Frames

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FRAMES by

VACUUM

Architectural Team Gino Baldi e Serena Comi



FRAMES

VEDERE OLTRE L’installazione di VACUUM Team di Gino Baldi e Serena Comi all’Antico Lavatoio di Bergamo Alta: un modo originale per inquadrare la realtà architettonica.

Bergamo - Aprile 2018


Tutti sanno cosa vuol dire vedere. Significa percepire con il senso della vista tutto quello che è contenuto nel nostro campo visivo. Tutti sanno cosa vuol dire guardare. Significa fermare lo sguardo su qualcosa o qualcuno, osservare, focalizzare l’attenzione. Questa distinzione sembra banale. Ma dietro la considerazione del processo psicologico vivono aspetti importanti del nostro rapporto con la realtà. Più in particolare qui prende senso la nostra capacità o meno di cogliere tra le cose, tutte le cose, quei valori curiosi o esteticamente interessanti che rendono ciò che vediamo non più semplicemente presente, ma presente per noi nei particolari e nei dettagli. Non solo vediamo. Non solo guardiamo. Diventiamo partecipi della realtà. La facciamo nostra. E’ un po’ come davanti a un quadro. Qualcuno ha detto che a completare l’opera non è il pittore: è sempre l’osservatore che riempie di significato il dipinto che osserva. Questa azione che dà vita a ciò che percepiamo può essere applicata anche in una dimensione più vasta. Pensiamo ad un ambiente architettonico, ad un angolo della città antica che abbiamo sempre “vissuto” solo leggendo le note della guida turistica. Possiamo dire di averlo visto, non di averlo fatto diventare parte della nostra esperienza. Cioè per noi avrà assunto ben poco valore. A volte è necessario trovare un elemento che ci stimola a guardare diversamente, a soffermarci con più intensità. A inquadrare, proprio come in una cornice virtuale, ciò su cui vogliamo focalizzare la nostra attenzione.


A Bergamo Alta, nella piazzetta dell’Antico Lavatoio, proprio sotto la Torre di Gombito, VACUUM PROJECT, team di giovani architetti della nostra città, ha realizzato un’installazione proprio con questo obiettivo. Creare strutture artificiali che possano servire per “inquadrare” (cioè mettere in cornice in maniera diversa) prospettive e particolari delle splendide scenografie del nostro passato. L’idea è stimolante e particolarmente suggestiva è la creazione che la realizza. Tre strutture metalliche, posizionate secondo una scelta strategica, per consentire di indirizzare lo sguardo, uno sguardo attento perchè consapevole, sui dettagli dell’ambiente architettonico, per gustare il loro ruolo nel contesto generale. Ma per raggiungere l’effetto, cioè per forzare a questa visione privilegiata, era necessaria una creazione pesantemente aliena al contesto, una forzatura dell’armonia d’insieme che imponesse al distratto visitatore una domanda: perchè ? La soluzione è stata brillantemente trovata con una scelta inquietante, ma di grande effetto scenico. I portali sono chiusi da due pesanti tendaggi di colore nero, apparentemente solo lugubri. In realtà dietro sta tutto il progetto d’insieme. La porta chiusa dal tendaggio è sicuramente un ostacolo: ma un ostacolo che può essere aperto. Anzi che “deve”essere aperto, per vedere davvero. Cioè per possedere intimamente ciò che si guarda. Ecco allora che “FRAMES” è una lente diversa sul mondo consueto: al di là del drappo nero c’è sempre la luce. Basta avere la voglia e il coraggio di aprire e trovarla.





Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro. (Dag Hammarskjöld)


Un quadro è uno spazio infinito, limitato da una cornice; è necessario che vi sia incluso l’infinito. (Simone Weil)






ll cervello non determina il pensiero, come la cornice non determina il quadro. (Henri Bergson)


Qualsiasi oggetto può diventare un oggetto artistico se lo si circonda di una cornice. (Boris Vian)



Ăˆ inutile sbarrare le porte alle idee: le scavalcano. (Klemens von Metternich)





Dobbiamo tutti abituarci all’idea che non ci sono chiavi e che non ci sono serrature. Solo porte girevoli. (Maurizio Cattelan)





In fondo in architettura una porta è solo una porta. Sulla scena è molto di più: è un limite o un confine. GAE AULENTI collaborazione con Luca Ronconi



Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite. (William Blake)



Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno. (Martin Luther King)


Si dice che la porta sia la parte piÚ lunga di un viaggio – Porta itineris dicitur longissima esse. (Detto latino)





Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno. Guy de Maupassant, Al sole, 1884







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