Professione Veterinaria 42-2013:ok
13-12-2013
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
42 2013
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 10, numero 42 dal 9 al 15 dicembre 2013
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
UN PARERE SULL’ART. 727 DEL C. PENALE
L’ASSESSORE INCONTRA I VETERINARI
OTITE ESTERNA NEI GATTI RANDAGI
CHIRURGIA DEL CROCIATO NEL BOXER
SIRVAC FOCUS SULLA RIPRODUZIONE
A PAGINA 4
A PAGINA 6
A PAGINA 9
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A PAGINA 11
DERESPONSABILIZZAZIONE IMPUNITA
BREVI H7N9 H7N9 isolato da un paziente in Cina, per verificare la sua resistenza ai farmaci e il suo grado di infettività: il virus è risultato altamente resistente al farmaco antivirale, a causa di una mutazione. Il virus è in grado di infettare le cellule umane coltivate in laboratorio e si diffonde tra gli animali in modo efficace.
LPAI-H5 Il Ministero della Salute sta valutando l’adozione di misure nel settore avicolo rurale, dopo l’evidenza di correlazioni significative fra i virus isolati al Sud e quelli identificati in alcune aree del Nord. Da individuare i flussi commerciali nella filiera rurale che favoriscono il mantenimento del virus e lo spill over dell’infezione nel circuito industriale.
EQUIDI Si può procedere alla registrazione della movimentazione degli equidi (in ossequio all’Ordinanza Ministeriale 1 marzo 2013), in via telematica anche per movimentazioni inferiori ai 15 giorni. La conferma è arrivata dal Ministero della Salute su richiesta del Dipartimento Veterinario della FISE.
VK22U Avrà tempo fino al 28 febbraio 2014 chi deve giustificare situazioni di non congruità o non coerenza con lo Studio di Settore VK22U. On line il software per segnalare scostamenti dallo studio di settore.
SEMAFORI Secondo il Ministro Lorenzin i cosiddetti “semafori” creano allarme. In Gran Bretagna vengono applicati sui prodotti venduti nei supermercati e negli store. Ma si tratta di un’etichettatura che preoccupa i produttori italiani perché intende segnalare la quantità di grassi nei cibi, ma di fatto rischia di colpire prodotti pregiati made in Italy.
ORIGINE Indicazione dell’origine per le carni dal 2015. Il Comitato veterinario per la catena alimentare ha approvato il nuovo Regolamento. Sarà obbligatorio introdurre in etichetta il luogo dell’allevamento e della macellazione, mentre l’origine potrà apparire, su base volontaria, se la carne è ottenuta da animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese.
CONSULTAZIONE ANMVI
L’abbandono ha un’altra faccia Elaborati i dati di 1074 questionari sugli animali lasciati nelle strutture veterinarie. A PAGINA 3
Chiudiamo l’anno con i dati di una indagine (pag. 3, ndr) che conferma tutte le contraddizioni della nostra società. Sembriamo il Paese più protezionista d’Europa e invece siamo come l’ultimo dei Paesi civilizzati, con cucciolate frutto di riproduzioni in libertà lasciate nel cartone davanti all’ambulatorio veterinario. Il numero di abbandoni “subiti” dalle strutture private è esponenziale: la veterinaria privata adotta 1,8 animali procapite, assorbe una consistente quota di abbandono e ne ammortizza il costo economico e sociale. Sono proprio i vituperati veterinari privati, quelli che osano curare a pagamento, ad adottare migliaia di gatti e cani dimenticati da tutti. Chi ha voluto l’obbligo di soccorso sappia che, date 1000 strutture, una media di 100 animali/anno viene portata al pietoso soccorso e mai più ritirata: nessuno paga e l’animale è scaricato sulla struttura. Chi si ostina a pesare fiscalmente sulle cure sappia che non si microchippa e non si paga il veterinario anche per motivi fiscali. Cominciamo con l’esentare da IVA le prestazioni ‘one health’ dando un segnale politicamente forte sull’importanza che il nostro Stato intende attribuire al con-
trollo sanitario degli animali da compagnia. Non ci si può d’altra parte nascondere che non è solo la crisi a frenare il possesso responsabile, ma lo è anche una errata programmazione socio-familiare che non pianifica gli oneri e la spesa (ventennale) del mantenimento di un cane. Fra i diritti animali, quello alle cure veterinarie dovrebbe essere conteggiato per primo. Ci sono “esseri senzienti” che non si esita a legare al palo fuori dalla struttura veterinaria. Tanto ci penserà il veterinario. Questo atteggiamento non è punito dal Codice Penale (pag. 4, ndr). Le aberrazioni della giurisprudenza dicono che l’abbandono dal veterinario non è reato, è “affido”. Una legislazione di questa portata avalla comportamenti illeciti: è de-responsabilizzazione impunita. Una legislazione velleitaria ed elettoralistica danneggia in primo luogo l’oggetto della tutela e tutti quelli che come noi suppliscono alle sue carenze. Se la sanità veterinaria è pubblica, i veterinari privati la stanno sostenendo pagando di tasca propria i conti economici e morali altrui. Sarà il caso di ricompensarli, anche se la parola più appropriata sarebbe “risarcirli”. Carlo Scotti, Direttore editoriale
MEDICINE ALTERNATIVE: PIÙ CONSUMI E PIÙ COSTI LE MEDICINE ALTERNATIVE O NON CONVENZIONALI, DA MOLTI DEFINITE SEMPLICEMENTE MEDICINE NATURALI, nonostante le continue e forti critiche della maggior parte del mondo scientifico che le osteggia, diventano sempre di più una quota significativa del mercato farmaceutico. In Italia le ultime indagini hanno evidenziato che almeno 11milioni di pazienti le usano regolarmente o sporadicamente. In Europa si parla di almeno 100milioni di utilizzatori. In Italia sono circa una trentina le aziende produttrici di farmaci omeopatici e tutte sono in crescita con un fatturato nel 2012 di oltre 160 milioni di euro. Vi è però una forte preoccupazione nel settore per gli elevati costi che queste aziende dovranno sostenere per registrare i farmaci naturali. Infatti, su suggerimento della UE, l’Italia ha deciso che tutti questi farmaci per poter essere commercializzati, a partire dal 1° gennaio 2016, dovranno essere obbligatoriamente registrati presso l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Le aziende produttrici dovranno quindi presentare un dossier per ogni prodotto, ma quello che preoccupa maggiormente è che per ogni farmaco l’Aic (Autorizzazione per l’immissione al commercio) costerà almeno 3mila euro oltre a 200 euro ogni anno per il mantenimento dell’iscrizione. Se pensiamo che i farmaci da registrare sono più di 25mila, il costo che dovrà essere sopportato dal settore è di circa 75milioni di euro. Un altro aspetto che preoccupa le aziende è che l’AIFA sembra voler rendere obbligatoria la ricetta medica anche per l’acquisto degli omeopatici. Su questo ultimo punto noi ci siamo sempre espressi a favore ritenendo che solo un medico veterinario, per quanto ci riguarda, possa prescrivere questi farmaci dopo una accurata visita diagnostica.
A.N.M.V.I