Corso online: il linguaggio segreto del volto_Segnali sul volto

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Corso online: come interpretare il linguaggio del corpo corso avanzato IL LINGUAGGIO SEGRETO DEL VOLTO Impara a leggere la forma del volto, le espressioni e le microespressioni facciali per capire meglio chi ti sta di fronte


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SEGNALI SUL VOLTO VOLTO ED EMOZIONI Il volto è il primo elemento di relazione madre-figlio. Su di esso viene espresso tutto ciò che siamo e che vogliamo essere. Sul volto viene impresso l'innato e l'acquisito. Non si nasce tristi, lo si diventa. Sul volto si può notare la solarità, e quindi l'apertura, o la lunarità, cioè la malinconia o la chiusura. Si usa dire: "Ha un volto aperto, socievole e simpatico" quando la rotondità del viso si unisce allo sguardo calmo per dare una connotazione di apertura. Si dice: "Ha un viso spigoloso", magari con occhi cupi e mento aguzzo, indice di un carattere spigoloso, introverso e chiuso. Dai nostri studi risulta che l'occhio trova, soprattutto nella donna, una correlazione assai significativa col tipo di rapporto che è esistito tra madre e figlia/o. L'occhio cupo, scuro, sfuggente, ostile e sofferto è indice di una comunicazione interrotta nell'età evolutiva con l'oggetto fondamentale della comunicazione che è la madre. Il nostro volto quindi può apparire sincero, aperto e controllato a seconda della maschera che l'individuo ha dovuto indossare da subito per affrontare la vita. Ci sono volti che hanno imparato a reprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti per cui il volto appare statico in qualsiasi condizione, sia essa di piacere che di sofferenza. Conoscere cosa sta sotto la maschera significa essere in grado di rendere autentico il modo di vivere e di comunicare, anche per far emergere le vere risorse. Non serve usare i segnali delle tre sagge scimmie (non vedo, non sento, non parlo) per avere un controllo sulle emozioni; è sufficiente imparare a utilizzare bene le proprie doti, mettendo nella giusta relazione la mente col cuore.


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LA MIMICA FACCIALE


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Il volto è la parte di noi che più ci rappresenta e che presentiamo agli altri e che viene considerata la prima a essere esaminata in un'altra persona. La mimica facciale raggruppa tutte le espressioni del viso. Il volto che mostriamo, sia esso sorridente, luminoso, depresso o triste, può rivelare alcune cose sia sulla nostra struttura innata, sia sulle emozioni e i sentimenti che hanno segnato la nostra esistenza, sia sulle espressioni che proprio in quel momento stiamo provando. Oltre a ciò lo studio del volto ci permettere di capire se chi ci sta di fronte sta fingendo, coprendosi, mentendo o invece è sincero e schietto. I MUSCOLI FACCIALI Per affrontare lo studio della mimica facciale, è indispensabile qualche cenno semplice di anatomia che ci permetterà di giungere a una soddisfacente comprensione della mimica facciale. I muscoli temporali sono quelli che contraggono mascelle e mandibola. I muscoli oculari quelli che fanno muovere gli occhi.


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Ma i più importanti di tutti sono i muscoli pellicciai, che attraversano il viso in lungo e in largo; è grazie alla loro azione che le espressioni si manifestano sul volto; conoscerli vuol dire poterli individuare e interpretarne l'azione. I muscoli pellicciai Sono ben centocinquantaquattro (154) e sono i più delicati di tutto il sistema muscolare. Essi reagiscono al minimo cenno di sollecitazione nervosa e rilevano anche la minima traccia di emozione. Esaminiamone alcuni, nella maniera più semplice, e cerchiamo di capire qual è la loro azione meccanica e il significato psicologico di tale azione. 1. 2.

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Piramidale = muscolo del dubbio. Arriccia l'attaccatura del naso: perplessità, dubbio e tensione. Frontale = muscolo dell’eccitabilità. Eleva le sopracciglia, corruga la fronte: impressionabilità legata alle emozioni suscitate da ciò che si percepisce nella realtà circostante. Frontale laterale = muscolo della curiosità. Eleva la parte laterale della fronte e il punto più esterno delle sopracciglia, corruga la fronte lateralmente: sorpresa, interesse e ponderazione. Sopracciliare = muscolo della concentrazione. Corruga lo spazio fra le sopracciglia: preparazione ad agire, concentrazione. Sopracciliare verticale = muscolo della tenacia. Arriccia l'attaccatura del naso: perseveranza fino all'ostinazione, rigidità. Elevatore della palpebra = muscolo del relax. Permette il movimento della palpebra: se è rilassato indica la condizione di distensione dell'individuo. Orbitale = muscolo dell’impegno. Abbassa il punto più esterno del sopracciglio: forte attenzione a ciò che si sta facendo. Presettale = muscolo della fatica. Rigonfia la palpebra inferiore: stanchezza. Orbitario dell'occhio = muscolo dell’allegria. Modifica la naturale curva del sopracciglio: brio, contentezza e gioia di vivere. Traverso del naso = muscolo dell’insofferenza. Arriccia il naso: intolleranza, nervosismo, rigidità. Elevatore superficiale = muscolo del pessimismo. Arriccia il naso verso l’alto: percezione pessimistica delle situazioni. Dilatatore delle narici = muscolo del desiderio. Ingrandisce l'orifizio delle narici: desiderio sensuale. Mirtiforme = muscolo del rifiuto. Restringe l'orifizio delle narici, gonfia il labbro superiore: resistenza, opposizione, protesta e del dissenso. Elevatore profondo = muscolo della fermezza. Solleva il labbro superiore, scopre i canini: desiderio di imporsi e di vincere. Piccolo zigomatico = muscolo del dolore. Eleva il labbro superiore e gli angoli della bocca: sofferenza. Grande zigomatico = muscolo della soddisfazione. Permette il sorriso del labbro superiore: piacere. Buccinatorio = muscolo dell’appagamento. Permette il sorriso del labbro inferiore: piacere sensuale.


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Risorio = muscolo dell’autonomia. Porta indietro l'angolo della bocca: indipendenza, piacere e soddisfazione in rapporto all'azione autonoma. Orbicolare della bocca esterno = muscolo dell’oralità. Rende più curva la bocca, come quando si soffia, si bacia, si succhia: avidità. Orbicolare della bocca interno = muscolo della vendetta. Chiude e assottiglia le labbra: chiusura nei confronti del mondo e conseguente atteggiamento punitivo nei suoi confronti. Canino = Muscolo dell’orgoglio. Crea un rigonfiamento al lato del labbro inferiore: autocompiacimento, orgoglio. Triangolare = muscolo della paura. Abbassa le commessure labiali: inclinazione a temere il peggio. Quadrato del labbro inferiore = muscolo dell’incertezza. Porta in basso il labbro inferiore: perplessità, dubbio e indecisione.


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LA MIMICA FACCIALE Per quel che riguarda la mimica ci si basa su una suddivisione che considera soprattutto fronte, occhi e bocca: • regione frontale (incluse le sopracciglia): fronte; • parte mediana: regione degli occhi; • parte inferiore: bocca. LA REGIONE FRONTALE La regione frontale è quella che permette espressioni mimiche attraverso le pieghe o rughe della fronte, che possono essere orizzontali e verticali. Le pieghe orizzontali Come regola generale possiamo affermare che indicano attenzione e curiosità. Si tratta però di un’attenzione che può avere motivi diversi, come lo stupore, la meraviglia e la sorpresa, ma anche la perplessità, lo spavento, l’ansia o le difficoltà di comprensione. La figura qui sotto indica sorpresa: le sopracciglia sollevate fanno comparire rughe orizzontali sulla fronte; gli occhi sono sgranati e la bocca è aperta. La figura qui sotto indica disgusto: il naso è arricciato; il labbro superiore è sollevato, le sopracciglia aggrottate; le commessure labiali sono piegate verso il basso e le palpebre sono abbassate.

Le pieghe verticali Abbiamo detto che le pieghe orizzontali indicano che l’attenzione è fortemente assorbita da qualcosa; per quanto riguarda le pieghe verticali possiamo dire che l’attenzione si concentra su qualcosa. Ma anche in questo caso esistono diverse possibilità. Le pieghe verticali possono essere dovute sia a una concentrazione su attività difficili e faticose, sia alla collera, all'irritazione e al malumore. In alcuni casi poi possono significare ostinazione.


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LA REGIONE MEDIANA GLI OCCHI E LO SGUARDO Gli occhi sono davvero la finestra dell'anima? Certamente riflettono la personalità interiore. Occhi grandi e tondi Spesso riflettono una personalità affettuosa, ricca di calore umano, come se la persona si protendesse con gli occhi per stabilire un contatto sincero e affettuoso.

Occhi sporgenti Indicano un modo di essere nervoso. In un certo senso, questa persona si protende con gli occhi, ma energica-mente, ansiosamente.

Occhi incassati Spesso indicano una tristezza repressa ed espressioni trattenute. È come se la persona, per proteggersi, avesse cercato di ritrarre gli occhi all'interno verso il nucleo, e dalla posizione incassata gli occhi assorbissero informazioni, come la lente di una macchina fotografica.

Occhi da neonato Sono caratterizzati da una posizione aperta e supplichevole. Spesso appartengono a persone che erano il «principe della mamma» o «la bambola del papà». Innanzi tutto questi occhi mostrano che la persona non ha permesso al segmento oculare del suo volto di maturare. In secondo luogo, questi occhi dolci sono estremamente seducenti e attraenti.


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LA REGIONE INFERIORE LA BOCCA La bocca è legata al principio del piacere che accompagna i primi mesi e anni di vita e che può segnalare un’eventuale fissazione allo stadio orale. In questo caso tutto ciò che ha a che fare con l’orifizio buccale è di particolare importanza per il soggetto. La forma e l’atteggiamento della bocca saranno determinanti nel definire alcune caratteristiche della persona che abbiamo di fronte. La bocca stretta La bocca serrata fa pensare a una persona delusa e infelice. La bocca aperta Visto nell'ottica del linguaggio corporeo, l'aprire la bocca fa pensare a un atteggiamento di apertura interiore, sia per far uscire informazioni, per esempio quando si prende fiato per parlare, sia per far entrare informazioni, per esempio quando si presta un ascolto molto interessato. Tuttavia, come abbiamo già ricordato, oltre che disposizione a comunicare e stupore, la bocca aperta può anche indicare spavento. La piega amara della bocca Provate ora a fare questo piccolo esperimento. Mettetevi davanti allo specchio e mangiate qualcosa di amaro. Osservate, ora, da un lato ciò che vedete, dall'altro le modificazioni che sentite avvenire nella bocca. Cosa è accaduto? Avrete di certo constatato che, nei percepire un sapore amaro, la lingua si allontana dal palato e la mascella inferiore è spinta in basso, anche se le labbra rimangono chiuse. Ciò causa una certa espressione della bocca che si definisce «amara». Questa piega amara compare allo stesso modo quando proviamo una sensazione «amara», ossia nel caso di sensazioni sgradevoli. La piega dolce della bocca Anche in questo caso potete assaggiare qualcosa di dolce stando davanti allo specchio per «sentire» ciò che percepite. Noterete come le labbra alla percezione del dolce si siano appiattite stringendosi contro i denti. Questa espressione compare anche nel caso di situazioni piacevoli.


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PIRAMIDALE

MUSCOLO DEL DUBBIO


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MUSCOLO FRONTALE

MUSCOLO DELL’ECCITABILITA’


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MUSCOLO FRONTALE LATERALE

MUSCOLO DELLA CURIOSITA’


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MUSCOLO SOPRCCIGLIARE

MUSCOLO DELLA CONCENTRAZIONE


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MUSCOLO SOPRACCIGLIARE VERTICALE

MUSCOLO DELLA TENACIA


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ELEVATORE DELLA PALPEBRA

MUSCOLO DEL TONO UMORALE


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ORBITALE O COSTRITTORE PALPEBRE

MUSCOLO DELL’IMPEGNO


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PRESETTALE O TARSO PALPEBRALE

MUSCOLO DELLA FATICA


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ORBITARIO

MUSCOLO DELL’ALLEGRIA


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TRAVERSO DEL NASO

MUSCOLO DELL’INSOFFERENZA


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ELEVATORE SUPERFICIALE

MUSCOLO DEL PESSIMISMO


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DILATATORE DELLE NARICI

MUSCOLO DEL DESIDERIO


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MIRTIFORME O DEPRESSORE DEL SETTO

MUSCOLO DEL RIFIUTO


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ELEVATORE PROFONDO

MUSCOLO DELLA FERMEZZA


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PICCOLO ZIGOMATICO

MUSCOLO DEL DOLORE


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GRANDE ZIGOMATICO

MUSCOLO DELLA SODDISFAZIONE


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BUCCINATORIO

MUSCOLO DELL’APPAGAMENTO


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RISORIO

MUSCOLO DELL’AUTONOMIA


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ORBICOLARE ESTERNO DELLA BOCCA

MUSCOLO DELL’ORALITA’


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ORBICOLARE INTERNO DELLA BOCCA

MUSCOLO DELLA VENDETTA


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CANINO

MUSCOLO DELL’ORGOGLIO


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TRIANGOLARE

MUSCOLO DELLA PAURA


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QUADRATO DEL LABBRO INFERIORE

MUSCOLO DELL’INCERTEZZA


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Scuola di formazione psicologica e grafologica di Evi Crotti. Nasce nel novembre del 1983 inglobando le attivitĂ didattiche della scuola di grafologia CROTTI fondata nel 1975 e le attivitĂ di consulenza della fondatrice Edvige Crotti e di Alberto Magni.

DOCENTI Evi Crotti esperta di comunicazione, giornalista, scrittrice e psico- pedagogista, fondatrice nel 1975 della "Scuola Crotti".

Alberto Magni medico, psicoterapeuta, scrittore, perito grafo-tecnico e titolare insieme a Evi Crotti del "Centro di Studi e Ricerche di Crotti e Magni".


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