RivistaSIUCP_n3.2011

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SIUCP Società Italiana Unitaria di Colonproctologia www.siucp.org Presidente Giuseppe Spinoglio Presidente Eletto Alfonso Carriero Past President Angelo Stuto Presidente onorario Antonio Longo Vice-Presidente Flaminio Benvenuti Segretario generale Giorgio Palazzini Consiglieri Francesco Crafa Guglielmo Giannotti Francesco Longo Angela Pezzolla Giusto Pignata Adolfo Renzi Rubina Ruggiero

SIUCP NEWS Notiziario della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 – Numero 3 Luglio – Agosto – Settembre 2011 Registrato presso il Tribunale di Roma con il n.° 110/2007 del 5 aprile 2007 Direttore responsabile Roberto Dino Villani

Impaginazione e grafica Rocografica s.r.l. Numero chiuso in redazione il 30 settembre 2011 Segreteria SIUCP Lunedì – Venerdì 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00 Tel e Fax: +39 0645422450 Int.211 e-mail: segreteria@siucp.org Contributi Per scrivere alla redazione inviare una mail al capo redattore Roberto Dino Villani: ro.villani@ospedalesassuolo.it

Tesoriere Giuseppe Ferulano Coordinatore Nazionale UCP Adolfo Renzi Coordinatore Nazionale Delegati Regionale Danilo Tarroni Garanti Vincenzo Landolfi - Antonio Longo – Roberto Dino Villani Delegati Regionali SIUCP Abruzzo Carmine Pietrantoni Campania Giovanni Angelone Emilia Romagna Giampiero Ucchino Lazio Bruno Masci, Massimiliano Varriale Liguria Marco Gipponi Lombardia Giuseppe Calabrò, Guglielmo Giannotti Marche - Molise Rodolfo Piazzai Piemonte - Valle D’Aosta Lorenzo Abbo Puglia - Basilicata Angelo Di Pascale Sardegna Antonio Pintus Sicilia - Calabria Francesco Longo, Antonio Ciccolo Toscana Umberto Ferro, Azzam Khader Triveneto Michele Schiano di Visconte Umbria Andreino Tassi

INDICE Editoriale

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Uno Scatto Per Siucp News

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Review

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Una Finestra Sulla Siucp

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In Primo Piano

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Review

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In Evidenza

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Si ricomincia...

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Lettere dei soci Partecipa anche tu al concorso fotografico!

Roberto Dino Villani Direttore U. O. di Chirurgia Proctologica e Riabilitazione del Pavimento Pelvico Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

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Cari Amici, al rientro dopo la pausa estiva, anche se ormai per molti un “lontano” ricordo, ci troviamo ad affrontare un nuovo anno lavorativo. L’autunno, come sempre, vede un programma congressuale molto intenso e mi auguro quindi possano esserci momenti di incontro con molti di Voi dai quali vorrei raccogliere pareri favorevoli o contrari sulla rivista. Fin dal primo numero della “nuova generazione” ho chiesto il Vostro aiuto ma, purtroppo, pochi mi hanno dato finora suggerimenti o contributi. La difficoltà nel ricevere articoli mi ostacola nel progredire nel continuo rinnovamento che vorrei dare alla nostra rivista per renderla sempre più “sfogliabile”. Devo sempre ricorrere ai soliti affezionati che sono sempre disponibili nel collaborare, ma non ne posso abusare. Siamo tutti molto presi dai nostri impegni, ma Vi chiedo un piccolo sforzo. Nel numero che vi apprestate a sfogliare troverete un piacevole articolo di Ivano Nigra su come redigere un testo e una review redatta da Roberto Iachetta giovane chirurgo della nostra società molto impegnato sulla rivista. Non poteva mancare poi la lettera del nostro Presidente Ne approfitto inoltre per ricordarvi che in occasione del congresso di Modena si potrà partecipare ad un concorso fotografico. Affrettatevi ad inviare le vostre foto più belle sul tema “L’Acqua” si avvicina la scadenza. Vi aspetto numerosi. A presto

In questo numero troverete la scheda di adesione da strappare e consegnare direttamente. Il tema della competizione è “L’Acqua”. La sfida sarà catturare, attraverso la fotografia, l’acqua in ogni sua forma e luogo. La redazione

Notizie dalla redazione to! La redazione SIUCP aspetta il tuo contributo! Inviaci il tuo caso clinico, la tua esperienza in…, particolarità sulla tua città, congressi e corsi in programma….. Le modalità di invio si possono visionare sul sito societario www.siucp.org Indirizzo di redazione: ro.villani@ospedalesassuolo.it


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SCHEDA DI ADESIONE CONCORSO FOTOGRAFICO “L’Acqua” Consegnare al Dr. Villani o inviare alla Redazione: email: ro.villani@ospedalesassuolo.it - fax: 06-48073654

Nome*_______________________________________________________________________________ Cognome*____________________________________________________________________________ Codice fiscale*_________________________________________________________________________ Via*_______________________________________________________________________ n.*_______ Città*______________________________________________ Prov ________ CAP* ________________ Indirizzo email*________________________________________________________________________ Recapito telefonico*____________________________________________________________________ Socio SIUCP Non socio SIUCP (aperto esclusivamente a parenti di primo grado del socio SIUCP e aziende del settore) - indicare nome e cognome del socio _________________________________________________ Titolo, luogo e data della fotografia _______________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ Dichiaro di aver preso visione e di accettare integralmente il Regolamento del concorso Firma _______________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003. I dati saranno utilizzati solo ai fini delle pratiche relative alla mostra e non saranno trasmessi a terzi Firma _______________________________ * I campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori per l’iscrizione al concorso

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Regolamento Mostra Fotografica Titolo: “L’Acqua” Destinatari e categorie Il concorso è rivolto ai soci SIUCP, ai loro parenti di primo grado e alle aziende del settore Durata Il concorso inizia il 30 marzo 2011 e si conclude il 20 novembre 2011, con queste scadenze: 30 marzo - 30 settembre - invio delle foto da parte dei partecipanti 30 settembre - 30 ottobre - selezione immagini per la mostra fotografica - selezione foto per copertine SIUCP News 2012 novembre 2011 - 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia - mostra fotografica e premiazione Partecipazione e invio immagini Requisiti delle fotografie - formato .jpg - dimensioni min. di 800x600 pixel e max. di 2362x1772 pixel - risoluzione 300 dpi - dimensione non superiore ai 5Mb. Ogni partecipante potrà inviare una sola fotografia, tramite: internet: alla pagina http://www.whoisit.it/upload/, previa compilazione di tutti i campi del modulo di registrazione formato digitale su CD: allegando la scheda di partecipazione al concorso, debitamente compilata, a: SEMA Communication Via Merulana, 259 00185 Roma.

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Date e scadenze per l’invio Le opere dovranno essere inviate dal 30 marzo 2011 al 30 settembre 2011. Faranno fede: • la data di caricamento sul sito • la data di spedizione del plico Giuria Gli elaborati saranno selezionati, a giudizio insindacabile e inappellabile, da un’apposita Giuria, composta da tre membri e presieduta da un esperto in materia di rappresentazione fotografica. La Giuria stabilirà la graduatoria e l’assegnazione dei premi. Diritti e responsabilità I titolari delle foto si impegnano con la loro partecipazione a concedere tutti i diritti di uso, riproduzione ed eventuale rielaborazione delle stesse agli organizzatori, che si impegneranno a nominare gli autori a cui è riconosciuto il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica. Le fotografie selezionate saranno oggetto di una mostra fotografica e tra queste alcune potranno apparire sulla rivista SIUCP NEWS 2012.


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La crisi emorroidaria Le emorroidi per la loro elevata incidenza hanno indubbi riflessi negativi sulla vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. I sintomi sono: prurito, emorragia e dolore acuto in regione anale, non caratteristico della malattia ma delle sue complicanze. L’Anestin® Crema della RPF®, grazie alla complessa formulazione, dà sollievo immediato a prurito, gonfiore, infiammazione, irritazione e bruciore di cute e mucose ed è indicata per la protezione delle cicatrici nel post operatorio. Lo studio eseguito presso l’ambulatorio di colonproctologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma (Efficacia di Anestin® Crema nel trattamento conservativo della trombosi emorroidaria), con scopo di rilevare l’efficacia del prodotto sulla remissione della distrofia e dell’edema legati alla trombosi emorroidaria e valutare le eventuali differenze riguardanti la sintomatologia algica e l’utilizzo di antidolorifici, ha evidenziato positivi risultati in tollerabilità, controllo della flogosi e ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore e distrofia. “Anestin® crema è stata ben tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti affetti da trombosi emorroidaria cui è stato somministrato. Si è dimostrato efficace già dopo due settimane di trattamento, nella maggior parte dei pazienti, nel controllo della flogosi e nel ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore (7 vs. 10 pazienti del Gruppo Controllo) e distrofia (4 vs. 6 pazienti del Gruppo Controllo). Durante il periodo

dello studio nessun paziente del Gruppo Anestin® Crema è ricorso all’utilizzo di ulteriori farmaci ad azione antinfiammatoria-anestetica locale. I benefici ottenuti sembrerebbero attribuibili alla tollerabilità, all’efficacia ed alle intrinseche caratteristiche dei principi attivi contenuti in Anestin® crema”. L’articolata formulazione vanta, in particolare, la preziosa associazione di: Ossido di Zinco Micronizzato (cicatrizzante, lenitivo e protettivo), Olio di JoJoba (idratante ed emolliente non occlusivo), Acido Jaluronico (antiedemigeno, antinfiammatorio e cicatrizzante), Bisabololo (decongestionante e lenitivo per cute e mucose arrossate), Pantenolo (disarrossante ed idratante), Allantoina (idratante, emolliente, riepitelizzante ed antimicrobica), Vitamina E (lenitiva, antiprurito ed antiossidante), Vitamina A (idratante e lenitiva), Vitamina F (effetto barriera ed idratante) Trealosio (iperidratante). L’effetto orchestra che si realizza attraverso l’azione sinergica dei componenti di Anestin® Crema consente di dare sollievo immediato a cute e mucose sofferenti anche in presenza di ragadi. Dermatologicamente testata, in vendita in farmacia nel formato da 50 ml.

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Review

Roberto Paolo Iacchetta Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

Laparoscopic Extraperitoneal Rectal Cancer Surgery: the Clinical Practice Guidelines of the European Association for Endoscopic Surgery (EAES) R. Siegel, M.A. Cuesta, E. Targarona, F.G. Bader, M. Morino, R. Corcelles, A.M. Lacy, L. Pahlma,• E. Haglind, K. Bujko, H.P. Bruch, M.M. Heiss, M. Eikermann, E.A.M. Neugebauer Surg Endosc. 2011 Aug;25(8):2423-40. Epub 2011 Jun 24

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ABSTRACT Introduzione: L’approccio laparoscopico è applicato sempre più frequentemente nella chirurgia colorettale. Sebbene la chirurgia laparoscopica nel cancro del colon è stato provato essere sicura e fattibile con risultati oncologici a lungo termine comparabili con la chirurgia open, la sicurezza ed i risultati oncologici a lungo-termine della chirurgia laparoscopica per il cancro del retto rimangono controversi. La chirurgia laparoscopica nel cancro del retto potrebbe essere efficace, ma le indicazioni ed i limiti non sono chiaramente definiti. Perciò, l’European Association for Endoscopic Surgery (EAES) ha sviluppato queste pratiche linee guida. Metodo: Un gruppo di esperti internazionali è stato invitato a valutare la letteratura corrente e sviluppare delle raccomandazioni basate sull’evidenza. Il gruppo di esperti è stato costituito per la consensus development conference nel Maggio 2010. Perciò le raccomandazioni sono state presentate al congresso annuale dell’ EAES in Ginevra nel Giugno 2010 durante la sessione plenaria. Una seconda revisione (metodo Delphi) delle raccomandazioni con delle motivazioni si è resa necessaria per delle modifiche dopo la consensus conference. Risultati: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto extraperitoneale (medio e basso) è fattibile e ampiamente accettata. L’approccio laparoscopico può offrire la stessa qualità nel pezzo chirurgico rispetto alla chirurgia open. I risultati a breve termine quali la funzione intestinale, l’infezione nel sito chirurgico, il dolore e l’ospedalizzazione sono lievemente migliorati con l’approccio laparoscopico. La resezione laparoscopica del cancro rettale non è inferiore all’approccio open in termini di sopravvivenza libera da malattia, sopravvivenza globale o recidiva locale. La dissezione pelvica laparoscopica può danneggiare le funzioni genitourinarie e sessuali in seguito a resezione rettale come la chirurgia open. Conclusioni: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto

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medio-basso può essere raccomandata in condizioni ottimali. Ancora, il livello 1 di evidenza si ha per la chirurgia del cancro del colon piuttosto che nel cancro del retto. Imminenti risultati di ampi trials randomizzati sono attesi per rafforzare l’evidenza nel miglioramento dei risultati a breve termine ed uguali risultati oncologici in paragone con l’approccio open.

REVIEW La chirurgia laparoscopica nel cancro del colon ha ormai raggiunto un buon livello di evidenza in letteratura sulla sua sicurezza e sull’equivalenza, con la chirurgia open, dei risultati oncologici a lungo termine. Per il cancro del retto ancora questi dati sono fonte di discussione. Su questa base l’EAES (European Association for Endoscopic Surgery) ha deciso di sviluppare, tramite una consensus development conference, delle linee guida attribuendo ad ogni punto chiave il grado di raccomandazione e il consenso ottenuto. I punti esposti nell’articolo variano dalla diagnostica alla tecnica chirurgica. Inoltre vengono analizzati i risultati oncologici e di qualità di vita sia a breve termine che a lungo termine. Nelle conclusioni gli Autori valutano come raccomandabile l’approccio laparoscopico al cancro del retto quando si è in condizioni ottimali, ossia in centri di riferimento, con chirurghi esperti ed in pazienti selezionati, escludendo i T4 (grado di raccomandazione B). Si fa presente, inoltre, come si debbano attendere i risultati di ampi trials per rafforzare le evidenze riguardo ai migliori risultati a breve termine della chirurgia laparoscopica ed all’eguaglianza dei risultati oncologici a lungo termine tra l’approccio laparoscopico e open.

Ablative Therapies for Colorectal Liver Metastases (CRLM): a Systematic Review Pathak S, Jones R, Tang JM, Parmar C, Fenwick S, Malik H, Poston G. Colorectal Dis. 2011 Jun 15 ABSTRACT Scopo: Il trattamento standard per le metastasi epatiche colorettali (CRLM) è la resezione chirurgica. Recentemente, molto interesse è stato concentrato sulle terapie ablative o per trattare CRLM non resecabili o per estendere i margini di resecabilità. Questo studio ha lo scopo di valutare i risultati a lungo termine e il tasso di complicazioni di varie terapie ablative usate nel trattamento delle CRLM. Metodo: Una ricerca della letteratura è stata eseguita su database elettronici includendo Medline, Cochrane Collaboration Library, NLM e ClinicalTrials.gov. Come criteri di inclusione sono stati presi le ablazioni per CRLM con un follow-up minimo di 1 anno e più di 10 pazienti, pubblicati tra il Gennaio 1994 ed il Gennaio 2010. Risultati: Sono stati identificati 226 studi potenzialmente rilevanti. 75 soddisfacevano i criteri di inclusione. La crioterapia (26 studi) ha presentato un tasso di recidiva del 12-39% con un tasso medio di sopravvivenza a 1, 2 e 5 anni del 84, 37 e 17%. Il tasso di complicazioni maggiori varia dal 7 al 66%. L’ablazione a microonde (13 studi) ha presentato un tasso di recidiva locale del 5-13% con un tasso medio di sopravvivenza a 1, 3 e 5 anni del 73, 30 e 16% ed un tasso di complicazioni maggiori del 3-16%. L’ablazione con radiofrequenze (36 studi) ha presentato un tasso di recidiva del 10-31% con un tasso di sopravvivenza medio a 1, 3


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e 5 anni del 85, 36 e 24% con un tasso di complicazioni maggiori dello 0- 33%. Conclusioni: Le terapie ablative danno un miglioramento, in termini di sopravvivenza, significativo comparate con la chemioterapia palliativa da sola con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 17-24%. I tassi di complicanze delle tecniche comunemente usate sono bassi.

REVIEW Attualmente il gold standard per il trattamento delle metastasi epatiche da cancro colorettale è la chirurgia ma sfortunatamente i pazienti che risultano candidabili, per vari motivi, a questo approccio non superano il 20%. La chemioterapia sistemica e le terapie ablative risultano perciò di grande interesse considerando che la sopravvivenza in caso di lesioni epatiche non trattate è, in media, intorno ai 12 mesi. Sulla base di questo concetto gli Autori hanno eseguito questa revisione sistematica della letteratura concentrando l’interesse sulle terapie ablative e sui dati riguardanti la sopravvivenza, la recidiva e il tasso di complicanze. Vengono analizzate la crioterapia, l’ablazione con radiofrequenze e l’uso di microonde. Nelle conclusioni si fa presente come la terapia ablativa andrebbe riservata in quei casi di malattia non resecabile o resecabile ma in pazienti non candidabili a un approccio chirurgico, o anche in aggiunta ad un atto resettivo per il controllo locale della malattia. Dai dati si estrapola un certo vantaggio delle terapie ablative rispetto alla sola chemioterapia. Tra le tecniche l’ablazione con radiofrequenza e l’uso di microonde presentano minor complicanze e migliori risultati. Gli Autori sostengono inoltre come l’uso di microonde presenti dei vantaggi tecnici ulteriori e risulti maggiormente promettente rispetto alle altre tecniche.

The Role of Neoadjuvant Imatinib Mesylate Therapy in Sphincter-Preserving Procedures for Anorectal Gastrointestinal Stromal Tumor Jian-Ping Wang, MD, Ting Wang, MD, Mei-Jin Huang, MD, Lei Wang, MD, Liang Kang, MD, and Xiao-Jian Wu, MD Am J Clin Oncol. 2011 Jun;34(3):314-6

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zione. Tra i 22 e i 28 mesi postoperatori, la funzione dello sfintere anale è risultata soddisfacente e nessuna recidiva è avvenuta in tutti e tre i pazienti. Conclusioni: La terapia neoadiuvante con IM per i GIST anorettali è sicura ed efficace. Una riduzione della massa tumorale e un aumento della distanza dal margine anale portano ad un beneficio evidente al fine di un’escissione locale, in termini di fattibilità, preservazione della funzione e sicurezza.

REVIEW I GIST sono stati descritti per la prima volta nel 1983 da Mazur e Clock. La localizzazione più frequente si ha carico dello stomaco o del piccolo intestino mentre la localizzazione anorettale si presenta con una frequenza non superiore al 5%. In questi casi spesso è necessaria una resezione addominoperineale al fine di ottenere dei margini di resezione indenni da malattia vista la bassa distanza dal margine anale e la grandezza della massa. L’uso dell’imatinib come farmaco nella malattia metastatica ha in passato dimostrato la sua efficacia nella riduzione delle masse tumorali. Per tale motivo da alcuni anni il farmaco viene utilizzato anche come terapia neoadiuvante. In questo articolo si riportano i risultati, di un singolo centro, dell’utilizzo dell’imatinib mesilato come terapia neoadiuvante in termini di riduzione della massa tumorale, aumento della distanza dal margine anale e riduzione della conta mitotica. Nelle conclusioni si evidenzia come nei casi trattati sia stato possibile eseguire un approccio chirurgico maggiormente conservativo (viene consigliato un approccio trans-sacrale) dopo terapia con imatinib mesilato. Da stabilire con chiarezza la durata del trattamento prima della chirurgia. Gli Autori ribadiscono, infine, come l’uso dell’imatinib sia risultato sicuro ed efficace anche se per trarre delle conclusioni definitive saranno necessari dei trials con casistiche più numerose.

Long-term Functional Results and Quality of Life after Transanal Endoscopic Microsurgery EM. E. Allaix, F. Rebecchi, C. Giaccone, M. Mistrangelo and M. Morino Br J Surg. 2011 Jun 28

ABSTRACT Scopo: Esplorare il ruolo della terapia neoadiuvante con imatinib mesilato (IM) nelle procedure sphincter-preserving per i tumori gastrointestinali stromali (GIST) a localizzazione anorettale. Metodo: Tra Gennaio e Dicembre 2007, 3 pazienti con GIST primario anorettale che hanno rifiutato di essere sottoposti a resezione addominoperineale del retto sono stati trattati con IM in un unico centro. La grandezza della neoplasia, la distanza dal margine anale e il numero di mitosi sono stati paragonati prima e dopo il trattamento. Dopo 12 settimane di terapia con IM è stata eseguita una procedura conservativa. Risultati: Dopo terapia con IM per i 3 pazienti, la tomografia computerizzata la colonscopia e la biopsia hanno mostrato una diminuzione della massa in dimensioni, un’estensione della distanza dal margine anale e una riduzione nella conta delle mitosi. Durante questo regime terapeutico i pazienti non hanno avvertito alcun effetto collaterale. E’ stata eseguita un’escissione trans-sacrale con preservazione sfinteriale e un’anastomosi coloanale diretta e i margini di resezione sono risultati non compromessi in ogni dire-

ABSTRACT Introduzione: Dei pochi studi che hanno valutato i risultati in termini di qualità di vita (QoL) dopo la microchirurgia endoscopica transanale (TEM), la maggioranza riporta solo follow-up a breve termine. Questo studio ha valutato i dati clinici e strumentali a lungo termine (QoL, funzione sessuale, urinaria e sfinteriale) dopo TEM per tumori rettali extraperitoneali. Metodo: La funzione anorettale in pazienti consecutivi con lesioni benigne rettali e tumori rettali iniziali è stata studiata nel preoperatorio e nel postoperatorio ,sulla base dell’esame clinico e della manometria anorettale. Risultati: Tra il Gennaio del 2000 e il Luglio 2005, 93 pazienti sottoposti a TEM hanno completato i 60 mesi del protocollo dello studio. Lo score medio di Wexner sulla continenza è aumentato dal livello base a 3 mesi, iniziando a diminuire entro i 12 mesi, ed è ritornato ai valori preoperatori a 60 mesi. L’urgenza è stata riportata nel 60,30 e 5 % dei pazienti rispettivamente a 3, 12 e 60 mesi (P <0.050). E’ stato notato un significativo miglioramento dei

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vari score clinici e di QoL a 12 e 60 mesi. I valori della manometria postoperatoria a 3 mesi sono risultati significativamente più bassi rispetto ai valori base a 3 mesi (P<0.050), ma sono ritornati ai valori preoperatori a 12 mesi. La grandezza tumorale di 4 cm o maggiore è stata l’unico fattore che ha significativamente (P=0.008) influito sulla soglia di sensibilità rettale, sulla soglia dell’urgenza defecatoria e sul volume massimo tollerato a 3 mesi dopo la TEM. Conclusioni: La TEM non ha avuto effetti a lungo termine sulla funzione anorettale o sulla QoL. La minor pressione a riposo ai controlli iniziali non è stata associata a problemi defecatori nei pazienti che erano continenti prima della chirurgia.

REVIEW La TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery) è largamente accettata come approccio alle grosse lesioni benigne del retto e ai carcinomi del retto a basso rischio pT1. In letteratura vi sono pochi studi che analizzano i risultati funzionali e solitamente sono riportati i risultati a breve termine. Questo studio prospettico riporta invece i risultati funzionali a lungo termine utilizzando come strumenti di valutazione sia la manometria anorettale che alcuni score per la continenza e per la qualità di vita. Lo studio è stato eseguito dal Gennaio del 2000 al Luglio del 2005. Sono stati arruolati 100 pazienti con adenomi del retto non adatti alla resezione endoscopica o con neoplasie in stadio iniziale (T1 N0). I criteri di inclusione sono ampiamente spiegati nell’articolo. Dall’analisi dei risultati la TEM non ha mostrato effetti a lungo termine sulle funzioni ano-rettali e sulla qualità di vita . Gli Autori specificano, infine, come le tecniche endoscopiche EMR ed ESD risultino sicuramente molto promettenti e con risultati equivalenti alla TEM per i grandi adenomi con minori complicanze associate. Mancano ancora però dati riguardo ai risultati funzionali e dei trials randomizzati sull’argomento.

Long-term Outcome after Conservative and Surgical Treatment of Acute Sigmoid Diverticulitis

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Christoph Holmer & Kai S. Lehmann & Sabrina Engelmann & Jörn Gröne & Heinz J. Buhr & Jörg-Peter Ritz Langenbecks Arch Surg. 2011 Jun 18.

ABSTRACT Scopo: Questo studio è stato progettato per comparare i risultati a lungo termine dei pazienti trattati per diverticolite acuta del sigma (SD) con terapia conservativa rispetto alla terapia chirurgica. Pazienti e Metodo: Da Gennaio 2004 a Giugno 2007 tutti i ricoveri di pazienti per SD acuta sono stati registrati prospetticamente. Nel giugno 2008, tutti i pazienti sono stati contattati usando un questionario standardizzato. I risultati sono stati comparati sulla base della terapia iniziale (conservativa vs chirurgica). Inoltre, la regressione logistica multipla è stata usata per identificare i fattori di rischio per la recidiva di SD. Risultati: Un totale di 210 pazienti è stato incluso nello studio. 153 pazienti reclutati sono stati raggiunti per il follow-up: 70 (45.8%) presentavano il loro primo episodio, e 83 (54.2%) avevano una storia precedente di SD. Il follow-up medio è stato di 32 mesi (range 12-52). Tredici (32.5%) di 40 pazienti trattati conservativamente e

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4 (3.5%) di 113 pazienti trattati chirurgicamente hanno avuto una recidiva di SD (P<0.001) durante il follow-up. Un paziente (2.5%) ha richiesto un intervento in urgenza dopo terapia conservativa in seguito ad una perforazione libera (p=0.567)- I gruppi non differivano per età, sesso e parametri infiammatori, ma i pazienti trattati conservativamente avevano una comorbidità significativamente maggiore (>2 malattie; p=0.038) e meno frequentemente una severa SD (p=0.022) al ricovero. Episodi di ricorrenza di SD, perforazioni coperte da SD e la terapia conservativa sono stati identificati come fattori di rischio per la recidiva di SD alla regressione logistica multipla. Conclusioni: La terapia chirurgica per SD acuta è più efficace nel prevenire eventuali recidive di SD rispetto alla terapia conservativa, particolarmente nei pazienti con diverticolite ricorrente e severa. La necessità di un intervento in urgenza durante il follow-up è basso e non differisce tra i due gruppi terapeutici. La presentazione iniziale clinica della SD non è un fattore predittivo forte per il rischio di recidiva.

REVIEW La terapia della diverticolite acuta del sigma (SD) risulta tutt’oggi un argomento dibattuto. Molte le domande aperte tra cui spicca la mancanza di un accordo sulla tempistica nelle indicazioni alla chirurgia. Questo studio eseguito con dati raccolti prospetticamente su pazienti trattati in un unico centro per SD acuta, confronta i risultati a lungo termine nei pazienti trattati conservativamente rispetto ai pazienti trattati chirurgicamente (resezione del sigma con ripristino della continuità intestinale senza stomia). Nonostante alcuni evidenti bias ammessi dagli Autori, tra cui l’assenza di una randomizzazione, nelle conclusioni l’approccio chirurgico si è rilevato più efficacie nel prevenire eventuali recidive. Inoltre visto il basso tasso, non differente tra i due gruppi, di perforazione libera durante il follow-up, gli Autori non ritengono giustificata una resezione al primo attacco basandosi su questa possibile eventualità.


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Una finestra su SIUCP Lettera del Presidente

R Giuseppe Spinoglio Osp. Civile SS. Antonio, Biagio e Arrigo - AL

Cari Soci, mi spiace aver dovuto lasciare passare tutto questo tempo di silenzio dopo il mio insediamento nella carica di Presidente, ma purtroppo la nostra Società, come molti di voi sanno, ha vissuto dei mesi che definirei leggermente burrascosi. E’ inutile negare che abbiamo avuto un periodo pre-elettorale non certo dei più tranquilli e le varie lettere che tutti Voi avete ricevuto ne sono state prova. L’esito delle elezioni ha portato la formazione di un Consiglio che, all’inizio, ha avuto delle difficoltà di rapporti tra i componenti stessi, componenti del Consiglio dei Garanti e il sottoscritto. Questa situazione ha bloccato per alcuni mesi sia la nomina delle cariche che dovrebbero essere proposte all’Assemblea e da queste ratificate (Revisori dei Conti e Coordinatori regionali) sia la formulazione di nuove proposte in campo scientifico ed organizzativo. Finalmente posso dichiarare che le acque si sono calmate e prova ne è stato l’ultimo Consiglio svoltosi sabato 15 ottobre a Roma e che ho convocato senza Garanti, attenendomi al Regolamento,

La redazione di SIUCP News aspetta il tuo contributo! Caro collega, potrai inviare alla Redazione di SIUCP News i tuoi Casi Clinici. Scarica le modalità di stesura e di invio dal sito societario www.siucp.org La Dead line del prossimo numero è il 30 ottobre 2011

tranne naturalmente il referente degli stessi nella persona dell’ultimo Past-President. I Consiglieri presenti si sono ritrovati in un ambiente molto sereno e abbiamo potuto iniziare un lavoro che vedo costruttivo con ottimi risultati a breve termine. Tra le decisioni più importanti prese cito quelle che ritengo possano farVi più piacere: siamo alla ricerca di una rivista scientifica di tutto rispetto da inviare ai Soci e la partecipazione al 1° Congresso della Chirurgia Italiana che ci vedrà impegnati, unitamente ad altre 16 Società Scientifiche Italiane a Roma dal 23 al 26 settembre 2012. Questi ritardi ci hanno impedito di preparare un’Assemblea dei Soci per validare le cariche sopra menzionate e per comunicare il programma del Presidente e del Consiglio. Cercheremo quindi di assolvere al più presto a questo compito. Resto sempre in attesa di Vostri suggerimenti e sono a completa disposizione anche in occasione di incontri personali ai prossimi appuntamenti congressuali. Da questa mia comunicazione riprenderò con regolarità a tenervi informati. Un affettuoso saluto Pinuccio 9


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In primo piano La pubblicazione su una rivista scientifica

Ivano Nigra Dirigente Medico ASL-AL – Presidio di Valenza Unità Chirurgia Generale e Day-Surgery Coordinatore UCP

A naturale completamento di ciò che è stato illustrato nei due precedenti numeri, verrà preso in esame il destino della nostra produzione letteraria scientifica, sia che venga pubblicata o no. Assumendo innanzitutto di aver svolto un lavoro egregio, rispondente ai crismi più attuali e rigorosi della realizzazione di un lavoro scientifico, non rimane che da inviare il materiale ad una casa editrice per la valutazione in merito alla pubblicabilità.

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Molto vi sarebbe da dire sulla scelta di una rivista scientifica piuttosto che un’altra, perché gli elementi da tenere conto per questa scelta sono numerosi e molto importanti. Dobbiamo aver ben chiaro in mente il risultato che vogliamo raggiungere. Spesso sottoponiamo il materiale a riviste molto famose a livello mondiale, attratti dal loro prestigio e dall’enorme numero di lettori di cui possono giustamente vantarsi. Implicitamente abbiamo introdotto il concetto di Impact Factor: in parole povere, più è autorevole e maggiore è la diffusione di una rivista scientifica, più avrà valore ciò che vi è pubblicato. Questo maggior valore ci tornerà utile in diverse occasioni professionali, non ultimo un concorso pubblico per titoli ed esami. Per esempio, sarà molto più utile avere pubblicato due soli lavori su una rivista ad ALTO Impact Factor, piuttosto che una pletora di comunicazioni o articoli pubblicati su un oscuro bollettino di qualche associazione scientifica esigua ed a carattere squisitamente locale. Inoltre sarà bene tenere a mente che tra l’invio e la pubblicazione passano anche MESI, quindi è fondamentale scegliere la rivista “giusta” per il nostro articolo; si risparmierà decisamente tempo e ne trarranno vantaggio sia gli autori che la rivista stessa. Una volta che si è provveduto all’invio del materiale (occhio a rispettare le modalità prescritte: ogni rivista ha i suoi metodi) non ci si deve aspettare di vederlo subito stampato. Poiché la pubblicazione scientifica rappresenta la principale e più autorevole forma di comunicazione ufficiale della comunità scientifica, tramite la quale i ricercatori divulgano i risultati del proprio lavoro, si sono rese necessarie (ed affinate nel tempo) alcune procedure per garantire e mantenere assertività ed autorevolezza del materiale pubblicato e della stessa casa editrice. Le procedure di accettazione e di valutazione dei lavori presentati sono il filtro iniziale, il primo gradino da superare, e sono mirate a stabilire se il materiale letterario prodotto possegga o meno i requisiti necessari per essere pubblicato.

Foto 1: La biblioteca di medicina del Policlinico S.Matteo di Pavia, fondata nel 1882 Le case editrici prevedono, nella maggioranza dei casi, la pubblicazione di tre tipi di materiale: 1. Articolo scientifico originale; 2. Comunicazioni pubblicate in atti di congressi; 3. Libri (monografie scientifiche) o contributi a libri. Poiché nel caso di libri di testo e di comunicazioni inserite negli atti dei congressi, le procedure e la forma variano grandemente a seconda delle esigenze degli autori e degli editori, ci occuperemo di illustrare l’iter che percorre un articolo scientifico originale dal suo invio all’editore fino alla sua uscita su carta stampata. L’articolo, una volta terminato, viene generalmente inviato dagli autori ai membri del comitato editoriale (o “scientifico”) della rivista (basta sfogliarne una qualsiasi e nelle prime pagine sono certamente segnalati tutti i riferimenti utili all’invio, comprese le indispensabili istruzioni per una corretta stesura formale dell’articolo). A sua volta, il comitato editoriale sottoporrà il manoscritto a due o più referees, individuati tra gli esperti nel settore trattato dall’autore della pubblicazione, che saranno tenuti a redigere un parere favorevole o contrario alla pubblicazione (referee’s report), sulla base della correttezza, completezza, originalità e rilevanza del lavoro, nonché della conformità alle linee editoriali della rivista. Nella stragrande maggioranza delle situazioni i referees indicheranno (una o più volte successive) le necessarie modifiche o correzioni utili all’accettazione del manoscritto: il report di ciascun referee è inviato agli autori del lavoro, senza l’indicazione dell’identità del referee; gli autori possono quindi inviare una nuova versione dell’articolo che tenga conto dei rilievi formulati, o anche contestare le obiezioni mosse. Tutto l’insieme dei passaggi appena illustrati prende il nome di processo di revisione paritaria (peer review) e costituisce un filtro per garantire l’attendibilità scientifica della pubblicazione: ciò comporta generalmente una rielaborazione più o meno ampia del manoscritto originale, in collaborazione fra autori e referees. Al termine della review può verificarsi una difformità anche notevole tra


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Anno 2011 - Numero 3

L’inglese scientifico (e la sua traduzione italiana ne deve assolutamente tenere conto) è costituito da una costruzione semplice delle frasi mediante utilizzo di proposizioni principali e rare proposizioni secondarie, senza frasi subordinate ed eliminando aggettivazioni e sinonimi; un caso pratico può essere la frase “il farmaco X agisce sulla malattia Y, che quindi regredirà velocemente” diventerà “il farmaco X agisce sulla malattia Y; la malattia Y regredisce”. Frasi brevi, quindi, e essenziali: ciò le rende inconfutabili ma spesso il testo appare ridondante e poco comprensibile ai non esperti, cioè coloro privi di una preparazione scientifica specifica. Lo stile di questi lavori si differenzia dagli articoli “divulgativi”, nei quali la struttura del testo è ricostruita secondo i criteri del moderno giornalismo (una prosa scorrevole ed esaustiva) e il contenuto è semplificato per essere compreso anche dai lettori meno esperti. Lo scopo di questo rigore formale è rendere inconfutabile e verificabile ogni affermazione pubblicata; è quindi indispensabile che nell’articolo siano ben differenziati e rilevabili i concetti o i risultati sperimentali riportati per la prima volta nell’articolo (indicando dettagliatamente tutte le necessarie evidenze), rispetto ai contenuti già presenti nella letteratura scientifica e di cui è assolutamente obbligatorio citare un puntuale riferimento alle fonti. Negli articoli precedenti sono già state esaminate le modalità concettuali e formali per la corretta citazione delle fonti e la creazione di un “sistema bibliografico” utile ed efficiente. Di seguito viene indicata una serie di accorgimenti pratici per migliorare lo stile formale e quindi accrescere la pubblicabilità dei nostri elaborati scientifici. Titolo Il titolo non deve essere né di fantasia né interpretare i risultati ottenuti: deve fornire un succinto, stringato riassunto dell’articolo, indicando al lettore i contenuti essenziali in forma assolutamente lineare, senza pregiudizi o commenti. NO: “Finalmente un nuovo ritrovato contro la malattia del secolo: da Torino si dice basta al cancro” Foto 2 : Nel giugno 1543, all’età di soli 29 anni, il medico, chirurgo e anatomista Andrea Vesalio pubblica il “De humanicorporisfabrica libri septem” a Basilea, rivoluzionando la scienza e l’insegnamento dell’anatomia umana.

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i diversi report dei referee: la decisione finale sulla pubblicazione verrà quindi presa dal comitato editoriale (che può anche avvalersi del parere finale di un ulteriore referee detto adjudicator, a cui viene trasmesso tutto il materiale coinvolto nella review, dal manoscritto ai report dei referees iniziali). Una volta accettato, il nostro sudato lavoro scientifico è pronto per essere impaginato ed inviato alla stampa. Per accrescere la potenziale pubblicabilità dei lavori, è bene tenere conto di alcuni accorgimenti “tecnici”. La lingua ed il linguaggio, ad esempio: i più esperti o smaliziati autori conoscono perfettamente la differenza tra l’italiano (o l’inglese, nel caso di articoli destinati al circuito internazionale) tradizionale e scientifico. Non solo l’utilizzo di una terminologia specifica (e spesso ostica), ma anche la costruzione sintattica dei periodi e dei paragrafi, caratterizzano il linguaggio scientifico da quello tradizionale: si pensi che la forma e le convenzioni a cui deve adattarsi la scrittura scientifica sono state stabilite dalla Royal Society a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.

Foto 3: La biblioteca scientifica dell’Università di Yale (Connecticut, USA), tra le più storiche e prestigiose al mondo.


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SI: “L’utilizzo del 5FU in associazione alla radioterapia ad alte dosi nel trattamento del carcinoma del colon in stadio T2-T3: studio prospettico multicentrico” Autori I nomi degli autori, riportati dopo il titolo, vengono indicati in un ordine discrezionale ma, generalmente, il primo dovrebbe corrispondere all’autore che ha contribuito al lavoro in misura maggiore o all’autore più autorevole come prestigio accademico o, infine, al responsabile del progetto di ricerca, trattandosi di una posizione di rilievo: nel caso di uno scritto con molti autori, il lavoro viene citato usando esplicitamente solamente il nome del primo autore, seguito dall’indicazione “et al.”. Abstract L’abstract riassume l’articolo scientifico vero e proprio, senza aggiungere interpretazioni e valutazioni: deve pertanto descrivere gli aspetti fondamentali del lavoro in maniera succinta ma esauriente. L’abstract in genere è visionabile gratuitamente consultando archivi scientifici online, quali PubMed. Dalla lettura dell’abstract il lettore capirà se richiedere all’editore il testo completo (usualmente a pagamento). Keywords La scelta delle parole chiave spetta all’autore dell’articolo, per migliorarne la catalogazione e facilitarne il reperimento. Elencate in testa all’articolo, successive all’abstracts, sono l’elemento fondamentale a cui si appoggiano i motori di ricerca: la loro corretta ed intelligente elencazione costituirà quindi la chiave per un’ottima visibilità in ambito internazionale. Raccomandazione fondamentale: seguire SEMPRE le indicazioni fornite dagli editori! Ciascuna rivista segue proprie linee guida,

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Foto 4: La biblioteca scientifica dell’Università Ayala in California (Contea di Irvine), una delle più rigorose e selettive.

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seppur nel rispetto dello stile internazionale, ed è pertanto obbligatorio attenersi ad esse, pena l’inoppugnabile rifiuto del nostro meritevole e sudato lavoro di mesi o anni. Al termine di questo excursus, non me ne vogliano gli autori smaliziati e con centinaia di pubblicazioni nel loro paniere: questa piccola guida, semplice ed essenziale, li avrà fatti sorridere ma, come già espresso in apertura, essa è rivolta agli autori in erba, affacciati da poco a questo complesso mondo letterario professionale, ricco di soddisfazioni e prestigio, ma anche di insidie e difficoltà. Un augurio a tutti, quindi, e buon lavoro! Bibliografia • Jordan R. (1999) Academic Writing Course, Longman, ISBN 0-58240019-8 • Silvia Paul J. (2007) How to Write a Lot: A Practical Guide to Productive Academic Writing ISBN 978-1-59147-743-3 • Swales John M., Feak Christine B. (2004) Academic Writing for Graduate Students - Commentary: Essential Tasks and Skills ISBN 0-472-08856-4


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Review

Roberto Paolo Iacchetta Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

Short and Long-term Results of the Karydakis Flap Versus the Limberg Flap for Treating Pilonidal Sinus Disease: a Prospective Randomized Study Mustafa Ates, M.D., Abuzer Dirican, M.D., Mehmet Sarac, M.D., Ahmet Aslan, M.D., Cemil Colak, Ph.D. Am J Surg. 2011 Jul 23. [Epub ahead of print] ABSTRACT Introduzione: Il sinus pilonidalis è una patologia comune che affligge principalmente la popolazione giovanile. Sebbene siano state descritte molte tecniche chirurgiche nel trattamento del sinus pilonidalis (SPD), esistono tuttora delle controversie riguardo a quale sia la tecnica migliore. Lo scopo di questo studio è di comparare i risultati a breve e lungo termine del flap di Karydakis con quello di Limberg nel trattamento del SPD. Metodo: In questo studio prospettico randomizzato, 269 pazienti con SPD sono stati arruolati per essere sottoposti al flap di Karydakis (n=135) o al flap di Limberg (n=134) tra il Settembre 2004 e il Settembre 2008. Risultati: Il tempo operatorio medio per il gruppo del flap di Karydakis (42.32 ± 8.64 minuti) è stato più breve rispetto al gruppo del flap di Limberg (50.14 ± 6.96 minuti) (P = .01). Il tasso di complicazioni per il gruppo Karylidakis (n= 15 [11.1%]) è stato minore rispetto al gruppo Limberg (n=28 [20.8%]) (P=.029). Lo score VAS per il dolore postoperatorio nella sede dell’intervento al trentesimo giorno è stato minore nel gruppo Kalydakis rispetto al gruppo Limberg (2.22 ± 1.01 vs 3.23 ± 1.14, P = .01). Lo score Vas per la soddisfazione dei pazienti riguardo al risultato estetico della cicatrice è stato di 7.08 ± 1.75, mentre è stato di 3.16 ± 1.40 nel gruppo Limberg al terzo mese (P = .01). La durata dell’ospedalizzazione è stata significativamente più breve nel gruppo Karydakis rispetto al gruppo Limberg (3.40 ± .94 vs 3.8 ± 1.19 giorni, P=.03). Solo 4 pazienti nel gruppo Karydakis hanno presentato una recidiva (4%) mentre nel gruppo Limberg hanno presentato una recidiva 9 pazienti (6.9%) (P = .151). Conclusioni: Il flap di Karydakis dovrebbe essere scelto rispetto al flap di Limberg per il trattamento del SPD non complicato dato il suo minor tasso di complicanze, minor dolore, minor durata dell’intervento e lunghezza dell’ospedalizzazione, e per la maggior soddisfazione estetica. Tuttavia, non è presenta alcuna differenza tra i 2 approcci in termini di prevenzione della recidiva.

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REVIEW Nonostante la frequenza del sinus pilonidalis e le numerose tecniche descritte per trattare questa condizione non si è ancora arrivati ad avere un quadro chiaro su quale sia la migliore tecnica da utilizzare. Questo studio prospettico randomizzato si pone come obiettivo quello di valutare i risultati a breve e lungo termine di due delle procedure più utilizzate nel trattamento di questa patologia comparandole sotto vari aspetti. La tecnica di Karydakis e il lembo di Limberg sono stati utilizzati per trattare 269 pazienti in un periodo di 4 anni in maniera random. Dall’analisi dei risultati gli Autori evidenziano come nel gruppo sottoposto a escissione e ricostruzione secondo Karydakis si sia riscontrato un minor tasso di complicanze, minor dolore postoperatorio, una maggiore soddisfazione estetica con minor tempo operatorio rispetto al gruppo trattato con lembo di Limberg. Da questi dati gli Autori consigliano il flap di Karidakis per trattare i sinus non complicati ma ribadiscono come non sia stata evidenziata una differenza significativa nel tasso di recidiva tra le due tecniche.

Internal Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter Randomized Trial PPH-01 Versus PPH-03 to Perform STARR for the Treatment of Hemorrhoids Associated With Large Internal Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter Randomized Trial Renzi A, Brillantino A, Di Sarno G, D’Aniello F, Giordano A, Stefanuto A, Aguzzi D, Daffinà A, Ceci F, D’Oriano G, Mercuri M, Alderisio A, Perretta L, Carrino F, Sernia G, Greco E, Picchio M, Marino G, Goglia A, Trombetti A, De Pascalis B, Panella S, Bochicchio O, Bandini A, Del Re L, Longo F, Micera O. Surg Innov. 2011 Jul 7. [Epub ahead of print] ABSTRACT Scopo: Questo studio randomizzato multicentrico è stato ideato con lo scopo di comparare i risultati clinici e funzionali della resezione rettale per via trans anale (STARR) eseguita con due stapler (PPH-01 vs PPH-03) nel trattamento della malattia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno. Metodo: Da un totale di 937 pazienti, inviati per malattia emorroidaria nei 20 centri coinvolti nello studio, 425 (45.3%) con un voluminoso prolasso rettale interno associato a emorroidi prolassanti sono stati sottoposti in maniera random a STARR con PPH-01 o con PPH-03. I controlli post-operatori sono stati eseguiti a 3,6 e 12 mesi. Risultati: L’incidenza del sanguinamento dalla rima anastomotica è stata significativamente minore nel gruppo della PPH-03 rispetto al gruppo della PPH-01 (58/207 [28%] vs. 145/201 [72.1%]; P<.0001); il numero medio di punti emostatici è stato significativamente più alto nel gruppo della PPH-01 rispetto al gruppo della PPH-03 (3.2 ± 0.1 vs. 1.8 ± 0.8; P<.0001). Il tempo operatorio medio è stato 25.1 ± 11.5 minuti nel gruppo PPH-03 e 38.1 ± 15.7 minuti nel gruppo PPH-01 (P < .0001). In entrambi i gruppi non si sono presentate complicanze maggiori. Al controllo a 12 mesi il tasso di successo nei 2 gruppi è stato del 94.5% nel gruppo della PPH-01 e del 94.2% nel gruppo della PPH-03. Conclusioni: La STARR eseguita per trattare la malattia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno è une procedura sicura ed efficace. L’uso della suturatrice PPH-03 al posto della PPH-01 garantisce una riduzione statisticamente significativa del sanguinamento intraoperatorio e una significativa riduzione del tempo operatorio.

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REVIEW L’utilizzo della STARR nel trattamento della patologia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno si sta diffondendo con risultati soddisfacenti principalmente in termini di riduzione delle recidive a lungo termine. Classicamente questa tecnica viene eseguita con 2 staplers PPH01. Questo studio prospettico randomizzato multicentrico ha lo scopo di comparare i risultati clinici e funzionali della STARR eseguita con PPH01 rispetto alla STARR eseguita con PPH03 nel trattamento della patologia emorroidaria. I pazienti arruolati dai 20 centri partecipanti sono stati 425 di cui 211 sottoposti a STARR con PPH01 e 214 sottoposti a STARR con PPH03. Gli obiettivi primari e secondari dello studio e la metodologia utilizzata sono ampiamente spiegati nell’articolo. Dall’analisi dei risultati gli Autori affermano come la STARR sia risultata una tecnica efficacie e sicura e che l’utilizzo di due staplers PPH03 abbia dimostrato dei vantaggi statisticamente significativi in termini di riduzione del sanguinamento intraoperatorio e del tempo operatorio.

Dyspnea and Large Bowel Obstruction: a Misleading Chilaiditi Syndrome Nicola Antonacci, M.D., Salomone Di Saverio M.D.*, Andrea Biscardi, M.D., Eleonora Giorgini, M.D., Silvia Villani, M.D., Gregorio Tugnoli, M.D. Am J Surg. 2011 Aug 20. [Epub ahead of print]

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ABSTRACT Il segno di Chilaiditi ha preso il nome dal radiologo greco Demetrio Chilaiditi che per primo lo descrisse quando lavorava a Vienna nel 1910, ed è un reperto radiografico incidentale. Questo segno può essere frequentemente confuso per pneumoperitoneo che è usualmente un’indicazione di perforazione intestinale e può portare ad un’inutile intervento chirurgico. Ci sono molti casi riportati in letteratura che descrivono l’associazione tra un volvolo colico e la sindrome di Chilaiditi il che sottolinea la frequente associazione tra queste condizioni anatomiche, invece nessun articolo riporta l’associazione tra la sindrome di Chilaiditi e l’occlusione intestinale del grande intestino secondaria ad una stenosi sigmoidea maligna in un uomo con sintomi e segni di insufficienza respiratoria associata con una subocclusione intestinale.

REVIEW Interessante caso clinico in cui è presente l’associazione tre la sindrome di Chilaiditi e una stenosi neoplastica del sigma. La sindrome di Chilaiditi è solitamente una condizione asintomatica in cui vi è un’interposizione epatodiaframmatica del colon trasverso che si evidenzia normalmente come reperto incidentale in seguito ad una radiografia diretta dell’addome, potendo mimare una falda aerea sottodiaframmatica. In questo caso la stenosi neoplastica ha causato una dilatazione a monte con conseguente innalzamento marcato dell’emidiaframma destro e un quadro clinico dominato principalmente da insufficienza respiratoria. Spiegato chiaramente nell’articolo l’iter diagnostico-terapeutico seguito.

Anno 2011 - Numero 3

A Systematic Review of Treatment Guidelines for Metastatic Colorectal Cancer Edwards MS, Chadda SD, Zhao Z, Barber BL, Sykes DP Colorectal Dis. 2011 Aug 16 [Epub ahead of print] ABSTRACT Scopo: È stata eseguita una revisione sistematica della letteratura delle linee guida sul trattamento del cancro del colon metastatico (mCRC) per valutare il grado di raccomandazione della terapia con anticorpi monoclonali in queste linee guida. Metodo: Gli articoli rilevanti sono stati identificati attraverso una ricerca elettronica in MEDLINE, MEDLINE in process, EMBASE e la Cochrane Library; attraverso la ricerca manuale della bibliografia; e attraverso la ricerca su Internet. Risultati: È stato identificato un totale di 57 linee guida rilevanti, 32 attraverso la ricerca sui database elettronici e 25 attraverso le ricerche nei siti web. La maggioranza delle linee guida è stata pubblicata tra il 2004 e il 2010. Gli USA sono la nazione che ha pubblicato più linee guida (12), seguiti da UK (10), Canada (8), Francia (8), Germania (3), Australia (2), Spagna (2) e Italia (1). Inoltre, sono state identificate otto linee guida Europee e 3 Internazionali. La terapia con anticorpi monoclonali per mCRC non è stata introdotta sino al 2004, non sono presenti solide raccomandazioni per la terapia con anticorpi monoclonali nelle linee guida pubblicate tra il 2004 e il 2006. Le raccomandazioni per la terapia con anticorpi monoclonali sono apparse per la prima volta nel 2007 e si sono sviluppate quando sono divenuti disponibili più dati. Le più recenti linee guida internazionali, Europee e US raccomandano la combinazione chemioterapia con l’aggiunta di anticorpi monoclonali per la prima linea di trattamento nel mCRC. La seconda linea di trattamento dipende dal regime usato come prima-linea. Per mCRC chemioresistenti sono raccomandati cetuximab o panitumumab come monoterapia in pazienti con KRAS non mutato. Conclusioni: Lo studio indica che le recenti linee guida terapeutiche hanno valutato il ruolo della terapia con anticorpi monoclonali nel trattamento di mCRC , e che le linee guida terapeutiche dovrebbero essere aggiornate tempestivamente per includere i più recenti dati disponibili.

REVIEW Gli anticorpi monoclonali bevacizumab, cetuximab e panitumumab sono i più recenti farmaci sistemici a disposizione per il trattamento del cancro colorettale metastatico. Tuttavia i dati riguardo l’uso ottimale di questi agenti sono ancora in evoluzione. Questo studio è un’analisi sistematica della letteratura sulle linee guida pubblicate per il trattamento del cancro colorettale metastatico eseguito per valutare il grado di raccomandazione attualmente presente sull’uso di tali agenti. Da un elevato numero di articoli inizialmente presi in considerazione ne sono stati selezionati 57 pubblicati dal 1996 al 2010. Dall’analisi effettuata emerge come dalle linee guida internazionali, Europee e Statunitensi sia riconosciuto il ruolo degli anticorpi monoclonali nel trattamento di tale patologia mentre nelle pubblicazioni nazionali spesso i dati non sono aggiornati con le più recenti acquisizioni in materia.


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Managing Fistula-in-ano with Ligation of the Intersphincteric Fistula Tract (LIFT) Procedure: the Western Hospital Experience Ooi K, Skinner I, Croxford M, Faragher I, McLaughlin S. ABSTRACT Oggetto: Valutare i risultati preliminari della tecnica LIFT (Ligation of the Intersphincteric Fistula Tract) nel trattamento delle fistole anali complesse nel nostro ospedale. Metodo: Tra il Marzo ed il Novembre 2010, sono stati selezionati prospetticamente dalla clinica colorettale i pazienti con fistole anali criptoghiandolari e sono stati trattati con la tecnica LIFT. È stato creato un database per raccogliere i dati demografici, i passati interventi chirurgici, le caratteristiche della fistola, la RM, i dati operatori e dei controlli. L’obiettivo primario misurato è stato la guarigione della malattia. L’obiettivo secondario è stato il grado di continenza postoperatoria. Il grado di incontinenza pre e postoperatoria è stato valutato usando la scala di Wexner. Risultati: Venticinque pazienti (8 donne e 17 uomini) sono stati sottoposti a tecnica LIFT. L’età media è stata di 40.0 anni. Dieci pazienti presentavano una fistola recidiva e precedente chirurgia per fistola. Il tempo operatorio medio è stato di 39 minuti. Non sono state segnalate complicanze intraoperatorie. La durata media del follow-up è stata di 22 settimane (3-43 settimane). La guarigione diretta è stata osservata in 17 pazienti (68.0%) ed il tempo di guarigione medio è stato di 6 settimane, una ferita è rimasta non guarita completamente. Sette pazienti (28.0%) hanno avuto una recidiva che si è presentata tra la settima e la ventesima settimana post-operatoria. Nessun paziente ha riportato incontinenza postoperatoria. Conclusioni: La procedura LIFT ha presentato un tasso di guarigione favorevole con minimo o assente rischio di incontinenza. Questa procedura è sicura e facile da apprendere. I risultati preliminari di questo studio pilota fanno ben sperare e confermano alcune delle evidenze presenti in altre ricerche. Questi risultati suggeriscono l’opportunità di condurre ulteriori studi controllati comparanti la LIFT alle terapie standard.

Anno 2011 - Numero 3

Protezione della cute interamente in silicone. La pelle è l’organo più esteso del corpo e solitamente costituisce una barriera eccellente. Per i pazienti stomizzati e incontinenti, tuttavia, è difficile mantenere la pelle sana. SilesseTM è ipoallergenico perché utilizza la più moderna tecnologia a base di silicone per proteggere la pelle, prevenire i danni e l’irritazione causata dagli adesivi medicali e dai liquidi organici. Cura della stomia – sacche Utilizzato ad ogni cambio di sacca, grazie alla sua formula SilesseTM crea una barriera confortevole e duratura tra la pelle e la placca adesiva. A differenza di alcune barriere cutanee, SilesseTM contiene esclusivamente siliconi e pertanto non provoca addensamenti sulla superficie cutanea. Cura dell’incontinenza – cateteri esterni e pannoloni Le salviette o il vaporizzatore SilesseTM utilizzati costantemente prima di sostituire il catetere o il reggi-catetere migliora lo stato della cute e favorisce un’aderenza elevata. Per coloro che usano pannoloni, il vaporizzatore SilesseTM protegge rapidamente e non ostruisce il pannolone. Cura delle ferite – bende e cerotti a nastro La cute intorno alle ferite può diventare macerata e delicata. La barriera cutanea SilesseTM non brucia e la sua formulazione è studiata per proteggere dall’essudato e dagli adesivi. SilesseTM esercita un’azione lenitiva, protegge, idrata, lenisce e soprattutto non brucia. Una volta applicato sulla cute asciuga rapidamente e consente di applicare un altro adesivo dopo pochi secondi senza provocare addensamenti e senza unire le pieghe cutanee tra loro. SilesseTM è disponibile nella versione spray e salviette.

REVIEW La terapia delle fistole perianali complesse rappresenta un campo ampiamente dibattuto. Molte le tecniche descritte che vanno dal classico setone al posizionamento di plug, colle etc.. recentemente è stata proposta la LIFT ossia la legatura intersfinterica del tramite fistoloso con il completo risparmio sfinteriale. Questo studio prospettico non randomizzato monocentrico va a valutare i risultati ottenuti con questa metodica sia in termini di guarigione a breve termine che di incontinenza post-operatoria. I casi trattati sono stati 25. Dalla selezione sono ovviamente escluse quelle fistole superficiali in cui la “messa a piatto” rappresenta la tecnica migliore. Dalla valutazione dei risultati la risoluzione del quadro si è avuta in circa i due terzi dei pazienti. Gli Autori, nelle conclusioni, mettono in evidenza come la LIFT sia una tecnica sicura e promettente meritando di essere oggetto di ulteriori valutazioni anche in comparazione con le tecniche più classiche.

15 SilesseTM di Trio Healthcare è distribuito in Italia da Sapi Med s.p.a. - Alessandria


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In Evidenza

Bacheca

18 – 20 settembre 2011 XXI

Congresso Nazionale Videochirurgia Como

Anno 2011 - Numero 3

ACOI

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Loft con tutti i confort di 45 mq 1 letto matrimoniale + 1 letto singolo, angolo cottura, a.c., terrazzino, bagno e guardaroba. Affittasi per brevi - lunghi periodi Costi: € 150/notte - € 900/settimana - € 2.500/mese Info: 335/6792956

Presidenti: M. Longoni, I. Scandroglio Presidente Onorario: R. Pugliese

10- 12 ottobre 2011 Chirurgia del prolasso rettale – corso teorico pratico Montecchio (RE) – Sassuolo (MO) Coordinatori: A. Carriero; R.D. Villani

21 – 24 settembre 2011 ESCP 6th Scientific & Annual Meeting Copenhagen

2 – 5 ottobre 2011 113° Congresso Nazionale SIC - Chirurgia tra tradizione e innovazione Firenze Presidente: F. Tonelli

20 – 22 novembre 2011 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia Modena Presidente: R.D. Villani Presidente Onorario: G. Melotti

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Loft con tutti i confort di 45 mq PARIGI - Montmartre - Casa d’arte a 200 m. dal Sacro Cuore, a 60 m. dal metrò di Place des Abbesses Appartamento al terzo piano di rue Ravignan, luminossissimo, finemente ristrutturato, vista sul parco del 18° Arrondissement Costi: € 110/giorno - € 650/settimana (sette notti) - € 1.980/mese Info: email info@psimmobilier.com /tel. 0033663492221

24 – 26 novembre 2011 XVI Congresso Nazionale SICADS Napoli Presidente: L. Docimo

17 – 18 maggio 2012 9° Corso per infermieri di sala operatoria Roma SCAMBIO piatti del buon ricordo

2 – 6 giugno 2012

Roberto Dino Villani tel +393356529717

ASCRS Annual Meeting San Antonio, Texas

Inviate i vostri contributi alla redazione

ro.villani@ospedalesassuolo.it




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