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SCUOLA DI GRAFOLOGIA “CROTTI”

PSICOLOGIA 2° ANNO LEZIONE ONLINE n° 1 LA FRUSTRAZIONE

Riguarda la seconda fase del ciclo motivazionale, quella in cui il soggetto deve operare un comportamento per raggiungere un obiettivo. Per frustrazione s’intende un fattore che impedisce di raggiungere l’obiettivo desiderato e di risolvere quindi uno stato di tensione. La frustrazione è direttamente collegata a quella che è la tensione provocata dalla motivazione. Fondamentalmente esistono tre tipi di cause che provocano frustrazione: 1. La prima dipende dal soggetto. In questo caso distingueremo tra due tipi di causa: 

PSICHICA: un conflitto psichico interiore già da sé può essere causa di frustrazione;

ORGANICA: cioè dipendente da un dato di fatto obiettivo e (statura bassa, magrezza, ecc.)

2. La seconda dipende dall’AMBIENTE familiare o sociale 3. La terza dipende dall’AMBIENTE pubblico (es. abitare in dieci in una stanza o il semaforo rosso). L’EDUCAZIONE di per sé è un elemento di frustrazione, quindi riguarda, fin dalla nascita, tutti gli individui.

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Conseguenze della frustrazione E’ fondamentalmente l’aumento della tensione per la cosa che crea un circolo vizioso tra frustrazione e tensione. Il grado della tensione dipende dalla forza del motivo e dall’intensità e persistenza della frustrazione. Maggiore l’uno, più forte l’altra. Questo stato sta alla base di somatizzazioni come, per es., l’infarto. Se la tensione è moderata risulta senz’altro positiva, in quanto sollecita il soggetto a una risposta adeguata, che oltre a fargli superare l’ostacolo gli permette di raggiungere l’obiettivo e di soddisfare il motivo di partenza. Se invece la tensione è forte, con perdita di controllo della situazione, agitazione, ansia, ecc., la risposta sarà inadeguata in quanto quest’ultima si impegnerà a superare l’impedimento stesso e di soddisfare il motivo creando un circolo vizioso. Il limite oltre il quale la tensione dà risposte inadeguate può essere chiamato tolleranza alla frustrazione. Esiste quindi una tensione oltre la quale non si hanno più risposte adeguate. La tolleranza alla frustrazione varia da persona a persona e, nello stesso individuo, da momento a momento. Superato il limite di tolleranza, si hanno risposte inadeguate. L’aggressività è un attacco che viene fatto con la causa vera o presunta della frustrazione. Una volta superato il limite di tolleranza il soggetto reagisce con aggressività che a volte, apparentemente, non si vede; esistono tre tipi di aggressività:  espressa:

scatti d’ira, rabbia; prepotenza, violenza

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 trattenuta:

si accumula e si trasforma in autoaggressività (il

solco nella scrittura, che quindi può coesistere con filiforme)  spostata:

viene scaricata in modo indiretto, tramite, ad es.,

l’imprecazione o trovando un capro espiatorio. Oltre all’aggressività vengono utilizzati, per segnalare questo superamento del limite di tolleranza alla frustrazione, anche meccanismi di difesa tipo: Regressione: obesità - fase orale - continuare a inghiottire cibo. Rimozione: allontanamento dalla coscienza dell’esperienza frustrante con “non mi ricordo”. Razionalizzazione: serve a spiegare perché si sono scelti certi atteggiamenti (es.: la volpe e l’uva). Meccanismo mentale inconscio con cui si sostituiscono motivazioni non accettabili, frustranti, con altre non vere ma accettabili. Isolamento o autismo: comprende anche il sogno a occhi aperti. Isolarsi, stare soli in eccesso. Proiezione: attribuire ad altri o ad altro la colpa della frustrazione (es.: il tennista che rompe la racchetta dopo che ha sbagliato).

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