NEUROANATOMIA E FISIOLOGIA GRAFOLOGICA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 4
ENCEFALO ED EMISFERI
L’ENCEFALO E’ la parte del sistema nervoso centrale contenuta nella scatola cranica. Nell’encefalo, ad una visione esterna laterale, si
distingue
la
corteccia
cerebrale
dal
cervelletto, dal ponte e dal midollo allungato.
Visione laterale dell’encefalo
In uno spaccato frontale si possono distinguere i due emisferi. La corteccia esterna è caratterizzata da circonvoluzioni chiamate “giri”. Per giro s’intende quella parte bianca che costituisce la porzione esterna della corteccia e che, attraverso i solchi, si sprofonda all’interno del cervello.
Il solco può essere
superficiale o approfondito; quando la fenditura è molto forte si chiama scissura. La scissura principale, cioè quella che divide i due emisferi destro e sinistro, si chiama scissura centrale interemisferica
al
fondo
struttura Spaccato frontale dell’encefalo
fibrosa del corpo calloso.
della
quale
sta
la
La materia grigia, a livello centrale, sta all’esterno mentre la materia bianca sta all’interno; all’esterno, infatti, all’estrema periferia, stanno collocati i nuclei delle cellule nervose da dove partono gli impulsi e da esse partono poi le fibre che sono colorate di bianco e stanno all’interno; nel midollo avviene il contrario. I collegamenti all’interno del cervello sono miliardi. Gli emisferi destro e sinistro sono collegati tra loro per mezzo del corpo calloso (si chiama così perché i primi studiosi anatomici che sezionarono i cervelli, trovarono questa zona un po’ dura, proprio perché era fatta di fibre, e le hanno dato il nome di corpo calloso). E’ una struttura fatta di fibre, dove avviene il collegamento fra emisfero destro e sinistro. Nell’uomo, in generale, l’emisfero destro e sinistro sono collegati. Dico in generale, perché esistono situazioni in cui possono anche non essere collegati a livello di corpo calloso; sono magari collegati ugualmente, ma in un altro modo; è una situazione che si chiama “agenesia del corpo calloso”, piuttosto rara, in cui, il corpo calloso non esiste proprio e che produce disturbi legati alle facoltà attentive e di collegamento. In questo caso i collegamenti devono fare altre strade per mettere in relazione l’emisfero destro con l’emisfero sinistro. Esistono vari tipi di fibre: quelle di “associazione”, quelle “commisurali”, e quelle di “proiezione”. Le fibre di associazione sono quelle che mettono in relazione ogni parte di corteccia, quindi ogni giro ha correlazione con gli altri giri anche più giri. Tanto è vero che alcune di queste zone, soprattutto quelle centrali, sono collegate a tutte le altre; sono proprio come dei centralini ed è per questo che vengono chiamate “fibre di associazione”, perché mettono in associazione le varie parti del cervello. Poi ci sono quelle “commisurali”, che mettono in relazione zone identiche o diverse, ma di emisferi diversi, passando per il corpo calloso. Infine le fibre di proiezione, che sono quelle che, partendo dalla zona centrale, vanno a raggiungere la periferia.
Nell’encefalo s’individuano facilmente delle suddivisioni in strutture: la parte anteriore, quelle laterali e quella posteriore. In basso, posteriormente, sotto all’encefalo, sta il cervelletto. Di sotto all’intero encefalo, ma più centralmente c’è il prolungamento del cervello verso il midollo. Esso è costituito dalle parti più antiche del sistema nervoso, il cosiddetto “archicerebello”, cioè la parte che abbiamo in comune anche con gli animali, e che comprende il midollo allungato, il ponte, ecc…; sono le parti che sovrintendono alle funzioni vitali. In queste strutture stanno i centri del respiro, i centri automatici Suddivisione encefalo
del battito cardiaco, il controllo dei livelli di acqua e di
sale nel corpo; tutte quelle funzioni che servono per la vita vegetativa. Di diverso dal cervello animale c’è nell’uomo la parte anteriore, i lobi frontali, che, in proporzione, sono molto più sviluppati nel genere umano che non nell’animale. Lo scimpanzé sembra quello che si avvicina di più, non come dimensione globale, ma come proporzione tra lobi frontali e resto del cervello. I lobi hanno incombenze elettive e relative ad attività specifiche. Nell’encefalo si distingue:
Il lobo frontale che, la parola stessa lo dice, sta dietro la fronte, sia a destra che a sinistra.
Il solco centrale è un solco profondo che divide il lobo frontale dal lobo parietale.
Il lobo parietale è quella parte appoggiata alla teca cranica lateralmente.
Più indietro abbiamo il lobo occipitale, che sta sopra il cervelletto.
Davanti, nella zona delle tempie, sta il lobo temporale, diviso dal lobo frontale da un altro solco profondo.
l corpo calloso, che permette tutti i collegamenti tra emisfero destro e sinistro, sta nel mezzo.
Nel 19° secolo divenne di moda la palpazione delle protuberanze craniche che portò alla Frenologia.
Tutti
allora
volevano
farsi
“leggere
la
testa”, fatta eccezione per chi presentava protuberanze
preauricolari,
segno
di
“personalità collerica, feroce, antisociale, avida e dedita ad eccessi alimentari”. Il tentativo era di dare una spiegazione ad ogni fenomeno, ma non c’era la possibilità conoscitiva per dare risposte adeguate agli avvenimenti
e
a
i
fenomeni
che
si
osservavano a livello di comportamento. Secondo la frenologia chi possiede una specifica particolari Rappresentazione dell’encefalo all’inizio del 19° secolo
sottende;
bozza
possiede
relative per
anche
all’abilità
questo
quando
che
qualità essa
qualcuno
aveva, ad esempio, il bernoccolo della
matematica, finiva per avere, a detta del frenologo, una gran capacità aritmetica. Naturalmente, non tutto doveva essere totalmente falso, ma certo peccava un po’ di superficialità. Si trattava di un tentativo di voler capire qualcosa che altrimenti rimaneva sconosciuto. La neuropsicologia moderna ha però portato avanti in qualche modo questo tipo d’approccio cercando di trovare una corretta mappatura del cervello, in particolare della superficie dell’encefalo per individuare le zone dove effettivamente avvengono certi processi. La scrittura, ad esempio, essendo il prodotto integrato di un'attività globale del cervello, non può avere un riferimento ad uno specifico luogo cerebrale; non c’è e non si troverà mai il centro della scrittura. Per scrivere è, infatti, importante poter vedere, sentire (se devo scrivere sotto dettatura), poter controllare il movimento e quindi poter tenere in mano la penna e produrre un certo tipo di movimento; già 4 o 5 funzioni per le quali è indispensabile l’attivazione di strutture idonee. Quindi, già per la scrittura, abbiamo bisogno di alcune zone integre e funzionali.
In queste mappe vengono riportati dei numeri, che corrispondono
alle
rispettive zone di attività. La
zona
motoria
principale, ad esempio, è indicata col n° 4 ed è quella
dove
stimolazioni
nascono
le
motorie
volontarie. Se il soggetto vuole fare Mappatura cerebrale
qualcosa,
come
ad
esempio
prendere
un
oggetto, deve, per raggiungere quel determinato oggetto, muovere la mano, il braccio, l’avambraccio, il gomito e anche la spalla; la coscienza, che non sta in questa zona, manda dei messaggi adeguati alla zona 4, da cui partono gli stimoli motori sotto forma d’impulsi che provocheranno una risposta motoria nelle zone muscolari desiderate. Naturalmente tutto ciò è semplificato a scopo didattico poiché, in effetti, per quest’operazione apparentemente semplice si devono invece compiere molte azioni complesse come prendere le misure, allungare gli arti con una certa forza, con una certa rapidità, con una certa progressione, con una certa armonia di movimento e, soprattutto, con una certa abilità nella gestione della motricità fine. Di fianco alla zona motoria c’è la zona sensoriale o sensitiva, detta zona 3, che si trova appena dietro la scissura centrale: davanti c’è l’area motoria, dietro l’area sensitiva, ma entrambi in stretta correlazione tra loro poiché è importante avere una sensazione molto precisa del mondo e dell’ambiente che ci circonda per operare un adeguato feedback, cioè un controllo della motricità. Non c’è solo la possibilità di avere il controllo a livello del sistema nervoso, ma anche di verificare ciò che si sente. Quando si tende ad esagerare nel movimento, ma la vista è integra, si può controllare e ci si ferma; si tratta di un controllo sensoriale. Il
controllo sensoriale e il controllo motorio sono due elementi che devono andare di pari passo e che quindi è bene che siano vicine. E’ stata di recente (2001) scoperta una zona del cervello, nel lobo parietale, utilizzata per la coordinazione tra occhio e mano, dove informazioni oculari e manuali si combinano e consentono una stretta coordinazione tra i movimenti degli occhi e quelli della mano. Gli studiosi italiani (La Sapienza– Roma - prof. R. Caminiti) hanno quindi colmato un vuoto che esisteva nella scienza che non riusciva a spiegare come occhi e mano potessero coordinare i loro movimenti. Tra le zone motorie che è interessante conoscere ce ne sono anche altre. Per esempio la numero 8, piuttosto ampia, e parte della 46: servono per la motricità dell’occhio ed è noto quanto sia importante questa funzione nella vita dell’uomo. Quest'organo, magnifico e perfetto quando funziona bene, ci permette di valutare le profondità, i primi e i secondi piani, di vedere i colori, di cogliere le sfumature; di orientare il nostro sguardo, di seguire gli oggetti in movimento, di fissare un oggetto fermo anche quando noi siamo in moto. A livello di organo periferico c’è poi tutto un sistema muscolare complesso che riguarda l’intero globo oculare e che è regolato proprio dalle zone 8 e 46. Un’altra area interessante è quella detta di Broca, area 45 e 44, che è la zona motrice del linguaggio e regola l’espressione della parola e della scrittura. Non è il centro della scrittura che, come abbiamo visto, non esiste, ma essa regola sia l’espressione delle parole dette che di quelle scritte. La modulazione della voce serve per creare interesse, per attirare attenzione, per sottolineare certe parole come pure la gestualità - o per passarne sotto silenzio altre. Questo tipo di espressione, sia nella lettura e quindi nella parola detta, sia nella scrittura a livello di concetti, dipende da questo centro che darà una colorazione espressiva. Affinché l’espressione
verbale
venga
segnata
da
una
tonalità
affettiva,
empatica,
sconvolgente o altro occorre però l’integrità anche di altre strutture. Per esempio, ci sarà bisogno delle strutture numero 9, 10 e anche 11. Queste zone frontali anteriori, presenti solo nell’uomo, sono importantissime poiché sono quelle che
personalizzano il messaggio o l’espressione verbale con tonalità tipicamente umane, legate al mondo dei sentimenti, quindi agli stati mentali, all’eccitazione, all’ira, alla calma, eccetera… Ci sono poi funzioni di riconoscimento di oggetti ad occhi chiusi (la zona 5 e la zona 7). La tipica prova elaborata da Piaget per cui, con occhi bendati (oppure all’interno di una scatola o sotto una coperta), si invita il bambino a riconoscere strumenti come una chiave, un pettine, serve proprio per valutare l’efficienza di queste zone e di conseguenza funzioni mentali di riconoscimento. Le funzioni visive, associative, auditive e olfattive, si trovano nella zona 37 e 39. Quelle visive nella 17 e 18 e sono strutture indispensabili per una corretta funzionalità visiva. La fissazione dello sguardo in particolare è legata alla struttura 19. L’interpretazione dei suoni è legata alla zona uditiva, che sta vicina all’orecchio: 22, 41, 40 e 42 e permette di riconoscere un suono, distinguerlo da un rumore, riconoscere la parola, non interpretarla, ma recepirla; l’interpretazione della parola a livello sensitivo, avviene nelle zone di Broca e frontale. Le zone motorie analizzate regolano tutta la muscolatura del corpo, però un conto è muovere un dito, la lingua, o le corde vocali e un conto è muovere la coscia: il movimento della coscia è un movimento grossolano che tutto sommato serve solo per piccole operazioni, vale a dire chinarsi, camminare, alzare una gamba ecc…; mentre invece, le corde vocali, la mano, le labbra, la lingua servono per funzioni molto più sofisticate: parola, scrittura, canto ecc… Ecco un’immagine del famoso Homunculus, che altro non è se non una rappresentazione virtuale della collocazione delle varie zone sensoriali e motorie collegate alle parti dell’organismo.
La zona motoria ha una rappresentazione dello
spazio
occupato
dai vari organi
nell'area cerebrale, cioè il piede, le dita, la gamba e la coscia, fino all’anca, sono rappresentate da una zona relativamente ridotta. un’ampia
Per
la
zona
mano,
invece,
deputata
solo
esiste al
suo
movimento. Un’altra zona piuttosto vasta è quella che regola il movimento della lingua. La sproporzione di questo homunculus, ci
Homunculus cerebrale
dà l’idea di quanto poco spazio cerebrale, sia dedicato alla motricità di tutto il tronco (arto inferiore e superiore), rispetto a mano e volto. Questo ci dà la spiegazione del perché la motricità della mano, sia così raffinata: a questa muscolatura è dedicato molto spazio a livello di corteccia cerebrale. Ecco perché possiamo fare tanti movimenti così raffinati.
FUNZIONI DIFFERENZIATE DEGLI EMISFERI Gli emisferi cerebrali presentano abilità differenziate
tra
destro
e
sinistro,
legate alle funzioni specifiche legate agli stessi. Esiste una suddivisione tra sinistra e destra, dove la prima è in genere dominante. Il concetto di dominanza è legato
al
fatto
che
l’emisfero
Emisfero destro e sinistro
più
importante, di solito, è quello sinistro. Di solito, perché nella maggioranza dei casi, le persone sono destrimani, non solo di mano, ma usano tutta la parte destra del
corpo in modo prevalente, rispetto alla sinistra: si dice che essi possiedono un emisfero controlaterale, quindi sinistro dominante. L’incrocio delle funzioni è legato alla confluenza che le fibre nervose operano scendendo nel midollo per cui l’emicorpo di destra è guidato dall’emisfero di sinistra e viceversa. L’emisfero dominante, che può essere destro o sinistro, contiene anche le aree per la fonazione (per la parola detta), e il linguaggio (comunicazione in generale). E’ inoltre elettivamente coinvolto nelle funzioni analitiche legate alla possibilità di scindere la realtà in concetti separati e di conoscerla in modo spezzato (analisi). Nella conoscenza, l’analisi è quella che permette di conoscere le singole realtà; la sintesi è quella che le mette insieme. Le capacità di analisi, stanno nell’emisfero dominante, come pure l'abilità di cantare, leggere, scrivere. Nell’emisfero non dominante, abbiamo invece i concetti astratti: oltre alla sintesi, le attività creative, la danza, la musica, l’arte, lo spazio personale, quello vitale dell’Io. Quelle dell’emisfero non dominante, sono attività, in genere, non verbali; nel dominante sta invece il concetto di “ratio”, di ragione, di maschile. Nell’altro, il concetto di passione, di femminile, di arte, cioè tutto ciò che non ha bisogno della logica e della consequenzialità. Il
sistema
centrale, midollo
nervoso
costituito (zone
si da
protette
divide
in
encefalo
e
da scatola
cranica e dalle vertebre) e periferico. Quest’ultimo, a sua volta, si divide in
Raffigurazione riassuntiva delle aree cerebrali
sistema nervoso periferico volontario (quello dei nervi veri e propri) e nervoso autonomo. Il sistema nervoso autonomo, a sua volta, si divide in nervoso simpatico e parasimpatico. Il primo è impegnato a rilasciare energie per l’attività
dell’organismo. Il secondo tende a conservare l’energia (motorie, energetiche) e a mantenere l’equilibrio omeostatico dell’intera persona.
EMISFERO DESTRO E SINISTRO La scoperta della differenza di funzionalità degli emisferi cerebrali mette in evidenza che la capacità creativa dipende soprattutto dalle funzioni visive e spaziali dell'emisfero destro. La destra e la sinistra nel pensiero Le due fondamentali funzioni degli emisferi del cervello umano furono descritte, per la prima volta, dallo psicobiologo Roger Sperry nel lavoro che egli svolse dalla fine degli anni '50. La sua scoperta, per la quale è stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1981, ha dimostrato che i due emisferi cerebrali dell'uomo si avvalgono di processi informativi contrastanti. Ambedue le modalità di pensiero sono coinvolte nelle funzioni cognitive più elevate, ma ciascun emisfero si specializza pensare
e
nel
proprio
ciascuno
modo
esprime
di ca-
ratteristiche facoltà proprie. Le due modalità sono in grado di operare in maniera complementare e associata pur mantenendo, nello stesso tempo, Caratteristiche emisferi
il proprio stile individuale. Le due
modalità possono, ad esempio, fornire risposte diverse e persino contraddittorie di fronte al medesimo stimolo. Funzione Sinistra: pensiero lineare, logico, verbale L'emisfero sinistro svolge specificamente una funzione di pensiero verbale, logico e analitico. Le sue attività preferite sono la denominazione e la categorizzazione. Esso
eccelle nell’astrazione simbolica, nella verbalizzazione, nella lettura, nella scrittura e nella matematica. Nel complesso la sua modalità di pensiero è lineare: una cosa dopo l'altra, in ordine. Esso tende a basarsi sulle regole generali per ridurre l'esperienza a concetti compatibili con il proprio stile cognitivo. Predilige il pensiero chiaro, consequenziale, logico, non complicato dal paradosso o dall'ambiguità. In genere la nostra cultura occidentale generalmente tende ad enfatizzare la funzione sinistra del cervello e quindi a costringere la complessità entro parole semplici, simboli o astrazioni che ci rendano capaci di far fronte, se possibile, ai diversi aspetti della vita. Funzione Destra: pensiero visivo, spaziale, relazionale A differenza dell'emisfero sinistro, quello destro del cervello (almeno per la maggior parte delle persone) funziona in maniera non verbale, ed è specializzato nella trasmissione delle informazioni visive, spaziali e percettive. Il suo stile di funzionamento non è lineare e scarseggia in sequenzialità, poiché si basa sull'elaborazione
immediata
delle
stimolazioni
afferenti,
guardando
le
cose
istantaneamente nella loro globalità. La funzione destra tende a reperire le relazioni tra le parti e ricerca il modo con cui farle convergere in una globalità. Le sue attività privilegiate sono quelle di ricevere informazioni, cercare schemi o relazioni che soddisfino i requisiti di una struttura visiva, trovare l'ordine spaziale e la coesione. L'emisfero destro rimane imperterrito di fronte all'ambiguità, alla complessità e al paradosso, forse perché non possiede le caratteristiche della funzione sinistra, che opta per le regole generali e rifiuta di riconoscere l'ambiguità e il paradosso. È difficile esprimere con parole la funzione destra perché, per definizione, essa si identifica con la velocità, la complessità e ha una natura non verbale. Azione contemporanea delle due funzioni del pensiero Le due fondamentali funzioni cognitive, destra e sinistra, si comunicano e spartiscono le loro diverse visioni della realtà, soprattutto attraverso il corpo calloso. Esso collega i due emisferi cerebrali e permette lo scambio dei processi distinti delle due
funzioni, così che i due modi di guardare alla realtà si riconciliano, preservando il nostro senso d’unitarietà, la nostra idea di «lo» e di singola identità. Inoltre, in molte attività della vita comune, ambedue le fondamentali funzioni cerebrali possono elaborare, simultaneamente e in cooperazione, il medesimo stimolo e il medesimo
compito,
pur
svolgendo
ciascuna
il
proprio
specifico
ruolo.
Per
esemplificare con alcune analogie: nel cucito, una mano tiene la tela mentre l'altra cuce con l'ago; nel tennis, le gambe conducono il giocatore sul punto giusto mentre l'arto superiore maneggia la racchetta. Allo stesso modo, nella musica, la funzione sinistra legge le note musicali e mantiene il ritmo, mentre la destra si occupa del tono, della melodia e dell'espressività. Nella maggior parte delle attività umane, la sensazione di diversità e di separazione tra le due funzioni cerebrali è qualcosa di assolutamente silente e inconscia. Eppure pare che nel profondo della coscienza umana si annidi una riposta consapevole della dualità del cervello; concetto che affiora, come la punta di un iceberg, nel linguaggio stesso. Bastino per tutti i concetti di maschile e femminile, di Yin e Yang, razionale e poetico, scientifico e fantasioso. La lateralità, importante caratteristica umana, è, naturalmente, il segno esteriore più manifesto, dal punto di vista visivo, della dualità del cervello; la mano destra è controllata (di solito) dall'emisfero sinistro, dominante e con funzioni verbali; la mano sinistra dall'emisfero destro, subordinato e con funzioni visive. Il cosiddetto emisfero «minore» La funzione destra, considerata di solito secondaria è la meno accessibile delle due modalità. Il processo creativo rappresenta un'attività decisamente non comune; di che cosa si tratti e come avvenga rimane ancora un mistero. Ma il contributo di Sperry alla conoscenza del cervello suggerisce nuove idee intorno alla creatività. Per esempio, pare che il processo creativo avvenga in diverse fasi, forse perché le caratteristiche d’ogni fase spingono il cervello a realizzare cambiamenti cognitivi, passando da una funzione cerebrale principale ad un'altra e poi di nuovo alla prima, in una sorta di «slittamento» mentale. Il disegnare, che è spesso considerato una forma di creatività, può rappresentare
una prova evidente di tale slittamento esso può mettere in evidenza quale emisfero domina durante lo svolgimento della rappresentazione grafica, anche se la persona può non rendersi conto che il suo disegno sia stato influenzato dalla sua particolare conformazione mentale. Per imparare a disegnare è necessario soprattutto rendersi conto della funzione cerebrale dominante in quel momento. Questa capacità rappresenta un requisito necessario e primario per l'arricchimento delle possibilità del pensiero creativo.
Funzioni emisfero di sinistra
Funzioni emisfero di destra
Verbali
Non-verbali
Sintattiche
Percettive
Lineari
Globali
Sequenziali
Simultanee
Analitiche
Sintetiche
Logiche
Intuitive
Simboliche
Concrete
Temporali
Atemporali
Digitali
Spaziali
Le suddette funzioni, pur essendo generalmente attribuite le une all'emisfero destro, le altre a quello sinistro, possono presentare una notevole diversità di localizzazione in alcuni particolari individui, soprattutto nelle persone mancine o ambidestre. Inoltre, le recenti ricerche dimostrano che la separazione delle funzioni degli emisferi cerebrali è meno netta di quanto si sia da sempre ritenuto. Infatti, i termini ”funzione sinistra” e “funzione destra” servono per designare una modalità di pensiero, piuttosto che un rigido concetto di localizzazione delle funzioni nell'uno o nell'altro emisfero.