STORIA DELLA SCRITTURA 1° ANNO LEZIONE ONLINE n° 2 LA NASCITA DELLA SCRITTURA La scrittura non costituisce soltanto un processo di archiviazione memoriale o un semplice sistema di notazione, ma anche una delle esperienze fondamentali dell’uomo, riconducibile al campo delle rappresentazioni visive, del racconto, e quindi della possibilità di documentazione. E’ pensabile che all’origine della scrittura essa abbia avuto significato di constatazione della presenza di “tracce” che ha trasformato in segni. Le tracce sono indici di tipo particolare, ma comportano già una concettualizzazione in ordine al tempo: indicano l’esistenza di qualcosa che è passato, in quel luogo, ma in un tempo diverso da quello in cui avviene l’osservazione. Determinano una persistenza di realtà: l’animale, ad esempio, che è stato in quel posto continua a essere da qualche altra parte; quello che ha lasciato è un segno inequivocabile della propria vita. Si può dunque pensare che la percezione e l’interpretazione che ne consegue siano state determinate, agli albori della nostra presenza sulla terra, come forme di scrittura, sia pure di una scrittura nella stragrande maggioranza dei casi involontaria. Ma quella scrittura naturale è poi diventata scrittura culturale, assumendo, ad esempio, una forma narrativa attraverso la descrizione di un evento: posso indicare il passaggio di un cavallo utilizzando come “segno” le orme da lui lasciate sul terreno e posso quindi realizzare una rappresentazione che prescinde del tutto dalla presenza effettiva del cavallo. In questo modo ci si rende conto di come la scrittura costituisca una forma di documentazione: permette la permanenza dell’esistenza di una realtà trascorsa che potrà però mantenere la sua esistenza narrata. 1
La scrittura rende oggettiva la parola e la dispone quindi a un esame più accurato di quanto sia possibile negli scambi orali, incoraggiando il pensiero individuale: vi può essere una riflessione personale, solitaria, silenziosa sulla parola scritta, vi può essere un consumo privato del testo scritto. LA PITTURA RUPESTRE - forma iniziale di comunicazione tra gli uomini Come si è arrivati alla nostra scrittura e fin dove possiamo ricostruire i suoi inizi? Sono domande alle quali cercheremo di dare, sia pure brevemente, una risposta. L’attività grafico-pittorica degli individui dell’era glaciale, circa 60.000 anni fa, inizia con quelle tracce digitali a forma di maccheroni antiche 55.000/50.000 anni, che raffigurano in modo espressivo la testa di un bue e si trovano nella caverna di Altamira nella Spagna settentrionale. E’ Karoly Foldes-Papp nella sua importante opera “Dai graffiti all’alfabeto” che, a proposito di questi segni, rileva che “l’arte grafico pittorica non è nata dall’imitazione e dal gioco”, ma poi sostiene che “se pure l’arte del Pleistocene fu un fenomeno nato da motivazioni autonome, tuttavia fu (in seguito) utilizzato e si sviluppò sotto l’influenza di credenze magiche”. E ancora Foldes-Papp dice “l’uomo del paleolitico doveva vivere in un’angoscia continua. Le catastrofi naturali, allora molto più frequenti, come i terremoti, le eruzioni vulcaniche ecc. eventi per lui del tutto incomprensibili, gli incutevano enorme paura. A questa paura si doveva aggiungere quella degli enormi animali come il mammut, il bisonte, i giganteschi orsi delle caverne ecc. e per abbattere questi enormi animali l’uomo possedeva solo pietre e clave. E’ comprensibile impotenza
che
l’uomo
in questo stato di preistorico
cercasse
scampo nella magia”. Il grande studioso di cultura africana Leo Frobenius come
i
racconta pigmei
di
aver
osservato
della foresta vergine,
rimasti ancora all’età della pietra, alla vigilia della caccia disegnassero figure di animali sul terreno, compiendo poi varie cerimonie, alla vigilia e all’alba del 2
giorno dopo. Secondo Frobenius si trattava di preparativi magici propiziatori per la caccia.
Tracce digitali a forma di “maccheroni”, antiche di 50/55.000 anni fa che raffigurano in modo espressivo la testa di un bue muschiato del primo aurignaciano, ritrovato sulla parete d’argilla della caverna di Altamira nella Spagna settentrionale. Altezza m. 5. PRIMI SEGNI Dalla pittura passiamo ora ai primi segni trovati nelle caverne, tacche simili a lettere su ossa nelle caverne di Rochebertier (Haute Garonne) e quelli della scrittura ideografica del tardo pleistocene ritrovate nella caverna di La Pasiega (Spagna settentrionale).
Seguiamo la descrizione di Foldes-Papp che richiama la teoria dei Breuil che considera “i segni in alto a sinistra a forma di capanna come dimore magiche 3
degli spiriti di antenati morti. Se i due piedi adiacenti rappresentassero orme umane o di orso è di secondaria importanza, l’orma comunque, come le due gambe
posteriori nella scrittura geroglifica egizia, di molto posteriore,
simboleggia il camminare degli uomini e degli animali. Le tre strisce, simbolo degli spiriti delle dimore magiche sovrastanti, sembrano muoversi, ondeggiare, spostarsi all’insù verso le abitazioni ed in questo contesto si inserisce bene anche l’interpretazione del cerchio pieno come luna piena”. Sappiamo che nel pleistocene l’uomo era già in grado di disegnare molte immagini rupestri con riprodotte le “mappe” del villaggio, disegnando capanne e altro. Secondo questa considerazione, si potrebbe interpretare la suddetta scrittura ideografica come un “piano di assalto all’orso” e chi l’ha ideato ha disegnato sulla sinistra le capanne, la E, che vale sempre come sbarramento per un passaggio obbligato e i segni potrebbero raffigurare o persone o utensili ed il cerchio nero potrebbe significare che il tutto si doveva fare di notte (oppure una trappola). Questa è un’ipotesi aperta a molte altre, ma la cosa più valida è che questo è il più antico documento scritto dall’uomo, sia che descriva un fatto di magia o un piano d’assalto e, pertanto, è un punto importante per la conoscenza della sua storia.
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Riepilogando,
possiamo
soffermarci
su
questi
fondamentali
momenti
dell’evoluzione:
La biologia e il linguaggio;
L’uomo che si evolve e scruta ciò che lo circonda;
L’uomo nel suo rapporto con la donna e crea il gruppo, la famiglia;
L’uomo che comunica con suoni, gesti e poi con la pittura rupestre;
Le principali scienze che, direttamente o indirettamente, contribuiscono e s’interessano della scrittura sono:
L’Epigrafia che si occupa di scritture incise o scolpite su pietra, bronzo, terracotta;
La Paleografia che si occupa di scritture antiche eseguite su tavolette cerate, su papiri, pergamene o carta;
La Diplomatica che studia i documenti;
La Numismatica che studia le incisioni e le scritte su monete e medaglie;
La Sfragistica che studia i sigilli dei documenti antichi;
La Storia dell’arte: perché a volte la scrittura costituisce un motivo decorativo dell’opera d’arte;
La Grafologia che s’interessa alla scrittura in quanto attraverso il segno grafico studia la personalità dello scrivente.
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