D06 candeo microscopia confocale

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LA

DETERMINAZIONE

DELLA

SEQUENZA

DI

LINEE

INCROCIATE

MEDIANTE L’USO DELLA MICROSCOPIA CONFOCALE A COLORI REALI dott. Graziano Candeo grafologo fde - criminologo

ABSTRACT

La determinazione della sequenza di tratti incrociati, della misura di profondità di un solco, della misura del rilievo di una stampa, della misura di rugosità di una superficie o la presenza di granelli di toner sopra o sotto la traccia di una penna, sono problemi dell'esaminatore forense di documenti. A tali problemi si è tentato di dare risposte negli anni attraverso la tecnica alterativa lifting, esami ottici, microscopici, in luce polarizzata, ESDA, SEM, AFM, olografica conoscopica, profilometria laser, fluorescenza microscopica e deflessione fototermica. Le applicazioni da me condotte in microscopia confocale 3D true color dimostrano di fornire eccellenti illustrazioni assonometriche a colori oltre che misurazioni profilometriche fino a 10 nm (milionesimi di millimetro) nell'asse Z e di 160 nm sul piano XY. Il microscopio confocale nasce negli anni '50 su idea da uno scienziato dell'intelligenza artificiale Marvin Minsky. La sua evoluzione consente oggi di catturare e misurare la terza dimensione, sia in pseudocolori che in colore reale della superficie del campione, mediante distinti CCD nei tre canali RGB. Intervento – Bologna 9.5.2014 Tra le attualità rientrano senza dubbio gli strumenti operativi e le tecnologie utili di cui si può avvalere il professionista grafologo nel caso di incroci di tratti omogenei, eterogenei e granelli di toner in sovrapposizione a tratti inchiostrati. Va diffidato di chi vuol fare intendere che ogni soluzione investigativa di tipo grafotecnico può scaturire solo da applicazioni legate ad analisi strumentali, elaborazioni statistiche e trattamenti software ma si deve diffidare ancora di più

da

chi

vorrebbe

fare

intendere

che

tutti

gli

aspetti

legati

ad

un'investigazione possono trovare agevole soluzione solo attraverso il know 1


how personale, l’esperienza individuale, stime con metodi non svelabili o con non meglio codificabili "chiavi di lettura" che tendono a sottrarsi dal contraddittorio, quello comprensibile alla specie umana. Propongo le importanti potenzialità del microscopio confocale, uno strumento che nasce nel 1955 su idea di uno scienziato dell'intelligenza artificiale Marvin Minsky la cui sofisticata evoluzione consente oggi di collocarlo a ridosso della categoria delle nanotecnologie poiché permette di ottenere misurazioni profilometriche profondità

certificate, ripetibili, fino a 10 nanometri nell'asse della

(che

sono

denominato Z e

milionesimi

di 160

convenzionalmente

di

millimetro)

convenzionalmente

nm sui piani della larghezza e dell’altezza,

denominati

X e Y. Si

tratta

di

una

tecnica

osservativa non invasiva e non a contatto per cui ripetibile. Un profilometro

ottico

di

straordinaria

qualità

che

consente

di

fotografare

e

di

misurare nelle tre dimensioni, X Y Z, sia in colori reali che con la rappresentazione

mediante

gli

oramai noti pseudocolori. Il

documento,

che

comunemente

coinvolge il lavoro dei grafologi, é costituito da una superficie di carta con una rugosità di alcuni micron ± 0,5~3 µm, la cui planeità dipende anche dalla grammatura

e

dalla

qualità

di

produzione. Come tale è un campione di insidiosa esplorazione

strumentale

soprattutto quando vi è necessita di oggettivarne

metrologicamente

una 2


modifica plastica e, a complicare il contesto dei grafismi e delle intersezioni, concorrono i film cromatici più o meno coprenti, inchiostri a base acquosa, glicolico oleosa, a polvere di toner, a getto di inchiostro e dattilografici tipo carbon black. Il microscopio confocale dev'essere in grado di ospitare campioni in formato A4, con possibilità di spostamento micrometrico mediante joystick. Poiché bisogna indagare strumentalmente l’oggetto sfuggendo dagli inganni ottici legati al fenomeno del mesomerismo, dell’aberrazione sferica e dell'aberrazione cromatica dev'essere dotato di ottiche di ripresa - che costituendo il cuore del microscopio - devono essere in grado di ottenere un’ottima profondità di campo tra fibre, film

inchiostranti o

granelli di toner che giocoforza

si

stratificano su piani diversi sviluppandosi in quote estendibili fino

a

decine

di

micron. Date

le

distanze

particolarmente ravvicinate tra lente e

campione

esempio

con

(per un

obbiettivo 50x si è a circa

20

micron)

l’irraggiamento avviene in modalità episcopica, così detta through the lens. È indispensabile che lo strumento sia dotato di una fonte di illuminazione con lunghezza d'onda, intensità e gradi numero di gradi kelvin in grado di 3


ottenere la migliore risoluzione possibile. Viene

individuata,

mappata

e

certificata

la

micro-topografia

dell'area

investigata: l’area investigataviene catturata a colori reali mediante distinti CCD nei tre canali Red Green Blue e mediante rappresentazione simultanea con i più noti e diffusi pseudo colori.

Figura 1 - area di supporto cartaceo delle dimensioni di circa 200 µm x 189 µm, vista in pseudocolori e in 2D focus

Figura 3 - intersezione biro su un punto di toner: a sinistra immagine focus a destra in 3D true color

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Figura 2 - la stessa area in 3D true color (una singola fibra è larga circa 10 µm)

E’ evidente che nei casi più insidiosi, in cui la percezione ottica e cromatica sono ambigui, la dimostrazione scientifica tridimensionale diventa irrinunciabile e dirimente. Con la microscopia confocale a colori è peraltro possibile colmare il gap dell'informazione cromatica, purtroppo mancante in tutte le altre tecniche 3D. spunti bibliografici 

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