Il mercato italiano del lavoro veterinario
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la VETERINARIA A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
10 2008
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
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PROFESSIONE
VET-EXCHANGE
Il mercato italiano delle attrezzature professionali veterinarie
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Anno 5, numero 10, dal 10 al 16 marzo 2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
STABILIZZAZIONI TRA FATTI E ASPIRAZIONI
SICUREZZA SUL LAVORO PER GLI AUTONOMI
DESTINAZIONE FINALE SUL PASSAPORTO DEGLI EQUIDI
UNA LINEA GUIDA CHE CI QUALIFICA
UN NUOVO PORTALE PER L’EDITORIA VETERINARIA
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BREVI
SIVA PER I LEAVET
STUPEFACENTI
di CARLO SCOTTI
Il Ministro Livia Turco ha scritto ai candidati premier affinché nella prossima legislatura sia approvata la legge che semplifica le registrazioni dei farmaci contro il dolore. Le norme riguardavano anche la veterinaria.
DONNE Nella dirigenza medica del Ssn la presenza delle donne è del 32%, negli incarichi di struttura complessa l'11%, mentre per le strutture semplici si arriva al 25%. Più in generale nella pubblica amministrazione "nonostante la componente femminile del lavoro pubblico sfiori il 54% del totale le dirigenti di seconda fascia sono il 25% e le dirigenti di prima fascia circa il 15%". Ma la differenza, a favore degli uomini, aumenta considerando i compensi: le donne percepiscono solo il 29% dei compensi accessori e gli uomini il 71% del totale.
MINIMI L’Agenzia delle Entrate (risoluzione n. 80 del 6 marzo) ha definito le istruzioni per il versamento della rettifica della detrazione IVA da parte dei contribuenti che passano al regime dei minimi: il periodo di riferimento è quello precedente a quello di applicazione del regime, mentre il codice tributo da indicare nell’F24 è il 6497.
CARNI BOVINE Un solo marchio di qualità per distinguere la carne bovina made in Italy. Il Piano nazionale per le carni bovine presentato dal Mipaaf cerca di riunire sotto l’unico concetto di “carne allevata in Italia” i circa 100 disciplinari che attualmente certificano la qualità e la sicurezza della carne bovina.
GALLINE La LAV ha promosso una una petizione affinché il nuovo Governo si impegni a confermare la data del 1° gennaio 2012 come termine per la messa al bando delle gabbie di batteria per le galline ovaiole, stabilito dalla Direttiva UE 74/99 e dal Decreto Legislativo 267/03, ora messo in discussione.
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AL VOTO
Il nostro programma per il futuro Governo Alla veterinaria deve essere riconosciuto più peso nelle politiche della salute. Sosteniamo i candidati Mancuso e Viola A PAGINA 3
MA QUANTO MI COSTI! PERDONATECI SE UNA VOLTA TANTO SFRUTTIAMO QUESTO SPAZIO PER DIFENDERE LA PIÙ IMPORTANTE, STORICAMENTE E NUMERICAMENTE, società scientifica federata all'ANMVI: la SCIVAC. Veramente non avrebbe alcun bisogno di avvocati difensori in quanto la sua storia, la sua attività ed il numero dei suoi iscritti, basterebbero per renderla invulnerabile da critiche superficiali e spesso pretestuose, ma una telefonata ed una email, estremamente gentili ed educate, pervenuteci in questi giorni, pensiamo che meritino un chiarimento. Una criticava il costo, ritenuto elevato, di un corso, l'altra quello del Congresso Nazionale di Milano. Come abbiamo avuto modo di dire altre volte, la quota di iscrizione dei corsi è calcolata semplicemente dividendo il totale dei costi previsti per il presunto numero di iscritti. A volte il risultato è positivo, spesso è in perdita. Non vi è quindi la possibilità di grandi interventi per contenerla se non con il reale rischio di uno scadimento della qualità. Per quanto riguarda il Congresso, non solo il costo di iscrizione è estremamente basso se rapportato ad iniziative simili, organizzate da altre associazioni veterinarie in Europa, che indicano quote tre o quattro volte maggiori, ma anche rispetto ad altre proposte di associazioni italiane che prevedono costi di iscrizione più elevati pur senza neppure prevedere atti congressuali. Non dimentichiamo poi che la SCIVAC propone ogni anno più di 50 iniziative gratuite, redistribuite su tutto il territorio nazionale, su temi diversi e con il coinvolgimento dei migliori relatori nazionali, e tutte accreditate ECM per chi ritiene di voler raccogliere i crediti. Uno sforzo non da poco.
Come è noto a tutti, da tempo l'ANMVI sta portando avanti il progetto Leavet che prevede la collaborazione tra la medicina veterinaria privata e quella pubblica per quanto concerne la sterilizzazione dei randagi e una medicina di base per le Categorie sociali meno abbienti, in un rapporto di convenzione con le strutture veterinarie private. Questo progetto sta avviando i primi passi nel Lazio, spero prossimamente in Piemonte e stiamo lavorando affinché venga esteso in tutta Italia. Il progetto prevede, tra le altre cose, la contrattazione economica su quanto dovranno percepire i veterinari privati per le sterilizzazioni e per quella che sarà la medicina di base a favore delle Categorie socialmente deboli. Per questo motivo è necessario un Sindacato riconosciuto che vada a contrattare con la delegazione di
parte pubblica: la SISAC (Struttura interregionale dei sanitari convenzionati) la stessa dove vanno i medici di famiglia e tutte le altre categorie mediche convenzionate. Questo sindacato si chiama SIVA (Sindacato Italiano Veterinari Ambulatoriali) e oggi è inglobato in Federazione Medici UilFpl per sedere ai tavoli delle trattative. Essendo i Leavet un progetto dell’ANMVI che ha richiesto e sta richiedendo un notevole dispendio di energie e che riteniamo possa dare un ruolo diverso alle strutture ambulatoriali veterinarie private, in un periodo di grave crisi economica e di saturazione del mercato, molti uomini vicini all'ANMVI hanno deciso di entrare in SIVA per chiudere il cerchio. Siccome era necessario dare una coordinazione alle varie articolazioni in cui si presentano i Leavet dell’ANMVI si è costituito un braccio operativo di ANMVI detto appunto Sindacale che ha il ruolo di confrontarsi con SIVA per portare avanti il progetto ■ Leavet.
L’ambulatorio chiavi in mano Apri? Apri? Trasformi? Trasformi? Adegui Adegui la la tua tua struttura? struttura? Chiama Chiama ANMVI ANMVI Servizi: Servizi: •• consulenze consulenze ANMVI SERVIZI •• sopralluoghi sopralluoghi ANMVI.. +39/0372/40.35.37 . per anmviservizi@anmvi.it •• assistenza assistenza
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Elezioni Politiche 2008 Attualità
VETERINARIA 10 | 2008
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Riflessioni sul Governo che verrà Dalla prossima Legislatura ci aspettiamo innanzitutto più considerazione e più rispetto di CARLO SCOTTI Presidente ANMVI
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ei venuto come prossimo ministro della Salute?’’ Dicono le agenzie che a questa domanda del Ministro Livia Turco, il Governatore della Lombardia Formigoni si sia “schermito” e abbia risposto: “non sarò io, ma Maurizio Sacconi’’, l’ex sottosegretario al Lavoro del Governo Berlusconi. Al di là dei nomi, abbiamo sempre espresso una preferenza di principio per ministri della salute di taglio politico e non tecnico, credendo che solo in questo modo possano avere un maggior peso decisionale nel Consiglio dei Ministri. In questi anni, un ruolo non meno importante, è stato tuttavia giocato dai Sottosegretari con delega alla veterinaria ed è proprio con queste cariche che la nostra Associazione si è principalmente confrontata (con esiti alterni e risultati non sempre soddisfacenti). L’impressione è da sempre che la veterinaria sia l’ultima ruota del carro all’interno del Dicastero di Lungo Tevere Ripa e crediamo legittimo avanzare una critica anche alla comunicazione istituzionale scarsamente impegnata nel mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica sull’operato della funzione veterinaria. Non c’è piaciuto ad esempio che il Ministro della salute nel tracciare il bilancio dei venti mesi del suo mandato non ci abbia mai citato. Di fatto, il vero rapporto con il Ministero della Salute è sempre di tipo tecnico ed operativo attraverso il Dipartimento di Sanità Veterinaria e le sue Direzioni Generali.
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NO AL MINISTERO UNICO In quest’ultimo scorcio di Legislatura abbiamo avuto parecchie conferme di questa trascuratezza e la prossima non lascia ben sperare. È per questa scarsa considerazione della funzione veterinaria che non siamo favorevoli al Ministero Unico del Welfare. Non siamo favorevoli ad un ritorno alla Bassanini che accorpando Salute, Previdenza e Affari Sociali rischia di annacquare la sanità, figuriamoci se la veterinaria non annegherebbe… figuriamoci se l’emorragia in corso dalla salute alle politiche agricole o dalla professione verso altre professioni non rischierebbe di peggiorare. La lezione dell’anagrafe equina dovrebbe insegnare. Saremmo inoltre l’unico Paese che non si presenterebbe con un proprio Ministro della Salute ai tavoli dell’Europa e, come veterinari, saremmo ancora più penalizzati in una dimensione comunitaria dove la veterinaria è strettamente connessa alle politiche agricole. Il rischio di perdere lo status di sanitari è visibile.
rato pericolo: un attacco al sistema ordinistico visto come anacronistico e come una “sacca di privilegi”.
L’ORDINAMENTO ESISTENTE Ci auguriamo che il pregiudizio del Ministro Bonino rimanga un fatto isolato e che la prossima Legislatura sappia finalmente varare quella riforma delle professioni e degli Ordini che nessun Governo ha il coraggio di portare a termine. Il disastroso intervento del Ministro Bersani è paragonabile a quello di chi invece di riformare butta tutto all’aria e poi se ne va. Le liberalizzazioni hanno cambiato la nostra deontologia, le regole della concorrenza, della pubblicità e dei rapporti con l’utenza trasmettendo un messaggio di tipo punitivo nei confronti delle libere professioni e facendo scadere l’Ordine a gretta corporazione anziché innalzarlo a ruolo di ente ausiliario dello Stato. Alla prossima Legislatura chiediamo che la riforma degli Ordini abbia la capacità di esercitare un distinguo per le professioni sanitarie che non “vendono” “servizi”, ma prestazioni mediche. Ricordiamo lo stupore del Ministro Bersani invitato dall’ANMVI a non mescolare avvocati con architetti e veterinari. Pare che nemmeno l’Antitrust ci avesse riflettuto abbastanza. Da tutto questo abbiamo portato a casa un immagine peggiorata presso il pubblico. Anche la previdenza è uscita a fatica da un lungo periodo nel quale l’autonomia e l’indipendenza di enti privatizzati è sembrata seriamente minacciata. Ci ha restituito fiducia il TAR del Lazio nel legittimare il nostro Ente previdenziale a decidere della propria spesa e dei propri investimenti in virtù del fatto che la previdenza dei professionisti è totalmente a carico nostro e non beneficiamo di aiuti di Stato.
ABUSO DI PROFESSIONE Si capisce come dalla scarsa considerazione per l’istituto ordinistico non possa nascere una seria ed incisiva lotta all’abuso di professione. Non è passato il decreto che doveva introdurre la confisca delle attrezzature del sanitario abusivo. Non solo. Si è anche letto che la legge 175 è stata spazzata via dalla Legge Bersani e con essa le uniche previsioni di lotta all’abuso di professione esistenti nell’ordinamento veterinario. È questa una interpretazione che non ci trova d’accordo e che non consideriamo sostenibile sul piano giuridico. La nostra pressante richiesta al prossimo ministro sarà quella di varare un decreto che stabilisca le riserve e le esclusive della professione veterinaria, dando alla professione quello strumento legislativo indispensabile per contrastare efficacemente il reato di esercizio abusivo della professione veterinaria.
I NUOVI ORDINI SANITARI Caduta la delega parlamentare è caduta anche l’infausta ipotesi di creare un Ordine per i tecnici della prevenzione e di assegnare loro competenze squisitamente veterinarie per i quali esiste una riserva di competenza sancita dall’abilitazione di stato e dall’obbligo di iscrizione all’ordine professionale. Questa vicenda è stata l’esatta dimostrazione di come fra le professioni sanitarie, il Ministero delle professioni sanitarie non contempli la veterinaria. Inaccettabile, come inaccettabile è stata la presa di posizione del Ministro Bonino a cui pare vada il merito dello scongiu-
PRECARIATO Abbiamo letto con piacere della ricognizione avviata dal Ministero per conoscere quanti precari ci sono nel SSN. Non abbiamo però visto fare nulla per i precari del Ministero stesso. Eppure ci sembrava di aver efficacemente sollecitato il Ministro Livia Turco a ricordarsi dei medici veterinari che lavorano nelle sedi centrali e periferiche del Ministero: ci era persino stato risposto (nero su bianco con firma di pugno) che la loro condizione era all’attenzione del Governo. Non è stato così per colpa della solita “dimenticanza”.
PIÙ PESO NELLA SALUTE a nostra proposta ai due maggiori schieramenti politici (PD e PDL) è decisamente contro corrente: vorremmo non solo mantenere il Ministero della Salute, ma addirittura rafforzarlo e, se possibile, potenziare la struttura dipartimentale della sanità veterinaria. Condividiamo da tempo una proposta che sappiamo essere il cavallo di battaglia di una delle maggiori associazioni animaliste nazionali: un Vice Ministro alla veterinaria e una Direzione Generale specifica per il benessere e la tutela animale che sappia finalmente farsi carico di aspetti del rapporto uomo-animale oggi trascurati o trattati in regime di emergenza. Crediamo che attraverso il progetto Leavet, attraverso la creazione di una rete di strutture veterinarie private in rapporto di collaborazione con il SSN, si possa realizzare compiutamente quel processo di valorizzazione della veterinaria privata che a livello istituzionale ancora manca.
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PROGRAMMAZIONE UNIVERSITARIA Il nostro Ministero si è dimostrato latitante sul fronte universitario. È qui che la professione soffre i principali anacronismi ed è da qui che nascono i principali problemi occupazionali. È tempo che il Ministero della Salute si raccordi efficacemente con il Ministero dell’Università e non lasci scoperte le posizioni ai tavoli della programmazione universitaria. Dal canto suo il Ministero dell’Università riconosca che la veterinaria ha diritto ad avere un ambito proprio tra le facoltà scientifiche mediche e non sia più inquadrata come una laurea affine ad Agraria. Ancora una volta è stato il TAR del Lazio a darci ragione e a mettere un punto di domanda sull’interateneo di Catanzaro e sull’operato dell’allora Ministro Moratti.
EDUCAZIONE CONTINUA Non ci sono solo i medici e non ci sono solo gli operatori del settore pubblico. Esistono liberi professionisti della sanità veterinaria ai quali viene imposto un sistema di educazione continua in medicina che - scavalcando la funzione deontologica ed ordinistica - non soddisfa le esigenze di aggiornamento e impone costi economici inaccettabili. Al prossimo Governo chiederemo l’espressa esclusione dei liberi professionisti dall’obbligatorietà dell’educazione continua in medicina.
SICUREZZA ALIMENTARE Non è ancora attuato nel nostro Paese un efficace sistema di epidemio-sorveglianza. La lezione della BSE non è stata assimilata dai nostri Governanti che hanno lasciato che il veterinario aziendale restasse lettera morta. Né è stata mai considerata l’esperienza e la competenza sul campo dei medici veterinari
nell’assegnazione di cariche all’interno delle istituzioni preposte alla sicurezza alimentare. I veterinari competenti si sono visti scavalcare a favore di nomine che si spiegano solo con motivazioni politiche e sindacali. La stessa logica anti-meritocratica che pervade il SSN lottizzato e che non favorisce la modernizzazione della sanità italiana.
IL FISCO ’accanimento contro i lavoratori autonomi ha subito una pesante accelerazione nel corso di questa Legislatura che ha tentato di trasformare lo studio di settore in uno strumento probatorio della sicura evasione fiscale dei professionisti. Il contante, secondo le regole della tracciabilità, ci viene pressoché precluso e la pressione fiscale sulle prestazioni veterinarie rimane inalterata. La contro partita del regime cosiddetto dei minimi, oltre a risultare piuttosto complessa (a dispetto degli intenti di semplificazione) non corrisponde ad una politica economica che possa dirsi ragionata sulle attività professionali. Su questo fronte Confprofessioni, a cui aderisce ANMVI, ha promesso battaglia e costringerà il prossimo Governo a fare i conti con un settore produttivo che incide sul PIL nazionale e che pure viene trattato con diffidenza e pregiudizio.
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4 Attualità Elezioni Politiche 2008 BIOETICA La mancata conferma di un rappresentante della medicina veterinaria nel Comitato Nazionale di Bioetica insediato dal Governo Prodi, data fino all’ultimo per certa nella figura del Collega Pasqualino Santori, è stata sintomatica. ANMVI e FNOVI hanno subito lamentato la scarsa considerazione della professione attraverso comunicati stampa e formale interpello alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta spiegava poi che “tra i principi utilizzati dal Governo per la nomina del nuovo Comitato Nazionale di Bioetica, particolare importanza è stata attribuita alla riduzione del numero dei componenti”. Tuttavia, il Sottosegretario Letta sottolineava che tale scelta, “dettata dalla volontà di accrescere l’efficienza del Comitato”, “non intendeva in alcun modo trascurare la crescente rilevanza della Medicina Veterinaria nel dibattito nazionale sui temi della Bioetica”. Non siamo mai stati coinvolti.
IL LEGISLATORE Il Parlamento non ha brillato in questo breve scorcio di Legislatura. Ha rinviato alle Regioni la patata bollente dell’intramoenia veterinaria (dalle quali non abbiamo notizie…), non ha legiferato in materia di medicine non convenzionali, non ha messo mano alla regolamentazione della pet therapy (oggi lasciata in balia di terapie fai da te), ha tentato una disastrosa riforma della Legge 281 contro il randagismo.
LE REGIONI Non ci piace l’attuale federalismo in sanità e non ci piace l’attuale assetto della veterinaria a livello regionale, un assetto che risente, non meno di quello nazionale, della collocazione minoritaria della veterinaria anche rispetto ad altre professionalità. Lamentiamo una scarsa trasparenza delle Conferenze (Stato-Regioni, Regioni e Unificata) i cui processi decisionali e consultivi non risultano adeguatamente condivisi quando sono in itinere, né adeguatamente comunicati quando sono stati adottati. Il peso delle Regioni è oggi rilevante a causa di un Titolo V della Costituzione che ha favorito la parcellizzazione delle decisioni in materia di sanità. Il Ministero della Salute dà le direttive senza alcuna garanzia che le Regioni le rispettino. Ne sono un esempio gli Accordi tra il Ministero della Salute e le Regioni non recepiti o non attuati.
IL RAPPORTO CON GLI ANIMALI All’innalzamento dei diritti degli animali, siano essi da produzione o da compagnia, deve corrispondere un maggior riconoscimento della funzione veterinaria. Questo valga sia sul piano nazionale che in ambito comunitario. Il Governo e il Legislatore non seguano le tesi protezionistiche solo per il loro impatto sull’opinione pubblica ma sviluppino un approccio tecnico al benessere e alla tutela animale senza trascurare il punto di vista veterinario. Crediamo sia indispensabile evitare di continuare a banalizzare il rapporto uomo-animale e che le istituzioni possano fare molto per invertire una tendenza alla demagogia e alla superficialità che non aiuta ad impostare correttamente il rapporto con l’animale nella società. Per farlo è necessario assumere comportamenti normativi basati sui fondamenti scientifici e sulla concreta applicabilità. Con questo ci auguriamo, ad esempio, che si chiuda l’era delle ordinanze con tingibili ed urgenti provvedimenti sui cani pericolosi. ■
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I nostri parlamentari si ripresentano al voto
ON. RODOLFO VIOLA
ON. GIANNI MANCUSO
opo solo 20 mesi di lavoro è parsa evidente l’impossibilità di governare in maniera coesa e coerente: non è più il momento delle analisi e delle dietrologie politiche. Sono stati mesi impegnativi che mi hanno visto impegnato, per la prima volta in Parlamento, a conoscere e a metabolizzare i meccanismi della politica romana. In questo lavoro ho cercato comunque di tenere tra i miei principali obiettivi la valorizzazione del ruolo del Medico Veterinario nella società attivandomi sia nel dibattito interno alla categoria che con il lavoro in Parlamento (stabilizzazione dei Medici Veterinari precari del Ministero della Salute ad esempio). Questo non per una difesa d’ufficio, ma per la forte convinzione che la nostra categoria, nelle sue svariate modalità di realizzazione, può rappresentare anche oggi, in una società in rapidissima e travolgente trasformazione, un punto di riferimento nel mondo delle professioni intellettuali. Abbiamo un curriculum universitario impegnativo che proprio per questo rappresenta la forza dei colleghi che, uscendo dall’Università, hanno però il diritto di trovare una giusta e adeguata collocazione nel mondo della professione. Io penso che il lavoro che ci aspetta ancora per fare in modo che la Veterinaria occupi il ruolo sociale che da sempre le spetta, sia ancora molto ed impegnativo: dalla riforma delle professioni al ruolo dei Medici Veterinari nella Sanità Pubblica (anche con la definitiva stabilizzazione dei troppi precari della Sanità Pubblica Veterinaria), passando attraverso una razionalizzazione del sistema Università noi dobbiamo presentare un progetto coeso tra i diversi mondi della Veterinaria che ci permetta di essere protagonisti positivi nella nostra società. Penso in sostanza ad una sorta di “Patto per la Veterinaria” nel quale tutti assieme, l’Ordine Professionale, il sistema universitario, i Veterinari Liberi Professionisti, i Veterinari Dipendenti Pubblici e le tante società scientifiche che ne animano il dibattito culturale e di aggiornamento, devono indicare il modello di veterinaria per il futuro. Sapendo che le realtà sopra citate stanno assieme in un delicato equilibrio, e che nessuna di queste può pensare di valorizzare il proprio ruolo a danno degli altri. Per questi motivi, oltre naturalmente perché credo fermamente nel progetto del Partito Democratico, per il quale sono candidato nel Collegio Veneto 2 per la Camera dei Deputati, resto a disposizione della Veterinaria, di quella realtà che ancora oggi considero la mia Professione, il mio mondo. Con la stessa passione e curiosità intellettuale che hanno informato il mio impegno professionale prima e quello politico adesso.
el 2001, dopo alcune esperienze amministrative locali e regionali, sono entrato per la prima volta in Parlamento, grazie alla fiducia di molti miei concittadini novaresi. Nel 2006 mi è stata data la opportunità di ritornare alla Camera dei Deputati, dove ho svolto la mia attività parlamentare seguendo con particolare attenzione tutto quanto attiene il ruolo dei Medici Veterinari nel nostro Paese. Nei 22 mesi di questa breve Legislatura, dai banchi dell’opposizione, ho presentato, tra le altre, una P.d.L. sui Livelli Essenziali di Assistenza in medicina veterinaria ed una P.d.L. sulla re-
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golamentazione della Pet - Therapy. Sul fronte del benessere animale ho incalzato il Governo con numerosi atti ispettivi su argomenti quali: maltrattamento dei cavalli nei palii storici, regolamentazione della detenzione degli aracnidi, trasmissione del virus chikungunya tramite le zanzare in Emilia Romagna, morti sospette di orsi nel Parco degli Abruzzi, importazione di cuccioli di cani e gatti dall’Est europeo, macellazione rituale islamica, trasporto dei cani sugli aerei e tanto altro ancora. Nonostante il mio impegno, a volte solitario, sui temi di nostro interesse ci sono ancora tanti problemi irrisolti e progetti non conclusi. In caso di riconferma, il mio impegno sarà rivolto in particolare a: • Contenimento della piaga del precariato professionale; • Università: troppe facoltà e troppi laureati che stentano a trovare dignitosa collocazione nel mondo della professione; • ECM: uscire dalla palude, non esiste sanzione, non esiste sgravio fiscale, troppi giorni sottratti all’attività professionale • Riforma delle Professioni intellettuali; • Attenuazione dei danni recati alla professione dagli studi di settore e dalla falsa liberalizzazione imposta da Bersani. ■
I LIBERI PROFESSIONISTI NON ESISTONO «C'è una fetta d'Italia che nel programma del Partito democratico non esiste. Abbiamo letto con estrema attenzione il documento presentato a Roma il 25 febbraio scorso del segretario del Pd, Walter Veltroni, e spiace constatare che i liberi professionisti, un comparto produttivo con oltre 4 milioni di operatori che producono il 12,5% del Pil nazionale, siano stati completamente ignorati da uno dei principali partiti candidati alla guida del Paese». Duro attacco di Gaetano Stella, presidente della Confprofessioni, al documento programmatico di governo di Walter Veltroni. Il numero uno della Confederazione dei professionisti che riunisce 16 organizzazioni associative nei comparti
dell'economia/lavoro, sanità/salute, ambiente/territorio e diritto/giustizia, rincara la dose sottolineando come «il programma del Pd, in alcuni punti condivisibile, preclude qualsiasi iniziativa del governo sul fronte del riordino del sistema professionale italiano, ingessato da almeno dieci anni». Ma Stella va oltre la diatriba della riforma delle professioni. «I numerosi interventi annunciati sul fronte dell'economia, della giustizia, delle infrastrutture e della salute pubblica si possono realizzare soltanto con le idee, le competenze e la piena collaborazione dei professionisti. Evidentemente, un'Italia del sapere e della conoscenza non si può fare».
LIBERARE ENERGIE VITALI Comitati Unitari degli Ordini e Collegi professionali condividono la necessità di entrare nel dibattito politico con capacità propositive smentendo la sensazione di corporazione e con la volontà di attivare il confronto con i candidati alle elezioni. Riferisce la FNOVI (www.fnovi.it) che gli Ordini intendono ribadire con forza che i professionisti costituiscono una forza sociale che rappresenta una importante ri-
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sorsa per lo sviluppo del sistema Italia. Il CUP ritiene opportuno che vengano adottate misure che valorizzino la presenza del professionista nella società e nell'economia del Paese, individuate in 12 punti fermi, liberando le energie vitali rappresentate dai lavoratori della conoscenza e rimuovendo gli ostacoli che di fatto ne hanno impedito il pieno sviluppo. (Nella foto, Raffaele Sirica, Presidente CUP)
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6 Attualità Università
VETERINARIA 10 | 2008
Una tesi sui bovini? Lasciate perdere: “è un settore per uomini” A Torino, una docente ha invitato alcune studentesse a non fare la tesi sui bovini. Ma le donne la pensano diversamente ono sempre di più le donne a laurearsi in Medicina Veterinaria. Alla Facoltà di Torino dove i laureati sono al 70% donne una docente ha invitato alcune studentesse che chiedevano la tesi sui bovini a lasciar perdere perché “è un settore per uomini”. Alcune facoltà di Medicina Veterinaria stanno arrivando all’85/90%. Questo dato preoccupa alcuni settori che pensano di poter avere difficoltà nei prossimi anni a trovare Medici Veterinari disposti ad assumersi ruoli particolarmente impegnativi. Queste giovani laureate saranno disposte ad andare negli allevamenti alzandosi alle 5 di mattina? Potranno offrire quella disponibilità necessaria per una costante reperibilità 24 ore al giorno, anche il Sabato e la Domenica? Se si analizzano i dati degli iscritti alla SIVAR (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito) su circa mille iscritti le donne non superano l’1%.
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NESSUNA DISCRIMINAZIONE Fare il veterinario in questo settore è quindi un mestiere da uomini? Certamente la Prof. Maria Teresa Capucchio, deve essere convinta di questo e quindi ha sconsigliato ad alcune
studentesse una tesi di laurea nel settore dei bovini:” Non volevo discriminare nessuno - ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera - Ma il lavoro che avrebbe portato alla tesi di ricerca consisteva nel fare prelievi e necroscopie su animali che possono pesare anche 5-6 quintali. E proprio perché si tratta della mia materia, posso assicurare che non è facile...”. Questa posizione espressa dalla docente ha suscitato molte polemiche da parte delle escluse che ritengono di avere il diritto e le capacità per operare anche in questo settore. Il problema però per molti continua ad esserci. Sarebbe meglio che ci fosse un maggior equilibrio negli iscritti ai Corsi di Laurea in Medicina Veterinaria che oltre ad essere troppi sono sempre più donne.
IL PROBLEMA NON ESISTE Fra qualche anno cosa potrà accadere? Nonostante il numero esorbitante di veterinari in Italia saremo costretti ad importare professionalità specifiche da altri paesi? Secondo le veterinarie intervistate il problema non esiste. Saranno loro a sopperire alle esigenze del settore acquisendo professionalità e dimostrando agli allevatori che non hanno nulla da invidiare ai colleghi maschi. ■
PARI OPPORTUNITÀ ulla vicenda il Presidente FNOVI ha così commentato: “La professione, in particolare nel settore degli animali da reddito, è dura e certamente impegnativa da un punto di vista fisico, ma è alla portata di tutti i professionisti preparati. I valori che ci indirizzano verso i diversi settori della nostra attività professionale sono altri e non devono essere condizionati dal genere. Ma forse, ancora una volta, ci troviamo di fronte ad un modo superficiale di riportare notizie che riguardano la nostra professione”. Come richiesto dall’evoluzione della professione, la Federazione sta avviando una riflessione su questa tematica; percorso che, tra le altre iniziative, prevede la istituzione di un Comitato per le Pari Opportunità, che avrà come interlocutore anche il relativo dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di attuare e sviluppare concretamente la cultura di genere nelle libere professioni con l’obiettivo di valorizzare l’apporto delle donne”.
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ALMALAUREA, VETERINARI IN SITUAZIONE CRITICA l Consorzio Almalaurea, che riunisce la maggior parte delle Università italiane, ha presentato a Catania il 29 febbraio la ricerca sull'occupazione dei laureati del 2007. I dati presentati sono sintetici e riferiti alle diverse aree fra le quali non compare la Medicina Veterinaria che dal Ministero non è ancora riconosciuta come area autonoma ma resta aggregata ad agraria. Mancano quindi al momento dati analitici specifici per il settore veterinario se non alcuni che sono comunque molto interessanti. In particolare il dato più importante è quello che riguarda la percentuale di occupati ad un anno dalla Laurea che riferito al 2007, per la Medicina Veterinaria, ri-
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sulta essere soltanto del 38%, lo stesso dato del 2006. È quindi evidente che la situazione di crisi del settore continua ad essere preoccupante, se non drammatica: solo un laureato su tre dopo un anno dalla laurea ha un'occupazione. Il dato del 2007 viene riportato nella relazione con un commento che specifica che sono molti i laureati in veterinaria che continuano il percorso formativo con master o specializzazioni, dimenticando però di sottolineare che la maggior parte di questi è costretta a farlo sperando di avere qualche possibilità in più di trovare un'occupazione, o soltanto come area di parcheggio in attesa di trovare lavoro.
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8 Attualità Precariato
VETERINARIA 10 | 2008
Stabilizzazioni tra fatti e aspirazioni Otto dirigenti precari dell’IZS dell’Umbria e delle Marche sollevano il problema del precariato. Risponde loro il Commissario Straordinario dell’Istituto di GUIDO PETRACCA Commissario Straordinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche ispondo di buon grado alla nota inviata dagli otto laureati che hanno avuto un rapporto pluriennale di lavoro non a tempo indeterminato con l’Istituto che ora dirigo in qualità di Commissario Straordinario. Lo faccio con l’intento di fornire un elemento di chiarezza sul comportamento adottato da questo Istituto, che ritengo necessario in primis per gli otto interessati, che in sei mesi non hanno mai sentito il bisogno di rivolgersi direttamente a me per avere informazioni di prima mano sulla vicenda. Se lo avessero fatto, avrei loro spiegato: 1) che il percorso di stabilizzazione invocato (concorso riservato a chi possedeva alla data del 29 settembre 2006 alcuni requisiti) non è previsto in alcuno dei circa 3.000 commi costituenti le leggi finanziarie degli anni 2007 e 2008, le quali, al contrario, escludono in maniera esplicita il personale dirigente, come peraltro chiaramente riportato nella Direttiva del Ministro per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche Amministrazioni n. 7 del 30.04.2007; 2) che il decreto interministeriale (Ministeri della Salute e dell’Economia) previsto dall’art. 1, comma 566 della legge finanziaria 2007, che dovrà fornire gli indirizzi e le risorse agli IIZZSS ai fini della stabilizzazione del personale precario, alla data dell’avvio delle procedure attuate dall’Istituto che ho il piacere di dirigere non era stato ancora emanato (e non lo è tuttora, soprattutto per i rilievi mossi dal Ministero dell’Economia al testo di decreto predisposto dal Ministero della Salute, che, tra gli altri, affermano “….che le procedure di stabilizzazione posso-
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no riguardare esclusivamente il personale non dirigente a tempo determinato in possesso di specifici requisiti”); 3) che in carenza di tale decreto, e fatte salve le auspicabili norme di miglior favore dallo stesso eventualmente contenute, l’Istituto ha comunque voluto avviare un percorso di stabilizzazione di tutto il personale non a tempo indeterminato operante all’interno dell’Istituto, utilizzando lo strumento legislativo allora (ed ancora oggi) utilizzabile, vale a dire l’articolo 1, comma 519 della legge finanziaria 2007, che ci consentiva, anche per gli otto laureati in questione, di garantire stabilità di lavoro, seppure solo ai massimi livelli retributivi previsti dal CCNL del Comparto, dovendo svolgere conseguentemente non mansioni da dirigente, ma solo quelle tipiche del profilo tecnico nel quale eventualmente avessero accettato di essere inquadrati; 4) che la giustezza di tale procedura trova riscontro in un recente parere (21 febbraio 2008) del Ministero per le Riforme e le Innovazioni nelle Pubbliche Amministrazioni che tuttavia riconferma che può essere applicata solo “nei confronti del personale non dirigenziale in possesso dei requisiti previsti”, evidenziando nel contempo che “nel rispetto del principio concorsuale di cui all’art. 97 della Costituzione, il richiamato comma 566 della finanziaria 2007, così come modificato dall’art. 2, comma 375, della legge 244/2007 (legge finanziaria 2008), l’accertamento dei requisiti specifici professionali e generali di idoneità, non possa prescindere dallo svolgimento di procedure selettive di natura concorsuale”. Non volendo entrare nel merito dei ricorsi al TAR presentati dagli otto laureati, che in sostanza hanno invocato la stabilizzazione nei ruoli dirigenziali ex art. 1, comma 566, della legge finanziaria 2007 (stabilizzazione che allo stato ritengo essere chiaramente inattuabile per le motivazioni soprariportate), perché nel merito si e-
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sprimerà il prossimo 28 marzo il Consiglio di Stato, vorrei da ultimo fornire un chiarimento in ordine all’invocato intervento delle OO. SS. Queste hanno sottoscritto con le regioni Umbria e Marche non uno, ma due distinti verbali di concertazione: il primo, siglato dagli Assessori e dalla Direzione dell’Istituto, che ha sostanzialmente salvaguardato e confermato la procedura di stabilizzazione del personale già impiegato nei ruoli del Comparto e di coloro che, incaricati come dirigenti nell’anno 2007, avessero voluto fruire della possibilità di essere stabilizzati nei ruoli del comparto; il secondo, siglato per opportunità dai soli Assessori (non dalla Direzione dell’Istituto, che pure l’ha condiviso), nel quale si invita l’IZS a conferire a tutti i professionisti sanitari laureati (i 20 già con incarico dirigenziale per l’anno 2007) incarichi dirigenziali per l’anno 2008, utilizzando le risorse messe a disposizione dal Ministero della Salute, rappresentando alle Regioni l’eventuale esigenza di ulteriori risorse finanziarie. A questo
secondo verbale di concertazione, che poteva dare una soluzione, seppure temporanea, alle esigenze del personale laureato, non ha fatto seguito la necessaria Conferenza dei Servizi dei due Assessori alla Sanità e dei rappresentanti dell’Istituto (Presidente e Commissario Straordinario), che doveva definire le risorse necessarie da porre a carico delle due Regioni, consentire all’Istituto di rideterminare la dotazione organica e l’avvio delle procedure concorsuali nonché verificare la percorribilità dell’affidamento di incarichi a tempo determinato ad ex dipendenti a tempo determinato in presenza di un gravame giurisdizionale (evenienza esclusa dagli stessi funzionari regionali che hanno redatto i due verbali di concertazione). Questi i fatti; il resto sono solo aspirazioni, illazioni, forse promesse non mantenute, delle quali chi ha la responsabilità di decidere, assumendosene tutte le responsabilità civili, penali e contabili, può tener conto, ma solo entro i limiti fissati dalle norme vigenti. ■
LA SITUAZIONE DI OTTO EX LAVORATORI DIRIGENTI iamo otto Dirigenti precari (7 Veterinari, 1 biologo) che hanno lavorato per anni a tempo determinato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, con contratti Ministeriali riguardanti la gestione delle emergenze sanitarie, quali BSE, Influenza Aviaria, Blue Tongue. Il Parlamento, approvando la L. 27.12.2006 n. 296, comma 566 (Legge Finanziaria 2007) ha dato specifiche direzioni sulla volontà legislativa di procedere alla stabilizzazione a tempo indeterminato del personale in servizio a tempo determinato pagato con i fondi delle sopracitate emergenze sanitarie. Tale volontà è stata ulteriormente ribadita nella Finanziaria 2008 con il comma 375. La stabilizzazione prevede il mantenimento della stessa qualifica e dello stesso livello perché la volontà legislativa non è stata quella di dequalificare professionalmente i lavoratori interessati, ma di dare continuità alle sorveglianze epidemiologiche, nonché garantire la massima tutela al consumatore. La Direzione dell’IZS Umbria e Marche, ha invece intrapreso una soluzione diversa e penalizzante (Delibera DG IZSUM 118/2007 del 6/9/07 e successivo “Avviso per la stabilizzazione del personale nei ruoli del comparto” del 25.10.2007), che prevede di stabilizzare i Dirigenti in una posizione non corrispondente alla loro categoria dirigenziale ed alle mansioni da loro per anni svolte, ma in una categoria inferiore e nello specifico: ruolo tecnico del comparto. Per intenderci è come se ad un Medico dell’Ospedale venga proposto un incarico da infermiere. Tale affermazione non vuole essere denigratoria nei confronti della categoria degli Infermieri, ma si tratta di scelte fatte negli anni passati, quando i sacrifici dei nostri genitori ci hanno permesso di conseguire una Laurea, nonché Specializzazioni, Master, Docenze Universitarie e di entrare nel mondo del lavoro con una specifica qualifica professionale. Ad oggi altri IIZZSS hanno avviato le procedure di stabilizzazione proprio sulla ba-
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se del suddetto comma n. 566 (Delibera n. 472 del 09.10.2007 dell’IZS Lazio e Toscana e Delibera n. 4 del 11.09.2007 dell’IZS Lombardia ed Emilia Romagna, ecc.), facendo altresì riferimento alle linee guida scritte dall’allora Coordinatore degli IIZZSS, Dr. Guido Petracca, Direttore proprio dell’Istituto in cui abbiamo lavorato da anni. Tali procedure prevedono la stabilizzazione delle varie figure professionali (sia nell’ambito della dirigenza che del comparto) mantenendo la stessa qualifica professionale e lo stesso livello. Alla luce di quanto proposto dalla Direzione, i Dirigenti scriventi si sono sentiti in obbligo di rifiutare tale declassamento professionale, morale, retributivo e contributivo. Nel contempo gli stessi hanno presentato ricorso con richiesta di sospensiva presso il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria che in data 19 dicembre 2007 ha espresso parere favorevole. Vista la mancata applicazione della sospensiva da parte dell’Amministrazione dell’IZSUM, il TAR si è nuovamente pronunciato in data 20 febbraio 2008 accogliendo l’istanza di ottemperanza alla sospensiva richiesta dai dirigenti scriventi. Inoltre, in data 25 gennaio 2008, le OO.SS. Confederali e di categoria (CGIL, CISL, UIL, SIVEMP, SNABI) hanno siglato un accordo con gli Assessori Regionali alla Sanità delle Regioni Umbria e Marche, a tutela delle professionalità dei lavoratori interessati, invitando la direzione dell’IZS al rinnovo dei contratti dirigenziali, in attesa della firma del Decreto Interministeriale per la definitiva stabilizzazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Nonostante tutto questo, la Direzione dell’IZSUM ha disatteso l’invito delle Regioni e dei Sindacati ed ignorato quanto espresso dal TAR Umbria. Di fatto 8 persone si ritrovano senza lavoro, nonostante tutelate dalle Leggi Finanziarie del 2007 e del 2008. Marco Sensi, Silvia Crotti, Mariangela De Curtis, Elisabetta Manuali, Raffaello Morgante, Giulio Severi, Miriam Tinaro, Silvana Farneti
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10 Attualità Testo unico per il 626
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Sicurezza sul lavoro anche per gli autonomi Il decreto-sicurezza varato dal Consiglio dei Ministri estende il campo di applicazione delle norme e amplia la definizione di lavoratore e datore di lavoro l Consiglio dei Ministri ha approvato uno schema di decreto legislativo che ridisegna la materia della salute e sicurezza sul lavoro le cui regole fino ad oggi contenute in una lunga serie di disposizioni succedutesi nell’arco di quasi sessanta anni - sono state rivisitate.
za degli interventi. Non ultime, la revisione del sistema delle sanzioni e l’eliminazione o la semplificazione degli obblighi formali, attraverso la riduzione del numero e del peso per le aziende degli adempimenti di tipo burocratico, in quanto non incidenti sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.
TUTTI I LAVORATORI
In base ai criteri indicati dalla legge delega 123/2007 è stata prevista la pena dell’arresto da sei a diciotto mesi per il datore di lavoro che non abbia effettuato la valutazione dei rischi cui possono essere esposti i lavoratori in aziende che svolgano attività con elevata pericolosità. Nei casi meno gravi di inadempienza, il decreto legislativo prevede, invece, che al datore di lavoro si applichi la sanzione dell’arresto alternativo all’ammenda o della sola ammenda, con un’attenta graduazione delle sanzioni in relazione alle singole violazioni. Per favorire l’adeguamento alle disposizioni indicate dal decreto legislativo, al datore di lavoro che si metta in regola non è applicata la sanzione penale
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IL SISTEMA DELLE SANZIONI Tra le principali novità contenute nel testo, varato su iniziativa congiunta dei Ministeri del lavoro e della previdenza sociale e della salute, il Governo segnala l’ampliamento del campo di applicazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza, ora riferite a tutti i lavoratori che si inseriscano in un ambiente di lavoro, senza alcuna differenziazione di tipo formale e anche ai lavoratori autonomi, con conseguente innalzamento dei livelli di tutela di tutti i prestatori di lavoro. È stato inoltre rivisto il coordinamento delle attività di vigilanza, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse, eliminazione delle sovrapposizioni e miglioramento dell’efficien-
LAVORATORE E DATORE DI LAVORO n base allo schema di decreto, si definisce “lavoratore” la “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione”. Sono equiparati a questa tipologia di “lavoratore” il socio, anche di fatto, l’associato in partecipazione, il beneficiario di tirocinio formativo e di orientamento finalizzato a realizzare momenti di alternanza studio/lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Per contro, si definisce “datore di lavoro” “il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa”.
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ma una sanzione pecuniaria. Nella stessa logica, il datore di lavoro che cominci ad eliminare concretamente le conseguenze della violazione o che adempia, pur tardivamente, all’obbligo violato ottiene, nel primo caso, una riduzione della pena, nel secondo caso la sostituzione della pena con una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 8.000 euro a un massimo di 24.000. Ovviamente tale possibilità è esclusa quando il datore di lavoro sia recidivo o si siano determinate, in conseguenza della mancata valutazione del rischio, infortuni sul lavoro con danni alla salute del lavoratore. Restano, naturalmente, inalterate le norme del codice penale per l’omicidio e le lesioni colpose (articolo 589 e 590) causate dal mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
PASSO AVANTI Il Ministro del Lavoro Cesare Damiano e i Sottosegretari Antonio Montagnino e Gian Paolo Patta hanno lavorato al testo del decreto hanno spiegato che l’intento è quello di prevedere sanzioni proporzionali e calibrate sulla gravità delle sanzioni, quindi eque. “Riteniamo che il lavoro svolto - hanno dichiarato - costituisca un rilevante e decisivo passo avanti per la totale conclusione della delega, nell’interesse generale del Paese. È un provvedimento che riordina e innova la normativa esistente in materia creando efficaci strumenti di prevenzione e di tutela dei lavoratori, ma anche misure di semplificazione degli adempimenti per le imprese, aiutando soprattutto le piccole aziende a mettersi in regola e premiando quelle virtuose”.
TEMPI LUNGHI La delega per il riordino della normativa scade il 25 maggio. Se il testo approvato non sarà definitivamente varato entro quel termine, si tornerà alle vecchie norme di legge e il nuovo Governo dovrà chiedere di nuovo una delega parlamentare per rimettere mano alla normativa. Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri dovrà ottenere il parere delle Commissioni parlamentari ed ancora prima quello della Conferenza Stato Regioni. ■
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12 Attualità Formazione continua
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Sito ECM bloccato? Il provider diligente non aspetta l’ultimo giorno Il sito web del Ministero può subire interruzioni. Un provider ha presentato ricorso. Il TAR del Lazio l’ha respinto na società di eventi congressuali ha presentato ricorso contro il Ministero della Salute in seguito alla sospensione di eventi che risultavano regolar-mente in valutazione sul sito del Ministero Salute E.C.M. (Educazione Continua in Medicina). La società ricorrente aveva ottenuto la possibilità di differire di un mese il termine ultimo di convalida dell’accreditamento in considerazione dei blocchi tecnici del sito ministeriale. I fatti risalgono al periodo a cavallo tra il 2003 e il 2004. Proprio nell’ultimo giorno utile per l’accredito, il sito del Ministero Salute risultava bloccato ed inaccessibile. In seguito alla notifica della sospensione degli eventi, la società inviava ulteriore fax al Ministero della Salute, in cui segnalava di aver comunicato immediatamente il malfunzionamento del sito ministeriale. Ma niente da fare: gli eventi restavano sospesi. Di qui il ricorso, giudicato infondato dal Tar del Lazio. Unica consolazione la compensazione integrale delle spese, stante “la novità assoluta della questione”.
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specificamente dedicato.
LA RICORRENTE
ASSUNTO “INFONDATO”
Secondo la società ricorrente, le difficoltà sarebbero dovute ricadere nella responsabilità del Ministero della Salute, come dimostra il fatto che la stessa Commissione Nazionale per la Formazione Continua era già stata costretta a procrastinare di un mese la scadenza del termine per l’invio delle dichiarazioni. Per di più la società si era più volte attivata per far rilevare il già lamentato blocco del sito internet ministeriale e comunque sarebbe riuscita ad inviare la documentazione al Ministero entro il termine, sia pure solo via e-mail e non sul sito Internet a tal fine
Per il Tribunale “l’assunto è infondato”. Il tempestivo e corretto inoltro di una domanda di partecipazione ad una procedura di tipo concorsuale, come quella dell’ECM, costituisce sempre uno specifico onere, e rischio, della parte interessata. Eventuali intasamenti del server della Pubblica Amministrazione costituiscono un’evenienza tutt’altro che imprevedibile. E ciò a maggior ragione quando, come qui, i precedenti blocchi del sistema informatico avevano indotto l’amministrazione a prorogare di ben un mese il termine originario di scadenza e faceva-
IL COGEAPS PREPARA L’ANAGRAFE on l’avvio della convenzione sottoscritta con il Ministero della Salute e a seguito del riconoscimento istituzionale, il Consorzio COGEAPS ha inviato ai presidenti delle Federazioni di Ordini e Collegi e ai rappresentanti delle Associazioni dell’area tecnica e della riabilitazione, la richiesta ufficiale per l’acquisizione dei dati anagrafici definitivi che saranno inseriti nell’anagrafe nazionale dei professionisti della salute. È previsto l’inserimento in anagrafe anche di dati relativi ai provvedimenti disciplinari e di dati significativi per la creazione di una specifica banca dati sulla libera circolazione dei professionisti nell’ambito della Comunità Europea. Al COGEAPS è stata attribuita la funzione istituzionale di attivare e gestire un’ anagrafe dei crediti formativi acquisiti dagli operatori sanitari. Diversamente dalla
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trasmissione effettuata ai fini della sperimentazione realizzata nel 2005, la trasmissione dei dati e dei successivi aggiornamenti, viene richiesta in modo definitivo. I dati trasmessi da Ordini e Collegi attraverso le Federazioni saranno acquisiti definitivamente dal Consorzio ed andranno a comporre l’Anagrafe Nazionale così come previsto dall’Accordo Stato - Regioni del 1 agosto 2007. Il COGEAPS darà comunicazione al Garante della Privacy dell’avvenuta costituzione di tale Anagrafe nazionale e delle modalità di trattamento dei relativi dati. Il Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) è un organismo che riunisce le Federazioni Nazionali degli Ordini e dei Collegi e le Associazioni dei professionisti coinvolti nel progetto di Educazione Continua in Medicina.
no ritenere possibile l’insorgere di eventuali ulteriori difficoltà di ricezione. Spiegano i giudici: “se ogni partecipante poteva spedire per via elettronica al sito dedicato la propria documentazione in un arco di tempo di ben settanta giorni, l’invio, all’ultimo momento del giorno utile del plico elettronico costituiva una modalità alquanto rischiosa per un aspirante diligente”.
ECCESSO DI POTERE?
ma la ricorrente non è dimostrato né che la ricorrente avesse realmente tentato di effettuare l’invio e neppure che l’Amministrazione non avesse mantenuto in condizioni di efficienza il proprio sito. Inoltre gli invii della documentazione per normale “e-mail” erano comunque giuridicamente del tutto irrilevanti perché quando un avviso pubblico prevede un determinato percorso procedimentale l’interessato non può arbitrariamente discostarsene.
La Società ricorrente, che si era data da fare per inviare con diverso mezzo la documentazione necessaria e ad informare il Ministero dei disguidi del sito, accusava il Ministero di eccesso di potere. Ma non riusciva a dimostrare che la mancata ricezione da parte del Ministero fosse realmente dipesa da un blocco del sito istituzionale e non, ad esempio, da una disfunzione del computer della stessa ricorrente, oppure da una disfunzione del browser da questa utilizzato o ancora da anomalie generali di funzionamento della rete. In tale direzione la giurisprudenza ha sempre sottolineato il principio che è onere dei partecipanti premunirsi contro ogni eventuale rischio predisponendo ogni utile accorgimento idoneo a fornire la prova della presentazione della domanda e che tale prova non può essere surrogata da dichiarazioni fatte in sede. “In conclusione il motivo è dunque complessivamente infondato”. È del tutto infondato ed inconferente, come visto, l’assunto con cui si lamenta che l’Amministrazione avrebbe dovuto svolgere una congrua ed adeguata istruttoria per evidenziare le sue responsabilità per il mancato funzionamento del suo sito. Contrariamente a quanto affer-
Il sito del Ministero della Salute informa di eventuali problemi tecnici del sistema informatico, che possono rendere il sistema fortemente rallentato o inaccessibile. In questi casi, gli organizzatori che devono inserire richieste di accreditamento per le quali la validazione scade in coincidenza con gli intervenuti problemi tecnici del sistema informatico, sono invitati a inviare una e-mail all’indirizzo ecm@sanita.it, facendo riferimento al tentativo d’inserimento e di validazione. L’organizzatore potrà così inserire l’evento o il progetto formativo aziendale anche con date successive rispetto a quella effettiva quando il sistema informatico e il sito ECM saranno operativi. In tale contesto, in occasione della validazione, l’organizzatore deve inserire una richiesta - utilizzando la funzione “Servizi” - indicando la data effettiva di svolgimento dell’evento o pfa, destinatario, oggetto, data e orario di invio della e-mail, per consentire alla Segreteria ECM di rintracciare la comunicazione. Sarà cura della Segreteria procedere alla rimodulazione della data di inizio dell’evento o pfa. ■
GLI AVVISI DEL MINISTERO
DESIGNATI GLI ESPERTI DELLE REGIONI ella seduta del 28 febbraio, la Conferenza Stato Regioni ha designato gli esperti di propria competenza all’interno degli organismi istituzionali del sistema di Educazione Continua in Medicina. Otto sono gli esperti designati quali componenti in seno alla Commissione nazionale per la formazione continua: Nora Coppola, Alberto Ferrando, Sandro Oddi, Roberto Petescia, Felice Ungaro, Alberto Zonobini, Alessandro Rossi, Pietro Stellini. Cinque gli esperti che faranno parte dell’Osservatorio nazionale per la formazione continua in sanità: Mario Biocca, Lionello Barbina, Mario Ronchetti, Filomena Lopedoto, Salvatore Enrico Gambellucca. Inizia così a prendere forma la nuova Commissione come previsto dall’Accordo del 1 agosto 2007. Sarà presieduta dal Ministro della Salute e avrà come vice presidenti il Coordinatore della Commissione Salute e il Presidente della FNOMCeO. Oltre agli esperti appena designati dalla Conferenza Stato Regioni, ve ne saranno sette designati dal Ministero della Salute (di cui due proposti dal Ministero dell’Università e della
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Ricerca) e quindici verranno nominati dalle rispettive Federazioni di ordini, collegi e associazioni delle professioni sanitarie. Un esperto dovrà essere designato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari. Sono componenti di diritto: il direttore generale dell’Agenzia dei Servizi Sanitari Regionali, il direttore generale delle Risorse Umane e delle Professioni Sanitarie del Ministero della Salute e un responsabile del supporto amministrativogestionale. L’Osservatorio nazionale della formazione continua si occuperà del monitoraggio delle attività formative e sarà collocato nella sezione “Valutazione e reporting della qualità e dell’accessibilità delle attività formative” della Commissione ECM. Oltre ai cinque esperti designati dalla Conferenza Stato Regioni, vedrà la nomina di sei esperti designati dal Comitato di Presidenza della Commissione ECM. L’Osservatorio avrà una propria articolazione regionale e provinciale attraverso altrettanti osservatori attivati con la collaborazione degli ordini professionali. (nella foto il Ministro per gli Affari Regionali Linda Lanzillotta)
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14 Attualità Anagrafe equina
La destinazione finale dell’equide va dichiarata sul passaporto L’UNIRE ha emanato la circolare per la regolarizzazione dei passaporti ’ UNIRE ha emanato la circolare riguardante la procedura per la regolarizzazione dei passaporti, emessi prima del nuovo regime previsto dall’Anagrafe degli equidi, nonché di quelli ancora da emettere, attraverso la registrazione obbligatoria della dichiarazione di destinazione finale del cavallo (destinato al consumo umano/non destinato al consumo umano). La dichiarazione dovrà essere resa dal proprietario del cavallo su moduli predisposti dell’Ente e disponibili sul sito suddivisi per Area (Trotto, Sella e Galoppo) e per anni di nascita. La dichiarazione resa deve essere convalidata da un veterinario incaricato dall’U.N.I.R.E. o direttamente presso gli uffici dell’Ente, secondo le modalità indicate nella circolare e di seguito sintetizzate. La circolare porta le firme del Direttore Generale Area Tecnica, ing. Marco Pittaluga, e del Segretario Generale, Guido Melzi d’Eril.
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PASSAPORTI GIÀ EMESSI Con specifico riferimento ai passaporti già emessi ed in possesso dei proprietari, è necessario ai fini della regolarizzazione prendere contatto con i Veterinari che collaborano con l’UNIRE sia per le attività di controllo corse e manifestazioni sportive che per la Campagna Controllo Produzione. Il proprietario dovrà, inoltre, effettuare il versamento di 15 euro, quale diritto di segreteria dovuto all’Ente per ogni passaporto regolarizzato, e consegnare al Veterinario l’originale dell’attestazione di pagamento. Il modulo di destinazione finale, completato in ogni sua parte e sottoscritto dal proprietario, deve essere validato dal Veterinario UNIRE in duplice originale. Si segnala che l’assenza di dati essenziali come il Codice fiscale e la Partita Iva od il Codice Azienda rilasciato dalla ASL comporta l’irricevibilità della dichiarazione. Il proprietario, all’atto della presentazione della documentazione al veterinario, potrà farsi sostituire da altra persona munita di apposita delega firmata e corredata da fotocopia del documento di identità del proprietario delegante. Uno dei due originali deve essere conservato insieme al documento di identificazione (passaporto) nel caso in cui questo non disponga delle pagine previste e ne costituisce parte integrante. L’altro deve essere consegnato al Veterinario insieme alla delega, ove presente.
MEDICINALI Nell’eventualità che il passaporto originario non rechi le pagine previste per la scelta della destinazione finale del cavallo, con tutta probabilità non contiene neppure le pagine destinate alla “registrazione delle somministrazioni di medicinali”, pertanto si devono scaricare dal sito dell’UNIRE, oltre al modulo di dichiarazione sopra indicato, altri 3 moduli definiti per l’appunto “Registrazione delle somministrazioni di medicinali”.
GLI INCARICATI UNIRE I compiti attribuiti ai medici veterinari, in qualità di incaricati U.N.I.R.E. (Autorità competente), sono 1) Validazione della Dichiarazione obbligatoria di destinazione finale - a. Per quei passaporti che già dispongono delle pagine previste per la Dichiarazione: validare nell’apposito spazio la Dichiarazione obbligatoria che debbono fare i proprietari sulla destinazione finale del cavallo (destinato al consumo umano/non destinato al consumo umano); validare 1 modulo scaricato dal sito UNIRE, predisposto per la Dichiarazione, compilato in originale dal proprietario. b. Per quei passaporti che non dispongono delle pagine previste: validare n° 2 moduli scaricati dal sito UNIRE, predisposti per la Dichiarazione, compilati in doppio originale dal proprietario. Rendere solidali al passaporto sia 1 modulo in originale contenente la Dichiarazione, sia i 3 moduli “Registrazione delle somministrazioni di medicinali” secondo le seguenti modalità: spillare all’ultima pagina del passaporto il modulo contenente la Dichiarazione di destinazione finale del cavallo ed a seguire i 3 moduli “Registrazione delle somministrazioni di medicinali”; apporre su tutti i lembi di congiunzione dei vari moduli (col passaporto e tra loro) una doppia timbratura ai lati, col timbro individuale assegnato al veterinario, siglando in modo che la firma intercetti sia il timbro che le pagine da solidarizzare. 2) Invio dei Moduli contenenti le Dichiarazioni validate all’U.N.I.R.E. Inviare, me-
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ESCLUSIONE DALLA MACELLAZIONE l Ministero della Salute ha ribadito, in una nota del 25 febbraio scorso, che- in attesa della regolarizzazione dei passaporti già emessi- la mancanza della dichiarazione di destinazione finale “determinerà l’esclusione dell’equide dalla macellazione per il consumo umano, fermo restando che gli equidi provvisti di passaporto “regolarizzato”, qualora dichiarati DPA, potranno essere ammessi alla macellazione”. La nota conclude: “è doveroso ricordare che a partire da tale data dovranno essere rispettati tutti gli obblighi previsti per gli animali destinati alla produzione di alimenti per il consumo umano ivi comprese le registrazioni dei trattamenti ai sensi della normativa di legge”. La nota ministeriale, della Direzione Generale della Sanità Animale spiega che la dichiarazione di destinazione finale dell’equide (DPA o NON DPA) nel capitolo IX del passaporto deve essere resa all’atto del rilascio del documento, sottoscritta dal proprietario degli animali e controfirmata dal rappresentante dell’Ente che rilascia il documento. La mancanza di questa dichiarazione obbligatoria rende incompleto il passaporto e impone che lo stesso sia completato previa regolarizzazione presso l’Ente che originariamente ha emesso il documento (UNIRE, ASL, ANA, ecc.). Lo stesso dicasi per gli equidi di provenienza comunitaria per i quali la regolarizzazione del passaporto dovrà essere richiesta alle Autorità competenti degli Stati Membri speditori. Nel caso in cui il passaporto sia del tutto mancante delle pagine riguardanti il capitolo IX, è necessario che si provveda a regolarizzare il documento tramite l’integrazione delle pagine mancanti ovvero tramite il rilascio di nuovo passaporto da parte dei soggetti che il DM 5 maggio 2006 individua per l’emissione del passaporto (UNIRE, AIA, ANA e APA).
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diante raccomandata A.R., all’Area Tecnica di competenza (Trotto, Sella e Galoppo): 1 originale del modulo di Dichiarazione sopradetto; l’attestazione di conto corrente postale (U.N.I.R.E./Area Trotto n. 86045002; U.N.I.R.E./Area Sella n. 26698001; U.N.I.R.E./Area Galoppo n. 25680000 relativa all’avvenuto versamento del previsto diritto di segreteria, pari a 15,00 euro per ogni passaporto regolarizzato, a favore dell’Ente. l’eventuale delega. Sarà evidentemente possibile con un’unica trasmissione raccogliere diverse dichiarazioni ed allegati (curando comunque che siano correttamente separate le spedizioni per Area Tecnica di competenza) ma in tal caso il Veterinario dovrà corredare la spedizione con l’elenco delle regolarizzazioni eseguite specificando il nominativo dei dichiaranti e dei cavalli. Per tali incombenze i Veterinari si renderanno disponibili presso gli ippodromi dislocati sul territorio nazionale o presso le A.P.A. Sul sito dell’UNIRE saranno pubblicate le tabelle contenenti le sedi e le date per l’incontro divise per Province e per singolo medico Veterinario.
PASSAPORTI DA EMETTERE Per i passaporti ancora da emettere il proprietario dovrà rendere l’obbligatoria Dichiarazione di destinazione finale del cavallo compilando l’apposito modulo come sopra specificato ed inviarlo all’Area di competenza secondo le modalità specificate nel modulo stesso. La campagna di regolarizzazione dei passaporti non potrà durare per più di due mesi durante i quali ogni Veterinario si metterà a disposizione per non oltre un giorno a settimana. La circolare precisa che anche durante il suddetto periodo gli operatori ippici possono presentare la dichiarazione di destinazione finale del cavallo direttamente all’U.N.I.R.E. per la regolarizzazione del passaporto secondo le modalità sopra descritte. Esaurita tale fase i proprietari dovranno, per regolarizzare i passaporti, necessariamente adire gli Uffici dell’Ente o personalmente o attraverso un proprio rappresentante munito di regolare Delega firmata in originale con allegata fotocopia del documento di identità del proprietario, sempre comunque recando l’originale dell’attestazione di versamento del prescritto diritto di segreteria di 15 euro su conto corrente postale a favore dell’UNIRE. ■
TEST DI COGGIN on la stessa circolare, l’UNIRE coglie l’occasione per informare di aver ricevuto segnalazione di casi in cui il settore Veterinario di qualche ASL ha opposto rifiuto alla trascrizione sul passaporto del risultato del Test di Coggin in quanto il passaporto reca solo l’indicazione dell’allevatore e non anche quella dell’ultimo proprietario. Ciò ovviamente, precisa la nota, comporta l’impedimento alla movimentazione dei cavalli.
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Si reputa possa ovviarsi a tale limitazione mediante la produzione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa ai sensi del combinato disposto degli artt. 47 e 38 del D.P.R. 445/2000. Si suggerisce ai proprietari ed allevatori di tenere un altro originale di tale Dichiarazione unita al passaporto da mostrare, su richiesta alle forze dell’ordine od a quanti vantino, per legge, un giusto titolo che consenta loro di effettuare verifiche ispettive.
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Salute e alimentazione Europa
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Mangimi e pet food: più semplici il commercio e l’etichettatura Dopo cinque anni di lavori preparatori la Commissione ha adottato un pacchetto di procedure semplificate a Commissione europea ha adottato una proposta di revisione del regolamento che semplifica considerevolmente le procedure per le etichette e il commercio degli alimenti per gli animali, tra cui quelli domestici. L’obiettivo della proposta è quello di migliorare l’efficacia del sistema mantenendo un alto livello di protezione della salute e del benessere degli animali, nonché della salute pubblica. Il settore degli alimenti per gli animali rappresenta, a livello europeo, una cifra di affari di circa 50 miliardi di dollari; le famiglie che possiedono un animale domestico, che nell’Ue sono più o meno 62 milioni, potranno valutare meglio il contenuto reale degli alimenti che comprano per il loro “amico”.
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LA FVE CONTRO IL “DEBOLE” PIANO DEL REGNO UNITO
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UN TELEFONO PER I CLIENTI Le nuove regole mirano a ridurre gli ostacoli amministrativi e i limiti tecnici che non hanno più motivo di esistere, tenuto conto della messa in atto del dispositivo integrato della sicurezza alimentare dal produttore al consumatore. Le autorizzazioni concesse per l’ingresso nel mercato devono essere proporzionate ai rischi e non più basarsi sulle categorie di alimenti per animali predefinite, come i prodotti che costituiscono fonte di proteine. Per quanto riguarda le etichette sarà obbligatorio indicare il tipo di alimento, il nome e l’indirizzo dell’esportatore, la lista degli additivi utilizzati e il peso netto. Altre indicazioni specifiche sono definite per le materie prime degli alimenti, per gli alimenti composti e per quelli dietetici che devono essere accompagnati da una lista degli usi previsti. Sugli alimenti per gli animali domestici deve esserci un numero di telefono a cui
i clienti possono rivolgersi per avere informazioni dettagliate sugli ingredienti utilizzati. Attualmente tutte le materie prime usate per produrre un alimento composto devono essere indicate, ma in percentuale sul peso totale, con una tolleranza del 15%. Così il cliente non è in grado di determinare il valore reale della percentuale indicata. La Commissione, invece, propone di fornire i valori precisi delle materie prime utilizzate, in ordine decrescente della loro importanza ponderale. Meno obblighi sono imposti per le derrate alimentari.
TRASPARENZA DEL MERCATO Un’altra novità del nuovo regolamento è il fatto che saranno i produttori, in cooperazione con gli utenti, ad aggiornare la lista comunitaria delle materie prime degli alimenti
CRESCE LA DOMANDA DI FARMACI VETERINARI el 2007 la produzione complessiva di prodotti veterinari e zootecnici è cresciuta a valore del +5,9%, raggiungendo i 397 milioni di euro. L’incremento è superiore per i medicinali veterinari, che hanno beneficiato dell’aumento sia della domanda proveniente dagli allevamenti che della domanda privata. I dati, diffusi da DataBank, riferiscono che nel 2007 le importazioni di prodotti veterinari e zootecnici sono cresciuti del +5,1% (a fronte di una media del +2% nell’ultimo
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a FVE (Federation of Veterinarians of Europe) ha diffuso un comunicato stampa in cui esprime preoccupazione per il controllo della Blue Tongue in Europa. In particolare, i veterinari europei guardano con timore alle decisioni con cui il Regno Unito intende proteggere i propri capi, sia bovini che ovi-caprini contro la malattia. “Il piano britannico, si legge nella nota, non garantisce una protezione ottimale contro la Blue Tongue, mentre sarebbe opportuno provvedere a limitarne la diffusione”. Walter Winding, Presidente austriaco della FVE, aggiunge che “l’utilizzo di un vaccino autorizzato temporaneamente e senza alcuna forma di farmacovigilanza, comporta chiaramente il rischio di compromettere la salute e il benessere degli animali”. Nel Regno Unito la vaccinazione contro la lingua blu sarà completamente volontaria e gli allevatori ne sopporteranno gli eventuali costi. Saranno i proprietari dei capi a dover decidere se vaccinare e se vaccinare alcuni o tutti i capi. Nel caso in cui scelgano la vaccinazione dovranno rivolgersi ad un veterinario per la prescrizione, acquistare il vaccino e assicurarsi che venga correttamente somministrato. In ultima analisi, non si può prevedere la percentuale della popolazione animale che sarà sottoposta a profilassi- sottolinea il comunicato - né quando sarà portata a termine la vaccinazione, né se sarà effettuata correttamente. “È del tutto improbabile - ha aggiunto Winding - che questo piano porti ad una stima attendibile della copertura vaccinale complessiva, per non dire dei certificati di esportazione”. Se gli allevatori decideranno di non vaccinare, i loro animali correranno il rischio di contrarre la malattia e ulteriori problemi si presenteranno se gli animali ritenuti vaccinati in realtà si ammaleranno: erano veramente vaccinati, il vaccino era stato somministrato correttamente, si sono verificate contro indicazioni? In caso di sospetta reazione avversa non vi sarà modo di accertare l’effettivo collegamento con il vaccino, anche alla luce del fatto che il vaccino in uso non è stato sottoposto alle normali procedure autorizzative e conseguente monitoraggio. In contrasto con quanto deciso negli altri Paesi, il Regno Unito - prosegue la FVE - ha adottato una strategia non approvata dalla Commissione Europea e, così facendo, non può beneficiare dei finanziamenti messi a disposizione dalla UE. “È probabile - conclude Winding - che il Regno Unito abbia voluto risparmiare sui costi, ma questo ha ben poco a che fare con la salute e il benessere animale. Restano intentati gli sforzi per evitare la propagazione della malattia in Scozia e nella Repubblica d’Irlanda. Il Regno Unito continua a tagliare fondi ai Servizi di Sanità Animale, il che va contro la Strategia di sanità animale dell’Europa che mette l’accento sulla prevenzione piuttosto che sulle cure”.
quinquennio); l’incidenza delle importazioni sulla domanda interna si mantiene elevata: 52,7% a valore, in linea con il 2006. Le esportazioni rappresentano il 20,9% della produzione totale ed aumentano del +7,8%; le esportazioni sono prevalentemente dirette verso l’Europa, discreti sono anche i flussi verso il Medio Oriente e il Far East. Nel 2007 la domanda interna cresce del +5,2% a valore ed è stimabile in 664 milioni di euro. L’area dei medicinali veterinari cresce del +6,4% in valore.
per animali, e non più i legislatori che sono meno preparati in materia. Questo aumenterà la trasparenza del mercato perché la lista rifletterà meglio la situazione corrente e integrerà più rapidamente le innovazioni. La Commissione comunque conserva la facoltà di controllo sui cataloghi delle materie prime e sui codici delle pratiche. Le parti interessate sono, inoltre, incoraggiate a elaborare dei codici comunitari di pratiche esemplari nel contesto delle etichette facoltative, ad esempio per quanto riguarda gli additivi aggiunti.
LE CIFRE La produzione animale contribuisce per quasi la metà della produzione agricola della UE e i mangimi rappresentano il maggior fattore di costo per 5 milioni di allevatori europei. Secondo la Commissione le condizioni di commercializzazione degli alimenti per animali ha un impatto cruciale sulla competitività del settore allevatoriale. Non meno im-
portante l’area del pet food che coinvolge 60milioni di acquirenti domestici. Il giro d’affari complessivo, fra mangimi e cibo per animali da compagnia, è di circa 50 miliardi di euro all’anno. L’etichetta concorre ad una maggiore tracciabilità del prodotto, ai fini dei controlli, ma è anche uno strumento di informazione, un “mezzo cruciale di comunicazione” per una scelta consapevole da parte dell’acquirente. La vendita di mangimi è considerata come un’attività B2B, business to business. Quanto al mercato del pet food, l’obiettivo è di migliorare l’appropriatezza delle etichette per evitare etichettature ingannevoli. La Commissione incoraggia quindi lo sviluppo di due Codici Comunitari, i Codes of good labelling practice, di cui uno specifico per il pet food e uno per i mangimi. Una valutazione dell’impatto delle nuove regole è pubblicata alle pagine http://ec.europa.eu/food/food/animalnutrition/labelling/index_en.htm ■
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Una linea guida che ci qualifica La Linea Guida è un impegno formalmente sancito. Per i professionisti è un’occasione di trasparenza e di qualificazione di ALESSANDRA GAVAZZA DVM, PhD, Dipl ECVCP a Linea guida relativa all’esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario, approvata mediante accordo tra il Governo nazionale, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in data 20 dicembre 2007 contiene indicazioni relative alla disciplina della gestione del sangue intero di origine animale (cane, gatto e cavallo) prelevato da animali di proprietà di persone giuridiche o fisiche a scopo trasfusionale. La disciplina in questione nasce a seguito di un vuoto normativo esistente in materia, che aveva originato casi di scambi di sacche di sangue animale tra veterinari senza le necessarie garanzie, con possibili rischi in ordine alla salute animale ed anche con ipotizzabili ripercussioni, seppure più difficili da realizzarsi, sulla salute umana. Tali problemi si sono riproposti anche in seguito al verificarsi di alcuni casi di anemia infettiva equina, tra le cui possibili cause di trasmissione può essere annoverata anche la trasfusione di sangue.
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IL GRUPPO DI LAVORO La linea guida è stata predisposta da parte di un gruppo di lavoro costituito presso il Ministero della Salute su spinta della Dott.ssa Gaetana Ferri, Direttore Generale, e composto da esperti provenienti dall’ambito dell’università, delle aziende sanitarie locali, delle associazioni di veterinari, degli Ordini e della FNOVI (nelle persone di Alessandro Ciorba che ne ha coordinato i lavori, George Lubas, M. Caristo, P. Alfonsi, Carla Bernasconi, Carlo Pizzirani oltre che dalla sottoscritta, e da Salvatore Macrì per il Ministero): tale gruppo ha iniziato a lavorare alla fine del 2004 ed ha concluso all’inizio del 2007. Nel dicembre dello stesso anno la Linea guida è stata approvata in sede di Conferenza Stato - Regioni e il 7 febbraio 2008 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale.
UNA DISCIPLINA DIFFERENZIATA La presenza all’interno del gruppo di lavoro di competenze diverse ha contribuito al raggiungimento di una sintesi efficace che tenesse conto delle diverse attenzioni proprie di ciascun ambito rappresentato, oltre che delle diverse esigenze presenti nelle varie realtà professionali del territorio. Quest’ultimo aspetto ha orientato il contenuto della Linea guida nel senso di prevedere una disciplina differenziata in ragione delle diverse finalità per le quali il prelievo di sangue può essere effettuato, distinguendosi tra il prelievo di sangue intero di pronto impiego ed in situazioni di emergenza (da realizzare all’interno delle strutture veterinarie) da quello utilizzabile per uso commerciale. Con riguardo al primo, l’atto normativo prevede l’esecuzione di un ridotto pannello di esami di laboratorio da effettuare obbligatoriamente (e che possono essere eseguiti all’interno della medesima struttura); mentre con riguardo ai secondi è previsto un pannello più esteso di esami, non essendovi in tali casi esigenze di
urgenza. In generale si è scelta la via di esami eseguibili nelle strutture veterinarie al fine di rendere possibile ed effettiva l’attuazione degli obblighi previsti. Gli esami da compiere, sia nella prima come nella seconda ipotesi, hanno lo scopo di tutelare la salute sia dell’animale donatore (al fine di escluderne la sussistenza di stati di patologia, la positività agli indicatori delle malattie trasmissibili ed allo scopo di verificarne il gruppo sanguigno) che di quello del ricevente. A tal fine la Linea guida stabilisce le modalità mediante le quali deve essere effettuato il prelievo di sangue intero; con cui deve procedersi alla verifica dell’idoneità alla donazione; con le quali deve essere tutelato il benessere animale; con cui devono essere realizzate la preparazione, la conservazione, l’etichettatura, la distribuzione, il trasporto e la somministrazione del sangue intero, nonché infine con cui devono essere garantite la tracciabilità e la registrazione dei dati del donatore. In particolare le garanzie finalizzate alla tracciabilità dei dati prevedono l’obbligo, in capo al direttore sanitario della struttura, di registrare ed aggiornare i dati del donatore in uno schedario donatori: tali dati devono essere conservati dalla struttura per almeno tre anni; il registro di coloro che effettuano il prelievo per fini commerciali deve essere preventivamente vidimato dall’ASL competente per territorio.
APPROVATA E PUBBLICATA a “Linea guida relativa all’esercizio delle attività sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario” è stata approvata dalla Conferenza Stato Regioni nel dicembre scorso. (Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 20 dicembre 2007). Due gli allegati del provvedimento: con l’Allegato n. 1 vengono dettagliati gli esami obbligatori ad ogni donazione di sangue: cane, gatto e cavallo, mentre l’Allegato n. 2 tratta dell’idoneità alla donazione di sangue e della procedura di raccolta del sangue. (GU n. 32 del 7-2-2008 - Suppl. Ordinario n. 32)
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vere nei confronti dei professionisti, indicando loro le modalità mediante le quali svolgere detta attività nel rispetto delle esigenze di corretto esercizio della professione.
UN IMPEGNO FORMALE Da un punto di vista giuridico, la linea guida in questione è stata emanata, come detto, in forza di un accordo siglato tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Bolzano e Trento, sulla base di quanto stabilito dall’art. 4 del d. lgs. n. 281/1997. Secondo questa disposizione, “Governo, regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione del principio di leale collaborazione e nel perseguimento di obiettivi di funzionalità, economicità ed efficacia dell’azione amministrativa, possono concludere in sede di Conferenza Stato - regioni accordi, al fine di coordinare l’esercizio delle rispettive competenze e svolgere attività di interesse comune”. In forza di ciò, la linea guida non costituisce di per sé un atto avente valore di legge, ma rappresenta un impegno, formalmente sancito, e dal valore politico assai rilevante, da parte dei soggetti che l’hanno sottoscritto ad attenersi ad esse nello svolgimento delle proprie competenze. Essa rientra nell’ambito di quella che viene definita “leale collaborazione”, principio cui è stata riconosciuta valenza costituzionale, e che pertanto impegna al suo rispetto coloro che l’hanno sottoscritto. Ciò significa, con riguardo specifico alla linea guida in esame, che lo Stato e le Regioni si impegnano non solo a rispettarla nella loro azione, ma anche a darne attuazione nello svolgimento delle attività rientranti nelle proprie competenze: ad esempio le regioni si atterranno alle previsioni in essa contenute con riguardo alle proprie attività in ambito sanitario, con possibili verifiche all’interno delle strutture nelle quali il prelievo verrà effettuato. Tuttavia, più che sul piano strettamente sanzionatorio, la Linea guida deve essere considerata in relazione al valore “educativo” che essa potrà a-
ANCORA SENZA NORMA Sebbene la Linea costituisca un indubbio fattore di progresso nella disciplina del settore, tuttavia è da dire che restano ancora non adeguatamente normati altri aspetti di sicuro rilievo, quali ad esempio le modalità di preparazione, etichettatura, trasporto, distribuzione e utilizzazione dei prodotti derivati dal sangue (quali plasma, crioprecipitati, concentrato di eritrociti ed altri), che attualmente rientrano nella regolamentazione del Codice del Farmaco Veterinario, ma che invece dovrebbero trovare una collocazione normativa più idonea all’interno della medicina trasfusionale veterinaria.
PIU’ QUALIFICATI In conclusione può dirsi dunque che l’emanazione della Linea guida deve essere salutata con estremo favore dalla classe veterinaria, perché essa contribuisce a qualificare e rendere trasparente la sua azione anche all’esterno, qualificandone l’impegno a tutela del benessere animale e della salute in generale. L’augurio è pertanto che i veterinari sappiano cogliere questa occasione applicando le misure in esse previste nello svolgimento della propria attività, nella convinzione della bontà di esse più che nel timore di eventuali interventi sanzionatori. ■
lessandra Gavazza è Medico Veterinario, PhD, Diplomata all’European College Veterinary Clinical Pathology. Lavora presso il Laboratorio di Ematologia ed è responsabile dell’organizzazione e gestione del Centro Trasfusionale Veterinario del Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’ Università di Pisa. Ha fatto parte del gruppo di lavoro costituito presso il Ministero della Salute per la stesura della linea guida per la medicina trasfusionale veterinaria.
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PER CONSULTAZIONE E DOWNLOAD a Linea Guida è pubblicata sul sito del Ministero della Salute nella sezione “Farmaci e dispositivi veterinari” curata dalla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario (Uffici IV e V): http://www.ministerosalute.it/farmaciVeterinari/farmaciVeterinari.jsp Per ulteriori informazioni è possibile contattare il dott. Salvatore Macrì: e-mail s.macri@sanita; Tel +39 06 5994 6932
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Eventi Veterinari
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SCIVAC
DELEGAZIONE REGIONALE VALLE D’AOSTA LE PATOLOGIE CHIRURGICHE DELLE GHIANDOLE SALIVARI: DALLA VISITA ALLA TERAPIA Villair di Quart (AO), 13 Aprile 2008 RELATORI Paolo Bogoni
OBIETTIVI Nel corso di questa giornata verranno presi in esame i diversi aspetti che riguardano le patologie delle ghiandole salivari. Gli argomenti trattati durante la prima parte della giornata comprendono: anatomia chirurgica delle ghiandole e delle zone interessate dalle patologie ghiandolari, visita (raccolta dati, visita clinica e diagnosi differenziali) metodiche diagnostiche (biopsia ad ago sottile e biopsia tessutale e diagnostica per immagini) e terapia conservativa e chirurgica (terapia d’urgenza in caso di ostruzione delle prime vie aeree, marsupializzazione, vie di accesso e asportazione delle ghiandole salivari). Nella seconda parte verranno presi in considerazione casi clinici interattivi.
9.30 Le ghiandole salivari: anatomia chirurgica, presentazione clinica, diagnosi clinica e strumentale 11.00 Pausa 11.30 Trattamento medico e chirurgico delle patologie delle ghiandole salivari 13.00 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori
Auditorium comunale - Fraz. Bas Villair, 19 Villair di Quart (AO)
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
DELEGAZIONE REGIONALE MOLISE EPILESSIA E CONVULSIONI: APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO Pozzilli (IS), 27 Aprile 2008 RELATORE Gualtiero Gandini
OBIETTIVI La giornata si propone di affrontare, secondo un approccio clinico orientato al problema, la gestione del cane con convulsioni. L’organizzazione delle lezioni è costruita in modo da riprodurre una situazione clinica di ambulatorio. L’esemplificazione di casi clinici permetterà al docente di illustrare gli aspetti semiologici che accompagnano un cane affetto da convulsioni, includendo le diverse modalità di espressione clinica delle crisi convulsive e gli eventuali deficit neurologici interictali. Ampio spazio verrà dato alla trattazione dell’Epilessia Idiopatica, sia negli aspetti patogenetici che clinici e diagnostici. La seconda parte delle lezioni teoriche si propone di descrivere le diverse tappe del protocollo diagnostico impostato per arrivare alla diagnosi eziologica di epilessia primaria o secondaria. Verranno illustrate le potenzialità diagnostiche degli esami di laboratorio, dell’esame del liquido cerebrospinale, della Tomografia Computerizzata e della Risonanza Magnetica Nucleare. Le lezioni si concludono con la discussione degli obiettivi terapeutici per il controllo delle crisi convulsive, includendo una disamina dei principali farmaci anticonvulsivanti. Le lezioni pomeridiane si prefiggono di valutare in modo interattivo con la platea alcuni casi clinici con sintomatologia attinente al tema della giornata. Obiettivo è la riconsiderazione delle nozioni teoriche esposte durante le lezioni del mattino e la loro applicazione a casi clinici presi dalla pratica quotidiana.
nizio dei lavori 9.30 Il cane con convulsioni: quale approccio clinico? - Epilessia Idiopatica e principali diagnosi differenziali 11.00 Pausa 11.30 Il cane con convulsioni: come raggiungere la diagnosi eziologica? Terapia a lungo termine della Epilessia Idiopatica e gestione dello “Status Epilepticus” 13.00 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Hotel Doria, Strada Statale 85 Venafrana km 24600 - Pozzilli (IS)
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed i-
INFORMAZIONI INCONTRI DELEGAZIONI REGIONALI E CORSI REGIONALI SCIVAC Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it
SICIV
SIDEV
SIONCOV
Società Italiana di Citologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC
Società Italiana di Dermatologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC
Società Italiana di Oncologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC
INCONTRO IL COMPLESSO DELLE MALATTIE ISTIOCITARIE Cremona, 20 Aprile 2008 RELATORE
SEDE
Verena K. Affolter
Cremona - Via Trecchi, 20
PROGRAMMA
PARTECIPAZIONE
8.30 9.30 10.45 11.15 11.45
L’incontro è gratuito per tutti i soci SICIV - SIDEV - SIONCOV in regola con l’iscrizione 2008. Non è richiesta la pre-iscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede congressuale presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.
12.30 14.30 15.15 16.00 16.30 17.15 18.00
Registrazione partecipanti Gli istiociti e il sistema immunitario Gli istiociti nelle lesioni cutanee Pausa Istiocitoma canino e istiocitosi da cellule di Langerhans nel cane Pausa pranzo Istiocitosi canina reattiva Sarcoma istiocitico canino di origine dendritica e di origine macrofagica Pausa Istiocitosi progressiva del gatto Test di apprendimento e discussione Termine dell’incontro
PER INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC (Elena Piccioni) Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
SIVAL
SIVAR
SIVAE
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SIVE
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
CONVEGNO NAZIONALE QUALYPIG - Salone della Filiera della carne suina ALLEVAMENTO DEL SUINO A BANDE: COME, QUANDO E PERCHÉ CremonaFiere, 18 Aprile 2008 OBIETTIVI L’argomento trattato permette di fornire elementi pratici relativi alla trasformazione di un allevamento a ciclo continuo in un allevamento a bande. Le criticità sanitarie e gestionali verranno evidenziate e verranno forniti elementi di confronto economico e di efficienza produttiva tra i due sistemi di allevamento.
RELATORI Kees DE ROEST - CRPA Reggio Emilia Francesco TONON - Medico Veterinario, Treviso Carlo LASAGNA - Medico Veterinario, Mantova
PROGRAMMA 14.30 Come trasformare un allevamento convenzionale in un allevamento a bande - Francesco Tonon 16.00 La gestione dell’allevamento a bande - Carlo Lasagna 17.00 Confronto tra i costi di produzione del suino in allevamento convenzionale e in bande - Kees De Roest
18.00 Questionario apprendimento ECM, consegna attestati e chiusura lavori
SEDE CremonaFiere - Cremona
PARTECIPAZIONE Iniziativa gratuita rivola a tutti i medici veterinari interessati a partecipare.
PER INFORMAZIONI E RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE Segreteria SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39 - Fax 0372-40.35.54 Email: info@sivarnet.it Website: http://www.sivarnet.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
SOVEP INCONTRO REGIONALE SOVEP IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC CHIRURGIA DELLO STOMACO E INTESTINO Rivoli (TO), 6 Aprile 2008 RELATORI Fabio Sangion
OBIETTIVI La chirurgia dell’apparato gastroenterico, più specificatamente di stomaco e intestino, fa parte spesso delle prime esperienze del chirurgo veterinario. Alcuni interventi, invece, sono bagaglio solo di chirurghi molto esperti. Biopsie o tomie, per esempio, non sono degli esercizi di tecnica chirurgica ma vanno inseriti nella gestione di un paziente che può presentare svariati fattori di rischio. Scopo della giornata è quello di fornire dei principi di base che rendano più gratificante l’approccio a questo tipo di chirurgia e alcune nozioni più specialistiche che illustrano la gestione di casi più complessi.
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 La chirurgia dello stomaco 11.00 Pausa 11.30 La chirurgia dell’intestino 13.00 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi 15.30 Pausa
16.00 Casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Hotel Campanile Corso Allamano, 153 - 10098 Rivoli (TO)
PARTECIPAZIONE Quote d’iscrizione in sede congressuale: Neo Iscritti Ordine di Torino e Alessandria (2007/2008): gratuito Iscritti Ordine di Torino e Alessandria, e Soci SCIVAC: € 40,00 - Altri: € 60,00
INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
SIARMUV Società Italiana di Anestesia e Rianimazione Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC
NE NZIO TA E T T A A VA D NUO
INCONTRO GESTIONE DEL PAZIENTE CON INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Cremona, 16 Marzo 2008 PROGRAMMA
SEDE
8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Gestione del paziente con distress respiratorio - Linda Perissiniotto 10.00 Edema polmonare non cardiogeno Valerio Di Marzio 11.00 Pausa 11.30 Ecografia nelle emergenze respiratorie e utilità del campionamento del liquido pleurico (FAST) Vanessa Scanu 12.30 Pausa Pranzo 13.30 Caso Clinico Valerio Di Marzio 14.30 Trauma toracico Paolo Gaglio 15.30 Discussione 16.30 Valutazione dell’apprendimento e conclusione dell’incontro
Cremona - Via Trecchi, 20
PARTECIPAZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIARMUV in regola con l’iscrizione 2008. Non è richiesta la pre-iscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede congressuale presentandosi alle ore 9.00 presso la segreteria.
PER INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC (Elena Piccioni) Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
EDIZIONI VETERINARIE Per ordini e informazioni: Tel. 0372/403507 - Fax 0372/457091 - E-mail editoria@evsrl.it - www.evsrl.it
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McCRACKEN-KAINER Color Atlas of Small Animal anatomy. The Essentials 1/ed. 2008 Listino € 47,99 Scontato € 41,00
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Attualità scientifica Vet Journal
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Aspetti TC dell’osteomielite del cranio nel cane Ispessimento dei tessuti molli, lisi e proliferazione ossea variamente combinati
di MARIA GRAZIA MONZEGLIO n articolo descrive gli aspetti tomografici (TC) dell’osteomielite del cranio in 4 cani immaturi o giovani adulti. Le cause di infezione erano riferibili a traumi o ferite da morso e il patogeno più comunemente riscontrato era Staphylococcus aureus. Gli aspetti TC erano caratterizzati da una combinazione di ispessimento dei tessuti molli, lisi ossea e proliferazione ossea. In alcuni cani la lisi ossea era estesa e aveva un aspetto a chiazze, coinvolgendo il calvarium, la base del cranio, i seni frontali e l’articola-
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zione temporomandibolare. In altri casi era più focale, con assottigliamento dell’osso piuttosto che lisi completa. Anche la proliferazione ossea aveva aspetto variabile: a palizzata, a spicule irregolari, con espansione e settazione dell’osso frontale. In un cane si osservava la formazione di sequestro osseo. L’infezione disseminata presente in un soggetto coinvolgeva la bolla timpanica e l’articolazione temporomandibolare. La lisi del calvarium determinava una meningite batterica in due cani. Un cane veniva soppresso e tre venivano trattati mediante curettage chirurgico dell’osso affetto e terapia antibiotica, con risoluzione dei segni clinici in un soggetto e recidiva in due. La TC era molto utile nella caratterizzazione della sede e dell’estensione dell’infezione. Nonostante gli aspetti tomografici di aggressività, l’osteomielite dovrebbe essere considerata tra le ipotesi diagnostiche, soprattutto negli animali giovani con un’anamnesi di trauma o ferita da morso. “Computed tomographic features of skull osteomyelitis in four young dogs” Seiler G, Rossi F, Vignoli M, Cianciolo R, Scanlon T, Giger U. Vet Radiol Ultrasound. 2007 Nov-Dec; 48(6): 544-9. ■
ANALGESIA PER LA RIDUZIONE DELLE FRATTURE NEL CANE no studio clinico cieco randomizzato ha confrontato l'efficacia analgesica della somministrazione preoperatoria e postoperatoria di carprofen e ha determinato se l'anestesia epidurale pre-incisionale con mepivacaina migliorasse l'analgesia postoperatoria nei cani trattati con carprofen. Cani con fratture femorali (n=18) o pelviche (27) venivano suddivisi in quattro gruppi: gruppo 1 = carprofen (4 mg/kg SC) immediatamente prima dell'induzione dell'anestesia, no anestesia epidurale; gruppo 2 = carprofen immediatamente dopo la rimozione del tubo tracheale, no anestesia epidurale; gruppo 3 = carprofen immediatamente prima dell'induzione, blocco epidurale con mepivacaina 15 minuti prima dell'incisione chirurgica; gruppo 4 = blocco epidurale con mepivacaina 15 minuti prima dell'incisione chirurgica, carprofen dopo la rimozione del tubo tracheale. In tutti i cani si somministrava carprofen (4 mg/kg SC, 1 volta al giorno) per quattro giorni dopo la chirurgia. Prima dell'intervento e in vari momenti dopo, si determinavano: variabili fisiologiche, soglia nocicettiva, grado di zoppia, dolore e sedazione (scala di punteggio numerico, NRS; scala visuale analogica, VAS), glucosio e cortisolo plasmatici, funzionalità renale e variabili emostatiche. Ai cani con punteggio VAS del dolore maggiore di 30 si effettuava un’a-
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nalgesia di soccorso. I cani del gruppo 3 e 4 mostravano punteggi del dolore e quantità di analgesia di soccorso significativamente minori rispetto ai gruppi 1 e 2. I punteggi VAS e NRS non erano significativamente differenti nei gruppi 1 e 2 o 3 e 4. Il trattamento non aveva effetti sulla funzionalità renale e sulle variabili emostatiche. Gli autori concludono che il carprofen preoperatorio associato ad anestesia epidurale con mepivacaina induceva un’analgesia postoperatoria superiore rispetto al solo carprofen preoperatorio. Quando si effettuava l'anestesia epidurale preoperatoria, la somministrazione preoperatoria di carprofen non migliorava l'analgesia postoperatoria, rispetto alla somministrazione postoperatoria di carprofen. Quindi, la somministrazione preoperatoria di agonisti sistemici degli oppioidi in associazione all'anestesia regionale e alla somministrazione postoperatoria di carprofen fornisce un'attenuazione del dolore, sicura ed efficace, in caso di riduzione di una frattura nel cane. (M.G.M.) “Comparison of analgesic efficacy of preoperative or postoperative carprofen with or without preincisional mepivacaine epidural anesthesia in canine pelvic or femoral fracture repair” Hannes M Bergmann, Ingo Nolte, Sabine Kramer. Vet Surg. October 2007; 36(7): 623-32.
MYCOBACTERIUM BOVIS NELLA FAUNA SELVATICA FRANCESE el 2001, lesioni simil-tubercolotiche venivano riscontrate in tre cervi (Cervus elaphus) uccisi dai cacciatori nella foresta di Brotonne, in Normandia (Francia), e si isolava Mycobacterium bovis. Nelle successive stagioni venatorie si conducevano nell’area due indagini. Nella prima (stagione 2001-2002), 9 cervi su 72 esaminati (13%) erano positivi per M. bovis. Nella stagione 2005-2006 la prevalenza dell’infezione sostenuta da M. bovis aumentava al 24% (33 animali positivi su 138 esaminati). La prevalenza rimaneva stabile nei soggetti giovani ma aumentava significativamente negli adulti: dal 13% nel 2001-2002 al 32% nel 2005-2006. In entrambi gli studi i cinghiali selvatici (Sus scrofa) risultavano pesantemente infetti. Un capriolo (Capreolus capreolus) e una volpe rossa (Vulpes vulpes) risultavano positivi nel secondo studio. Il batterio non veniva isolato nel tasso (Meles meles). Le analisi mostravano che tutti i ceppi di M. bovis isolati degli animali selvatici appartenevano allo stesso genotipo. L’epidemia della fauna selvatica coinvolgeva dunque un singolo ceppo, coincidente con quello circolante nelle mandrie di bovini della zona dal 1995. La necroscopia appariva uno strumento di routine soddisfacente per il monitoraggio della malattia nelle popolazioni di cervi selvatici in cui la tubercolosi bovina si era stabilita. (M.G.M) “Mycobacterium bovis in wildlife in france” Zanella G, Durand B, Hars J, Moutou F, Garin-Bastuji B, Duvauchelle A, Fermé M, Karoui C, Boschiroli ML. J Wildl Dis. 2008 Jan; 44(1): 99-108
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Coxiella burnetii e mastite bovina subclinica La rickettsia può indurre manifestazioni mammarie specifiche siste una relazione tra l’eliminazione di Coxiella burnetii nel latte e la mastite subclinica cronica nelle bovine da latte? Sembrano indicarlo due studi separati che hanno identificato un’associazione tra PCR positiva per C. burnetii nel latte e la suddetta patologia nelle vacche in lattazione. I due studi venivano condotti in una mandria commerciale da latte dove era in atto un monitoraggio intensivo della mastite subclinica mediante esami batteriologici aerobici, ma in cui le infezioni sostenute da C. burnetii non erano state conosciute o trattate in precedenza. In uno studio controllato, la presenza di C. burnetii nei quarti, determinata mediante RTqPCR (real-time quantitative PCR), era fortemente associata alla mastite subclinica cronica identificata mediante conta delle cellule somatiche nel latte. In un successivo studio cross sectional, 147 vacche in lattazione su 325 (45%) erano positive per C. burnetii mediante RT-qPCR su campioni di latte compositi. In un modello lineare generalizzato, che teneva conto dell’effetto delle covariabili incluso lo stato di infezione intramammaria ae-
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robica, lo stato PCR di C. burnetii era un fattore predittivo significativo della conta lineare delle cellule somatiche. In accordo con i pochi studi precedenti, questa ricerca fornisce evidenza del fatto che ci possano essere manifestazioni mammarie specifiche dell’infezione sostenuta da C. burnetii nella vacca da latte. (M.G.M.) “Association between Coxiella burnetii shedding in milk and subclinical mastitis in dairy cattle” Barlow J, Rauch B, Welcome F, Kim SG, Dubovi E, Schukken Y. Vet Res. 2008 May-Jun; 39(3): 23. ■
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Esito dell’aritenoidectomia parziale nel cavallo Risultati migliori con la sutura primaria della mucosa in una settantina di pazienti purosangue da corsa con ostruzione delle vie respiratorie a causa della condrosi delle cartilagini aritenoidee o del fallimento di una laringoplastica, se trattati mediante aritenoidectomia parziale unilaterale hanno la possibilità, secondo uno studio, di ritornare alla competizione entro sei mesi dall’intervento con scarse complicanze postoperatorie. Storicamente l’aritenoidectomia parziale è associata a una prognosi da discreta a riservata per il ritorno alla corsa. Nel nuovo studio, il tasso di successo è stato migliorato effettuando la sutura primaria della mucosa. Dei 73 cavalli sottoposti ad aritenoidectomia parziale con sutura primaria della mucosa e disponibili per il follow-up (54 con condropatia aritenoidea e 22 con laringoplastica fallita), l’82% tornava a correre, di cui il 63% per più di cinque volte. Il tempo medio interposto tra l’intervento e la prima corsa era pari a sei mesi. Una valutazione di controllo effettuata a un mese di distanza dall’intervento sembrava contribuire al miglior esito del trattamento, consentendo la resezione laser in stazione dell’even-
I LESIONI DEL LEGAMENTO ANULARE DEL NODELLO EQUINO e lesioni del legamento anulare plantare o palmare (PAL) del cavallo hanno prognosi peggiore se concomitanti a lesioni del tendine flessore digitale profondo. Mentre la sindrome del PAL è ben riconosciuta, sono scarse le informazioni circa le lesioni primarie del legamento anulare. Per indagarle, uno studio ha rivisto retrospettivamente 71 cavalli con anamnesi di zoppia, segni clinici di lesione del PAL e diagnosi ecografica di ispessimento del legamento (maggiore di 2 mm). La maggior parte dei cavalli affetti (63%) era utilizzata a fini dilettantistici e solo il 23% era da competizione. Le lesioni del PAL si verificavano più comunemente nell’arto posteriore ed era molto comune l’ispessimento bilaterale del legamento (68%), soprattutto negli arti posteriori. Il 42% dei cavalli aveva un esito positivo dopo trattamento conservativo o chirurgico. Tuttavia, i soggetti con lesioni del PAL associate a lesioni del tendine flessore digitale profondo e cicatrizzazione tissutale in questa sede, oppure con lesioni bilaterali del PAL, avevano prognosi peggiore rispetto ai cavalli con la sola lesione del PAL. (M.G.M.)
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“Retrospective study of palmar/plantar annular ligament injury in 71 horses: 2001-2006” Equine Veterinary Journal. Dyson; K. Rosie Owen, BVSc; Tim Parkin, PhD; Mads Kristoffersen, DVM; Ellen Singer, DVM; and Tim Mair, BVSc.
Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.
Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo
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ARCHIVIO BIBLIOGRAFICO et Journal mette a disposizione un archivio bibliografico che contiene tutti i lavori scientifici pubblicati dal 1987 dalle riviste edite da SCIVAC prima e da EV srl poi, e lavori reperiti nella letteratura internazionale a partire dal 2001 in avanti. Per tutti i lavori è disponibile l'abstract, mentre per quelli italiani è disponibile anche il PDF originale (dal 1995). È messo a disposizione anche il link con il Journal Browser di Medline per risalire ai dati della rivista (richiesta articolo originale all'editore). Sono consultabili le riviste: Cinologia, Collana di Radiologia Clinica, Ippologia, Large Animals Review, Medicina Felina, Notiziario Farmaceutico, Professione Veterinaria, Quaderni di Dermatologia, SISCA Observer, Veterinaria.
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tuale tessuto di granulazione formatosi nella sede di intervento (effettuata nel 17% dei casi dello studio). La metodica può essere effettuata da molti chirurghi ma sembra avere maggior tasso di successo nelle mani di specialisti delle vie respiratorie superiori. (M.G.M.) “Long-term study of partial arytenoidectomy with primary mucosal closure in 76 Thoroughbred racehorses (1992-2006),” Equine Veterinary Journal. ■
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Costipazione dell’omaso nella bufala Indicatori diagnostici e prognostici a costipazione dell’omaso veniva diagnosticata in 46 bufale con disturbi addominali. Gli animali erano stati nutriti con paglia finemente triturata a macchina. I segni clinici presenti erano anoressia, assenza di defecazione, distensione addominale, ipomotilità o atonia ruminale e sospensione della ruminazione. Durante la laparo-ruminotomia sul fianco sinistro, si confermava la co-
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stipazione dell’omaso sulla base delle dimensioni dell’organo e della consistenza del suo contenuto. Dopo l’evacuazione del rumine, si introduceva un lungo tubo flessibile nell’orifizio reticolo-omasale e il contenuto dell’omaso veniva fatto defluire nel rumine con acqua a pressione moderata. Nella maggior parte dei casi erano presenti iponatriemia, ipocloremia, ipokaliemia e ipofosfatemia. Tuttavia, due bufale che morivano più tardi mostravano bassi livelli di cloro plasma-
tico e assenza di tono dell’orifizio reticolo-omasale, e si trovavano in stato gravidico avanzato. La concentrazione delle proteine totali nel fluido peritoneale era superiore alla norma, mentre la conta leucocitaria totale era nei limiti della norma. Tutti gli animali iniziavano a defecare 36-48 ore dopo la chirurgia. La presenza di tono dell’orifizio reticoloomasale e la concentrazione di cloro plasmatico superiore a 75 mmol/l erano indicatori di prognosi favorevole. (M.G.M.) ■ “Diagnostic and prognostic indicators of omasal impaction in buffaloes (Bubalus bubalis)” A. S. Toor and N. S. Saini. Vet Rec. 2008 162: 275-277.
WORKSHOP SPECIALISTICI Workshop Anestesia - Sabato 30 Maggio 2008 Francesco Staffieri ed Ezio Vincenti Ventilazione polmonare. La giornata si rivolge sia a quei colleghi che utilizzano comunemente la ventilazione meccanica, per migliorarne efficacia e sicurezza, che agli “specialisti” più esperti, affinché il workshop possa essere per loro un momento di proficuo e costruttivo confronto e dibattito, ma anche coloro che stiano muovendo i primi passi nel mondo dell’anestesia e terapia intensiva veterinaria e che intendano avvicinarsi all’affascinante mondo della ventilazione meccanica, potranno sicuramente trovare numerosi quanto proficui argomenti di crescita professionale. Il dott. Staffieri proseguirà il percorso di approfondimento iniziato nella giornata di sabato, partendo, anche alla luce dei recenti studi da lui stesso eseguiti, dalle conoscenze acquisite in campo umano e riportandole alla realtà degli animali d’affezione; lo scopo principale sarà quello di fornire ai partecipanti un concetto della ventilazione meccanica che sia quanto più orientata al paziente e non semplicemente al funzionamento di un ventilatore meccanico. Un interessante quanto proficuo confronto diretto con l’esperienza proveniente dall’anestesia umana, verrà infine fornito dal Dott. Ezio Vincenti, Primario del reparto di Anestesia e Terapia Intensiva dell’Ospedale di Dolo (Ve), relatore e autore di riconosciuta fama sia in Italia che all’estero.
Workshop Citologia - Domenica 1 Giugno 2008 Mario Caniatti e Walter Bertazzolo Il delitto imperfetto: quando la citologia scopre il colpevole! L’esame citologico è dai più considerato come utile soprattutto nella diagnosi delle neoplasie. Il workshop dimostra invece la varietà e la frequenza di agenti eziologici individuabili in citologia veterinaria. La citologia può anche fornire informazioni sulla patogenesi con cui una noxa patogena, della più varia natura, può essere in grado di dare malattia. Dal riconoscimento corretto di eziologia e patogenesi derivano diagnosi, prognosi e terapie più appropriate.
Workshop Diagnostica per Immagini - Venerdì 30 Maggio 2008 John Mattoon Diagnostica per immagini di laringe e trachea. La laringe e la trachea sono due settori spesso sede di malattie che portano grave sintomatologia respiratoria. In questi pazienti, spesso di difficile gestione anestesiologica, hanno ancora grande valore tutte le metodiche diagnostiche non invasive, come la radiologia e l’ecografia, che possono fornire informazioni utili per la diagnosi. Nell’iter diagnostico vanno poi prese in considerazione le metodiche avanzate, che aggiungono dati importanti per la stadiazione ed il trattamento delle malattie delle alte vie respiratorie.
Workshop Medicina Comportamentale - Sabato 31 Maggio 2008 Patrik Pageat - Terapia farmacologica: novità. Il workshop specialistico, ha come filo conduttore la Farmacoterapia un argomento di fondamentale importanza nella pratica clinica. Il Medico Veterinario Comporta-
mentalista potrà arricchire il proprio bagaglio di conoscenze in relazione all’impiego delle principali molecole attualmente in uso. Inoltre, saranno presentate le principali novità nel campo della farmacoterapia comportamentale. La trattazione di alcuni casi clinici esemplificativi concluderà la giornata.
Workshop Neurologia - Sabato 31 Maggio 2008 Massimo Baroni e Daniel Sebastian Corlazzoli Sindrome della cauda equina: segni clinici comuni per patologie diverse. La sindrome della cauda equina presenta ancora oggi problematiche aperte sia sul piano diagnostico che terapeutico. La corretta identificazione delle diverse patologie che concorrono alla manifestazione dei segni clinici consente la scelta dell’idoneo presidio terapeutico. La diagnosi e la terapia verranno analizzate soprattutto alla luce della moderna diagnostica per immagini e delle più recenti proposte terapeutiche.
Workshop Gastroenterologia - Domenica 1 Giugno 2008 La gestione nutrizionale dei pazienti con patologie del piccolo intestino La formulazione di una dieta appropriata è di cruciale importanza per una efficace gestione terapeutica delle enteropatie croniche. Il workshop analizzerà in modo dettagliato gli aspetti principali della terapia nutrizionale: composizione della dieta con particolare riferimento alla scelta di proteine e grassi, utilità e limiti delle diete idrolizzate, linee guida per un corretto impiego delle diete ad esclusione. Verranno infine illustrate, secondo le più recenti acquisizioni, le potenzialità degli acidi grassi n-3, dei pro-e pre-biotici nella prevenzione e trattamento delle enteropatie.
Workshop Ortopedia - Sabato 31 Maggio 2008 Derek Fox Le deformità angolari dell’avambraccio. Mutuando le più recenti acquisizioni dell’ortopedia umana sulle deviazioni degli arti, ed in particolare il così detto metodo CORA, Derek Fox, uno dei maggiori esperti statunitensi in ortopedia veterinaria affronta l’argomento delle deformità angolari dell’avambraccio. Queste deformità, piuttosto frequenti nel cane in seguito a disturbi delle fisi di accrescimento e a fratture mal consolidate, necessitano innanzitutto di un loro inquadramento diagnostico per poter poi pianificare nei dettagli la correzione chirurgica più indicata. Sono molte le domande che ci si pone in tali circostanze: considerata l’enorme variabilità morfologica delle razze canine, quali sono i limiti tra normalità e deformità? Come eseguire le misurazioni ed il planning delle correzioni? Come eseguire le osteotomie correttive? Come valutare i risultati? Questo workshop si propone di affrontare tutti questi argomenti e fornire le linee guida per poter applicare il metodo CORA nell’allineamento dell’avambraccio, al fine di salvaguardare le articolazioni adiacenti e di ripristinare la funzionalità motoria.
INFORMAZIONI: Segreteria SCIVAC - Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 - Cremona - Tel. 0372-403508 - Fax 0372-403512 - info@scivac.it
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ANTIBIOTICORESISTENZA IN ITALIA ono stabili in Italia le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici negli ospedali. Lo afferma un rapporto dell’istituto Superiore di Sanità, basato sui dati raccolti tra il 2003 e il 2005 da 48 laboratori ‘sentinella’ sparsi in tutta Italia. L’analisi dei risultati indica che nel 2005 ci sono state 4142 segnalazioni, poche di più rispetto alle 3791 dell’anno precedente. Dei quattro microorganismi antibioticoresistenti tenuti sotto controllo Staphylococcus aureus è il più segnalato (1454 segnalazioni nel 2005, una sola in più rispetto al 2004), seguito da Escherichia coli, che invece è in aumento (1192 contro 794). In calo Enterococcus e Klebsiella, mentre cresce di poco Streptococcus. Stabili anche i trend regionali nelle segnalazioni, con il 60% circa dei batteri resistenti trovati al nord. La sorveglianza italiana fa parte del circuito europeo EARSS (European Antimicrobial Resistance Surveillance System) che raccoglie i dati di tutto il continente. Secondo l’ultimo rapporto dell’organizzazione, in Europa il fenomeno dei batteri resistenti è in generale in aumento: a preoccupare di più è lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), che è in aumento in molti stati, mentre solo Francia e Slovenia sono riuscite a diminuire le infezioni con un uso più accorto degli antibiotici. (M.G.M.
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Fisco
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Tracciabilità dei compensi Ricapitoliamo la disciplina della riscossione accentrata e gli adempimenti delle strutture veterinarie private di GIOVANNI STASSI a disposizione di cui alla Legge 27 dicembre 2006 n. 296 si applica esclusivamente alle prestazioni professionali (di natura sanitaria) rese dal professionista, che opera all’interno della struttura, in esecuzione di un rapporto da questi intrattenuto direttamente con il paziente. In altre parole se il professionista viene ospitato (gratuitamente oppure a pagamento [affitto]) dalla struttura sanitaria ed ivi svolge la propria attività professionale nei confronti dei propri clienti, la norma troverà applicazione con le modalità che spiegheremo più avanti. Come chiarito dalla circolare numero 13 del 15 marzo 2007, se invece è la struttura che si pone direttamente quale fornitrice dei servizi nei confronti del cliente, tramite un professionista, la norma non troverà applicazione.
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DUE IPOTESI Ipotesi A) Il professionista, che ad esempio non ha un proprio ambulatorio, chiede ad una struttura sanitaria privata la possibilità di svolgere la propria attività in locali che la struttura gli mette a disposizione. Il rapporto è diretto: professionista-cliente. In questo caso, al termine della prestazione, la struttura consegnerà al cliente/paziente una fattura, emessa a nome del professionista, ed incasserà per conto del professionista il compenso. Gli importi riscossi verranno quindi consegnati dalla struttura al professionista. La struttura funge quindi esclusivamente da tramite tra il medico ed il paziente/cliente. Ipotesi B) Se invece la struttura si pone direttamente quale prestatore del servizio nei confronti del cliente, naturalmente tramite un professionista che svolge materialmente la prestazione, la fattura nei confronti del cliente verrà emessa dalla struttura. Il professionista periodicamente emetterà nei confronti della struttura una parcella per le prestazioni effettuate. In questo caso le nuove disposizioni non si applicano in quanto il rapporto si instaura tra struttura-cliente, tramite il professionista.
OBBLIGHI DELLA STRUTTURA Nell’ipotesi in cui il professionista si ponga direttamente in rapporto con il paziente/cliente (vedi la sopra descritta Ipotesi A) alla struttura faranno capo i seguenti obblighi: • riscuotere i compensi per conto del professionista; • rilasciare al cliente fattura/parcella emessa in nome e per conto del professionista quietanzandola al momento dell’incasso; • riversare al medico gli importi riscossi; • registrare i compensi incassati • comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate i compensi complessivamente riscossi per ciascun percipiente. Vediamo in dettaglio i singoli adempimenti: Riscuotere i compensi Si ricorda che la riscossione dei compensi deve tenere conto dei limiti di tracciabilità pre-
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CARATTERISTICHE DEL MODELLO Il modello di comunicazione, che è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, è composto da due parti: • il frontespizio sul quale andranno indicati: - l’anno solare di riferimento; - il tipo di comunicazione (ordinaria o sostitutiva nel caso in cui si voglia modificare la prima comunicazione nella quale erano stati commessi errori, omissioni, ecc.); - i dati identificativi del soggetto obbligato alla comunicazione (cioè della struttura sanitaria privata) e del soggetto che sottoscrive la comunicazione; - l’impegno alla presentazione telematica e la sottoscrizione da parte dell’intermediario (nell’ipotesi in cui la comunicazione non venga presentata direttamente dal soggetto obbligato). • il quadro denominato “A” che dovrà contenere per ciascun soggetto che ha prestato la propria opera all’interno della struttura: - i dati identificativi (codice fiscale, nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita; - l’importo dei compensi complessivamente riscossi dalla struttura in nome e per conto del professionista
OBBLIGO DI COMUNICAZIONE Come ricorderete, la Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (articolo 1, comma 38) ha disposto, a decorrere dal 1° marzo 2007 la riscossione accentrata dei compensi dovuti per attività di lavoro autonomo mediche e paramediche svolte nell’ambito di strutture sanitarie private. Con provvedimento del 13 dicembre 2007, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha approvato il modello per la comunicazione dei compensi riscossi dalle strutture sanitarie private in nome e per conto di medici e paramedici, per l’attività da essi svolta all’interno delle stesse, secondo quanto previsto dall’art. 1 co. 39 della L. 296/2006. In questo articolo cercheremo di riassumere la disciplina in oggetto e fornire chiarimenti sull’obbligo di comunicazione. visti dall’articolo 35, comma 12-bis, del Decreto Legge 4 luglio 2006 n. 223 e quindi la struttura potrà incassare in contanti solamente entro i seguenti limiti: • fino al 30 giugno 2008, per importi unitari inferiori a 1.000 euro • dal 1° luglio 2008 al 30 giugno 2009, per importi unitari inferiori a 500 euro • dal 1° luglio 2009, per importi unitari inferiori a 100 euro. Per importi superiori ai predetti limiti la struttura potrà accettare esclusivamente altri mezzi di pagamento (assegni bancari o postali, bonifici, carte di credito, bancomat, ecc.). Rilasciare al cliente la fattura Nella fattura/parcella che la struttura rilascerà al cliente, in nome e per conto del professionista, dovranno essere indicati, come precisato dalla citata circolare n. 13/2007, oltre a tutti gli elementi propri della fattura (dati identificativi del cliente, codice fiscale ed eventuale partita IVA, descrizione della prestazione) anche le modalità di incasso (contanti o strumenti diversi) ed in caso di pagamenti con mezzi diversi dal contante anche gli estremi identificativi del mezzo di pagamento. Riversare al medico gli importi riscossi Giornalmente o con altra periodicità concordata la struttura provvederà a riversare al professionista gli importi riscossi per suo conto e provvederà a consegnargli tutti i documenti ritirati (assegni, scontrini bancomat, ecc.). Nel caso in cui per semplificare gli adempimenti di incasso, e con il consenso del professionista, la riscossione avvenga mediante strumenti di pagamento elettronici (carte di credito, bancomat) appoggiati sul conto bancario della struttura, la stessa struttura prov-
vederà ad accreditare l’importo sul conto corrente bancario del professionista Registrare i compensi incassati La struttura sanitaria è obbligata a registrare, per ciascuna prestazione resa dal professionista all’interno della struttura, i compensi incassati con una delle due seguenti modalità: • mediante annotazione separata nelle scritture contabili che essa è obbligata a tenere; • mediante annotazione in un registro appositamente istituito. Tale seconda soluzione appare preferibile alla prima perché consente di adempiere l’obbligo di registrazione senza interferire con le scritture contabili della struttura. Per ciascuna operazione di riscossione le annotazioni devono contenere i seguenti elementi: • data del pagamento ed estremi della fattura emessa dal professionista; • generalità e codice fiscale del professionista destinatario del compenso; • ammontare del corrispettivo riscosso; • modalità di pagamento (assegni, contante, bancomat, ecc.); • tipo ed estremi del documento emesso/ricevuto (per pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante). Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei compensi riscossi Le strutture sono obbligate a comunicare all’Agenzia delle Entrate i compensi complessivamente riscossi in ciascun anno solare per ciascun percipiente. Il modello di comunicazione e le modalità operative sono state stabilite con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 13 dicembre 2007.
MODALITÀ DI PRESENTAZIONE Il modello potrà essere presentato, esclusivamente in via telematica: • direttamente dalla struttura sanitaria tramite il servizio telematico Entratel o il servizio telematico Internet (Fisconline) [Si tratta delle medesime modalità che possono essere utilizzate per la presentazione telematica delle dichiarazioni dei redditi, dei sostituti d’imposta, ecc.]; • tramite gli intermediari abilitati (dottori commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, ecc.)
TERMINE DI PRESENTAZIONE Il modello deve essere trasmesso telematicamente entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento (per i compensi riscossi nel 2007 il termine di presentazione scadrà quindi il 30 aprile 2008). Si ricorda che per quanto riguarda l’anno 2007 si dovranno prendere in considerazione solamente i compensi riscossi dal 1° marzo al 31 dicembre 2007. ■
SANZIONI ’articolo 1, comma 42 della citata Legge 296/2006 ha previsto specifiche sanzioni per l’inosservanza delle disposizioni in esame. • Violazione degli obblighi di incasso del compenso e registrazione conseguente: sanzione da Euro 1.032 ad Euro 7.746; • Violazione degli obblighi di trasmissione telematica: sanzione da Euro 258 ad Euro 2.065.
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Autonomia di spesa per le Casse dei liberi professionisti Per il TAR del Lazio imporre i tetti di contenimento della spesa pubblica viola l’autonomia delle Casse e Casse di previdenza dei professionisti non usufruiscono di finanziamenti pubblici e non gravano sul bilancio pubblico. Dunque, non è logico che siano ricomprese dall’Istat nell’elenco delle “am-
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ministrazioni pubbliche” e siano sottoposte ai tetti di contenimento della spesa pubblica per assicurare gli obiettivi di finanza stabiliti in sede UE. Un punto a favore dell’Adepp - l’associazione che riunisce gli enti previdenziali professionali tra i quali l’ENPAV- segnato dal Tar del Lazio (n. 1938/2008) a seguito della ri-
chiesta delle Casse di annullamento dell’“elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato” stilato dall’Istat in base all’articolo 1, comma 5 della Legge Finanziaria 2005, nella parte in cui comprendeva gli enti limitando l’aumento della spesa complessiva a un massimo del 2%
rispetto alle corrispondenti previsioni aggiornate all’anno precedente. Nell’individuare i soggetti sottoposti ai vincoli di spesa, la legge inseriva anche la generica voce di “Enti di previdenza e assistenza”. Da qui il ricorso, principalmente per violazione dell’autonomia previdenziale disciplinata dal decreto legislativo 509/1994 ed eccesso di potere per illogicità manifesta. Il regolamento UE 2223/1996 che fissa gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica - spiegano i giudici del Tar del Lazio - fornisce indicazioni anche per i canoni operativi il più possibile omogenei fra gli Stati. E alla voce “enti di previdenza e di assistenza” si delineano quelle realtà organizzative la cui principale attività è erogare le prestazioni sociali in base ad un versamento obbligatorio e a una responsabilità di gestione (approvazione autonoma di contributi e assegni). In questa sfera rientrano, sulla carta, le casse professionali.
INEQUIVOCABILMENTE ENTI PRIVATI Per Maurizio de Tilla serve ancora un passaggio per chiudere la partita: un provvedimento di legge che dovrà scrivere il nuovo esecutivo per sancire inequivocabilmente che le casse dei professionisti sono enti di diritto privato. La sentenza del TAR rappresenta tuttavia un precedente importante che metterà le casse al riparo da ingerenze indebite nelle scelte degli organi di amministrazione. L’autonomia di spesa è dunque fuori discussione. ■
ENPAV SODDISFATTO l Presidente dell’ENPAV Gianni Mancuso ha espresso soddisfazione per questa ulteriore conferma dell'autonomia delle casse: “È un passo importante verso un'indipendenza piena, finanziaria e gestionale, dei nostri enti previdenziali. La privatizzazione ha portato ad una gestione più snella, ma anche più complessa e strutturata, il cui valore merita di essere riconosciuto pienamente anche dagli organi giurisdizionali”. L’ENPAV aderisce all’Adepp.
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Dalle Associazioni
VETERINARIA 10 | 2008
A Scuola di Petcare Presentata alla stampa l’iniziativa di Purina in collaborazione con SCIVAC e Giunti Progetti Educativi ressante avventura e auguro al progetto il più ampio e meritato successo”. Naturalmente la conferenza stampa si è tenuta presso una scuola, Scuola Rinnovata Pizzigoni, che ha già dato negli anni ampio spazio a questo progetto con risultati molto soddisfacenti. Il progetto è nato da una idea della Purina, una delle più importanti aziende nel settore del petfood a livello internazionale, che ha con-
con piacere che esprimo il mio apprezzamento per l’iniziativa che presentate oggi e per l’impegno in questo interessante progetto, che intende portare nelle scuole la cultura del rispetto per gli animali attraverso la conoscenza e l’informazione”. Con queste parole il Ministro della Salute, Livia Turco, inizia la sua lettera inviata agli organizzatori del progetto “A Scuola di Petcare” in occasione della conferenza stampa di presentazione che si è tenuta il 28 febbraio a Milano. Il Ministero ha concesso il suo patrocinio all’iniziativa. Secondo Livia Turco, “insegnare ai bambini a rispettare e conoscere gli animali è infatti strumento educativo straordinario. Il rispetto per gli animali è segno di civiltà e progresso, difenderlo è dovere di tutti. Ringrazio i tanti medici veterinari coinvolti in questa inte-
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SCUOLA GUIDA PER CIECHI n’altra novità per il 2008 è la collaborazione a favore dell’attività della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi. “A Scuola di Petcare - ha affermato Lucio Scaratti, Direttore Generale Sud Europa di Purina (foto) - è un progetto che concretizza perfettamente il costante impegno di Purina nella diffusione e valorizzazione della cultura del Petcare, ovvero la corretta cura, la conoscenza ed il rispetto degli animali da compagnia. I nuovi contenuti dell’edizione 2008 contribuiranno ad accrescere la sensibilità dei bambini sul ruolo dei pet non solo come fedeli amici, ma anche, in alcuni casi, come un concreto supporto dell’uomo”.
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tinuato a svilupparlo negli anni con costante impegno a favore di una relazione matura e consapevole con gli animali da compagnia. L’iniziativa “A Scuola di Petcare - impariamo a conoscere i nostri amici animali” è dedicata ai bambini, genitori, insegnanti, istituzioni e veterinari, con l’obiettivo di supportarli nella creazione di una relazione corretta e responsabile con i pet. Il progetto vede coinvolti anche la SCIVAC (Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia) e la Giunti Progetti Educativi. Nelle prime tre edizioni l’iniziativa ha coinvolto più di 200mila alunni e 20mila insegnanti con l’ausilio di kit didattici contenenti manuali interattivi per i bambini e gli insegnanti finalizzati ad organizzare all’interno del programma scolastico, coinvolgenti lezioni di petcare attraverso laboratori, giochi, e educative attività finalizzate a pro-
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muovere la cura, la conoscenza ed il rispetto degli animali da compagnia. Per il 2008 questi kit sono stati resi disponibili anche ai veterinari che intendano utilizzarli come supporto alle attività di educazione al petcare che svolgono nelle scuole. Le centinaia di veterinari che hanno richiesto il materiale sono la dimostrazione dell’interesse verso l’iniziativa e della validità del progetto. Antonio Manfredi, Direttore della SCIVAC, dopo aver evidenziato il ruolo importante dell’associazione in questo progetto e la pluriennale collaborazione con la Purina su iniziative che hanno come principale finalità la salute ed il benessere degli animali, ha ribadito la necessità e l’importanza del progetto “A Scuola di Petcare” per educare i ragazzi ad un corretto rapporto con gli animali, rispettoso dei loro diritti e delle loro esigenze. ■
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VETERINARIA 10 | 2008
Un nuovo portale per l’editoria veterinaria Il 26 febbraio EV-srl ha inaugurato il nuovo portale dell’editoria scientifica veterinaria di ENRICO FEBBO l vecchio portale, attivo dal 2001, era ormai inadeguato per gestire questo tipo di e-commerce, che ha avuto negli ultimi anni un incremento elevatissimo (+80% nel periodo 2005-2007). I clienti hanno ora a disposizione uno strumento moderno ed efficiente per l’acquisto di libri (tutta l’edi-
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toria scientifica veterinaria nazionale e internazionale) e materiali professionali, che comprende anche la possibilità di un archivio personale che registra gli ordini eseguiti. Per gli utenti EGO non è necessaria alcuna registrazione al servizio di spedizione, in quanto il sistema accetta i codici già in possesso dei soci delle società federate ANMVI. Per tutti gli altri è richiesta una normale registrazione al momento del primo ordine.
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rose e continue le promozioni editoriali: sono infatti offerti per periodo limitato titoli scontati del 20-30%. http://distribuzione.evsrl.it/ ■
NUOVO CD ANVU ’11 febbraio, a Firenze, in seguito alle variazioni dello Statuto dell’ANVU (Associazione Nazionale Veterinari UNIRE) riguardanti gli organi direttivi, gli iscritti hanno proceduto con nuove elezioni al rinnovo del Consiglio Direttivo. Il nuovo CD risulta così composto: Presidente: dottor Paolo Strappo, Milano; Vice presidente Nicoletta Amato, Napoli; Dott Lucia Benedetti, consigliere; Rodolfo Razza, consigliere; Marco Tamburini, consigliere. L’Associazione, che riunisce 56 Colleghi incaricati UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) si confronterà con le problematiche più stringenti del settore, dal rinnovo della convenzione con l’UNIRE all’anemia infettiva equina.
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Nel week end del 25 maggio prossimo si terrà l’ottava edizione del motovet, il raduno internazionale dei motociclisti veterinari. Dopo il bellissimo raduno sulle sponde del Lago di Como quest’anno il raduno ritorna sulle strade Francesi (ottimo asfalto e curve da sogno…). Tutti i veterinari motociclisti italiani sono invitati a partecipare per incontrare e festeggiare con i nostri colleghi europei.
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VETERINARIA 10 | 2008
Lettere al Direttore
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Il costo del farmaco veterinario n relazione alla pubblicazione sul Corriere della Sera dell’articolo in cui si faceva riferimento alle tariffe veterinarie piuttosto elevate che si giustificano ampiamente, come espresso dal Dott. Scotti, dall’impiego di strumentazioni sempre più costose e sofisticate, da un altro punto di vista mi riesce molto difficile nella maggior parte dei casi comprendere l’enorme differenza dei costi dei farmaci veterinari nei confronti di quelli umani a parità di molecola. Non mi riferisco alla differenza del 10 percento bensì anche del mille percento. L’altro giorno ho confrontato una molecola FANS per uso umano iniettabile il cui costo si aggirava attorno ai 3.80 euro mentre il corrispondente prodotto per uso veterinario costava nove volte di più (cioè 33 euro) con meno milligrammi di principio attivo. A questo punto mi sorgono notevoli dubbi sul piano etico professionale. Il professionista di fronte ad un pensionato che a malapena arriva a fine mese e sa di non poter prescrivere per legge il prodotto corrispondente per uso umano si porrà a questo punto delle domande e capirà che questo è un problema che va affrontato di petto. Come si può giustificare una differenza così abissale? Mettiamo pure in conto che in umana si vendano più confezioni e che quindi si riescano ad ammortizzare meglio le spese per unità di prodotto ma la differenza comunque non è spiegabile e di esempi come quello sopra riportato ve ne sono a iosa. Il problema si pone anche da un punto di vista commerciale. Se è vero he in tempi di crisi il budget per un animale è di una certa cifra, il fatto di prescrivere dei prodotti con un costo esagerato andrà probabilmente a scapito di quella che è la quota prestazione veterinaria. Ritengo quindi che il costo del farmaco veterinario rappresenti in Italia un vero problema anche perché, a parità di tariffa, il potere d’acquisto di un lavoratore italiano è notevolmente inferiore a quello di un tedesco tanto per fare un esempio. Voglio sottolineare che molte molecole non sono state create ad hoc per la veterinaria ma esistevano già in umana e quindi non si possono accampare scuse di spese di ricerca specifiche. Neanche le spese burocratiche possono dare una spiegazione. Tanto è vero che esistono sul mercato prodotti veterinari il cui costo è pressoché sovrapponibile a quello umano. Allora perché in certi casi si ed in altri no? Vorrei aver una Vostra opinione a questo riguardo. Dott. Enrico Chiappo
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Caro collega, diciamo subito che non siamo noi a dover difendere l'industria farmaceutica veterinaria ma è nostro compito ricordare che le norme devono essere rispettate e quindi non si possono prescrivere farmaci per uso umano il cui principio attivo sia registrato per uso veterinario. Questo in sintesi è il principio dal quale non possiamo derogare. Aggiungerei anche che è veramente squalificante per la nostra professione, invece di consegnare una ricetta intestata al nostro ambulatorio, suggerire a voce altri prodotti o scriverne il nome su un pezzo di carta. Che poi i prezzi siano molto diversi è verissimo, ma questo lo abbiamo discusso più volte con le aziende e con l'AISA e le motivazioni sono chiare: il mercato umano corrisponde a 100 volte quello veterinario e quindi sia i costi di sperimentazione e registrazione sia quelli produttivi incidono in modo enormemente più elevato su o-
gni confezione, indipendentemente dal costo del principio attivo. Questo è anche il motivo per cui molte specialità non si trovano in Italia, il mercato è talmente ristretto che non conviene neppure registrare il prodotto nel nostro paese. Resta il fatto che se il mercato crescesse il prezzo delle confezioni potrebbe ridursi. Non posso quindi dire che il prezzo sia sempre giustificato ma di certo le motivazioni ci sono e dipende forse anche da noi l'allargamento del mercato e quindi una riduzione dei costi. Capisco benissimo che in certe situazioni ci si può trovare in difficoltà verso il cliente ma questo vale anche per la nostra prestazione che oltretutto è gravata del 20% di IVA. Il progetto Leavet è stato da noi proposto proprio per andare incontro ai proprietari con difficoltà economiche e per garantire
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comunque a tutti gli animali da compagnia una minima assistenza veterinaria. Spero che quanto detto, sia pure in modo molto sintetico, possa essere una risposta esauriente ai dubbi ed alle perplessità da te espresse. Carlo Scotti
La passione ome studente della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, mi chiedo cosa dovrei fare davanti a questa difficile realtà che si prospetta già da ora. Ho già perso un anno per colpa di questi assurdi test di ammissione che andrebbero riformati. Se a settembre dovessi trasferirmi presso la Facoltà veterinaria di Pisa, già mi aspetto di
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“La struttura ordinistica caratterizza in modo forte il nostro paese, creando disparità di trattamento e sacche di privilegio inaccettabili” Emma Bonino, Ministro per le Politiche Comunitarie
28 Lettere al Direttore rifare mezzo anno visto che quasi sicuramente diversi esami non saranno convalidati. La verità è che in Italia nessuno viene tutelato secondo i principi scritti su quel foglio di carta chiamato Costituzione. A 20 anni ho già deciso che alle prossime elezioni non andrò a votare per questa classe politica totalmente scadente. A 20 anni in questo paese si perde anche la motivazione nel proprio corso di studio. Fortunatamente sono guidato da qualcosa che oggi non possiede quasi nessuno: la passione. Esprimo grande amarezza e demotivazione. Lettera Firmata Abbiamo sempre sostenuto che l'attivazione di un Corso di Laurea in Medicina Vete-
rinaria a Catanzaro fosse un progetto puramente politico e legato ad interessi locali sia perché non vi era alcuna necessità di un nuovo Corso di Laurea sia perché sarebbe stato di livello a dir poco disastroso. Purtroppo abbiamo avuto pienamente ragione ed il fatto che la stragrande maggioranza degli studenti cerchi di andarsene in altre facoltà è abbastanza significativo. L'ANMVI ha vinto un ricorso al TAR del Lazio ma l'Università di Catanzaro ha ricorso al Consiglio di Stato e tutto è bloccato di nuovo. Quando abbiamo contestato all'allora Ministro Moratti l'approvazione del nuovo Corso di Laurea ci aveva risposto che era stata costretta a farlo per " interessi locali". Lascio a te altre considerazioni anche riferite alla nostra classe politica.
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Disoccupata alve, mi sono laureata in veterinaria nel settembre del 1999 ed ho cominciato a lavorare come libera professionista con le vacche da latte in Trentino nel settembre del 2000 purtroppo ora mi trovo senza lavoro e sono costretta a fare l’insegnante di nuoto a 6.50 Euro l’ora non trovando nessuna occupazione né come veterinaria per le vacche da latte (dove possiedo una grande esperienza sulla sanità della mammella e di conseguenza del latte) né sui piccoli animali. Tutti pensano al veterinario come una persona con un super reddito e non si rendono conto che facciamo fatica a sbarcare il lunario. Quando lavoravo in Trentino facevo fatica a portarmi a casa netti
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(tolte spese di viaggio, pernottamenti, pasti etc.) 1000.00 Euro al mese! Forse se avessi sfruttato il mio diploma di ragioniera invece che intraprendere la strada universitaria ora avrei un posto fisso ed uno stipendio sicuro. Scusate per lo sfogo ma ricominciare per una donna a 37 anni non è facile. Anna Menegozzo Cara collega, la tua lettera purtroppo non è la prima, fra le tante che ci riceviamo, che esprime la resa di fronte all'impossibilità di trovare un'occupazione professionale minimamente retribuita. In Italia questa crisi colpisce tutti i laureati in genere ed in particolare quelli in Medicina Veterinaria sia perché il settore risente fortemente della condizione economica del nostro paese sia perché 1100 laureati ogni anno sono veramente tanti, troppi. Darti consigli? È veramente inutile. Farti auguri? Per che cosa? Per quale futuro? Sono tanti i giovani colleghi che ci scrivono o telefonano chiedendo suggerimenti, informazioni che non siamo in grado di dare. Spesso ci chiamano genitori che con enormi sacrifici hanno permesso ai figli di arrivare alla laurea ed ora li vedono disoccupati e disperati per un futuro che pensavano molto diverso. È uno spreco enorme di energie mentali, fisiche ed economiche che non ha alcun senso o giustificazione. Certamente se tu avessi saputo al momento dell'iscrizione all'Università che il tuo futuro sarebbe stato questo, e parliamo di quasi 20anni fa, la tua scelta sarebbe stata molto diversa, come dici tu avresti sfruttato il tuo diploma di ragioniere, guadagneresti da tanti anni, avresti probabilmente fatto un po' di carriera ed avresti un posto sicuro. Eppure ancora oggi, ogni anno, sono quasi 5mila gli studenti che si contendono i circa 1300 posti disponibili al Corso di laurea in Medicina Veterinaria e, nonostante ormai anche i giornali evidenzino che il settore è saturo, questo numero non cala mai. Da molti anni l'ANMVI sta cercando il modo di ridurre il numero programmato degli iscritti per riportare quello dei veterinari italiani ad un rapporto più equilibrato rispetto alle esigenze del mercato, ma è veramente una battaglia molto difficile. Il mondo istituzionale sembra non credere alla drammatica situazione che tanti giovani stanno vivendo, come te, e per questo stiamo sviluppando un'approfondita ricerca sui laureati degli ultimi cinque anni per poter dimostrare la condizione di difficoltà che stanno vivendo migliaia di giovani, e non tanto giovani, colleghi per poter andare ai tavoli istituzionali con dati precisi e tante, purtroppo, lettere come la tua. Per ora ti posso solo augurare che la tua situazione cambi al più presto.
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Dalle Aziende
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Milioni di euro persi a causa della scarsa compliance proprietari di cani e gatti di tutta Europa sprecano milioni di euro ogni anno perché non seguono le prescrizioni dei Medici veterinari che curano i loro animali. Questo è l’allarme lanciato da Jill Maddison, esperta veterinaria del Royal Veterinary College. “Ogni anno i proprietari di cani e gatti spendono milioni di euro in farmaci per i loro animali, ma molti in realtà sprecano i loro soldi in quanto non effettuano correttamente i trattamenti”. “Per fare un esempio, i Medici veterinari prescrivono gli antibiotici e le ricerche effettuate indicano che solo un terzo dei proprietari somministra correttamente le dosi e completa il ciclo di trattamento”. “Noi Medici Veterinari sappiamo bene che la dose di antibiotico viene somministrata in ritardo o dimenticata del tutto, e se il trattamento non viene completato interamente allora aumenta notevolmente la probabilità di fallimenti o recidive e si instaurano le condizioni favorevoli all’insorgenza di fenomeni di resistenza batterica. Peraltro la maggior parte dei proprietari non è assolutamente consapevole di questi rischi potenziali”. Non è solo la salute del ca-
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ne e del gatto ad essere a rischio, aggiunge la dottoressa Maddison: fallimenti e recidive mettono a rischio anche la relazione tra il medico veterinario e i suoi clienti. L’ultima cosa che i medici veterinari vogliono vedere è un proprietario che ritorna per lamentarsi che il trattamento prescritto non ha funzionato o che il problema è ricomparso dopo poco tempo. E questo anche se la colpa è dei proprietari stessi. La soluzione, sempre secondo Maddison, è quella di assicurarsi che i proprietari sappiano esattamente come e quando somministrare il farmaco che gli è stato prescritto e quanto sia importante rispettare i tempi di somministrazione, la frequenza e la durata del trattamento. E questo vale in modo particolare per gli antibiotici. Infezioni poi come le piodermiti profonde richiedono diverse settimane di trattamento e la necessità di continuare la somministrazione dell’antibiotico anche per diverso tempo dopo la guarigione clinica. In questi casi i proprietari possono avere reali difficoltà ad effettuare correttamente le somministrazioni fino al termine del ciclo di trattamento. E potrebbero essere
tentati ad interrompere il trattamento stesso appena l’animale sembra guarito. Contrariamente a quello che molti pensano, i Medici veterinari non possono prevedere il livello di compliance dei singoli proprietari, l’unica cosa certa è che più lungo e complesso sarà il trattamento richiesto, maggiore sarà la probabilità che non venga effettuato correttamente. Una possibile soluzione disponibile da poco per i medici veterinari è quella di utilizzare Convenia, che permette un ciclo di trattamento antibiotico completo con una singola somministrazione. Una singola iniezione sottocutanea di Convenia garantisce un’efficace attività antibatterica ad ampio spettro per un periodo di 14 giorni, eliminando la necessità per il proprietario di somministrare le compresse ogni giorno. Convenia, prodotto da Pfizer Animal Health, è indicato per il trattamento delle infezioni cutanee, urinarie e di tessuti molli, sia nel cane che nel gatto. Un ulteriore vantaggio dell’uso di Convenia, sempre secondo Maddison, è quello che si evita di lasciare farmaci non utilizzati in casa dei proprietari. “I proprietari sono tentati di inter-
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di JILL MADDISON BVSc, Dip. Vet. Clin. Stud, PhD, FACVSc, MRCVS, Director of Professional Development, CPD Unit, Royal Veterinary College, UK rompere il trattamento precocemente e in questo modo possono conservare il farmaco residuo per successivi trattamenti, risparmiando in questo modo anche la spesa per il consulto veterinario. Il risultato di tutto ciò è che nelle case dei proprietari si può trovare una notevole quantità di farmaci veterinari inutilizzati, spesso anche scaduti, rischio potenziale per i bambini e per gli adulti”. ■
certificata ISO 9001:2000
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PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
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SEMINARIO NAZIONALE SIVE INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA
INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC LOMBARDIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP
CHIRURGIA DI STOMACO E INTESTINO - Torino - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
2° IT. MEDICINA COMPORTAMENTALE: I PARTE - DALL’ETOLOGIA AL SEGNO CLINICO: LA SEMIOLOGIA COMPORTAMENTALE DEL CANE, GATTO, CONIGLIO, FURETTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CANILE E GATTILE. INDICATORI DI SALUTE PUBBLICA E DI IGIENE AMBIENTALE: CRITERI GESTIONALI Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it LE PATOLOGIE CHIRURGICHE DELLE GHIANDOLE SALIVARI - Auditorium Comunale - Villair di Quart (AO) Fraz. Bas Villair ,19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it UN APPROCCIO SEMPLICE AL PRACTICE MANAGEMENT - Crownw Plaza, Cntro Congressi Via Po, 197 Padova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it DIFFICOLTÀ DEAMBULATORIE: IL RUOLO DELLE MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO - UN APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E (FISIO)TERAPEUTICO - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
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MEDICINA E CHIRURGIA DEGLI UCCELLI - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
CONVEGNO SIVAR
QUALYPIG “L’ALLEVAMENTO A BANDE: COME, QUANDO E PERCHÈ?” - CremonaFiere Spa, Cremona - Piazza Zelioli Lanzini, 1 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it
CORSO SIVE
CORSO BASE DI OSTEOPATIA E CHIROPRATICA - II PARTE - Centro Veterinario Militare di Grosseto - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segr. SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it
CORSO SCIVAC
CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA CHIRURGICA NEL CANE E NEL GATTO - Ata Hotel Quark, Via Lampedusa, Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IL CANE FRATTURATO: DAL PRIMO APPROCCIO AL TRATTAMENTO ELETTIVO - nh Jolly Hotel Centro Congressi, Palermo - Foro Italico, 22 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IL COMPLESSO DELLE MALATTIE ISTIOCITARIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO CON DOMINIQUE PENNINCK: ARGOMENTI DI ECOGRAFIA DELL’APPARATO GASTRO-ENTERICO - Bologna, Aula Magna di Santa Lucia (Via Castiglione) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
SEMINARIO SCIVAC INCONTRO SICIV / SIDEV / SIONCOV IN COLLABORAZIONE CON SIDEV E SIONCOV INCONTRO SVIDI
CORSO SCIVAC
CORSO DI CONSULENTE NUTRIZIONALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA
PACCHETTO IGIENE. LINEE GUIDA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it 2° IT. OFTALMOLOGIA: I PARTE - VISITA OCULISTICA E ANATOMIA. PATOLOGIE DI ORBITA, ANNESSI, APP. LACRIMALE, SCLERA E CORNEA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it EPILESSIA E CONVULSIONI: APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO DI ENDOSCOPIA APPLICATA ALL’APPARATO RESPIRATORIO, GENITO-URINARIO E ORECCHIO ESTERNO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE CORSO SCIVAC
laPROFESSIONE
VETERINARIA 10 | 2008
PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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