Professione Veterinaria, Anno 2008, Nr 12

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Il mercato italiano del lavoro veterinario

www.anmvi.it/vetjob/

la VETERINARIA A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

12 2008

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

,. )

,. ) VET-JOB

PROFESSIONE

VET-EXCHANGE

Il mercato italiano delle attrezzature professionali veterinarie

www.anmvi.it/vetexchange/

Anno 5, numero 12, dal 31 marzo al 6 aprile2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

ALMALAUREA: OCCUPAZIONE IN CALO

FISE: STOP ALLA MACELLAZIONE DEL CAVALLO

PAZIENTE ONCOLOGICO E COMUNICAZIONE

UN OSPEDALE PER RANDAGI A NAPOLI

IL COSTO DEL FARMACO VETERINARIO

A PAGINA 4

A PAGINA 6

A PAGINA 19

A PAGINA 25

A PAGINA 27

BREVI

APPUNTAMENTO ALL’ANMVI IL 12 APRILE

COMPLIMENTI “Complimenti, sei nella lista positiva della LAV!” I Parlamentari veterinari Mancuso e Viola sono stati inseriti dalla Lega Anti Vivisezione nell’elenco dei deputati che nel corso della XV Legislatura hanno dimostrato attenzione e sensibilità verso le iniziative animaliste.

FMV Nasce un nuovo sindacato medico: la Federazione veterinari e medici (Fmv). Il nuovo organismo sindacale è figlio dell'unione tra lo Smi (Sindacato medici italiani) e il Sivemp. La Fvm si presenterà alla prossima tornata di trattative per il rinnovo del contratto della dirigenza medica e veterinaria del SSN.

EMEA L'Agenzia europea del farmaco (Emea) ha tracciato il bilancio annuale delle domande di autorizzazione all'immissione al commercio (Aic) per medicinali nel 2007. Nel report risulta che gli esperti dell'Emea hanno esaminato 15 richieste di autorizzazione per farmaci veterinari.

FVE La Federazione dei Veterinari Europei ha un nuovo sito web. La FVE ha rinnovato la propria presenza e la propria comunicazione on line con un portale suddiviso in aree di libera consultazione ed aree riservate alle organizzazioni aderenti:http://www.fve.org

AVIARIA Per prevedere dove potrebbe scoppiare la prossima epidemia di influenza aviaria non bisogna guardare agli allevamenti di polli ma alle risaie. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Bruxelles: secondo il loro studio i fattori determinanti sono infatti la presenza di coltivazioni di riso e di anatre selvatiche, oltre ovviamente alla popolazione umana. I ricercatori hanno studiato l'evoluzione di tre differenti focolai di aviaria in Tailandia e Vietnam.

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BLUE TONGUE

Sierotipo 8 in Italia Accertata la positività virologica per il virus della Lingua Blu - sierotipo 8 in quattro bovini nel veronese A PAGINA 3

La Commissione Qualità dell'ANMVI ha concluso i lavori e il 12 aprile presenterà il disciplinare che sarà oggetto di certificazione BPV. Nell'occasione si discuterà anche del progetto Leavet e della collaborazione con il SIVA (Sindacato Italiano Veterinari Ambulatoriali). Il convegno che l'ANMVI propone a Cremona sabato 12 aprile sarà un'importante occasione di confronto per la Categoria su temi di grande rilievo ed attualità: Buone Pratiche Veterinarie, Leavet e SIVA. Paolo Bossi ed Andrea Verme, rispettivamente presidente e componente della Commissione Qualità dell'Associazione, a conclusione dei suoi lavori, presenteranno i risultati dell'impegno espresso in più di un anno e mezzo di attività illustrando il Disciplinare che sarà oggetto di certificazione BPV e le sperimentazioni effettuate in 10 strutture veterinarie-pilota. Si parlerà anche del progetto Leavet con una relazione di Carlo Scotti, Presidente ANMVI, e degli sviluppi che l'iniziativa incomincia ad avere in alcune Regioni e del sostegno che l'ANMVI potrebbe dare al SIVA come strumento necessario e sinergico per la definizione dei rapporti convenzionali previsti dai Leavet.

Su questi temi la categoria veterinaria sta discutendo a diversi livelli e questo convegno, aperto a tutti i veterinari interessati, sarà l'occasione per tutti di portare le proprie posizioni confrontandole con quelle di altri colleghi. Il percorso di qualità e la creazione di una rete di strutture veterinarie private al servizio della sanità pubblica ed animale sono progettualità alle quali la dirigenza ANMVI sta lavorando alacremente e con l’impegno personale di molti Colleghi. È questa l’occasione per ringraziarli del lavoro che ogni giorno compiono lungo tutto lo Stivale. L’Associazione crede che in questi progetti vi siano opportunità di innalzamento della qualità e della dignità della professione veterinaria. Ognuno potrà liberamente fare le proprie scelte e decidere se dare o meno un forte segnale di riscatto e di riqualificazione sia agli occhi del pubblico che delle istituzioni. L'appuntamento è dunque per sabato 12 aprile, dalle ore 10.00, presso la sede ANMVI di Palazzo Trecchi, a Cremona. La partecipazione è libera e gratuita. Il programma dettagliato del convegno sarà diffuso nei prossimi giorni via posta elettronica. Per adesioni: info@anm■ vi.it - tel 0372/40.35.37 (36)

GRAZIE. A CHI? FINITO UN GOVERNO SAREBBE BELLO POTER DIRE: MILLE GRAZIE PER L'ASCOLTO CHE CI AVETE DATO. Purtroppo non è così. Ed è quindi giusto e doveroso ricordare quelli che meritano un grazie da parte del mondo veterinario. Il Ministro Turco si è scarsamente interessata di noi delegando il Sottosegretario Patta che, a sua volta, ha delegato molto al collega Sbizzera. Il Sottosegretario Zucchelli, a parte qualche raro momento, da buon sindacalista ha dato spazio solo ai sindacalisti. De Castro, disponibile ad ascoltarci quando era nelle sue competenze, nonostante pressioni diverse. Mussi, del tutto inesistente, ed il suo Sottosegretario Modica, di fronte alle nostre richieste, ci ha sempre soltanto detto che non poteva farci niente. La riforma degli Ordini proposta da Mastella per fortuna è morta per strada. Pecoraro Scanio si è impegnato per nuovi ruoli veterinari nel settore ambiente e fauna selvatica. Bersani era meglio che dormisse invece di sbattere le lenzuola. Il Sottosegretario Acciarini molto disponibile ed attenta alle nostre richieste. Cento, Sottosegretario all'Economia, gentile ma senza soluzioni. Nel complesso quindi un Governo che ci ha dato scarsa attenzione. In Parlamento vogliamo invece ringraziare due Senatori: Bodini e Tomassini che si sono sempre dimostrati disposti a sostenere le nostre richieste e comprendere le nostre esigenze. I Deputati Mantini, per la disponibilità al confronto, Pellegrino per la battaglia Onaosi, ed in particolare i due colleghi Gianni Mancuso e Rodolfo Viola che con grande impegno hanno sempre sostenuto le richieste del mondo veterinario. Ci farebbe molto piacere ritrovare ancora questi parlamentari nella prossima legislatura.

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Sanità animale Attualità

VETERINARIA 12 | 2008

3

BTV-sierotipo 8 in bovini da latte autoctoni Confermata dalla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario la positività virologica in un’azienda del veronese

RICERCA DELLE DIOSSINE IN DUE FASI

on è passato molto tempo da quando l’Italia smentiva la circolazione del virus della Bluetongue- sierotipo 8 nel Nord dell’Italia. La notizia era stata riportata da un quotidiano inglese dopo che un considerevole numero di bovini era stato importato dalla Francia in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Era il mese di agosto dello scorso anno. Gli animali erano stati introdotti dai distretti francesi che, in quel periodo, erano considerati non infetti. Prelevati i campioni dagli animali sensibili in loco, includendo tutti quelli delle aziende che hanno ricevuto anche animali dalla Francia e quelli nelle loro vicinanze, tutti i campioni risultavano negativi. Di conseguenza il CESME, il Centro di referenza nazionale e dell’Oie per la Bluetongue, poteva concludere “fino a quando non troviamo casi positivi e/o casi entro un raggio di 3 chilometri e/o sentinelle, il virus non circola e l’Italia non è infettata dal virus bluetongue sierotipo 8. Ad ogni modo, consideriamo che sono stati importati animali con anticorpi/antigeni positivi. In ogni caso, sembra sia stata dimostrata la difficoltà che il virus si possa diffondere nel Nord Italia”.

N

LA CONFERMA Il 27 marzo scorso, il Ministero della Salute Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario - ha comunicato ai Servizi Veterinari degli Assessorati Regionali, agli IZS, alle associazioni di categoria e ai Carabinieri per la Tutela della Salute che è stata confermata la positività virologica per il virus della Blue Tongue - sierotipo 8 - in bovini da latte autoctoni in un’azienda nel Comune di Isola della Scala, in provincia di Verona. L’azienda- si legge nella nota firmata il 27 marzo dalla Direttrice Gaetana Ferri- è sede di focolaio primario ed è composta da 139 bovini da latte. La Direzione ha anche informato gli organismi internazionali (ADNS Animal Disease Notification System e OIE Office International des Epizooties) e sono state istituite le zone di restrizione conformemente alla Direttiva 2000/75/CE e in ottemperanza al Regolamento 1266/2007/CE. La conferma è arrivata in data 25 marzo dal Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche dell’IZS di Teramo.

NUOVO REGOLAMENTO UE E intanto la Commissione Europea ha sottoposto al vaglio del Comitato Permanente per la

catena alimentare e la salute degli animali (Scfcah) una bozza di modifica al Regolamento 1266/2007 con nuove regole: consentire la circolazione degli animali in gestazione, ingresso autorizzato per gli animali con meno di quattro mesi non vaccinati e provenienti da zone a rischio, riduzione dei tempi di attesa da 60 giorni a 50, per verificare l’efficacia del vaccino, se c’è la garanzia del produttore. Il nuovo regolamento potrebbe entrare in vigore nel corso del mese di aprile, nel caso di un iter favorevole alla sua approvazione. La modifica vedrà un periodo transitorio fino al 31 dicembre di quest’anno.

E LA FRANCIA PENSA AL RICORSO Il ministro dell'agricoltura francese, Michel Barnier, ha informato la Commissione europea della sua intenzione di ricorrere alla Corte di giustizia europea contro l'ordinanza con cui il Governo italiano ha adottato unilateralmente misure restrittive all'introduzione di animali da vita, sensibili alla bluetongue e provenienti da zone di restrizione del territorio francese. Ne ha dato notizia in un comunicato il Commissario straordinario per le emergenze zootecniche, Ettore Ianì. In difesa del provvedimento, che dal 4 marzo consente l'ingresso in Italia solo di animali da vita vaccinati o naturalmente immunizzati e introduce limitazioni ai transiti di animali da vita e da macello, le Autorità italiane, continua il comunicato, si dichiarano pronte ad invocare il "principio di salvaguardia" anche alla luce dei risultati della recente ispezione comunitaria in Francia, ispezione che ha messo in evidenza le lacune nelle procedure di controllo previste dal regolamento 1266 del 2007. Michel Barnier, che si rifà all'articolo 227 del Trattato europeo, considera il provvedimento italiano non conforme al diritto comunitario perché di fatto rende "impossibile" la spedizione di animali dalle zone di restrizione francesi. Tuttavia, è lo stesso comunicato ufficiale del Ministero dell'Agricoltura francese a precisare che la procedura dell'articolo 227 prevede un periodo di tre mesi prima dell'effettivo deposito di ricorso presso la Corte UE. In questo lasso di tempo Barnier convocherà degli esperti per esaminare le misure sanitarie in atto e le raccomandazioni dalla Commissione Europea. Il ministro francese ricorda inoltre di aver ottenuto la fornitura di 400 mila dosi di vaccino per il trattamento di 200 mila capi destinati al mercato italiano. La Francia, conclude il comunicato, è il primo paese a disporre del vaccino contro il sierotipo 8. ■

“Un grande successo della prevenzione veterinaria italiana e un’ulteriore testimonianza della qualità e della sicurezza dei nostri prodotti alimentari’’. È soddisfatto il Ministro della Salute Livia Turco per come è stata affrontata la vicenda della “mozzarella alla diossina”, dalle autorità e dalla stampa. A seguito dell’intesa raggiunta con le autorità europee, il Ministero della Salute ha definito un programma straordinario per la ricerca delle diossine che la Regione Campania dovrà adottare al fine di garantire la salubrità dei prodotti lattiero-caseari posti in commercio. Il programma si compone di due fasi. La prima fase consiste in un controllo ufficiale su tutti i caseifici che insistono nel territorio delle province di Caserta, Avellino e Napoli (circa 400) che trattano latte di bufala. Sarà prescritto il divieto di commercializzazione del latte e dei relativi prodotti fino ad esito favorevole dell’analisi. In caso di esito sfavorevole, si procederà al prelievo di latte nei singoli allevamenti il cui latte faceva parte del campione. Tali allevamenti non potranno conferire latte fino all’esito favorevole delle analisi. Inoltre, si procederà al controllo anche nelle aziende limitrofe, nel raggio di 3 km. Il latte ed i prodotti lattiero caseari, bloccati in attesa dell’esito delle analisi, in caso di esito sfavorevole del campione non verranno commercializzati. Tutti i risultati delle analisi effettuate saranno messi a disposizione della Commissione entro metà aprile. Conclusa la prima fase nelle sopraccitate tre province si procederà, con lo stesso approccio, al controllo dei caseifici ubicati nelle province di Benevento (25 caseifici) e Salerno (185 caseifici). I risultati di questi ulteriori controlli saranno comunicati alla Commissione entro il 25 aprile. Attualmente, la capacità dei laboratori ufficiali italiani è di 150 analisi in circa 15 giorni. I laboratori di riferimento europei, indicati dalla Commissione UE, analizzeranno il resto dei campioni in modo che i risultati possano essere disponibili nel più breve tempo possibile (10-15 giorni a partire dall’inizio del campionamento). Nella seconda fase, una volta disponibili i risultati analitici, sarà fatta una analisi epidemiologica per la individuazione della estensione del fenomeno, e sarà resa disponibile una mappa rappresentativa della situazione, in modo da poter procedere ad eventuali ulteriori controlli. Saranno presi in considerazione anche i dati storici, raccolti dal 2003 ad oggi. Una volta individuate le zone a rischio, si procederà ad un controllo conoscitivo, senza blocco cautelare, su tutti gli allevamenti bovini ed ovi-caprini.

OMS: STUDIARE IL RAPPORTO CON L’INQUINAMENTO l responsabile del Centro di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Walter Pasini ha dichiarato: “Ha fatto bene il ministero della Salute a predisporre un programma di controlli su tutti i caseifici che lavorano latte di bufala in sei province campane, dopo questo piano di controlli a tappeto dovrà capire da dove ha avuto origine la diossina che ha contaminato il latte. “I controlli sulla totalità dei caseifici vanno benissimo - osserva Pasini - perché il campione non è mai rappresentativo dell’universo e può riguardare una zona che non rispecchia la totalità della realtà produttiva’’. Per l’esperto dell’Oms è anche importante che ci sia “una vidimazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e non solo da parte delle Aziende sanitarie locali’’. Ma

I

terminati i controlli, prosegue Pasini, bisognerà capire da dove è arrivata la diossina che ha contaminato il latte. Pasini si è inoltre “stupito’’ delle affermazioni fatte nei giorni scorsi da alcuni esperti che hanno fatto riferimento alla tollerabilità di valori minimi di questa sostanza tossica: “la diossina - dice Pasini - non deve esserci nel latte né negli altri alimenti. Si tratta di un inquinante e perciò va studiato il rapporto fra l’inquinamento ambientale e la presenza di questa sostanza negli alimenti. Se c’è legame con le discariche abusive, questo va appurato con chiarezza. Non si può escludere - conclude - finché non si saprà con certezza quali tipi di rifiuti siano stati sotterrati e finché non si appurerà in modo scientifico qual è la causa della presenza di diossina’’.


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4 Attualità Laurea e lavoro

VETERINARIA 12 | 2008

Peggiora la situazione occupazionale dei veterinari

con il livello qualitativo del Corso di Laurea. In altre parole i laureati di Torino trovano più facilmente un lavoro perché sono laureati a Torino?

AlmaLaurea ha pubblicato i dati del settore veterinario aggiornati al 2007

Certamente la Facoltà di Torino è ritenuta una delle migliori sul piano nazionale ma questo ha un peso diretto nella possibilità di trovare un'occupazione? Se un laureato si presenta presso una struttura veterinaria, offrendosi per un’assunzione o collaborazione, se si è laureato a Torino cambia veramente le cose? Viene accolto diversamente rispetto ad altri? Guardando e confrontando i dati che abbiamo credo che sia difficile poter affermare che questo avviene. Può avere un peso ma non è particolarmente determinante. Da un’indagine fatta da noi su un gruppo di titolari di strutture di grosse o medie dimensioni era emerso che la facoltà di provenienza lasciava abbastanza indifferenti nella convinzione che il giovane laureato, comunque, avrebbe dovuto imparare tutto durante un periodo di tirocinio interno alla struttura, motivo per cui si pensava dovesse essere retribuito poco o niente visto che non dava un contributo al lavoro, ma, anzi, si perdeva tempo ad insegnargli tutto. Quello che invece poteva avere un peso nella scelta era l'Istituto o il Professore che il giovane laureato aveva frequentato durante il Corso di laurea. Se questo docente era apprezzato per la sua serietà e capacità, espresse magari anche in ambito congressuale, il laureato era certamente considerato in modo più attento e positivo.

di ANTONIO MANFREDI e un laureato in Medicina Veterinaria del 2004 aveva il 50,7% di probabilità di trovare un'occupazione entro un anno, per il laureato del 2005 questa era diminuita al 43,9, per ridursi ancora al 37,2 per quelli che hanno conseguito la laurea nel 2006. Detta in altri termini, un laureato su due del 2004 aveva un lavoro dopo un anno mentre solo uno su tre del 2006, dopo un anno, poteva vantare un'occupazione. Non è una differenza da poco. Segno evidente che la situazione sta peggiorando con grande velocità e qualche rimedio deve essere trovato al più presto.

S

IL 41,5% CERCA LAVORO Vedendo gli stessi dati da un altro punto di vista la situazione è ancora più chiara: i laureati che dichiarano di aver cercato un lavoro senza trovarlo, sempre ad un anno dalla laurea, sono passati dal 35,5% per quelli del 2004, al 37,4 del 2005 sino al 41,5 del 2006. Sono aumentati molto anche quelli che hanno continuato a studiare sia per avere poi maggiori opportunità di trovare un'occupazione sia perché non trovando lavoro sono costretti a continuare gli studi come "area di parcheggio" in attesa di diverse occasioni.

L’11% DAL 2002 SENZA LAVORO Questi laureati, sempre dopo un anno, erano il 13,8% per il 2004, il 18,7 per il 2005 ed il 21,3 per il 2006. Con il passare degli anni ovviamente questi dati cambiano; ad esempio

dopo cinque anni dalla laurea, riferito ai laureati del 2002, quelli occupati sono l'89,5%, ma questo significa anche che dopo cinque anni circa l'11% dei laureati è ancora senza lavoro. Un dato veramente allarmante ed inaccettabile. Se poi prendiamo un altro dato riferito al 2002, fra i laureati di quell'anno quelli che cercavano un lavoro dopo un anno erano solo il 26,7% mentre lo stesso dato riferito al 2006 è arrivato al 41,5%. Questi dati confermano purtroppo quanto l'ANMVI sta dicendo da tempo: la situazione occupazionale nel settore veterinario è sempre più critica e se consideriamo anche la forte condizione di sottoccupazione, a volte anche di sfruttamento, che i dati AlmaLaurea non evidenziano, non vi è dubbio che diventa sempre più urgente trovare delle soluzioni che pur non penalizzando le Università permettano di garantire a tanti giovani laureati una prospettiva in campo professionale.

51%

COMPLIMENTI A TORINO A questo punto può essere interessante andare a vedere gli stessi dati riferiti ad alcune Facoltà anche per valutare l'andamento in diverse regioni. La tabella che pubblichiamo permette facili confronti anche se è giusto sottolineare che mentre i dati nazionali basandosi su un campione più ampio sono certamente attendibili quelli delle diverse facoltà risentono molto del campione ristretto e di fattori particolari che possono incidere in modo significativo. Prendendoli comunque per buoni, la palma d'oro occupazionale quest'anno è doverosamente attribuita a Torino che vanta una percentuale di laureati occupati dopo un anno dalla laurea del 66,7%, in crescita rispetto agli anni precedenti (47,4 per il 2005 e 58,8 per il 2004). Cosa abbiano trovato da fare questi giovani laureati, in una regione che è tra quelle che maggiormente soffre la concorrenza e le tensioni del mercato, sarebbe tutto da scoprire, ma il dato è questo. Di conseguenza la percentuale di quelli che dopo un anno stanno ancora cercando lavoro è, ovviamente, molto bassa, solo l'11,1%. Al secondo posto troviamo Padova con la percentuale di occupati del 58,3%, seguita da Parma con il 50%. Le altre sono tutte sotto il 40%. Agli ultimi posti Bari con il 21,4% ed infine Sassari con solo il 19,2%. Ho provato anche a pensare se queste percentuali potevano avere un nesso o un rapporto diretto

i laureati del 2004 che risultano occupati dopo un anno dalla laurea _____________

44% i laureati del 2005 che risultano occupati dopo un anno dalla laurea _____________

37% i laureati del 2006 che risultano occupati dopo un anno dalla laurea

LAUREATI PRE-RIFORMA DELLE SESSIONI ESTIVE 2006/2005 e 2004 CONDIZIONE OCCUPAZIONALE AD UN ANNO DALLA LAUREA FACOLTÀ

OCCUPATI

NON LAVORANO E NON CERCANO

NON LAVORANO MA CERCANO

2006

2005

2004

2006

2005

2004

2006

2005

2004

TOTALE

37,20

43,90

50,70

21,30

18,70

13,80

41,50

37,40

35,50

BARI

21,40

50,00

33,30

28,60

16,70

11,10

50,00

33,30

55,60

BOLOGNA

35,50

38,90

64,20

29,00

25,00

7,50

35,50

36,10

28,30

MESSINA

34,60

38,90

48,00

26,90

11,10

14,00

38,50

50,00

38,00

PADOVA

58,30

33,30

50,00

16,70

50,00

25,00

25,00

16,70

25,00

PARMA

50,00

33,30

62,10

12,50

16,70

13,80

37,50

50,00

24,10

PERUGIA

37,00

69,20

33,30

11,10

15,40

13,30

51,90

15,04

53,30

SASSARI

19,20

36,40

26,30

23,10

27,30

26,30

57,70

36,40

47,40

TORINO

66,70

47,40

58,80

22,20

10,50

11,80

11,10

42,10

29,40

Le Facoltà presenti nella tabella sono solo 8 su 14 perché non tutte le Università aderiscono al progetto ALMA LAUREA.

RAPPORTO TRA FACOLTÀ E LAVORO

SASSARI: IL 57,7% CERCA LAVORO Per finire l'analisi di questi dati vediamo le percentuali di quelli che dopo un anno cercano ancora lavoro. Quella che sta peggio è certamente Sassari con una percentuale del 57,7%, poi abbiamo Perugia con il 51,9% seguita da Bari con il 50%. Le altre sono tutte sotto il 40%. Di Torino abbiamo già detto che con solo l'11,1% è veramente al top, ma anche Padova con il 25% merita un doveroso riconoscimento. Un pensiero mi viene spontaneo e mi permetto di esprimerlo anche se farà innervosire qualcuno e mi farà perdere la tanto agognata Laurea Honoris Causa: di fronte a questi dati non sarebbe logico che qualche facoltà incominciasse a pensare seriamente ad un drastico taglio dei suoi iscritti evitando di continuare a laureare disoccupati? Non pensate, e qui me la gioco veramente tutta, che qualche Facoltà potrebbe convertirsi su obiettivi diversi visto che 14 sono veramente troppe? Sono pronto a dare spazio nella rubrica "Lettere al direttore" ad ogni intervento di commento critico a quanto da me scritto, riservandomi, ovviamente, di difendere il mio ragionamento. ■



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6 Attualità Status dell’equide

VETERINARIA 12 | 2008

La FISE chiede il bando della macellazione del cavallo Una legge che riconosca gli equidi solo come animali d’affezione. È l’obiettivo della petizione lanciata con gli Animalisti Italiani mattatoi clandestini e delle importazioni illegali, che vedono gli equini affrontare viaggi e morte in condizioni raccapriccianti, recando con sé pericolose malattie infettive.

TUTELA DEL CAVALLO La Federazione Italiana Sport Equestri ricorda che negli ultimi anni, ha posto una particolare attenzione alla tutela del cavallo, attraverso il Dipartimento di Tutela del Cavallo, e che ri-

spetto del cavallo quale essere vivente deve costituire il principio primo e il dovere morale su cui fondare tutte le attività equestri. Nel presentare l’iniziativa della raccolta firme, la Federazione ricorda la richiesta ai proprietari dei cavalli iscritti nei ruoli federali di operare una scelta etica sul destino finale del proprio equide e sottoscrivere l’opzione di scelta della non macellazione, contenuta nel capitolo IX del documento di identità FISE. “È in tale prospettiva - si legge al sito della Federazioneche si colloca la sinergia con un’associazione animalista attiva con grande autorevolezza nel campo della salvaguardia dei diritti animali come gli Animalisti Italiani”. ■

AIE, QUARANTENA PER L’IPPODROMO DEL VISARNO n cavallo di 5 anni, il galoppatore Trust Me, è affetto da anemia, e di conseguenza l’Ippodromo del Visarno, che lo aveva ospitato nelle sue scuderie, dovrà adottare il regime di quarantena al quale era già sottoposto dopo un’ordinanza delle autorità sanitarie locali, seguita alla positività delle prime analisi. Di conseguenza slitta, o forse salta del tutto, la stagione del galoppo, che sarebbe dovuta cominciare il 3 aprile. (foto ANSA) La conferma è arrivata direttamente dalle analisi effettuate sul sangue del cavallo nel laboratorio di Pisa, che già a fine febbraio era risultato positivo al ‘coggin test’. “Le nuove analisi hanno confermato l’esito delle precedenti - ha detto il dottor Giuseppe Petrioli, direttore del dipartimento prevenzione della Asl -. Purtroppo il cavallo è affetto da anemia infettiva, e quindi automaticamente scatta la quarantena per l’Ippodromo del Visarno”. Riunioni bloccate quindi, con i circa

U na raccolta di firme per richiedere al Governo Italiano e al Parlamento di approvare una legge ad effetto immediato che riconosca gli equidi come animali d’affezione e bandisca la loro macellazione. L’ha promossa la FISE insieme agli Animalisti Italiani, sotto l’egida dell’Associazione Parlamentare “Amici del Cavallo”. Il Senato della Repubblica è stato la sede istituzionale che ha voluto accogliere e presentare questa e altre proposte finalizzate alla salvaguardia del benessere del cavallo. “Il cavallo” dichiara il Senatore Tomassini, Presidente dell’Associazione parlamentare “Amici del Cavallo, “è stato uno dei primi compagni dell’uomo, simbolo della forza, della velocità, dei sogni, della fuga e della libertà; da sempre vicino all’uomo lo ha aiutato nel lavoro e lo ha condotto nelle battaglie. Nella storia molte sono le gesta compiute da uomini e cavalli e ancora oggi questo animale riunisce intorno a sé un universo articolato che lo vede vicino all’uomo a contatto con la natura nel rispetto dell’ambiente e del territorio, nello sport e nell’agricoltura.”

U

LE MOTIVAZIONI Nella petizione è scritto che gli sport equestri si differenziano dalle altre discipline sportive perché prevedono l’interazione tra due atleti diversi: il cavaliere ed il cavallo; tutti coloro che praticano l’equitazione sono dunque chiamati, secondo un principio di responsabilità, a compiere scelte etiche importanti che incidono sulla vita e sul destino di un altro essere vivente. A questo proposito, la FISE si è posta l’obiettivo di assumere un ruolo di riferimento, anche a livello internazionale, nell’affermazione dei principi e delle norme che tutelano il benessere del cavallo. La petizione vuole gettare le basi affinché gli equidi, da sempre così generosamente fondamentali per il progresso umano, assumano a ogni diritto, nel nostro Paese, lo status di “animali d’affezione”. Vale a dire animali non commerciabili per l’uso delle carni e dei pellami, dunque non più macellabili, a fronte di un attuale mercato - d’importazione e non - di cui purtroppo fanno parte il fenomeno dei

80 cavalli ospitati all’interno della struttura che per quaranta giorni non potranno uscire dall’ippodromo, né altri cavalli potranno entrare al Visarno, il tutto per evitare possibili contagi. “La quarantena - spiega ancora il dottor Petrioli - è scattata il 7 marzo, quindi intorno al 16 o al 17 aprile verrà ripetuto il test su tutti i cavalli presenti nell’ippodromo. Se tutti daranno esito negativo, la struttura potrà essere riaperta”. Nel frattempo sarà impossibile svolgere regolarmente le gare in programma al Visarno: in teoria gli 80 cavalli già all’interno potrebbero correre fra di loro, ma non è pensabile allestire un programma di corse senza l’apporto dei galoppatori provenienti da altre città. Per questo anche la prestigiosa Corsa dell’Arno, in programma il 25 aprile, è ora a fortissimo rischio. La Corsa dell'Arno è la più antica corsa in Italia, istituita nel 1827 e sempre disputata salvo pochissime eccezioni. (ANSA).

“NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE” 'espressione "nel più breve tempo possibile" deve essere "compatibile con un intervallo temporale breve e comunque non superiore ai quindici giorni". La precisazione viene dalla Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del Ministero della Salute, a proposito di identificazione degli equidi. In merito, la Direzione ha disposto una nota di chiarimenti indirizzata ai Servizi Veterinari delle Regioni, all'UNIRE e al Ministero delle Politiche Agricole. La nota, firmata il 14 marzo da Gaetana Ferri, precisa così l'articolo 2 punto 5 dell'ordinanza ministeriale 18 dicembre 2007, la quale prevede che qualora nel corso dell'esecuzione dei controlli siano rinvenuti equidi non ancora identificati ai sensi del DM 5 maggio 2006 gli animali in questione debbano essere identificati a cura del proprietario o del detentore "nel più breve tempo possibile".

L

PASSAPORTO ANICA opo l'UNIRE anche l'Associazione Nazionale Cavallo Arabo (ANICA) ha predisposto una circolare di allineamento dei cavalli puro sangue arabo alle linee guida ed ai principi dell'anagrafe equina. In base al decreto del 5 maggio 2006, tutti i cavalli dovranno essere in possesso di passaporto sul quale dovrà essere compilato il capitolo IX relativo alla destinazione finale dell'animale e tutti i cavalli dovranno essere identificati con microchip. Pertanto l'ANICA ha invitato tutti i proprietari ad adeguarsi seguendo le indicazioni dettagliate nella circolare per la registrazione dei puledri 2008. Con Decreto n. 21636 del 19 novembre 2007, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha attribuito la tenuta del Libro genealogico del cavallo purosangue arabo all'ANICA. Per la denuncia della nascita di puledri, la circolare ricorda che l'UNIRE non registra più i puro sangue arabi e raccomanda di non inviare documentazione presso questo Ente. Quanto al microchip la circolare dettaglia le indicazioni per il proprietario e il veterinario (puledro e fattrice senza microchip).

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8 Diritto di replica

VETERINARIA 12 | 2008

Tesi da maschi? Non è così La docente di Torino chiarisce la questione della tesi “vietata” alle donne A proposito di tesi di laurea sui bovini e pari opportunità (v. Professione Veterinaria n. 10/ 2008), la professoressa Maria Teresa Capucchio (foto), docente di Medicina Veterinaria di Torino, ci ha scritto per chiarire il suo pensiero. Chiamata in causa dall’articolo pubblicato sul “Corriere della sera” dell’11 marzo 2008 dal titolo “Tesi di laurea vietata alle donne, proteste a Veterinaria”, la professoressa Capucchio spiega a Professione Veterinaria: “Proponendo agli studenti una tesi di laurea inerente uno studio clinico e anatomo-patologico sui bovini ho ritenuto importante segnalare le difficoltà che questo lavoro avrebbe comportato e pertanto di suggerire la candidatura di soggetti di sesso maschile. Ovviamente le ragazze non avrebbero dovuto sentirsi escluse e se si fossero proposte avrei dato loro ampia possibilità di partecipazione. Lavorare con le vacche di 500 700 kg è a mio avviso, difficile soprattutto per chi, come me, arriva appena a 50 kg di peso. Eseguire una necroscopia completa ad un bovino richiede notevole forza fisica soprattutto per l’apertura del costato e della scatola cranica. Personalmente, dopo 15 anni di esperienza in campo, mi sono resa conto che, per fare

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un buon lavoro in tempi adeguati, ho bisogno dell’aiuto costante di almeno un collega. Inoltre interfacciarsi con gli allevatori non è sempre facile. Purtroppo, in tutta Italia, esistono ancora molte realtà rurali, soprattutto in aree marginali montane o pedemontane, in cui l’ingresso in stalla di una donna crea molte perplessità”. “Personalmente - prosegue la docente - non avevo alcuna intenzione di escludere le ragazze da questa opportunità di studio; purtroppo conoscendo bene le difficoltà che avrebbero potuto incontrare ho preferito invitare un candidato maschio per evitare inutili delusioni e risentimenti in corso d’opera. Sono tuttavia pienamente consapevole che da alcuni anni il mestiere del veterinario è tutto in rosa. Nella nostra Facoltà le donne infatti costituiscono circa il 70% degli iscritti, molte delle quali si laureano con ottime votazioni entro 5 anni, dimostrando il loro impegno e le loro ottime capacità. Molte ragazze l’ultimo anno si iscrivono al Corso Integrato Professionalizzante (CIP) “Allevamento e clinica dei ruminanti” desiderose di svolgere la loro professione in questo ambito. Per emergere dovranno studiare molto e affrontare tante difficoltà, ma con la buona volontà molte cose si superano. In tutti i miei anni di lavoro ho avuto quasi sempre tesiste e collaboratrici di sesso femminile, alcune delle quali attualmen-

PRECARI TRADITI

te occupano anche interessanti posizioni lavorative. Ho sempre constatato nelle donne ottime capacità soprattutto in laboratorio ove spesso si dimostrano più precise dei loro colleghi uomini”. In conclusione, la professoressa Capucchio sostiene che la vicenda sia “esplosa per una semplice incomprensione e non sia degna di così tanta attenzione quanto invece la mancanza di fondi per la ricerca e la difficoltà nel reclutamento del personale, problemi che da anni affliggono le Università italiane e che spesso finiscono nel dimenticatoio”. ■

"Prima di lasciare la presidenza del Consiglio dei ministri, il premier Romano Prodi sta per riservare l'ultima amara sorpresa ai precari che lavorano al ministero della Salute. Professionisti che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo più di 15 anni di esperienza". A lanciare l'allarme è stata l'ANMVI (Associazione nazionale medici e veterinari italiani), preoccupata della sorte di circa 200 professionisti, per lo più veterinari (180), che prestano servizio sia negli uffici centrali che nei molteplici uffici periferici del ministero della Salute (porti, aeroporti, uffici regionali per il controllo della merce comunitaria). Nel comunicato stampa dell’Associazione si legge che questi Colleghi “anche se assunti tramite pubbliche prove concorsuali, sono a tutti gli effetti precari e a poco sono servite le promesse di stabilizzazione scritte dal Ministro della Salute Livia Turco e l’impegno formale preso in tal senso dal Governo in Parlamento”. Il decreto sul reclutamento dei dirigenti delle professionalità sanitarie del Ministero della Salute pensato dal Governo non solo rovinerebbe la vita di 200 famiglie, ma minerebbe in profondità l’efficienza del Sistema Salute del nostro Paese, privando la Pubblica Amministrazione di figure professionali che, grazie alla loro esperienza, sono diventate essenziali per la corretta gestione di qualsiasi emergenza sanitaria. A fronte di impegni non mantenuti anche la FNOVI è intervenuta definendo “un atto di discontinuità” l’atteggiamento del governo “su questa e su altre partite (vedi l'applicazione del comma 566 dell’articolo 1 della Legge Finanziaria 2007, che stabilizza solo il personale non dirigente degli IZS)”. La FNOVI aggiunge che la Categoria attende dalla politica atti consapevoli: “si riconosca l’esigenza di disporre dei contingenti veterinari degli IZS e del Ministero della salute, si riconoscano i diritti dei veterinari precari che da molti anni hanno visto stabilizzata solo la loro precarietà”. Il decreto prevede un concorso pubblico per esami e riserva il 30% dei posti di dirigente delle professionalità sanitarie del Ministero della salute al personale assunto anteriormente alla data del decreto stesso presso il Ministero della salute con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata non inferiore atre tre anni, anche non continuativi, in una qualifica corrispondente a quella di dirigente delle professionalità sanitarie. I veterinari precari del Ministero della Salute hanno chiesto di essere convocati.



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10 Riflessioni BPV, Leavet e SIVA

VETERINARIA 12 | 2008

La moglie piena e la botte ubriaca di ANTONIO MANFREDI o già che questo mio intervento scatenerà le ire di qualcuno, qualcuno che vuole difendere lo statu quo per interesse o solo per mancanza di lungimiranza, ma credo che dopo quasi venticinque anni di impegno per la categoria veterinaria, con una visione esterna, non essendo Medico Veterinario, possa permettermelo o, forse ancora meglio, debba permettermelo proprio per il ruolo che continuo a ricoprire. Ho seguito negli ultimi giorni il vivace dibattito sviluppatosi sulla Vetlink a proposito della decisione del Consiglio dell'ANMVI di sostenere il progetto di rilancio del SIVA (Sindacato Italiano Veterinari Ambulatoriali) e sinceramente penso che, se la categoria veterinaria dovesse essere giudicata da quanto emerso, la sua immagine, purtroppo già non molto positiva, ne uscirebbe ulteriormente deteriorata. Fra interventi ragionati ed equilibrati si è anche potuto leggere di tutto ed il contrario di tutto, spesso senza alcuna riflessione concreta, solo per partito preso o per essere contro a tutti i costi, senza motivare le posizioni, solo per farsi sentire o cogliere l'occasione per promozionare altre iniziative o associazioni.

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IL PECCATO "ORIGINALE" Il ritornare poi, dopo anni ed ampie spiegazioni che giustificano la scelta federativa e la

piena legittimazione democratica dell'ANMVI, ancora al "peccato originale" come unico elemento di critica, non potendo ovviamente trovarne altri, è per lo meno penoso. Lo diventa ancora di più quando gli stessi critici hanno ringraziato Dio che l'ANMVI si sia più volte impegnata in azioni di grande interesse per tutti i veterinari investendo molto tempo e soldi. Le circa 5.500 firme giunte all'ANMVI a sostegno della sua battaglia contro l'obbligo ONAOSI non sono forse un riconoscimento del ruolo dell'associazione e della sua legittimazione a rappresentare il mondo veterinario? Ho l'impressione che molti veterinari, soprattutto quelli che stanno alla finestra criticando i pochi colleghi che nelle strade cercano di cambiare la situazione, vogliano solo avere la moglie ubriaca e la botte piena senza rendersi conto che la cosa è impossibile. Qualcuno arriva anche a richiedere, se non pretendere, di avere la moglie piena e la botte ubriaca.

IL MONDO ANIMALISTA Chiariamo allora alcune cose che mi sembra non siano state recepite o che qualcuno fa finta di non capire. Il mondo animalista da tempo chiede, sia per il fenomeno del randagismo sia per i proprietari indigenti, un servizio veterinario di assistenza gratuito o almeno a prezzi particolarmente contenuti. Il problema è arrivato ad un punto tale che il mondo politico, di qualsiasi colore sia, vuole trovare una soluzione. Una parte del mondo animalista, sostenuta alla grande da una componente della veterinaria

pubblica, vorrebbe creare decine di strutture veterinarie pubbliche per dare questo servizio. Qualche esempio lo abbiamo già. Che poi queste strutture si aprano indiscriminatamente a chiunque non interessa a nessuno. Che il mondo professionale veterinario privato si possa trovare poi di fronte a concorrenti in posizione dominante, scorretta, se non del tutto "sleale", interessa solo ai veterinari che perderanno clienti. Questa veterinaria pubblica crede molto in questo progetto perché da un lato giustificherebbe il mantenimento dell'attuale numero dei dipendenti veterinari, oggi in leggera contrazione in alcune regioni, e dall'altro permetterebbe a molti di loro di lasciare la funzione di controllo, delegandola magari ai "convenzionati", restando più tranquillamente nella struttura della ASL. Qualcuno in lista ha scritto che questa possibilità è impensabile visto che il SSN non ha più un euro e prima di pensare agli animali sarebbe bene pensare agli umani. Lo stesso giorno di questo intervento è stata inaugurata a Napoli la struttura del Frullone, ospedale veterinario pubblico aperto ad ogni servizio e prestazione, a dimostrazione che quando ci sono interessi elettorali o pressioni sindacali, tutto è possibile, anche buttare soldi al vento, ed il nostro paese si è sempre dimostrato specialista in questo senso.

IL PROGETTO LEAVET Se vogliamo, come sarebbe logico, offrire questi servizi in convenzione, correttamente retribuiti, salvaguardando le strutture private, l'unica alternativa sono i Leavet proposti dall'ANMVI, altrimenti sarà una battaglia persa. I Leavet infatti potranno garantire la soddisfazione delle richieste sempre piu pressanti del mondo animalista e di molti proprietari, lasciando questa fetta di lavoro in mano ai privati con grossi vantaggi per lo Stato, in termini economici, di qualità di servizio e di presenza territoriale. Ai Leavet potrà aderire chi vuole, senza alcun vincolo di iscrizione ad associazioni o

sindacati, e non è certo un'iniziativa in conflitto con il progetto di crescita qualitativa delle strutture o di certificazione delle stesse, come è stato scritto da alcuni sulla lista, perché certamente le Regioni, per fare le convenzioni, richiederanno un minimo di garanzia di qualità delle prestazioni. In un altro intervento che ho letto sulla Vetlink, un veterinario sosteneva l'inutilità dei Leavet visto che lui questo servizio lo offre già, rendendosi disponibile ad intervenire gratuitamente per associazioni animaliste o proprietari in difficoltà economiche. Comprendo il bel gesto, ma mi spiegate perché un'esigenza sociale, invece che essere risolta dallo Stato, debba essere soddisfatta dalla beneficenza professionale? Non è più logico o corretto che i milioni di euro che oggi vengono sprecati per progetti inutili ed assurdi vengano utilizzati per un'iniziativa che garantirebbe ai veterinari un corretto riconoscimento della loro attività professionale? Non credo che questo toglierebbe nulla alla missione del veterinario ed alla sua doverosa attenzione verso la salute ed il benessere degli animali. Essere "animalisti", non significa per forza dover lavorare gratis.

SIVA: IL SINDACATO Per quanto riguarda il SIVA, l'ANMVI non ha creato alcun nuovo sindacato. Il SIVA (Sindacato Italiano Veterinari Ambulatoriali) esiste da almeno 20/25 anni. L'ANMVI ha solo ritenuto che valesse la pena appoggiarsi a questo sindacato, già nella Federazione Medici UILFPL, in quanto strumento necessario per poter sostenere il progetto Leavet e gli interessi dei veterinari privati nel momento in cui si arriverà in SISAC (organismo delegato alla contrattazione delle convenzioni nel settore sanitario) a definire le tariffe convenzionate. La scelta di aderire a questo sindacato è del tutto personale ed autonoma e non è in alcun modo obbligatoria per chi volesse aderire al progetto Leavet. Mi sembra che sia tutto molto semplice e chiaro. ■



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12 Attualità Previdenza complementare

VETERINARIA 12 | 2008

Perseo, il secondo pilastro dei veterinari SSN L’1% del TFR accantonato sarà a carico del dipendente e l’1% a carico dell’Amministrazione. Adesione volontaria dopo il via libera della COVIP

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’Accordo per l’adesione da parte del personale medico - veterinario al Fondo nazionale di pensione complementare per i lavoratori dei comparti delle regioni e

delle autonomie locali e del Servizio sanitario nazionale è approdato alla Gazzetta Ufficiale (GU n. 71 del 25-3-2008). L’Accordo è stato firmato il 5 marzo scorso dalle organizzazioni sindacali dell’area medica e veterinaria che hanno così sottoscritto l’adesio-

ne al Fondo pensione complementare denominato Perseo.

ADESIONE L’adesione individuale a PERSEO è libera e volontaria. Possono aderire al Fondo pensione i medici e i veterinari del Servizio sanitario nazionale assunti con una delle seguenti tipologie di contratto: contratto a tempo indeterminato; contratto part-time a tempo indeterminato; contratto a tempo determinato, anche part-time, e ogni altra tipologia di rapporto di lavoro flessibile, secondo la disciplina legislativa e contrattuale vigente nel tempo, di durata pari o superiore a tre mesi continuativi.

LE ALIQUOTE Le aliquote contributive da calcolare sugli elementi utili all’accantonato del TFR, secondo quanto previsto dall’art. 34 del CCNL 10 febbraio 2004, sono così determinate: 1% a carico del dipendente; 1% a carico dell’Amministrazione. Sono conferite figurativamente e contabilizzate dall’INPDAP: la quota del 2% della retribuzione utile al calcolo del TFR per i dipendenti occupati al 31 dicembre 1995 e di quelli assunti dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2000; l’1,5% della parte contributiva ex art. 2 - commi 4 e 5 - del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 dicembre 1999; l’intero accantonamento del TFR maturato nell’anno per i lavoratori assunti successivamente al 31 dicembre 2000.

LA QUOTA La quota d’iscrizione, una tantum, al Fondo pensione è stabilita in Euro 2,75 a carico dell’Amministrazione mentre quella a carico del lavoratore verrà stabilita dal Consiglio di amministrazione. La quota d’iscrizione a carico dell’Amministrazione è assolta, in unica soluzione, al momento della costituzione del Fondo pensione, sulla base del numero dei dipendenti dell’Area interessata. La quota associativa è fissata dal Consiglio di amministrazione e indicata sulla nota informativa.

COVIP Il Fondo di pensione complementare nazionale per i dipendenti dei comparti regioni ed autonomie locali e del Servizio sanitario nazionale (PERSEO) è stato certificato dalla Corte dei conti e si sono conclusi i lavori per la definizione dello Statuto. Le adesioni individuali al Fondo pensione potranno aver luogo a far tempo dall’autorizzazione all’esercizio rilasciata dalla COVIP (Commissione di Vigilanza dei Fondi Pensione). ■

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14 Legale Sentenze

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VETERINARIA 12 | 2008

È abbandono la reimmissione di randagi nel territorio Bocciata dal TAR della Puglia la liberazione di soggetti sterilizzati per consentire l’ingresso in canile di randagi morsicatori on ricorso notificato a gennaio un’associazione protezionistica aveva impugnato l’ordinanza (n. 38 del 16 novembre 2007) con cui il Sindaco di Foggia, disponeva “la reimmissione sul territorio di un numero imprecisato di animali, previa sterilizzazione e applicazione di microchip, al fine di accogliere quelli randagi mantenendo invariato il numero dei capi ospitati dal canile”. La motivazione del provvedimento si legava alla “presenza, sul territorio comunale, di cani randagi aggressivi e morsicatori presenza e pericolosità denunciate, più volte, nell’arco temporale di un anno, da vari cittadini alla pubblica autorità - e constatato che il canile municipale, gestito dalla ricorrente, non dispone di ulteriori celle per accogliere altri cani”.

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QUESTIONE D’URGENZA La sentenza del tribunale amministrativo della Puglia, del 13 marzo scorso, ritiene fondato il ricorso e dispone quindi l’annullamento dell’ordinanza. Sul piano della forma, lo strumento dell’ordinanza contingibile ed urgente “non può essere utilizzato per soddisfare esigenze che siano invece prevedibili ed ordinarie”. La AUSL di Foggia, fin dal 26 gennaio 2007, aveva segnalato al Sindaco la necessità di individuare o eventualmente costruire 10 celle da destinare al ricovero di cani morsicatori; inoltre, tra gennaio e maggio 2007 sono pervenute alle autorità municipali numerose segnalazioni e denunce ri-

guardanti la presenza sul territorio di cani randagi e pericolosi. Dicono i giudici che “la situazione testé delineata avrebbe giustificato l’adozione di un’ordinanza contingibile e urgente (in disparte ogni considerazione sul contenuto, di cui si dirà in seguito) a gennaio 2007 o, al più, nei primi mesi dello stesso anno, quando cioè l’urgenza di provvedere e la necessità di fronteggiare il pericolo per la pubblica incolumità erano appena emersi”.

REATO DI ABBANDONO Ciò basta a determinare l’accoglimento del ricorso. Tuttavia i giudici aggiungono considerazioni in materia di abbandono: “Il provvedimento adottato - si legge nella sentenza- è, peraltro, illegittimo anche sotto diverso ed ulteriore profilo dal momento che, pur asseritamente diretto a fronteggiare l’emergenza dei cani morsicatori, si pone in violazione dell’art. 1 della legge statale 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), che condanna l’abbandono degli animali d’affezione. La reimmissione dei cani nel territorio, infatti, si risolve in concreto nel loro abbandono”. Anche se una legge regionale (L.R. Puglia 9 agosto 2006, n. 26), consente “la reimmissione sul territorio di provenienza degli animali sottoposti a preventivo intervento di sterilizzazione”- il TAR conclude che “la norma non appare scevra da dubbi di incostituzionalità, considerato l’appena rilevato contrasto con il principio fondamentale sancito nella menzionata legge dello Stato 14 agosto 1991, n. 281”. ■

CAN CHE ABBAIA? LA CASSAZIONE MEDIA cani che vivono in un condominio non possono abbaiare giorno e notte disturbando i vicini di casa. I padroni, infatti, “senza coartare la natura dell’animale” devono cercare di limitare le occasioni che in qualche modo preoccupano l’amico a quattro zampe. Da un punto di vista pratico, tuttavia, non si può fare molto: infatti i padroni dell’animale non devono risarcire i vicini per il disturbo. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che con la sentenza 7856 del 28 marzo 2008 ha respinto il ricorso dei padroni di un cagnolino che, all’interno del suo appartamento, abbaiava giorno e notte ogni volta che sentiva suonare un campanello o avvertiva una presenza estranea all’interno del condominio. Per questo due dei vicini avevano fatto causa alla famiglia dicendo di non sopportare più i rumori molesti provocati dall’animale. Il giudice di pace di Pistoia aveva ordinato ai padroni di cercare di limitare le occasioni in cui sapevano che il cane era solito abbaiare ma aveva negato il risarcimento del danno ai vicini di casa. La decisione fu poi confermata dal tribunale, così i due padroni, non sapendo come limitare le reazioni dell’animale hanno fatto ricorso in Cassazione ma lo hanno perso, nel senso che la Suprema Corte ha confermato la sentenza di merito intimando loro di limitare al massimo i rumori molesti prodotti dal cane, senza che questo comporti un risarcimento del danno per i vicini infastiditi. Insomma il collegio di legittimità ha ritenuto corretta la decisione di merito che “nella specie sussistesse la violazione del regolamento del condominio per il continuo ed ingiustificato abbaiare del cane, anche volendo tener conto della natura dell’animale che non poteva essere coartata, fino ad impedirgli di abbaiare del tutto”. La Cassazione chiede però un sacrificio anche alle vittime dei rumori. Gli altri condomini, recita la sentenza, “per contribuire alla civile convivenza condominiale” devono sforzarsi di “tollerare” episodi “saltuari di disturbo da parte dei cani” che vivono nel loro palazzo. “Per il cane, l’abbaiare è un comportamento corretto”- spiega il Presidente della SISCA, Raimondo Colangeli, a Repubblica. “L’abbaiare è legato al fare la guardia, oppure è il modo in cui si chiama a raccolta il branco. Nei cani domestici l’ululato si è trasformato nel tempo in una richiesta di attenzione o è legato a un comportamento ansioso. In generale i cani che abbaiano di più sono quelli che segnalano l’assenza del padrone. Su un cucciolo si agisce sull’apprendimento. In una casa dove si urla spesso o dove si parla ad alta voce il cucciolo imparerà per imitazione ad abbaiare più forte. Attraverso le gratificazioni ricevute, però gli si può insegnare a modulare il suo abbaio. In un cane adulto l’insegnamento è più difficile, ma non impossibile. Una volta stabilita la causa dell’abbaiare eccessivo ci sono tre metodi fondamentali: si agisce sulla relazione cane-padrone, si usa la terapia farmacologica se il cane è ansioso, oppure si applicano tecniche cognitive. Tutto questo deve comunque essere preceduto da una tecnica accurata delle condizioni del cane per escludere problemi fisici alla base del disagio. Ciò che incide sul comportamento del cane e quindi anche sull’abbaiare è la relazione uomo-animale. Ma occorre anche consultare un veterinario che indichi qual è l’animale più adatto, date le abitudini quotidiane e gli spazi a disposizione”. (fonti: Apcom-Repubblica.it)

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I TARIFFARI MINIMI AVEVANO UN SENSO… a riduzione non occasionale e persistente dei compensi professionali nei confronti dei clienti "storici" è una forma di concorrenza sleale a danno dei colleghi. Andare sotto i minimi tariffari comporta un'azione di accaparramento della clientela che oltretutto lede l'equidistanza che deve esserci fra professionista e cliente. La tesi è della Cassazione che con la sentenza 7274/2008, ha dato ragione all'Ordine dei notai che aveva sanzionato un proprio iscritto per violazione della legge notarile in tema di compensi. Il tutto- se accaduto prima dell'entrata in vigore del Decreto Bersani- giustifica l'intervento dell'Ordine professionale. I giudici della Cassazione hanno precisato infatti

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che l'inderogabilità dei minimi tariffari è successiva all'entrata in vigore del DL 223/06. Ma non è tutto. Palazzo Spada annota carenza di diligenza, un numero eccessivo di atti evasi mediamente al giorno che facevano supporre un eccesso di delega a collaboratori e una scarsa verifica del professionista sulla qualità delle prestazioni. Inoltre, la persistenza di scontistica rappresenta un mezzo di pubblicità e di richiamo "idoneo a porre in essere un comportamento disdicevole", di accaparramento, una forma di illecita concorrenza verso i Colleghi che si verifica non solo quando l'obiettivo è di attrarre nuova clientela, ma anche di mantenere quella storica.


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Contabilità Fisco

VETERINARIA 12 | 2008

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Per i professionisti ammortamento a forfait Il problema degli ammortamenti per i beni dismessi nel corso dell’esercizio non è mai stato normato. Come fare? Qual è il trattamento fiscale alla luce del nuovo articolo 54 del Tuir (plusvalenze per la cessione della clientela)? È più conveniente costituire un nuovo studio associato cedendo la clientela, oppure effettuare una cessione di quota? In quest’ultimo caso, il trattamento fiscale è analogo alle cessioni di quote di imprese? La cessione di quota di studio associato è l’u-

Un professionista cessa l’attività in corso d’anno. Per i beni non ancora completamente ammortizzati può calcolare gli ammortamenti imputandoli pro-quote per la frazione dell’esercizio oppure si può spesare tutto l’importo residuo da ammortizzare? er i professionisti (a differenza dei soggetti titolari di reddito d’impresa) non è mai stato affrontato il problema degli ammortamenti per i beni dismessi nel corso dell’esercizio. Chi scrive ritiene che essendo la deducibilità della quota d’ammortamento dei professionisti stabilita in modo forfetario dall’articolo 54, comma 2, non vi siano altre fonti per disciplinare la materia. La norma citata fissa il principio secondo cui l’ammortamento del professionista è eseguito applicando le aliquote del DI 31 dicembre 1988 senza altri ulteriori corollari. Quindi nessun ammortamento ridotto alla metà, nessun ammortamento anticipato, solo e sempre quota ordinaria. Da qui la conclusione che l’ammortamento potrà avvenire con l’aliquota piena anche nell’esercizio in cui viene cessata l’attività. ■

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Spese veterinarie: lo “sconto” è di 49 euro Ho un cane per il quale, nel 2007, ho sostenuto spese dal veterinario. Sono detraibili? In che modo? Nel modello 730/2008 (relativo ai redditi percepiti nell’anno 2007) le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o pratica sportiva sono contraddistinte dal codice «29» (che va indicato nella colonna 1) e vanno riportate (indicando in colonna 2 il relativo importo) in uno dei righi da E19 a E21 (tra gli «Altri oneri per i quali spetta la detrazione» diversi da quelli riportati nei righi precedenti della «sezione I»). Possono essere indicate spese per un massimo di 387,34 euro e la detrazione del 19% sarà calcolata sulla parte che eccede l’importo di 129,11 euro e, quindi, la detrazione massima sarà pari al 19% di 258,23 euro e cioè, 49,06 euro (pagina 35 del citato modello di dichiarazione dei redditi). ■

La quota dello studio non viene tassata In uno studio associato fra professionisti si vuole effettuare una cessione di quota di partecipazione da un socio a un altro.

nica operazione di cessione di quota che non è configurata o nell’articolo 67, lettere c) e cbis), del Tuir, Dpr 917/86, per cui la plusvalenza conseguita non è sottoposta a capitai gain. Ora si tratta di valutare se il reddito conseguito dal cedente sia imponibile per altri versi. Al riguardo, vi è chi sostiene che sia configurabile un’ipotesi di reddito diverso derivante dall’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere. Chi scrive ritiene invece che il dato normativo, per una volta, vada assunto nella sua letteralalità e, quindi, che il plusvalore connesso alla quota ceduta non sia rilevante fiscalmente. È chiaro che volendo costituire un nuovo studio associato cui cedere la clien-

tela si rientra in tutt’altra operazione, poiché essa interessa il soggetto studio associato e non i suoi soci. Cedendo la clientela, oltre che alcuni cespiti, si rientra nella nuova ipotesi configurata nell’articolo 54 comma 1-quater del Tuir, secondo cui la cessione di immaterialità genera reddito professionale, mentre per i cespiti sarebbe necessario controllare se essi sono stati acquistati prima o dopo il 4 luglio 2006, poiché nel primo caso l’eventuale plusvalenza conseguita è esente, mentre nel secondo caso essa è impossibile. ■ I quesiti e le risposte sono tratti da L’Esperto Risponde del Sole 24 Ore.


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16 Leggi in Gazzetta BSE

VETERINARIA 12 | 2008

Modifiche ai divieti di scambio di MSR Il Ministero della Salute ha modificato il divieto di introduzione di materiale specifico a rischio nel territorio nazionale differenziando la provenienza. Dagli Stati Ue vietato solo il materiale non trasformato

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’ in vigore il Decreto 29 gennaio 2008 - Modifiche ed integrazioni al decreto del Ministero della salute 16 ottobre 2003, recante “misure sanitarie di prote-

zione contro le encefalopatie spongiformi trasmissibili” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 22-3-2008. A seguito delle recenti acquisizioni scientifiche sul livello di rischio relativo alla situazione epidemiologica dell’encefalopatie spon-

giformi trasmissibili, il Ministero della Salute ritiene opportuno sostituire alcune disposizioni in merito agli scambi di alcune categorie di sottoprodotti di origine animale. Il provvedimento modifica il decreto ministeriale 16 ottobre 2003 nella parte in cui

regolamentava il divieto di introduzione nel territorio nazionale, in provenienza sia da Stati dell’Unione europea sia da Paesi terzi, di materiale specifico a rischio, anche se destinato ad essere eliminato in conformità al regolamento (CE) 1774. Il decreto 29 gennaio riformula infatti la lettera h), comma 1, dell’art. 4 del decreto ministeriale 16 ottobre 2003, distinguendo fra Paesi Terzi e Stati dell’Unione Europea: dai primi è vietata l’introduzione di materiale specifico a rischio compresi i prodotti trasformati da esso derivati; dai secondi il materiale specifico a rischio non trasformato. I divieti permangono anche se il materiale è destinato ad essere eliminato in conformità al regolamento (CE) 1774/2002. ■

GAZZETTA UFFICIALE DELL’UNIONE EUROPEA L 76, 19 marzo 2008 • 2008/233/CE Decisione della Commissione, del 17 marzo 2008, che modifica la decisione 2004/558/CE che stabilisce le modalità di applicazione della direttiva 64/432/CEE del Consiglio per quanto riguarda le garanzie complementari per gli scambi intracomunitari di animali della specie bovina in relazione alla rinotracheite bovina infettiva e l’approvazione del programma di eradicazione presentato da alcuni Stati membri [notificata con il numero C (2008) 1004] (1) • 2008/234/CE Decisione della Commissione, del 18 marzo 2008, che modifica la decisione 2003/467/CE per quanto riguarda la dichiarazione che alcune regioni amministrative della Polonia sono ufficialmente indenni da leucosi bovina enzootica [notificata con il numero C (2008) 974] (1)


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Eventi Veterinari

VETERINARIA 12 | 2008

AIVEMP

ANMVI

FSA

SCIVAC

DELEGAZIONE REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA PATOLOGIE DELLE VIE AEREE SUPERIORI NEL GATTO Cervignano del Friuli, 4 Maggio 2008 RELATORE Stefano Bo PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Patologie acute delle alte vie aeree 11.00 Pausa 11.30 Il workup diagnostico del gatto con starnuti e scolo nasale cioè: cosa devo fare? Caratterizzazione delle malattie usando i segni ed i suoni. Riniti linfo-plasmacitiche: sono una delle malattie infiltrative più comuni nel gatto. 13.00 Pausa 14.30 Approfondimenti diagnostici: rinoscopia, CT, RMI, radiografie, l'uso della diagnostica di laboratorio: utilizzo della citologia nella diagnosi differenziale; PCR, ELISA, batteriologia. La calicivirosi felina: una patologia poco patogena? Il VSCV 15.00 Pausa 15.30 Il controllo della trasmissione delle malattie nelle comunità feline. Trattamenti specifici o empirici?: terapia per le virosi (herpes e calicivirus,

importanti novità), criptococcosi e micosi nasali, riniti occlusive (uso dei decongestionanti nasali e dell'aerosol).Trattamento delle più comuni neoplasie delle alte vie aeree: linfoma nasale e carcinoma squamocellulare (terapie per infiltrazione locale) 16.30 Test di valutazione dell'apprendimento e discussione finale 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata

SEDE Hotel Internazionale Via Ramazzotti 2 Cervignano Del Friuli (UD) PARTECIPAZIONE L’evento è libero e gratuito per tutti i soci scivac in regola con la quota associativa 2008

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

SEDE

Facoltà di Medicina Veterinaria Di Sassari

Fabio Viganò Paolo Gaglio

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Soci SCIVAC e ASVAC 250+iva 20% Non Soci 400 + iva 20%

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

SCADENZA PRE-ISCRIZIONI 29 maggio 2008

Corso a numero chiuso massimo 30 partecipanti

INFORMAZIONI INCONTRI DELEGAZIONI REGIONALI E CORSI REGIONALI SCIVAC Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it

SICIV

SIDEV

SIONCOV

Società Italiana di Citologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC

Società Italiana di Dermatologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC

Società Italiana di Oncologia Veterinaria Società Specialistica di riferimento SCIVAC

INCONTRO IL COMPLESSO DELLE MALATTIE ISTIOCITARIE Cremona, 20 Aprile 2008 RELATORE

SEDE

Verena K. Affolter

Cremona - Via Trecchi, 20

PROGRAMMA

PARTECIPAZIONE

8.30 9.30 10.45 11.15 11.45

L’incontro è gratuito per tutti i soci SICIV - SIDEV - SIONCOV in regola con l’iscrizione 2008. Non è richiesta la pre-iscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede congressuale presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.

16.00 16.30 17.15 18.00

SIVAE

Registrazione partecipanti Gli istiociti e il sistema immunitario Gli istiociti nelle lesioni cutanee Pausa Istiocitoma canino e istiocitosi da cellule di Langerhans nel cane Pausa pranzo Istiocitosi canina reattiva Sarcoma istiocitico canino di origine dendritica e di origine macrofagica Pausa Istiocitosi progressiva del gatto Test di apprendimento e discussione Termine dell’incontro

SIVE

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

CONVEGNO NAZIONALE QUALYPIG - Salone della Filiera della carne suina ALLEVAMENTO DEL SUINO A BANDE: COME, QUANDO E PERCHÉ CremonaFiere, 18 Aprile 2008 OBIETTIVI L’argomento trattato permette di fornire elementi pratici relativi alla trasformazione di un allevamento a ciclo continuo in un allevamento a bande. Le criticità sanitarie e gestionali verranno evidenziate e verranno forniti elementi di confronto economico e di efficienza produttiva tra i due sistemi di allevamento.

del suino in allevamento convenzionale e in bande - Kees De Roest 18.00 Questionario apprendimento ECM, consegna attestati e chiusura lavori

SEDE CremonaFiere - Cremona

RELATORI

PARTECIPAZIONE

Kees DE ROEST - CRPA Reggio Emilia Francesco TONON - Medico Veterinario, Treviso Carlo LASAGNA - Medico Veterinario, Mantova

Iniziativa gratuita rivolta a tutti i medici veterinari interessati a partecipare.

CHAIRMAN Claudio Mazzoni

PER INFORMAZIONI E RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE Segreteria SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39 - Fax 0372-40.35.54 Email: info@sivarnet.it Website: http://www.sivarnet.it

PROGRAMMA 14.30 Come trasformare un allevamento convenzionale in un allevamento a bande - Francesco Tonon 16.00 La gestione dell’allevamento a bande - Carlo Lasagna 17.00 Confronto tra i costi di produzione

RELATORI Burkhard BAUER - Germania, Free University of Berlin Daan DERCKSEN - Paesi Bassi, Deventer - Servizio Sanitario Animale

Francisco Javier REVIRIEGO GORDEJO - Bruxelles, Comunità Europea

Vincenzo CAPORALE - Italia, Direttore IZS Abruzzo Molise

Lebana BONFANTI - Italia, IZS delle Venezie

CHAIRMAN

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

PER INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC (Elena Piccioni) Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

16.10 Linee guida europee per la lotta alla malattia - Francisco Javier Reviriego-Gordejo 16.40 Esperienza e normativa italiana Vincenzo Caporale 17.10 Blue tongue: gestione e controllo in campo - Lebana Bonfanti 17.30 Discussione 18.00 Questionario apprendimento ECM, consegna attestati e chiusura lavori

Giancarlo BELLUZZI, Vice-Presidente ANMVI

SEDE

OBIETTIVI

Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Agraria Piacenza - Cremona Via Emilia Parmense, 84 - Piacenza

Considerato il continuo diffondersi della malattia nei paesi confinanti con l'Italia, la finalità del convegno è quella di fornire ai professionisti operanti sul territorio le più recenti informazioni sugli studi riguardanti la malattia, comprese le strategie attuabili per arginarne la diffusione.

PROGRAMMA

PARTECIPANTI

12.30 14.30 15.15

SIVAR

CONVEGNO NAZIONALE BLUE TONGUE: EMERGENZA SANITARIA EUROPEA Piacenza, 16 Aprile 2008

CORSO REGIONALE PRONTO SOCCORSO NEL CANE E NEL GATTO Sassari, 26-28 Giugno 2008 in collaborazione con ASVAC Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari RELATORI

SIVAL

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14.00 Registrazione partecipanti 14.15 Apertura lavori e saluto delle Autorità 14.30 Eziologia, patogenesi, sintomatologia, diagnosi differenziale, profilassi e terapia - Daan Derckesen 15.10 Ruolo ed importanza dei vettori, metodi di lotta diretta e indiretta Burkhard Bauer 15.50 Pausa caffè

PARTECIPAZIONE Iniziativa gratuita e riservata ai laureati in Medicina Veterinaria. È prevista la traduzione inglese-italiano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E ISCRIZIONI Segreteria SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39 - Fax 0372-40.35.54 Email: info@sivarnet.it www.sivarnet.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

EDIZIONI VETERINARIE Per ordini e informazioni: Tel. 0372/403507 - Fax 0372/457091 E-mail editoria@evsrl.it - www.evsrl.it

MITCHELL-TULLY Manual of Exotic Pet Practice 1/ed. 2008 Listino € 71,99 Scontato € 61,00 Elsevier Saunders

HOTSTON MOOREHUGHES BSAVA Manual of Practical Animal Care 1/ed. 2007 Listino € 67,50 Scontato € 57,00 BSAVA Publishing

MULLINEAUXJONES BSAVA Manual of Practical Veterinary Nursing 1/ed. 2007 Listino € 82,50 Scontato € 70,00 BSAVA Publishing

ROBERTS-SCOTTPARK BSAVA Manual of Farm Pets 1/ed.2008 Listino € 112,50 Scontato € 96,00 BSAVA Publishing


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18 Eventi Veterinari SVIDI SOCIETÀ VETERINARIA ITALIANA DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Argomenti di ecografia dell’ apparato gastro-enterico DOMENICA 20 APRILE 2008 AULA MAGNA “A. MESSIERI” FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA OZZANO DELL’EMILIA - BOLOGNA

Accreditamento ECM richiesto

PER INFORMAZIONI SCIVAC - Elena Piccioni - Palazzo Trecchi - Via Trecchi 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403502 - Fax 0372 403512 - E-mail: socspec@scivac.it

S'inaugura quest'anno una nuova iniziativa della SIOVET: OrthoFun, un weekend dedicato a professionisti veterinari ortopedici, per un confronto scientifico d'alto livello e nello stesso tempo per un approfondimento di cultura eno-gastronomica, di divertimento e di socializzazione con Colleghi con cui si condividono gli stessi interessi professionali, in una splendida località italiana. La parte scientifica è incentrata su un veterinario specialista ortopedico di spessore internazionale e sul suo approccio personale alle diverse problematiche ortopediche di sua maggior competenza, in un'atmosfera cordiale di confronto e discussione. La parte sociale costituisce un momento di relax, di socializzazione ed anche d'approfondimento culturale al di fuori della professione, prendendo spunto dalle caratteristiche storiche e turistiche del luogo e dei costumi e delle specialità eno-gastronomiche locali. Per motivi logistici il numero massimo di partecipanti previsto per quest'anno è di 50 veterinari con rispettivi accompagnatori/accompagnatrici. L'ospite scientifico del 2008 è il Prof. Antonio Pozzi, Dipl. ACVS, Assistant Professor of Orthopedics all'Università della Florida a Gainsville, Florida

PROGRAMMA Giovedì 24 Aprile Arrivo dei partecipanti in hotel nel tardo pomeriggio Welcome cocktail Cena in hotel e pernottamento

INCONTRO CON DOMINIQUE PENNINCK

VETERINARIA 12 | 2008

8.00 Registrazione dei partecipanti 9.00 Presentazione del Programma 9.15 Il mio approccio ai cani con la rottura del legamento crociato craniale 10.45 Coffee break

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE - SCIVAC SARDEGNA PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D'URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DA COMPAGNIA Sassari, 11 Maggio 2008 RELATORE

Giuseppe Visigalli

OBIETTIVI Offrire al collega che non si occupa abitualmente di piccoli animali esotici la possibilità di eseguire correttamente la prima prestazione di pronto soccorso nell'attesa di riferire adeguatamente il caso a colleghi più esperti. Verranno presi in esame tutti i principali gruppi tassonomici che può capitare di osservare nella pratica clinica (anfibi, rettili, uccelli e mammiferi) considerando per ognuno di essi le più comuni emergenze che richiedano una pronta stabilizzazione.

PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto dei Delegati Regionali SCIVAC e SIVAE e presentazione della giornata 9.30 La terapia d'urgenza negli anfibi e nei rettili: traumatologia, shock e disidratazione, ustioni, emergenze metaboliche 11.00 Pausa 11.30 Le emergenze aviari: traumatologia, shock e disidratazione, anoressia e debilitazione aspecifiche (acute e subacute), emergenze metaboliche, avvelenamenti 13.00 Spazio per eventuale comunicazione commerciale 13.30 Pausa 14.30 Terapia d'urgenza nei piccoli roditori: traumatologia, dispnea grave, colica gastroenterica (meteorismo/enterotossiemia e stasi G:E da dieta inadeguata o intussuscezione), prolasso delle tasche guanciali. Emergenze oftalmiche

SIOVET Società Italiana di Ortopedia Veterinaria

ORTHOFUN 2008 Iniziativa di carattere scientifico, gastronomico e cultural-sociale, rigorosamente non ECM

Gualdo Tadino (PG), 25-27 Aprile 2008

15.15 Terapia d'urgenza nel coniglio da compagnia: traumatologia (fratture; lussazione del gomito), anoressia acuta (malocclusione dentaria, stasi gastroenterica, enterotossiemia), colpo di calore 16.00 Pausa 16.30 Le emergenze nel furetto: traumatologia, dimagramento "improvviso", iperestrogenismo, crisi ipoglicemica acuta (insulinoma?), emergenze gastroenteriche (C:E:gastrointestinale), avvelenamenti peracuti od acuti 17.30 Test di valutazione dell'apprendimento e discussione finale 18.00 Termine della giornata

SEDE Facoltà di Medicina Veterinaria, Via Vienna 07100 Sassari.

PARTECIPAZIONE L'incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e/o SCIVAC in regola con l'iscrizione 2008. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d'incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.

INFORMAZIONI Segreteria SIVAE - Elisa Feroldi Tel. 0372/403500 - info@sivae.it

3 CREDITI

A seguire il programma sociale prevede: 13.30 Pranzo, saluti e tutti a casa Quota congressuale (IVA inclusa): € 156,00 (socio SIOVET) € 200,00 (veterinario non socio) Quota agevolata del soggiorno (tutto compreso come da programma): € 490,00 (veterinario in camera singola) € 540,00 (veterinario in camera DUS doppia uso singola) € 470,00 (veterinario in camera doppia) € 810,00 (veterinario con accompagnatore in camera doppia)

SEDE Borgo Hotel Le Terre del Verde Gualdo Tadino (PG)

11.30 Il mio approccio alle patologie meniscali, dalla diagnosi al trattamento A seguire il programma sociale prevede: 13.00 I vini dell'Italia centrale: degustazione guidata di vini con sommelier 14.00 Pranzo in hotel 16.00 Escursione per congressisti e accompagnatori in pullman GT: visita guidata di una fabbrica di ceramica a Deruta e del Museo Lungarotti del vino e dell'olio a Torgiano 19.00 Rientro in hotel in pullman 20.30 Cena in ristorante a Gubbio, passeggiata serale nella bellissima piazza di Gubbio e rientro in hotel per il pernottamento. Trasferimenti in pullman

Sabato 26 Aprile Venerdì 25 Aprile

Società Italiana Veterinari per Animali Esotici

9.00 Il mio approccio alle fratture diafisarie utilizzando tecniche mini-invasive 10.45 Coffee break 11.30 Il mio approccio alle fratture intraarticolari con tecniche mini-invasive

12.00 Il mio approccio alle artrodesi A seguire il programma sociale prevede: 13.00 I formaggi della tenuta Terre del Verde con dimostrazione da parte del casaro; al termine degustazione 14.00 Pranzo 16.00 Escursione per congressisti e accompagnatori in pullman GT: visita culturale con guida locale delle cittadine di Spello e Assisi. In alternativa: escursione in mountain bike lungo il percorso della tenuta Terre del Verde (prenotazione obbligatoria) 19.30 Rientro in hotel in pullman 20.30 Cena sociale con animazione musicale in hotel

Domenica 27 Aprile 9.00 Il mio approccio alle complicazioni nella fissazione delle fratture 10.45 Coffee break 11.30 Il mio approccio al trattamento protesico dell'anca, con protesi cementate e non cementate 13.00 Discussione e consegna attestati

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Società Specialistiche SCIVAC (Elena Piccioni) Palazzo Trecchi - Cremona Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it

Con il supporto di MERIAL ITALIA


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Medicina e Comunicazione Focus

VETERINARIA 12 | 2008

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Approccio al proprietario del paziente oncologico Il veterinario, relazionandosi con proprietari di cani e gatti, utilizza costantemente la comunicazione come strumento di interazione di DAMIANO STEFANELLO Medico Veterinario, PhD, Milano, Italia o scopo di questa relazione è di concentrare l’attenzione sul ruolo della comunicazione in oncologia veterinaria, in quanto è proprio in questa branca specialistica che più spesso vengono messe a dura prova le abilità comunicative del medico-veterinario. Per questo motivo cercheremo di dare seppur parzialmente una descrizione dei meccanismi e degli elementi della comunicazione per meglio introdurre e comprendere l’importanza di una buona gestione del proprietario del paziente oncologico ed indagare i suoi potenziali meccanismi decisionali nelle diverse fasi della malattia oncologica (comunicazione della diagnosi, della terapia, dell’eventuale fallimento terapeutico e dell’eutanasia). Per ottenere una corretta comunicazione è innanzitutto importante riconoscere la comunicazione come un processo dinamico che prevede che qualsiasi cosa detta e fatta di fronte ad un interlocutore è un messaggio che sarà codificato. Lo scambio di messaggi e la successiva decodifica avviene tra i due attori della comunicazione che nel caso specifico della medicina veterinaria sono: l’emittente che si identifica con il medico veterinario e il ricevente che si identifica con il proprietario-genitore. È fondamentale che il medico veterinario interagisca con il proprietario utilizzando una comunicazione cosiddetta bidirezionale dove a codificare e decodificare i messaggi è l’emittente e il ricevente simultaneamente. Tuttavia è anche importante ricordare che il modo in cui i messaggi vengono codificati e decodificati sia dall’emittente che dal ricevente dipendono da: atteggiamenti, conoscenze, valori e aspettative.1 Gli atteggiamenti, le conoscenze, i valori e le aspettative riassumono la personalità e le esperienze vissute di una persona e pertanto ne condizionano il suo modo di codificare e decodificare un messaggio. Da questo si deduce che le variabili che possono condizionare il processo comunicativo sono molteplici e non sarà possibile indagarle tutte in questa relazione.1 È invece possibile grazie all’aiuto fornito dalla letteratura delineare seppur a grandi linee le idee e le convinzioni che risiedono nel proprietario del cane e del gatto affetto da tumore. La conoscenza di queste, per quanto generiche, consente al medico-veterinario di affrontare in modo corretto almeno il primo consulto che da sempre è considerato quello cruciale anche in oncologia umana per conquistare la fiducia condizionata e non condizionata del ricevente. La prima regola che l’attore principale deve tenere sempre ben presente per costruire una giusta comunicazione è che la sola competenza tecnica non è in grado di conquistare la fiducia del proprietario se non accompagnata da buone capacità comunicative. Le capacità comunicative del medico veterinario possono dipendere ovvia-

L

mente dalla sua cultura tecnico scientifica e dalla sua capacità di interazione che può essere innata oppure costruita attraverso l’uso delle tecniche di comunicazione verbale e non verbale. I criteri generali della comunicazione verbale possono essere così riassunti: mantenere un atteggiamento positivo, utilizzare voce chiara, organizzare le informazioni, essere semplici, brevi e non utilizzare termini troppo tecnici, lasciare il tempo di comprendere, utilizzare forme interrogative dirette, incoraggiare le domande, ascoltare l’interlocutore senza interrompere, accettare i sentimenti dell’interlocutore, esprimere i propri sentimenti e non assumere un atteggiamento critico o di rimprovero. La comunicazione non verbale può essere distinta in due approcci differenti con la dimostrazione pantomimica (ad esempio mostrare come somministrare una compressa o fare un’iniezione) e la metacomunicazione caratterizzata da espressioni facciali, gesti del corpo che possono alterare o sottolineare le parole espresse. I consigli per utilizzare la metacomunicazione sono: mantenere un contatto visivo, mantenersi alla stessa altezza dell’interlocutore per non imporre la propria autorità, non tenere braccia e gambe accavallate poiché rappresentano un segno di difesa, ridurre la distanza tra sé e l’interlocutore, non lasciare il luogo del colloquio perché indicherebbe imbarazzo e disapprovazione ed infine usare voce calma e rassicurante perché se troppo alta e veloce potrebbe comunicare ansia e insicurezza. La comunicazione non verbale è più efficace di quella verbale a codificare i messaggi e questo aspetto è molto chiaro soprattutto se c’è discrepanza tra quello che è detto e quello che è manifestato con il corpo.2 La seconda regola si identifica con la conoscenza del nostro interlocutore. Come prima accennato non è possibile veramente conoscere il nostro interlocutore soprattutto se interagite con lui per la prima volta e il vostro tempo a disposizione non è superiore ad un’ora. Tuttavia è possibile evitare passi falsi se si prendono in considerazione che l’unicità del rapporto tra proprietario e cane e gatto condizionerà le scelte proposte dall’attore principale. Il rapporto tra uomo e gli animali è oggetto di molti studi ma nel caso di un consulto veterinario per una malattia oncologica la tipologia del rapporto può giustificare una difficoltà di interazione tra proprietario e veterinario nell’atto comunicativo. Questo accade perché può essere difficile dedurre durante la visita quale sia il rapporto esistente tra proprietario ed il suo cane. Oggi il cane e il gatto sono sempre più percepiti come effettivi componenti della famiglia e per questo motivo il proprietario del “Pet” si può identificare con il proprietario-genitore. Le motivazioni di questo mutamento sono differenti ma le caratteristiche neoteniche, la presenza di un rapporto mediato e la dipendenza dal tutore li fanno spesso coincidere almeno idealmente con un figlio, di fatto speciale, perché a differenza dei figli il cane e il gatto mantengono per tutta la loro vita le caratte-

Fig 1. La presenza del paziente durante il consulto oncologico riduce l’interazione con il clinico e la decodifica delle informazioni (Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie- Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano)

ristiche tipiche dei cuccioli tanto che l’appellativo animali da compagnia può essere tranquillamente sostituito da “Bambini per sempre”. Il senso di responsabilità che può essere inteso sia come legame affettivo o come dipendenza dal pet e/o del pet si acuisce ulteriormente nella comunicazione delle cattive notizie di tipo medico. Infatti come succede in medicina umana anche in medicina veterinaria alla parola cancro si associano sentimenti negativi legati al dolore, alla sofferenza, alla prognosi infausta e non ultima alla sentenza di morte imminente che incombe sul paziente. Questo aspetto è di fondamentale importanza perché la consapevolezza da parte del medico veterinario dell’esistenza di questa associazione gli permette di prevedere possibili reazioni del

proprietario che possono concretizzarsi con una vasta gamma di reazioni sentimentali che vanno dalla rassegnazione passiva all’aggressività verbale e non. Questo ultimo aspetto è cruciale e la sua conoscenza nonché la sua percezione da parte del medico-veterinario durante il consulto gli consente non solo di adottare una comunicazione corretta ma di instaurare una comunicazione flessibile che sia in grado di adattarsi alla singola personalità.2 La comunicazione deve essere non solo flessibile ma efficace nel senso di far decodificare al nostro interlocutore il nostro messaggio in modo da consentirci di attuare il miglior atteggiamento diagnostico, terapeutico, prognostico per la malattia neoplastica. Affinché la comunicazione sia bidirezionale, corretta e flessibile non basta

Fig 2. La comunicazione non verbale può impedire il trasferimento e la comprensione delle informazioni. In questa figura sono presenti alcuni errori di comunicazione quali: l’interposizione di una barriera fisica, lo sguardo verso il basso e le braccia incrociate. (Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie- Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano)


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20 Focus sapere che esiste un rapporto unico tra il proprietario e il paziente e che la comunicazione della diagnosi di cancro ha ispirato solo pensieri funesti. È necessario prevedere quali siano gli stati d’animo del proprietario-genitore in modo da avvertire la sua capacità sia di decodificare i nostri messaggi che di codificarne dei suoi in funzione degli stadi del dolore. Gli stati del dolore che si possono identificare dopo la comunicazione di una cattiva notizia nell’interlocutore sono nell’ordine: shock, reazione, elaborazione, accettazione. È ovvio che i tempi e i modi necessari a superare ogni singolo stadio sono personali ma, la massima interazione con l’interlocutore è ottenuta nella fase di accettazione. Rimane quindi a discrezione dell’attore principale riconoscere in modo oggettivo in quale stadio del dolore si trovi l’interlocutore dopo la comunicazione della diagnosi o del fallimento delle terapie per decidere quando affrontare gli argomenti successivi alla comunicazione delle cattive notizie (come il proporre una stadiazione clinica o una terapia oppure come proporre l’eutanasia), per aspirare ad avere la massima interazione con il proprietario. La massima disponibilità del proprietario ad ascoltare i consigli prettamente tecnico-scientifici è fondamentale per evitare rifiuti terapeutici ingiustificati o imbarazzanti incomprensioni nel proporre l’eutanasia. A questo punto è facile capire che la conoscenza del nostro interlocutore almeno a grandi linee è una strategia da adottare di fondamentale importanza e lo studio della

VETERINARIA 12 | 2008

comunicazione in medicina umana ha permesso di classificare l’interlocutore in quattro categorie che riassumono le generali caratteristiche di interazione tra medico e paziente. Prima di presentarle è utile ricordare che la stessa classificazione può essere adottata anche in medicina veterinaria dove l’interlocutore del medico non è direttamente il paziente ma il suo tutore come avviene comunemente in pediatria. Le categorie psicologiche identificate sono: a) remissivo/tradizionale che riconosce al medico l’autorità di decidere per la terapia; b) informato/manager che considera il medico tecnico e consigliere e che si riserva ogni decisione; c) panico che non è in grado di controllare l’ansia e di integrare le notizie, d) normale che riesce a controllare l’ansia ed integra le informazioni tecniche fornite dal medico con la sua cultura e le sue preferenze. 1 La tipologia psicologica normale è quella ideale con il quale il medico può creare un rapporto empatico di collaborazione. Alle prime due regole da adottare per ottenere una comunicazione corretta e flessibile abbiamo dedicato uno spazio maggiore rispetto a quelle che andiamo ora ad illustrare che tuttavia hanno un ruolo chiave: il dove, il come e il quando. Il luogo in cui comunichiamo può condizionare l’esito della comunicazione. L’obiettivo principale è quello di evitare che la comunicazione sia di dominio pubblico (evitare la sala d’attesa) e che sia costantemente interrotta da collaboratori estranei alla comunicazione o dal telefono. È dimostrato

che le continue interruzioni e la presenza di persone passive creano un distacco tra emittente e ricevente ingenerando una comunicazione di tipo unidirezionale che come tale non può essere flessibile. 1,2 La durata del consulto non è sempre di facile definizione ma sicuramente la scelta di quando fornire un consulto oncologico è fondamentale perché se fatto in un momento sbagliato della giornata il tempo che saremo in grado di fornire potrebbe essere troppo limitato. Pertanto dobbiamo assicurarci che sia il “quanto” che il “quando” ci permettano di incoraggiare le domande del nostro interlocutore e soprattutto che l’eccessiva brevità del consulto non comunichi all’interlocutore un distacco sia fisico che emotivo.1,2 È altresì vero che consulti molto lunghi per eccessive domande del proprietario o per consulti molto prolissi siano stati associati ad un più probabile rifiuto delle proposte terapeutiche enunciate dal medico-veterinario. Come ultimo aspetto da tenere in considerazione tra le varie strategie comunicative da adottare sta nella ricerca di una modalità di comunicazione verbale che per quanto affinata da esperienze e capacità personali può rifarsi a tre stili comunicativi: a) netto e senza sentimenti, caratterizzato dall’univocità dell’informazione; b) gentile e triste che tuttavia conferisce scarso supporto emotivo ed incoraggiamento; c) comprensivo e positivo.3 L’atteggiamento comprensivo e positivo è considerato il migliore per stabilire un rapporto, conquistare la fiducia ed evitare incomprensioni.

Fig 3. Esempio di metacomunicazione: La rappresentazione grafica di alcuni concetti prettamente tecnici può facilitare la comprensione delle informazioni mediche. In questo caso è raffigurato con la linea nera la porzione clinicamente valutabile del tumore e in rosso la parte microscopica non valutabile dal clinico. In verde si rappresenta l’eventuale estensione della chirurgia. (archivio fotografico della Sezione di Clinica Chirurgica Veterinaria Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano)

Una corretta comunicazione è quindi necessaria in oncologia durante tutto il periodo di collaborazione tra il medico-veterinario e il proprietario, ma, nell’ambito di un così lungo lasso di tempo, si riconosce un momento fondamentale che è il primo consulto, durante il quale è comunicata la diagnosi di cancro.1,2 Lo scopo del medico-veterinario durante il primo consulto sarà di fornire le possibili opzioni terapeutiche e descrivere, dal suo punto di vista, le caratteristiche di una buona qualità di vita del paziente, evitando l’accanimento o il precoce ricorso all’eutanasia, permettendo al proprietario di scegliere in modo consapevole integrando le informazioni tecniche con la sua concezione di qualità di vita.2 In questa relazione abbiamo indagato le strategie comunicative relative soprattutto alla prima visita, tuttavia le indicazioni proposte hanno la medesima importanza in tutti i momenti principali dell’interazione tra medico-veterinario e proprietario. Sicuramente una comunicazione corretta ed empatica deve essere considerata anche nel proporre l’eutanasia e nel gestire l’evento anche se spesso l’insuccesso terapeutico è avvertito come sconfitta non solo dal proprietario ma anche dal medico-veterinario. In questa situazione un’errata formulazione e decodifica di un messaggio può ingenerare spiacevoli equivoci nel proprietario con reazioni dello stesso imprevedibili. Queste considerazioni non trovano sempre il giusto peso nella formazione del medico-veterinario e spesso per quanto oggi ci sia sempre più attenzione da parte di tutti, la strada segnata dall’esperienza e dalla ricerca americana deve essere presa ad esempio perché trovi spazio anche nella nostra quotidianità clinica.4 Concludo ricordando che tutti gli aspetti qui indagati sottolineano l’importanza del ruolo svolto dal clinico all’interno del processo comunicativo in oncologia. Egli deve cercare sempre di modulare i tempi e i modi della comunicazione, mediante un’attenta valutazione e interpretazione delle reazioni dell’interlocutore, per ottenere una riduzione del livello d’ansia e quindi una maggiore comprensione delle informazioni. Relazione tratta dagli Atti del 58° Congresso Nazionale SCIVAC - Oncologia veterinaria: alle soglie del III millennio, Milano, 7-9 marzo 2008. ■


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VETERINARIA 12 | 2008

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Attualità scientifica Vet Journal

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Cambiamenti climatici e malattie da artropodi Sempre più enfasi alla prevenzione contro la crescente distribuzione dei vettori. Giornata di studio a Bari

DERMATITE DIGITALE BOVINA: TRE PECULIARI GRUPPI DI SPIROCHETE

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO o stato attuale delle conoscenze scientifiche sulle malattie trasmesse dagli artropodi e le modalità per contrastarne la diffusione sono stati illustrati da riconosciuti esperti europei nel corso di una giornata di studio organizzata da Domenico Otranto, professore ordinario di Parassitologia e Malattie Parassitarie presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari, in collaborazione con Bayer (Bari, 14 marzo 2008). Presenti tra gli altri il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l’Assessore all’Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile Maria Maugeri, il Presidente della Società Italiana di Parassitologia Claudio Genchi, a introdurre i relatori della giornata: l’epidemiologo francese François Moutou, il Responsabile del centro di riferimento nazionale per il monitoraggio della zanzara tigre dell’Istituto Superiore di Sanità, Roberto Romi, l’esperto britannico Richard Wall, tra i maggiori studiosi di ecologia, etologia e controllo degli artropodi vettori di agenti patogeni per gli animali e l’uomo, oltre all’esperto in malattie trasmesse dagli artropodi all’uomo Antonio Cascio (Università degli Studi di Messina) e docenti della Facoltà di Medicina Veterinaria

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L barese come l’infettivologo Vito Martella e il parassitologo Domenico Otranto. La giornata di studio è stata moderata da Canio Buonavoglia, infettivologo della Facoltà di Medicina Veterinaria barese, e da Edoardo Altomare medico chirurgo e divulgatore scientifico. Durante la seduta è emerso che il riscaldamento globale è uno dei fattori che ha contribuito ad aumentare l’area di distribuzione dei vettori indigeni di malattia (zecche, flebotomi e zanzare tigre) modificandone l’ecologia, riducendo la durata dei cicli di sviluppo, dei tempi di riproduzione del patogeno nell’artropode e infine favorendo l’introduzione di nuove specie esotiche di artropodi vettori e di patogeni. Anche gli animali domestici possono svolgere un ruolo rilevante, in quanto “serbatoi” di agenti poten-

La curva di lattazione della cavalla Variabili nel tempo i fabbisogni nutrizionali di fattrice e puledro no studio ha valutato i fabbisogni nutrizionali della cavalla e del puledro nei primi sei mesi dopo il parto. Sono stati ottenuti i grafici relativi alla lattazione applicando il modello di Wood ai campioni di latte prelevati dalle cavalle. Le curve ottenute mostrano le variazioni del contenuto di proteine, grassi e lattosio nei primi 180 giorni di lattazione. Mentre il lattosio aumenta durante il periodo di allattamento, grassi e proteine diminuiscono. Tutte e tre le componenti subiscono rapidi cambiamenti il primo mese e variazioni più graduali nei mesi successivi. Secondo queste curve, il fabbisogno proteico energetico della cavalla in latta-

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a dermatite digitale bovina (BDD) è una grave causa infettiva di zoppia che si è ampiamente diffusa nella popolazione mondiale di bovini da latte causando problemi sanitari e zootecnici seri. I principali organismi coinvolti sono le spirochete, difficili da isolare. Uno studio ha inteso isolare e caratterizzare la gamma di spirochete associata alla dermatite digitale bovina nel Regno Unito. In 30 lesioni BDD si isolavano 23 spirochete. Mediante analisi genetica di 16S rRNA e di flaB2 si osservava che esse formavano cluster con il genere Treponema in forma di tre filogruppi: gruppo 1 (Treponema medium/Treponema vincentiilike), gruppo 2 (Treponema phagedenislike) e gruppo 3 (Treponema denticola/ Treponema putidum-like). I treponemi mostravano notevole diversità genotipica e fenotipica tra i filogruppi e differivano dalle specie note di treponema. Una spirocheta precedentemente isolata nella dermatite digitale contagiosa ovina veniva localizzata nell’ambito di uno dei tre filogruppi, il gruppo 3, e poteva inoltre essere identificata all’interno di questo gruppo sulla base dell’analisi del fenotipo, suggerendo che la BDD e la dermatite digitale contagiosa ovina possano condividere lo stesso agente eziologico. Un ceppo isolato da una lesione di dermatite interdigitale bovina poteva essere identificato come parte del gruppo 2, suggerendo che la dermatite interdigitale bovina e la BDD possano avere il medesimo agente causale. In tutti i treponemi associati a BDD si potevano identificare due attività enzimatiche comuni, C4 esterasi e C8 esterasi-lipasi, suggerendo una via metabolica comune o anche caratteri di virulenza comuni. Sono necessari ulteriori studi per determinare se i tre nuovi gruppi di treponema siano rappresentativi di nuovi taxa di treponema e per delineare come essi interagiscano con i tessuti bovini per causare malattia. (M.G.M.)

zione dovrebbe essere maggiore durante il primo e secondo mese; questi ultimi sarebbero dunque i momenti critici per l’integrazione nutrizionale della cavalla al fine di limitare una diminuzione del suo BCS. La produzione di latte raggiunge un picco pari a circa 14 kg a 31 giorni e poi diminuisce rapidamente fino quasi alla metà entro il sesto mese. Entro tre mesi, la produzione è sufficientemente bassa da suggerire l’inizio dell’integrazione nutrizionale per il puledro. Lo studio ha considerato cavalle di razza Lusitano, tuttavia, spiegano gli autori, i risultati sono applicabili a tutte le razze leggere, come quelle da sella e i purosangue. (M.G.M.) ■

zialmente patogeni per l’uomo. Ad oltre 15 anni dalla sua comparsa in Italia, ad esempio, la zanzara tigre (Aedes albopictus) rappresenta un notevole problema di sanità pubblica e le conseguenze sanitarie ed economiche legate alla diffusione di questo insetto sono difficili da prevedere. Ma il quadro è già preoccupante: tra luglio ed agosto dello scorso anno in Emilia Romagna - per la prima volta in Europa - si è verificato un episodio epidemico di febbre da virus Chikungunya in provincia di Ravenna (in particolare in due piccoli centri, Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna, separati da un fiume) con oltre 250 casi confermati. Le analisi di laboratorio hanno confermato la diagnosi di infezione da virus Chikungunya, che è stato isolato anche nella zanzara tigre. I soli interventi di disinfestazione, sostengono gli esperti, non sono sufficienti a risolvere il problema. Essi costituiscono invece un completamento del principale metodo di controllo: l’azione preventiva, ossia l’eliminazione dei focolai larvali della zanzara tigre. Ma c’è di più: vanno inoltre potenziate le attività di informazione della cittadinanza. È infatti possibile ridurre drasticamente il numero dei micro-focolai larvali, e quindi la riproduzione delle zanzare, anche attraverso la sensibilizzazione della popolazione - in modo particolare all’interno delle scuole - e l’adozione di adeguati presidi di profilassi. Anche le zecche rappresentano attualmente, specie nell’Europa centro-orientale, un rilevante problema di sanità pubblica. Sono circa 10.000, ad esempio, i ricoveri registrati per encefalite da zecche, patologia provocata da un flavivirus trasmesso dall’artropode. ■

Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.

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22 Vet Journal Attualità scientifica

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VETERINARIA 12 | 2008

Influenza canina: la malattia è più vecchia di quanto ritenuto Un nuovo studio data la comparsa del virus H3N8 nel cane nel 1999 anziché nel 2004 l virus dell'influenza canina, identificato per la prima volta nel 2004, circolava fra i Levrieri da corsa almeno cinque anni prima della sua scoperta, nel 1999. Lo indica uno studio dell'università della Florida, i cui risultati sono stati presentati alla International Conference on Emerging Infectious

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Diseases 2008 (16-19 marzo, Atlanta, Usa). L'influenza canina è una patologia respiratoria causata dal virus H3N8 dell'influenza equina che ha effettuato il salto di specie dal cavallo al cane (vedi notizia su Vet Journal “Influenza canina: pubblicato lo studio”). Due sindromi cliniche sono state osservate nei cani infetti: una di entità moderata associata

a infezioni delle alte vie respiratorie e una più grave accompagnata da polmonite. Poiché si tratta di un agente virale 'nuovo', in teoria tutti i cani che ne vengono a contatto si infettano e l'80% mostra segni clinici, ma la maggior parte dei cani è colpita dalla forma meno aggressiva, con una mortalità pari al 58%. La prima epidemia descritta nel mondo

era quella del 2004 in Florida, che poi si espanse a decine di altri stati americani colpendo, fino al 2006, prima i levrieri da corsa e poi i cani da compagnia, ma anche cliniche veterinarie, allevamenti e negozi di animali. Per verificare l'ipotesi che in realtà il virus H3N8 fosse comparso prima del 2004, Tara Anderson e colleghi hanno analizzato campioni ematici di cani risalenti al periodo 19992004, grazie alla banca del sangue animale Hemopet che utilizza i Levrieri non più in attività come donatori. Analizzando la presenza di anticorpi per l'influenza sia canina che equina lo studio ha riscontrato che Levrieri infetti erano già presenti nel 1999 in alcuni allevamenti da gara, da cui sarebbe originata l'epidemia. (M.G.M.) ■

TRAPIANTO CORNEALE NEL CAVALLO

l trapianto corneale si è dimostrato efficace nel ripristinare la vista in uno studio retrospettivo che ha considerato 206 cavalli con patologie oculari diverse, incluse ulcere collagenasiche, prolasso dell’iride e ascessi stromali, oltre a cavalli non sensibili al trattamento medico. Il tasso di successo complessivo era pari all’88,5%. Il trapianto corneale si effettua utilizzando le cornee prelevate da cavalli donatori, in seguito congelate fino al momento dell’utilizzo. Il trapianto determina una riparazione cosmetica e funzionale dell’occhio danneggiato. Nello studio (1993-2007), sono state utilizzate tre diverse tecniche di trapianto corneale: in 86 cavalli è stata effettuata una cheratoplastica penetrante a tutto spessore (PK), in 54 una cheratoplastica lamellare posteriore (PLK) e 66 soggetti venivano trattati utilizzando la cheratoplastica endoteliale lamellare profonda (DLEK). Si otteneva un esito positivo nei cavalli operati di PK, PLK e DLEK rispettivamente nel 77,9, 98,1 e 89,4%. La complicazione postoperatoria più grave e frequente è il rigetto del trapianto, tuttavia la metodica determinava un esito positivo consentendo il salvataggio di un occhio altrimenti perso. (M.G.M.)

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Diritti animali Info Regioni

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Cani nei luoghi pubblici, proposta di legge in Toscana La pdl prevede inoltre l’istituzione del servizio sanitario mutualistico regionale, per cani e gatti, interamente gratuito ia libera della Toscana all’accesso ai cani nei luoghi pubblici. Una proposta di legge regionale, che ha avuto come primo firmatario Fabio Roggiolani (Verdi) Presidente della Commissione sanità della Regione Toscana prevede il libero accesso degli animali domestici nei locali pubblici con un’unica nota, quella della buona salute e della buona pulizia. Composta da 70 articoli e tre allegati, la proposta di legge si propone la realizzazione di obiettivi quali: combattere le forme di maltrattamento degli animali attraverso la codificazione di norme che illustrino i comportamenti corretti di chi decide di tenere con sé un animale; l’eliminazione, attraverso il sistema sanzionatorio, dei comportamenti scorretti; la facilitazione dell’accertamento degli illeciti per gli agenti incaricati; la diminuzione delle forme di conflitto fra la cittadinanza in materia di animali. Per i cani viene consentito l’accesso sui mezzi e nei luoghi pubblici, quali musei o teatri, stadi, parchi e giardini ma anche la possibilità, per gli anziani, di portare il fedele amico in casa di riposo e di non soffrire il distacco. Resta fermo, ovviamente, l’utilizzo di guinzaglio e museruola e anche il diritto, del proprietario del locale pubblico o di un cliente, magari allergico al pelo, di proibire l’accesso. Vietati i combattimenti per animali: è prevista per i sanzionatori una multa da 50 mila a 160 mila euro. Stop anche alle pellicce di cani e gatti, ai circhi e agli spettacoli che utilizzano animali, all’utilizzo di metodi cruenti per limitare i danni dei colombi nelle città. Previsti anche, dove è più frequente il passaggio degli animali, i rallentatori del traffico. La proposta di legge vorrebbe anche proibire di cucinare vive le aragoste ma, come spiega Fabio Roggiolani all’Ansa, “probabilmente questa norma, insieme ad altre, come per esempio quelle che riguardano il divieto di vivisezione o l’istituzione di un servizio sanitario mutualistico interamente gratuito per gli amici a quattro zampe, verranno eliminate. Non vogliamo norme in contrasto con la legislazione nazionale o europea. E per quanto riguarda le aragoste, purtroppo, non esiste un

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metodo meno violento di ucciderle: l’unica soluzione sarebbe non mangiarle”. “Resta comunque intatto - continua - lo spirito della legge, ovvero quello di eliminare l’apartheid degli animali e consentire loro, nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza animale e anche umana, di stare accanto al padrone”. Suddivisa in titoli, la pdl affronta problematiche che sono state raggruppate, quando possibile per specie animale, per permetterne una più facile comprensione e consultazione. Titolo I, affronta i principi generali e normativi di riferimento. Titolo II, specifica i criteri di definizione delle specie animali oggetto della tutela. Titolo III, indica disposizioni sia generali che specifiche per la tenuta degli animali da affezione e sanziona il loro maltrattamento e abbandono; affronta problemi di convivenza fra gli uomini e gli animali nelle città, quali l’attraversamento degli anfibi e l’accesso sui servizi di trasporto pubblico; detta regole per il mantenimento degli animali nei negozi di vendita, vieta i combattimenti fra animali; introduce l’obbligo di denuncia delle cucciolate per combattere alla radice il problema del randagismo canino e felino; ammette la possibilità per gli anziani autosufficienti di poter tenere con sé il proprio ani-

SERVIZIO SANITARIO VETERINARIO MUTUALISTICO l Titolo XII della proposta di legge istituisce all’art. 62 il servizio sanitario veterinario mutualistico regionale “allo scopo di adottare misure per la salvaguardia e la cura degli animali da affezione”. Il Servizio sanitario mutualistico per cani e gatti è interamente gratuito. Hanno diritto alle prestazioni a carattere convenzionato del Servizio i proprietari di cani e di gatti esenti dalla partecipazione alle spese del Sevizio sanitario nazionale per motivi di reddito. Oltre a questi, hanno diritto alle prestazioni a carattere convenzionato anche: • i cani e i gatti vaganti, da chiunque condotti, esclusivamente per il primo intervento; • i cani e i gatti ricoverati in strutture gestite da associazioni di volontariato senza scopo di lucro iscritte all’albo regionale del volontariato o degli enti giuridici o i possesso di altro analogo riconoscimento; • i cani liberi strettamente integrati nel territorio urbano, riconosciuti e protetti dai Comuni di appartenenza nonché accuditi e assistiti da associazioni di volontariato animalista o da associazioni di quartiere, denominati ‘cani di quartiere’; • i cani esclusivamente adibiti alla guida dei ciechi; • le colonie feline riconosciute dai Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali e/o dai Comuni; • i cani e i gatti impiegati in terapie ed attività assistite da animali a fini curativi e riabilitativi. I Servizi Veterinari già operanti presso le ASL provvedono, con i propri mezzi e le proprie strutture, ad erogare le prestazioni riconosciute in convenzione dal Servizio. Ove ciò non risulti possibile, su certificazione motivata del Direttore dell’Azienda stessa, la Regione provvede alla stipula di convenzioni con medici veterinari ai sensi della presente legge.

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male, spesso la loro ultima ragione di vita, nelle case di riposo; infine proibisce spettacoli a fini di lucro che contemplino l’utilizzo degli animali con numerose eccezioni quali le rievocazioni storiche ed i circhi: per questi ultimi viene indicata la normativa di riferimento già in vigore a livello nazionale e che devono rispettare per poter utilizzare animali selvatici durante gli spettacoli. Titolo IV, dedicato ai cani, elenca una serie di norme di buon comportamento che devono essere osservate dai proprietari degli animali sia per la loro detenzione che durante l’accompagnamento nelle aree pubbliche e negli esercizi pubblici e commerciali. Si fa notare che non viene qui sanzionata la mancata raccolta degli escrementi canini in quanto tale infrazione è già prevista dall’art. 18 della L.R. 43/95. Titolo V, dedicato ai gatti liberi delle colonie feline. Titolo VI, dedicato agli uccelli, indica i criteri minimi per la loro detenzione in gabbia e specifica le modalità cui devono attenersi gli ornitofili che vogliano nutrire volatili sul suolo pubblico. Titolo VII, tratta del controllo della riproduzione dei colombi di città. Vengono con questa normativa superati tutti i precedenti sistemi di selezione praticati, specialmente la cattura e l’uccisione, a fronte di un nuovo trattamento che prevede l’utilizzazione di Nicarbazina a scopo antifecondativo. Titolo VIII, dedicato agli animali acquatici, detta regole per la loro detenzione che soddisfino almeno ai minimi livelli le caratteristiche della specie; introduce l’obbligo della denuncia di possesso delle tartarughe acquatiche di tipo carnivoro per controllarne la proliferazione, specialmente nei corsi d’acqua e nelle vasche dove vengono spesso abbandonate e danneggiano la locale fauna autoctona; pone delle condizioni per la detenzione a scopo di vendita e per la cottura di pesci e crostacei che altrimenti vengono inutilmente maltrattati. Titolo IX, affronta il problema della detenzione degli animali esotici e detta regole in proposito, vietando inoltre la vendita di animali da alimentarsi con prede vive, fenomeno particolarmente deprecabile per gli aspetti etici che attengono alla nostra cultura. Titolo X, inserisce nuove modalità applicative della L.R. 43/95 ed estende la sua applicabilità anche alle gestioni private; prevede la sterilizzazione dei cani per diminuire il fenomeno del randagismo e l’accreditamento delle strutture rifugio che vogliano convenzionarsi con gli Enti Pubblici, oltre ad incentivare l’adozione degli animali abbandonati con la creazione di appositi servizi presso i Comuni. Titolo XI, vieta la vivisezione su animali. Titolo XII, istituisce il servizio sanitario veterinario mutualistico regionale (v. box). Titolo XIII, prende in esame le possibilità della realizzazione di cimiteri per animali e della creazione, da parte dei Comuni, di Servizi di emergenza veterinaria. Titolo XIV, elenca le sanzioni cui sono sottoposti coloro che non osservano l’articolato della legge e dispone che gli introiti derivanti da tali sanzioni siano destinati ai Comuni per finalità in materia di protezione degli animali, oltre ad istituire appositi servizi di vigilanza all’interno dei Corpi di Polizia Municipale. ■

ANMVI vs FEDERASMA rande stupore e forte preoccupazione “per la proposta di legge avanzata dal presidente della Commissione Sanità della Regione Toscana che, se approvata, aprirebbe i luoghi pubblici agli animali domestici purché ‘ne sia accertato la stato di buona salute e pulizia’. Ad esprimerle è Federasma, “che dal 1994 - ricorda la stessa associazione in una nota - è impegnata sul fronte della tutela dei diritti dei pazienti asmatici e allergici. L’approvazione del provvedimento, infatti, comporterebbe l’esclusione dei pazienti asmatici e allergici dai locali pubblici frequentati da animali, a causa del pericolo di crisi allergiche e asmatiche potenzialmente fatali”. Con riferimento alla nota di Federasma diramata dall’Agenzia AdnKronos Salute- l’ANMVI senza voler entrare in un ambito di competenza strettamente medica- ritiene che possano esserci le condizioni - culturali e sociali - affinché la presenza dell’animale nella vita sociale degli uomini possa essere incentivata e adeguatamente normata. Tutto questo, evitando tentazioni discriminatorie, e mantenendo il dibattito su un piano di rispetto dei pazienti asmatici e allergici come di tutti i cittadini, della sensibilità e delle esigenze dei proprietari e, non da ultimo, dell’animale stesso. In particolare del cane che risulta essere l’animale familiare per il quale è normalmente più avvertita l’esigenza di condivisione della vita del proprietario. Nel rispetto delle esigenze di tutela dei pazienti asmatici e allergici, giustamente evidenziate, l’ANMVI auspica che possano essere individuate soluzioni normative rispettose di tutti, come del resto già accade in altri Paesi Europei (es. Francia e Inghilterra) e negli Stati Uniti, dove l’accesso degli animali ai luoghi pubblici è molto diffuso. Come la stessa Federasma annota, non è certamente l’animale a rappresentare nell’attuale contesto ambientale ed ecologico - la fonte di maggior insorgenza di forme allergiche nell’uomo. “I pazienti asmatici e allergici, e con loro Federasma - sottolinea Sandra Frateiacci, presidente dell’associazione - sono contro qualsiasi tipo di discriminazione nei confronti degli animali, ma non possono accettare un’evidente discriminazione esercitata nei loro confronti. Riteniamo inaccettabile e lesivo della dignità umana -incalza Frateiacci - aver omesso di prendere in considerazione, e quindi di tutelare, la salute delle persone direttamente coinvolte dall’eventuale approvazione della proposta in oggetto”. L’allergia, che costituisce la terza causa di malattia cronica nel nostro Paese, riguarda oltre il 20% della popolazione (oltre 10 milioni di individui) e il 4-5% dei casi è da attribuirsi proprio ai derivati dermici degli animali. La sintomatologia tipica di questi allergici, ricorda la stessa Federasma, può condurre all’insorgere dell’asma, causando quindi un aggravamento della patologia iniziale.

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Medicina Tradizionale cinese e agopuntura veterinaria Protocollo d’intesa tra IZS Lazio-Toscana e SIAV per diffondere l’uso dell’agopuntura e della medicina tradizionale cinese in veterinaria ntesa tra l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana (IZSLT) e la Società Italiana Agopuntura Veterinaria (SIAV) per diffondere la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e l’Agopuntura Veterinaria (AV). IZSLT e SIAV intendono affermare il proprio interesse a potenziare rapporti di collaborazione scientifica, didattico formativa e di ricerca da utilizzare nella sanità veterinaria per l’integrazione scientifica e clinico - pratica della MTC e della AV con la me-

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dicina allopatica, per il miglioramento dei sistemi di allevamento in conformità ai principi ed alle norme per la tutela del benessere animale, alle direttive sulla zootecnia biologica ed alla salvaguardia della biodiversità, alle normative sulla sicurezza alimentare, da effettuare in ambito regionale, nazionale, comunitario ed internazionale. Le principali attività riguarderanno l’attuazione di ricerche sull’impiego della MTC e della AV; il monitoraggio e raccolta dati sull’impiego della MTC e della AV nei diversi Animali (A-

nimali d’Affezione, Animali Sportivi, Animali Esotici, Animali Selvatici, Animali da Reddito); il monitoraggio e raccolta dati nello specifico settore della Zootecnia Biologica; l’adesione ai programmi di ricerca scientifica promossi dal VII Programma Quadro per lo Sviluppo e la Ricerca 2007 - 2013 redatto dal Parlamento Europeo (valutare scientificamente le medicine complementari ed alternative); la diffusione scientifica e culturale nei settori individuati mediante media, internet, pubblicazioni; la partecipazione a progetti di formazione, ag-

giornamento professionale, informazione sulla MTC ed sulla AV; la collaborazione con Università, Ministero della Salute, Aziende Sanitarie Locali. Per la gestione e lo sviluppo di queste attività è prevista l’istituzione di una apposita Commissione Paritetica, composta da 4 membri, che avrà il compito di indirizzare e programmare la collaborazione e di valutare tutte le proposte relative al protocollo d’intesa. Data la diffusione sempre maggiore della MTC e della AV, l’aumento dei veterinari che le impiegano nella loro pratica quotidiana, considerando i numerosi pronunciamenti normativi nazionali e comunitari relativi all’applicazione delle suddette discipline mediche in Veterinaria, la firma del protocollo d’intesa assume grande rilevanza nel perseguire in modo congiunto obiettivi di qualità ed efficienza nella ricerca biomedica e medico – clinica. Da anni la Regione Toscana profonde un peculiare impegno a favore delle Medicine Non Convenzionali (MNC), che è esitato nella realizzazione di quattro centri di riferimento regionale per le MNC applicate all’uomo. In analogia a quanto realizzato per la medicina dell’uomo, lo IZSLT ha previsto nel proprio regolamento interno la realizzazione, presso la Sezione di Arezzo, di un centro che esplichi attività di diagnostica, studio e consulenza per le MNC del settore veterinario. La realizzazione di tali progetti si inserisce nell’attuazione di una “Medicina Veterinaria Integrata”, in cui integrazione diventa sinonimo di potenziamento dell’atto medico veterinario e favorisce quel profilo di modernità e di livello europeo richiesto alla professione veterinaria. Il protocollo è stato siglato presso la Sezione di Arezzo dello IZSLT Giovedì 27 Marzo dal Direttore Generale dello stesso IZSLT, Nazareno Renzo Brizioli, e dalla Presidentessa della SIAV, Marta Rostagno. (Fonte: IZS LazioToscana/SIAV) ■

CALABRIA, VETERINARI SPECIALISTI NELL’ACCORDO INTEGRATIVO REGIONALE “Si è concluso il lavoro del Comitato consultivo regionale per la medicina specialistica e la Calabria si munisce di uno strumento che avrà una ricaduta sanitaria importante su tutto il territorio”. A renderlo noto è il segretario regionale del Sumai (Sindacato medicina ambulatoriale italiana), Carlo Colella, in un comunicato. “Nell'Accordo integrativo regionale - è scritto nella nota - si realizza l'applicazione dell'art. 13 del Contratto nazionale ai medici specialisti veterinari e ai medici e psicologi operanti negli istituti penitenziari così come previsto dal Piano sanitario regionale”. “I medici specialisti, i veterinari specialisti, gli psicologi ed i biologi, con il nuovo Accordo - prosegue la nota - sono coinvolti nelle fasi di programmazione e di ricerca di nuove soluzioni gestionali. L'Accordo apre una nuova stagione di sviluppo per tutta l'area della specialistica ambulatoriale che in Calabria, sempre di più, appare come elemento essenziale del sistema sanitario regionale, partendo dalla salute dei cibi e dalla sanità animale, alle cure mediche, alla prevenzione e alla riabilitazione”. “Un risultato - afferma Colella - che premia la nostra tenacia e che ci spinge, per il futuro, in un'ottica di sempre maggiore integrazione tra le diverse figure professionali che è l'obiettivo verso il quale dovrebbe tendere tutta la sanità italiana, a rafforzare e unire l'Area convenzionata interna che opera nelle strutture pubbliche”. (Fonte: ANSA).


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VETERINARIA 12 | 2008

Un ospedale per randagi a Napoli Nella struttura opererà un team di 40 professionisti per curare, 24 ore su 24, fino a 100 cani e gatti randagi apoli ha un suo ospedale per gli animali senza padrone. Il presidio ospedaliero veterinario della Asl Napoli 1, in via Rocco di Torre Padula, è stato inaugurato mercoledì 19 marzo, dall’assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano e dal direttore generale dell’azienda cittadina Giovanni Di Minno.

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STRUTTURA E ATTIVITÀ Si tratta di una moderna struttura di 1100 metri quadri nella quale opererà un team di 40 professionisti per curare, 24 ore su 24, fino a 100 cani e gatti randagi. Completamente rinnovata e situata all’interno del presidio ‘Frullone’, è dotata di attrezzature per la diagnostica per immagini - tac, radiologia, ecografia - e per lo screening ematochimico. Nell’Ospedale sono presenti locali dedicati alla medicina d’urgenza e alla terapia intensiva. Ricoveri e interventi clinico chirurgici saranno assicurati da un’equipe mista di medici veterinari della Asl Napoli 1, professori e ricercatori, grazie ad una convenzione, già operativa, con la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II. Tra le attività della struttura anche la promozione di campagne finalizzate alla sterilizzazione degli animali, a cui verrà assicurato ricovero e degenza, e la creazione di uno sportello unico per la centralizzazione di tutte le attività connesse all’anagrafe canina e all’adozione di animali senza padrone. Nel presidio veterinario verranno inoltre effettuate indagini rivolte alla diagnosi delle malattie infettive dei volatili che vivono nelle metropoli, in particolare rapaci, attraverso un monitoraggio delle infezioni batteriche e virali. Il pronto soccorso è assicurato da un servizio di ambulanza, già attivo dagli anni scorsi, mentre l’accesso alle prestazioni avverrà attraverso il coinvolgimento delle pubbliche autorità - carabinieri, polizia di stato e municipale, centralini della ASL Napoli 1 - che provvederanno ad attivare i competenti servizi veterinari per le più idonee procedure di soccorso, anche con l’ausilio delle associazioni di volontariato animaliste. La Regione Campania, che ha cofinanziato l’iniziativa, garantirà una parte dei posti disponibili nell’ospedale ad altre aziende sanitarie che non riescono ancora a garantire assistenza e cura agli animali senza padrone. Alla cerimonia inaugurale hannp partecipato il professor Sergio Papalia della direzione generale Servizi Veterinari del ministero della Salute, il presidente della Provincia Dino Di Palma, il sindaco Rosa Russo Iervolino, gli assessori Andrea Cozzoli-

no, Emilio Borrelli e Gennaro Nasti, il presidente dell’VIII Municipalità Carmine Malinconico, i rettori delle 3 università cittadine, il preside e i professori della Facoltà di Medicina Veterinaria della Federico II. (ANSA). ■

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Penocchio al Centro per la formazione in sanità pubblica veterinaria a venerdì 21 marzo il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio ha lasciato la direzione del dipartimento di prevenzione veterinario dell’ASL di Brescia per transitare all’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia dove sarà responsabile del Centro di referenza nazionale della formazione in sanità pubblica veterinaria.

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Gaetano Penocchio ha così commentato: “È questa una scelta professionale ed una scelta di vita. Mi sono sempre occupato attivamente di formazione nella mia città, tramite l’ordine, ed altrove organizzando centinaia di eventi. Recentemente ho trasformato i Consigli nazionali della FNOVI in momenti di formazione, strutturandoli come tali ed accreditandoli nel sistema ECM nazionale. Così sarà anche nel Consiglio Nazionale di Napoli del prossimo a-

prile. L’impegno che mi attende mi entusiasma perché questa è una attività che amo. Spero di ripagare la Direzione dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia che mi ha voluto inserire nel proprio organico. Se guardo dietro di me rivedo molti anni di responsabilità nell’ASL e non posso non pensare con affetto e riconoscenza ai colleghi con i quali ho condiviso anni di lavoro ed impegno. Grazie a loro per avermi sopportato”. (Fnovi.it) ■

TOSCANA, PIANO CONTRO LA TRICHINOSI a Giunta della Regione Toscana con delibera 926 del 10 dicembre 2007, ha previsto un piano di monitoraggio per il controllo della trichinosi, approvando le linee di indirizzo per l’applicazione del Regolamento CE 2075/2005, che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali per la presenza di Trichine nelle carni. Il Piano prevede che i campioni di tessuto muscolare prelevati da carcasse di suini macellati a domicilio, da cinghiali abbattuti a caccia, da carcasse di volpi, lupi e altri animali selvatici rinvenuti morti sul territorio regionale, siano esaminati presso le Sezioni toscane dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana. In questo modo si potrà valutare lo stato di diffusione dell’infestazione da Trichinella nei suini domestici e negli animali cacciati o rinvenuti morti nel territorio regionale e di classificare il territorio ad alto o basso rischio come previsto dalla normativa europea. La partecipazione attiva dell’Istituto Zooprofilattico al Piano descritto rientra nell’impegno primario di questo Ente a garantire elevati livelli di sicurezza alimentare, nella consapevolezza che tale garanzia non può prescindere dalla qualità dell’ambiente. (fonte: IZS Lazio-Toscana)

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CONTROLLI SU 5000 AGNELLI PROVENIENTI DAI PAESI DELL’EST l Corpo forestale dello Stato di Asiago e di Treviso hanno effettuato un’operazione di controllo di numerosi camion provenienti da Paesi dell’Est europeo, e in particolare dalla Romania, che trasportavano agnellini appena svezzati, destinati a finire sulle tavole delle famiglie italiane. L’ispezione, che è stata condotta con il contributo del personale dell’Ispettorato per il Controllo dei Prodotti Agroalimentari di Conegliano Veneto, era finalizzata alla verifica di eventuali violazioni della legge 151 del 2007 che contiene le norme da rispettare per il trasporto in condizioni di benessere di equidi domestici, bovini, suini, ovini, caprini e pollame. Nel corso dell’operazione sono stati ispezionati cinque camion che trasportavano agnellini, due che trasportavano vitelli da latte appena svezzati e uno con a bordo tori del peso di oltre quattro quintali. In totale il personale della Forestale ha sottoposto a controllo 4.800 agnelli e oltre 400 vitelli. L’operazione ha portato a elevare complessivamente 15.000 euro di sanzioni, mentre alcuni capi, trovati sprovvisti di marchio auricolare, sono stati sottoposti a sequestro (Fonte: Ispettorato Generale)

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VETERINARIA 12 | 2008

Lettere al Direttore

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Sul costo del farmaco veterinario di LUCA CRAVERO Responsabile divisione veterinaria General manager veterinary division Istituto Farmaceutico Candioli S.p.A.

“Quando ho tentato riforme innovative, animate da spirito radicale, dal mondo universitario si sono alzati tsunami di conservazione” Fabio Mussi, Ministro dell’Università e della Ricerca

aro Carlo, colgo l’occasione della lettera del Dr Chiappo relativa al costo del farmaco veterinario, apparsa sul numero 10/2008. Oltre ai fattori che hai sottolineato tu - il mercato veterinario incide per circa l’1% sul totale vendite del comparto farmaceutico, da cui deriva un minor numero di confezioni vendute su cui ripartire gli investimenti per sviluppare un nuovo prodotto - ce ne sono alcuni altri da considerare.

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inferiore al costo dovuto alla necessità di dedicare un impianto al solo uso veterinario. Questa situazione ha effetti molto maggiori sulle aziende italiane, che esportano una quota ancora troppo bassa delle loro vendite, mentre non rappresenta una difficoltà per le multinazionali, le quali usano impianti dedicati che lavorano un unico prodotto, venduto poi in tutto il mondo.

DISTRIBUZIONE Proprio perché il farmaco veterinario rappresenta l’1% delle vendite del farmacista e del grossista di prodotti ad uso umano, la filiera di distribuzione prevede normalmente il seguente iter: azienda produttrice -grossista veterinario- grossista umano -farmacia - utilizzatore finale. Ogni attore della filiera deve avere un ritorno economico, e questo significa un maggior costo finale per l’acquirente. Una diminuzione del costo del farmaco potrebbe avvenire se la filiera si riducesse a: azienda produttrice - grossista veterinario veterinario -utilizzatore finale, quantomeno per tutti quei prodotti che già oggi la legge prevede possano essere dispensati e venduti dal veterinario stesso. Questa è la filiera normalmente seguita all’estero, in paesi nei quali - è bene ricordarlo - circa il 50% dell’introito di una struttura veterinaria è rappresentato dalla vendita di prodotti, fatto che rappresenta, oltre ad una grossa opportunità di crescita economica per il veterinario italiano, un’ottima possibilità per rendere un servizio aggiuntivo al cliente, che non deve cercare il prodotto altrove, con le difficoltà che spesso si riscontrano in questi casi. Altro fattore che incide sul costo del farmaco è la mancata vendita, ovvero il caso in cui la prescrizione del veterinario sia cambiata dal farmacista che propone al cliente un farmaco ad uso umano che ha a magazzino, invece di far ritornare il cliente il giorno dopo per ritirare il farmaco prescritto, oppure che dice che il prodotto prescritto non è più in commercio o non esiste. Queste situazioni si ridurrebbero drasticamente se la distribuzione del farmaco passasse attraverso il veterinario.

COSTI DELL’INFORMAZIONE Mantenere una struttura di Informatori Scientifici del Farmaco ha dei costi elevatissimi, e tali costi devono essere coperti dalla vendita dei farmaci che vengono illustrati ai veterinari. Il fatto che in Italia ci siano moltissimi ambulatori che lavorano con orari ridotti fa sì che informare capillarmente la maggior parte delle strutture incrementi tali costi. Tanto per fare un esempio, informare un veterinario che lavora 3 ore al giorno costa lo stesso che informare un altro collega che lavora 6 ore al giorno ma - almeno sulla carta - rende la metà in termini di prescrizioni. Si tratta di conti che nulla hanno a che vedere con la scienza, ma che devono essere fatti: gli stessi che fa un veterinario che compra un nuovo ecografo e deve decidere quanto far pagare ogni esame, ragionando sul nu-

COSTI DI RICERCA E SVILUPPO

Le norme italiane prevedono che gli impianti di produzione dei farmaci veterinari siano separati dagli impianti utilizzati per produrre farmaci ad uso umano, anche se gli ingredienti ed i principi attivi sono identici nei due prodotti. Se in linea di principio questa separazione è condivisibile, dal lato pratico porta i costi produttivi alle stelle perché gli investimenti sugli impianti produttivi sono ripartiti su un numero di pezzi molto esiguo. Sarebbe sufficiente permettere a chi produce prodotti per uso umano di produrre - negli stessi impianti - anche prodotti per uso veterinario purché gli ingredienti utilizzati siano di grado farmaceutico e non zootecnico. Il maggior costo delle materie prime utilizzate sarebbe di gran lunga

Se è vero che spesso per sviluppare un farmaco veterinario si parte da una molecola già in uso in medicina umana, i costi di ricerca e sviluppo sono lo stesso molto elevati, soprattutto nel caso in cui si lavori sulla biodisponibilità, quasi sempre diversa tra uomo e animale da affezione. La ricerca quindi si concentra su come migliorare la disponibilità della molecola nella specie di destinazione, per dare al veterinario un farmaco più efficace del prodotto umano. Vi sono ancora molti altri aspetti che penalizzano il costo finale del farmaco veterinario, che non cito. Le motivazioni che ho riportato mi inducono a concludere che il settore veterinario può uscire dalla forte crisi in cui è e diventare fonte di affermazione professionale per tutta la categoria solo se i vari attori che vi operano (veterinari, aziende, grossisti, associazioni di categoria, etc) lavorano uniti per il bene comune. Senza aziende, i veterinari non avrebbero un arsenale terapeutico adeguato per curare efficacemente i propri pazienti, permettendo quindi la fidelizzazione della clientela. Senza veterinari, le aziende non avrebbero incentivo ad investire in prodotti nuovi e sempre più efficaci. Senza i grossisti, i prodotti non si troverebbero. Rendiamoci dunque conto che ogni figura è indispensabile alle altre, e lavoriamo uniti per rendere il nostro settore più moderno ed efficiente. ■

quali (si è alzato l’imponibile), e assicuro che dall’01/01/08 ad oggi non c’è stato un cliente che abbia fatto caso alla nuova “fattura”. La ricevuta, nella mia esperienza, è vista nella stragrande maggioranza dei casi come un qualcosa che A) si subisce, B) a volte si scarica, C) si lascia sulla scrivania del veterinario prima di uscire. Bisognerà aspettare per vedere se effettivamente per chi aderisce cambierà sostanzialmente qualcosa, ma se dovesse portare un po’ di sollievo a chi ha meno perché no? Viene detto che, non potendo aderire il professionista che nell’anno precedente ha acquistato strumentario per quindicimila euro o più, il fisco va a premiare chi non investe nella propria attività; ma forse qualcuno quella cifra da investire non ce l’ha (in primis, i numerosissimi colleghi che lavorano sono sottopagati qua e là), e viceversa: forse chi può investire quella o altre cifre dico forse ha

meno bisogno di altri di un alleggerimento fiscale. “Altre le vie da perseguire, come la riduzione dell’IVA”: nulla impedisce di portare avanti questa richiesta, che potrebbe anche essere ora vista come un’armonizzazione della classe (?) veterinaria. Per ultimo: leggo che con il prossimo, qualunque sia, governo vi muoverete per questo “nuovo pasticcio”. Sarebbe corretto prima fare due conti sul numero di colleghi SCIVAC/ANMVI che hanno aderito a questo nuovo regime fiscale e sentire magari prima il loro parere? 2. Chi lavora in concorrenza sleale lo faceva, lo fa o lo farà indipendentemente da IVA, condoni, Bersani, studi di settore. Si tratta di un profondo egoismo individuale che porta a nessuna considerazione degli altri colleghi, un forte senso di non appartenenza ad alcunché. 3. Studi di settore. Dalla loro introduzione ad oggi sono sempre risultata “congrua e

MODERNITÀ ED EFFICIENZA iprendiamo il tema del costo dei medicinali veterinari ascoltando la viva voce di un’azienda. Professione Veterinaria e la direzione editoriale ringraziano il dottor Cravero per questo intervento che concorre ad inquadrare ulteriormente la relazione tra il costo del farmaco veterinario e l’attuale situazione del settore in Italia. All’interno di questa rubrica, è stato sottolineato il fatto che spesso un farmaco ad uso veterinario ha un prezzo più elevato rispetto ad un farmaco ad uso umano contenente la stessa molecola. Da queste stesse pagine riprendiamo e sviluppiamo il tema, condividendo l’esortazione a lavorare uniti, aziende e veterinari, per rendere il nostro settore più moderno ed efficiente.

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mero medio di ecografie al mese che farà. Soluzione: consolidamento degli ambulatori esistenti in strutture in cui un elevato numero di veterinari condivide i costi fissi e di gestione, con un miglioramento economico sia dei singoli veterinari, sia del costo dell’informazione. In medicina umana gi ISF visitano solo gli specialisti di settore. In medicina veterinaria la specializzazione è ancora molto poco diffusa, per cui le aziende, oltre ad informare gli opinion leaders, fanno informazione a tutti i veterinari “generalisti”. Questo significa un ulteriore aumento dei costi di informazione. Il rimedio a tale situazione è ovviamente una sempre maggior specializzazione dei medici veterinari, cosa che sta già pian piano avvenendo.

Puntualizzazioni a qualche tempo leggendo Professione Veterinaria, e altri editoriali, ho un senso di malessere perché colgo più o meno velatamente l’affermazione per cui - in sintesi - i veterinari titolari di strutture semplici, di base, nel loro complesso esercitano la professione in modo pressappochista se non addirittura da incompetenti. Oggi si aggiunge la possibilità del nuovo regime fiscale “dei minimi” ed ecco: i titolari di modeste strutture che faranno concorrenza sleale abbassando le tariffe perché non versano più l’IVA! Mi permetta allora le seguenti puntualizzazioni, nel massimo rispetto e senza spirito di polemica. 1. Dove sta scritto che aderendo al nuovo regime fiscale il veterinario automaticamente abbassa le tariffe. Le mie, e quelle di tanti colleghi a me vicini, sono rimaste tali e

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COSTI DI PRODUZIONE


28 Lettere al Direttore coerente”: fatturo troppo (!!!), o tutto sommato i parametri non sono poi così campati per aria? Non metto in dubbio che il discorso sia più complesso nel caso di strutture articolate, con dipendenti … ma forse si è venuta a creare più ansia del dovuto su questi studi di settore. Per concludere, nei miei limiti mi sento un buon veterinario e mi sento di rappresentare tanti altri; mi aggiorno, seguo corsi, mi metto in discussione interagendo con altri colleghi nei casi più complessi. La mia gratificazione quotidiana sono la fiducia e la fedeltà dei miei clienti, che vanno oltre qualsiasi certificazione di qualità ottenuta (pagando), da terzi. Sbagliare si sbaglia tutti, ma l’errore è anche capito quando si è dimostrato impegno, empatia e dedizione nel proprio lavoro. Detto questo, mi sento però all’interno di un sistema che giudica molto, di una realtà in cui le strutture veterinarie di base sembrano stiano diventando un fastidio, un intralcio; ho la sensazione che la veterinaria in Italia diventerà appannaggio di pochi, con tanta “manovalanza” (mi si scusi il termine) ormai così specializzata che potrà solo lavorare per altri. Mi capita di parlare con giovani colleghi, bravi e preparati, ma già così “instradati” da aver perso una visione di insieme del paziente e del rapporto con il paziente clien-

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te, lontani dal sapere cosa significhi far partire, gestire e mantenere un’attività in proprio… eppure quando parlano hanno solo certezze. E io, che del mettermi in discussione ne faccio il perno della mia professione, mi chiedo se non varrebbe la pena insegnare anche “umiltà” e “autocritica”. Ma sto divagando. Ringrazio per l’attenzione e lo spazio che vorrà eventualmente concedermi. Lettera firmata Cara collega, non abbiamo mai scritto che gli ambulatori di medicina di base o i piccoli ambulatori siano degli incapaci o degli evasori. Incapaci possono essere quelli delle piccole come delle grandi strutture ed evasori pure. Si può essere incapaci negli interventi semplici come in quelli complessi e si può evadere non fatturando una vaccinazione o un intervento da 2000 euro. 1) Nessuna critica quindi all’operato delle piccole strutture. Detto questo siamo sempre stati contrari all’eliminazione dei tariffari minimi perché, tenendo conto di come sono stati calcolati, sotto questo livello di tariffe non si può garantire la qualità di una prestazione, a meno che si lavori sottocosto. Abbiamo già scritto più volte che il sistema dei minimi non è così conveniente come

sembra e che, comunque, l’86% dei colleghi è sotto i 30mila euro di fatturato dichiarato e quindi può aderirvi. Quanti lo abbiano fatto non te lo sappiamo dire ma di certo non credo che siano pochi. Siamo anche convinti che l’aver tolto l’IVA possa esser per molti un’arma pericolosa. È vero o no? In ogni modo si viene a creare una sperequazione fra strutture con IVA e quelle senza che potrebbe generare forme di concorrenza non equilibrate in quanto il cliente non sarà sempre in grado di fare un confronto di tariffe ricordandosi che alcune hanno l’IVA ed altre no, anche perché, per lui, l’IVA è un costo in più della prestazione. Perdonaci ma tutto questo non ci sembra molto logico e finirà per creare solo grande confusione. Non sarebbe stato meglio, come chiediamo da anni, che venisse ridotta l’aliquota sulle prestazioni veterinarie al 10% per tutti, o toglierla del tutto visto che la nostra attività sanitaria rientra comunque nella sanità pubblica? Secondo noi sarebbe stato meglio e più corretto. 2) La concorrenza sleale ci sarà sempre ma ti posso assicurare che con la storia dei minimi si stanno sviluppando operazioni del tutto scorrette, da come ci raccontano varie aziende, per riuscire a rientrare nelle caratteristiche previste. Certo, la maggior par-

organizzato da

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te sono onesti e corretti, ma l’occasione ha sviluppato la fantasia italiana. 3) Per quanto riguarda gli studi di settore abbiamo sempre sostenuto che si debbano pagare le tasse sul reddito reale, non su quello presunto dal fisco sulla base di parametri predefiniti. Nonostante tutte le correzioni apportate, molte anche su nostra richiesta, gli studi di settore continuano ad essere uno strumento iniquo che rischia ancora una volta di favorire i più furbi. Anche questo non ci sembra logico. Nel futuro della veterinaria italiana ci sarà sempre ampio spazio per le piccole e medie strutture perché il servizio che possono offrire sul territorio non è sostituibile. Aumenteranno gli studi associati, gli specialisti, i centri di referenza o le grosse cliniche, ma la funzione della medicina di base sarà sempre estremamente importante. Ciò che è necessario, al di là di ogni forma di certificazione, è che anche a questo livello la nostra professione venga espressa con il massimo impegno, serietà e professionalità che non possono mai mancare. I tuoi ultimi commenti, come tu stessa dici, ci porterebbero molto lontano da questi argomenti ma non sono certamente meno importanti di quelli su cui abbiamo disquisito ora. Carlo Scotti

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Lettere al Direttore

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Il lavoro fisso aro Presidente Scotti, sono una Veterinaria laureata ormai da anni ed abito a Padova. Dopo la solita gavetta di anni (perché l’Università - diciamolo ancora una volta - non prepara come dovrebbe) presso strutture veterinarie mi sono trovata un lavoro fisso. È vero dirà lei che me lo devo tenere stretto visto la precarietà di questi anni ma vorrei chiederle quale ritenga sia il compenso minimo per un veterinario nell’arco di un mese, non esiste un compenso minimo per un lp, è una contrattazione di un rapporto di consulenza, si parla di compensi minimi e/o stipendi se si viene assunti con contratto Confprofessioni. Credo che la valutazione su quanto chiedere per un rapporto professionale (libero) sia legato principalmente a quanto il professionista dà in termini non solo orari ma di competenze. Questo fa la differenza ovvero se sei uno che i clienti cercano e vogliono o se sei uno che tiene aperta una porta..... tenendo presente che si lavora da un minimo di 50 ore ad un massimo di 80 ore e che il costo della vita è aumentato notevolmente. Un’altra domanda che vorrei rivolgerle è quanto dovrebbe percepire un veterinario per una visita a domicilio. Un onorario dignitoso per una visita domiciliare non penso possa essere meno di 70 € (fatturato) visto che spesso e volentieri vengo a contatto con realtà scarsamente retribuite. Penso che le mie domande possano essere utili anche agli altri colleghi. La ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti. Dott. Marta Paoloni

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Cara collega ti abbiamo chiesto l’autorizzazione a pubblicare la tua email di richiesta di informazioni perché pensiamo che sia un argomento che possa interessare tanti veterinari. Per quanto riguarda l’università, che critichi perché non prepara come dovrebbe, si discute da anni sui contenuti del corso di laurea e le posizioni sono molto diverse. L’università deve preparare alla professione, e quale, o dare una preparazione di base che

ERRATA CORRIGE Con riferimento alla notizia “Caudotomia a San Marino, denunciato allevatore” (Professione Veterinaria n. 8/2008) si precisa che la notizia si riferiva in realtà ad un caso di conchectomia e che il cane corso italiano rientra tra le razze riconosciute dalla FCI e per le quali è - allo stato - ammessa la caudotomia per esigenze di standard di razza. Ci scusiamo con i lettori.

permetta poi di affrontare ogni scelta professionale? Sento spesso studenti che lamentano “l’inutilità” di certi esami in funzione dei loro obiettivi occupazionali ma la funzione dell’università forse non è quella di creare un “professionista”. Sarà il tirocinio, il praticantato a dare la formazione per la pratica professionale e l’esame di Stato dovrebbe accertare questi aspetti e non solo nozioni scolastiche. E saranno poi le Società scientifiche a permettere gli approfondimenti e gli aggiornamenti, con ampia scelta, per la pratica professionale. È una mia riflessione che merita certamente un’ampia discussione che da tempo abbiamo avviato con il mondo universitario insieme all’annoso problema del numero programmato. Per quanto riguarda le due domande specifi-

che è molto semplice rispondere alla seconda: credo che un onorario dignitoso per una visita domiciliare non possa essere meno di 60/70 euro + IVA. Sempre meno comunque della chiamata di un idraulico. Per quanto riguarda invece l’altra tua domanda la cosa è estremamente più complessa. In un rapporto di dipendenza si deve fare riferimento al contratto siglato dai sindacati con Confprofessioni per i laureati dipendenti da strutture professionali. Se ben ricordo è circa 1000/1100 netti al mese per 40 ore settimanali. Per un rapporto di collaborazione professionale è molto difficile dare un’indicazione visto che le variabili sono molte. Non esiste un compenso minimo per un libero professionista, ma dipende dalla contrattazione di un rapporto di consulenza. Quanto chiedere?

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Credo che questa valutazione dipenda principalmente da quanto il professionista può dare in termini non solo di orario ma anche, se non soprattutto, in termini di competenza e quindi di autonomia di lavoro, capacità gestionale, eventuali specializzazioni, incremento del lavoro, sviluppo della struttura, rapporto con i clienti, ecc. Dare una risposta precisa è quindi impossibile e si parte da cifre minime se è un giovane laureato che deve apprendere ancora tanto, se non tutto, fino a valori anche piuttosto elevati se si parla di uno specialista che porta un forte valore aggiunto alla struttura. Devi essere quindi tu a fare questa valutazione precisa confrontandoti poi con il titolare e chiedendo che ti venga riconosciuto quanto vali. Carlo Scotti


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INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC SARDEGNA INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

CORSO SCIVAC

MEDICINA FELINA - Hotel Internazionale, Cervignano del Friuli (UD) - Via Ramazzotti, 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO SISCA - L’EDUCAZIONE DEL CUCCIOLO SECONDO UN’OTTICA PEDAGOGICA (I PARTE) - Il Biancospino - Casteggio (PV) - ECM: No ECM - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it X CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it “PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D’URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DA COMPAGNIA” - Sassari - Sardegna - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it INCONTRO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO DI CITOLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 12 | 2008

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 31 marzo 2008




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