PSICOLOGIA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 2 ATTENZIONE E PERCEZIONE
ATTENZIONE L’Attenzione è un processo mediante il quale noi cogliamo solo alcune parti del nostro ambiente, mentre altre sono relegate alla periferia o ignorate del tutto. Esistono due tipi di attenzione: 1. la prima è definita volontaria o controllata, ed è quella che permette, ad esempio, di seguire meglio una lezione. E’ fatta di particolari posizioni e posture (es. strizzare gli occhi, assumere la posizione del pensatore, ecc.); sono atteggiamenti che aiutano ad aumentare l’attenzione. 2. La seconda è l’attenzione involontaria o spontanea e scaturisce dall’insorgere improvviso di elementi che catturano l’attenzione medesima. A sostegno dell’attenzione in generale sta l’interesse per l’oggetto, inoltre le regole di espressione e l’ambiente sono fattori che condizionano l’attenzione. L’attenzione volontaria dipende da fattori interni all’individuo, dalla sua costituzione, dallo stato fisico in quel momento. L’attenzione involontaria dipende dallo stimolo che deve soddisfare alcune caratteristiche per essere sollecitante e invitare all’attenzione come: La novità L’intensità (suono, luce o scritto evidenziato) L’intermittenza
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Disturbi attentivi Esiste una principale sindrome che si caratterizza per la difficoltà di attenzione: è quella definita “ADD” (Attention Deficit Desorder) che presenta un particolare gruppo di sintomi e di caratteristiche. I principali sintomi, che continuano a essere visti come i principali problemi sono divisi in tre categorie: 1. Disattenzione e distraibilità, 2. Impulsività, 3. Problemi con il livello di attività (iperattività oppure inattività). Disattenzione/distraibilità Quasi ogni allievo con questa sindrome mostra di avere poche capacità attentive. Lo studente potrebbe perdere importanti parti degli ordini o avere difficoltà nel rimanere sull’argomento principale. Un’altra caratteristica della disattenzione è l’incapacità del bambino di distinguere gli stimoli importanti ai quali rispondere. Per esempio, lo studente può avere tutte le intenzioni di ascoltare le direttive per eseguire i compiti di matematica. Egli ascolta veramente, ma non sente magari che erano da fare con la matita e non con la penna. Un altro problema di attenzione notato frequentemente in studenti con l’ADHD è la loro scelta di rispondere agli stimoli sbagliati. Questi allievi possono essere capaci di descrivere in dettaglio la stampa floreale sul vestito dell’insegnante non sentendo però quali erano i compiti di storia da svolgere. La distraibilità è definita come un essere sviati da altri stimoli che non hanno niente a che fare con l’argomento principale trattato. Le distrazioni possono essere interiori (come le sensazioni della fame) o esterne (la macchina fuori, la matita sul pavimento, o i quadri sul muro). L’incapacità fisiologica dello studente di concentrarsi potrebbe rendere particolarmente difficile per lui il terminare lunghi compiti o quelli che lui considera noiosi. I suoi costanti atteggiamenti di uscire dai doveri e il suo evitare di mettersi seduto a lavorare, sono frustranti per l’insegnante e per lo studente stesso.
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I segni della disattenzione e della distraibilità sono:
Attenzione a brevi periodi
Difficoltà nel completare i compiti
Sogni ad occhi aperti
Facile distraibilità
Molta attività ma pochi risultati
Inizi pieni d’entusiasmo ma fini scarse
Impulsività L’incapacità di pensare prima di agire e di tollerare i ritardi è considerata da molti essere il più serio e duraturo problema per gli adolescenti e per gli adulti con l’ADD. Questi bambini di solito non sono maliziosi ma semplicemente irriflessivi. Tirare le trecce a una compagna, afferrare il libro di un vicino o parlare ad alta voce in classe sono esempi che capitano spesso e senza un intento negativo. Questi studenti sono anche frequentemente disorganizzati e sbadati; perdono costantemente il lavoro assegnato, i libri, le carte e i compiti. L’organizzazione è forse il punto più difficile per questi studenti, malgrado i pur validi tentativi personali e degli educatori di far funzionare le cose. I segni dell’impulsività sono:
Eccitabilità
Bassa soglia di tolleranza alle frustrazioni
Tendenza ad agire prima di pensare
Disorganizzazione
Scarsa abilità nel progettare
Eccessivo saltare da un’attività all’altra
Difficoltà nelle situazioni di gruppo che richiedono pazienza e turni
Bisogno di molta supervisione
Costantemente in difficoltà per comportamento inappropriato
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Problemi nel livello di attività I bambini con l’ADD variano nel loro livello di attività spaziando dall’essere inattivi e apatici all’essere troppo attivi. Non tutti i bambini con disturbi attentivi sono iperattivo. Infatti, la maggioranza non lo è. Il bambino poco attivo comunque spesso non è riconosciuto e quindi è l’ultimo a ricevere aiuto. Generalmente non è impulsivo e non mostra un’eccessiva attività motoria. Ha comunque una difficoltà nello stare attento e può apparire confuso e depresso. E’ spesso considerato pigro, disinteressato o con un brutto atteggiamento. I genitori e gli insegnanti sono entrambi frustrati da questi studenti a causa dello scarso rendimento nei lavori che richiedono disciplina, programmazione e organizzazione. I bambini iperattivi, al contrario, sono in costante movimento. Potranno schioccarsi le dita, interrompere in classe, stuzzicare i compagni o parlare costantemente. Trova molta difficoltà nello stare seduto al suo posto e spesso appare nervoso. In sistemazioni particolari o in situazioni a due però questi studenti sono spesso capaci di rispondere come gli altri bambini almeno per un certo periodo. Le ricerche hanno dimostrato che più restrittivo è l’ambiente e più concentrazione viene richiesta, più il comportamento irrequieto e che non segue gli ordini verrà fuori. I segni dei problemi a livello di attività. Troppa attività/iperattività:
Irrequietezza, agitazione e un parlare eccessivo
Costante attività
Diminuito bisogno di dormire
Eccessivo correre, saltare, arrampicarsi
Irrequietezza motoria durante il sonno (calciare le coperte, muoversi e girarsi continuamente)
Difficoltà nello stare seduti, per cui camminano spesso in giro per la classe
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Scarsa attività:
Apatia
Sogni ad occhi aperti
Fallimento nel completare i compiti
Disattenzione
Scarse abilità da leader
Difficoltà nell’apprendere e nel ripetere
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LA PERCEZIONE La Percezione è il processo mediante il quale estraiamo e organizziamo le informazioni presenti nel mondo che ci circonda. Come facciamo a estrarle e organizzarle? Attraverso gli organi di senso, che sono direttamente collegati col sistema nervoso e che devono essere perfettamente integri. La percezione però va organizzata, perché è un fattore irrazionale primario, mentre l’elaborazione, che la segue, è secondaria. E’ una funzione non cognitiva e non sempre rappresenta la realtà (es. test triangoli).
Il triangolo di Kanizsa è un'illusione ottica assai nota. Nel 1955 per la prima volta venne descritta dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa. Nella figura "vediamo" due triangoli equilateri bianchi l'uno sovrapposto all'altro anche se nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Inoltre il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona circostante, mentre quell'area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti. Questo fenomeno avviene in quanto il nostro apparato percettologico ha una tendenza organizzativa innata costituita dall'articolazione figura/sfondo secondo cui non c'è una figura senza sfondo; ciò avviene anche con figure ottenute con 6
margini fisicamente inesistenti come appunto questo triangolo. Ciò perché la nostra valutazione percettiva ha bisogno di contrasto figura/sfondo e anche quando questo non c'è si crea lo stesso. L’uomo è attore della vita quando ha la capacità di ricordare, pensare, immaginare e raccontare; ma questi sono fenomeni che, a differenza dell’attenzione e della percezione, richiedono un intervento diretto. Attraverso questi fenomeni l’uomo da semplice spettatore prende parte attiva nella vicenda che gli si presenta. Con questa esperienza di “attori” si sviluppano tutte le facoltà: intelligenza, linguaggio, conoscenza, coscienza e s’impara ad affrontare la vita. Che cosa spinge l’uomo ad affrontare la vita? La motivazione, l’impulso, la tendenza, il bisogno, l’interesse, tutte definizioni che costituiscono una parte importante nella psicologia moderna; infatti, a volte siamo combattuti tra tendenze o motivazioni diverse e, quando non possiamo seguirle entrambe, nasce in noi il conflitto. Un’altra complicazione sorge quando si vuole imboccare una via o raggiungere un obiettivo e qualcosa lo impedisce. Qui siamo di fronte alla frustrazione. Un conflitto prolungato porta alla frustrazione. Secondo alcuni studiosi (Strauss e Lethinen 1947, Witt, Elliott, Gresham e Kramer 1988), la percezione è uno stadio intermedio nell'elaborazione dell'informazione, che sta tra la sensazione e la cognizione. Secondo questo punto di vista, a livello della percezione appartengono i processi necessari al riconoscimento delle qualità non simboliche e concrete (dimensioni, colori, forme, consistenza, suoni, ecc.,). Il termine percezione si riferisce a quelle operazioni del nostro cervello che comprendono l'interpretazione e l'organizzazione degli elementi fisici di uno stimolo piuttosto che gli aspetti sensoriali o simbolici di uno stimolo. Le attività percettive, quindi, possono facilmente essere distinte dalle sensazioni (per esempio, l'acutezza visiva e uditiva) e dalle attività di elaborazione cognitiva (per esempio, le abilità di ascolto e di lettura). I costrutti visuo-percettivi sono quattro: 7
1. Posizione nello spazio: che implica la discriminazione di figure ruotate o rovesciate. Quest’abilità è misurata attraverso un test a motricità ridotta, dove al bambino viene fatta vedere una figura stimolo che egli deve successivamente riconoscere tra una serie di figure simili ma diverse. Si tratta fondamentalmente di un’attività di appaiamento. 2. Costanza della forma: che implica il riconoscimento delle caratteristiche dominanti di certe figure o forme quando sono presentate in dimensioni, ombreggiature, superfici e posizioni differenti. Quest’abilità viene misurata attraverso due test a motricità ridotta (Completamento delle figure e Costanza della forma) e due a motricità ben presente (Copiatura/riproduzione e Velocità visuo-motoria). 3. Rapporti spaziali, che implicano l'analisi di forme e schemi in rapporto al proprio corpo e spazio. Quest’abilità viene misurata attraverso due test a motricità ben presente (Coordinazione occhio-mano e Valutazione dei rapporti spaziali). 4. Figura-sfondo: che implica il riconoscimento di figure inserite in un più ampio sfondo sensoriale. Quest’abilità percettiva viene misurata attraverso uno specifico test in cui al bambino vengono mostrate figure stimolo che egli deve poi riconoscere all'interno di una immagine dove esse sono confuse all'interno di uno sfondo articolato che ne rende difficoltosa l'identificazione.
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