1 psican 01 la strutttura della personalità

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PSICANALISI 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 1

LA PERSONALITA’ Il progresso si deve alla forza delle personalità, non dei principi. Oscar Wilde Come la scrittura di una persona è un tutt’uno inscindibile di elementi diversi che s’integrano l’un l’altro e si armonizzano, così la struttura della personalità è un insieme di tratti particolari che interagiscono tra loro variando da individuo a individuo. La personalità è quindi l’organizzazione dinamica, all’interno di un individuo, di quei sistemi fisici e psichici che determinano l’adattamento tipico al suo ambiente. La personalità quindi non è qualcosa di statico; gli avvenimenti, lo stato di salute e l’adattamento contribuiscono a mutarla continuamente. Si sa con certezza che l’equilibrio fisico ha una grande importanza per la personalità e certe malattie, lesioni cerebrali, o forme d’intossicazione (alcool, stupefacenti o altro) portano gravi disturbi alla personalità fino alla sua destrutturazione. Se per definire la personalità, gli esperti e studiosi della stessa non hanno ancora trovato un linguaggio comune, ciò dimostra quanto sia complesso definire l’individuo, poiché, come sappiamo, essendo unico e irripetibile, è difficile definirlo o catalogarlo. Possiamo quindi solo individuare alcune caratteristiche di base, ma, soprattutto, ciò che dovrebbe premerci è di aiutarlo a costruire un dialogo d’amore con il mondo, come unico farmaco per conoscere con rispetto la natura umana e quindi la personalità. La grafologia, come test di personalità, può tirar fuori alcuni elementi che possono contribuire a rafforzare l’Io nel suo procedere dinamico verso la vita e 1


motivarlo nel suo cammino affinché l’adattamento ai vari cambiamenti sia meno sofferto e più accettato per la consapevolezza che egli ha delle sue risorse e del suo potenziale. Conoscere la struttura dell’Io significa avere degli elementi per evitare errori educativi grossolani, soprattutto nell’età evolutiva in cui l’Io appare fragile e così preda degli eventi esterni. Conoscere il carattere di un estroverso non significa sapere che egli ha una facilità di rapporti e che si situa nel mondo esterno con facilità, ma che queste modalità sono indispensabili per il suo benessere poiché egli ha bisogno di investire la propria energia o libido sulle cose esterne, sulle persone, insomma in tutte le attività che gli permettono di esternare se stesso. L’ambiente è per lui acqua sorgiva da cui attingere. In caso contrario, ossia se è privato di ciò, egli può andare incontro a cali di motivazione, a sensi di solitudine che possono portarlo fino alla depressione, ovvero alla deprivazione della sua natura. L’opposto succede all’introverso, caratteristica di chi apprende per arricchire l’Io, non per difendersi, poiché, come dice Jung, l’introversione è una dinamica del carattere. L’Io ha bisogno di poco spazio, di pochi amici, ma di soste e di riflessioni che gli fanno amare la quiete. E’ un errore catalogarlo come una persona chiusa di fronte alle cose. Egli utilizza la propria energia a servizio dell’approfondimento e, quindi, mette a frutto il suo potenziale a favore del rinforzo del proprio sé. L’errore educativo assai comune è di buttarlo nella mischia. Ciò va contro la sua natura per cui potremmo farne un timido nel quale si acuirebbero i sensi d’inadeguatezza e di svalutazione di sé, con conseguente avvio di meccanismi di difesa a causa dello sforzo ansiogeno che egli dovrebbe sostenere per vivere un’estroversione coatta.

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Le tre istanze secondo Freud. ES: il nucleo L’Es è il serbatoio di tutto ciò che ha origine ereditaria, in specie le pulsioni e gli istinti. Esso costituisce la base della personalità, la fonte energetica dell’intero sistema, il fondamento con il quale si svilupperanno in seguito l’Io e il Super-Io. Io: l’esaminatore della realtà L’Io promana direttamente dall’Es ed è in contatto diretto con il mondo esterno. E’ governato dal principio di Auto-conservazione e il suo compito è quello della tutela dell’organismo. L’Io ingaggia una battaglia per la sopravvivenza sia con il mondo esterno sia con le forze istintuali contenute nell’Es. Per questo l’Io è continuamente impegnato a differenziarsi dai desideri e dai soddisfacimenti immediati; ma nel contempo trae soddisfazioni dagli impulsi provenienti dall’ES pur mantenendo la propria integrità. Esempio: ho sete, ma sono sudato fradicio; quindi sorseggio e non trangugio un litro di acqua gelata, perché potrebbe farmi male. Sorseggiare serve per soddisfare l’impulso della sete, contenersi va a servizio della salute quindi della realtà. Altro esempio: Desidero ardentemente una cosa non mia e sono spinto dal principio del piacere a voler soddisfare tale desiderio. Nel frattempo potrei andare incontro a forti conflitti, per cui mi servo del principio della realtà per mediare tale impulso primario. SUPERIO: tribunale della ricerca di perfezione Il Super-Io è quell’istanza costituita dalla interiorizzazione dell’influenza da parte dei genitori. Essa rappresenta i principi standard morali della società così come sono entrati a far parte del mondo interiore dell’individuo nel corso dello sviluppo della personalità.

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Il Super-Io è la coscienza, il giudice che stabilisce ciò che è giusto e sbagliato, in accordo con i principi genitoriali interiorizzati, quindi indirettamente anche con quelli sociali. Il Super-Io rappresenta inoltre gli ideali cui la persona vorrebbe aspirare. Se l’ES governa il mondo del piacere, l’Io si confronta con la realtà, il Super-Io si muove verso la perfezione. Esso si sviluppa verso i cinque anni durante il periodo d’inadeguatezza e di estrema dipendenza dalle attenzioni altrui. Il Super-Io, tuttavia, può diventare imperativo e censore, una forza per conto proprio, irresistibile e persino irrazionale ed esigente quanto l’ES. Si possono vedere degli esempi di questa forza nelle gravi depressioni: da un’estrema malevolenza verso se stessi e dal desiderio di autodistruzione per giungere fino alla tirannia e all’odio. In questo modo esso si aggiunge alle esigenze dell’ES e costringe l’Io a cercare continuamente un compromesso tra queste forze opposte e in competizione tra loro. L’ES, l’Io e il Super-Io sono in continuo conflitto dinamico. Il termine dinamico si riferisce alla continua interazione e scontro tra gli impulsi dell’ES, diretti al soddisfacimento dei bisogni per allentare la tensione, e le forze inibitorie del SUPERIO che gli si oppongono. Sono tali stimoli e controspinte a motivare la costruzione della personalità. Si tende quindi a considerare “psichicamente sano” quell’individuo che: 1)

Acquisisce consapevolezza di sé, dei propri fini e dei propri limiti; è in

grado di accettarsi e di accettare la propria vita e ciò che ha fatto; in una parola ha il “coraggio di essere”. 2)

Riesce a sperimentare il qui e ora, non cade nella trappola di vivere nel

passato né di proiettarsi tutto nel futuro, sviluppando attese ansiose e distorsioni dovute alle difese poste in atto. 3)

Realizza le proprie potenzialità, essendo dotato di autonomia, evitando

una rigida concezione di sé e delle aspettative degli altri e della società. Soprattutto diventa produttivo per la propria crescita.

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