1 neuro 03 struttura e funzioni del sistema nervoso

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NEUROANATOMIA E FISIOLOGIA GRAFOLOGICA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 3

STRUTTURA E FUNZIONI DEL SISTEMA NERVOSO

STRUTTURA E FUNZIONI DEL SISTEMA NERVOSO. Il sistema nervoso umano è piuttosto complesso e comprende il sistema nervoso centrale e quello periferico.

Visione esterna dell’encefalo

LE STRUTTURE CEREBRALI LA CORTECCIA E’ la parte più esterna del cervello ed è formata da sostanza grigia, spessa solo pochi millimetri che riveste la superficie degli emisferi cerebrali. E’ deputata alle funzioni superiori

del

che

riguardano

la

motricità,

la

sensibilità,

la

percezione

e

l’elaborazione Aree cerebrali

cervello

del

pensiero.

È


suddivisa in aree di cui si conoscono oramai quasi per intero le funzioni. LOBI TEMPORALI Sono preposti alla funzione uditiva, neurovegetativa e olfattiva. LOBI FRONTALI Controllano i movimenti e i meccanismi preposti all'elaborazione del linguaggio orale e scritto. LOBI PARIETALI Sono longitudinalmente dietro alle zone motorie, ricevono ed elaborano informazioni dagli organi di senso. LOBI OCCIPITALI Senza di essi non possiamo scrivere; infatti, sono preposti alla percezione visiva. IL CERVELLETTO Il cervelletto fondamentalmente regola l’equilibrio e coordina i movimenti. Non è una copia dell’encefalo, anche se come struttura

presenta

due

emisferi,

uno

periferico grigio ed uno centrale bianco. La funzione del cervelletto riguarda, in effetti, l’equilibrio, il bilanciamento e il controllo

sulla

posizione

di

tutti

i

segmenti corporei nello spazio. Se non avessimo ben funzionante il cervelletto potremmo avere sensazioni di non appartenenza o di non collocazione nello spazio di parti del corpo. Esso serve, quindi, anche per spostamenti mirati come quando, ad esempio, occorre Struttura del cervelletto

prendere un oggetto: sarà necessario

vedere l’oggetto per puntarlo e, quindi, afferrarlo.


Se non funziona il cervelletto si può sbagliare la misura della presa, conseguenza questa di una dismetria o alterazione della misura mentale della distanza. Il cervelletto possiede anche un’attività di coordinamento. Quello che non può fare è di iniziare un movimento. I movimenti non possono partire dal cervelletto, che è un coordinatore, un modulatore e non un programmatore. Esso regola l’attività muscolare, non l’attiva; non possiede, infatti, zone motorie adibite ad un'attività motoria volontaria. Il cervelletto permette la regolazione del movimento, ad esempio quando scriviamo. Un’altra attività del cervelletto è di rendere regolare la camminata. Infatti, senza un’attività

di

coordinamento

noi

non

potremmo

mantenere

l’equilibrio

e

tenderemmo a cadere o a fare piccoli passi, sbandando per non finire per terra. LA FORMAZIONE RETICOLARE E’ una sostanza fondamentale per le attività motorie. La formazione reticolare non è un organo bensì una struttura diffusa a mo’ di rete e disposta nel centro del tronco encefalico e che si estende sino al midollo allungato e che ha contatti diretti con tutte le strutture nervose, in particolare, nella zona superiore con la corteccia. I tratti discendenti della formazione reticolare formano una parte del sistema motore. Quando vogliamo muovere un muscolo per compiere un movimento volontario dalla

corteccia

deve

partire un messaggio che deve

avere

molti

d'integrazione. sistemi

che

livelli

Uno

permette

dei il

coordinamento delle varie parti

del

proprio reticolare

cervelletto, la che

è

formazione influenza

Sostanza reticolare


anche il nostro livello di veglia e di affezione. E’ un sistema che va a controllare il nostro orologio biologico. Ha funzioni multiple. Alterna, ad esempio, i cicli sonno-veglia; contiene alcuni centri vitali per la regolazione del centro cardiaco (pressione sanguigna, attività cardiaca, centri vasomotori), ma soprattutto fa da coordinatore delle diverse attività nervose. L’AMIGDALA E L’IPPOCAMPO

Fanno parte del sistema limbico. L’amigdala manifestazioni

è

preposta emotive

alle ed

è

intimamente connessa con altri centri cerebrali del sistema limbico. L’ippocampo, informazioni

Amigdala e ippocampo

invece, recenti

consolida trasformando

le la

memoria da breve a lungo termine. IL SISTEMA LIMBICO E’ preposto a tutte le manifestazioni che giocano un ruolo preminente nella sopravvivenza dell’individuo della specie (affettività, aggressività e sessualità). Il sistema è indirettamente collegato con le strutture del cervello antico: è il residuato di quello che è rimasto del cervello animale.

Affettività,

sessualità

e

aggressività sono tutte componenti di tipo emotivo

che

riguardano

le

pulsioni

primarie che appartengono anche all’animale.

Sistema limbico


Si tratta di una complessa serie di strutture interconnesse che si trovano nelle parti più nascoste e inferiori dell’encefalo e che sono collegate mediante un grosso cordone di sostanza bianca che è l’ipotalamo. Una delle funzioni fondamentali del sistema limbico è la conservazione della memoria. Il sistema limbico, a causa delle sue connessioni sia con la corteccia prefrontale sia con l’ipotalamo, è talvolta chiamato cervello emozionale, a differenza della corteccia che è definita cervello razionale e del midollo allungato chiamato cervello vegetativo. Il cervello emozionale è la sede delle emozioni, delle passioni e dei sentimenti (piacere, noia, ira, rancore, attrazione ecc...). Questi sentimenti, positivi o negativi, producono risposte fisiologiche legate all’attività di queste strutture che sono connesse al sistema nervoso autonomo. ALTRE STRUTTURE Sono il corpo caudato, il putamen e il globo pallido che sono i gangli della base proprio perché si trovano al piede degli emisferi cerebrali. Per mezzo di queste strutture i movimenti ripetitivi (come il camminare appresi,

o

lo

possono

automaticamente,

scrivere),

una

essere

volta

eseguiti

senza

controllo

cosciente. Questi automatismi, motorio, dinamico e funzionale, dipendono, almeno in parte, proprio dai gangli della base. Essi Talamo e altre strutture

fanno parte di quel sistema di controllo subcosciente,

che

presiede

a

queste

attività e che sono deputate a gestire gli automatismi e il ripetersi automatico. Altre strutture sono la ghiandola pituitaria, cioè l’ipofisi, e l’ipotalamo, che sta appunto sotto il talamo, strutture che permettono di collegare le varie strutture all’interno del cervello e fuori. Il talamo, per esempio, sta nel mesencefalo e


accoglie le informazioni che provengono dai cinque sensi e le trasmette ai rispettivi centri della corteccia. E’ quello che seleziona molte delle informazioni che vengono dalla periferia, per mandarle alla corteccia. Selezionare significa, in questo caso, che non le lascia passare tutte, ma ne manda solo alcune: solo quelle che possono essere gestite in quel momento e in quelle condizioni. Se le mandasse tutte, probabilmente la corteccia andrebbe in tilt. Molte delle attività che noi compiamo o molte delle informazioni che ci arrivano dall’esterno, non arrivano, infatti, alla corteccia, perché si fermano, ad un certo livello. Se per esempio si dovesse, quando si scendono le scale, fissare la propria attenzione su tutti i singoli movimenti che si fanno con gli arti inferiori, quegli stessi atti del corpo non sarebbero più spontanei. Sarebbe come se si obbligasse il cervello, in particolare la zona motoria frontale della corteccia, ad attivare azioni che vengono abitualmente ed automaticamente eseguite da altre strutture. Cioè, il cervello interviene esclusivamente in ciò che ha bisogno di un arrangiamento, di una selezione o di una specializzazione maggiore; altrimenti, ci pensano le zone del mesencefalo (dell'area centrale del cervello) a risolvere problemi di ordinaria abitudine. Ecco perché noi non abbiamo bisogno di portare a livello di coscienza, ad esempio, l’atto dello scrivere; ci basta portare a livello di coscienza il solo contenuto. E allora, si sta attenti al contenuto e, automaticamente, si scrive. L’ipofisi, invece, è deputata alla gestione di tutto il carico ormonale e serve per la produzione e gestione degli ormoni primari (pro-ormoni), che poi vanno ad agire su tutte le ghiandole endogene dell’organismo. L’ipofisi, quindi, regola per esempio, la tiroide, le ghiandole surrenali e così via, attraverso un meccanismo di messaggi che dal centro vanno verso la periferia.


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