Professione Veterinaria, Anno 2008, Nr 13

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Professione13_2008

8-04-2008

15:01

Il mercato italiano del lavoro veterinario

www.anmvi.it/vetjob/

PROFESSIONE

la VETERINARIA A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

13 2008

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

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VET-EXCHANGE

Il mercato italiano delle attrezzature professionali veterinarie

www.anmvi.it/vetexchange/

Anno 5, numero 13, dal 7 al 13 aprile 2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

BTV 8 VACCINAZIONE DA MAGGIO

UN PATTO CON IL FUTURO GOVERNO

CESSIONE DELLA CLIENTELA

ANCHE LA VETERINARIA ALL’EXPO 2015

VETERINARIE: DOPPIO RISCHIO DI ABORTO

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BREVI

SOTTO ACCUSA ANCHE LE TARIFFE MASSIME

FNOVI Al Consiglio Nazionale programmato a Napoli dal 18 al 20 aprile, la FNOVI verrà illustrato il Veterinary Act ed il Codice di Condotta Europeo alla presenza del Presidente della FVE, Walter Winding. La Federazione presenterà inoltre una proposta di giuramento professionale.

UNIRE È pubblicato sul sito dell’UNIRE il calendario di aprile degli incontri con i veterinari per la regolarizzazione dei passaporti, come previsto dalla circolare del 3 marzo scorso riguardante la registrazione obbligatoria della dichiarazione di destinazione finale del cavallo.

ONAOSI Il Ministero del Lavoro ha approvato la delibera dell'Opera nazionale assistenza orfani sanitari italiani “Determinazione del contributo volontario: Determinazioni conseguenti”. Le quote della contribuzione volontaria dell'anno 2008 sono state determinate in base all'anzianità ordinistica e al reddito complessivo individuale.

RAZZE A RISCHIO Il Ministero delle Politiche Agricole ha stilato un elenco nazionale di razze a rischio di estinzione. Si tratta di razze animali per le quali la consistenza di femmine riproduttrici è esigua, ma la cui valorizzazione è importante per le produzioni tipiche. Da qui la necessità di attivare una forma di sostegno alle aziende con un premio che può arrivare fino a 200 euro per unità di bestiame adulto.

CREUTZFELDT-JAKOB Due casi mortali della variante umana della malattia di Creutzfeldt-Jakob dal 2005, quando morì una donna di 26 anni, si sono verificati in Spagna. Secondo il direttore del Centro Nazionale di Riferimento sulle Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili “non c'è da allarmarsi, perché è probabile che le due vittime siano state contaminate otto anni fa”. Il responsabile ha tuttavia aggiunto che “è possibile che vengano individuati in Spagna altri casi nei prossimi mesi”.

TAXI Un nuovo accordo tra taxisti e Comune di Bologna, semplificando lo schema delle corse e riducendo i supplementi, prevede l’eliminazione dell’euro in più per il trasporto degli animali al seguito del passeggero.

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PAC

Niente aiuti senza benessere animale Il Ministero delle Politiche Agricole ha varato il decreto sulle violazioni della condizionalità A PAGINA 3

In Italia il 44% degli architetti ha il padre architetto, il 42% degli avvocati ha il padre avvocato, mentre il 41% dei farmacisti e il 39% degli ingegneri ha “ereditato” l’attività professionale. Sono dati che non piacciono al Garante della Concorrenza, Antonio Catricalà, secondo il quale le professioni sono ingessate e non concorrono allo sviluppo del mercato del lavoro. L’occasione per tornare a bacchettare le professioni gli è stata offerta dal Commissario Europeo al Mercato interno, Charlie McCreevy, che ha inviato una lettera di messa in mora all'Italia (secondo stadio della procedura d'infrazione) chiedendo di fare cadere i tetti delle tariffe forensi entro due mesi, pena il deferimento alla Corte di Giustizia europea. Non basta l'abolizione dei minimi tariffari decisa dal Decreto Bersani, anche le tariffe massime ostacolano la concorrenza, in particolare la concorrenza dei professionisti comunitari, liberi di offrire le loro prestazioni ai cittadini d'Europa. Il principio riguarda tutte le professioni e in particolare le professioni ordinistiche che con la Direttiva Zappalà sono entrate nella libera circolazione dei servizi professionali sulla base del riconoscimento della qualifica. Ragionando “europeo”, il Garante non poteva non essere d'accordo con

Bruxelles: le tariffe massime costituiscono un ostacolo all'esercizio della professione. L'intervento di Bruxelles è volto soprattutto a eliminare vincoli ingiustificati all'attività sul mercato italiano di grandi studi legali stranieri. Secondo McCreevy, le tariffe massime configurano una violazione degli articoli 43 e 49 dei Trattati Ue che tutelano la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi. Il professionista di un altro Paese europeo, anche se preferito dal cliente italiano, non può infatti applicare tariffe superiori a quelle massime nazionali, nemmeno per tenere conto delle spese di viaggio e traduzione. Il Consiglio Forense chiede aiuto al Governo e sostiene che "il mantenimento di un tetto massimo delle tariffe professionali è nell'interesse dei consumatori e li garantisce da eventuali abusi contrattuali". Sul punto, Bruxelles è pronta a concedere l'ammissibilità dei massimi tariffari solo quando sono in gioco i diritti fondamentali della persona. Per il resto, nel rapporto tra cliente e professionista, dovrebbe prevalere la libertà contrattuale, accompagnata dalla possibilità di contestare gli onorari ritenuti eccessivi di fronte al Consiglio dell'Ordine o a un altro organo competente. Se ne riparlerà in sede di riforma delle professioni. ■

ITALIA, STRANO PAESE È arrivato anche il problema diossina, o emergenza diossina. Emergenza? Sono anni che esiste il problema, se ne è già parlato più volte, poi all'improvviso ci si accorge che c'è. Giornali e televisioni iniziano a dedicare pagine intere al problema, più nessuno compra mozzarelle di bufala, le esportazioni si bloccano, un comparto importante della nostra filiera agroalimentare è distrutto ed il Made in Italy, nostro fiore all'occhiello, fa l'ennesima bella figura. Scattano i sistemi di emergenza e controllo: interventi, prelievi, sequestri, dichiarazioni, i soliti Ministri che negli anni hanno mangiato di tutto: bistecche, polli, mozzarelle, e poi verranno i finanziamenti, i rimborsi, il rilancio del settore. Il solito film già visto tante volte e che ormai fa soltanto ridere. Ma è mai possibile che questo sforzo per recuperare la situazione, ormai al disastro, non si possa fare prima, risparmiando soldi, tempo, salvaguardando i consumi, la tranquillità del consumatore, i nostri prodotti e le esportazioni? Tutti quelli che oggi sono corsi al capezzale della mozzarella di bufala dove erano in questi anni? Bastava intervenire seriamente ai primi segnali per evitare tutto questo. Ora si fanno le indagini per scoprire colpe e responsabilità. Tempo perso. Negli stessi giorni di questa emergenza, a Napoli, veniva inaugurato l'ospedale veterinario pubblico del "Frullone" e colleghi pubblici, dalle loro funzioni di controllo, sono stati traferiti in questa struttura completamente inutile. Gli stessi servizi si potevano garantire, risparmiando molto, con una convenzione con le centinaia di strutture veterinarie private. A quando il prossimo film?

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Politica Agricola Comune Attualità

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Escluse dai benefici le aziende che non rispettano gli impegni di salute e benessere animale Si tratta di criteri di gestione obbligatoria la cui violazione è intesa come “intenzionale”

iduzioni ed esclusione dai contributi pubblici per chi viola la disciplina della condizionalità. Le misure sono stabilite dal Ministero delle Politiche Agricole che ha fissato per decreto le “Disposizioni in materia di violazioni riscontrate nell’ambito del Regolamento (CE) n. 1782/03 del Consiglio del 29 settembre 2003 sulla PAC (Politica Agricola Comune) e del Regolamento (CE) 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).” Il provvedimento è del 21 marzo scorso ed è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2008. In sostanza, il mancato rispetto dei criteri di gestione obbligatoria previsti dalla politica agricola comunitaria, fra i quali rientrano adempimenti in materia di sanità e benessere animale, può costare penalizzazioni di carattere economico agli allevatori, con proporzionale riduzione o esclusione dal contributo, premio o aiuto previsto dalla PAC. Non rientra nel regime sanzionatorio chi ha presentato domanda di beneficio prima del 2006. Per quanto riguarda le violazioni degli impegni per il benessere degli animali (articolo 8) è prevista l’esclusione dall’aiuto diretto: “Ove si accertino nel corso dello stesso anno civile violazioni sia di uno o più impegni cui è subordinato il pagamento dell’aiuto concesso a norma dell’articolo 36 lettera a) punti iv) e v) del regolamento (CE) 1698/2005, sia di uno o più impegni pertinenti di condizionalità chiaramente ricollegabili agli impegni agroambientali o per il benessere degli animali, il beneficiario è escluso nel corrispondente esercizio FEASR dal pagamento ammesso o dalla domanda ammessa per la misura in questione. L’autorità competente informa il beneficiario che, in caso di ulteriore commissione della stessa infrazione nel corso del residuo periodo di impegno, si considera che egli abbia agito deliberatamente ai sensi dell’articolo 18 paragrafo 3 del regolamento (CE) 1975/06, con le conseguenze previste dall’articolo 9”. La sanità degli animali rientra nei criteri di gestione obbligatoria come “impegno pertinen-

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te di condizionalità” per il quale è prevista l’esclusione per violazione intenzionale. Riduzioni ed esclusioni sono invece stabilite in caso di dichiarazioni difformi in misure connesse ad animali diversi da bovini, ovini e caprini (suinetti, polli da carne, cunicoli). La procedura di individuazione e recupero delle somme inizierà 90 giorni dopo la pubblicazione del decreto, atteso in Gazzetta Ufficiale.

RIFORMATI I CAA Il Ministero delle Politiche Agricole ha inoltre varato la riforma dei Centri Autorizzati di Assistenza Agricola (CAA). Il decreto 27 marzo 2008, sollecitato dall’Antitrust, disciplina la prestazione di servizi di consulenza aziendale. Il Ministero delle Politiche Agricole ha così modificato la normativa sul funzionamento dei CAA, “al fine di migliorare la trasparenza, l’efficacia e l’efficienza delle attività degli dagli stessi svolta a favore delle imprese agricole”. Il decreto riforma i CAA anche alla luce delle osservazioni dell’Antitrust che aveva esaminato i rapporti tra i CAA e la prestazione di servizi di consulenza aziendale a soggetti beneficiari di aiuti comunitari (condizionalità). Il CAA, può svolgere, fra le altre attività, nella fase istruttoria delle istanze relative all’esercizio dell’attività agricola, l’attività di verifica della completezza documentale, con particolare riguardo agli adempimenti delle imprese agricole previsti dalla normativa comunitaria e nazionale in materia di sicurezza alimentare e di igiene degli alimenti, nei limiti di applicabilità al settore agricolo di tale normativa. Per quanto riguarda i controlli, gli organismi pagatori, possono avvalersi di professionisti iscritti agli ordini ed ai collegi professionali, nonché di studi associati costituiti dai medesimi, sulla base di apposite convenzioni, per l’esercizio di funzioni di controllo relativamente alla regolarità delle fattispecie finanziate. Per «associazioni di liberi professionisti» il decreto intende le associazioni costituite mediante atto registrato, tra soggetti abilitati all’esercizio di un’attività professionale di cui all’art. 2229, del codice civile, che comprenda ordinariamente lo svolgimento di funzioni riferibili a quelle proprie del CAA.

BTV SIEROTIPO 8: VACCINAZIONE DA MAGGIO a mappa europea della Blue Tongue, suddivisa per sierotipi, indica la situazione epidemiologica italiana al 2 aprile scorso. La mappa, in costante aggiornamento, segnala in rosso la presenza di BTV sierotipo 8 nel Nord Europa e in Italia, dove risultano sottoposti a restrizione il Veneto, l'Emilia Romagna (ad eccezione di Forlì) e la Lombardia (eccetto Como e Varese). Dopo la conferma della positività virologica per il virus della Blue Tongue - sierotipo 8 - in bovini da latte autoctoni in un'azienda del veronese, il Ministero della Salute sta vagliando i primi possibili interventi. Nel corso di una riunione con operatori e allevatori si è parlato di una sorta di canalizzazione verso le aziende di ingrasso per i vitellini della linea carne bianca che nascono negli allevamenti interessati dall'epicentro BT, di procedere alla vaccinazione a partire da maggio quando sarà possibile un primo numero di dosi di vaccino di tipo spento, privo di possibili effetti collaterali, di effettuare la visita veterinaria direttamente al macello per gli animali che non manifestano sintomi della malattia, di creare stalle di quarantena presso i centri genetici e i centri tori posti oltre la zona di restrizione. A maggio, si conta di poter disporre di 2,2 milioni di dosi di vaccino spento dando la priorità alle vacche da latte, poi agli ovini e infine agli animali di specie sensibile che dovranno uscire dalla zona di restrizione. Restano esclusi gli animali da ingrasso destinati alla macellazione. Dopo la conferma della positività nell'azienda di Isola della Scala (Verona) le movimentazioni sono state bloccate per un raggio di 150 chilometri. Gli allevatori delle tre regioni interessate dal provvedimento di restrizione, si aspettano di sapere quanto durerà il blocco, se e quanti animali dovranno essere vaccinati e se avranno un sostegno economico. Secondo i dati forniti dal quotidiano Italia Oggi, si parla di 1,2 milioni di vacche da latte, 700 mila vitelli e 1,3 milioni di tori, circa il 60% della zootecnia italiana. In base alla tabella europea della malattia - aggiornata al 7 aprile- altre regioni italiane fanno i conti con i sierotipi 2,4, 9, 16, (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) mentre il Lazio e l'Umbria con i sierotipi 2 e 16; quanto alla Sardegna l'attenzione è sui sierotipi 2, 4,16 e 1.

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LE CONSULENZE AZIENDALI La “condizionalità” subordina i pagamenti diretti agli agricoltori al rispetto di condizioni agronomiche ed ambientali soddisfacenti, alla salute pubblica, animale e fitosanitaria, al benessere degli animali. La normativa comunitaria ha così previsto l'istituzione di un sistema di consulenza aziendale per gli agricoltori. Per la FNOVI, gli Agronomi e gli Agrotecnici questi consulenti non possono che essere figure professionalmente competenti ed abilitate. Per sostenere questa prerogativa, forti di un favorevole pronunciamento dell’Antitrust, è stata creata una Fondazione per i servizi di consulenza aziendale in agricoltura con il compito di agire “nei confronti di tutte le Amministrazioni regionali per evitare che le stesse, nell’emanazione dei Piani Sanitari Regionali, adottino disposizioni contrarie all’ordinamento nazionale in materia di libere pro-

fessioni e penalizzati per i tecnici liberi professionisti”. L’Autorità Garante della concorrenza si è pronunciata a favore dei liberi professionisti iscritti all’ordine: nelle consulenze d’azienda agro-zootecnica le Regioni non possono favorire le organizzazioni agricole. Le novità contenute nei decreti descritti in questa pagina sono all’attenzione della Fondazione, nell’ambito delle “iniziative ed azioni a difesa delle professioni rappresentate, per salvaguardare la peculiarità delle competenze intellettuali acquisite con i titoli di studio, il complesso delle attività riconosciute dai rispettivi ordinamenti professionali caratterizzate da requisiti di elevata capacità e preparazione, così come applicate nel campo della consulenza alle aziende agricole e zootecniche, contrastando le pratiche contrarie al libero mercato dei servizi di consulenza aziendale”. ■


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4 Attualità Confprofessioni

VETERINARIA 13 | 2008

Un patto con il futuro Governo Le professioni siano in prima fila nelle scelte di governo per lo sviluppo del Paese. Nel patto, le richieste dell’Area Sanità e Salute coordinata dal Presidente dell’ANMVI l patto che Confprofessioni ha chiesto di sottoscrivere ai candidati alle elezioni politiche è prima di tutto una richiesta di coinvolgimento ai tavoli governativi dove si decide dello sviluppo socio-economico del Paese. La Confederazione, guidata dal Presidente Gaetano Stella, firmataria del Protocollo del Welfare e del CCNL dei dipendenti dei liberi professionisti, detta le sue condizioni al futuro Governo e lo fa con un patto d’impianto generale valevole per tutte le professioni liberali (v. il patto in pillole), e con alcuni documenti specifici per ciascuna delle sue aree professionali. Il “patto” è stato portato all’attenzione di tutti i candidati alle elezioni di aprile, a cominciare con un incontro a Torino il 7 aprile scorso con i rappresentanti politici che si occupano di professioni nei vari schieramenti. Per l’ANMVI è intervenuto il Presidente Carlo Scotti, Coordinatore dell’Area Sanità e Salute di Confprofessioni.

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L’AREA SANITÀ E SALUTE Per quanto riguarda l’Area Sanità e Salute (medici, dentisti, psicologi e veterinari), il cui coordinamento fa capo all’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, la prima richiesta è di tipo istituzionale: tutti i sanitari aderenti a Confprofessioni sono contrari al Ministero Unico del Welfare e alla ipotesi di accorpamento in un’unica struttura dei ministeri della Salute, Previdenza e Affari Sociali: la salute, dicono, è un diritto costituzionale che deve essere garantito e bisogna considerare l’investimento in questo settore come uno sviluppo del benessere collettivo. È quindi piuttosto da auspicare il suo rafforzamento per evitare anche che l’Italia si presenti ai tavoli europei senza un proprio Ministero. L’Area Sanità e Salute è contraria all’ipotesi di creare un nuovo Ordine per alcune figure tecniche sanitarie a cui vengano attribuite competenze squisitamente mediche, competenze già definite da specifici corsi di laurea in medicina, odontoiatria, medicina veterinaria e successivi esami di abilitazione.

le esigenze di aggiornamento. Le professioni aderenti a Confprofessioni rivendicano un aggiornamento che rispetti le necessità e le esigenze dei liberi professionisti.

RIFORMA NEI PRIMI 100 GIORNI

CONCERTAZIONE La parte sociale dei liberi professionisti ha titolo a essere consultata dal Governo e a confrontarsi con le altre organizzazioni datoriali e sindacali sulle scelte di politica economica per lo sviluppo del Paese e il benessere dei cittadini.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Contenimento della spesa pubblica Semplificazione delle procedure amministrative Ruolo chiave dei professionisti nel rapporto tra P.A. imprese e cittadini

Confprofessioni, la confederazione che riunisce sedici associazioni professionali, in rappresentanza di circa 2 milioni di liberi professioni, auspica che "il nuovo governo, qualunque sia, si impegni affinché nei primi 100 giorni possa risolvere l'annosa questione della riforma delle professioni intellettuali". “È una riforma - afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - che il nuovo governo "potrebbe realizzare a costo zero, partendo, per esempio, dalla proposta di Confprofessioni che accoglie e armonizza le istanze dei progetti Mantini e Vietti. E che ci impegniamo sin d'ora ad approfondire con piena collaborazione. Per questo - conclude Stella - dichiariamo sin d'ora che il nostro comparto orienterà il proprio consenso a quelle forze politiche, o a quei politici, che avranno dimostrato la concreta volontà di impegnarsi per la rapida approvazione della riforma".

LE PROFESSIONI E IL LAVORO Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni

Alla prossima Legislatura si chiede una riforma che abbia la capacità di esercitare un distinguo tra le professioni in quanto le professioni sanitarie non “vendono servizi”, ma promuovono e tutelano la salute dei cittadini. Le liberalizzazioni attuate dall’ultimo Governo hanno cambiato la deontologia, le regole della concorrenza, della pubblicità e dei rapporti con l’utenza, svilendo il ruolo dell’Ordine come ente ausiliario dello Stato a tutela del cittadino. Sull’abusivismo si chiede di recuperare le norme della 175, indispensabili per contrastare efficacemente il reato di esercizio abusivo delle professioni sanitarie. La professione medica/veterinaria mette l’accento sulla programmazione Universitaria da cui nascono i principali problemi occupazionali. È tempo che il Ministero della Salute si raccordi con efficacia con il Ministero dell’Università al fine di realizzare una corretta programmazione universitaria. Quanto all’ECM, ai liberi professionisti della sanità viene imposto un sistema di educazione continua in medicina che non soddisfa

LE ATTIVITÀ a debuttato a fine dicembre “Il Libero Professionista”, il quindicinale on line di Confprofessioni. Ampi spazi all´attualità economica, approfondimenti e commenti sulle tematiche che toccano da vicino il comparto professionale, aggiornamenti sulle opportunità degli organismi operativi di Confprofessioni e un filo diretto con i professionisti. Spiega Gaetano Stella, presidente della Confederazione: “ volevamo intraprendere un percorso che ci avrebbe permesso di centrare alcuni obiettivi basilari per arrivare a collocare il professionista al centro dell’economia italiana e del contesto sociale. Diciamolo subito: il traguardo finale è ancora ben lungi dall’essere raggiunto, ma la macchina è partita comunque”. Per ricevere “Il Libero Professionista” direttamente nella propria casella di posta elettronica, basta fornire l’email a redazione@confprofessioni.eu

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IL PATTO “IN PILLOLE”

FISCO Trasparenza nei rapporti con l’amministrazione finanziaria Semplificazione, stabilità e certezza delle norme tributarie Deducibilità completa delle spese sostenute per la produzione del reddito professionale. Revisione della norma sulla tracciabilità degli incassi e dei pagamenti per gli studi professionali Ridefinizione e semplificazione degli studi di settore Eliminazione IRAP per studi professionali che occupino fino a tre addetti

LAVORO Estensione incentivi all’occupazione (nuove assunzioni, giovani ecc …) agli studi professionali Elevare al 10% del reddito annuo la decontribuzione sulla produttività, riportando la norma alla competenza statale e ad accordi territoriali Modifica della normativa sulla previdenza integrativa per favorire l’adesione ai Fondi dei giovani Favorire la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e non un regime esclusivamente Sanzionatorio

PROFESSIONI Varo della riforma delle professioni Coordinamento tra Università e studi professionali per tirocini e accessi dei giovani Istituzione di un Sottosegretario alle Professioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri

Al Presidente dell’Antitrust che rimprovera le professioni di non favorire il mercato del lavoro, risponde indirettamente l’attività di Confprofessioni, firmataria del Protocollo del Welfare del 23 luglio 2007. A novembre dell’anno scorso, Confprofessioni ha svolto un’audizione parlamentare in Commissione Lavoro, nella quale il Presidente della confederazione delle libere professioni, Gaetano Stella, ha spiegato di aver aderito al protocollo sul Welfare “in quanto condivisibile nei principi e nei contenuti, ma purtroppo non rappresenta il mercato del lavoro del comparto libero professionale”. La richiesta di Stella è “che venga inserita la dicitura di libero professionista datore di lavoro, in aggiunta a quella delle imprese”, per riconoscere e supportare ulteriormente l'incremento occupazionale che caratterizza il comparto. Quello degli studi professionali è un settore che occupa dipendenti composti per l'87 per cento da donne e per il 75 per cento da persone di età inferiore ai 45 anni. I lavoratori dipendenti sono 877.000, “quindi, parliamo di un comparto molto interessante che però, purtroppo, non ha mai avuto particolare attenzione non soltanto da parte di questo Governo, ma anche di quelli precedenti”. Stella chiede quindi di prevedere degli sgravi del costo del lavoro anche per i professionisti datori di lavoro. Anche la questione degli ammortizzatori sociali “è difficilmente riconducibile al settore professionale, ma poiché anche nel nostro settore vi sono dei soggetti deboli - ha detto Stella - gli ammortizzatori devono essere ricompresi anche nella nostra categoria. Quanto alle misure per il reddito da occupazione e l'accesso ai previsti fondi di rotazione, “è giusto che venga lasciata la possibilità, anche ai giovani professionisti, quelli che vogliono intraprendere da soli un'attività libero professionale, di accedere ai fondi di rotazione e non permetterlo soltanto alle imprese”. Confprofessioni è firmataria del contratto collettivo dei dipendenti degli studi professionali. Si tratta di un contratto unico per il settore, l'ultimo dopo trent'anni, sottoscritto nel maggio 2006 e depositato presso il Ministero del lavoro a settembre. Nel settembre 2007, il contratto è scaduto ed è attualmente in rinnovo. ■


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On line Fisco

VETERINARIA 13 | 2008

Elenco clienti e fornitori Il 2007 è il primo anno di esercizio per il quale i professionisti dovranno provvedere alla trasmissione di GIOVANNI STASSI on Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 25 maggio 2007, pubblicato sul supplemento ordinario n. 139 alla Gazzetta Ufficiale n. 136 del 14 giugno 2007, sono stati individuati gli elementi informativi e sono state definite le modalità tecniche ed i termini relativi alla trasmissione degli elenchi dei clienti e dei fornitori il cui obbligo di trasmissione è stato disposto dall’articolo 37, commi 8 e 9, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248. Successivamente l’articolo 15, comma 3 ter, Decreto Legge 2 luglio 2007 n. 81, ha esonerato dalla presentazione dell’elenco, per il solo anno 2006, “tutti i soggetti in regime di contabilità semplificata di cui agli articoli 18 e 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600”. La circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 53/E del 3 ottobre 2007 ha chiarito che il regime di esonero per gli esercenti arti e professioni valeva anche nel caso di opzione per il regime di contabilità ordinaria. L’esercizio 2007 è quindi il primo anno per il quale i professionisti sono chiamati a predisporre e trasmettere l’elenco dei clienti e fornitori.

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SOGGETTI OBBLIGATI Sono obbligati alla trasmissione telematica degli elenchi dei clienti e dei fornitori tutti i soggetti passivi IVA che abbiano emesso o ricevuto fatture nell’anno cui si riferisce la comunicazione. L’obbligo non sussiste, invece, nell’ipotesi in cui nell’anno di riferimento non sia stata effettuata alcuna operazione attiva o passiva rilevante ai fini Iva. Sussiste l’obbligo di trasmissione degli elenchi anche per i soggetti non tenuti alla registrazione analitica dei corrispettivi e degli acquisti (ad esempio con riferimento alle operazioni relative a fatture di importo inferiore a 154,94 euro registrate cumulativamente ai sensi dell’articolo 6 del dPR 9 settembre 1996, n. 695).

SOGGETTI ESONERATI Per espressa previsione normativa risultano esonerarti dalla presentazione dell’elenco lo Stato, le regioni, le province, i comuni e gli altri organismi di diritto pubblico in relazione alle operazioni effettuate e ricevute nell’ambito di attività istituzionali. Ugualmente, sono esonerati tutti quegli organismi che hanno come oggetto principale un’attività essenzialmente senza fine di lucro, fermo restando l’obbligo di comunicazione dei dati relativi alle attività commerciali e agricole poste in essere ancorché in via residuale. Sono infine esonerati (Provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 20 dicembre 2006) i contribuenti che nell’anno 2007 si trovavano nel “Regime dei contribuenti minimi in franchigia” di cui all’articolo 32-bis del DPR n. 633 del 1972 (cioè i contribuenti persone fisiche esercenti attività commerciali, agricole e professionali che, nell’anno solare precedente, hanno realizzato un volume di affari non superiore a 7.000 euro).

ELEMENTI INFORMATIVI DA INDICARE NELL’ELENCO CLIENTI • Il codice fiscale, ed eventualmente la partita IVA (ove ne siano titolari) dei soggetti nei cui

confronti sono state emesse fatture nel corso dell’anno cui si riferisce la comunicazione. Si tratta quindi di soggetti di ogni tipo sia privati sia artisti o professionisti o imprese. Per l’anno 2007 l’elenco comprenderà solamente i titolari di partita IVA (non dovranno essere inclusi quindi i clienti soggetti privati privi di partita IVA). Per l’anno 2007 è consentito indicare solamente la partita IVA (e non anche quindi il codice fiscale). • Per ciascun cliente occorre indicare l’importo complessivo delle operazioni effettuate, distinto tra operazioni imponibili, non imponibili (ad esempio esportazioni) ed esenti (si tratta di tutte le operazioni indicate nell’articolo 10 del D.P.R. 633/72) al netto delle relative note di variazione, e l’importo dell’IVA afferente. • Per ciascun soggetto e per ciascuna tipologia di operazione (imponibile, non imponibile ed esente) occorre indicare l’importo complessivo delle eventuali note di variazione relative ad annualità precedenti e l’importo dell’IVA afferente. Per l’anno 2007 tale indicazione è facoltativa. Al fine di individuare le fatture da inserire nell’elenco occorre fare riferimento alla data di emissione del documento, non essendo rilevante la data di registrazione né il momento in cui l’imposta risulta esigibile (ad esempio le fatture emesse nei confronti dello Stato, Organi dello Stato, Enti pubblici territoriali, per le quali, ai fini dell’esigibilità dell’imposta, rileva il momento del pagamento). Operazioni escluse dall’elenco clienti Non devono essere inserite nell’elenco clienti: • le esportazioni di cui all’articolo 8, comma 1, lettere a) e b) del dPR n. 633 del 1972 (cessione all’esportazione “diretta” e cessione all’esportazione con trasporto a cura del cessionario non residente); • le cessioni intracomunitarie di beni e servizi. In altre parole, sono escluse le operazioni effettuate nei confronti di clienti non residenti privi sia di codice fiscale che di partita Iva rilasciati dall’Amministrazione fiscale italiana. • le operazioni di “autoconsumo” documentate da autofattura [ad esempio autofattura per destinazione di beni al consumo personale del professionista]. Non sono comprese tra le operazioni escluse le operazioni attive, senza applicazione dell’imposta, effettuate nei confronti di esportatori abituali (art. 8, comma 1, lettera c) del D.P.R. 633/72). Per l’anno 2007 non dovranno essere

compresi nell’elenco: • i dati relativi a fatture emesse di importo inferiore ad Euro 154,94, registrate cumulativamente ai sensi dell’articolo 6 del D.P.R. 9 dicembre 1996, n. 695 [trattasi di fatture emesse nel corso di un mese, di importo inferiore a 154,94 euro, annotate cumulativamente attraverso un documento riepilogativo nel quale sono indicati i numeri delle fatture cui si riferisce, l’ammontare complessivo imponibile delle operazioni e l’ammontare dell’imposta, distinti secondo l’aliquota applicata]; • le operazioni relative a fatture emesse per le quali non è prevista la registrazione ai fini Iva [trattasi, a titolo esemplificativo, delle operazioni documentate con fattura nell’ambito di una nuova attività o un’attività marginale da parte di soggetti che applicano le disposizioni di cui agli articoli 13 e 14 della legge del 23 dicembre 2000, n. 388].

ELEMENTI INFORMATIVI DA INDICARE NELL’ELENCO FORNITORI Gli elementi informativi da indicare nell’elenco fornitori sono i seguenti: • Il codice fiscale e la partita IVA dei soggetti da cui sono stati effettuati acquisti rilevanti ai fini dell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto. Sono quindi esclusi, ad esempio, gli acquisti effettuati da privati. Per l’anno 2007 è consentito indicare solamente la partita IVA (e non anche quindi il codice fiscale). • Per ciascun fornitore occorre indicare l’importo complessivo delle operazioni effettuate, distinto tra operazioni imponibili, non imponibili (ad esempio esportazioni) ed esenti (si tratta di tutte le operazioni indicate nell’articolo 10 del D.P.R. 633/72) al netto delle relative note di variazione, e l’importo dell’IVA afferente. • Per ciascun fornitore e per ciascuna tipologia di operazione (imponibile, non imponibile ed esente) occorre indicare l’importo complessivo delle eventuali note di variazione relative ad annualità precedenti e l’importo dell’IVA afferente. Per l’anno 2007 tale indicazione è facoltativa. Come chiarito al punto 2.3 del citato Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate per individuare le informazioni da trasmettere occorre aver riguardo all’anno indicato sulla fattura (o sulla nota di variazione), e non all’anno di registrazione. Ad esempio, una fattura datata 31.12.2007, pervenuta del 2007 e registrata nel 2008, andrà registrata negli elen-

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chi relativi all’anno 2007. Gli acquisti da rivenditori di beni usati o da agenzie di viaggio, che documentano le operazioni imponibili con fatture senza Iva esposta, vanno annotati nell’apposito campo “Importo complessivo delle operazioni effettuate nell’anno - Operazioni imponibili con Iva non esposta in fattura”, mentre gli acquisti non imponibili ai fini Iva, effettuati dai medesimi fornitori, vanno inseriti nella sezione “operazioni non imponibili”. L’elenco fornitori contiene, infine, un campo (FR 005001) “importo complessivo delle operazioni - operazioni imponibili comprensive dell’imposta afferente” dove, solo per gli anni 2006 e 2007, dovranno essere inserite le operazioni documentate con fatture d’acquisto che, pur contenendo la separata indicazione dell’imponibile e dell’imposta, sono state registrate, in deroga all’art. 25 del DPR n. 633 del 1972, senza la separata indicazione dei due importi. Trattasi, ad esempio, degli acquisti effettuati da soggetti che pongono in essere operazioni, ovvero applicano regimi speciali, per i quali non è esercitabile il diritto alla detrazione dell’imposta e che, pertanto, non hanno interesse ad annotare l’operazione distinguendo imponibile ed imposta. Operazioni escluse dall’elenco fornitori Non devono essere inserite nell’elenco fornitori: • le importazioni di cui all’art. 68 e seg. del DPR n. 633 del 1972; • gli acquisti intracomunitari di beni e servizi; • gli acquisti di beni e servizi dallo Stato della Città del Vaticano e dalla Repubblica di San Marino; • gli acquisti effettuati da privati; • gli acquisti effettuati da enti non commerciali nell’esercizio dell’attività istituzionale; • sono escluse, altresì, quelle operazioni di acquisto per le quali esiste un espresso esonero di certificazione ovvero quelle che, pur essendo documentate con fattura, sono considerate fuori dal campo di applicazione dell’imposta (ad esempio gli acquisti da soggetti minimi in franchigia); • sono infine escluse le fatture emesse a fronte di operazioni non rilevanti ai fini Iva, tra le quali rientrano, anche gli acquisti di beni cui si applicano le disposizioni di cui all’articolo 74, secondo comma, del DPR n. 633 del 1972 (ad esempio acquisto di prodotti dell’editoria). Per l’anno 2007 non dovranno essere compresi nell’elenco: • i dati relativi a fatture ricevute di importo inferiore ad Euro 154,94, registrate cumulativamente ai sensi dell’articolo 6 del D.P.R. 9 dicembre 1996, n. 695 [trattasi di fatture ricevute nel corso di un mese, di importo inferiore a 154,94 euro, annotate cumulativamente attraverso un documento riepilogativo nel quale sono indicati i numeri delle fatture cui si riferisce, l’ammontare complessivo imponibile delle operazioni e l’ammontare dell’imposta, distinti secondo l’aliquota applicata]; • le operazioni relative a fatture ricevute per le quali non è prevista la registrazione ai fini Iva [trattasi, a titolo esemplificativo, delle operazioni documentate con fattura nell’ambito di una nuova attività o un’attività marginale da parte di soggetti che applicano le disposizioni di cui agli articoli 13 e 14 della legge del 23 dicembre 2000, n. 388].

MODALITÀ DI TRASMISSIONE DEGLI ELENCHI I soggetti tenuti alla trasmissione degli elenchi dei clienti e dei fornitori potranno effettuare la trasmissione utilizzando il servizio telematico Entratel o Internet (Fisconline). Sarà possibile anche avvalersi dei soggetti (intermediari abilitati) di cui all’articolo 3, commi 2-


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6 Fisco bis e 3, del D.P.R. 322/98: a) gli iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei periti commerciali e dei consulenti del lavoro; b) i soggetti iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura per la sub-categoria tributi, in possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o diploma di ragioneria; c) le associazioni sindacali di categoria tra imprenditori indicate nell’articolo 32, comma 1, lettere a), b) e c), del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 nonché quelle che associano soggetti appartenenti a minoranze etnico-linguistiche; d) i centri di assistenza fiscale per le imprese e

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per i lavoratori dipendenti e pensionati; e) gli altri incaricati individuati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze; f) società facente parte di un Gruppo.

TEMPISTICA DI TRASMISSIONE DEGLI ELENCHI La trasmissione degli elenchi dovrà essere effettuata da tutti i soggetti passivi IVA, indipendentemente dal volume d’affari, entro sessanta giorni dal termine previsto per la presentazione della comunicazione annuale Iva (che deve essere eseguita entro il mese di febbraio), ossia entro il 29 aprile dell’anno successivo a quello cui si riferiscono gli elenchi. In caso di errori od omissioni è possibile inviare file sostitutivi del precedente, purché riferiti al medesimo anno e previo annullamento del file

in precedenza inviato. La sostituzione deve avvenire non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine previsto per la trasmissione dei dati.

ASPETTI SANZIONATORI Come chiarito dalla circolare 4 agosto 2006, n. 28/E, ai fini sanzionatori, l’omessa o tardiva presentazione degli elenchi, nonché l’invio degli stessi con dati falsi o incompleti, comporta l’applicazione della sanzione amministrativa in misura fissa (da un minimo di 258 ad un massimo di 2.065 euro) prevista dall’articolo 11 del D.Lgs. n. 471 del 1997. Al riguardo, è stato precisato che si rende applicabile l’istituto del ravvedimento operoso di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472. ■

SCONTRINO “MUTO” o scontrino "parlante" ha messo in difficoltà i contribuenti. Per agevolare il recupero delle spese sostenute nel 2007 per l'acquisto dei medicinali, farmaci veterinari compresi, sarà possibile integrare lo scontrino con l'indicazione del codice fiscale su un foglio aggiunto. I chiarimenti vengono dal Fisco e riguardano le deduzioni e detrazioni per spese relative all'acquisto di medicinali, farmaci veterinari inclusi. Tenuto conto delle "obiettive difficoltà incontrate in sede di applicazione della norma", l'Agenzia delle Entrate ha chiarito con una circolare che "le spese sanitarie sostenute nel periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2007, ai fini della deduzione/detrazione IRPEF, potranno essere certificate anche tramite scontrino fiscale non "parlante" o incompleto, qualora lo stesso venga integrato, per iniziativa dello stesso contribuente, mediante l'indicazione anche su foglio aggiunto del codice fiscale dell'acquirente nonché della natura, qualità e quantità dei farmaci acquistati. La concreta applicazione delle regole previste per lo scontrino parlante ha infatti esposto gli operatori del settore e i contribuenti interessati ad “oggettive difficoltà, con riferimento sia all'adeguamento della strumentazione necessaria per il rilascio del documento di spesa con le caratteristiche prescritte sia all'acquisizione dell'apposita documentazione, alternativa allo scontrino "parlante", rilasciata dal farmacista”. La circolare ricorda comunque che per la certificazione delle spese sostenute a partire dal primo gennaio 2008 sarà indispensabile avere idonea documentazione consistente nella fattura o nello scontrino parlante. Escluso il caso della cessione del farmaco, lo "scontrino parlante" che consente la detrazione ai fini Irpef, vale anche per i medicinali veterinari acquistati dai clienti. Già "la circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 55 del 14.6.2001 ha chiarito che è possibile usufruire della detrazione sia per le spese relative alle prestazioni professionali rese dal medico veterinario sia per l'acquisto di medicinali specifici da questi prescritti". Per poter usufruire della detrazione occorre essere in possesso sia della prescrizione del medico veterinario sia dello scontrino fiscale. Non è quindi possibile autocertificare l'acquisto di medicinali da banco necessari per la salute degli animali. I medicinali veterinari scontano l'IVA del 10% e la prevista detrazione Irpef si applica sul lordo del corrispettivo pagato, quindi IVA compresa.

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8 Fisco TK22U

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Studi di Settore legati all’economia del territorio Il Ministero dell’Economia ha classificato le aree territoriali economicamente omogenee tudi di settore sempre più legati al territorio. Dopo la creazione degli Osservatori Regionali, il Ministero dell’economia e delle finanze ha riclassificato le aree territoriali omogenee (Regioni, Province e Comuni) in base ad indicatori che misurano

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il loro grado di sviluppo economico-produttivo. La classificazione sarà considerata in sede di applicazione degli Studi di Settore. Il Fisco ha infatti ritenuto necessario individuare, con il decreto 6 marzo 2008, le peculiarità determinate dal luogo di svolgimento delle attività economiche e, sulla base di queste, differenziare le modalità di applicazione degli

studi. Le aree territoriali vengono caratterizzate sulla base di un set di indicatori che misurano lo sviluppo economico-produttivo (es. la presenza di settori attivi), il livello di benessere (es. il reddito per abitante) e il grado di scolarizzazione del territorio (es. laurea e diploma). La territorialità generale analizza le differenze che connotano l’ambiente economico, differenze che possono influenzare la domanda finale di beni e il bisogno di ricorrere a servizi professionali.

CINQUE GRUPPI Sono cinque i gruppi in base ai quali sono state classificate le aree omogenee: al gruppo 1 appartengono le aree con livello di benessere elevato, istruzione superiore e sistema economico locale organizzato (Friuli e Valle d’Aosta); al gruppo 2 appartengono le aree con livello di benessere non elevato, bassa scolarità, sistema economico locale poco sviluppato e basato prevalentemente su attività commerciali (Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia); al gruppo 3 appartengono le aree ad elevata urbanizzazione con notevole grado di benessere, istruzione superiore caratterizzata da sistemi locali con servizi terziari evoluti (Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino, Umbria); al gruppo 4 appartengono le aree caratterizzate dalla presenza di piccoli comuni con organizzazione spiccatamente artigianale dell’attività produttiva e livello medio di benessere; al gruppo 5 appartengono le aree di marcata arretratezza economica, basso livello di benessere e scolarità poco sviluppata (Basilicata e Calabria). ■

MODELLO TK22U 2008 ’Agenzia delle entrate ha pubblicato il modello dello studio di settore dell’attività veterinaria da allegare alla dichiarazione dei redditi Modello UNICO 2008. L’Agenzia ha inoltre pubblicato le relative istruzioni per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione dello studio settore per il periodo d’imposta 2007 da allegare alla dichiarazione dei redditi Unico 2008 (la parte generale è unica per tutti gli studi). Il modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione dello studio di settore TK22U deve essere compilato con riferimento al periodo d’imposta 2007 e deve essere utilizzato dai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di: “Servizi Veterinari” – 75.00.00. Lo studio TK22U, per il periodo d’imposta 2005 era in applicazione “monitorata”, mentre a partire dal periodo d’imposta 2006 è stato approvato in via definitiva. http://www1.agenziaentrate.it/settore/m odulistica/mod2008/professionisti/TK22 U.pdf

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Liquidare l’attività Legale

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Cessione della clientela professionale Quantificare il “pacchetto clienti” è un problema: l’avviamento non appartiene alle professioni di MARIA TERESA SEMERARO Avv., Bologna ello studio professionale quello che conta e prevale e ne caratterizza l’importanza e il valore è sempre l’opera intellettuale del titolare, il quale, agisce, nello svolgimento della sua attività, non di propria iniziativa, come nell’impresa, ma in base a un incarico fiduciario (intuitu personae) del committente, espletato con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione”. Di contro l’avviamento è stato definito “come la capacità di profitto la quale, benché propria dell’impresa in senso lato, viene imputata all’azienda, in quanto si valuta che la stessa possa permanere nonostante il mutamento dell’imprenditore. Risulta, dunque, che solo in presenza di impresa vi è azienda e che, pertanto, solo in tale ipotesi si può parlare di avviamento commerciale come un bene immateriale, immanente ed incorporato nell’azienda e come tale, con essa cedibile. Non si può, allora, che ribadire che nella cessione di uno studio professionale così come di un ambulatorio veterinario non si possa prevedere una vera e propria cessione di clientela con conseguente richiesta e versamento di un prezzo a titolo di avviamento. L’incedibilità della clientela, come voce di per sé suscettibile di valutazione economica trova, però, dei contemperamenti laddove è stata riconosciuta la validità di patti stipulati tra professionisti che prevedano una gradualità del passaggio della clientela tra il professionista cedente e il cessionario. In tale fattispecie, il professionista cedente si impegna e si adopera ad indirizzare la propria clientela verso il collega cessionario in modo che si possa ritenere, non solo rispettato, ma anche realizzato l’espletamento dell’attività libero professionale in virtù di un carico fiduciario tra committente e professionista. Ciò che viene richiesto, affinché si possa legittimamente prevedere un riconoscimento economico alla “cessione di clientela” in caso di contratto di cessione di studio/ambulatorio veterinario, è che il trasferimento di clientela tra un professionista e l’altro non sia meramente e astrattamente pattuito ma costituisca un’effettiva fase di passaggio e collaborazione tra i professionisti. Se, infatti, è pur vero che: “I rapporti e le conoscenze - specie se a carattere strettamente personale - difficilmente possono essere ceduti, generalmente il cedente, oltre alla cessione dei beni materiali e immateriali trasferibili, si obbliga a una serie di prestazioni - di fare, di non fare e di permettere - idonee e mirate a far acquisire al cessionario i rapporti altrimenti intrasferibili, quali, per esempio, l’obbligo di presentare il cessionario ai suoi clienti e collaboratori, di affiancarlo per un certo periodo, di “volturare” i contratti in corso, di astenersi dallo svolgere la propria attività (patto di non concorrenza) e, infine di adoperarsi per la prosecuzione del rapporto con la vecchia clientela”. Se solo in presenza di tali elementi è possibile parlare di avviamento professionale, bene si comprende come tale istituto si diversifichi in modo intrinseco dall’avviamento commerciale. Un riconoscimento economico dell’avviamento professionale in sede di cessione di uno studio/ambulatorio veterinario non è, infatti, deducibile dai libri contabili ma richiede una vera e propria attività e partecipazione del cessionario. Se mi è concesso volgarizzare il concetto, il cedente si deve guadagnare il prezzo che richiede

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a titolo di avviamento professionale, ponendo in essere tutti quegli atti e comportamenti necessari affinché il cessionario possa effettivamente conservare la clientela. Declinato in tale modo, l’avviamento professionale si discosta del tutto dall’avviamento commerciale che, come qui già richiamato, è suscettibile di per sé di una valutazione economica a prescindere da qualsivoglia attività del cedente in quanto quantificabile con la capacità dell’azienda di produrre profitto al di là del cambiamento della persona dell’impren-

ditore. Sulla base di tali rilievi, risulta, altrettanto evidente che anche in caso di liquidazione del socio receduto (non escluso per fatti allo stesso imputabili) da una Associazione Professionale, non vi potrà essere riconoscimento economico di un avviamento secondo i criteri con cui viene quantificato e/o riconosciuto l’avviamento commerciale, in caso di recesso del socio di una società di persone. Fermo restando quanto previsto nello statuto associativo, all’associato che recede potrà essere corrisposta una somma a titolo di avviamento professionale solo, ed in quanto, egli per iscritto si impegni a non esercitare la professione in un ambito territoriale in grado di agevolare la canalizzazione presso di

sé della clientela acquisita durante la partecipazione nell’Associazione professionale e si attivi con atti e comportamenti concordanti ed idonei a non sviare in alcun altro modo detta clientela. Tali indicazioni devono costituire oggetto di una reale e valida pattuizione effettuata con l’assistenza dell’avvocato e del commercialista al momento della costituzione dell’Associazione professionale onde evitare l’acuirsi di conflitti tra veterinari che, certamente, seppur governabili, non giovano certo alla crescita professionale della categoria. (estratto del parere già pubblicato sul numero 11/2003. Sull’argomento si veda anche Professione Veterinaria n. 7/2003 www.anmvi.it/professione) ■


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10 Anmvi Informa Attività

La veterinaria all’EXPO 2015 L’ANMVI si è impegnata a portare la veterinaria alla manifestazione dedicata all’alimentazione nche la veterinaria si è congratulata con Milano per l’assegnazione dell’EXPO Universale del 2015. Il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti ha inviato una nota di congratulazioni al sindaco Letizia Moratti che sta per essere designata per decreto alla guida dell’evento. A febbraio, il Presidente Scotti testimoniava l’appoggio dell’Associazione alla candidatura italiana ad

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ospitare una manifestazione che vedrà l’alimentazione e la salute come filo conduttore dell’evento. L’ANMVI ha inoltre partecipato al forum tematico che a febbraio ha dato il via alle azioni di sostegno alla candidatura del capoluogo lombardo Milano. Con particolare riferimento alla programmazione di eventi dedicati all’alimentazione sana e sicura, l’Associazione è stata invitata dal Comitato di Candidatura di Expo 2015 a partecipare al progetto Food Village. “L’assegnazione a Milano

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di EXPO 2015- ha dichiarato Scotti- è motivo di orgoglio per un Paese come il nostro che ha tradizioni e cultura alimentari consolidate e che si muove all’insegna di politiche economiche solidali e di politiche della salute basate su garanzie e professionalità. L’invito rivolto all’ANMVI dal Comitato ci vedrà impegnati a ricordare il ruolo della sanità veterinaria in questo prestigioso contesto”. ■

STAGIONE DELLA PREVENZIONE A QUOTA 20.000 ono già 20.000 i proprietari di animali da compagnia che, nel primo mese, hanno richiesto il nominativo di un veterinario aderente al progetto della Stagione della Prevenzione. Un risultato inaspettato visto che l’obiettivo per il 2008 era di raggiungere globalmente, nei due mesi di durata della campagna, il totale di 20.000, il doppio comunque rispetto al 2007. Le previsioni, a questo punto, possono puntare ad oltre 30.000 proprietari coinvolti, se non di più. I 20.000 si sono rivolti principalmente al sito (15.000) mentre al numero verde sono arrivate circa 5.000 telefonate, più o meno come nel 2007. Alla Stagione della Prevenzione 2008 hanno dedicato molto spazio tutti i quotidiani più importanti, i settimanali e numerose trasmissioni radio e televisive che con la loro informazione hanno certamente rafforzato la comunicazione prevista con un’ampia campagna promozionale. Al momento non è ancora possibile sapere in quante visite gratuite si siano tradotte le 20.000 ricerche di nominativi e se queste hanno sviluppato anche prestazioni veterinarie retribuite. Alcune telefonate ricevute da strutture che hanno espresso soddisfazione per l’iniziativa e la continua richiesta di uleriori kit informativi da distribuire ai proprietari, fanno sperare in un buon risultato finale che potrà essere definito e valutato soltanto a fine maggio.

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UGL MINISTERI: SUI PRECARI HA RAGIONE L’ANMVI “Si vuole smantellare quanto c’è di buono per far posto a pseudo-riforme inutili e antieconomiche”. Ugl Ministeri è “solidale con l’Anmvi”. L’allarme lanciato dall’Associazione di categoria “è la riprova della grande confusione che si sta generando nel comparto”. Lo dichiara il Segretario Nazionale Ugl Ministeri, Paola Saraceni. “Dopo la Sanità Penitenziaria che in blocco si vuole far transitare nelle Asl senza tener conto delle specificità dei lavoratori interessati, ora tocca ai circa 200 professionisti del Ministero della Salute che gestiscono le emergenze sanitarie dagli aeroporti e dai porti del Paese e che grazie al decreto sul reclutamento dei dirigenti delle professionalità sanitarie, rischiano il già precario posto di lavoro. Insomma conclude la Saraceni - abbiamo la sensazione che esista una precisa volontà politica tesa a smantellare quanto di buono e funzionale è stato creato nella P.A. per far posto a pseudo-riforme annunciate come a costo zero ma che in realtà hanno costi altissimi soprattutto come perdite di professionalità”.


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Testo Unico Anmvi Informa

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Il “nuovo 626” chiede più sicurezza anche alle nostre strutture di CARLO PIZZIRANI Coordinatore ANMVI Servizi on un incredibile anticipo di due mesi sulla scadenza della delega è stato approvato in via definitiva il tanto atteso TESTO UNICO sulla sicurezza sul lavoro. La concertazione tra i tre ministeri coinvolti, Lavoro, Salute e Giustizia e le parti sociali e le Regioni non è stata priva di difficoltà, ma a detta del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, è scaturito un testo tra i più avanzati della legislazione europea. Quindi da martedì 1 aprile abbiamo un nuovo “626” che diventerà operativo appena verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Si compone di 13 titoli e 306 articoli e dovrà essere il riferimento unico ogniqualvolta si parlerà di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Anche se il Titolo XIII “Disposizioni Finali” riporta l'abrogazione di molti Decreti precedenti compreso il Dlgs 19 settembre 1994 n.626, non siamo ad uno stravolgimento totale del Dlgs 626/94 ma ad una buona integrazione ed evoluzione, che porterà novità importanti che coinvolgeranno tutti i settori del lavoro compreso quello della veterinaria. I punti più importanti che ci riguardano iniziano con l'art. 2 che inserisce tra i “lavoratori” anche gli associati e precisa, se mai ce ne fosse stato bisogno, che indipendentemente dalla tipologia contrattuale chi svolge un'attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro è equiparato ad un lavoratore, come pure il tirocinante. Questo cambiamento allarga alla quasi totalità delle strutture veterinarie esistenti in Italia il doversi assoggettare alle nuove norme, mentre la legislazione precedente escludeva gli studi associati dall'obbligo del rispetto delle leggi sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. L'art. 29, che riguarda la stesura del documento di valutazione dei rischi, al punto 5 recita che i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori possono autocertificare di aver proceduto alla valutazione solo fino a 18 mesi dopo l'entrata in vigore del decreto interministeriale opportuno o comunque non oltre il 30 giugno 2012. Questo articolo permette quindi ancora a noi veterinari la possibilità di procedere all'autocertificazione ma esprime una scadenza oltre la quale non potremo più essere esentati dalla stesura del complesso documento cosiddetto Piano Programmatico nel quale rientra anche la valutazione dei rischi. L'art. 34, per fortuna, permette ancora al da-

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Dopo i due manuali sulla sicurezza del lavoro in struttura veterinaria, è in stampa una nuova pubblicazione edita da EVsrl per ANMVI sempre a firma di Carlo Pizzirani. Il nuovo manuale pratico, il nono della serie realizzata dall'ANMVI in collaborazione con Hill's Pet Nutrition, tratterà della valutazione del rischio sugli agenti cancerogeni e mutageni. Consegna in anteprima ai partecipanti dei corsi sulla sicurezza, il primo soccorso e l'antincendio che si terranno a maggio presso la sede cremonese dell'ANMVI.

tore di lavoro di poter svolgere direttamente i compiti di RSPP formandosi con un semplice corso della durata minima di 16 ore (come quello che organizza ANMVI ormai da diversi anni). Viene introdotta la novità dell'obbligo dell'aggiornamento anche per il datore di lavoro/RSPP che dovrà avere cadenza triennale. Un'altra novità è rappresentata nel Capo IV del Titolo VIII che tratta della protezione dei lavoratori sottoposti al rischio di esposizione a campi elettromagnetici. Nel nostro settore sono ormai relativamente numerose le strutture che e-

seguono esami specialistici tipo la risonanza magnetica e quindi in questi ambiti lavorativi si dovrà procedere nel rispetto di quanto previsto dagli articoli dal 206 al 212. Per quanto concerne tutti gli altri rischi da valutare, quello chimico, fisico, cancerogeni mutageni, movimentazione manuale dei carichi ed esposizione ai videoterminali, norme del primo soccorso, antincendio ed evacuazione non ci sono novità sostanziali rispetto a quanto già era stato previsto dal 626/94 e decreti successivi. Questo non è altro che ciò che emerge da

una prima rapida lettura e interpretazione del Testo Unico. Sicuramente si prevedono integrazioni e decreti completativi e correttivi ma dobbiamo renderci conto che non sarà più possibile ignorare un argomento importante come la prevenzione e la protezione sui luoghi di lavoro e come hanno detto a due voci i sottosegretari al lavoro Antonio Montagnino e alla salute Gian Paolo Patta “siamo convinti che questa legge porterà risultati positivi perché inciderà sulla diffusione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. ■


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12 Europa Sicurezza alimentare

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Prove insufficienti contro la carne agli ormoni l WTO ha emesso il proprio verdetto sull’annosa disputa fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti sulla possibile pericolosità della carne agli ormoni. Da un lato la UE blocca da anni l’importazione di carne dagli USA, dove è ammesso l’utilizzo di estrogeni nell’allevamento, ritenendo che la carne agli ormoni possa essere dannosa, dall’altro, gli USA applicano, per ritorsione, dazi compensativi sulle importazioni di vari prodotti europei. ll WTO ha espresso una posizione a due facce. Da un lato ha riconosciuto che non è stato corretto da parte degli USA mantenere automaticamente in vigore i dazi compensa-

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tivi del valore di 116,8 milioni di dollari imposti sui prodotti europei dopo che nel novembre 2003 l’Unione Europea ha varato nuove regole sull’importazione di carne bovina, sostenute da ulteriori prove scientifiche. Ma gli stessi arbitri del WTO hanno anche sostenuto che sulla questione di fondo della pericolosità per la salute umana della carne trattata con gli ormoni, l’Europa non è ancora stata in grado di fornire prove decisive. Di conseguenza non è neppure in grado di giustificare il bando in vigore dal 1999 nei confronti della carne con ormoni proveniente dal Nord America. Un verdetto come questo chiaramente non risolve il problema.

La UE continua a sostenere la sua posizione motivata da studi che dimostrerebbero la pericolosità dell’ormone estradiolo 17 beta (sostanza ritenuta cancerogena e mutagena) e forti dubbi su altri cinque (testosterone, progesterone, tenbolone acetato, zeranol e melengestrol acetato) per i quali vi sono significative indicazioni di potenziali effetti nocivi per la salute e quindi l’illiceità dei dazi compensativi americani. Dall’altra, gli USA sostengono di aver vinto e di avere piena ragione nell’applicare i dazi in quanto la posizione europea non è dimostrabile dal punto di vista scientifico. (fonte:Il Sole-24 Ore, 1 aprile 2008) ■

LA FRANCIA RIPENSA I CONTROLLI DI FILIERA a sicurezza alimentare sta acquistando spazi di attenzione sempre crescenti presso le autorità francesi. Dopo il richiamo all’Europa da parte del Primo ministro Sarkozy per gli onersi controlli imposti alla filiera europea rispetto alle deboli garanzie offerte dai Paesi Terzi, anche il ministro dell’agricoltura Michel Barnier punta ad una maggiore sicurezza per i cibi. Barnier ha chiesto alla Direzione generale dell’alimentazione di proporre rapidamente delle misure al fine di migliorare lo scambio di informazioni in casi di non conformità di prodotti freschi la cui data di scadenza è ravvicinata. L’iniziativa è stata lanciata in seguito alla scoperta di più di due tonnellate di hamburger contaminati dal batterio “Escherichia coli” venduti in 110 supermercati francesi. Secondo la nota del ministero, le proposte riguardano lo sviluppo della ricerca in microbiologia alimentare per disporre di metodi di analisi più rapidi ed evitare l’intervento di più laboratori come è il caso attualmente per confermare la presenza del “E. coli”. Inoltre, prosegue la nota, devono continuare le azioni di prevenzione su tutta la filiera, comprese le varie tappe del controllo dei rischi, dall’allevamento fino al momento del consumo. La gestione degli allerta sanitari deve essere migliorata ed un’inchiesta sarà lanciata per verificare l’efficacia e la chiarezza dell’informazione rivolta ai consumatori. Tale comunicazione, spiega il ministero, finora è di competenza dei commercianti. La guida per la gestione degli allerta, realizzata nel 2005 per gli operatori della filiera, deve essere aggiornata con un’attenzione particolare alla rapidità degli scambi di informazione. Un decreto dovrà rapidamente precisare il dispositivo di sorveglianza epidemiologica e, in particolare, definire le condizioni per la notifica di anomalie direttamente dall’insieme dei laboratori alle autorità sanitarie. Ed è recente la notizia del ritiro in Francia di una ricotta salata made in Italy contaminata da listeria, dopo che, da controlli delle autorità sanitarie tedesche, è stato riscontrato un alto tasso di ‘Listeria monocitogena’ nel prodotto. La Direzione generale dell’alimentazione francese ha deciso il ritiro dei lotti sospetti (numero di identificazione veterinaria d’origine It 03/180), prodotti in uno stabilimento di Pieve S. Giacomo, in provincia di Cremona, per il mercato estero.

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Eventi Veterinari

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SERATA DELLA DELEGAZIONE REGIONALE LOMBARDIA LA VISITA CLINICA: COME PERFEZIONARLA GRAZIE ALLA MEDICINA DEL COMPORTAMENTO Milano, 12 Maggio 2008 RELATORE

SEDE

Sabrina Giussani

Atahotel Quark Via Lampedusa 11/a - Milano

PROGRAMMA

PARTECIPAZIONE L’evento è libero e gratuito per tutti i soci SCIVAC in regola con la quota associativa 2008

La serata affronterà la visita clinica perfezionata dai consigli della medicina del comportamento per cucciolo e gattino/cane e gatto Inizio ore 21

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

CORSO REGIONALE PRONTO SOCCORSO NEL CANE E NEL GATTO Sassari, 26-28 Giugno 2008 in collaborazione con ASVAC Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari RELATORI

SEDE

Fabio Viganò Paolo Gaglio

Facoltà di Medicina Veterinaria Di Sassari

10° Congresso Nazionale Multisala SIVAR 9-10 Maggio 2008

Palazzo Trecchi, Cremona RICHIESTO ACCREDITAMENTO

Con il patrocinio di FNOVI Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari della Lombardia Ordine dei Medici Veterinari di Cremona In collaborazione con AIVEMP (Associazione Italiana veterinari di Medicina Pubblica) ASIC (Associazione Scientifica Italiana di Coniglicoltura) SIPA (Società Italiana di Patologia Aviare) SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici)

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

Soci SCIVAC e ASVAC 250+iva 20% Non Soci 400 + iva 20%

RICHIESTO ACCREDITAMENTO organizzato da

certificata ISO 9001:2000

Edizioni Veterinarie E.V. srl

SCADENZA PRE-ISCRIZIONI 29 maggio 2008

PARTECIPANTI

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO

Corso a numero chiuso massimo 30 partecipanti

SOCIETÀ FEDERATA

INFORMAZIONI INCONTRI DELEGAZIONI REGIONALI E CORSI REGIONALI SCIVAC Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it

A.N.M.V.I.

SIVAR (Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona) - Tel. 0372-40.35.39 - Fax 0372-40.35.54 E-mail: info@sivarnet.it - Website: http://www.sivarnet.it

Società Italiana Veterinari per Animali Esotici

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE - SCIVAC SARDEGNA PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D'URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DA COMPAGNIA Sassari, 11 Maggio 2008 RELATORE

Giuseppe Visigalli

OBIETTIVI Offrire al collega che non si occupa abitualmente di piccoli animali esotici la possibilità di eseguire correttamente la prima prestazione di pronto soccorso nell'attesa di riferire adeguatamente il caso a colleghi più esperti. Verranno presi in esame tutti i principali gruppi tassonomici che può capitare di osservare nella pratica clinica (anfibi, rettili, uccelli e mammiferi) considerando per ognuno di essi le più comuni emergenze che richiedano una pronta stabilizzazione.

PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto dei Delegati Regionali SCIVAC e SIVAE e presentazione della giornata 9.30 La terapia d'urgenza negli anfibi e nei rettili: traumatologia, shock e disidratazione, ustioni, emergenze metaboliche 11.00 Pausa 11.30 Le emergenze aviari: traumatologia, shock e disidratazione, anoressia e debilitazione aspecifiche (acute e subacute), emergenze metaboliche, avvelenamenti 13.00 Spazio per eventuale comunicazione commerciale 13.30 Pausa 14.30 Terapia d'urgenza nei piccoli roditori: traumatologia, dispnea grave, colica gastroenterica (meteorismo/enterotossiemia e stasi GE da dieta inadeguata o intussuscezione), prolasso delle tasche guanciali. Emergenze oftalmiche

15.15 Terapia d'urgenza nel coniglio da compagnia: traumatologia (fratture; lussazione del gomito), anoressia acuta (malocclusione dentaria, stasi gastroenterica, enterotossiemia), colpo di calore 16.00 Pausa 16.30 Le emergenze nel furetto: traumatologia, dimagramento "improvviso", iperestrogenismo, crisi ipoglicemica acuta (insulinoma?), emergenze gastroenteriche (CE gastrointestinale), avvelenamenti peracuti od acuti 17.30 Test di valutazione dell'apprendimento e discussione finale 18.00 Termine della giornata

SOCIETÀ ITALIANA SCIENZE COMPORTAMENTALI APPLICATE Società federata ANMVI

Corso Teorico-Pratico

L’educazione del cucciolo secondo un’ottica pedagogica 5-8 maggio 2008 (I parte) 6-9 ottobre 2008 (II parte) Il Biancospino, Casteggio (PV) 20 PARTECIPANTI

SEDE Facoltà di Medicina Veterinaria, Via Vienna 07100 Sassari.

PARTECIPAZIONE L'incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e/o SCIVAC in regola con l'iscrizione 2008. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d'incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.

INFORMAZIONI Segreteria SIVAE - Elisa Feroldi Tel. 0372/403500 - info@sivae.it

3 CREDITI

Docente e Direttore del corso Roberto Marchesini Educatori Luca Spennacchio, Lucia Zanarotti, Andrea Tollis, Annalisa Favre Per informazioni: (Elena Piccioni) - Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Telefono 0372 403502 - Telefax 0372 457091 EMAIL: socspec@scivac.it


PRACTICE MANAGEMENT SABATO 31 MAGGIO - SALA 2 in collaborazione con

Gruppo di Studio ANMVI di Practice Management

Richiesto accreditamento

Il medico veterinario oggi è chiamato a essere anche un imprenditore. Questo indipendentemente dal tipo di struttura in gestione. Ecco perché ripresentare durante la mattinata una serie di relazioni su due temi fondamentali: – La comunicazione verso i clienti. Aspetto particolarmente attuale e importante, concernente le relazioni interpersonali. – Come aumentare le nostre rendite. Argomento invece di tutt’altro impatto nella nostra attività. E spesso causa d’insoddisfazione professionale. Nel pomeriggio continueremo con una presentazione concernente i criteri per riorganizzare la propria struttura. E, per finire, seguirà un esempio pratico di gestione imprenditoriale di un caso clinico patologico come “il paziente sovrappeso”.

PROGRAMMA SCIENTIFICO Chairperson: Marco Viotti 9,00 10 modi per migliorare il tuo profitto Caroline Back (S) 9,40 I migliori suggerimenti per una grande comunicazione (Prima parte) Caroline Back (S) 10,20 PAUSA ED ESPOSIZIONE COMMERCIALE 11,00 I migliori suggerimenti per una grande comunicazione (Seconda parte) Caroline Back (S) 11,40 Comunicazioni brevi 12,20 PAUSA PRANZO

Chairperson: Roberto Tovini 13,40 Titolo da definire Marco Viotti (I) 14,20 “Un esempio pratico di management dell’azienda veterinaria - la gestione del paziente sovrappeso” Stefano Zigiotto (I) 15,00 TERMINE DEI LAVORI

La giornata di Practice Management è libera e gratuita per tutti i Medici Veterinari. Per poter partecipare non è necessaria alcuna preiscrizione, ci si deve presentare alla Reception Congressuale (Desk sala gratuita) e, previa compilazione di una scheda, si riceverà il badge che darà diritto all'accesso alla Sala di Practice Management, alla Sala Gratuita e all'Area espositiva del 59° Congresso Internazionale SCIVAC. Il programma completo del Congresso è scaricabile dal sito www.scivac.it


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Oncologia Focus

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Approccio speciale a pazienti speciali paziente. I veterinari sono spesso portati a terapie conservative o per il non trattamento nei pazienti anziani e anche nell’uomo, si è notato che l’età è spesso legata a metodi di cura sub ottimali.

L'aumento di pazienti in età avanzata fa sì che ci sia una sempre maggiore richiesta di terapie antineoplastiche di GIORGIO ROMANELLI Medico Veterinario, Dipl ECVS, Cusano Milanino (MI) ’incidenza del cancro aumenta con l’età e, sia in medicina umana che veterinaria, diversi studi epidemiologici evidenziano la maggiore rilevanza di malattie tumorali con l’invecchiamento. Anche se nel cane e nel gatto non è chiara la definizione esatta di vecchiaia, i cani di piccola taglia si considerano vecchi a 11,5 anni, quelli di taglia media a 10, quelli di grossa taglia a 9 anni ed i cani di taglia gigante a 7,5 anni. I gatti sono considerati vecchi a 12 anni. L’allungamento della vita negli animali da compagnia è dovuto alla migliore nutrizione, alla regolarità nei trattamenti immunizzanti e preventivi e, soprattutto, alla maggiore attenzione dei proprietari verso i propri animali, che si traduce in una ricerca di terapie sempre migliori. L’invecchiamento è caratterizzato da un peggioramento progressivo di parte delle funzioni vitali, soprattutto della filtrazione glomerulare, della capacità respiratoria e della massima capacità d’esercizio; il risultato finale di questi cambiamenti fisiologici è che per l’animale anziano risulta più difficile adattarsi a situazioni di stress fisico. In queste circostanze, l’oncologo deve modulare le terapie perché siano meno nocive e adottare sempre il motto “la terapia non deve essere peggiore della malattia”. Ci sono spesso dei dubbi nell’utilizzo di trattamenti aggressivi, medici o chirurgici, in pazienti anziani; tuttavia deve essere chiaro che, conosciuti i cambiamenti metabolici e fisiologici, la chemioterapia può essere usata efficacemente e in modo ben tollerato anche negli animali vecchi, così come sono proponibili interventi chirurgici complessi. Nel trattamento oncologico di animali anziani si deve comunque sempre considerare l’impatto di malattie intercorrenti (es. epatiche, cardiache o renali) sull’aspettativa di vita e sulla tollerabilità da parte del paziente. L’attaccamento dei proprietari verso gli animali anziani è molto intenso ed è indispensabile una comunicazione chiara e sincera fra il veterinario ed i clienti. Per alcuni il mantenimento di una qualità di vita ottimale escluderà qualsiasi tipo di terapia con effetti potenzialmente pericolosi e spesso sceglieranno una terapia palliativa con eutanasia non appena le condizioni tenderanno a peggiorare. Per altri l’allungamento della vita, mantenendo una ragionevole qualità, risulterà accettabile e permetteranno anche interventi terapeutici medici e chirurgici più aggressivi. Altri ancora sceglieranno sempre e comunque qualsiasi terapia che possa allungare anche di poco la vita del proprio animale. In ogni momento è comunque basilare informare i proprietari dei rischi, dei benefici e delle possibili complicanze. È però di molto peso ricordare che l’età, di per sé, non è una malattia e che la maggior parte dei pazienti anziani e vecchi può essere sottoposta a terapie oncologiche aggressive con risultati sorprendentemente buoni in termini di risposte. Quindi l’età non deve essere una scu-

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sante per suggerire terapie non ottimali. Uno dei problemi che si incontrano nel trattamento oncologico è legato al fatto che molti clienti hanno avuto direttamente od indirettamente esperienze con trattamenti antineoplastici e ne sono spaventati. È quindi importante che il medico enfatizzi che la chemioterapia negli animali non provoca la stessa tossicità riscontrata nell’uomo.

CARCINOGENESI ED INVECCHIAMENTO La carcinogenesi è un processo multistage che prevede la trasformazione di una cellula normale in una maligna, e che richiede un passo che fissi le cellule ad un basso stadio di differenziazione con una concomitante preservazione della capacità proliferativa attraverso una mutazione genomica. Una volta iniziato, il processo richiede la promozione da parte di fattori che inducono danno cellulare a livello replicativo e la progressione da cellula danneggiata a tumore conclamato. Le cellule che replicano più volte hanno una maggiore propensione ad esprimere una proliferazione incontrollata, motivo della maggiore incidenza dei carcinomi rispetto ai sarcomi, soprattutto in età anziana. Le cellule in invecchiamento dimostrano un declino nella loro capacità di riparazione e i meccanismi d’eliminazione dei radicali liberi sono meno efficaci. Dopo l’iniziazione mediante un agente fisico o chimico, ci vuole solitamente dal 10 al 20% della durata della vita prima che una massa di 1 cm3 sia identificata. Questo intervallo può contribuire al riconoscimento dei tumori negli animali vecchi. Da un altro punto di vista, il processo d’invecchiamento potrebbe contrastare la carcinogenesi mediante perdita di stimolazione neoplastica ormonale e diminuzione del pool di cellule immature.

APPROCCIO AL PAZIENTE ONCOLOGICO ANZIANO La chiave del successo nel trattamento antineoplastico risiede in una diagnosi precoce che, nell’animale anziano, è spesso complicata dalla presenza di malattie concomitanti aventi segni clinici simili. Inoltre i proprietari (ed i veterinari) hanno l’idea di non proseguire oltre con la diagnostica e le eventuali terapie perché “tanto nulla può essere fatto a quest’età”. Negli animali da compagnia, al contrario dell’uomo, i test di screening tumorale non sono diffusi e la diagnosi precoce si attua educando i proprietari (ed i veterinari) al riconoscimento di segni clinici sospetti quali: 1. Gonfiori anormali che tendono a persistere o a crescere nel tempo 2. Ulcere che non tendono a guarire 3. Perdita di peso 4. Perdita o diminuzione progressiva dell’appetito 5. Vomito e/o diarrea incoercibili 6. Poliuria e polidipsia 7. Emorragia o scolo da qualsiasi sito anatomico 8. Odori particolari 9. Difficoltà nella prensione, nella masticazione o nella deglutizione 10. Decadimento delle condizioni generali e

CHIRURGIA

Gatto di 16 anni con carcinoma squamoso bilaterale della pinna e del planum nasale

Lo stesso gatto a 17 anni, un anno dopo l’intervento di pinnectomia bilaterale e planectomia

dell’attività fisica 11. Zoppia persistente 12. Difficoltà nella respirazione, nell’urinazione o nella defecazione. Una volta ottenuta una diagnosi definitiva, è necessario stadiare il paziente per conoscere l’estensione della neoplasia. Il work-up completo nel paziente anziano prevede tutti quegli esami atti a scoprire malattie intercorrenti (renali, epatiche e/o cardiache) che potrebbero influenzare negativamente il trattamento chirurgico o medico.

TERAPIA Stabilita la diagnosi e determinata l’estensione della malattia, si può procedere con la terapia. Nella definizione di un protocollo terapeutico devono essere considerati un insieme di fattori che includono: • Presenza di malattie concomitanti e aspettativa di vita legata a tali malattie • “Performance status” del paziente • Aspettative del proprietario • Costi della terapia • Diminuzione delle riserve fisiologiche del paziente con possibile aumento di tossicità • Alterazione della farmacocinetica del

Le tecniche chirurgiche applicate nel paziente anziano seguono le regole generali della chirurgia oncologica e ancora di più è necessario eseguire un intervento definitivo la prima volta, visto che l’animale potrebbe non sopportare una seconda chirurgia. In medicina umana è stato dimostrato che la mortalità operatoria aumenta dopo i 70 anni ma è anche evidente che la percentuale dei decessi si correla di più con il numero di malattie preesistenti piuttosto che con l’età come fattore isolato. L’età di per sé non è una controindicazione per un intervento ma è necessaria la massima attenzione nella valutazione preoperatoria, nel planning, nell’anestesia e nelle cure postoperatorie. Fatte salve quindi le particolari attenzioni dovute, la chirurgia è il più delle volte perfettamente sopportata anche da pazienti in età avanzata, con malattie intercorrenti.

RADIOTERAPIA Il principale ostacolo nella radioterapia risiede nella necessità di anestesie ripetute nel tempo. Inoltre sembra che, nell’anziano, il tessuto normale sia meno resistente agli effetti delle radiazioni.

CHEMIOTERAPIA La parola chemioterapia suscita spesso una connotazione negativa nei proprietari ed è evidente che i farmaci usati hanno un indice terapeutico molto basso. Non sono noti, in veterinaria, studi sulla chemioterapia nei soggetti anziani ma, nell’uomo, non sembra esserci gran differenza di tossicità fra pazienti giovani e vecchi. Anche se possono non essere clinicamente evidenti, è necessario però tenere a mente alcune alterazioni farmacologiche e farmacocinetiche che si possono evidenziare in età avanzata (Tab. 1). Nell’uomo è anche controversa la differenza di cardiotossicità della doxorubicina nel giovane e nell’anziano.

TERAPIE DI SOSTEGNO Il trattamento nei pazienti geriatrici prevede anche un’adeguata attenzione alle terapie supportive, soprattutto riguardo alla terapia nutrizionale, antiemetica ed antidolorifica.

SUPPORTO ALIMENTARE Ogni paziente che non riesce in modo auto-

TABELLA 1 - CAMBIAMENTI FARMACOCINETICI ASSOCIATI ALL’ETÀ Parametro

Cambiamento

Farmaci possibilmente influenzanti

Assorbimento Possibile leggera diminuzione, probabilmente immutato

Chemioterapici orali (ciclofosfamide, metotrexato, melphalan, clorambucile)

Distribuzione

Diminuzione relativa dei farmaci solubili in acqua ed aumento di quelli solubili in grassi. Diminuzione delle proteine plasmatiche

BCNU, CCNU, doxorubicina, melphalan e cis-platino (aumento della tossicità)

Metabolismo epatico

Diminuzione della attivazione/ inattivazione microsomiale

Ciclofosfamide (diminuzione dell’attività) Doxorubina, alcaloidi della vinca (aumento della tossicità)

Eliminazione renale

Diminuzione molto variabile, talvolta clinicamente significativa

Cis-platino, metotrexato, bleomicina, melphalan, ciclofosfamide


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16 Focus 58° Congresso SCIVAC nomo a mantenere un corretto stato nutrizionale deve essere aiutato sia farmacologicamente che tramite un’opportuna integrazione alimentare mediante sonda rinogastrica, esofagostomica, gastrosomica o duodenale. Proprio la malnutrizione è infatti responsabile direttamente o indirettamente della riduzione del rapporto rischio/beneficio del trattamento anti-tumorale e dell’aumento del tasso di mortalità nei pazienti malati tumorali. La terapia nutrizionale è fondamentale nel controllo della cachessia neoplastica e, al fine di ottenere il massimo beneficio, deve essere iniziata precocemente nel decorso della malattia; ma è altrettanto importante ricordare che la terapia nutrizionale ha un senso solamente quando applicata in combinazione a terapie mirate nei confronti della patologia tumorale e

che quindi non dovrebbe essere utilizzata nei pazienti moribondi.

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tron) ed il maropitant.

TERAPIA ANTIDOLORIFICA TERAPIA ANTIEMETICA La nausea ed il vomito, indotti dalla malattia neoplastica o dal trattamento farmacologico, possono esacerbare i problemi nutrizionali pre-esistenti in questi pazienti. Inoltre, la perdita di liquidi e di elettroliti può peggiorare uno stato metabolico alterato e scompensare una insufficienza renale od epatica in atto. Quindi è necessario trattare farmacologicamente tutti i pazienti con vomito o che si pensa possano averlo a causa della malattia o della terapia. I farmaci più usati sono la metoclopramide, gli antiserotoninici (ondasetron e dolase-

Il trattamento del dolore è una delle parti più importanti della terapia antineoplastica e deve essere perseguito in tutti i modi. I farmaci principalmente usati sono i FANS e gli oppioidi. Va al di là di questa relazione l’analisi di tutti i tipi di antidolorifici utilizzabili e ci sono ottimi lavori che si concentrano sul loro utilizzo. L’uso dei FANS ha una reale utilità oltre che nel controllo del dolore neoplastico anche nell’uso in patologie concomitanti comuni nel paziente anziano (es. osteoartrosi). Inoltre, una parte delle forme neoplastiche esprime recettori per i COX e può beneficiare in termini di controllo dall’uso di sostanze COX a-

Incrocio di 12,5 anni con sarcoma del tarso

Lo stesso paziente a 13,5 anni dopo debulking chirurgico, chemioterapia sistemica e locale goniste. Un discorso a parte meritano i corticosteroidi. Mentre da un lato sono benefici aumentando l’appetito ed il livello di attività del paziente, dall’altro possono mascherare il quadro clinico di alcune neoplasie (es. linfoma) ed esercitare un effetto immunosoppressivo.

CONCLUSIONI ’oncologia veterinaria ha fatto passi enormi negli ultimi anni e molti pazienti sono trattati mediante chirurgia, chemioterapia, radioterapia od una loro combinazione. L’aumento del numero di pazienti in età avanzata fa sì che ci sia una sempre maggiore richiesta di terapie antineoplastiche. Le decisioni terapeutiche negli animali più vecchi non si devono basare su un mero aspetto anagrafico ma su una corretta valutazione dello stato generale di salute del paziente, sull’aspettativa di vita e sulla qualità di vita con una determinata terapia.

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Relazione tratta dagli Atti del 58° Congresso Nazionale SCIVAC - Oncologia veterinaria: alle soglie del III millennio, Milano, 7-9 marzo 2008. ■


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Attualità scientifica Vet Journal

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Doppio rischio di aborto nelle veterinarie Fondamentale proteggersi da gas anestetici, raggi X e pesticidi di MARIA GRAZIA MONZEGLIO e veterinarie regolarmente esposte ad anestetici, raggi X e pesticidi hanno un rischio doppio di aborto spontaneo, secondo uno studio australiano pubblicato su Occupational and Environmental Medicine. In particolare, quando lavorano nelle strutture veterinarie più piccole, che spesso non possono affrontare le spese di un efficace sistema di evacuazione dei gas anestetici, come ad esempio il protossido di azoto, dalla sala operatoria e dalle altre aree di lavoro. Uno dei rischi più conosciuti della respirazione di ossido di azoto è proprio l’aborto. Lo studio ha condotto un sondaggio su circa 2000 veterinarie australiane in attività all’inizio della gravidanza e che lavoravano soltanto in strutture cliniche. I casi ammessi per l’a-

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LESIONI SCHELETRICHE DEL SARCOMA ISTIOCITARIO e lesioni scheletriche secondarie a sarcoma istiocitario possono essere molto aggressive. Lo indica uno studio che ha considerato 19 cani con lesioni ossee radiografiche con diagnosi istologica di sarcoma istiocitario. I pazienti venivano suddivisi in due gruppi: sarcoma istiocitario localizzato e sarcoma istiocitario disseminato. La più comune presentazione era quella dei cani di razza Golden Retriever o Rottweiler di età superiore a cinque anni con anamnesi di zoppia o deficit neurologici localizzati al midollo spinale. Dei 19 cani considerati, 15 presentavano una massa dei tessuti molli radiograficamente identificabile associata a distruzione ossea. Le lesioni ossee avevano aspetto aggressivo e le sedi di coinvolgimento includevano ossa periarticolari (n = 11), vertebre (n = 6), omero prossimale (n = 5) e coste (n = 2). Quindici cani su 19 mostravano un sarcoma istiocitario disseminato e quattro localizzato. Tutti i Rottweiler avevano un sarcoma disseminato. Il sarcoma istiocitario, concludono gli autori, dovrebbe essere considerato nella diagnosi differenziale delle lesioni ossee aggressive periarticolari, vertebrali o dell’omero prossimale identificate radiograficamente. L’indice di sospetto dovrebbe aumentare nei Golden Retriever e Rottweiler di età superiore ai cinque anni che presentano, all’esame radiografico o mielografico, una massa dei tessuti molli associata a lesioni ossee. Il coinvolgimento osseo del sarcoma istiocitario e la razza Rottweiler erano associati alla forma disseminata della malattia. (M.G.M.)

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nalisi finale erano in totale 940. Veniva esaminata la relazione tra esposizione occupazionale a gas anestetici, raggi X, pesticidi, ore di lavoro e i casi di aborto spontaneo. L’analisi logistica di regressione che controllava 12 possibili fattori confondenti mostrava che il rischio di aborto (la perdita del feto prima di 24 settimane di gravidanza) cresceva del 250% circa tra le veterinarie che lavoravano

per almeno un’ora alla settimana in strutture prive di sistemi di evacuazione dei gas anestetici. Le veterinarie che effettuavano più di cinque radiografie alla settimana avevano un aumento statisticamente significativo dell’82% del rischio di aborto, rispetto a quelle che ne effettuavano meno di cinque, e le veterinarie che utilizzavano pesticidi erano esposte a un aumento del rischio dell’88%.

Gli autori concludono che le veterinarie, soprattutto se in età riproduttiva, dovrebbero essere pienamente informate dei possibili effetti sulla gravidanza della mancata eliminazione dei gas anestetici e dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti e ai pesticidi, e dovrebbero utilizzare sistemi di protezione adeguati durante la gravidanza o nei periodi di programmazione di quest’ultima. ■


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18 Vet Journal Attualità scientifica

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Tomografia della colonna vertebrale e del celoma della tartaruga marina Uno studio definisce la posizione relativa di organi, carapace e colonna vertebrale no studio ha descritto l’aspetto tomografico (TC) normale della colonna vertebrale e delle strutture celomatiche della tartaruga marina Caretta caretta, utilizzando le ricostruzioni tridimen-

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sionali (3D) e multiplanari per indicare la posizione di ciascun organo rispetto alle vertebre e al carapace. Si effettuavano scansioni trasversali di 1 mm di sette tartarughe clinicamente sane e cinque tartarughe morte, utilizzando un apparecchio TC multi-detector. Le tartarughe morte venivano congelate e se-

zionate nei piani trasversale, dorsale e sagittale per confrontare l’aspetto delle strutture anatomiche con le immagini TC. Mediante TC era possibile identificare organi clinicamente rilevanti quali esofago, stomaco, trachea, bronchi, polmoni, fegato, colecisti, cuore, milza, reni e canale vertebrale. La tomografia computerizzata forniva immagini dettagliate del sistema respiratorio e dello scheletro delle tartarughe. La localizzazione delle strutture celomatiche fornita dallo studio rispetto al carapace e alle vertebre potrà facilitare l’utilizzo di altre tecniche diagnostiche complementari, come l’ecografia, la radiografia e l’esame bioptico, migliorando la sicurezza dell’accesso nelle procedure chirurgiche. (M.G.M.) ■

INFLUENZA CANINA DA VIRUS EQUINO NEL REGNO UNITO

no studio dimostra retrospettivamente che la causa di un’epidemia di grave patologia respiratoria avvenuta in un branco di Foxhound inglesi nel Regno Unito nel settembre 2002 era il virus dell’influenza equina A H3N8. La prima evidenza di un salto di specie dal cavallo al cane del virus influenzale equino circolante H3N8 è stata dimostrata dopo un’epidemia di malattia respiratoria avvenuta nei Greyhound da corsa in Florida nel 2004 (Influenza canina: pubblicato lo studio). Ciò ha indotto i ricercatori inglesi a riesaminare l’epidemia respiratoria che aveva colpito 92 Foxhound nazionali nel 2002, confermando anche in questo caso il ruolo di H3N8. Lo studio dimostra inoltre che il tessuto respiratorio del cane possiede i recettori necessari per l’infezione da parte del virus influenzale equino. (M.G.M.)

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Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo

www.vetjournal.it/


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Documenti e progetti Anmvi Regione

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Proposta di revisione della Sanità Pubblica Veterinaria ANMVI Piemonte ha sottoscritto la proposta di riorganizzazione delle attività di prevenzione presentata dall'AIVEMP alla Giunta Bresso 'AIVEMP e l'Ordine dei Medici Veterinari di Torino hanno prodotto un documento, per definire un percorso di revisione delle attività di sanità pubblica veterinaria nel campo della sicurezza alimentare in Piemonte in linea con quanto previsto dal nuovo Piano Socio Sanitario Regionale e dall'accorpamento di alcune ASL. Partendo da alcune criticità e analizzando il contesto giuridico ed organizzativo, il documento, sottoscritto da ANMVI Piemonte, è stato proposto come base di lavoro alle autorità regionali. Il sistema sanitario piemontese vive una fase di profondo cambiamento: i nuovi scenari del PSSR, l’accorpamento delle ASL e la probabile revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). A questo occorre aggiungere, per i settori della sicurezza alimentare e della Sanità Pubblica Veterinaria, i radicali cambiamenti normativi introdotti da numerosi Regolamenti della U.E. che richiedono modifiche agli approcci sino ad ora adottati nei controlli sulle imprese e il tutto si verifica in una fase di contesto economico non favorevole che mette in posizione prioritaria, tra gli obiettivi dei Direttori Generali, il rispetto di vincoli di bilancio. L'Assessorato alla Sanità - è scritto nelle conclusioni del documento-ha sino ad ora ritenuto non opportuno fornire indicazioni alle ASL sulle tematiche organizzative, fatto salvo promuovere l'istituzione della figura del direttore della prevenzione di cui non sono a tutt'oggi stati definiti né i ruoli, né le competenze e le caratteristiche professionali per svolgerle, ma sulla quale circolano già alcuni nomi di probabili candidature. Così come circolano in modo ufficioso documenti di riorganizzazione dei servizi del Dipartimento di prevenzione prodotti da società di consulenza che, tenendo in scarsa considerazione le competenze specifiche e il quadro normativo di riferimento, delineano accorpamenti di attività in strutture diverse dalle attuali contribuendo ad aggiungere confusione al già difficile momento. Questa situazione - conclude il testo- rischia di creare gravi danni al settore della Prevenzione che da sempre è stato caratterizzato da una forte programmazione regionale e che quindi risulta generalmente poco conosciuto e considerato a livello di direzioni generali delle ASL, portando allo smantellamento di un sistema che rischia di non essere più in grado di fronteggiare le crisi che periodicamente si manifestano creando ansie tra i consumatori e danni ai produttori, vedere ridotte le garanzie di sicurezza alimentare dei cittadini e non rispondere più ai requisiti delle attività di controllo previsti dalla UE e verificati nel corso dei sopralluoghi periodici effettuati dal Food Veterinary Office in tutti i Paesi membri. Alla luce di quanto descritto l'AIVEMP, con l'Ordine dei Veterinari di Torino e con la stessa ANMVI PIEMONTE- ritiene pertanto che la linea più ragionevole da adottare sia quella di confermare gli attuali assetti organizzativi individuando i "coordinamenti", così come pro-

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qualità dei servizi, la comunicazione del rischio e la promozione della salute; • la riorganizzazione della rete dei servizi della prevenzione deve essere prioritariamente funzionale al perseguimento dei livelli assistenziali ed al recupero di più elevati livelli di efficienza e di efficacia garantendo l’uniformità degli interventi sul territorio regionale e deve tener conto dell’accorpamento di alcune ASL con conseguente necessità di ridefinire responsabilità e risorse; • puntare ad un graduale processo, anche culturale, di abbattimento dei numerosi confini che attualmente limitano la comunicazione e l’integrazione tra servizi, gruppi professionali e disciplinari diversi al fine di consentire aggregazione e integrazione delle organizzazioni esistenti attorno ai

problemi di salute; • l’adozione, a livello regionale, di un modello esplicito di scelta delle priorità per identificare obiettivi prioritari per la prevenzione, anche al fine di realizzare una revisione e valutazione critica delle iniziative in corso. Un approccio che consenta di transitare l’attività dei dipartimenti di prevenzione, dal vecchio al nuovo modello, mediante scelte ponderate e trasparenti deve partire dall’impiego di tecniche di analisi e di definizione di criteri di scelta tra le diverse soluzioni possibili ormai consolidate anche nella pubblica amministrazione. ■ Il documento integrale proposto da AIVEMP è pubblicato on line su @nmvi Oggi e sul sito web dell’associazione www.aivemp.it

Primo Leavet sperimentale targato Anmvi Mercedes Bresso, Presidente della Giunta della Regione Piemonte

posti nel presente documento, sollecitando la definizione di un percorso per pervenire, alla revisione del modello di articolazione dei servizi, mediante il confronto tra modelli organizzativi e scelte ponderate in grado di migliorare i livelli di prevenzione in linea con quanto previsto dal PSSR.

OBIETTIVI STRATEGICI DELLA NUOVA PREVENZIONE Le attività finalizzate a garantire elevati livelli di sicurezza alimentare e di salute degli animali e delle piante, sono attualmente inserite nel Dipartimento di Prevenzione delle ASL rientrando quindi nel nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. Le scelte regionali previste, per quanto riguarda la prevenzione, nel PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE 2007-2010, emanato con Deliberazione del Consiglio Regionale 24 ottobre 2007, n°137-40212 e nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 596349 del 06.07.07 possono essere sintetizzate nei seguenti obiettivi strategici: • la prevenzione, anche primaria, deve essere potenziata e dotata di maggiori risorse, per il settore della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare le aree di intervento, definite a vario titolo nei 2 documenti considerati, sono: - la specializzazione ed il consolidamento delle attività di vigilanza e ispezione al fine di orientarle verso obiettivi di salute; - il sostegno e promozione dei sistemi di controllo ufficiale e di reazione rapida per la sicurezza alimentare; - lo sviluppo di progetti speciali in grado di sostenere e promuovere interventi integrati di prevenzione in campo di sicurezza alimentare; - il sostegno e potenziamento delle attività di osservazione epidemiologica medica ed epidemiosorveglianza veterinaria; - lo sviluppo delle funzioni strategiche quali la sorveglianza epidemiologica, la valutazione di impatto degli interventi, la

Presentata in un Comune del Lazio la medicina veterinaria di base di FERNANDO FIORAMONTI rogetto sperimentale per la prevenzione del randagismo con tutela delle fasce socialmente deboli (Leavet), questo il titolo dell’incontro voluto dal sindaco del comune di Sgurgola FR, dottoressa Luciana Perfetti, lo scorso 9 marzo per informare i cittadini dell’iniziativa che ha dato il titolo all’incontro. Alla presenza dei rappresentanti della Asl, del Corpo Forestale, dell’Anci, della Provincia e della Regione, il Sindaco ha introdotto l’argomento del randagismo canino portando come esempio proprio l’esperienza maturata con il canile. Dopo l’apertura della struttura (circa 2 anni fa, voluta dall’ex Sindaco) le spese sostenute dal Comune, per i cani ricoverati, sono immediatamente raddoppiate e la presenza sul territorio comunale di cani randagi è quadruplicata. Da qui l’impegno alla lotta al randagismo tramite il finanziamento congiunto con la Regione Lazio del progetto Leavet realizzato da Anmvi che prevede la lotta al randagismo utilizzando a convenzione le strutture veterinarie private presenti sul territorio. Si articola in quattro fasi in sinergia tra di loro: • iscrizione del cane all’anagrafe canina ad un prezzo convenzionato presso le strutture veterinarie aderenti all’iniziativa; • istituzione di un ufficio/sportello delle problematiche animali dove il cittadino può rivolgersi per chiedere informazioni relative al corretto rapporto uomo/animale; • impegno all’educazione civica nelle scuole da parte dei medici veterinari coinvolti nell’iniziativa; • sterilizzazione degli animali di proprietà per i quali si vuole scongiurare il rischio di riproduzione incontrollata, proponendo incentivi economici alla sterilizzazione volontaria presso le strutture veterinarie private di zona.

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Fernando Fioramonti, Consigliere di ANMVI Lazio In relazione a quest’ultimo punto il proprietario si fa carico solo del 40% del costo della prestazione veterinaria mentre il rimanente 60% è a carico dell’amministrazione comunale. Possono aderire i proprietari dei cani appartenenti alle fasce socialmente deboli ovvero: • avere un età superiore ai 60 anni ed essere titolari di pensione minima; • essere titolari di una pensione sociale; • avere un reddito complessivo lordo non superiore a 15.000,00 euro annui; • essere disoccupati o non occupati; Tutti d’accordo i relatori che per combattere il fenomeno del randagismo l’unico metodo valido risulta essere la prevenzione attuata a tutti i livelli. Concorde anche il dottor Figliozzi, rappresentante della Asl, che vede nei veterinari liberi professionisti degli alleati nel contenimento del problema. L’incontro si è chiuso con l’intervento dell’Assessore ai Diritti dei Consumatori della Regione Lazio, Mario Michelangeli, che ha apprezzato l’iniziativa che se applicata su scala regionale permetterebbe di risparmiare molti milioni di euro l’anno da poter investire in altre iniziative per la collettività. ■


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20 Info Regioni Epidemie

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Un piano straordinario per la vescicolare in Lombardia Azioni di depopolamento con abbattimento dei suini “potenzialmente contaminati” e indennizzi agli allevamenti a presenza della malattia vescicolare dei suini in una realtà zootecnica intensiva come quella lombarda ha provocato gravi danni economici all’intera filiera suinicola. Il Ministero della Salute ha quindi ritenuto

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“necessario mettere in atto, ad integrazione delle disposizioni vigenti, tutte le misure idonee ad evitare ogni ulteriore rischio di propagazione della malattia”, tenuto anche conto che “la situazione creatasi non è più in grado di garantire accettabili condizioni di benessere degli animali allevati”. È stato così approvato il «Piano

straordinario di intervento per la malattia vescicolare dei suini nella regione Lombardia», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (GU n. 77 del 14-2008). Il Piano, adottato con il parere favorevole del Centro di referenza per le malattie vescicolari dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, stabilisce azioni di eradicazione e de-popolamento, per le quali è prevista l’erogazione di indennizzi agli allevatori. Nel mese di febbraio 2007 l’epidemia nella regione Lombardia sembrava controllata e la

malattia appariva estinta, ma ad inizio maggio 2007, dopo un silenzio epidemiologico di tre mesi, la malattia vescicolare dei suini è ricomparsa nella regione Lombardia, nella quale la provincia di Brescia, una delle province italiane a maggiore vocazione e densità suinicola, è risultata la più interessata con 27 focolai accertati. Nel momento in cui una malattia viene introdotta in un’area ad altissima densità suinicola, subentrano difficoltà aggiuntive per il contenimento dell’infezione sia per l’elevata produzione di virus sia per le criticità evidenziate nella corretta applicazione delle norme di biosicurezza, pertanto il Ministero della Salute ha ravvisato la necessità di mettere in atto misure supplementari di eradicazione della malattia in aree geografiche dove la densità di popolazione è tale da supportare l’ipotesi della diffusione per contiguità. ■

CALABRIA, 19 VETERINARI ASSUNTI A VIBO VALENTIA ulla base di una delibera della Giunta Regionale, il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, Domenico Stalteri, ha deliberato l'assunzione di 19 medici veterinari con la trasformazione del rapporto di lavoro libero professionale da prestazione d'opera in rapporto convenzionale. “Un provvedimento - è detto in un comunicato dell'Azienda sanitaria - che da tempo era atteso nel nostro territorio e che Stalteri ha inteso adottare con forma di urgenza sulla scorta di una necessità evidenziata dalle gravi lacune che si erano determinate di recente nel delicato settore della prevenzione animale. Problematiche, queste, che hanno trovato abbastanza sensibili il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, e l'assessore regionale alla Salute, Vincenzo Spaziante, che, d'intesa con lo stesso Stalteri e sulla base dei dati venuti fuori da una attenta azione di monitoraggio, hanno avviato la procedura che porterà a colmare una lacuna per certi aspetti anche preoccupante”. “Con l'impiego dei 19 medici veterinari - prosegue la nota - diventa possibile, dunque, una più concreta lotta, su tutto il territorio della provincia, nel campo della prevenzione alla brucellosi e a tutte le patologie provocate dalle infezioni degli animali. Di non secondaria importanza, inoltre, l'avvio di un capillare e più articolato monitoraggio finalizzato ad offrire più tranquillità ai cittadini anche sul piano della sicurezza alimentare”. “Rispetto al passato, la convenzione adottata nei giorni scorsi - ha detto Stalteri - permette di realizzare una più ordinata ed efficace azione di prevenzione sui vari punti nevralgici del territorio che fino a ieri garantiva soltanto il servizio di prelievi ematici nel contesto del piano di risanamento per la lotta al fenomeno della brucellosi. Oggi, attraverso il potenziamento dei servizi e ad una più incisiva azione di controllo, diventa possibile rendere indenne il territorio da ogni forma di patologia infettiva causata da animali”. (Fonte: ANSA)

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Il caso Info Regioni

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Diossine e animali nella catena alimentare Azioni preventive e di controllo della ASL Napoli 4

di ALFREDO PECORARO Dirigente Veterinario, Asl Napoli 4 a confusione che è nata intorno ad alcuni temi legati all’emergenza rifiuti dipende anche dal fatto che si tratta di argomenti tecnici, complessi, sui quali è molto facile che si generino equivoci a catena. È così che a volte si sentono affermazioni senza fondamento, come per esempio che tutti i rifiuti contengono diossina. È vero, invece, che la diossina viene immessa nell’ambiente dalla combustione dei rifiuti, ma anche dal traffico veicolare alimentato con benzene e gasoli e dalla combustione degli oli: si tratta di problemi che riguardano in generale le zone fortemente antropizzate e industrializzate, praticamente in ogni parte del mondo. È importante sottolineare un aspetto: in base alle leggi vigenti, c’è una forbice ampia fra normativa ambientale e normativa sanitaria. In pratica, in base a queste norme il territorio dell’Asl Napoli 4 risulta idoneo per le attività umane, ma non sempre per il pascolo delle pecore. La normativa sanitaria tiene conto in particolare del fatto che una pecora, quando bruca l’erba, ingerisce anche una certa quantità di terreno, che si può stimare intorno al 10-12% di quanto ingerito. Dato che il suolo può veicolare la diossina, è comprensibile che le norme per gli allevamenti e il pascolo siano rigide. In base ai limiti di legge, alle modalità di alimentazione delle pecore, al sistema di allevamento dei greggi e alla situazione epidemiologica ambientale, l’Asl Napoli 4 ha chiesto e ottenuto l’emissione di apposite ordinanze sindacali tese a vietare il pascolo vagante su gran parte del territorio; dal 2004 gli allevamenti ovini sono così diventati stanziali. Nei casi in cui questa ordinanza non viene rispettata scatta il sequestro; attualmente c’è un solo allevamento sequestrato. Nel 2003 sono stati abbattuti 5025 capi ovini contaminati da diossine. Dopo l’abbattimento, l’allevatore poteva decidere di ricostituire l’allevamento, a patto naturalmente di trasformare il sistema di allevamento, da pascolo vagante ad allevamento stanziale, ma nella pratica nessun allevamento è mai stato ricostituito. In Campania da qualche mese viene attuato un piano di sorveglianza delle diossine, che si caratterizza per una programmazione a più ampio respiro, per la razionalizzazione delle strategie di monitoraggio, con possibilità di

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acquisizione di dati più attendibili e con valenza scientifica maggiore, per il coinvolgimento attivo degli allevatori e dei titolari di caseifici e per una più fattiva collaborazione tra i servizi veterinari delle Asl e l’Arpac.

I CONTROLLI EFFETTUATI Per quanto riguarda gli allevamenti, l’Asl Napoli 4 effettua dal 2001 controlli sul latte e dal 2005 anche sulla carne e sul foraggio. In questi anni ci sono stati casi non a norma: in tutto sono stati abbattuti 5050 animali, tra bovini e ovi-caprini, sono stati sequestrati 620 mila litri di latte, 300 forme di pecorino e 1500 quintali di foraggio. Nel 2008, finora, sono stati esaminati 3 campioni, tutti risultati entro i limiti consentiti, con tutto che, in base a un regolamento comunitario (pdf 99 kb) entrato in vigore nel 2006, le norme sono diventate anche più severe, in quanto si ricercano non solo le diossine e i furani ma anche i Pcb diossina-simili. Da quest’anno, poi, in base a una legge della Regione Campania del 2005, l’Asl farà anche i controlli sui prodotti finiti. In assoluto, è praticamente impossibile che i livelli di diossina siano pari a zero, e questo discorso vale per tutto il mondo. L’importante è che questi livelli restino molto bassi e, comunque, inferiori alla soglia stabilita per legge.

GLI EFFETTI DELLA DIOSSINA SULLE PECORE È noto che la diossina ha un’azione immunosoppressiva e questo potrebbe favorire, in generale in tutti i mammiferi, l’azione abortigena e teratogena di alcuni virus, altrimenti non espressa. Il discorso vale soprattutto per le pecore, considerate animali sentinella proprio perché brucano il terreno. È comunque da tenere presente che per gli animali da pascolo non si esclude anche l’eventuale ingestione di altri contaminanti ad azione teratogena, come per esempio i metalli pesanti. Va poi ricordato che negli allevamenti ovini è frequente la nascita di feti malformati a causa degli accoppiamenti tra consanguinei.

GLI ALLEVAMENTI DI ACERRA Nelle aree della Campania più interessate dall’emergenza rifiuti c’è molta preoccupazione per quanto riguarda gli effetti della diossina, accompagnata peraltro da informazioni spesso travisate. Diversi mezzi di comunicazione hanno parlato, per esempio, della presenza di un elevato rischio ambientale in particolare

in un allevamento di pecore di Acerra, di proprietà della famiglia Cannavacciuolo. L’allevamento era stato sequestrato, con il divieto di commercializzare le produzioni zootecniche, nell’ottobre del 2003, dopo che le analisi su campioni di latte prelevati ad aprile dello stesso anno avevano dato esito positivo alla diossina. In seguito, in questo allevamento si è verificata una moria di animali accompagnata da aborti con feti malformati. Allo stato attuale, data l’assenza di una sistematica anagrafe delle malformazioni ovine e la frequenza con cui si osservano questi eventi, non è possibile stabilire se la quantità di feti malformati osservati in quell’allevamento sia un evento anomalo. Per quanto riguarda la moria, la diossina al massimo può essere stata una concausa, perché il suo effetto immunosoppressore può aver favorito l’azione di virus e batteri. La morte degli animali comunque è da mettere in relazione anche, e soprattutto, al decadimento delle condizioni di gestione del gregge per il mancato guadagno legato all’impossibilità di poter vendere i prodotti. Questo è avvalorato dal fatto che in un altro allevamento di Acerra, sequestrato più o meno nello stesso periodo, è stato osservato un minore tasso di mortalità: mentre al momento del sequestro l’allevamento dei Cannavacciuolo aveva una consistenza numerica pari a circa il doppio dell’altro, al momento dell’abbattimento, alla fine del 2007, gli erano rimaste solo 126 pecore, contro le 1016 dell’altro allevamento. Questo lascerebbe ipotizzare che la mortalità nel primo allevamento sia attribuibile alle condizioni di gestione piuttosto che a reali rischi ambientali. Nel secondo allevamento anche il tasso di malformazioni era minore, e non si discostava troppo dalla norma: questo può essere dovuto alla diversità della miscela tossica ingerita.

NESSUN PERICOLO PER LA MOZZARELLA Completamente diverso è il discorso per quanto riguarda i bovini e bufali. Infatti, mentre le pecore brucano l’erba e, quindi, il terreno, mucche e bufale non pascolano, e ven-

gono nutrite con mais e fieno. Inoltre l’allevamento bovino e bufalino è più redditizio e pertanto il bestiame viene gestito sicuramente con maggiore accortezza. I controlli effettuati dall’Asl Napoli 4 sul latte di bufala hanno sempre dato, salvo rari casi, risultati negativi, anche nelle zone dove erano stati segnalati alti valori di diossina nel terreno. Va detto comunque che, fra i Comuni della Asl, solo Acerra fa parte del territorio della mozzarella di bufala campana Dop, ma nessun caseificio ha aderito al disciplinare: in pratica, la mozzarella di bufala prodotta con latte di bufale allevate nel territorio dell’Asl è sicura quanto a diossina, ma non è contrassegnata dal marchio Dop, caratteristico invece di altre zone della Campania. Interessanti sono i risultati di una ricerca del Cnr condotta in Campania sia su campioni di latte bufalino sia sui relativi prodotti finiti. Non solo nessun campione ha superato i livelli previsti per diossine, furani e Pcb diossina-simili, ma si è accertato anche che nel prodotto finito questi livelli erano inferiori a quelli del latte di partenza: evidentemente nel processo di lavorazione una parte dei (pochi) contaminanti presenti viene eliminata nelle sieroproteine. Per una sicurezza ancora maggiore, l’Asl Napoli 4 ha comunque consigliato agli allevatori alcuni rimedi utili per limitare ancora di più la presenza di diossina: per esempio, coprire con teloni il fieno e gli insilati di mais che servono come nutrimento per gli animali per evitare la contaminazione da diossine per ricaduta aerea, cercare di eliminare il più possibile il terreno presente nel silomais e nel fieno perché potrebbe veicolare le diossine, non disgiungendo ciò da un’opera di informazione sulle pratiche agricole e zootecniche che potrebbero generare diossine. È un esempio delle iniziative da parte della Asl che cercano di venire incontro alle esigenze degli allevatori, anche al di là degli obblighi di legge, per il bene della popolazione. ■

MARCHE, PIANO REGIONALE 2008 SU ALIMENTAZIONE ANIMALE on Decreto del Dirigente della P.F. Veterinaria e Sicurezza Alimentare N.74 del 27/03/2008, la Giunta Regionale delle Marche ha approvato il piano avente come oggetto “Sicurezza Alimentare - Piano Regionale per la vigilanza e controlli sanitari sull’alimentazione animale”. Il piano trae origine dal Piano Nazionale - Anno 2008 - di Sorveglianza e di Vigilanza Sanitaria sull’alimentazione Animale del Ministero della Salute nel quale sono indicati il numero ed i criteri di ripartizione dei campioni nelle diverse Regioni. Il piano, che comprende anche il controllo degli OGM e dell’alimentazione degli “animali familiari”, abroga i precedenti piani regionali sull’alimentazione animale e rimanda per quanto non espressamente indicato, alle disposizioni del Piano Nazionale. Il documento è la continuazione dei piani regionali sull’alimentazione degli animali degli anni precedenti ed ha la finalità di raggiungere una maggior tutela della salute pubblica. Tra gli obiettivi del piano quello di assicurare un omogeneo controllo su tutta la filiera di produzione, trasporto e consumo dei mangimi; disporre di un sistema di raccolta dati relativi alla vigilanza e alla sorveglianza sull’alimentazione animale per organizzare i controlli in funzione dell’analisi del rischio; effettuare la vigilanza e la sorveglianza: sulle misure di protezione relative all’encefalopatie spongiformi trasmissibili e alla somministrazione di proteine animali trasformate; sulla presenza delle Salmonelle nelle materie prime mangimi di origine animale, di origine vegetale e dei mangimi composti; della presenza di additivi non consentiti e del corretto uso di farmaci nei prodotti destinati all’alimentazione animale. L’attività di vigilanza e controllo è coordinata dalla Regione Marche – Servizio Salute – PF Veterinaria e Sicurezza Alimentare ed è effettuata dai Servizi di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche dei Dipartimenti di Prevenzione delle zone territoriali dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) competenti per territorio.

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22 Riflessioni Zooantropologia

VETERINARIA 13 | 2008

Caratteristiche della relazione uomo-animale di ROBERTO MARCHESINI a zooantropologia ha una sua epistemologia, intesa come insieme di obiettivi, strumenti, metodologie, presupposti di conoscenza e, di conseguenza, si occupa di attività peculiari e con un metodo altrettanto definito. Se il rapporto uomo-animale ha una sua struttura di interfaccia e una sua produttività è indispensabile possedere i migliori strumenti per ottimizzare questo ambito. Come la produttività performativa dell’animale ha richiesto lo sviluppo di uno specifico campo disciplinare di ricerca, la zootecnia, allo stesso modo l’analisi della relazione con l’eterospecifico e la produttività che deriva da questa relazione richiedono una disciplina ad hoc. Questo è in pratica il presupposto della zooantropologia che, a ragione, può essere considerata una novità e uno scostamento rispetto agli approcci tradizionali di ordine antropologico, bioetico, zootecnico, etologico, sulla base di due presupposti: 1) che l’interfaccia relazionale tra uomo ed eterospecifico abbia delle peculiarità e quindi richieda una disamina ad hoc; 2) che il prodotto della relazione sia differente da quello zootecnico e da quello che deriva dalla relazione interumana. Partiamo dal primo punto ovvero considerando-ammettendo la peculiarità di questa relazione, un aspetto troppo spesso non valorizzato nella sua pienezza con il risultato di cadere o nella disamina interattiva, propria dell’etologia, o di quella antropomorfica tipica della psicologia. Se esistono innumerevoli situazioni interattive tra l’uomo e le altre specie, è altresì vero che in certe situazioni parlare solo di interazione è limitante perché quello che si viene a realizzare è una vera e propria relazione, con aspetti dialogici, di interscambio, di affiliazione o addirittura di collaborazione. Ma a questo punto il pericolo è di ritenere tale relazione sovrapponibile a quella interumana: in realtà le differenze sono innumerevoli e rilevanti ovvero la relazione uomo-animale non è sovrapponibile alla relazione interumana, non è affrontabile con gli stessi strumenti di conoscenza, pena il toglierle le caratteristiche di autenticità e trasformarla in una sorta di approssimazione del rapporto interumano. Lo stesso accade quando antropomorfizziamo un eterospecifico: può sembrare una semplice attribuzione, in realtà è un togliere all’animale le sue qualità. Questo aspetto dev’essere molto chiaro e da anni lo ripeto a studiosi di scienze educative, di psicologia, di sociologia e persino di filosofia; voglio dire che fare delle semplici traslazioni, dall’interumano al transpecifico, è scorretto come applicare gli stessi criteri di analisi etologica alle strutture complesse di una cultura. Sono gli strumenti epistemologici a essere inadeguati. Ci sono diversi aspetti che differenziano le due interfacce relazionali - il rapporto interumano e quello uomo-eterospecifico - alcuni di questi aspetti risultano critici altri sono indubbiamente favorevoli e possono essere applicati ogni qualvolta ci sono precise necessità referenziali. Per quanto concerne gli aspetti di criticità va sottolineata l’alta asimmetricità del rapporto con l’eterospecifico, per cui con molta facilità si viene a veri-

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tività e si preoccupano solo di cercare i meccanismi che guidano l’espressione dell’eterospecifico, chiedendogli solo delle prestazioni (interfaccia performativa). Altre insistono sull’attribuzione di una soggettività umana all’animale, nella falsa opinione che antropomorfizzare un animale sia attribuirgli qualcosa e alla fine gli chiedono puntualmente di essere un surrogato di altre relazioni interumane (interfaccia proiettiva). Orbene ci sono anche molte caratteristiche positive nella relazione tra uomo ed eterospecifico, per esempio: 1) l’alto appeal legato all’intersezione di qualità di somiglianza e qualità di divergenza; 2) la molteplicità dei canali di comunicazione implicati in questa interfaccia; 3) la mancanza di ipoteche emarginative, quali il giudizio, la competizione, l’omologazione; 4) la condivisione di temi di base capaci di dare a ciascuno la possibilità di esprimersi. Questi aspetti fanno dell’eterospecifico un referente molto attraente, dotato cioè di grande carisma, un po’ come un amico creativo, esuberante, simpatico, seduttivo. Alcuni indicano in queste qualità un intrinseco portato beneficiale, ma questo è un errore, perché non sempre un amico carismatico ci fa intraprendere percorsi migliorativi: tutto dipende dal tipo di relazione che costruiamo con lui.

PECULIARITÀ a relazione uomo-animale (transpecifica) presenta delle peculiarità che la differenziano rispetto a quella interumana ed è produttiva di referenze specifiche di cui l’uomo ha bisogno: è questo in pratica il fondamento della zooantropologia che rivendica la necessità di un campo disciplinare, ovvero di un approccio preciso e non di semplici prestiti da altre discipline. Possiamo pertanto affermare che non ci troviamo di fronte a una definizione tematica bensì a una organizzazione di ricerca e di metodologia applicativa particolare, non sovrapponibile cioè ad altre discipline.

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ficare un approccio proiettivo oppure strumentale da parte dell’umano: è cioè l’uomo che senza mettersi in discussione attribuisce all’animale quello che gli viene in mente e utilizza l’animale come espansione del sé o per mettere in atto tutte le proprie fantasie performative. L’eterospecifico libera cioè l’espressività della persona, ovviamente nel bene come nel male, vale a dire portando fuori ciò che di meglio e/o ciò che di peggio alberga nell’individuo, divenendo un campo di libera proiezione. La deriva proiettiva è un problema nel rapporto sia quando ci troviamo di fronte a un pet adottato da una persona che non si pone dei freni rispetto al ruolo che vuole fargli interpretare o che non si chiede se le attribuzioni siano più o meno giuste, sia quando l’animale abbandonato nelle mani di una persona con problemi fa esercitare e portare a recrudescenza proprio le parti più problematiche del sé. Anche la strumentalizzazione è un esito che facilmente può esitare dall’asimmetricità del rapporto con inclusione del pet, sua trasformazione in oggetto o macchina, pretesa di un’interfaccia fruitiva e non di coinvolgimento. Come si sa, un’automobile, un computer o qualunque altra macchina vengono accese, spente, utilizzate senza alcuna accortezza circa le loro coordinate di soggettività; e in effetti se un’auto non parte è perché è rotta non perché non ne ha voglia. Gli animali hanno una soggettività, vale a dire delle direttrici motivazionali che guidano la loro proattività, un interesse edonico per cui cercano nelle situazioni un saldo emozionale positivo, un posizionamento di arousal, uno

stato rappresentazionale che interpreta la condizione in cui si trovano ed elabora un prospetto di aspettative. Possiamo benissimo approcciare gli animali come se fossero delle macchine ma sbagliamo e alla fin fine non otteniamo da loro il consenso. Occorre avere degli strumenti correttivi dell’asimmetria se si vuole favorire la relazionalità, ovvero l’interscambio dialogico tra i due partner, in caso contrario il rapporto non evolve in relazione e non avremo mai una vera reciprocazione e un beneficio referenziale. L’altro aspetto di problematicità è l’alto bisogno di empatia che la relazione con l’animale richiede; dobbiamo infatti uscire dalla dicotomia “cosa vs persona” ed evitare sia di reificare l’animale sia di antropomorfizzarlo. A molti sarà capitato di notare che le persone difficilmente incontrano l’eterospecifico per quello che è e oscillano tra la reificazione e l’antropomorfizzazione. In tal senso i modelli più usuali - la macchina e l’uomo sono estremamente forvianti. La simpatia, l’immedesimazione, la semplificazione, la banalizzazione sono i nostri peggiori nemici perché l’animale agglutina in sé due caratteri particolarmente ostici, quello di soggettività e quello di diversità. L’animale è un’alterità: capire fino in fondo questo concetto richiede un’alta dose di umiltà. Per questo è così difficile per un medico veterinario svolgere il proprio compito consulenziale: 1) perché le persone vedono nell’animale ciò che vogliono; 2) perché l’empatia è una qualità rara che certo non viene incentivata dalla cultura contemporanea. Molte persone non si pongono il problema della sogget-

UN RUOLO FORTE er questo la zooantropologia è interessata non solo a valutare il campo di influenze e le modalità di attivazione di un interfaccia relazionale tra uomo ed eterospecifico, ma altresì a individuare delle leve per realizzare il corretto indirizzo di relazione vuoi per favorire un equilibrio di interscambio e affiliazione nel caso della pet-ownership vuoi per ottenere quegli specifici referenziali capaci di facilitare le peculiarità di cambiamento nei progetti educativi o coterapeutici, che ovviamente cambiano a seconda degli obiettivi del fruitore. Questo è forse l’aspetto più interessante introdotto dalla zooantropologia, capace di rilanciare un ruolo forte del medico veterinario nelle attività di relazione con il pet, evitando la banalizzazione dell’animale che fa bene o della relazione con l’animale come scontato ritorno beneficiale. ■

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VETERINARIA 13 | 2008

Prossimi appuntamenti Dalle Associazioni

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Controllo delle filiere degli alimenti di origine animale Corso AIVEMP il 22 e 23 maggio

nalizzare le innovazioni proposte dai nuovi regolamenti inerenti la sicurezza alimentare rispetto alla precedente normativa europea e nazionale. Trasferire la conoscenza di metodologie e approcci adeguati ai cambiamenti introdotti nei sistemi di controllo sulla sicurezza delle filiere agro-alimentari introducendo i concetti di audit e valutandone l’integrazione con le attività di ispezione. Sono questi gli obiettivi del corso organizzato da AIVEMP in collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari di Cuneo in programma a Cuneo il prossimo 22 e 23 maggio.

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STABILIZZAZIONE E GESTIONE DEL PAZIENTE CON TRAUMA MAXILLOFACCIALE: INCONTRO DEL CVB a stabilizzazione e la gestione del paziente con trauma maxillofacciale è il tema dell’incontro organizzato dal Circolo Veterinario bolognese il prossimo 18 maggio a Bologna. Relatore della giornata il dott. Paolo Squarzoni, Coordinatore del Gruppo di Studio di Odontostomatologia SCIVAC dal 1994 al 1998 e presidente della SIODOV (Società Italiana di Odontostomatologia Veterinaria) dal 2004 al 2007. L'obiettivo formativo è quello di fornire ai partecipanti dettagliate informazioni atte a definire l'esatta natura delle lesioni traumatiche del cavo orale, dare cenni inerenti anestesia, stabilizzazione e gestione del paziente con trauma maxillofacciale. Nel corso dell’incontro verranno inoltre trattate le tecniche di stabilizzazione delle fratture, la manipolazione dei tessuti moli, il trattamento chirurgico e non delle anomalie congenite ed acquisite del palato e il trauma chirurgico iatrogeno volontario. A conclusione della giornata saranno affrontate le indicazioni per le cure post-operatorie. Programma e scheda di iscrizione sono consultabili on line all’indirizzo: www.cvbolognese.it. Per maggiori informazioni: tel. 0516182020 - E-mail cvbologna@libero.it. L’incontro si terrà presso il Novotel di Villanova di Castenaso a Bologna.

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Le tossinfezioni e le intossicazioni alimentari continuano a rappresentare un problema per i Paesi in via di sviluppo ma anche per quelli dell’Unione Europea che si è posta l’obiettivo di ridurre il pericolo di malattie alimentari e di zoonosi causato da carni, pollame e prodotti derivati ma anche dai vegetali. L’esigenza di perseguire tale obiettivo soprattutto considerando l’ingresso di nuovi Paesi nell’Unione, è alla base dell’emana-

zione di un insieme di regolamenti che devono armonizzare i controlli veterinari previsti presso gli stabilimenti di produzione, trasformazione, preparazione e commercializzazione di alimenti di origine animale. Il corso fornisce nello specifico, un approccio integrato ai controlli sulle filiere degli alimenti di origine animale: dalla produzione dei mangimi sino alla commercializzazione degli alimenti destinati al consumatore esaminando modalità di intervento e problema-

tiche connesse anche all’attività di repressione. Il programma e la scheda di adesione al corso sono disponibili on line al sito web www.aivemp.it. Per i soci AIVEMP e SIVAR in regola con la quota di iscrizione e per i medici veterinari iscritti all’Ordine dei Medici Veterinari di Cuneo, la partecipazione è gratuita. Il corso sarà ripetuto in altre tre edizioni. La prossima si terrà a Cremona nei giorni 16 e 17 ottobre 2008 presso la sede AIVEMP a Palazzo Trecchi. ■


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VETERINARIA 13 | 2008

Costo orario olteplici sono le discussioni in tema di lavoro; ne approfitto per fornire alcune considerazioni in tema di opportunità di lavoro e strutture veterinarie. Senza alcuna polemica ma con spirito costruttivo e collaborativo. Premessa: sono laureato da 3 anni e collaboro con due strutture veterinarie piuttosto importanti in una grande città. Lavoro 48 ore settimanali, retribuzione oraria (comprensiva di ENPAV ed IVA) Euro 5,70, per una mensilità di 1094 Euro lordi, cioè 911 netti. Raramente turni notturni ogni due mesi con retribuzione di 65,00 euro a notte (lordi). 1) Una formazione post-laurea (non necessariamente all'estero ma anche scuole di specializzazione o master), risulta improponibile a causa dei costi da sostenere (considerando che se non lavoro, i giorni di assenza vengono detratti dalla mensilità). Perché non istituire con le Associazioni di categoria (non solo SCIVAC ma tutte, Ordini, Federazioni, Sponsor ecc...) delle borse di studio da assegnare con metodo meritocratico ai Colleghi promettenti? 2) Si parla dell'emergenza disoccupazione o scarsa retribuzione, ma NESSUNO ha mai evidenziato la retribuzione oraria del Veterinario e temo che anche in caso venga indetta una indagine i Titolari di struttura sarebbero poco disposti a dichiarare le loro "elemosine". I membri degli Ordini, delle Società Specialistiche o i nostri rappresentanti sono spesso Titolari di strutture veterinarie. Forse per questo motivo che in sede di tariffario nazionale o locale non

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Lettere al Direttore

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hanno mai trattato l'argomento onde evitare di pagare in modo adeguato i propri collaboratori? È anche vero che il continuo pellegrinaggio dei Colleghi da una struttura all'altra è dovuto al fatto che un dimissionario è facilmente sostituibile con un neolaureato che pur di lavorare accetta un misero trattamento economico. 3) Il problema disoccupazione può essere risolto con la riduzione degli studenti? È un sistema scorretto, non consente una selezione naturale, Tutti hanno la possibilità di iscriversi all'Università, ma solo chi merita emergerà. Vale a dire: se i programmi, i contenuti, la pratica e l'aggiornamento saranno implementati e ben sviluppati da un corpo docente adeguatamente preparato e meritevole di una cattedra (sigh!), sarà possibile eseguire una dura selezione nel corso degli anni accademici, consentendo solo a chi ha compiuto sacrifici di raggiungere il traguardo. Uno sbarramento a metà percorso universitario, senza alcuna eccezione. Anche se manca un esame rispetto alla soglia, ti riscrivi l'anno dopo. Ci sarà sempre un esubero di veterinari ma questo vale per tutte le professioni, però vi ostinate a non volere considerare che chi lavora bene debba essere premiato. Si parla sempre di numeri e mai di qualità, il vero errore della nostra categoria. Ma forse perché ai vertici ci sono titolari di struttura o personale con stipendi elevati? Non è meglio far lavorare chi sa lavorare, penalizzare chi offende la dignità professionale e reprimere in modo più aspro i comportamenti scorretti…. Anche Voi lettori siete stati neolaureati, forse potete comprendermi.... Oppure avete im-

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mediatamente aperto una struttura dopo l'esame di stato e non vi siete posti il problema, o forse le retribuzioni erano più alte? ANMVI mi fai una promessa? Tratterai il problema di una retribuzione base per un futuro in regola analogamente agli sforzi fatti per impianti elettrici, chiavi in mano, ECM ecc? La tua lettera non è firmata e questo ci dà sempre qualche difficoltà a decidere se pubblicare o meno. In questo caso, dato l'interesse del tema trattato e l'equilibrio con cui esprimi le tue riflessioni, abbiamo deciso di renderle pubblica la tua lettera e di aggiungere alcune nostre considerazioni. 1) sono quasi 25 anni che la SCIVAC, autonomamente o con il supporto di aziende del settore, rende disponibili alcune borse di studio. Comprendiamo benissimo che siano pochissime e finalizzate a progetti e quindi non in grado di accontentare tutte le esigenze. D'altra parte, un altro sforzo importante fatto non solo dalla SCIVAC, ma anche da altre associazioni che fanno riferimento all'ANMVI, è stato quello di contenere al massimo i costi di iscrizione sia alle società sia alle iniziative e di proporre molti momenti di aggiornamento del tutto gratuiti. Come ANMVI ci siamo anche impegnati per ottenere dalle banche il "prestito d'onore". Autonomamente non ci siamo riusciti ma avrai letto su @nmvi Oggi che poco tempo fa molte banche hanno aderito ad un progetto simile che permette a giovani laureati di avere un finanziamento per proseguire gli studi. Noi lo avremmo voluto a tasso zero e questo non lo è, ma certamente è un passo avanti. A proposito di tasso zero saprai di sicuro che l'ANMVI rende possibile la partecipazione a corsi o altre

“L’ospedale veterinario è un presidio di civiltà” Antonio Bassolino, Presidente della Regione Campania

iniziative con pagamento rateale e tasso zero. Non è uno sforzo da poco con i tassi bancari attuali. Certamente si può e si deve fare di più. Ci stiamo lavorando. 2) Abbiamo già avuto modo sui numeri scorsi di rispondere ad un quesito simile. Esiste un contratto per medici veterinari dipendenti di strutture private, quello di Confprofessioni, ed è a questo che la Fnovi si era riferita per la definizione del tariffario minimo. Detto questo i rapporti di consulenza professionale per loro natura non possono avere riferimenti orari definiti perché le variabili che incidono sono talmente tante e diverse da renderlo impossibile. Certamente nel nostro settore la ricerca di lavoro è nettamente superiore all'offerta e questo comprime fortemente nella trattativa, considerata anche la generale crisi che stiamo vivendo, le possibilità retributive. 3) Anche per questo continuiamo a chiedere una riduzione significativa del numero degli iscritti e siamo convinti che questo non sia in contrasto con la valorizzazione delle loro capacità, anzi. Se il numero fosse ridotto e gli esami di ammissione fossero veramente in grado di valutare le capacità e le motivazioni che portano a questa scelta di corso di laurea, avremmo certamente in prospettiva meno veterinari ed in genere di buon livello. Fra l'altro, meno iscritti significa anche una miglior qualità del corso di laurea. Non ci sembra un discorso sbagliato. L'alternativa sarebbe quella di fare la selezione dopo il primo anno, cosa che potrebbe avere un senso, o all'esame di Stato, ma in questo ultimo caso molti sarebbero fortemente penalizzati e sarebbe stato meglio fermarli subito all'inizio. L'ANMVI da anni si sta confrontando con l'Università per trovare soluzioni ma gli interessi sono a volte anche molto contrastanti visto che le Università vivono economicamente sul numero degli iscritti. Non è quindi facile trovare un giusto equilibrio ma siamo comunque convinti che lasciare al mercato la selezione abbia senso sino ad un certo punto. È logico far arrivare, magari con grandi sforzi e sacrifici, alla Laurea tanti giovani che poi sappiamo già che non troveranno un'occupazione professionale e per vivere dovranno buttare anni di studio? Che senso ha per loro, per le famiglie, per la categoria veterinaria, per l'economia e lo sviluppo del paese? Noi crediamo molto che il futuro del nostro settore passi da una crescita qualitativa e questo significa anche affrontare tutti i problemi che evidenzi. A breve avremo pronta un'indagine svolta sui laureati degli ultimi cinque anni, un'indagine per noi molto importante perché ci sarà utile per capire come muoverci, per trovare soluzioni a tante situazioni critiche e dimostrare al mondo istituzionale e politico che si deve intervenire su meccanismi che non funzionano da tempo. Tutto questo, più che una promessa, è il nostro impegno. Carlo Scotti


Lingua blu Dalle Aziende

VETERINARIA 13 | 2008

laPROFESSIONE

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Vaccino Fort Dodge per il sierotipo 8 in Belgio ort Dodge Animal Health, divisione di Wyeth (NYSE: WYE), ha annunciato lo scorso 31 marzo che il Governo Belga ha ordinato il vaccino Fort Dodge Zulvac® 8 per proteggere il bestiame contro la patologia della Lingua Blu sierotipo 8. Il sierotipo 8 della Lingua Blu è stato identificato per la prima volta in Belgio nell’agosto del 2006. Fort Dodge è una delle due aziende incaricate dal Governo Belga di produrre il vaccino per il sierotipo 8 della Lingua Blu. Fort Dodge produrrà il vaccino nella sua unità produttiva di Weesp, Olanda. Fort Dodge è già stata incaricata dal Governo Spagnolo di fornire il vaccino per il sierotipo 8 della Lingua Blu, e sta prendendo accordi con le autorità di altri paesi europei per fornire il vaccino. L’azienda sta già fornendo vaccini per proteggere il bestiame spagnolo e francese e le pecore contro i sierotipi 4 e 1 della Lingua Blu. Oltre a fornire il vaccino, Fort Dodge sta provvedendo agli insetticidi Flectron, Dysect e Renegade, che è dimostrato aiutino nel controllo del

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Culicoides spp., il vettore della malattia. “La lotta per proteggere il bestiame e le pecore contro Bluetongue è una delle sfide più critiche che deve affrontare oggi l’industria agricola europea”, dice Marc Snacken, Responsabile Animali da Reddito Fort Dodge per Europa, Africa e Medio Oriente. “Siamo felici di poter aiutare le autorità Belga e i medici veterinari che lavorano per poter controllare gli scoppi di Lingua Blu nel paese.” Il comunicato stampa della Fort Dodge Animal Health del 31 marzo prosegue con una nota in cui viene sottolineato che le affermazioni contenute che non sono fatti storici, sono basate su aspettative attuali di eventi futuri e sono soggette a rischi e incertezze che potrebbero far sì che i risultati differiscano materialmente da quelli espressi o impliciti in tali affermazioni. Questi rischi e incertezze includono rischi associati all’incertezza riguardante le tempistiche ed il successo della ricerca di prodotto, sviluppo e commercializzazione (anche riguardo ai nostri prodotti in arrivo), costi dei medicinali e pagamento dei nostri prodotti da parte del governo e terze parti, produzione,

dati generati sulla sicurezza ed efficacia dei nostri prodotti, condizioni economiche che includono interesse e fluttuazione dei tassi di cambio, cambiamenti nei principi contabili generalmente accettati, impatto di prodotti competitivi o generici, modalità di acquisto, operazioni di business globali, responsabilità di prodotti e altri tipi di controversie, impatto del rispetto della legislazione e delle norme, diritti di proprietà intellettuale, relazioni chiave con terze parti, responsabilità ambientali ed altri ri-

organizzato da

schi ed incertezze, tra cui quelle dettagliate di volta in volta nei nostri report periodici compilati con la Commissione per la Sicurezza e lo Scambio, tra cui i nostri attuali rapporti su 8K, rapporti periodici su Form 10-Q e rapporto annuale su Form 10-K, soprattutto la discussione sotto la voce “Punto 1A, FATTORI DI RISCHIO”. Non ci assumiamo responsabilità di aggiornare pubblicamente le nostre affermazioni, né come risultato di nuove informazioni, futuri sviluppi o altro. ■

certificata ISO 9001:2000

Edizioni Veterinarie E.V. srl

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it

CORSI PRATICI

VISITA OCULISTICA E ANATOMIA. PATOLOGIE DI ORBITA, ANNESSI, APPARATO LACRIMALE, SCLERA E CORNEA (1a Parte del 2° Itinerario didattico di Oftalmologia) Cremona, 24/26 Aprile 2008 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Alberto Crotti, Med Vet, Genova RELATORI Alberto Crotti, Med Vet, Genova Adolfo Guandalini, Med Vet, Dipl ECVO, Roma Claudio Peruccio, Med Vet, Dipl ECVO, Torino Antonella Vercelli, Med Vet, Torino ISTRUTTORE Cristina Giordano, Med Vet, Torino ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 750,00 + IVA 20%

CITOLOGIA 1

BIOCHIMICA CLINICA

Cremona, 15/17 Maggio 2008 Centro Studi SCIVAC

Cremona, 17/20 Giugno 2008 Centro Studi SCIVAC

ECM: In fase di accreditamento

ECM: In fase di accreditamento

DIRETTORE Davide De Lorenzi, Med Vet, Dipl ECVCP, SMPA, Padova

DIRETTORE Saverio Paltrinieri, Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano

RELATORI Walter Bertazzolo, Med Vet, Dipl ECVCP, Pavia Ugo Bonfanti, Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano Enrico Bottero, Med Vet, Cuneo Mario Caniatti, Med Vet, Dipl ECVP, Milano Davide De Lorenzi, Med Vet, Dipl ECVCP, SMPA, Padova ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 550,00 + IVA 20% Non soci: € 700,00 + IVA 20%

FISSAZIONE ESTERNA (2a Parte del 2° Itinerario didattico di Ortopedia) Cremona, 5/7 Giugno 2008 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Antonio Ferretti, Med Vet, Dipl ECVS, Legnano (MI) DIRETTORE DELLE ESERCITAZIONI Bruno Peirone, Med Vet, PhD, Torino RELATORI ED ISTRUTTORI Enrico Castaman, Med Chir, Primario di Ortopedia Ospedale di Montecchio Maggiore (VI) Antonio Ferretti, Med Vet, Dipl ECVS, Legnano (MI) Bruno Peirone, Med Vet, PhD, Torino Massimo Petazzoni, Med Vet, Milano Alessandro Piras, Med Vet, Spec in Chirurgia, MRCVS, Newry, Irlanda del Nord Matteo Tommasini Degna, Med Vet, Dipl ECVS, Roma ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 650,00 + IVA 20% Non soci: € 800,00 + IVA 20%

RELATORI Walter Bertazzolo, Med Vet, Dipl ECVCP, Pavia Ugo Bonfanti, Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano Alessia Giordano, Med Vet, Dipl ECVCP, Milano Saverio Paltrinieri, Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano Eric Zini, Med Vet, Dipl ECVIM, Berna (CH) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 750,00 + IVA 20%


26 Calendario attività Dal 13 aprile al 1 giugno Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl

13 APR 13 APR 13 APR 15 - 18 APR 16 APR 18 APR 18 - 19 APR 19 - 20 APR 19 - 20 APR 20 APR 20 APR 22 - 23 APR 22 - 24 APR 24 - 26 APR 24 - 27 APR 27 APR 28 - 29 APR 4 MAG 5 - 8 MAG 9 - 10 MAG 11 MAG 12 MAG 15 - 17 MAG 16 - 17 MAG 22 - 23 MAG 23 - 24 MAG 24 MAG 30 MAG - 1 GIU

INCONTRO REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA SEMINARIO ANMVI / SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC E GPM SEMINARIO SCIVAC

LE PATOLOGIE CHIRURGICHE DELLE GHIANDOLE SALIVARI - Auditorium Comunale - Villair di Quart (AO) Fraz. Bas Villair ,19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it UN APPROCCIO SEMPLICE AL PRACTICE MANAGEMENT - Crowne Plaza, Centro Congressi Via Po, 197 Padova - Via Po 197 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca - - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it IL DOLORE NEL GATTO: UN PAZIENTE CHE SI NASCONDE - Melià, Milano - Via Masaccio, 19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - Email: info@scivac.it

ITINERARIO DIDATTICO SIVAE / SCIVAC

MEDICINA E CHIRURGIA DEGLI UCCELLI - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it

CONVEGNO SIVAR IN COLLABORAZIONE CON

BLUE TONGUE: EMERGENZA SANITARIA EUROPEA - Facoltà di Agraria,Piacenza - Via Emilia Parmense, 84 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it L’ALLEVAMENTO A BANDE: COME, QUANDO E PERCHE’ - CremonaFiere Spa, Cremona - Piazza Zelioli Lanzini, 1 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CORSO BASE DI OSTEOPATIA E CHIROPRATICA - II PARTE - Centro Veterinario Militare di Grosseto - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

FACOLTÀ DI AGRARIA PIACENZA, ASL PROVINCIA DI PIACENZA, ORDINE MEDICI VETERINARI DI PIACENZA, AIVEMP.

CONVEGNO SIVAR

CORSO SIVE

CORSO SCIVAC SEMINARIO SCIVAC INCONTRO SICIV / SIDEV / SIONCOV IN COLLABORAZIONE CON SIDEV E SIONCOV SEMINARIO SVIDI / SCIVAC

CORSO SCIVAC CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC INCONTRO SIOVET

INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE CORSO SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA

CORSO SCIVAC / SISCA

CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR IN COLLABORAZIONE CON FNOVI, FEDERAZIONE ORDINI MEDICI VETERINARI LOMBARDIA, ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI CREMONA

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC SARDEGNA INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA CHIRURGICA NEL CANE E NEL GATTO - Ata Hotel Quark, Via Lampedusa, Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IL CANE FRATTURATO: DAL PRIMO APPROCCIO AL TRATTAMENTO ELETTIVO - nh Jolly Hotel Centro Congressi, Palermo - Foro Italico, 22 - ECM: 6 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IL COMPLESSO DELLE MALATTIE ISTIOCITARIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SVIDI - INCONTRO CON DOMINIQUE PENNINCK: ARGOMENTI DI ECOGRAFIA DELL’APPARATO GASTRO-ENTERICO - Aula Magna Messieri, Facoltà di Med Vet, Ozzano Emilia (BO) - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Elena Piccioni - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO DI CONSULENTE NUTRIZIONALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PACCHETTO IGIENE. LINEE GUIDA: DALLA TEORIA ALLA PRATICA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it 2° IT. OFTALMOLOGIA: I PARTE - VISITA OCULISTICA E ANATOMIA. PATOLOGIE DI ORBITA, ANNESSI, APP. LACRIMALE, SCLERA E CORNEA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it ORTHOFUN 2008 - Borgo Hotel Le Terre del Verde - Gualdo Tadino PG - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it EPILESSIA E CONVULSIONI: APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO DI ENDOSCOPIA APPLICATA ALL’APPARATO RESPIRATORIO, GENITO-URINARIO E ORECCHIO ESTERNO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it MEDICINA FELINA - Hotel Internazionale, Cervignano del Friuli (UD) - Via Ramazzotti, 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO SISCA - L’EDUCAZIONE DEL CUCCIOLO SECONDO UN’OTTICA PEDAGOGICA (I PARTE) - Il Biancospino - Casteggio (PV) - ECM: No ECM - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it X CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D’URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DA COMPAGNIA - Sassari - Sardegna - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it INCONTRO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

CORSO SCIVAC

CORSO DI CITOLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

CORSO ANMVI

CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it LA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA: L’APPROCCIO INTEGRATO ÈPER IL CONTROLLO DELLE FILIERE DEGLI ALIMENTI I ORIGINE ANIMALE - Ordine dei Medici Veterinari di Cuneo - Via Mameli, 4/bis - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it CORSO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it 59° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC - Palacongressi della Riviera di Rimini, Rimini - Via della Fiera, 52 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI CUNEO CORSO ANMVI CORSO ANMVI CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SCIVAC

laPROFESSIONE

VETERINARIA 13 | 2008

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 7 aprile 2008

SOLUZIONI

Qual è il parametro principale per riconoscere il dolore nel gatto?

La sua velocità e la sua lunghezza d’onda vengono aumentate

Alterazione del respiro

La sua velocità e la sua lunghezza d’onda vengono diminuite

Alterazione della frequenza cardiaca

La sua velocità aumenta e la sua lunghezza d’onda diminuisce

Aumento della temperatura corporea

Risposta corretta: d) Incontro SIMEF, Cremona novembre 2006

Quando la luce passa dall’aria nella cornea:

QUIZ 2 Risposta corretta: b) Incontro SOVI, Rimini maggio 2006

QUIZ 1 Alterazioni comportamentali




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