Professione Veterinaria 9-2010:Professione 9-2010
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 7 numero 9 dall’8 al 14 marzo 2010
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
TERAPIE PER LA VACCA DA LATTE
GUIDO PISANI DIPLOMATO ECVS
MONITORAGGIO DEL PAZIENTE ANESTETIZZATO
LE PATOLOGIE CUTANEE DEL CONIGLIO
LIBERA PROFESSIONE DEI DIRIGENTI SSN
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BREVI
UN CODICE PER IL PET FOOD Il nuovo Regolamento CE 767/2009 sull'immissione sul mercato e sull'uso dei mangimi incoraggia l'elaborazione di codici comunitari di buona prassi sull'etichettatura, sia per i mangimi per animali da reddito che per gli alimenti per animali da compagnia. L'industria europea del pet food ha raccolto l’invito a predisporre una guida per l'interpretazione del regolamento, in particolar modo riguardo alle dichiarazioni volontarie. Nel nostro Paese questo impegno alla trasparenza è stato assunto da Assalco che, con il sostegno di ANMVI, ha contribuito alla realizzazione del "Codice Fediaf per la Corretta Comunicazione sul Pet Food". Già nel 2005, Fediad, la Federazione europea delle Industrie per Alimenti per Animali da Compagnia, di cui Assalco fa parte, ha provveduto ad elaborare il Manuale di Buone Pratiche per la Produzione di Pet Food Sicuro, pubblicato nel marzo 2007 sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue. Attualmente, la Fediaf ha posto al vaglio della Commissione europea un Codice per la corretta comunicazione sul pet food, con l’obiettivo di armonizzare le dichiarazioni fornite in etichetta, creando un campo comune per tutta l'industria europea
DDL1142 Veterinari, medici e farmacisti non vogliono correre il rischio di essere "risucchiati" dal Ddl 1142 "Istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie infermieristiche ostetriche riabilitative, tecnico sanitarie e della prevenzione". Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio appoggia la proposta di una legge delega di riordino avanzata da FNOVI, FNOMCEO e FOFI.
CCM Le emergenze infettive, "con particolare riguardo a quelle di origine animale" e i rischi emergenti nella catena alimentare figurano nel capitolo della Prevenzione Universale del Piano 2010 stilato dal CCM, il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie. Il Comitato strategico del CCM ha ritenuto di confermare per il 2010 le priorità di intervento individuate nel 2009, disponendo di un finanziamento pari a 26.762.861,00 euro.
ALBI Gli Ordini professionali preposti alla tenuta di albi per l'esercizio di attività professionale devono comunicare all'anagrafe tributaria i dati e le notizie concernenti le iscrizioni, le variazioni e le cancellazioni dagli elenchi stessi. L’invio dovrà avvenire entro il 30 aprile 2010, esclusivamente per via telematica.
AIDAA Non spetta ad ANMVI "esprimere giudizi di merito ma alla procura della Repubblica di Roma alla quale abbiamo inviato una denuncia circostanziata". Lo dichiarava il Presidente di AIDAA Lorenzo Croce. Ma la documentazione non è arrivata alla FNOVI che, di conseguenza, ha presentato un esposto presso la medesima Procura.
CONIGLI Apre l'Anagrafe dei Conigli per la registrazione della popolazione cunicola collegata ai dati del proprietario. Il progetto, annunciato da OIPA e AAE, era stato avviato in occasione del convegno nazionale sulle nuove norme per gli animali d'affezione e ha dato vita al sito www.anagrafeconigli.it.
PET THERAPY Fra gli ultimi atti della Legislatura regionale del Piemonte c'è l'emanazione di una legge sulle terapie e le attività assistite con animali. La Legge ne riconosce il valore terapeutico e istituisce un'apposita Commissione regionale in cui figurano un veterinario e un veterinario comportamentalista "con competenza in pet therapy".
www.anmvioggi.it
RICERCA
Il nostro farmaco è veterinario Uno studio commissionato dall’ANMVI evidenzia la specificità del medicinale veterinario A PAGINA 3
del settore e assicurando una maggior uniformità della terminologia utilizzata. Tutto questo per favorire una maggiore trasparenza delle informazioni e garantire la massima chiarezza e facilità di comparazione per il consumatore, consentendogli di effettuare scelte informate sui prodotti più adatti a lui e al proprio pet. L’ANMVI sostiene questo processo di trasparenza sul pet food e auspica la pubblicazione del Codice sulla Gazzetta ufficiale europea in modo da darne presto applicazione in tutta la Comunità, con l'obiettivo di migliorare la cooperazione tra i produttori di petfood, i medici veterinari dediti alla cura degli animali da compagnia e le autorità competenti. E con l’impegno a salvaguardia del consumatore attraverso l'informazione ai veterinari e ai proprietari di animali. Le principali novità previste dal Regolamento 767/2009 sono state presentate ad un'ampia platea di addetti ai lavori dal Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, Gaetana Ferri, che ha spiegato come il Regolamento, superando le normative europee precedenti modificherà così il panorama legislativo nazionale in materia di mangimi. ■
PER I GIOVANI QUALE FUTURO? La situazione del settore veterinario la conosciamo tutti e non sembra che a breve ci siano grandi possibilità di ripresa. Le cause purtroppo sono ormai note a tutti. Certamente stiamo vivendo una crisi generale del paese, forse anche meno pesante di altre nazioni europee che hanno avuto cali nel nostro settore molto elevati, ma continuiamo ad avere rispetto ad altri due handicap veramente pesanti: abbiamo troppi veterinari e non gestiamo il farmaco. Questi due aspetti ci rendono molto più fragili di fronte alle difficoltà che dobbiamo affrontare. La possibilità di gestire il farmaco veterinario ed altri prodotti per la salute ed il benessere degli animali potrebbe infatti compensare un generale calo di fatturato professionale di quasi tutte le strutture, come sta avvenendo in altri paesi (Spagna, Francia, Belgio) da noi monitorati. Il numero dei veterinari in continua crescita, soprattutto nel settore degli animali da compagnia, ha creato una tale concorrenza, e quindi una rincorsa alla riduzione delle tariffe professionali applicate, da contrarre sensibilmente il fatturato di molti ambulatori. Secondo le nostre rilevazioni in Italia non è diminuito il volume totale di prestazioni veterinarie effettuate, ma queste si sono ripartite su un numero di strutture sempre maggiore, abbiamo ormai superato le 6700, ed a tariffe sempre più basse. Quello che è incredibile è che in questa situazione molti giovani veterinari, dopo anni di esperienza presso diverse strutture, anche all’estero, non trovando altro sbocco professionale aprano una propria attività. Del resto quale diverso futuro potrebbero avere?
www.@nmviOggi.it - L’informazione Veterinaria On Line
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Ricerca Anmvi Informa
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L’importanza del farmaco specie-specifico per una corretta terapia L’ANMVI ha commissionato una ricerca scientifica sul farmaco veterinario Alcuni mesi fa, nell’ambito di alcuni approfondimenti resisi necessari in previsione del confronto con il Ministero per la revisione di tutta la normativa riferita al farmaco veterinario, anche in considerazione delle diverse problematiche evidenziatesi nella sua distribuzione (reperibilità, prezzo, uso in deroga del farmaco umano, farmacovigilanza, ecc.), l’ANMVI ha commissionato al Prof. Roberto Villa, dell’Università di Milano, una ricerca di confronto fra specialità farmaceutiche veterinarie e corrispondenti per uso umano, per evidenziare le differenti specificità e caratteristiche che rendono il farmaco veterinario decisamente più efficace nella terapia sugli animali rispetto a quello umano. La ricerca ovviamente è ampia e complessa e richiede approfondimenti che si protrarranno nel tempo. Il Prof. Villa ci ha comunque già fatto pervenire un primo contributo introduttivo che è certamente esplicativo di come si sta sviluppando la ricerca.
di ROBERTO VILLA, ANNALISA ZONCA Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie - Università degli Studi di Milano Via Celoria, 10 - Milano ella terapia degli animali da compagnia il medico veterinario ricorre molto spesso all’uso in deroga utilizzando il farmaco umano in modo empirico. Alla base di tale comportamento ci sono diverse ragioni: la mancanza del farmaco specie-specifico, la convinzione che congeneri di classe più recenti disponibili in medicina umana siano più efficaci, la scarsa reperibilità in farmacia dei prodotti ad uso veterinario e non da ultimo il minor costo dei farmaci generici ad uso umano. Ragioni che spesso prevalgono nella scelta della terapia perché le conoscenze in merito ai possibili problemi connessi a tale pratica non sono sufficienti. Da un punto di vista normativo il DL 193 del 6 aprile 2006 (Codice comunitario dei medicinali veterinari) ha previsto la possibilità di ricorrere al farmaco non specie-specifico, ma come precisato all’art. 10 che recita: “il veterinario, ove non esistano medicinali veterinari autorizzati per curare una determinata affezione può, in via eccezionale, sotto la sua diretta responsabilità ed al fine di evitare all’animale evidenti stati di sofferenza, trattare l’animale interessato: a) con un medicinale veterinario autorizzato in Italia per l’uso su un’altra specie animale o per un’altra affezione della stessa specie animale; b) in mancanza di un medicinale di cui alla lettera a): 1) con un medicinale autorizzato per l’uso umano. In tal caso il medicinale può essere autorizzato solo dietro prescrizione medico veterinaria non ripetibile; 2) con un medicinale veterinario autorizzato in un altro Stato membro dell’Unione europea conformemente a misure nazionali specifiche, per l’uso nella stessa specie o in altra specie per l’affezione in questione, o per un’altra affezione; c) in mancanza dei medicinali di cui alla lettera b), con un medicinale veterinario preparato estemporaneamente da un farmacista in farmacia a tale fine, conformemente alle indicazioni
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contenute in una prescrizione veterinaria” il legislatore, sulla base dei rischi connessi a tale utilizzo del farmaco ha precisato l’eccezionalità di questo comportamento. Purtroppo, come spesso accade quando non c’è un vincolo normativo netto, l’interpretazione diventa difficile e la consuetudine nella pratica quotidiana diventa la norma applicata. Non bisogna poi trascurare il circolo perverso connesso all’uso in deroga che porta ad un mercato ridotto per il farmaco veterinario con conseguente minor interesse da parte dell’industria ad investire e sviluppare farmaci specie-specifici che trovano uno scarso ritorno economico. Prima di indicare alcune soluzioni per interrompere questo ricorso esagerato all’uso improprio del farmaco è importante inquadrare dal punto di vista scientifico i diversi fattori che possono causare insuccessi terapeutici e/o reazioni avverse a seguito dell’utilizzo di un farmaco non specie-specifico.
FATTORI CRITICI DELL’UTILIZZO EXTRA-ETICHETTA DI UN FARMACO 1) Fattori legati al farmaco 2) Fattori legati alla specie 1. Fattori legati al farmaco Solubilità. Si intende la quantità di un determinato soluto che si dissolve in un volume specifico di liquido, ad esempio la solubilità in acqua. In linea generale la solubilità in acqua è direttamente proporzionale al numero di legami idrogeno che il composto può formare con le molecole d’acqua e, pertanto, la forma ionizzata di un composto ha maggiore solubilità rispetto la forma non ionizzata. La solubilità è dunque strettamente influenzata dal pH del solvente. Ai fini farmaceutici, la solubilità di una sostanza è determinata sulla base del volume di solvente necessario per dissolverne la più alta concentrazione in un range di pH tra 1 e 7,5. Considerando quindi questi due parametri, concentrazione della forma farmaceutica (quantità di principio attivo) e pH del solvente (inteso come pH gastrico o intestinale della specie target), è evidente che la solubilità di un farmaco non può essere considerata universale per tutte le specie animali. Permeabilità. La permeabilità di un farmaco è principalmente funzione del grado di lipofilia e della polarità della molecola stessa. Numerosi sono gli studi in vitro condotti per stabilire il grado di permeabilità dei farmaci nell’uomo e dei vari meccanismi di trasporto, sia attivi che passivi, attraverso le superfici deputate all’assorbimento. La maggior parte di questi studi sono condotti mediante l’impiego di colture di cellule in monostrato che mimano l’epitelio assorben-
te intestinale umano. Dal momento che la composizione dell’epitelio intestinale è piuttosto simile nell’ambito delle diverse specie, si assume, in linea generale, che la permeabilità della parete intestinale sia paragonabile tra le specie. Tuttavia, se questo è vero per la maggior parte delle molecole, in alcuni casi possono evidenziarsi alcune differenze specie-specifiche. Formulazione. La formulazione è un fattore determinante la biodisponibilità di un farmaco. Se da un lato, infatti, un farmaco deve essere sufficientemente liposolubile per assicurare la sua permeabilità attraverso le membrane biologiche, dall’altro è necessario che possieda un grado di idrofilia sufficiente a permetterne il dissolvimento nei fluidi gastrointestinali. Nel formulare un farmaco è possibile quindi aumentarne la biodisponibilità attraverso l’impiego di adeguati eccipienti (surfattanti, lubrificanti, diluenti, ecc…) o la modificazione del principio attivo mediante, per esempio, l’inclusione in complessi che “intrappolano” il farmaco e ne facilitano il rilascio una volta giunto nell’ambiente più adeguato. Mentre alcuni complessi, una volta raggiunta la sede di rilascio, sono prontamente disattivati e il principio attivo è facilmente rilasciato, in altri casi è necessaria una certa attività enzimatica per permettere il rilascio del farmaco e il suo assorbimento (es. i pro-farmaci). Tale attività enzimatica è però variabile in funzione del tratto intestinale considerato e della specie target. Un altro importante fattore da considerare nella formulazione di un farmaco è la dimensione delle particelle. È noto, infatti, che esiste una relazione, con marcate differenze specie-specifiche, tra dimensione delle particelle e velocità di transito attraverso lo stomaco. Eccipienti. Nella formulazione dei farmaci, l’industria farmaceutica pone sempre più attenzione nei confronti dell’impiego corretto e sicuro degli eccipienti. La valutazione di tali sostanze è importante perché, non essendo inerti, possono in alcuni casi provocare effetti avversi che variano da una semplice diminuzione della biodisponibilità del farmaco fino a possibili effetti tossici, che nella maggior parte dei casi sono specie-specifici. Senza dilungarsi, basta citare ad esempio il polisorbato 80, un surfattante, che non solo può avere effetti tossici nei neonati di molte specie (uomo incluso), ma è anche in grado di provocare rilascio di istamina con conseguente ipotensione in numerose specie, o il caso del glicole propilenico che può essere impiegato in modo sicuro nella maggior parte delle specie ma è potenzialmente tossico per il gatto, a causa di carenze enzimatiche della specie felina. Palatabilità. Molti farmaci ad uso veterinario condividono la stessa forma farmaceutica dei
farmaci ad uso umano. Tuttavia, esistono delle formulazioni (tavolette masticabili, granuli, pellets, ecc…) che sono di pertinenza esclusivamente veterinaria. L’impiego di queste formulazioni serve a garantire, ovviamente, la corretta assunzione del farmaco da parte della specie animale a cui la formulazione è destinata. Nello studio di queste specifiche forme farmaceutiche, grande attenzione viene posta soprattutto nei confronti della palatabilità del prodotto, ma anche della facilità di somministrazione o di distribuzione. Ottimizzare la palatabilità significa principalmente mascherare lo sgradevole sapore di alcune sostanze mediante l’aromatizzazione di capsule o tavolette con aromi specifici. Contrariamente a quanto comunemente si pensi, gli studi dimostrano che, non solo tra uomo e animali, come del resto è plausibile aspettarsi, ma anche tra cane e gatto, due specie comunemente associate e ritenute similari, esistono delle notevoli differenze nello spettro di composti a cui le aree del gusto (dolce, acido, salato, amaro e umami) rispondono. Tali differenze si manifestano con preferenze diverse nel gusto tra cane e gatto, fondamentalmente dovute al fatto che mentre il gatto è un carnivoro stretto, il cane è un carnivoro che mangia alimenti anche di origine vegetale. Aromi che sono considerati altamente palatabili negli animali da compagnia sono proteine animali digerite e idrolizzate, emulsioni di carne, aminoacidi, grassi animali; al contrario, aromi che non sono apprezzati sono proteine, fibre e oli vegetali, vitamine, minerali e il gusto amaro. Inoltre, il cane gradisce carne, lievito, aromi sulfurei (aglio) o di cottura e il sapore dolce; il gatto invece preferisce pesce, carne, sapori acidi (pH tra 4.5 e 5.5), estratti di lievito e latticini. Un importante fattore, spesso ignorato, è l’impatto che la masticazione può avere sulla biodisponibilità del farmaco. Esistono, infatti, differenze specie-specifiche nella frantumazione di alcune formulazioni (ad es. i pellets) che possono influire sulla dimensione delle particelle e sul successivo assorbimento del farmaco. 2. Fattori legati alla specie Anatomia del tratto gastrointestinale. Le differenze interspecifiche nell’anatomia del tratto gastrointestinale riflettono le differenze nei costituenti della dieta. I carnivori possiedono villi intestinali molto sviluppati ma un colon piuttosto semplice, caratteristiche queste correlate al tipo di dieta, ricca di proteine e grassi animali ma povera di fibre. Le specie onnivore (come il suino) possiedono un intestino tenue ben sviluppato ma, allo stesso tempo, anche il grosso intestino è più complesso in quanto destinato alla fermentazione delle fibre apportate dalla dieta. Persino negli erbivori, pur accomunati dallo stesso tipo di dieta, esistono sostanziali differenze anatomiche (equidi vs ruminanti). Infine, l’apparato gastrointestinale degli uccelli si differenzia in modo essenziale dai precedenti per la presenza di gozzo, stomaco ghiandolare e ventriglio, e un intestino variamente conformato e sviluppato secondo le diverse specie. Tempo di transito gastrointestinale. In linea generale, è possibile affermare che il tempo di transito nello stomaco influenza l’assorbimento di farmaci che si dissolvono rapidamente; il tempo di transito intestinale influenza invece i farmaci che sono caratterizzati da scarsa permeabilità intestinale, da assorbimento di tipo carrier-mediato, sono soggetti a degradazione intestinale o sostanze la cui dissoluzione è il fattore limitante l’assorbimento sistemico. L’im-
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4 Anmvi Informa Ricerca patto del diverso tempo di transito nelle varie specie è stato sottolineato dall’insuccesso di alcuni studi condotti con l’impiego di cani Beagle come modelli per valutare la biodisponibilità di alcuni farmaci nell’uomo. Il cane (a digiuno) è infatti caratterizzato da una maggiore velocità di svuotamento gastrico rispetto l’uomo, processo che però viene rallentato in misura maggiore nel cane rispetto l’uomo se il farmaco è somministrato in presenza di cibo. È necessario inoltre considerare che la dimensione delle particelle, la viscosità e il volume dei fluidi gastrici influiscono notevolmente sulla velocità di transito. Oltre al tempo di svuotamento gastrico, va considerato anche il tempo di transito intestinale che, almeno in parte, è influenzato dalla diversa lunghezza dell’intestino nell’ambito delle diverse specie. Volume delle secrezioni gastrointestinali. Rappresenta uno dei punti cardine nella dissoluzione dei farmaci. Esistono marcate differenze specie specifiche nella produzione giornaliera di fluidi, quali ad esempio saliva, secrezioni gastriche e intestinali, secrezioni pancreatiche e biliari. Basti pensare che un bovino può produrre quotidianamente circa 160 litri di saliva, il suino 15 litri, il cane 0.5 litri e l’uomo 1.5 litri. Inoltre, non è da sottovalutare anche il corredo enzimatico che caratterizza tali fluidi: ad esempio l’amilasi è presente nella saliva dell’uomo e ancor di più in quella di suino, ma è del tutto assente nella saliva di carnivori e cavallo. pH dei secreti. Nell’ambito delle varie specie si osservano ampie differenze a carico del pH nel tratto gastrointestinale, differenze che possono influenzare marcatamente la dissoluzione e la solubilità dei diversi farmaci. Inoltre, la presenza di alimento può temporaneamente modificare il pH e quindi, in maniera diversa nelle differenti specie, variare il grado di assorbimento del farmaco. Sali biliari. La solubilizzazione rappresenta un fattore critico per la biodisponibilità di farmaci lipofili e tale processo si basa principalmente sulla presenza e sulla composizione dei sali biliari. Tuttavia, sono numerose le differenze specie-specifiche in merito alla produzione e composizione della bile, per cui la solubilizzazione può variare anche in modo sostanziale nelle diverse specie. Permeabilità intestinale. La permeabilità di un farmaco attraverso la superficie intestinale non è un semplice processo in due fasi, solubilizzazione e diffusione, ma rappresenta invece un
sistema complesso di eventi. Infatti, numerosi fattori possono influenzare il grado di permeabilità di una sostanza, quali grado di lipofilia, polarità, dimensione e flessibilità della molecola. Le differenze di specie nella composizione degli strati che formano l’epitelio gastrico e intestinale non sono tali per cui è plausibile aspettarsi una forte influenza sull’assorbimento dei farmaci in tale sede, almeno per la maggior parte delle molecole. È vero però che, in ambito intestinale, altri fattori possono avere maggior peso sulla biodisponibilità dei farmaci, quali il tempo di transito, le interazioni fisico-chimiche con il contenuto intestinale, la digestione batterica e la presenza, variabile tra le diverse specie, di siti specifici deputati all’assorbimento di alcune sostanze. Metabolismo. Senza dubbio rappresenta, tra i fattori che influenzano la biodisponibilità di un farmaco, il più noto e studiato dal punto di vista delle differenze di specie. Il corredo enzimatico epatico deputato alla biotrasformazione dei farmaci può presentare sostanziali differenze non solo tra le diverse specie ma anche, all’interno della stessa specie, tra animale giovane e anziano, soggetto sano e malato, maschio e femmina. Le differenze nel metabolismo dei farmaci che intercorrono tra le varie specie sono spesso chiamate in causa per spiegare sia la diversa efficacia di un farmaco, sia la differente sensibilità nei confronti di eventuali effetti tossici derivanti dalla molecola, così come da altre sostanze xenobiotiche tra le quali gli eccipienti. I casi più eclatanti e più conosciuti di diversità specie-specifiche sono rappresentati dalla lentezza o addirittura assenza di certe reazioni metaboliche in alcune specie animali, quali i processi di glucuronidazione nel gatto, di acetilazione nel cane e la coniugazione con solfati nel suino. A fronte di tutto quanto sopra riportato appare evidente che gli sforzi compiuti nel corso degli anni per approfondire le conoscenze in merito all’ottimizzazione della biodisponibilità dei farmaci, anche ad uso veterinario, siano stati notevoli. Tutto ciò ha portato allo sviluppo di prodotti ad uso specifico con formulazioni adeguate all’impiego nelle diverse specie target. Nonostante questo, il farmaco veterinario spesso rappresenta la seconda scelta rispetto quello umano che ha, oltre una gamma di prodotti molto più vasta, il fondamentale pregio di avere un costo decisamente inferiore, vanificando il lavoro svolto per il farmaco veterinario. Bisogna però considerare che sommini-
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ROBERTO EDOARDO VILLA Nato il 10 Luglio 1962 a Milano FORMAZIONE 1989 Laurea in Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano Abilitazione professionale e dottorato 1989 Abilitazione professionale (medico veterinario) 1993 Dottore di Ricerca in Farmacologia e Tossicologia Veterinaria. 1995-2005 Ricercatore (SSD VET/07) presso l’Istituto di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano. 1996-1997 Esperto nazionale distaccato presso l’Agenzia Europea di Valutazione dei Farmaci (EMEA) a Londra 2005 Professore associato (SSD VET/07) presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi di Milano. 1991 Membro dell’European Association of Veterinary Pharmacology and Toxicology (EAVPT) Incarichi 1999-2000 Componente del Senato Accademico dell’Università di Milano 2001 Componente della Commissione Consultiva del Farmaco Veterinario del Ministero della Salute 2005 Componente del Gruppo di lavoro sulla sicurezza (Safety Working Group) del Comitato per i Farmaci Veterinari (CVMP) presso l’Agenzia Europea di Valutazione dei Prodotti Medicinali a Londra (EMEA) PRINCIPALI INTERESSI DI RICERCA Studio delle caratteristiche farmacocinetiche farmacodinamiche di antinfiammatori, analgesici ed antibatterici di comune impiego in Medicina Veterinaria. Valutazione della distribuzione tessutale e della deplezione residuale di antibatterici nelle specie animali da reddito. ANNALISA ZONCA Nata il 27-11-1974 a Borgomanero (NO). FORMAZIONE 2008 Dottorato di Ricerca in “Alimentazione animale e sicurezza alimentare”, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Milano. 2003 Laurea in Medicina Veterinaria, Dipartimento di Scienze e tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare (VSA), Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Milano. Dal 2009: Cultore della materia nel corso di “Farmacologia, farmacodinamia e farmacia veterinaria” per il corso di Laurea magistrale in Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano. Dal 2007: Cultore della materia nel corso di “Elementi di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria” per il corso di Laurea in Biotecnologie Veterinarie, Università degli Studi di Milano
strare il farmaco ad uso umano in un animale non è sempre così pratico e sicuro. Nella maggior parte dei casi, infatti, il prodotto deve essere porzionato sulla base dell’animale destinatario della terapia, e per fare questo è necessario spezzare compresse, aprire capsule e flaconi, ecc… con tutta una serie di problematiche successive che vanno dalla dose approssimativa alla difficoltà di somministrazione, dalla scarsa palatabilità alla errata conservazione del prodotto, e così via. Tutto ciò può, in definitiva, portare ad un esito incerto della terapia in quanto condotta in modo non sufficientemente
adeguato. In alcuni casi il farmaco ad uso veterinario è ritenuto meno efficace rispetto quello umano, e anche per questo motivo l’uso in deroga è spesso preferito. A fronte di questa efficacia inferiore, peraltro non giustificata, spesso il Veterinario stesso ignora di avere a disposizione uno strumento di fondamentale importanza quale la farmacovigilanza. Infatti, mediante la segnalazione di eventuali effetti avversi o anche semplicemente della mancata efficacia della terapia condotta con un determinato farmaco veterinario, è il Veterinario stesso che controlla la reale efficienza del prodotto e segnala possibili manchevolezze. Tramite un’attenta farmacovigilanza, che tra l’altro rientra nei doveri professionali, la figura del veterinario potrebbe diventare il giusto punto di riferimento per il proseguimento della via dell’innovazione e dell’ulteriore perfezionamento del farmaco veterinario. Per quanto concerne le difficoltà delle aziende farmaceutiche ad investire in prodotti veterinari che sovente hanno scarso ritorno economico, sia per le dimensioni del mercato, sia per l’uso in deroga di prodotti ad uso umano, è facile comprendere che la soluzione più immediata ed efficace sarebbe quella di delegare al veterinario la vendita del farmaco veterinario (come avviene nei principali mercati europei). Tale provvedimento, permettendo al veterinario di avere un ritorno economico sulla vendita del farmaco, farebbe da volano per un maggior utilizzo dei prodotti ad uso veterinario, creando un margine aziendale sufficiente per lo sviluppo di prodotti specie-specifici e permettendo una progressiva riduzione dei prezzi.
BIBLIOGRAFIA Martinez M. et al. (2002a). Advanced Drug Delivery Reviews, 54; 805-824. Martinez M. et al. (2002b). Advanced Drug Delivery Reviews, 54; 825-850 Papich M.G. (2005). The AAPS Journal, 7 (2) Article 29; http://www.aapsj.org Thombre A.G. (2004). Advanced Drug Delivery Re■ views, 56; 1399- 1413
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6 Osservatorio farmaco Buiatria
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Impiego dei farmaci nell’allevamento della vacca da latte di G. TOLASI*, M. ABLONDI**, M. BAIGUERA*, G. BETTONI*, P. BOSSI, M. CAMMI, M. COLOMBO, M. FACCHI, G. GOGNA, L. ODDONO, A. RUGGERI* Veterinari LLPP * Studio Veterinario “ARMIGIO” ** Studio Veterinario “Pogliacomi-Ablondi” a normativa sul corretto uso dei farmaci è al centro di continue riforme e revisioni. L’allevatore ed il veterinario, sia privato che pubblico si trovano talvolta in difficoltà nell’interpretazione e conseguentemente nell’applicazione dei regolamenti. Questa confusione, seppur per un certo verso legittima, ha come conseguenza un atteggiamento negativo che si esplicita con comportamenti “difensivi” che hanno come base una confusione e come conseguenza una difficoltà nel controllo. La considerazione che tutte le pratiche siano solo burocrazia inutile è un concetto radicato nel lavoro in campo ed è molto difficile da smentire. In realtà se si organizza il lavoro in modo organico, il risultato non è solo il rispetto pedissequo della normativa, ma un miglioramento ed un serio controllo di tutto il processo produttivo.
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NORME Le leggi riguardanti l’uso corretto del farmaco si pongono su due livelli: europeo e nazionale. Oltre a questo vi sono tante normative che indirettamente interferiscono con l’argomento. Inoltre vi sono protocolli di lavoro pubblicati da enti autorevoli che integrano il tutto descrivendo e raccomandando comportamenti virtuosi. La storia della normativa europea parte dal libro bianco del 2000, seguito poi dal reg. 178 che ha come conseguenza la nascita dell’EFSA e dal “Pacchetto igiene” (reg. Reg. CE 852-853-854 e 882). Il farmaco è solo una piccola parte di tutto questo grande impianto legislativo, ma da qui partono tutte le conseguenti direttive nazionali. A livello nazionale dal 1992 ad oggi la normativa è stata cambiata ed integrata spesso ed oggi i DPR 158 e 193 sono le norme più importanti che regolano la materia. Con l’istituzione degli aiuti comunitari alle aziende agricole e l’introduzione del criterio di condizionalità, l’OSA dichiara l’osservanza dei “criteri di gestione obbligatori” ovvero disposizioni di leggi già in vigore e derivanti dall’applicazione nazionale di corrispondenti disposizioni comunitarie. Tra queste quelle appunto riguardanti i farmaci. Tra le raccomandazioni ricordo European Platform for the Responsible Use of Medicines in Animals (EPRUMA).
Gli autori propongono una organizzazione strutturata delle terapie in allevamenti di bovine da latte situati nel nord Italia. Il lavoro si basa sulla redazione ed implementazione di protocolli di lavoro. Scopo dell’esperimento è proporre un sistema che oltre ad essere conforme alla normativa vigente, aumenti la sicurezza del prodotto finale, senza aumentare la burocrazia.
LAVORO Premessa all’esperimento è stata una riunione nella quale si è impostata la procedura e la stesura dei documenti da redigere. Questi devono descrivere protocolli di lavoro che comprendano almeno i requisiti minimi di legge e seguire il principio di “descrivere le operatività aziendali e dimostrare di eseguire quanto si è scritto”. Le aree di lavoro che hanno stretta relazione con l’uso dei farmaci sono: 1) PIANTINA DELLA STALLA CON IDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI DEGLI ANIMALI 2) ORGANICO AZIENDALE 3) IDENTIFICAZIONE DEGLI ANIMALI 4) CONSERVAZIONE DEI FOGLIETTI ILLUSTRATIVI 5) PROTOCOLLI DI INTERVENTO Si è deciso di limitare la stesura dei documenti per non creare in questa fase apprensione per l’allevatore. I documenti riguardanti la tracciabilità alimentare essendo un obbligo già da tempo stabilito, non rientrano in questo esperimento.
PIANTINA DELLA STALLA CON IDENTIFICAZIONE DEI GRUPPI DEGLI ANIMALI Risulta fondamentale uno schizzo che indichi la dislocazione dei recinti in cui sono tenuti gli animali con la chiara indicazione della tipologia dei gruppi (vitelli, manze, lattazione, asciutte ecc.)
ORGANICO AZIENDALE PROPOSTA SPERIMENTALE La considerazione sulla quale si fonda tutto il lavoro è che è possibile, anzi auspicabile, la organizzazione strutturata delle terapie in allevamento. 11 veterinari liberi professionisti del nord Italia hanno deciso di usare un sistema comune di comportamento in 18 stalle di diverse dimensioni e condizioni di stabulazione (vedi tabella) ubicate in 3 regioni e sette province (vedi mappa). Scopo dell’esperimento è la valutazione dell’operatività del sistema e gli eventuali risultati ottenuti.
Anche nelle stalle piccole è importante descrivere il diagramma delle risorse umane coinvolte nel processo produttivo e con l’indicazione dei compiti affidati. Questo aiuta anche a responsabilizzare il personale e a meglio chiarire i ruoli.
IDENTIFICAZIONE DEGLI ANIMALI L’identificazione degli animali ha riguardato principalmente la metodologia di assegnazione del numero aziendale,essendo questo che viene usato normalmente dall’operatore di stalla. La sua assegnazione deve derivare da
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Allevamenti
18
Regioni
3
Province
7
Vacche
< 50 50 < 100 = 100 < 200 = 0 > 200
2 2 10 4
Alimentazione
TMR Autoalimentatori
16 2
Latte
Alimentare Caseificazione
5 13
Stabulazione
Fissa Cuccette
1 17
CONCLUSIONI
continuamente verificate ed eventualmente corrette. In particolare il corretto uso del farmaco va continuamente verificato ed i sistemi di sicurezza una volta concordati ed attuati devono essere continuamente valutati. Nella stesura dei documenti il metodo usato deve essere il seguente: ci si siede ad un tavolo con l’allevatore e gli si chiede di dire come lui effettua una determinata pratica (ad esempio come identifica gli animali trattati). Si scrive quello che lui dice poi si rilegge il tutto e si considerano le incongruenze. Gli si fanno notare e si concorda una soluzione. Si rilegge il tutto e si valuta la fattibilità del nuovo sistema. In una visita successiva si verifica se quanto concordato è stato applicato. È necessaria la conservazione di un faldone con tutti i documenti. Una volta redatti, l’aggiornamento risulta agevole e questa necessità è meno frequente di quanto sembri. È molto importante che il veterinario firmi in calce tutti i documenti prodotti per una sua presa di responsabilità. Questa proposta di lavoro è semplice e non carica di ulteriore burocrazia l’allevatore, risulta fondamentale per un corretto uso del farmaco, è gradita all’allevatore che, dopo un primo momento di perplessità, richiede il sistema. È un potente mezzo per valorizzare la figura del professionista quale direttore sanitario dell’allevamento e risulta fondamentale nella fase di verifica da parte dell’autorità competente. Il sistema si presta a considerare altre fasi del processo produttivo come la mungitura, la biosicurezza ed il benessere animale. A nostro avviso potrebbe essere la piattaforma per la costruzione della figura del veterinario aziendale. Il passo successivo auspicabile è l’effettuazione del momento di verifica da parte del veterinario ufficiale, un audit concordato ed organizzato con lo scopo di una valutazione dell’organizzazione del lavoro in allevamento e la collocazione dell’allevamento in una classe di rischio più o meno elevata.
Il lavoro così organizzato è l’applicazione in campo del sistema HACCP-LIKE, auspicato dal pacchetto igiene. La descrizione di parte del processo produttivo nell’allevamento della vacca da latte ha portato come effetto immediato alla revisione delle pratiche aziendali che, pur essendo attuate con una certa affidabilità devono essere
FVE Policy Paper FVE/doc/08/045 reg. Reg. CE 852-853-854 e 882 European Platform for the Responsible Use of Medicine in Animals DPR 158 e 193 Herd Health and Production Management in Dairy Practice Brand, Noordhuitzen, Schukken Manuale di BPA del Bovino da Latte - Tolasi, Cereser, Perri ■
un metodo che permetta inequivocabilmente la corrispondenza con la marca ufficiale. Spessissimo i sistemi adottati non sono accettabili e l’implementazione di un metodo logico non ha creato problemi. Una volta stabilito e descritto il metodo di assegnazione del numero aziendale e comprovatane la logicità, si può ragionevolmente sostenere l’uso del n. aziendale in alcune registrazioni ufficiali (reg. trattamenti). Un capitolo delicato è l’identificazione degli animali trattati con medicamenti che implicano l’osservazione di tempi di sospensione. I metodi usati sono risultati spesso inaffidabili o poco sicuri. Concordare con l’allevatore modi diversi ha rappresentato talvolta un problema per la naturale resistenza al cambiamento dell’allevatore. Stabilire criteri sicuri è stato motivo di soddisfazione sia per l’allevatore che per il veterinario.
CONSERVAZIONE DEI FOGLIETTI ILLUSTRATIVI Questa pratica obbliga a leggere dosi, modalità di impiego, tempi di sospensione e modalità di conservazione dei presidi farmacologici. Questo ha comportato alcune sorprese ed ha aiutato a ridefinire molte procedure “imprecise” consolidate da anni.
PROTOCOLLI DI INTERVENTO Nelle condizioni di allevamento industriale, molte sono le patologie o le pratiche che l’allevatore effettua senza chiamare il veterinario. Esempi sono l’asciugatura o la cura della mastite. Descrivere questi protocolli di intervento aiuta a puntualizzarli e a definirli meglio. Anche in questo caso si sono corretti moltissimi errori.
BIBLIOGRAFIA
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8 Osservatorio farmaco Comunicazione
VETERINARIA 9 | 2010
La pubblicità dei farmaci veterinari attraverso i nuovi mezzi di diffusione Web, mms, sms, posta elettronica: ai prodotti che impattano sulla salute non tutto è permesso
2.
3.
a Commissione ministeriale per il rilascio delle licenze di pubblicità sanitaria ha analizzato l’evoluzione dei nuovi mezzi di diffusione (web, mms, sms, posta elettronica) in relazione alle comunicazioni pubblicitarie di prodotti che hanno un impatto sulla salute. I criteri fino ad ora impiegati dalla Commissione per la valutazione dei messaggi “tradizionali” (stampa, comunicati radio, messaggi televisivi) si sono rivelati inadeguati di fronte alla diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione. Dall’analisi di questo nuovo scenario mediato, è emersa la necessità di adottare dei criteri di valutazione specifici che sono stati individuati e dettagliati da una apposita Linea Guida, emanata dalle due Direzioni ministeriali competenti: la Direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici e la Direzione generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario. La Linea Guida è stata approvata dalla Commissione il 25 gennaio di quest’anno e riguarda: i medicinali di automedicazione, i dispositivi medici e medico-diagnostici in vitro, i presidi medico chirurgici e i medicinali veterinari. Rinviando ad @nmvi Oggi (www.anmvioggi.it) per la lettura integrale della Linea Guida, riportiamo di seguito le principali previsioni in fatto di pubblicità per quanto riguarda i farmaci veterinari alle quali dovranno attenersi le aziende commerciali.
L
NUMERI VERDI Il riferimento a numeri verdi è accettabile solo se eventuali messaggi pubblicitari di medicinali veterinari in essi contenuti siano stati pre-
ventivamente approvati dalla Commissione. Sono accettabili i numeri verdi in cui il messaggio registrato è predeterminato e automatizzato mediante strumenti elettronici; il contenuto del messaggio su supporto cartaceo deve essere depositato presso l'Ufficio preposto all'istruttoria delle istanze alla pubblicità. L'Ufficio medesimo può richiedere di acquisire i messaggi su supporti magnetici o ottici recanti le registrazioni in questione. È consentito il riferimento a numeri verdi non automatizzati esclusivamente nel caso in cui siano preposti alla gestione eventuale di segnalazione e reclami riguardanti l'utilizzo del medicinale. A tal riguardo l'Azienda interessata deve fornire una dichiarazione dalla quale risulti chiaramente l'impegno ad utilizzare il servizio con operatore esclusivamente nel senso sopra prospettato.
4.
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INTERNET 1. L'utilizzo di internet come strumento di divulgazione di messaggi pubblicitari riguardanti i medicinali veterinari aventi i requisiti previsti dall'art 1, comma 2 del Decreto Ministeriale 14 giugno 2002 è considerato alla stregua degli altri messaggi pubblicitari pertanto è necessaria autorizzazione ai sensi dell'art. 5 del DM sopra indicato. Si precisa che è ritenuta accettabile la richiesta di un messaggio recante un riferimento ad un indirizzo Web a condizione che trattasi del sito ufficiale dell'Azienda richiedente e che eventuali messaggi pubblicitari di medicinali veterinari in esso contenuti siano stati preventivamen-
•
te approvati dalla Commissione Consultiva per il rilascio delle licenze di pubblicità sanitaria. Il materiale pubblicitario non è assoggettato ad autorizzazione preventiva e può essere diffuso anche al grande pubblico quando il messaggio riproduce immagini raffiguranti esclusivamente la confezione dei medicinali. L'ufficio preposto all'istruttoria delle istanze può richiedere di visionare i contenuti del sito anche su supporto cartaceo oltre che magnetico o ottico. La pubblicazione di pagine o di banners, frames a comparsa o in sovrapposizione, ed ogni altra forma di presentazione su Internet è da considerarsi a tutti gli effetti, come un mezzo di diffusione a sé. Il materiale eventualmente già autorizzato per altri mezzi di diffusione, non può essere direttamente inserito in rete ed è necessario, pertanto, ottenere una specifica autorizzazione. La responsabilità della domanda ricade in capo al soggetto che promuove il prodotto, indipendentemente dal sito nel quale il messaggio è inserito. In tutti i casi nei quali è possibile, il richiedente deve fornire informazioni circa la pagina nella quale si intende inserire il banner (o un'altra delle forme di messaggio sopradescritte) in relazione al possibile contenuto, non espresso, che potrebbe derivare dall'associazione del messaggio autorizzato con il testo al quale esso viene associato. Messaggi promozionali molto estesi, contenenti sia parti informative a carattere medico-scientifico che parti promozionali di propri prodotti, possono risultare ingannevoli in quanto l'intento promozionale può venire occultato dalla ridondanza di informazioni. Pertanto, si ritiene opportuno fornire le seguenti indicazioni: nel caso in cui un messaggio pubblicitario venga inserito in un sito di cui l'Azienda risulta anche titolare, questa dovrà trasmettere alla Commissione il contenuto dell'intero sito; è doverosa e opportuna una netta separazione tra il messaggio pubblicitario e il contenuto informativo del sito. Pertanto, nell'ambito di siti internet, l'Azienda deve, a monte, circoscrivere il messaggio pubblicitario, sia al fine di rendere la pubblicità riconoscibile come tale, sia perché l'autorizzazione ministeriale deve essere ascrivibile alla porzione di testo, ben definita, recante contenuti promozionali. Deve essere, inoltre, apposta una dicitura nella pagina autorizzata che chiarisca che l'autorizzazione concerne solo il messag-
gio pubblicitario; • la parte di informazioni di carattere generale inserita in un testo esteso che contiene, al suo interno, un messaggio autorizzato, deve essere, comunque, trasmessa alla Commissione. che deve valutare il messaggio pubblicitario inserito nel suo contesto, nonché valutare se quest'ultimo è ben identificabile come messaggio pubblicitario e sufficientemente separato dalle altre parti. 5. Link tra siti, banners o altri frames contenenti, ciascuno, materiale promozionale autorizzato dal Ministero, rivolto al grande pubblico, sono accettabili a condizione che l'Azienda responsabile del materiale in rete provveda ad avvertire l'utente con la seguente dicitura: "State abbandonando il sito Azienda XXXXX....contenente materiale promozionale autorizzato ai sensi della vigente normativa in materia di pubblicità sanitaria". 6. Link da siti, banners o altri frames contenenti materiale promozionale autorizzato verso altri siti non contenenti materiale promozionale in lingua italiana soggetto ad autorizzazione (ad esempio contenenti informazioni dì educazione sanitaria, automedicazione ecc.), sono accettabili a condizione che l'Azienda responsabile del materiale in rete provveda ad avvertire l'utente con la dicitura di cui al precedente punto 5. 7. Link da siti, banners o altri frames contenenti materiale promozionale autorizzato verso altri siti italiani o esteri contenenti materiale promozionale in lingua italiana soggetto ad autorizzazione, ma non autorizzato, non sono accettabili.
SMS E MMS 1. Non è ammessa la diffusione di messaggi pubblicitari tramite sms in quanto tale modalità di promozione non consente di fornire all'utente, in un unico messaggio, il contenuto minimo previsto per legge che deve accompagnare la pubblicità di tale tipologia di prodotti. 2. È ammessa la diffusione di messaggi pubblicitari tramite mail o tramite Mms, previa autorizzazione, esclusivamente nel caso in cui l'Azienda abbia preventivamente acquisito il consenso dell'utente all'utilizzo dei propri dati personali per il ricevimento di informative promozionali. All'atto della presentazione della domanda di autorizzazione, l'Azienda deve dichiarare che il messaggio verrà diffuso esclusivamente previo consenso del consumatore. ■
ILLECITO RIFIUTARE LA FORNITURA DI OSSIGENO TERAPEUTICO
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iceviamo segnalazioni riguardo alla mancata fornitura di ossigeno per terapia da utilizzare da all'interno della struttura veterinaria per i pazienti in cura. A beneficio dei Colleghi che incorressero in questo disservizio, è bene puntualizzare che i medici veterinari titolari o direttori sanitari di struttura sanitaria sono autorizzati a richiedere e a ricevere la fornitura dal Decreto Legislativo 6 aprile 2006, n. 193 "Attua-
zione della direttiva 2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali veterinari" (Gazzetta Ufficiale n. 121 del 26 maggio 2006). Allo scopo non rileva la sopraggiunta disposizione legislativa che richiede, dal 1 gennaio di quest’anno, un AIC per i gas medicali. Giova quindi precisare che i medici veterinari possono, ai sensi di legge, approvvigionarsi di medicinali ad uso umano (quali sono i gas medicali a norma di legge) anche dai
grossisti e dai produttori i quali devono provvedere alla fornitura prescritta, pena l’ostacolo all'espletamento di un'attività sanitaria autorizzata, passibile di denuncia alla Procura della Repubblica. Tale fornitura deve inoltre rispettare le norme di approvvigionamento prescritte dallo stesso D.Leg. 193/2006 che prevedono la redazione da parte del medico veterinario di ricetta non ripetibile in triplice copia.
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10 Intervista Specializzazioni
VETERINARIA 9 | 2010
Guido Pisani: diplomarsi all’ECVS lavorando L’alternate training programme è il percorso di preparazione al College ECVS per chi ha già un’attività professionale di FULVIO STANGA uido Pisani è fresco di diploma all’ECVS (European College of Veterinary Surgeons) e a sentirlo parlare si comprende appieno il significato personale e professionale di un traguardo scientificamente prestigioso e molto impegnativo. La notizia del conseguimento del Diploma ECVS è arrivata via e-mail a febbraio ed ha coronato anni dedicati allo studio e al lavoro. Il nostro Collega, infatti, ha affrontato il cosiddetto alternate training programme che consente di intraprendere il percorso verso il College continuando ad esercitare la professione.
G
È stato un traguardo difficile, inseguito per molto tempo, e per questa ragione deve essere ancora più gratificante. Non è così? La gratifica deriva dal fatto che, nonostante tutte le difficoltà e i fallimenti di percorso, adesso è un risultato acquisito e quindi posso gioire del risultato. Vorrei sottolineare i meriti di un lavoro che è stato per così dire di gruppo, grazie alla disponibilità dei miei soci colleghi (Andrea Carli e Lorenza Chiodo ndr) nel permettermi di affrontare questo percorso, e soprattutto grazie alla mia famiglia che ha sopportato le mie assenze. Come hai gestito lo studio e il contemporaneo svolgimento dell’attività professionale quotidiana? Sacrificando la sfera personale. Ti ritrovi ad andare in vacanza coi libri… Esclusi i periodi di preparazione all’esame in cui il lavoro è stato completamente sostituito dallo studio, lo stu-
Guido Pisani, classe 1963 e laurea a Pisa nel 1987, ha conseguito il Diploma ECVS. Esercita presso il Centro veterinario Pisani-Carli-Chiodo di Ortonovo (La Spezia). Nella foto è con Fulvio Stanga, Direttore scientifico della SCIVAC. Per la SCIVAC, Pisani ricopre attualmente l’incarico di Tesoriere. Ad oggi, sono 11 gli italiani membri dell’ECVS, uno nel settore degli equini, due nel settore degli animali da reddito e gli altri nella clinica degli animali da compagnia. A Guido Pisani le congratulazioni di Professione Veterinaria
dio è stato strappato alla vita personale e alla famiglia. Qualche numero fa, con Chiara Valtolina abbiamo parlato della tenacia e della determinazione che sono necessari per raggiungere un diploma. Quali motivazioni ti hanno sostenuto? Inizialmente la curiosità scientifica. Poi è subentrata la voglia di confrontarsi con professionisti competenti a livello internazionale. Per quanto riguarda il momento dell’esame a sostenermi è stata la rabbia… la volontà di arrivare in fondo e di non buttare via gli anni del training. Chi è stato il tuo tutor e in cosa consiste
l’alternate training programme? Il mio tutor è stato inizialmente Stefano Pizzirani (ECVS e ACVO) e successivamente Aldo Vezzoni (ECVS). Li voglio ringraziare pubblicamente per tutto quello che mi hanno insegnato: scienza, professionalità, etica. Il cosiddetto alternate training programme è un programma di studio per i diplomandi che hanno già una propria attività professionale e si contrappone al residency programme che è normalmente rivolto ai più giovani e che prevede un percorso a stretto contratto con il tutor. Io ho continuato a svolgere l’attività clinica nella mia struttura, avendo un rapporto più saltuario con i miei tutor rispetto allo studente del residency che svolge la sua giornata di lavoro/studio presso la struttura del tutor, in un periodo concentrato in circa tre anni. Con l’alternate, il percorso si protrae per più anni fino alla completa acquisizione delle credenziali di ammissione all’esame all’università di Zurigo, nella sede logistica del college europeo. Quanto costa diplomarsi al College? In termini economici si può dire che l’alternate non abbia costo, gli unici costi che ho sostenuto sono stati quelli dell’iscrizione all’esame: 250 euro per sessione, quindi circa 750 euro in tutto. Può avere un costo in termini di tempo sottratto all’attività di lavoro. Settimanalmente andavo a Firenze da Pizzirani e poi a Cremona da Vezzoni per svolgere l’attività con il tutor e discutere i casi, preparare le comunicazioni e i casi scientifici. Ma in ogni caso tutti questi costi sono ripagati dal fatto che poi lavori in un altro modo. Cioè, come si lavora con la formazione di un College? Il valore aggiunto del Diploma non sta solo nel fatto di avere superato un esame, ma sta nel valore del percorso fatto che ti obbliga a pianificare l’acquisizione delle conoscenze, allo studio critico e all’analisi dei casi clinici. E poi ti costringe a confrontarti con te stesso, con il tuo tutor e col fatto che ci sarà una revisione annuale da parte del College. Devi costantemente confrontarti, devi abituarti a mantenere la documentazione del tuo caso, ad archiviar-
lo... L’obbligo di fare tutto questo crea una certa forma mentis e insegna ad approcciare il caso clinico in un modo che sia controllabile. Lo studio in lingua inglese è un fattore limitante per noi italiani? Per chi non è di madre lingua inglese, la lingua è sempre uno scoglio pur conoscendola. Chi vuole avvicinarsi al College prenda la dimestichezza maggiore che può con l’inglese e continui a confrontarsi con il mondo. Sono favorevole alla frequenza di corsi in lingua inglese e consiglio di non acquistare testi tradotti, ma di scegliere i testi in lingua originale. Questo perché nel momento in cui ci si abitua a studiare in questo modo ci si abitua anche a pensare e a parlare con un approccio internazionale. Il pregio della lingua inglese è di essere il trait d’union con il resto del mondo scientifico, il difetto è che noi italiani quando prendiamo confidenza con la lingua inglese tendiamo a non usare più l’italiano tecnico e a volte facciamo abuso di termini stranieri. Il diploma arriva in una fase di maturità professionale. Dunque il college non è solo per chi è all’inizio della carriera, anzi possiamo dire che l’esperienza può aiutare? Ai fini dell’esame, nel mio caso, l’esperienza nei diversi campi di azione della chirurgia mi ha aiutato, mi ha favorito anche nello studio. Ma per certi aspetti, quando l’apprendimento è più vicino alla nozionistica essere più freschi di laurea è sicuramente un vantaggio. Il titolo è pubblicizzabile. Come pensi di investire su questo traguardo? Il mio piacere, la mia gratificazione attualmente è quella di lavorare con il bagaglio culturale che mi sono fatto nei vari campi di applicazione della chirurgia. La differenza è che ora applico queste competenze con un titolo e con un riconoscimento internazionale. Il punto di arrivo per me è questo, è la completezza di un percorso decisamente difficile e complicato, portato avanti in tanti anni con tante difficoltà logistiche e personali. Cosa significa far parte di un College? I college siano essi americani o europei sono la certificazione di qualità dei suoi membri. Ad un College non si è iscritti, di un College si fa parte. Un diplomato del College del resto non acquisisce il titolo per averlo e basta perché deve documentare il costante esercizio professionale secondo i canoni del college, quindi frequentare i corsi, produrre pubblicazioni, presentazioni, ecc. Un diplomato europeo deve continuare ad essere attivo non solo come esecutore delle sue competenze acquisite, ma anche come docente e come soggetto attivo di quella disciplina. Un suggerimento ai Colleghi, soprattutto ai giovani Il College è faticoso ma costruttivo per la propria formazione e per l’acquisizione delle proprie capacità tecniche, il mio consiglio per chi ha voglia di “sbattersi molto” è di farlo. ■
WWW.ECVS.ORG Contact address: European College of Veterinary Surgeons ECVS, VetSuisse Faculty University Zurich, Winterthurerstrasse 260, CH-8057 Zürich, Switzerland phone +41-44-635 8408 or +41-44-313 0383 fax +41-44-313 0384 ecvs@vetclinics.uzh.ch
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Eventi Veterinari
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SIODOV
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SIGAV
SOCIETÀ ITALIANA DI ODONTOSTOMATOLOGIA VETERINARIA
SOCIETÀ ITALIANA DI GASTROENTEROLOGIA VETERINARIA
TERAPIA ENDODONTICA: DALLA DIAGNOSI ALLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA Cremona, Palazzo Trecchi Sabato 10 e Domenica 11 Aprile 2010 RELATORI
16.00 Pausa 16.30 Presentazione di casi clinici a cura dei soci SIODOV 17.00 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
Francesca Amitrano, Torino Dea Bonello, Torino Alessandro De Simoi, Belluno Paolo Squarzoni, Bologna
PROGRAMMA SABATO 10 APRILE 2010 14.30 Anatomia endodontica e sue variazioni - D. Bonello 15.15 Patologie pulpari e periradicolari - D. Bonello 16.00 Pausa 16.30 La diagnosi in endodonzia: quando fare una terapia canalare - D. Bonello 17.15 Anatomia e patologia comparata: cosa possiamo imparare dall’odontoiatria umana - F. Amitrano 18.00 Termine dei lavori
ISCRIZIONI L’incontro è gratuito per tutti i soci SIODOV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Socio SIODOV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00
SEDE Cremona, Palazzo Trecchi
DOMENICA 11 APRILE 2010 9.30 Vie d’accesso e preparazione della cavità d’accesso: strumentario - P. Squarzoni 10.15 Detersione e sagomatura canalare: strumentario e materiali - A. De Simoi 11.00 Pausa 11.30 Tecniche ed esperienze in odontoiatria umana - F. Amitrano 12.30 Pausa pranzo 14.00 L’otturazione tridimensionale del sistema canalare: strumentario e materiali (guttaperca e cementi canalari) - A. De Simoi 15.00 Tecniche ed esperienze in odontoiatria umana - F. Amitrano
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it sezione SOCIETÀ SPECIALISTICHE
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
PROTOCOLLI DIAGNOSTICI E SCELTE TERAPEUTICHE NELLE PODODERMATITI E NELLE MALATTIE UNGUEALI DEL CANE E DEL GATTO Cremona, Palazzo Trecchi Domenica 11 Aprile 2010
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Approccio diagnostico terapeutico alle pododermatiti del cane e del gatto - A. Vercelli 10.00 Approccio diagnostico terapeutico alle malattie ungueali del cane e del gatto - F. Albanese 11.00 Pausa 11.30 Qual è la vostra diagnosi? 12.30 Assemblea elettiva SIDEV 13.30 Pausa pranzo 14.30 Qual è la vostra diagnosi? 15.30 Casi clinici a cura dei soci SIDEV 17.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e termine dei lavori ISCRIZIONI L’incontro è gratuito per tutti i soci SIDEV in
ISCRIZIONE
Giovanni Aste, Teramo - Enrico Bottero, Cuneo - Giuseppe Febbraio, Bari - Ugo Lotti, Pistoia - Pietro Ruggiero, Roma - Rossella Terragni, Bologna
L’incontro è gratuito per tutti i soci SIGAV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIGAV: Gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Gestione del paziente con sintomatologia acuta - U. Lotti 9.45 Aggiornamenti terapeutici sulle più comuni malattie del pancreas esocrino: EPI pancreatite - G. Aste 10.30 Pausa 11.00 Aggiornamenti terapeutici sulle patologie esofagee funzionali e meccaniche - P. Ruggiero 11.45 Aggiornamenti terapeutici sul megacolon felino - R. Terragni 12.30 Pausa pranzo 14.00 Terapia nutrizionale in corso delle principali gastro-enteropatie acute e croniche - G. Febbraio 14.45 Terapia immunosoppressiva, prebiotici e probiotici nel paziente cronico - E. Bottero 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici a cura dei soci SIGAV 17.00 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA D’URGENZA E TERAPIA INTENSIVA VETERINARIA
SOCIETÀ ITALIANA DI DERMATOLOGIA VETERINARIA
Francesco Albanese, Napoli Antonella Vercelli, Torino
RELATORI
SIMUTIV
SIDEV
RELATORI
AGGIORNAMENTI TERAPEUTICI NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE GASTROENTERICO ACUTO E CRONICO Cremona, Palazzo Cittanova Sabato 10 Aprile 2010
regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Socio SIDEV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00 SEDE Cremona, Palazzo Trecchi PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it sezione SOCIETÀ SPECIALISTICHE
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
PARTECIPAZIONE: La partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci SCIVAC, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quota associativa dell’anno in corso. I Soci SCIVAC possono partecipare a qualsiasi incontro regionale organizzato da SCIVAC in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con sé la tessera SCIVAC con il bollino dell’anno in corso). PER INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC, Monica Borghisani Tel. 0372403506 - delregionali@scivac.it
COME DIAGNOSTICARE E GESTIRE L’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA IN PRONTO SOCCORSO Cremona, Palazzo Trecchi Domenica 11 Aprile 2010 OBIETTIVI I relatori focalizzeranno le loro relazioni sulla gestione dei problemi respiratori in pronto soccorso. Durante lo svolgimento delle relazioni verranno fornite le nozioni fondamentali per diagnosticare le cause delle principali difficoltà respiratorie responsabili di gravi alterazioni delle funzioni vitali e l’aggiornamento allo stato dell’arte. L’insufficineza respiratoria costituisce una vera emergenza, una compromissione dell’apparato respiratorio è causa di gravi sofferenze dell’animale, saperle riconoscere e trattarle prontamente costituisce una vera sfida per il Medico Veterinario che lavora in Pronto Soccorso o in qualsiasi altra struttura veterinaria.
RELATORI Marco Bertoli, Roma - Paolo Gaglio, Roma Chiara Valtolina, Utrecht (B) Fabio Viganò, Milano
12.30 Pausa pranzo 14.30 Casi clinici (gestione delle patologie dello spazio pleurico e utilizzo di un drenaggio toracico di piccolo diametro, inserito con la tecnica di Seldinger) C. Valtolina 15.30 Casi clinici (c. estranei, paralisi laringea, polmonite ab ingestis) M. Bertoli 16.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
ISCRIZIONI L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMUTIV in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Socio SIMUTIV: gratuito Socio SCIVAC: € 50,00 Non Socio: € 100,00
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Dove è localizzata la causa dell’insufficienza respiratoria, e di che insufficienza si tratta? Prima valutazione e diagnosi F. Viganò 10.00 Interpretazione dell’emogasanalisi in pazienti con insufficienza respiratoria utilizzando casi clinici P. Gaglio 11.00 Pausa caffè 11.30 Valutazione e gestione della dispnea di origine cardiaca C. Valtolina
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
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12 Eventi Veterinari
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Società federata ANMVI
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DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC BASILICATA QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE Matera, 11 Aprile 2010
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LIGURIA PATOLOGIE NEUROLOGICHE COMUNI NELLA PRATICA CLINICA: IL PAZIENTE PARAPARETICO E QUELLO EPILETTICO Genova (Nervi), 11 Aprile 2010
OBIETTIVI Affrontare e risolvere situazioni più o meno complesse (neoplastiche e non) dal punto di vista chirurgico (si affronteranno le patologie di più frequente riscontro). Gli aspetti diagnostici saranno trattati solo nei loro elementi fondamentali e pratici. Fornire elementi prognostici.
RELATORE Paolo Buracco
PROGRAMMA 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Indicazioni cliniche e tecniche di ricostruzione di ampie soluzioni di continuo in diverse regioni corporee nel cane e nel gatto 11.00 Pausa 11.30 Indicazioni cliniche e chirurgia di colon/retto, regione perianale e peri-
neale nel cane e nel gatto 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
OBIETTIVI
SEDE
RELATORE
Hilton Garden Inn Via Germania (Borgo Venusio) 75100 Matera
Cristian Falzone
13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi: Il paziente paraparetico e paraplegico: come dargli le giuste chances 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi: Il paziente epilettico: impariamo a riconoscere e gestire le diverse cause 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
PROGRAMMA
SEDE
8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Il paziente paraparetico: ernie del disco vs traumi spinali 11.00 Pausa 11.30 Gestione del paziente epilettico: vecchie e nuove frontiere terapeutiche
Astor Hotel - Via delle Palme, 16 16167 Genova (Nervi)
3 CREDITI ECM
Società federata ANMVI
In questa giornata verranno trattati due dei temi di più frequente riscontro nella clinica di routine e specialistica neurologica, partendo dalla visita di base, passando attraverso gli esami collaterali, fino alla scelta del trattamento medico e chirurgico. L’obiettivo principale sarà quindi quello di sensibilizzare il medico veterinario al paziente paraparetico ed epilettico, anche grazie all’ausilio dei casi clinici interattivi, che permetteranno di condividere e discutere le diverse opinioni ed i differenti punti di vista.
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
CORSO REGIONALE DI ONCOLOGIA Ragusa, 11-13 Giugno 2010 OBIETTIVI Il corso si propone di dare al partecipante le basi per una corretta conoscenza dell’oncologia clinica e medica. Saranno trattate le più comuni malattie tumorali degli animali da compagnia oltre ad un approccio corretto alla patologia neoplastica partendo dalle metodiche di biopsia e proseguendo con l’analisi delle due terapie più importanti: chirurgia e chemioterapia. Durante i 3 giorni del corso ci sarà poi la possibilità di imparare ad utilizzare in pratica gli strumenti bioptici. Sarà inoltre dato il giusto peso allo studio delle singole forme neoplastiche.
RELATORI Giorgio Romanelli Magda Gerou-Ferriani
PROGRAMMA Venerdì, 11 Giugno 2010 9.00 Registrazione partecipanti - Saluti 9.30 Approccio al paziente neoplastico, dalla presentazione alla terapia Magda Gerou Ferriani 10.15 Principi di biopsia tissutale Giorgio Romanelli 11.00 Pausa caffè 11.15 Principi di chirurgia oncologica Giorgio Romanelli 12.00 Concetti di Chemioterapia: quando, cosa e come - 1a parte Magda Gerou Ferriani 12.45 Pausa pranzo 13.45 Concetti di Chemioterapia: quando, cosa e come - 2a parte Magda Gerou Ferriani 14.30 Emergenze dovute alla chemioterapia: come risolvere i problemi Magda Gerou Ferriani 15.15 Pausa caffè 15.30 Terapie di supporto nel paziente oncologico Giorgio Romanelli 16.15 Sindromi paraneoplastiche e tumor lysis syndrome: evitando le complicazioni Magda Gerou Ferriani 17.00 Fine della 1a giornata
Sabato, 12 Giugno 2010 9.00 Neoplasie cutanee: generalità, diagnosi e principi di trattamento Giorgio Romanelli 10.30 Pausa caffè 11.00 Mastocitoma: presentazione clinica, diagnosi e trattamento chirurgico Giorgio Romanelli 11.45 Mastocitoma: trattamento medico Magda Gerou Ferriani 12.30 Pausa pranzo 13.30 Sarcomi dei tessuti molli Giorgio Romanelli 14.15 Tumori ossei Giorgio Romanelli 15.00 Esercitazioni pratiche: ago aspirazione linfonodale, biopsia con trucut, asportazione di neoplasie cutanee con margine corretto 16.30 Fine della 2a giornata Domenica, 13 Giugno 2010 9.00 Linfoma nel cane: dalla diagnosi al “rescue protocol” Magda Gerou Ferriani 10.30 Pausa caffè 11.00 Tumori mammari nel cane e nel gatto Giorgio Romanelli 12.30 Pausa pranzo 13.30 Tumori dell’urinario Giorgio Romanelli 14.15 Tumori del cavo orale Giorgio Romanelli 15.00 Esercitazioni pratiche interattive su casi clinici con discussione collegiale 16.30 Fine del corso
ISCRIZIONI Scadenza pre-iscrizioni: 31 maggio 2010. Quote di partecipazione: Soci SCIVAC: € 250,00 + IVA 20% Non soci SCIVAC: € 400,00 + IVA 20%
SEDE: IZS Ragusa
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI Cremona, Palazzo Trecchi 27-28 Marzo 2010 RESPONSABILE SCIENTIFICO Marco Bedin
16.15 Allevamento dei piccoli orfani Laura Clemenzi 17.00 Assemblea dei soci
MODERATORE Cristina Stocchino
PROGRAMMA Sabato, 27 Marzo 2010 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del/i relatore/i ed inizio dei lavori
Sessione Coniglio da Compagnia e Roditori 9.30 Odontoiatria nella cavia e nel cincillà Alessandro Melillo 10.05 Terapia d’emergenza nei piccoli roditori Vanessa Partata 10.40 Pausa Sessione Rettili 11.15 Ipotiroidismo nel drago barbuto Tiziana Marchetti 11.50 Esame ecografico come ausilio nella riproduzione intensiva degli ofidi Michele Capasso 12.25 Pausa pranzo Sessione Psittaciformi 14.00 Approccio al piccolo psittaciforme malato Dario D’Ovidio 14.35 Un caso di auto-deplumazione Marzia Possenti Sessione Rapaci e Animali Selvatici 15.10 Gestione negli animali velenosi Marco Salvadori 15.45 Pausa
Domenica 28 Marzo 2010
Sessione Furetto 9.00 Caso di stenosi tracheale in un furetto Simone Scoccianti 9.35 Un caso di filariosi cardiopolmonare in un furetto Giordano Nardini 10.10 Pausa Sessione Nuovi Relatori 11.00 Normativa, detenzione e commercio degli animali esotici Luisa Corbetta 11.35 Agopuntura in una Caretta caretta Cristina Stocchino 12.10 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 12.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine dell’evento
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la pre-iscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 08.30 presso la segreteria.
PER INFORMAZIONI Segreteria SIVAE - Elisa Feroldi Tel. 0372/40.35.00 - info@sivae.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO ECM
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Chirurgia Focus
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La sterilizzazione delle suture Risposte recenti ad un’esigenza sentita anche in tempi lontani dalla Farmacopea Ufficiale. • I residui dell’agente sterilizzante non devono essere tossici e, comunque, non devono superare i livelli di concentrazione tollerati dalle Norme Sanitarie.
TIPI DI STERILIZZAZIONE USATI DALLE INDUSTRIE DEL SETTORE
el passato le metodiche usate si basavano su osservazioni empiriche associate a tradizioni e superstizioni. Gli Ebrei, i Greci, i Romani, usavano bruciare lo zolfo a scopo antisettico. La legna aromatica arsa per le strade avrebbe dovuto debellare la lebbra ed allontanare la peste. In Persia, la legge obbligava a conservare l’acqua in recipienti di rame lucidati. I prodotti della combustione di molte sostanze fatte respirare ai pazienti contenevano formaldeide. I primi studi razionali risalgono al 1827, anno in cui Alcock sperimentò l’azione disinfettante dell’ipoclorito di sodio. Successivamente nel 1838 Boinet impiegò la tintura di iodio per curare i processi suppurativi e nel 1847 Sennelweis riprese a studiare gli ipocloriti, impiegandoli per il lavaggio delle mani nelle camere operatorie. Robert Kock nel 1861 propose il sublimato corrosivo come disinfettante, nello stesso anno altri adottarono sali di argento. Nel 1865 Lister, unitamente a Pasteur, impiegò il fenolo come disinfettante per gli strumenti chirurgici e per il campo operatorio. Nel 1884 Pasteur e Chamberlan descrissero particolari filtri atti alla sterilizzazione delle soluzioni. Nel 1896 Ernest Von Bergmann introdusse la sterilizzazione a vapore dei teli e delle garze utilizzati negli interventi operatori. Per opera di W.S. Halsted i chirurghi indossarono camici e guanti sterili. Nel 1903 venne stabilito il coefficiente fenolico per valutare l’attività dei disinfettanti; nel 1909 il campo operatorio veniva deterso con iodio. Dopo la prima guerra mondiale vi fu un ritorno agli ipocloriti, mentre i tensioattivi anionici e cationici comparvero solo dopo il 1945. Negli anni ’50 la sterilizzazione si evolse verso sistemi perfezionati sui principi già affermati e comparvero le autoclavi a vapore con rimozione forzata dell’aria e riduzione dei tempi di sterilizzazione. Negli anni ’60 si realizzarono le prime autoclavi a gas (ossido di etilene) conseguenti all’introduzione in chirurgia dei materiali termolabili.
N
LA STERILIZZAZIONE DELLE SUTURE La sterilizzazione, condizione indispensabile per qualunque tipo di materiale di sutura utilizzato nel vivente, deve essere la più rigorosa possibile. I possibili sistemi di sterilizzazione devono soddisfare alcuni requisiti fondamentali: • sicurezza assoluta nella distruzione di germi e spore; • processo affidabile e standardizzabile. • Il tipo di sterilizzazione non deve determinare alterazioni o danneggiamenti nella struttura funzionale del filo e, comunque, non al di sotto degli standard qualitativi previsti
Le suture della Ethicon sono irradiate con Cobalto 60 (raggi gamma) oppure trattate con il gas ossido di etilene (ETO). Entrambi questi processi alterano le proteine, gli enzimi, ed, in particolar modo, il DNA delle cellule in modo da impedire ai microrganismi di riprodursi o di causare infezioni. L’irradiazione con Cobalto 60 e l’ETO sono considerati processi di sterilizzazione a freddo; infatti, le radiazioni (raggi gamma) sterilizzano a temperatura ambiente e l’ETO agisce a temperature (al massimo di 60°C), in ogni caso più basse del calore a secco con vapore a pressione di alcool anidro (120° per 60 minuti) o in autoclave (134° per 60 minuti).
STERILIZZAZIONE AL COBALTO 60 (RAGGI GAMMA) Caratteristiche La sterilizzazione mediante irradiazione, di cui la ETHICON è stata la pioniera, è ottenuta mediante esposizione delle suture ad una dose sufficiente di radiazioni ionizzanti: i raggi gamma. Queste sono radiazioni elettromagnetiche in alta frequenza con potere sterilizzante legato al fenomeno della ionizzazione. I raggi gamma attraversano il materiale di sutura in funzione inversa alla sua densità. Il decadimento del materiale radioattivo avviene secondo leggi fisiche, che consentono un dosaggio molto accurato ed affidabile. La dose minima di radiazioni previste dalle Leggi Sanitarie è 2,5 megarad (Mrad), regolabili con precisione attraverso l’apposita consolle di comando del sistema. Questa dose garantisce l’assoluta sterilità delle suture. La sterilizzazione con Cobalto 60 rimane senz’altro la più efficace. Infatti, dopo lunghi studi è stato stabilito che i raggi gamma (e beta), prodotti da isotopi radioattivi, sono gli unici in grado di distruggere realmente tutti i batteri vegetativi e le spore rendendo, in questo modo, le suture sicuramente e definitivamente sterili. La norma internazionale ISO 11137 stabilisce i requisiti necessari affinché le attività legate al procedimento di sterilizzazione con raggi gamma vengano portate a termine in modo corretto. Tali attività comprendono i programmi di lavoro messi a punto per dimostrare che il procedimento di irradiamento, operando nei limiti specificati, è in grado di trattare costantemente i prodotti con dosi che rientrano nei limiti prestabiliti. Vantaggi – La sterilizzazione avviene dopo il confezionamento del materiale di sutura. – Totale assenza di residui tossici (radioattività) sul prodotto. – L’operazione avviene a temperatura ambiente. – Rischio inesistente per gli operatori perché il sistema non richiede la presenza di personale durante la fase di irradiamento. – Possibilità di rilascio immediato del prodotto previa dosimetria (la ETHICON esegue, a maggior garanzia, ulteriori prove di sterilità che comportano 14 giorni aggiuntivi di fer-
Temperatura delle miscele aria-vapore Pressione ATE Bar
0,4 1,4
0,6 1,6
1 2
2,1 3,1
% aria % aria
Temperatura °C
72 96 109
90 105 115
100 112 121
121 128 135
50% 25% 0%
Questi valori sono determinati ipotizzando omogenea nella camera di sterilizzazione la miscela aria + vapore, il che in pratica non si realizza perché l’aria è assai più densa del vapore e tende a stratificarsi sul fondo dell’autoclave ed a rimanere concentrata entro i materiali porosi. mo del prodotto). Svantaggi Possibile deterioramento di alcuni materiali (imbrunimento, infragilimento) che non resistono agli effetti delle radiazioni.
STERILIZZAZIONE AD OSSIDO DI ETILENE (ETO) Caratteristiche L’ossido di etilene (ETO), scoperto nel 1935 ed usato durante la Seconda guerra mondiale come agente sterilizzante dall’industria elettronica e spaziale degli Stati Uniti, è un gas incolore, dotato di reattività molto elevata e di odore etereo ben riconoscibile. Nonostante alcuni inconvenienti, l’ETO è diventato il gas più utilizzato nelle tecniche di sterilizzazione a freddo specie per i materiali termolabili. L’ETO agisce per alchilazione, alterando i processi di ionizzazione delle proteine e le attività enzimatiche con conseguente morte della cellula batterica. L’ETO sterilizza in superficie e, pertanto, ha bisogno di venire in contatto con il materiale di sutura. Per questo motivo è prassi sterilizzare le confezioni delle suture una prima volta aperte e, successivamente, chiuse, in apposita camera sterile. Per ovviare ai problemi di infiammabilità ed esplosività le aziende del settore usano, in base alle norme U.N.I., miscelare l’ETO o con freon o con anidride carbonica o con azoto, in proporzioni prestabilite. Vantaggi L’ETO permette di sterilizzare suture che con i raggi gamma si deteriorerebbero o che non sopportano temperature elevate. Infatti, con l’ETO si usano temperature comprese tra 30° e 60°C. Svantaggi – È una metodica più delicata e complessa rispetto a quella a raggi gamma; infatti, il processo ETO prevede ben quattro fasi (preumidificazione del prodotto, contatto con il gas sterilizzante, essiccamento e degassing, sigillatura degli involucri). – Le confezioni devono rimanere aperte e, poi, venir chiuse in apposita camera sterile. – Presenza in ogni caso di residui tossici sul prodotto sterilizzato (anche se non superiori a 2 ppm, come da Circolare Ministero Sanità del giugno 1983). – Necessità di degasificazione del prodotto per ridurre la percentuale residua di ETO tramite un sistema di ventilazione in camere a temperatura di 50-60°C e per un periodo da 3 a 7 gg. – Necessità di controlli medici periodici sul personale addetto. – Necessità di costosi impianti di sicurezza ed allarme.
– La tossicità del gas comporta possibili problemi di inquinamento ambientale (non ecocompatibile). I prodotti una volta sterilizzati vengono posti in quarantena in attesa del completamento dei controlli di sterilità, del contenuto residuo del gas sterilizzante e di tutti gli altri controlli clinico-fisici previsti per il prodotto finito sterile. *** Le aziende produttrici non sono in ogni caso responsabili della qualità o della sterilità dei materiali da sutura risterilizzati in ospedale o, comunque, sul luogo d’uso. Questa pratica eventuale, in riferimento anche alla direttiva 93/42/CE, è da abbandonare in quanto tutte le suture sterili in commercio portano sull’etichetta l’indicazione non risterilizzare, trattandosi di prodotti rigorosamente monouso. Gli strati che compongono i materiali di confezionamento non sopportano l’esposizione al calore della sterilizzazione a vapore sulla parte esterna della bustina e si rischia un danno fisico al contenuto. Le bustine in laminato possono esplodere o le saldature possono aprirsi sotto la pressione del vapore. Raggi gamma + ossido di etilene = tossicità! Tutte le confezioni di prodotti sterilizzate a raggi gamma (specie se contengono PVC o similari) non devono essere risterilizzate ad ossido Tabella di Muntsch Percentuale d’aria
Tempo di sterilizzazione
100% 75% 50% 35% 15% 10% 0%
55 minuti 42 minuti 36 minuti 23 minuti 9 minuti 5 minuti 5 minuti
Tabella di Kouroch Temperatura del vapore °C
Tempo di sterilizzazione
100
dopo 20 ore ancora crescita 7 ore 2 ore 30 minuti 15 minuti 6 minuti 4 minuti 1 minuto 30 secondi
108 110 113 115 120 125 130 135
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di etilene. Questo perché il contatto con l’ossido di etilene, liberando radicali-cloro, porta alla formazione di una sostanza tossica: la cloridrina etilenica.
LA STERILIZZAZIONE IN AMBULATORIO L’autoclave Rientra nella categoria degli sterilizzatori a vapore d’acqua saturo con rimozione forzata dell’aria. Comunemente vengono denominati autoclavi. Il vapore occorrente per la sterilizzazione viene prodotto da un generatore. Si consiglia di usare vapore prodotto da una centrale termica perché il materiale potrebbe essere inquinato dalle sostanze chimiche usate per la depurazione dell’acqua di alimentazione delle caldaie. Procedimenti di sterilizzazione Si basano sul procedimento di rimozione dell’aria contenuta nell’autoclave, con l’aiuto dell’azione del vapore e con una pompa di aspirazione ad anello liquido. Successivamente gli oggetti da sterilizzare
vengono sottoposti al contatto del vapore che, operando allo stato puro e non miscelato con aria, agisce sui microrganismi con un processo di coagulazione. Questo comporta temperature di sterilizzazione differenti rispetto al calore secco che agisce invece per ossidazione. I procedimenti di sterilizzazione con rimozione forzata dell’aria mediante aspirazione con pompa sono definiti procedimenti sotto vuoto e classificati come segue: • Procedimento ad alto vuoto, articolato su – un’unica aspirazione nella camera di sterilizzazione fino ad una pressione di 20 mbar. – e sull’immissione di vapore fino alla pressione di esercizio. • Procedimento a vuoto frazionato, articolato su – ripetute aspirazioni nella camera di sterilizzazione fino ad una pressione di 130 mbar, alternate con immissioni di vapore a pressione inferiore o superiore a quella atmosferica. – e sull’immissione di vapore fino alla pressione di esercizio. • Procedimento ad iniezione di vapore, articolato su – un’unica aspirazione nella camera di sterilizzazione fino ad una pressione di 70 mbar. – sull’immissione di vapore, mantenendo l’aspirazione e una pressione assoluta nella camera maggiore di 150 mbar. – e sull’immissione di vapore fino alla pressione di esercizio. Per la sterilizzazione del materiale medico-chirurgico sono preferibili le autoclavi con procedimenti sotto vuoto ed a funzionamento automatico.
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Tabella gradi di resistenza Gradi di resistenza 1ª
Plasmodi Flagellati Virus (*) Batteri asporigeni Lieviti Muffe
1b
Spore di lieviti e muffe
II
III
IV
80°
100°
120°
134°
– 1-5 min
–
–
5-10 min
1 min
Spore bacillari di minore resistenza
–
1-60 min
Spore bacillari ad alta resistenza
– –
60 min 60 h
8 min
1 min
Spore altamente termoresistenti
–
–
–
fino a 6h
1 min
*La termoresistenza dei virus dell’epatite è ancora indeterminata. Alcuni autori ritengono probabile una resistenza di 1-5 minuti a 100° e pertanto questo virus sarebbe da collocare nel grado di resistenza II.
Solo con questi tipi di apparecchi è possibile ridurre i tempi di sterilizzazione e meglio adeguarsi alle moderne metodiche che prevedono l’uso di buste, films plastici, carte. Si consiglia l’impiego di sterilizzatori che sfruttano sistemi a gravità per l’eliminazione spontanea dell’aria e che necessitano di operatività manuali. L’esigenza di ridurre il tempo e la temperatura di sterilizzazione dovuta alla necessità di contenere entro valori minimi il grado di deterioramento del materiale e della strumentazione di costo elevato, richiede l’adozione di procedimenti di sterilizzazione sotto vuoto. Inoltre, la possibilità di incorrere in errori, che possono influire negativamente sul risultato finale del processo di sterilizzazione, sconsiglia l’uso di apparecchiature a funzionamento manuale. Temperatura La temperatura è quella, in gradi Celsius, che deve essere raggiunta in ogni punto del materiale da sterilizzare e varia in modo inversamente proporzionale al tempo occorrente per la distruzione di microrganismi. Come è noto, ad ogni valore di pressione del vapore saturo corrisponde anche un determinato valore di temperatura; tale valore varia se il vapore viene miscelato con aria presente nella camera di sterilizzazione. È frequente l’errore di considerare come unico parametro della sterilizzazione la pressione esistente nella camera di sterilizzazione pensando che ad essa corrisponda la relativa temperatura, non valutando, nel contempo, l’eventuale percentuale di aria presente nella camera di sterilizzazione che modifica sostanzialmente tale valore. A tale riguardo W. Adam riporta i valori sperimentali (vedi tabella alla pagina precedente). La scelta della temperatura di sterilizzazione dipende dalla qualità del materiale, dalla sua resistenza alla penetrazione del vapore e dal tipo di sterilizzatore disponibile. Tempo di sterilizzazione Il tempo di sterilizzazione dipende direttamente dalla temperatura del vapore saturo. Interessante è a questo proposito lo studio di Muntsch basato su una temperatura di 122°C, che agisce su spore resistenti. La tabella di Kouroch indica i tempi necessari ad uccidere spore molto resistenti, a diverse temperature. Dalla tabella si può notare come per la sterilizzazione da 120° a 135°C, temperature generalmente usate negli apparecchi sterilizzatori, il tempo di sterilizzazione (TSter)
sia molto breve a condizione della certezza di mancanza assoluta di aria. Una verifica, a completamento di quanto esposto, è fornita dallo studio di W. Adam sulla resistenza dei germi al calore (vedi tabella gradi di resistenza). “La resistenza delle spore del grado IV è così alta che questi microrganismi non vengono distrutti mediante la sterilizzazione a vapore che utilizza tempi di sterilizzazione di 20 minuti a 120°C e di 3 minuti a 134°C. A rigor di termini, quindi, non si ottiene la sterilità. D’altra parte, prolungare i tempi di sterilizzazione o innalzare le temperature significherebbe danneggiare seriamente i materiali. Ciò non appare necessario se si considera che i risultati dell’attuale sterilizzazione a vapore, se correttamente eseguita, non possono essere messi in discussione in quanto gli sporigeni altamente termoresistenti sono anche termofili non patogeni, il cui optimum di sviluppo si trova al di sopra della temperatura corporea dell’uomo. È anche discutibile che siano presenti diffusamente sui materiali sanitari da sterilizzare. Pertanto ai fini della sterilizzazione in medicina essi sono privi di importanza. Si intenderà pertanto per sterilizzazione la distruzione dei microrganismi fino al III grado di resistenza incluso”. Il tempo di sterilizzazione (TSter) è la somma del tempo di bilanciamento (TB), di uccisione (TU) e di sicurezza (TSic). TSter = TB + TU + TSic Il tempo di bilanciamento (TB) è quello intercorrente tra il raggiungimento della temperatura di funzionamento ed il raggiungimento della temperatura di sterilizzazione. Il tempo di uccisione (TU) è quello necessario alla temperatura di sterilizzazione, per uccidere i microrganismi. Il tempo di sicurezza (TSic) è la parte del tempo di sterilizzazione che deve tener conto dei rischi non calcolabili e che nei procedimenti sotto vuoto si può valutare in 5 minuti. In linea di massima, per l’uso pratico, si suggeriscono questi tempi di sterilizzazione in funzione delle temperature maggiormente in uso: 5 ÷ 7 minuti a 134°C 15 ÷ 20 minuti a 121°C Tratto da: Manuale delle Suture e degli altri Prodotti per la Chirurgia Veterinaria Edizioni SCIVAC, 2006
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Il monitoraggio del paziente anestetizzato Il College degli anestesisti americani aggiorna le proprie Linee guida
di MARIA GRAZIA MONZEGLIO egli ultimi 15 anni l'obiettivo di riferimento utilizzato per giudicare favorevole l’esito di un'anestesia è cambiato, passando dalla mancanza di mortalità alla ridotta morbilità anestesiologica. Per questo motivo, il College americano degli anestesisti veterinari (ACVA) ha rivisto le proprie Linee guida per il monitoraggio dell'anestesia originariamente sviluppate nel 1994 e pubblicate nel 1995 (JAVMA 1995; 206(7): 936-937). Il cambiamento verso una riduzione della morbilità anestesiologica è stato facilitato da una più oggettiva definizione e una più precoce identificazione di condizioni fisiopatologiche quali l'ipotensione, l’ipossiemia e l’ipercapnia grave. Ciò è stato possibile grazie all'implementazione di nuove modalità di monitoraggio da parte di personale esperto nell'assistenza anestesiologica. Nel Position statement delle sue Linee guida, l’ACVA riconosce che è possibile monitorare e gestire adeguatamente un paziente anestetizzato anche in assenza di attrezzature specialistiche e che alcune di queste modalità possono essere poco pratiche in determinate situazioni cliniche. Inoltre, l’ACVA non suggerisce che l'utilizzo di alcune o tutte queste modalità garantisca un esito specifico dell'anestesia, o che il loro mancato utilizzo sia associato a un esito negativo. Tuttavia, poiché lo standard delle cure veterinarie progredisce continuamente e aumentano le aspettative dei clienti, il College ha ritenuto necessario rivedere le linee guida per riflettere l'importanza di un monitoraggio vigile. L'obiettivo delle linee guida ACVA, si legge, è il miglioramento della gestione anestesiologica del paziente veterinario. Requisiti per migliorare la qualità dell'anestesia del paziente veterinario sono il monitoraggio frequente e continuo e la registrazione dei segni vitali nel periodo perianestetico da parte di personale addestrato, e l'uso intelligente di diversi sistemi di monitoraggio. Ecco i punti affrontati nelle Linee guida.
N
CIRCOLAZIONE Obiettivo: assicurare un'adeguata funzione circolatoria. Metodi: 1) Palpazione del polso periferico per determinarne frequenza, ritmo e qualità, valutazione del colore delle mucose (MM) e del tempo di riempimento capillare (CRT). 2) Auscultazione del battito cardiaco (steto-
scopio; stetoscopio esofageo o altri monitor cardiaci acustici). Monitoraggio continuo (monitor acustici cardiaci o del polso) o intermittente della frequenza e del ritmo cardiaci. 3) Pulsossimetria per determinare la saturazione di emoglobina percentuale. 4) Elettrocardiografia (ECG) continua per l'identificazione di aritmie. 5) Determinazione della pressione ematica: a. Non-invasiva (indiretta): metodo oscillometrico: identificazione del flusso mediante ecografia Doppler. b. Invasiva (diretta): catetere arterioso connesso a un manometro aneroide o a trasduttore e oscilloscopio. Raccomandazioni: È indispensabile possedere una consapevolezza continua della frequenza e del ritmo cardiaci durante l'anestesia, unitamente a una valutazione macroscopica della perfusione periferica (qualità del polso, colore delle MM e CRT). Occorre anche monitorare la pressione ematica arteriosa e l’ECG. In alcune situazioni, queste determinazioni possono essere temporaneamente impraticabili, ad esempio in caso di spostamento di un paziente anestetizzato in una diversa area della clinica.
OSSIGENAZIONE Obiettivo: garantire l'adeguata ossigenazione del sangue arterioso del paziente. Metodi: (1) Pulsossimetria (stima non invasiva della saturazione di emoglobina). (2) Emogasanalisi arteriosa della pressione parziale di ossigeno (PaO2). Raccomandazioni: La valutazione dell'ossigenazione dovrebbe essere effettuata, se possibile, mediante pulsossimetria. L'emogasanalisi dovrebbe essere impiegata quando necessario per pazienti in condizioni più critiche.
VENTILAZIONE Obiettivo: garantire l'adeguato mantenimento della ventilazione del paziente. Metodi: (1) Osservazione dei movimenti della parete toracica, oppure della borsa respiratoria quando non può essere valutato il movimento della parete toracica. (2) Auscultazione dei rumori respiratori con stetoscopio esterno, stetoscopio esofageo o monitor acustico del respiro. (3) Capnografia (misurazione della CO2 nell'aria espirata). (4) Emogasanalisi arteriosa della pressione parziale di biossido di carbonio (PaCO2). (5) Respirometria (misurazione del volume tidalico). Raccomandazioni: La valutazione qualitativa della ventilazione descritta nei punti 1 o 2 è essenziale; la capnografia è consigliabile, insieme, quando necessario, all’emogasanalisi.
TEMPERATURA Obiettivo: garantire che il paziente non vada incontro a gravi deviazioni dalla temperatura corporea normale. Metodi: (1) Termometro rettale per misurazioni intermittenti. (2) Sonde rettali o esofagee per misurazioni continue. Raccomandazioni: La temperatura dovrebbe essere misurata periodicamente durante l'anestesia e il risveglio e, se possibile, di nuovo valutata alcune ore dopo il ritorno nei ricoveri.
BLOCCO NEUROMUSCOLARE Obiettivi: valutare l'intensità del blocco neuro-
muscolare e la sua successiva risoluzione. Metodi: (1) Stimolatore nervoso periferico manuale. (2) Spirometro. Raccomandazioni: Nei pazienti in cui si effettua un blocco neuromuscolare, è essenziale controllare la ventilazione, monitorare attentamente i segni di coscienza ed accertare la risoluzione del blocco prima del risveglio dall'anestesia. Si può considerare avvenuto il ripristino della funzionalità neuromuscolare quando la risposta evocata (contrazione o twitch e/o riduzione del risposta tetanica) da uno stimolo nervoso e il volume respiratorio tidalico misurato con uno spirometro ritornano al 70% almeno dello stato pre-blocco. Anche la CO2 di fine espirazione può essere utilizzata come indicatore di un'adeguata ventilazione in un paziente con ventilazione spontanea.
CONSERVAZIONE DELLE CARTELLE ANESTESIOLOGICHE Obiettivi: (1) Conservare una registrazione legale degli eventi significativi avvenuti durante l'anestesia. (2) Favorire il riconoscimento di cambiamenti significativi o di valori inusuali dei parametri fisiologici e consentire la valutazione della risposta agli interventi. Raccomandazioni: (1) Registrare tutti i farmaci somministrati a ciascun paziente nel periodo perianestetico e nelle prime fasi del risveglio, annotando la dose, il tempo e la via di somministrazione, così come qualsiasi reazione avversa a un farmaco o a un'associazione farmacologica. (2) Registrare regolarmente (minimo, ogni 510 min) le variabili monitorate durante l'anestesia. Le variabili minime che devono essere registrate sono la frequenza cardiaca e respiratoria e, se monitorate, l’ossigenazione e la pressione ematica. (3) Registrare la frequenza cardiaca e respiratoria e la temperatura nella fase iniziale del risveglio. (4) Qualsiasi evento avverso o circostanza insolita deve essere registrato per motivi legali e per consultazione in caso di una futura anestesia del paziente.
PERIODO DEL RISVEGLIO Obiettivi: garantire un risveglio dall'anestesia sicuro e confortevole. Metodi: (1) Osservazione della respirazione. (2) Osservazione del colore delle mucose e del CRT. (3) Palpazione della frequenza e della qualità del polso. (4) Misurazione della temperatura corporea e applicazione, se indicato, di appropriati metodi di riscaldamento o raffreddamento. (5) Osservazione di qualsiasi comportamento che indichi dolore e intervento farmacologico appropriato come necessario. (6) Altre misurazioni indicate dalle condizioni mediche del paziente, ad esempio glicemia, pulsossimetria, ematocrito, proteine totali, emogasanalisi ecc. Raccomandazioni: Il monitoraggio minimo del periodo di risveglio dovrebbe includere la valutazione della frequenza e della qualità del polso, del colore delle mucose, della respirazione, dei segni di dolore e della temperatura corporea.
PERSONALE Obiettivi: garantire che una persona responsabile sia continuamente a conoscenza della condizione del paziente durante l'anestesia e il risveglio e che sia preparata a inter-
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venire quando indicato o ad avvisare un veterinario incaricato di eventuali cambiamenti delle condizioni dell'animale. Raccomandazioni: (1) Possibilmente, un veterinario, un tecnico o un’altra persona responsabile dovrebbe rimanere con il paziente continuativamente ed essere dedicato esclusivamente ad esso. (2) Se non è possibile, una persona affidabile e conosciuta dovrebbe controllare le condizioni del paziente regolarmente (almeno ogni 5 minuti) durante l’anestesia e il risveglio. (3) Nello stesso ambiente dovrebbe essere presente un responsabile, benché non necessariamente dedicato soltanto al paziente anestetizzato (per esempio, il chirurgo può essere responsabile della supervisione dell’anestesia). (4) Nelle situazioni ai punti (2) o (3), devono essere disponibili sistemi di monitoraggio cardiaco e respiratorio. (5) Una persona responsabile dedicata esclusivamente alla gestione e alla cura del paziente durante l’anestesia deve rimanere col paziente continuativamente sino al termine del periodo di anestesia (Raccomandato per tutti i pazienti in stato ASA III, IV o V e per i cavalli anestetizzati con anestetici inalatori e/o in anestesia per più di 45 minuti).
SEDAZIONE SENZA ANESTESIA GENERALE La sedazione è uno stato caratterizzato da depressione centrale accompagnata da sonnolenza durante la quale il paziente è generalmente inconsapevole di ciò che lo circonda ma risponde alle manipolazioni dolorose (Thurmon JC, Short CE [2007] History and Overview of Veterinary Anesthesia. In: Lumb & Jones’ Veterinary Anesthesia and Analgesia. [4th edn]. Tranquilli WJ, Thurmon JC, Grimm KA [eds]. Blackwell Publishing, Ames Iowa, p. 5) Se in un paziente sedato l’ottundimento è sufficiente a determinare la perdita del controllo dei riflessi protettivi delle vie aeree, il monitoraggio dovrebbe essere lo stesso previsto per l’anestesia generale. Obiettivo: garantire l’adeguata ossigenazione e la stabilità emodinamica del paziente sedato. Metodi: (1) Determinazione mediante palpazione della frequenza, del ritmo e della qualità del polso. (2) Osservazione del colore delle mucose e del CRT. (3) Osservazione della frequenza e delle caratteristiche del respiro. (4) Auscultazione. (5) Pulsossimetria. (6) Somministrazione di ossigeno. Raccomandazioni: Negli animali sottoposti a sedazione profonda si dovrebbe effettuare d’abitudine il monitoraggio intermittente dei parametri respiratori e cardiovascolari di base. Devono sempre essere disponibili l’ossigeno, un tubo endotracheale e materiale per la cateterizzazione endovenosa. In particolare, vanno controllati con attenzione i cani brachicefalici perché particolarmente a rischio di ostruzione delle vie aeree in sedazione profonda. * Recommendations for monitoring anesthetized veterinary patients", ACVA Update, 2009. ■
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2nd International Congress on Canine Leishmaniasis 2째 Congresso Internazionale sulla Leishmaniosi Canina
Pisa Palazzo dei Congressi April 17th-18th 2010 17-18 Aprile 2010
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Le patologie cutanee del coniglio Dermatiti, parassitosi e infezioni. Marta Avanzi al corso teorico-pratico SIVAE sioni insolite per presentazione e decorso possono validamente essere indagate tramite biopsia ed esame istologico. Le colture, micotiche e batteriche, trovano le stesse indicazioni e le stesse metodiche di esecuzione che nei mammiferi convenzionali.
LA MUTA
na sessione del Corso base teorico-pratico di comportamento, medicina e chirurgia del coniglio organizzato da SIVAE a Cremona (25-27 novembre 2009) è stata dedicata alle patologie dermatologiche. Marta Avanzi (Med Vet, Castelfranco Veneto, TV) ha parlato di ectoparassiti, dermatofiti, mixomatosi e dermatiti tipiche di questa specie, iniziando dalle modalità diagnostiche.
U
TECNICHE DIAGNOSTICHE Gli esami collaterali utili nella diagnostica delle patologie dermatologiche del coniglio sono gli stessi che si impiegano in cane e gatto. Esame emocromocitometrico ed esame chimico-clinico raramente forniscono informazioni utili. L’esame microscopico del pelo può fornire preziose informazioni: sul pelo è possibile trovare parassiti, loro uova, ife e artrospore fungine; l’estremità del pelo, se spezzata, indica la presenza di traumatismo, ad esempio barbering o autorosicchiamento. Poiché molti problemi cutanei sono causati da ectoparassiti, particolarmente utile, nonché di facile realizzazione, è lo scotch test. In caso di lesioni crostose i raschiati cutanei sono utili per la ricerca di acari della rogna sarcoptica, ma possono anche evidenziare la presenza di dermatofiti. In caso di neoformazioni l’esame citologico permette di differenziare ascessi da neoplasie, e spesso di caratterizzare queste ultime. L’esame citologico può anche essere effettuato da materiale presente nel condotto uditivo per evidenziare la presenza di lieviti o infezioni batteriche. Le-
I conigli a 5-6 settimane di età compiono la prima muta, seguita a circa 4-5 mesi da un’altra muta che porta allo sviluppo del mantello adulto. In seguito la muta si svolge circa due volte all’anno, normalmente in primavera e in autunno. Nei conigli pet, che vivono dentro le case, il fotoperiodo e la temperatura artificiali possono modificare questo pattern. Le modalità con cui si svolge la muta sono molto diverse rispetto a cane e gatto e questo può indurre a scambiare il normale ricambio del pelo per patologie dermatologiche. La muta non interessa contemporaneamente tutto il mantello ma procede gradualmente dalle regioni craniali, ossia la testa, in direzione caudale, verso il resto del corpo, interessando per ultimo l’addome. Risulta quindi ben netta la delimitazione tra il pelo in crescita attiva e il vecchio manto, che può essere facilmente asportato a ciuffi. Nei conigli a pelo lungo, inoltre, prima della ricrescita del pelo si possono osservare per diversi giorni aree di cute completamente alopecia, integra.
gente di dermatofitosi nel coniglio) danno fluorescenza agli ultravioletti. In diagnosi differenziale si deve considerare principalmente la rogna sarcoptica, che presenta una distribuzione delle lesioni simile, soprattutto nelle sue fasi iniziali. In corso di rogna le croste tendono con il tempo a diventare molto più spesse e il prurito è più intenso. Poiché i bagni nel coniglio in alcuni soggetti possono risultare stressanti, è più pratica la somministrazione orale di itraconazolo (5-10 mg/kg q24h), il prodotto più efficace e sicuro (anche se non registrato nel coniglio). Piccole lesioni localizzate possono essere trattate con prodotti topici per cani e gatti (es. enilconazolo o miconazolo); tuttavia ciò non esclude che l’animale colpito non resti portatore sano. L’ambiente può essere trattato con enilconazolo allo 0,2%, e come disinfettante ambientale è efficace l’ipoclorito di sodio alla diluizione di 1:10. Non si deve dimenticare che la dermatofitosi è una zoonosi e che inoltre il coniglio infetto può contagiare gli altri animali della casa. Uno dei motivi di fallimento della terapia è rappresentato dalla presenza di portatori sani, su cui non viene effettuato il trattamento.
ECTOPARASSITI
DERMATOFITOSI
Le infestazioni da ectoparassiti sono le condizioni dermatologiche più frequenti nei conigli. Nella terapia si deve tener presente che è necessario trattare tutti i conigli a contatto.
Le infezioni fungine cutanee si osservano soprattutto nei soggetti giovani, in particolare nei coniglietti acquistati da poco, mentre sono poco comuni nei conigli pet adulti. L’agente eziologico più frequente è Trichophyton mentagrophytes. Le localizzazioni più comuni sono a livello di dita, orecchie, muso, palpebre. Le lesioni possono avere diverso aspetto; tipicamente appaiono alopeciche, ricoperte di piccole scaglie grigiastre, e la cute sottostante è infiammata. Talvolta, nei punti in cui il coniglio arriva con la bocca, le scaglie vengono asportate con il leccamento e le lesioni appaiono a cute liscia. Il prurito in genere è scarso. Poiché l’aspetto non è patognomonico, il sospetto diagnostico va sempre confermato tramite gli esami collaterali: l’esame microscopico del pelo e la coltura micotica. La lampada di Wood raramente risulta utile perché solo alcuni ceppi di Microsporum canis (più raro come a-
La miasi è una patologia che complica ferite e dermatiti; si verifica nella stagione calda soprattutto in soggetti poco seguiti. Dopo la deposizione delle uova, le larve si schiudono in appena 24 ore e iniziano ad aggredire i tessuti, causando forte malessere. Le larve vanno asportate utilizzando una pinzetta o lavaggi con soluzioni disinfettanti; se la procedura risulta dolorosa si devono somministrare analgesici o sedativi. Poiché per svilupparsi le larve necessitano di un ambiente umido e protetto, l’area colpita deve essere tosata con cura, lavata e asciugata (anche utilizzando un asciugacapelli); se presente, il tessuto necrotico va completamente asportato. La parte colpita va medicata con una crema a base di sulfadiazina argentica e tenuta rigorosamente pulita e asciutta, e si somministrano
MIASI
antibiotici sistemici e analgesici. Per prevenire nuove infestazioni il coniglio va alloggiato in un ambiente pulito e al riparo dalle mosche. Oltre ad eliminare con cura le larve è necessario identificare e trattare le cause primarie. La presenza delle larve è molto irritante e debilitante per l’animale. Se il coniglio è anoressico, occorre eseguire l’alimentazione assistita e la reidratazione.
DERMATITE PERINEALE La cute del coniglio è sottile e delicata e si infiamma rapidamente se rimane a contatto con feci o urine, con la formazione di una dermatite ulcerativa che può complicarsi con necrosi cutanea, infezioni batteriche secondarie e, nella stagione calda, con miasi. La dermatite perineale è sempre una condizione secondaria a problemi molto diversi, ad esempio diarrea, alterazione del cecotrofo, patologie urinarie (ncontinenza urinaria secondaria a lesioni neurologiche, cistite, calcolosi o ipercalciuria), problemi articolari, scheletrici o neurologici che impediscono al coniglio di assumere una posizione corretta per urinare, patologie dentali che impediscono di tenere la zona pulita o di consumare il cecotrofo, obesità. Una volta instaurata la dermatite, il dolore che provoca rappresenta un fattore perpetuante in quanto impedisce al coniglio di assumere una posizione corretta per urinare o defecare, con ulteriore imbrattamento della parte, instaurando un pericoloso circolo vizioso. La diagnosi è immediata, su base clinica; più complicato può essere la determinazione delle cause. Possono essere utili allo scopo esami radiografici ed ematochimici. La terapia deve essere aggressiva, per impedire che la condizione si aggravi rapidamente, portando anche alla morte. Il trattamento si effettua preferibilmente in sedazione con la delicata rasatura della parte, che viene quindi lavata, asciugata con cura e disinfettata. Si somministrano antibiotici sistemici ed analgesici. Il proprietario va istruito a ispezionare, lavare e asciugare più volte al giorno la zona perineale, affinché resti sempre asciutta e pulita. Localmente si possono applicare alluminio acetato al 5% come astringente e una crema contenente sulfadiazina argentina, o una crema allo zinco per proteggere la cute dal contatto con feci e urine. Il coniglio va tenuto su un substra-
MIXOMATOSI
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a mixomatosi è una malattia virale molto contagiosa per il coniglio, causata da un orthopoxvirus, un virus DNA a doppia elica con diversi ceppi a virulenza variabile. Può essere trasmessa per via diretta dagli a-
nimali ammalati o portatori a quelli sani o per via indiretta tramite artropodi (zanzare, pulci, pidocchi, zecche, ecc.) che fungono da vettori passivi. Dopo un singolo pasto di sangue una zanzara può restare infettante fino a 220 giorni. L’andamento della malattia può essere acuto, subacuto o cronico; alcuni conigli restano portatori asintomatici. L’incubazione è di 5-15 giorni. I sintomi comprendono: abbattimento, febbre, congiuntivite, scolo oculare, tumefazioni cutanee sulla testa e gli arti, infiammazione degli organi genitali. Le lesioni cutanee sono rappresentate da placche eritematose di dimensioni variabili da pochi millimetri ad alcuni centimetri. La morte sopravviene in 8-30 giorni per complicazioni dovute ad infezioni batteriche secondarie. Esiste anche una forma caratterizzata da congiuntivite e sintomi respiratori, senza lesioni cutanee, ma con edema dei genitali. La mortalità è elevata e, secondo il ceppo, può andare dal 50 al 100%. I conigli che sopravvivono possono eliminare il virus per lungo tempo, fungendo da serbatoio della malattia. La mixomatosi è endemica nel nord Italia, è presente nel
centro e nella Campania, ed è poco diffusa nel resto del sud Italia e nelle isole. La diagnosi si può emettere in base alle caratteristiche lesioni. La certezza diagnostica si ottiene con il ricorso al microscopio elettronico, ad esami di laboratorio che ricercano l’antigene o ad esami sierologici. Non esiste alcuna terapia efficace. La malattia può essere prevenuta con la vaccinazione, che dà una buona protezione ed è sempre consigliabile negli animali da compagnia che vivono in zone endemiche. La prima vaccinazione può essere effettuata a partire dalla quarta settimana di età, con richiami successivi ogni 4-6 mesi. Per un’immunizzazione ottimale il vaccino deve essere inoculato superficialmente, a livello intradermico, senza impiegare alcol per la disinfezione e senza massaggiare successivamente la zona di inoculo. Di norma il vaccino è ben tollerato e non dà luogo ad effetti collaterali. Il regolamento di polizia veterinaria prevede la soppressione e la distruzione dei soggetti infetti e la comunicazione all’AUSL dei trattamenti immunizzanti.
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to pulito e asciutto, ad esempio pannoloni assorbenti. Il trattamento porta ad una rapida guarigione della cute, ma la risoluzione definitiva richiede la rimozione della causa.
DERMATITE UMIDA DELLA GOLA Questa condizione è caratterizzata dalla macerazione della regione della gola, con eritema, alopecia, erosioni e infezione batterica secondaria. È solitamente associata a salivazione eccessiva secondaria a patologie dentali, pertanto richiede sempre l’ispezione della cavità orale e l’esecuzione di radiografie del cranio. Occasionalmente si osserva una macerazione della cute della gola associata all’uso della ciotola dell’acqua, soprattutto nei soggetti con giogaia molto sviluppata. Talvolta si osserva una colorazione bluastra della cute causata dallo sviluppo secondario di Pseudomonas aeruginosa. Il trattamento è analogo a quello della dermatite perineale, ma ovviamente per risolvere la condizione è necessario trattare le punte dentali.
PODODERMATITE La pododermatite è una patologia che inte-
RIASSORTIMENTO DI H1N1 CON UN VIRUS INFLUENZALE SUINO
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dentificato in un maiale nel distretto di Hong Kong il riassortimento del virus pandemico H1N1 con un virus influenzale suino. La ricombinazione è stata individuata dall'Università di Hong Kong e segnalata dalla International Society for Infectious Disease. Non ci sono tuttavia elementi di preoccupazione per la salute pubblica. Il rischio di un riassortimento tra il virus pandemico e un altro virus influenzale è che possa emergere un nuovo virus influenzale che sia nello stesso tempo aggressivo per l'uomo e capace di diffondersi con estrema facilità. La ricombinazione è stata individuata nell'ambito del programma di sorveglianza condotto dall'Università di Hong Kong e il campione è stato prelevato il 7 gennaio scorso da un maiale di un grande allevamento nei pressi di Hong Kong, a Sheung Shui. Frammenti di materiale genetico del virus pandemico H1N1 sono stati riscontrati in un virus dell'influenza suina. Secondo Ilaria Capua (Istituto Zooprofilattico delle Venezie) occorre aumentare la sorveglianza per segnalare in tempo la comparsa di nuovi virus influenzali. Il riassortimento dei due virus influenzali in un maiale segnalato è ''la dimostrazione, attesa, che il virus pandemico è in grado di riassortirsi con virus animali. È anche la prova che la sorveglianza c'è, ma forse non è abbastanza, considerando che il campione nel quale è stato rilevato il virus è stato prelevato il 7 gennaio e che il risultato è stato reso noto molto più tardi''. Secondo Capua aumentare la sorveglianza è una priorità soprattutto in aree come l'Asia, dove in molte zone c'è ancora una grande promiscuità fra animali e uomini, e l'Africa, dove è molto diffusa l'influenza aviaria. (M.G.M.)
Attualità scientifica Vet Journal ressa la superficie inferiore degli arti, più frequentemente i posteriori. È una patologia ulcerativa cronica e progressiva che inizia come lesione ischemica da compressione; si manifesta inizialmente con diradamento del pelo ed eritema della superficie plantare, che in seguito appare ulcerata e crostosa. Si instaura quindi un’infezione secondaria, generalmente da S. aureus; la lesione può progredire fino all’osteomielite rendendo la prognosi molto riservata. La diagnosi è su base clinica, ma è importante riconoscere e, se possibile, correggere le cause che hanno portato allo sviluppo della pododermatite: • Traumi alla superficie inferiore degli arti (es. il battere frequente degli arti posteriori nei conigli nervosi o agitati).
• Mancanza di movimento, per altri problemi di salute o per il confinamento costante in una piccola gabbia. • Substrato inadeguato (troppo abrasivo, come il ghiaino per gatti, o duro, come pavimenti). • Obesità, che aumenta la pressione sulla parte e ne ostacola il circolo ematico. L’esame radiografico permette di evidenziare l’eventuale coinvolgimento delle strutture ossee. La terapia consiste nella pulizia della parte, con rimozione di sporcizia, croste e tessuti necrotici, e l’applicazione locale di una pomata antibiotica. La superficie inferiore degli arti non deve essere tosata, ma vanno accorciati i peli che ricoprono le ulcere per tenere pulita la lesione. Idealmente le zampe dovrebbero essere protette con fasciature, ma i co-
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nigli le tollerano male. Si possono somministrare, secondo i casi, antibiotici per via parenterale e analgesici. È essenziale fornire un substrato morbido, asciutto e pulito ed eliminare, se possibile, i fattori predisponenti. Quando la pododermatite progredisce fino ad interessare i tessuti profondi, con spostamento del tendine flessore superficiale e osteomielite, la guarigione è molto difficile e possono comunque permanere lesioni permanenti con alterazioni della deambulazione. In caso di osteomielite avanzata, se è interessato un solo arto può essere presa in considerazione l’amputazione, ma se sono interessati più arti è consigliabile l’eutanasia. (M.G.M.) Da: Atti del Corso base teorico-pratico SIVAE di comportamento, medicina e chirurgia del coniglio (Cremona, 25-27 novembre 2009). ■
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Compensazione dei crediti IVA Nuovi vincoli all’utilizzo in compensazione dei crediti relativi all’imposta sul valore aggiunto di GIOVANNI STASSI Dottore Commercialista, Torino e nuove disposizioni riguardano esclusivamente la compensazione dei crediti IVA con altre imposte e tributi, contributi previdenziali e assistenziali o altre somme di cui all’art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, in genere quindi tutte le compensazioni che è possibile effettuare sul modello F24 (compensazione orizzontale). Restano invariate invece le modalità di compensazione dei crediti IVA con debiti relativi alla medesima imposta (IVA da IVA - compensazione verticale). I nuovi vincoli introdotti dal legislatore alla compensazione “orizzontale” dei crediti IVA si applicano soltanto nel caso in cui gli importi oggetto di compensazione superino i 10.000 euro annui. Nel caso in cui la compensazione “orizzontale” dei crediti IVA superi l’importo di 15.000 euro annui, le nuove norme prevedono anche l’obbligo di richiedere l’apposizione del visto di conformità (ex articolo 35, comma 1, lettera a) del Decreto Legislativo n. 241 del 1997 sulla dichiarazione dalla quale emerge il credito. Le nuove modalità di utilizzo in compensazio-
UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DI CREDITI IVA OLTRE AI 10.000 EURO ANNUI E FINO AD EURO 15.000
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Hill’s Pet Nutrition brands are Science Plan™ and Prescription Diet™. Our staff of veterinarians and nutritionists work every day around the world to create new products and improve existing ones that will help your pet live a longer, healthier and fuller life. Hill’s scientists author more than 50 research papers and textbook chapters each year and teach at leading schools of veterinary medicine all over the world so we can put our knowledge and expertise into every Hill’s product for you. Our foods for dogs and cats are formulated for the optimal balance of nutrients and best taste. We know that the best nutrition for your pet not only meets nutritional needs, but also avoids excess nutrients, such as fat and salt, that can be harmful over time.
ne dei crediti IVA sono entrate in vigore a decorrere dal 1° gennaio del 2010. L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 1 del 15 gennaio 2010 ha chiarito che la nuova disciplina si applica soltanto con riferimento ai crediti esposti nelle dichiarazioni IVA presentate a partire dal 1° gennaio 2010. Quindi il credito IVA annuale relativo al 2008 (evidenziato nel modello UNICO 2009) potrà continuare ad essere utilizzato liberamente in compensazione anche nel corso del 2010, fino al momento in cui viene presentata la dichiarazione annuale IVA per l’anno 2009. In sostanza le ipotesi che si possono verificare sono le seguenti: • utilizzo di credito IVA fino a 10.000 euro annui: nulla è cambiato rispetto a prima. Il credito può essere utilizzato liberamente.
• utilizzo di credito IVA oltre ai 10.000 euro annui e fino a 15.000 euro. Il credito può essere utilizzato solo dopo la presentazione della dichiarazione IVA. • utilizzo di credito IVA oltre ai 15.000 euro annui. Il credito può essere utilizzato solo dopo la presentazione della dichiarazione IVA su cui deve essere apposto il visto di conformità. Esaminiamo in dettaglio le diverse ipotesi.
UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DI CREDITI IVA FINO A 10.000 EURO ANNUI Fino al predetto importo di euro 10.000 il credito IVA potrà essere utilizzato liberamente a partire dal 1° gennaio 2010 senza particolari formalità.
Hill’s Pet Nutrition is a $2.2 billion global subsidiary of the Colgate-Palmolive Company. Today, Hill’s Pet Nutrition embodies a tradition of caring that began in 1939 with one remarkable veterinarian. Our mission is to help enrich and lengthen the special relationship between people and their pets. To do this, we make the highest quality pet nutrition available in our Prescription Diet® and Science Plan® pet food lines. We’re also committed to the welfare of companion animals everywhere, and are actively involved in supporting the veterinary profession and shelters. In every aspect, we are making a difference for people and their pets all over the world. Hill’s Pet Nutrition is present only in the specialized channel.
INFORMATORI SCIENTIFICI Hill’s Pet Nutrition, leader in Italia nel petfood specializzato, nell’ambito di un potenziamento della propria rete di informatori scientifici ricerca candidati per le provincie di Latina, Frosinone, Roma Sud e Provincia.
LA RESPONSABILITÀ DELLA POSIZIONE La posizione oggetto della ricerca richiede un impegno a tempo pieno e si caratterizza per le seguenti principali responsabilità: • diffondere la conoscenza delle qualità intrinseche dei prodotti Hill’s presso i medici veterinari della zona di competenza • promuovere le iniziative ed implementare i programmi che l’azienda propone su base periodica • riportare in azienda le problematiche scientifiche e nutrizionali di cui si sia venuto a conoscenza durante gli incontri con i medici veterinari • sviluppare il fatturato dei prodotti Hill’s presso i medici veterinari della zona di competenza Il candidato ideale è laureato in Medicina Veterinaria o simili, ha maturato una esperienza in analoghe funzioni di aziende operanti nel settore Veterinario o Farmaceutico umano, ha una spiccata attitudine per i rapporti interpersonali e una forte motivazione per una crescita professionale in un ambiente dinamico e meritocratico. La conoscenza della lingua inglese e dei più comuni applicativi per PC completano il profilo della candidatura ideale. Gli interessati sono pregati di inviare il proprio Curriculum Vitae in formato digitale al seguente indirizzo di posta elettronica: recruiting_italy@colpal.com specificando nel Soggetto “Rif VTM” e aggiungere la zona interesse (es: Rif VTM Lazio Sud). Hill’s Pet Nutrition ha i propri uffici situati in Roma, è caratterizzata da un ambiente dinamico e meritocratico, con prospettive di carriera, anche internazionale, all’interno del gruppo. L’offerta economica, definita sulla base delle esperienze precedentemente maturate, sarà in grado di soddisfare anche i candidati più qualificati.
Le nuove norme stabiliscono che la compensazione di crediti IVA oltre i 10.000 euro è subordinata ai seguenti adempimenti: • presentazione della dichiarazione IVA annuale; • compensazione non prima del giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione IVA; • la delega di pagamento (modello F24) può essere presentata solamente tramite i servizi Entratel oppure Fisconline. Per quanto riguarda la dichiarazione annuale IVA, a partire da questo anno essa può essere presentata in forma autonoma (quindi sganciata dal modello UNICO) a partire dal 1° febbraio 2010. La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 1 del 15 gennaio 2010, ha precisato che i contribuenti che espongono in dichiarazione un saldo IVA a debito restano ancora obbligati a presentare la dichiarazione IVA all’interno del modello UNICO. La dichiarazione IVA può essere quindi presentata separatamente dal modello UNICO solamente dai contribuenti che espongono nella dichiarazione un credito (da compensare o da chiedere a rimborso). Si segnala inoltre che a partire dall’anno 2010 chi presenta la dichiarazione IVA entro il mese di febbraio è esonerato dalla presentazione della “Comunicazione annuale dati IVA”. Per quanto riguarda la data da cui è possibile utilizzare il credito, superiore a 10.000 euro, la nuova norma stabilisce che l’utilizzo potrà essere effettuato a partire dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione. Chi ha presentato la dichiarazione IVA relativa all’anno 2009 nel mese di febbraio 2010, potrà utilizzare il credito IVA, superiore a 10.000 euro, a partire dal 16 marzo 2010; chi la presenterà a marzo 2010 potrà iniziare ad utilizzare il credito dal 16 aprile 2010 e così via. Per quanto riguarda le modalità di presentazione delle deleghe di versamento (modello F24) le nuove disposizioni (articolo 37, comma 49-bis, Decreto Legge 4 luglio 2006, n. 223) stabiliscono nuove modalità di trasmissione delle deleghe. Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, con provvedimento del 21 dicembre 2009, ha determinato modalità e termini di effettuazione della compensazione dei crediti IVA. In particolare, quanto alle modalità, è stato previsto che le deleghe di versamento possono essere trasmesse direttamente dai contribuenti, mediante i canali Entratel o Fisconline, ovvero tramite gli intermediari abilitati al servizio Entratel (dottori e ragionieri commercialisti, consulenti del lavoro, ecc.). Non è più possibile quindi utilizzare per la presentazione delle deleghe di pagamento modello F24 che evidenziano una compensazione del credito IVA (per importi annui superiori a 10.000 euro) i servizi di home banking messi a disposizione dalle Poste Italiane o dalle Banche. L’Agenzia delle Entrate, nella citata Circolare n. 1 del 15 gennaio 2010 ha precisato che “.... in tutti casi in cui il contribuente intende destinare alla compensazione crediti IVA di importo superiore a 10.000 euro annui, è opportuno utilizzare i servizi telematici messi a dispo-
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24 Fisco Contabilità sizione dall’Agenzia delle Entrate anche per la trasmissione di deleghe contenenti singolarmente compensazioni Iva inferiori ai 10.000 euro ovvero la cui somma non ha ancora raggiunto il limite dei 10.000 euro”. Per quanto riguarda i termini di trasmissione delle deleghe il citato provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha stabilito che la presentazione deve essere effettuata a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione IVA da cui emerge il credito. Ciò per dare tempo all’Amministrazione finanziaria di poter verificare mediante il controllo delle dichiarazioni il diritto del contribuente all’utilizzo del credito. Dopo la trasmissione telematica di una delega di pagamento il contribuente (o l’intermediario preposto) riceverà una prima comunicazione attestante l’avvenuta acquisizione del file da parte dei servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso di utilizzo di un credito IVA, la delega è successivamente sottoposta ad ulteriori controlli finalizzati alla verifica del rispetto dei requisiti previsti dall’articolo 10 del decreto legge n. 78 del 2009, a fronte dei quali è prodotta una seconda comunicazione attestante l’esito di accettazione o di scarto. È pertanto prudente procedere alla trasmissione delle deleghe contenenti compensazioni IVA con alcuni giorni di anticipo rispetto alla scadenza dei termini di versamento, così da avere la possibilità, in caso di scarto della delega, di ritrasmetterla previa rimozione dell’errore che ne ha determinato la mancata accettazione, evitando di incorrere nelle conseguenti sanzioni. Tutti i vincoli e gli adempimenti sopra illustrati si applicano, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, ai soli casi in cui l’importo effettivamente utilizzato in compensazione superi il predetto limite annuale di euro 10.000 e non quindi ai casi in cui il credito IVA sia superiore a tale limite, ma l’importo utilizzato in compensazione sia pari o inferiore a 10.000 euro. Quindi, esemplificando, nell’ipotesi di un contribuente che nel mese di gennaio non ha ancora predisposto la dichiarazione IVA ma è ben consapevole che dalla stessa emergerà
un credito, ad esempio di 14.000 euro, già nel mese di gennaio può iniziare ad utilizzare il credito fino alla concorrenza dell’importo di 10.000 euro. Dopo la presentazione della dichiarazione IVA potrà utilizzare il credito residuo.
UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DI CREDITI IVA OLTRE AI 15.000 EURO ANNUI. Nei casi in cui la compensazione dei crediti IVA superi l’importo di 15.000 euro annui, la Legge ha imposto un ulteriore obbligo che si aggiunge a quelli sopra elencati. In questo caso infatti, il contribuente ha l’obbligo di richiedere l’apposizione del visto di conformità sulla dichiarazione dalla quale emerge il credito. Il visto attesta la conformità dei dati delle dichiarazioni predisposte alla relativa documentazione e alle risultanze delle scritture contabili, nonché di queste ultime alla relativa documentazione contabile. I soggetti abilitati ad apporre il visto di conformità sono, come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 57 del 23 dicembre 2009, quelli identificati dall’articolo 35 del Decreto Legislativo. n. 241 del 1997: • i soggetti iscritti nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili • i consulenti del lavoro • i soggetti iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi, in possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti ovvero di diploma di ragioneria • i responsabili dell’assistenza fiscale dei CAF (Centri di assistenza fiscale) che siano iscritti nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Per l’apposizione del visto di conformità i soggetti appartenenti alle prime tre categorie sopra evidenziate devono richiedere la preventiva autorizzazione alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate competente per territorio.
Audizione ENPAV in Commissione bicamerale ell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla situazione economico-finanziaria delle casse privatizzate, anche in relazione alla crisi dei mercati internazionali, mercoledì 3 marzo la Commissione Parlamentare di controllo sulle attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza sociale, ha convocato il Presidente dell’Enpav Gianni Mancuso ed il Direttore Generale, Giovanna Lamarca. Il Presidente Mancuso, dopo una breve presentazione introduttiva dell’Ente, ha relazionato sulle principali modifiche al Regolamento di Attuazione dello Statuto, recentemente approvate dai Ministeri vigilanti. Le innovazioni introdotte producono effetti positivi sul sistema previdenziale vigente. In particolare, ha precisato il Presidente Mancuso, il Ministero del Lavoro ha rilevato che la riforma introdotta risulta indispensabile per garantire il rispetto della stabilità della gestione in un arco di tempo non inferiore ai 30 anni richiesti dalla legge finanziaria per il 2007, quale garanzia dell’equilibrio
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I soggetti che intendono apporre il visto devono inoltre essere abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali, rilasciata dall’Agenzia delle Entrate. Ulteriore condizione per l’apposizione del visto è che le dichiarazioni siano state predisposte e le relative scritture contabili siano state tenute dal soggetto che dovrà apporre il visto. Le dichiarazioni e le scritture contabili si intendono predisposte e tenute da tali soggetti anche quando sono predisposte e tenute direttamente dallo stesso contribuente a condizione che tali attività siano effettuate sotto il diretto controllo e la responsabilità dello stesso professionista o CAF. L’Agenzia delle Entrate ha precisato, nella citata circolare 57 del 2009, che nelle ipotesi in cui per la tenuta delle scritture contabili il contribuente si avvalga di un soggetto che non può apporre il visto di conformità, egli ha comunque la facoltà di rivolgersi ad un soggetto abilitato all’apposizione del visto o ad un CAF. Detti soggetti, una volta incaricati, sono tenuti a svolgere tutti i previsti controlli e a predisporre la dichiarazione. Per concludere è opportuno soffermarsi sulle sanzioni applicabili per il mancato rispetto dei nuovi vincoli e per l’infedele rilascio del visto di conformità. Le violazioni degli obblighi derivanti dalle nuove disposizioni introdotte per il controllo preventivo delle compensazioni “orizzontali” dei crediti IVA sono punite, sempre che sia constatata l’esistenza del credito, con la sanzione prevista per i casi di omesso versamento dall’art. 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, pari al 30 per cento del credito indebitamente utilizzato in compensazione. L’Agenzia delle Entrate ha precisato (circolare n. 1 del 2010) che tale sanzione è irrogabile nel caso di compensazione di crediti IVA esistenti per importi superiori al limite di 10.000 euro in data precedente a quella di presentazione della dichiarazione annuale, ovvero per importi superiori al limite di 15.000 euro senza che sia stato apposto sulla dichiarazione il prescritto visto di conformità. Ove il contribuente utilizzi invece in compensazione crediti inesistenti (in misura superiore al credito risultante dalla dichiarazione IVA presentata), la sanzione applicabile è quella prevista dall’art. 27, comma 18, del Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185, che va da un minimo del 100 per cento ad un massimo del 200 per cento dell’ammontare dei crediti indebitamente compensati. La nuova misura delle sanzioni maggiorate si applica alle violazioni commesse a decorrere dal 29 novembre 2008 L’articolo 7 comma 2 del Decreto Legge 10 febbraio 2009 n. 5, ha precisato che, nel caso di utilizzo in compensazione di crediti “ine-
sistenti” per un ammontare superiore a 50.000,00 euro per ciascun anno solare, si applica la sanzione del 200% della misura dei crediti compensati. La disposizione si applica alle violazioni commesse a partire dall’11 febbraio 2009. Per quanto concerne i crediti IVA annuali d’importo superiore a 15.000 euro, per l’utilizzo dei quali è necessaria l’apposizione del visto di conformità sulla dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate ha ammesso che il contribuente possa modificare la propria scelta di non corredare la dichiarazione annuale del visto di conformità. Può accadere infatti che il contribuente presenti la propria dichiarazione senza il visto di conformità, prevedendo di non utilizzare in compensazione crediti oltre il limite di 15.000 euro, e che, successivamente, sia costretto a rivedere tale previsione avendo necessità di superare detto limite. In tali casi, secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate, il contribuente potrà presentare una dichiarazione correttiva/integrativa completa di visto di conformità, al più tardi entro 90 giorni dalla scadenza del termine di presentazione della dichiarazione, ai sensi dell’art. 2, comma 7, del D.P.R. n. 322 del 1998. Qualora tale dichiarazione sia presentata entro il termine di scadenza ordinario (30 settembre dell’anno successivo a quello di riferimento) nessuna sanzione potrà essere irrogata al contribuente; nel caso in cui detta dichiarazione sia presentata, invece, entro i 90 giorni successivi al termine di scadenza (dunque, dopo il 30 settembre, ma entro il 29 dicembre successivo), si renderà applicabile la sanzione amministrativa per la tardiva presentazione della dichiarazione. Attenzione quindi all’utilizzo dei crediti (di qualsiasi tipo: IVA, IRPEF, IRAP, ecc.) in compensazione. Accade facilmente, infatti, che il contribuente che vanta un credito possa procedere ad effettuare compensazioni in misura superiore al credito disponibile. In tal caso la sanzione applicabile andrà da un minimo del 100% ad un massimo del 200% dei crediti indebitamente compensati. Ove il contribuente si accorga dell’errore commesso potrà mettere in atto la procedura del “ravvedimento operoso” (ex articolo 13 del Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 472) versando l’importo del credito indebitamente compensato oltre alla sanzione ridotta, nella misura dell’8,33% (un dodicesimo della sanzione minima del 100% e quindi 100:12) se l’errore è sanato nei 30 giorni successivi, oppure nella misura del 10% (un decimo della sanzione minima del 100% e quindi 100:12) se l’errore è sanato oltre i 30 giorni dalla data in cui la violazione è stata commessa. ■
LAUREA E LEVA: SÌ AL REGOLAMENTO ENPAV
I economico - finanziario delle gestioni previdenziali. I componenti della Commissione hanno chiesto approfondimenti circa le componenti - obbligazionaria ed azionaria - del patrimonio mobiliare dell’Ente. Considerazioni positive sono state espresse dal Presidente della Commissione, On. Jannone, che ha sottolineato come la situazione dell’Ente, anche grazie alla recente riforma, non desti preoccupazioni. ■
n data 25 febbraio 2010 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha ratificato, senza sollevare alcun rilievo, il nuovo Regolamento per il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare, così come approvato dall'Assemblea Nazionale dei Delegati dello scorso 28 novembre. Le nuove disposizioni regolamentari hanno decorrenza dal 1° marzo 2010. Tre le modifiche principali del regolamento: 1. la riduzione da 5 a 3 degli anni di iscrizione all'Ente necessari per poter richiedere il riscatto; 2. l'introduzione della possibilità, anche per i pensionati di invalidità, di presentare la domanda di riscatto; 3. l'aumento del numero delle rate per il pagamento dell'onere del riscatto, per il quale è stata consentita una rateazione fino ad un massimo di 72 rate bimestrali.
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Società Riflessioni
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Più animalisti che animali Sono migliaia le associazioni animaliste che operano in Italia
di ANTONIO MANFREDI a un’indagine svolta dal quotidiano Libero sulle associazioni animaliste risulta una situazione impressionante. I dati che la giornalista Silvia Crivella ha raccolto non provengono dal Ministero della Salute, visto che per ora non esiste ancora un elenco nazionale. Ma allora quanti sono veramente gli animalisti in Italia? Un volontario indica in qualche migliaia il numero delle associazioni, alcune, forse una decina, presenti su tutto il territorio nazionale, e tante altre, con presenza solo locale, composte a volte da due o tre iscritti in tutto. Il suggerimento è di vedere i registri provinciali ai quali dovrebbero essere iscritte tutte. Con qualche telefonata l’autore dell’articolo riesce così a raccogliere alcuni dati: “Solo nella provincia di Milano ci sono 79 associazioni animaliste. In provincia di Bologna sono 45, 26 quelle registrate nella provincia di Napoli, 12 fra Ancona e dintorni, in tutte le Marche si parla di 39 Associazioni. L’operazione si potrebbe moltiplicare per le 110 provincie italiane e si può facilmente immaginare di raggiungere diverse migliaia di unità”. Facendo un breve calcolo forse più di 3/4000. Considerando gli iscritti a queste associazioni e tutti i volontari che operano in modo autonomo e personale, i “liberi professionisti” del volontariato, come li chiama l’autrice dell’articolo, che agiscono da soli, è evidente che stiamo parlando di un vero esercito, forse 400/500mila volontari che oltre al numero hanno la forza della disponibilità, dell’impegno e della convinzione che la loro battaglia sia giusta e doverosa. Questa forte crescita del movimento animalista, sviluppatasi soprattutto negli ultimi anni, lo ha reso anche un importante riferimento politico che interessa tutti i partiti, che cercano attenzione e consenso, rendendosi ovviamente conto del valore elettorale che le associazioni animaliste possono esprimere. L’ANMVI da sempre ha collaborato con le principali associazioni nazionali: ENPA, LAV, Lega del Cane, trovando in loro una forte capacità di collaborazione per uno sforzo comune su obiettivi condivisi. Pensiamo alla battaglia per la riduzione
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dell’IVA sulle prestazioni veterinarie e sul petfood, al sostegno che ci viene dato per la Stagione della Prevenzione, a proposte legislative per quanto riguarda il benessere e la salute degli animali, ecc. Ci capita a volte di non trovarci pienamente d’accordo in situazioni specifiche o locali, ma questo non ha mai interrotto un rapporto di stima e di fiducia reciproca. Ci troviamo invece anche in forte conflitto con Associazioni che esprimono posizioni rigide o integraliste o che sviluppano iniziative che non rispettano il ruolo, le competenze e la professionalità del Medico Veterinario. Non possiamo neppure condividere logiche espresse da alcune associazioni che portano ad azioni illegali e terroristiche. Abbiamo quindi segnalato e denunciato sui nostri mezzi d’informazione, ma anche con comunicati stampa o azioni legali, attività mutualistiche fuori dalle norme deontologiche o dalle buone pratiche veterinarie, abbiamo condannato interventi che non rispettavano la professione veterinaria, abbiamo difeso veterinari privati o pubblici ingiustamente criticati o accusati da gruppi animalisti, ed abbiamo attaccato duramente il protagonismo di alcune associazioni che pur di trovare spazio sui media lanciano insinuazioni e calunnie contro la categoria veterinaria senza alcun elemento che possa giustificare queste azioni. Fra tante migliaia di associazioni animaliste, quindi, sono veramente poche quelle con le quali riusciamo a collaborare, e questo nonostante la sensibilità dei veterinari verso le tematiche animaliste sia certamente aumentata negli ultimi anni. Sono molti oggi, infatti, gli iscritti agli Ordini che si definiscono animalisti e collaborano in modo attivo con diverse associazioni. Anni fa avevo scritto su questa stessa rivista che un Medico Veterinario animalista avrebbe avuto grosse difficoltà nello svolgere questa professione. Fare il veterinario perché si amano gli animali rischia di essere un errore fondamentale. Meglio fare l’ingegnere o l’avvocato e poi dedicare il tempo libero al volontariato. Ho visto negli anni troppi casi in cui l’ideologia animalista ha condizionato la crescita professionale. Allora queste mie riflessioni erano state accolte positivamente, oggi temo che potrebbero essere fraintese o criticate. ■
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Prestigiosa presenza italiana nel Community Veterinary Emergency Team e emergenze epidemiche degli ultimi anni hanno messo in luce l'importanza di disporre di esperti e operatori specializzati, adeguatamente formati per contrastare e gestire le malattie animali. Nell'Unione Europea, le attività di eradicazione possono contare su un'ampia esperienza d'intervento, maturata nel corso degli anni e ora messa al servizio della Comunità e degli Stati Membri attraverso il Community Veterinary Emergency Team, istituito dalla Commissione Europea con la Decisione 2007/142/EC. Il Team si compone di esperti candidati dagli Stati Membri, principalmente provenienti dai campi delle scienze veterinarie, della virologia e della fauna selvatica, nonché esperti di laboratorio e gestione del rischio. L'elenco degli esperti nominati per il 2010 vede la presenza di 11 italiani: Bellini Silvia, Broc-
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chi Emiliana, Calistri Paolo, Caporale Vincenzo, Capua Ilaria, Dalla Pozza Manuela, Giovannini Armando, Alberali Giovanni Loris, Marangon Stefano, Rutili Domenico e Savini Giovan-
Richiesto l’alto patrocinio della
ni. In tutto sono 97 gli esperti pronti ad entrare in azione in base all'evoluzione dello scenario europeo e alla chiamata della Commissione Europea che li selezionerà in base alle
esigenze degli Stati Membri ma anche dei Paesi Terzi colpiti da emergenze sanitarie animali. Le attività del Team sono rendicontate dalla Commissione Europea allo Standing Committee on the Food Chain and Animal Health. Gli esperti del Team sono chiamati a coadiuvare la Commissione Europea dando: a) assistenza scientifica, tecnica e gestionale in loco, a fini di sorveglianza, verifica, controllo ed eradicazione delle malattie, in stretta collaborazione e cooperazione con le autorità competenti dello Stato membro o del paese terzo interessati da focolai di malattia o da sospetti tali; b) consulenza scientifica specifica sull’adeguatezza dei metodi diagnostici e sulle indagini epidemiologiche, in collaborazione con i laboratori di riferimento; c) assistenza specifica al fine di coordinare gli uffici veterinari degli Stati membri, dei paesi terzi e laboratori di riferimento. ■
A.N.M.V.I. ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
organizzano il
1° CONVEGNO INTERNAZIONALE
La Veterinaria nelle emergenze
Preparazione, programmazione e intervento in situazioni di calamità naturali e di emergenze epidemiche 10-11 Aprile 2010 - Montesilvano (PE) - Hotel Serena Majestic
SABATO 10 APRILE 2010
Enzo Di Pretoro (Presidente Ordine Veterinari Chieti), Marco Della Torre (Presidente ANMVI Abruzzo), Gaetano Penocchio (Presidente FNOVI), Gianni Mancuso (Presidente ENPAV).
SESSIONE DEL MATTINO 9:30-13:00
Saluti delle Autorità Saluto del Presidente Senior ANMVI: Carlo Scotti Saluto del Direttore dell’IZS Abruzzo e Molise: Vincenzo Caporale
*È prevista la traduzione in lingua italiana Nel corso della prima giornata verranno consegnati alcuni riconoscimenti per quanto fatto nella fasi di emergenza post-sismica
Il contributo delle organizzazioni di volontariato per la protezione degli animali Paolo Migliaccio, Coordinamento Nazionale Associazioni Protezionistiche di Volontariato
Chairman: Margherita De Bac, giornalista
DOMENICA 11 APRILE 2010 SESSIONE DEL MATTINO 9:30-13:00
TAVOLA ROTONDA*: 14:30-17:30
Il terremoto in Abruzzo ed il Sistema di Protezione Civile Guido Bertolaso, Sottosegretario con delega alla Protezione Civile La Funzione Sanità della Direzione Comando e Controllo (Di.Coma.C.) Dipartimento di Protezione Civile Salvatore Squarcione, Responsabile Funzione Sanità D.P.C. durante l’emergenza terremoto in Abruzzo La tutela della sanità pubblica veterinaria in occasione del terremoto in Abruzzo Vincenzo Caporale, Direttore IZS Abruzzo e Molise Le istituzioni e le organizzazioni: ruoli, interventi e testimonianze Intervengono: Giuseppe Bucciarelli (Servizi Veterinari Regione Abruzzo), Giuseppe Matricardi (ASL - L’Aquila), Cap. Marcello Sciarappa, (NAS - Pescara), Giuseppe Aseleti (Presidente Ordine Veterinari L’Aquila), Paolo Dalla Villa (Presidente Ordine Veterinari Pescara), Maurizio Manera (Presidente Ordine Veterinari Teramo),
LA GESTIONE STRUTTURATA DELLE EMERGENZE NON EPIDEMICHE Chairman: Giancarlo Belluzzi, Responsabile ANMVI International Practical Applications of the Scientific Method: Lessons Learned from Veterinary Disaster Responses Wayne E.Wingfield, Professor of Emergency and critical care medicine, Colorado State University Emergency management system in natural disasters Tony Callan, Emergency Management Unit, Department of Agriculture, Fisheries and Forestry, Australia Emergency management in Italy: from experience to expertise Daniela Morelli, IZS Abruzzo e Molise Nicola Ferri, IZS Abruzzo e Molise Giacomo Migliorati, IZS Abruzzo e Molise Discussione e chiusura dei lavori
Chairman: Rossella Lelli,Vicedirettore IZS Abruzzo e Molise Quali emergenze oggi, in un mondo in continuo cambiamento? Vincenzo Caporale, Direttore IZS Abruzzo e Molise Il Centro Nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali Ugo Santucci, Dir. Ufficio III Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare - Ministero Salute Saper prevedere per poter prevenire: strumenti per la gestione delle emergenze epidemiche Paolo Calistri, IZS Abruzzo e Molise Esperienze di gestione di emergenze sanitarie Intervengono: Cristina Schneider, Veterinary Public Health Unit at the Pan American Health Organization, Daniela Marongiu, ASL 1 Sassari, Giacomo Migliorati, IZS Abruzzo e Molise Dibattito e chiusura lavori
Hanno contribuito alla realizzazione di questo evento
Istruzione, Formazione e Lavoro
Progetto formativo per l’internazionalizzazione della professione veterinaria
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Sicurezza sul lavoro Attualità
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L’RSPP deve aggiornare la qualifica?
hi ha già conseguito la qualifica di RSPP (Responsabile dei Servizi di Prevenzione e Protezione) dovrà aggiornare la propria formazione. Ma non è ancora stato stabilito come. È infatti allo studio della Conferenza Stato Regioni una proposta di Accordo in grado di fornire definizioni chiare e puntuali sulla durata, i contenuti minimi e le modalità di erogazione della formazione in materia di sicurezza. Il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro richiede che la formazione dell'RSPP sia aggiornata ad intervalli di 5 anni, ma nel contempo rinvia (articolo 34) espressamente all'adozione di uno specifico Accordo Stato Regioni, riconoscendo nel frattempo la validità della formazione conseguita antecedentemente. Malgrado il quadro normativo non sia stato ancora perfezionato, il mercato della formazione offre già innumerevoli proposte di aggiornamento per RSPP la cui durata e i cui contenuti non sono tuttavia fissati per legge.
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Infatti, non è ancora stato emanato l'Accordo Stato Regioni che dettaglierà le modalità di aggiornamento del datore di lavoro RSPP. I corsi di aggiornamento della qualifica RSPP organizzati in mancanza di un Atto ufficiale che ne disciplini i contenuti formativi potrebbero non essere riconosciuti. Per questo motivo l'ANMVI ha scelto di non organizzare i corsi di aggiornamento per i medici veterinari che hanno già conseguito la qualifica di RSPP e di provvedervi solo in seguito all'emanazione dell'Accordo Stato Regioni. Sono comunque attese a breve importanti novità. Per quanto al momento sia possibile fare solo una serie di previsioni sulle "proposte di accordo", le prime anticipazioni parlano di una netta distinzione tra la "formazione generale", comune a diversi settori di attività, e la "formazione specifica" che per contenuti e durata sarà definita in funzione dei rischi presenti in azienda. Inoltre, nella proposta di Accordo viene ammessa la FAD per aggiornare il titolo di RSPP. ■
Il fumo negli ambienti di lavoro
n ambulatorio non si fuma. Lo dice la legge, lo dice la sensibilità al problema del fumo che nella coscienza civile della società è ormai molto forte. I lavoratori italiani sono prevalentemente dei non fumatori (statistiche dell’ISTAT e dell’Istituto superiore di sanità) e passano gran parte della giornata in ambiente lavorativo: migliorare la salubrità dell’ambiente di lavoro vuol dire migliorare, significativamente, la qualità di vita delle
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persone. Come fare quando ci sono colleghi e personale fumatori? Una politica di controllo del fumo in ambiente di lavoro, è frutto di una politica d’insieme, di collaborazione e condivisione all’interno della struttura, che non deve perdere di vista il divieto di legge: l'art. 51 della Legge 3/2003, al comma 1 recita: "è vietato fumare nei locali chiusi ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico. Il divieto di fumo si applica, quindi, anche negli studi professionali e a maggior ragione in una struttura sanitaria che ospita dei pazienti. I cartelli che evidenziano il divieto di fumare devono risultare adeguatamente visibili, e riportare la scritta "VIETATO FUMARE", integrata dalle seguenti indicazioni: la prescrizione di legge (art. 51 della Legge 3/2003); le sanzioni applicabili ai contravventori; i soggetti a cui spetta vigilare sull’osservanza del divieto e quelli cui compete accertare le infrazioni. Si dovrà apporre un cartello completo con tutte le indicazioni, ben in vista all'ingresso e, negli altri locali, cartelli semplici con il solo richiamo al divieto di fumo. ■
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Sempre più libera la libera professione dei dirigenti SSN Pronto il testo base sui principi fondamentali a Commissione Affari Sociali ha adottato il testo base unificato sui principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche. L'attività libero-professionale dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale potrà assumere tre forme: con esclusiva, con esclusiva e libera professione intramuraria e con esclusiva e intramoenia allargata. Di seguito il testo dell'articolo Art. 10 (Attività libero-professionale dei dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale).
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I PRINCIPI FONDAMENTALI 1. Le regioni disciplinano l'attività libero-professionale dei dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale nel rispetto dei seguenti princìpi fondamentali: a) il dirigente medico e sanitario dipendente del Servizio sanitario nazionale intrattiene con lo stesso un unico rapporto di lavoro. Tale rapporto è incompatibile con ogni altro rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, e con altri rapporti, anche di natura convenzionale, con il medesimo Servizio sanitario nazionale; b) l'esercizio dell'attività libero-professionale del dirigente medico e sanitario dipendente del Servizio sanitario nazionale è compatibile con il rapporto unico d'impiego, purché sia espletato fuori dell'orario di lavoro all'interno delle strutture sanitarie o all'esterno delle stesse, con esclusione delle strutture private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale;
c) il dirigente medico e sanitario dipendente del Servizio sanitario nazionale può svolgere l'attività libero-professionale nelle seguenti forme: con rapporto non esclusivo, di cui al comma 2, lettera d); con rapporto esclusivo ed attività libero-professionale intramuraria; con rapporto esclusivo ed attività libero-professionale intramuraria in studi professionali (cd. allargata); d) il dirigente medico e sanitario dipendente del Servizio sanitario nazionale esercita il suo diritto allo svolgimento dell'attività libero-professionale in una delle forme di cui alla lettera c); e) il ruolo istituzionale del servizio svolto dall'azienda sanitaria locale od ospedaliera diretto ad assicurare l'accessibilità alle cure sanitarie necessarie a chiunque ne faccia richiesta è salvaguardato secondo i princìpi di universalità e di equità che regolano il Servizio sanitario nazionale.
10° MOTOVET 6° EUROMOTOVET 18-19-20 giugno TOSCANA
Nel week end del 20 Giugno prossimo si terrà la decima edizione del motovet, il raduno internazionale dei Motociclisti Veterinari. Dopo il bellissimo raduno sulle montagne della Svizzera quest’anno il raduno ritorna sulle strade Italiane (ottimo asfalto, curve da sogno… per non parlare del cibo…). Tutti i veterinari motociclisti italiani sono invitati a partecipare per incontrare e festeggiare con i nostri colleghi europei.
Per informazioni ed iscrizioni: www.motovet.it info@motovet.it dott. Massimo Raviola 3355655116
LE MODALITÀ D’ESERCIZIO 2. Le regioni disciplinano le modalità di esercizio dell'attività libero-professionale nel rispetto dei seguenti princìpi: a) al fine di assicurare un corretto ed equilibrato rapporto tra attività istituzionale e attività libero-professionale, nonché di concorrere alla riduzione progressiva delle liste di attesa, nel rispetto dei piani di attività previsti dalla programmazione regionale e aziendale, il volume delle prestazioni di attività liberoprofessionale non deve superare, per ciascun dipendente, quello assicurato per i compiti istituzionali, né deve richiedere un impegno orario superiore al 50 per cento di quello richiesto in attuazione del rapporto di servizio con l'azienda sanitaria locale od ospedaliera per lo svolgimento dei compiti istituzionali; b) la tariffa professionale per l'attività liberoprofessionale è definita, previo accordo-qua-
dro aziendale con le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro, dal singolo dirigente, d'intesa con l'azienda sanitaria locale o ospedaliera; c) è facoltà dell'azienda sanitaria locale od ospedaliera non attivare, o attivare solo parzialmente, la libera professione intramuraria. In caso di attivazione, la stessa è gestita dall'azienda mediante un centro unico prenotazioni, con spazi e con liste separati e distinti tra attività istituzionale e attività libero-professionale, con pagamento delle prestazioni e con ripartizione dei proventi secondo modalità e termini fissati da linee guida regionali; d) l'esercizio dell'attività libero-professionale svolto all'esterno delle strutture aziendali non deve comportare oneri per l'azienda sanitaria locale od ospedaliera né per il professionista nei confronti dell'azienda stessa. Tale attività è consentita presso studi professionali privati, anche in forma associata tra più sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale, oppure presso strutture private non convenzionate con il medesimo Servizio sanitario nazionale; e) la regione, anche avvalendosi dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), svolge attività di monitoraggio e di controllo sullo svolgimento della libera professione in termini di tempi e di prestazioni per garantire il rispetto dei princìpi di cui alla lettera a); f) ai dirigenti con rapporto di lavoro esclusivo è attribuita un'indennità di esclusività nella misura prevista dai contratti collettivi di settore; tale indennità non è revocabile, se non in caso di opzione per il rapporto non esclusivo, e non è destinabile dalle aziende sanitarie locali o ospedaliere ad altre funzioni; g) le modalità di svolgimento dell'attività libero-professionale sono stabilite dal direttore generale con apposito regolamento aziendale, in conformità alle linee guida regionali di cui alla lettera c) ed alle previsioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro. ■
A.V.M. Associazione Veterinari Modenesi Federata ANMVI Con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Veterinari di Modena PROGRAMMA EVENTI 2010 • 18 Marzo 2010: serata a tema sugli aspetti clinico-patologici dei processi coagulativi nel cane e nel gatto. Relatrice: Dr.ssa Vanessa Turrini, Dipl. ECVCP, IDEXX - VetMedLab. • 11 Aprile 2010: Incontro di una giornata, in cui il Prof. A. Boari tratterà le patologie tiroidee e surrenaliche del cane e del gatto, sia da un punto di vista clinico che clinico-patologico, nonché terapeutico-gestionale. • 09 Maggio 2010: In collaborazione con SIVAE-regione Emilia Romagna e l’Ordine dei Medici Vet. Di Modena, la giornata sarà dedicata alla Medicina e Chirurgia del Coniglio da compagnia. Relatore: Dr. G. Nardini, Spilamberto (MO). • 26 Settembre 2010: incontro con il Dr. G. Romanelli, per un interessante approfondimento su argomenti di chirurgia plastica e ricostruttiva del cane e del gatto. • Novembre 2010: Giornata di studio sui risvolti pratici, nell’attività clinica quotidiana, dell’utilizzo delle tecniche di TC e RNM nei piccoli animali.
Per ulteriori informazioni, potrete rivolgervi al n. 338/6693151, oppure scrivere ad assvetmodenese@libero.it.
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Ancona Dalle Associazioni
VETERINARIA 9 | 2010
Una giornata della delegazione Scivac Marche Primo incontro annuale ad Ancona omenica 21 febbraio ad Ancona si è tenuto il primo incontro annuale della delegazione regionale marchigiana della SCIVAC. Il relatore della giornata, il collega Giorgio Romanelli, ha presentato una relazione riguardante i tumori cutanei, la loro diagnostica e gli aspetti chirurgici ed ha attratto una grande quantità di colleghi (più di 100 i presenti ai lavori) dalle Marche e dalle regioni limitrofe. A cena, la sera precedente l'incontro, avevamo chiesto a Giorgio quale sarebbe stato l'indirizzo della relazione, e lui ci ha risposto che avrebbe parlato un po’ di filosofia... In effetti cosi è stato e, come Giorgio ha apprezzato la cena con la delegazione, così i presenti hanno apprezzato domenica il suo excursus su alcune patologie neoplastiche di cute ed annessi, ma anche una parte della relazione in cui Romanelli si è divertito a sfatare alcuni miti.
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Infatti il chirurgo esperto può riportare la propria esperienza anche nel caso sia utile a smentire dati teorici che si leggono pubblicati, ma che poco hanno a che fare con la pratica. Così il relatore ha dato una serie di consigli utili, essenziali e diretti, con pareri anche non allineati con quelli riportati in letteratura, ma che sono risultati essere molto preziosi nella pratica chirurgica di tutti i giorni al fine di scegliere le tecniche più agevoli, semplici da applicare e di migliore successo. Nella seconda parte della giornata, Romanelli ha affrontato l'argomento “mastocitoma” non solo in maniera convenzionale, ma anche chiarendo quanto ancora ci sia da capire a riguardo ed ancora una volta analizzando in maniera critica comportamenti diagnostici e chirurgici che possono portare ad errori. Al termine il relatore ha mostrato una carrellata di interessanti casi clinici. A Giorgio Romanelli va l'apprezzamento e il ringraziamento dei presenti e dei delegati marchigiani.
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Per il sostegno offerto all’attività della delegazione marchigiana dobbiamo citare e ringraziare le ditte Eukanuba, Royal Canin e Pfizer, presenti alla giornata con i loro rappresentanti. Il contributo degli sponsor aiuta lo svolgimento di incontri regionali con tale elevato contenuto scientifico. ■
Da sinistra: Martina Andreoni, Giorgio Romanelli, Federico Leone, Andrea Carletti e Walter Crotti. Il prossimo incontro della delegazione marchigiana sarà domenica 3 ottobre. Argomento: nefrologia. Relatrice: Paola Scarpa.
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SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
CORSI PRATICI
FISSAZIONE ESTERNA Cremona, 17/19 Giugno 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Alessandro Piras, Med Vet, Spec Chir Vet, MRCVS, Newry (Irlanda) RELATORI Antonio Ferretti, Med Vet, Dipl ECVS, Milano Ross Palmer, DVM, Dipl ACVS, Colorado (USA) Enrico Panichi, Med Vet, Dot Ric, Torino Bruno Peirone, Med Vet, Dot Ric, Torino Massimo Petazzoni, Med Vet, Milano Alessandro Piras, Med Vet, Spec Chir Vet, MRCVS, Newry (Irlanda) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 800,00 + IVA 20% Non soci: € 1.000,00 + IVA 20%
RADIOLOGIA DELLO SCHELETRO
CITOLOGIA 1
Cremona, 23/25 Giugno 2010 Centro Studi SCIVAC
Cremona, 07/09 Luglio 2010 Centro Studi SCIVAC
ECM: In fase di accreditamento
ECM: In fase di accreditamento
DIRETTORE Massimo Vignoli, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Sasso Marconi (BO)
DIRETTORE Davide De Lorenzi, Med Vet, SCMPA, Dipl ECVCP, Padova
RELATORI Antonella Puggioni, Med Vet, Dipl ECVDI, Dublino (Irlanda) Giliola Spattini, Med Vet, Dipl ECVDI, Reggio Emilia Massimo Vignoli, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Sasso Marconi (BO) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 500,00 + IVA 20% Non soci: € 700,00 + IVA 20%
ECOCARDIOGRAFIA Cremona, 29 Giugno - 2 Luglio 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Claudio Bussadori, Med Vet, Dot Ric, Dipl ECVIM-CA (Card), Med Chir, Milano RELATORI ED ISTRUTTORI Claudio Bussadori, Med Vet, Dot Ric, Dipl ECVIM-CA (Card), Med Chir, Milano David Chiavegato, Med Vet, Dot Ric, Padova Gino D’Agnolo, Med Vet, Trieste Marco Di Marcello, Med Vet, Dot Ric, Verona Oriol Domenech, Med Vet, Dipl ECVIM (Cardiology), Milano Elena Dall’Aglio, Med Vet, Milano Chiara Locatelli, Med Vet, Dot Ric, Milano Pedro Olivera, Med Vet, Oporto (P) Francesco Migliorini, Med Vet, Roma Marco Poggi, Med Vet, Imperia Cecilia Quintavalla, Med Vet, Milano ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 800,00 + IVA 20% Non soci: € 1.000,00 + IVA 20%
RELATORI Walter Bertazzolo, Med Vet, Dipl ECVCP, Pavia Ugo Bonfanti, Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano Enrico Bottero, Med Vet, Cuneo Mario Caniatti, Med Vet, Dipl ECVP, Milano Davide De Lorenzi, Med Vet, SCMPA, Dipl ECVCP, Padova ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 520,00 + IVA 20% Non soci: € 720,00 + IVA 20%
Professione Veterinaria 9-2010:Professione 9-2010
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30 Calendario attività Dal 14 marzo all’11 aprile Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi INCONTRO SICARV / SIONCOV
14 MAR 14 - 15 MAR
CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA
CITOLOGIA PER NON CITOLOGI COME PRATICARE IL GIOCO DELL’ESAME CITOLOGICO CON SODDISFAZIONE... E SENZA SBAGLIARE TROPPO! - NH Hotel Bologna (Ex Jolly Hotel) - VIA VILLANOVA 29/8 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO ANMVI / GPM
MANAGEMENT APPLICATO ALLA GESTIONE DELL’AMBULATORIO/CLINICA/OSPEDALE VETERINARIO Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Milena Migliavacca Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it SOVEP - APPROCCIO ALLE PIÙ COMUNI EMERGENZE VETERINARIE - Hotel Campanile - Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: 12 Crediti - Per informazioni- Segreteria ANMVI Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it
14 MAR 14 MAR 14 MAR
DIAGNOSI E TERAPIA NELL’ONCOLOGIA CARDIOVASCOLARE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO AVANZATO INTENSIVO - ANESTESIA NEURASSIALE NEL CANE E NEL GATTO: PERIDURALE E SPINALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 8 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP CORSO ANMVI
18 - 19 MAR INCONTRO SOVI
II° CORSO SOVI/FSA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE OCULARI EREDITARIE. IL PUNTO SULLE MALATTIE EREDITARIE DEL TRATTO UVEALE, DELL’ANGOLO IRIDO-CORNEALE E DELLA LENTE DEL CANE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
CORSO ANMVI
CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it
20 - 21 MAR
CORSO ANMVI
CORSO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: 10 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it
21 MAR
INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO Attenzione: Date evento modificate.
ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO ALLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - Park Hotel Villa Fiorita Monastier (TV) - Via Giovanni XXIII, 1 - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA - Roges di rende (CS) Palagarden - VIA Tevere, C/O PARCO ROBINSON ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it “DIAGOSTICA DI LABORATORIO DELLE SPECIE NON CONVENZIONALI: UN APPROCCIO PRATICO” Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it COMPUTED TOMOGRAPHY - INTERNATIONAL WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it
19 - 21 MAR 20 MAR
21 MAR
INCONTRO REGIONALE SCIVAC CALABRIA ITINERARIO DIDATTICO SIVAE
24 - 26 MAR 25 - 27 MAR 27 - 28 MAR
CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. INCONTRO SIVAE
“AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI I” - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA
I TUMORI CUTANEI DALLA A- ALLA Z. GUIDA ALL’APPROCCIO CORRETTO - Bari - Sheraton Hotel - VIA CARDINALE AGOSTINO CIASCA 9 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SEMINARIO “MEDICINA D’URGENZA NEL CAVALLO ADULTO” - Malpensa Fiere - Busto Arsizio (VA) - Via XI Settembre 16 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it AGGIORNAMENTI FARMACOLOGICI NELLA TERAPIA DEL MASCHIO RIPRODUTTORE E RELATIVI CASI CLINICI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it LA RESPONSABILITÀ MEDICO LEGALE DEL MEDICO VETERINARIO COMPORTAMENTALISTA - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
27 - 28 MAR SEMINARIO SIVE
27 MAR INCONTRO SIRVAC
28 MAR INCONTRO SISCA
28 MAR 28 MAR
INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA
ORTOPEDIA PEDIATRICA NEL CANE - Catania - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
28 MAR
INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO
LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA.....D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
2° IT. ODONTOSTOMATOLOGIA: II PARTE - ESTRAZIONI DENTALI NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE
IL BENESSERE ANIMALE E LA MEDICINA VETERINARIA PUBBLICA E PRIVATA. ANIMAL WELFARE AND THE VETERINARIANS’ POINT OF VIEW - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it
CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
CORSO REGIONALE DI ECOGRAFIA - Corato (BA) - CONTRADA POLVERE DI ROSE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it TERAPIA ENDODONTICA: DALLA DIAGNOSI ALLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it AGGIORNAMENTI TERAPEUTICI NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE GASTROENTERICO ACUTO E CRONICO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PROTOCOLLI DIAGNOSTICI E SCELTE TERAPEUTICHE NELLE PODODERMATITI E NELLE MALATTIE UNGUEALI DEL CANE E DEL GATTO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL DOLORE NEL GATTO A 360° - IL DOLORE DEL GATTO A 360° - TRAUMATOLOGIA, SEGNI CLINICI E COMPORTAMENTALI, FARMACOLOGICO E GESTIONE DEL DOLORE NEL GATTO - AtaHotel Quark, Milano - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it COME DIAGNOSTICARE E GESTIRE L’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA IN PRONTO SOCCORSO - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
7 - 9 APR 7 - 9 APR 9 - 11 APR
INCONTRO SIODOV
10 - 11 APR INCONTRO SIGAV
10 APR INCONTRO SIDEV
11 APR 11 APR 11 APR
SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM INCONTRO SIMUTIV
laPROFESSIONE
VETERINARIA 9 | 2010
la VETERINARIA
PROFESSIONE
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it
Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa l’8 marzo 2010
SOLUZIONI
QUIZ 2 Novembre, 2005 Italiana di Podologia Equina Seminario SIPE, Società Risposta corretta: c)
QUIZ 1
b flemmone interdigitale; c ferite penetranti; d malattia della linea bianca; e tutte le condizioni sopraelencate.
Risposta corretta: e)
matite settica della suola);
dito bovino
a ulcera soleare (pododermatite circoscritta) ed ascesso della suola (pododer-
Corso SIVAR di chirurgia del
a 40 cm. b 60 cm. c 80 cm. d 100 cm.
2) Le infezioni profonde del dito bovino sono spesso la complicazione di infezioni superficiali, quali ad esempio:
Novembre 2005
1) Quale distanza cassetta-sorgente radiologica è ottimale per avere una buona qualità dell'immagine con voltaggio contenuto?
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