1 neuro 02 struttura ossea muscolare e nervosa

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NEUROANATOMIA E FISIOLOGIA GRAFOLOGICA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 2

STRUTTURA OSSEA, MUSCOLARE E NERVOSA La mano è lo strumento principale che permette le azioni dell'uomo. Occorre pertanto conoscerla un po' da vicino per comprenderne le innumerevoli potenzialità.

LA STRUTTURA OSSEA La prima e fondamentale componente della mano da analizzare è la struttura ossea, cioè le ossa del carpo, del metacarpo e delle falangi. Il

polso

in

una

mano

si

muove

straordinariamente bene e permette un'infinità di movimenti, perché c'è in esso una serie di 8 ossicini per mano, messi in una maniera così anatomicamente e funzionalmente perfetta e ad incastro, da permettere ogni sorta di moto, anche dei più raffinati. Tale gioco d’incastri mobili,

unitamente,

come

vedremo,

alla

strutturazione muscolare della mano, del polso, Lo scheletro della mano

dell'avambraccio, del braccio e della spalla,

permette una serie quasi infinita di movimenti; è solo così che si può quindi suonare il violino con quell’agilità che i virtuosi di questo strumento musicale ben conoscono. Quando un bravo violinista suona, mette in atto milioni di movimenti che la mano può eseguire grazie a questa strutturazione ossea oltremodo specializzata: scafoide, semilunare, piriforme, piramidale, trapezoide, trapezio, metacarpale e uncinato.


LA STRUTTURA MUSCOLARE Un’altra struttura anatomica che c'interessa da vicino è quella del muscolo, perché tutte le articolazioni si muovono proprio in seguito alle sollecitazioni muscolari. Il muscolo è una struttura assai complessa, che attiva i movimenti delle ossa, che a loro volta si servono di strutture più elastiche e meno usurabili dell’osso, quali sono appunto le articolazioni. Il muscolo, quando togliamo i tegumenti, la pelle superficiale e il tessuto sottocutaneo, appare rosso e pertanto è stato chiamato “rosso” o striato. Nel corpo umano la muscolatura rossa è quella volontaria e quella bianca è, invece, quella automatica, che non possiamo regolare a nostro piacimento, poiché costituita di muscoli che si contraggono indipendentemente dalla nostra volontà. Un tipico esempio

è

dato

dalla

muscolatura

degli

organi

interni

che

si

muovono

apparentemente da soli, secondo le leggi della fisiologia. L’altra, la muscolatura volontaria, è quella che più interessa in questo contesto e che è costituita dai muscoli regolati direttamente dalla volontà. La muscolatura rossa è definita striata, mentre quella bianca è liscia. Il muscolo è costituito da fascicoli. Ogni fascicolo è fatto a sua volta da sub-fascicoli, che sono le unità; c'è poi il sarcolemma, che contiene le vere e proprie fibre muscolari.


La

fibra

muscolare,

ulteriormente

in

a

tanti

sua

volta,

miofilamenti

è

suddivisa con

una

conformazione a strisce, che attribuisce appunto il nome di striato al muscolo. Questa conformazione a strisce, che al microscopio elettronico appare come una banda nera e una bianca alternate, è fatta in questo modo, perché rappresenta una struttura in parte sovrapposta o comunque sovrapponibile durante la contrazione. Struttura muscolare

La struttura microscopica ci permette di capire il funzionamento

del

muscolo.

A

livello

dei

miofilamenti ci sono delle strutture che si chiamano miosina e actina, che possono, scivolando l’una sull’altra, accorciare il sarcomero, cioè creare un accorciamento microscopico. Moltiplicato per migliaia di sarcomeri, si ottiene l’effettivo accorciamento del muscolo

Fisiologia dell’accorciamento muscolare


Il

meccanismo

che

permette

la

contrazione

muscolare, non è un semplice stimolo elettrico che parte direttamente dal cervello. Da esso, infatti, parte uno stimolo elettrochimico; lo scorrere dello stesso lungo le fibre nervose è legato a cariche elettriche che producono modificazioni chimiche che si scambiano tra zone diverse. Così anche a livello di miosina e astina vi è uno scambio di cariche che permette lo scorrere dell’una sull’altra contraendo la il fenomeno della contrazione

fibrilla. Ecco cosa fa lo stimolo nervoso: manda

impulsi e crea differenze di potenziale che permettono lo scorrimento. Così i muscoli si contraggono.

La mano ha, come abbiamo visto, una sua struttura ossea molto raffinata e precisa; però, non basterebbe la sola costruzione ossea e neppure quella cartilaginea a spiegare come avvengano tutti quei movimenti raffinati. Essa possiede anche una raffinata struttura muscolare volontaria, piuttosto complessa.


Nella

figura

sono

messi

in

evidenza i muscoli lombricali, che sono

i

tessuti

muscolari

che

stanno tra le dita e che quindi permettono

i

movimenti

di

allargamento e di avvicinamento delle

dita

importanti relativi

stesse.

Assai

per

movimenti

alla

i

scrittura

più

sono

i

muscoli flessori delle dita. Sono questi, infatti, che permettono ai raggi della mano di piegarsi; essi non

partono

dalla

mano,

ma

hanno il loro inserimento osseo addirittura sul braccio. I tendini Muscoli lombricali

degli stessi muscoli vanno poi ad inserirsi proprio sulle dita dalla

parte del palmo. Questo sistema di strutture è quello che permette alle dita di piegarsi, nel momento in cui arrivano gli stimoli bioelettrici che vanno ad attivare il sistema contrattile actina/miosina. Occorre approfondire quanto succede a livello nervoso centrale e periferico, quando si fanno dei movimenti. Trascorre da 1/1000 a 1/10 di secondo dal momento di avvio dello stimolo all’arrivo del messaggio in periferia. Occorre pertanto capire che cosa succede in quel decimo o millesimo di secondo, da quando cioè parte uno stimolo dal cervello che deve percorrere circa mezzo metro di strada per arrivare al muscolo periferico della mano, trasferire un messaggio di contrazione e fare in modo che tutto si svolga a dovere. Sono necessarie una rapidità e una velocità straordinarie per passare dal sistema nervoso centrale, a quello periferico e quindi al muscolo. Ciò sta alla base di un corretto funzionamento della mano.


LA STRUTTURA NERVOSA La base strutturale del sistema nervoso è il neurone, cioè la cellula nervosa. In questa immagine di una cellula nervosa tipo sono stati racchiusi tutti gli elementi che c'interessa conoscere. In un sistema nervoso umano normale ci sono miliardi

di

concentrati

neuroni, nel

che

sistema

sono

quasi

nervoso

tutti

centrale.

Invece, nel sistema nervoso periferico ci sono soprattutto i prolungamenti dei neuroni, cioè gli assoni, che vanno a costituire i nervi veri e La cellula nervosa

propri.

Queste cellule hanno l’affascinante caratteristica di non morire mai o, quantomeno, di potersi rigenerare. E’ recente la scoperta che questi neuroni hanno la capacità di riprodursi e di rigenerarsi sempre purché li si metta nelle condizioni di farlo. Ecco perché, a livello centrale, è importante tenere efficiente la mente con un’attività mentale e cerebrale vivace; in questo modo si riesce a non far invecchiare mai il cervello. Si sa che la pelle giornalmente produce cellule che hanno una vita molto breve, e passano dallo strato profondo al superficiale corneo e che quindi vengono eliminate; si perdono giornalmente centinaia di migliaia di cellule della cute. Queste cellule hanno il difetto di invecchiare e perciò creano un problema: non sono più cellule giovanili che producono a loro volta cellule toniche, bensì cellule sempre più senili, quindi meno elastiche e meno idratate. La difficoltà nello studiare le cellule nervose ha ritardato un po’ il raggiungimento di risultati apprezzabili, ma ora si è scoperto che, contrariamente a quello che si pensava prima, cioè che ci fosse un deterioramento progressivo di tutta la struttura cellulare neuronale del cervello che portava ad un invecchiamento progressivo, le cellule neuronali, si rigenerano.


Il neurone, come tutte le cellule, ha un nucleo che occupa la zona centrale. Elementi fondamentali per la funzionalità del neurone sono i dendriti, diramazioni che servono per collegarsi ai neuroni vicini, permettendo di ricevere o trasmettere informazioni, in modo assolutamente veloce, alle cellule nervose vicine. Siccome le cellule nervose sono miliardi e la velocità delle trasmissioni è enorme, è chiaro che la rapidità degli scambi delle informazioni è data dalla grande presenza dei neuroni nel sistema nervoso centrale. Dal centro delle cellule si prolunga sempre un assone, cioè un vero e proprio prolungamento della cellula, che serve per trasmettere lo stimolo bioelettrico in qualche altra parte dell’organismo. L’assone, nella sua parte finale, possiede degli ingrossamenti, chiamati bottoni o rigonfiamenti sinaptici, attraverso i quali il nervo riesce a trasmettere il messaggio. Il neurone è l’unità strutturale del sistema nervoso. Il sistema nervoso è composto anche da altre strutture. Esso è suddiviso in cervello, midollo spinale e nervi. Il cervello è (encefalo = ) la parte che sta dentro la scatola cranica; il midollo spinale è quello che dalla scatola cranica scende lungo la colonna vertebrale, dove c’è il canale neuronale; lungo il midollo, escono tutti i nervi che vanno alla periferia.


La struttura sembra molto complessa, ma, in effetti, è abbastanza semplice: c’è una zona centrale, una zona di trasporto e un'area periferica che arriva in tutto il corpo. I

prolungamenti,

quelli

che

poi

permettono la strutturazione del nervo, sono i dendriti, che sono corti o molto corti, e che quindi servono solo per piccole cellule

trasmissioni, adiacenti;

soprattutto

c’è

poi

alle

anche

un

prolungamento lungo, detto assone, che può

essere

molto

corto,

cioè

pochi

millimetri, o anche lungo anche più di un metro, come quelli dei nervi che vanno alle dita dei piedi, che devono percorrere tutta la gamba. A volte, secondo il tipo di nervi, o del Il sistema nervoso tipo

di

struttura,

esistono

dei

rivestimenti; cioè i nervi sono come fasciati, come i fili di rame della luce rivestiti dalla plastica; questo rivestimento, nel sistema nervoso, si chiama mielina ed è una sostanza che tende ad aumentare la velocità di trasmissione; ecco perché si riescono ad avere velocità incredibili nella trasmissione nervosa degli impulsi. L’assone ha la sua terminazione che si rigonfia in un bottone, o protuberanza sinaptica, che contiene la sostanza chimica necessaria per la trasmissione dell’impulso al neurone successivo. Di queste protuberanze sinaptiche ce n'è un’infinità e c’è sempre un finale a bottone e

un

recettore

che

accoglie

lo

stimolo.

Le

vescicole,

che

contengono

il

neurotrasmettitore, quando arriva lo stimolo emettono tale sostanza, che va a finire nella fessura sinaptica; dall’altra parte, c’è un sito recettoriale, che riceve e che registra quest'evento e, a sua volta, invia un nuovo messaggio.


L’uomo, prima ancora di discendere dalla scimmia, sembra discendere dal lombrico, almeno per quanto concerne la strutturazione del midollo! Qui vediamo appunto la “struttura a gettoni” del lombrico,

che

configurazione

è

rapportabile

nervosa

anche

elementare.

alla

Esistono

appunto dei gettoni sensitivo-motori, cioè delle piastre messe in fila, tanto da avere come risultato una sorta di cilindro. Da ognuna di queste

piastre

escono

ed

entrano

delle

terminazioni che sono quelle che permettono al Struttura

a

gettoni

del

lombrico

lombrico le varie attività: i nervi afferenti e quelli efferenti. Efferente, vuol dire che va verso l’esterno, afferente, invece, che va verso l’interno. A livello di sistema nervoso, afferente è tutto ciò che proviene dalla periferia e giunge alla zona centrale; efferente è tutto ciò che parte dal centro e si dirige alla periferia. Il lombrico vive di stimoli riflessi; se lo si tocca, egli si muove e il suo muoversi è determinato da stimoli di varia natura, tipo

Vertebra e sezione midollare

quelli legati al cibo; dalla periferia arriva uno stimolo afferente e si genera, come risposta, uno stimolo efferente di spostamento, d'irritamento, di movimento e così via. Nell’uomo, le cose, sono naturalmente più complesse.


In uno spaccato della colonna vertebrale si può notare come il midollo spinale che l’attraversa abbia dei collegamenti con la periferia tramite i nervi che da esso fuoriescono e che, passando per appositi fori, vanno a dirigersi verso le varie parti del corpo. Nella sezione del midollo si vede che la struttura è fatta allo stesso modo del lombrico, cioè esiste un sistema afferente e un sistema efferente. Questo sistema è quello che dà luogo al riflesso stimolorisposta, cioè al riflesso semplice, tipo quello che avviene Sezione midollare

quando

il

neurologo

batte

sotto

il

ginocchio, la rotula e la gamba si estendono. La gamba non si estende perché il cervello lo ordina,

ma perché esiste un riflesso automatico che, dalla patella o rotula, va alle radici midollari e, da qui, senza arrivare al cervello, quindi in modo automatico, torna direttamente alla rotula e dà questo messaggio di stimolazione che fa in modo che la gamba si estenda. Lo stesso meccanismo avviene quando la luce colpisce gli occhi e le pupille si contraggono o quando si passa una punta sotto la pianta del piede. Sono tutti riflessi automatici; alcuni sono molto semplici, come quello patellare, altri sono più complessi e in questi viene coinvolto anche il sistema nervoso centrale. E’ importante capire che anche nel nostro midollo, entrano ed escono delle fibre e con esse dei messaggi. C’è una struttura che mette in relazione il piano inferiore a quello superiore; ogni stimolo-risposta da avviare a livello periferico, è comunque registrato anche in quello centrale. Quindi, noi abbiamo comunque la sensazione, per esempio dello spostamento; se poi abbiamo gli occhi aperti e guardiamo, abbiamo anche la visione dello spostamento; sono tutte cose delle quali ci rendiamo conto e quindi, nell’uomo, tutto viene portato a livello centrale e quindi di consapevolezza.


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