PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
Brevi ALLERTA COMUNITARIO È pubblicato al sito del Ministero della Salute (sezioni alimenti e sanità animale) il Report 2006 sulle contaminazioni microbiologiche, chimiche e irregolarità di altro tipo a seguito dell’attivazione del sistema di allerta Comunitario per gli alimenti e i mangimi. Sono anche riassunte le attività di vigilanza nazionale e le notifiche dagli Uffici periferici del Ministero della Salute tramite PIF, UVAC e gli uffici di sanità marittima ed aerea (USMA).
AVIARIA (1) Un buon piano pandemico per l’influenza aviaria, ma pochi farmaci. Il sottosegretario alla Salute Giampaolo Patta ha assicurato che l’Italia si è dotata di 40 milioni di dosi di antivirali. Per Walter Pasini, direttore del centro collaboratore dell’OMS per la Medicina del turismo, l’Italia è stata citata come esempio ma ha scorte di farmaci antivirali sufficienti a immunizzare contro il virus H5N1 solo il 6% della popolazione.
AVIARIA (3) Dalla ricerca preclinica arriva una nuova speranza contro H5N1 e H1N1. ‘Nature' ha pubblicato i risultati ottenuti in vitro e in studi su animali da laboratorio, del Viprovex (ImmuneRegen BioSciences). Il composto, una particolare formulazione di un analogo del neuropeptide “sostanza P”, è stato in grado di indurre una risposta immunitaria: nei ratti trattati si è ridotta la concentrazione virale intrapolmonare e intrafaringea, e le condizioni cliniche generali sono migliorate.
TK22U È imminente una circolare dell’Agenzia delle Entrate sull’entrata a regime dello studio di settore veterinario. Il Fisco non concede proroghe, ma accorda un anno di “osservazione speciale” per verificare la validità di questo strumento presuntivo del reddito alla luce delle novità introdotte dal decreto Bersani.
CANI MALTRATTATI Sono 1.000 le segnalazioni ricevute nel 2006 dalla Lav in difesa di animali maltrattati. Nel bilancio dei maltrattamenti i cani sono 2.000; i casi più frequenti riguardano cani rinchiusi in box, recinti o appartamenti, tenuti sempre legati, senza riparo dalle intemperie o al sole, maltrattati in genere, picchiati o tenuti in pessime condizioni igieniche, sfruttati per l’accattonaggio.
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62007
EFSA, FVE e UEVP a convegno con l'ANMVI
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 4, numero 6, dal 12 al 18 febbraio 2007
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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Per una veterinaria E F S A più europea ★★ ★★ Confronto istituzionale fra le organizzazioni veterinarie e l'EFSA
A PAG. 3
Prevenzione: scorte di farmaci o vigilanza veterinaria?
AVIARIA (2) Non vi sono prove che il virus si sia trasmesso tra i gatti o dai gatti, ma in via precauzionale la FAO raccomanda che i gatti siano tenuti separati dai volatili in aree con focolai. Gatti al chiuso negli allevamenti commerciali. Comunicato al sito fao.org.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
che punto è il piano pandemico nazionale rispetto alle indicazioni dell’OMS? C’è un ritardo nell’approvvigionamento di farmaci che espone il nostro Paese al rischio di non poter disporre del dovuto stock di antivirali a fronte di un’eventuale richiesta immediata? Come mai l’Italia è in controtendenza rispetto ai Paesi europei e garantisce una copertura di poco più del 6%, quando l’OMS raccomanda una scorta di antivirali pari al 25-30 per cento della popolazione? All’interpellanza urgente degli onorevoli Giuseppe Palumbo (FI) e Antonio Leone (FI) ha risposto il Sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta l’8 febbraio scorso che ha ricordato come in fatto di sanità veterinaria, “è stato recentemente diramato alle regioni e alle province autonome il nuovo piano di monitoraggio per il 2007, che prevede una sorveglianza attiva (controlli sieriologici modulati sull’analisi del rischio), sia sui volatili domestici, sia sui volatili selvatici, e una sorveglianza passiva, effettuata con controlli sulle specie selvatiche ritenute a rischio, trovate morte o cacciate”. Ma non è questo il punto. Gli interroganti ritengono che “dal punto di vista della vigilanza veterinaria, il nostro Paese può vantare un efficiente livello di organizzazione e una puntuale strategia di risposta operativa”, ma che “a tali stringenti misure di vigilanza veterinaria non sembra corrispondere un’eguale preparazione del nostro Paese dal punto di vista della vigilanza sanitaria”. Ma davvero gli interroganti possono pensare che la prevenzione si faccia con le scorte di farmaci antivirali? Il Sottosegretario con delega alla veterinaria ha risposto che “il Ministero della sanità ha già provveduto all’acquisto di medicinali sulla scorta delle indicazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità. Al momento, l’Italia dispone di circa 40 milioni di dosi, sia prodotto pronto all’uso, sia prodotto in bulk. In conformità alle previsioni del piano, la scorta nazionale dei farmaci antivirali è in corso di dislocazione a livello periferico, su base regionale, secondo il piano di distribuzione concordato con le regioni. Una parte della riserva nazionale di farmaci antivirali rimarrà stoccata presso il Ministero della sanità (quota di compensazione) e sarà utilizzata qualora la situazione epidemiologica lo rendesse necessario, con modalità veloci e sicure e di mobilitazione su tutto il territorio nazionale. Si precisa che l’uso dei farmaci antivirali, sulla cui efficacia esistono, nel mondo scientifico, pareri contrastanti, può rivelarsi utile - lo si sottolinea - sempre a scopo profilattico, in presenza di primi casi o di piccoli cluster, quando ancora non è disponibile un vaccino. Proprio con tali finalità, è stata costituita la scorta di tali farmaci, per il numero di dosi già indicato. La cautela adottata nell’acquisto di tale quantitativo è supportata da motivazioni epidemiologiche, in quanto, in fase di pandemia, fase 6, per l’OMS, la profilassi con antivirali sembra essere poco appropriata e potrebbe rivelarsi addirittura controproducente, dal momento che l’utilizzo allargato ed improprio di tali farmaci aumenterebbe il rischio di emergenza di ceppi virali resistenti, oltre al rischio di effetti collaterali. Il Ministero della salute, pertanto, in linea con le indicazioni dell’OMS, conferma che sul territorio nazionale la vigilanza è permanente, con circa mille prelievi al mese effettuati negli ultimi cinque mesi, tutti con esito negativo; vorrei ricordare che, in Italia, nessun allevamento di polli, di volatili, è stato mai contagiato dall’H5N1.”
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NON PER SOLDI, MA PER FIDUCIA Quante volte abbiamo sostenuto che basare la concorrenza sul prezzo è un suicidio professionale? Bersani ha eliminato i tariffari minimi ma questo non solo toglie ogni garanzia qualitativa per il cliente ma rischia di innescare una concorrenza fratricida che potrebbe portare al fallimento molte strutture veterinarie. Il cliente che telefona a più ambulatori chiedendo il prezzo di una prestazione, per poi andare dove costa meno, è meglio perderlo che trovarlo. Se per averlo siamo costretti ad accettare un prezzo, che spesso è sottocosto, pensando di recuperare poi in futuro su altre prestazioni, abbiamo veramente sbagliato tutti i conti. Questo non sarà mai un cliente fidelizzato e alla prima occasione richiamerà nuovamente 4 o 5 ambulatori per scegliere quello che gli costa meno. Ne vale la pena? Pensiamo decisamente di no. Molte volte questo cliente non è un povero "morto di fame", ma un furbo che cerca di approfittare della situazione per dimostrare agli altri, se non a sé stesso, di essere più bravo di tutti. È il caso di accettare questo gioco al massacro che ci impoverisce e squalifica la categoria? Sappiamo tutti, e basta vedere il nuovo
tariffario della FNOVI sia pure come semplice indicazione, che sotto certi valori non possiamo e non conviene andare ed è quindi giusto dire "No. Grazie!". Se tutti ragionassimo così il livello medio dei nostri prezzi sarebbe più remunerativo e ci permetterebbe di svolgere il nostro lavoro in modo più dignitoso e professionale. A sostegno di questa nostra riflessione possiamo riportare i dati emersi da una recente ricerca effettuata dalla Hill's su un campione di 1000 proprietari di animali da compagnia. Mentre il 65% dichiara di aver scelto il Medico Veterinario o la struttura perché di fiducia o perché gli trasmetteva fiducia, il 14% perché segnalato da conoscenti ed il 14% perché comodo e vicino, solo il 5% sostiene di averlo scelto per il prezzo. È il caso quindi di farci una guerra sulle tariffe quando la fetta di mercato sensibile a questo aspetto è così limitata? Il settore degli animali da compagnia ha ancora un buon potenziale di crescita. Cerchiamo di investire al meglio su questa crescita migliorando qualità e professionalità ed anche questo 5% sarà costretto ad adeguarsi alle nostre giuste e doverose richieste. ■
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