessuto + 39% rispetto al basale. E ancora, dopo 8 giorni di trattamento, nel medium di coltura un ulteriore aumento del 56% mentre nessun incremento è stato rilevato nel tessuto. Complessivamente, quindi, l’aumento di rilascio di collagene è stato del 70% nel medium e del 18% nel tessuto. Gli autori dello studio hanno raggiunto la conclusione che questa sperimentazione ha ampiamente dimostrato un’attività protettiva-rigenerante-antinfiammatoria dei due prodotti ad uso topico studiati e la loro azione di ridensificazione del derma.

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