PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
13 2009
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 6, numero 13 dal 6 al 12 aprile 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
AVVELENAMENTI MODIFICATA L’ORDINANZA
I LEAVET NELLA MIA PDL
RESPONSABILITÀ PER I DANNI DA RANDAGI
MALATTIE VIRALI DEL GATTO
ASSISTENZA TOSSICOLOGICA VETERINARIA
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BREVI
UNA COMMISSIONE UNIVERSITÀ E PROFESSIONE
ABRUZZO Versamenti "pro-colleghi Abruzzo" possono essere eseguiti sui seguenti conti postale e bancario aperti dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e ad essa intestati: Conto corrente postale (causale "pro colleghi Abruzzo") IBAN: IT75E0760111400000040777971 Conto corrente bancario (causale "pro colleghi Abruzzo") IBAN: IT03M0623011402000030180174
ORDINI I cento Ordini riuniti al Consiglio nazionale della Fnovi hanno sottoscritto, il 4 aprile, una mozione proposta dal Presidente Penocchio riguardante le aggressioni ai medici veterinari. L’appello si rivolge al Governo per chiedere garanzie di sicurezza per i colleghi impegnati ad applicare le leggi sanitarie a tutela della sanità pubblica e della sicurezza alimentare.
TK22U La revisione del TK22U è prevista per il 22 giugno. Intanto, il Gruppo di lavoro sulle professioni della Commissione Sose ha approvato un documento che impegna al monitoraggio continuo del settore, analizzando gli effetti discorsivi della congruità e tenendo ben presente che gli indicatori di normalità economica sono stati pensati quando il PIL cresceva.
OBAMA Il Presidente Barack Obama ha costituito un nuovo organismo denominato Food Safety Working Group per migliorare il livello di sicurezza alimentare. Il provvedimento si è reso necessario dopo la presenza di salmonella nel burro di arachide, che ha causato nove vittime, intossicato 683 persone e provocato il ritiro dal mercato di 3.000 prodotti (il richiamo più massiccio nella storia statunitense). Obama ha precisato che destinerà un miliardo di dollari per migliorare la sicurezza alimentare.
ANTIBIOTICI Secondo uno studio dell'Autorità per la sicurezza alimentare francese pubblicato il 26 marzo, l'impiego di sostanze antibiotiche per curare le malattie degli animali da reddito è in continua crescita. Nel 2007 la quantità complessiva è aumentata del 7%. Secondo l'agenzia confrontando i milligrammi di antibiotico utilizzati e il numero di animali, negli ultimi 9 anni l'incremento dei medicinali è stato del 13,4%.
laPROFESSIONE VETERINARIA
ANMVI 1999
PREVIDENZA
L’ENPAV prepara la riforma Giovani, età pensionabile, scaglioni di reddito e contributo soggettivo: quattro manovre per la sostenibilità A PAGINA 3
Una commissione mista, composta da rappresentanti dell’Università e della professione, individuerà le proposte condivise da portare ai Ministeri competenti. La Commissione, approvata dalla Conferenza dei Presidi, dalla Fnovi e dall'ANMVI, ha tenuto la sua prima riunione il 2 aprile a Palazzo Trecchi. I Medici Veterinari italiani sono troppi, e la crisi occupazionale in questi anni si è fortemente evidenziata, soprattutto negli ultimi mesi anche per le difficili condizioni dell'economia nazionale. Su questo punto i componenti della Commissione Università-mondo professionale, riunitasi per la prima volta a Cremona, sono tutti d'accordo. La Commissione è nata da incontri informali che ne hanno evidenziato l'esigenza ed approvata dalla Conferenza dei Presidi, dalla Fnovi e dall'ANMVI. Alla riunione, presso la sede Anmvi, erano presenti per l'Università: Massimo Castagnaro, Preside di Padova e Presidente della Conferenza dei Presidi, Santino Prosperi, Preside di Bologna e Fulvio Marsilio, Preside di Teramo; per la Fnovi: Carla Bernasconi; per l'ANMVI; Giancarlo Belluzzi, Vicepresidente Vicario ed Antonio Manfredi, Direttore.
La crisi occupazionale dipende dal numero troppo elevato di veterinari e quindi tutti hanno concordato sulla necessità di contenere i numeri dei laureati con una riduzione del numero programmato. Come arrivarci non è però semplice e numerosi sono stati quindi i punti che si sono discussi per trovare possibili soluzioni a questo obiettivo. Il punto principale riguarda la salvaguardia delle Facoltà di Medicina Veterinaria da un punto di vista economico ed organizzativo affinché non vi siano penalizzazioni derivanti dal calo di iscrizioni. Da questa garanzia si potrà veramente incominciare a ragionare in termini di numeri di iscritti, tenendo conto del riconoscimento europeo EAEVE, della qualità dei percorsi formativi, delle cliniche universitarie, della riforma dell'esame di Stato, delle Lauree triennali, ecc. È emersa quindi la necessità e l'urgenza di preparare un documento condiviso che sarà portato al più presto ai Ministeri competenti per poter trovare l'attenzione, la disponibilità ed il sostegno a questo importante progetto di evoluzione del mondo universitario e di trasformazione della professione veterinaria. ■
ITALIA: UN PAESE PER VECCHI CONFPROFESSIONI, LA FEDERAZIONE DI ASSOCIAZIONI DEL MONDO PROFESSIONALE, ALLA QUALE ADERISCE ANCHE L'ANMVI PER IL SETTORE VETERINARIO, ha lanciato nei giorni scorsi un progetto per i giovani professionisti. Anche l'ANMVI da tempo si sta preoccupando delle enormi difficoltà che i giovani medici veterinari incontrano nella loro crescita professionale, difficoltà che la crisi economica che stiamo vivendo ha certamente reso più evidenti e gravi. Le cause di questa situazione sono diverse e partono dal Corso di Laurea, dal valore legale della Laurea, dall'esame di Stato, per arrivare al numero esorbitante di veterinari, alla crisi del settore, ecc. A queste potremmo aggiungere che l'Italia, rispetto agli altri paesi occidentali, è sempre di più un paese per vecchi, poco disponibile ed aperto ai giovani. Pensate ad esempio all'età media della nostra classe politica o a quella dei docenti universitari. Fenomeni come Blair, che a 44 anni era già primo ministro della Gran Bretagna, da noi sono impensabili e non sembra che il nostro paese stia migliorando nella sua apertura ai giovani, anzi. Esaminando i dati di una recente indagine del Cnel è facile rendersi conto di come le opportunità per i giovani siano nettamente diminuite negli ultimi anni. Basti pensare che è sempre più difficle trovare il primo lavoro, anche se precario, anche se sottopagato, anche se non è quello che si era sognato durante il Corso di Laurea, e che oggi prima dei 40 anni è difficile affermarsi sul lavoro e diventare indipendenti dalla propria famiglia. Alternative? Molti colleghi si sono affermati all'estero con grandi soddisfazioni. L'Italia non è un paese per i giovani.
DIECI ANNI AL SERVIZIO DEI MEDICI VETERINARI
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Enpav Attualità
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L’autonomia richiede una “autoriforma” L’Assemblea straordinaria dei delegati ha individuato le linee guida del cambiamento. Mancuso: la pensione è un diritto-dovere intervenire sul sistema. Siamo alla convergenza di alcuni fattori: si è posticipata l’età in cui si inizia a lavorare, si è abbassato il livello dei primi redditi professionali e, di conseguenza, l’ammontare dei contributi versati, mentre l’aspettativa di vita si è notevolmente allungata in questi ultimi anni. Abbiamo avuto una esplosione del numero di nuovi pensionati annui che passa dalle circa 140 unità del 2007 alle oltre 1000 del 2023, per poi stabilizzarsi intorno a una media di 700. Questo è l’effetto del picco di natalità verificatosi a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60, che porterà gli anni Venti del 2000 ad avere un numero di pensionati difficilmente sostenibile con le risorse attuali.
'Assemblea straordinaria dei delegati Enpav, riuniti il 3 aprile a Roma, ha segnato una data importante nel processo di riforma della previdenza veterinaria. Il progetto, preannunciato per grandi linee ai Delegati provinciali già a novembre dell'anno scorso, si va perfezionando sulla base del Bilancio tecnico e dall'ultima relazione della Corte dei Conti. L'obiettivo è di arrivare alla definizione della riforma nel corso dell’anno e di presentare un pacchetto di norme all'assemblea di giugno. Il Presidente dell’Enpav, On. Gianni Mancuso, ci parla delle linee principali della riforma individuate il 3 aprile.
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Presidente Mancuso siamo ad una svolta storica per l’Enpav? Diciamo che tutti i sistemi previdenziali stanno vivendo una svolta. È una fase che non riguarda solo la veterinaria e per la verità nemmeno solo l’Italia. Il cosiddetto welfare è uno dei temi portanti delle politiche socio-economiche mondiali, con alcune costanti comuni come ad esempio l’innalzamento dell’aspettativa di vita che è una sicura conquista, ma anche un fattore di squilibrio. A complicare il quadro c’è poi la recessione che aggrava le note debolezze della veterinaria. Ma siamo sempre stati pronti al cambiamento, dalla riforma del 1991 a quella del 2001 e fino ad oggi. È un momento delicato ma fisiologico per un Ente che deve fare i conti, in senso letterale, col futuro. Da dove nasce l’esigenza di questa riforma? All’Enpav interessa che il veterinario pensionato abbia, adesso come in futuro, una pensione adeguata e quindi deve capire per tempo come muoversi. I suggerimenti per la riforma sono venuti dalla stesura del Bilancio tecnico che l’Enpav ha voluto proiettare all’anno 2056. L’orizzonte temporale minimo richiesto dai Ministeri vigilanti è di 30 – 50 anni, ma noi abbiamo voluto proiettarci fino ai 50 anni per andare più a fondo nella verifica della sostenibilità. E i risultati hanno detto chiaro che se vogliamo mantenere la solidità di oggi dobbiamo
Qual è il pacchetto di norme che sottoporrete alla riunione ordinaria di giugno? L’assemblea straordinaria del 3 aprile non ha preso decisioni definitive, però ha focalizzato quattro direttrici: agevolazioni per i giovani iscritti, aumento dell’età pensionabile, rimodulazione degli scaglioni di reddito per il calcolo della pensione e l’innalzamento della percentuale destinata al contributo soggettivo per rendere più equo il rapporto tra quanto si versa e quanto si percepisce di pensione. Con la privatizzazione imposta dal d.lgs. n. 509/1994, è stato introdotto il divieto di qualsiasi finanziamento pubblico in favore degli Enti gestori della previdenza dei professionisti. E questo non è certo un dettaglio. Come ripartirete il peso della riforma? Innanzitutto, il patto di solidarietà intergenerazionale deve essere rispettato e questo principio è di per sé una garanzia di equità. Ma dobbiamo tenere conto delle difficoltà dei giovani iscritti a far fronte ai versamenti contributivi e quindi per loro pensiamo ad una iscrizione a zero oneri per il primo anno, poi l’applicazione di contributi del 33% per il secondo e del 50% per il terzo e quarto anno. Quanto agli scaglioni di reddito per il calcolo della pensione, ridotti da quattro a tre, e le relative percentuali di rendimento ritoccate in modo da incidere in maniera coerente sui redditi più alti, con dei correttivi applicati secondo il principio del pro rata temporis. Così come sarà innalzato a 60.000 euro il reddito pensionabile. SI andrà in pensione a 68 anni? Si sta ragionando sull’innalzamento dell’età pensionabile, passando da 60 a 68 anni, con almeno 35 di contributi e in caso di pensionamento anticipato il veterinario non avrà più l’obbligo di cancellarsi dall’Albo professionale, ma potrà continuare ad esercitare, anche se con la riduzione della prestazione al di sotto dei 68 anni. In ogni caso sarà possibile andare in pensione con 40 anni di contribuzione pur non avendo raggiunto i 68 anni di età. Con pensioni più magre? No. Quando parlo di pensione adeguata, penso al tasso medio di sostituzione che fuori dai tecnicismi vuol dire che il dovere dell’Enpav non è solo di garantire il trattamento pensionistico sul lungo e sul lunghis-
simo periodo, ma anche di assicurare una rendita che possa consentire un adeguato tenore di vita rispetto all’ultimo periodo di vita lavorativa attiva. Abbiamo poi lo strumento della pensione modulare, un altro esempio di come l’Enpav ha saputo precorrere i tempi; uno strumento cui altre casse previdenziali si stanno ora ispirando. Quando parla della riforma mette sempre l’accento sulla condivisione di questo processo… È così. Il confronto interno è in atto dall’inizio dello scorso anno, poi lo si è ripreso a giugno del 2008, fino ad arrivare all’Assemblea dei Delegati di novembre quando si è avviata una prima discussione sulle modifiche da apportare. Un ulteriore approfondimento è stato fatto con l’assemblea straordinaria del 3 aprile e il processo di analisi continuerà fino a giugno. Ma anche se i protagonisti di questo lavoro sono gli organi statutariamente chiamati a questa responsabilità, la voce degli iscritti la ascolto in prima persona ogni volta che ho occasioni di incontro con i Colleghi. Creare occasioni di incontro con i veterinari è sempre stato un nostro scopo primario: in poco più di un anno il Consiglio di Amministrazione ENPAV si è riunito in Piemonte, Marche, Toscana, Friuli e Sardegna; il mese prossimo saremo in Veneto. Inoltre ho partecipato personalmente insieme alla dirigenza ad incontri interprovinciali a Parma (incontrando le province di Parma, Piacenza e Mantova) e Ravenna (riunendo le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Ferrara) e con il Vicepresidente Scotti alla riunione dell’ordine di Roma, Senza contare le presenze ai principali congressi di SCIVAC, AIVPA, SIVE, SIVAR, SIVAE, ANMVI. Possiamo dire che la riforma è la prova del nove della nostra autonomia? Sì, il dualismo diritti-doveri previdenziali è alla base del nostro sistema previdenziale che da un lato deve garantire e dall’altro deve essere garantito. Quando parliamo di Enpav come di un ente privatizzato e quando difendiamo l’autonomia gestionale, organizzativa e contabile dobbiamo tener conto di tutto questo. Dobbiamo saper fare una riforma capace di dare un equilibrio duraturo al nostro Ente. Ci sono già troppe tentazioni da parte di enti estranei di appropriarsi delle casse dei professionisti e la risposta più efficace che possiamo dare è dimostrare di saperci autoriformare. C’è qualcos’altro che vuol dire ai suoi iscritti? Sì, vorrei che si avvicinassero di più all’Enpav, per tutti i servizi che offre (prestiti e mutui agevolati, aiuti per il sostenimento della retta della casa di riposo, le borse di studio, la possibilità di aderire ad una conveniente polizza sanitaria…) perché non siamo solo un erogatore di pensioni. E poi voglio ringraziare tutti i delegati provinciali per come affiancano gli organi amministrativi dell’Ente e per lo sforzo che in questi mesi stanno compiendo per garantire a tutti un futuro previdenziale di tutto rispetto. ■
IL FIORE ALL’OCCHIELLO presupposti che hanno determinato le scelte per la riforma sono legati a problematiche radicate alla professione (la difficoltà a fare decollare i redditi) e non (la finanziaria del 2006 ci impone una sostenibilità del sistema non più a 30 anni ma a 50). È facoltà del CdA dell’Ente approvare l’incremento del contributo soggettivo di 0,5 punti l’anno fino al 18% con la possibilità di poter spostare l’incremento avanti negli anni qualora gli effetti o la situazione occupazionale lo richiedano. Allo stesso modo se il reddito dei liberi professionisti subisse incrementi significativi si potrebbe prevedere un rallentamento o una riduzione degli aumenti. Attualmente il nostro reddito medio è di 14.900,00 Euro. L’incremento di 8 punti percentuali del contributo soggettivo in 16 anni, fermo restando l’ipotesi di intervenire anche sul contributo integrativo (l’Assemblea dei Delegati deciderà in merito già dalla prossima Assemblea di Giugno), ci consente di ridurre la differenza con altre categorie di lavoratori che attualmente versano per la sola previdenza il 24% della busta paga. Questo aumento di contribuzione ci consente di poter pensare a due rette, banalmente chiamate delle entrate e delle uscite, pressoché parallele e considerare questa riforma come destinata a durare nel tempo. A questo va aggiunto che la prossima riforma terrà conto, come è stato per le altre, del pro rata, della deducibilità fiscale, della riduzione dell’indice di sostituzione (il rapporto tra il versato e il riconoscimento pensionistico, sbilanciato nei confronti di chi versa maggiormente) ma soprattutto al fatto che finalmente potranno andare in pensione anche i liberi professionisti che, con un unico trattamento (verrà cancellata la pensione di anzianità), potranno rimanere nel mondo del lavoro conservando l’iscrizione all’Ordine provinciale già a 60 anni con 35 di contribuzione. Questa opzione, con una riduzione che al massimo potrà essere del 35%, consentirà alle categorie dei Colleghi che si sentono usurate di poter accedere alla pensione prima del tempo, prevista per tutti a 68 anni e 35 di contribuzione. La rivalutazione, per coloro che rimangono iscritti e quindi manterranno lo status di contribuenti dell’Ente verrà calcolata ogni 4 anni. La riforma introdurrà nuove e migliori possibilità di contribuzione ai giovani che si iscriveranno prima del 32° anno di età. Sicuramente una riforma coraggiosa e strutturale. Per la Categoria e per chi ha conoscenza delle logiche che governano la previdenza, la possibilità di essere noi a gestire, oltre alla previdenza anche l’assistenza, il nostro Ente, rappresenta un vero fiore all’occhiello. Anche quando si chiedono sacrifici. Alberto Schianchi, Referente ANMVI per la previdenza
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4 Attualità
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Esche avvelenate, modificata l’Ordinanza Rivisti i compiti del veterinario e le indicazioni per i produttori. Un libero professionista al Tavolo in Prefettura stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’Ordinanza 19 marzo 2009, che modifica le “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” (Ordinanza del 18 dicembre 2008). Il provvedimento ravvisa l’opportunità di intervenire sulle disposizioni a carico del medico veterinario e fornisce indicazioni sulle modalità di invio delle spoglie di animali deceduti per avvelenamento o dei campioni. La necessità di apportare alcune modifiche alla prima Ordinanza era stata suggerita dall’Anmvi, allo scopo di allineare il provvedimento alle norme in materia di gestione dei rifiuti speciali e di indirizzare il testo verso una maggiore applicabilità ed efficacia. Sparisce l’obbligo di immediata segnalazione per i casi di avvelenamento di cui il medico veterinario “viene a conoscenza”, fermo restando l’obbligo nel caso in cui sia emessa “diagnosi di sospetto avvelenamento”. Quanto alle spoglie di animali deceduti per avvelenamento e ai campioni da essi prelevati, si precisa che l’invio “avviene per il tramite delle ASL competenti per il territorio o delle ditte convenzionate con le predette ASL”. Il nuovo testo, inoltre, integra la composizione del Tavolo di coordinamento presso cia-
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scuna Prefettura con la presenza di un medico veterinario libero professionista nominato dall’Ordine veterinario provinciale. Proprio in virtù del ruolo assegnato al medico veterinario libero professionista e per il suo contatto diretto con il territorio e l’utenza, l’Anmvi aveva suggerito di integrare il Tavolo di coordinamento con la figura di un libero professionista, ai fini del coordinamento della gestione degli interventi e per il monitoraggio del fenomeno. Vengono inoltre fornite maggiori indicazioni in merito alle procedure autorizzative per i prodotti fitosanitari, sostanze pericolose e presidi medico-chirurgici. Nei giorni scorsi il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha scritto ai Prefetti per richiamarli ad una pronta applicazione delle misure di contrasto al fenomeno degli avvelenamenti e per la rapida istituzione del Tavolo di coordinamento con le Forze dell’ordine e gli Enti interessati. La finalità è la salvaguardia e l’incolumità delle persone, degli animali e dell’ambiente. La presenza di bocconi o esche contenti veleni o sostanze nocive “costituisce un grave rischio per la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente”. L’articolo 2, relativo ai compiti del medico veterinario, risulta così riformulato: 1. Il medico veterinario che, sulla base di una
sintomatologia conclamata, emette diagnosi di sospetto di avvelenamento di un esemplare di specie animale domestica o selvatica, deve darne immediata comunicazione al sindaco e al Servizio veterinario della Azienda sanitaria locale territorialmente competente. 2. In caso di decesso dell’animale il medico veterinario deve inviare le spoglie e ogni altro campione utile all’identificazione del veleno o della sostanza che ne ha provocato la morte all’Istituto zooprofilattico sperimentale competente per territorio, accompagnati da refer-
to anamnestico, al fine di indirizzare la ricerca analitica. L’invio di spoglie di animali deceduti per avvelenamento e campioni da essi prelevati, avviene per il tramite delle ASL competenti per il territorio o delle ditte convenzionate con le predette ASL. A seguito di episodi ripetuti, ascrivibili alle stesse circostanze di avvelenamento confermato dall’Istituto zooprofilattico sperimentale, il medico veterinario, ove ritenga, può emettere diagnosi autonoma, senza l’ausilio di ulteriori analisi di laboratorio. ■
VERSAMENTO PRO-COLLEGHI ABRUZZESI l Presidente dell'Anmvi, Sandro Barbacini, rinnova l'appello diffuso all’indomani del sisma in Abruzzo a segnalare a info@anmvi.it tutte le situazioni di difficoltà e i danni subiti. L’appello è rivolto anche ai colleghi che avessero notizie aggiornate che i diretti interessati non fossero in grado di trasmettere a causa dei disagi che hanno interessato anche le comunicazioni. “Siamo in contatto con i colleghi del territorio - commenta Carlo Scotti - e registriamo un dramma crescente che sta scuotendo profondamente i nostri colleghi e i loro familiari. Anche in questo caso, come in altre situazioni di calamità, la nostra categoria saprà dare una grande prova di solidarietà umana, versando sui due conti aperti per questa occasione. Chiedo già fin da ora agli amici colleghi che hanno avuto danni alla casa e/o alla attività di preparare la documentazione in modo che, a raccolta terminata, possiamo cercare di ripartire i fondi secondo il danno subito”. "Cerchiamo di rimanere uniti - aggiunge il Presidente di Anmvi Abruzzo Marco Della Torre - i messaggi di solidarietà in situazioni come queste che stiamo vivendo noi abruzzesi fanno sempre piacere". Della Torre ha riferito che il ricavato de "La partita del cuore", tra la Nazionale Artisti tv e la Nazionale Medici Veterinari, già programmato per il 2 maggio, a Teramo, sarà devoluto pro-terremoto. Della Torre è fra gli organizzatori dell'iniziativa, che Anmvi sviluppa insieme alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane. (Info prevendita: 346 8426559/346 1214652/ info@goldmanagement.it). Versamenti "pro-colleghi Abruzzo" possono essere eseguiti sui seguenti conti postale e bancario aperti dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e ad essa intestati: Conto corrente postale (causale "pro colleghi Abruzzo") IBAN: IT75E0760111400000040777971 Conto corrente bancario (causale "pro colleghi Abruzzo") IBAN: IT03M0623011402000030180174
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6 Intervista On. Fiorella Ceccacci Rubino
“I Leavet nella mia pdl” Come riformare la 281 Onorevole Ceccacci Rubino, lei è prima firmataria della proposta di legge di modifica della 281 e cofirmataria di una seconda proposta di legge per la graduale dismissione degli animali nei circhi. A parte una chiara sensibilità verso la tutela animale, quali sono le esigenze che, da Legislatore, l’hanno portata a sottoscrivere queste proposte di legge? Le esigenze sono sotto gli occhi di tutti. Riguardo la modifica della 281 del 91 credo che basti ricordare la morte del povero Giuseppe Brafa, di 10 anni, sbranato da un branco di randagi lo scorso 15 marzo in un piccolo paese del ragusano. Il pericolo è molto alto considerando che casi di branchi lasciati completamente liberi di scorrazzare sono diffusi un po’ ovunque, nelle zone rurali e nelle periferie urbane, specialmente dove insistono complessi industriali abbandonati. Eppure il randagismo è uno di quei fenomeni che si potrebbero risolvere senza grande dispendio di risorse, malgrado ciò continuiamo ad agire sempre in ritardo e sotto la spinta delle emergenze. Riguardo la legge sulla graduale dismissione degli animali nei circhi, di cui sono cofirmataria, credo che l’esigenza sia non solo di sensibilità nei confronti della sofferenza degli animali, sottoposti a massacranti esercitazioni e viaggi, ma ad una motivazione pedagogica più profonda: ai nostri figli dobbiamo mostrare l’animale per quello che è, con la sua
natura e le sue esigenze vitali, non attraverso la lente deformata del circo che lo antropomorfizza e lo ridicolizza. La riforma della 281 è nuovamente di grande attualità. I dati e gli scenari rivelati dai recenti fatti di randagismo dimostrano che il fenomeno soffre di carenze economiche ed organizzative. L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani ritiene che alle prime si possa rimediare solo spendendo meglio le poche risorse a disposizione, alle seconde mettendo in campo le competenze e la professionalità, in altre parole che l’attuale modello di lotta al randagismo vada reso più efficiente attraverso l’unica soluzione efficace ed economicamente sostenibile: la creazione di una rete di strutture veterinarie private per la medicina veterinaria di base e l’adozione di un piano di intervento basato sul convenzionamento dei medici veterinari liberi professionisti. Che cosa ne pensa? Sono d’accordo! Lo abbiamo ripetuto molte volte. La legge 281 del 91 è valida sul piano dei principi ma lacunosa sul piano pratico. Il problema va affrontato a 360 gradi aggredendo il fenomeno randagismo a monte e a valle, altrimenti non si va da nessuna parte. A monte bisogna intervenire con una politica di controllo più estesa che prevenga il triste fenomeno degli abbandoni e delle cucciolate indesiderate.
Abbiamo visto che la sola repressione non è sufficiente a sradicare comportamenti profondi come il disprezzo per la vita animale e l’assenza di senso civico che purtroppo è molto diffuso fra gli italiani; occorre invece percorrere la strada della sensibilizzazione delle autorità preposte al controllo che sono le prime responsabili di questo degrado. Nel predisporre il mio progetto di legge di riforma della 281/91 mi sono allora chiesta: come responsabilizzare contemporaneamente le autorità pubbliche e i cittadini? La risposta è stata quella di predisporre un sistema di incentivi che responsabilizzi le autorità ad un maggior controllo ed i cittadini a mettersi in regola e questo può avvenire solo inserendo una imposta sul possesso del cane, prevedendo al contempo però ampie esenzioni. Sono consapevole che qualcuno potrebbe “storcere il naso” ma sono fermamente convinta che so-
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lo in questo modo sarà possibile una maggiore responsabilizzazione dei cittadini e un maggior controllo della popolazione canina in un dato territorio. Saranno però esentati dal pagamento non solo i cittadini che per ragioni di reddito e di salute, pensiamo alla pet terapy, non possono avere un ulteriore onere da pagare, ma anche tutti coloro che adottano cani dai canili o che assumono comportamenti virtuosi ad esempio sterilizzando il proprio cane di proprietà. L’obiettivo è avere in ogni Comune una anagrafe canina quanto più corrispondente alla realtà e ciò credo sia possibile, perché la tassa annuale sarà un incentivo per le amministrazioni locali, in costante bisogno di risorse, ad avviare reali campagne di sensibilizzazione e controllo, facendo pagare chi di dovere battendo anche le zone più periferiche e le campagne. I maggiori introiti saranno utilizzati per canili e rifugi migliori e, cosa che interessa la categoria dei medici veterinari privati, per convenzioni con la diffusa rete di strutture veterinarie private. Infatti, e qui andiamo a valle del problema randagismo ossia la tutela del randagio, un secondo punto qualificante della mia proposta di legge è l’istituzione di “case famiglia per cani” che altro non sono che un elenco di proprietari individuati dall’amministrazione locale che si rendono disponibili a farsi carico, con il supporto convenzionato delle strutture medico veterinarie private, dei cani abbandonati e non ancora assegnati. Questa è un’ottima soluzione che risolverebbe anche il triste fenomeno dei canili lager; invece di poche macro strutture dove costringere in spazi angusti i cani, si avrebbero tante piccole famiglie a misura “d’animale” pronte a accogliere l’animale prima della sua adozione finale. Oggi, il carico fiscale sulle prestazioni veterinarie è ancora molto alto. L’aumento delle detrazioni e la riduzione dell’aliquota IVA aiuterebbero i proprietari, incentiverebbero l’adozione di animali e scoraggerebbero l’abbandono. Crede che in questa Legislatura ci arriveremo? La mia prima iniziativa legislativa da neoeletta, nella scorsa legislatura, è stata la presentazione nella finanziaria 2007 di varie norme volte ad aumentare la detraibilità delle spese veterinarie, ricordo fino ad importo massimo di 750 euro quando oggi è di 387,34 euro; a rendere deducibili dalla dichiarazione dei redditi tutte le spese veterinarie sostenute per la sterilizzazione chirurgica, per l’identificazione mediante microchip e per l’iscrizione all’anagrafe di cani e gatti e, infine, la riduzione dell’aliquota IVA per le prestazioni sanitarie veterinarie e per gli alimenti per gli animali domestici e di proprietà non tenuti a scopo di lucro. Purtroppo queste norme furono bocciate dal precedente governo e sono tutt’ora parte del mio progetto di riforma della 281 del 91 di cui attendo a breve l’avvio dell’ iter parlamentare. Che rapporto ha con la professione veterinaria? Conosce i problemi e le proposte di questa categoria professionale? Certamente, poi avendo anche io un cane mi interfaccio costantemente con il mio veterinario di fiducia. Conosco le problematiche del settore e condivido anche gli obiettivi di tutela e riqualificazione della professione veterinaria portata avanti dall’ANMVI. Come ho già detto ho inserito nella mia proposta uno dei progetti di punta dell’associazione: i leavet, i livelli essenziali di assistenza veterinaria, anche se limitata alle “case famiglia per cani”. Non escludo però la sua estensione, attraverso un sistema di mutua sempre in regime di convenzione, anche a tutti i possessori di animali da compagnia. Inoltre, con alcuni parlamentari, veterinari e amici degli animali stiamo pensando di effettuare dei sopralluoghi mirati nei canili di tutte le regioni d’Italia e credo che l’ANMVI potrebbe darci quel supporto tecnico logistico di cui abbiamo bisogno. ■
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8 Riflessioni Il mercato
VETERINARIA 13 | 2009
Ma quale crisi! Segnali diversi e contradditori sulla condizione di crisi del settore veterinario he la crisi economica ci sia anche in Italia non ci sono dubbi: cala il PIL, calano leggermente i consumi, aumentano i disoccupati, crescono i cassaintegrati, calano i risparmi, gli acquisti di case, ecc. E le spese per gli animali da compagnia? In verità sembra che non ci siano contrazioni in questo mercato. Il 2008 si è chiuso con buoni risultati, generalmente in crescita.
C
shop, le sta certamente premiando rispetto ai prodotti di livello medio ed a basso costo della GDO (Grande Distribuzione Organizzata). In ogni caso le aziende leader, almeno al momento, non sembrano risentire più di tanto della situazione di crisi del paese. Anche il settore degli accessori e dei prodotti per l'igiene è cresciuto nel 2008 ed al momento non sembra risentire della congiuntura generale negativa dei consumi.
IL FARMACO
IL PETFOOD Le aziende produttrici di Petfood, almeno quelle che collaborano con il mondo veterinario, hanno chiuso generalmente bene lo scorso anno ed hanno iniziato il 2009 con discreti risultati. La buona tenuta del petfood di qualità proposto nella catena distributiva dei pet-
Per quanto riguarda il settore dei farmaci veterinari anche questo sembra tenere abbastanza bene e la vera novità è data dalle continue acquisizioni, all'interno di questo mercato, che riducono fortemente il numero degli operatori in questa area. Chi non è più giovanissmo si ricorderà molti nomi di aziende ormai scomparse e basta pensare alle acquisizioni più recenti per rendersi conto della veloce trasformazione ed evoluzione che sta subendo il mercato del farmaco veterinario: Schering ha inglobato la Intervet, la Pfizer due mesi fa ha acquisito la Fort Dodge, ed infine la Merck ha puntato sulla Schering-Intervet. Ho l'impressione, che gli acquisti non siano ancora finiti ed a breve avremo altre sorprese.
GLI STRUMENTI Il settore che sembra risentire maggiormente della crisi economica è quello degli strumenti e delle attrezzature per le strutture veterinarie. In effetti queste aziende hanno un duplice problema: in questo momento si aprono ben poche strutture veterinarie nuove e poche sono anche quelle disposte ad investire per rinnovare le proprie attrezzature. Questo significa per tutte le aziende vendere molto meno e certamente con sconti elevati e margini quasi inesistenti. D'altra parte tutte hanno anche il grosso problema di incassare le fatture e spesso la possibilità di rateizzare i pagamenti, proposta ai veterinari per invogliare all'acquisto, rischia di portare continui insoluti che mettono fortemente in difficoltà l'equilibrio finanziario dell'attività, soprattutto in un momento in cui le banche sono molto restie a concedere credito. Resta infine il settore veterinario. Come sta andando? Risente veramente della crisi?
LE PRESTAZIONI VETERINARIE E i veterinari? La crescita del settore è stata costante negli ultimi anni, ma purtroppo anche il numero di strutture ha continuato ad aumentare, in alcune zone anche in percentuale maggiore rispetto allo sviluppo del mercato, vanificando gli effetti benefici di questo incremento. Se i dati Eurispes sono esatti, il settore veterinario degli animali da compagnia è accreditato per 920milioni di euro, un volume d'affari che è circa tre volte il dato del 2002 da noi calcolato in occasione di una nostra indagine ANMVI. Prendiamo pure questi valori con le pinze, ma non vi è dubbio che il settore è cresciuto molto e, pur considerando l'incidenza inflazionistica l'indice di sviluppo è notevole. Il problema è che in questi 6/7 anni sono arrivati sul mercato oltre 6000 nuovi veterinari che hanno finito per riversarsi in maggioranza nel settore degli animali da compagnia, raddoppiando, più o meno, l'offerta di servizi veterinari. La situazione oggi nel settore veterinario per gli animali da compagnia è quindi molto diversificata. Tengono bene le cliniche che hanno avuto la capacità di investire in termini di struttura, impianti e soprattutto professionalità. Alcune di queste stanno perdendo un po' di visite generiche e di vaccinazioni compensate spesso, però, da un numero maggiore di prestazioni specialistiche. Ci sono poi, la maggior parte, gli ambulatori di medie dimensioni con due o tre veterinari associati, ambulatori che si basano molto sulle capacità professionali dei soci e sulla clientela acquisita negli anni. Le loro difficoltà possono dipendere dalla nuova concorrenza sviluppatasi sul territorio, concorrenza spesso fatta sul piano delle tariffe, e dall'avere sottovalutato negli anni la possibilità di forti modifiche del mercato. Questa tipologia di strutture evidenzia caratteristiche e problemi completamente diversi a seconda delle zone di ubicazione: metropoli, medie città, campagna, e con forti differenze regionali. Alcune, nonostante la situazione generale, lavorano ancora bene e senza problemi, altre invece devono affrontare un reale calo del lavoro e difficoltà congiunturali. Infine abbiamo le piccole strutture, spesso gestite da un solo veterinario. Sono quelle che presentano la maggior variabile di condizioni dipendendo soprattutto dalla professionalità del veterinario e dalla sua capacità di mantenere la clientela. Le loro prestazioni sono normalmente di base e quindi, spesso, sono quelle che risentono maggiormente di un calo di clientela, sia per la concorrenza, sia per le difficoltà economiche dei clienti. La tendenza alla riduzione delle tariffe è molto forte in questa categoria di strutture che cerca in questo modo di non perdere clienti limando però pesantemente il fatturato ed il reddito. Sono in genere quelle che hanno bloccato ogni investimento in attesa di vedere la luce in fondo al tunnel della crisi, sperando che sia molto breve. Potremmo dire, in conclusione, che il settore degli animali da compagnia non presenta una forte crisi di settore generale, ma evidenzia reali difficoltà per le aziende del settore strumenti ed apparecchiature e per alcune fasce di strutture veterinarie, ovviamente quelle che per tipologia o dislocazione presentano situazioni di maggiori fragilità. ■
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10 Legale Sentenze
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VETERINARIA 13 | 2009
La responsabilità per danni provocati da cani randagi è del Comune L’amministrazione territoriale deve attivare ogni procedura utile alla rimozione del pericolo robabilmente per la prima volta, il Giudice (Tribunale Torre Annunziata, sentenza 11.10.2008 n° 1345) affronta compiutamente la tematica delle competenze attribuite dalla legge regionale della Regione Campania n° 24 del 24.11.2001 rispettivamente alle Aziende Sanitarie Locali ed agli Enti territoriali. Il Giudice, posto che il Comune deve provvedere alla tenuta dei canili (o delegare tale servizio a terzi) e la ASL deve provvedere a sua volta alla profilassi veterinaria dei cani catturati, ritiene che ciò che rileva, al fine di individuare la responsabilità (solidale e/o esclusiva) per la ipotesi di danni provocati da tali cani randagi, è la attività preventiva di controllo del territorio che certamente è di competenza dell’Ente territoriale. La ASL NA 5 era stata condannata, in via esclusiva, al risarcimento dei danni che una donna aveva subito per essere stata assalita da un cane randagio a Torre Annunziata. In appello i Giudici hanno considerato “la pluralità di circostanze che hanno determinato la caduta: inseguimento del cane e dissesto stradale” ed evidenziato che “ la responsabilità deve essere ascritta al Comune di Torre Annunziata ex artt. 2043 e 2051 cod. civ. in quanto, l’evento dannoso va ricollegato ad una condotta omissiva della stessa Amministrazione Comunale o degli organi ad essa preposti, nella sua qualità di proprietaria-custode della rete stradale comunale”. Invero, l’Amministrazione Comunale, oltre a provvedere alla manutenzione delle strade,” deve eliminare le situazioni di pericolo che non siano chiaramente evitabili e percepibili dall’utente con l’uso della normale prudenza;
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il principio del neminem laedere impone all’amministrazione il dovere di tenere le strade in condizioni tali da non costituire per l’utente, che regolarmente confida nello stato apparente di transitabilità, un’insidia o trabocchetto”. Nel caso specifico, il “cane di quartiere”, come definito dall’art. 10 della legge della Regione Campania n. 16 del 24 novembre 2001, “rappresenta un pericolo sia per gli automobilisti che per i pedoni, se non viene applicata la legge citata che, discende dalla legge dello Stato n. 281 del 14 agosto 1991 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo). In base alla normativa di cui sopra (artt. 5 e 6) spetta ai comuni (singoli o associati) e alle comunità montane, con contribuzioni e criteri regionali il risanamento dei canili comunali già esistenti ovvero la costruzione di rifugi per cani, nel rispetto delle regole igienico sanitarie, con conseguente con-
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trollo sanitario da parte dei servizi veterinari delle unità sanitarie locali, le quali non sono competenti per il solo controllo sanitario su descritto, atteso che, la menzione normativa ha previsto all’art. 5 regole precise circa l’azione prodromica all’immissione dei cani randagi nei detti canili o rifugi comunali - id est quella di cattura di tali animali - con l’esplicita previsione che tale compito debba essere svolto a cura del servizio sanitario dell’unità sanitaria locale competente. Dal collegamento delle sopra menzionate leggi, si evince come rientri nei poteri del Comune la vigilanza ed il controllo del fenomeno del randagismo, mentre la ASL svolge solo una funzione secondaria che postula innanzi tutto la verifica ed il controllo dell’insorgenza del fenomeno; compito questo senz’altro dell’ente comunale che nel caso di positivo riscontro deve attivare le procedure per la rimozione del pericolo opportunamente segnalando l’inconveniente all’ASL. Nel caso di specie il comune non ha esplicato un continuo ed efficace controllo delle strade. Nessun addebito può invece essere mosso alla ASL che non ha un potere di controllo del territorio sicché il suo intervento per la cattura dei cani randagi deve essere sollecitato da chi ha tale potere ed è in grado potenzialmente di constatare l’insorgenza di un pericolo di tal fatta. In definitiva, la responsabilità deve ascriversi unicamente al comune per non aver esercitato il potere di controllo e di vigilanza sul territorio e conseguentemente per non aver messo in condizioni l’ASL, segnalando l’inconveniente, di intervenire”. Fonte: altalex.com ■
AI DOMICILIARI PER ACCUDIRE IL CANE iterbo. Era stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti a fine marzo. Ma il pregiudicato ha ottenuto gli arresti domiciliari. Il giudice glieli ha concessi dopo avere ascoltato l’avvocato. Il legale ha spiegato che il ragazzo è solo e non ha nessuno che possa pensare al proprio cane che è rimasto chiuso all’interno dell’abitazione. Per questa ragione il Gup ha concesso i domiciliari.
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TAR CALABRIA, ATTUAZIONE DELL’ACN 23 MARZO 2005 l 25 marzo la sezione Prima del Tar Calabria, con sentenza 296/2009, ha respinto il ricorso avverso la delibera di Giunta Regionale della Calabria n° 35 del 18/01/2008. Il provvedimento che si intendeva impugnare era la trasformazione di convenzioni atipiche, di natura libero professionale, attraverso la norma transitoria n. 4, in convenzioni normate dal Acn 23/03/2005. La sentenza - commentano i veterinari convenzionati calabresi - “è di natura rivoluzionaria nel campo della contrattazione lavorativa dei Medici Veterinari”. Il Tar Calabria stabilisce alcune disposizioni: 1. I contratti atipici, di qualsiasi tipo, attraverso la norma transitoria n°4 devono essere riportati alla tipicità normativa ed economica dell’Acn 23/03/2005. 2. I rapporti convenzionali, riportati alla tipicità normativa ed economica dell’Acn, rimangono in essere fino alla loro scadenza o alla entrata in vigore della prima graduatoria, salvo diversa determinazione regionale (proroga o trasformazione della convenzione in essere). “È importante - commentano i veterinari calabresi convenzionati, che il collegio giudicante abbia riconosciuto che non vi è stato eccesso di potere da parte della Regione Calabria avendo la stessa dato attuazione alle norme transitorie specificamente previste all’interno dell’Acn. Questo sgombra il campo da facili strumentalizzazioni. La sentenza pronunciata dalla Prima sezione del Tar Calabria rappresenta la legittimità giuridica di un nuovo modo di fare contrattazione nel campo della Medicina Veterinaria. Non è più possibile stipulare convenzioni vergognose che ledono la dignità morale e professionale dei Medici Veterinari. Questo rappresenta un passo importante per molti colleghi italiani che spesso subiscono convenzioni poco consone al decoro professionale”.
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12 Info Regioni Emergenze
Il randagismo in Puglia, analisi e dati dell’assessorato regionale l fenomeno del randagismo in Puglia è stato affrontato, nella gran parte dei casi, cercando di approntare un numero adeguato di strutture di ricovero (canili sanitari e rifugi). L’impegno della Regione Puglia ha portato a finanziare la costruzione di rifugi con l’erogazione di circa € 780.000 in totale, negli anni passati. Tuttavia, Tommaso Fiore, assessore alle Politiche della Salute, fa presente che “nonostante non siano mancate le disponibilità di posti-cane nei rifugi presenti nelle diverse province pugliesi, sono state ben presto esaurite ed in alcuni casi si sono superate per concrete ed indifferibili esigenze di sicurezza pubblica”. La conseguenza è stata “una concentrazione di popolazione canina nelle strutture di molto superiore alle prescrizioni date in fase autorizzativa. Il continuo esaurirsi delle disponibilità di ricovero - ha aggiunto Fiore - non fa altro però che perpetuare ed aggravare il problema del proliferare dei cani randagi creando un circolo vizioso di esborsi destinati a perdurare nel tempo senza alcuno scopo se non quello, evidentemente dovuto, di
I
mantenere in vita i cani nei ricoveri ma senza risolvere alla base il problema dei cani che non possono essere rimossi dal territorio per assenza di posti disponibili nei ricoveri stessi (canili rifugio)”. La Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” ed il suo recepimento da parte della Regione Puglia con la Legge regionale 3 aprile 1995 n. 12 “Interventi per la tutela di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, “hanno introdotto concetti all’avanguardia nel settore degli animali di affezione e del randagismo tali da essere considerate, all’epoca della loro promulgazione, norme innovative e di grande valore socioculturale”, annota Fiore. La normativa dispone per ciascun Comune l’obbligo di possedere un canile sanitario, dotato di un numero limitato di posti-cane (in genere una decina) per porre in osservazione per alcuni giorni i cani appena accalappiati. È fatto inoltre obbligo a ciascun Comune di dotarsi di almeno un rifugio in cui ospitare i cani in via definitiva e destinati ad un eventuale affidamento. Nel cercare di arginare tale corto circuito
VETERINARIA 13 | 2009
con l’obiettivo di intensificare le attività preventive ottimizzando le scarse risorse a disposizione, la Regione Puglia è intervenuta modificando la Legge Regionale n. 12/95 mediante l’articolo 2 della Legge Regionale n. 26/2006 che ha previsto: 1) l’istituzione della Anagrafe canina informatizzata regionale; 2) la sterilizzazione chirurgica da parte dei Servizi veterinari delle ASL per tutti i soggetti presenti nel territorio (maschi e femmine); 3) il vincolo per le strutture di ricovero sia pubbliche che private di rispettare una capienza massima 200 posti; 4) in ultimo, la possibilità dei Sindaci di reimmettere sul territorio i cani catturati dopo l’avvenuta effettuazione degli interventi di sterilizzazione e dei trattamenti profilattici. Inoltre, sentite le esigenze delle Amministrazioni locali, in merito al vincolo della capienza massima di 200 posti, è stata operata una ulteriore e specifica modifica con Legge regionale n. 40/2007 che all’art. 3 comma 41 ha previsto la possibilità per i canili rifugio comunali di aumentare la capienza oltre i 200 posti, a determinate condizioni. Per dare attuazione alle predette attività ed al fine di potenziare quelle già in essere, la Giunta Regionale ha previsto nel DIEF 2008 (Documento di Indirizzo Economico - Funzionale del Servizio Sanitario Regionale) lo stanziamento di 1 milione di euro per le attività dei Servizi veterinari delle AASSLL finalizzato alla sterilizzazione di circa 20.000 cani presenti sul territorio regionale. Inoltre, l’Assessorato alle Politiche della Salute ha avviato un monitoraggio costante dello stato di avanzamento degli obiettivi prefissati dal DIEF, in base ai piani che ciascuna delle Aziende Sanitarie pugliesi ha elaborato (la situazione aggiornata è esposta nella tabella). Con deliberazione n. 828/2008 della Giunta Regionale è stata istituita e resa operativa l’Anagrafe Canina Informatizzata Regionale (A.C.I.R.). Detta anagrafe consente l’interazione fra gli Enti Pubblici (Regione - AUSL - COMUNI) ed i soggetti privati (Medici Veterinari liberi professionisti, Associazioni di volontariato, proprietari di strutture per il ricovero degli animali sia randagi che di proprietà) mediante l’uso di una banca dati che costituisca un punto di riferimento unico, facilmente aggiornabile e
ANMVI PUGLIA i è svolto a fine marzo un incontro fra il Presidente di ANMVI Puglia, Donato Tedesco, e l’Assessore alla Sanità della Regione Puglia, Tommaso Fiore. All’incontro per la presentazione del progetto Leavet hanno partecipato anche il Vice Presidente di ANMVI Puglia, Giovanni Tortorella, e il Delegato regionale SCIVAC Luca Cicola. L’Anmvi ringrazia il Collega Tedesco, che, assunta da poche settimane la presidenza di Anmvi Puglia, si è prontamente attivato presso l’Assessorato stabilendo il primo, fruttuoso contatto con il governo regionale. Un doveroso ringraziamento a Sergio Spirito che ha presieduto Anmvi Puglia fin dalla sua costituzione e per aver messo la sua esperienza a disposizione del nuovo direttivo regionale nel passaggio delle consegne.
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consultabile. L’anagrafe canina informatizzata, in particolare, rappresenta il mezzo più idoneo per garantire i diritti di proprietà ma anche i doveri ad essi connessi permettendo di aumentare la tutela del benessere animale e di contrastare l’abbandono degli animali. Essa permette, inoltre, di programmare gli interventi di sanità pubblica veterinaria finalizzati alla prevenzione delle malattie che si trasmettono dal cane all’uomo. “Ulteriori iniziative saranno prontamente comunicate”. ■
Emergenza randagismo - Disposizioni del DIEF 2008 Progetti presentati (rendicontazione al 30 settembre 2008) ASL
Sterilizzazioni previste (circa)
Impegno di spesa stimato
Altre risorse regionali già liquidate
Totale risorse
Progetto presentato
Sterilizzazioni effettuate al 30 settembre 2008
% su quelle previste
464
8%
1.190
63%
- Strutture disponibili per interventi: 6 1.336 - Disponibilità Personale dipendente sia in attività ordinaria che intramoenia - Disponibilità a sterilizzare anche animali di proprietà per gravida ne indesiderate
70%
BARI Ex BA/2 Ex BA/3 Ex BA/4 Ex BA/5
6.100 1.220 915 2.745 1.220
- Strutture per gli interventi chirurgici: 6 - Disponibilità personale dipendente in attività di intramoenia - Disponibilità di 10 canili sanitari solo nei comuni della ex BA/2 e BA/4 - Assenza di provvedimenti Sindacali per reimmissione sul territorio
€ 305.547
€ 106.000
€ 411.547
BAT
1.900
€ 95.507
€ 23.000
€ 118.507
BRINDISI
1.900
€ 98.977
€ 34.500
€ 133.477
FOGGIA Ex FG/1 Ex FG/2 Ex FG/3
3.150 1.575 473 1.102
€ 159.448
€ 55.700
€ 215.148
- Ripartizione delle risorse per i tre territori delle ex ASL - Disponibilità di personale dipendente+ altro convenzionato
1.118 341 409 368
35%
LECCE Ex LE/1
3.900 2.000
€ 197.445
€ 69.000
€ 266.445
- Già attivato progetto nella ex LE/2 con circa 1200 sterilizzazioni - Si prevede riproposizione del progetto con estensione nella ex LE/1 attraverso convenzionamento con liberi professionisti
1.092 407
28%
Ex LE/2
1.900
TARANTO
2.800
€ 143.076
€ 50.000
€ 193.076
REGIONE
19.750
€ 1.000.000
€ 338.200
€ 1.338.200
Strutture per gli interventi chirurgici: 3 - Disponibilità personale dipendente+ altri 4 da convenzionare - Attivazione operatività nei canili sanitari di Andria, Canosa e Minervino
685 - Disponibilità di tre poli per sterilizzazione - Disponibilità personale dipendente + 6 da convenzionare
1.341
48%
6.541
33%
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Eventi Veterinari
VETERINARIA 13 | 2009
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Società federata ANMVI
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE OFTALMOLOGIA VETERINARIA IN EVOLUZIONE: DAL CANE AGLI UCCELLI Campobasso, 10 Maggio 2009
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI
DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE-SCIVAC SICILIA PRINCIPI DELLA MEDICINA AVIARE Catania, 3 Maggio 2009 RELATORE Alessandro Melillo 13.30 14.30
OBIETTIVI La sempre crescente presenza di varie specie aviari come animali da compagnia rende una reale possibilità anche per il veterinario generico di incontrare questi curiosi pazienti. Scopo della giornata sarà fornire le principali nozioni sulla corretta gestione di queste specie sia dal punto di vista alimentare che comportamentale, nonché guidare i partecipanti lungo un corretto iter diagnostico. Verranno prese in considerazione le malattie infettive più frequenti nonché il comune e frustrante problema dell’autodeplumazione. Gli argomenti saranno seguiti dalla presentazione di casi clinici interattivi che si riscontrano con maggiore frequenza nella pratica quotidiana del clinico aviare.
15.30 16.00 17.00 17.30
relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) Pausa Problematiche più frequenti espresse tramite casi clinici Pausa Feather picking Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati ECM e termine della giornata
SEDE Istituto Zooprofilattico Sperimentale Della Sicilia - Area Catania Via Passo Gravina 193/195 Catania
PARTECIPAZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2009. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Visita clinica del paziente aviare. Corretta nutrizione e gestione delle specie di maggiore interesse 11.00 Pausa 11.30 Le principali malattie infettive degli Psittaciformi 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la
INFORMAZIONI Segreteria SIVAE Tel: 0372/40.35.00 - E-mail: info@sivae.it
13.30 14.30 15.30 16.00
RELATORE Nunzio D’Anna
OBIETTIVI Fornire ai partecipanti le informazioni necessarie per una corretta diagnosi e terapia per le principali affezioni che coinvolgono il segmento oculare anteriore del cane e del gatto oltre che per le principali patologie oculari degli animali esotici.
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 L’occhio opaco: segni clinici, diagnosi e terapia 11.00 Pausa 11.30 Oftalmologia degli animali esotici 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora)
Ugo Lotti RICHIESTO ACCREDITAMENTO
OBIETTIVI
Richiesto accreditamento
SEMINARIO NAZIONALE In concomitanza con Zoomark International In collaborazione con CVB (Circolo Veterinario Bolognese) - AVM (Associazione Veterinari Modenesi)
SEDE Hotel Bond Guglielmo, Rione S. Vito - 15/B Campobasso
3 CREDITI
INCONTRO REGIONALE SCIVAC-ASVAC COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI Sassari, 10 Maggio 2009 RELATORE
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
Pausa L’occhio opaco: casi clinici interattivi Pausa Oftalmologia degli animali esotici: casi clinici interattivi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
La malattia infiammatoria intestinale rappresenta, per la gastroenterologia dei piccoli animali, una parte molto importante sia per l’alto numero di casi diagnosticati sia per la mancanza di un chiaro e definito indirizzo prognostico, diagnostico e terapeutico. Nella giornata verranno trattate, basandosi sia sulle pubblicazioni scientifiche più recenti che sull’esperienza pratica del relatore, le teorie patogenetiche assieme agli approcci diagnostici e terapeutici più accreditati. L’utilizzo di casi clinici interattivi sarà indispensabile per chiarire i più moderni sistemi di monitorizzazione della terapia associati ad una corretta valutazione prognostica sulla base di criteri ormai ben definiti dalla letteratura internazionale.
9.30 Stato dell’arte sulla patogenesi dell’infiammazione intestinale cronica 10.15 Quanto e come ci può aiutare il laboratorio nella diagnosi e nella prognosi 11.00 Pausa 11.30 Cosa si deve chiedere all’endoscopista ed all’istopatologo 12.15 Novità sulla terapia e sul monitoraggio clinico dei pazienti con IBD 13.00 Pausa 14.00 Dimostrazione di monitoraggio terapeutico mediante casi clinici interattivi 15.00 Pausa 15.30 Utilizzo di casi clinici interattivi per valutare i principali fattori prognostici 16.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori
Aula Magna - Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari
3 CREDITI
Relazioniamoci…
PARTECIPAZIONE - Si ricorda che la partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci SCIVAC in regola con la quota associativa del 2009.
Come ti relazioni con il Pet?
INFORMAZIONI - Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it
Società federata ANMVI
CORSO REGIONALE BASE DI ECOGRAFIA Sassari, 12-14 Giugno 2009
9-10 Maggio 2009 BolognaFiere, Bologna organizzato da
certificata ISO 9001:2000
Edizioni Veterinarie E.V. srl
BolognaFiere
Per informazioni: www.scivac.it info@scivac.it
RELATORI E ISTRUTTORI
PARTECIPAZIONE
Luca Benvenuti, Med Vet Lucca Gianmarco Gerboni, Med Vet, Samarate (VA)
Termine pre iscrizione: 28 Maggio 2009 Partecipanti previsti: 30
OBIETTIVI
QUOTA
lo scopo di questo corso è quello di fornire ai partecipanti le nozioni di base per l’utilizzo dell’ecografia nella diagnosi clinica veterinaria. Il corso è articolato in più giorni per dare la possibilità di acquisire sia le nozioni teoriche che quelle pratiche nelle quotidiane esercitazioni. Nella prima sezione verranno forniti gli elementi di base dell’ecografia, a partire dai principi di fisica degli ultrasuoni fino alle nozioni di semeiotica ecografica. Nelle esercitazioni pratiche i partecipanti verranno seguiti nell’utilizzo dell’ecografia nei vari apparati. Il corso prevede l’utilizzo di apparecchi ecografici.
SEDE Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari
Soci SCIVAC: € 250,00 + IVA Non Soci SCIVAC: € 400,00 + IVA
INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 delregionali@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
5 2
anniversario
In collaborazione con
째 organizzato da
certificata ISO 9001:2000
Edizioni Veterinarie E.V. srl
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Sicurezza alimentare Focus
VETERINARIA 13 | 2009
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Pro e contro dei nano-cibi Come vengono usate le nanotecnologie nell’industria alimentare e quali sono i rischi? e nanotecnologie riescono a migliorare il cibo che mangiamo, rendendolo più saporito, più sano e più nutriente. Eppure, sappiamo ben poco su come le nanoparticelle si comportano nell’organismo o quali effetti tossici potrebbero avere. Hermann Stamm, che si occupa dell’argomento per il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione europea, ha tenuto una presentazione sul tema dei nano-cibi al convegno annuale dell’AAAS (American Association for the Advancement of Science) a Chicago, negli USA. Citando gli esperti dell’alimentazione, Stamm ha spiegato che in Europa i cibi contenenti nanomateriale artificiale non sono in vendita, anche se sono reperibili via Internet.
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NANOFOODS Le nanotecnologie possono essere usate per migliorare l’aroma e la consistenza del cibo, per ridurne il contenuto in grassi o per incapsolare nutrienti come le vitamine, per assicurare che non si degradino durante il tempo che essi rimangono sugli scaffali. Inoltre, i nanomateriali possono essere usati per produrre confezioni che conservano la freschezza del prodotto più a lungo. Le confezioni alimentari intelligenti che
VALUTAZIONE DEL RISCHIO ui nano-alimenti non ci sono né leggi, né standard, né controlli. La Commissione per l'Ambiente dell'Europarlamento ha così commentato la proposta dell'esecutivo comunitario di rivedere il regolamento sugli alimenti di nuova generazione, inclusi i "nano-food". La commissione parlamentare Ambiente ha preparato un rapporto sulle nanotecnologie, che verrà votato dall'aula a fine aprile. Da qui una serie di richieste fra cui l'accertamento dei rischi che può comportare l'utilizzo di queste tecnologie prima di inserirle nel carrello degli alimenti giudicati sicuri dall'UE. Secondo la definizione della Commissione Europea si può parlare di nuovi alimenti o alimenti di nuova generazione "quando si applica una tecnologia di produzione che non veniva utilizzata in precedenza". In particolare la Commissione si riferisce a "nuove tecnologie di allevamento e ai nuovi processi di produzione che hanno un impatto sugli alimenti, e dunque potrebbero averlo sulla sicurezza alimentare. I nuovi prodotti alimentari pertanto dovrebbero comprendere alimenti derivati da piante e animali, prodotti mediante tecniche di allevamento non tradizionali o modificati mediante nuovi processi produttivi, come la nanotecnologia e la nanoscienza, che potrebbero avere un impatto sugli alimenti". I "nano-alimenti" contengono nanoparticelle, che si chiamano così per la loro grandezza: 100 nanometri, cioè un milionesimo di millimetro. Nanoparticelle di biossido di titanio ricoprono, ad esempio, alcune merendine al cioccolato per rallentare l'apparizione del burro di cacao sulla superficie.
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contengono nanosensori possono persino fornire ai consumatori informazioni sullo stato del cibo in esse contenuto. Aggiungere nanomateriali al cibo non è tuttavia del tutto privo di rischi. “Sappiamo che a causa delle loro dimensioni ridotte, i nanomateriali riescono a superare le barriere come l’epitelio dell’intestino, ed entrare nel flusso sanguigno” ha detto il dott. Stamm. “Possono poi raggiungere altri organi e depositarsi lì.” Sappiamo già come le particelle ultra sottili dei motori diesel possono penetrare nei polmoni, e una serie di studi ha scoperto il legame tra queste particelle e le malattie cardiovascolari. Studi condotti su animali hanno anche confermato che le nanoparticelle sono capaci di oltrepassare la parete intestinale.
L’EFSA Il dott. Stamm ha fatto parte di un gruppo EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che recentemente ha rilasciato la bozza di un’opinione sulle nanotecnologie presenti negli alimenti e nei mangimi. Il gruppo ha scoperto che gli approcci attuali alla valutazione del rischio possono essere applicati alle nanotecnologie, ma ha avvertito che i dati sulle ver-
sioni non-nano delle sostanze non possono essere applicate alle versioni nano. Questo perché le dimensioni ridotte delle nanoparticelle permette loro di muoversi nell’organismo in modo diverso dalle particelle più grandi, mentre la loro superficie maggiore ne aumenta la reattività. Per questo motivo, la valutazione del rischio dovrebbe essere eseguita considerando caso per caso. Secondo il dott. Stamm, occorrono molte più ricerche per capire come le nanoparticelle si spostano all’interno dell’organismo e quali test dovrebbero essere eseguiti per determinarne la tossicità. La bozza dell’opinione dell’EFSA fa notare, ad esempio, che si sa ben poco su come esse sono assorbite, distribuite ed eliminate dall’organismo. “Bisogna anche caratterizzare i materiali in modo preciso, per capire perché il nanomateriale è potenzialmente più tossico degli altri mate-
riali,” ha aggiunto il dott. Stamm.
DEFINIZIONI Un’altra difficoltà è rappresentata dalla mancanza di una definizione chiara di nanotecnologie o nanomateriali. “Gli alimenti contengono nanomateriali naturali,” ha spiegato il dott. Stamm. “Il latte omogeneizzato contiene una nanostruttura di goccioline di 100 nm. Qualsiasi definizione dovrebbe evitare la confusione con i materiali naturali su scala nano. *Fonte: Intervista del Notiziario CORDIS con Hermann Stamm. Per ulteriori informazioni, visitare: Unità per le nanotecnologie e l’imaging molecolare del CCR: http://nmi.jrc.ec.europa.eu/index.htm Convegno annuale dell’AAAS: http://www.aaas.org/meetings/ ■
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Malattie virali del gatto: le ultime novità Immunologia, vaccinazione, terapie antivirali in dettaglio all’incontro SIMEF di MARIA GRAZIA MONZEGLIO e ultime novità in tema di malattie virali del gatto sono state l’oggetto dell’incontro organizzato da SIMEF (Società Italiana di Medicina Felina) a Cremona (“Malattie Virali del gatto: cosa c’è di nuovo”, 14 marzo 2009). Un importante contributo alle conoscenze sulle malattie feline è stato apportato dal lavoro e dalla passione di un gruppo di medici veterinari provenienti da varie parti d’Europa fondatori dell’European Advisory Board on Cat Diseases (ABCD), autori tra l’altro di linee guida per la prevenzione e la gestione delle principali malattie feline. Alcuni componenti del gruppo hanno portato le loro conoscenze all’incontro SIMEF. Durante la giornata sono stati affrontati principi di immunologia e vaccinologia, le malattie virali del gatto più comuni, quelle meno conosciute e le novità sulla terapia anti-virale.
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ETIENNE THIRY La giornata si è aperta con la relazione di Etienne Thiry (Department of Infectious and Parasitic Diseases, University of Liege), che ha sottolineato l’importanza della vaccinazione nel proteggere l’individuo dalle infezioni, dalla malattia e dalla diffusione della stessa nella popolazione. In commercio ci sono molti vaccini ma per orientarci e applicare al meglio le profilassi vaccinali nei nostri animali esistono linee guida che tutti dovremmo consultare. Tali linee guida distinguono tre tipologie di vaccini: quelli definiti “core”, che vanno somministrati a tutti i gatti in quanto proteggono da patologie importanti (FPLV, FCV, FHV, Rabbia dove è endemica); i “non core”, il cui utilizzo va valutato in base alle indagini epidemiologiche sui rischi di infezione (FeLV, Chalamydophila, Bordetella); e i “non raccomandati”, verso i quali mancano o sono scarse le basi scientifiche documentate (FIV). Thiry paragona la risposta immunitaria indotta da un vaccino a una “Black Box”, poiché non si può sapere con certezza quale sarà la risposta indotta in quanto intervengono molti fattori che possono variarne l’efficacia. Per questo motivo è lecito dire che non esistono vaccini efficaci al 100%. Inoltre possiamo aspettarci dei veri e propri fallimenti vaccinali. Quando ciò si verifica dovremmo porci queste domande: ho rispettato i canoni di somministrazione? Ho mantenuto la catena del freddo? In che stato immunitario si trovava il soggetto? E ancora, come avviene per il vaccino dell’influenza dell’uomo, bisogna considerare la possibilità che nell’ambiente vi siano nuove varianti genetiche di quel virus diverse da quelle vaccinali. È stato documentato, per esempio, che nei nostri animali questo si può verificare per l’infezione da Calicivirus.
HANS LUTZ Successivamente Hans Lutz (Clinical Laboratory Vetuisse Faculty University of Zurich, Switzerland) ha affrontato la diagnosi e la profilassi dei Retrovirus felini. A questa famiglia appartengono il Virus della Lucemia Felina (FeLV) e il Virus della Immunodeficienza Felina (FIV). Una caratteristica importante dei retrovirus è la capacità di creare uno stato di latenza, integrando il loro genoma virale in quello della cellula ospite (provirus). La cellula ospite diventa così una fabbrica di produzione del virus. Lutz defi-
nisce il FIV il “virus dei gatti aggressivi”; infatti, si trasmette principalmente con il morso o con il contatto diretto con il sangue, non viene trasmesso con il coito e, se la madre si trova in fase asintomatica con bassa viremia, anche la trasmissione verticale è assente. Una volta venuti a contatto con il virus, questi animali possono rimanere asintomatici per anni. La diagnosi viene fatta con la dimostrazione degli anticorpi contro FIV tramite i test ELISA e immunocromatografici, dotati di elevata specificità e sensibilità. Per confermare la positività nei casi dubbi si può far ricorso alla tecnica Wester Blotting. Si può emettere diagnosi di FIV anche tramite l’ausilio della PCR in grado di evidenziare direttamente il provirus. In questo caso la positività è da considerarsi altamente affidabile, mentre un risultato negativo non esclude l’infezione. La vaccinazione, non disponibile in Italia e peraltro non protettiva verso il sottotipo presente nel nostro territorio (B), risulta molto efficace ma il suo utilizzo rende indistinguibile il gatto infetto da quello vaccinato se non tramite l’utilizzo della PCR. Lutz ha poi approfondito il fatto che la capacità di rispondere alla vaccinazione si riduce notevolmente con il progredire dello stato di immunosoppressione. Il FeLV è stato invece definito il “virus dei gatti gentili”; infatti, la trasmissione può avvenire tramite il lambimento, le secrezioni nasali, l’urina e le feci. I test ELISA e immunocromatografici evidenziano l’antigene p27. Questi test non sono in grado di identificare i casi di latenza non attivi e per questo ci viene in aiuto la PCR che rivela il provirus. Contro questo virus abbiamo a disposizione un efficace vaccino che protegge il gatto dalla malattia e ne blocca la trasmissione; tuttavia non è in grado di impedire l’infezione e quindi l’integrazione del provirus nella cellula ospite.
HERMAN EGBERINK Herman Egberink (Department of Infectious Disease and Immunology, Utrecht University) ha trattato la Peritonite infettiva felina (FIP). La FIP è una malattia che colpisce felidi domestici e selvatici causata da un membro della famiglia Coronaviridae. Nella maggior parte delle colonie circa l’80-90% dei gatti risulta sieropositivo verso FCoV. Tra i gatti che vivono isolati circa il 25% è sieropositivo. La FIP però è una patologia rara: solo il 10-15% dei gatti infettati con il FCoV sviluppano la peritonite infettive felina. Infatti il FIPV risulta essere una variante virulenta del FCoV che diventa tale dopo una mutazione genetica. La frequenza delle mutazioni è in relazione alla carica virale del FCoV e alla risposta immunitaria dell’ospite. Il FIPV acquisisce la capacità di replicare nei macrofagi distribuendosi all’intero organismo. Non è possibile distinguere geneticamente e antigenicamente i due ceppi virali. Una risposta immunitaria prevalentemente umorale (immunocomplessi) o cellulo-mediata indirizzerà rispettivamente verso lo sviluppo di una forma effusiva o non-effusiva (secca). Egberink ha tenuto a sottolineare che è importante notare come la FIP NON sia una patologia contagiosa in quanto il FIPV eliminato con le feci non è in grado di riprodursi dopo inoculazione orale. La diagnosi di FIP è presuntiva e si basa su: anamnesi (habitat); segnalamento (età); segni clinici; parametri ematologici (anemia, linfopenia iperglobulinemia, ipoalbuminemia, diminuzione rapporto A/G, iperbilirubine-
mia, aumento enzimi epatici); aspetto e analisi del versamento (giallo paglierino con flocculazioni, proteine > 35 g/dl, cellule nucleate <5000/ml, A/G < 0,4); ricerca dell’antigene FCoV nei macrofagi all’interno del versamento tramite l’immunofluorescenza (alto valore predittivo positivo, ma basso valore predittivo negativo). Risultano invece di scarso valore in quanto non specifici per FIP i test sierologici e la PCR. Quindi, per emettere un sospetto di FIP, si può fare ricorso ai parametri sopra menzionati che si possono ritrovare raggruppati in schemi e algoritmi (per esempio nelle linee guida dell’ABCD), mentre l’unica via per stabilire una diagnosi definitiva è l’individuazione dell’antigene virale in materiale organico prelevato tramite biopsia o all’esame post-mortem. Non esistendo una terapia efficace contro FIP l’intervento più importante è ridurre il rischio di infezione dei gatti con il FCoV. Questo si realizza migliorando l’igiene nell’ambiente in cui vivono i gatti (disinfezione con ipoclorito di sodio 1:32), fornendo un adeguato numero di lettiere, raggruppando i gatti in numeri ridotti, limitando le nidiate e le condizioni di stress. In alcuni paesi europei esiste un vaccino intranasale che è autorizzato a partire dalla 16a settimana di età. Esistono però risultati contradditori sull’efficacia di tale vaccino; in particolare si pensa che la somministrazione a 16 settimane possa essere un importante limite, in quanto molti gattini possono infettarsi con il FCoV prima di tale data.
TIM GRUFFYDD-JONES Tim Gruffydd-Jones (Departement of Clinical Veterinary Science, University of Bristol, UK) ha infine approfondito l’argomento delle infezioni respiratorie del gatto. Le malattie infettive acute delle alte vie respiratorie del gatto (AIURTD) sono un problema che il medico veterinario si trova ad affrontare giornalmente. Ne sono responsabili un certo numero di agenti infettivi: HerpesVirus Felino (FHV), Calicivirus Felino, Chalamydophila felis, Bordetella bronchiseptica, Mycoplasmas e altri batteri secondari. Tutti questi agenti patogeni sono responsabili di segni delle alte vie respiratorie, accompagnati da lesioni oculari (FHV, Chalamydophila felis) e orali (FCV). La frustrazione nel trattamento di queste forma virali deriva dalla scarsa disponibilità di agenti antivirali efficaci e sicuri. In generale, nel protocollo terapeutico viene consigliato l’utilizzo di routine di nebulizzatori per l’azione in situ e per l’effetto umidificante e di una terapia antibiotica per proteggere dagli agenti opportunisti. Per il trattamento di Chlamydophila e Bordetella è indicato l’uso di antibiotici quali la doxiciclina (sconsigliata sotto le 6 settimane di età) che richiede un trattamento minimo di 3-4 settimane per eliminare il microrganismo. In alternativa fluorchinoloni, amoxicillina o azitromicina. Sono disponibili vaccini per tutti i maggiori agenti eziologici dell’AIURTD. Le linee guida indicano la necessità di effettuare una regolare vaccinazione che garantisca anche una protezione materna (e quindi colostrale), di minimizzare i fattori di rischio, in particolare il sovraffollamento (meno di 5-6 per nucleo familiare) e di valutare lo svezzamento precoce (ma non prima della 4a settimana di vita). Da considerare inoltre la vaccinazione contro Chlamydophila, in particolar modo prima dell’accoppiamento
se si sospetta che la madre sia portatrice ed in base alla epidemiologia locale.
NICOLA DECARO La sessione pomeridiana si è aperta con la relazione sulla parvovirosi felina tenuta da Nicola Decaro (Dipartimento di Sanità Pubblica e Zootecnica, Facoltà di Medicina Veterinaria, Bari). I parvovirus di cane e gatto sono piccoli virus privi di envelope molto resistenti nell’ambiente. Tali virus e in particolare il FPLV causano nei gattini grave gastroenterite emorragica con diminuzione di tutta la popolazione leucocitaria e nei gattini di pochi giorni di vita o in caso di infezione intrauterina tardiva una forma nervosa caratterizzata da atassia cerebellare. Come strumenti diagnostici da associare al sospetto clinico abbiamo a disposizione test ELISA e immunocromatografici (gli stessi test che si impiegano per la diagnosi di CPV). Il limite di questi test è la ridotta sensibilità (70%) legata in particolare alla diminuzione già a una settimana dall’infezione dell’escrezione virale. Il relatore consiglia, in caso di esito negativo del test ma in presenza di un forte sospetto clinico, di indirizzarsi verso test molecolari (PCR) in grado di evidenziare il genoma virale anche in caso di bassi titoli. Solo tramite l’uso della PCR Real-Time è possibile discriminare tra FPLV e CPV. Tra i comuni interventi terapeutici l’interferone sembra garantire una migliore prognosi; tuttavia sono necessarie ulteriori sperimentazioni per poterne confermare l’efficacia. Come per le altre forme virali la prevenzione si basa sul rispetto delle norme igieniche (ipoclorito di sodio), sulla quarantena dei nuovi animali introdotti, sul limitare il sovraffollamento e sul rispetto del benessere animale durante il trasporto. Nel protocollo vaccinale giocano un ruolo importante gli anticorpi colostrali in grado di garantire una protezione totale a titoli maggiori di 1:80, ma al di sotto dei quali esiste una condizione detta “gap immunologico” in cui la protezione non è garantita ma è tuttavia possibile l’interferenza vaccinale (circa 6a-8a settimana). Questa evenienza potrebbe essere responsabile dei non rari fallimenti vaccinali. Il protocollo dall’ABCD prevede la vaccinazione all’8a e alla 12a settimana e, per limitare gli effetti della possibile interferenza con gli anticorpi colostrali, un ulteriore trattamento alla 16a settimana, seguito da un richiamo annuale. In ambienti a rischio viene comunque consigliato di anticipare il primo trattamento vaccinale alla 6a settimana. Le varianti antigeniche di CPV di più recente identificazione sono in grado di infettare e causare malattia nel gatto. Tale circostanza apre nuovi scenari sulla profilassi vaccinale della panleucopenia felina in merito all’eventuale cross-protezione indotta da stipiti vaccinali FPLV nei confronti di stipiti CPV.
FULVIO MARSILIO Fulvio Marsilio (DVM, PhD, Teramo) ha successivamente relazionato su un tipo di virus ancora poco conosciuto nella medicina veterinaria, il Norovirus (N0V). I N0V, inseriti nella famiglia Caliciviridae, sono attualmente riconosciuti come una delle maggiori cause di gastroenterite epidemica di origine non batterica nell’uomo. Studi condotti negli ultimi anni hanno eviden-
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ziato che, oltre all’uomo, anche alcuni mammiferi domestici (bovino, suino) risultano recettivi all’infezione. Di recente alcune indagini molecolari hanno individuato una positività nei gatti presenti nelle colonie feline in studio. Indagini più approfondite sono necessarie per chiarire il ruolo epidemiologico di questi nuovi calicivirus e per poter rispondere alla domanda sulla possibilità di rischio zoonosico.
STEFANO BO Nella relazione sulla terapia antivirale, Stefano Bo (DVM, PhD, Torino) ha affrontato l’argomento sottolineando inizialmente la difficoltà nella realizzazione di agenti antivirali. Trattandosi di parassiti intracellulari, tali farmaci devono essere diretti solo verso alcune fasi della replicazione virale al fine di non danneggiare le cellule ospiti; inoltre la replicazione virale è favorita da un inadeguato sistema immunitario che per certi agenti è esso stesso il substrato su cui si sviluppa la malattia (FIP). Esistono tre gruppi di antivirali: gli induttori di immunità, la cui efficacia dalla letteratura appare dubbia; gli immunomodulatori, anche se, come precedentemente detto, stimolare il sistema immunitario significherebbe fornire più terreno di replicazione al virus; gli interferoni. Questi ultimi, in particolare dopo la messa in commercio dell’Interferone Ricombinante di origine felina denominato Interferone Omega Felino (fIFNΩ), sembrano fornire migliori prospettive in quanto dotati di spiccata attività antivirale, immunomodulatrice e antiproliferativa. Agiscono verso tutti gli agenti virali in quanto non sono virus-specifici e appartengono alla classe delle citochine, sostanze prodotte da qualsiasi cellula dell’organismo allo scopo di difendersi dai virus nelle prime 48 ore dall’infezione, prima della comparsa degli anticorpi specifici. L’origine animale dell’interferone ne permette l’uso parenterale ad alte dosi senza l’inconveniente dello sviluppo degli anticorpi che si ha invece con l’uso di prodotti umani. Lo scopo dell’utilizzo dell’interferone è quello di mantenerne un livello efficace per più giorni dall’inizio infezione in modo da permettere all’organismo di produrre un’efficiente e specifica risposta cellulo-mediata. Un approccio terapeutico verso l’infezione da FIV e FeLV si basa su un trattamento a lungo termine con una terapia sintomatica di sostegno e una terapia più mirata antivirale. I farmaci antivirali sono: l’AZT/Zidovudine (Retrovir), non elimina il virus ma ne riduce la replicazione virale migliorando la qualità di vita del soggetto; l’IFN-alfa2, che però ad alte dosi induce lo sviluppo di anticorpi; l’IFN omega, utilizzabile invece per via parenterale ad alte dosi. Esistono pareri discordanti sull’efficacia di quest’ultimo farmaco antivirale ma alcuni studi sostengono che se usati in fase acuta sono in grado di aumentare la sopravvivenza e migliorare le condizioni cliniche. Nel trattamento del complesso della Rinotracheite Felina non esistono presidi terapeutici specifici per uso veterinario. Alcuni studi suggeriscono l’uso a livello oftalmico di farmaci antivirali normalmente impiegati per il trattamento delle infezioni erpetiche nell’uomo: la trifluoridina all’1%, efficace per il trattamento della cheratite ulcerativa erpetica e l’idoxuridina all’0,10,5 %. Viene sconsigliato l’impiego di antivirali ad uso sistemico quali l’aciclovir per il rischio di compromissione della funzionalità midollare e renale. L’unico antivirale anti-herpesvirus che sembra avere scarsi effetti collaterali e una buona efficacia per via sistemica è il Fanciclovir. È stato segnalato per l’utilizzo contro forme croniche o cronicizzanti di Herpes felino sia cutanee che oculari. Nei gatti che presentano una grave sintomatologia acuta è indicato l’uso di interferone omega felino sia per via sottocutanea che per via topica diluendolo in lacrime artificiali per il trattamento delle forme oculari.
www.vetjournal.it Vet Journal Per quanto riguarda la forma respiratoria associata all’infezione da FCV, oltre alla terapia di sostegno e a base di fluidificanti, decongestionanti e antibiotici, è suggerito l’uso di interferone sia per via orale che topica oculare come terapia adiuvante per accelerare la guarigione e prevenire la comparsa di portatori cronici. Un trattamento più aggressivo va diretto verso le forme ipervirulente di Calicivirus definite “sistemiche”, che possono portare a morte la maggior parte dei soggetti infettati. Usato rapidamente al primo comparire di manifestazioni sospette (ulcere linguali) è probabilmente l’approccio terapeutico più indicato. Per quanto riguarda la FIP non si conoscono terapie efficaci. Recentemente sono stati riportati risultati incoraggianti con l’uso di interferone ricombinante sia umano che felino. Tuttavia
i dati ottenuti da queste terapie sono episodici e per alcuni aspetti non del tutto convincenti. Diventa, quindi, di cruciale importanza la prevenzione tramite interventi diretti a ridurre la contaminazione ambientale, come precedentemente detto, allo scopo di limitare la replicazione virale e quindi la probabilità di comparsa di ceppi mutati.
MARIAN HORZINEK Il compito di concludere la giornata è spettato a Marian Horzinek (Veterinary Research Consult, Bilthoven, Netherland) che ha affrontato l’argomento delle infezioni emergenti nel gatto. Si tratta di infezioni provocate da virus che si evolvono e acquisiscono la capacità di provocare patologie precedentemente sconosciute, come il calicivirus emorragico. L’aumento della
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densità della popolazione di vettori causata dall’aumento del riscaldamento globale deve destare attenzione in relazione alla corrispondente espansione di alcune infezioni quali la Rift Valley Fever e l’infezione del virus del Nilo Occidentale. Quest’ultima malattia è trasmessa dalle zanzare, il suo serbatoio sono gli uccelli, ma può colpire anche l’uomo e il gatto. L’infezione con Bartonella spp. può essere trasmessa dal gatto all’uomo (cat scratch disease) e certi soggetti come i bambini, i malati di AIDS, i pazienti in chemioterapia possono sviluppare forme molto gravi e pericolose per la vita. Risulta quindi importante per il veterinario conoscere la biologia delle infezioni virali e batteriche del gatto in quanto possono diventare partner attivi della professione medica nella medicina pubblica. ■
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Servizi Dalle Associazioni
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Assistenza Tossicologica Veterinaria: 011.2470194 Il servizio telefonico ATV si presenta rinnovato ai Medici Veterinari italiani, grazie a Purina, in collaborazione con SCIVAC e ANMVI l servizio telefonico Assistenza Tossicologica Veterinaria (ATV) si presenta rinnovato ai Medici Veterinari italiani, potenziato e scientificamente aggiornato grazie alla collaborazione con il reparto di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria del Dipartimento VSA dell'Università di Milano.U-
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5 2
anniversario
ATV, l’assistenza Tossicologica Veterinaria “24 ore su 24”
nico esempio in Italia, il servizio è una iniziativa di Purina, in collaborazione con ANMVI e SCIVAC. Attivo 24 ore su 24, 365 giorni all'anno è volto alla risoluzione delle emergenze in animali da compagnia affetti da tossicosi. I Medici Veterinari italiani che chiamano l'Assistenza Tossicologica Veterinaria al numero
011.2470194 possono chiedere la consulenza di un collega della Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia, che avrà a disposizione un database costantemente aggiornato e suddiviso in due macro aree: tossicologia/veleni e specialità medicinali. Il servizio di Assistenza Tossicologica Veteri-
naria è attivo dal 1993; in oltre 15 anni ha risposto a circa 21.000 richieste. Il servizio si affianca a "Purina per Voi" 800525-505, la linea telefonica di emergenza veterinaria organizzata in collaborazione con SCIVAC e rivolta ai proprietari di animali da compagnia. ■
In collaborazione con
° organizzato da
certificata ISO 9001:2000
Edizioni Veterinarie E.V. srl
62° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC 29-31 MAGGIO 2009 Rimini - Palacongressi della Riviera di Rimini I workshop specialistici sono aperti esclusivamente ai Medici Veterinari (non sono ammessi gli studenti) particolarmente interessati alla materia trattata. È previsto un numero massimo di partecipanti (60) e i posti saranno assegnati in base alla data di spedizione dell'iscrizione. È possibile iscriversi ai Workshop specialistici solo contestualmente all'iscrizione del congresso stesso (quota giornaliera o intero congresso) Per maggiori informazioni contattare la Segreteria SCIVAC: Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 info@scivac.it
WORKSHOP SPECIALISTICI Workshop citologia SABATO 30 MAGGIO 2009 - Ore 14.00 - 16.40 Enrico Bottero e Carlo Masserdotti
Citologia endoscopica
Workshop chirurgia SABATO 30 MAGGIO 2009 - Ore 9.20 - 12.00 Gary Ellison
Consigli e trucchi in Chirurgia Toracica Workshop diagnostica per immagini SABATO 30 MAGGIO 2009 - Ore 14.00 - 16.40 Erik Wisner
Il polmone
In questa sessione verranno sviluppati dai relatori gli aspetti clinici, endoscopici, patologici con particolare riferimento ai metodi di campionamento bioptico e alla correlazione tra clinica/endoscopia, citologia ed istopatologia. Questo Workshop soddisfa le esigenze di tutti coloro che in un modo o nell’altro si interessano di questa branca della medicina interna.
La discussione interattiva di casi clinici e la descrizione di decisioni e approcci chirurgici alternativi sono gli elementi portanti di questo workshop specialistico. A rendere ancora più piacevole e interessante la sessione contribuirà il confronto tra tutti i partecipanti e quello tra partecipanti e relatore.
Radiologia, Ecografia e Tomografia Computerizzata possono e devono essere combinate per il workup diagnostico delle malattie polmonari. Cosa rimane di vecchio e cosa c’è di nuovo nella diagnostica per immagini dei piccoli animali? Venite a scoprirlo in questa sessione avanzata!
Workshop neurologia SABATO 30 MAGGIO 2009 - Ore 9.20 - 12.00 Massimo Baroni e Cristian Falzone
Risonanza Magnetica spinale: trucchi e trappole diagnostiche Workshop oftalmologia VENERDÌ 29 MAGGIO 2009 - Ore 14.20 - 17.00 Stefano Pizzirani
Facodinamica: tecniche e principi fisici
Workshop ortopedia VENERDÌ 29 MAGGIO 2009 Ore 10.00 - 12.40 Mike Kowaleski (USA)
Nuove idee e trucchi per ottenere il massimo dalla TPLO Ore 14.00 - 16.40 Mike Kowaleski (USA) Bruno Peirone (I) Aldo Vezzoni (I)
TPLO: Esercitazioni pratiche
Anche in campo veterinario la Risonanza Magnetica sta diventando il “gold standard” per la diagnostica delle patologie spinali. Risultati diagnostici ottimali sono garantiti dalla coniugazione tra metodica e adeguato “training” del neuroradiologo nella sua lettura. Scopo del workshop è quello di andare al di là delle nozioni didattiche classiche, fornendo dettagli sia di metodica che di interpretazione utili alla risoluzione dei casi più difficili.
Negli ultimi decenni l’introduzione di questa tecnica in veterinaria è stata in grado di ridurre in modo considerevole le complicanze riguardanti l’intervento di cataratta. Questa manualità è stata poi nel tempo ulteriormente perfezionata, sono state introdotte nuove metodologie ed altri elementi quali ad esempio l’uso delle lenti intraoculari pieghevoli.
La TPLO è attualmente lo stato dell’arte nel trattamento della rottura del legamento crociato craniale nel cane. Questo workshop, tenuto da uno dei maggiori esperti in ortopedia veterinaria, si propone di mostrare le più recenti acquisizioni su questa tecnica, sulle sue potenzialità nel risolvere situazioni complesse e su tutti i trucchi per ottenere i massimi risultati con i minori rischi di complicazioni.
20 Lettere al Direttore Lettera aperta all’amico Valerio Caro Valerio, ho letto d’un fiato la tua lettera “molto arrabbiata” pubblicata su “Professione Veterinaria 10/2009”. Non mi ricordo se eri presente, ma credo di sì, il 22 e 23 gennaio 1977 presso la sala grande dell’Hotel di via Don L. Sturzo a Milano quando - allora Segretario dell’AIVPA - al Congresso di Etologia che organizzai con il caro e compianto Amico Billy Dellacesta. C’erano Mainardi, Zanforlin, Minetti e E. Trumler: eravamo pionieri di un’area che, grazie agli studi di Lorenz, Timberger e Eibl-Eibensfeld, ci avevano ammaliati ed esaltati e pensavamo
che lo studio dell’Etologia dovesse essere un’area di competenza anche dei Veterinari che non ne sapevano nulla o che la consideravano come un qualche cosa lontano dalla propria professione e, quindi, fosse nostro dovere come Associazione, avvicinarli a questa Scienza. Non si erano mai viste più di 400 (numeri impensabili per allora!) professionisti tutti insieme! Fu per i tempi un successo clamoroso e strepitoso……, Quanto ci sbagliavamo! Tino Roberti il più accanito denigratore di quell’evento mi chiese - e continuò a rinfacciarmelo per anni, purtroppo tanti testimoni di allora non ci sono più - se con l’Etologia “i veterinari potevano mangiare” poiché non ne capiva l’importanza, ma conosceva molto bene i veterinari! Quanta ragione aveva! Ma eravamo giovani,
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entusiasti della nostra professione, del nostro lavoro….ed il futuro ci apparteneva! L’Etologia, dopo il Tuo Congresso, scomparve dal mondo veterinario e solamente personaggi seri come Te ne hanno continuato lo studio non solo per il piacere personale, ma perché convinti della sua valenza culturale e professionale. Certo ora esiste un Dipartimento di Patologia del Comportamento (quegli studiosi di Etologia che tu citi hanno dovuto mutare l’orientamento per sopravvivere in ambito accademico), ma non se ne conoscono i risultati concreti, cioè nella e della pratica. Oggi, a proposito ed a sproposito, ci si riempie la bocca di “benessere animale” ! Vorrei riportarti due passaggi di una lettera sul “patentino ed i cani problematici” che inviata ad un giornale nazionale non ha trovato spazio (!):
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“Questa cultura della difesa dei cani ad oltranza porta ad adorarli in modo decisamente meno sano che nella cultura contadina. I cani sono adorati da quelle persone che vorrebbero vedere morti gli extracomunitari”. Vincenzo Consolo
“Il perbenismo ed il buonismo stucchevole di chi vuole permeare qualsiasi iniziativa ‘politicamente corretta’ per non scontentare nessuno porta alle aberrazioni ed alle tragedie che riempiono le cronache dei giornali e, quindi, come si dice si ‘ciurla nel manico’ senza prendere quei provvedimenti drastici e realmente efficaci, ma come al solito “impopolari”, che potrebbero arginare il fenomeno, ma che alienerebbero una parte di clientela ai veterinari e di voti ai politici. Il ‘patentino’ non risolverà nulla! Come non hanno risolto nulla le ordinanze precedenti sull’obbligo di tenere tutti, indistintamente, i cani al guinzaglio ed eventualmente con la museruola applicata, non solo esibita, per quelli di stazza superiore ai 38 cm al garrese; sulla raccolta delle deiezioni dei cani; sul divieto di dare da mangiare ai piccioni e potrei andare avanti. Ora con l’ordinanza del Sottosegretario Martini ci si vorrebbe far credere che il Veterinario è chiamato alla centralità della sua professione in quanto dovrebbe giudicare “in pochi minuti ed in un ambiente estraneo, cioè l’ambulatorio, l’indole del cane giudicandone il comportamento” (da qui grasso che cola per “i comportamentalisti” ed il fiorire di iniziative dove chiunque può partecipare, di diplomi, di attestati e quant’altro lasciato alla immaginazione ed alla improvvisazione). Mi chiedo cosa succederà o succederebbe ad un Veterinario se un cane indicato come “problematico” dalla società, in ambulatorio si comportasse in maniera equilibrata, allegra e festosa e, quindi, non venisse segnalato come “problematico” e qualche tempo dopo causasse una tragedia. Settimana scorsa ho dovuto fare segnalazione alla mia ASL di uno Yorkshire terrier medio, maschio, di 7 anni, che ha aggredito un pitbull ferendolo ad un labbro !!! Hai ragione tu, ogni tanto bisogna uscire dal letargo nel quale alcuni di noi si sono volontariamente relegati perché hanno visto cambiare in peggio la nostra professione. Sento già tuonare in lontananza i cannoni dei veterinari ipersensibili che si sentiranno “offesi” di conoscere una verità che aleggia e dilaga, che tutti conoscono e a cui nessuno può o sa o vuole porre rimedio. Si preferisce fidarsi ed affidarsi alla macchine per formulare diagnosi iperboliche e, quindi, farsene un vanto, ma non si sa più formulare una diagnosi clinica sulla base di ciò che i nostri Maestri ci hanno insegnato non solo per la professione, ma anche per la vita e di cui, molti di noi, ancora oggi fanno tesoro. Si favorisce l’apertura di cliniche supermega ipergalattiche nella cieca, arrogante ed illusoria certezza che l’esasperazione delle specializzazioni esterofile, scimmiottate dalla medicina umana, che la qualità della prestazione, che il “management” saranno la carta vincente anche per molti “illusi” giovani Colleghi, ma in un momento di crisi globale saranno vincenti coloro che con lo studio sereno, sacrificale, umile, confinandosi magari in un letargo volontario, sapranno aggiornarsi egualmente senza la necessità di costosi ed inutili ECM. Edoardo Vitali
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A cura del Servizio Tecnico Eukanuba Dalle Aziende
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Atopia e Fistole perianali Efficacia del trattamento nutrizionale e ipersensibilità cutanee e gastroenteriche sono comuni nei cani, e tra le più comunemente riscontrate, troviamo la dermatite allergica da morso di pulce, la dermatite atopica, la malattia infiammatoria intestinale (IBD) e le reazioni avverse al cibo. A tali condizioni possono essere spesso associate fistole perianali e otite esterna cronica. I cani necessitano quindi di trattamenti immunosoppressivi e o di trattamenti corticosteroidei a lungo termine nonostante i ben noti effetti secondari. In parallelo al trattamento farmacologico, una dieta specifica può svolgere un ruolo di grande importanza, è priva di rischi e talvolta permette di economizzare sui trattamenti farmacologici. L’efficacia di una dieta arricchita di acidi grassi Omega-3, a base di pesce e patate è stata recentemente rivalutata attraverso 3 studi effet1,2,3 tuati nel 2008. Studio 1: Efficacia di 3 alimenti dietetici specifici per l’atopia1 Questo studio ha preso in esame 3 diete veterinarie (A, B e C) e un alimento fisiologico commercializzato nella grande distribuzione (D) come dieta di controllo. In questo studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco è stata valutata la risposta clinica ottenuta dopo un periodo di 8 settimane di alimentazione. Le diete B (Dermatosis FP Pesce & Patate) e D hanno ridotto in maniera significativa i punteggi CADESI (fig. 1), mentre le diete A e C non hanno ottenuto miglioramenti significativi. Dermatosis FP è stata l’unica dieta in grado di ridurre i punteggi CADESI e contemporaneamente il sintomo del prurito. Studio 2: Dermatosis FP vs. dieta casalinga a base di pesce e patate2 I cani affetti da dermatite atopica sono stati alimentati sia con Dermatosis FP che con una dieta casalinga a base di pesce e patate per 30 giorni con ciascun alimento in uno studio in cieco singolo, randomizzato, cross-over. L’indice CADESI è diminuito significativamente nei cani alimentati con Dermatosis FP, mentre nei cani alimentati con una dieta casalinga è aumentato o rimasto invariato. Nei casi in cui i cani sono stati dapprima alimentati con Dermatosis FP il prurito è diminuito sensibilmente. La dieta casalinga non ha dimostrato effetti sul sintomo prurito. Studio 3: Efficacia del trattamento chirurgico in associazione al trattamento nutrizionale in corso di fistole perianali (PAF)3 La causa delle fistole perianali è poco conosciuta (Fig. 2). Il trattamento consiste nell’in-
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Figura 2 - Fistole perianali. Per gentile concessione del Professor Dick White, Dick White Referrals, Newmarket, UK
tervento medico e chirurgico che in entrambi i casi possono presentare potenziali complicazioni. Questo studio dimostra i benefici derivanti dall’impiego di una proteina, mai utilizzata, arricchita con acidi grassi Omega-3 in associazione ad una escissione chirurgica della fistola e ad una sacculectomia bilaterale. 32 cani sono stati alimentati per un periodo di un anno - prima e dopo l’intervento - esclusivamente con Dermatosis FP. Nell’arco di un anno l’88% dei cani ha ottenuto risoluzione completa delle fistole visibili mentre, in
Figura 1. Punteggio CADESI per Dermatosis FP Pesce & Patate e diete A, C e D. Dermatosis FP e la dieta D hanno ridotto in maniera significativa i punteggi CADESI, mentre le diete A e C non hanno portato a dati di efficacia significativa1 *P<0.05 generale, il numero e la gravità delle complicazioni sono state considerevolmente inferiori
rispetto a studi già pubblicati. Bibliografia disponibile presso gli Autori
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22 Calendario attività Dal 16 aprile al 12 giugno Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl
16 - 18 APR 16 APR 16 APR 17 - 18 APR 19 APR 19 APR 19 APR 19 APR 19 APR 19 APR 21 - 22 APR 23 - 25 APR 23 - 26 APR 27 - 29 APR 3 MAG 8 - 9 MAG 8 - 10 MAG 9 - 10 MAG 10 MAG 10 MAG 12 - 15 MAG 13 - 16 MAG 17 MAG 17 MAG 17 MAG 29 - 31 MAG 9 - 10 GIU 11 - 12 GIU
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. SEMINARIO NAZIONALE SIVAR
GIORNATA DI APPROFONDIMENTO SIVAR IN COLLABORAZIONE CON ORDINI DEI MED. VET. DI BRESCIA, CREMONA, MANTOVA E VERONA CORSO SIVE INCONTRO SIDEV INCONTRO SIRVAC
INCONTRO SIGEDV INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA
2° IT. DERMATOLOGIA: III PARTE - TERAPIA IN DERMATOLOGIA DEL CANE E DEL GATTO: APPRENDIMENTO BASATO SUL PROBLEMA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA GESTIONE DELLA SALA PARTO - SIPER (Fiere Reggio Emilia) - Via Filangieri, 15 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Marketing e pubblicità - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it FATTORI CHE INFLUENZANO IL SUCCESSO RIPRODUTTIVO NELLA VACCA DA LATTE - West Garda Hotel, Padenghe sul Garda (Brescia) - Via Prais, 32 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CORSO AVANZATO “ECOGRAFIA TENDINEA E ARTICOLARE DEL CAVALLO” - Reggia di Venaria Reale Torino - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it AGGIORNAMENTI IN MALATTIE DA ECTOPARASSITI NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PRINCIPALI METODI PER LA PREVISIONE DELLA DATA DEL PARTO NELLA CAGNA E NELLA GATTA: DALL’ANALISI DI LABORATORIO ALLA INDAGINE ECOGRAFICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Lucia Tornaghi - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSI, TERAPIA E PROGNOSI DELLE ENTEROPATIE CRONICHE NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lucia Tornaghi Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it AGGIORNAMENTI IN NEUROLOGIA - Perugia- Facoltà di Medicina veterinaria - VIA SAN COSTANZO 4 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it DIAGNOSI E PREVENZIONE DELLA FIP - Genova, Sala Quadrivium - P.zza Santa Marta 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO ANMVI / GPM
INCONTRO GPM - ANMVI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it
CORSO SCIVAC
CORSO DI CONSULENTE NUTRIZIONALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 8 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.
CORSO DI MEDICINA FELINA II PARTE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
SEMINARIO SCIVAC / SIOVET
ORTHOFUN 2009 - Castello di Gargonza, Monte S. Savino (AR) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SIVAE
ANESTESIOLOGIA E RIANIMAZIONE NEGLI ANIMALI ESOTICI - I PARTE - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 19 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC SICILIA
PRINCIPI DELLA MEDICINA AVIARE - Istituto Zooprofilattico di Catania - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR IN COLLABORAZIONE CON ORDINE MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CREMONA
XI CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it
CORSO SCIVAC
CORSO REGIONALE DI CARDIOLOGIA - Ragusa - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ZOOMARK INTERNATIONAL
RELAZIONIAMOCI... COME TI RELAZIONI CON IL PET? - Bologna Fiera, Bologna - Piazza della Costituzione - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it OFTALMOLOGIA VETERINARIA IN EVOLUZIONE: DAL CANE AGLI UCCELLI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE
INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC INCONTRO SIDEV CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti. INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SCIVAC CORSO SCIVAC
CORSO SCIVAC
COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI - Sassari - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ESVD WORKSHOP ON DERMATOPATHOLOGY - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it CHIRURGIA E TRAUMATOLOGIA DELLE ESTREMITÀ DISTALI DEGLI ARTI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA D (DIAGNOSI) - Hotel Internazionale - Cervignano del Friuli (UD) - Via Ramazzotti, 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ODONTOSTOMATOLOGIA - Hotel Campanile - Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it 62° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC - Palacongressi della Riviera di Rimini, Rimini - Via della Fiera, 52 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it ENDOSCOPIA DELL’APPARATO GASTROENTERICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it ENDOSCOPIA APPLICATA ALLE MALATTIE RESPIRATORIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
laPROFESSIONE
VETERINARIA 13 | 2009
PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 6 aprile 2009
SOLUZIONI
a Polmonite fibrinosa
QUIZ 2
c Retto-colite membranosa
QUIZ 1
b Colecistite necrotico-emorragica
Risposta corretta: b) Giornata di studio di Podologia, SIVAR, Cremona 2005
a Presenza di lettiera permanente con scarsa manutenzione; b Pavimentazione in cemento; c Presenza di piccoli sassi sul pavimento; d Presenza di gradini nella stalla; e Tutti i precedenti
L’infezione da salmonella nel coniglio causa prevalentemente:
Risposta corretta: b) 6° Congresso Nazionale Multisala SIVAR, Cremona maggio 2004
Quale, tra questi fattori, è fonte di maggior rischio di lesioni a carico del cheratogeno (pododermatite circoscritta, malattia della linea bianca, ascesso della punta) nella vacca allevata in condizioni di allevamento intensivo?