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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
10 2013
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 10, numero 10 dal 18 al 24 marzo 2013
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
LA VETERINARIA NEL RAPPORTO ALMALAUREA 2013
IL COLLEGA PASSEGGERO SULL’AUTOCARRO
DAL MINISTERO UN PRONTUARIO ONLINE
PROBLEMATICHE FREQUENTI IN RETTILI E ANFIBI
SÌ ALLA REVISIONE DEICONTROLLI FISCALI
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NON ESAGERATE
BREVI RIMBORSO IVA L’Agenzia delle Entrate ha annunciato il rimborso dei crediti Iva spettanti a imprese e professionisti. Le risorse saranno messe a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
SISTRI Il Sistri, sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi, sarà attivato dal 1 ottobre 2013 per i produttori di rifiuti pericolosi con più di dieci dipendenti e per gli enti e le imprese che gestiscono rifiuti pericolosi.
ULSS 15 PD Anche la Fnovi, ha avanzato formale richiesta di accesso agli atti amministrativi del Presidio Veterinario Ulss 15 di Padova. L’ha reso pubblico la Federazione in risposta alla corrispondenza avviata da alcuni medici veterinari padovani nei confronti dei vertici della Asl padovana.
INTRAMOENIA Sulla sperimentazione della libera professione intramuraria, la Conferenza delle Regioni ha espresso "avviso favorevole, condizionato" ad un impegno politico a dilazionarne di almeno sei mesi l’avvio. La necessità di un differimento si lega ai tempi tecnici di realizzazione della infrastruttura di rete che supporterà l’organizzazione delle attività libero professionali intramurarie.
REG 1099 Il Ministero della Giustizia ha reso pubblico lo schema di decreto che contiene la disciplina sanzionatoria del Regolamento 1099/2006. Le sanzioni riguardano la violazione delle norme sulla macellazione, lo stordimento e l’immobilizzazione degli animali destinati al consumo domestico privato, sulla fornitura diretta di piccoli quantitativi di carne, sull’importazione da Paesi terzi, sui controlli dei macelli e sui responsabili della tutela del benessere animale.
DAL 1° APRILE 2013
Il medico veterinario accreditato FNOVI: sperimentazione per i medici veterinari che operano nel settore degli animali esotici A PAGINA 3
Mettiamo le cose in chiaro: per i sindacati la crisi c’è, disperata e da strapparsi i capelli in scioperi e stati di agitazione, solo per la veterinaria pubblica. I veterinari privati non esagerino e non la facciano tanto lunga per un po’ di libera professione, intra od extra moenia che sia, sugli animali da compagnia. “Va bene la crisi ma non vi sembra di esagerare?” domanda un sindacato dei veterinari SSN, accorgendosi piccato che la nascita dell’ambulatorio veterinario pubblico nel padovano “disturba alcuni veterinari liberi professionisti della zona”. Disturba? Una chiave di lettura a dir poco edulcorata per interpretare la lettera che 17 Colleghi hanno indirizzato ai vertici dell’Azienda Sanitaria esprimendo un sentimento di indignazione condivisa e diffusa fra i liberi professionisti di tutta Italia. Certo, dalla prospettiva sindacale, il senso è difficile da afferrare: “Sembra di capire che il problema risieda nel fatto che, tra le diverse attività dell’ambulatorio, rientri anche la possibilità per tre veterinari dipendenti dell’Asl di esercitare, in alcune ore definite, la libera professione intramoenia”. Sembra? Si tolgano pure i dubitativi: dalla Legge Bindi fino alla riforma del suo allievo Balduzzi, la libera professione intramuraria dei veterinari pubblici si è posta come un gigantesco equivoco nei LEA, comodo - sindacalmente parlando - per accasare pletoriche funzioni, insolvibili nella pratica, ma utili per rivendicazioni contrattuali e di posizione. E comodissimo per tenere i piedi in due scarpe, un po’ di Asl al mattino
e un po’ di allegre incursioni nel mercato libero-professionale nel pomeriggio (tanto per arrotondare retribuzioni fra le più alte, buon per loro, della Pubblica Amministrazione). Tutto questo senza correre i rischi veri di un’attività di lavoro autonomo, senza sottostare allo sfiancamento degli obblighi quotidiani con cui si inizia e si finisce la giornata d’ambulatorio e senza assumersi le stesse responsabilità verso i cittadini: il servizio non funziona? Colpa di un SSN sotto-finanziato. E naturalmente usando i soldi dei cittadini, senza i sacrifici economici (spesso familiari) che fanno i liberi professionisti per mettere in piedi e mantenere una struttura veterinaria privata; struttura che la Asl va ad autorizzare e a controllare e magari a ri-sottoporre a nuova autorizzazione perché, massì, è un po’ cambiata la planimetria. Quella stessa Asl che, però, se apre un proprio presidio veterinario non si cura dell’autorizzazione, forse perché dovrebbe autorizzare se stessa e allora, mossa dal senso del ridicolo, trascura anche che i requisiti minimi organizzativi e strutturali sono obbligatori di legge anche per l’erogazione di prestazioni veterinarie pubbliche. Ma non si azzardi l’Ordine a sollevare questioni di correttezza deontologica o di conflitto di interessi. L’ambulatorio Asl usa soldi pubblici e fa esercitare dei dipendenti pubblici ai quali è richiesta per legge la massima trasparenza. L’accesso agli atti del presidio padovano (a tutt’oggi inevaso) non è una gentil concessione ma un diritto. SEGUE A PAG. 4
OVERDIAGNOSIS IN VETERINARIA? DELFINI Sono 67 gli esemplari di cetacei spiaggiati in Italia dall’inizio del 2013 secondo la Banca dati spiaggiamenti (Bds) promossa e finanziata dai ministeri dell’Ambiente e della Salute. La causa più verosimile di questa straordinaria incidenza potrebbe essere di natura infettiva, ma non sono esclusi fenomeni legati all’inquinamento o a eventi vulcanici sottomarini.
TEMPO FA È APPARSO IN INTERNET UN ARTICOLO DI ANTONINO CARTABELLOTTA DAL TITOLO: “OVERDIAGNOSIS: LA FACCIA OSCURA DEL PROGRESSO TECNOLOGICO” nel quale l’autore analizzava i rischi dovuti a questo fenomeno evidenziatosi negli ultimi anni e che potrebbe essere presente anche nella medicina veterinaria. Vediamo quindi cosa è. Oggi si parla di Overdiagnosis quando in soggetti asintomatici viene diagnosticata una malattia che non sarà mai sintomatica, né causa di mortalità precoce. Nel senso più ampio del termine, l’Overdiagnosis include tutte quelle situazioni che contribuiscono a etichettare come malate le persone sane, con problemi lievi e/o a basso rischio: eccesso di medicalizzazione, interventi terapeutici non necessari (overtreatment), modifica delle soglie diagnostiche delle malattie, invenzioni di nuove entità patologiche (disease mongering). La faccia oscura della luna è popolata da tutte le conseguenze negative di essere “etichettati” come malati (labeling effect), dai rischi legati a test diagnostici e trattamenti non necessari. Anche se il driver principale è costituito dal progresso tecnologico, altri fattori possono contribuire: evoluzione delle tecnologie diagnostiche che consentono di individuare “anomalie” anche minime, interessi commerciali e professionali, esperti in conflitto di interessi, orientamento dell’autorità giudiziaria a condannare la Underdiagnosis e non l’Overdiagnosis, sistemi sanitari che incentivano la medicalizzazione, percezione socio-culturale che “more is better” e che la diagnosi precoce non comporta alcun rischio. Certamente una riflessione anche nella medicina veterinaria sarebbe bene farla.
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Animali esotici Attualità
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Proposta sperimentale di accreditamento nel settore degli animali esotici La FNOVI presenta le linee guida con avvio delle procedure dal 1° aprile. La SIVAE chiede un rinvio
arla Bernasconi, Vice presidente FNOVI, ha presentato sul numero di febbraio di 30giorni gli obiettivi e le linee guida applicative del progetto della Federazione sul medico veterinario accreditato. “La Federazione, espressione degli Ordini Professionali, sente il compito e l’obbligo di intervenire a tutela dei pazienti e dei clienti in coerenza con il Codice Deontologico e con i compiti assegnati dalle leggi dello Stato, con l’obiettivo di assicurare efficacia, appropriatezza e sicurezza degli atti professionali dei Medici Veterinari”. La Bernasconi ha proseguito: “Consapevoli della necessità di sostenere, promuovere e favorire tutte le iniziative intese a facilitare il progresso culturale dei Medici Veterinari, e uniformemente alla Federazione Europea, è stato intrapreso il percorso che individua il medico veterinario accreditato. L’accreditamento definisce un livello di competenza intermedia fra la laurea e i diplomi specialistici (College Europei o Americani, Scuo-
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le di Specializzazione Universitarie) e ha la finalità di informare gli utenti sulla possibilità di ottenere prestazioni da professionisti che possono dimostrare competenze ed esperienze relativamente ad una singola specie o gruppi di specie o in ambiti professionali definiti”. La Vicepresidente della FNOVI ha evidenziato inoltre: “La scelta di iniziare dai medici veterinari che esercitano nell’ambito degli animali esotici, è scaturita da una sempre crescente richiesta da parte dell’utenza di individuare professionisti che siano in possesso di competenze su questi animali”. La SIVAE, che da tempo esprime l’esigenza di un elenco di veterinari che possano garantire competenze ed esperienze sulle diverse specie di animali esotici per permettere ai proprietari di questi animali di poter individuare un medico veterinario in grado di curarli, ha accolto con favore il progetto nel suo impianto generale e specificatamente ne ha condiviso gli obiettivi, ma da una attenta analisi delle linee guida e delle procedure previste per l’ottenimento del titolo “accreditato” ha individuato alcuni suggerimenti di modifica che ha inviato alla FNOVI chiedendo un rinvio della data di avvio del progetto per poterne valutare al meglio alcuni aspetti. Il Consiglio SIVAE, riunitosi il 15 marzo, aveva già evidenziato alcuni punti sui quali sarebbe stato meglio intervenire e l’assemblea dei soci, molto partecipata e vivace, tenutasi il giorno dopo, ha fatto emergere altre indicazioni di modifica del testo originale che varrebbe la pena tenere in considerazione visto che arrivano da decine di Medici Veterinari che operano nel settore degli animali esotici, coloro quindi che avrebbero ovviamente possibilità ed interesse a far-
Spettabile FNOVI, Via del Tritone - Roma Cremona, 21 Marzo 2013 Alla cortese attenzione del Presidente Dr. Gaetano Penocchio. E p.c. Dr. Marco Melosi, Presidente ANMVI, Dr. Lorenzo Crosta, Vicepresidente ANMVI OGGETTO: MEDICO VETERINARIO ACCREDITATO In riferimento alla proposta FNOVI sperimentale del Medico Veterinario Accreditato nel settore Animali Esotici, il Consiglio Direttivo della SIVAE riunitosi in data 15 Marzo 2013 ha accolto favorevolmente gli obiettivi del progetto ma ritiene doveroso segnalare alcuni suggerimenti riferiti ai “Requisiti nella prima fase dell’accreditamento e fino al 2015” e “Requisiti dopo il 2015”, valutati e discussi anche nell’Assemblea dei Soci tenutasi Sabato 16 Marzo 2013 a Cremona. Per quanto riguarda il punto (a) si chiede che l’indicizzazione sia riferita esclusivamente a Science Citation Index Expanded, in quanto è il sistema che riconosce un maggiore numero di pubblicazioni. Punto (c): si ritiene necessario che venga indicato che tutte le iniziative di aggiornamento debbano essere specificatamente rivolte a operatori sanitari. Punto (d): che venga di conseguenza indicato che l’attività di docenza debba essere stata svolta in occasione di iniziative di aggiornamento rivolte a operatori sanitari e che prevedano una commissione scientifica a garanzia dei contenuti. Chiede inoltre al punto “revoca dell’accreditamento” di specificare per quali sanzioni disciplinari per inosservanza del Codice Deontologico possa essere revocato l’accreditamento. Ritiene inoltre opportuno che dopo il 2015, chiusa la prima fase di accreditamento, possa essere previsto un esame basato su domande a risposta multipla che dovranno essere proposte dagli accreditati e basate su testi dichiarati. In attesa che vengano valutate le modifiche richieste, il Consiglio Direttivo SIVAE chiede necessariamente che possa essere rinviata la data di avvio delle procedure per il Medico Veterinario Accreditato prevista per il 1 Aprile 2013. Questo rinvio permetterebbe inoltre, viste le perplessità insorte e le numerose richieste di chiarimento pervenute dai soci in occasione dell’assemblea annuale di SIVAE, di poter valutare meglio alcuni aspetti che sono stati segnalati dai nostri iscritti e che potrebbero certamente migliorare il progetto incontrando maggiormente le esigenze di tutti i medici veterinari che operano nel settore animali esotici. In attesa di un gentile riscontro, con l’occasione, cordiali saluti Marco Bedin, Presidente SIVAE si accreditare. Secondo la SIVAE sarebbe dunque meglio aspettare ancora qualche mese per partire con il progetto ed apportare nel frat-
tempo tutte le possibili modifiche che lo renderebbero veramente utile ed applicabile evitando di doverle poi fare in fase operativa. ■
IL MEDICO VETERINARIO ACCREDITATO PROPOSTA FNOVI SPERIMENTALE on “accreditamento” si definisce un livello di conoscenza e competenza intermedia fra la laurea e i diplomi specialistici (College, Scuole di Specializzazione Universitarie) e ha la finalità di informare, ai sensi dell’articolo 54 del Codice deontologico, gli utenti sulla possibilità di ottenere prestazioni da medici veterinari in grado di dimostrare di aver acquisito particolari conoscenze, competenze ed esperienze in ambiti professionali definiti.
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La proposta è in fase sperimentale. Avrà un periodo di “verifica e collaudo” al quale seguirà la fase definitiva. In seguito potranno essere quindi proposti e valutati “accreditamenti” in altri ambiti della professione. Medici veterinari per “animali esotici”. La scelta di iniziare la fase sperimentale da questo settore è scaturita dalla crescente richiesta da parte dell’utenza di individuare professionisti che siano in possesso delle competenze su determinate specie, o gruppi di specie, diversi dagli animali più comunemente posseduti e sulla normativa inerente. Il termine “animali esotici”, anche se non sempre adeguato, rispecchia al meglio la terminologia utilizzata in tutto il mondo. Sei diverse sezioni - A motivo delle notevoli differenze di specie l’accreditamento in “medicina e chirurgia degli animali esotici” non è “unico”, sono pertanto previste 6 diverse sezioni e ogni medico veterinario potrà richiedere di essere accreditato fino a un massimo di tre sezioni. 1. medicina e chirurgia aviare; 2. medicina e chirurgia di rettili e anfibi; 3. medicina e chirurgia di piccoli mammiferi (conigli, furetti roditori); 4. medicina dei pesci e gestione degli acquari; 5. medicina e chirurgia degli animali da zoo e zoo management; 6. medicina e chirurgia degli animali selvatici. Accesso de facto - I medici veterinari in possesso di: Diploma del College europeo nelle specializzazioni inerenti, Diploma del College americano nelle specializzazioni inerenti
avranno de facto la qualifica di “Medico Veterinario Accreditato”. Prerequisiti - L’accesso alla richiesta della qualifica di “Medico Veterinario Accreditato” prevede: • 5 anni d’iscrizione all’ Albo dell’Ordine dei Medici Veterinari • 5 anni di attività professionale con almeno il 50% del tempo lavorativo dedicato al gruppo tassonomico per cui si richiede l’accreditamento (se si richiede di essere accreditati in una sola sezione, 70% del tempo per l’accreditamento in due sezioni, 90% del tempo per tre accreditamenti), considerata sulla base di una settimana lavorativa di 40 ore. • per la sezione medicina e chirurgia degli animali da zoo e zoo management è previsto che l’esperienza almeno quinquennale sia provata da: fatture, contratto, lettere d’incarico. Requisiti nella prima fase dell’accreditamento e fino al 2015 - Il candidato dovrà soddisfare 3 condizioni, che potrà scegliere fra le seguenti: a. almeno 3 pubblicazioni, inerenti la materia, su riviste indicizzate (a prescindere dalla data e dall’impact factor, è sufficiente l’indicizzazione); di queste, almeno due come primo autore. b. un dottorato di ricerca, una specializzazione universitaria, un master almeno triennale, o avere completato un itinerario post-universitario specifico almeno triennale, inerente la materia. c. partecipazione come discente ad almeno 100 ore di aggiornamento/educazione continua (corsi, congressi, ecc), inerenti la materia, negli ultimi 5 anni. d. almeno 10 ore di docenza inerente la materia (a corsi, università, congressi come relatore invitato), negli ultimi 5 anni. e. almeno 10 fra relazioni brevi, poster, o articoli non indicizzati su riviste di settore, o a congressi inerenti la materia. Tutto quanto sopra richiesto deve essere documentato anche in autocertificazione. Requisiti dopo il 2015 - Il candidato dovrà soddisfare 3 con-
dizioni, che verranno selezionate a scelta fra: a. almeno 3 pubblicazioni, inerenti la materia, su riviste indicizzate (a prescindere dalla data e dall’impact factor, è sufficiente l’indicizzazione); di queste, almeno due come primo autore. b. un dottorato di ricerca, una specializzazione universitaria, un master almeno triennale, o avere completato un itinerario post-universitario specifico almeno triennale, inerente la materia. c. partecipazione come discente ad almeno 100 ore di aggiornamento/educazione continua (corsi, congressi, ecc), inerenti la materia, negli ultimi 5 anni. d. almeno 10 ore di docenza inerente la materia (a corsi, università, congressi come relatore invitato), negli ultimi 5 anni e. almeno 10 fra relazioni brevi, poster, o articoli non indicizzati su riviste di settore, o a congressi inerenti la materia. Tutto quanto sopra richiesto deve essere espressamente documentato tramite attestati, certificazioni o altri documenti equipollenti rilasciati dagli enti organizzatori, provider Ecm, ecc. Mantenimento dell’accreditamento con verifica ogni 5 anni • Mantenimento della percentuale di casistica (50-70-90%) dimostrabile con casistica documentata da cartella clinica • 100 ore di aggiornamento come discente nei 5 anni • 1 pubblicazione indicizzata, o un capitolo in un libro inerente la materia o 10 ore di docenza inerente la materia. Revoca dell’accreditamento • Mancato raggiungimento delle condizioni elencate al punto precedente • Sanzioni disciplinari per inosservanza del Codice Deontologico Ruolo della Fnovi • Elaborazione e rilascio delle Linee guida per accedere allo “accreditamento”; • Valutazione dei curricula e dei documenti accessori; • Attività relative alla creazione, aggiornamento e pubblicazione degli elenchi, comunicazione delle scadenze e revoca dell’accreditamento.
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4 Attualità www.almalaurea.it
VETERINARIA 10 | 2013
Sale di tre punti la disoccupazione delle lauree specialistiche Non fa eccezione veterinaria. Chi esercita guadagna poco ed è sempre meno gratificato a disoccupazione cresce dal 19 al 21% fra le lauree specialistiche a ciclo unico, fra cui medicina veterinaria. Il XV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati conferma il quadro occupazionale difficoltoso evidenziato anche nei precedenti Rapporti e che ha cominciato a manifestarsi all’inizio del nuovo millennio. Aumenta la disoccupazione (in misura superiore rispetto all’anno passato) fra i laureati triennali: dal 19 al 23%. La disoccupazione lievita anche fra i laureati specialistici, quelli con un percorso di studi più lungo: dal 20 al 21%. Ma cresce pure fra gli specialistici a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza: dal 19 al 21%. Una tendenza che si registra in generale anche a livello di percorso di studio (anche fra i laureati tradizionalmente caratterizzati da un più favorevole posizionamento sul mercato del lavoro, come gli ingegneri, ad esempio) e di area geografica di residenza. Tuttavia, la laurea continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione anche se meno efficace in Italia rispetto agli altri paesi. Quest’anno, per la prima volta, l’indagine è stata estesa ai laureati di secondo livello a cinque anni dal conseguimento del titolo. L’indagine 2012 ha coinvolto oltre 400mila laureati post-riforma di tutti i 64 atenei aderenti al Consorzio. Quest’anno, per la prima volta, l’indagine è stata estesa ai laureati di secondo livello a cinque anni dal conseguimento del titolo. L’intera documentazione, disaggregata per Ateneo, Facoltà fino all’articolazione per corso di laurea è a disposizione da martedì 12 marzo 2013 nel sito di Almalaurea. Il Rapporto è diventato uno strumento fondamentale per valutare l’efficacia esterna del sistema universitario e per misurare l’apprezzamento e la capacità di utilizzazione del mondo del lavoro nazionale ed estero nei confronti dei
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NON ESAGERATE (...) SEGUE DALLA COPERTINA. E la Asl ha il dovere di garantirlo, anzi avrebbe già dovuto farlo, invece di chiamare una stampa compiacente e ingenua. Questi scatoloni chiusi, rigorosamente fuori servizio il sabato e la domenica, a chi servono? Soccorso d’emergenza come da Codice della Strada? Non se ne parla, il sindacato ha detto che non ce la possono fare. Pronto recupero dei cani senza proprietario? Faremo il conto dei cani abbandonati dal veterinario libero professionista nei week end. Sterilizzazioni? Un presidio pubblico nel meridione ha chiuso i battenti perché nemmeno gli animalisti hanno più collette per il filo di sutura. La devianza fra visione istituzionale e visione sindacale nel nostro Paese è totale, quando si attribuisce all’azienda sanitaria il compito di “tutelare i propri dipendenti”, anziché la sanità pubblica. Eppure si direbbe che di lavoro da fare nelle aree di primaria competenza ne resti molto. Ovviamente non stiamo a sottilizzare, ma ci chiediamo perché i veterinari pubblici invece non si preoccupano di più di prevenire le aflatossine nel latte, la contaminazione da diossina, la brucellosi nel sud o la vescicolare e la peste nei suini? Quindi accogliamo l’invito all’equilibrio rivoltoci dal sindacato e, con le sue parole, lo invitiamo a non esagerare.
laureati, anche ai fini - aggiungiamo noi - di una programmazione ragionata del fabbisogno annuale di medici veterinari. Lo riconosce anche il Ministro dell’Università, Francesco Profumo: "In questi anni Almalaurea ha avuto un ruolo fondamentale, da questo punto di vista, perché ha creato consapevolezza, con una documentazione oggettiva e di qualità, e una nuova cultura che non era parte del Paese. Una cultura attraverso la quale noi oggi abbiamo gli strumenti affinché i nostri studenti, a fronte di un mercato del lavoro europeo, possano entrare prima in possesso delle informazioni utili per fare le loro scelte future".
ITALIA-EUROPA In Italia un’ulteriore riduzione della quota di occupati nelle professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi dell’Unione Europea. Nel 2010 il nostro Paese si trovava agli ultimi posti per la quota di laureati sia per la fascia d’età 55-64 anni sia per quella 25-34 anni. D’altra parte le aspettative di raggiungere l’obbiettivo fissato dalla Commissione Europea per il 2020 (40% di laureati nella popolazione di età 30-34 anni), sono ormai vanificate per ammissione dello stesso Governo, il quale ha rivisto l’obbiettivo che più realisticamente si può attendere il nostro Paese raggiungendo al massimo il 26-27%. Una valutazione ancora più severa è dovuta se si pensa che nella categoria comprendente “legislatori, imprenditori e alta dirigenza” la percentuale di laureati è - in termini comparati - molto limitata. Il ritardo nei livelli di scolarizzazione degli occupati riguarda sia il settore privato che quello pubblico, con una maggiore incidenza sul primo, e si riflette significativamente sui livelli di istruzione della classe manageriale e dirigente italiana. I dati Eurostat segnalano, ad esempio, che nel 2010 ben il 37% degli occupati italiani classificati come manager aveva completato tutt’al più la scuola dell’obbligo, contro il 19% della media europea a 15 paesi e il 7% della Germania. ■
Eaeve: sì a Milano, rinvio a Messina La nostra Facoltà di Medicina Veterinaria e il corso di laurea magistrale ricevono l’accreditamento della EAEVE (European Association of Establishments for Veterinary Education), l’associazione europea che si occupa di valutare, promuovere e sviluppare qualità e standard delle strutture mediche e formative veterinarie in modo da facilitare la cooperazione e gli scambi tra le migliori facoltà, scuole e università impegnate nella didattica e nella ricerca". Sul sito di Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, una pagina dedicata racconta nel dettaglio l’iter che ha portato all’accredito EAEVE, dal primo rapporto di autocertificazione al resoconto delle due visite ispettive del 2009 e del 2012 e al Certificato finale. "In soli tre anni dalla prima visita ispettiva - si legge - sono stati, infatti, realizzati un ospedale per piccoli animali, un servizio per le e-
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LA CONDIZIONE DEI VETERINARI A 5 ANNI DALLA LAUREA 5 anni dalla laurea in medicina veterinaria, i 444 intervistati da Almalaurea, dichiarano di lavorare per una quota percentuale dell’85,6%. Sono medici veterinari che hanno conseguito la laurea all’età di media di 26,6 anni, con voto medio pari a 102,3, dopo un percorso di studio in media di 7 anni. Sono occupati più gli uomini (87%) delle donne (84,8%). Hanno impiegato circa 12 mesi a trovare la prima occupazione, nella stragrande maggioranza (77,4%) hanno cercato lavoro dopo il conseguimento del titolo e al 19,2% non esercitano lo stesso lavoro con il quale si sono inseriti sul mercato del lavoro. Al 70,8% si dichiarano "autonomi effettivi" ed esercitano al 90,3% nel settore privato. All’86% hanno partecipato ad almeno una attività di formazione post laurea (tirocinio/praticantato al 48,4% seguito da stage in azienda -31,5% e scuola di specializzazione -27%). Il part time è diffuso al 20,8%. Il guadagno mensile netto è in media di 1.305 euro per gli uomini e di 1023 euro per le donne. A cinque anni
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dalla laurea il miglioramento più evidente che gli intervistati hanno registrato è stato quello relativo alle competenze professionali (66,7%), mentre il 16,7% dichiara di non aver visto migliorare la posizione lavorativa e il punto di vista economico. L’utilizzo delle competenze acquisite con la laurea è "in misura elevata" per il 76,6% e "in misura ridotta" per il 18,7%. Del resto il possesso del titolo di studio, in ambito medico veterinario, è un requisito di legge per l’esercizio professionale come rilevato dall’85% degli intervistati. Solo una percentuale dal 3 al 6 per cento si è proposto per attività lavorative dove la laurea non è richiesta di legge, ma eventualmente utile o necessaria. L’89,6% degli intervistati dichiara la laurea conseguita "efficace" per il lavoro svolto, benché la soddisfazione media del lavoro svolto sia del 7,5%. Fra i non occupati, il 56,7% ha continuato a cercare un impiego negli ultimi 15 giorni precedenti l’intervista. Chi non lo stava facendo è perché, al 79,4% dei casi prosegue gli studi.
mergenze e uno spazio per la terapia intensiva e, dal 2011, un servizio di clinica mobile, in collaborazione con medici veterinari, ex-allievi della Facoltà e operanti nel settore delle produzioni animali con la qualifica di professori a contratto". Nella sede di Lodi opera un ospedale per ruminanti ed equini, oltre a una nuova unità ‘isolamento’, "a garanzia di una migliore e più completa formazione degli studenti". Nulla di fatto invece, per ora, a Messina. La Commissione Europea per l’accreditamento della Veterinaria non ha potuto dare, in questa fase, la sua approvazione per una carenza già nota, l’assenza dell’Ospedale per grandi animali. Ha riconosciuto gli sforzi fatti dall’Amministrazione universitaria, che ha destinato oltre un milione di euro per dotare la Facoltà di un attrezzato ospedale per piccoli animali ed ha apprezzato il livello delle tecnologie impiegate, compresa una TAC per piccoli animali, la creazione di una Azienda Zootecnica e l’unifi-
cazione di tutte le attività medico-chirurgiche nella stessa sede. L’Amministrazione universitaria ha precisato che è stato già assegnato un fondo comunitario di oltre 2 milioni di euro finalizzato alla istituzione dell’Ospedale per grandi animali. Tali risorse saranno rese fruibili entro breve tempo. Per tale ragione la Commissione ha stabilito di ritornare a Messina, dietro richiesta dell’Università, per poter riconoscere il possesso di tutti gli standard richiesti. Le conclusioni della Commissione, riferite prima al Rettore e poi alla comunità universitaria di Veterinaria, fanno menzione anche "alla straordinaria vitalità degli studenti, agli sforzi di tanti operatori e docenti e alla necessità di incoraggiare l’impegno unitario di tutte le componenti del Dipartimento al fine di raggiungere e consolidare gli obiettivi previsti". La visita si è svolta il 5 marzo. L’esito è stato reso noto con un comunicato ufficiale dell’Ateneo messinese. ■
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6 Legale Codice della Strada
VETERINARIA 10 | 2013
Alt polizia: sull’autocarro non può stare il Collega passeggero È corretta la contestazione ai sensi del Codice della Strada? Un parere pro-veritate Il parere pro-veritate che abbiamo chiesto ai legali dell’ANMVI, riguarda una condizione di esercizio professionale in campo zootecnico. Viaggiando per allevamenti con il proprio automezzo (immatricolato come autocarro) il medico veterinario può frequentemente trovarsi nell’esigenza di trasportare anche persone, in particolare un collega con il quale andrà in visita all’azienda-cliente. La presenza sul mezzo di una seconda persona viene contestata dalla polizia stradale ai sensi dell’articolo 89 del Codice della Strada: il collegapasseggero può salire “solo se è un dipendente del proprietario dell’autocarro’. Sono in gioco sanzioni importanti e il rischio di penalizzazioni sulla patente di guida. Leggendo l’articolo 89, si direbbe possibile individuare una deroga: “Previa autorizzazione dell’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C., gli autocarri possono essere utilizzati, in via eccezionale e temporanea, per il trasporto di persone. L’autorizzazione è rilasciata in base ai nulla osta del prefetto”. È dunque corretta la contestazione?
di LUIGI CAMURRI Avvocato er poter rispondere al quesito formulato è necessario, preliminarmente, chiarire quale sia il quadro normativo di riferimento. La lettera d) del 1° comma dell’articolo 54 del Codice della Strada definisce gli “autocarri” come “veicoli destinati al trasporto di cose e delle persone addette all’uso o al trasporto delle cose stesse”. Il comma 8° dell’articolo 82 del Codice della Strada stabilisce che chiunque utilizza un veicolo per una destinazione o per un uso diversi da quelli indicati sulla carta di circolazione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 84,00 a euro 335,00 ed alla sanzione accessoria della sospensione della carta di circolazione da uno a sei mesi. Il successivo comma 9° introduce, inoltre, una sanzione specifica per chi viola le disposizioni di cui alla lettera d) dell’art. 54, stabilendo che chiunque utilizza per il trasporto di persone un veicolo destinato al trasporto di cose è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma compresa tra euro 370,00 ed euro 1.485,00 oltre alla sanzione accessoria della sospensione della
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carta di circolazione da uno a sei mesi. Dal combinato disposto delle norme citate emerge con chiarezza che gli autocarri, che godono di un regime fiscale di maggior favore rispetto a quello riservato ai veicoli adibiti al trasporto di persone o promiscuo, non possono essere liberamente utilizzati per trasportare persone, e devono essere destinati, esclusivamente, al trasporto di cose (tra le quali, sotto il profilo legale, rientrano ovviamente anche gli animali). Le persone, nel numero massimo consentito e riportato nella carta di circolazione, possono essere trasportate solo se viaggiano in funzione dei servizi di trasporto di merci effettuati con gli autocarri ovvero se risultano essere addette “all’uso o al trasporto” delle merci trasportate. Per tal motivo risultano proibiti tanto l’uso personale e familiare con passeggeri a bordo, quanto il trasporto di cortesia (che sono leciti solo se preventivamente autorizzati dal Prefetto ai sensi del comma 6° dell’art. 82 del Codice della Strada). Chiarito il quadro normativo occorre valutare se, nel caso di specie, un veterinario per animali da reddito possa trasportare, sul proprio veicolo immatricolato come autocarro, un collega medico veterinario, ovvero un apprendista/tirocinante, per farsi aiutare nell’esecuzione dell’incarico professionale assegnato senza incorre nelle pesanti conseguenze sanzionatorie sopra descritte. Ad avviso di chi scrive la risposta non può che essere affermativa. Come precedentemente evidenziato la lettera d) del 1° comma dell’articolo 54 del Codice della Strada prevede espressamente che possano essere trasportate su di un autocarro le persone addette all’uso o al trasporto delle cose stesse. Tale disposizione è stata costantemente interpretata dalla giurisprudenza nel senso che il trasporto di persone su di un veicolo immatricolato come autocarro è lecito solo se tali persone stiano viaggiando “in funzione
del servizio di trasporto offerto”. Di tutta evidenza, tuttavia, nel caso in esame il collega medico veterinario e/o il tirocinante stanno viaggiando sull’autoveicolo di proprietà del professionista con lo scopo precipuo di fornire aiuto e collaborazione allo stesso nell’esecuzione dell’incarico professionale assegnato, che potrà (o non potrà è assolutamente indifferente) richiedere l’esecuzione di un servizio di trasporto. Non vi è dubbio, pertanto, che le prestazioni professionali che tali persone si apprestano a rendere siano funzionali al servizio di trasporto offerto dall’autocarro e che non possano non essere considerate “addette all’uso” delle cose trasportate. A nulla rileva, sotto il profilo della correttezza del ragionamento logico e giuridico prospettato, la circostanza che l’autocarro possa essere, al momento dell’accertamento, privo di un carico specifico. È, infatti, di lapalissiana evidenza che un autocarro, all’andata o al ritorno, possa essere vuoto. È, altresì, assolutamente possibile che un autocarro stia viaggiando al fine di offrire al cliente un servizio di trasporto solo “potenziale” ovvero un servizio di trasporto che si configuri come accessorio e meramente eventuale rispetto alla prestazione professionale principale offerta (nel caso de quo di carattere medico veterinario). Chiarito il quadro generale si ritiene opportuno segnalare una deroga al regime sanzionatorio sopra individuato introdotta dalla Legge Finanziaria 2006 e relativa ad autoveicoli immatricolati come autofurgoni ma aventi caratteristiche tali da poter essere utilizzati anche per il trasporto di persone. L’11° comma dell’articolo 35 del Decreto Legge n. 223 del 4 luglio 2006 (convertito con modificazioni dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006) ha, infatti, previsto una deroga alle disposizioni relative al trasporto di persone sugli
autocarri e contenute nei precitati articoli 54 e 82 del Codice della Strada, stabilendo che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sentito il Dipartimento per i trasporti terrestri del Ministero dei trasporti, possa individuare veicoli che “a prescindere dalla categoria di omologazione risultano da adattamenti che non ne impediscono l’utilizzo per il trasporto privato di persone”. In data 6 dicembre 2006 l’Agenzia delle Entrate ha, effettivamente, individuato la sopradescritta categoria di veicoli stabilendo, che a prescindere dall’omologazione, è ammesso il trasporto indiscriminato di persone, cioè anche di coloro che non hanno alcun rapporto con le cose trasportate, su veicoli in cui sono soddisfatte, congiuntamente, tutte le seguenti condizioni: 1) sono immatricolati o reimmatricolati nella categoria internazionale N1 ovvero sono adibiti al trasporto di cose ed hanno una massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 tonnellate; 2) hanno un codice di carrozzeria F0, cioè “furgone”; 3) hanno 4 o più posti; 4) hanno un rapporto tra la potenza del motore, espressa in kW, e la portata del veicolo, espressa in tonnellate, uguale o superiore a 180. Il provvedimento dell’Agenzia delle entrate riporta anche la seguente formula da utilizzare per la determinazione del valore di riferimento: Pt (kW) I = ——————————- > o = 180 kW/t Mc – T (t) In seguito al suddetto provvedimento, l’Ufficio provinciale della Motorizzazione Civile di Bologna, ad esempio, ha diramato agli organi di polizia stradale operanti nella provincia la circolare n. 3/2007 prot. 2241/002-2P.S. del 21 febbraio 2007, nella quale, dopo avere illustrato il contenuto della disposizione dell’Agenzia delle entrate, ha stabilito che “in caso di violazioni all’articolo 82 del C.d.S. (e cioè il trasporto privato di persone su autocarri), applicherà il provvedimento in oggetto, per il quale, se sussisteranno le condizioni previste, procederà alla restituzione della carta di circolazione al legittimo intestatario senza emanare ordinanza di sospensione”. Qualora, dunque, l’autoveicolo di proprietà del medico-veterinario dovesse rientrare nella categoria sopra individuata (fosse ad esempio un Pick-up), pur se immatricolato come autocarro, potrà essere tranquillamente utilizzato per il trasporto di persone, indipendentemente dalla circostanza che le stesse si trovino a bordo in funzione del servizio di trasporto offerto. ■
RESTITUZIONE AI MENDICANTI DEI CANI SEQUESTRATI “L’organo accertatore che ha effettuato il sequestro protesta se l’autorità competente decide di restituire il cane". Lo scrive Rosangela Corti (Uid - Dipartimento Veterinario) sulle pagine milanesi del Corriere della Sera del 5 marzo. L’articolo, intitolato "Dissequestro del cane: diritto per tutti", richiama la Legge 689 del 1981, che consente alle pubbliche amministrazioni di far rispettare le norme attraverso le sanzioni pecuniarie ed accessorie, ma tutela anche il cittadino con vari gradi di giudizio. "Cosa pensereste se, per aver commesso una qualsiasi infrazione del codice della strada, vi sequestrassero l’auto con il rischio di non rivederla mai più?" esordisce Corti, rispondendo: "Potreste prendere carta e penna e chiedere che vi venga restituita e far valere le vostre ragioni in uno scritto difensivo e mandarlo all’autorità cui spetta decidere se quel sequestro è stato effettuato secondo le norme e quindi consentirvi di rientrare in possesso della vostra auto". "Quando vengono sequestrati dei beni senzienti come i cani, per
violazioni amministrative commesse dai loro proprietari, l’organo accertatore che ha effettuato il sequestro protesta se l’autorità competente decide di restituire il cane, perché la multa è priva di fondamento o viziata da irregolarità, senza rendersi conto che non potrebbe essere altrimenti, perché è la legge che lo prevede". "Dallo scorso anno - prosegue Rosangela Corti - le guardie Oipa stanno facendo la guerra alle persone senza fissa dimora che mendicano per strada con i loro animali. Se è vero che gli animali sono in stato di malessere e sofferenti perché invece di utilizzare il procedimento amministrativo non procedono con il sequestro penale e con la denuncia all’autorità giudiziaria? Il magistrato potrebbe quindi procedere alla convalida del sequestro e a tutto quanto altro previsto dal codice penale". Rosangela Corti dal 2000 è Responsabile dell’ufficio Uid presso il Dipartimento Veterinario della ASL di Milano, che gestisce le denunce all’A.G e la depenalizzazione in materia veterinaria di competenza ASL.
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8 Attualità Ambiente
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La caccia di selezione è “l’unico strumento di controllo” Quasi 4mila i cervi. Troppi per l’ecosistema della foresta e degli altri animali
’abbattimento di circa 1.600 cervi nel bosco di Cansiglio, nelle Prealpi Carniche, è stato oggetto di un intervento del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a Montecitorio. Sollecitato da una interrogazione parlamentare (Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco), il Ministro ha riferito in Aula che il contenimento numerico dei cervi del Cansiglio è stato sottoposto alla valutazione di ISPRA che ha ritenuto che la caccia di selezione è l’unica forma di contenimento numerico di questi animali”. Gli interroganti chiedevano di sapere “per quali ragioni non siano sta-
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ti esperiti ed adottati strumenti alternativi incruenti per il controllo della specie in oggetto così come indicato nell’articolo 19 della legge n. 157 del 1992 sulla protezione della fauna e regolamentazione della caccia, che considera le metodologie ecologiche, proposte e valutate dall’ISPRA come prioritarie a qualsiasi intervento che preveda l’abbattimento degli esemplari”. Il Ministro Clini ha spiegato che l’intervento di abbattimento “si è reso necessario per garantire la conservazione degli habitat e mantenere gli equilibri tra le diverse componenti degli ecosistemi”. Visto il massiccio numero di cervi, “sarebbe stato impossibile trasferire gli animali catturati in altri siti poiché questa specie essendo in espansione sull’arco alpino e in gran parte dell’Appennino, eventuali ripopolamenti nelle citate aree avrebbe causato gli stessi problemi del bosco del Cansiglio”. Dal 2006 al 2010, l’ISPRA ha condotto e supervisionato il monitoraggio della popolazione dei cervi della foresta demaniale del Cansiglio, stimando una crescita delle presenze, passate da circa 2.400 cervi nel 2006 fino a circa 3.900 capi del 2010. Nella piana del Cansiglio, dove i cervi si concentrano in determinati periodi del ciclo annuale, le densità locali rilevate sono cresciute da 138 fino a 207 capi per 100 ettari. I dati
sono stati forniti dal Ministro che ha anche fatto presente come “l’elevato numero di cervi presenti nel Cansiglio ha arrecato danni sia al soprassuolo forestale che alla zootecnia, mettendo in pericolo il futuro della foresta e sottraendo foraggio agli animali da reddito”. ■
La volpe è cacciabile e i rimborsi legittimi a volpe è fra le specie cacciabili e “non desta problemi di conservazione”. Le questioni di natura etica “esulano dalle competenze di questo Ministero”. Così il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, in risposta ad una interrogazione parlamentare proposta nella scorsa Legislatura concernente l'incentivo economico concesso ai cacciatori di Grosseto e Massa Marittima che abbattono volpi. L’intervento del Ministro è arrivato in Aula, in questi giorni e risponde alla sollecitazione a “promuovere iniziative, anche per il tramite dell'ISPRA, per accertare la numerosità
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della popolazione volpina sul territorio e la sua eventuale ed effettiva pericolosità, sensibilizzando le istituzioni e i cittadini dall'adottare iniziative per premiarne l'uccisione”. “La volpe è ascritta nell'elenco delle specie cacciabili di cui all'articolo 18 della legge n. 157 del 1992. Le regioni, in base a quanto stabilito dal succitato articolo 18, annualmente pubblicano il calendario venatorio regionale a seguito del parere reso dal ISPRA”- ha risposto Clini - precisando che “nel citato calendario venatorio tra l'altro, vengono riportate le specie oggetto di caccia ed i relativi periodi di prelievo nonché l'obbligo di segnare la selvaggina abbattuta nell'apposito tesserino venatorio. La omessa annotazione dei capi abbattuti o il numero di individui prelevati in numero eccedente alle disposizioni regionali - ha aggiunto - comporta una sanzione per il trasgressore in base alla normativa statale e regionale”. Inoltre, la volpe “non desta problemi di conservazione in quanto è presente sul territorio nazionale con una popolazione vitale che spesso è oggetto di appositi piani di controllo numerico nei casi in cui questo canide arrecasse danni agli allevamenti di animali di bassa corte o nel caso di incremento del numero della popolazione. Gli interventi di contenimento di cui sopra vengono attuati in base alle disposizioni contenute nell'articolo 19 della summenzionata legge n. 157 del 1992. Inoltre - ha concluso il Ministro dell’Ambiente - tralasciando le questioni di natura etica che esulano dalle competenze di questo Ministero, il rimborso spese riguardante l'abbattimento di volpi previsto dagli ambiti territoriali di caccia Gr. 6 e 7 non risulta essere vietato, al momento, dalla normativa vigente”. L’interrogazione parlamentare era stata presentata dagli On Mancuso, Ciccioli, Barani, Girlanda, De Luca e Crolla. ■
NON CUSTODIRE ANIMALI SELVATICI ABBANDONATI accogliere e custodire animali selvatici abbandonati, oltre al rischio di incorrere in sanzioni nel caso si tratti di specie protette, come sono diverse varietà avicole, può comportare seri rischi per la salute. Lo ricorda il CFRCorpo Forestale Regionale del Friuli Venezia Giulia all’approssimarsi della stagione della nidificazione. Una stagione durante la quale, puntualmente, alle Stazioni forestali giungono numerose segnalazioni di persone che hanno avvistato o raccolto animali selvatici, o uccellini caduti a terra dai loro nidi. Tali animali sono spesso veicolo di patologie pericolose per l’uomo e che probabilmente, proprio per il fatto che essi non si trovano più nel nido custoditi dai genitori, hanno già contratto. Il CFR ricorda, nell’occasione, che sussiste l’obbligo di legge di non abbandonare animali feriti rinvenuti e di far intervenire, qualora si sia in grado di farlo e comunque a proprie spese, un veterinario. Se ciò non è possibile, è d’obbligo interessare del rinvenimento le guardie cinofile, le guardie venatorie della Provincia o i forestali. (fonte: regione.fvg.it)
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10 Osservatorio farmaco www.vetinfo.sanita.it
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Dal Ministero della Salute un Prontuario on line “Un utile strumento di consultazione per i medici veterinari”
stato realizzato il “Prontuario dei medicinali veterinari”, che consente, mediante il collegamento a www.vetinfo.sanita.it, di accedere al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RPC) dei medicinali veterinari autorizzati all’immissione in commercio nel territorio nazionale, costantemente aggiornato secondo le più recenti modifiche ad esso apportate. Fanno eccezione le confezioni in commercio di un determinato medicinale che, a seguito di eventuali modifiche apportate al suddetto Riassunto, necessitino di un periodo di tempo concesso alle aziende per uniformare tali confezioni alle modifiche autorizzate. Per queste confezioni, tuttavia, è possibile avere riscontro con quanto pubblicato al riguardo nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il Ministero della salute valuta gli studi di tollerabilità, di tossicità, di efficacia clinica, di impatto ambientale di tutti i medicinali veterinari, verifica e valuta gli studi di deplezione residuale, i quali determinano i "tempi di attesa" che è necessario rispettare prima del consumo di alimenti di origine animale, quali latte e carne, al fine di garantire al consumatore prodotti privi di residui di farmaci, se utilizzati nel modo corretto e secondo le prescrizioni descritte nel foglietto illustrativo del medicinale veterinario; l’impiego di medicinali specificamente testati per la specie animale, unitamente alla prescrizione appropriata e consapevole dei medesimi da parte dei medici veterinari, rappresenta una garanzia ai fini della sicurezza alimentare da un lato, della salute e del benessere animale dall’altro. Il Prontuario si configura quindi come un utile strumento di consultazione per i medici veterinari, i quali possono disporre delle informazioni necessarie all’esercizio della propria professione, soprattutto nella fase della scelta dei medicinali più idonei a curare determinate patologie e dei tempi di attesa stabiliti per i medicinali stessi. I dati contenuti nel RPC, forniti dal sistema, costituiscono un valido ausilio per agevolare altresì le attività relative ai controlli di farmacosorveglianza svolti dalle autorità competenti sulla distribuzione, detenzione, fornitura ed impiego dei medicinali veterinari, oltre ad assicurare un corretto utilizzo degli antibiotici, soprattutto negli animali da reddito, che oltre a prevenire la presenza di residui negli alimenti, è indispensabile per garantire che le terapie vengano effettuate in
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modo corretto e solo sulla base di un’esatta diagnosi. L’impiego razionale e responsabile dei medicinali veterinari, e soprattutto di quelli contenenti antibiotici, è anche uno degli strumenti principali per limitare l’insorgenza di germi antibiotico-resistenti che potrebbero in seguito contaminare le derrate alimentari di origine animale. Il Ministero della Salute chiarisce che "in certi casi, alcune informazioni fornite dal Prontuario, possono discostarsi da quelle riportate nei foglietti illustrativi delle confezioni in commercio perché le aziende farmaceutiche, qualora siano tenute a modificare gli stampati, dispongono di un periodo di adeguamento indicato negli stessi provvedimenti di modifica pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana". ■
WWW.VETINFO.SANITA.IT l Prontuario è accessibile dal portale dei Sistemi Informativi Veterinari. Vetinfo. Sanita nasce per offrire un accesso unico alle varie fonti informative che i soggetti istituzionali, le aziende e gli operatori del settore, alimentano ed utilizzano a vario titolo. Ogni operatore, in virtù del ruolo ricoperto all’interno del sistema e dei livelli di autorizzazione attribuiti, potrà navigare tra i diversi sottosistemi che afferiscono al portale ed utilizzare le specifiche funzionalità di aggiornamento o di consultazione, presentandosi con un unico account. Il portale fornisce inoltre, agli utenti che accedono senza autenticazione, una serie di servizi pubblici quali news, riferimenti alla normativa vigente, informazioni di interesse, dati statistici e collegamenti ad altri siti nazionali ed internazionali coerenti con l’area. Nella fase attuale, attraverso il portale è consentito l’accesso diretto agli applicativi per la gestione delle "Anagrafi Zootecniche Nazionali" (BDN), alle applicazioni per le rendicontazioni periodiche relative ai programmi di cofinanziamento comunitario per l’eradicazione di malattie animali (RENDICONTAZIONI), al "Sistema Informativo Malattie Animali Nazionale" (SIMAN), al "Sistema Informativo Nazionale delle Zoonosi" (SINZOO), ai sistemi per la gestione dei Piani Nazionali Salmonellosi, oltre all’accesso alle pagine statistiche dell’Anagrafe Zootecnica Nazionale.
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Eventi Veterinari
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SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC PUGLIA QUELLO CHE IL MEDICO VETERINARIO DI BASE DEVE SAPERE PER RISOLVERE LA MAGGIOR PARTE DEI PROBLEMI OCULISTICI Bari, 21 Aprile 2013
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC UMBRIA IL RISCHIO PERIOPERATORIO Perugia, 21 Aprile 2013
9.25 9.30 11.00 11.30 13.00 13.30 14.30 15.30 16.00 RELATORE Prof. Claudio Peruccio OBIETTIVI Consentire ai partecipanti di fare una corretta diagnosi differenziale nei quadri clinici caratterizzati dalla presenza di occhio opaco ed occhio chiuso. Per ogni quadro clinico saranno indicate la prognosi e la terapia. I partecipanti saranno coinvolti interattivamente nei ragionamenti della diagnostica differenziale che potranno in seguito applicare nell’ambito dell’attività professionale quotidiana.
17.00 17.30
Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori Quando l’occhio è opaco Pausa Quando l’occhio è chiuso Relazione commerciale a cura di Farmina Pausa Casi clinici interattivi di occhi opachi: in questi casi cosa è meglio fare? Pausa Casi clinici interattivi di occhi chiusi: in questi casi cosa è meglio fare? Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Sheraton Bari Hotel, Via Cardinale Agostino Ciasca 9- 70124 Bari PER INFORMAZIONI Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC Tel 0372/40.35.06 - Fax 0372/45.70.91 E-mail: delregionali@scivac.it www.scivac.it
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze
9.25 9.30 11.00 11.30
13.00
RELATORE Dott. Paolo Franci OBIETTIVI La giornata ha lo scopo di discutere dell’essenza stessa dell’anestesia e cioè, del rischio perioperatorio e della sua minimizzazione. Partendo dalla pratica giornaliera, sarà sottolineata l’importanza di avere sia un medico veterinario che un paziente “preparati” all’anestesia. Il “fare anestesia” necessita di attrezzature, dal funzionamento delle quali, dipende in buona parte la sicurezza dei nostri animali. Tuttavia motivi di ordine economico impongono spesso delle scelte sulla dotazione di ogni struttura. Sarà, quindi, suggerito come investire in maniera coerente con la vocazione della propria struttura, che questa sia un piccolo ambulatorio così come un grande ospedale.
13.30 14.30
15.30 16.00 17.00 17.30
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Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori Come quantificare e ridurre il rischio perianestesiologico Pausa Attrezzatura in anestesia veterinaria e riduzione del rischio perioperatorio: di cosa necessito e come faccio a trarre il massimo da ciò che già ho Relazione Commerciale a cura di Farmina Pausa Casi clinici interattivi (L’importanza dell’esame preanestesia e dell’eventuale stabilizzazione perioperatoria del paziente) Pausa Casi clinici interattivi (L’importanza del monitoraggio perioperatorio) Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia Via San Costanzo 4 -06126 Perugia PER INFORMAZIONI Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC Tel 0372/40.35.06 - Fax 0372/45.70.91 E-mail: delregionali@scivac.it www.scivac.it
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze
RICORDIAMO A TUTTI I MEDICI VETERINARI CHE I SEMINARI DELLE DELEGAZIONI REGIONALI SONO GRATUITI PER I SOCI SCIVAC È PREFERIBILE EFFETTUARE LA PREISCRIZIONE ON LINE (Tramite il sito www.scivac.it) PER RICEVERE GLI ATTI ED IL PRANZO
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA ERRORI E TRAPPOLE DIAGNOSTICHE IN MEDICINA INTERNA E PATOLOGIA CLINICA Bologna, 21 Aprile 2013 SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER EQUINI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
9.25
SEMINARIO: ATTUALITÀ IN MEDICINA SPORTIVA Roma, 19 Aprile 2013
12.30 13.15 14.30 15.15 16.00 16.30 17.15 RELATORI Eduard Jose Cunilleras, DVM, PhD, Dipl ACVIM-Large Animal Emanuelle Van Erck, DVM PhD Diplomate ECEIM PROGRAMMA SCIENTIFICO 9.00 Registrazione dei Partecipanti 9.50 Saluto del Presidente SIVE e del Presidente Fise Lazio 10.00 Ematologia e biochimica nel cavallo atleta - Cunilleras 10.45 Disturbi elettrolitici - Cunilleras 11.30 Coffee Break 12.00 Come mantenere la salute dell’ap-
18.00
parato digerente nel cavallo atleta Van Erck Glucosio, Lattosio, soglia aerobica e anaerobica e metabolismo energetico - Cunilleras Lunch Break L’applicazione pratica dei test di sforzo: casi in campo - Van Erck Soffi cardiaci e aritmie nei cavalli atleti - Cunilleras Coffee Break La dinamica delle vie aeree superiori durante l’allenamento - Van Erck Diagnosi, terapia e prevenzione delle malattie delle basse vie aeree Van Erck Discussione e termine del seminario
Ricordiamo che è possibile effettuare l’iscrizione on line: http://registration.evsrl.it/Start.aspx SEDE CONI - Salone D’Onore Largo Lauro De Bosis 15 - 00135 ROMA PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Segreteria SIVE - Monica Borghisani Tel. 0372 403502 - E-mail: info@sive.it www. sive.it
9.30 11.00 11.30 13.00 13.30 14.30 RELATORE Walter Bertazzolo OBIETTIVI La patologia clinica rappresenta uno dei cardini essenziali in medicina interna, in quanto i risultati di laboratorio vengono spesso utilizzati al fine di prendere decisioni cliniche, terapeutiche e prognostiche rilevanti. Purtroppo numerosi errori pre-analitici, analitici ed interpretativi possono seriamente influenzare il medico internista, conducendolo a potenziali decisioni cliniche sbagliate. Durante la giornata verranno fornite le basi teoriche e pratiche per una corretta interpretazione dei risultati di laboratorio. Attraverso l’utilizzo di casi clinici interattivi verrà evidenziato come gli errori spesso insegnino più delle scelte corrette, a patto di saperli riconoscere come tali. PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze
15.30 16.00 17.00 17.30
Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori Impariamo a riconoscere gli errori per evitare trappole diagnostiche Pausa Trappole diagnostiche che conducono a scelte cliniche sbagliate Relazione commerciale a cura di Royal Canin Pausa Casi clinici interattivi: trappole ematologiche e biochimiche Pausa Casi clinici interattivi: trappole in endocrinologia, esame urine ed altro Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Savoia Hotel Regency Via del Pilastro 2 - 40127 Bologna PER INFORMAZIONI Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC Tel 0372/40.35.06 - Fax 0372/45.70.91 E-mail: delregionali@scivac.it www.scivac.it
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12 Eventi Veterinari
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ORTODONZIA VETERINARIA E COMPARATA: CONCETTI DI BASE Domenica 14 Aprile 2013 - Cremona, Palazzo Trecchi 14.15 15.00
15.45 16.30 17.00 RELATORI Antonio Darsiè, Padova - Alessandro De Simoi, Belluno - Mirko Radice, Milano PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 Concetti basilari di crescita craniofacciale in ambito umano e veterinario - A. Darsiè, A. De Simoi 09.45 Valutazione dell’occlusione dentale e scheletrica nel paziente veterinario A. De Simoi 10.30 Pausa 11.00 La prima visita e la definizione del problema ortodontico - A. Darsiè 11.45 Principi di base per lo spostamento dell’elemento dentale - A. Darsiè 12.30 Pausa pranzo 13.30 Tipologia degli spostamenti ortodontici (tipping, estrusione, traslazione, ro-
tazione intrusione) - A. Darsiè Valutazione delle forze da applicare per lo spostamento dell’elemento dentale - A. Darsiè, M. Radice Materiali e tecniche per la registrazione dell’occlusione in ambito umano e veterinario - A. Darsiè, A. De Simoi Sviluppare un modello autonomamente - M. Radice Domande e discussione Chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIODOCOV in regola con l’iscrizione 2013. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 21%) Soci SIODOCOV 2013: GRATUITO Soci SCIVAC: € 90,00 Non soci: € 180,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: socspec@scivac.it
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI
SEMINARIO REGIONALE SIVAE CAMPANIA PRINCIPI DI PARASSITOLOGIA DEGLI ANIMALI ESOTICI Eboli (Salerno), Domenica 5 Maggio 2013 A SEGUIRE IL GIORNO 6 MAGGIO CORSO PRATICO: LA STRATEGIA FLOTAC NELLA PARASSITOLOGIA DEGlI ANIMALI ESOTICI
Si consiglia la partecipazione alla delegazione regionale SIVAE che viene considerata propedeutica al corso teorico - pratico. OBIETTIVI Obiettivi della giornata sono quelli di istruire i partecipanti alla metodologia di diagnostica parassitologica arrivando alla diagnosi seguendo i canoni scientifici delle più recenti ed innovative tecniche di laboratorio. La parassitologia delle specie esotiche e selvatiche costituisce, per l’elevata incidenza delle parassitosi, una delle scienze più importanti delle medicina degli animali non convenzionali. Il supporto logistico e scientifico del CREMOPAR (Centro Regionale per Monitoraggio delle Parassitosi) garantisce ai partecipanti un approccio di alto valore scientifico permettendo di approfondire le tematiche parassitologiche. RELATORI Giuseppe Crignoli, Dario D’Ovidio, Luca Borrelli, Laura Rinaldi, Michele Capasso - Delegato Regionale Michele Capasso
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.00 Saluto dei partecipanti - Prof Cringoli - Dr Selleri 9.30 La diagnosi copromicroscopica di base in parassitologica (Prof Giuseppe Cringoli) 10.30 La strategia diagnostica FLOTAC (Prof Giuseppe Cringoli) 11.30 Pausa 12.00 Principali parassiti degli uccelli (Dr Dario D’Ovidio) 13.00 Atoxoplasma nei passeriformi (Dr Luca Borrelli) 13.20 Pausa pranzo 15.00 Principali parassiti dei mammiferi esotici (Prof Laura Rinaldi) 16.00 Principali parassiti dei rettili (Dr Michele Capasso) 17.00 Discussione finale e termine della giornata SEDE CREMOPAR - Centro Regionale per il monitoraggio delle Parassitosi Regione Campania - località Cioffi - Eboli (SA) ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2013. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria. SEGRETERIA SIVAE Elisa Tel: 0372/40.35.00 E-mail: info@sivae.it
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SOCIETÀ ITALIANA DI ODONTOSTOMATOLOGIA E C HIRURGIA O RALE V ETERINARIA
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SIODOCOV • M• E •
SOCIETÀ ITALIANA MEDICINA FELINA
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IL DOLORE DI UN ALIENO CHE VIVE SUL PIANETA TERRA: IL GATTO Aperto ai soci SIATAV e SISCA
Domenica 14 Aprile 2013 - Cremona, Palazzo Trecchi
14.30 15.30 16.00 17.00
RELATORI Federico Corletto, Six Miles Bottom Cambridge (UK) - Giuliano Ravasio, Bergamo PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 Fisiopatologia del dolore nel gatto F. Corletto 10.00 Metodi di riconoscimento del dolore nel gatto: valutazione oggettiva attraverso scale dedicate - G. Ravasio 11.00 Pausa 11.30 Trattamento del dolore acuto/chirurgico nel gatto: analgesia sistemica G. Ravasio 12.30 Pausa pranzo 14.00 Trattamento del dolore acuto/chirur-
gico nel gatto: tecniche loco regionali - G. Ravasio Trattamento del dolore cronico nel gatto - F. Corletto Pausa Casi clinici - F. Corletto, G. Ravasio Chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMEF/SIATAV/SISCA in regola con l’iscrizione 2013. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 21%) Soci SIMEF/SIATAV/SISCA 2013: GRATUITO Soci SCIVAC: € 90,00 Non soci: € 180,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: socspec@scivac.it
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI
CORSO REGIONALE CAMPANIA LA STRATEGIA FLOTAC NELLA PARASSITOLOGIA DEGLI ANIMALI ESOTICI Eboli (Salerno), Lunedì 6 Maggio 2013 Il corso si prefigge lo scopo di approfondire l’utilizzo delle metodiche FLOTAC in merito alle specie esotiche. Lo svolgimento delle sessioni pratiche permetterà ai presenti di apprendere l’utilizzo della strumentazione FLOTAC (FLOTAC; Mini - FLOTAC e Fill - FLOTAC) che verrà messa a disposizione di tutti i partecipanti. Il corso si svolgerà presso il CREMOPAR (Centro Regionale per il Monitoraggio delle Parassitosi) che garantirà una strumentazione adeguata ed elevato livello scientifico. Si consiglia la partecipazione alla delegazione regionale SIVAE che viene considerata propedeutica al corso teorico - pratico. Ai primi 30 partecipanti non residenti nella regione Campania verrà offerto un posto letto presso le stanze ospiti del CREMOPAR in Eboli (SA) DIRETTORI DEL CORSO Giuseppe Cringoli, Prof, Dipl EVPC, Napoli Laura Rinaldi, As EVPC, Napoli PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.30 Saluto ai partecipanti Prof Cringoli 9.45 Le tecniche FLOTAC e le principali tecniche di diagnosi copromicroscopica in parassitologia Prof Cringoli - L Rinaldi 11.30 Pausa 12.00 Approccio pratico alla strumentazione FLOTAC 13.30 Pausa Pranzo 15.00 Utilizzo pratico del FLOTAC 17.30 Discussione finale e consegna attestasti
NUMERO PARTECIPANTI: 30 QUOTE Soci SIVAE/SCIVAC € 145,00 IVA INCLUSA Non Soci € 185,00 IVA INCLUSA ESCLUSA LA PARTECIPAZIONE DEGLI STUDENTI LA QUOTA COMPRENDE: FLOTAC, Mini-FLOTAC e Fill-FLOTAC Estratti previsti in formato cartaceo Attestato di partecipazione È possibile effettuare l’iscrizione online dal sito http://registration.evsrl.it/ o scaricare il pdf dal sito. SEDE CREMOPAR - Centro Regionale per il monitoraggio delle Parassitosi Regione Campania - località Cioffi - Eboli (SA) SEGRETERIA SIVAE Elisa Tel: 0372/40.35.00 E-mail: info@sivae.it
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Animali esotici Focus
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Le problematiche più frequenti in Rettili e Anfibi con riferimento anche alle tartarughe marine di GIORDANO NARDINI Vice-Presidente SIVAE
n Italia i più ignorano la reale diffusione di rettili e anfibi sul territorio nazionale e, parallelamente alla scarsa conoscenza generale, vi è anche una scarsa attenzione da parte delle istituzioni alla tutela di dette specie. Nella credenza popolare è diffusa l’idea che serpente corrisponda a vipera e quindi debba essere ucciso prima che possa mordere qualcuno e solitamente viene esibito orgogliosamente. La nascita di molti centri di recupero per la fauna selvatica (CRAS), crescita dell’erpetofilia e dell’erpetologia italiane, hanno portato recentemente ad un maggior rispetto di queste specie ma ancora si è molto lontani da una cultura che possa occuparsi seriamente della tutela a trecentosessanta gradi delle varie specie. Il vero limite sembra essere l’assenza di fondi specifici per progetti di tutela dell’erpetofauna nazionale. Attualmente i progetti di studio e “conservazione” dell’erpetofauna italiana sono limitati quasi ed esclusivamente alla figura professionale del biologo e comunque sempre scarsamente finanziati, in molti casi sono i ricercatori ad autofinanziarsi per interesse personale. Sarebbe auspicabile, per il grande patrimonio che possediamo, che le popolazioni venissero monitorate anche da un punto di vista sanitario e fossero impostati piani di prevenzione nei confronti di patologie che in altri Paesi stanno portando alla devastazione dell’erpetofauna. Il ruolo del veterinario che ha la possibilità di lavorare con un centro di recupero oggi è prevalentemente limitato alla possibilità di intervenire su qualche singolo soggetto in particolare su tartarughe terrestri o acquatiche con traumi accidentali, con lesioni dei tessuti duri e molli, infezioni respiratorie, ferite da morso di roditori soprattutto nel periodo invernale e in primavera per le palustri (Emys) anche per lesioni da ustione in concomitanza della pulizia delle rive dei corsi d’acqua che talvolta vengono cosparse di combustibile e incendiate con conseguenti ustioni degli animali in letargo nel fango. Per quanto riguarda i serpenti la maggior parte delle specie autoctone che arriva al centro ha subito già traumi spinali incompatibili con la vita. La tutela del serpente solitamente consta nell’intervento del personale del centro sul posto per prelevare l’esemplare avvistato e reintrodurlo in luogo più sicuro prima che venga ucciso. Ci sono casi non infrequenti di recupero di decine di esemplari e lo stesso vale per anfibi, sia anuri che urodeli, che possono rimanere vittima degli interventi dell’uomo ad esempio relativi all’e-
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dilizia o all’impatto stradale. I CRAS sempre più frequentemente vengono poi chiamati ad intervenire sul recupero di specie alloctone ed esotiche che solitamente hanno anche un maggiore impatto sull’attenzione dei media. In questi casi tuttavia la figura del veterinario, per quanto utile, non risulta particolarmente necessaria o indispensabile, un buon erpetologo è perfettamente in grado di riconoscere le specie e non serve una laurea per gestirne lo spostamento. Ci sarebbero invece ruoli che il veterinario dovrebbe ricoprire e che sarebbero di fondamentale importanza per il monitoraggio delle malattie infettive ad alto rischio di diffusione. In un CRAS sarebbe necessario monitorare gli animali in ingresso e in uscita per le malattie più pericolose per i rettili e gli anfibi, specialmente laddove ci fosse la promiscuità con specie alloctone, basti pensare alle malattie virali dei cheloni terrestri o alla chitridiomicosi degli anfibi. Sarebbe necessario osservare misure di sicurezza con protocolli di quarantena e aree dedicate opportunamente attrezzate. Purtroppo in Italia non ci sono fondi che prevedano questo tipo di monitoraggio e i CRAS finanziano spesso le loro operazioni integrando i fondi pubblici con le donazioni di singoli cittadini. L’unico settore dell’erpetofauna nazionale che gode attualmente di alcuni fondi e dove è richiesto l’intervento del veterinario è quello relativo alle tartarughe marine.
TARTARUGHE MARINE Rispetto alle tartarughe terresti e d’acqua dolce, le tartarughe marine sono caratterizzate da tratti molto primitivi, tra cui l’incapacità di retrarre testa e zampe e la copertura totale della testa da parte di squame a scopo protettivo. Infatti, l’“ingresso in acqua” di questi rettili è un evento molto antico nella storia naturale dei cheloni, risalente all’epoca del Cretaceo (Pritchard, 1979). Altra caratteristica di questi animali sono le zampe altamente specializzate per il nuoto, che permettono solo basici movimenti sulla terra ferma. Le pinne anteriori sono lunghe e potenti e vengono mosse contemporaneamente con
funzione propulsiva, mentre quelle posteriori hanno per lo più un ruolo di stabilizzazione e indirizzamento del nuoto (Pritchard, 1979). Attualmente esistono sette specie di tartarughe marine, divise in due famiglie, Dermochelidaee Cheloniidae. Tra queste, nel Mar Mediterraneo è segnalata la presenza di tre specie, tra cui la tartaruga liuto Dermochelys coriacea (leatherback seaturtle), unica rappresentante della famiglia Dermochelidae, la tartaruga verde Chelonia mydas (Green seaturtle), e la più comune Caretta caretta (loggerhead seaturtle); un’altra specie, la Lepidochely skempii (Kemp’s Ridleys seaturtle), è sporadicamente avvistata nei nostri mari. Nella figura 1 sono indicate le chiavi identificative per queste quattro specie. Sebbene condividano sia le zone di deposizione che le zone di alimentazione in una o più fasi della loro vita, queste specie convivono armonicamente grazie alla specializzazione nella dieta e nel comportamento, che non le pone in competizione tra di loro. La tartaruga verde è infatti un animale principalmente erbivoro, con una dieta costituita da posidonia e alghe; la tartaruga comune (Caretta caretta) è un predatore scarsamente selettivo verso organismi bentonici come molluschi e crostacei; la tartaruga di Kemp si nutre di organismi di dimensioni maggiori rispetto alla tartaruga comune, e infine la tartaruga liuto si ciba prevalentemente di organismi pelagici come le meduse (Pritchard, 1979). Maggiore competizione può essere presente in alcuni luoghi per i siti di deposizione, soprattutto come conseguenza della loro drastica diminuzione a seguito dell’urbanizzazione e della civilizzazione delle spiagge. Tutte queste specie sono definite in pericolo dalla IUCN, come conseguenza del forte calo di tutte le maggiori popolazioni. Il declino delle tartarughe marine trova per lo più la sua causa nel loro rapporto con l’uomo. Conseguentemente alla rapida urbanizzazione e antropomorfizzazione delle coste di tutto il mondo, infatti, luoghi critici di riproduzione e foraggiamento delle tartarughe marine si trovano spesso molto vicini a zone intensamente inquinate e urbanizzate. Da ciò deriva che molti dei pericoli significativi
Figura 1 - Chiavi identificative per le specie di tartarughe marine presenti nel Mediterraneo (figure tratte dalle linee guida Widecast by Jessie E. Bluvias and Karen L. Eckert)
per le popolazioni di tartarughe marine sono oggi da correlarsi all’azione dell’uomo sui nostri mari. Tra questi si includono la perdita dell’habitat, l’inquinamento luminoso, lesioni traumatiche riconducibili alla pesca e a incidenti con le imbarcazioni, l’esposizione a contaminanti e a detriti inquinanti che possono essere ingeriti o portare allo strozzamento di parti del corpo. Non bisogna inoltre dimenticare come le tartarughe marine vengano tuttora attivamente cacciate in alcune nazioni per il consumo della carne e per la “collezione” di gusci, pelle, olio e altre parti del corpo (Campbell, 2003). In questo contesto, la valutazione dello stato di salute dei soggetti risulta di vitale importanza ai fini di un monitoraggio più vasto e dettagliato delle popolazioni di tartarughe marine presenti nel Mar Mediterraneo, così come un controllo delle malattie presenti al suo interno, risulta essenziale per permettere l’identificazione di patologie ad alta morbilità e mortalità che possono portare a morti di massa. Per questo, lo studio di problemi patologici che possono sembrare sporadici può risultare molto importante sia poiché possono rappresentare in realtà solo la punta dell’iceberg di un problema molto più grosso, sia poiché potrebbero dare problemi anche rilevanti in futuro. Il segnalamento di ogni singolo caso può dunque risultare importante anche nell’ottica della salute dell’intera popolazione, oltre che rappresentare un’opportunità per lo studio della fisiopatologia di alcune malattie nei rettili, indispensabile mezzo per aumentare il livello della diagnostica e della clinica applicata alle tartarughe marine (Herbst and Jacobson, 2003). Ovviamente, al centro di tale monitoraggio, si trova la valutazione sistematica dei soggetti pervenuti nei centri di recupero, i quali assumono pertanto un ruolo molto più vasto del semplice recupero e riabilitazione dei singoli. Nel 2009 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha stilato delle linee guida per questi centri. Questo documento, chiamato ufficialmente linee guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione e rilascio a scopi scientifici, rappresenta una conferma ufficiale dell’importanza che la conservazione delle tartarughe marine riveste in ambito italiano. In particolare, le linee guida contengono informazioni utili in merito alle attività in atto per la salvaguardia delle tartarughe marine, alle procedure da attuarsi per l’esercizio delle attività di soccorso, recupero e riabilitazione, alla classificazione delle strutture e alla legislazione inerente le tartarughe marine in ambito internazionale e nazionale, nonché sanciscono i requisiti necessari per un centro di recupero tartarughe marine, e forniscono nozioni in merito ai protocolli di recupero, gestione e riabilitazione degli animali nel centro, ai protocolli veterinari e alla registrazione dei dati. Come precedentemente accennato, anche le linee guida sottolineano come l’attività di un centro recupero tartarughe marine (CRTM) non possa limitarsi alla sola riabilitazione degli esemplari ritrovati vivi e in difficoltà, ma come essi debbano contribuire in modo significativo alla conservazione delle tartarughe marine, tramite contatti con i pescatori ed operazioni di educazione e informazione, oltre che tramite il monitoraggio sistematico delle cause di morte e la diffusione dei dati. A questo scopo i centri devono avere rap-
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14 Focus Animali esotici porti di collaborazione con Università, Istituti Scientifici, o Centri di ricerca riconosciuti. Il documento fornisce inoltre alcuni requisiti previsti per i diversi centri, incluso l’impiego di idonee attrezzature e di personale qualificato con specifiche competenze scientifiche e comprovata esperienza. I centri devono essere localizzati in aree geografiche di facile accesso, preferibilmente vicino al porto, e devono essere operativi tutto l’anno, per almeno otto ore al giorno in presenza di animali. Vengono, in questo ambito, distinte due tipologie di centri di recupero per tartarughe marine che differiscono tra loro per gli obiettivi funzionali di tipologia di interventi e per la durata della permanenza degli animali in degenza. Queste tipologie sono i centri di primo soccorso, dove vengono ricoverati solo animali dalle condizioni cliniche stabili, e i centri di terapia e riabilitazione per individui in grave stato di salute che richiedono diagnosi e terapie più approfondite e di lunga durata; questi centri devono essere pertanto dotati di vasche di convalescenza e di pre-liberazione. Il ruolo delle cure veterinarie è ben sottolineato nelle linee guida, dove è sancito l’obbligo per i centri di recupero di attrezzarsi, al fine di garantire la possibilità di effettuare prestazioni di carattere chirurgico, diagnostico di vari livelli (radiologico, ematologico, ecografico, analisi chimicofisiche-microbiologiche dell’acqua ecc.) e necroscopico, direttamente presso il centro debitamente autorizzato secondo normative vigenti o attraverso convenzioni stipulate con Centri/Studi/Cliniche veterinarie, IZS, Università, ASL, laboratori di analisi ecc. Indipendentemente dalle strutture in cui verranno effettuate le procedure veterinarie, è inoltre definito l’obbligo di una figura di veterinario ufficiale. Ciò risulta di estrema importanza in quanto sancisce come il veterinario sia una presenza essenziale all’interno di un centro di recupero della fauna selvatica. Ciò non ha solo il significato di garantire una migliore prognosi riservata al singolo individuo conseguente all’applicazione di conoscenze e abilità derivate dalla professione veterinaria, ma riguarda soprattutto il monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni. Ancor più che per garantire le migliori cure possibili ai pazienti, al fine di ottenere un quadro quanto più realistico delle condizioni di popolazione, è prima di tutto essenziale una definizione dettagliata del piano di sorveglianza, una standardizzazione delle procedure e la raccolta sistematica di tutti i dati in un database dedicato. Di seguito è riportato un corretto piano di sorveglianza da attuarsi in un centro di recupero tartarughe marine, a partire dalla collaborazione armonica di diverse professionalità, tra cui veterinari, biologi e volontari. All’interno di questo piano, corretti protocolli diagnostici e terapeutici garantiscono inoltre il riserbo delle migliori cure attualmente possibili in merito alla medicina dei rettili. 1. La registrazione del segnalamento e dell’anamnesi di tutte le tartarughe è imprescindibile sia perché i parametri che verranno presi in considerazione per la valutazione dello stato di salute possono essere pesantemente influenzati da queste variabili, sia perché uno studio di popolazione richiede la valutazione dei diversi stati di salute/patologia all’interno delle diverse classi di età/sesso/stato fisiologico/stagione etc. Inoltre, alcune informazioni anamnestiche riguardanti i momenti pre e post cattura, prima dell’arrivo al centro, possono risultare essenziali per completare il quadro clinico e/o come variabili da considerarsi nell’interpretazione di alcuni esami diagnostici (es. stress). Tali informazioni devono pertanto essere registrate dettagliatamente. Poiché spesso il recupero avviene ad opera di persone terze, una standardizzazione nella raccolta di tali informazioni è possibile soltanto tramite la costituzione di una cartella prestampata da compilare, dove vengano incluse
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informazioni tra cui luogo, data, condizioni climatiche e dell’acqua, sforzo dell’animale durante il recupero e tempo di cattura, nonché annotazioni sul comportamento dell’animale in acqua, durante e dopo la cattura. 2. Ogni tartaruga portata al centro deve essere valutata per quanto riguarda il suo stato di salute. Per “stato di salute” si intende “l’assenza da ogni stato di malattia o anormalità” (Stedman’s Medical Dictionary, 2011). Tale definizione è soggetta alla valutazione personale del medico esaminatore, alla sua competenza e ai mezzi diagnostici a disposizione. Questo è tanto vero nella medicina dei rettili, dove la sintomatologia è meno evidente rispetto ai mammiferi, e le conoscenze sulla fisiopatologia nonché le possibilità di diagnostica sono maggiormente limitate. Pertanto, risulta indispensabile la definizione di un protocollo diagnostico da applicare in modo sistematico, in modo da indicare con precisione quando un soggetto possa essere giudicato sano e quando invece debba essere sottoposto ad ulteriori indagini. Oltre alla valutazione del singolo soggetto, l’applicazione di tale protocollo risulterà utile per la costituzione di standard di specie, attualmente carenti in bibliografia. Per diminuire al minimo la variabilità dei risultati dei singoli test, ogni test dovrebbe sempre essere eseguito nello stesso laboratorio e con le stesse modalità. Tali modalità devono pertanto essere specificate nel protocollo di indagine. La registrazione della percentuale di soggetti sani/patologici è già di per sé un mezzo di controllo della popolazione, che permetterà di verificare eventuali variazioni nell’incidenza di stati patologici. Tale dato potrà poi essere ulteriormente supportato dall’eventuale individuazione della causa della patologia. In realtà una corretta valutazione della popolazione richiederebbe l’inclusione nel campione di studio di soggetti appartenenti a tutte le fasce di età, fasi fisiologiche e di entrambi i sessi. Inoltre, sarebbe indispensabile una conoscenza capillare della popolazione indagata e della distribuzione di queste classi al suo interno, nonché di variazioni in questi parametri, che possono rappresentare l’eventuale impatto di alcune
patologie sulla popolazione. 3. L’indagine diagnostica rappresenta infatti un mezzo indispensabile per il monitoraggio delle patologie, poiché permette di raggiungere una diagnosi in merito ai casi patologici. In questo caso il protocollo generale può essere ampliato con diversi test, a seconda del caso, mirati alla diagnosi. In questa fase assume particolare importanza anche la necroscopia dei soggetti deceduti, la quale dovrebbe immancabilmente seguire ogni insuccesso. Nella pratica, ogni tartaruga marina che viene recuperata (viva o morta) deve essere soggetta alle stesse procedure, ben codificate dal regolamento interno. Un esempio di protocollo è schematizzato nella tabella 1. In caso di soggetti deceduti deve essere sempre effettuata una necroscopia, compatibilmente con lo stato di conservazione dell’animale. Per quanto riguarda invece i soggetti vivi, questi devono essere valutati dal personale veterinario per il loro stato di salute: qualora fosse necessario, le procedure di emergenza devono essere attuate immediatamente, saltando tutti i passaggi di identificazione e visita clinica. Come regola di base, invece, è importante che la visita clinica venga eseguita dopo un tempo di acclimatamento, in cui l’animale viene tenuto in poca acqua in un luogo tranquillo e in cui si inizia a portare lentamente la temperatura verso la POTZ dell’animale, in modo da favorire un ritorno al corretto metabolismo essenziale, tra l’altro, al fine di garantire l’efficacia di qualunque piano terapeutico. Durante questa prima fase il biologo può raccogliere un’anamnesi il più dettagliata possibile e approcciare l’animale per compilare il segnalamento, e il veterinario può svolgere le fasi iniziali della visita clinica riservate all’osservazione dell’animale. Per quanto riguarda il piano diagnostico, esso deve includere una visita clinica completa e alcuni esami da effettuarsi come routine. Come esami di emergenza è bene effettuare subito una stima della PCV tramite microematocrito, delle PT usando lo spettrofotometro e della glicemia tramite stick. Anche un esame radiografico deve sempre essere garantito a tutte le tartarughe nella misura di almeno una proiezione DV per in-
Tabella 1 ANAMNESI (da parte del personale volontario che assiste alle procedure di recupero e trasporto) Notizie relative al ritrovo Data (giorno, mese, ora, anno)
Luogo
Condizioni del mare
Condizioni di ritrovo
Condizioni climatiche
Valutazione dello stato mentale e del comportamento dell’animale ancora in acqua Condizioni del recupero Modalità
Tempo impiegato
Sforzo dell’animale
Condizioni dell’arrivo al centro (tipo di trasporto e ore totali di viaggio) SEGNALAMENTO (da parte del Biologo) Specie
Sesso
Classe di età
Lunghezza del carapace
Stato fisiologico
PESO
VALUTAZIONE DELLO STATO DI SALUTE (da parte del Veterinario) ESAME OBIETTIVO GENERALE
BIBLIOGRAFIA
Stato Mentale e capacità di movimento BCS
Stato di idratazione
Frequenza cardiaca tramite doppler
Caratteristiche del Respiro
Temperatura
Lesioni evidenti: utile dotarsi di un disegno della tartaruga su cui disegnare esattamente le lesioni rispettando posizione, circa dimensioni e forma. Rispettive misurazioni e foto dovrebbero sempre essere allegate Presenza di ectoparassiti (ispezionare anche la cloaca) ESAMI DI EMERGENZA Microematocrito
dagare l’eventuale presenza di corpi estranei radiopachi. Questi esami, poco costosi e di facile attuazione, sono effettuati per lo più in animali debilitati al fine di determinare oggettivamente le condizioni cliniche dell’animale, e di instaurare un corretto protocollo di terapia intensiva. Gli altri esami diagnostici, invece, possono essere svolti con più calma avvalendosi eventualmente della collaborazione con cliniche ed università, e sono atti ad escludere alcune patologie frequenti o a meglio indirizzare la diagnosi. Questi includono un esame emato-biochimico completo, un esame delle feci. Altri esami come la determinazione dei metalli pesanti o determinati test sierologici possono essere inseriti al fine di un corretto monitoraggio di popolazione, ma non risultano essenziali nella cura del singolo soggetto. Ovviamente, a seconda degli esiti dell’esame obiettivo generale e particolare, possono rendersi necessari altri esami più specifici tra cui esame batteriologico da scoli o ferite, proiezioni radiografiche laterolaterale e anteroposteriore, utili in particolare per indagare l’apparato respiratorio, nonché diagnostiche più sofisticate tra cui TC, RM, endoscopia, broncoscopia, ecografia etc. Per quanto riguarda invece i piani terapeutici, non esistono dei veri e propri protocolli, ma vengono definiti in base alle condizioni cliniche degli animali e ai risultati della visita e delle diagnostiche, seguendo gli stessi standard degli altri rettili. Ovviamente è importante conoscere quali farmaci sono stati attualmente studiati nelle tartarughe marine e preferirli sempre agli altri. Quando possibile, si preferisce la somministrazione orale all’interno del cibo, la quale risulta di gran lunga meno stressante per l’animale. Ovviamente questa può risultare non praticabile in caso di animali anoressici, debilitati o soggetti a patologie gastrointestinali che rallentano o impediscono l’assorbimento dei farmaci; la via orale può inoltre essere sconsigliata per alcuni farmaci. Altre vie di somministrazione possibili sono la via IM nei muscoli pettorali o nei muscoli delle zampe, e la via IC soprattutto dalla fossa prefemorale. È bene ricordare come in animali debilitati possa attivarsi il circolo portale renale, con conseguente esclusione delle porzioni caudali dell’animale dal circolo generale, che porta ad un mancato assorbimento dei farmaci in caso di somministrazione a questo livello. Non c’è ancora certezza sulla funzionalità di questo sistema in animali dalle buone condizioni cliniche, pertanto, si suggerisce di utilizzare comunque le porzioni craniali dell’animale qualora possibile. Trattandosi di animali selvatici dalla mole talvolta notevole, è sempre essenziale tenere in considerazione anche il pericolo per gli operatori nella scelta del corretto piano terapeutico da adottarsi. In caso di morte dell’animale, naturale o conseguente ad eutanasia per condizioni cliniche considerate troppo gravi, ogni soggetto deve sempre essere sottoposto a regolare necroscopia.
Proteine Totali
Glicemia
ESAMI DI LABORATORIO DI ROUTINE TRBC e TWBC (sangue da giugulare)
Conta differenziale, valutazione dello striscio (sangue da giugulare)
Parametri biochimici
Esame delle feci
ESAME OBIETTIVO PARTICOLARE dipendenti dalla situazione ESAMI DIAGNOSTICI PARTICOLARI dipendenti dalla situazione
RX proiezione DV
Bluvias J.E., Eckert K.L. Marine Turtle Trauma Response Procedures: A Husbandry Manual. The Wider Caribbean Sea Turtle Conservation Network (WIDECAST) Technical Report No. 10; 2010. Herbst L.H., Jacobson E.R. Practical Approaches for Studying Sea Turtle in The Biology of the Sea Turtle. Boca Raton: CRC Press; 2003: 972-1007. Hernst C.H., Barbour R.W. Turtles of the World.The Smithsonian Institution Press; 1989. Mc Arthur S. Turtle Conservation in Medicine and Surgery of Tortoises and Turtles.Ames:Blackwellpublishing; 2004. Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Linee guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione e rilascio a scopi scientifici;2009 Norton T.M., Walsh M.T. Sea Turtle rehabilitation in Fowler’s Zoo and Wild animal Medicine Current Teraphy 7. Philadelphia: Saunders Elsevier; 2012. Pritchard P.C.H. Encyclopedia of Turtles. Neptune; T.F.H. Publications; 1979. Wyneken J., Mader D.R., Scott Weber E., Merigo C. Medical Care of Sea Turtle in Reptile Medicine and Surgery. Philadelphia: Saunders Elsevier; 2006: 385-410. ■
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Attualità scientifica Vet Journal
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Coltura batterica degli uroliti Non sempre influenzata dalla precedente somministrazione di antibiotici o in accordo con la coltura urinaria di MARIA GRAZIA MONZEGLIO Med Vet PhD ’associazione tra urolitiasi e crescita batterica nelle urine non è stata valutata negli ultimi 15 anni e non sono stati riportati gli effetti della somministrazione di antibiotici sulla coltura degli uroliti. Non sono inoltre state valutate in maniera critica le tecniche di laboratorio per la coltura degli uroliti. Uno studio ha inteso
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METASTASI MUSCOLARI: ASPETTI CT e neoplasie muscolari metastatiche sono descritte come rare negli animali domestici, benché gli studi siano basati principalmente su dati necroscopici. Uno studio retrospettivo ha descritto le caratteristiche osservate mediante tomografia computerizzata (CT) totale (whole body) delle metastasi muscolari confermate in una serie di cani e gatti sottoposti a valutazione oncologica. Si rivedevano le cartelle cliniche di 1201 pazienti oncologici. I soggetti inclusi erano stati sottoposti a CT whole body pre- e postcontrasto e a biopsia tru-cut o ago aspirato CT-guidati di una o più lesioni metastatiche. Soddisfacevano i criteri d’inclusione 21 cani e 6 gatti, rappresentanti il 2,08% di tutti i pazienti oncologici canini e il 3,1% di tutti i pazienti oncologici felini. L’età media era di 9,6 anni. Le caratteristiche CT postcontrasto includevano lesioni da ovali a arrotondate, ben demarcate e con diversi schemi di enhancement: ad anello (n = 16), eterogeneo (n = 8) od omogeneo (n = 5). Cinque animali mostravano pattern nodulari concomitanti e variabili. In 7 casi (5 cani e 2 gatti) si osservava un unico nodulo muscolare. In 20 casi si osservavano invece 2 o più lesioni. In 2 casi, nella CT postcontrasto si osservavano noduli cardiaci ipodensi che erano apparsi isodensi nello studio precontrasto. L’esame necroscopico confermava la neoplasia in entrambi i casi. La sede delle metastasi muscolari includeva i muscoli epassiali/paraspinali della colonna cervicale, toracica e lombare (n = 18), i muscoli superficiali della parete toracica (n = 13), i muscoli della regione della scapola/spalla (n = 3), dell’arto posteriore (n = 3) e della parete addominale (n = 1). I risultati suggeriscono l’utilizzo della CT whole body pre- e postcontrasto per la stadiazione tumorale nel cane e nel gatto, soprattutto per i tumori primari caratterizzati da un elevato tasso metastatico, concludono gli autori. (M.G.M.) “Whole body computed tomographic characteristics of skeletal and cardiac muscular metastatic neoplasia in dogs and cats.” Vignoli M, Terragni R, Rossi F, Frühauf L, Bacci B, Ressel L, Capitani O, Marconato L. Vet Radiol Ultrasound. 2013 Feb 27.
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1) descrivere gli isolati batterici degli uroliti e la loro associazione con segnalamento, composizione dell’urolita, utilizzo di antibiotici e coltura urinaria e 2) valutare le tecniche di laboratorio per la coltura degli uroliti. Per il primo obiettivo, si effettuava una ricerca retrospettiva degli isolati batterici coltivati da uroliti inviati al laboratorio così come del segnalamento, dei risultati dell’urocoltura e degli antibiotici utilizzati. Per il secondo obiettivo, 50 coppie di uroliti venivano coltivati lavando ciascun urolita 1 o 4 volte e coltivandone il nucleo. Si rivedevano in totale 520 uroliti canini e
168 uroliti felini. Gli uroliti contenenti struvite mostravano una maggiore prevalenza di colture positive rispetto agli uroliti non contenenti struvite (P < 0,0001, odds ratio [OR] = 5,4), così come gli uroliti delle cagne (P < 0,0001, OR = 2,9). Non si riscontravano differenze significative tra risultati della coltura e precedente somministrazione di antibiotici (P = 0,41). L’80% dei casi con coltura urinaria negativa aveva una coltura urolitica positiva. Non vi erano differenze significative nei risultati della coltura del nucleo lavando l’urolita 1 o 4 volte (P = 0,07).
L’esito della coltura degli uroliti non era sempre influenzato dalla precedente somministrazione di antibiotici e la coltura batterica di un urolita può non ottenere gli stessi risultati ottenuti dalla coltura delle urine. Il protocollo modificato, che richiede meno tempo e costi per la coltura degli uroliti può essere un’alternativa accettabile, concludono gli autori. “Evaluation of culture techniques and bacterial cultures from uroliths” Perry LA, Kass PH, Johnson DL, Ruby AL, Shiraki R, Westropp JL. J Vet Diagn Invest. 2013 Feb 12. [Epub ahead of print] ■
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Coxiella burnetii e patologie riproduttive negli animali domestici Uno studio effettua una revisione critica dell’associazione tra il microrganismo e varie condizioni di insuccesso riproduttivo oxiella burnetii è stata identificata nelle membrane fetali, nei liquidi del parto e nel muco vaginale, così come nel latte e in altre secrezioni di numerosi mammiferi domestici. Il ritrovamento di C. burnetii in associazione ad aborto, parto e periodo postparto ha condotto a ipotizzare che il batterio sia la causa di una gamma di patologie riproduttive. Uno studio ha effettuato una revisione critica delle basi scientifiche di questa ipotesi nei mammiferi domestici. La revisione dimostra una solida evidenza dell’associazione tra C. burnetii e casi sporadici di aborto, parto prematuro, natimortalità e debolezza della prole nei bovini, nelle pecore e nelle capre. Epidemie di tale completa espressione di insuccesso riproduttivo indotte da C. burnetii sono state segnalate negli ovicaprini ma non
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MONITORAGGIO DELLA METRITE PUERPERALE BOVINA ACUTA no studio confronta due protocolli di screening e trattamento della metrite puerperale acuta (APM) nella vacca da latte. Si includevano 79 vacche con APM (utero aumentato di volume, scolo acquoso rosso-marrone e febbre >39,5 °C) e 114 vacche sane di controllo. Le vacche con APM venivano suddivise in due gruppi (trattate, N = 67; non trattate, N = 12). I soggetti trattati venivano ulteriormente suddivisi in due gruppi (trattati tra i giorni 1 e 4 postpartum, N =12 e tra i giorni 5 e 10, N = 55). Si confrontavano tra i due gruppi l’aptoglobina sierica, la produzione lattea, la prevalenza di endometrite e il diametro cervicale nei giorni di lattazione (DIM) da 21 a 27. Le vacche venivano definite come curate quando la temperatura rettale era <39,5 °C 4 giorni dopo il trattamento e non aumentava nuovamente sopra a 39,4 °C fino al termine del periodo di osservazione al giorno 10 DIM. Non si osservavano differenze significative tra tasso di cura, produzione lattea o aptoglobina sierica ai DIM 2, 5 e 10 e salute uterina (DIM 21–27). Gli autori concludono che potrebbe non esserci un effetto negativo di un protocollo di screening e trattamento che inizia a DIM 5 e lasciando inizialmente le vacche con APM non trattate. Inoltre la terapia antibiotica poteva essere evitata in 12 su 55 vacche (21,8%) del gruppo 2 a causa dei trattamenti iniziati dopo DIM 5. Questi soggetti non mostravano segni di APM durante i successivi 5 giorni e venivano quindi considerati come guariti spontaneamente con un tasso di cura di almeno il 21,8% (12 vacche su 55). (M.G.M.) “Comparison of two monitoring and treatment strategies for cows with acute puerperal metritis” I. Sannmann. O. Burfeind, R. Voigtsberger, Heuwieser. Theriogenology. Volume 79, Issue 6 , Pages 961-969, 1 April 2013.
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nei bovini. Le singole entità patologiche si verificano solo come parte del complesso e non come eventi singoli. Gli studi indicano che C. burnetii inizialmente infetta la placenta e che la successiva diffusione al feto può avvenire per via sia ematogena sia amniotica-orale. Le conseguenze per il prodotto dal concepimento equino, suino, canino e felino restano da chiarire ma il fatto che l’infezione del conceptus possa avveni-
re è documentato nella maggior parte delle specie. Non vi sono invece evidenze solide a sostegno dell’ipotesi che C. burnetii causi problemi quali subfertilità, endometrite/metrite o ritenzione delle membrane fetali in nessuna specie animale domestica. È fortemente necessario validare metodi non patologici, come la PCR, da utilizzare in diagnostica e ricerca per stabilire C. burnetii quale causa di aborto e per adattare me-
todologie di studio adeguate e includere adeguati animali di controllo quando si correlano gli aspetti epidemiologici a C. burnetii o per valutare gli effetti della vaccinazione negli animali da produzione, concludono gli autori. (M.G.M.) “Coxiella burnetii associated reproductive disorders in domestic animals-a critical review.” Agerholm JS. Acta Vet Scand. 2013 Feb 18; 55: 13. ■
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Nuove acquisizioni sul tumore facciale del Diavolo della Tasmania Modifiche epigenetiche del complesso maggiore di istocompatibilità permettono alle cellule tumorali di essere invisibili al sistema immunitario, secondo uno studio munitario è dovuta al fatto che le cellule tumorali non esprimono affatto sulla propria superficie le molecole codificate dall’MHC. Quindi sono cellule invisibili per il sistema immunitario dell’organismo aggredito. La mancata espressione delle proteine MHC non è dovuta a una mutazione strutturale dei geni che le codificano, ma
e cellule tumorali che causano la trasmissione da un soggetto all’altro del tumore facciale del diavolo della Tasmania sono invisibili al sistema immunitario a causa di modifiche epigenetiche del complesso maggiore di istocompatibilità, gruppo di geni che fa parte del sistema immunitario adattativo. È il risultato di un nuovo studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” che compie un importante passo nella comprensione del meccanismo d’azione di questo tumore trasmissibile (l’unico conosciuto oltre al tumore venereo trasmissibile del cane, TVT), che sta causando l’estinzione del marsupiale caratteristico dell’isola australiana. Il tumore facciale del diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), noto anche come DFTD (devil facial tumor disease), è comparso 16 anni fa e sta portando la specie all’estinzione dato che si trasmette facilmente attraverso l’accoppiamento, i morsi o anche il consumo di una stessa preda contaminata dalla saliva di un animale che ne sia già affetto. La malattia, per la quale al momento non esistono terapie e che ha una mortalità del 100%, non è dovuta a un virus, come ipotizzato all’inizio, ma al passaggio da un esemplare all’altro di cellule tumorali. In altre parole, nel DFTD le cellule del cancro sono anche agenti "infettivi", quindi questa malattia fornisce un’opportunità unica per studiare tumori di questo tipo. Normalmente questo tipo di trasmissione tumorale, cioè tramite cellule, non sarebbe possibile perché il sistema immunitario impedisce alle cellule tumorali di diffondersi tra individui grazie al complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), un gruppo di geni evoluti nei vertebrati che fa parte del sistema immunitario adattativo, che codifica per molecole sulla superficie della quasi totalità delle cellule di qualsiasi organismo. Queste molecole di superficie costituiscono una sorta di carta di identità della cellula, grazie a cui il sistema immunitario classifica le cellule tumorali di un altro individuo come invasori e reagisce per distruggerle immediatamente. La singolarità del tumore facciale del diavolo della Tasmania ha indotto i ricercatori a uno stretto confronto fra le caratteristiche delle cellule di questa malattia e quelle dell’unico altro tumore contagioso noto, il tumore venereo trasmissibile del cane (TVT), anch’esso dovuto a una linea cellulare “parassita” ma che, oltre a essere curabile, ha una bassa mortalità. Il tumore venereo canino spesso va incontro a una fase stazionaria in cui la neoplasia, pur non regredendo, smette di crescere. Alcune ipotesi recenti imputavano la trasmissibilità del tumore alla bassa diversità genetica del diavolo della Tasmania, in particolare dei geni del complesso maggiore di istocompatibilità. Tuttavia il nuovo studio ha rivelato una realtà diversa, e più complessa. Dalle analisi è emerso che la capacità del tumore del diavolo della Tasmania di sfuggire al sistema im-
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a modificazioni epigenetiche che ne regolano la trascrizione genica. Ciò ha permesso ai ricercatori di sfruttare una molecola di segnalazione del sistema immunitario, l’interferone gamma (IFN-γ), per riattivare nelle cellule trattate l’espressione di quelle proteine. Anche se sono ancora numerosi gli aspetti da chiarire per questa neoplasia, i nuo-
vi risultati potrebbero consentire di mettere a punto un vaccino efficace contro il DFTD. (M.G.M.) Reversible epigenetic down-regulation of MHC molecules by devil facial tumour disease illustrates immune escape by a contagious cancer Hannah V. Siddlea et al., PNAS March 11, 2013 201219920 ■
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La leishmaniosi torna a Pisa Presenti in 550 per aggiornarsi su una malattia sempre più diffusa su tutto il territorio nazionale ’ultimo congresso sulla Leishmaniosi canina si era tenuto due anni fa a Pisa e nella stessa città la SCIVAC ha voluto riproporre questo stesso tema in un congresso di alta valenza internazionale sia per i componenti della Commissione scientifica, sia per i relatori scelti, quelli delle comunicazioni brevi accettate e gli autori dei poster provenienti da diversi paesi. La SCIVAC ha pensato di riproporre il tema leishmaniosi canina per informare i partecipanti al congresso di alcune novità ed aggiornamenti, non trascurando comunque anche ad altre malattie trasmesse da vettori. Il congresso ha dimostrato di aver colto ancora una volta l’interesse dei veterinari superando i 550 presenti, anche se si è registrato un calo significativo rispetto all’edizione precedente che aveva raggiunto i 700 iscritti. Questa differenza deriva certamente dal fatto che molti hanno pensato, a distanza di soli due anni, di venire a risentire molte cose già conosciute. Inoltre è anche giusto evidenziare come la situazione difficile che sta vivendo il settore veterinario possa portare ad un calo generale di presenze a tutti gli eventi formativi, calo che la SCIVAC non ha percepito nel 2012 ma che potrebbe mostrarsi quest’anno in considerazione dell’accentuarsi della crisi economica del Paese.
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Queste valutazioni potremo però farle solo dopo i prossimi congressi di Milano, che al contrario mostra un numero di iscritti importante, e quello di Rimini sul quale, al momento, è impossibile fare una valutazione. Nel corso del congresso la leishmaniosi canina è stata affrontata nei suoi aspetti epidemiologici, clinici, diagnostici, terapeutici e profilattici. Sul palco si sono alternati relatori di fama internazionale, occupati da anni nel settore delle malattie trasmesse da vettori ed altre patologie parassitarie (Prof. Otranto e il Dr. DantasTorres, entrambi diplomati al College Europeo di Parassitologia), della medicina interna (Dr. Xavi Roura, DiplECVIM, dell’Università di Barcellona), della dermatologia (Dr.ssa Laura Ordeix, DiplECVD), dell’oftalmologia (Dr. Giovanni Barsotti) e della Patologia Clinica (Prof. Gad Baneth, DiplECVCP dell’Università di Gerusalemme). Vi-
sto che dal punto di vista terapeutico non ci sono attualmente novità rivoluzionarie nel trattamento della leishmaniosi canina, sono state approfondite le diverse armi profilattiche a disposizione dei proprietari e dei veterinari per ridurre la probabilità di infezione o di sviluppare la malattia. Numerosi sono infatti gli strumenti e i presidi sanitari che permettono di diminuire il rischio di contatto tra vettore (flebotomo) ed ospite, che possono andare dalle semplici zanzariere, ai repellenti cutanei, oltre a farmaci e vaccini che possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare la malattia. La Prof.ssa Pennisi, dell’Università di Messina, ha approfondito un problema poco conosciuto e probabilmente sotto diagnosticato, la leishmaniosi felina, sottolineando le differenze cliniche e diagnostiche con la controparte canina. Sebbene la leishmaniosi abbia ovviamente occupato la maggior parte del programma scientifico, i relatori si sono avvicendati sul palco anche per fare un update sulle diverse patologie infettive trasmesse da vettore che possono frequentemente riscontrarsi in concomitanza alla leishmaniosi, quali l’ehrlichiosi canina, l’anaplasmosi e l’hepatozoonosi. Sebbene trasmesse da vettori differenti e con modalità peculiari per ciascuna di esse, la distribuzione geografica di tali patologie è in parte sovrapponibile a quella della leishmaniosi, il cui quadro cli-
nico può venir complicato dalla presenza di una o più patologie infettive concomitanti. Il Dr. Baneth e la Dr.ssa Erika Carli dell’Università di Padova hanno successivamente presentato un aggiornamento sulle piroplasmosi del cane e del gatto. Sono state sottolineate le differenze clinico-patologiche tra le varie specie, i metodi diagnostici e le opzioni terapeutiche a disposizione. Molto interessante la descrizione di alcuni focolai di piroplasmosi felina causata da Cytauxzoon sp. recentemente descritti in Italia nell’area di Trieste e nella provincia di Roma. Infine, ma di rilevante importanza anche per la salute umana, il Prof. Otranto e il Dr. DantasTorres hanno sensibilizzato la platea sul ruolo del veterinario in ambito di sanità pubblica nel riconoscimento delle zoonosi trasmesse da vettore. Per la sua formazione professionale, il veterinario dovrebbe porsi al centro del rapporto uomo-animale a fianco del medico. Il cambiamento delle condizioni climatiche, delle condizioni socio-economiche e dei trasporti sul globo terrestre, sta infatti “globalizzando” anche il mondo delle malattie infettive e parassitarie animali ed umane. Come testimoniato anche da alcune comunicazioni brevi di colleghi stranieri, il mondo delle malattie trasmesse da vettore è in continuo mutamento ed espansione, ed il medico veterinario deve essere al centro di questa nuova realtà. ■
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MALATTIE INFETTIVE DEL GATTO: PRIMA PARTE Stefano Bo, Med Vet, Dr Ric, Torino MALATTIE INFETTIVE DEL GATTO: SECONDA PARTE Stefano Bo, Med Vet, Dr Ric, Torino CARDIOLOGIA FELINA Luca Ferasin, Med Vet, PhD, Cert VC, PG Cert (HE), Dipl ECVIM-CA (Cardiology), GPCert (B&PS), MRCVS, Newbury (UK)
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DIRETTORE Francesco Carù, Med Vet, PhD, Milano RELATORI Federico Amadei, Med Chir, Dipl di Specializzazione in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Legnano (MI) Francesco Carù, Med Vet, PhD, Milano Stefano Gatti, Med Chir, Dr Ric Microchirurgia, Milano Davide Sozzi, Med Chir, Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale e in Microchirurgia, Monza ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (20)
ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) LIMITE DI ISCRIZIONE: 6 Maggio 2013
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DIRETTORE Filippo Maria Martini, Med Vet, Dr Ric, Parma RELATORI Antonio Di Meo, Med Vet, Perugia Filippo Maria Martini, Med Vet, Dr Ric, Parma Bruno Peirone, Med Vet, Dr Ric, Torino Lisa Piras, Med Vet, Torino Luca Vezzoni, Med Vet, Cremona ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) LIMITE DI ISCRIZIONE: 06 Maggio 2013 QUOTE Soci SCIVAC: € 1.000,00 + IVA 21% Non soci: € 1.200,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)
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Controlli fiscali: sì alla revisione delle metodologie Si è conclusa favorevolmente la riunione all’Agenzia delle Entrate di GIULIANO LAZZARINI Referente ANMVI per l’Agenzia delle Entrate a sollecitazione dell’ANMVI ad una correzione è stata favorevolmente accolta, confermando non soltanto la possibilità per le categorie di intervenire sugli strumenti di
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verifica e di accertamento - come già accade per gli Studi di Settore - e sottolineando che quella dei veterinari è una delle poche professioni che si sono attivamente adoperate per segnalare errori e anacronismi. Giuliano Lazzarini, componente della Commissione Esperti Studi di Settore e rappresentante della professione veterinaria, ha incontrato nei giorni scorsi i funzionari dell’Agenzia
delle Entrate presso la sede centrale dell’Eur per proporre la revisione delle metodologie di controllo fiscale sull’attività veterinaria. L’incontro, fissato durante un precedente colloquio alla SOSE-Studi di Settore, per l’analisi degli indici di normalità economica, nasceva dall’esigenza di correggere numerose incongruenze nella check list degli ispettori del Fisco, un vademecum - hanno spiegato i fun-
zionari preposti - che risale addirittura al 1998 e che non è mai stato aggiornato dopo il 2001 e di revisionare le metodologie di controllo fiscale sulle attività veterinarie. Le metodologie pubblicate dall’Agenzia delle Entrate risalgono al 2001 e da allora non sono state aggiornate nemmeno all’Euro. Numerose e vistose le incongruenze e le inesattezze contenute nella check list di controllo che non mettono il contribuente veterinario nella condizione di "parlare la stessa lingua dei controllori", ha fatto notare Lazzarini, che ha rimarcato come siano stati trascurati dieci anni di serrato confronto analitico per la definizione dei cluster e degli indicatori dello Studio di Settore Veterinario. Le metodologie descrivono una veterinaria che non è quella reale - è stato fatto notare al Capo Ufficio Studi di Settore Massimo Variale che ha reso possibile l’incontro con il Responsabile Settore Analisi e Strategie, Mario Carmelo Piancaldini - una professione "diversa da quella che è stata costruita dalla Commissione Esperti Studi di Settore in dieci anni di analisi economica della nostra professione", ha rimarcato Lazzarini. A seguito dell’incontro Giuliano Lazzarini si è confrontato con i consulenti fiscali di ANMVI per redigere una proposta di correzione delle metodologie. Queste le considerazioni che ne sono scaturite e che derivano dalla lettura della metodologia di controllo che la stessa Agenzia suggerisce ai verificatori della Guardia di Finanza. 1) Nelle strutture veterinarie sono spesso presenti neo laureati già iscritti all’Ordine Provinciale e con partita IVA aperta, necessaria per una qualsiasi prestazione, che svolgono un tirocinio pratico gratuito che rappresentano i “residenti volontari” la cui posizione sta per definirsi in ambito della nostra Federazione Nazionale (FNOVI). La loro presenza non supererà i 18 mesi ed è esclusivamente legata alla costruzione di un bagaglio pratico professionale che l’Università non dà loro durante il normale piano di studi. Vorremmo che questi giovani colleghi non fossero considerati lavoratori sommersi come rischiano di essere considerati oggi.
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2) Il tariffario dei minimi è stato da tempo eliminato, Decreto Bersani, e non può trovarsi esposto in sala d’aspetto così come le tariffe che la struttura attua che saranno presentate al cliente al momento della visita o dell’intervento chirurgico nell’ambito del consenso informato. 3) L’art. 32 del Decreto 119 del 1992 stabilisce che, per i farmaci destinati agli animali, utilizzati per la produzione degli alimenti umani, sia obbligatoria la ricetta in triplice copia: una per il farmacista, una per la ASL, una per il proprietario, ma non obbliga il medico veterinario a conservare l’ultima copia che, quindi, non può essere richiesta dai controllori e la cui assenza non potrà nascondere prestazioni nascoste. Restando nell’ambito del farmaco, la scorta non va considerata come fattore di moltiplicazione del ricavo, ma solo un mezzo per poter cedere al cliente una terapia adeguata e potere chiudere l’atto clinico della visita senza inviare il cliente alla ricerca di un farmaco spesso difficilmente rintracciabile nelle farmacie. Si tratta di una scelta del professionista che può detenere il farmaco per dare un servizio ulteriore al cliente.
RIMBORSI IVA: SBLOCCATI I CREDITI PER I PROFESSIONISTI ’Agenzia delle Entrate annuncia l’arrivo di circa 1,2 miliardi di euro di rimborso crediti Iva. Questa "iniezione di liquidità" riguarderà anche i professionisti. Il comunicato diffuso nei giorni scorsi dall’Agenzia delle entrate afferma che nelle prossime settimane saranno rimborsati i crediti Iva spettanti a imprese e professionisti. Le risorse saranno messe a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. "Con questa nuova iniezione di liquidità dicono alle Entrate - la somma complessiva rimborsata in questi primi mesi del 2013 a imprese, artigiani e professionisti arriverà a ben 2,5 miliardi di euro". Rispetto all’analogo periodo del 2012, la cifra è praticamente triplicata (+180%); nei primi tre mesi del 2012 i rimborsi Iva erano stati pari a 890 milioni di euro. Sempre in materia di Iva, dal 18 Marzo è possibile compensare in F24 il credito IVA 2012, anche per importi superiori a 5mila euro (mentre per quelli inferiori si può fare la compensazione già dal primo gennaio). La condizione è che il contribuente abbia presentato, entro il 28 febbraio, la dichiarazione IVA 2013. Per ottenere il rimborso, la richiesta va presentata online insieme alla dichiarazione annuale, sia che si tratti della forma unificata che di quella autonoma. In più il quadro VR all’interno dei modelli sostituisce quello indipendente cartaceo che andava presentato al concessionario della riscossione. È sufficiente infatti barrare l’apposita casella del quadro VR per scegliere di farsi accreditare la somma direttamente in banca o alla posta, in base alle coordinate comunicate.
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4) Il registro di carico e scarico del farmaco è stato eliminato con il D.M. 306 del 2001 e nelle strutture possono essere controllate solo le ricette di acquisto farmaci che devono essere conservate per tre anni; la presenza di ricette speciali, non ripetibili, riferibili a terapie per animali da cortile non prevedono un’automatica presenza di altrettante fatture, perché trattasi di utenti occasionali o conoscenti che approfittano della struttura per animali da compagnia per acquistare in farmacia un farmaco da somministrarsi a qualche gallina o coniglio, ma che prevede la ricetta in triplice copia. 5) Il tatuaggio è stato sostituito dall’inserimento del microchip e, questa pratica ambulatoriale, non prevede una visita di routine, quindi non sono da ricercare visite cliniche contempora-
neamente alla iscrizione in anagrafe. 6) Il vaccino per le malattie infettive non deve essere preceduto da esami del sangue né tantomeno dall’esame delle feci, così come la prevenzione della filariosi non deve essere preceduta da visita clinica o da esame del sangue obbligatorio. 7) Le attrezzature e le strumentazioni sono da anni considerate una discriminante descrittiva nell’ambito degli Studi di Settore, perché spesso l’acquisto non è ammortizzabile, ma permette al professionista di giungere ad una diagnosi che può salvare la vita ad un paziente, appare, quindi, non giustificato associare il ricavo a queste valutazioni. 8) Appare irrazionale il pensiero di giungere ad una presunzione di ricavo attraverso l’analisi della clientela, come se gli animali delle
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classi più agiate dovessero ammalarsi più degli altri. 9) Inverosimile, poi, è la presunzione che alla base del reddito del professionista stia la somma di tre variabili: rendita valutata del 7% del capitale investito; ammontare dell’affitto annuo; retribuzione che il professionista avrebbe percepito se avesse scelto di intraprendere la strada del dipendente del SSN, come se questo potesse essere una scelta possibile per ogni professionista. 10) Riteniamo, infine, che l’appartenenza ad un circolo sportivo o ricreativo non possa e non debba essere un fattore di moltiplicazione del ricavo del professionista. ANMVI rinnova l’invito a far pervenire eventuali osservazioni e suggerimenti alla casella info@anmvi.it. ■
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24 Lettere al Direttore Accreditamento in medicina degli animali esotici alve mi chiamo Raffaele Melidone e sono un medico veterinario Italiano che ormai da diversi anni lavora in USA, dove faccio il patologo veterinario. Oggi, ho letto il seguente editoriale, http://www.anmvioggi.it/rubriche/editoriale/582 30-un-esempio-di-progresso-intellettuale.html , e mi sono chiesto a cosa serva un’accredi-
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tamento sugli animali esotici in Italia. Se non vado errato esiste già un college europeo in materia. E ancora mi chiedevo come mai un simile accreditamento non sia mai stato proposto per le varie specialità della medicina del cane e del gatto. Ancora mi chiedevo chi è deputato a rilasciare gli accreditamenti e sulla base di quali criteri e competenze? Dr. Raffaele Melidone, Diplomate ACVP. Antech Diagnostics, Irvine, CA, USA
Caro Collega, Ci fa piacere essere letti addirittura dagli Stati Uniti. Mi auguro che lì vada meglio che qua,
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dove un percorso di riconoscimento per chi si occupa di animali esotici era diventato un'urgenza. Ti basta navigare la Rete per vedere che come sempre succede - la realtà anticipa le norme, ma non sempre va nella giusta direzione: ci sono elenchi spontanei di “esperti” di furetti, conigli, tartarughe, ecc. realizzati da amatori, proprietari, animalisti, ma anche banali siti di servizio come i grandi motori di ricerca. Addirittura ci sono elenchi di “veterinari esperti” con tanto di recapiti e giudizi. Il nostro settore non poteva più continuare ad essere invisibile e credo di poter dire che non fosse più accettabile, per noi, per i nostri clienti e quindi per quelli più importanti, i pazienti, che chiunque potesse decidere per
“Le funzioni e i ruoli appartengono non a chi ne è investito, ma a chi li attribuisce”. Sen. Amedeo Bianco, confermato presidente FNOMCEO
noi, come Categoria, chi fa o non fa esotici. Non abbiamo avuto un’idea del tutto originale, perché è stata l’UEVP già nel 2007 e poi la FVE ad sottolineare l’esigenza di rendere più evidenti ai cittadini le competenze professionali settoriali. FNOVI ha seguito un’impostazione in parte europea e in parte nostrana che, come leggi su questo numero di Professione Veterinaria, è ancora sperimentale, ma che vuole essere un primo passo. Altri settori hanno già iniziato a rendersi “accreditati” prima di noi, penso ai comportamentalisti ad esempio, che hanno intrapreso un proprio percorso del tutto diverso, ma su misura per quel settore. Ci sono competenze che servono ai cittadini, ma anche alle Istituzioni e quando abbiamo pubblicato le Linee guida per la corretta gestione e il benessere degli animali non convenzionali (le scarichi gratuitamente dal sito sivae.it) il Ministero della Salute ha scritto chiaramente nella sua introduzione che per queste specie servono le competenze adeguate. Mi piace sottolineare che più che per specializzazioni, FNOVI ha iniziato a ragionare per specie, per settori. Non so se eserciti in Italia, ma vedo che ti firmi con un titolo e un diploma. Ecco, l’accreditamento FNOVI non è né l’una né l’altra cosa. Come tu certamente sai, lavorando negli USA, proprio lì esiste un riconoscimento intermedio chiamato ABVP (American Board of Veterinary Practitioners), immagino tu sappia anche che questi riconoscimenti intermedi esistono già in Inghilterra, Francia, Germania, Austria e Australia. Ti posso anche dire che il nostro percorso è stato giudicato così interessante da colleghi che si occupano di riconoscimenti analoghi in altri Paesi, che è stato suggerito che potrebbe fare da base per un’armonizzazione internazionale. L’ultima tua domanda trova risposta nel percorso di accredito sperimentale della FNOVI, che prevede anche la futura stesura di linee guida. Quindi, come vedi, la situazione è più in movimento che definita. Lorenzo Crosta, Vice Presidente ANMVI
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PROFESSIONE TELEFONATE A CAMPIONE
Avvisiamo i Colleghi che l’ANMVI ha avviato una indagine sulla lettura di Professione Veterinaria. Alcuni di voi potrebbero essere contattati telefonicamente dalla Dottoressa Silvana Bonelli, Medico Veterinario, per proporvi alcune domande. La partecipazione è facoltativa e subordinata alla disponibilità ad un colloquio di circa 10 minuti.
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Trainer Personal Energetic Life Energia pura per una riconquistata vitalità! Questi grassi svolgono a livello cellulare diverse funzioni positive, tra cui migliorano la fluidità della membrana cellulare, aiutando anche a prevenire il restringimento ed occlusione vasale. Gli Omega 3 consentono infatti di ridurre la viscosità ematica, migliorando di conseguenza la fluidità del sangue, principale trasportatore di nutrienti ed ossigeno, indispensabili per la vita, le attività ed il metabolismo cellulari. L’integrazione con una miscela di polifenoli, sostanze dall’elevato potere antiossidante, (ViNi-
ecupero fisico, inappetenza, sottopeso, difficoltà a prendere peso, intensa attività fisica (agility, gare, attività di ricerca e di soccorso) oppure carattere particolarmente esuberante sono tutte situazioni particolari e a volte delicate in cui si richiede un regime alimentare specifico. Infatti l’alimento dovrebbe in questi casi supportare in modo efficace i processi metabolici dell’organismo, favorendo la rigenerazione tissutale. Trainer® Personal Energetic Life è la giusta risposta per garantire un adeguato sostegno nutrizionale. Mantenimento evoluto ed energetico permette di soddisfare specifiche esigenze di cani adulti di piccola e mediogrande taglia, risultando ideale non solo per periodi limitati, ma anche come alimento quotidiano per tutta la vita del quattro zampe. Il suo elevato contenuto calorico (4320 kcal/kg) è dato da un 28% di proteine e un 20% di grassi, nutrienti questi che meritano particolare attenzione. Le prime, ottenute dalla carne di salmone e dal pollo, offrono un’ottimale combinazione di aminoacidi essenziali che favoriscono il benessere, la struttura e la rigenerazione cellulare. Per questo la ricetta si rivela un valido aiuto sia per aumentare le performance sportive dell’animale che per favorirne un più rapido recupero. La carne di salmone, poi, è naturalmente ricca di acidi grassi polinsaturi, in particolar modo Omega 3 ed Omega 6, essenziali per i mammiferi terrestri in quanto incapaci di sintetizzarli autonomamente.
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UN ALIMENTO ENERGETICO....QUANDO UTILIZZARLO? Trainer® Personal Energetic Life per la sua spiccata densità energetica è indicato: • quando è necessario minimizzare il dosaggio per quei soggetti in fase di recupero fisico, in cui si può verificare una depressione dell'appetito; • per aiutare a contrastare stress quotidiani e/o psico-fisici conseguenti o legati a gare, addestramenti, esposizioni...; • per favorire il recupero dopo diete sbilanciate o a seguito di intensa attività fisica; • per soggetti che hanno difficoltà a mantenere il proprio peso forma. Si è dimostrata una valida risposta nutrizionale anche per femmine a fine gravidanza, in cui diminuisce la capacità d'ingestione in conseguenza all'aumentato volume del ventre che riduce lo spazio per l'espansione gastrica.
trox™, un estratto secco concentrato di mela e semi d’uva) aiuta a contrastare l’incremento della produzione di radicali liberi, correlato all’attività fisica o a situazioni debilitanti, e loro effetti negativi su cellule e tessuti. Da evidenziare è anche l’apporto di un elevato quantitativo di Calcio, minerale indispensabile per mantenere un’ossatura sana e forte e fondamentale per la contrazione muscolare in quanto implicato nella trasmissione dell’impulso elettrico. La fibra di pisello, il lievito di birra, i broc-
coli, la cicoria e le polpe di barbabietola contenuti apportano fibre e prebiotici che favoriscono la corretta funzionalità e motilità intestinali. Trainer® Personal Energetic Life è la risposta nutrizionale altamente energetica che mancava per supportare un organismo in attività o durante un periodo riabilitativo/di recupero. Senza coloranti e conservanti artificiali aggiunti, non testato... per una nutrizione completa e nel rispetto degli animali! Disponibile nei negozi specializzati. www.novafoods.com ■
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26 Calendario attività Dal 13 aprile al 12 Maggio Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
13 - 14 APR 14 APR 14 APR
INCONTRO SIOVET INCONTRO SIODOCOV INCONTRO SIMEF / SIATAV / SISCA
15 - 17 APR
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
15 - 16 APR
CORSO SCIVAC Attenzione: Evento annullato.
17 - 19 APR
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
18 APR
SEMINARIO NAZIONALE SIVAR Attenzione: Evento annullato.
19 - 21 APR
CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
19 - 21 APR
CORSO REGIONALE SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SOVEP
19 APR
SEMINARIO NAZIONALE SIVE IN COLLABORAZIONE CON FISE LAZIO
20 APR
INCONTRO SIRVAC Attenzione: Date evento modificate.
21 APR 21 APR 21 - 23 APR 21 APR 21 APR 21 APR 27 - 28 APR 1 - 4 MAG 3 - 5 MAG 4 - 5 MAG
INCONTRO SIONCOV INCONTRO SICARV / SIMIV ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA
5 MAG 5 MAG
8 - 10 MAG 11 - 12 MAG 11 - 12 MAG
IL RISCHIO PERIOPERATORIO - Perugia, facoltà di medicina Veterinaria - Via San Costanzo 4 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE IN ENDOCRINOLOGIA NELLA TUA ATTIVITÀ PRATICA. INCONTRA FEDERICO FRACASSI - Hotel Serena Majestic, Montesilvano (PE) - Viale Carlo Maresca 12 - ECM: crediti non previsti - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC
3° IT. CHIRURGIA: II PARTE - CHIRURGIA 2 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 4° IT. DERMATOLOGIA: III PARTE - PRINCIPI DI TERAPIA DERMATOLOGICA NEL CANE E NEL GATTO Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. per 29,2 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it TEST DIAGNOSTICI VECCHI E NUOVI IN NEFROLOGIA, ENDOCRINOLOGIA E GASTROENTEROLOGIA Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accr. ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it MORBILITÀ E MORTALITÀ IN ANESTESIA: TAVOLA ROTONDA - EBM: EVIDENCE BASED MEDICINE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
INCONTRO SIMIV
INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC CAMPANIA
PRINCIPI DI PARASSITOLOGIA NEGLI ANIMALI ESOTICI - Eboli - Località Cioffi - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
RIPRODUZIONE DEI PICCOLI ANIMALI - Hotel Ca Noa - Brescia - Via Triumplina 66 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA STRATEGIA FLOTAC NELLA PARASSITOLOGIA DEGLI ANIMALI ESOTICI - Eboli - Località Cioffi - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it 15° CONGRESSO INTERNAZIONALE SIVAR - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa e Ufficio Marketing - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it GINECOLOGIA E ANDROLOGIA: TUTTO CIÒ CHE È UTILE E INDISPENSABILE SAPERE - BolognaFiere, Bologna - Piazza della Costituzione - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE IN DERMATOLOGIA NELLA TUA PRATICA CLINICA - Napoli - Hotel Oriente - VIA A DIAZ 44 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO REGIONALE SIVAE / SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON UNIVERSITÀ DI NAPOLI
6 MAG
QUELLO CHE IL VETERINARIO DI BASE DEVE SAPERE PER RISOLVERE LA MAGGIOR PARTE DEI PROBLEMI OCULISTICI - Sheraton Bari Hotel - Via Cardinale Agostino Ciasca 9 - ECM: Crediti non previsti - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. reg. SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO
INCONTRO SIATAV
5 MAG
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA DEL CANE TOY - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ORTODONZIA VETERINARIA E COMPARATA: CONCETTI DI BASE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL DOLORE DI UN ALIENO CHE VIVE SUL PIANETA TERRA: IL GATTO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 1° IT. MEDICINA D’URGENZA: III PARTE - MEDICINA D’URGENZA 3 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 28,5 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it METODOLOGIA DELLA RICERCA CLINICA: I PARTE - QUESITI, DISEGNI DI STUDIO E RISULTATI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 4° IT. OFTALMOLOGIA: II PARTE - GLAUCOMA, UVEA, LENTE, ANIMALI ESOTICI ED ECOGRAFIA OCULARE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accr. ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it AGGIORNAMENTI IN SUINICOLTURA - RASSEGNA SUINICOLA INTERNAZIONALE - SIPER (Fiere Reggio Emilia) - Via Filangieri, 15 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa e Ufficio Marketing - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it NEUROCHIRURGIA SPINALE - I PARTE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PIEMONTE - CORSO REGIONALE DI CITOLOGIA - Tulip Inn - Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SEMINARIO NAZIONALE “ATTUALITÀ IN MEDICINA SPORTIVA” - Sede Nazionale del CONI - Piazza Lauro De Bosis 15 - ECM: No crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - Email: info@sive.it TAVOLA ROTONDA SULLA NEONATOLOGIA: DA RIMINI IN POI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it BIOLOGIA, PATOLOGIA E TERAPIA DELLE METASTASI TUMORALI IN ONCOLOGIA VETERINARIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it SINDROME CARDIO RENALE: STATO DELL’ARTE IN MEDICINA UMANA E VETERINARIA - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 3° IT. ANESTESIA: II PARTE - MONITORAGGIO IN ANESTESIA: COME, QUANDO, PERCHÈ? - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 26,2 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it ERRORI E TRAPPOLE DIAGNOSTICHE IN MEDICINA INTERNA E PATOLOGIA CLINICA - Bologna, Savoia Hotel - Via del Pilastro, 2 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CONGRESSO INTERNAZIONALE SIVAR SEMINARIO NAZIONALE SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA
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la VETERINARIA
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La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d’attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all’ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 22 marzo 2013
SOLUZIONI
c
No, i tappeti di gomma provocano un più basso tasso di crescita e non causano un’ipercrescita dell’unghione. No, i tappeti di gomma danno un basso tasso di crescita ma gli unghioni possono essere predisposti all’ipercrescita per il basso consumo del corno.
Perdita della distinzione corticomidollare. Segno del margine midollare. Reni piccoli ed ecogeni. Aumentata ecogenicità della corticale renale. Tutti i precedenti
QUIZ 1
a b c d e
Sì, gli unghioni crescono più rapidamente sui tappeti di gomma.
Risposta corretta: c) Congresso SIVAR- Sessione di Podologia: “Influenza dei diversi tipi di pavimento sulla conformazione e la biomeccanica del piede bovino” - Cremona, maggio 2009
a b
QUIZ 2
2) Quale dei seguenti riscontri ecografici può essere presente in caso di nefropatia cronica nel cavallo?
Risposta corretta: e) Seminario SIVE: “Ecografia addominale e toracica nel cavallo adulto” - Cremona, Settembre 2008
1) I pavimenti ricoperti dalla soffice gomma danno luogo all’ipercrescita dell’unghione a causa di un aumento del tasso di crescita del tessuto corneo?
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