PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
Brevi DDL MASTELLA Il ddl per la riforma delle professioni è stato firmato dal Presidente della Repubblica. Il testo è quindi pronto per essere trasmesso al Parlamento, dove l’esame delle proposte di legge “concorrenti” ha subito un rallentamento.
BIOETICA Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta ha scritto al Presidente della FNOVI assicurando che non si vuole trascurare “la crescente rilevanza della Medicina Veterinaria nel dibattito nazionale sui temi della Bioetica. Il nuovo Comitato “continuerà ad avvalersi del prezioso contributo di esperti della Scienza Veterinaria”. Di questa “importante esigenza” Letta ha informato il Presidente del nuovo CNB, prof. Casavola. Il Comitato inizierà a lavorare sulle problematiche di inizio e fine vita.
AUTHORITY NAZIONALE Il Sottosegretario al Mipaaf Stefano Boco, rispondendo ad una interrogazione parlamentare sulla sede della Autorità nazionale per la sicurezza alimentare, non ha confermato l’ipotesi su Foggia ma ha dichiarato: “il Governo opererà la scelta ritenendo prioritario il collocamento di tale sede nell’area del centro sud d’Italia”.
SPERIMENTAZIONE L’On. Benedetto Della Vedova (FI) ha presentato una proposta di legge sulla sperimentazione animale. È il risultato di un tavolo di confronto, durato un anno e mezzo, tra le associazioni animaliste, Farmindustria e Società italiana di farmacologia. Alla base della Pdl ci sono tre modelli. “Sostituzione, riduzione e perfezionamento spiega il deputato - i modelli alternativi proposti, infatti, incentivano la ricerca a sostituire la sperimentazione attuale con altri modelli, a ridurre il numero di animali coinvolti nei test, e a ‘perfezionare’ una cultura che tuteli la dignità degli animali”.
EURISPES 1 Secondo le stime Eurispes quasi il 50% degli italiani porta il proprio animale dal veterinario una, due volte l’anno, il 28,6% tre, sei volte l’anno, il 14% mai e il 7,2% più di sei volte l’anno. Quasi il 15% dei proprietari nega al proprio amico a quattro zampe il diritto alle cure veterinarie.
EURISPES 2 L’Eurispes stima che gli italiani spendono circa 4.712 milioni di euro l’anno per i loro animali domestici, soprattutto per le prestazioni veterinarie (2.001 milioni l’anno) e per il cibo (1.226 milioni di euro). La spesa è inferiore, invece, per i medicinali (581 milioni), per gli accessori (452 milioni), per l’acquisto (322 milioni) e per i servizi (128 milioni di euro).
ENPAV L’ENPAV ha pubblicato sul proprio sito la graduatoria dei sussidi per motivi di studio approvata a dicembre dal Consiglio di Amministrazione. Beneficiari i figli studenti dei veterinari iscritti o pensionati. www.enpav.it
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ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
42007
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 4, numero 4, dal 29 gennaio al 4 febbraio 2007
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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Piano per lo Sviluppo Rurale 2007-2013
Veterinari consulenti del benessere animale Lo sviluppo del settore zootecnico è condizionato dalla corretta gestione degli animali negli allevamenti
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De Castro: il taglio della coda è funzionale ’ordinanza 12 dicembre 2006 Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani. (GU n. 10 del 13-1-2007) introduce divieti da più parti segnalati come fuori contesto. In particolare il divieto di effettuare interventi chirurgici senza scopo terapeutico non trova riscontro né nelle finalità dell’ordinanza, né nel suo carattere d’urgenza. Lo stesso Ministro Paolo De Castro ha rilevato come tale ordinanza incida sul patrimonio zootecnico del nostro Paese ricordando che sarebbe stata opportuna una preventiva consultazione del suo Dicastero. Il Ministro, riferisce l’ENCI, evidenzia l’assoluta necessità di consentire interventi che hanno prevalentemente natura funzionale, in particolare, ricorda che il taglio della coda può assolvere ad una finalità di prevenzione di quelle infezioni che possono essere contratte dai cani da lavoro. Il Ministro segnala anche che gli obblighi di contenzione previsti dall’art. 2 dell’ordinanza sono notevolmente ampliati rispetto alle disposizioni del regolamento di polizia veterinaria e suscitano perplessità in ordine alla loro applicazione nelle manifestazioni zootecniche sia di lavoro che di bellezza. Le osservazioni del Ministro De Castro meritano attenzione. Non si vogliono accampare scuse per rinviare una problematica sulla quale c’è l’attenzione del Legislatore, della Bioetica e della stessa opinione pubblica. Al contrario, esiste una soluzione di forma e di sostanza alla quale l’ANMVI guarda con interesse e che può aiutare i principi a trovare una effettiva applicazione. Gli esempi a cui guardare non mancano. L’Animal Welfare Act, che il Regno Unito ha approvato alla fine dell’anno scorso, in fatto di interventi chirurgici “estetici” e tagli della coda dà esempi di proverbiale pragmatismo anglosassone, ammettendo deroghe non solo terapeutiche ma anche di funzionalità per i cosiddetti working dog. In Italia, il Ministro delle Politiche Agricole si richiama anche agli standard di razza e al patrimonio cinologico. La questione è rilevante e non liquidabile in poche righe o con un generico rinvio alla Convenzione europea per la protezione degli animali, che peraltro l’Italia ha sì firmato ma mai ratificato. Per quanto concerne l’elenco delle razze canine a rischio di maggiore aggressività, contenuto nell’ordinanza, il Titolare del Mipaaf rileva che non vi è corrispondenza rispetto a un precedente parere espresso in merito dal Consiglio Superiore di Sanità, nel quale non vi è indicata la razza Rottweiler. L’ENCI sta predisponendo gli incartamenti al fine di impugnare l’Ordinanza presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Nel frattempo De Castro ha chiesto un incontro con il Ministro della Salute per la ricerca di una soluzione condivisa delle problematiche rappresentate. Al Ministro Livia Turco l’ANMVI ha chiesto un ripensamento complessivo del provvedimento, partendo dalla netta separazione del problema dell’aggressività canina da quello del maltrattamento animale. Si tratta di piani diversi, meritevoli di approfondimenti specifici e che non possono più essere affrontati con impulsività. Di ordinanze ce ne sono già state troppe. Il Ministro della Salute, che fino ad ora abbiamo sentito intervenire molto poco sulla materia veterinaria, dedichi alla questione il tempo che occorre. Sono sempre valide le linee guida di ANMVI e SISCA che suggeriscono di prevenire l’aggressività del cane educando il proprietario, anziché mettendo all’indice alcune razze.
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“UN MASTER D’ECCELLENZA” L'articolo apparso sul numero di Professione Veterinaria (numero 43 del 2006) a pag. 3 e proposto in prima pagina con il titolo "Un Master d'eccellenza" ha suscitato malumore da parte di alcuni colleghi. L'articolo contestato riportava la cronaca giornalistica della cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti del Master di II livello in Clinica delle Malattie Comportamentali del Cane e del Gatto, organizzato dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino in collaborazione con la SCIVAC e la SISCA. I malumori, espressi da diplomati e docenti del Master in Medicina Comportamentale degli Animali d'Affezione, dell'Università di Pisa, erano relativi all'ampio spazio dedicato a questo evento mentre era stata trascurata ogni informazione sull'iniziativa della Facoltà toscana. I due Master in effetti sono piuttosto simili e se anche quello di Torino prevede un maggior numero di ore, un obbligo di frequenza decisamente più elevato e molti relatori stranieri di grande notorietà ed esperienza, è sicuramente difficile, se non impossibile, sostenere che i diplomati di Torino siano migliori di quelli di Pisa. Nessuna valutazione qualitativa, quin-
di, nella nostra scelta, ma semplicemente (a parte che non abbiamo mai avuto informazioni sui diplomati di Pisa) abbiamo dato spazio ad una iniziativa nella quale erano coinvolte nel progetto due società scientifiche (SCIVAC e SISCA) federate ANMVI. Inoltre, essendosi svolte molte lezioni presso la nostra sede di Palazzo Trecchi, abbiamo potuto seguire e valutare positivamente lo sviluppo didattico del Master. Non vi è stato pertanto alcun desiderio o volontà di trascurare i diplomati o la validità del Master proposto dalla Facoltà di Pisa e ci dispiace che l'evidenza doverosa data all'attività delle Società a noi vicine possa essere stata interpretata come una scelta politica o di interesse. Se il Master di Torino può vantare una indubbia "unicità" questa deriva esclusivamente dalla collaborazione fra mondo universitario e professionale che per la prima volta ha portato, con ottimi risultati, alla realizzazione di un buon progetto formativo. Questa prima esperienza sarà certamente ripetuta con la Facoltà di Torino o con altre che fossero interessate a sviluppare rapporti di collaborazione anche su temi diversi o con differenti caratteristiche. ■
ISO 9001:2000
Dir. San. Emanuele Minetti - Medico Veterinario Aut. Reg. Lombardia DRL 15/MI-200.3/1740 11/07/78 - ASL Prot. 9/5A/NN Rif 4.502
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