PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
7 2009
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 6, numero 7, dal 23 febbraio al 1 marzo 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
CESARE GALLI RIPARTE DA AVANTEA
LE RONDE SORVEGLIANO CON I CANI?
LA COLPA NON È MAI DEL CANE
MEDICINA RIGENERATIVA EQUINA
INTERVISTA A EMILIAN KUDYBA
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A PAGINA 10
A PAGINA 16
A PAGINA 21
A PAGINA 26
BREVI
IL VETERINARIO GARANTE DEGLI ANIMALI IN TV
FNOVI Chiusa la tornata elettorale dei consigli provinciali, è la volta del Comitato Centrale della Fnovi. Le elezioni per il rinnovo degli organi collegiali della Federazione, per il triennio 2009/2011, si terranno nei giorni 4, 5 e 6 aprile 2009. Ogni Presidente provinciale disporrà “di un voto per ogni 200 iscritti o frazione di 200 iscritti al rispettivo Albo”.
RICETTA ELETTRONICA Circa il 60% dei medici, appoggia la proposta del ministro della Pubblica amministrazione e dell'innovazione Renato Brunetta, sulla prescrizione medica elettronica, che secondo lo stesso Brunetta potrebbe portare a una riduzione del 30% delle spese in sanità. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Quotivadis. Chi è favorevole lo è però a patto che si venga dotati degli strumenti necessari.
UOVA L'EFSA ha pubblicato un documento sulla possibilità di ridurre i batteri patogeni presenti sui gusci delle uova attraverso la refrigerazione (secondo il Comitato Scientifico sulle Misure Veterinarie relative alla sanità, le uova e i prodotti con uova crude sono tra le categorie ad elevato rischio di salmonellosi). Il gruppo di esperti ritiene la refrigerazione uno dei metodi per ridurre la contaminazione crociata, anche se ha evidenziato qualche controindicazione.
OGM 1 Il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali ha pubblicato il Piano Nazionale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti - triennio 20092011. L’obiettivo è migliorare l'acquisizione e l'elaborazione dei dati sui controlli. Il piano prevede di intensificare l'attività di controllo sulla materia prima e all'importazione.
OGM 2 Viene dalla commissione agricoltura del Parlamento europeo la richiesta di imporre l'etichettatura sulle confezioni di latte, carne e uova di animali nutriti con mangimi a base di Ogm. Il contributo servirà all'elaborazione di una proposta ufficiale che la commissaria all'agricoltura Mariann Fischer Boel ha in programma per maggio nell’ambito dei lavori sul Libro verde per la qualità degli alimenti.
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ANMVI 1999
MERCATO
Tariffe reali, crisi reale Il Gruppo di Studio di Practice Management avvia un’indagine. Come orientarsi in piena crisi e senza le tariffe minime? A PAGINA 3
Gli animali in Tv sono più tutelati se accompagnati dai professionisti della loro salute. E più tutelato è anche il pubblico se l'informazione si fonda su conoscenze specialistiche, autorevoli ed attendibili. Il Sottosegretario Francesca Martini ha colto in pieno il senso del comunicato stampa con cui l’Anmvi ha chiesto più competenza veterinaria in Tv, commentando i casi di presunto maltrattamento ai danni di star a quattro zampe delle fiction televisive. Non esiste una regolamentazione nel nostro Paese che disciplini l'utilizzo di animali nelle pubblicità e negli spettacoli, fatta eccezione per un blando cenno nell’Accordo fra il Ministero della Salute e le Regioni del 2003. Con una ordinanza si cercherà di colmare il vuoto: "In nessun contesto ritengo accettabile che vi sia una riduzione delle garanzie relative alla tutela e al benessere degli animaliha dichiarato il Sottosegretario alla veterinaria- tanto più in un ambito in cui questo produce reddito e quindi si può equiparare ad un vero e proprio lavoro. In questo senso introdurrò obbligatoriamente una figura di garanzia sui set rappresentata dal medico veterinario". E non esiste nemmeno una norma che preveda il ricorso da parte delle televisioni alla competenza medico-
veterinaria: troppe volte si fa ricorso a figure che non hanno alcuna cognizione di salute e benessere animale. Ad un medico veterinario sono invece evidenti casi di disinformazione sulla salute e sul benessere degli animali, errori di comunicazione al grande pubblico che non sono meno gravi. Anche senza arrivare ad estremi penali non è difficile rendersi conto che il servizio televisivo, pubblico e privato, fatte poche eccezioni, non è sempre all'altezza dei suoi fini di intrattenimento di educazione quando fa uso di animali o si occupa di loro. Questo accade perché la Tv e i media non fanno abbastanza ricorso alla consulenza e all'assistenza medicoveterinaria, dietro le quinte e in scena. Nel comunicato stampa, l’Anmvi ha ricordato le Linee Guida per la Tutela degli Animali in Tv presentate alla RAI dalla LAV nel 2007. In quel documento, apprezzabile anche dal punto di vista medico-veterinario, si impegnava il servizio pubblico a garantire la promozione del rispetto degli animali e delle professioni legate agli animali come quella dei medici-veterinari. Uno dei punti qualificanti del documento era anche la creazione di una Commissione per la tutela degli animali presso l'Autorità Garante delle Comunicazioni con la partecipazione fra gli altri esperti di medici veterinari. ■
CATRICALÀ NON SI ARRENDE DECISAMENTE NON È FACILE DIFENDERE IL MONDO PROFESSIONALE. La logica che i liberi professionisti sono dei furbi che guadagnano tanto ed evadono molto è veramente difficile da cambiare soprattutto quando questo atteggiamento non è solo diffuso fra i consumatori ma anche nel mondo istituzionale e politico. È evidente che da questa posizione derivi una continua critica verso gli Ordini professionali visti non come strumento di controllo degli iscritti a garanzia e tutela dei clienti, ma come organizzazione lobbistica a difesa degli interessi corporativi dei professionisti. La conseguenza di questi presupposti sono le lenzuolate di Bersani, in parte smorzate dal nuovo Governo, e le ripetute critiche di Antonio Catricalà, garante della concorrenza, che continua imperterrito la sua battaglia contro gli Ordini come se fossero questi la causa principale dei mali del nostro paese. Negli ultimi giorni, infatti, l'Antitrust è ritornato con interventi molto critici su: minimi tariffari ancora in vigore, scarsa propensione alla pubblicità e soprattutto un processo di liberalizzazione che stenta a decollare. È difficile essere d'accordo con Catricalà visti gli evidenti danni che questa "liberalizzazione" sta portando in vari settori professionali a scapito della qualità delle prestazioni e delle garanzie per il consumatore. L'ANMVI, al contrario, ritiene che dei controlli seri da parte degli Ordini siano un valido strumento per far crescere professionalmente la categoria, ma per fare questo gli Ordini devono anche averne gli strumenti, altrimenti perderanno ogni possibilità di intervento. Ribadiamo ancora una volta che il tariffario minimo è uno strumento necessario per evitare lo scadimento qualitativo delle prestazioni impedendo una concorrenza al ribasso che oltre a non rispettare la salute ed il benessere dell'animale toglie anche ogni garanzia al cliente.
DIECI ANNI AL SERVIZIO DEI MEDICI VETERINARI
2009 ANMVI
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Management Anmvi Informa
VETERINARIA 7 | 2009
Indagine sulle tariffe reali
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Gruppo di Studio di Practice Management SCIVAC
Come reagisce la veterinaria per animali da compagnia alla crisi economica? Il Gruppo di Studio di Practice Management propone un questionario sulle tariffe reali ono passati ormai cinque anni dall’ultima indagine sulle tariffazioni reali dei veterinari condotta dal Gruppo di Studio di Practice Management. Ora, il responsabile del Gruppo, Marco Viotti, lancia una nuova indagine per un confronto con la situazione attuale. Il senso della ricerca, ci spiega, è che “in un momento di crisi economica generale, basandoci sulla precedente indagine del 2005 (v. i dati medi di riepilogo nel box), vorremmo valutare come reagisce la classe veterinaria, anche alla luce degli spropositati aumenti verificatesi negli ultimi anni a carico dei servizi primari”. I dati saranno raccolti in forma anonima, attraverso il questionario qui riprodotto e già inviato per posta elettronica dagli uffici dell’Anmvi ai colleghi del settore. I risultati saranno presentati all’interno della sessione di Practice Management del 62° congresso SCIVAC a Rimini e poi pubblicati su Professione Veterinaria. “Siamo ripartiti dalle prestazioni richieste precedentemente - prosegue il Collega Viotti- per rivalutarle alla luce degli anni passati. Le prestazioni di cui richiediamo le tariffe sono state scelte perché alla portata di qualunque struttura veterinaria e rappresentano la base su cui tutti noi viviamo, perciò le riteniamo altamente significative della nostra realtà lavorativa”.
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SENZA BUSSOLA Ci sono molte buone ragioni per conoscere le nostre tariffe reali. Una di queste è che non abbiamo altro parametro per il nostro posizionamento sul mercato, dopo l’abolizione dei minimi tariffari. Siamo senza bussola nel mare magnum delle liberalizzazioni e della recessione. Conoscere le tariffe reali può essere utile a comprendere le conseguenze delle prime e la portata della seconda. Sono molte le categorie professionali che stanno rivalutando la possibilità di reintrodurre tariffari minimi a garanzia della qualità della prestazione, contando su un diverso atteggiamento del nuovo Governo verso il mondo professionale. I primi ad avvicinarsi al traguardo si direbbero gli avvocati secondo i quali è evidente che l’effetto diretto dell’abolizione dei minimi è stata la riduzione delle tariffe. E mentre i professionisti hanno dovuto adeguarsi alle pressioni del consumatore-medio, i fornitori non hanno affatto seguito l’andamento del mercato dei servizi professionali, tanto che i costi dei consumi sono in alcuni casi aumentati. Per non parlare delle difficoltà di accesso al credito, per esempio al prestito d’onore, o alle agevolazioni sui servizi bancari, per esempio sulle spese di tenuta e movimentazione del conto. Il ritorno delle tariffe minime risolverebbe i problemi? Sarebbero una bussola per le pubbliche amministrazioni che “appaltano” le prestazioni veterinarie pretendendo di non doversi attenere al tariffario Fnovi (Studio indicativo), per i consumatori che non hanno alcun parametro di comparazione e di valutazione del valore economico delle prestazioni (in questo modo saranno sempre considerate care) e per gli stessi professionisti, a loro volta utenti/consumatori in un mercato che non ha saputo riequilibrarsi sulla base delle li-
beralizzazioni prima e della recessione poi. Dunque il senso di questa ricerca promossa dal Gruppo di Studio di Practice Management si chiarisce mentre si approfondiscono le riflessioni e le proposte che si potranno fare. Partendo dai dati reali del dopo-Bersani. Aderite numerosi. ■
✂ Gruppo di Studio di Practice Management
TARIFFE APPLICATE NELLE STRUTTURE VETERINARIE PER ANIMALI DA COMPAGNIA RICERCA 2009 Compilare e inviare a: ANMVI - Gruppo di Studio di Practice Management - Fax 0372/45.70.91 Per la compilazione on line richiedi il modulo a: management@anmvi.it TIPOLOGIA DI STRUTTURA (studio, ambulatorio, clinica, ospedale)
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REGIONE E COMUNE
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PRESTAZIONE Visita semplice Vaccino cane e gatto Vaccino FELV Vaccino Rabbia RX Ecografia
€ TARIFFA (IVA INCLUSA)
PRESTAZIONE
€ TARIFFA (IVA INCLUSA)
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Sterilizzazione Cane M
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Sterilizzazione Gatto M
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Sterilizzazione Cane F
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Sterilizzazione Gatto F
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Visita Pronto Soccorso festiva
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Il questionario è anonimo. I dati forniti saranno utilizzati per esclusive finalità di ricerca e nel rispetto delle norme sulla privacy. Eventuali dati non richiesti (es n. di fax) e non pertinenti con le finalità della ricerca non saranno trattati né divulgati. I risultati della ricerca saranno presentati all’interno della Sessione di Practice Management del 62° Congresso SCIVAC di Rimini e pubblicati su Professione Veterinaria.
Dott. Marco Viotti Responsabile Practice Management ANMVI
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4 Attualità Recessione globale
USA: segnali di crisi Anche il settore degli animali da compagnia risente della difficile situazione economica americana di ANTONIO MANFREDI a crisi economica iniziata nel 2008 negli USA ha poi coinvolto tutto il mondo, compresa l'Italia, sia pure in modo diverso essendo molto differenti le realtà nazionali. Quello però che sta accadendo negli USA può essere comunque utile per capire quali possono essere i problemi che potremo incontrare nel 2009. In particolare sono molto interessanti alcune indagini che la AAHA, l'associazione americana dei veterinari, ha sviluppato negli ultimi mesi per capire la situazione e le tendenze del settore degli animali da compagnia. Partiamo da alcuni dati che determinano le dimesnisoni del settore negli Usa, decisamente molto più ampie delle nostre.
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STATISTICHE E TENDENZE DELL'INDUSTRIA DI SETTORE PRESENZA DI ANIMALI DA COMPAGNIA • Secondo la 2007-2008 National Pet Owners Survey, nel 63% dei nuclei famigliari degli Stati Uniti, che corrisponde a 71,1 milioni di case, si trova un animale da compagnia • Nel 1988, il primo anno in cui venne condotta l’indagine, tale valore era del 56%, mentre nel 2006 era del 63% Analisi dettagliata della presenza di animali da compagnia negli Stati Uniti secondo la 2007-2008 National Pet Owners Survey Numero di nuclei famigliari degli USA in cui si trova un animale da compagnia (in milioni) Uccelli 6.4 Gatti 38.4 Cani 44.8 Cavalli 4.3 Pesci d’acqua dolce 14.2 Pesci marini 0.8 Rettili 4.8 Piccoli animali 6.0 Numero totale degli animali da compagnia di proprietà negli USA (in milioni) Uccelli 16 Gatti 88.3 Cani 74.8 Cavalli 13.8 Pesci d’acqua dolce 142.0 Pesci marini 9.6 Rettili 13.4 Piccoli animali 24.3
SPESE I seguenti dati statistici relativi alle spese sono stati raccolti dall’APPA attraverso varie fonti di ricerca di mercato. Spese totali nell’Industria dei Pet in USA Anno Miliardi 2008 $43.4 Stim. 2007 $41.2 2006 $38.5 1994 $17
Vendite stimate nel 2008 nel mercato USA Per il 2008, è stato stimato che nel settore dei pet in USA verranno spesi 43.4 miliardi di dollari. Analisi dettagliata: Alimenti $16.9 miliardi Cure veterinarie $10.9 miliardi Farmaci prescritti/da banco $10. miliardi Acquisti di animali vivi $2.1 miliardi Servizi per i Pet: toelettatura e pensioni $3.2 miliardi Secondo la 2007-2008 APPA National Pet Owners Survey, le spese di base annuali per i proprietari di cani e gatti (in dollari) sono rappresentate da: Cani Gatti Visite veterinarie 453 363 Alimenti 217 188 Pensionamenti in canile 225 149 Controlli veterinari di routine 219 175 Toelettatore/strumenti per toelettatura 127 18 Vitamine 77 31 Bocconcini 66 40 Giocattoli 41 26 Sono dati per noi inimmaginabili. Basta vedere che le spese veterinarie sono circa 11 miliardi di dollari. Nonostante questo le difficoltà che sono emerse nel settore e dovute alla crisi generale potranno essere le stesse che incontreremo anche in Italia se la situazione non dovesse migliorare con la ripresa dei consumi.
INDAGINE SUL CREDITO DELL’AAHA: LA MAGGIOR PARTE DELLE STRUTTURE VA BENE, MA CI SONO ALCUNI MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE Un’indagine condotta a fine 2008 da NEWStat fra i proprietari ed i dirigenti delle strutture dell’AAHA ha dimostrato che, anche se la salute generale del settore rimane buona, una percentuale significativa di esse si trova a dover affrontare potenziali insidie finanziarie. L’indagine, condotta all’inizio di Dicembre, prevedeva una serie di domande volte a stabilire come la stretta creditizia stia influendo sulle strutture veterinarie. Una struttura su tre ha affermato di non essere in grado di coprire completamente ogni mese
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le spese di gestione con le entrate mensili ed il 40% circa ha riferito di aver bisogno, regolarmente od occasionalmente, di negoziare delle forme di pagamento ritardato con i fornitori. Circa un quarto delle strutture oggetto dell’indagine ha ammesso di dover ricorrere talvolta ai propri fondi personali per finanziare le normali spese di gestione e tre strutture su quattro hanno riferito di dover usare le business credit cards per coprire i costi di gestione. John Albers, DVM, AAHA Executive Director, ha detto che, pur essendo contento del fatto che la maggior parte di coloro che hanno risposto all’indagine se la cavi bene, gli sono balzati agli occhi alcuni fatti. “Sono sorpreso dalla grande percentuale di coloro che stanno utilizzando le carte di credito per finanziare le spese di gestione”, ha detto Albers, consigliando ai loro utilizzatori di tenere strettamente d’occhio i tassi di interesse che vengono applicati alle carte, dal momento che le compagnie possono cambiarli ogni volta che vogliono. Inoltre, ha sottolineato il numero delle strutture che non riescono a coprire i propri costi di gestione ogni mese. “Spero che il 33% di strutture che ha riferito di non riuscire a coprire le spese di gestione mensili con le entrate mensili stia seriamente facendo il punto delle proprie entrate e delle proprie spese,” ha detto Albers. Una buona notizia è che solo il 5% ha riferito che la propria banca o istituto finanziario ha ridotto la misura del credito disponibile, ma il 20% ha ammesso di correre il rischio di non riuscire a coprire i propri impegni di spesa fondamentali, come i salari del personale, se il credito dovesse scomparire. ”A fronte di un declino delle entrate, il personale disponibile dovrebbe passare più tempo a contattare i clienti che sono in ritardo per i servizi programmati per una data scadenza, o utilizzare una newsletter o altri mezzi di comunicazione per inviare ai clienti dei promemoria relativi alle necessità sanitarie dei loro animali” ha detto Albers. “In presenza di spese elevate, queste pratiche servono a valutare i guadagni ed a ridurre prudentemente le spese non necessarie.” Parecchi di coloro che hanno risposto hanno detto di dover differire di alcuni mesi i loro salari personali, mentre altri hanno detto di tenere in banca l’importo di almeno tre mesi di spese di gestione per le emergenze. La maggior parte delle strutture (75%) ha affermato di non aver bisogno oggi di fare affidamento sulle opzioni di credito in misura superiore a quella del primo quarto di quest’anno. Tuttavia, circa un quarto di coloro che hanno risposto ha detto di stare osservando una restrizione dei termini di credito da parte dei venditori. È importante sottolineare che la crisi economica americana, per le diverse situazioni nazionali, soprattutto nel settore del credito, si è evidenziata in modo molto più drammatico di come dovremmo viverla noi in Europa, e soprattutto in Italia. Al momento i segnali di crisi non sono particolarmente evidenti. Certamente vi è una categoria di proprietari di cani e gatti di fascia medio/bassa che è costretta a ridurre le spese per i loro animali e questo, ovviamente, incide anche sulle prestazioni veterinarie. Questo può arrivare a ridurre il fatturato di tutte le strutture veterinarie ma essendo generalmente ripartito non dovrebbe incidere in modo particolarmente significativo. Potranno risentirne di più quegli ambulatori che sono già "marginali", per vari motivi, sul mercato e che comunque si limitano a prestazioni generiche. La politica della riduzione delle tariffe non può in ogni modo essere la soluzione. Non garantirebbe il mantenimento della clientela e tanto meno la qualità delle prestazioni. Il problema dell'assistenza sanitaria agli animali delle fasce sociali indigenti potrà essere risolto con un serio progetto Leavet già
proposto dall'ANMVI e che piano piano incomincia a trovare spazio e consensi nel mondo istituzionale e politico. In ogni modo i problemi strutturali del nostro settore non derivano tanto dalla crisi mondiale ma da una frammentazione dell'offerta che non garantisce alle strutture veterinarie quote di mercato sufficienti ad avere la forza economica di affrontare situazioni congiunturali generali o di settore.
LE ATTUALI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE NON COMPROMETTONO LA DEDIZIONE DEGLI AMERICANI AI LORO CANI Un’indagine condotta nel novembre 2008 dall’American Kennel Club® ha dimostrato che nonostante le cattive condizioni dell’economia, i proprietari di cani sono disposti a sacrificare molti dei loro piccoli lussi quotidiani per soddisfare le necessità dei loro compagni a quattro zampe. L’indagine, condotta su più di 1.000 persone su www.akc.org, ha riscontrato che più del 96% di coloro che hanno risposto ed hanno l’abitudine di fare colazione al bar rinuncerebbe al proprio latte macchiato per risparmiare il denaro necessario per le spese del proprio cane. Il 97% ha anche detto che rinuncerebbe ai massaggi o ai trattamenti estetici o di benessere per pagare l’onorario del veterinario e quasi il 79% cancellerebbe un appuntamento per lo sbiancamento dei denti perché Fido potesse avere la sua annuale pulizia dentale. La sola cosa che sembra competere con l’amore delle persone per i loro animali è l’accesso ad Internet, dato che più del 70% di coloro che hanno risposto ha dichiarato che non riuscirebbe ad astenersi dalla propria dipendenza dal web. Uno dei partecipanti rinuncerebbe “quasi a qualsiasi cosa. Ho bisogno della palestra e di Internet, tutto il resto è eliminabile." "In generale la gente è dedita ai propri cani più di quanto non sia mai stata prima. Senza dubbio questi animali offrono conforto ed attenuano lo stress di molte persone in questi tempi difficili,” ha detto il portavoce dell’AKC, Lisa Peterson. "Questa è una riedizione di quanto abbiamo visto in occasione dell’uragano Katrina. In un momento in cui la gente si trovava di fronte a grandi avversità, molti sono rimasti così leali verso i loro animali da arrivare a mettere a rischio la loro stessa vita. Un’indagine ha dimostrato che sono anche disposti a rinunciare ad una parte dei lussi della loro esistenza per il benessere dei loro compagni." L’indagine ha anche evidenziato, visto che si avvicinava il Natale, che la maggior parte dei cani può ancora stare sicura che troverà un osso sotto l’albero. Più del 69% di coloro che hanno risposto rinuncerebbe ai doni per gli amici o i parenti meno prossimi prima di risparmiare sui regali di Natale per il proprio cane. Il 9% circa arriverebbe persino a spendere di meno per i regali al coniuge prima di rinunciare a quelli per Fido. L’assistenza sanitaria è un’altra area alla quale i proprietari particolarmente devoti sembrano garantire una costante attenzione. PetPartners, Inc., fornitore di AKC Pet Healthcare Plan, afferma che le percentuali di vendita sono stabili ed i proprietari stanno rinnovando le loro polizze in numero costantemente elevato. Ciò dimostra che questa categoria di persone considera le assicurazioni sulla salute un modo per gestire i costi delle cure sanitarie per i propri animali. Alcuni proprietari di cani hanno perfino optato per l’acquisto di piani sanitari per i loro animali prima che per se stessi. Uno di coloro che hanno risposto all’indagine ha ammesso “I miei Cavalier hanno l’assicurazione, ma io no." A cosa si rinuncerebbe • Il 67% cancellerebbe dei viaggi programmati se non potesse sostenere la spesa per
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6 Attualità Recessione globale l’imbarco del proprio cane. • Il 65% mangerebbe regolarmente alimenti precotti surgelati prima di lesinare sulla qualità del cibo dei propri cani. • Il 59% si farebbe la permanente o la tinta ai capelli nel lavandino della cucina per riuscire a rispettare gli appuntamenti di Fido con il toelettatore. Tagli alle spese che i proprietari sono disposti a fare per i propri cani • Mangiare più spesso a casa (97%) • Cancellare l’iscrizione alla palestra (72%) • Cancellare il servizio via cavo o satellitare (50%) • Limitare le spese per nuovi vestiti (94%) • Posticipare i progetti di ristrutturazione della casa (89%) • Rinunciare ad acquistare un’auto nuova o comprare un modello meno costoso (88%) Tecniche per risparmiare • Il 52% cerca le offerte e/o i buoni sconto prima di acquistare i prodotti per animali da compagnia • Il 48% sta acquistando meno giocattoli/ bocconcini ed altri beni non essenziali per i cani • Il 34% ha iniziato ad acquistare il cibo per cani all’ingrosso L’indagine che segue presenta però una realtà piuttosto diversa e contraddittoria. Quando l’economia vacilla, aumenta il numero di coloro che abbandonano gli animali da compagnia
MARGERY A. GIBBS, Associated Press: “Un numero sempre maggiore di Americani sta abbandonando i propri cani e gatti presso i rifugi per animali perché i legami affettivi che uniscono le persone ai pet vengono messi a dura prova dalle esigenze economiche”. Dall’uomo di Malvern, Pa., che ha ceduto i suoi due cani per contribuire a pagare le terapie per il cancro di sua madre alla donna di New York che ha fatto sopprimere eutanasicamente il suo gatto piuttosto che tenerlo in vita con farmaci costosi, il crescere delle ansie economiche rende sempre più difficile per alcuni proprietari giustificare la spesa di 1.000 o più dollari all’anno in alimenti per animali da compagnia, servizi veterinari ed altri costi. La crescita della popolazione nei ricoveri per animali di Connecticut, Nebraska, Texas, Utah
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ed altri stati evidenzia come l’economia debole stia anche determinando una contrazione del numero di coloro che potrebbero potenzialmente adottarli. E tutto ciò coincide con una caduta dei fondi governativi e delle donazioni delle associazioni benefiche. Secondo le interviste rilasciate da parecchi gestori di rifugi e sostenitori dei diritti degli animali, l’effetto è stato di far vivere cani e gatti allo stretto ed aumentare il tasso di soppressioni eutanasiche dei soggetti accolti nei rifugi, tanto che alcuni di questi hanno dovuto mandar via delle persone che cercavano di consegnare i loro animali. Secondo la Humane Society degli Stati Uniti, su un totale stimato di 6-8 milioni di cani e gatti inviati ai rifugi ogni anno, la metà viene soppressa eutanasicamente ed il resto adottato. “È decisamente scoraggiante per noi” ha detto Adam Goldfarb, un portavoce della Humane Society. “Uno dei nostri scopi principali è quello di sviluppare e onorare il legame fra le persone e gli animali. È quindi un evento tragico quando le famiglie giungono al punto di non essere più in grado di sostenere le spese per le cure dei loro animali.” Con due bambini, un marito disabile ed una difficile ricerca di un lavoro per se stessa, la 23enne Mel Bail di Worcester, Mass., ha iniziato ad alimentare i suoi tre gatti - Rory, Ozzy e Mudpie - con gli avanzi dei pasti della famiglia prima di decidersi recentemente a lasciarli. “Quando non sono più riuscita a pagare la bolletta del gas, ho capito che dovevo trovare un’altra casa per i miei gatti,” ha detto Bail. Ma non è stato facile trovare un rifugio che li accettasse. “Sono completamente pieni,” ha
detto Bail, che alla fine si è rivolta alla pubblicazione di annunci on line per trovare delle abitazioni per Rory, Ozzy e Mudpie. Non ci sono dati raccolti a livello nazionale sulle ragioni per cui i cani ed i gatti vengono abbandonati dai loro proprietari, ma i gestori dei rifugi ed i sostenitori degli animali affermano che la tendenza è innegabile - e probabilmente il fenomeno è più grande di quanto non ci rendiamo conto. “Le persone sono imbarazzate ad ammettere il motivo per cui stanno lasciando i loro animali, “ ha detto Betsy Mc Farland, il direttore delle comunicazioni per gli animali da compagnia della Humane Society. Un sondaggio condotto su Associated PressPetside.com ha riscontrato che un proprietario su sette a livello nazionale ha riferito di aver ridotto le spese per i propri animali da compagnia durante la recessione dell’ultimo anno. Fra costoro, più di un quarto ha detto di aver preso seriamente in considerazione di rinunciarvi. Secondo un’indagine condotta dalla American Pet Products Association, il costo annuale medio del possesso di un cane è di circa 1.400 $, mentre quello di un gatto è di circa 1.000 $. L’indagine suggerisce che vi siano più di 231 milioni di animali da compagnia - pesci esclusi - in oltre 71 milioni di case in America. A Omaha, Neb., il rifugio della Nebraska Humane Society ha iniziato per la prima volta quest’anno a quantificare gli animali da compagnia che venivano lasciati per ristrettezze economiche. Fino alla metà di Novembre, ne erano stati consegnati più di 275 perché i loro proprietari avevano detto che non potevano permettersi di mantenerli. “È davvero triste, perché per queste persone non si tratta di una scusa. Sono davvero nei guai, hanno bisogno di ridurre le spese e non c’è nessuno che possa accogliere i loro cani,” ha detto. “Si può dire che siano stati animali molto amati.” A New York, Erin Farrell-Talbot ha recentemente preso la decisione di sopprimere eutanasicamente il suo gatto di 15 anni, Buki, quando le è stato detto, pochi giorni dopo che aveva perso il lavoro, che avrebbe dovuto spendere migliaia di dollari in terapie e farmaci del costo di 65 $ al mese per tutta la vita. “Quando ho dovuto scegliere se acquistare il cibo per il mese di Settembre o le medicine per il mio gatto, la decisione per me è stata chiara, “ ha detto Farrell-Talbot. “È stato orribile. Ci ha ucciso.” La Animal Humane Association di Albuquerque, N.M., si è vista lasciare 69 cani e gatti fino al mese di Settembre perché i proprietari non erano in grado di mantenerli. In confronto ai 48 casi dello stesso periodo del 2007, si ha un aumento del 44% - ha detto il direttore esecutivo Peggy Weigle. In risposta, il rifugio di Weigle ha iniziato un programma che prevede l’apertura del suo ricovero di emergenza - normalmente riservato alle donne oggetto di maltrattamenti che hanno bisogno di un posto dove lasciare i loro animali per un po’ - per quelle in difficoltà economiche. Sinora, quest’anno, sono stati accolti 45 animali attraverso il programma di emergenza, in confronto agli 8 dell’anno scorso. La Society for the Prevention of Cruelty to Animals di Virginia Beach, Va., ha recentemente avviato un programma chiamato Helps Out Pets Everywhere (HOPE) per offrire cibo, cure mediche ed un ricovero temporaneo agli animali che appartengono a famiglie in difficoltà economiche. Nella prima settimana sono state ricevute 18 domande. Il programma ha ricevuto 18 domande nella sua prima settimana. Alcune di queste persone non si erano mai trovate prima in difficoltà e, quindi, nemmeno i loro animali, ha detto McNally. ■
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8 Attualità www.avantea.it
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Cesare Galli riparte da Avantea: la ricerca si autofinanzia Il laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Cesare Galli riprende le sue attività di ricerca dandosi una nuova veste societaria: Avantea opo aver rischiato la chiusura, il Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Cesare Galli riprende le sue attività dandosi una nuova veste societaria: Avantea, fondata dallo stesso Cesare Galli e dalla moglie Giovanna Lazzari, subentrerà al Consorzio per l’Incremento Zootecnico (CIZ) nella gestione del Laboratorio e nelle attività di ricerca. Galli ha ottenuto di restare nella sede cremonese, in seguito a una difficile transizione iniziata nel febbraio del 2008, quando il CIZ dichiarava di non essere più interessato alla gestione del laboratorio e prospettava una possibile chiusura o trasferimento ad altro ente. Il lieto fine della vicenda, che ha visto la comunità scientifica e veterinaria schierata con Galli, si è avuto a dicembre dello scorso anno, grazie ad una lunga trattativa, con la mediazione del Presidente della Provincia di Cremona On. Giuseppe Torchio. In questa transizione tutti i collaboratori di Galli, in totale nove persone, sia tecnici che laureati e professionisti, sono passati alla nuova società mantenendo i loro diritti acquisiti durante la gestione precedente. Questa scelta sottolinea la vo-
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lontà dei fondatori di dare continuità ai progetti in corso, tutelando tutto il team che, nel corso degli anni e con le diverse competenze, ha contribuito a fare di LTR un centro di ricerca di prestigio internazionale.
ACCORDO “ACCETTABILE” L’accordo, definito “accettabile” nel comunicato diffuso da Avantea, prevede l’affitto per cinque anni della struttura cremonese, dove attualmente il laboratorio ha sede, e di tutte le attrezzature presenti, oltre al trasferimento alla nuova società di tutti i progetti di ricerca nazionali ed internazionali in corso di realizzazione: “questo bagaglio di risorse strumentali e progettuali consentirà ad LTR Avantea di iniziare la propria attività senza soluzioni di continuità con il passato sebbene affrontando una difficile congiuntura finanziaria sommata alle immediate esigenze di liquidità”. Fra i primi passi del laboratorio della coppia Galli-Lazzari ci sarà il consolidamento delle attività commerciali e di servizio agli allevatori e alle loro associazioni, nonché lo sviluppo di nuovi servizi rivolti agli animali d’allevamento e da compagnia, servizi che assumeranno un ruolo più importante rispetto al passato allo scopo di autofinanziare parte della ricerca. In
parallelo, saranno mantenute le collaborazioni scientifiche nazionali e internazionali con l’obiettivo di sostenere il passo della ricerca e raggiungere, auspicabilmente nel giro di alcuni anni, una situazione di maggiore stabilità finanziaria rimanendo ai vertici nelle biotecnologie della riproduzione animale.
AVANTI, GEA Il nuovo logo di LTR comprende l’immagine dell’uovo fecondato, che richiama le attività di riproduzione assistita più tradizionali di LTR, e AVANTEA, il nome della nuova società. Si tratta di un nome di fantasia derivato dalla fusione delle due parole “avanti” e “Gea”, la dea della terra e fertilità della mitologia greca, ad indicare la volontà di lavorare per il progresso con un orizzonte ampio ma concreto. Ricerca quindi nel settore zootecnico e biomedico insieme a trasferimento tecnologico e servizi commerciali.
RICERCA E SVILUPPO La ricerca LTR si svolge prevalentemente nel campo delle tecniche di riproduzione assistita applicate sia al settore zootecnico che a quello biomedico. Nell’ambito zootecnico l’obiettivo è quello di affrontare il problema crescente della infertilità bovina e del ruolo che l’embrione e le malattie uterine giocano nell’efficienza riproduttiva degli allevamenti. Nell’ambito biomedico l’interesse è di ottenere, con varie tecniche di riproduzione assistita inclusa la clonazione, degli animali che possano essere compatibili con l’uomo come donatori di tessuti (xenotrapianto) e anche degli animali che possano essere modello per malattie dell’uomo. Con la stessa duplice valenza LTR fa ricerca sulle cellule staminali, sia adulte che embrionali. Nel primo caso soprattutto sulle cellule staminali mesenchimali per il loro potenziale utilizzo nel trattamento delle lesioni osteoarticolari e tendinee specialmente dell’equino; nel secondo, per le cellule embrionali staminali, l’indirizzo è quello dei modelli animali e anche dello sviluppo di test tossico-
logici per sostanze chimiche di uso o interesse industriale. Tutte queste ricerche si integrano a vicenda creando importanti sinergie.
PRODOTTI E SERVIZI Da molti anni LTR rende disponibili prodotti e servizi per gli allevatori, le organizzazioni e i professionisti che operano in campo zootecnico. Embrioni di bovino, bufalo e cavallo prodotti tramite Ovum Pick Up (OPU). Gli embrioni OPU-LTR sono prodotti da donatrici vive tramite il servizio di Ovum Pick Up. La donatrice è sottoposta a prelievo di ovociti con l’ausilio di una sonda ecografica endovaginale. Il prelievo degli ovociti può essere ripetuto molte volte a scadenza bisettimale ed ogni gruppo di ovociti può essere fecondato con un riproduttore diverso. L’embrione è quindi sviluppato fino allo stadio idoneo per il trasferimento in riceventi o per il congelamento. La tecnica OPU è particolarmente adatta alla produzione di embrioni con seme sessato perché richiede una piccola quantità di materiale seminale e supera il limite della scarsa fertilità che spesso si verifica in campo quando il seme sessato è utilizzato in fecondazione artificiale. Embrioni di bovino prodotti dagli ovociti di animali macellati. Embrioni di varie razze bovine da carne e da latte sono prodotti con un sistema esclusivo di fecondazione in vitro e coltura. Questa tecnica consente di ottenere embrioni dagli ovociti presenti sulle ovaie di animali macellati. Gli embrioni possono essere prodotti dalle ovaie di un’unica donatrice su richiesta del proprietario della stessa (servizio di Salvataggio Genetico) oppure possono essere ottenuti da ovaie di gruppi di donatrici della stessa razza (embrioni di gruppo). Embrioni di bovino sessati. Tutti gli embrioni prodotti da LTR possono essere sessati e congelati. L’allevatore può scegliere di ritirare solo gli embrioni del sesso desiderato. LTR offre anche il Servizio di sessaggio e il Servizio di congelamento per embrioni prodotti da terzi. ■
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10 Attualità Incolumità pubblica
VETERINARIA 7 | 2009
Da pericolo pubblico i cani sono diventati strumenti di sicurezza Le ronde volontarie sorveglieranno le aree a rischio di criminalità con i cani? L’Anmvi scrive al Ministro Maroni
volontari impegnati nella sorveglianza delle città per la sicurezza pubblica sono spesso ritratti mentre “pattugliano le strade”, accompagnati da cani di razza dobermann o pastore tedesco. Anmvi: quali garanzie per una corretta gestione di questi animali? I cani di grossa taglia non sono più pericolosi, anzi si direbbe possano persino essere impiegati per rafforzare la sicurezza nelle aree a rischio-criminalità. Sono molte le immagini che
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ritraggono le ronde impegnate in attività di sorveglianza accompagnate da cani di razza (es. dobermann e pastore tedesco). Qualora ammesso l’impiego di cani, a parere dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, sarebbe opportuno chiarirne la funzione e disciplinarne l’utilizzo. L’Anmvi ha scritto al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni e al Sottosegretario Martini suggerendo un approfondimento sull’impiego di cani nelle attività previste dal decreto-sicurezza ed auspicando un coordinamento con il Ministero della Salute in merito alla prevenzione delle aggressioni canine incontrollate, ad esempio prevedendo che il patentino sia reso obbligatorio per i volontari impegnati nelle ronde con l’ausilio di cani. Il Ministro Maroni, intervenendo al question time alla Camera, ha parlato di una prossima regolamentazione legislativa che dia alla materia una cornice normativa, anche per evitare eventuali abusi e giustizia fai da te. L’occasione potrà essere colta per affrontare e chiarire anche l’eventuale impiego di cani.
Occorre rimarcare che il decreto-sicurezza, per la sorveglianza delle aree a rischio, prevede l’eventuale utilizzo di semplici cittadini iscritti ad apposite associazioni, rigorosamente non armati e, soprattutto, attivati e coordinati dai comitati provinciali dell’ordine pubblico, dai prefetti e dai sindaci. La situazione sarebbe molto diversa da quella dei cani in dotazione presso le forze dell’ordine, che sono sempre stati esclusi dalle ordinanze sulla prevenzione dell’aggressività canina in ragione del loro particolare impiego e delle connesse garanzie di utilizzo. Nel caso delle ronde l’Anmvi si chiede innanzitutto se l’impiego di questi cani sia espressamente ammesso e, di conseguenza, come verrebbero scelti e quale tipo di percorso educativo abbiano intrapreso tanto gli animali quanto i semplici cittadini volontariamente impiegati nelle ronde. Mentre è in preparazione una ordinanza fortemente responsabilizzante per l’uomo (proprietario o detentore) - che ha correttamente spostato la responsabilità delle aggressioni e della incolumità pubblica dal piano animale a quello umano, secondo un ripetuto orientamento della giurisprudenza - l’Anmvi suggerisce al Ministero dell’Interno di prevedere per i cani delle ronde (qualora ammessi) una apposita regolamentazione, avvalendosi degli strumenti e dei principi di prevenzione e di corretta gestione del cane contenuti nella futura ordinanza predisposta dal Sottosegretario Martini. ■
LA SVIZZERA RINUNCIA ALLA BLACK LIST n Svizzera si allontana l'ipotesi di un 'bando' nazionale ai cani pericolosi. Dopo l'alzata di scudi riscontrata in procedura di consultazione, la Commissione della scienza e della ricerca del Consiglio nazionale ha infatti ammorbidito il progetto di legge, rinunciando a redigere una lista di cani pericolosi. È infatti estremamente difficile definire un cane pericoloso, spiega il presidente della sottocommissione preposta all'esame di questo tema, Oskar Freisinger. Il peso dell'animale, per esempio, non è un buon punto di riferimento. Infatti un pitbull pesa soltanto 17 chili, mentre un cane San Bernardo molto di più. Inoltre, non si può calcolare la forza della mascella. Il progetto lascia comunque la libertà ai cantoni di prevedere una legislazione più severa. La Commissione spera tuttavia che quelli che già hanno messo al bando certe razze di cani pericolosi facciano marcia indietro, su esempio dei Länder tedeschi. Già il Ticino ha rinunciato a vietare i cani potenzialmente pericolosi, ma per i proprietari di una trentina di razze sarà necessario avere una autorizzazione, dovranno seguire un corso speciale e superare un esame. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il 1° aprile. La legge sui cani approvata lo scorso anno dal Gran consiglio permette di vietare certe razze, ma il governo ticinese non ha voluto far uso di questa opzione. Finora soltanto i cantoni di Ginevra, Friburgo, Zurigo e Vallese hanno emanato divieti. Ora il ripensamento a livello nazionale.
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LEGGE QUADRO SÌ, MUTUA NO a veterinaria libero professionale non sosterrà alcuna proposta di legge che preveda la creazione di una mutua per gli animali. È solo demagogia. “Non bastano la crisi economica ed i pesanti deficit di molte regioni per fermare gli sprechi nella sanità pubblica. È impensabile che il nostro SSN già incapace di sopperire alle esigenze sanitarie dei cittadini possa farsi carico dell'assistenza degli animali da compagnia. È assurdo pensare all'introduzione dei ticket a carico dei pazienti umani per coprire i buchi della sanità pubblica pensando d'altra parte di investire milioni di euro in una mutua pubblica per gli animali da compagnia. È questo il punto debole della proposta di legge della Sen. Silvana Amati”. Lo sostiene il Presidente Senior dell’Anmvi Carlo Scotti, a seguito della presentazione, il 24 febbraio scorso, al Senato di una serie di proposte per una legge quadro per gli animali d’affezione. Al convegno l’Anmvi è intervenuta con un proprio rappresentante per ribadire la ferma contrarietà alla creazione di un servizio mutualistico per gli animali da compagnia affidato alle Asl. L'ANMVI, pur condividendo la necessità di garantire a tutti gli animali da compagnia un'adeguata assistenza sanitaria, ribadisce che è impensabile caricare di questo servizio il SSN. Non ne
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sarebbe peraltro in grado e si farebbe solo della demagogia. Lo stesso obiettivo si può raggiungere coinvolgendo le 6700 strutture veterinarie presenti su tutto il territorio nazionale. Queste strutture, in convenzione con le ASL, sono in grado di garantire la migliore assistenza, per esperienza e professionalità, senza distogliere i veterinari pubblici da importanti compiti di controllo della filiera agroalimentare che, per carenza di organico, sono già in difficoltà a garantire. "La convenzione con le strutture private - continua Scotti avrebbe evidenti vantaggi rispetto ad un coinvolgimento diretto del SSN: non richiedono ulteriori investimenti a carico delle finanze pubbliche, esprimono esperienza ampia e specifica, sono presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, costano agli enti pubblici solo per le prestazioni effettuate. Ci sono già sul territorio italiano alcuni virtuosi esempi di collaborazione pubblico-privato per il controllo del randagismo e per la prevenzione veterinaria. Basta seguire l’esempio delle amministrazioni più illuminate". L'ANMVI è contraria ad ogni logica di mutua e ritiene che sia ora di cambiare mentalità nell’affrontare i problemi della sanità pubblica nell'interesse del Paese e degli stessi animali che avranno garantita un’assistenza sanitaria qualificata.
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12 Attualità Prevenzione e sorveglianza
VETERINARIA 7 | 2009
Allerta comunitaria per casi umani di Cowpox La Direzione Generale della Sanità Animale chiede ai liberi professionisti di monitorare la situazione n Germania e in Francia si sono verificati casi (12 in Francia) di infezione nell’uomo di cowpox virus dovuti a contatti diretti con ratti (“pet rats”), acquistati in negozi che hanno introdotto questi animali dalla Repubblica Ceca. La Commissione europea ha quindi invitato gli Stati Membri ad incrementare la vigilanza sensibilizzando anche i proprietari dei negozi degli animali e gli acquirenti dei roditori in merito alle misure di igiene preventiva. Le Autorità francesi hanno informato che i casi di infezione umana hanno mostrato sintomatologia respiratoria prima della morte. Le autorità della Repubblica Ceca hanno comunicato che i paesi interessati dalle spedizioni sono Olanda, Belgio, Germania e Francia. Nel territorio ceco non è stato riscontrato nessun caso u-
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mano né casi di malattia negli animali.
PREVENZIONE La corretta gestione di questi animali può infatti rappresentare un valido strumento di prevenzione per scongiurare possibili contaminazioni: lavare accuratamente le mani dopo aver manipolato gli animali, pulire le gabbie, evitare il contatto con gli occhi dopo aver maneggiato questi animali e disinfettare accuratamente eventuali graffi.
I LIBERI PROFESSIONISTI La Direzione Generale della Sanità Animale e del farmaco veterinario ha diffuso una nota informativa e una scheda riguardante la malattia negli uomini redatta con il contributo della Direzione generale della prevenzione del Ministero. Nella nota ministeriale si chie-
de di informare i veterinari liberi professionisti “in considerazione dell’importante ruolo svolto dagli stessi nel monitoraggio e nella gestione dello stato sanitario degli animali d’affezione e compagnia e per i rapporti tenuti con i proprietari degli animali nello svolgimento della loro professione”. L’infezione da Cowpox virus è una zoonosi endemica in Europa. La trasmissione interumana non è stata fino ad ora descritta. L’Italia non risulta interessata dalle introduzioni degli animali a rischio. ■
INFEZIONE DA VIRUS COWPOX ’infezione da Cowpox virus (famiglia dei Poxviridae) è una zoonosi endemica nell’Europa 0ccidentale. Possono esserne affette differenti specie animali tra cui i gatti, i bovini e gli animali da zoo; i piccoli roditori, comunque, costituiscono il principale serbatoio del virus, e le infezioni umane occorrono principalmente per stretto contatto con questi ultimi. La trasmissione interumana di tale virus, finora, non è stata descritta. Le infezioni da Cowpox virus, i cui sintomi compaiono generalmente entro 7-10 giorni dall’infezione, nei soggetti immunocompetenti causano principalmente reazioni cutanee limitate, con rossore ed edema. che generalmente guariscono senza complicazioni. Possono essere associate febbre. gonfiore dei linfonodi e dolori muscolari. Nei soggetti immunodepressi la malattia può essere severa. Le persone vaccinate contro il vaiolo sono generalmente immuni anche nei confronti del Cowpox virus ma, considerato che in Europa la vaccinazione contro il vaiolo è stata interrotta negli anni ’70-’80, molti giovani sono suscettibili d’infezione. La prevenzione si basa sul rispetto delle misure igieniche nel maneggiare gli animali e nella pulizia delle gabbie, nell’accurato lavaggio delle mani dopo aver manipolato questi animali, nell’evitare il contatto con gli occhi dopo aver maneggiato gli animali, nell’accurata disinfezione dei graffi.
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14 Fisco Accertamenti
VETERINARIA 7 | 2009
Il contradditorio con il contribuente è un passaggio obbligato È scorretto il comportamento di quegli uffici tributari che utilizzano le risultanze degli studi di settore come presunzioni legali
improprio partire dagli studi di settore e arrivare all’accertamento senza passare per il contradditorio con il contribuente. Il Sottosegretario all’Economia, Daniele Molgora, ha ribadito in Commissione Finanze alla Camera che non è corretto il comportamento di quegli uffici tributari che utilizzano le risultanze degli studi di settore come presunzioni legali anziché come presunzioni semplici. Il chiarimento è arrivato il 18 febbraio scorso, in risposta ad una interrogazione dell’On. Maurizio Fugatti della Lega. Molgora ha ricordato che la circolare dell’Agenzia delle entrate n. 5 del 23 gennaio 2008 prevede che, nel valutare la sostenibilità della pretesa tributaria, gli uffici tengano conto delle del contraddittorio con il contribuente sottoposto a controllo fiscale. L’On. Fugatti ha chiesto “uno sforzo maggiore, da parte dell’Agenzia delle entrate, per fornire agli uffici territoriali indicazioni chiare in materia, attenendosi strettamente, con buon senso, al contenuto della circolare e dimostrando quindi maggiore attenzione alle esigenze degli operatori economici”. “Il Governo monitora l’applicazione della circolare n. 5 - ha assicurato il Sottosegretariogarantendo ulteriori interventi presso l’Agenzia delle entrate, nel caso in cui si verificassero degli inadempimenti da parte degli uffici”. È doveroso premettere che una sentenza emessa da un tribunale di primo grado, sia pure
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Azienda Primaria nel settore alimenti dietetici e biologici per cani e gatti ricerca, in tutte le zone d’Italia, medici veterinari con comprovata o spiccata capacità commerciale. Ricerca, inoltre, veterinari stranieri che vivono in Italia per sviluppare il mercato dei nostri prodotti nel loro Paese di origine. Inviare il curriculum a: forza10@forza10.com
autorevole come il Tribunale di Torino, non è sufficiente a stabilire una regola, ma è sempre prudente attendere se la stessa sentenza trovi conferma nei successivi gradi di giudizio e possibilmente a livello di Corte di cassazione. In secondo luogo è degno di nota che la sentenza in questione vedeva coinvolto uno studio medico dentistico e la Scf che è una società consortile mandataria di un certo numero di case discografiche a nome delle quali procede alla riscossione dell’equo compenso dovuto per la diffusione di musica a scopo di lucro. In altre parole esiste la Siae che tutela gli autori e i loro aventi causa ed esiste quest’altra organizzazione di natura prettamente privata che procede sia alla stipula di contratti con i possibili utilizzatori di prodotti delle case che hanno dato mandato alla Scf sia alla riscossione dei relativi importi. A ogni buon conto, il punto essenziale di interesse affrontato nella sentenza in questione è quello di escludere che lo studio medico dentistico sia un luogo privato non accessibile ad un pubblico indifferenziato. Diverso è quindi questo caso rispetto a quello della diffusione di
programmi radio che avvenga in esercizi pubblici (bar, ristoranti o anche grandi magazzini). In questi termini, il principio enunciato da questa sentenza sembra applicabile anche al caso in-
dicato nel quesito. In ogni caso, sarebbe sicuramente opportuna una conferma da parte di un legale specializzato nella materia. (Il Sole 24 Ore, l’esperto risponde, 13 - 16 febbraio 2009) ■
I CONTI NON INCHIODANO IL PROFESSIONISTA e verifiche sui conti bancari non bastano per condannare il professionista per evasione o per un altro reato fiscale. Lo ha stabilito la Cassazione con una sentenza del 6 febbraio (n. 5490). La presunzione secondo cui i versamenti nel conto corrisponderebbero ai ricavi dell’attività, infatti, vale soltanto in sede civile per il recupero dell’imposta. Ma nel processo penale le cose vanno diversamente: il giudice deve motivare le ragioni per cui “i dati della verifica su conti” sono attendibili. La Guardia di Finanza ha poteri e criteri di accertamento di carattere “discrezionale” e non possono costituire, in sede penale, strumenti per l’accertamento. Gli accrediti sul conto corrente non possono essere dunque considerati “ricavi” solo sulla base di un risultato algebrico che non sia anche stato valutato criticamente.
L LO STUDIO MEDICO NON PAGA LA SIAE n uno studio di medicina generale di gruppo, dove si ricevono pazienti, sia su appuntamento che su accesso libero, vengono diffusi programmi radio in sala d’attesa. Finora si sono corrisposti annualmente i diritti Siae, ma avevo letto di un pronunciamento del Tribunale di Torino che, per uno studio odontoiatrico, escludeva tale onere. Nel caso sopra esposto è ancora dovuta la corresponsione dei diritti Siae oppure no?
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16 Legale Cassazione
La colpa non è mai del cane Le nuove misure per disciplinare il rapporto uomo-animale terranno conto degli indirizzi della giurisprudenza on si può tenere il cane libero, senza guinzaglio, neppure nel cortile condominiale. Dopo il parco e le strade pubbliche la Cassazione fa un ulteriore giro di vite stabilendo, con la sentenza n. 4672 del 3 febbraio 2009, che il cane va tenuto al guinzaglio e con la museruola anche nel giardino condominiale. I fatti riguardano un cane di razza “collie” che aveva aggredito una persona nel cortile condominiale procurandole lesioni. Il tribunale di Catania aveva considerato “colpevole” il proprietario “per avere lasciato libero l’animale e omesso di custodirlo nel cortile condominiale, dove si trovavano altre persone, tenuto conto anche della mole dell’animale”. La Cassazione ha confermato la colpevolezza dell’imputato per un’aggressione avvenuta mentre “giocava a tirare una palla da tennis al cane”, gioco che era “solito fare” lasciando il cane “libero da guinzaglio e dalla museruola”. Nonostante gli ammonimenti, “non aveva inteso usare una maggiore cautela”.
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OBBLIGO DI CONTROLLO Sull’obbligo di controllo del cane è recente la sentenza con cui la Suprema Corte sottolinea la responsabilità del proprietario: non aveva curato né controllato l’applicazione della museruola e non aveva curato l’adeguatezza della persona affidataria rispetto alla forza fisica e alle reazioni dell’animale. L’affidante è colpevole di aver lasciato il suo pitbull a persona “non idonea a contenere le reazioni dell’animale”. La Cassazione conferma il delitto di lesioni colpose nei confronti dei proprietari, marito e moglie, di un pitbull che aveva azzannato un bambino, “assoggettato dopo i morsi ad un lungo e delicato intervento chirurgico per ferite suturate con 40 punti”. Per la Suprema Corte, la colpa non viene meno in ragione di
un intervento nella vicenda dopo che il bambino era ormai già stato azzannato: “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. Il proprietario era accorso alle grida della moglie e della madre del bambino azzannato, aver bloccato il cane e aveva fornito un asciugamano per tamponare le ferite. Ma tutto questo non impedisce la violazione dell’articolo 40 del Codice Penale. L’obbligo di controllo del cane incombeva di diritto sul proprietario, ossia “su chi, per essere la persona dominante rispetto all’animale, aveva anche di fatto l’obbligo di impedire che la moglie uscisse col cane che non era in grado di controllare, di verificare comunque che l’uscita avvenisse con l’adozione delle prescritte cautele (museruola e guinzaglio), cautele che secondo la sentenza di primo grado non furono adottate”. Per la Cassazione, il Tribunale che aveva inizialmente assolto il proprietario non ha applicato correttamente il Codice Penale. La responsabilità penale sussiste e sussiste “in relazione agli obblighi che per lui derivavano dalla posizione di garanzia collegata al fatto di essere solo lui la persona che disponeva dell’animale e che poteva controllarne le reazioni”.
INCIDENTE STRADALE I proprietari di cani rispondono penalmente degli incidenti stradali provocati dai loro quattrozampe fuggiti alla sorveglianza e finiti in mezzo alla strada. Lo sottolinea la Cassazione - sentenza 41021 - avvertendo che il principio vale anche per i padroni dei cani di piccola taglia non compresi nell’elenco dei cani pericolosi che devono essere sottoposti a rigide misure di cautela. In particolare la Suprema Corte avverte che per liberarsi dalla responsabilità non basta che il padrone di un cane che ha provocato un incidente sostenga di aver affidato l’animale alla
vigilanza di un’altra persona. Il proprietario ha infatti l’obbligo - spiegano i supremi giudici di affidare il cane solo a chi è in grado di prendersene cura e di evitare che scappi. Per questa ragione Piazza Cavour ha riaperto il processo nei confronti di una ragazza, Lisa M., che aveva lasciato alla nonna il suo piccolo meticcio preso da un canile. Il cane, molto vivace, era però scappato alla sorveglianza dell’anziana signora finendo sotto una macchina e provocandone lo sbandamento tanto che il guidatore aveva riportato gravi lesioni. Il Giudice di pace di Scandiano aveva assolto Lisa perché il cane non era, in quel momento, affidato alla sua cura ma a quella della nonna. Questa conclusione non è stata condivisa dalla Cassazione che ha riaperto il processo a Lisa, accogliendo il reclamo della Procura della Corte di Appello di Bologna, per verificare se la ragazza “abbia agito con la dovuta diligenza assicurandosi dell’idoneità della persona affidataria a custodire adeguatamente l’animale”, tenuto presente che si trattava di una signora anziana.
IL CANE NEL PARCO La Cassazione (Sentenza n. 14075/2008) è tornata ad esprimersi in tema di rapporto uomo-animale e ha respinto il ricorso di un proprietario che aveva violato il Regolamento comunale di Bologna lasciando il cane libero nel parco cittadino senza guinzaglio e museruola. La Cassazione ha confermato il giudizio del Giudice di Pace, “ritenuto che la finalità della norma sia quella di garantire la sicurezza degli altri frequentatori del luogo pubblico, sicurezza che è messa a repentaglio dallo stato di libero movimento di chi gode un cane non controllato con guinzaglio o non frenato da museruola o altro accorgimento che possa prevenire suoi impulsi aggressivi. È in vista di tali impulsi improvvisi e reattivi, che possono
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VETERINARIA 7 | 2009
essere scatenati da un comportamento imprevisto degli astanti, che il cane deve essere posto sotto materiale controllo, non bastando la vigile attenzione del padrone che sia distante qualche metro e non disponga di uno strumento fisico di costrizione per distoglierlo dalla possibile vittima. Ineccepibilmente, quindi il giudice di pace ha ricordato che secondo una testimonianza assunta il cane vagava nel parco nonostante fossero esposte le tabellazioni che prescrivevano di tenere i cani al guinzaglio e ha spiegato che tale cautela è giustificata dalla presenza nell’area verde di bambini e anziani”.Né il giudice di pace né la Cassazione, inoltre, hanno accolto la giustificazione del proprietario secondo il quale esisteva uno “stato di necessità indotto da una patologia cardiaca dell’animale, la cui respirazione sarebbe stata danneggiata dall’uso della museruola”. La giustificazione viene respinta, perché, secondo la Corte, “per consentire l’ossigenazione dell’animale non è indispensabile la frequentazione di un parco pubblico in ora in cui il pubblico è popolato da altre persone, potendo il proprietario usare l’accortezza di condurlo in luoghi non aperti al pubblico o temporaneamente non frequentati, o con appositi recinti per gli animali, non infrequenti nei parchi pubblici o con guinzagli e museruole confezionati in modo da non nuocere allo stato di salute. In ogni caso trattasi di comportamenti che consentivano di non porsi volontariamente nella condizione di violazione regolamentare”. Confermata la multa, al proprietario è stata addebitata una parte delle spese di lite complessivamente stimate in 500 euro.
LIMITARE L’ABBAIO I cani che vivono in un condominio non possono abbaiare giorno e notte disturbando i vicini di casa. I padroni, infatti, “senza coartare la natura dell’animale” devono cercare di limitare le occasioni che in qualche modo preoccupano l’amico a quattro zampe. Da un punto di vista pratico, tuttavia, non si può fare molto: infatti i padroni dell’animale non devono risarcire i vicini per il disturbo. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che con la sentenza 7856 del 28 marzo 2008 ha respinto il ricorso dei padroni di un cagnolino che, all’interno del suo appartamento, abbaiava giorno e notte ogni volta che sentiva suonare un campanello o avvertiva una presenza estranea all’interno del condominio. Per questo due dei vicini avevano fatto causa alla famiglia dicendo di non sopportare più i rumori molesti provocati dall’animale. Il giudice di pace di Pistoia aveva ordinato ai padroni di cercare di limitare le occasioni in cui sapevano che il cane era solito abbaiare ma aveva negato il risarcimento del danno ai vicini di casa. La decisione fu poi confermata dal tribunale, così i due padroni, non sapendo come limitare le reazioni dell’animale hanno fatto ricorso in Cassazione ma lo hanno perso, nel senso che la Suprema Corte ha confermato la sentenza di merito intimando loro di limitare al massimo i rumori molesti prodotti dal cane, senza che questo comporti un risarcimento del danno per i vicini infastiditi. Insomma il collegio di legittimità ha ritenuto corretta la decisione di merito che “nella specie sussistesse la violazione del regolamento del condominio per il continuo ed ingiustificato abbaiare del cane, anche volendo tener conto della natura dell’animale che non poteva essere coartata, fino ad impedirgli di abbaiare del tutto”. La Cassazione chiede però un sacrificio anche alle vittime dei rumori. Gli altri condomini, recita la sentenza, “per contribuire alla civile convivenza condominiale” devono sforzarsi di “tollerare” episodi “saltuari di disturbo da parte dei cani” che vivono nel loro palazzo. ■
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18 Practice Management (1a parte) - Le raccomandazioni
VETERINARIA 7 | 2009
La compliance: l’arte di fornire raccomandazioni efficaci el 2003, l’American Animal Hospital Association (AAHA), con il sostegno della Hill’s Pet Nutrition, ha portato a termine un’indagine ad ampio raggio sull’importanza della compliance per la professione veterinaria. Sono state esaminate più di 1400 cartelle cliniche provenienti da oltre 40 ospedali veterinari, sono stati intervistati centinaia di veterinari e di practice manager ed è stata condotta un’indagine su più di 1600 clienti per determinare i loro sentimenti e la percezione dei problemi relativi alla compliance per i loro animali. Il risultato è stata la pubblicazione di un lavoro innovativo, The Path to High Quality Care - Practical Tips for Improving Compliance. Il presente capitolo esplora il fenomeno della compliance e la sua rilevanza per l’eccellenza della professione in medicina veterinaria.
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L’IMPORTANZA DELLA COMPLIANCE Praticamente tutte le strutture veterinarie sono in grado di fornire cure di elevata qualità agli animali da compagnia. Con tutta probabilità, voi e la vostra squadra ritenete di offrire le migliori cure possibili ai vostri pazienti. Tuttavia, un approfondito studio ad ampio raggio condotto dalla AAHA ha dimostrato che milioni di cani di gatti non vengono sottoposti a quelle che tutti noi riteniamo essere le migliori cure per il loro benessere ed i migliori trattamenti per i problemi di natura medica. (Ed abbiamo preso in considerazione solo i cani ed i gatti che vengono visitati da un veterinario almeno una volta all’anno!) Introduzione a The Path to High Quality Care - Practical Tips for Improving Compliance (AAHA, 2003) La compliance in medicina veterinaria viene definita come l’evento che si verifica quando gli animali nella vostra struttura ricevono le cure che voi ritenete migliori per loro. Si tratta di un risultato di squadra: il team costituito da veterinario, infermiere e proprietario lavora insieme per prestare le cure migliori all’animale. Dove la compliance è elevata, l’animale riceve le migliori cure possibili. I proprietari sono soddisfatti, i membri della struttura sanno che stanno facendo un buon lavoro ed i profitti della struttura stessa sono buoni. Tuttavia, come dimostra l’indagine dell’AAHA, accade sorprendentemente spesso che i clienti non seguano le raccomandazioni dei veterinari per quanto riguarda i trattamenti, la gestione della dieta o le cure a lungo termine. (Talvolta, naturalmente, il colpevole è l’animale stesso che nasconde i farmaci, si lecca i punti fino a rimuoverli o si strappa via i bendaggi.) L’esito è che la salute e la guarigione del soggetto trattato vengono compromessi, i clienti sono insoddisfatti, i membri dello staff diventano delusi e frustrati e, in ultima analisi, i profitti della struttura sono influenzati negativamente. La compliance - o, piuttosto, la sua mancanza - è un problema di vecchia data e ben documentato in ambito medico umano. Nonostante i potenziali mezzi offerti dalla medicina moderna per prevenire, alleviare e curare molte forme di cattiva salute, le persone spesso
non ne fanno uso nel modo prescritto. Nei Paesi sviluppati, la compliance fra i pazienti colpiti da malattie croniche come l’asma, la nefropatia avanzata, il diabete mellito ed il cancro è in media pari solo al 50%. Ciò ha enormi ripercussioni non solo perché provoca sofferenze umane, ma anche perché fa nascere sentimenti di rassegnazione e di cinismo fra gli operatori sanitari e comporta costi economici nell’ordine di miliardi di dollari per la medicina (e per i contribuenti), dato che come conseguenza di questo problema si devono trattare anche le complicazioni delle malattie. Compliance o adesione Il termine “compliance” (o “osservanza”) suggerisce che un paziente si adegua, cede o ubbidisce alle istruzioni di un medico ed implica un ruolo di sottomissione nei confronti di un professionista autoritario. Un paziente non osservante viene quindi percepito in modo negativo da un professionista, il che ostacola la comunicazione e la risoluzione del problema. Queste connotazioni negative hanno fatto sì che il mondo medico si sia per lo più allontanato dal termine di compliance, sostituendolo con quello di “adesione”. Quest’ultima viene percepita come la presa di coscienza della sempre maggiore complessità delle cure mediche da parte di pazienti che vengono visti come persone indipendenti, intelligenti ed autonome che svolgono un ruolo attivo e volontario nel definire e perseguire gli scopi della propria terapia. La domanda del perché i pazienti possano o meno aderire ai protocolli medici implica necessariamente una serie di problemi sociali e personali più ampia dei semplici scopi terapeutici considerati dalla “compliance”. La definizione ufficiale di adesione da parte dell’OMS
La misura in cui il comportamento di una persona - assumere i farmaci, seguire una dieta e/o introdurre dei mutamenti nel proprio stile di vita - corrisponde alle raccomandazioni concordate impartite da un operatore sanitario. (OMS, 2003) I problemi relativi all’adesione si osservano in tutte le situazioni in cui è necessaria l’autosomministrazione di farmaci o trattamenti, indipendentemente dal tipo o dalla gravità della malattia e dall’accessibilità alle risorse sanitarie. La mancata adesione è un problema complesso e multifattoriale, che spesso ha profonde conseguenze negative per il paziente. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) identifica 5 gruppi principali di fattori che influiscono sull’adesione nei pazienti umani: 1. Fattori sociali ed economici: • la povertà, l’analfabetismo (in Gran Bretagna quest’ultimo può arrivare fino al 40% in alcune zone del Paese, per cui le raccomandazioni scritte hanno un effetto limitato), fattori culturali, disfunzioni familiari. 2. Mentre una buona relazione fra paziente e sanitario migliora l’adesione, i fattori legati al team sanitario ed al sistema possono influire negativamente sull’adesione da parte del paziente attraverso:
• sistemi di gestione che possono influenzare direttamente il comportamento del paziente stabilendo la durata degli appuntamenti, determinando l’onorario della struttura, assegnando le risorse in modo tale che il personale sia stressato e non in grado di rendere al meglio e che non sia efficacemente formato nel settore della comunicazione. • Cattiva gestione dell’educazione del paziente e del follow-up. • Mancanza di conoscenze sull’adesione e sugli interventi efficaci necessari per migliorarla. 3. Fattori correlati alla malattia come la gravità e la velocità di progressione dei segni clinici che possono influire sulla capacità del paziente di assumere dei farmaci o comportare delle modificazioni nello stile di vita. 4. Fattori correlati alla terapia, come la complessità del protocollo medico, la durata dei trattamenti, l’immediatezza degli effetti benefici e la gravità di quelli collaterali. 5. Fattori correlati al paziente che comprendono: • conoscenze e credenze sulla malattia • conoscenze e credenze sui farmaci che vengono raccomandati e sui protocolli terapeutici • motivazione ad affrontare la malattia • fiducia (auto-efficacia) nella propria capacità di impegnarsi in un comportamento utile per gestire la malattia • aspettative relative all’esito del trattamento ed alle conseguenze di una cattiva adesione. Il problema di base con l’adesione è che gli operatori sanitari ed i pazienti percepiscono la malattia in modo molto differente. I medici fanno riferimento ai farmaci ed alla conoscenza tecnica, limitandosi agli aspetti biomeccanici e tendendo ad evitare quelli psicosociali. Gli studi condotti sui pazienti dimostrano che la conoscenza da sola è inadeguata per ottenere un’adesione elevata. Questa situazione viene tipicamente illustrata nei programmi di dimagramento, dove i clienti sanno che per perdere peso devono mangiare meno calorie e fare più esercizio, ma, dal momento che ciò richiede una modificazione (che comporta un disagio) del proprio stile di vita, spesso non sono sufficientemente motivati ad intraprendere da soli le azioni necessarie e continuano a vivere con tutti gli effetti negativi dell’essere sovrappeso. Nella medicina occidentale o convenzionale, la gestione della malattia è focalizzata sul trattamento dei sintomi piuttosto che sull’identificazione e sulla terapia della causa. Ciò significa che anche se il paziente segue i protocolli terapeutici, si potranno avere delle recidive al termine del trattamento, perché è possibile che non sia stata risolta la causa sottostante del problema. I medici tendono ad esercitare un controllo eccessivo sui colloqui con i pazienti, interrompendoli in media dopo soli 18 secondi anche se la descrizione del problema da parte del paziente dura tipicamente più di un minuto. Solo raramente vengono poste delle domande aperte, il che significa che i medici ottengono spesso meno della metà delle informazioni disponibili. Inoltre, i medici si sentono a disagio e scarsamente preparati ad effettuare l’educazione del paziente e
tendono tipicamente a sottostimare la quantità di informazioni che questi desidera avere. È raro che verifichino se ciò che è stato detto sia stato compreso nel modo desiderato - il che è di importanza critica, almeno il 50% dei pazienti non si ricorda delle informazioni in modo accurato. Inoltre, l’uso di un gergo medico e di parole poco familiari riduce la comprensione. I medici effettuano raramente il follow-up sui livelli di adesione, benché sia stato dimostrato che quest’ultima migliora quando lo fanno. La maggior parte dei pazienti vuole essere coinvolta nella scelta dei propri farmaci e del protocollo terapeutico. Queste persone hanno bisogno di un sostegno per seguire un protocollo e non vogliono che li si faccia sentire in colpa per aver “mancato” o non aver fatto “come era stato loro detto”. Identificare i modi pratici in cui seguire un protocollo può consentire di adattarli più facilmente alla loro vita quotidiana favorendo l’adesione. Ciò comporta un regolare contatto telefonico con gli infermieri, l’integrazione dei momenti destinati al trattamento con le abitudini giornaliere e l’uso di confezioni monodose per semplificare l’assunzione dei farmaci. Motivazione ed adesione del paziente Si è a lungo ritenuto che la motivazione del paziente fosse uno dei più importanti fattori che spingono al successo il trattamento. La motivazione comprende il valore che il paziente attribuisce al fatto di seguire il trattamento raccomandato ed il grado di fiducia con cui sente di poter ottenere il risultato desiderato. Tuttavia, una recente ricerca nel campo delle scienze comportamentali ha dimostrato che il livello con cui i pazienti sono pronti a seguire le raccomandazioni sanitarie è ancora più importante. Una mancata corrispondenza fra tale livello di disponibilità e i tentativi del professionista di intervenire esitano in una cattiva adesione. ■
ESONERO DI RESPONSABILITÀ: I L’editore dell’opera originale inglese e l’editore italiano non garantiscono la qualità dei prodotti o servizi presunti o dichiarati descritti nella pubblicità eventualmente presente in questa pagina, né li approvano o sostengono in alcun modo. II L’editore dell’opera originale inglese e l’editore italiano non si assumono, in base alle vigenti norme, alcuna responsabilità per danni e/o lesioni a cose o persone come risultato di qualsiasi affermazione diffamatoria vera o presunta, violazione dei diritti di proprietà intellettuale o di privacy, durata di prodotti, se derivanti da negligenza o altro, o da ogni altro uso di idee, istruzioni procedure, prodotti e metodi contenuti nell’articolo. ©
Elsevier, Ltd 2008 Jevring-Back Managing a veterinary practice, 2 ed., W.B. Saunders. All rights reserved. Traduzione di Maurizio Garetto
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A CURA DI HILL’S PET NUTRITION
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Eventi Veterinari
VETERINARIA 7 | 2009
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SIGEDV
SOCIETÀ ITALIANA DI GASTROENTEROLOGIA ED ENDOSCOPIA DIGESTIVA VETERINARIA SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
Incontro FATTORI CHE INFLUENZANO IL SUCCESSO RIPRODUTTIVO NELLA VACCA DA LATTE Con il Patrocinio degli Ordini Provinciali Veterinari di Brescia, Cremona, Mantova e Verona Padenghe sul Garda (Brescia), Giovedì 16 Aprile 2009 Iniziativa riservata ai Medici Veterinari Buiatri RELATORI Fernando López-Gatius (Università di Lleida, Spagna) Irina García-Ispierto (Università di Lleida, Spagna)
CHAIRPERSON Mauro Casalone (Medico Veterinario Libero Professionista, Torino)
PROGRAMMA 14.00 Registrazione partecipanti, saluto del moderatore ed introduzione ai lavori 14.30 Fattori di natura non infettiva che influenzano la fertilità Irina García-Ispierto 15.15 Ritorno in calore dopo diagnosi positiva nel primo trimestre di gestazione: approccio terapeutico Fernando López-Gatius 16.00 Pausa caffè 16.15 Specifici trattamenti per differenti tipi di anestro basati su controlli settimanali - Fernando López-Gatius 17.00 Aspetti epidemiologici della Neospora. Prospettive cliniche Irina García-Ispierto 17.30 Discussione finale
18.00 Questionario ECM, consegna attestati e termine della giornata
DIAGNOSI, TERAPIA E PROGNOSI DELLE ENTEROPATIE CRONICHE NEL CANE E NEL GATTO Cremona, 19 Aprile 2009 RELATORI Enrico Bottero Med Vet, Cuneo Paola Gianella Med Vet, Torino Ugo Lotti Med Vet, Mosummano Terme (PT) Daniela Oliviero Med Vet, Milano Gigliola Spattini Med Vet, Dipl ECVDI, Reggio Emilia Rossella Terragni Med Vet, Bologna
CHAIRPERSON Massimo Gualtieri Med Vet, PhD, Milano
PARTECIPAZIONE
OBIETTIVI
Iniziativa gratuita rivolta ai Medici Veterinari Buiatri. Per esigenze organizzative è gradita la pre-iscrizione.
Le enteropatie croniche sono malattie che ogni medico veterinario si trova ad affrontare spesso nella pratica quotidiana; eppure, ancora poco si conosce riguardo a queste problematiche ed è presente molta confusione circa l’approccio e il trattamento. Durante l’incontro queste malattie verranno trattate in maniera approfondita, cercando di trasmettere quello che sarebbe un giusto approccio a malattie così complesse e ancora poco codificate. Durante la giornata di studio la patologia sarà affrontata in tutte le sue sfaccettature con il contributo di clinici internisti, endoscopisti, un radiologo ed un anatomo-patologo. I casi clinici portati dai soci saranno come sempre motivo di grande stimolo alla discussione.
SEDE West Garda Hotel - Via Prais, 32 Padenghe sul Garda (Brescia)
L’ISCRIZIONE COMPRENDE • Partecipazione alle lezioni • Traduzione simultanea • Attestato di frequenza • Attestato con crediti formativi ECM • Atti delle relazioni
INFORMAZIONI SIVAR - Paola Orioli - Tel. 0372-40.35.39 info@sivarnet.it - www.sivarnet.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
Convegno Nazionale LA GESTIONE DELLA SALA PARTO Reggio Emilia, Giovedì 16 Aprile 2008 Rassegna Suinicola Internazionale
8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.20 Saluto ai partecipanti del Presidente SIGEDV, presentazione dei relatori ed inizio dei lavori 9.30 Vomito, diarrea, perdita di peso e coliche come segni clinici riferibili ad enteropatia cronica. Quali sono gli accertamenti diagnostici appropriati per un primo riconoscimento? Paola Gianella 10.15 Le forme di enteropatia cronica che rispondono alla dieta (FRD) - Paola Gianella 11.00 Il ruolo della diagnostica per immagini nella diagnosi delle enteropatie croniche Gigliola Spattini 11.45 Approccio diagnostico definitivo e avanzato alle enteropatie croniche nel cane e nel gatto: endoscopia e biopsia intestinale Enrico Bottero 12.30 Casi clinici portati dai soci SIGEDV 13.00 Pausa pranzo
SIPER - Fiere di Reggio Emilia (Centro Esposizioni) Via Filangieri, 15 - Reggio Emilia
RELATORE
CHAIRMAN
ISCRIZIONE
OBIETTIVI
Claudio Mazzoni
L’iscrizione al convegno comprende: - Partecipazione alle lezioni - Traduzione dall’inglese all’italiano - Attestato di frequenza - Attestato con crediti formativi ECM - Atti delle relazioni
PROGRAMMA 14.00 Registrazione partecipanti 14.30 Gestione della scrofa prima del parto, sua sincronizzazione ed assistenza - E. Marco 15.45 Pausa 16.15 Come assicurare la sopravvivenza dei suinetti nelle covate numerose F. Thorup 17.15 Discussione 18.00 Questionario apprendimento ECM, consegna attestati e chiusura lavori
Iniziativa gratuita rivolta ai Medici Veterinari interessati a partecipare. Per motivi organizzativi è gradita la pre-iscrizione. È prevista la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano.
INFORMAZIONI Segreteria SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39 info@sivarnet.it - www.sivarnet.it
In collaborazione con
È rischiesta la pre-iscrizione. Per ricevere la scheda d’iscrizione contattare la Segreteria.
IMPORTANTE Gli estratti delle relazioni saranno disponibili solo per coloro che hanno mandato la pre-iscrizione.
SEDE Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20
INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO RUOLO DELLA FISIOTERAPIA NELLA CORRETTA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA ERNIE DISCALI Roma, 29 Marzo 2009
SEDE
PARTECIPAZIONE
L’incontro è gratuito per tutti i soci SIGEDV e SIMIV in regola con l’iscrizione per il 2009. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIGEDV o SIMIV Gratuito Soci SCIVAC € 50,00 Non Soci € 100,00
Società federata ANMVI
Flemming Thorup - Dansk Svineproduktion, Danimarca Enrique Marco - Marco I Collell S.L., Spagna
La sala parto sta diventando sempre di più l’ambiente in cui si decidono tanto le sorti del riproduttore, quanto quelle del suinetto. Pertanto è dalla corretta gestione degli animali in quest’ambiente che passa il successo futuro sia in termini produttivi, che sanitari. L’evento in questione, sia per l’argomento, che per le caratteristiche tecniche dei relatori, si ritaglia un momento di formazione scientifica, zootecnico-sanitaria, di primo piano. Infatti fra i temi trattati, verrà dato largo spazio alla sincronizzazione, all’assistenza del parto, oltre che all’applicazione sistematica di un programma di adozioni secondo la pratica danese.
PARTECIPAZIONE
ANCORA POSTI DISPONIBILI
PROGRAMMA
RELATORI
OBIETTIVI
14.00 Standards istopatologici per la diagnosi delle lesioni infiammatorie gastrointestinali Daniela Olivero 14.45 Stato dell’arte nella terapia e prognosi delle più importanti enteropatie croniche: malattia infiammatoria intestinale (IBD) e diarrea antibiotico-responsiva (ARD) Ugo Lotti 15.30 Triadite felina: tre patologie in un’unica sindrome. Chi è stato a cominciare? Rossella Terragni 16.15 Casi clinici portati dai soci SIGEDV 17.00 Discussione finale
Ludovica Dragone
L’obiettivo del seminario è far capire l’importanza della gestione corretta e completa del paziente affetto da ernia discale dopo la chirurgia decompressiva e, di conseguenza, dare le linee guida per un post operatorio ottimale. Insegnare a rispettare i tempi di recupero fisiologici e sfruttare la possibilità di accelerare la ripresa funzionale utilizzando specifiche metodiche riabilitative.
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Ruolo della fisioterapia nel post operatorio del paziente affetto da ernia discale - Parte 1 11.00 Pausa 11.30 Ruolo della fisioterapia nel post operatorio del paziente affetto da ernia discale - Parte 2
13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi: Fisioterapia in soggetti con ernie discali T3 - L3 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi: fisioterapia in soggetti con ernie discali cervicali o lombosacrali 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Hotel Selene - Via Pontina km 30 00040 Pomezia (Roma)
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
Per tutte le iniziative organizzate da AIVEMP, ANMVI, FSA, SCIVAC, SIVAE, SIVAL, SIVAR e SIVE viene richiesto l’accreditamento presso il Ministero della Salute ai fini del programma ECM (Educazione Continua in Medicina). Per la normativa prevista consultare il sito del Ministero della Sanità all’indirizzo http://ecm.sanita.it/.
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Ricerca Focus
VETERINARIA 7 | 2009
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Le cellule staminali adulte in medicina rigenerativa equina: attualità e prospettive di STEFANIA VIOLINI, PAOLA MARIANI Parco Tecnologico Padano - LODI ualcosa inizia a muoversi, anche in Italia, nel campo delle terapie veterinarie di riparazione tissutale basate sull’uso di cellule staminali. Pur a distanza di tempo dalla loro scoperta, le cellule staminali adulte continuano ad incuriosire l’opinione pubblica ed il mondo scientifico per le prospettive del loro utilizzo in situazioni cliniche in cui i naturali meccanismi di rigenerazione non consentono un pieno recupero funzionale. Negli ultimi cinque anni la biologia e la medicina rigenerativa sono emerse come due dei settori potenzialmente più rivoluzionari nel campo delle scienze della vita del ventunesimo secolo (1). Nell’ultimo anno in particolare, è apparsa una notevole quantità di articoli di ricerca di base e clinica, descrivendo interessanti scoperte ed intuizioni. Lo scopo primario della medicina rigenerativa è ricostruire tessuti danneggiati con il trapianto di sospensioni o aggregati cellulari nel sito della ferita. È noto infatti che le cellule staminali adulte, una volta isolate, sono in grado di differenziare in tessuti specifici quali osso, muscolo, cartilagine e tendini, e di proliferare risanando le lesioni esistenti. Le cellule staminali sono state utilizzate nell’uomo, a partire dagli anni ’70, nella procedura sempre più sofisticata di trapianto di midollo osseo, per la ricostruzione del sistema ematopoietico in persone sottoposte a chemioterapia o radioterapia, oppure per la cura di malattie genetiche (2). Le cellule staminali, facilmente isolabili da vari tessuti secondo precisi protocolli sperimentali, sono subito sembrate una fonte ideale per terapie di riparazione tessutale anche nel campo animale (3).
Q
CELLULE STAMINALI, NICCHIE E PLASTICITÀ Le cellule staminali adulte sono cellule indifferenziate presenti nei tessuti corporei, che hanno la capacità di replicarsi e differenziarsi al loro interno. Queste caratteristiche furono evidenziate per la prima volta dai ricercatori canadesi Till e McCulloch (4), i quali all’inizio degli anni ‘60 compirono studi sul midollo osseo per determinare quali cellule fossero responsabili della sua ricostruzione, possedendo la capacità di rinnovare se stesse e di differenziare in vari tipi cellulari. Cellule staminali sono state in seguito isolate sia da tessuti embrionali che da tessuti adulti, da midollo osseo, tessuto adiposo, cordone ombelicale, tessuti neurali ed liquido amniotico (5). Con la progressiva comprensione della biologia delle cellule staminali, i criteri per la definizione di “staminalità” sono divenuti sempre più complessi. In generale, è accettato che le cellule staminali sono caratterizzate dalla capacità di auto-rinnovamento - di generare cioè cellule indifferenziate quando si dividono - e di differenziarsi in uno o più tipi cellulari (Fig. 1). Un terzo criterio rilevante è rappresentato dal modo in cui le cellule staminali sono modulate dalla nicchia - sito anatomico - nella loro capacità di auto-rinnovamento e differenziamento. Sebbene l’importanza della nicchia sia stata ampiamente riconosciuta (6), il suo ruolo nel differenziamento ha generato una notevole controversia scientifica, non ancora risolta. Anche se esistono pochi dubbi circa il fatto che la nicchia influenzi il differenziamento cellulare, la misura
Cellula staminale adulta
Tessuto osseo
Tessuto adiposo
Tessuto cartilagineo
Tessuto muscolare
Figura 1 - Differenziamento di cellule mesenchimali adulte isolate dal midollo osseo. in cui differenti nicchie possano dirigere il differenziamento in vivo è ancora poco chiara. L’interesse per le terapie di rigenerazione tessutale ha portato gli studiosi ad approfondire il meccanismo d’azione delle cellule mesenchimali derivate in particolare dal midollo: esse secernono un discreto numero di molecole proteiche come citochine, chemochine e fattori di crescita che, nel sito della ferita, contribuiscono alla soppressione dell’infiammazione, all’inibizione dell’apoptosi e all’aumento della riparazione endogena, promuovendo così la proliferazione cellulare e il differenziamento tessutale delle staminali presenti (7).
CELLULE STAMINALI E CASI CLINICI: STATO DELL’ARTE Nonostante l’uso delle cellule staminali finora sia stato abbastanza limitato in campo animale, il loro impiego nella medicina ortopedica veterinaria per scopi di rigenerazione tessutale presenta un enorme potenziale. Una importante conferma delle possibilità offerte da queste cellule è data dallo studio sperimentale del trapianto di cellule mesenchimali adulte in vari tessuti scheletrici, dimostratosi efficace nel promuovere la guarigione di tendini
di Achille in modelli animali (8). Richardson e collaboratori (9) hanno ipotizzato che le cellule staminali possano riparare lesioni tendinee attraverso la secrezione di fattori che inducono le cellule adiacenti a sintetizzare la matrice tendinea, più specificamente collagene di tipo I, oppure attraverso il differenziamento in cellule capaci loro stesse di sintetizzare la matrice. Non è quindi un caso che nel mondo anglosassone si siano sviluppati centri di ricerca e laboratori specializzati nello sviluppo di terapie cellulari con MSC isolate da midollo osseo per il trattamento di lesioni tessutali negli equini. Tali sforzi hanno condotto al successo nella cura di numerosi esemplari equini, tornati in seguito alle competizioni. In particolare da qualche anno negli Stati Uniti, il trattamento di ferite tendinee e dei legamenti contempla con successo l’uso di cellule staminali mesenchimali adulte come descritto da Fortrier e collaboratori in un recente articolo (10). Gli autori affermano inoltre che la terapia con cellule staminali adulte sia da preferire in termini di efficacia ad altre soluzioni testate, quali il lisato piastrinico e i fattori di crescita come il Transforming Growth Factor-Beta 1 (TGF-β1) e l’Insulin Growth Factor (IGF).
Figura 2 - Cellule staminali isolate da midollo osseo di cavallo in coltura come appaiono al microscopio a contrasto di fase.
Nel Regno Unito solamente nel 2006 sono stati trattati 500 cavalli con cellule staminali isolate da midollo osseo e mantenute in vitro come popolazione cellulare pura (10). Per 82 animali è stato possibile analizzare il follow-up e la percentuale di ricaduta ad oltre un anno: la percentuale di animali trattati con successo, senza ricaduta a distanza di più di un anno, era del 82%, rispetto al 44% di successi ottenuti con metodi convenzionali. Se, tra i cavalli trattati con cellule staminali, si paragonano i soggetti senza ricaduta con quelli che hanno subito una ricaduta, si osserva come nel secondo caso ci sia stato un intervallo significativamente più lungo (P = 0.0035) tra l’impianto di cellule e la comparsa di una nuova ferita. È ipotizzabile quindi che una precoce aspirazione midollare ed il reimpianto cellulare eseguiti entro un mese dall’infortunio, ossia dopo la fase infiammatoria ma prima della formazione di tessuto fibroso, possa portare benefici in termini di prevenzione futura, con minori probabilità di incorrere in un nuovo infortunio. Per quanto riguarda le cellule staminali derivate dal tessuto adiposo, alcuni dati sperimentali supportano la loro multi potenzialità differenziativa, sebbene ci siano prove di una minor capacità di differenziamento rispetto a quelle del midollo osseo (11). Per il loro isolamento il protocollo scientifico più usato attualmente prevede la digestione enzimatica del tessuto adiposo sottocutaneo, prelevato chirurgicamente vicino alla coda dell’animale, e l’eliminazione di cellule già differenziate. Al momento non vi sono riferimenti bibliografici sul trattamento con staminali derivate dal tessuto adiposo di animali con problemi tendinei, né dati di follow-up. È quindi ancora prematuro poter affermare l’efficacia del tessuto adiposo come fonte di staminali per scopi di riparazione tessutale.
LA REALTÀ DEL PARCO TECNOLOGICO PADANO DI LODI L’interesse per la medicina rigenerativa veterinaria sta progressivamente aumentando anche in Italia. Il Parco Tecnologico Padano di Lodi da tempo svolge ricerche di isolamento, caratterizzazione e differenziamento di cellule staminali in vitro da vari tessuti quali il midollo osseo (12), il tessuto adiposo e l’amnios. I risultati positivi ottenuti hanno portato al trasferimento in vivo dei protocolli messi a punto in laboratorio; di particolare rilievo sono state le applicazioni in casi clinici di trapianto di staminali in cavalli con diagnosi di lesioni tendinee e dei legamenti. Un recente caso ha interessato un pony femmina da corsa derivato PSA, con zoppia da circa 15 giorni (13). L’esame ecografico, precedentemente eseguito, evidenziava una lesione al sospensore del nodello I terzo prossimale. In alternativa alle tradizionali terapie di riabilitazione è stato proposto il reimpian-
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6°PQ sulla sicurezza alimentare Focus
VETERINARIA 7 | 2009
to di cellule staminali, prelevate dallo stesso animale, attraverso un’iniezione intralesione eco-guidata. Tramite centrifugazione in gradiente di densità, da pochi millilitri di midollo osseo sono state isolate cellule staminali adulte (Fig. 2), coltivate poi in vitro in ambiente sterile controllato, al fine di aumentarne rapidamente la quantità. Nonostante il numero di cellule staminali nel tessuto di prelievo fosse abbastanza esiguo, nell’ordine di una cellula su 10.000 (7), una volta isolate le cellule sono state in grado di proliferare attivamente in condizioni di crescita selezionate. Per confermare le caratteristiche di staminalità, sono state eseguite analisi di biologia molecolare sulle cellule per dimostrare la presenza di marcatori caratterizzanti. Solo a questo punto le cellule sono state re-iniettate nell’animale per il trattamento della lesione. Il cavallo, in seguito al trapianto di cellule nella ferita, non ha mostrato alcun segno di rigetto. Inoltre, nel sito dell’iniezione non sono comparsi né gonfiore, né algia; i controlli ecografici successivi hanno evidenziato la progressiva scomparsa dell’area lesionata. In via precauzionale l’animale è stato tenuto a riposo in box con passo a mano per circa 6 settimane. A questa fase è seguita una graduale ripresa dell’allenamento montato che ha portato il soggetto, in tempi relativamente brevi, ai primi percorsi sugli ostacoli. A tutt’oggi l’animale è sano e completamente recuperato sotto il profilo sportivo. Questi esempi di trattamento terapeutico eseguiti con successo presso il Parco Tecnologico Padano di Lodi confermano, oltre ai risultati scientifici ottenuti in precedenza in altri Paesi, l’efficienza della terapia cellulare, aprendo promettenti prospettive nella cura di lesioni tendinee e dei legamenti in equini con cellule staminali autologhe. Il Parco rende dunque disponibile agli interessati il servizio di medicina rigenerativa, estendibile in futuro alla cura di altri tessuti danneggiati.
PER INFORMAZIONI CONTATTARE: stefania.violini@tecnoparco.org (Sezione Genomica Animale 2) stefano.ciannamea@tecnoparco.org (Sezione Sviluppo)
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. Tae SK, Lee SH, Park JS, Im GI (2006) Mesenchymal stem cells for tissue engineering and regenerative medicine. Biomed Mater 1:63-71. 2. Seller MH. (1970) Animal models for bone-marrow transplantation. J Med Genet. 7:305-9. 3. Violini S, Mariani P (2008) Cellule staminali e medicina rigenerativa. Large Animal Review; 14: 203209. 4. Till JE, McCulloch, EA (1961) Radiat. Res. 14, 213222. 5. Presnell SC, Petersen B, Heidaran M (2002) Seminars in Cell & Developmental Biology, 13:369-376. 6. Scadden DT (2006) The stem-cell niche as an entity of action. Nature, 441:1075- 1079. 7. Tögel F, Westenfelder C (2007) Adult bone marrow-derived stem cells for organ regeneration and repair. Dev Dyn 236:3321-3331. 8. Chong AK, Ang AD, Goh JC, Hui JH, Lim AY, Lee EH, Lim BH (2007) Bone marrow-derived mesenchymal stem cells influence early tendon-healing in a rabbit achilles tendon model. J Bone Joint Surg Am. 89:74-81 9. Richardson LE, Dudhia J, Clegg PD, Smith R (2007) Stem cells in veterinary medicine-attempts at regenerating equine tendon after injury. Trends Biotechnol, 25: 409-416. 10. Fortier LA, Smith RK (2008) Regenerative medicine for tendinous and ligamentous injuries of sport horses. Vet Clin North Am Equine Pract, 24:191-201. 11. Im GI, Shin YW, Lee KB (2005) Do adipose tissuederived mesenchymal stem cells have the same osteogenic and chondrogenic potential as bone marrow-derived cells? Osteoarthritis Cartilage 13:845-853. 12. Violini et al. Horse bone marrow mesenchymal stem cells express embryo stem cell markers and show tenogenic differentiation by exposure to BMP-12 in vitro bone marrow and tenocytes -BMC cell biology in revisione. 13. Cellule staminali e veterinaria (2008) Cavalli e cavalieri 21 (12): 79-81. ■
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Portare la genetica avanzata nelle fattorie Progetto SABRE: genomica d’avanguardia per un allevamento sostenibile cienziati finanziati dall’UE stanno applicando le tecniche genetiche più recenti per aiutare lo sviluppo di sistemi di allevamento redditizi, che producano alimenti sicuri e di alta qualità riducendo allo stesso tempo il loro impatto ambientale, e mantenendo alti gli standard di benessere degli animali. Quasi 200 ricercatori provenienti da 33 organizzazioni in 14 paesi partecipano al progetto SABRE (“Genomica d’avanguardia per un allevamento degli animali sostenibile”), finanziato con 13,9 milioni di euro nell’ambito dell’area tematica “Qualità e sicurezza alimentare” del Sesto programma quadro (6°PQ). I partner del progetto stanno concentrando i loro sforzi su maiali, mucche da latte e polli. Il team ha ottenuto notevoli progressi in diverse aree da quando si è unito al progetto nel 2006. Per fare un esempio, gli scienziati hanno sequenziato ed analizzato i cromosomi 7 e 14 dei maiali. Questi preziosi dati non solo aiuteranno altri ricercatori che lavorano sui maiali, ma contribuiranno anche alle attività di confronto dei genomi di animali diversi.
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SCATOLO I ricercatori hanno mappato i geni responsabili di livelli più alti di tenore di scatolo. Il tenore di scatolo si verifica quando certi composti, presenti in natura e di odore sgradevole, si sviluppano nella carne di maiali maschi che non sono stati castrati. Quando presenti in alti livelli, tali composti compromettono l’aroma e il sapore della carne cotta.
GUSCI E CUTICOLA D’UOVO È stato compiuto anche molto lavoro per migliorare la qualità dei gusci d’uovo; il team ha identificato una serie di geni che presentano diversi livelli di attività nella ghiandola del guscio, e gli scienziati stanno adesso pensando di esaminare come tale variazione potrebbe essere collegata alla qualità del guscio. Un altro importante passo avanti riguardo alle uova è inerente alla cuticola dell’uovo, che ha un ruolo fondamentale nel bloccare l’introdursi di infezioni potenzialmente dannose. Gli scienziati del SABRE hanno escogitato un metodo per determinare in che misura la copertura della cuticola sia determinata dai geni. Questo dato potrebbe eventualmente portare alla selezione di galline con i migliori geni della cuticola, portando così ad una maggiore sicurezza alimentare per i consumatori. “È molto incoraggiante constatare che il progetto SABRE ha già ottenuto così tanti preziosi risultati,” ha commentato il Coordinatore del progetto Chris Warkup del Genesis Faraday Partnership nel Regno Unito. “Specialmente [...] visto che il tipo di ricerca necessario [...] richiede tempi lunghi per ottenere i suoi benefici maggiori.”
MASTITE Le mucche sono anch’esse molto presenti nel progetto, e qui gli scienziati stanno facendo luce sugli indicatori genetici che potrebbero influenzare la resistenza delle mucche alla mastite. La mastite è un’infezione della mammella che colpisce circa il 30%
delle mucche da latte, e costa all’industria casearia europea oltre 1,5 miliardi di euro l’anno. L’allevamento selettivo di mucche con una resistenza genetica innata alla mastite potrebbe quindi far risparmiare grandi somme di denaro agli allevatori di mucche da latte. Oltre a tutto ciò, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo avanzato software per l’allevamento, che permette agli utenti di condurre valutazioni genetiche di vaste popolazioni di animali in un breve lasso di tempo. I partner industriali del progetto stanno attualmente testando il software nei loro programmi di allevamento e sta per essere
messo a punto un piano economico. “Il fatto che stiamo assistendo a profitti tanto concreti in una fase così precoce del processo, è una testimonianza della buona prassi scientifica e del duro lavoro intrapreso dai partner del nostro progetto in tutta Europa e oltre,” ha detto Warkup. “Promette molto bene per quanto riguarda il valore che il SABRE fornirà nel corso della durata del progetto e oltre.” (Ricerca nell’ambito del 6°PQ sulla qualità e la sicurezza alimentare:http://cordis.europa.eu/food/home.html) Per ulteriori informazioni: http://www.sabreeu.eu/ ■
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24 Vet Journal Attualità scientifica
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Il proprietario coercitivo può favorire l’aggressività del proprio cane Alcune tecniche di addestramento “fai da te” generano paure e ansia nell’animale. Il parere di Raimondo Colangeli di MARIA GRAZIA MONZEGLIO rima di rivolgersi a un veterinario comportamentalista, molti proprietari di cani hanno in precedenza tentato tecniche di modificazione comportamentale suggerite da una varietà di fonti diverse. I consigli spesso includono tecniche di addestramento aggressive che possono scatenare nel cane comportamenti di aggressività per paura o difesa. Uno studio ha valutato gli effetti sul comportamento e i rischi per la sicurezza delle tecniche storicamente utilizzate dai proprietari di cani in presenza di problemi comportamentali. A tutti i proprietari dei cani ricevuti presso un consultorio comportamentale nel corso di un anno è stato somministrato un questionario comportamentale riguardante gli interventi comportamentali precedentemente adottati. Per ogni intervento applicato, al proprietario si chiedeva di indicare se si otteneva un effetto positivo, negativo o nullo sul comportamento del cane, e se si osservava un comportamento aggressivo in associazione al metodo utilizzato. Si chiedeva inoltre ai proprietari la fonte del consiglio comportamentale. Venivano completati 140 sondaggi. Le più comuni fonti dei consigli comportamentali erano “se stessi” e “l’addestratore”. Numerose tecniche basate sul confronto come “colpire o dare calci al cane per un comportamento indesiderato” (43%), “gridare contro il cane’’ (41%), ‘’forzare fisicamente l’animale a lasciare un oggetto dalla bocca’’ (39%), “alpha roll” (ruolo del cane alpha, dominante) (31%), ecc. inducevano una risposta aggressiva in almeno un quarto dei cani su cui erano utilizzati. I cani visitati perché avevano manifestato aggressività verso una persona familiare avevano maggiore probabilità di rispondere in maniera aggressiva ad “alpha roll” e al “no” urlato, rispetto ai cani che avevano altri problemi comportamentali. Le tecniche basate sul confronto adottate dai proprietari prima del consulto comportamentale, concludono gli autori, erano in molti casi associate a risposte di aggressività. È quindi importante che il veterinario di base informi il proprietario dei rischi associati a tali metodi di addestramento e fornisca una guida e l’accesso alle giuste risorse per una gestione sicura dei problemi comportamentali. Il lupo è un animale sociale per eccellenza, spiega Raimondo Colangeli, diplomato
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comportamentalista ENVF e Presidente SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate), e l’incontro con l’uomo dapprima avviene inizialmente su base sinantropica. La sinantropia, o mutuo vantaggio, si basava sulla possibilità da parte dell’animale di trovare più facilmente una risorsa alimentare, mentre per l’uomo cacciatore-raccoglitore di aumentare la sicurezza del gruppo con la vigile presenza dell’animale; il rapporto tra i due soggetti divenne sempre più relazionale, da una parte favorito dal bisogno umano di esplicare un comportamento epimeletico (accudire qualcuno), dall’altra favorita dall’aspetto fortemente collaborativo dell’ormai cane con una sovrapposizione del suo welfare con quello del gruppo di appartenenza. Proprio per questo bisogno di collaborazione stretta tra uomo e cane, di condivisione delle esperienze con il proprietario quale centro referenziale, gli aspetti comunicazionali e relazionali tra l’uomo e il cane hanno permesso la coevoluzione tra uomo e cane. La trasformazione del rapporto uomo-cane nei secoli è legata alla modificazione della struttura sociale-economica degli uomini della società. La “domesticazione” da parte dell’uomo allevatore-agricoltore è la trasformazione del cane in soggetto da lavoro e/o da utilità; da qui inizia quella pressione selettiva da parte dell’uomo sul cane che porterà alla variazione filogenetica delle razze, con importanti differenze morfologiche e comportamentali (caccia, conduttori di greggi, guardiani di armenti, ecc.). Purtroppo la visione dell’uomo nei confronti del cane tende a basarsi sul meccanicismo, cioè cane in quanto automa. In questo contesto facilmente la comunicazione da parte dell’uomo diventa assertiva
e coercitiva. Da ciò ne conseguono due problemi: a) il cane entra a far parte del gruppo sociale familiare e in quanto acuto osservatore delle interazioni degli elementi del gruppo, acquisisce e fa proprio lo stile comunicativo: se si alza la voce si dovrà abbaiare, se avvengono conflitti o competizioni basati su scontri fisici all’interno del gruppo familiare, il cane si adeguerà mettendo in atto comportamenti di aggressione per comunicare. b) la comunicazione basata sulla punizione di comportamenti indesiderati è spesso una punizione ansiogena in quanto esagerata, fuori contesto (le punizioni a posteriori) o etologicamente inaccettabile per il cane; ciò è la causa dell’installarsi di stati psicopatologici quali le fobie e l’ansia, che possono presentare nella loro sintomatologia un comportamento di aggressione. Tecniche quali ad esempio l’“alpha roll” si basano sulla dominanza e la sottomissione e sono, oltre che sorpassate e non terapeutiche, pericolose in quanto etologicamente non corrette: solamente nel cucciolo si possono mettere in atto i rituali “fisici” di bloccare il cane a terra ecc. e lo fa un adulto regolatore o la madre ma solo per insegnare l’inibizione motoria o i corretti rituali sociali comunicativi che impediranno attacchi da parte di un cospecifico verso il cucciolo che si inserirà dopo la pubertà nel gruppo sociale degli adulti Fra adulti, e non parliamo di cani ma lupi, un
leader (o alpha) non ha bisogno di sovrastare nessuno, la sua autorevolezza basta per governare il gruppo. Solo chi vuole mettere in atto una competizione mette in atto meccanismi basati su comportamenti di aggressione. Il percorso preventivo e terapeutico dei medici veterinari comportamentalisti della Sisca si sovrappone ad un cambiamento culturale nella società attuale: responsabilizzare il proprietario ad acquisire un cane nel ruolo di “pet”, animale da compagnia, dove viene rispettata la sua alterità e favorite le sue potenzialità cognitive, allontanando la deriva antropoformizzante che spesso caratterizza la relazione. Punto fondamentale è la corretta socializzazione e la conoscenza della comunicazione intra- e interspecifica, l’apprendimento basato sul rinforzo positivo ed il gioco nell’ambito di una relazione basata sulla referenzialità e la collaborazione e non su un’obsoleta teoria di agonismo, asimmetricità basata su dominanza e sottomissione. È solo in questo modo che diminuiremo gli incidenti legati a comportamenti di aggressione da parte dei cani nei confronti delle persone. “Survey of the use and outcome of confrontational and non-confrontational training methods in client-owned dogs showing undesired behaviors” Meghan E. Herron, Frances S. Shofer, Ilana R. Reisner. Applied Animal Behaviour Science, Volume 117, Issues 1-2, February 2009, Pages 47-54. ■
LEISHMANIA: DA UNA PIANTA PROTEINE IN GRADO DI INIBIRE LA MOLTIPLICAZIONE DEL PROTOZOO na molecola naturale estratta da un arbusto è in grado di arrestare la crescita e la moltiplicazione di Leishmania. Lo indica una ricerca effettuata da un gruppo di biochimici e biologi dell'università di Cagliari con la collaborazione dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Nella ricerca sarda, sono state utilizzate proteine purificate dal lattice dell'Euphorbia characias, un arbusto presente in tutto il territorio della Sardegna, ottenendo una riduzione del 95% della crescita e della moltiplicazione dei protozoi. Il prof. Giovanni Floris (ordinario di Biochimica e Biologia molecolare) è coordinatore del gruppo di ricerca: Vet.journal: Professor Floris, la riduzione di crescita e moltiplicazione dei protozoi è stata ottenuta in vitro? Giovanni Floris: La riduzione della crescita al 95% è stata ottenuta direttamente sulle colture delle Leishmanie promasti-
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goti in laboratorio. VJ: Su quale specie di Leishmania è stato effettuato lo studio? GF: Su Leishmania infantum. VJ: Qual è, a grandi linee, il meccanismo d’azione delle proteine del lattice su Leishmania? GF: Si verifica una trasformazione di sostanze naturali in aldeidi che sono tossiche per le leishmanie. VJ: Quali sono le prospettive future di utilizzo clinico di questa scoperta? GF: Ora testiamo gli amastigoti, poi gli animali da laboratorio, infine, se va tutto bene, i cani. Dato che sono sostanze naturali per gli eucarioti superiori, non dovrebbero causare danni secondari. VJ: Lo studio sarà oggetto di pubblicazione scientifica? GF: Lo studio è in via di pubblicazione su una rivista internazionale stampata in America. Tra breve sarà disponibile in internet. (M.G.M.)
Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo www.vetjournal.it/
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www.vetjournal.it Vet Journal
Efficacia degli alimenti veterinari per la dermatite atopica canina Possono costituire un’utile misura terapeutica aggiuntiva al trattamento tradizionale, secondo uno studio
l trattamento classico della dermatite atopica del cane è tradizionalmente basato sulla somministrazione di farmaci antiprurito per via orale, sull’immunoterapia allergene-specifica e sulla terapia topica. Uno studio randomizzato multicentrico in doppio cieco ha confrontato la risposta clinica di 50 cani affetti da dermatite atopica all’alimentazione, per un periodo di 8 settimane, con uno di tre diversi alimenti veterinari consigliati per i cani con dermatite atopica (diete A-C) oppure con un alimento ampia-
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mente commercializzato nella grande distribuzione (dieta D). La dermatite atopica veniva diagnosticata utilizzando i criteri di Willemse e attraverso l’esclusione delle diagnosi differenziali. Si assegnavano 14 cani alla dieta A e 12 cani rispettivamente alla dieta B, C o D. Prima dell’inclusione nello studio e durante lo studio si effettuava un trattamento per il controllo delle pulci e delle zecche utilizzando mensilmente un prodotto spot-on a base di fipronil. I cani venivano valutati ogni mese attraverso il sistema di valutazione delle lesioni CADESI-03 (indice di estensione e gravità della dermatite atopica canina) e mediante la valutazione del grado di prurito da parte del proprietario attraverso una scala analogica visuale. Dopo 8 settimane di somministrazione delle nuove diete, si osservava un significativo miglioramento del punteggio CADESI e del prurito con la dieta B, del punteggio del prurito con la dieta A e del punteggio CADESI con la dieta D. Non si osservavano modificazioni significative con la dieta C. Sulla base dei risultati dello studio, concludono gli autori, in aggiunta alle terapie convenzionali, la modificazione della dieta nei cani con dermatite atopica può costituire un’utile misura terapeutica aggiuntiva. “The efficacy of commercially available veterinary diets recommended for dogs with atopic dermatitis” Katharina Glos, Monika Linek, Christine Loewenstein, Ursula Mayer, Ralf S Mueller. Vet Dermatol. October 2008;19(5): 280-287. (M.G.M.) ■
DIABETE FELINO: STRISCE REATTIVE PLASMATICHE E URINARIE A CONFRONTO no studio ha confrontato i risultati del test con strisce reattive (dipstick) per la determinazione dei chetoni nel sangue e nelle urine in un gruppo di gatti diabetici con possibile chetosi o chetoacidosi, utilizzando la misurazione del beta-idrossibutirrato plasmatico come gold standard. In accordo all’esame clinico, al valore di beta-idrossibutirrato plasmatico e all’emogasanalisi venosa, 50 gatti affetti da diabete mellito venivano classificati come non-chetosici (n=3), chetosici (n=40) e chetoacidosici (n=11). Si determinavano le concentrazioni plasmatiche e urinarie di acetoacetato utilizzando le strisce reattive urinarie (dipstick). Benché vi fosse una correlazione positiva significativa tra le misurazioni plasmatiche e urinarie, i risultati differivano significativamente. Sulla base del differen-
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tial positive rate, il miglior valore cut-off per identificare i gatti con chetoacidosi era pari a 1,5 mmol/l per le urine e a 4 mmol/l per il plasma. La sensibilità e la specificità erano rispettivamente pari a 82 e 95% per le urine e 100 e 88% per il plasma. Le strisce reattive per la determinazione dei chetoni nelle urine e nel plasma, concludono gli autori, hanno una diversa accuratezza diagnostica e i loro risultati devono essere interpretati in maniera differente. Grazie alla sua elevata sensibilità, il dipstick plasmatico ha una maggiore efficacia rispetto a quello urinario nell’identificazione dei gatti con chetoacidosi iniziale o conclamata. “Ketone measurements using dipstick methodology in cats with diabetes mellitus” F. Zeugswetter, M. Pagitz. 2009, Journal of Small Animal Practice. Volume 50 Issue 1, Pages 4 - 8. (M.G.M.)
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Polonia in primo piano: intervista a Emilian Kudyba milian Augustyn Kudyba è un collega polacco noto anche in Italia. È nato 57 anni fa, parla correttamente l’inglese ed il russo ed ha fatto stages in molte parti del mondo. È un collega pubblico, con una vasta esperienza nel controllo alimentare e nell’igiene della produzione; per questo è accompagnatore ufficiale durante le ispezioni comunitarie o internazionali. Ha maturato anche molta esperienza in campo normativo ed è per questo che ha seguito l’acquis communitaire per il recepimento polacco delle norme della UE.
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Qual è la vostra struttura ufficiale per il controllo degli alimenti? Le principali strutture del Servizio Veterinario Polacco sono il Ministero dell’Agricoltura, quello della Sanità e la Sezione dello Sviluppo Agricolo. Poi, sia a livello centrale che periferico (di distretto) la cooperazione e lo scambio di informazioni è garantito da protocolli di cooperazione. L’Ispezione Veterinaria in campo è governata dal Capo Veterinario di Stato e dal suo staff, mentre il suo ufficio è appoggiato al Primo Ministro sulla scorta di accordi con il Ministero dell’Agricoltura e l’Ufficio per lo Sviluppo dell’Ispezione Veterinaria, riconosciuto come Autorità Competente ed incaricata del controllo ufficiale sulla sanità animale, materie prime per alimenti umani, mangimi, materiali biologici, farmaci, etc. Parallelamente, e sempre presso il Primo Ministro, è posizionato lo State Sanitary Inspection, che ha come riferimento il Ministero della Sanità e funge da Autorità Competente per il controllo ufficiale negli alimenti, residui, materiali a contatto, etc. Infine, l’Agriculture and Food Quality Inspection, dell’Agricoltura, con un limitato controllo sugli OGM per la Sicurezza Alimentare e per le questioni relative alla loro presenza in alimenti e l’etichettatura corretta. Vorrei specificare che le autorità centrali hanno una competenza a pioggia sulle attività e sull’implementazione dei sistemi di controllo mentre le attività pure sono di competenza dei uffici regionali e di distretto (province), secondo una catena di comando verticale (centrale, regionale, periferica) che parte da di 16 regioni, 304 province e 2478 comuni. Qual è il ruolo dei Veterinari nel Sistema? L’Ispezione Veterinaria gioca un ruolo fondamentale nel controllo alimentare. Come si può comprendere nel comparto alimentare la Veterinaria fa la parte del leone e si esplica in controlli sugli allevamenti e sulla salute animale e su tutto ciò che attiene la catena produttiva alimentare di origine animale, fino al trasporto ed al rispetto del benessere. I veterinari pratici, della libera professione, sono individuati e governati a livello distrettuale per alcune tipologie di attività, come l’ispezione ante e post mortem, i campionamenti di saggio, la predisposizione di alcune certificazioni, vaccinazioni ed altro. In Polonia ci sono poco più di 10.000 veterinari, di cui 2300 sono Ispettori e 6500 liberi professionisti. Tutti gli altri sono ricercatori,
Emilian Kudyba Vice-direttore veterinario di distretto provinciale a Lomza (Polonia)
universitari, militari o impiegati nell’industria. Qual è il ruolo dei veterinari privati nel settore alimentare in aziende o in macelli? Bella domanda. Come in molti Stati membri rappresentano staff a supporto degli Ufficiali. Ogni anno stabiliscono un contratto con particolari compiti operativi. Durante il corso dell’anno, i veterinari ufficiali controllano lo svolgimento dei compiti loro assegnati, previa accurata verifica sul loro training pre-operativo e sulle loro capacità, al fine di assicurarsi che essi siano in grado di raggiungere l’obiettivo contrattuale. Peraltro, spesso il nostro Servizio organizza training dedicati a diverse materie di lavoro. Inoltre, non trascurabile è il ruolo chiave dei colleghi nel business privato, nelle aziende agricole, nella produzione di alimenti sicuri e nell’esecuzione di controlli sulle catene alimentari e sulla loro registrazione. Che tipo di problemi incontra il Veterinario Ispettore in Polonia? Dal mio punto di vista, il problema principale di questa figura è la mancanza di motivazione. Per diverse ragioni, il privato sembra più attrattivo del pubblico. In aggiunta, l’aumento della burocrazia è un’altra difficoltà nel nostro lavoro di pubblici dipendenti. Come sarà il futuro del Servizio Veterinario Pubblico? Per rispondere devo sottolineare che l’importanza dell’Ispezione Veterinaria rappresenta tutti gli aspetti dell’igiene alimentare. La frase “Dal campo alla tavola” fa comprendere in toto quanto sia importante non solo avere animali sani in azienda ma anche assicurare alti standard durante i passaggi successivi per ottenere alimenti da questi animali. Per questo non potremo mai disgiungerci dal nostro lavoro. ■
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Melamina nel mangime Info Regioni
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Sospetta intossicazione da melamina: in Veneto situazione sotto controllo
BTV, SBLOCCATA LA MOVIMENTAZIONE IN SARDEGNA
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seguentemente - prosegue Donazzan - il veterinario curante ha inviato all’Istituto Zooprofilattico, per gli opportuni accertamenti, due campioni di mangime utilizzato nell’alimentazione degli animali, campioni che, però, erano stati prelevati da confezioni aperte e per loro natura non potevano avere carattere di ufficialità”. “I successivi accertamenti di laboratorio - assicura l’Assessore - hanno evidenziato la presenza di melamina con valori rispettivamente di circa 300 volte e 60 volte il limite massimo indicato a livello comunitario e, a seguito della segnalazione di positività, il Servizio Veterinario della competente Azienda Ulss e il Co-
mando Nas di Treviso, hanno fatto un sopralluogo dal proprietario dei cani, che tuttora ne ha 11 in ottimo stato di salute e nutrizione”. Donazzan aggiunge: “I carabinieri del Nas, hanno prelevato campioni delle rimanenze del mangime e l’Unità di progetto sanità animale della Regione del Veneto ha chiesto al Servizio veterinario dell’Azienda Ulss una dettagliata relazione in merito ed ha verificato, in Regione Lombardia, l’attivazione dei controlli nello stabilimento di produzione del mangime”. “Gli accertamenti conclude Donazzan - sono tuttora in corso”. (A cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto) ■
Cani rubati? Fenomeno quasi sconosciuto 400 i cani rubati a Novara e Varbano Cusio Ossola nel 2007. Chiesto al Ministero dell’Interno di avviare indagini sul fenomeno elle province piemontesi di Novara e Verbanio Cusio Ossola risultano scomparsi circa 400 cani nell’anno 2007. Gli animali rubati, o più probabilmente rapiti, vengono utilizzati nelle attività di accattonaggio o, peggio, per i combattimenti clandestini. L’On. Gianni Mancuso ha rivolto una interrogazione al Ministero dell’Interno per sapere se siano state avviate indagini relativamente a tali fenomeni. Probabilmente, secondo l’interrogante, si tratta di un vero e proprio racket, che opera tanto nei capoluoghi, quanto in altre località per cui si rendono necessari interventi delle forze dell’ordine. Il Sottosegretario di Stato per l’interno, Alfredo Mantovano, ha ri-
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sposto che “sulla scomparsa dei cani nei territori delle province di Novara e Verbano Cusio Ossola sono state interessate le questure competenti. Nell’intera provincia di Novara, sono state presentate sette denunce per la sottrazione di cani nell’anno 2007 e 3 nella prima metà del 2008. La questura, che non dispone di elementi concreti che lascino pensare ad un utilizzo degli animali in combattimenti clandestini o in altre attività illegali, ha, comunque, interessato della questione sia l’ufficio prevenzione generale soccorso pubblico (squadra volante) per il controllo del territorio, sia la squadra mobile per l’espletamento dell’attività investigativa”. Diversa è invece la situazione della provincia di Verbano Cusio Ossola, “dove il fenomeno è sconosciuto non soltanto alla
MVS: RIENTRATO L'ALLARME IN BASILICATA ’assessore alla Salute della Regione Basilicata, on. Antonio Potenza, ha reso noto il rientro dell’allarme da malattia vescicolare che era stato lanciato negli scorsi mesi, in seguito all’individuazione di alcuni focolai di infezione in due allevamenti suinicoli della provincia di Potenza. “La repentina attivazione degli organi di controllo delle Asl, coordinati dal competente Ufficio Veterinario del Dipartimento Salute e dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale, - dichiara l’esponente del governo regionale - ha permesso di individuare e di circoscrivere, senza alcun rischio per il patrimonio zootecnico, la diffusione della malattia. I controlli a tappeto su tutti gli allevamenti della provincia di Potenza hanno permesso di escludere la diffusione dell’infezione in altri allevamenti dell’intero territorio provinciale. Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha approvato la documentazione inviata dalla Regione ritenendo, al contempo, adeguati gli interventi realizzati da parte degli organi sanitari regionali, revocando la sospensione dell’accreditamento”. (Fonte: Apcom)
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on una circolare dell’Assessorato della Sanità è stata sbloccata lo scorso 5 febbraio, la movimentazione bovina, ovina e caprina dalla Gallura verso le regioni del Nord Italia stagionalmente libere (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento e Bolzano, Veneto). Rimane la restrizione per le zone entro i 20 chilometri dai due focolai scoperti (a Sant’Antonio e Santa Teresa di Gallura). Nel corso di una riunione dell’Unità di crisi nazionale, convocata a Roma il 3 febbraio, sono state tecnicamente argomentate dai rappresentanti dell’Assessorato le istanze formulate nella lettera che gli assessori Dirindin e Foddis hanno inviato il 30 gennaio scorso ai ministri Zaia e Sacconi. Tra queste, proprio l’alleggerimento delle restrizioni alla movimentazione in ambito nazionale come riconoscimento dell’affidabilità dei controlli veterinari regionali. L’Unità di crisi nazionale ha preso atto del lavoro fatto in questi anni dai veterinari regionali per far fronte alla blue tongue e riconosciuto che il sistema di sorveglianza nazionale risulta più severo di quello comunitario. Nella lettera ai due rappresentanti del Governo, Dirindin e Foddis avevano anche chiesto parità di trattamento tra gli allevatori sardi e quelli comunitari, oltre a sollecitare il Governo ad una maggiore attenzione nella stipula di accordi unilaterali con Paesi europei, in deroga alle restrizioni della movimentazione attualmente vigenti: a iniziare dall’accordo firmato a fine dicembre 2008 con la Francia. (Fonte: Regione Sardegna)
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Ad annunciarlo i Servizi Veterinari della Regione in un comunicato stampa lena Donazzan, assessore regionale ai Servizi veterinari, in merito alla segnalazione di sospetta intossicazione da melamina di due cani della provincia di Treviso, fa sapere che la “situazione è sotto controllo”. “L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie - specifica l’assessore regionale ha eseguito l’esame autoptico su due cani che erano morti alla fine dello scorso anno (rispettivamente 10 novembre e primo dicembre), esame che ha evidenziato un quadro anatomo-patologico riferibile ad una sospetta intossicazione da melamina”. “Con-
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questura, ai carabinieri e locale polizia provinciale, ma anche al Corpo forestale dello Stato, al quale è demandata anche la competenza in materia di prevenzione di reati di questo tipo”. ■
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ECM, l’Umbria vara le linee guida regionali opo la Toscana, anche l'Umbria recepisce l'Accordo Stato Regioni del 1 agosto 2007 concernente il "Riordino del Sistema di Formazione Continua in Medicina". La Regione ha infatti pubblicato le "Linee guida per il riordino del Sistema Umbro di Formazione Continua in Medicina". L'atto demanda alla Di-
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rezione Regionale Sanità e Servizi Sociali la stipula di apposita convenzione con Ordini, Collegi e Associazioni professionali di appartenenza, riconosciute dalla vigente normativa regionale, al fine di garantire l'attività di certificazione dei crediti formativi, prevedendo tale attività, a livello sperimentale, per l'anno 2009, per alcune figure professionali. La stessa Direzione provvederà inoltre all'individuazione dei criteri e delle modalità organiz-
zative per la costituzione ed il funzionamento dell'Osservatorio regionale sulla qualità della formazione e l'individuazione dei criteri per l'attribuzione alle attività formative dei relativi crediti, sulla base delle decisioni che verranno assunte a livello nazionale. La Regione predisporrà un nuovo sistema informativo, che consenta la trasferibilità dei dati tra tutti i diversi attori del Sistema, che sia in grado di produrre l'accreditamento on li-
ne dei provider; la costruzione di un'anagrafe formativa del personale dipendente, convenzionato e libero professionista, al fine di registrare i crediti formativi; l'elaborazione dei dati dell'anagrafe formativa dei crediti ECM, e della loro registrazione, acquisiti dagli operatori. L'individuazione dei requisiti per l'accreditamento dei provider sulla base delle decisioni che verranno assunte a livello nazionale è rinviata a successivi provvedimenti mentre, le modalità attualmente in uso per l'accreditamento dei singoli eventi formativi restano confermate fino al consolidamento del processo di accreditamento dei provider. Nella Regione Umbria sono circa tredicimila gli operatori interessati all'E.C.M.
I SOGGETTI INTERESSATI • •
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Tutti gli operatori sanitari dipendenti o libero professionisti; Gli enti che organizzano corsi e iniziative di formazione (Aziende sanitarie, Associazioni scientifiche, Università, Enti di formazione); Gli enti accreditatori e valutatori: la Commissione nazionale ECM presso il Ministero della Salute, le Regioni che accreditano gli organizzatori e le iniziative di formazione dagli stessi erogate. Gli Ordini e Collegi professionali che hanno il compito di gestire la certificazione dei crediti formativi acquisiti dai professionisti in un determinato arco di tempo. ■
APPROVATO IL PIANO NAZIONALE RESIDUI a Regione Umbria ha approvato l’aggiornamento per l’anno 2009 del Piano Nazionale Residui in applicazione del D.Lvo 158/2006 e della D.G.R. 1302/2007 Piano Integrato dei controlli 2007-2010 sulla sicurezza alimentare nella Regione Umbria. Il Piano Nazionale Residui 2009 - Regione Umbria si struttura tenendo conto delle prescrizioni del decreto legislativo 16 marzo 2006, n. 158 e successive modifiche, e della decisione della Commissione 98/179/CE del 23 febbraio 1998, per quanto riguarda le procedure per il prelievo ufficiale e la gestione dei campioni. Le sostanze oggetto del Piano sono raggruppate secondo due categorie: cat. A sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate; medicinali veterinari e agenti contaminanti. Il Piano è stato elaborato in considerazione della realtà produttiva e zootecnica locale, coordinando l’attività delle ASL responsabili del prelievo dei campioni nonché quella del laboratorio dell’IZS dell’Umbria e delle Marche. L’attuazione del Piano ricerca Residui 2009 della Regione Umbria deve garantire una uniforme distribuzione dei campioni nell’arco dell’anno, tenendo conto anche del fatto che determinate sostanze vengono somministrate solamente in determinati periodi. Il Piano ha validità dal 1° gennaio al 31 gennaio 2009 e comunque fino all’approvazione del nuovo Piano per l’anno 2010.
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BSE Leggi in Gazzetta
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Più controlli sanitari sulle farine animali n. 37 del 14-2-2009 ) Conformandosi alle osservazioni avanzate dagli ispettori comunitari, l’Italia adotta specifiche misure sanitarie al fine di garantire il mantenimento dell’attuale categorizzazione dell’Italia in funzione dello status sanitario BSE. Nel provvedimento vengono codificati i procedimenti tecnologici che devono essere seguiti affinché i fertilizzanti derivanti dai prodotti trasformati, ricavati a loro volta dai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano di categoria 2 e 3 (quelli di categoria 1 possono essere destinati solo all’eli-
’ispezione comunitaria del Food Veterinary Office tenutasi in Italia dal 18 al 22 febbraio 2008, aveva evidenziato la necessità di individuare ulteriori misure di controllo sanitarie sulle farine animali destinate ad essere utilizzate come fertilizzanti. Allo scopo di migliorarne la tracciabilità e di garantire che le stesse non entrino nella catena alimentare animale, il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali ha emanato un’ordinanza (Misure sanitarie di protezione contro le encefalopatie spongiformi trasmissibili - GU
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DECONTAMINAZIONE POLLAME, IL NO DEL CONSIGLIO UE
pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea del 13 febbraio 2009 (L42/13) la Decisione del Consiglio che respinge la proposta di regolamento presentata dalla Commissione sull'uso delle sostanze antimicrobiche per la decontaminazione superficiale delle carcasse di pollame. Tenuto conto delle informazioni scientifiche disponibili, non si può escludere che l'approvazione delle sostanze utilizzate per la decontaminazione possa sfociare in un'accresciuta resistenza agli antimicrobici negli esseri umani. Il Consiglio ritiene che, nel realizzare le politiche comunitarie, dovrebbe essere assicurato un elevato grado di tutela della salute umana. Le misure adottate dalla Comunità per disciplinare i settori degli alimenti e dei mangimi devono essere fondate su un'appropriata valutazione degli eventuali rischi per la salute umana e per quella degli animali e, tenuto conto delle prove scientifiche esistenti, preservare o, se scientificamente giustificato, elevare il grado di tutela della salute umana e di quella degli animali assicurato a livello comunitario. Nella Comunità è assolutamente prioritario adottare norme elevate in materia di igiene nell'intera catena di produzione alimentare, nonché evitare o vietare l'impiego di sostanze che possono potenzialmente camuffare pratiche di scarsa igiene.
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minazione) possano essere ceduti all’utilizzatore finale. Gli stessi prodotti trasformati, che rappresentano quindi un prodotto intermedio tra i sottoprodotti e i fertilizzanti, non potranno essere invece mai ceduti alle aziende agricole. I prodotti trasformati derivati da materiali di categoria 2 diversi dallo stallatico e le proteine animali trasformate di categoria 3 di cui agli articoli 5 e 6 del regolamento (CE) 1774/2002, ottenuti in conformità allo stesso regolamento, non devono essere ceduti tal quali alle aziende agricole.
All’art. 2 dell’ordinanza viene intolre stabilito che i fertilizzanti ottenuti a partire da prodotti di cui all’art. 1 devono rispondere alle seguenti condizioni: a) essere stati prodotti in impianti tecnici riconosciuti ai sensi del regolamento n. 1774/2002 per la produzione di fertilizzanti organici; b) non devono essere venduti sfusi all’utilizzatore finale. La materia dei sottoprodotti di origine animale è disciplinata dal regolamento (CE) 1774/2002. ■
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30 Dalle Associazioni AIVEMP
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L’HACCP per il perseguimento di obiettivi di sicurezza alimentare l metodo HACCP sarà il tema del corso di formazione specialistica in area medico-veterinaria che inizierà mercoledì 18 marzo a Cremona, nella sede di Palazzo Trecchi. Il sistema HACCP è stato introdotto da ormai più di vent’anni. I recenti regolamenti comunitari che costituiscono il cosiddetto “pacchetto igiene” approfondiscono e precisano le modalità di applicazio-
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ne del sistema HACCP. A diversi anni di distanza si vuole fare una verifica ed un aggiornamento di quelle che sono le conoscenze in merito, sia del medico veterinario pubblico che del libero-professionista. L’obiettivo del corso “Il metodo HACCP: uno strumento per il perseguimento di obiettivi di sicurezza alimentare nella legislazione europea” è quello di fornire a tutti i partecipanti strumenti pratici ed elementi nuovi anche alla luce di espe-
rienze portate avanti da colleghi in altri Paesi Europei. Saranno relatori del corso anche numerosi colleghi stranieri che porteranno la loro esperienza: Elena Boldyreva, Professore Associato Dipartimento di Medicina Veterinaria, Facoltà di Agraria - Università di Mosca; Richard Bonne, Professore Universitario - Esperto di sicurezza alimentare - FR; Andrew Gauldie, Consulente e Vice Direttore Anseris - GB; Chris Knight, Capo del Dipartimento
dell’Agricoltura Campden BRI - GB; Emilian Kudyba, Responsabile Distretto Veterinario di Lomza (Polonia); Alexey Rusinovich, Capo del dipartimento di controllo veterinario e sanitario di qualità dei prodotti di origine animale Centro veterinario Bielorussia. Nel corso delle tre giornate saranno analizzate le innovazioni proposte dai nuovi regolamenti inerenti la sicurezza alimentare rispetto alla precedente normativa europea e nazionale. Ai partecipanti sarà inoltre trasferita la conoscenza di metodologie e approcci adeguati ai cambiamenti introdotti nei sistemi di controllo sulla sicurezza delle filiere agro-alimentari introducendo i concetti di audit e valutandone l’integrazione con le attività di ispezione. Il corso, organizzato da AIVEMP, rientra nel Progetto Formazione specialistica di rilevanza europea in area medico-veterinaria finanziato dall'Assessorato alla Formazione della Regione Lombardia e giunto al suo terzo anno di programmazione. Avviato nel 2007, il Progetto Formazione specialistica ha visto la realizzazione di nove corsi di alta formazione professionale, e prosegue nel 2009 con la programmazione di altri appuntamenti. Il corso sull’HACCP durerà tre giorni, da mercoledì 18 marzo a venerdì 20 marzo. La partecipazione è gratuita e riservata ai medici veterinari. ■
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Sisca Dalle Associazioni
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Progetto BC4Z: buon cittadino a 4 zampe muovere il ruolo del cane all’interno della società e identifica il Medico Veterinario come figura centrale nella prevenzione e terapia di patologie comportamentali. Si favorisce in questo modo il benessere del paziente con evidenti vantaggi per la comunità e la pubblica amministrazione. Il progetto incentiva la collaborazione con istruttori cinofili e previene inoltre gli incidenti in ambulatorio rendendo identificabili i soggetti che abbiano superato il test. Il veterinario è coinvolto sia nel test “buon cittadino a 4 zampe” che in seminari infor-
a Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (SISCA) e il Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN) hanno siglato un accordo di collaborazione per lo sviluppo del Progetto Buon Cittadino a 4 Zampe (BC4Z). Si tratta di un progetto culturale per la rivalutazione del rapporto uomo-cane e la responsabilizzazione del proprietario in relazione ai propri doveri civici". I medici veterinari comportamentalisti iscritti alla Sisca saranno responsabili di effettuare una valutazione comportamentale pre-iscrizione, coadiuvati da un istruttore, dei cani che vorranno intraprendere il corso di formazione BC4Z. Inoltre parteciperanno quali docenti nello stesso corso di formazione e faranno parte della commissione di valutazione finale del binomio uomo-cane che seguirà i test d'esame e che rilascerà gli attestati di superamento. "Questo progetto culturale - spiega il Presidente Sisca, Raimondo Colangeli - si integra perfettamente con le convinzioni e le azioni della Sisca che perseguono il rafforzamento di una relazione uomo-cane caratterizzata da una parte dal rispetto dell'alterità animale e del suo valore sociale, di un soggetto quindi di un'altra specie ma dotato di intelligenza emozionale, e dall'altra parte dalla responsabilità del proprietario nell'inserimento del cane nel tessuto sociale, nel rispetto dei suoi doveri civici". L'accordo siglato in questi giorni tra Sisca e Csen va nella direzione di "rafforzare i legami di cooperazione, per favorire la diffusione del settore cinofilia, su tutto il territorio nazionale, per unità di intenti e di programmazione". L'aspetto saliente della collaborazione, come scritto sul documento firmato dalle due Società, è "la promozione di azioni comuni nell'ambito del progetto Buon Cittadino a 4 Zampe (BC4Z) promosso dallo CSEN in collaborazione con la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, nonché ad attivare per il futuro, altri progetti di interesse comune". Il Csen, che ha avuto il riconoscimento del Coni come "Ente di Promozione Sportiva", svolge anche attività assistenziali riconosciute dal Ministero dell'Interno. Sull'accordo siglato con Sisca c'è il patrocinio dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani.
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IL MEDICO VETERINARIO Il progetto permette al professionista di pro-
mativi. Possono (dovrebbero) partecipare tutti i proprietari di cani, neofiti e non, per conoscere meglio il proprio cane, per capirne la comunicazione ed i bisogni legati sia alla diversità di specie che alle peculiarità di razza. L’obiettivo non è dare una sterile conoscenza dell’animale, quanto fornire gli strumenti per instaurare una relazione col cane, i cui benefici si rifletteranno sia sul binomio (proprietario - cane) che sulla società stessa. Il BC4Z si differenzia, per questo, dai test proposti nella maggior parte degli Stati europei
in cui la valutazione è realizzata prendendo in considerazione il solo comportamento del cane senza valutare né la preparazione culturale del proprietario né la relazione presente all’interno del binomio. Al termine del ciclo di incontri i binomi saranno sottoposti ad un esame teorico-pratico, il cui superamento darà la possibilità di ottenere il “patentino”, per circolare liberamente in ambito urbano, sotto forma di qualifica di “Buon Cittadino a 4 Zampe” e la medaglietta di riconoscimento da esporre sulla pettorina o collare del cane. ■
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32 Europa Sanità pubblica
EFSA: si rafforza il “polo europeo per la sicurezza alimentare”
l Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha presieduto la riunione del tavolo interministeriale di coordinamento sull'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), finalizzata a definire le iniziative necessarie a rafforzare il “polo europeo di Parma per la sicurezza alimentare”. Nel corso dell'incontro del 9 febbraio scorso è stato discusso il progetto per la definitiva assegnazione del Palazzo Ducale come sede di rappresentanza
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dell'Autorità e per la realizzazione della nuova sede operativa di EFSA, i cui lavori inizieranno ad aprile. È stato inoltre discusso il progetto per la costruzione a Parma della nuova sede della Scuola Europea, per la quale il Governo ha confermato la prima tranche di finanziamenti. Il Governo ha predisposto un apposito Disegno di Legge per l'affidamento alla stessa Scuola di una figura giuridica speciale, in deroga alla normativa nazionale. Si è tenuta inoltre una discussione preliminare sul programma di eventi correlati alle tematiche della sicurezza, della nutrizione e della qualità alimentare da realizzarsi in sinergia con Expo 2015. Con riferimento alla prossima costituzione del Consorzio Italiano per la Ricerca sulla Qualità e la Sicurezza degli Alimenti (CIRAL), con sede a Parma, per il coordinamento dei principali enti nazionali competenti nella ricerca nel settore alimentare, il Sottosegretario Letta ha auspicato il coinvolgimento del Ministero dell'Istruzione, necessario alla nascita dello stesso. ■
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VETERINARIA 7 | 2009
Consentita la delimitazione di una “area a rischio ridotto”
on il Regolamento (CE) n. 123/2009 del 10 febbraio 2009, la Commissione Europea ha introdotto modifiche al Regolamento (CE) n. 1266/2007 per quanto riguarda le condizioni relative ai movimenti di animali all'interno della stessa zona soggetta a restrizioni e le condizioni alle quali possono essere concesse deroghe al divieto di uscita per gli animali di cui alla direttiva 2000/75/ce. Le nuove disposizioni, consentono agli Stati membri, sulla base dei risultati di una valutazione dei rischi che deve tenere conto di sufficienti dati epidemiologici, di delimitare una parte della zona di prote-
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organizzato da
zione come area a rischio ridotto, ossia "zona soggetta a restrizioni, in cui è praticata la vaccinazione, senza circolazione del virus della febbre catarrale di un sierotipo specifico o di sierotipi specifici". Attualmente i movimenti di animali da una parte di una zona soggetta a restrizioni in cui è praticata la vaccinazione e non vi è circolazione del virus verso un'area esterna alla zona soggetta a restrizioni sono autorizzati in base alle stesse condizioni applicate per i movimenti di animali da una zona soggetta a restrizioni in cui vi è circolazione del virus a un'area al di fuori della zona soggetta a restrizioni. Tuttavia, visto il livello di rischio relativamente basso dei movimenti di animali da una parte di una zona soggetta a restrizioni in cui è praticata la vaccinazione e non vi è circolazione del virus, è appropriato autorizzare tali movimenti in base a condizioni meno rigorose riguardo al test di identificazione del virus necessario per determinate categorie di animali vaccinati. Lo Stato membro che intende delimitare una parte di una zona di protezione come "area a rischio ridotto" deve notificare tale intenzione alla Commissione. (GUCE L/40 dell’11 febbraio 2009) ■
certificata ISO 9001:2000
Edizioni Veterinarie E.V. srl
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
CORSI PRATICI
CORSO AVANZATO INTENSIVO
ECOGRAFIA CLINICA
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Cremona, 24/27 Giugno 2009 Centro Studi SCIVAC
Cremona, 29/30 Giugno 2009 Centro Studi SCIVAC
ECM: In fase di accreditamento ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Federica Rossi, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Bologna RELATORI ED ISTRUTTORI Luca Benvenuti, Med Vet, Lucca David Chiavegato, Med Vet, Padova Gian Marco Gerboni, Med Vet, Samarate (VA) Francesco Migliorini, Med Vet, Roma Federica Rossi, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Bologna Giliola Spattini, Med Vet, Dipl ECVDI, Reggio Emilia ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 680,00 + IVA 20% Non soci: € 830,00 + IVA 20%
TERAPIA MEDICA E CHIRURGICA DELLE MALATTIE NEUROLOGICHE Cremona, 08/11 Luglio 2009 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) RELATORI Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Marco Bernardini, Med Vet, Dipl ECVN, Padova Daniele Sebastian Corlazzoli, Med Vet, Roma Luisa De Risio, Med Vet, Dipl ECVN, Parma Gualtiero Gandini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna Stefania Gianni, Med Vet, Milano Raffaele Gilardini, Med Vet, Voghera (PV) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 650,00 + IVA 20% Non soci: € 800,00 + IVA 20%
DIRETTORE Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ACVAA, MRCVS, Six Mile Bottom (UK) RELATORI Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ACVAA, MRCVS, Six Mile Bottom (UK) Olivier Levionnois, DVM, Dr Med Vet, Dipl ECVAA, Berna (CH) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (30) QUOTE Soci SCIVAC: € 330,00 + IVA 20% Non soci: € 480,00 + IVA 20%
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VETERINARIA 7 | 2009
Lettere al Direttore
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Siamo sensibili alla vita animale? Riportiamo la lettera che il Collega Laterza ha pubblicato sul Mattino di Napoli il 31 gennaio insieme a Paola Dantonio. Il collega ci chiede di portarla alla vostra attenzione e si augura che il tema trattato, quello della sensibilità verso la vita animale, susciti qualche commento. Saremmo lieti di pubblicarli. Nel corso della cerimonia di insediamento alla Casa Bianca, Barack Obama ha solennemente giurato sulla Bibbia che appartenne ad Abramo Lincoln, il Presidente che lottò contro la schiavitù, la violenza e la crudeltà con cui gli abitanti d'Africa vennero strappati alla loro terra e costretti a lavorare in paesi lontani. Non ci sembra oltraggiosa l'analogia con quanto avviene oggi agli animali selvatici. Provenienti da ogni parte del globo, Africa, Asia, India, America latina, circoli polari, abissi marini, anche questi vengono strappati ai loro ambienti naturali, ai loro gruppi familiari e branchi con conseguente alto indice di mortalità dovuto a ferite da cattura, difficile adattamento a nuovo clima, alimentazione, malattie, ecc. destinati a fare mostra di sé tra le sbarre di una gabbia oppure in pista come miseri esseri denaturati da prigionia e addestramento. Ancora una volta chiediamo alle istituzioni un coraggioso rinnovamento morale, un approfondito senso di responsabilità, una generosa valutazione della sofferenza animale e di rispetto per ogni essere vivente. Chiediamo l'impegno a porre fine a questi penosi spettacoli destinati, per il profitto economico di pochi, a soddisfare la malsana curiosità di alcuni e la ignara aspettativa di divertimento dei bambini di cui si falsa la percezione ed il pensiero a danno della loro formazione culturale. Goffredo Laterza e Paola Dantonio Presidente e consigliere di “Ambiente e fauna”, Movimento per la difesa degli ambienti naturali e degli animali selvatici, Napoli .
Sono indignato Vi scrivo perché mi sono indignato, per un servizio mandato dal Tg5, dove un giornalista riferiva del traffico di cuccioli illegale dai paesi dell'est e tirava in ballo l'arresto di allevatori e veterinari che agevolavano tale traffico. Non sono indignato perché sono stati arrestati veterinari disonesti, anche se mi vergogno, ma mi chiedo perché nel servizio risaltavano gli agenti di polizia giudiziaria che tenevano in braccio i cuccioli e il giornalista poneva loro delle domande in riferimento allo stato di salute dei cuccioli mentre non cera un veterinario, che facesse da contraltare a quelli arrestati, per dimostrare che non tutti i veterinari sono disonesti? Inoltre viene mostrato un libretto di vaccinazione di cane, in cui è presente una fustella di vaccino e il timbro e la firma del veterinario. Secondo me il servizio passava veterinario=arresto=disonesto=non vuole il bene dei cuccioli. In più il giornalista chiede cosa deve fera una persona che vuole acquistare un cucciolo? Chi risponde? Un finanziere... ma perché non c'era un veterinario a rispondere? Forse per colpa nostra o per colpa di altri ma in tv nessuno ci rispetta per le nostre competenze. Scusate lo sfogo ma avrei preferito che la domanda sull'acquisto del cuc-
ciolo venisse fatta ad un veterinario, che avrebbe dimostrato quanto noi teniamo all'onestà e al benessere dei nostri pazienti, ma più di tutto avrebbe dimostrato che non esistono solo veterinari che vengono arrestati per traffici loschi. Secondo voi possiamo pretendere di utilizzare sul video o sulla stampa il nostro esclusivo spazio senza lasciare ad altri la parola in merito alle nostre competenze veterinarie? Basta con i forestali che sequestrano il latte in polvere cinese, e in tv vengono intervistati loro. Basta con i medici che vengono intervistati in tv sulle zoonosi. Io dico prendiamoci i nostri spazi. Andrea Concu Lo dico anch’io e da tanto tempo. E con noi lo dicono i molti colleghi che si danno da fare
per raggiungere i media con informazioni che rendano merito alla nostra professione. Ma appunto prendiamoci i nostri spazi che sono solo quelli della serietà professionale. Se ci sono colleghi che non onorano la professione non sarà nostro compito giudicarli, ma nemmeno ci dobbiamo vergognare o rincorrere questi episodi. A poche ore di distanza dal servizio del Tg5, un nostro collega parlava, e parlava molto bene, alla Radio del Sole 24 Ore di aggressività canina. E permettimi di aggiungere che da quattro anni La Stagione della Prevenzione è una grande occasione di promozione della nostra immagine presso il pubblico. Gli “spazi esclusivi” ce li dobbiamo creare senza aspettare che ci vengano concessi. Carlo Scotti
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"C'è un rallentamento nel processo di liberalizzazione per le professioni e una tendenza a tutelare il minimo tariffario che la legge Bersani ha abolito". Antonio Catricalà, Garante della Concorrenza e del Mercato
34 Calendario attività Dal 6 marzo al 5 aprile Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl
6 - 8 MAR 10 - 13 MAR 11 MAR 13 MAR 14 MAR 14 MAR 15 MAR 15 MAR 15 MAR 18 - 20 MAR 18 MAR 18 - 20 MAR 21 - 22 MAR 21 - 22 MAR 22 MAR 22 MAR 22 MAR 26 - 28 MAR 28 - 29 MAR 28 MAR 29 - 30 MAR 29 MAR 29 MAR 29 MAR 1 APR 2 - 3 APR 4 - 5 APR 4 - 5 APR
CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili CORSO SCIVAC
CORSO SCIVAC INCONTRO SIMEF CONVEGNO SCIVAC / SIDEV IN COLLABORAZIONE CON CENTRO COCHRANE ITALIANO ISTITUTO MARIO NEGRI INCONTRO SIMIV
INCONTRO SIARMUV INCONTRO SICIV ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili CORSO SCIVAC
CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA INCONTRO SOVI
INCONTRO SIOVET INCONTRO SVIDI INCONTRO REGIONALE SCIVAC CALABRIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
61° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE DEL CANE E DEL GATTO: CONOSCERE PER RICONOSCERE - Atahotel Quark, Milano - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 2° IT. ANESTESIA: II PARTE - MONITORAGGIO CLINICO E STRUMENTALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA FISSAZIONE INTERNA CON PLACCHE LCP A STABILITÀ ANGOLARE - Novotel Torino, Torino - Corso Giulio Cesare, 338/34 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA FISSAZIONE INTERNA CON PLACCHE LCP A STABILITÀ ANGOLARE - Hotel Royal Santina, Roma - Via Marsala, 22 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it MALATTIE VIRALI DEL GATTO: COSA C’È DI NUOVO? - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it EVIDENCE BASED VETERINARY MEDICINE E MEDICINA VETERINARIA - Aula Magna - Facoltà di Medicina Veterinaria - Università di Bologna - Bologna - VIA TOLARA DI SOPRA, 50 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LE PROTEINE DELLA FASE ACUTA, UN AGGIORNAMENTO AL 2009 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it EMERGENZE NEUROLOGICHE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSI DIFFICILI (E IMPOSSIBILI) IN CITOLOGIA DIAGNOSTICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 2° IT. OFTALMOLOGIA: III PARTE - OFTALMOLOGIA. VITREO, RETINA, NEUROFTALMOLOGIA, MALATTIE EREDITARIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA FISSAZIONE INTERNA CON PLACCHE LCP A STABILITÀ ANGOLARE - Novotel Bologna Fiera, Bologna Via Michelino, 73 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it IL METODO HACCP: UNO STRUMENTO PER IL PERSEGUIMENTO DI OBIETTIVI DI SICUREZZA ALIMENTARE NELLA LEGISLAZIONE EUROPEA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it IL CORSO SOVI-FSA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE OCULARI EREDITARIE: IL PUNTO SULLE MALATTIE EREDITARIE DEL FONDO DELL’OCCHIO DEL CANE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Rich. Accr, - Per info: Lucia Tornaghi - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA FELINA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DELL’APPARATO GENITALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO DELLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - Palagarden, Roges di Rende (CS) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ADVANCED VETERINARY DIAGNOSTIC IMAGING: PRACTICAL AND INTERACTIVE CT WORKSHOP Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
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PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it
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POA NELLA MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
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CARDIOLOGIA - Malpensa Fiere, Busto Arsizio (VA) - Via XI Settembre 16 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it
CORSO SIVE
CORSO BASE “CARDIOLOGIA EQUINA: APPROCCIO CLINICO ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI NEL CAVALLO - SAB Società Allevamento Besnate - Mornago (VA) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it RUOLO DELLA FISIOTERAPIA NELLA CORRETTA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA ERNIE DISCALI - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CHRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - Bari Sheraton Hotel - Via cardinale Agostino Ciasca 9 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it OFTALMOLOGIA VETERINARIA IN EVOLUZIONE: DAL CANE AGLI UCCELLI - Cagliari - Ordine dei Medici Veterinari - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it PROSPETTIVE IMMEDIATE E FUTURE IN ANESTESIA VETERINARIA - Vittoria Centro Congressi, Montecatini Terme - Via Baccelli, 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - Email: info@anmvi.it
Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC E ORDINE DI CA CORSO ANMVI CORSO ANMVI
SEMINARIO SCIVAC CORSO ANMVI
Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 23 febbraio 2009
SOLUZIONI
Degenerazione retinica
Degenerazione del nervo ottico
Uveite ricorrente degli equini
La puzzola è un mustelide e ha una dieta simile a quella del furetto La puzzola è un erbivoro La puzzola vuole soprattutto frutta e verdura
QUIZ 1
Glaucoma
Risposta corretta: d) 13° Congresso Multisala SIVE, Bologna gennaio 2007
Una quota di proteine animali molto inferiore a quella dei furetti, vegetali, frutta, insetti
QUIZ 2
Quale è la dieta ideale di una puzzola?
Risposta corretta: a) Il merlo indiano, trachemys cripta elegans (la tartaruga dalle orecchie rosse), il pesce rosso, il riconoscimento del sesso negli uccelli dimorfici, la moffetta, le patologie della cute e della corazza dei cheloni. Incontro SIVAE, Cremona Settembre 2004
La causa più comune di cecità nel cavallo è rappresentata da: